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1 Allegato 2 SCHEDA PROGETTO PER L’IMPIEGO DI VOLONTARI IN SERVIZIO CIVILE ALL’ESTERO ENTE 1) Ente proponente il progetto: ASSOCIAZIONE COMUNITA’ PAPA GIOVANNI XXIII 2) Codice di accreditamento: 3) Albo e classe di iscrizione: CARATTERISTICHE PROGETTO 4) Titolo del progetto: CASCHI BIANCHI CORPO CIVILE DI PACE 2014 – BOLIVIA E ARGENTINA 5) Settore e area di intervento del progetto con relativa codifica (vedi allegato 3): F - Servizio civile all’estero Area d’intervento: 07 Assistenza 11 – Educazione e Promozione culturale 6) Descrizione del contesto socio politico ed economico del paese o dell’area geografica dove si realizza il progetto; precedente esperienza dell’ente proponente il progetto nel paese o nell’area geografica anche in relazione alla propria mission; presentazione dei partner esteri: L’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII presenta 11 progetti di servizio civile all’estero, che interessano i seguenti paesi: Albania, Australia, Bangladesh, Bolivia, Brasile, Cile, Croazia, Francia, Georgia, Haiti, Paesi Bassi, Romania, Russia, Sri Lanka, Svizzera, Zambia. Si ritiene utile richiamare il carattere unitario della proposta, che si rifà al modello di Servizio civile all’estero denominato “Servizio Civile in missioni umanitarie e corpi civili di pace – Caschi Bianchi” , elaborato dagli enti aderenti alla Rete Caschi Bianchi (Focsiv, Caritas Italiana, Gavci, oltre all’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII) e depositato presso l’UNSC. Il carattere unitario che si intende sottolineare deriva dal fatto che alla base delle specifiche progettualità c’è una storia e una metodologia di intervento comuni - caratterizzata dal desiderio di “abitare i conflitti”, esplorarli e favorirne una possibile 1 NZ00394 NAZIONALE

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Allegato 2

SCHEDA PROGETTO PER L’IMPIEGO DI VOLONTARI IN

SERVIZIO CIVILE ALL’ESTERO ENTE

1) Ente proponente il progetto:

ASSOCIAZIONE COMUNITA’ PAPA GIOVANNI XXIII

2) Codice di accreditamento:

3) Albo e classe di iscrizione:

CARATTERISTICHE PROGETTO

4) Titolo del progetto:

CASCHI BIANCHI CORPO CIVILE DI PACE 2014 – BOLIVIA E ARGENTINA

5) Settore e area di intervento del progetto con relativa codifica (vedi allegato 3):

F - Servizio civile all’estero Area d’intervento: 07 Assistenza 11 – Educazione e Promozione culturale

6) Descrizione del contesto socio politico ed economico del paese o dell’area

geografica dove si realizza il progetto; precedente esperienza dell’ente

proponente il progetto nel paese o nell’area geografica anche in relazione alla

propria mission; presentazione dei partner esteri:

L’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII presenta 11 progetti di servizio civile

all’estero, che interessano i seguenti paesi: Albania, Australia, Bangladesh, Bolivia, Brasile, Cile, Croazia, Francia, Georgia, Haiti, Paesi Bassi, Romania, Russia, Sri Lanka, Svizzera, Zambia. Si ritiene utile richiamare il carattere unitario della proposta, che si rifà al modello di Servizio civile all’estero denominato “Servizio Civile in missioni umanitarie e corpi civili di pace – Caschi Bianchi” , elaborato dagli enti aderenti alla Rete Caschi Bianchi (Focsiv, Caritas Italiana, Gavci, oltre all’Associazione Comunità

Papa Giovanni XXIII) e depositato presso l’UNSC. Il carattere unitario che si intende sottolineare deriva dal fatto che alla base delle specifiche progettualità c’è una storia e una metodologia di intervento comuni - caratterizzata dal desiderio di “abitare i conflitti”, esplorarli e favorirne una possibile

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NZ00394

NAZIONALE

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trasformazione positiva con modalità nonviolente.

I contesti in cui si realizzano i progetti denominati con il prefisso Caschi bianchi sono accomunati da conflittualità e da violazioni di diritti umani e concorrono alla realizzazione di finalità condivise, iscrivibili nelle finalità sancite dall’ art. 1 della legge 64/01. Al fine di rendere più agevole la comprensinoe ed il senso della proposta contenuta nel singolo progetto si ravvede la necessità di elencare alcuni elementi caratteristici del Modello di servizio civile a cui si rifanno.

GLOBALIZZAZIONE E NUOVO CONCETTO DI DIFESA: La proposta progettuale non può essere avulsa dalla lettura della società attuale con particolar attenzione ai fenomeni globali che l’attraversano. Sempre più i destini delle persone e dei popoli sono legati fra loro ed interconnessi. Tale interconnessione

inevitabilmente si trasforma in interdipendenza ma ancor di più produce contaminazione reciproche dal punto di vista sociale e culturale. Diversi studiosi hanno teorizzato ciò, non solo recentemente, ma oggi tale situazione è quanto mai palpabile. Il contesto in cui sempre più ci si trova ad operare è una società in cui è impensabile attuare politiche avulse dal contesto €peo e mondiale, perché ogni nostra azione ha

delle ricadute anche in luoghi lontani: non solo nel “macro”, attraverso interventi di politica estera o scelte economiche, ma anche nel “micro”, attraverso le implicazioni

delle varie filiere economiche e commerciali. Per tale ragione la prospettiva che ciascun progetto denominato Caschi Bianchi cerca di realizzare è senza dubbio definibile con il termine “Glocale”, sviluppandosi in contesti territorialmente definiti e con specifiche proprie, ma al tempo stesso frutto di un’analisi che cerca di considerare i legami fra essi e le varie dimensioni regionali e mondiale. Quanto finora descritto riafferma la necessità di promuovere una cittadinanza planetaria, basata su principi di solidarietà, di cooperazione, di promozione di una

cultura di pace. Un’idea di cittadinanza che favorisca la realizzazione di quanto sancito nella Costituzione Italiana, €pea ma anche nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. Un esercizio di cittadinanza attiva che possa contribuire, a partire da servizi civile, a rafforzare il legame fra cittadino ed Istituzioni. Tale esercizio di cittadinanza riassume, in parte la necessità di declinare la Difesa della Patria in impegno concreto anche nei paesi più poveri. Ecco perché riteniamo che

abbia senso intervenire, in un’ottica di difesa della Patria, sia nei territori del Sud del

Mondo, consapevoli che le nostre scelte economiche, politiche, ecc. hanno delle conseguenze anche in questi paesi; sia nel primo mondo, al fine di mettere in evidenza le contraddizioni e le povertà presenti anche nei paesi sviluppati, e nell’ottica di sensibilizzare su stili di vita alternativi. Il concetto di difesa della patria, pertanto si declina come difesa della società

globale dal rischio del degrado, della povertà, dell’esclusione e della contrapposizione, attraverso progetti che si innestino in processi di prevenzione e trasformazione dei conflitti attraverso la costruzione di relazioni nonviolente basate sul dialogo e la mediazione. I progetti Caschi Bianchi tendono quindi alla costruzione di una comunità/società solidale, capace di gestire e trasformare le conflittualità -sia di

tipo personale che di tipo comunitario- con metodi nonviolenti. Ciò riguarda non solo le comunità dei luoghi di realizzazione dei progetti, ma in termini più generali la società nel suo insieme, con attenzione quella di provenienza dei volontari.

RIFERIMENTI STORICI DEL MODELLO “CASCHI BIANCHI” Il termine “Caschi Bianchi” richiama volutamente la denominazione data dall’ONU per

la “partecipazione di volontari in attività delle Nazioni Unite nel campo dell'aiuto umanitario, riabilitazione e cooperazione tecnica per lo sviluppo”. Anche se non immediatamente riconducibile al profilo previsto dall’ONU per tali corpi, il modello “caschi bianchi” richiama in parte il ruolo previsto dal mandato dei corpi civili di pace, in quanto: - si tratta di un’occasione privilegiata di formazione dei giovani, protagonisti della

costruzione di una cultura di pace vissuta in prima persona; - prevede l’inserimento di giovani in specifici progetti di intervento realizzati all’estero

in situazioni di conflitto armato o di violenza strutturale, caratterizzate da condizioni socio economiche disagiate, dall’impoverimento e dalla violazione dei principali diritti

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fondamentali, politici o di cittadinanza;

- prevede la realizzazione di processi di coscientizzazione, educazione, informazione dal basso e relazioni basate su un confronto empatico, sul dialogo, secondo una metodologia nonviolenta;

- si tratta di un modello che sperimenta forme di difesa civile non armata e nonviolenta.

Il percorso dei Caschi Bianchi italiani inizia nei primi anni novanta con la guerra nel Golfo persico e successivamente attraverso una campagna di “disobbedienza civile” durante il conflitto nei Balcani, condotta dagli “obiettori al servizio della pace”. Tale percorso ha contribuito alla realizzazione della riforma legislativa in materia di obiezione di coscienza, l’art. 9 della legge 230/1998, che per prima ha sancito la possibilità di svolgere servizio civile all’estero.

Molti sono gli enti che hanno contribuito a questo percorso. Fra questi , anche grazie alle richieste da parte dell'UNSC di un soggetto unitario come interlocutore sulla materia, vi sono all’Ass. Comunità Papa Giovanni XXIII, Caritas Italiana, Volontari nel Mondo - FOCSIV, GAVCI di Bologna che insieme costituiscono la Rete Caschi Bianchi.

Molti sono i fatti che hanno determinato e continuano a determinare l’evoluzione di

questa esperienza, ormai pluriennale, fra questi:

- la fase sperimentale avviata in collaborazione con la Regione Emilia Romagna nel 1999-2000, che prevedeva l’intervento in Kossovo e Albania; cfr. ass. Adusu, Caschi Bianchi difensori dei diritti umani e atti del convegno “Servire la Pace, difendere i diritti umani” 2003;

- la partecipazione ai bandi regionali per la valorizzazione dei progetti di servizio

civile e la nascita della Rete Caschi Bianchi nel 2001; - la sottoscrizione di un accordo specifico da parte della Rete Caschi Bianchi e

l’elaborazione di un progetto generale di “Servizio civile in missioni umanitarie e corpi civili di pace – Caschi Bianchi”, depositato presso l’UNSC nel 2001 e aggiornato nel 2007 dal documento “Caschi Bianchi e Rete Caschi Bianchi, un modello di servizio civile”.

- Il documento redatto dal Comitato per la difesa civile non armata e nonviolenta-

2005 : Criteri e requisiti per la valutazione di progetti sperimentali di servizio civile all'estero nell'ambito della DCNAN;

- Il progetto sperimentale di servizio civile Caschi Bianchi oltre le Vendette conclusosi nel 2012;

- La pubblicazione della ricerca Caschi Bianchi oltre le vendette, sperimentare il Servizio civile e la DCNAN per conoscere e trasformare i conflitti nel corso del

2013; - Il convegno “La miglior difesa è la Pace “ febbraio 2014 Diversi sono i documenti internazionali che legittimano il modello di servizio civile “Caschi Bianchi [..]” oltre la normativa relativa al Servizio Civile. Fra questi il rapporto “Un’Agenda per la pace” (1992/95) del Segretario Generale delle Nazioni Unite, la già citata risoluzione ONU n. 49/139/B (1994),il documento del Segretario generale

dell’ONU (1995) inviato al Consiglio Economico e Sociale, il rapporto del Segretario Generale dell’ONU (1997).

Per quanto riguarda nello specifico l’esperienza dell’Ass. Comunità Papa Giovanni XXIII con il progetto Caschi Bianchi, in seguito all’esperienza nei Balcani, e alle prime sperimentazioni in Kosovo e Albania, l’Ass. ha in seguito inviato Caschi Bianchi anche in

contesti di violenza strutturale -primi fra tutti Zambia e Cile- oltre che di conflitto armato- nei Territori Palestinesi. Nel corso degli anni e con l’avvento della legge 64 del 2001, l’esperienza si è allargata ad altre destinazioni, prevalentemente caratterizzate da violenza strutturale (Bolivia, Brasile, Bangladesh, Tanzania, Kenya, Venezuela, Russia, Albania), oltre che da situazioni di conflitto (Palestina) o post- conflitto (Kossovo).

Dopo i primi gruppi sperimentali di obiettori, il numero di caschi bianchi che ogni anno aderisce ai progetto Caschi Bianchi è aumentato nel corso degli anni fino a raggiungere il numero di 50 negli ultimi anni.

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Infine, nel corso dell’anno 2012 si è realizzato il progetto sperimentale “Caschi Bianchi

Oltre le vendette”, nell’ambito dei conflitti legati alle vendette di sangue e al Kanun in Albania. Nei circa 15 anni di intervento dei Caschi Bianchi, si sono potuti riscontrare importanti risultati:

- Contributo al sostanziale miglioramento delle condizioni generali di vita

delle persone incontrate nelle aree di intervento; - Accresciuta attività di informazione e sensibilizzazione nelle comunità di

destinazione ma anche nella comunità di provenienza dei giovani, in grado di sviluppare un bacino di attenzione rispetto alle problematiche riscontrate;

- Il risveglio nei giovani di un senso di responsabilità e di partecipazione che

li spinge ad adoperarsi per rimuovere le cause che generano le ingiustizie; - Contributo alla promozione di una sensibilità diffusa, in una dimensione di

lungo periodo, rispetto ad attività connesse alla prevenzione dei conflitti e alla costruzione della pace, con particolare riferimento alla tutela dei diritti umani, alla mobilitazione umanitaria, alle attività di ricostruzione e alle

politiche di cooperazione allo sviluppo; - Contributo alla definizione di un modello di intervento di servizio civile

riconducibile alla DCNAN applicato a situazioni di conflitto; - Contributo nel favorire il dialogo in contesti internazionali di giovani in

servizio civile e giovani locali, che sperimentano la decostruzione di pregiudizi e stereotipi, il decentramento del punto di vista, l’empatia e l’accoglienza reciproca fra culture;

Il progetto “Caschi Bianchi Corpo Civile di Pace 2014 – Bolivia e Argentina” interessa

due Paesi, di seguito la descrizione dei due contesti a livello politico, economico e sociale.

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ARGENTINA: CONTESTO POLITICO, ECONOMICO E SOCIALE DEL PAESE L'Argentina è uno stato del Sud America situato nella parte meridionale del continente. Con una superficie di 2.780.400 km², è il più esteso paese di lingua spagnola nel mondo, il secondo Stato più esteso dell'America Latina, il quarto delle Americhe e l'ottavo più esteso al mondo.

DATI GENERALI

Dei 43.024.374 abitanti argentini (Cia World Factbook, luglio 2014), il 97% della popolazione è di origine €pea (soprattutto di ascendenza italiana o spagnola), mentre il 3% sono meticci, amerindi o appartenenti ad altri gruppi, dal momento che l'Argentina è stata principalmente un paese di immigrazione per la maggior parte della sua storia. La maggior parte della popolazione pratica il cattolicesimo (87,8%), anche se sono

presenti in percentuale minore protestanti (7.5%), musulmani (1.5%), ebrei (0.7%). CONTESTO STORICO-POLITICO Colonia permanente della Spagna dal 1580, l'Argentina raggiunse l'indipendenza il 25

maggio 1810 quando fu deposto l'ultimo viceré spagnolo che governava da Buenos Aires. Il 9 luglio 1816 fu ufficialmente proclamata l'indipendenza. Nel gennaio 2013,

l'Argentina ha assunto un seggio non permanente nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per il periodo 2013-14. Tra 1976 e 1983 l'Argentina visse un periodo di dittatura dove le forze armate detennero il potere per mezzo di una giunta auto-incaricatasi del cosiddetto Processo di Riorganizzazione Nazionale; il periodo fu caratterizzato dalla massiccia violazione dei diritti umani e civili nei confronti della popolazione ed il governo militare represse l'opposizione utilizzando metodi improntati all'illegalità, dando inizio a quella che

sarebbe passata alla storia come la Guerra Sporca. Migliaia di dissidenti furono fatti scomparire, mentre il SIDE (Secretaría de Inteligencia de Estado) cooperò con la DINA (la polizia segreta cilena), con altri servizi segreti sudamericani e con la CIA nell’operazione che gli Stati Uniti avevano pianificato, organizzato e finanziato al fine di contribuire ad eliminare il pericolo dell'instaurazione

Lingua ufficiale Spagnolo

Sede del Governo Buenos Aires

Popolazione 43.024.374

Forma di governo Repubblica Federale Rappresentativa

Presidente della repubblica

Cristina Kirchner

Valuta Peso Argentino

Data dell’indipendenza

dalla Spagna

9 luglio 1816

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di governi di sinistra filosovietici in Sud America ed in America centrale: la cosiddetta

Operazione Condor. Nel periodo della dittatura 30.000 persone scomparvero creando il fenomeno dei desaparecidos: le persone venivano sequestrate o arrestate e deportate in centri clandestini di detenzione, tra i quali l’ESMA, l'Escuela Superior de Mecánica de la Armada (tramutata successivamente in Museo della Memoria), dove venivano torturate e, molto spesso, uccise. La democrazia venne ripristinata nel 1983.

L’Argentina oggi è una Repubblica Federale di tipo presidenziale, composta da 23 province più la Capitale Federale di Buenos Aires. Il Presidente della Repubblica viene eletto ogni quattro anni a suffragio universale, ed il potere legislativo spetta ad un Congresso Nazionale Bicamerale; il presidente in carica è Cristina Kirchner. Le province sanciscono le proprie costituzioni autonomamente e possono promulgare leggi procedurali ed amministrative. Anche per il sistema giudiziario si segue un modello

federale, attribuendo alla giustizia federale gli ambiti più specifici contemplati nella Costituzione. CONTESTO ECONOMICO

Durante l’ultimo ventennio l’Argentina ha vissuto periodi di grande depressione, ma anche di risoluta reazione contro cambiamenti strutturali che hanno messo in ginocchio

la sua popolazione. Il modello economico in vigore prima della crisi, infatti, promosse un'intensa privatizzazione, permettendo alle grandi imprese straniere di accaparrarsi le risorse del paese. La competizione locale, non potendo far fronte a questi giganti economici, per sopravvivere dovette dar luogo a licenziamenti di massa e chiusura di piccole e medie imprese. La povertà aumentò, la disoccupazione gettò sul lastrico molte famiglie: la crisi economica e sociale del 2001 fece registrare un 57.5% di poveri, una

disoccupazione del 24.1% e un indice di Gini1 di 0.53 (Cia World Factbook, 2001). Poca equità, ingiustizia e mancanza di scelta caratterizzano questi anni di crisi. Dal 2003 - con la presidenza di Néstor Kirchner - è iniziata una nuova fase economica e politica che ha rifiutato il modello neoliberale implementato fino ad allora, attraverso l’aumento delle esportazioni e l’incremento della domanda interna; il peso della popolazione ritornò a farsi sentire e furono implementate politiche rivolte all’inclusione

socio-lavorativa, all’educazione e alla partecipazione democratica dei cittadini nella vita

pubblica. Nonostante ciò, la situazione in Argentina è lontana dall’essere rosea, fatto dovuto alla grande estensione del suo territorio e al sistema federale, che non ha permesso un equo sviluppo di tutte le regioni del Paese. Dopo la crisi economica mondiale del 2009, l'economia argentina ha avuto una ricrescita nel 2010, per rallentare poi nel 2011,

nonostante il governo continuasse a fare affidamento sulle politiche fiscali e monetarie espansive, che mantennero l'inflazione a due cifre. Nel 2012 il governo ha ampliato l'intervento dello Stato nell'economia, ampliando le misure formali ed informali per limitare le importazioni durante l'anno, compreso l'obbligo di preregistrazione e di pre-approvazione di tutte le importazioni e ha rafforzato i controlli valutari, nel tentativo di consolidare le riserve estere ed arginare la fuga di capitali. Nel 2013 il governo ha continuato lungo questa linea, il PIL è cresciuto del 3% e

l'inflazione è rimasta stabile al 25% (CIA World Factbook, 2014). Nei primi mesi del 2014, il governo ha abbracciato una serie di politiche economiche più ortodosse: ha svalutato il peso del 20%, rafforzato le politiche monetarie e fiscali e adottato misure

per riparare i legami con la comunità finanziaria internazionale. CONTESTO SOCIALE

Nonostante l’Argentina rientri in quella fascia di Stati con un alto tasso di sviluppo umano e un indice dello 0.866 (46°posto), ad oggi il 30% della sua popolazione vive sotto la soglia di povertà. Secondo un rapporto dell’Osservatorio Sociale della CGT (Confederazione Generale del Lavoro) nel primo trimestre del 2014 il numero di persone che vivono al di sotto della soglia di povertà sarebbe aumentato di mezzo milione, in conseguenza all’aumento dei

prezzi e alla crescita dell’inflazione, che non corrispondono ad un analogo aumento del

1 L’indice di Gini misura la disuguaglianza di entrate tra fasce di reddito, per cui ad un Indice=1

corrisponde la massima disparità nella distribuzione del reddito

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salario dei lavoratori.

L’altalenante situazione economica del paese ha finito inevitabilmente per pesare sulla popolazione. Nel 2014 il tasso di disoccupazione ha raggiunto il 7.5%. Su una popolazione attiva di 17 milioni di persone, circa 1.241.000 non lavorano, 2.699.000 hanno problemi lavorativi; circa 2 milioni di persone vivono nelle villas (baraccopoli argentine) e si mantengono grazie agli aiuti dello Stato. In molte zone, come ad esempio le province del nord, l’alto tasso di disoccupazione arriva quasi al 10%, e circa

il 3.4% è costituito da capi famiglia (CIA World Factbook, 2014). L’incremento della povertà ha prodotto un peggioramento delle condizioni di vita della popolazione in generale e ha colpito pesantemente i minori e gli adolescenti, uno dei settori più vulnerabili della società. Secondo una ricerca dell’Unicef in Argentina più di 6 milioni di minori vivono in condizione di povertà e quasi la metà di essi soffre per mancanza di cibo.

Sempre secondo Unicef, in Argentina il luogo di nascita condizionerebbe le possibilità di sopravvivenza: la probabilità di morire prima del compimento del primo anno di età sarebbe tre volte maggiore a Formosa rispetto a Buenos Aires e la denutrizione cronica raggiungerebbe il 10.5% nelle province del nord (rispetto all’8% della media argentina).

Ad aggravare la già difficile situazione dei minori c’è anche il fatto che l’Argentina è uno dei principali paesi sudamericani di transito e destinazione della tratta umana. Bambine

e bambini argentini, tra cui molti di provenienza dalle zone rurali o dalle province settentrionali, sono costretti a prostituirsi all'interno del paese. Secondo i dati raccolti dall’associazione “Jardin de los ninos”, circa 3.500 minori sarebbero inseriti nei mercati illegali della prostituzione, della pedo-pornografia e in generale dello sfruttamento sessuale. ESPERIENZA DELL’ENTE PROPONENTE IL PROGETTO

La presenza dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII in Argentina è molto giovane e risale al 2012, quando, su invito dell’arcivescovo di Salta Mons. Cargnello e dopo diverse visite e viaggi preparatori, l’Associazione ha deciso di aprire una Casa-Famiglia prima ed un Centro Diurno poi nel quartiere di Limache. Attualmente, gli operatori dell’Associazione operano nel quartiere, dove le condizioni di

emarginazione, la problematica del consumo, del traffico di stupefacenti e della

prostituzione mettono l’infanzia in una condizione di grave rischio. Nella Struttura Casa-Famiglia dell’Ente e nel Centro Diurno vengono accolti soprattutto minori in situazione di povertà, maltrattamento o abbandono. PARTNERS

A Salta, l’Ente proponente il progetto collabora con la Parrocchia “De la Encarnacion del Verbo” che ha messo a disposizione il terreno su cui costruire il Centro Diurno e con la rete locale di istituzioni chiamata “Todos por Todos”, con la quale si organizzano diverse attività locali nella quartiere di Limache. Un altro importante partner dell’Ente a Salta è l’Associazione Sin Fronteras ONLUS. Fondata nel marzo del 2007 a Rezzato (Bs), è un’associazione non a scopo di lucro impegnata nella raccolta fondi presso privati e aziende a sostegno di attività

assistenziali ed educative a favore di persone con disabilità fisica e psichica, di minori in stato di abbandono e di tossicodipendenti, in Italia e nel mondo. A Salta, l’Associazione Sin Fronteras ONLUS ha aiutato alla costruzione della struttura

in legno del Centro Diurno. BOLIVIA: CONTESTO POLITICO, ECONOMICO E SOCIALE DEL PAESE

La Bolivia è uno stato dell’America Meridionale situato al centro del subcontinente e senza sbocchi sul mare.

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DATI GENERALI

Lingua ufficiale Spagnolo , Quechua Aymara,

Guarani

Capitale costituzionale

Sucre

Sede del Governo La Paz

Popolazione 10,631,486

Forma di governo Repubblica Presidenziale

Presidente della

repubblica

Evo Morales

Valuta Boliviano

Data dell’indipendenza

dalla Spagna

6 agosto1825

Il 30% della popolazione è di etnia quechua, un altro 30% sono meticci, il 25% aymara ed il 15% sono europei o nord americani. La religione più praticata è il cattolicesimo (95%), mentre il resto della popolazione pratica il protestantesimo. Si stima che nel Paese esistano 40 gruppi etnici (delle regioni andine, del tropico

amazzonico e delle pianure del Chaco), in parte ignorati dai dati ufficiali e che in molti casi conservano cultura, tradizioni e lingua. CONTESTO POLITICO La Bolivia è divisa in 9 dipartimenti (departamentos) ed il cuore della vita politica ed amministrativa è La Paz, capitale effettiva del paese, alla quale si affianca Sucre,

capitale legale (in base a quanto definito nella nuova costituzione boliviana del gennaio 2009). Alle elezioni presidenziali del 2005 Evo Morales, leader del MAS (Movimento al

Socialismo) e del movimento sociale dei cocaleros, viene eletto primo presidente indigeno nella storia della Bolivia. Con l’arrivo di Morales la ricetta neoliberista esportata negli ultimi anni trova terreno meno fertile: avviene una ricomposizione profonda dei sistemi dei partiti, una rinnovazione generale della leadership politica e

una rottura dei codici di esclusione sociale degli indigeni. In politica sociale il governo Morales ha messo in campo programmi per la nutrizione e la salute infantile, per la maternità ed un programma di alfabetizzazione che ha dato la possibilità, anche con il concorso di formatori cubani e venezuelani, di sradicare l’analfabetismo dal paese, come riconosciuto dall’Unesco nel dicembre 2008. Il 25 gennaio 2009, in seguito a referendum, la Bolivia ha approvato un nuovo testo

costituzionale che la riconosce come “Stato plurinazionale”, da più poteri alla maggioranza indigena (l’art. 5 riconosce come lingua ufficiale lo spagnolo e tutte le 37 lingue native), definisce una serie di autonomie etniche e regionali, ratifica la nazionalizzazione delle risorse naturali (Morales ha nazionalizzato per la terza volta nella storia boliviana gli idrocarburi) e promuove la riforma agraria (con l’obiettivo ufficiale della ridistribuzione della terra ai contadini).

CONTESTO ECONOMICO La Bolivia è un paese con una grande ricchezza di risorse naturali (minerali, petrolio, gas, foreste): ha la seconda maggiore riserva di gas naturale dell’America Latina ed il maggior giacimento di litio di tutto il mondo, il Salar de Uyuni. I circa 190 governi (molti di stampo dittatoriale) che hanno amministrato la Bolivia dall’indipendenza ad oggi, però, non sono riusciti a gestire positivamente gli interessi

del paese, portando un paese potenzialmente molto ricco ad essere uno tra i paesi più poveri dell’America Latina. Tra gli ostacoli maggiori alla crescita economica vi sono l’arretratezza del sistema produttivo e sociale, il controllo dei giacimenti di gas e di petrolio da parte di società multinazionali, le difficoltà strutturali con una scadente rete stradale e ferroviaria (solo l’8.049% di tutta la rete stradale boliviana è asfaltata ed il 50% della rete stradale

fondamentale), la forte corruzione ed il contrabbando.

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L’economia della Bolivia è focalizzata principalmente sull’estrazione di gas naturali e

l’esportazione di materie prime. I più importanti materiali di esportazione sono lo stagno (4° produttore mondiale), l’argento (11° produttore mondiale), il rame in occidente ed il ferro e l’oro in oriente. Altro fattore di rilievo dell’economia è la produzione di foglie di coca (3° produttore mondiale), da un lato consumata per fini religiosi o medicinali e dall’altro usata illegalmente per la fabbricazione della cocaina. Nel secondo semestre del 2011 l’economia boliviana ha registrato uno dei più

rilevanti tassi di crescita degli ultimi 20 anni, aumentando il PIL del 5.1%, in linea con l’andamento delle principali economie sudamericane che non sembrano aver risentito della crisi economica e finanziaria globale (dati del Ministero dell’Economia e delle Finanze pubbliche). Secondo il recente rapporto della Commissione Economica Regionale per l’America Latina (CEPAL), l’economia boliviana, fondata sull’esportazione di materie prime, ha risentito del favorevole contesto internazionale di generale

aumento dei prezzi di materie minerarie ed energetiche. L’Istituto Nazionale di Statistiche (Ine) conferma che le esportazioni boliviane sono in continuo aumento: dal 2010 ad oggi sono aumentate più del 50% infatti si è passati da un totale di 5.722 milioni dollari USA, a quello attuale di 12.16 milioni dollari USA.

CONTESTO SOCIALE

La Bolivia è l’ultima nazione dell’America Latina nella lista dei Paesi per Indice di Sviluppo Umano 2013, occupando il 108° posto (su circa 187 stati). Il 45% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà ed il 30% della popolazione si trova in condizioni di estrema povertà (Cia World Factbook, 2014). Secondo il PNUD 2010 (Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite) la Bolivia, negli ultimi 40 anni, ha fatto passi avanti nella costruzione di una società più equa: la speranza di vita è aumentata da 45 a 68.5 anni ed il tasso di alfabetizzazione è passato

dal 63% a 91.2%. Tuttavia, persiste una diseguaglianza nella percezione del reddito pro capite che si è mantenuta inalterata in questi ultimi 40 anni e che è una delle più estreme dell’America Latina: nel paese il 20% più ricco della popolazione detiene il 60% del reddito, mentre il 20% più povero accumula appena il 2% del reddito. Il sistema sanitario pubblico rimane altamente carente. La salute materna, per

esempio, rappresenta un indicatore preoccupante. Nel 2008 si osservava che in Bolivia

per ogni 10.000 nati vivi morivano 190 madri per complicanze nella gravidanza o nel parto. Il confronto con il tasso di mortalità materna dell’America Latina (130 nel 2005) mostra quanto è lontana la situazione del paese dal resto del continente. Il tasso di mortalità materna ed il tasso di mortalità infantile in Bolivia sono secondi solo ad Haiti, collocandola al penultimo posto nel continente (UDAPE-PNUD, marzo 2010). In fatto di minori, il 2 luglio 2014 il Parlamento boliviano ha approvato un nuovo

codice sul lavoro minorile in cui si emana che i minori di 10 anni potranno avere un lavoro in proprio e quelli di 12 anni essere lavoratori dipendenti. Prima di questa legge il tasso di lavoro minorile era del 26 %, altamente superiore sia alla media sudamericana (8,8%), che a quelle subsahariana (21,4%), che è il continente col più alto tasso di lavoro minorile (ILO "Marking progress against child labour- Global estimates and trends 2000-2012", 2013.). Ad oggi in Bolivia 850.000 minori ed adolescenti tra i 5 e i 17 anni sono

coinvolti in attività economiche. Sono in gran parte indios che vivono nelle zone rurali: lavorano in miniera e nelle piantagioni di canna da zucchero, i più fortunati fanno i lustrascarpe o i pulitori di lapidi nei cimiteri. Con questa legge si prevede un

aumento vertiginoso dei bambini-lavoratori (ILO "Marking progress against child labour- Global estimates and trends 2000-2012", 2013.). Nel 2013 ci sono state ampie proteste a sostegno di richieste in campo economico e

sociale e dei diritti delle popolazioni native. A settembre, a seguito della sua visita in Bolivia, il Relatore speciale delle Nazioni Unite sul razzismo ha riconosciuto alcuni miglioramenti ma ha espresso preoccupazione per la persistente discriminazione nei confronti delle popolazioni native e di altre comunità a rischio (Rapporto annuale di Amnesty International, 2013). ESPERIENZA DELL’ENTE PROPONTE IL PROGETTO

La presenza dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII in Bolivia risale al 1994 dove svolge, in collaborazione con le istituzioni governative del territorio, interventi volti al sostegno, all’assistenza e alla promozione delle fasce più emarginate della

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società.

Attualmente, gli operatori dell’Associazione accolgono nelle diverse strutture dell’Ente soprattutto minori in situazione di povertà, maltrattamento o abbandono, disabili fisici e psichici, persone con problematiche da abuso di sostanze legali o illegali e persone senza fissa dimora. L’intervento dell’Ente si concretizza nei vari programmi di accoglienza, sostegno alimentare e sanitario, scolastico, di educazione speciale e riabilitazione e si esplicita nei diversi progetti: Case-famiglia, Comunità

Terapeutiche, dormitori, centri diurni, mense, centri di avviamento al lavoro. L’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII opera inoltre sul territorio attraverso i progetti-Unità di Strada per il monitoraggio, l’assistenza ed il recupero delle persone che vivono in strada. Le attività dell’Ente in Bolivia non si limitano all’assistenza ed includono la prevenzione (centri diurni e di aggregazione minorile in alternativa alla strada e al rischio dell’uso di

alcol o droga) e la riabilitazione (comunità terapeutiche, centri di avviamento al lavoro e attività commerciali per il re-inserimento lavorativo dei ragazzi che terminano il programma terapeutico con esito positivo). Nello specifico, la Comunità Papa Giovanni XXIII gestisce le Strutture e gli interventi di

sostegno di seguito descritti, che si sono sviluppati dal 1994 ad oggi. Nell’ambito dell’accoglienza:

- 6 Case-Famiglia, dove vengono accolti minori orfani o di famiglie in difficoltà, disabili fisici e psichici o persone svantaggiate (a La Paz, Camiri e Yacuiba)

- Casa “Madre del Mundo”, dove vengono accolte ragazze madri in difficoltà con i loro figli (a La Paz);

- 4 famiglie aperte all'accoglienza di minori in situazioni “a rischio” e che hanno bisogno di un ambiente familiare (a La Paz e a Yacuiba).

Nell’ambito dei minori: - Centro aggregativo “Comedor” (El Alto): mensa, doposcuola pomeridiano e

sala di informatica per minori che in alternativa passerebbero il loro tempo in strada. Si svolgono attività ricreative, didattiche e sportive;

- Centro Diurno “Alvernia” (a Camiri) e Centro di Formazione Integrale "Angel de la Guarda" (a Yacuiba): doposcuola pomeridiani per minori che in

alternativa passerebbero il loro tempo in strada. Si svolgono attività ricreative,

didattiche e sportive.

Nell’ambito della tossicodipendenza: - Comunità Terapeutica “San Vicente” (a La Paz): centro per il recupero di

alcolisti. Il cammino terapeutico comprende attività di terapia occupazionale (panetteria, serigrafia, sartoria, laboratorio di meccanica e di ceramica,

falegnameria) e si sviluppa anche in altri tre centri: uno localizzato nel mezzo della foresta in Alto Beni, uno a Chispipata (a circa 90 km da La Paz) e l’altro a Jukumarca. In questi altri tre centri le persone accolte sono impegnate in attività agricole (raccolta di ananas, banane, riso, caffè), produzione ed estrazione di oli essenziali, allevamento di animali domestici, ovini e bovini;

- Comunità Terapeutica “S. Aquilina” (a La Paz): struttura per il recupero di alcolisti e di tossicodipendenti (soprattutto ragazzi e ragazze di strada). Anche

qui il cammino terapeutico comprende attività di terapia occupazionale (serre ortofrutticole, falegnameria, panetteria e allevamento di piccoli animali domestici) e alla struttura sono connesse un’infermeria ed una piccola clinica,

per dare la possibilità anche ai più poveri di accedere alle cure mediche essenziali ed un maneggio, dove è offerto un servizio di ippoterapia per persone disabili;

- Comunità Terapeutica “Renacer a la vida” (a Camiri e Yacuiba): centri riabilitativi che accolgono ragazzi, adolescenti e giovani con problemi di droga e provenienti dalla strada. Si offrono laboratori di terapia lavorativa, attività ludiche e appoggio psicologico e sociale.

Nell’ambito del sostegno alle persone che vivono in strada: - Casa di Fraternità Luigi e Giuseppina (a La Paz): rifugio notturno per i

ragazzi di strada, offre loro il pernottamento e un pasto. - Capanna di Betlemme (a Yacuiba): dormitorio notturno che offre rifugio e

alimentazione a minori, adolescenti ed adulti che vivono per strada. - “Unità di Strada”: per il monitoraggio, l’assistenza ed il recupero dei senza

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tetto (a La Paz e Yacuiba).

PARTNERS A La Paz L’Ente collabora da diversi anni con la Defensoria de la Niñez y Adolescencia ed il Tribunal de la Niñez y Adolescencia, istituzioni pubbliche che si occupano dell’affidamento familiare. Partecipa, inoltre, agli incontri del coordinamento

nazionale degli Hogares (strutture di accoglienza) del Paese. Anche a Yacuiba, come a Salta, l’Ente proponente il progetto collabora da diversi anni con l’Associazione Sin Fronteras ONLUS, che sostiene tutti i progetti attivi dell’Ente nella città. Altro importante partner dell’Ente a Yacuiba è il Gobierno Municipal de Yacuiba, che sostiene il Centro Terapeutico “Renacer a la Vida” tramite un concordato inter-istituzionale e che si preoccupa della copertura delle spese alimentari e degli altri

servizi basici dei giovani e adulti inseriti nella struttura. Nell’ambito della riabilitazione terapeutica, inoltre, l’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII collabora con Associación Boliviana de Comunidades Terapéuticas, l’Associación Departamental de Comunidades Terapéuticas e la Red de Comunidades Terapéuticas Departamental y Nacional, sviluppando un

sostanziale lavoro “di rete”. Il Centro Terapeutico “Renacer a la Vida” lavora, inoltre, in coordinazione con FELCC e

Defensoria de la Niñez y Adolescencia y Juzgado de Familia y Menor, istituzioni pubbliche che si occupano di minori.

7) Descrizione dell’area di intervento e del contesto territoriale entro il quale si

realizza il progetto con riferimento a situazioni definite, rappresentate mediante

indicatori misurabili; identificazione dei destinatari e dei beneficiari del

progetto:

Il progetto “Caschi Bianchi Corpo Civile di Pace 2014 – Bolivia e Argentina” si sviluppa

nelle città di Salta, La Paz, Camiri e Yacuiba e si articola in un intervento volto alla prevenzione del disagio minorile e promozione dei diritti dei minori, riabilitazione delle persone con problematiche legate all’uso o abuso di sostanze legali e/o illegali e assistenza a bassa soglia delle persone che

vivono in strada (la cosiddetta “gente de la calle”).

Il contesto territoriale di riferimento del progetto comprende le città di Salta (Argentina), La Paz, Camiri e Yacuiba (Bolivia). ARGENTINA: CONTESTO TERRITORIALE

- Salta, provincia di Salta: Salta è una città situata nel nord dell’Argentina, posizionata ai piedi della cordigliera

delle Ande, ad un altitudine di 1.152 m. Importante nodo stradale e ferroviario sulla direttrice per la Bolivia, è capitale dell'omonima provincia. Secondo i dati del censo 2010, la provincia ospita 1.214.441 abitanti, il 3.03% del totale nazionale e la sua popolazione è costituita dal 31.2% di minori di 14 anni e da solo il 7% di adulti maggiori di 65 anni. All’interno della provincia, la capitale rappresenta il centro più popoloso, con 536.113 abitanti (INDEC argentino, 2010). Salta è conosciuta da tutti come “la linda” (che significa la bella) ed è così, per i tanti

posti che la circondano. Eppure, basta allontanarsi un po’ dagli innumerevoli luoghi turistici per conoscere l’altra faccia di "Salta la linda" e vedere i quartieri periferici e disordinati cresciuti rapidamente per ospitare le migliaia di persone che negli ultimi 50 anni hanno lasciato le montagne del nord argentino per cercare fortuna in una città troppo piccola per offrire lavoro a tante persone. In uno studio sulle caratteristiche economiche e sociali delle province argentine

dell’Universidad de la Plata si legge che le stesse si possono dividere in tre gruppi: arretrate, intermedie e avanzate. Le nove province del nord del paese, tra cui anche Salta, rientrano nel primo gruppo e rappresentano la “regione critica”. Salta, come anche le altre provincie del nord dell’Argentina, è spesso descritta come una “provincia feudale” e si allontana dalle regioni “della pampas”, senza dubbio più industriali, moderne e democratiche. Secondo un’indagine del Cippes – Observatorio de pobreza del 2013 il tasso di povertà

a Salta si colloca attorno al 36.8%, mentre la povertà estrema colpisce il 7.3% delle

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persone.

Uno studio recente promosso da Ielde (Istituto di Studi sul Lavoro e sullo Sviluppo) e Università Nazionale di Salta, realizzato nel periodo 2010-2012 e pubblicato nel 2013 indica “Salta come la provincia più povera del Paese”. Lo studio, che indaga l’indice di povertà multidimensionale, dichiara che a Salta il PMD raggiunge il 28.6% (rispetto al 5% di Buenos Aires). L’indagine stabilisce che il 34% delle abitazioni della provincia ha problemi di

rivestimento al tetto, che il 21% si trova in situazione di sovraffollamento, che un’abitazione ogni quattro non ha cucina e bagno privati ed in buone condizioni, che il 5% delle abitazioni non ha pavimentazione e che il 16% non ha acqua potabile. Secondo la Camara Argentina de Comercio, il tasso di disoccupazione a Salta nel 2012 era dell’11% (un incremento rispetto al quarto trimestre del 2011 in cui la disoccupazione toccava il 7.9%).

Le attività economiche della provincia rappresentano assieme circa l'1% del PIL dell'Argentina e la cosiddetta “economia informale” o “nero” rappresenta uno dei problemi principali della regione. Nelle zone rurali, molte persone lavorano in aziende agricole non registrate e nel capoluogo è possibile vedere migliaia di "venditori ambulanti".

A Salta, come nelle altre province del nord, la componente indigena è molto presente.

ARGENTINA: CONTESTO SETTORIALE E DESCRIZIONE DEI BISOGNI SPECIFICI in Argentina, nonostante la crescita economica degli ultimi anni, l’emarginazione sociale “strutturale” colpisce un cittadino su quattro. Nello studio condotto dall’Observatorio de la Deuda Social Argentina (ODSA), che ricorda come l’incremento costante del PIL nel decennio del ‘kircknerismo’ non abbia cancellato o ridotto significativamente le disuguaglianze si legge:“Oltre un decennio di crescita

costante non è stato sufficiente a risolvere l’emarginazione che colpisce famiglie in situazione di povertà strutturale che, nonostante abbiano guadagnato ‘diritti’, non possono accedere ad un lavoro di qualità, ad una casa dignitosa e tanto meno a servizi sanitari o educativi soddisfacenti”. La situazione del sistema educativo in Argentina è critica e l’educazione pubblica, unico

sistema d’istruzione accessibile alle famiglie a basso reddito, continua a peggiorare.

Nell’indagine "Miradas sobre la educación en Iberoamérica 2011" presentata dall’OEI (Organización de Estados Iberoamericanos para la Educación, la Ciencia y la Cultura) si evidenzia che l’Argentina condivide l’undicesimo posto assieme alla Bolivia. In un altro studio, l’Argentina risulta essere il Paese con i peggiori risultati nel settore dell’educazione in relazione ai suoi investimenti, mantenendo una scarsa qualità di insegnamento e non riuscendo a ridurre l’ineguaglianza nell’accesso

all’istruzione (http://www.infobae.com/2012/11/10/680599-argentina-tiene-el-peor-resultado-educativo-relacion-su-inversion). Il Piano di sviluppo strategico di Salta fino al 2030 (PDES 2030) individua l’area sociale ed in particolare l’educazione come prioritaria, definita come il fattore principale di mobilità sociale e accesso al mercato lavorativo. I dati ufficiali rivelano infatti un panorama preoccupante: la perc entuale di popolazione analfabeta nella provincia di Salta corrisponde al 3.1%

(contro l’1.9% della media nazionale), circa 37.800 persone, di cui il 26% si concentra nella sola capitale (9.800 persone). Di fronte a questa situazione, il governo ha dato vita al programma di alfabetizzazione

“Yo sí puedo”, presentato ufficialmente la prima settimana di aprile 2012 nel Centro Civico del Comune di Salta con l’obiettivo di ridurre l’alto tasso di analfabetismo.

La povertà generata da una non risposta ai bisogni primari (alimentari, sanitari, educativi, abitativi, ecc.) spesso si intreccia poi con una povertà generata da una non risposta ai bisogni relazionali a causa di solitudine, trascuratezza, disagio. Queste non sono “povertà statistiche”, perse nella diatriba delle cifre e dei percento in più o in meno, sono povertà che generalmente non hanno bisogno di risposte materiali ma di presenze e interventi che facilitino l’appartenenza, la buona relazione, la socialità. Sia la prima che la seconda forma di povertà intaccano poi, in modo crescente, interi nuclei

famigliari. Nelle famiglie il dramma del disagio sociale spesso nasce o comunque maggiormente si sviluppa e consuma. Lo spaccato della vita quotidiana presenta famiglie duramente provate, soprattutto nelle relazioni interne, dalle problematiche varie e tra loro connesse.

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L’Associazione Papa Giovanni XXIII è presente a Salta da gennaio 2012 attraverso l’apertura del Centro Diurno “Divino Niño Jesus” e persegue una finalità di prevenzione del rischio e di promozione del benessere dei minori, attraverso interventi nell’ambito dell’educazione - principalmente attraverso l’alfabetizzazione nel tentativo di integrare e qualificare l’istruzione pubblica spesso inadeguata - dell’aggregazione, della socializzazione, della promozione culturale e sportiva, dell’apertura al territorio.

Il Centro Diurno si colloca nel quartiere di Limache, un “barrio” di recente costruzione alla periferia sud della città, ricettacolo di povertà, emarginazione, delinquenza e traffico di stupefacenti. Realizzato con il piano FO.NA.VI (Fondo Nazionale per la Casa) e destinato alle famiglie a basso reddito, ospita una popolazione di circa 25.000 abitanti. La maggior parte delle famiglie da cui provengono i minori che frequentano il Centro

sono famiglie monoparentali perché in diversi casi e per diversi motivi i padri se ne sono andati. Le madri, quasi sempre costrette a lavorare, lasciano il controllo della casa ai figli più grandi che devono barcamenarsi tra la scuola ed i fratelli più piccoli. La mancanza del padre porta così i ragazzi e le ragazze ad assumersi forti responsabilità già a 11 o 12 anni. Se, invece, i padri sono presenti, molte volte sono fonte di violenze

familiari legate alla disperazione e all’alcool. Nel 2013 il Centro Diurno dell’Ente ha ospitato 26 minori del quartiere di Limache di

età compresa tra i 6 e i 10 anni sviluppando le seguenti attività: o attività di appoggio scolastico per 4 pomeriggi alla settimana (dal lunedì al

giovedì); o attività ricreative e laboratoriali; o attività di sostegno alimentare, attraverso la distribuzione della merenda e

della cena.

DESTINATARI - i minori del quartiere periferico di Limache ed in particolare i 26 minori inseriti

nel programma educativo del Centro Diurno “Divino Niño Jesus”. BENEFICIARI

- le famiglie ed i parenti dei minori che frequentano il Centro Diurno di Limache,

in quanto sostenute nella cura e nell’educazione degli stessi (tra l’altro

strumento di mobilità sociale); - il quartiere di Limache, in quanto rafforzato nel compito di garantire un buon

livello di alfabetizzazione ed istruzione ai minori che nascono e crescono in quel contesto;

- tutta la società civile, in quanto i progetti dell’Ente mirano alla costruzione di una comunità più solida.

DOMANDA DEI SERVIZI ANALOGHI La situazione del nord argentino (Salta in particolare) spinge sia le istituzioni che le Associazioni ad interessarsi delle categorie più vulnerabili, tra cui i minori. Per quanto riguarda i minori sarebbe necessario un potenziamento dei percorsi educativi pubblici all’insegna di una qualificazione degli stessi con promozione e

diffusione della cultura, dell’arte e garantendo l’accesso alle tecnologie e all’informazione. Tali bisogni risultano al momento secondari, dato l’ampio numero di destinatari che non vede ancora soddisfatti alcuni bisogni primari, tra cui

l’alimentazione e la sanità. OFFERTA DEI SERVIZI ANALOGHI

Nella città di Salta ci sono diverse istituzioni e Associazioni che offrono doposcuola, Centri aggregativi pomeridiani e attività di vario genere per i minori. Il 90% di queste opportunità sono, però, a pagamento e non sono accessibili al target decritto nel progetto. Resta l’offerta delle parrocchie, che con il sostegno dei volontari, cercano di creare degli spazi di crescita positiva per i minori dei quartieri più difficili.

INDICATORI - N. di minori inseriti nelle attività educative del Centro Diurno; - N. di attività pedagogiche e di appoggio scolastico; - N. di attività ricreative e laboratoriali.

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BOLIVIA: CONTESTO TERRITORIALE

- La Paz e El Alto, dipartimento di La Paz: La Paz, il cui nome completo è Nuestra Señora de La Paz, è sede del governo della Bolivia e capoluogo dell'omonimo dipartimento. La Paz, assieme alla città satellite di El Alto, costituisce il nucleo abitativo più popolato della Bolivia (con una popolazione

stimata per il 2010 di 835.000 abitanti a La Paz e di 935.000 abitanti nella sola El Alto). Il dipartimento di La Paz ospita il 27.24% degli abitanti del totale nazionale e la sua popolazione è costituita dal 33.52% di minori di 15 anni e solo dall’8.17% di adulti maggiori di 60 anni (INE boliviano, 2010). L’economia del dipartimento di La Paz si basa principalmente sull’esportazione di

legname, sul confezionamento di vestiti in piccole unità industriali e sul commercio; El Alto si caratterizza in maniera particolare per la vitalità e la varietà dei suoi mercati, ma anche per il traffico, la spazzatura e la delinquenza. La percentuale di povertà estrema a La Paz (32.7%, Udape-Pnud, 2010) rispecchia quella dell’intero Paese e si colloca molto lontana dalla media percentuale (12%) dell’America Latina (Udape-Pnud,

2010). La città negli ultimi anni è cresciuta molto ed in modo disordinato, con gravi

conseguenze dal punto di vista urbanistico e dei servizi, piuttosto scarsi. I servizi sanitari e scolastici sono considerati insufficienti e anche la sicurezza costituisce un grave problema. Negli ultimi anni, scioperi spontanei, dimostrazioni, agitazioni e blocchi stradali sono stati abbastanza frequenti (INE boliviano, 2010) a causa della difficile situazione economica e delle tensioni politiche e sociali.

- Camiri, dipartimento di Santa Cruz: Camiri, conosciuta negli anni ’80 e ’90 come la “Capitale petrolifera della Bolivia”, è la seconda cittadina della Cordillera, una provincia situata a sud del dipartimento di Santa Cruz, nella regione del Chaco boliviano. Comprende 16 comunità e conta una popolazione di circa 30.191 abitanti di cui circa 8.100 minori di 14 anni (INE boliviano, 2010).

Fino al 1998 Camiri ha vissuto gli anni di maggiore ricchezza e sviluppo economico per

l’estrazione di idrocarburi, l’industrializzazione delle risorse non rinnovabili e lo sviluppo dell’attività economica secondaria che avevano portato alla crescita di tutta una serie di servizi nella regione (acqua, energia elettrica, banche, trasporti, hotel e ristoranti, ecc.). Nel 1998, a seguito dell’applicazione della Ley de Capitalizaciòn (1998) e della disgregazione dell’YPFB (Yacimientos Petrolìferos Fiscales de Bolivia), che aveva a Camiri il suo principale quartier generale, la città affrontò un profondo e negativo

declino con la partenza di moltissimi lavoratori, imprese private e servizi. Attualmente, l’economia della città ruota attorno al commercio e all’affitto degli alloggi per gli studenti che frequentano le differenti realtà universitarie. Secondo l’Istituto Nazionale di Statistica, nel Comune di Camiri il 20.3% della popolazione vive in situazione di povertà ed il 10.6% in situazione di indigenza. In alcune zone della provincia il problema della mancanza di acqua e di elettricità rimane grave. Solamente il 60.14% delle abitazioni ha l’acqua corrente,

mentre il restante 39.86% è costretto a procurarsela in altro modo; il 39.57% delle abitazioni della provincia non ha il bagno; il 68% è senza elettricità; la disponibilità più elevata di questo servizio è concentrata nella città di Camiri ed in prossimità delle

strade asfaltate o delle arterie principali di comunicazione (Subgobernaciòn Cordillera, Diagnostico Situacional, 2012). Gli abitanti di Camiri sono principalmente di origine chiriguano – guaraní come nel

resto della Provincia Cordillera.

- Yacuiba, dipartimento di Tarija: Yacuiba è la capitale della regione del Gran Chaco (la più estesa regione del dipartimento di Tarija). E’ una cittadina di confine e rappresenta il più importante punto di frontiera, in termini di tonnellate di merci trasportate, tra Bolivia e Argentina. Forma una conurbazione con San Josè de Pocitos e Profesor Salvador Mazza (provincia

argentina di Salta), separandosi da queste ultime solo per limite politico. Il dipartimento di Tarija ospita il 4,98% degli abitanti del totale nazionale e Yacuiba occupa il secondo posto nel dipartimento per importanza demografica (con 112.000 abitanti stimati nel 2009). Il 33.4% della sua popolazione è composto da bambini e

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adolescenti e giovani sotto i 15 anni (INE boliviano, 2010).

Yacuiba si sviluppa come polo dinamico-economico e si caratterizza per la popolazione principalmente migratoria. Nella decade del novanta Yacuiba ha vissuto gli anni di maggiore sviluppo economico e in moltissimi vi si erano trasferiti attirati dai vantaggi che il commercio con l’Argentina poteva offrire (soprattutto commercio di vestiti). La situazione si è capovolta completamente nel 2000 a seguito della crisi economica argentina, che ha significato anche la crisi di Yacuiba. I tantissimi che erano arrivati in

città per cercare fortuna con il commercio si spostarono in cerca di mercati migliori all’interno del Paese o alla frontiera con il Brasile e Yaquiba, improvvisamente, si trovò spopolata e con molte case vuote ed abbandonate. In questi ultimi dieci anni Yacuiba sta risorgendo grazie alla scoperta di giacimenti petroliferi nella zona del Chaco (Caraparì-San Alberto) e dalla ripresa delle attività commerciali (legali e illegali) che si sviluppano attorno alla frontiera, attualmente

satura causa l’inadeguatezza delle infrastrutture e l’occupazione da parte dei commercianti informali. BOLIVIA: CONTESTO SETTORIALE E DESCRIZIONE DEI BISOGNI SPECIFICI

In Bolivia la situazione di grande povertà è legata in molti casi alla destrutturazione della famiglia e all’abuso di sostanze legali e illegali, soprattutto alcool e inalanti.

Il consumo di droga e alcol rappresenta uno dei maggiori problemi della società boliviana, portando al deterioramento dell’individuo nella sua integrità, all’eliminazione della sua dignità personale e della prospettiva di una vita salutare. Nella maggior parte dei casi, l’abuso di droga e alcol comporta anche violenza intra-famigliare, negligenza e abbandono minorile. Di seguito alcuni dati che approfondiscono la situazione dei minori e del consumo di sostanze legali e illegali nella società boliviana.

Nell’ambito dei minori: Nel “Programa Pais para Bolivia” (2010-2015) di UNODC (United Nations Office on Drugs and Crime) e Governo boliviano si legge: “Il rapido incremento del fenomeno della delinquenza giovanile in Bolivia negli ultimi anni, principalmente nei centri urbani come La Paz, El Alto e Santa Cruz e i pochi studi focalizzati

nell’ottenere informazioni sulle caratteristiche ed i fattori associati, suggeriscono che

sarebbe di estrema utilità al governo boliviano e alla cooperazione internazionale poter contare su un’analisi di fondo”. E ancora: “Il reato minorile e di strada in Bolivia ha subito un incremento dalla metà degli anni ’90. Questo incremento è relazionato alla mancanza di educazione e alla povertà estrema, che produce famiglie disgregate. Il comportamento dei gruppi giovanili che delinquono, comunemente conosciuti come “pandillas” (banda) è ogni volta più violento”.

L’Observatorio Nacional de Seguridad Ciudadana (ONSC) informa che in Bolivia, tra 2011 e 2013, il numero di bande giovanili è aumentato da 700 a 762 (8%), La Paz2 (325) e Santa Cruz (169) sono i dipartimenti che contano la maggioranza di questi gruppi irregolari. Circa 10.560 adolescenti e giovani a La Paz e circa 6.330 a Santa Cruz ne fanno parte; di questi, circa il 16.3% a La Paz e circa il 12.6% a Santa Cruz sono donne. Secondo l'osservatorio, l’età di reclutamento dei membri si è abbassata dai 15 ai 12

anni, nella maggioranza dei gruppi si consumano alcool e droghe, nove bande su dieci utilizzano armi bianche e una ogni dieci armi da fuoco. Furti, rapine ed aggressioni (61%) sono i principali reati che commettono, seguono risse (30%), assalti (6,4%),

estorsioni e minacce (2%), stupri, omicidi e rapimenti (1%) (La Razon,12/11/2013). L’appartenenza ad una “pandilla” aumenterebbe tra 1.8 e 7 volte il rischio di consumo di una qualsiasi sostanza legale o illegale (eju.tv, 2010).

Nell’ambito dell’ultima indagine sull’istruzione è stato stimato che circa 42.000 minori tra i 6 e i 13 anni del dipartimento di La Paz, circa 39.000 minori del dipartimento di Santa Cruz e circa 10.800 minori del dipartimento di Tarija non hanno frequentato la scuola elementare (con un tasso di copertura scolastica pari al 91.4% nel dipartimento di La Paz, al 92.1% nel dipartimento di Santa Cruz e al 87.5% nel dipartimento di Tarija (Udape-Pnud, 2010).

Nell’ambito della stessa indagine è stato rilevato che solo l’84.6% dei minori del dipartimento di La Paz, il 75.6% dei minori del dipartimento di Santa Cruz e il

2 Intesa come La Paz Centro, La Paz Sur e El Alto

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70.5% dei minori del dipartimento di Tarija portano a termine la scuola

primaria. Esiste, poi, una stretta relazione tra povertà, delinquenza giovanile, abbandono scolastico e vita in strada. Unicef stima che oltre 3.700 minori ed adolescenti vivano per le strade, nelle città di La Paz, El Alto, Santa Cruz, Cochabamba, Tarija e Sucre; circa 2.000 nella sola La Paz. Ciò costituisce un grave problema sociale in

Bolivia, ed è in aumento. Le condizioni di vita dei minori di strada sono molto dure, influenzando il loro sviluppo fisico, psico-sociale, culturale ed economica. Ci sono anche minori che fin dalla nascita sono condannati a vivere per le strade: sono le cosiddette "famiglie di strada", i genitori-adolescenti che vivono con i loro figli per le strade. A Santa Cruz dal 1995 al 2010 il numero di minori e adolescenti in strada sarebbe aumentato del 658% passando da 117 minori identificati nel 1995 a 437 nel 2005 (“No

me llames niño de la calle”, Fundación SEPA 2006 – Editorial Imprenta el País) a 837 nel 2010 (Servicio de Políticas Sociales –SEDEPOS 2010). Secondo le stime dell’Ente, sarebbero invece circa 200 i minori che vivono in strada nelle sola città di Yacuiba.

Nel 2013 l’Associazione Papa Giovanni XXIII ha cercato di rispondere alla drammatica situazione dei minori attraverso:

- accoglienza di 27 minori nelle strutture Case-Famiglia dell’Ente a La Paz (12), Camiri (4) e Yacuiba (11). I minori accolti provengono da situazioni di forte disagio: povertà estrema, abbandono totale o parziale, negligenza, maltrattamento fisico, psicologico e sessuale.

- coinvolgimento nei programmi educativi e ricreativi del Centro aggregativo Comedor (El Alto) di circa 120 minori. Il Comedor - oltre ad essere una mensa -

rappresenta un importante spazio di aggregazione sociale, essendosi sviluppato nel tempo come centro educativo-ricreativo. Gran parte delle attività svolte avvengono in cooperazione con la popolazione locale: volontari dei gruppo giovanili e parrocchiali di El Alto collaborano quotidianamente alla preparazione e alla distribuzione dei pasti. Tra le attività realizzate nel corso del 2013:

o 20 ore settimanali di sostegno scolastico (dal lunedì al venerdì), su due

turni (mattina e pomeriggio)

o attivazione di 2 laboratorio di insegnamento dell’uso del computer o attivazione di 1 laboratorio di lettura attraverso la narrazione di favole,

miti e racconti andini, aymarà e boliviani o realizzazione di brevi racconti e disegni attraverso la sperimentazione di

diverse tecniche illustrative: pittura, collage, colori a cera e pastelli o organizzazione di attività ludiche e sportive

o 2 uscite mensili per le visite domiciliari alle famiglie dei minori inserirti nel programma

o preparazione di circa 25.000 pasti

- monitoraggio e sostegno di 52 minori attraverso i programmi educativi e ricreativi del Centro Diurno “Alvernia” (La Verna) a Camiri e del Centro di Formazione Integrale “Angel de la Guarda” a Yacuiba.

Il Centro Diurno ed il Centro di Formazione Integrale sono degli spazi educativi che ospitano minori di età compresa tra i 6 e i 10 anni che frequentano la scuola primaria e che provengono dai quartieri periferici delle due cittadine.

Tra le attività realizzate nel corso del 2013: o 10 ore settimanali di sostegno scolastico (dal lunedì al venerdì) nel

Centro Diurno di Camiri e 20 ore settimanali su due turni nel Centro di

Formazione Integrale “Angel de la Guarda” di Yacuiba o attivazione di 1 laboratorio di insegnamento dell’uso del computer a

Camiri o attivazione di 1 laboratorio di educazione alimentare a Yacuiba o organizzazione di attività ricreative (festeggiamenti delle diverse

ricorrenze) o 2 uscite mensili per le visite domiciliari alle famiglie dei minori inserirti

nel programma sia a Camiri che a Yacuiba o preparazione di circa 12.000 pasti

Nell’ambito dell’abuso di sostanze (legali e illegali):

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Un altro pesante dramma che flagella la Bolivia è il problema della tossicodipendenza.

L’uso e la produzione di droga stanno rapidamente diventando di dimensioni così importanti da influenzare in modo decisivo sempre più economie nazionali. La Bolivia, negli ultimi due anni, è diventata il polo di riferimento per l’intero traffico internazionale di cocaina rivaleggiando con la Colombia, dove nuove politiche di contrasto e la ripresa decisa alla lotta contro i gruppi terroristi che si finanziano con la droga, ha ridotto il suo ruolo almeno come volumi di traffico (www.osservatoriodroga.it). A peggiorare la

situazione sono anche le politiche nazionali sulle sostanze stupefacenti. Il governo Morales nel 2009 ha così definito nella Costituzione boliviana la coca come “patrimonio culturale, risorsa naturale rinnovabile della biodiversità di Bolivia, e, come fattore di coesione sociale, nel suo stato naturale non è stupefacente”. I boliviani legati direttamente all’industria della coca sarebbero circa mezzo milione, cioè il 20% circa della forza lavoro di questo paese.

Nel “Programa Pais para Bolivia” (2010-2015) si legge: “..Negli ultimi anni è stato evidenziato che i fattori di rischio macrosociali, microsociali ed individuali che spingono all’uso di droga sono in costante aumento.. I fattori di rischio possono essere combattuti con programmi preventivi che informano la popolazione circa rischi e conseguenze dell’uso di droga.. Il paese non dispone di un piano nazionale che

contempli programmi specifici, diversificati e sostenibili destinati al trattamento e riabilitazione di consumatori di droga. Una carenza che il sistema

nazionale della salute e l’insieme delle istituzioni pubbliche coinvolte non hanno potuto coprire per la ristrettezza delle risorse, non solo destinate a questo ambito ma a tutto il settore della salute pubblica in Bolivia”. Uno dei cinque obiettivi del quinquennio è identificato nella prevenzione e trattamento del consumo di droga che si declina in: prevenzione dell’uso di droga e dei reati nel comune di El Alto (punto 1) e nel dipartimento di Santa Cruz (punto 3), inserimento della prevenzione nel sistema educativo nazionale (punto 4),

accreditamento e aggiornamento delle tecniche dei centri di riabilitazione (punto 5). Dal “Primo studio comparativo sul consumo di droga e fattori associati nella popolazione tra i 15 e 64 anni” emerge la preoccupante diffusione del consumo di alcool nella società boliviana. In Bolivia il 49% dei consumatori di alcool presenta un consumo problematico (lo stesso dato è del 42% in Ecuador, del 13%

in Argentina, del 17% in Cile, del 16% in Perù e del 9% in Uruguay). E’ come dire che

in Bolivia 1 ogni 2 consumatori di alcol è positivo alla scala EBBA (Scala Breve del Bevitore Anormale), mentre in Cile e Perù 1 ogni 6 e in Ecuador 1 ogni 10 (Oficina de las Naciones Unidas contra la Droga y el Delito e Comision Interamericana para el Control del Abuso de Drogas, aprile 2008). A giugno 2013 il Conaltid (Consiglio Nazionale di Lotta Contro il Traffico Illecito di Droga) ha presentato una relazione che stabilisce che l’alcool “è la droga di maggior

consumo in Bolivia”, con conseguenze sulla salute pubblica e sociale, prima di tutto la delinquenza e la violenza domestica. Il CIDEM (Centro di Informazione e Sviluppo della Donna) nel quinquennio 2007-2011 ha registrato in Bolivia 247.369 denunce per violenza intra famigliare, mentre tra 2009 e 2013 si contano 403 femminicidi; nonostante non esistano statistiche precise al riguardo, il CIDEM considera che gran parte di questi casi siano in relazione con l’eccessivo consumo di alcool (Proceso, 21/06/2013).

Il 25 settembre 2013 il Governo Boliviano e l’ONUDC (Oficina de las Naciones Unidas Contra la Droga y el Delito) hanno lanciato il Piano di Riduzione della Domanda di Droga in Bolivia, con l’obiettivo di ridurre entro il 2017 il consumo di droga e alcool in

almeno 30 comuni. Nel 2013 l’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII ha cercato di migliorare e

implementare la risposta a questa grave problematica attraverso: - accompagnamento di 64 adolescenti, giovani ed adulti con problema di abuso di alcool e/o droga nell’ambito dei Centri Terapeutici “Sant’Aquilina” e “Sant Vincente” a La Paz. La maggior parte dei ragazzi seguiti dai Centri Terapeutici proviene dalla strada e si trova in situazione di abbandono, esclusione famigliare e sociale. Il centro terapeutico ha come finalità la ri-educazione della persona attraverso un processo di sviluppo

integrale della personalità che implichi un cambio di atteggiamento e comportamento, un’assunzione di responsabilità e l’impegno in un progetto di vita “concreto”.

Le attività nel 2013: o incontri quotidiani di terapia di gruppo

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o incontri settimanali di terapia individuale

o attività di terapia occupazionale ed ergoterapica: falegnameria (quotidiana), panetteria (quotidiana) e pasta (bisettimanale)

o gestione del maneggio destinato alle attività esterne di ippoterapia o gestione e cura di piccoli allevamenti o gestione e cura di serre per ortaggi o 6 attività di conoscenza del territorio

o 1 laboratorio di “Risoluzione non violenta del conflitto” o 1 attività di cineforum nel fine settimana o 1 campionato di calcio della città di La Paz o inserimento protetto di 10 giovani a conclusione del programma

terapeutico nella Trattoria “S.Aquilina” e nelle Gelaterie “Rinascimento” a La Paz avviate con l’obiettivo di favorire l’inserimento professionale

dei ragazzi e creare opportunità lavorative protette per persone in situazione di grande difficoltà

- accompagnamento di 34 adolescenti, giovani e adulti con problema di abuso di alcool e/o droga nell’ambito dei Progetti-Centri Terapeutici “Renacer a la Vida” a

Camiri e a Yacuiba. Le due cittadine, nonostante appartengano a due diversi dipartimenti, si trovano a soli

250 km di distanza, condividono gli stessi programmi educativi e riabilitativi e coordinano il lavoro in sinergia, attraverso il confronto ed incontri periodici. Anche la maggior parte di questi ragazzi proviene dalla strada e si trova in situazione di abbandono, esclusione famigliare e sociale.

Tra le attività realizzate nel 2013: o incontri quotidiani di terapia di gruppo o incontri settimanali di terapia individuale

o organizzazione di attività di terapia occupazionale: panetteria (quotidiana) e produzione di saponi (settimanale) nei due Centri Terapeutici

o a Yacuiba: 1 laboratorio di stampe serigrafiche su tessuto (magliette e felpe), stoffe e cartone (biglietti per le diverse ricorrenze), 1 laboratorio valoriale, 1 laboratorio di alimentazione, conservazione e preparazione

dei cibi; gestione e cura di serre per ortaggi

o 1 laboratorio di “Risoluzione non violenta del conflitto” (a Camiri e a Yacuiba)

o a Camiri: 1 laboratorio valoriale, 1 laboratorio artigianale di lavorazione con il legno; gestione e cura di serre per ortaggi

o attività di accompagnamento di conoscenza del territorio del dipartimento di Tarija

o 2 campionati di calcio della regione del Chaco o inserimento protetto di 8 giovani a conclusione del programma

terapeutico nella pizzeria “Rincon Italiano” a Yacuiba avviata con l’obiettivo di favorire l’inserimento professionale dei ragazzi e creare opportunità lavorative protette per persone in situazione di grande difficoltà.

Oltre al problema dei minori e a quello del consumo e/o abuso di sostanze legali e illegali, in Bolivia moltissime persone si trovano in situazione di povertà estrema e vivono per strada, senza alcuna assistenza e senza la possibilità di ricorrere ad una

rete familiare di riferimento, ai servizi sociali o ad altre forme di sostegno presenti nel territorio.

Nel 2013 l’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII ha cercato di dare una risposta a questa grave situazione attraverso:

- accoglienza notturna di circa 120 persone di tutte le età, di entrambi i sessi e senza fissa dimora nelle strutture-Dormitorio a La Paz (78 persone) e a Yacuiba (42 persone, di cui 4 minori di 14 anni e 3 donne). Si offre una prima assistenza, un pasto caldo e la possibilità di un percorso riabilitativo alternativo alla vita di strada per le persone con problema di consumo di droga o alcol che

lo richiedono. Tra le attività realizzate nel 2013 al Dormitorio di Yacuiba per le persone accolte:

o 12 attività ricreative e di accompagnamento di conoscenza del territorio

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nei dintorni di Yacuiba

o attività di cineforum (1 volte a settimana) o organizzazione di attività ricreative (gioco della “tombola” la domenica

sera) o creazione e gestione di un orto nel terreno adiacente al dormitorio

- monitoraggio, nell’ambito del Progetto-Servicio Calle, di circa 140 minori,

adolescenti e adulti, che per problematiche di abbandono o perché legati al consumo di sostanze legali o illegali, vivono in strada. Il servizio è settimanale e si svolge la sera nelle zone periferiche di El Alto (il martedì) e Yacuiba (il venerdì). Ha l’obiettivo di stabilire contatti e relazioni con le persone che vivono in strada e localizzare i luoghi di maggiore concentrazione. Si offre una bevanda calda (caffè o latte) e qualcosa da mangiare.

DESTINATARI

- i 27 minori accolti nelle Case-famiglia dell’Ente a La Paz, Camiri e Yacuiba (e quelli che saranno inseriti nel 2014 e 2015);

- i 120 minori che frequentano il Centro Comedor a El Alto e le attività educative-

ricreative collegate (e quelli che saranno inseriti nel 2014 e 2015); - i 52 minori che frequentano il Centro Diurno “Alvernia” a Camiri ed il Centro di

Formazione Integrale “Angel de la Guarda” a Yacuiba (e quelli che saranno inseriti nel 2014 e 2015);

- gli adolescenti, i giovani e gli adulti che stanno affrontando (e che affronteranno) il programma terapeutico nelle diverse strutture di La Paz, Camiri e Yacuiba;

- gli adolescenti, i giovani e gli adulti in uscita dai programmi terapeutici e in inserimento protetto a La Paz e a Yacuiba;

- le circa 120 persone che trovano accoglienza e sostegno nei Dormitori di La Paz e Yacuiba;

- i minori, gli adolescenti e gli adulti che vivono per strada e che vengono assistiti e sostenuti dall’Ente attraverso l’Unità di Strada a La Paz, El Alto e Yacuiba.

BENEFICIARI

- le famiglie dei minori accolti nelle Case-famiglie dell’Ente a La Paz, Camiri e Yacuiba;

- le famiglie dei minori che frequentano il Centro Comedor a El Alto, che per incapacità o insufficienza di risorse non riescono a prendersi cura dei propri figli;

- le famiglie dei minori che frequentano il Centro Diurno “Alvernia” a Camiri ed il

Centro di Formazione Integrale “Angel de la Guarda” a Yacuiba, in quanto sostenute nella cura e nell’educazione dei figli (tra l’altro strumento di mobilità sociale);

- le famiglie degli adolescenti, giovani ed adulti accolti nei centro di riabilitazione dell’Ente, per la speranza concreta del re-inserimento sociale dei propri cari;

- i comuni e le istituzioni di La Paz, El Alto, Camiri e Yacuiba, in quanto sostenute, affiancate e rafforzate nel compito di assistenza e riscatto delle

categorie più vulnerate della società; - i gruppi giovanili delle parrocchie di El Alto ed i volontari locali impegnati nei

progetti dell’Ente, esempio di cittadinanza attiva e promotori di solidarietà;

- tutta la società civile, in quanto i progetti dell’Ente provocano una diminuzione della povertà visibile e mirano alla costruzione di una comunità più solida.

DOMANDA DEI SERVIZI ANALOGHI Il progetto si rivolge a due target specifici: minori in condizione di rischio e persone con problematiche di uso e abuso di sostanze legali e illegali. Per quanto riguarda i minori appartenenti a famiglie a basso reddito sarebbe necessario un potenziamento dei percorsi educativi della scuola pubblica all’insegna di una qualificazione degli stessi. In particolare a Camiri e a Yacuiba, la quantità di strutture

scolastiche presenti non riesce a soddisfare le esigenze del territorio, con la conseguenza del funzionamento della stessa struttura in tre turni (mattino, pomeriggio, sera). Ogni turno ospita un’istituzione differente e differenti alunni e ogni alunno partecipa ad un solo turno (mattino o pomeriggio o sera) con un orario di frequenta di

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20

circa 3 ore.

La sanità pubblica in Bolivia è a pagamento ed altamente carente, sia nei mezzi che nelle risorse umane. Molti minori avrebbero bisogno di un sostegno psicologico, a causa della situazione familiare e della povertà che li circonda. L'alimentazione è uno dei diritti che gli viene negato e per procurarselo spesso sono costretti a lavorare. La famiglia, che prima ancora dello Stato dovrebbe garantire protezione, è spesso assente. A questi diritti negati, come conseguenza logica, si

aggiunge inevitabilmente la mancanza di un tempo di svago, gioco, divertimento, fantasia e immaginazione. Per quanto riguarda le persone con problematiche di uso e abuso di sostanze legali e illegali c’è un grandissimo bisogni di programmi di prevenzione e di re-intregrazione lavorativa e sociale. C’è la necessità di inserire la prevenzione dell’uso di sostanze nelle scuole superiori di formazione dei docenti e nella struttura del sistema educativo

nazionale; accanto a questo, deve essere implementato un piano di prevenzione nazionale, regionale e comunale. Mancano poi, Associazioni e servizi che si occupano della “presa in carico” dei giovani e adulti che portano a termine il percorso terapeutico, fase altrettanto delicata della riabilitazione.

OFFERTA DEI SERVIZI ANALOGHI

A La Paz esistono diversi istituti governativi, associazioni religiose e non e ONG che si occupano delle diverse problematiche riguardanti i minori e offrono loro assistenza. Le strutture presenti, in ogni caso, non riescono a soddisfare i bisogni emergenti del territorio a causa del grande numero di minori in situazione di disagio e abbandono. Tuttavia, non esistono strutture di tipo famigliare che offrano loro accoglienza e un ambiente sano e protetto di crescita. A Camiri e a Yacuiba il Comune (Municipalidad) cerca di monitorare le condizioni di vita dei minori e di tutelare i loro diritti attraverso il

Servizio di Difesa dell’Infanzia e dell’Adolescenza e le Parrocchie tentano di offrire uno spazio sano ai minori. Non esistono a Camiri e a Yacuiba Centri Diurni al di fuori di quelli descritti nel progetto. Anche nell’ambito dell’abuso di sostanze legale e illegali (soprattutto alcool) la risposta delle istituzioni, delle associazioni e delle ONG è assolutamente inadeguata rispetto alla

domanda.

A La Paz ci sono diverse Strutture che si occupano di tossicodipendenza, ma sono solamente quattro le Comunità Terapeutiche a tre fasi sul modello dell’intervento proposto dall’Ente. Di seguito:

Nome della Struttura Tipo di intervento Tipologia di utenza

INTRAID (istituto nazionale di trattamento,

riabilitazione, reinserimento sociale e di ricerca della

tossicodipendenza)

9 mesi circa di trattamento residenziale e ambulatoriale

accoglie uomini e donne maggiori di 18 anni; dispone di circa 30 posti.

Centro boliviano de Solidaridad de Vida a La

Paz

9 mesi circa di trattamento residenziale

accoglie uomini e donne maggiori di 18 anni; dispone di circa 20 posti.

Mision Adulam 12 mesi circa di

trattamento residenziale

educativo e preventivo

aperto ad adolescenti

maschi e femmine di

strada che consumo droga; dispone di circa 15 posti.

Centro boliviano de

Solidaridad de Vida a El Alto.

9 mesi circa di

trattamento residenziale

accoglie uomini e donne

maggiori di 18 anni; dispone di circa 30 posti.

Tutte le altre Strutture si definiscono per essere case di accoglienza, centri di appoggio o di prevenzione e sono:

Nome della Struttura Tipo di intervento Tipologia di utenza

Centro de Rehabilitacion y salud mental “Sabùn Juan

de Dios”

Trattamento residenziale e ambulatoriale

uomini e donne maggiori di 18 anni

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Fundacion Alalay Appoggio residenziale, fa

accoglienza a tempo indeterminato

minori, adolescenti e

giovani fino ai 25 anni in situazione di strada e/o consumo di droga

Fundacion Arco Iris Oficina Central

Appoggio residenziale, fa accoglienza a tempo indeterminato

minori, adolescenti e giovani fino ai 25 anni in situazione di strada e/o consumo di droga

Fundacion Arco Iris Proyecto Calle “Casa de

Paso”

Appoggio ambulatoriale ed educativo, accoglienza

temporanea

minori, adolescenti e giovani fino ai 25 anni in

situazione di strada e/o consumo di droga

Fundacion La Paz Programa “Sarantanani

Calle”

12 mesi circa di trattamento residenziale

minori e adolescenti maschi tra i 7 e i 18 anni in situazione di strada e consumo di droga

Fundacion “Nuevo Dia” Appoggio ambulatoriale ed

educativo, accoglienza temporanea

ragazzi e ragazze maggiori

di 7 anni, lavoratori/trici e in situazione di strada e/o consumo di droga

Hospital de Psiquiatria “Caja Nacionale de Salud”

9 mesi di trattamento residenziale e ambulatoriale

uomini e donne maggiori di 18 anni

Kaya Children International

Accoglienza residenziale, ambulatoriale e attività di appoggio educativo

minori e adolescenti maschi, minori di 18 anni in situazione di rischio

sociale

Asociacion cristiana Benefica “Remar”

9 mesi di trattamento residenziale

uomini e donne maggiori di 18 anni

Le Comunità Terapeutica di Camiri e di Yacuiba sono le uniche nel raggio di circa 300 km. Nel distretto di Santa Cruz sono circa una ventina le Strutture che si occupano di tossicodipendenza, tutte concentrate nella città di Santa Cruz, mentre nel distretto di

Tarija sono tre, anche qui concentrare nella città capoluogo. La situazione è la stessa anche in relazione ai servizi a bassa soglia proposti dall’Ente, unici nelle realtà descritte ed integrati dai rispettivi Comuni solo nei mesi più freddi di giugno e luglio, quando la temperatura in Bolivia di notte scende sotto lo zero.

INDICATORI

- N. minori inseriti nel Centro “Comedor”, nel Centro Diurno “Alvernia” e nel Centro di Formazione Integrale “Angel de la Guarda”;

- N. di ore settimanali di sostegno scolastico nei tre Centri; - N. laboratori annuali nei tre Centri;

- N. visite domiciliari annuali alle famiglie dei minori inseriti nei programmi; - N. utenti accolti nelle Comunità Terapeutiche a La Paz, Camiri e Yacuiba; - N. attività di terapia occupazionale e ricreative nelle tre Comunità

Terapeutiche; - N. di inserimenti lavorativi protetti a La Paz e a Yacuiba; - N. di persone accolte nelle Strutture-Dormitorio a La Paz e a Yacuiba; - N. di interventi Unità di Strada a El Alto e Yacuiba;

- N. di utenti monitorati e assistiti negli interventi Unità di Strada.

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8) Obiettivi del progetto:

L’obiettivo generale è la realizzazione di un modello di intervento integrato a più livelli, finalizzato a rimuovere le cause del disagio e della marginalità sociale con una metodologia nonviolenta. Tale modello si realizza attraverso la condivisione diretta con vive situazioni di disagio. A partire dalle relazioni concrete, dalla lettura condivisa dei

contesti e dei conflitti che li caratterizzano, vengono sviluppate azioni di educazione, sensibilizzazione, informazione, finalizzate alla promozione di una cultura di solidarietà e pace e cooperazione tra i popoli. Tale obiettivo generale si coniuga in due obiettivi trasversali e comuni a tutti i progetti denominati Caschi Bianchi oltre che in specifici obiettivi per ciascun progetto e per ogni territorio:

Obiettivo Trasversale

1:

Incrementare la realizzazione e la diffusione di materiale informativo attraverso il sito www.antennedipace.org e gli strumenti informativi ad esso collegati utili a sensibilizzare la

società civile italiana sulle conflittualità sociali presenti nei paesi di

destinazione del progetto.

Obiettivo

trasversale 2:

Realizzare un report sul grado di affermazione dei Diritti umani fondamentali, a partire da casi concreti e storie di persone nei

diversi contesti in cui viene attuato il progetto, utile ad approfondire la conoscenza del contesto e di individuare eventuali nuove priorità di intervento.

Obiettivi specifici del progetto

BISOGNO SPECIFICO 1 - ARGENTINA

Il Piano di sviluppo strategico di Salta fino al 2030 individua l’educazione come

prioritaria, definita come fattore principale di mobilità sociale e accesso al mercato lavorativo. La povertà generata da una non risposta ai bisogni primari (alimentari, sanitari, educativi, abitativi, ecc.) spesso si intreccia poi con una povertà generata da una non risposta ai bisogni relazionali a causa di solitudine, trascuratezza, disagio. E’ necessario promuovere ed implementare le attività del Centro Diurno, che ha come finalità l’alfabetizzazione ma anche quella di essere punto d’incontro e di

aggregazione.

OBIETTIVO SPECIFICO 1

Potenziare e qualificare gli interventi socio-educativi e di sostegno scolastico del Centro Diurno “Divino Niño Jesus” rivolti ai circa 30 minori del quartiere periferico di Limache con l’obiettivo della promozione dello studio, della crescita culturale, della socializzazione e della diffusione del senso civico attraverso la cultura della legalità e

l’attuazione dei principi di solidarietà.

INDICATORI

DI CONTESTO DI RISULTATO ATTESI/SITUAZIONE DI ARRIVO

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- N. minori inseriti

nel Centro Diurno “Divino Niño Jesus”;

- N. di ore

settimanali di sostegno scolastico nel Centro Diurno; – N. di attività

educative;

- N. laboratori

annuali nel Centro; - N. visite domiciliari annuali alle famiglie dei minori inseriti nel programma.

- aumento delle ore settimanali di sostegno scolastico nel Centro Diurno “Divino Niño

Jesus”(andando a coprire anche il venerdì); - aumento del 50% dei laboratori di insegnamento dell’uso del computer;

- aumento del 50% delle attività laboratoriali e di sviluppo delle capacità; - aumento del 50% delle

attività ludico-ricreative

e di socializzazione; - aumento del 50% delle visite domiciliari annuali alle famiglie dei minori inseriti nel Centro.

- miglioramento del rendimento scolastico e delle capacità in genere di almeno 30 minori del quartiere di

Limache;

- aumento dei fattori

protettivi e diminuzione dei fattori di rischio per almeno 30 minori del quartiere di Limache;

- diminuzione dei minori che

passano il loro tempo in

strada;

- incremento dell’accompagnamento per almeno 20 famiglie dei minori e degli adolescenti inseriti nel programma e conseguente

miglioramento della vita familiare.

BISOGNO SPECIFICO 1 - BOLIVIA

Circa 10.560 adolescenti e giovani a La Paz e circa 6.330 a Santa Cruz fanno parte di

bande giovanili (pandillas); secondo l’ONSC l’età di reclutamento dei membri si è abbassata dai 15 ai 12 anni. E’ necessario promuovere e implementare i Centri di aggregazione giovanile a La Paz, Camiri e Yacuiba, come spazio positivo alternativo

alla strada, di promozione della motivazione allo studio, del protagonismo giovanile, di contrasto al disagio e di sostegno alle famiglie in difficoltà.

OBIETTIVO SPECIFICO 1

Potenziare e qualificare gli interventi socio-educativi e di sostegno scolastico rivolti ai circa 170 minori inseriti nei Centri “Comedor” a La Paz, “Alvernia” a Camiri e “Angel de la Guarda” a Yacuiba con l’obiettivo di togliere i minori dalla strada puntando alla promozione dello studio, allo sviluppo delle capacità personali e favorendo un uso creativo del tempo libero.

INDICATORI

DI CONTESTO DI RISULTATO ATTESI/SITUAZIONE DI ARRIVO

- N. minori inseriti

nei Centri di aggregazione “Comedor” a La Paz,

“Alvernia” a Camiri e “Angel de la Guarda” a Yacuiba;

- N. di ore

settimanali di sostegno

scolastico nei tre Centri – N. di attività educative

- N. laboratori

annuali nei tre Centri;

- N. visite domiciliari

annuali alle famiglie dei minori inseriti nel programma.

- aumento delle ore settimanali di sostegno scolastico nel Centro di aggregazione “Comedor” e nel Centro di

Formazione Integrale

“Angel de la Guarda” (da 20 a 30), nel Centro Diurno “Alvernia” (da 10 a 20); - aumento del 50% dei laboratori di

insegnamento dell’uso del computer nei tre Centri; - aumento del 50% delle attività laboratoriali e di

- miglioramento del rendimento scolastico e delle capacità in genere di almeno 170 minori a La Paz, Camiri e Yacuiba

aumento dei fattori protettivi e diminuzione dei fattori di rischio per almeno 170 minori a La Paz, Camiri e Yacuiba

- diminuzione dei minori che

passano il loro tempo in strada;

- incremento

dell’accompagnamento per almeno 80 famiglie dei minori

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sviluppo delle capacità

nei tre Centri di aggregazione dell’Ente a La Paz, Camiri e Yacuiba;

- aumento del 50% delle attività ludico-ricreative e di socializzazione nei tre Centri di aggregazione dell’Ente a La Paz, Camiri e

Yacuiba; - aumento del 50% delle visite domiciliari annuali alle famiglie dei minori inseriti nei tre Centri di

aggregazione dell’Ente a

La Paz, Camiri e Yacuiba.

e degli adolescenti inseriti nel

programma e conseguente miglioramento della vita familiare.

BISOGNO SPECIFICO 2 - BOLIVIA

OBIETTIVO SPECIFICO 2

L’Ufficio delle Nazioni Unite Contro la Droga ed il Crimine identifica come uno degli obiettivi del quinquennio 2010-2015 la prevenzione ed il trattamento del consumo di droga, nello specifico nei distretti di La Paz e Santa Cruz. E’ necessario potenziare la prevenzione e rafforzare le attività dei centri terapeutici e riabilitativi di questi due distretti, promuovendo stili di vita salutare e rafforzando i fattori sociali protettivi.

Contrastare il fenomeno dell’uso e abuso di sostanze legali e illegali elaborando attività di informazione e prevenzione e offrendo un percorso qualificato di riabilitazione e reintegrazione dei giovani con queste problematiche nei distretti di La Paz, Santa Cruz e Tarija.

INDICATORI

DI CONTESTO DI RISULTATO ATTESI/SITUAZIONE DI ARRIVO

- N. utenti accolti

nelle Comunità Terapeutiche a La Paz,

Camiri e Yacuiba;

- N. attività di

terapia occupazionale;

- N. attività

educative e ricreative.

- aumento del 50% delle attività laboratoriali e di

sviluppo delle capacità nelle tre strutture terapeutiche dell’Ente; - aumento del 50% delle attività ludico-ricreative

e di socializzazione capacità nelle tre strutture terapeutiche dell’Ente;

- elaborazione di un percorso di prevenzione

delle dipendenze e diffusione dello stesso nelle scuole e nelle realtà giovanili di La Paz, Camiri e Yacuiba.

- acquisizione di maggiori,

nuove competenze e capacità relazionali per i circa 100

giovani ed adulti che ogni anno vengono accolti nelle strutture terapeutiche a La Paz e a Yacuiba;

- aumento del 30% del

numero di giovani ed adulti che finiscono positivamente il percorso terapeutico;

- aumento della

consapevolezza relativa al fenomeno dell’abuso e dell’uso di sostanze legali e/o illegali in almeno 300 minori ed adolescenti degli istituti scolastici in cui vengono

realizzati i percorsi di prevenzione alle dipendenze.

BISOGNO SPECIFICO 3 - BOLIVIA

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25

In Bolivia moltissime persone si trovano in situazione di povertà estrema e vivono

per strada, senza alcuna assistenza e senza la possibilità di ricorrere ad una rete familiare di riferimento, ai servizi sociali o ad altre forme di sostegno presenti nel territorio. Sempre più spesso minori ed adolescenti finiscono per lavorare o vivere in strada. La prostituzione, l’elemosina, i furti ed il consumo di inalanti e droghe sono

parte degli “strumenti” che hanno per affrontare la vita quotidiana. E’ necessario potenziare l’attività di monitoraggio ed accoglienza a bassa soglia per queste persone, come possibilità di recupero e di orientamento delle stesse ai Centri Terapeutici o alle Case-Famiglia dell’Ente.

OBIETTIVO SPECIFICO 3

Potenziare e qualificare i servizi di monitoraggio, orientamento, sostegno e accoglienza a bassa soglia delle circa 260 persone seguite dall’Ente che vivono in

strada a La Paz, El Alto e Yacuiba, valorizzando sia la funzione di aggancio di questi servizi, ovvero di intervento precoce verso la marginalità, che quella di snodo tra “strada” e servizi di riabilitazione e di cura.

INDICATORI (SITUAZIONE DI

PARTENZA)

INDICATORI RISULTATI ATTESI/SITUAZIONE

DI ARRIVO

- N. di persone senza fissa

dimora accolte nelle Strutture-Dormitorio a La Paz e a Yacuiba;

- N. di interventi Unità di

Strada a El Alto e Yacuiba;

- N. di utenti monitorati e

assistiti negli interventi Unità di Strada.

- aumento degli

interventi dell’Unità di Strada, (da 1 a 2 a settimana) a El Alto e Yacuiba;

- aumento del 30% delle attività delle Strutture-Dormitorio a La Paz e a Yacuiba (accompagnamenti per questioni sanitarie e

ludico-ricreative);

- creazione di uno spazio settimanale dedicato ai colloqui individuali

- miglioramento delle

condizioni in generale delle circa 260 persone senza fissa dimora accolte;

- creazione di un

rapporto di fiducia tra operatori e persona senza fissa dimora, che facili il passaggio della stessa dalla strada ad una struttura di re-inserimento;

- aumento del 50%

degli inserimenti delle persone senza fissa dimora in Centri Terapeutici o Case-Famiglia dell’Ente.

- diminuzione della povertà visibile a La Paz

e a Yacuiba.

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9) Descrizione del progetto e tipologia dell’intervento che definisca in modo

puntuale le attività previste dal progetto con particolare riferimento a quelle dei

volontari in servizio civile nazionale, nonché le risorse umane dal punto di vista

sia qualitativo che quantitativo:

Il presente punto viene suddiviso, per leggibilità, in due parti: -una prima parte riguardante le attività, il personale e le attività dei volontari trasversali, connesse agli obiettivi trasversali a tutti i progetti con prefisso CASCHI BIANCHI -una seconda parte riguardante le attività, il personale e le attività dei volontari

connesse agli obiettivi specifici del presente progetto

9.1 Complesso delle attività previste per il raggiungimento degli obiettivi Riguardo ai due obiettivi generali comuni ai diversi progetti che ripropongono il modello di intervento “Caschi Bianchi”, sono previste le seguenti azioni:

OBIETTIVO TRASVERSALE 1:

Incrementare la realizzazione e la diffusione di materiale informativo attraverso il

sito www.antennedipace.org e gli strumenti informativi ad esso collegati utili a

sensibilizzare la società civile italiana sulle conflittualità sociali presenti nei paesi di destinazione del progetto.

MESI AZIONI – Attività-

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12

Azione 1 - COSTRUZIONE BACINO DI

ATTENZIONE

1.1. Attività di censimento e contatto dei media tradizionali e non, presenti nel territorio di provenienza dei volontari

1.2. Invio di informazioni prodotte dai volontari e realizzazione di interviste ai contatti censiti

1.3. Realizzazione di testimonianze sull’esperienza all’estero

Azione 2 – FORMAZIONE

2.1. Modulo formativo: introduzione al mondo dell’informazione: Dall’ informazione di massa all’ informazione diffusa

2.2. Produrre informazione al tempo del web 2.0

2.3. Confronto periodico con la Redazione e con i tutor di riferimento

2.4 Approfondimento del contesto politico,

socio-economico

Azione 3 - ATTIVITA’ EDITORIALE

3.1 Selezione delle tematiche

3.2. Redazione di articoli, report, gallerie fotografiche, video

3.3. Confronto con la Redazione

3.4. Pubblicazione materiale

www.anntennedipace.org e valorizzazione dei

contenuti su social media e canali digitali

Azione 1 - COSTRUZIONE BACINO DI ATTENZIONE 1.1. Attività di censimento e contatto dei media tradizionali e non, presenti

nel territorio di provenienza dei volontari

Prima dell’espatrio viene promosso un monitoraggio degli organi di informazione tradizionali e non presenti nei territori di provenienza dei singoli volontari. Si costruisce così un bacino di attenzione all’ esperienza del volontario. L’azione è funzionale a creare un “filo rosso” che unisca le comunità di provenienza e di destinazione dei volontari, che favorisca la ricaduta dell’

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esperienza e la partecipazione seppur indiretta all’azione di Difesa che il

progetto ed i volontari coinvolti esercitano. I contatti individuati verranno raccolti dalla redazione del sito www.antennedipace.org che costituisce il collettore delle informazioni prodotte dai volontari.

1.2. Invio di informazioni prodotte dai volontari e realizzazione di interviste

ai contatti censiti La Redazione del sito www.antennedipace.org, utilizzando il censimento di cui al punto precedente struttura i contatti con i vari organi di informazione censiti ed avvia un rapporto di collaborazione finalizzato alla pubblicazione delle informazioni. Prima dell’ espatrio un comunicato stampa informa sull’imminente partenza e sulla disponibilità dei volontari a rilasciare interviste a quanti fossero

interessati ad approfondire l’intervento che andranno a realizzare, le problematiche su cui interverranno ed il modello di intervento che seguiranno.

1.3. Realizzazione di testimonianze sull’esperienza all’estero

La costruzione del bacino di attenzione avviene anche attraverso testimonianze e incontri pubblici rivolti a gruppi target interessati. I volontari contattano direttamente i

gruppi o le scuole interessate, concordano e realizzano gli incontri. Questa fase è fondamentale per riuscire a coscientizzare la società civile rispetto ai legami e interdipendenze che connettono zone lontane del pianeta, di risvegliare un senso di responsabilità e solidarietà internazionale, e di sviluppare la coscienza di una cittadinanza sempre più planetaria.

Non meno importante, considerata la modalità testimoniale degli interventi è la possibilità di suscitare interesse da parte dei convenuti ad approfondire le

tematiche e coinvolgersi in percorsi di intervento. Azione 2 – FORMAZIONE 2.1. Modulo formativo: introduzione al mondo dell’informazione: Dall’

informazione di massa all’ informazione diffusa

Durante la formazione specifica pre-partenza i volontari approfondiscono

l’ambito dell’informazione attraverso un percorso articolato in 2 moduli. Un primo modulo che li introduce al mondo dell’informazione di massa: cos’è la notizia, cosa fa notizia, il principio dell’equivicinanza, il rapporto tra informazione e conflitti. Viene contattato il giornalista o l’esperto che svilupperà la tematica, con il quale si concorderà data e contenuti del modulo formativo.

2.2. Produrre informazione al tempo del web 2.0

Un secondo modulo laboratoriale, permetterà ai volontari di sperimentarsi nella scrittura di report, articoli, pagine di diario. Questo modulo non ha solo lo scopo di fornire strumenti tecnici per la redazione di materiale informativo, ma di approfondire l’approccio all’informazione, con particolare attenzione ai principi della comunicazione nonviolenta. Particolare importanza ricopre questo

modulo in relazione all’evoluzione del Web. Il Web 2.0 infatti facilita non solo l’informazione ma anche la comunicazione approfondita circa le tematiche proposte dagli autori.

Viene predisposta durante la formazione una biblioteca fornita di una ricca bibliografia sui temi della comunicazione nonviolenta ma anche degli strumenti propri del web 2.0 utilizzabili dai volontari.

Fra i contenuti previsti anche la fotografia e la realizzazione di video perché ciascun volontario possa disporre di tecniche e strumenti via via più vicini e funzionali sia al proprio approccio che alla situazione o contenuto che intenderà comunicare.

2.3. Confronto periodico con la Redazione e con i tutor di riferimento

Durante il periodo all’estero sarà mantenuto vivo il dialogo con la Redazione

che di volta in volta proporrà l’approfondimento di diverse tematiche. Inoltre è garantito un servizio di tutoraggio: almeno ogni 15-20 giorni il volontario entra in contatto con il tutor di riferimento che a sua volta lo motiva e stimola rispetto l’approfondimento delle diverse tematiche.

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2.4. Approfondimento del contesto politico, socio-economico Nella formazione specifica sarà approfondito il contesto politico, socio-economico, culturale del paese di destinazione, per preparare i volontari a una lettura critica della realtà, propedeutica alla redazione di articoli. Questo verrà fatto attraverso un modulo specifico proposto da un formatore presente in loco all’arrivo del volontario. Inoltre, durante l’anno di servizio, l’accompagnamento

da parte degli OLP e dei referenti locali favorirà l’approfondimento di questi aspetti.

Azione 3 - ATTIVITA’ EDITORIALE 3.1 Selezione delle tematiche

Durante i primi mesi all’estero ed a cadenza periodica i volontari cercheranno di acquisire, accompagnati dagli OLP e dai tutor, gli strumenti adeguati per leggere in modo critico la realtà in cui prestano servizio, cercando di coglierne la complessità. A mano a mano che questo spirito critico viene acquisito, di concerto coi riferimenti locali e con la Redazione vengono selezionate le

tematiche su cui verranno prodotti contenuti. In questa fase la Redazione può inviare articoli di approfondimento rispetto alle zone estere in cui sono inseriti i

volontari, o richiedere l’approfondimento di certe tematiche. Coerentemente alle scelte fatte il volontario di concerto coi riferimenti locali raccoglie dati, articoli di giornali locali, materiali di approfondimento, sulle tematiche individuate. Questi dati serviranno per la stesura degli articoli.

3.2. Redazione di articoli, report, gallerie fotografiche, video

Sulla base dei dati raccolti, i volontari- col supporto dell’OLP- ipotizzano una

programmazione degli articoli da sviluppare, definendo nello specifico tematiche e tipologia dei vari articoli. Passano quindi alla stesura degli articoli.

3.3. Confronto con la Redazione

I volontari inviano la prima stesura degli articoli alla Redazione, che a sua volta restituisce il feedback, evidenziando eventuali correzioni, tagli, integrazioni,

approfondimenti ecc. che sarebbe opportuno realizzare. La Redazione durante il

processo di redazione cercherà di far sperimentare ai volontari una forma di comunicazione nonviolenta, finalizzata al cambiamento, ed esercizio della funzione di Difesa, che susciti nel lettore una serie di buoni interrogativi che lo portano via via a prendere coscienza degli squilibri e delle contraddizioni presenti nella nostra società.

3.4. Pubblicazione e produzione multimediale sul sito

www.anntennedipace.org

I testi vengono pubblicati sul sito quale strumento di informazione alternativa. Inoltre possono essere promossi anche tramite collaborazioni stabili con organi di informazione tradizionale, quali testate giornalistiche e televisive, locali e nazionali. Sviluppo delle sezioni del sito che valorizzino la produzione multimediale (audio-video-foto) da parte dei Caschi Bianchi. Ai social media ( facebook, twitter ecc.), verrà data particolare attenzione

selezionando i materiali valorizzabili anche su questi contenitori od articolando percorsi di produzione finalizzata alla comunicazione social. I contenuti

potranno essere valorizzati e divulgati anche attraverso nuove piattaforme digitali. Consolidamento di partenariati con siti internet nell’ambito della promozione dei diritti, la difesa nonviolenta e la cittadinanza attiva per proporre la

pubblicazione del link del sito antennedipace.org Ottimizzazione nella gestione della mailing-list per la diffusione periodica della newsletter del sito antennedipace.org

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OBIETTIVO TRASVERSALE 2:

Realizzare un report sul grado di affermazione dei Diritti umani fondamentali, a partire da casi concreti e storie di persone nei diversi contesti in cui viene attuato il progetto, utile ad approfondire la conoscenza del contesto e di individuare

eventuali nuove priorità di intervento.

MESI AZIONI – Attività-

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12

Azione 1 - ANALISI DEL MATERIALE

IN ESSERE

1.1.Illustrazione del percorso e materiale prodotto col precedente progetto

1.2. aggiornamento della situazione

Azione 2 – SELEZIONE DEI TEMI E DEI FORMATI

2.1. definizione delle priorità tematiche

2.2. definizione dei formati

Azione 3 – INTERVISTE E REDAZIONE

3.1. individuazione dei soggetti da

intervistare

3.2. realizzazione delle interviste

3.3 Scrittura secondo i formati prescelti

3.4 Redazione dell’elaborato finale

Azione 4 – PUBBLICAZIONE

4.1. Pubblicazione dell’ elaborato finale

Azione 1 - ANALISI DEL MATERIALE IN ESSERE Considerato che le azioni e le conseguenti attività individuate si pongono in continuità di quanto realizzato attraverso progetti precedenti ed al momento in corso, una prima azione, propedeutica alle azioni individuate consterà nella condivisione di quanto fin qui realizzato. Le attività che compongono questa azione sono 2:

1.1 Illustrazione del percorso e materiale prodotto col precedente progetto

Nei primi due mesi di servizio verrà illustrato il percorso attuato ed il materiale fin qui raccolto. Verranno illustrati i passi compiuti con particolare attenzione agli strumenti ed alle modalità di raccolta dei dati attuate, nonché l’analisi realizzata sui dati

raccolti. Ulteriore argomento di questa attività sarà il fornire ai volontari coinvolti le indicazioni operative osservate da chi ha fin qui condotto l’indagine.

1.2. Aggiornamento della situazione

Considerato i tempi in cui si stima che avranno avvio i progetti si può suppone che le situazioni di violazioni di diritti umani riscontrate risultino ancora in

essere. Tuttavia, avvalendosi del supporto del personale individuato dal partner Università agli Studi Carlo Bo di Urbino, verrà realizzata una

valutazione rispetto alla validità dei dati raccolti e delle analisi realizzate al fine di porre in essere eventuali aggiornamenti dei dati o delle analisi. Nel caso alcuni dati risultassero ormai inadeguati si procederà all’aggiornamento od alla rimozione di questi dall’insieme dei contenuti interessati dalla

Pubblicazione Azione 2 – SELEZIONE DEI TEMI E DEI FORMATI 2.1. Definizione delle priorità tematiche

Alla luce dell’eventuale aggiornamento della situazione verranno, di concerto coi riferimenti locali , l’Università Carlo Bo di Urbino , individuate delle priorità

tematiche su cui realizzare la pubblicazione finale. Si suppone che non tutti gli elementi emersi durante l’indagine in corso verranno inseriti nel rapporto finale al fine di rendere il rapporto di agevole lettura ed adeguatamente

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30

approfondito. Si rileva altresì che alcune violazioni riscontrate possano essere

ritenute prioritarie rispetto ad altre per i vari contesti locali. Verrà quindi adoperata una selezione di priorità tematiche da inserire nel rapporto finale.

2.3. Definizione dei formati

Dopo aver individuato le tematiche prioritarie verranno definiti i formati attraverso cui le situazioni saranno riportati nella pubblicazione finale. Essi

potranno essere storie di persone, gruppi target più o meno formalizzati a seconda dello specifico contesto e della specifica violazione riscontrata. Una volta definiti i formati funzionali verranno predisposti adeguati strumenti e metodiche di rilevazione avvalendosi del contributo di uno o più soggetti che compongono la rete di partner a supporto del progetto. I volontari verranno in conseguenza formati all’ utilizzo degli strumenti individuati ed alle metodiche

attuabili . AZIONE 3 - INTERVISTE E REDAZIONE

3.1. Individuazione dei soggetti da intervistare In relazione alle priorità ed ai formati individuati verranno individuati i

soggetti da intervistare. I soggetti che verranno intervistati saranno scelti sulla base della significatività della loro storia in relazione alle situazioni descritte nel rapporto derivante dall’indagine attualmente in corso. Al fine di garantire la significatività delle storie i soggetti verranno individuati coerentemente alle priorità individuate ed interpellando sia i referenti locali che, se ritenuto necessario , gli stakeholder coinvolti nelle rilevazioni precedenti.

3.2. Realizzazione delle interviste

Dopo aver contattato , richiesto la disponibilità e calendarizzato le interviste, esse verranno condotte dai volontari a progetto sulla base delle indicazioni ricevute e concordate. Al bisogno i volontari potranno essere affiancati dal personale locale di riferimento o da altro personale da questi individuato.

3.3 Scrittura secondo i formati prescelti Una volta realizzata l’intervista, verrà redatta una trascrittura della stessa ad opera dei volontari. I volontari potranno avvalersi dei riferimenti locali e di quelli individuati dalla struttura di gestione, al fine di realizzare un prodotto coerente con le indicazioni condivise nel percorso formativo.

Il prodotto della trascrittura costituirà il contenuto necessario a realizzare l’elaborato finale.

3.4 Redazione dell’elaborato finale La struttura di gestione raccoglierà il materiale prodotto dai singoli volontari e redigerà l’elaborato finale. Sarà compito della struttura di gestione con il supporto dei soggetti che fanno

parte della rete di supporto redigere l’elaborato finale che prima della pubblicazione sarà sottoposto ad una rilettura da parte dei volontari e dei referenti locali.

Azione 4 – PUBBLICAZIONE

4.1. Pubblicazione dell’ elaborato finale

L’elaborato sarà pubblicato in formato digitale e diffuso attraverso i canali interni ed esterni di cui dispone l’ente. Al termine del progetto verrà realizzato un evento di presentazione del rapporto finale. Tale evento potrà svolgersi in presenza od attraverso canali digitali (es:webinar), al fine di renderlo fruibile dal più alto numero di persone possibili.

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31

9.2 Risorse umane complessive necessarie per l’espletamento delle attività

previste, con la specifica delle professionalità impegnate e la loro attinenza con le

predette attività

RISORSE UMANE NECESSARIE ALL’ESPLETAMENTO DELLE ATTIVITÀ PREVISTE PER GLI OBIETTIVI TRASVERSALI 1 E 2

N° Ruolo nel progetto - Competenze Azioni

1 Coordinatore di equipe, con esperienza

nella conduzione di gruppi e gestione di gruppi di lavoro

OBIETTIVO 1

-Azione 1 - COSTRUZIONE BACINO DI ATTENZIONE OBIETTIVO 2 Azione 1 - ANALISI DEL MATERIALE IN ESSERE

5 Operatori, tutors a distanza con esperienza nell’ambito del servizio civile

e di conduzione dei gruppi e mediazione dei conflitti interpersonali, con esperienza di produzione informazione dal basso e supporto alla redazione.

OBIETTIVO 1 -Azione 1 - COSTRUZIONE

BACINO DI ATTENZIONE -Azione 3 - ATTIVITA’ EDITORIALE

1 Redattore, laureando in scienze della

comunicazione con esperienza pluriennale nella produzione di informazione dal basso, scrittura

collettiva ed uso della rete internet.

OBIETTIVO 1 -Azione 1 - COSTRUZIONE BACINO DI ATTENZIONE -Azione 2 – FORMAZIONE

-Azione 3 - ATTIVITA’ EDITORIALE OBIETTIVO 2 3.4 Redazione dell’elaborato finale 4.1. Pubblicazione dell’ elaborato finale

1 Coordinatore della realizzazione del

Report indagine sui diritti umani, laureato in scienze politiche con esperienze di ricerca in tema di diritti

umani coordinamento percorsi di ricerca.

OBIETTIVO 2 Azione 1 - ANALISI DEL MATERIALE IN ESSERE

2.1. Definizione delle priorità tematiche 2.3. Definizione dei formati 3.4 Redazione dell’elaborato finale

2 Esperti di ricerca e diritti umani

individuati fra docenti dell’ Università di Urbino e l’associazione ADUSU di Padova

OBIETTIVO 1 -Azione 2 – FORMAZIONE OBIETTIVO 2

Azione 2 – SELEZIONE DEI TEMI

E DEI FORMATI

2 Docenti Università di Urbino, -Sociologia e Scienze della Comunicazione

OBIETTIVO 1 -Azione 2 – FORMAZIONE -Azione 3 - ATTIVITA’

EDITORIALE Att. 3.6 - 3.2 Divulgazione e valorizzazione dei contenuti prodotti su social media e nuovi canali digitali

3 Esperti a vario titolo del mondo dell’ OBIETTIVO 1

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informazione -Azione 2 – FORMAZIONE

3.6 Divulgazione e valorizzazione dei contenuti prodotti su social media e nuovi canali digitali

1 Esperto informatico , svolge attività di definizione degli strumenti informatico idonei alle necessità

OBIETTIVO 1 -Azione 3 – ATTIVITA’ EDITORIALE OBIETTIVO 2 4.1. Pubblicazione dell’ elaborato

finale

2 Coordinatore attività di indagine in loco, con esperienza nell’ambito dell’intervento sociale in loco e conoscenza della realtà associativa

locale

2.1. Definizione delle priorità tematiche 3.1. Individuazione dei soggetti da intervistare

3.2. Realizzazione delle interviste

9.3 Ruolo ed attività previste per i volontari nell’ambito del progetto

OBIETTIVO TRASVERSALE 1

Incrementare la realizzazione di materiale di sensibilizzazione e di informazione dal basso -report, interviste, pagine di cronaca, attualità ecc.- diffusi attraverso il sito

www.antennedipace.org che sensibilizzino la società civile italiana sulle

conflittualità sociali presenti nei paesi di destinazione del progetto, sviluppando un senso di responsabilità e solidarietà internazionale.

AZIONI - Attività ATTIVITA’ DEL VOLONTARIO

Azione 1 - COSTRUZIONE

BACINO DI ATTENZIONE

1.4. Attività di ricerca dei media presenti sul territorio di appartenenza dei volontari

-realizza una mappatura dei mass-media presenti a livello locale, nel proprio territorio di provenienza, avendo cura di individuare i contatti di un referente di ogni testa giornalistica, radio ecc.. -invia i dati raccolti alla Redazione del sito

www.antennedipace.org.

1.5. Invio di comunicati stampa ai contatti individuati

Sollecita i contatti costruiti coi media locali già mappati comunicando la disponibilità a rilasciare interviste.

1.6. Rilascio di interviste da parte dei volontari

Rilascia interviste

1.7. Realizzazione di testimonianze sull’esperienza all’estero

I volontari contattano direttamente o con il supporto della sede locale (o della struttura di gestione) i gruppi o le scuole interessate, concordano e realizzano gli incontri.

Azione 3 - ATTIVITA’ EDITORIALE

3.1 Selezione delle tematiche Durante i primi mesi all’estero, i volontari cercheranno di acquisire, accompagnati dagli OLP e dai tutor, gli strumenti adeguati per leggere in modo critico la realtà in cui prestano servizio, cercando di coglierne la complessità. A mano a mano che questo spirito critico viene acquisito, si cominciano a individuare le tematiche

di interesse e a raccogliere il materiale propedeutico alla stesura degli articoli.

3.2 Raccolta di dati, materiale di approfondimento

I volontari raccolgono dati, articoli di giornali locali, materiali di approfondimento, sulle tematiche

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33

individuate che serviranno per la stesura degli

articoli.

3.3. Redazione di articoli, report, gallerie fotografiche,

video

Sulla base dei dati raccolti, i volontari- col supporto dell’OLP- ipotizzano una programmazione degli

articoli da sviluppare, definendo nello specifico tematiche e tipologia dei vari articoli. I Ciascun volontario redige gli articoli e/o contributi multimediali utili ad informare attraverso il sito

www.antennedipace.org od altri spazi individuati

dagli enti della rete che collabora alla realizzazione del progetto.

3.4. Confronto con la Redazione

I volontari inviano la prima stesura degli articoli alla Redazione, che a sua volta restituisce il feedback, evidenziando eventuali correzioni, tagli, integrazioni, approfondimenti ecc. che sarebbe opportuno realizzare.

3.5.Pubblicazione e produzione

multimediale sul sito www.anntennedipace.org

I testi ed i diversi contenuti prodotti vengono

pubblicati sul sito quale strumento di informazione alternativa. I volontari potranno rilanciare alla propria rete di contatti i contenuti prodotti. Potranno altresì essere intervistati da organi di informazione tradizionale, quali testate giornalistiche e televisive, locali e nazionali.

3.6 Divulgazione e valorizzazione dei contenuti prodotti su social media e nuovi canali digitali

I volontari potranno diffondere attraverso i social media i contenuti prodotti, anche da altri volontari impegnati nel progetto

OBIETTIVO TRASVERSALE 2

Realizzare un report sul grado di affermazione dei Diritti umani fondamentali, a partire da casi concreti e storie di persone nei diversi contesti in cui viene attuato il

progetto, utile ad approfondire la conoscenza del contesto e di individuare eventuali nuove priorità di intervento.

AZIONI - Attività ATTIVITA’ DEL VOLONTARIO

Azione 1 - ANALISI DEL MATERIALE IN ESSERE

1.1.Illustrazione del percorso

e materiale prodotto col precedente progetto

Il volontario partecipa alla formazione ed all’Illustrazione del percorso attuato e del materiale in essere

1.2. aggiornamento della situazione

Il volontario, nel caso alcuni dati risultassero inadeguati partecipa all’aggiornamento della situazione censita

Azione 2 – SELEZIONE DEI TEMI E DEI FORMATI

2.2. definizione dei formati I volontari partecipano alla formazione all’ utilizzo degli strumenti individuati ed alle metodiche attuabili .

Azione 3 – INTERVISTE E

REDAZIONE

3.2. realizzazione delle interviste

Il volontario contatta, calendarizza e realizza le interviste sulla base delle indicazioni ricevute e concordate. Al bisogno i volontari potranno essere affiancati dal personale locale di riferimento o da altro personale da questi individuato.

3.3 Scrittura secondo i formati prescelti

Il volontario trascrive l’intervista secondo il formato prescelto. Il prodotto della trascrittura costituirà il contenuto necessario a realizzare l’elaborato finale.

3.4 Redazione dell’elaborato finale

Il volontario invia il materiale prodotto alla struttura di gestione che cura la redazione dell’ elaborato.

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34

Il volontario partecipa alla rilettura della bozza di

elaborato finale.

Azione 4 – PUBBLICAZIONE

4.1. Pubblicazione dell’ elaborato finale

Il volontario contribuisce alla diffusione e partecipa all’evento di presentazione.

9.1 Complesso delle attività previste per il raggiungimento degli obiettivi

OBIETTIVO SPECIFICO 1 – ARGENTINA: Potenziare e qualificare gli interventi socio-educativi e di sostegno scolastico del

Centro Diurno “Divino Niño Jesus” rivolti ai circa 30 minori del quartiere periferico di Limache con l’obiettivo della promozione dello studio, della crescita culturale, della socializzazione e della diffusione del senso civico attraverso la cultura della legalità e l’attuazione dei principi di solidarietà.

MESI AZIONI-Attività

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12

AZIONE 1 Implementazione delle attività

1.1. Pianificazione e programmazione delle attività

1.2. Attività educative

1.3. Attività laboratoriali e di sviluppo delle capacità

1.4. Attività ludico-ricreative

1.5. Attività di gestione e amministrazione

1.6. Lavoro d’equipe

AZIONE 2 Implementazione delle attività di visita e sostegno alle famiglie in

difficoltà

2.1. Realizzazione delle visite

domiciliari con cadenza settimanale

2.2. Raccolta di informazioni e bisogni

2.3 Sostegno alle famiglie in

difficoltà

AZIONE 3 Valutazione delle attività

3.1. Valutazione dell’andamento

delle attività

3.2. Revisione delle attività pregresse e riprogettazione

AZIONE 1 Implementazione delle attività

1.1. Pianificazione e programmazione delle attività Trimestralmente vengono pianificate e programmate le attività educative, laboratoriali e ricreative: si verificano le risorse umane e finanziarie a disposizione e si definiscono le modalità ed i tempi di attuazione. 1.2. Attività educative

In base alla programmazione devono essere organizzate le attività pedagogiche, che nello specifico sono:

o attività di sostegno scolastico dal lunedì al venerdì; o attivazione di 4 laboratorio di insegnamento dell’uso del computer.

La realizzazione di altre eventuali attività varia in base alle risorse umane e finanziarie e all’analisi degli interessi dei minori che frequentano il Centro.

1.3. Attività laboratoriali e di sviluppo delle capacità

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35

In base alla programmazione devono essere organizzate almeno 4 attività laboratoriali

annuali, due ogni semestre. Queste attività sono volte a rafforzare le capacità di socializzazione e relazionali dei minori; attraverso i laboratori si potenzia l’autonomia individuale e si rafforzano le abilità. Nello specifico sono:

o taller di decoupage e bricolage (per lo sviluppo della fantasia e della creatività); o laboratorio teatrale sulla base di una rappresentazione pensata e organizzata

dai minori del Centro (teatro come strumento privilegiato attraverso il quale la

persona esplora, inventa, progetta concretamente, maturando la necessità di esprimersi, comunicare, conoscere);

o taller di origami (per lo sviluppo delle abilità creative e manuali); o laboratorio musicale, attraverso l’uso di materiale riciclato (per lo sviluppo delle

abilità cognitive, emotive e sociali).

1.4 Attività ludico-ricreative In base alla programmazione devono essere organizzate le attività ludico-ricreative, che nello specifico sono:

o attività sportive (tornei di basket, pallavolo, calcio); o attività ricreative (festeggiamenti delle diverse ricorrenze).

1.5. Attività di gestione e amministrazione

Le attività di gestione e amministrazione riguardano: o la redazione e l’aggiornamento del registro-presenze minori che frequentano il

Centro; o la gestione delle risorse finanziarie (in particolare spesa alimentare, di

cancelleria e materiale relativo alle attività); 1.6. Lavoro d’equipe

Periodicamente (circa una volta ogni due settimane) vengono realizzati gli incontri d’equipe per il confronto e la gestione delle situazioni problematiche, l’individuazione di nuovi eventuali bisogni emergenti e la supervisione dell’equipe. Contestualmente vengono organizzati momenti informativi e formativi. AZIONE 2 Implementazione delle attività di visita e sostegno alle famiglie in

difficoltà

2.1. Realizzazione delle visite domiciliari con cadenza settimanale L’azione mira all’approfondimento della conoscenza delle famiglie i cui figli già frequentano il Centro Diurno, per il rafforzamento della relazione ed il rinnovo dell’impegno, e alla conoscenza di nuove famiglie. Le visite domiciliari, infatti, sono anche occasione di promozione del Centro e di raccolta di nuovi bisogni.

2.2 Raccolta di informazioni e bisogni Al termine di ogni visita viene compilato un registro ed annotate le richieste/bisogni particolari. 2.3. Sostegno alle famiglie in difficoltà L’equipe del Centro sostiene le famiglie in difficoltà attraverso aiuti alimentari, supporto sanitario e supporto psicologico, sempre nell’ottica di diminuzione dei fattori di rischio e

aumento dei fattori protettivi dei minori coinvolti. AZIONE 3 Valutazione delle attività

3.1. Valutazione dell’andamento delle attività Viene valutato l’andamento delle attività di sostegno scolastico e delle attività extrascolastiche proposte (all’inizio, in itinere e a fine anno scolastico). La verifica delle

attività di sostegno scolastico viene effettuata sulla base dell’analisi dei risultati scolastici dei minori e attraverso i colloqui con i famigliari; la verifica delle attività extrascolastiche viene invece effettuata sulla base della valutazione delle competenze trasversali acquisite, dell’interesse e del coinvolgimento dei minori. 3.2. Revisione delle attività pregresse e riprogettazione Sulla base delle valutazioni vengono elaborate le modifiche o le variazioni di

programma e riprogettate le attività.

OBIETTIVO SPECIFICO 1 - BOLIVIA

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Potenziare e qualificare gli interventi socio-educativi e di sostegno scolastico rivolti ai

circa 170 minori inseriti nei Centri “Comedor” a La Paz, “Alvernia” a Camiri e “Angel de la Guarda” a Yacuiba con l’obiettivo di togliere i minori dalla strada puntando alla promozione dello studio, allo sviluppo delle capacità personali e favorendo un uso creativo del tempo libero.

MESI AZIONI-Attività

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12

AZIONE 1 Implementazione delle attività

1.1. Pianificazione e programmazione delle attività

1.2. Attività educative

1.3. Attività laboratoriali e di

sviluppo delle capacità

1.4. Attività ludico-ricreative

1.5. Attività di gestione e amministrazione

1.6. Lavoro d’equipe

AZIONE 2 Implementazione delle attività di visita e sostegno alle famiglie in difficoltà

2.1. Realizzazione delle visite domiciliari con cadenza settimanale

2.2. Raccolta di informazioni e bisogni

2.3 Sostegno alle famiglie in difficoltà

AZIONE 3 Valutazione delle attività

3.1. Valutazione dell’andamento delle attività

3.2. Revisione delle attività pregresse e riprogettazione

AZIONE 1 Implementazione delle attività 1.1. Pianificazione e programmazione delle attività Trimestralmente vengono pianificate e programmate le attività educative, laboratoriali e ricreative: si verificano le risorse umane e finanziarie a disposizione e si definiscono le modalità ed i tempi di attuazione.

1.2. Attività educative In base alla programmazione devono essere organizzate le attività pedagogiche, che nello specifico sono:

o attività di sostegno scolastico dal lunedì al venerdì (a El Alto, Camiri e Yacuiba);

o attivazione di 1 laboratorio di insegnamento dell’uso del computer ogni

semestre (a El Alto, Camiri e Yacuiba).

La realizzazione di altri eventuali laboratori varia in base alle risorse umane e finanziarie e all’analisi degli interessi dei minori che frequentano i tre Centri. 1.3. Attività laboratoriali e di sviluppo delle capacità In base alla programmazione devono essere organizzate almeno 2 attività laboratoriali

ogni semestre nei tre Centri a El Alto, Camiri e Yacuiba. Queste attività sono volte a rafforzare le capacità di socializzazione e relazionali dei minori; attraverso i laboratori si potenzia l’autonomia individuale e si rafforzano le abilità. Nello specifico sono:

o laboratorio di lettura attraverso la narrazione di favole, miti e racconti andini, aymarà e boliviani (per lo sviluppo dell’esercizio del leggere, a La Paz)

o laboratorio di “Risoluzione non violenta del conflitto” (per lo sviluppo della

capacità di lettura critica di un fatto, della mediazione e della comunicazione, a La Paz con i minori adolescenti)

o taller di decoupage e bricolage (per lo sviluppo della fantasia e della creatività,

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a La Paz, Camiri e Yacuiba);

o laboratorio teatrale sulla base di una rappresentazione pensata e organizzata dai minori del Centro (teatro come strumento privilegiato attraverso il quale la persona esplora, inventa, progetta concretamente, maturando la necessità di esprimersi, comunicare, conoscere, a La Paz, Camiri e Yacuiba);

o taller di origami (per lo sviluppo delle abilità creative e manuali, a La Paz, Camiri e Yacuiba);

o laboratorio di alimentazione, conservazione e preparazione dei cibi, a Yacuiba e a Camiri);

o laboratorio musicale, attraverso l’uso di materiale riciclato (per lo sviluppo delle abilità cognitive, emotive e sociali, a Camiri e a Yacuiba).

1.4 Attività ludico-ricreative

In base alla programmazione devono essere organizzate le attività ludico-ricreative, che nello specifico sono:

o attività sportive (tornei di basket, pallavolo, calcio); o attività ricreative (festeggiamenti delle diverse ricorrenze).

1.5. Attività di gestione e amministrazione Le attività di gestione e amministrazione riguardano:

o la redazione e l’aggiornamento del registro-presenze minori che frequentano i tre Centri (El Alto, Camiri e Yacuiba);

o la gestione delle risorse finanziarie (in particolare spesa alimentare, di cancelleria e materiale relativo alle attività);

1.6. Lavoro d’equipe Periodicamente (circa una volta ogni due settimane) vengono realizzati gli incontri

d’equipe per il confronto e la gestione delle situazioni problematiche, l’individuazione di nuovi eventuali bisogni emergenti e la supervisione dell’equipe. Contestualmente vengono organizzati momenti informativi e formativi. Tra i due Centri Diurni di Camiri e Yacuiba, data la vicinanza geografica, saltuariamente vengono organizzati momenti di confronto e formazione congiunta.

AZIONE 2 Implementazione delle attività di visita e sostegno alle famiglie in

difficoltà 2.1. Realizzazione delle visite domiciliari con cadenza settimanale L’azione mira all’approfondimento della conoscenza delle famiglie i cui figli già frequentano i Centri, per il rafforzamento della relazione ed il rinnovo dell’impegno, e alla conoscenza di nuove famiglie. Le visite domiciliari, infatti, sono anche occasione di promozione dei Centri e di raccolta di nuovi bisogni.

2.2 Raccolta di informazioni e bisogni Al termine di ogni visita viene compilato un registro ed annotate le richieste/bisogni particolari. 2.3. Sostegno alle famiglie in difficoltà Le equipe dei tre Centri sostengono le famiglie in difficoltà attraverso aiuti alimentari,

supporto sanitario e supporto psicologico, sempre nell’ottica di diminuzione dei fattori di rischio e aumento dei fattori protettivi dei minori coinvolti.

AZIONE 3 Valutazione delle attività 3.1. Valutazione dell’andamento delle attività Viene valutato l’andamento delle attività di sostegno scolastico e delle attività

extrascolastiche proposte (all’inizio, in itinere e a fine anno scolastico). La verifica delle attività di sostegno scolastico viene effettuata sulla base dell’analisi dei risultati scolastici dei minori e attraverso i colloqui con i famigliari; la verifica delle attività extrascolastiche viene invece effettuata sulla base della valutazione delle competenze trasversali acquisite, dell’interesse e del coinvolgimento dei minori. 3.2. Revisione delle attività pregresse e riprogettazione

Sulla base delle valutazioni vengono elaborate le modifiche o le variazioni di programma e riprogettate le attività.

OBIETTIVO SPECIFICO 2 - BOLIVIA:

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Contrastare il fenomeno dell’uso e abuso di sostanze legali e illegali elaborando

attività di informazione e prevenzione e offrendo un percorso qualificato di riabilitazione e reintegrazione dei giovani con queste problematiche nei distretti di La Paz, Santa Cruz e Tarija.

MESI AZIONI-Attività

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12

AZIONE 1 Accoglienza nelle strutture terapeutiche dell’Ente

1.1. Gestione delle richieste di accoglienza

1.2. Inserimento in struttura terapeutica

1.3. Controlli igienico-sanitari

AZIONE 2 Attività volte alla riabilitazione della persona

2.1. Pianificazione ed

organizzazione delle attività

2.2. Incontri di confronto individuali, di gruppo e con l’equipe

2.3. Attività formative-

occupazionali

2.4. Attività educative e di accompagnamento

2.5. Attività sportive e ricreative

2.6. Incontri mensili di sostegno alle famiglie

2.8. Lavoro d’equipe

AZIONE 3 Realizzazione di

incontri di prevenzione e sensibilizzazione nelle scuole e nelle realtà giovanili di La Paz,

Camiri e Yacuiba.

3.1. Programmazione delle attività di sensibilizzazione e prevenzione

3.2. Promozione dei percorsi di prevenzione delle dipendenze

3.3. Realizzazione dei percorsi di prevenzione delle dipendenze

3.4. Verifica delle attività e riprogettazione

AZIONE 1 Accoglienza nelle strutture terapeutiche dell’Ente

1.1. Gestione delle richieste di accoglienza Vengono realizzati colloqui con le persone che manifestano il desiderio di cominciare un percorso terapeutico, attraverso il contatto diretto, su richiesta delle famiglie che chiedono sostegno o delle istituzioni locali che propongono accoglienze. Si effettua l’anamnesi e/o la raccolta informazioni.

I colloqui sono seguiti dalla valutazione dell’analisi della situazione e delle motivazioni che richiedono l’accoglienza e dall’accettazione della richiesta, a seguito di un incontro

tra i responsabili delle strutture terapeutiche, il personale professionale dell’Ente ed il responsabile dell’Ente in loco. Vengono definite le tempistiche e la modalità d’ingresso. 1.2. Inserimento in struttura terapeutica Il nuovo utente viene accolto al momento dell’inserimento dall’equipe della struttura: vengono presentati gli operatori, i relativi ruoli ed il regolamento interno.

Per ciascuna delle persone che decidono di iniziare il percorso terapeutico viene compilata la scheda personale e steso il programma di accompagnamento. 1.3. Controlli igienico-sanitari Il nuovo utente viene accompagnato da un operatore alle visite mediche necessarie

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39

alla valutazione dello stato di salute.

AZIONE 2 Attività volte alla riabilitazione della persona 2.1. Pianificazione ed organizzazione delle attività Trimestralmente vengono programmate le attività formative-occupazionali, educative e ricreative: si verificano le risorse umane e finanziarie a disposizione e si definiscono le attività, le modalità ed i tempi di attuazione. Ogni lunedì si pianifica la settimana

sulla base della programmazione e degli impegni particolari. 2.2. Incontri di confronto individuali, di gruppo e con l’equipe La settimana è scandita dagli incontri di terapia gruppale (quotidiani) e di terapia individuale (settimanali) organizzati e definiti dal personale professionale delle strutture terapeutiche.

2.3. Attività formative-occupazionali In base alla programmazione vengono effettuate le attività formative-occupazionali, che nello specifico sono:

o falegnameria, panetteria e pasta (nelle strutture terapeutiche a La Paz);

panetteria e produzione di saponi (nelle strutture terapeutiche di Camiri e Yacuiba);

o 1 laboratorio di gelateria e pasticceria (nelle strutture terapeutiche a La Paz); o gestione del maneggio destinato alle attività esterne di ippoterapia (nelle

strutture terapeutiche a La Paz) o gestione e cura di piccoli allevamenti (nelle strutture terapeutiche a La Paz) o gestione e cura di serre per ortaggi (nelle strutture terapeutiche a La Paz,

Camiri e Yacuiba); o 1 laboratorio artigianale di lavorazione del legno (nella struttura terapeutica a

Camiri); o 1 laboratorio di serigrafia su tessuto, stoffe e cartone (nella strutture

terapeutica a Yacuiba). La realizzazione delle attività presuppone l’allestimento dei luoghi di svolgimento dei laboratori e l’acquisto e la preparazione del materiale tecnico necessario.

2.4. Attività educative e di accompagnamento

Le attività educative e di accompagnamento che si realizzano nello specifico sono: o cura dell'igiene e della persona (vengono forniti spazzolino, dentifricio e

sapone per la persona e per gli indumenti); o attività di cineforum (nelle strutture terapeutiche a La Paz); o 1 laboratorio valoriale (nelle strutture terapeutiche a Camiri e a Yacuiba); o 1 laboratorio di “Risoluzione non violenta del conflitto” (nelle strutture

terapeutiche a La Paz, Camiri e Yacuiba); o 1 laboratorio di alimentazione, conservazione e preparazione dei cibi (nelle

strutture terapeutiche a Camiri e a Yacuiba); La realizzazione di tutte le attività presuppone l’allestimento dei luoghi di svolgimento dei laboratori, l’acquisto e la preparazione del materiale necessario ed il contatto con le realtà locali del territorio.

2.5. Attività sportive e ricreative In base alla programmazione vengono effettuate le attività sportive e ricreative, che nello specifico sono:

o campionati di calcio a livello locale; o 1 laboratorio di aquiloni e partecipazione al “Festival degli aquiloni” (nella

struttura terapeutica a Yacuiba);

o circa 6 attività della durata di 1 giornata di condivisione e conoscenza del territorio (nelle strutture terapeutiche a La Paz, Camiri e Yacuiba).

La realizzazione di tutte le attività presuppone l’allestimento dei luoghi di svolgimento dei laboratori, l’acquisto e la preparazione del materiale necessario ed il contatto con le realtà locali del territorio. 2.6. Incontri mensili di sostegno alle famiglie

Le persone di riferimento mantengono il contatto con i famigliari degli utenti e in base alla situazione vengono programmati degli incontri sull’andamento dei singoli percorsi. A seconda dell’analisi delle problematiche si effettuano azioni di orientamento e

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suggerimento ai famigliari.

2.8. Lavoro d’equipe L’equipe si riunisce settimanalmente per l’analisi della situazione degli utenti (limiti, potenzialità e andamento del percorso terapeutico), il confronto e la gestione delle situazioni problematiche, l’individuazione dei nuovi bisogni emergenti, la conferma o

revisione del programma di accompagnamento, la valutazione delle attività proposte. AZIONE 3 Realizzazione di incontri di prevenzione e sensibilizzazione nelle scuole e nelle realtà giovanili di La Paz, Camiri e Yacuiba. 3.1. Programmazione delle attività di sensibilizzazione e prevenzione Realizzazione di un breve percorso di prevenzione delle dipendenza con focus sugli

effetti e sui rischi legati all’assunzione di sostanze legali e/o illegali e sugli strumenti necessari per la tutela della salute. Vanno individuati i contenuti, la modalità di svolgimento delle attività e di coinvolgimento dei destinatari e le tempistiche.

3.2. Promozione dei percorsi di prevenzione delle dipendenze L’azione di promozione del percorso di prevenzione delle dipendenze implica:

o la realizzazione e la stampa di una brochure contente la descrizione del percorso di prevenzione delle dipendenze (contenuti, modalità e tempistiche); o la redazione di un registro contenente i contatti dei referenti scolastici del territorio ai quali proporre l’attività; o il contatto con gli istituti scolastici secondari per l’illustrazione dell’iniziativa. Viene concordata l’eventuale possibilità di realizzazione, individuati gli spazi ed elaborato il calendario.

3.3. Realizzazione dei percorsi di prevenzione delle dipendenze Allestimento del luogo dove si svolgeranno le attività e preparazione del materiale tecnico e/o didattico. 3.4. Verifica delle attività e riprogettazione

Contestualmente ad ogni incontro verrà effettuata una breve valutazione

dell’interesse e delle nuove conoscenze o del nuovo approccio prodotto negli adolescenti rispetto alla tematica trattata. Alla fine del percorso verranno analizzati i punti di forza e le criticità dell’attività e definite le eventuali modifiche.

OBIETTIVO SPECIFICO 3 – BOLIVIA: Potenziare e qualificare i servizi di monitoraggio, orientamento, sostegno e accoglienza a bassa soglia delle circa 260 persone seguite dall’Ente che vivono in strada a La Paz, El Alto e Yacuiba, valorizzando sia la funzione di aggancio di questi servizi, ovvero di intervento precoce verso la marginalità, che quella di snodo tra “strada” e servizi di riabilitazione e di cura.

MESI AZIONI-Attività

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12

AZIONE 1 Incremento delle attività delle strutture-Dormitorio a La Paz e a

Yacuiba

1.1. Attività di gestione e amministrazione

1.2. Attività educative e di

accompagnamento

1.3. Attività ricreative

1.4. Verifica degli interventi

AZIONE 2 – Attività di

sostegno individualizzato

2.1. Gestione delle “situazione specifiche”

2.2. Elaborazione di progetti

individualizzati di sostegno

2.3. Realizzazione di attività di

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41

sostegno

2.4. Verifica delle attività di sostegno

AZIONE 3 – Incremento degli interventi Unità di Strada a El Alto e a Yacuiba

3.1. Pianificazione ed organizzazione delle attività

3.2. Intervento Unità di Strada

3.3. Operazione di mappatura del territorio ed aggiornamento del bisogno

AZIONE 1 – Incremento delle attività delle strutture-Dormitorio a La Paz e a Yacuiba 1.1. Attività di gestione e amministrazione Le attività di gestione e amministrazione che si realizzano nello specifico sono:

o redazione ed aggiornamento del registro - presenze utenti; o gestione della spesa alimentare e della cucina;

o gestione del servizio di trasporto “mobilità” che collega il centro della cittadina al dormitorio di Yacuiba.

1.2. Attività educative e di accompagnamento Le attività educative sono molto limitate e sono mirate alla cura dell'igiene e della persona (vengono forniti: spazzolino, dentifricio e sapone e viene data la possibilità di

lavare a mano gli indumenti). 1.3. Attività ricreative Le attività ricreative che si realizzano nello specifico sono:

o attività serale di cineforum (2 volte a settimana); o attività mensile della durata di 1 giornata di convivialità e conoscenza del

territorio.

1.4. Verifica degli interventi Ogni sei mesi si procede alla verifica degli interventi effettuati e alla stesura del report semestrale. AZIONE 2 – Attività di sostegno individualizzato 2.1. Gestione delle “situazione specifiche”

L’accoglienza nelle strutture-Dormitorio implica la gestione delle situazioni più vulnerabili, che nello specifico sono:

o accompagnamento in strutture sanitarie per accertamenti, analisi mediche e visite specialistiche;

o segnalazione alla Defensorias Municipales de la niñez y adolescencia nei casi di abbandono minorile;

o segnalazione ai servizi sociali competenti nei casi di donne in gravidanza, disabilità fisica o psichica.

2.2. Elaborazione di progetti individualizzati di sostegno Gli operatori delle strutture-Dormitorio si incontrano per la valutazione e la definizione

di progetti individualizzati di sostegno nei casi in cui: o un’utente esprima la volontà della riabilitazione e/o del miglioramento delle

condizioni di vita attraverso un percorso strutturato e concordato con l’Ente; o nei casi di particolare emarginazione e/o disagio (minori, donne, anziani o

persone con precarie condizioni di salute). La realizzazione delle attività di sostegno implica la verifica delle procedure necessarie per accedere ad eventuali finanziamenti statali ed il coinvolgimento dei servizi sociali territoriali e/o delle altre associazioni di settore.

2.3. Realizzazione di attività di sostegno Le attività di sostegno che si realizzano nello specifico sono:

o eventuale accompagnamento in una struttura terapeutica-riabilitativa; o eventuale permanenza residenziale diurna degli utenti in condizione di

particolare emarginazione e/o disagio nella struttura-Dormitorio;

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o strutturazione di percorsi ad hoc.

Gli interventi a favore degli utenti delle strutture-Dormitorio vengono documentati e monitorati. 2.4. Verifica delle attività di sostegno Trimestralmente gli operatori si incontrano per la valutazione delle attività di sostegno realizzate.

AZIONE 3 – Incremento degli interventi Unità di Strada a El Alto e a Yacuiba 3.1. Pianificazione ed organizzazione delle attività Mensilmente gli operatori delle Unità di Strada di El Alto e Yacuiba si incontrano per il coordinamento delle attività, l’organizzazione dei turni per le uscite serali e la stesura del calendario mensile.

3.2. Intervento Unità di Strada Gli operatori dell’Unità di Strada preparano bevande calde (the o latte) e panini da portare alle persone che vivono in strada (o che non hanno trovato posto per la notte nelle strutture-Dormitorio).

Generalmente si segue un itinerario prestabilito attraverso i luoghi abituali di ritrovo dei senza fissa dimora.

Il contatto con le persone che vivono in strada avviene tramite la distribuzione delle bevande e/o del cibo:

o si rilevano e raccolgono eventuali bisogni particolari e/o sanitari; o nell’eventuale incontro con persone nuove viene presentato l’Ente e si rilascia

un contatto telefonico; o l’incontro con persone in particolare condizione di vulnerabilità (minori o donne

in gravidanza) implica il successivo contatto con i servizi sociali locali e/o con le

altre associazioni del settore. Al termine di ogni Unità di Strada viene compilato un report. 3.3. Operazione di mappatura del territorio ed aggiornamento del bisogno Trimestralmente gli operatori di strada si incontrano per la valutazione complessiva degli interventi, l’aggiornamento della mappatura e la compilazione del report di

approfondimento.

Si analizzano le zone maggiormente colpite dalla problematica dei senza fissa dimora nelle due città coinvolte di El Alto e Yacuiba e si definiscono le eventuali modifiche dell’itinerario e le zone specifiche su cui intervenire.

9.2 Risorse umane complessive necessarie per l’espletamento delle attività

previste, con la specifica delle professionalità impegnate e la loro attinenza con le

predette attività

OBIETTIVO SPECIFICO 1 – ARGENTINA: Potenziare e qualificare gli interventi socio-educativi e di sostegno scolastico del Centro Diurno “Divino Niño Jesus” rivolti ai circa 30 minori del quartiere periferico di

Limache con l’obiettivo della promozione dello studio, della crescita culturale, della

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socializzazione e della diffusione del senso civico attraverso la cultura della legalità e

l’attuazione dei principi di solidarietà.

Centro Diurno “Divino Niño Jesus” (Limache, Salta)

N° Ruolo nel progetto Competenze

Azioni

1 Responsabile di progetto Esperienza pluriennale nella gestione e nel coordinamento dei progetti di assistenza

Tutte le attività del progetto Il responsabile del progetto si occupa della gestione generale delle attività e dei rapporti con tutti gli attori coinvolti.

1 Co-responsabile Esperienza pluriennale nella gestione e nel coordinamento di progetti di assistenza

AZIONE 1 Implementazione delle attività 1.1. Pianificazione e programmazione delle

attività 1.5. Attività di gestione e amministrazione 1.6. Lavoro d’equipe

AZIONE 2 Implementazione delle attività di visita e sostegno alle famiglie in difficoltà 2.1. Realizzazione delle visite domiciliari con

cadenza settimanale 2.2. Raccolta di informazioni e bisogni 2.3. Sostegno alle famiglie in difficoltà AZIONE 3 Valutazione delle attività

3.1. Valutazione dell’andamento delle attività educative, ricreative e culturali 3.2. Revisione delle attività pregresse e riprogettazione

3 Educatore Esperienza pluriennale

nell’ambito sociale

AZIONE 1 Implementazione delle attività 1.1. Pianificazione e programmazione delle

attività 1.2. Attività educative 1.3. Attività ludico-ricreative 1.4. Attività di gestione e amministrazione 1.5. Lavoro d’equipe AZIONE 2 Implementazione delle attività di

visita e sostegno alle famiglie in difficoltà

2.1. Realizzazione delle visite domiciliari con cadenza settimanale 2.2. Raccolta di informazioni e bisogni AZIONE 3 Valutazione delle attività 3.1. Valutazione dell’andamento delle attività educative, ricreative e culturali

3.2. Revisione delle attività e riprogettazione

OBIETTIVO SPECIFICO 1 - BOLIVIA Potenziare e qualificare gli interventi socio-educativi e di sostegno scolastico rivolti ai

circa 170 minori inseriti nei Centri “Comedor” a La Paz, “Alvernia” a Camiri e “Angel de la Guarda” a Yacuiba con l’obiettivo di togliere i minori dalla strada puntando alla promozione dello studio, allo sviluppo delle capacità personali e favorendo un uso creativo del tempo libero.

Centro aggregativo minorile “Comedor” (El Alto) Centro Diurno “Alvernia” (Camiri)

Centro di formazione integrale per minori “Angel de la Gurada” (Yacuiba)

N° Ruolo nel progetto Competenze

Azioni

3 Responsabile di progetto

Esperienza pluriennale nella gestione e nel coordinamento dei progetti di assistenza

Tutte le attività del progetto

Il responsabile del progetto si occupa della gestione generale delle attività e dei rapporti con tutti gli attori coinvolti.

3 Co-responsabile Esperienza pluriennale nella gestione e nel coordinamento

di progetti di assistenza

AZIONE 1 Implementazione delle attività 1.1. Pianificazione e programmazione delle attività

1.5. Attività di gestione e amministrazione 1.6. Lavoro d’equipe AZIONE 3 Valutazione delle attività 3.1. Valutazione dell’andamento delle attività

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44

3.2. Revisione delle attività pregresse e

riprogettazione

3 Psicologa Laurea in psicologia

Esperienza pluriennale nell’ambito sociale

AZIONE 1 Implementazione delle attività 1.1. Pianificazione e programmazione delle

attività 1.6. Lavoro d’equipe AZIONE 2 Implementazione delle attività di visita e sostegno alle famiglie in difficoltà 2.1. Realizzazione delle visite domiciliari con cadenza settimanale 2.2. Raccolta di informazioni e bisogni

AZIONE 3 Valutazione delle attività 3.1. Valutazione dell’andamento delle attività 3.2. Revisione delle attività pregresse e riprogettazione

3 Assistente sociale Laurea in assistente sociale

Esperienza pluriennale nell’ambito sociale

AZIONE 1 Implementazione delle attività 1.1. Pianificazione e programmazione delle

attività 1.6. Lavoro d’equipe AZIONE 2 Implementazione delle attività di visita e sostegno alle famiglie in difficoltà 2.1. Realizzazione delle visite domiciliari con cadenza settimanale

2.2. Raccolta di informazioni e bisogni AZIONE 3 Valutazione delle attività 3.1. Valutazione dell’andamento delle attività 3.2. Revisione delle attività pregresse e riprogettazione

12 Educatore

Esperienza pluriennale nell’ambito sociale

AZIONE 1 Implementazione delle attività

1.1. Pianificazione e programmazione delle attività 1.2. Attività educative 1.3. Attività laboratoriali e di sviluppo delle capacità

1.4. Attività ludico-ricreative 1.6. Lavoro d’equipe

AZIONE 2 Implementazione delle attività di visita e sostegno alle famiglie in difficoltà 2.1. Realizzazione delle visite domiciliari con cadenza settimanale 2.2. Raccolta di informazioni e bisogni 2.3 Sostegno alle famiglie in difficoltà

AZIONE 3 Valutazione delle attività 3.1. Valutazione dell’andamento delle attività 3.2. Revisione delle attività pregresse e riprogettazione

1 Impiegato amministrativo AZIONE 1 Implementazione delle attività 1.5. Attività di gestione e amministrazione

OBIETTIVO SPECIFICO 2 – BOLIVIA: Contrastare il fenomeno dell’uso e abuso di sostanze legali e illegali elaborando attività di informazione e prevenzione e offrendo un percorso qualificato di riabilitazione e reintegrazione dei giovani con queste problematiche nei distretti di La Paz, Santa Cruz e Tarija.

Comunità terapeutica “Sant’Aquilina” (La Paz) Comunità terapeutica “Renacer a la vida (Camiri)

Comunità terapeutica “Renacer a la vida (Yacuiba)

N° Ruolo nella Struttura Competenze

Azioni

3 Responsabile del progetto Tutte le attività del progetto

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Esperienza professionale

nell’ambito amministrativo e nell’ambito del coordinamento dei progetti

Il responsabile del progetto si occupa della

gestione generale delle attività e dei rapporti con tutti gli attori coinvolti.

3 Psicologo Laurea specialistica in psicologia Esperienza pluriennale nell’ambito sociale

AZIONE 1 Accoglienza nelle strutture terapeutiche dell’Ente 1.1. Gestione delle richieste di accoglienza 1.2. Inserimento in struttura terapeutica AZIONE 2 Attività volte alla riabilitazione della persona 2.1. Pianificazione ed organizzazione delle

attività 2.2. Incontri di confronto individuali, di gruppo e con l’equipe 2.6. Incontri mensili di sostegno alle famiglie 2.8. Lavoro d’equipe AZIONE 3 Realizzazione di incontri di

prevenzione e sensibilizzazione nelle

scuole e nelle realtà giovanili di La Paz, Camiri e Yacuiba. 3.1. Programmazione delle attività di sensibilizzazione e prevenzione 3.2. Promozione dei percorsi di prevenzione delle dipendenze

3.3. Realizzazione dei percorsi di prevenzione delle dipendenze 3.4. Verifica delle attività e riprogettazione

2 Assistente sociale Laurea in assistente sociale Esperienza pluriennale

nell’ambito sociale

AZIONE 1 Accoglienza nelle strutture terapeutiche dell’Ente 1.1. Gestione delle richieste di accoglienza

1.2. Inserimento in struttura terapeutica AZIONE 2 Attività volte alla riabilitazione della persona 2.1. Pianificazione ed organizzazione delle

attività 2.2. Incontri di confronto individuali, di gruppo e con l’equipe

2.6. Incontri mensili di sostegno alle famiglie 2.7. Lavoro d’equipe

14 Operatore Esperienza pluriennale come operatore di comunità

terapeutica

AZIONE 1 Accoglienza nelle strutture terapeutiche dell’Ente 1.2. Inserimento in struttura terapeutica

1.3. Controlli igienico-sanitari AZIONE 2 Attività volte alla riabilitazione della persona 2.1. Pianificazione ed organizzazione delle attività 2.3. Attività formative-occupazionali 2.4. Attività educative e di accompagnamento

2.5. Attività sportive e ricreative

2.8. Lavoro d’equipe AZIONE 3 Realizzazione di incontri di prevenzione e sensibilizzazione nelle scuole e nelle realtà giovanili di La Paz, Camiri e Yacuiba. 3.1. Programmazione delle attività di

sensibilizzazione e prevenzione 3.2. Promozione dei percorsi di prevenzione delle dipendenze 3.3. Realizzazione dei percorsi di prevenzione delle dipendenze 3.4. Verifica delle attività e riprogettazione

4 Volontario Esperienza pluriennale

AZIONE 2 Attività volte alla riabilitazione della persona

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nell’ambito sociale

2.3. Attività formative-occupazionali

2.4. Attività educative e di accompagnamento 2.5. Attività sportive e ricreative

OBIETTIVO SPECIFICO 3 – BOLIVIA: Potenziare e qualificare i servizi di monitoraggio, orientamento, sostegno e accoglienza a bassa soglia delle circa 260 persone seguite dall’Ente che vivono in strada a La Paz, El Alto e Yacuiba, valorizzando sia la funzione di aggancio di questi servizi, ovvero di intervento precoce verso la marginalità, che quella di snodo tra “strada” e servizi di riabilitazione e di cura.

Struttura di accoglienza notturna e progetto “Unità di Strada” (La Paz e Yacuiba)

N° Ruolo nella Struttura

Competenze

Azioni

2 Responsabile di progetto Esperienza pluriennale nella

gestione di strutture di accoglienza

Tutte le attività del progetto Il responsabile del progetto si occupa della

gestione generale delle attività e dei rapporti con tutti gli attori coinvolti.

2 Assistente sociale Laurea in assistente sociale

AZIONE 2 – Attività di sostegno individualizzato 2.1. Gestione delle “situazione specifiche” 2.2. Elaborazione di progetti individualizzati di sostegno 2.4. Verifica delle attività di sostegno

AZIONE 4 – Approfondimento di conoscenza del territorio – creazione di alleanze con altri Enti 4.2. Elaborazione report 4.3. Programmazione e realizzazione di tavoli di coordinamento con altri Enti

4.4. Realizzazione di collaborazioni o co-progettazioni

4 Operatore Esperienza pluriennale nell’ambito di strutture di accoglienza

AZIONE 1 - Incremento delle attività delle strutture-Dormitorio a La Paz e a Yacuiba 1.1. Attività di gestione e amministrazione 1.2. Attività educative e di accompagnamento

1.3. Attività ricreative 1.4. Verifica degli interventi AZIONE 2 – Attività di sostegno individualizzato 2.2. Elaborazione di progetti individualizzati di sostegno

o . Realizzazione di attività di sostegno o . Verifica delle attività di sostegno AZIONE 3 – Incremento degli interventi Unità di Strada a El Alto e a Yacuiba 3.1. Pianificazione ed organizzazione delle attività

3.2. Intervento Unità di Strada

3.3. Operazione di mappatura del territorio ed aggiornamento del bisogno AZIONE 4 – Approfondimento di conoscenza del territorio – creazione di alleanze con altri Enti 4.1. Mappatura degli Enti presenti sul territorio che si interessano alla problematica dei senza

fissa dimora

4 Volontario Esperienza di volontariato in strutture di accoglienza

AZIONE 3 – Incremento degli interventi Unità di Strada a El Alto e a Yacuiba 3.1. Pianificazione ed organizzazione delle

attività

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3.2. Intervento Unità di Strada

3.3. Operazione di mappatura del territorio ed aggiornamento del bisogno

9.3 Ruolo ed attività previste per i volontari nell’ambito del progetto

OBIETTIVO SPECIFICO 1 - ARGENTINA Potenziare e qualificare gli interventi socio-educativi e di sostegno scolastico del Centro Diurno “Divino Niño Jesus” rivolti ai circa 30 minori del quartiere periferico di Limache con l’obiettivo della promozione dello studio, della crescita culturale, della socializzazione e della diffusione del senso civico attraverso la cultura della legalità e l’attuazione dei principi di solidarietà.

Centro Diurno “Divino Niño Jesus” (Limache, Salta)

AZIONI – attività Attività del volontario

AZIONE 1 Implementazione delle

attività

1.1. Pianificazione e programmazione delle attività

- partecipa alle riunioni d’equipe in cui vengono pianificate e programmate le attività educative, ricreative e culturali

1.2. Attività educative - sostiene il lavoro socio – pedagogico dell’equipe

- affianca gli educatori nelle attività di sostegno scolastico

- affianca gli educatori nella realizzazione delle attività laboratoriali

1.3. Attività laboratoriali

e di sviluppo delle capacità

- affianca gli educatori nella realizzazione delle

attività laboratoriali e di sviluppo delle capacità

1.4. Attività ludico-ricreative

- affianca gli educatori nella realizzazione delle attività sportive

- affianca gli educatori nell’organizzazione delle attività ricreative, in particolare i festeggiamenti

delle diverse ricorrenze

1.6. Lavoro d’equipe - assiste e partecipa alle riunioni d’equipe per il confronto sull’andamento delle attività

AZIONE 2

Implementazione delle attività di visita e sostegno alle famiglie in difficoltà

2.1. Realizzazione delle visite domiciliari con

cadenza settimanale

- affianca gli operatori nelle visite domiciliari alle famiglie delle zone più emarginate partecipando al

colloquio con le stesse

2.2. Raccolta di informazioni e bisogni

- compila e gestisce il registro delle visite annotando le richieste ed i bisogni particolari

2.3 Sostegno alle

famiglie in difficoltà

- affianca gli operatori nel recupero e nella

distribuzione di aiuti di varia necessità o negli accompagnamenti sanitari

AZIONE 3 Valutazione

delle attività

3.1. Valutazione

dell’andamento delle attività educative, ricreative e culturali

- assiste e partecipa alle riunioni d’equipe per la

valutazione delle attività

OBIETTIVO SPECIFICO 1 – BOLIVIA: Potenziare e qualificare gli interventi socio-educativi e di sostegno scolastico rivolti ai circa 170 minori inseriti nei Centri “Comedor” a La Paz, “Alvernia” a Camiri e “Angel de la Guarda” a Yacuiba con l’obiettivo di togliere i minori dalla strada puntando alla promozione dello studio, allo sviluppo delle capacità personali e favorendo un uso creativo del tempo libero.

Centro aggregativo minorile “Comedor” (El Alto) Centro Diurno “Alvernia” (Camiri)

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Centro di formazione integrale per minori “Angel de la Gurada” (Yacuiba)

AZIONI – attività Attività del volontario

AZIONE 1

Implementazione delle attività

1.1. Pianificazione e programmazione delle attività

- partecipa alle riunioni d’equipe in cui vengono pianificate e programmate le attività educative, ricreative e culturali

1.2. Attività educative - sostiene il lavoro socio – pedagogico dell’equipe - affianca gli educatori nelle attività di sostegno

scolastico - affianca gli educatori nella realizzazione delle

attività laboratoriali

1.3. Attività laboratoriali e di sviluppo delle capacità

- affianca gli educatori nella realizzazione delle attività laboratoriali

1.4. Attività ludico-

ricreative

- affianca gli educatori nella realizzazione delle

attività sportive - affianca gli educatori nell’organizzazione delle

attività ricreative, in particolare i festeggiamenti delle diverse ricorrenze

1.6. Lavoro d’equipe - assiste e partecipa alle riunioni d’equipe per il confronto sull’andamento delle attività

AZIONE 2 Implementazione delle attività di visita e sostegno alle famiglie in difficoltà

2.1. Realizzazione delle

visite domiciliari con cadenza settimanale

- affianca gli operatori nelle visite domiciliari alle

famiglie delle zone più emarginate partecipando al colloquio con le stesse

2.2. Raccolta di informazioni e bisogni

- compila e gestisce il registro delle visite annotando le richieste ed i bisogni particolari

2.3 Sostegno alle famiglie in difficoltà

- affianca gli operatori nel recupero e nella distribuzione di aiuti di varia necessità o negli accompagnamenti sanitari

AZIONE 3 Valutazione delle attività

3.1. Valutazione dell’andamento delle attività educative, ricreative e culturali

- assiste e partecipa alle riunioni d’equipe per la valutazione delle attività

OBIETTIVO SPECIFICO 2 – BOLIVIA: Contrastare il fenomeno dell’uso e abuso di sostanze legali e illegali elaborando attività di informazione e prevenzione e offrendo un percorso qualificato di

riabilitazione e reintegrazione dei giovani con queste problematiche nei distretti di La Paz, Santa Cruz e Tarija.

Comunità terapeutica “Sant’Aquilina” (La Paz) Comunità terapeutica “Renacer a la vida” (Camiri)

Comunità terapeutica “Renacer a la vida” (Yacuiba)

AZIONI – attività Attività del volontario

AZIONE 1 Accoglienza nelle strutture terapeutiche dell’Ente

1.2. Inserimento in struttura terapeutica

- partecipa al momento dell’inserimento del nuovo utente

- collabora con gli operatori alla compilazione della scheda personale

1.3. Controlli igienico- - affianca gli operatori negli accompagnamenti degli

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sanitari utenti per gli accertamenti sanitari e le visite

mediche

AZIONE 2 Attività volte alla riabilitazione

della persona

2.1. Pianificazione ed organizzazione delle attività

- partecipa alle riunioni d’equipe in cui vengono pianificate e programmate le attività

2.3. Attività formative-

occupazionali

- sostiene il lavoro socio-riabilitativo dell’equipe

- collabora nella realizzazione e nella gestione delle attività formative e dei diversi laboratori occupazionali

- sostiene gli educatori nell’allestimento dei luoghi di svolgimento delle attività e nel recupero o preparazione del materiale necessario

2.4. Attività educative e di accompagnamento

- collabora alla programmazione e realizzazione del laboratorio di “Risoluzione non violenta del

conflitto” -

2.5. Attività sportive e

ricreative

- affianca gli educatori nella realizzazione delle

attività sportive - affianca gli educatori nell’organizzazione delle

attività ricreative e di conoscenza del territorio circostante

2.7. Attività di inserimento protetto

- affianca gli educatori nell’inserimento (pratiche burocratiche, acquisto del vestiario idoneo,

incontri preliminari) e negli incontri di verifica sull’andamento del lavoro

2.8. Lavoro d’equipe - assiste e partecipa alle riunioni d’equipe per il confronto sull’andamento delle attività

AZIONE 3 Realizzazione di incontri di prevenzione

e sensibilizzazione negli istituti scolastici secondari di La Paz e Yacuiba

3.1. Programmazione delle attività di sensibilizzazione e prevenzione

- collabora alla realizzazione del percorso di prevenzione delle dipendenza

3.2. Promozione dei percorsi di prevenzione delle dipendenze

- realizza e stampa la brochure informativa - redige un registro contenente i contatti dei

referenti scolastici del territorio

3.3. Realizzazione dei percorsi di prevenzione delle dipendenze

- sostiene gli educatori nell’allestimento dei luoghi di svolgimento delle attività, nel recupero o preparazione del materiale necessario e nella

realizzazione del percorso

3.4. Verifica delle attività e riprogettazione

- partecipa alla verifica delle e alla riprogettazione del percorso

OBIETTIVO SPECIFICO 3 – BOLIVIA: Potenziare e qualificare i servizi di monitoraggio, orientamento, sostegno e accoglienza a bassa soglia delle circa 260 persone seguite dall’Ente che vivono in strada a La Paz, El Alto e Yacuiba, valorizzando sia la funzione di aggancio di questi servizi, ovvero di intervento precoce verso la marginalità, che quella di snodo tra “strada” e servizi di riabilitazione e di cura.

Struttura di accoglienza notturna e progetto “Unità di Strada” (La Paz e Yacuiba)

AZIONI – attività Attività del volontario

AZIONE 1 Incremento delle attività delle strutture-Dormitorio a

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La Paz e a Yacuiba

1.1. Attività di gestione e amministrazione

- aggiorna il registro presenze – utenti - collabora nella spesa alimentare e nella gestione

della cucina

- sostiene il personale nella gestione del servizio di trasporto che collega il dormitorio al centro della cittadina (Yacuiba)

1.3. Attività ricreative - affianca gli operatori nell’organizzazione delle attività ricreative e di conoscenza del territorio circostante

1.4. Verifica degli interventi

- sistematizza i dati quantitativi per l’analisi semestrale (numero di pernottamenti, caratteristiche dell’utenza, rendicontazione delle risorse)

AZIONE 2 – Attività di sostegno individualizzato

2.2. Elaborazione di progetti individualizzati di sostegno

- partecipa all’elaborazione dei progetti individualizzati di sostegno

2.3. Realizzazione di attività di sostegno

- documenta e monitora le attività di sostegno individualizzato e si occupa della raccolta della documentazione

2.4. Verifica delle attività

di sostegno

- partecipa alle riunioni d’equipe per la valutazione

dei percorsi individualizzati di sostegno

AZIONE 3 – Incremento degli interventi Unità di Strada a El Alto e a Yacuiba

3.1. Pianificazione ed organizzazione delle attività

- partecipa alle riunioni di coordinamento delle attività

3.2. Intervento Unità di

Strada

- collabora nella preparazione e nella distribuzione

delle bevande e del cibo - compila il report successivo all’Unità di Strada

riportando gli eventuali bisogni particolari e/o sanitari

3.3. Operazione di mappatura del territorio

ed aggiornamento del bisogno

- partecipa all’incontro degli operatori di strada per la valutazione complessiva degli interventi,

l’aggiornamento della mappatura e la compilazione del report di approfondimento

10)Numero dei volontari da impiegare nel progetto:

11)Modalità di fruizione del vitto e alloggio: 10

SEDE N° vol ALLOGGIO VITTO

11027

4 I volontari saranno alloggiati presso la sede di attuazione o presso altre strutture dell’ Ente, idonee all’ accoglienza dei volontari secondo le vigenti normative locali, presenti nel territorio di realizzazione delle

attività, nelle vicinanze della sede di servizio. In ogni sede ove verranno alloggiati i volontari è garantita la presenza di uno o più operatori dell’ente

Il vitto verrà fornito presso la sede dove si realizzano le attività previste. All’ occorrenza, qualora le attività non fossero all’interno della

sede il vitto potrà essere fruito presso locali individuati di concerto con il personale di riferimento locale.

115274

2

115263 2

11049

2

TOT 10

10

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12)Numero posti senza vitto e alloggio:

13)Numero ore di servizio settimanali dei volontari, ovvero monte ore annuo:

14) Giorni di servizio a settimana dei volontari (minimo 5, massimo 6):

15) Mesi di permanenza all’estero ed eventuali particolari obblighi dei volontari

durante il periodo di servizio:

Il progetto “Caschi Bianchi Corpo Civile di Pace 2014 – Bolivia e Argentina” richiede ai volontari il servizio all’estero per un periodo di 10-11 mesi. Non ci sono particolari obblighi a cui sono soggetti i volontari, tuttavia, viste le caratteristiche del progetto e dell’ente, ai volontari viene richiesto:

rispettare usi e costumi locali;

mantenere un comportamento e uno stile di vita improntato alla sobrietà, responsabile ed collaborativo rispetto alla presenza, alla proposta educativa dell’Ente, al lavoro degli operatori in loco e nel rapporto con i destinatari e i beneficiari;

elevato spirito di adattabilità; flessibilità oraria; disponibilità ad impegni durante i fine settimana;

disponibilità a partecipare a moduli di formazione comunitaria e residenziali: prima della partenza per l’estero, tra il 5° e 6° mese di servizio, in loco e a distanza;

partecipare a un momento di verifica e valutazione del progetto nell’ultimo

mese di servizio presso la sede di gestione del Servizio Civile a Mercatino Conca (PU);

attenersi alle disposizioni impartite dai referenti dell’Associazione e/o dei

partner locali e dai loro livelli di coordinamento, osservando attentamente le indicazioni soprattutto in materia di prevenzione dei rischi sociali, ambientali, e di tutela della salute;

comunicare al proprio responsabile in loco qualsiasi tipo di spostamento al di là di quelli già programmati e previsti dal progetto;

partecipazione a situazioni di vita comunitaria;

partecipare a incontri/eventi di sensibilizzazione e di testimonianza ai temi della promozione dei diritti umani, della solidarietà internazionale e delle tematiche affrontate dal progetto durante i periodi di permanenza in Italia.

CARATTERISTICHE ORGANIZZATIVE

16) Particolari condizioni di rischio per la realizzazione del progetto connesse alla

situazione politica e sociale esistente nell’area d’intervento prescelta:

I volontari in Servizio Civile impegnati nel presente progetto, nello svolgimento del proprio servizio, sono soggetti alle seguenti condizioni di rischio:

Rischi per la sicurezza personale: sia in Argentina che in Bolivia, in particolare nei contesti urbani e suburbani sono presenti fenomeni di microcriminalità, con maggior frequenza nelle ore notturne; in Bolivia le infrastrutture stradali possono presentare tratti dissestati o mal segnalati e la

manutenzione di alcuni mezzi pubblici può essere carente.

Rischi sanitari: in Argentina non ci sono particolari rischi legati alla salute,

40

6

0

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ricordiamo solo il “dengue” come malattia endemica.

In Bolivia, invece, le strutture ospedaliere pubbliche sono generalmente carenti e le cure di una certa complessità non possono essere effettuate in loco. Le malattie endemiche nel Paese sono: il “chagas” (tripanosomiasi americana), il “dengue” (con casi anche della variante emorragica), la malaria, la febbre gialla e la “leptospirosi” nella Bolivia orientale ed amazzonica, la tubercolosi ed il tifo nella regione di Tarija; sono altresì stati riscontrati casi di colera. Si

registra un aumento di casi di influenza AH1N1 in tutti i dipartimenti territoriali boliviani e un aumento di casi di influenza AH3N2 con alcuni decessi, in particolare nel dipartimento di La Paz (città di El Alto) con il rischio latente di contagio per chi si reca nel Paese, se non vaccinato.

Rischi di ordine pubblico: in Bolivia è persistente il rischio di scioperi

imprevisti, dimostrazioni e blocchi stradali in qualsiasi parte del territorio.

17) Accorgimenti adottati per garantire i livelli minimi di sicurezza e di tutela dei

volontari a fronte dei rischi evidenziati al precedente punto 16) e di quelli

sanitari:

Al fine di garantire i livelli minimi di tutela e sicurezza dei volontari nell’ambito di tutte le sedi di attuazione del progetto l’Ente adotta alcuni protocolli e accorgimenti sia di

carattere generale che di carattere specifico in relazione alla tipologia di rischio indicati al precedente box 16. Accorgimenti di carattere generale Prima della partenza:

Registrazione dei dati relativi alla permanenza nel paese estero prima della partenza sul sito www.dovesiamonelmondo.it promosso dall’Unità di crisi del Ministero Affari Esteri Italiano.

Coordinamento del viaggio di espatrio. Il viaggio di espatrio è preventivamente concordato fra la struttura di gestione e la sede di destinazione: viene comunicata alla sede locale il giorno e l’ora di arrivo del volontario nel paese di destinazione, nonché il piano di volo previsto per il volontario.

Gli operatori dell'Associazione nel paese di destinazione si occuperanno dell’accoglienza dei volontari sin dall’arrivo presso l’aeroporto di destinazione. Per fare ciò potranno avvalersi di collaboratori locali.

Comunicazione alla Rappresentanza Diplomatica nel paese di destinazione

dei riferimenti dei volontari, oltre alla data di arrivo, i nominativi, i dati anagrafici, l’indirizzo e riferimenti dell’associazione in loco. Il rapporto di comunicazione con l’Ambasciata verrà mantenuto durante tutto il periodo di permanenza all’estero dei volontari.

Informazioni igienico-sanitarie: Prima della partenza i volontari verranno

informati delle norme di sicurezza igienico-sanitarie di base da adottare nel paese

di destinazione. Al loro arrivo nella sede estera il personale di riferimento avrà cura di ribadire tali norme e gli eventuali accorgimenti da adottare.

Vaccinazioni e profilassi ambientali: Prima della partenza i volontari verranno informati sulle indicazioni generali dell’OMS e del ministero della Salute rispetto al paese di destinazione e orientati riguardo alle procedure da seguire, eventualmente suggerendo la consultazione dei centri di Medicina del Viaggiatore sul territorio

nazionale. Considerati i rischi sanitari individuati al precedente punto 16 e la possibilità di entrare in contatto con situazioni caratterizzate da un basso livello di igiene si consiglia di effettuare vaccinazioni contro l'epatite A e B, il tetano e il tifo, nonché le vaccinazioni e/o profilassi consigliate dal Ministero della Salute e consultabili all’ indirizzo www.salute.gov.it

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Informazioni di base sulla presenza all’estero: nel corso delle prime settimane di formazione , verrà descritto ai volontari il complesso delle attività dell’ente in loco, le sedi di attuazione, gli operatori dell’associazione, collaboratori etc. Ai volontari sanno inoltre forniti alcuni elementi generali rispetto a:

- prassi generali di carattere interculturale; - norme di comportamento legate a situazioni di ordine pubblico;

- informazione e formazione sui rischi connessi all’impiego dei volontari nei progetti di servizio civile;

In loco:

Informazioni sul paese e sullo stile di presenza Il personale nel paese di

destinazione all’arrivo dei volontari li informerà su: - situazione politica del paese e del contesto locale; - informazioni di base sullo stile di presenza, in particolare rispetto agli

atteggiamenti da adottare per una gestione positiva della relazione

interculturale; - condizioni sanitarie ed igieniche specifiche del paese e della realtà locale; - informazione e formazione sui rischi connessi all’impiego dei volontari nei

progetti di servizio civile;

Accorgimenti di carattere comportamentale e logistico: tutti gli spostamenti

dei volontari vanno concordati con il personale di riferimento della sede locale. Se necessario il volontario potrà essere accompagnato da una persona con conoscenza del territorio.

Accorgimenti specifici:

Rischi per la sicurezza personale: Il personale in loco informerà i giovani sui pericolo dovuti alla microcriminalità, in particolare segnalando orari, eventuali zone di maggior rischio, comportamenti ed atteggiamenti da evitare. Saranno inoltre fornite informazioni sulle cautele da adottare se si dovesse entrare in contatto con situazioni caratterizzate da illegalità o abusi (ad es. corruzione) che devono essere tempestivamente comunicate al proprio responsabile locale.

Inoltre dai referenti locali saranno forniti i numeri di emergenza, sia delle forze

dell’ordine locali che della rappresentanza consolare Italiana, a cui rivolgersi in caso di necessità e sarà indicata ai volontari la procedura da seguire nel caso siano vittime di episodi di questo tipo. Per prevenire i rischi legati alle precarie condizioni stradali si eviteranno gli spostamenti dopo il tramonto, in particolare fuori dalla cintura urbana. Rischi sanitari: I referenti locali forniranno ai volontari le istruzioni necessarie sulle norme igienico/sanitarie da adottare e sugli accorgimenti da avere al fine di evitare

intossicazioni alimentari o di contrarre malattie. I collaboratori in loco faciliteranno l’accesso ai presidi sanitarie per gli accertamenti in caso di sospetta malaria. Saranno segnalati il personale medico di fiducia, i presidi sanitari a cui rivolgersi in caso di necessità e le farmacie a cui fare riferimento, indicando anche i numeri telefonici per le emergenze sanitarie. Rischi di ordine pubblico: Qualora si dovessero presentare tensioni tra fazioni

opposte i volontari sono tenuti a mantenere un atteggiamento neutrale tra le parti e a evitare luoghi in cui si prevedono assembramenti e dimostrazioni.

Se dovessero insorgere gravi problemi di ordine pubblico nel paese, caratterizzati da episodi di violenza, si farà riferimento alle indicazioni della Rappresentanza Diplomatica in loco, con la quale il contatto diverrà più assiduo (proporzionalmente a quanto la specifica situazione lo richieda) e con la quale si rivaluterà continuamente la situazione, definendo eventuali misure straordinarie, considerando la possibilità di

rientro in Italia per i casi più gravi. Accorgimenti rispetto ai rischi per la sicurezza personale: Il personale in loco informerà i giovani sui pericolo dovuti alla microcriminalità, in particolare segnalando orari, eventuali zone di maggior rischio, comportamenti ed atteggiamenti da evitare. Saranno inoltre fornite informazioni sulle cautele da adottare se si dovesse entrare in contatto con situazioni caratterizzate da illegalità o abusi (ad es. corruzione) che

devono essere tempestivamente comunicate al proprio responsabile locale. Inoltre dai referenti locali saranno forniti i numeri di emergenza, sia delle forze

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dell’ordine locali che della rappresentanza consolare Italiana, a cui rivolgersi in caso di

necessità e sarà indicata ai volontari la procedura da seguire nel caso siano vittime di episodi di questo tipo. Per prevenire i rischi legati alle precarie condizioni stradali si eviteranno gli spostamenti dopo il tramonto, in particolare fuori dalla cintura urbana. Accorgimenti rispetto ai rischi sanitari: I referenti locali forniranno ai volontari le

istruzioni necessarie sulle norme igienico/sanitarie da adottare e sugli accorgimenti da avere al fine di evitare intossicazioni alimentari o di contrarre malattie. I collaboratori in loco faciliteranno l’accesso ai presidi sanitarie per gli accertamenti in caso di sospetta malaria. Saranno segnalati il personale medico di fiducia, i presidi sanitari a cui rivolgersi in caso di necessità e le farmacie a cui fare riferimento, indicando anche i numeri

telefonici per le emergenze sanitarie. Accorgimenti rispetto ai rischi di ordine pubblico: Qualora si dovessero presentare tensioni tra fazioni opposte i volontari sono tenuti a mantenere un atteggiamento neutrale tra le parti e a evitare luoghi in cui si prevedono

assembramenti e dimostrazioni. Se dovessero insorgere gravi problemi di ordine pubblico nel paese, caratterizzati da

episodi di violenza, si farà riferimento alle indicazioni della Rappresentanza Diplomatica in loco, con la quale il contatto diverrà più assiduo (proporzionalmente a quanto la specifica situazione lo richieda) e con la quale si rivaluterà continuamente la situazione, definendo eventuali misure straordinarie, considerando la possibilità di rientro in Italia per i casi più gravi.

Ospedali e Strutture Sanitarie più vicine alle sedi di realizzazione del

progetto:

Paese di

realizzazione Città Struttura

sanitaria più vicina

Mezzi di trasporto Tempi di percorrenza

AR

GEN

TIN

A

Salt

a

Hospital Materno

Infantil

L’ospedale è privato, raggiungibile

in bus in circa 40 minuti ed in auto in circa 20 minuti. A disposizione del volontario c’è un mezzo privato dell’Associazione.

BO

LIV

IA

La P

az

Hospital

Sagrado Corazon de Jesus

L’ospedale è privato e raggiungibile in 10 minuti, sia con i mezzi pubblici che privati. A disposizione del volontario c’è un mezzo privato

dell’Associazione.

Hospital Boliviano Holandes

L’ospedale è privato e raggiungibile in 10 minuti, sia con i mezzi pubblici che privati. A disposizione del volontario c’è

un mezzo privato dell’Associazione.

Hospital Agramont

L’ospedale è privato e raggiungibile in 20 minuti, sia con i mezzi pubblici che privati. A disposizione del volontario c’è

un mezzo privato dell’Associazione.

Cam

iri

Clínica

Niño Jesús

Camiri

L’ospedale è privato e raggiungibile in 15 minuti. A disposizione del volontario c’è

un mezzo privato dell’Associazione.

Hospitales L’ospedale è pubblico e

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55

Municipal

de Camiri

raggiungibile in 10 minuti.

A disposizione del volontario c’è un mezzo privato dell’Associazione.

Yacu

iba

Clinica “San

Roque”

L’ospedale è privato e raggiungibile in 10 minuti. A disposizione del volontario c’è un mezzo privato dell’Associazione.

Hospital El Palmar

L’ospedale è pubblico e

raggiungibile in 20 minuti. A disposizione del volontario c’è un mezzo privato dell’Associazione.

Clinica

“Santa

Maria”

Cinica privata raggiungibile in 10 minuti.

A disposizione del volontario c’è

un mezzo privato dell’Associazione.

Clinica

Montserrat

Cinica privata raggiungibile in 10 minuti.

A disposizione del volontario c’è un mezzo privato dell’Associazione.

18) Particolari condizioni di disagio per i volontari connesse alla realizzazione del

progetto:

- Salute: i volontari possono vivere il disagio di ritrovarsi in territori in cui il contesto sanitario non è eccessivamente qualificato e le condizioni igieniche non sono sempre ottimali, in particolare a contatto con contesti di disagio.

- Comunicazioni: le comunicazioni con l’Italia possono risultare difficili, per periodi limitati, in seguito a problemi di funzionalità delle linee telefoniche, spesso a causa di fattori climatici.

- Privacy: nella quasi totalità delle strutture esistenti, si condividono gli spazi (camera, bagno ecc.) con altre persone (persone accolte, altri volontari, personale dell’Associazione, ecc), è spesso difficile riuscire a raggiungere condizioni di perfetta tranquillità.

- Stile di vita: essenzialità e sobrietà sono le prerogative del modo di vivere del personale dell’Associazione. La coerenza con questi valori è, secondo lo stile di

vita ed il pensiero dell’Associazione, una via di vicinanza e di condivisione con le persone più povere che si incontrano e un modo per mettersi in ascolto del contesto in cui si vive. Non significa vivere privandosi del soddisfacimento dei bisogni basilari bensì del superfluo. In particolare si richiede sobrietà per quanto riguarda l’uso di alcool,

soprattutto per i volontari che prestano servizio in comunità terapeutiche,

pronte accoglienze per minori e adulti che provengono dalla strada e che quindi potrebbe essere usuari di sostanze e alcool. Parlare di sobrietà implica un’attenzione maggiore alla gestione del tempo libero ( soprattutto per quanto riguarda i viaggi).

- Contesto: possono vivere il disagio di ritrovarsi in contesti territoriali, soprattutto urbani, con presenza di microcriminalità e violenza. Questo può

comportare la necessità di rispettare orari per il rientro la sera e di evitare certe zone della città o del paese particolarmente pericolosi. Inoltre condizioni climatiche particolarmente avverse possono, in certe situazioni, ostacolare e ridurre temporaneamente le attività previste dal progetto.

- Relazioni: i volontari possono vivere il disagio di ritrovarsi immersi in una

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realtà totalmente nuova per loro e non avere le giuste coordinate per

comprenderla, per capire come relazionarsi e comportarsi. Il disagio può derivare: dalla non conoscenza della lingua straniera, dalla necessità di interagire con una cultura diversa e a volte difficile da comprendere, dalla difficoltà di lavoro con gruppi di destinatari specifici. Queste difficoltà di tipo relazionale/comunicativo possono essere mitigate dalla presenza di operatori locali che parlano italiano e che possono fungere da mediatori tra le diverse

culture e i diversi ruoli. Altra difficoltà può essere quella di dover mantenere un ruolo educativo, che presuppone un equilibrio tra empatia con i destinatari del progetto e nello stesso tempo una giusta distanza.

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19) Sede/i di attuazione del progetto di appoggio in Italia ed Operatori Locali di Progetto:

N.

Sede di

attuazione del

progetto

Comune Indirizzo Cod. ident.

sede

N. vol.

per sede

Nominativi degli Operatori Locali di Progetto

Cognome e nome Data di nascita C.F.

1

2

3

4

5

6

7

8

9

10

11

12

13

14

15

16

17

18

19

20

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58

20) Sede/i di attuazione del progetto all’estero ed ente/i partners:

N. Ente che ha presentato il

progetto Paese estero Città

Cod. ident.

sede

N. vol.

per sede Ente partner paese estero

Personale di riferimento sede

estera (cognome e nome)

1

2

3

4

5

6

7

8

9

10

11

12

13

14

15

16

17

18

19

20

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59

21) Modalità di comunicazione della presenza dei volontari all’autorità consolare o

diplomatica italiana presso il paese in cui si realizza il progetto:

La struttura di gestione per il servizio civile procederà alla registrazione dei volontari all’interno del portale del Ministero degli Affari Esteri e dall’ Unità di Crisi,

www.dovesiamonelmondo.it, segnalando la presenza nel paese estero nonché i periodi di espatrio dal paese estero.

Comunicazione alla Rappresentanza Diplomatica: Prima dell’espatrio la struttura di gestione invia comunicazione, tramite fax o posta elettronica alle

Ambasciate italiane dell’arrivo dei volontari in servizio civile. Il rapporto di comunicazione con l’Ambasciata verrà mantenuto durante tutto il periodo di permanenza all’estero dei volontari, anche in occasione di rientri in Italia o spostamenti fuori dal paese di realizzazione del progetto (che si possono rendere necessari in alcune circostanze per il rinnovi dei visti, o durante i permessi).

22) Modalità di collegamento e comunicazione con la sede italiana dell’ente

proponente il progetto assicurata ai volontari:

Per ciascuna delle sedi previste dal presente progetto è prevista e garantita la possibilità per i giovani volontari di comunicare con la sede centrale di gestione del

Servizio Civile per l’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII in Italia attraverso i seguenti mezzi di comunicazione: e-mail ([email protected]), telefono (+39.0541.972477), fax (+39.0541.972466), skype. I volontari sono inoltre invitati a dotarsi di una scheda telefonica per cellulari così da poter garantire la comunicazione con la sede dell’Ente in Italia e con i familiari, anche in caso di allontanamento del volontario dalla sede di attuazione del progetto. Gli Enti prevedono inoltre una figura di tutoraggio in Italia che accompagnerà i volontari

durante la formazione in Italia e farà da ulteriore riferimento e accompagnamento durante la permanenza all’Estero. La comunicazione tra la sede dell’ Ente in Italia e le sedi di attuazione del progetto avviene regolarmente a cadenza quindicinale. Nell’eventualità in cui nella sede estera si

verifichino situazioni di particolari disagio o di rischio le comunicazioni verranno intensificate di conseguenza.

23) Modalità e tempi di eventuali rientri in Italia dei volontari durante il periodo di

permanenza all’estero:

Il progetto “Caschi Bianchi Corpo Civile di Pace 2014 – Bolivia e Argentina” prevede la

permanenza all’estero dei volontari per circa 10-11 mesi. L’espatrio è previsto dopo circa un mese dall’ avvio del progetto. E’ altresì prevista, tra il 5° e 6° mese di servizio, la realizzazione della formazione intermedia, utile anche alla valutazione dell’andamento del progetto. Tale formazione potrà realizzarsi in Italia o presso una delle sedi dell’ente scelte fra quelle a progetto o fra quelle dei progetti che si realizzano nel medesimo continente. La possibilità di ulteriori rientri in Italia potrà essere presa in considerazione al

verificarsi di una o più dei seguenti avvenimenti:

problemi legati al progetto (valutazione straordinaria dell’andamento del progetto);

problemi disciplinari (verifica straordinaria dell’andamento del servizio del volontario);

problemi legati al visto di permanenza nella sede estera;

motivi familiari e/o di salute. In qualunque situazione comunque, il rientro sarà concordato tra il volontario, il personale di riferimento e la struttura di gestione del Servizio Civile.

Nel complesso sono previsti 3 periodi di permanenza in Italia :

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1- prima dell’ espatrio della durata di circa 1 mese;

2- tra 5° e 6° mese di servizio della durata di circa 10 giorni; 3- durante l’ultimo mese di servizio della durata di 1 settimana circa per il momento di verifica e valutazione finale del progetto.

Tempi di realizzazione del progetto

- Avvio del servizio civile - Formazione generale dei Caschi Bianchi (1 settimana) - Formazione specifica dei Caschi Bianchi (10 giorni) - Periodo formativo di addestramento presso la sede di appoggio(1 settimana) - Partenza per il paese estero di destinazione all’inizio del 2°mese di servizio; - Formazione specifica intermedia tra 5° e 6° mese di servizio; - Rientro in Italia durante l’ultimo mese di servizio;

24) Eventuale assicurazione integrativa a copertura dei rischi indicati alla precedente

voce 16):

NO

25) Eventuali attività di promozione e sensibilizzazione del servizio civile nazionale:

L’Associazione Papa Giovanni XXIII da più di 30 anni investe le proprie risorse nella promozione e gestione di progetti di servizio civile, prima ai sensi delle leggi 772/72 e 230/98 oggi come Servizio Civile Nazionale, sia in Italia che all’estero. Per questa ragione, credendo profondamente nel valore Universale del servizio civile e cosci dell’apporto che produce di a livello sociale che formativo -culturale, si ritiene che la promozione e la sensibilizzazione non debbano essere limitate al singolo progetto o

strettamente all’arco di emanazione e scadenza del bando, ma siano permanenti e debbano realizzarsi trasversalmente ad ogni attività dell’Ente. L’Ente si è dotata da diversi anni di un ufficio centrale con ramificazioni territoriali,

laddove è presente che espleta anche la funzione di struttura di gestione per il Servizio Civile. Nel corso di tutto l’anno è attivo uno sportello informativo centralizzato che riceve richieste di partecipazione ed informazione rispetto al Servizio civile e relativi progetti da parte di

giovani interessati o semplicemente curiosi, che possono disporre anche di un numero verde dedicato che a tal fine è stato attivato. Durante tutto l’anno l’ente partecipa e promuove azioni di sensibilizzazione, discussione, elaborazione riguardanti i vari aspetti del SCN. Lo strumento privilegiato per le attività di promozione e sensibilizzazione dell’ente è la partecipazione diretta dei volontari in servizio civile tramite la loro presenza e la testimonianza come strumento di apprendimento, scoperta in una prospettiva didattica

attiva, operativa ed immediata. Il piano di promozione è pertanto composto da un monte ore dedicato alla promozione e sensibilizzazione del Servizio Civile nel suo complesso ed un secondo monte ore dedicato alla promozione del singolo progetto. Alla somma di questi , riportati nella tabella seguente, si dovrebbero aggiungere una serie di attività , non quantificabili che comunque concorrono

alla realizzazione del piano di promozione.

Totale ore espressamente dedicate alla promozione e sensibilizzazione del Servizio Civile Nazionale

A= 30h

Totale ore espressamente dedicate alla promozione e sensibilizzazione del progetto “Caschi Bianchi Corpo Civile di Pace 2014 – Bolivia e

Argentina”

B= 50h

Attività di promozione e pubblicizzazione non quantificabili in ore C

TOTALE ORE PROMOZIONE E SENSIBILIZZAZIONE A+B= 80h

Alle suddette 80h ore bisogna aggiungere una serie di attività difficilmente misurabili e quantificabili ma che ai fini della promozione e sensibilizzazione rivestono, secondo noi, un elevato grado di rilevanza. Di seguito si riporta in dettaglio l’elenco delle azioni/attività:

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EVENTO – AZIONE – ATTIVITA’ N.

ORE

A

Banchetto in occasione della “Tre Giorni Generale”

dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, che si svolge a cadenza annuale ed ha rilevanza internazionale, a cui partecipano tutte le zone periferiche dell’associazione. I volontari in servizio civile collaborano alla gestione del banchetto.

10h

Collaborazione fissa con il mensile ”Sempre” attraverso la

rubrica “Frontiere di Pace”, redatta a cura del Servizio Obiezione di Coscienza e pace dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII che presenta testimonianze (e illustra i relativi contesti e progetti dove operano) di volontari in servizio civile nazionale sia in Italia che all’estero.

10h

Interventi in qualità di relatori o testimonianze di volontari ed

ex volontari in incontri pubblici e seminari, banchetti in

numerose manifestazioni nazionali, sportello informativo telefonico, ecc.

10h

TOTALE ORE QUANTIFICABILI 30h

B

EVENTO – AZIONE – ATTIVITA’ Quantificabili in ore N. ORE

Realizzazione infodays e giornate di orientamento 20h

Colloqui di orientamento con giovani interessati 30h

TOTALE ORE QUANTIFICABILI 50h

C

EVENTI – AZIONI – ATTIVITA’ NON QUANTIFICABILI

Attivazione di un numero verde per far fronte alle richieste telefoniche dei giovani interessati: 800 913 596

Partecipazione ad eventi pubblici e privati di promozione e sensibilizzazione a livello nazionale.

Invio, tramite mail massiva, di materiale promozionale ad indirizzi privati acquistati da aziende specializzate in riferimento al target giovani

del territorio.

Pubblicizzazione del progetto Promozione su siti web: www.apg23.org www.odcpace.org www.antennedipace.org

Newsletters a: Gruppi scout a livello nazionale Informagiovani del territorio nazionale Centri missionari diocesani d’Italia Giovani tra i 18 e i 28 anni sul territorio nazionale Promozione con inserti su riviste/quotidiani:

Mensile “Sempre” Affissione e/o diffusione di materiale promozionale presso i canali informativi dei relativi partner: - Redattore Sociale srl - FUGAR Produzione

- Associazione Sin Fronteras Onlus - Associazione ADUSU di Padova

- Università Carlo Bo di Urbino

Stampa e diffusione volantini (n° copie: 500) e manifesti (n° copie:50) sul servizio civile nazionale volontario e sul progetto specifico, che viene messo a disposizione presso tutte le sedi periferiche dell’Ente, e diffuso attraverso gli enti che hanno sottoscritto partnership inerenti la promozione del servizio civile dell’ente.

TOTALE ORE (A+B) = 80h

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62

26) Criteri e modalità di selezione dei volontari:

Si rinvia al sistema di reclutamento e selezione presentato dall’ Ente associazione Comunità Papa Giovanni XXIII in sede di accreditamento

27) Ricorso a sistemi di selezione verificati in sede di accreditamento (eventuale

indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio):

SI ASSOCIAZIONE COMUNITA’ PAPA GIOVANNI XXIII

28) Piano di monitoraggio interno per la valutazione dell’andamento delle attività del

progetto:

Si rinvia al sistema di monitoraggio presentato dall’ Ente associazione Comunità Papa

Giovanni XXIII in sede di accreditamento

29) Ricorso a sistemi di monitoraggio verificati in sede di accreditamento (eventuale

indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio):

SI ASSOCIAZIONE COMUNITA’ PAPA GIOVANNI XXIII

30) Eventuali requisiti richiesti ai canditati per la partecipazione al progetto oltre

quelli richiesti dalla legge 6 marzo 2001, n. 64:

Oltre ai requisiti richiesti dalla legge 6 marzo 2001, n.64, possono essere requisiti funzionali ed utili al progetto:

Interesse verso attività di assistenza, educazione, animazione, microcredito,

lavoro di gruppo, microsviluppo economico, tutela dei diritti umani in Italia ed

all’ estero;

impegno a rendere pubblica l’esperienza derivante dal progetto di servizio civile e a lavorare per la sensibilizzazione del territorio di provenienza sia durante il periodo di formazione in Italia che durante la permanenza all’estero;

disponibilità a trascorrere un ampio periodo di tempo all’estero (10 – 11 mesi) con un solo rientro intermedio;

interesse per i temi della solidarietà internazionale e della pace;

volontà e desiderio di sperimentare concretamente la solidarietà e la condivisione con fasce di popolazione particolarmente svantaggiate e vulnerabili;

desiderio di sperimentare modalità concrete di azione e difesa nonviolenta;

interesse per percorsi a carattere formativo e di crescita individuale;

desiderio di interazione costruttiva con chi è portatore di differenze culturali;

volontà e capacità di lavorare in modo cooperativo, in gruppo ed in rete con altri soggetti;

minima conoscenza della lingua spagnola;

disponibilità ad apprendere la lingua del paese dove è ubicata la sede prescelta

ed eventualmente a frequentare corsi di lingua;

disponibilità a sottoporsi alle previste profilassi mediche;

disponibilità ad attenersi alle misure di sicurezza adottate dall’Ente, a rispettare

gli orari stabiliti dall’OLP di riferimento per le uscite, e a comunicare gli

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spostamenti, soprattutto per quelle sedi in cui è presente un alto tasso di

delinquenza.

31) Eventuali risorse finanziarie aggiuntive destinate in modo specifico alla

realizzazione del progetto:

Il progetto prevede l’impiego di risorse finanziarie aggiuntive destinate alle attività del progetto elencate nei punti 9.1 e alle risorse tecniche previste alla voce 33 sia per gli obiettivi trasversali che per quelli specifici per i paesi. Si ricorda che a tutti i volontari in servizio civile, per la partecipazione della formazione specifica, in località diverse da quella di residenza vengono rimborsate le spese di trasporto effettuate con mezzi pubblici. L’ente inoltre investe nelle attività di tutoraggio dei volontari in quanto ritiene questa figura particolarmente importante per il buon

andamento del servizio. Il tutor infatti coordina e segue la logistica dei momenti formativi specifici e monitora il percorso di servizio civile del volontario all’estero, attraverso una relazione costante con quest’ultimo e un rapporto costante con l’operatore locale di progetto all’estero.

Le risorse sono state suddivise, per voci di spesa generali, per obiettivi trasversali e per obiettivi specifici.

Le prime sono riferite alle azioni di promozione, all’organizzazione della formazione specifica(secondo quanto previsto ai punti 43-49), al tutoraggio a distanza per qualificare l’andamento del servizio. Le seconde riguardano spese aggiuntive per il raggiungimento degli obiettivi trasversali previsti dal progetto e fra questi i costi derivanti dalle risorse strumentali previste al

successivo punto 33. Le ultime fanno riferimento alle spese (e alle relative risorse) aggiuntive per il raggiungimento degli obiettivi specifici.

VOCI DI SPESA GENERALI

Funzione Descrizione Quantità

Promozione

Spese sostenute per la promozione del progetto,

attraverso la stampa di manifesti, volantini, spazi internet.

300€

Spese di viaggio per la realizzazione di incontri e momenti informativi sul progetto

300€

Formazione specifica

Affitto locali Tutto il complesso per le spese di affitto di strutture ad hoc per la formazione specifica dei volontari, oltre alle spese di utilizzo dei locali dell’Associazione.

900€

Esperti Spese per compenso a docenti esperti in specifiche tematiche previste nella formazione specifica

500€

Materiali Spese per abbonamenti a riviste, per acquisto

di tutto il materiale di documentazione messo a

disposizione dei volontari nel corso della formazione.

150€

Spostamenti volontari

Nel corso della prima parte del servizio civile, i volontari svolgono la formazione in Italia.

Questa formazione è divisa in: un periodo di formazione generale di gruppo iniziale; un periodo di formazione specifica in gruppi di lavoro e un periodo di addestramento presso varie sedi dell’associazione sul territorio italiano. Si prevede inoltre un periodi formazione intermedia tra 5° e 6° mese ed un momento di

valutazione e chiusura dell’esperienza nel corso dell’ultimo mese. I volontari sostengono

1500€

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nell’arco dell’anno alcuni viaggi sul territorio

nazionale.

Tutoraggio a distanza

Personale dedicato

Spese per il personale espressamente dedicato al tutoraggio a distanza dei volontari all’ estero e spese viaggio per la realizzazione di incontri in presenza utili alla verifica dell’andamento del progetto e del servizio dei volontari.

5000€

Costi tecnici telefono, connessione, abbonamento skype 100€

TOTALE RISORSE FINANZIARIE AGGIUNTIVE A 8750€

VOCI DI SPESA SPECIFICHE LEGATE AGLI OBIETTIVI TRASVERSALI

OBIETTIVO 1 –TRASVERSALE Incrementare la realizzazione e la diffusione di materiale informativo attraverso il

sito www.antennedipace.org e gli strumenti informativi ad esso collegati utili a sensibilizzare la società civile italiana sulle conflittualità sociali presenti nei paesi di destinazione del progetto.

AZIONI– Attività RISORSE FINANZIARIE AGGIUNTIVE

Descrizione Quantità

Azione 1 - COSTRUZIONE BACINO DI ATTENZIONE

1.1. Attività di censimento e contatto dei media

tradizionali e non presenti nel territorio

di provenienza dei volontari

Spesa per viaggi ed eventuale supporto da parte di personale esperto nell’individuazione dei media

Spesa per acquisto o mantenimento strumentazione informatiche e materiale di cancelleria

300€

1.2. Invio di informazioni prodotte dai volontari

e realizzazione di interviste coi contatti

censiti

Spesa per personale per elaborazione comunicati stampa

ovvero testi esplicativi Spesa per acquisto o mantenimento strumentazione informatiche e materiale di cancelleria

200€

1.3. Realizzazione di testimonianze

sull’esperienza all’ estero

Spese di viaggio per il raggiungimento dei luoghi per le interviste

400€

Azione 2 – FORMAZIONE

2.1. Modulo formativo:

introduzione al mondo dell’informazione

2.2. produrre informazione al tempo del web 2.0

Spesa per personale esperto sul tema dell’ informazione e sull’utilizzo strategico dei mezzi

di ripresa e di produzione e relativo materiale di consumo

Spesa per acquisto o mantenimento strumentazione informatiche e materiale di cancelleria

200€

2.3. Confronto periodico con la Redazione e con i tutor di

riferimento

Spesa per personale espressamente dedicato alla redazione del materiale di

informazione prodotta dai volontari

1000€

2.4 Approfondimento del contesto politico, socio-

Spese per materiale di approfondimento

150€

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65

economico

Azione 3 - ATTIVITA’ EDITORIALE

3.1 Selezione delle tematiche Spesa per personale espressamente dedicato alla redazione del materiale di informazione prodotta dai volontari Spese per materiale di

approfondimento Spesa per acquisto o mantenimento strumentazione informatiche e materiale di cancelleria

1000€

3.2 Raccolta di articoli, report, gallerie fotografiche e

video

3.3. Confronto con la Redazione

3.5.Pubblicazione e

produzione multimediale sul sito www.anntennedipace.org

e valorizzazione su social media e canali digitali

Spese per mantenimento e/o

aggiornamento tecnico del sito www.antennedipace.org e produzioni multimediali Spesa per acquisto o

mantenimento strumentazione informatiche e materiale di cancelleria

150€

TOTALE RISORSE FINANZIARIE AGGIUNTIVE B 3400€

OBIETTIVO 2 –TRASVERSALE Realizzare un report sul grado di affermazione dei Diritti umani fondamentali, a partire da casi concreti e storie di persone nei diversi contesti in cui viene attuato il progetto, utile ad approfondire la conoscenza del contesto e di individuare

eventuali nuove priorità di intervento.

AZIONI– Attività RISORSE FINANZIARIE AGGIUNTIVE

Descrizione quantità

Azione 1 - ANALISI DEL MATERIALE IN ESSERE

1.1.Illustrazione del percorso e materiale prodotto col

precedente progetto

Spese di viaggio necessarie alla realizzazione degli incontri necessari coi soggetti coinvolti nella definizione dell’ ambito di indagine

200€

1.2.aggiornamento della situazione

Spese di viaggio necessarie alla realizzazione degli incontri necessari coi soggetti coinvolti nella definizione dell’ ambito di indagine *spese per docenti esperte già

attribuite nelle voci di spesa generali

300€

Azione 2 – SELEZIONE DEI TEMI E DEI FORMATI

2.1. definizione delle priorità tematiche

Spese di viaggio ed organizzative necessarie ad incontri col personale coinvolto

100€

2.2. Definizione dei formati

Azione 3 – INTERVISTE E

REDAZIONE

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66

3.1. Individuazione dei

soggetti da intervistare 3.2. realizzazione delle

interviste

Spese di viaggio ed organizzative necessarie alla realizzazione Spese per personale espressamente dedicato

200€

3.3 Redazione dell’ elaborato finale

Azione 4– PUBBLICAZIONE

4.1. Pubblicazione elaborato finale

Personale espressamente dedicato alla pubblicazione.

Spese di viaggio necessarie alla realizzazione di incontri con gli enti che costituiscono la rete di sostegno alle attività per quanto attiene la condivisione dell’elaborato finale.

Costi tecnici necessari alla pubblicazione ( grafica, ISBN,etc)

300€

TOTALE RISORSE FINANZIARIE AGGIUNTIVE C 1100

VOCI DI SPESA SPECIFICHE LEGATE AGLI OBIETTIVI SPECIFICI

OBIETTIVO SPECIFICO 1 – ARGENTINA: Potenziare e qualificare gli interventi socio-educativi e di sostegno scolastico del Centro Diurno “Divino Niño Jesus” rivolti ai circa 30 minori del quartiere periferico di Limache con l’obiettivo della promozione dello studio, della

crescita culturale, della socializzazione e della diffusione del senso civico attraverso la cultura della legalità e l’attuazione dei principi di solidarietà.

AZIONI-Attività RISORSE FINANZIARIE AGGIUNTIVE

AZIONE 1 Implementazione

delle attività

1.1. Pianificazione e programmazione delle attività

Ufficio attrezzato, connessione internet Adsl, telefoni, 4 stampanti e 4 computer; quota carburante; materiale di cancelleria.

150€

200€ 100€

1.2. Attività educative materiale didattico e di cancelleria; materiale informatico.

300€

300 €

1.3. Attività laboratoriali e di

sviluppo delle capacità

quota carburante;

materiale igienico di facile consumo; materiale di riciclo; affitto degli spazi individuati per i laboratori.

200€

100€

300€ 400€

1.4. Attività ludico-ricreative quota carburante; materiale ricreativo (palloni, giochi in scatola, ecc.); TV e lettore DVD ecc.

200€ 150€

100€

1.5. Attività di gestione e amministrazione

Ufficio attrezzato, connessione internet Adsl, telefoni, 4 stampanti e 4 computer; materiale di cancelleria.

200€

100€

1.6. Lavoro d’equipe Ufficio attrezzato,

connessione internet Adsl, telefoni, 4 stampanti e 4 computer;

150€

100€€

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67

materiale di cancelleria.

AZIONE 2 Implementazione delle attività di visita e sostegno alle famiglie in

difficoltà

2.1. Realizzazione delle visite domiciliari con cadenza settimanale

quota carburante; materiale di cancelleria.

200€ 250 €

2.2. Raccolta di informazioni e bisogni

materiale di cancelleria 150€

2.3 Sostegno alle famiglie in difficoltà

quota carburante; medicinali e beni sanitari; beni alimentari di prima necessità.

400€ 400€

300€

AZIONE 3 Valutazione delle attività

3.1. Valutazione dell’andamento delle attività

Ufficio attrezzato, connessione internet

Adsl, telefoni, 4 stampanti e 4 computer;

materiale di cancelleria.

100€

100€

3.2. Revisione delle attività pregresse e riprogettazione

Ufficio attrezzato, connessione internet Adsl, telefoni, 4 stampanti e 4 computer;

materiale di cancelleria.

200€

150€

TOTALE RISORSE FINANZIARIE AGGIUNTIVE D 5200€

OBIETTIVO SPECIFICO 1 - BOLIVIA Potenziare e qualificare gli interventi socio-educativi e di sostegno scolastico rivolti ai circa 170 minori inseriti nei Centri “Comedor” a La Paz, “Alvernia” a Camiri e “Angel de la Guarda” a Yacuiba con l’obiettivo di togliere i minori dalla strada puntando alla promozione dello studio, allo sviluppo delle capacità

personali e favorendo un uso creativo del tempo libero.

AZIONI-Attività RISORSE FINANZIARIE AGGIUNTIVE

AZIONE 1 Implementazione delle attività

1.1. Pianificazione e programmazione delle attività

Ufficio attrezzato, connessione internet Adsl, telefoni, 6 stampanti e 6 computer; materiale di cancelleria; quota carburante.

300 €

300 € 600 €

1.2. Attività educative materiale didattico e di cancelleria; materiale informatico.

400 €

700 €

1.3. Attività laboratoriali e di

sviluppo delle capacità

quota carburante;

materiale igienico di facile consumo; materiale di riciclaggio;

affitto degli spazi individuati per i laboratori.

600 €

400 €

600 €

1.000 €

1.4. Attività ludico-ricreative quota carburante; materiale ricreativo (palloni, giochi in scatola, ecc.); TV e lettore DVD ecc.

600 € 400 €

300 €

1.5. Attività di gestione e amministrazione

Ufficio attrezzato, connessione internet Adsl, telefoni, 6 stampanti e 6 computer; materiale di cancelleria.

500 €

300 €

1.6. Lavoro d’equipe Ufficio attrezzato, 300 €

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68

connessione internet

Adsl, telefoni, 6 stampanti e 6 computer; materiale di cancelleria.

300 €

AZIONE 2 Implementazione delle attività di visita e sostegno alle famiglie in difficoltà

2.1. Realizzazione delle visite domiciliari con cadenza settimanale

quota carburante; materiale di cancelleria.

800 € 200 €

2.2. Raccolta di informazioni e bisogni

materiale di cancelleria 300 €

2.3 Sostegno alle famiglie in difficoltà

quota carburante; medicinali e beni sanitari;

beni alimentari di prima necessità.

600 € 1.000 €

1.000 €

AZIONE 3 Valutazione delle

attività

3.1. Valutazione dell’andamento

delle attività

Ufficio attrezzato,

connessione internet Adsl, telefoni, 6 stampanti e 6 computer; materiale di cancelleria.

500 €

200 €

3.2. Revisione delle attività

pregresse e riprogettazione

Ufficio attrezzato,

connessione internet Adsl, telefoni, 6 stampanti e 6 computer; materiale di cancelleria.

500 €

200 €

TOTALE RISORSE FINANZIARIE AGGIUNTIVE E 12000 €

OBIETTIVO SPECIFICO 2 - BOLIVIA: Contrastare il fenomeno dell’uso e abuso di sostanze legali e illegali elaborando

attività di informazione e prevenzione e offrendo un percorso qualificato di

riabilitazione e reintegrazione dei giovani con queste problematiche nei distretti di La Paz, Santa Cruz e Tarija.

AZIONI-Attività RISORSE FINANZIARIE AGGIUNTIVE

AZIONE 1 Accoglienza nelle strutture terapeutiche dell’Ente

1.1. Gestione delle richieste di accoglienza

quota carburante Ufficio attrezzato, connessione internet Adsl, telefoni, 6 stampanti e 6 computer;

materiale di cancelleria.

400€

300€

200€

1.2. Inserimento in struttura terapeutica

Stanze attrezzate all’accoglienza dei destinatari; materiale di cancelleria.

600€

400€

1.3. Controlli igienico-sanitari quota carburante 500€

AZIONE 2 Attività volte alla riabilitazione della persona

2.1. Pianificazione ed organizzazione delle attività

Ufficio attrezzato, connessione internet Adsl, telefoni, 6

stampanti e 6 computer; materiale di cancelleria.

300€

300€

2.2. Incontri di confronto individuali, di gruppo e con l’equipe

materiale di cancelleria; Spazi allestiti (tavoli, sedie, lavagne, ecc.) per gli incontri

terapeutici.

300€

600€

2.3. Attività formative-occupazionali

legname di vario genere; stoffe e tessuti; materiali di riciclo; quota carburante

600€ 400€ 300€ 400€

2.4. Attività educative e di accompagnamento

quota carburante; Materiale igienico sanitario di

400€

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69

facile consumo (carta igienica,

guanti monouso, ecc.); derrate alimentari per laboratori di trasformazione e conservazione dei cibi.

300€

400€

2.5. Attività sportive e ricreative materiale ricreativo (palloni, giochi in scatola, ecc.); quota carburante.

300€

500€

2.6. Incontri mensili di sostegno alle famiglie

quota carburante

materiale di cancelleria.

400€

150€

2.8. Lavoro d’equipe Ufficio attrezzato, connessione internet Adsl, telefoni, 6 stampanti e 6 computer; materiale di cancelleria.

500€

150€

AZIONE 3 Realizzazione di incontri di prevenzione e

sensibilizzazione nelle scuole e nelle realtà giovanili di La Paz, Camiri e Yacuiba.

3.1. Programmazione delle attività di sensibilizzazione e prevenzione

Ufficio attrezzato, connessione internet Adsl, telefoni, 6 stampanti e 6 computer; materiale di cancelleria.

200€

150€

3.2. Promozione dei percorsi di prevenzione delle dipendenze

quota carburante Ufficio attrezzato, connessione

internet Adsl, telefoni, 6 stampanti e 6 computer;

materiale di cancelleria; Materiale promozionale (volantini, brochure informative, ecc.)

300€

300€ 150€

300€

3.3. Realizzazione dei percorsi di

prevenzione delle dipendenze

Materiale didattico,

funzionale agli incontri formativi; Allestimento delle sale adibite ai percorsi formativi.

200€

200€

3.4. Verifica delle attività e riprogettazione

Ufficio attrezzato, connessione internet Adsl, telefoni, 6 stampanti e 6 computer; materiale di cancelleria.

150€

150 €

TOTALE RISORSE FINANZIARIE AGGIUNTIVE F 10950 €

OBIETTIVO SPECIFICO 3 – BOLIVIA: Potenziare e qualificare i servizi di monitoraggio, orientamento, sostegno e accoglienza a bassa soglia delle circa 260 persone seguite dall’Ente che vivono in strada a La Paz, El Alto e Yacuiba, valorizzando sia la funzione di aggancio

di questi servizi, ovvero di intervento precoce verso la marginalità, che quella di snodo tra “strada” e servizi di riabilitazione e di cura.

AZIONI-Attività RISORSE FINANZIARIE AGGIUNTIVE

AZIONE 1 Incremento delle attività delle strutture-Dormitorio a La Paz e a Yacuiba

1.1. Attività di gestione e amministrazione

Quota carburante Ufficio attrezzato, connessione internet Adsl, telefoni, 2 stampanti e 2 computer; materiale di cancelleria.

500€

300€ 200€

1.2. Attività educative e di accompagnamento

Materiale igienico sanitario di facile consumo (dentifricio,

800€

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70

spazzolino, sapone, ecc.);

1.3. Attività ricreative Quota carburante; 6 DVD e 6 TV.

600€ 600€

1.4. Verifica degli interventi Ufficio attrezzato, connessione internet Adsl, telefoni, 2 stampanti e 2 computer; materiale di cancelleria.

250€

150€

AZIONE 2 – Attività di sostegno

individualizzato

2.1. Gestione delle “situazione specifiche”

materiale di cancelleria; Spazi allestiti (letti, spazi comuni, ecc.) volti all’accoglienza;

quota carburante.

150€ 900 €

400€

2.2. Elaborazione di progetti individualizzati di sostegno

Quota carburante Ufficio attrezzato e

materiale di cancelleria;

400€ 400€

2.3. Realizzazione di attività di

sostegno

Materiale didattico, per

giornate di sostegno terapeutico; quota carburante; allestimento di alloggi per l’accoglienza (letti, sedie, tavoli, ecc.).

100€

300€

800 €

2.4. Verifica delle attività di sostegno

Ufficio attrezzato, connessione internet Adsl, telefoni, 2 stampanti e 2 computer; materiale di cancelleria.

200€

100€

AZIONE 3 – Incremento degli interventi Unità di Strada a El Alto e a Yacuiba

3.1. Pianificazione ed organizzazione delle attività

Ufficio attrezzato, connessione internet Adsl, telefoni, 2

stampanti e 2 computer; materiale di cancelleria.

200€

100€

3.2. Intervento Unità di Strada Quota carburante; beni alimentari (thè, latte, pane, ecc.);

materiale di cancelleria.

600€

1.000€

150€

3.3. Operazione di mappatura del territorio ed aggiornamento del bisogno

Quota carburante; Materiale di cancelleria; Ufficio attrezzato, connessione internet Adsl, telefoni, 2

stampanti e 2 computer;

450€ 150€

200€

TOTALE RISORSE FINANZIARIE AGGIUNTIVE G 10000 €

TOTALE RISORSE FINANZIARIE A+B+C+D+E+F+G 51.400€

32) Eventuali reti a sostegno del progetto (copromotori e/o partners):

PARTNER PROFIT FUGAR PRODUZIONE S.p.A. Azienda del Riminese dedicata alla produzione macchinari, attrezzature, minuterie e semilavorati per le pasticcerie e gelaterie.

Collaborazione con il progetto supportando le seguenti attività dell’obiettivo specifico 2 Bolivia: Azione 2 – ATTIVITA’ VOLTE ALLA RIABILITAZIONE DELLA PERSONA

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71

Attività 2.7 –Attività di inserimento protetto attraverso laboratori di pasticceria e

gelateria artigianale REDATTORE SOCIALE s.r.l collabora alla realizzazione di quanto previsto dall’obiettivo trasversale 1 supportando: Azione 3 - ATTIVITA’ EDITORIALE Attività 3.6 Divulgazione e valorizzazione dei contenuti prodotti su social media e nuovi

canali digitali Attraverso: la collaborazione nell’ elaborazione di strategie e strumenti utili al potenziamento della presenza dei contenuti prodotti dai volontari e presenti nel sito www.antennedipace.org sui social media, valorizzando e divulgando i contenuti prodotti, promuovendone la diffusione anche attraverso nuove piattaforme digitali.

PARTNER NO-PROFIT Associazione ADUSU di Padova collabora alla realizzazione di quanto previsto dall’obiettivo trasversale 2 supportando:

Azione 2 – SELEZIONE DEI TEMI E DEI FORMATI Attività 2.1. definizione delle priorità tematiche

Attività 2.2. definizione dei formati Attraverso: La collaborazione nell’ individuazione delle priorità tematiche, per ciascun progetto e territorio in cui si realizza, che entreranno a far parte delle situazioni illustrate nel report conclusivo ASSOCIAZIONE “SIN FRONTERAS” ONLUS

L’Associazione “Sin Fronteras” collabora con il progetto attraverso: - il sostegno alle attività assistenziali della Comunità terapeutica “Renacer a la

vida” di Yacuiba attraverso la partecipazione alle spese mediche e alimentari; - la messa a disposizione della struttura per lo svolgimento delle attività socio –

educative del centro per minori “Angel de la Guarda”, attraverso il pagamento del canone di locazione.

UNIVERSITA’ Università Carlo Bo di Urbino, collabora alla realizzazione di quanto previsto dall’obiettivo trasversale 1 supportando: Azione 3 - ATTIVITA’ EDITORIALE Attività 3.6 Divulgazione e valorizzazione dei contenuti prodotti su social media e nuovi

canali digitali Attraverso: la collaborazione nell’ elaborazione di strategie e strumenti utili al potenziamento della presenza dei contenuti prodotti dai volontari e presenti nel sito www.antennedipace.org sui social media, valorizzando e divulgando i contenuti prodotti, promuovendone la diffusione anche attraverso nuove piattaforme digitali.

E di quanto previsto dall’ obiettivo trasversale 2 supportando: Azione 2 – SELEZIONE DEI TEMI E DEI FORMATI Attività 2.1. definizione delle priorità tematiche

Attività 2.2. definizione dei formati Attraverso: La collaborazione nell’ individuazione delle priorità tematiche, per ciascun progetto e

territorio in cui si realizza, che entreranno a far parte delle situazioni illustrate nel report conclusivo. La collaborazione alla progettazione e predisposizione di uno o più formati di riferimento utili alla raccolta delle storie ed all’ elaborazione del Rapporto conclusivo relativo alle violazioni di diritti umani riscontrate nei luoghi dove si realizza il progetto.

33) Risorse tecniche e strumentali necessarie per l’attuazione del progetto:

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72

Risorse tecnico strumentali legate agli obiettivi trasversali:

OBIETTIVO 1 TRASVERSALE

AZIONI – Attività RISORSE TECNICHE STRUMENTALI

Azione 1 - COSTRUZIONE BACINO DI ATTENZIONE

1.1 Attività di censimento e contatto dei media tradizionali e non, presenti sul territorio di provenienza dei volontari

Ufficio attrezzato con N° 8 pc, con connessione ad internet , telefono , fax, skype

1.2. Invio di informazioni prodotte dai

volontari e realizzazione di interviste a contatti censiti

N°1 Postazione PC attrezzata con connessione ad internet, telefono, skype N°1 Ufficio stampa, dedicato al bisogno, alla diffusione dei comunicati stampa

N°1 Indirizzario contatti stampa Sito internet per la diffusione dei

comunicati stampa

1.3. Realizzazione di testimonianze sull’esperienza all’estero

N° 1 computer portatile con videoproiettore

Azione 2 – FORMAZIONE

2.1. Modulo formativo: introduzione al mondo dell’informazione: dall’ informazione di massa all’ informazione diffusa

N°1 Postazione PC attrezzata con connessione ad internet, telefono, fax, skype presso la struttura di gestione scn

Aula didattica attrezzata con materiale didattico e tecnologie informatiche per la formazione (pc multimediale, videoproiettore) N°1 Macchina fotografica, n°1

videocamera

Lavagna a fogli mobili Materiale di consumo

2.2. Produrre informazione al tempo del web 2.0

2.4. Confronto periodico con la Redazione

e con i tutor di riferimento

N°1 Postazione PC attrezzata con connessione ad internet, telefono, fax,

skype

2.5 Approfondimento del contesto politico, socio-economico

Aula didattica attrezzata con materiale didattico e tecnologie informatiche per la formazione (pc multimediale,

videoproiettore) Lavagna a fogli mobili Materiale di consumo N°1 Postazione PC attrezzata con connessione ad internet, telefono, fax, skype per ogni sede di attuazione

Azione 3 - ATTIVITA’ EDITORIALE

3.1 Selezione delle tematiche

N°3 Postazioni PC attrezzata con

connessione ad internet, telefono, fax, skype presso la struttura di gestione scn N°1 Postazione PC attrezzata con connessione ad internet, telefono, fax, skype per ogni sede di attuazione

Sito internet per la diffusione dei comunicati stampa

3.2. Redazione di articoli, report, gallerie

fotografiche, video

3.4. Confronto con la Redazione

3.5.Pubblicazione e produzione multimediale sul sito

www.anntennedipace.org e valorizzazione dei contenuti su social

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73

media e canali digitali

Automobile a disposizione del

personale individuato dalla struttura di gestione per la realizzazione di incontri con gli enti che costituiscono la rete di sostegno alle attività del progetto

OBIETTIVO 2 TRASVERSALE

AZIONI – Attività RISORSE TECNICHE STRUMENTALI

Azione 1 - ANALISI DEL MATERIALE IN ESSERE

1.1.Illustrazione del percorso e

materiale prodotto col precedente progetto

1.2.aggiornamento della situazione

N°2 Postazioni PC attrezzata con connessione ad internet, telefono, fax, skype presso la struttura di gestione scn Aula didattica attrezzata con materiale didattico e tecnologie informatiche per la

formazione (pc multimediale, videoproiettore)

Lavagna a fogli mobili Materiale di consumo

Azione 2 – SELEZIONE DI TEMI E FORMATI

2.1. Definizione delle priorità tematiche

N°1 Postazione PC attrezzata con connessione ad internet, telefono, fax, skype per ogni sede di attuazione;

Strumenti informatici appositamente definiti per la sistematizzazione delle interviste

2.2. definizione dei formati

Azione 3 – INTERVISTE E

REDAZIONE

3.1. Individuazione dei soggetti da intervistare

N°1 Postazione PC attrezzata con

connessione ad internet, telefono, fax, skype per ogni sede di attuazione Registratori portatili per l’eventuale registrazione delle interviste N°2 Postazioni PC attrezzate con connessione ad internet, telefono, fax, skype presso la struttura di gestione scn

3.2. Realizzazione interviste

3.3 Scrittura secondo i formati prescelti

3.4 redazione dell’ elaborato finale

N°2 Postazioni PC attrezzate con

connessione ad internet, telefono, fax, skype presso la struttura di gestione scn

Automobile a disposizione del personale individuato dalla struttura di gestione per la realizzazione di incontri con gli enti che costituiscono la rete di sostegno alle

attività del progetto

Azione 4 – PUBBLICAZIONE

4.1 -Pubblicazione dell’elaborato finale

Strumenti informatici appositamente

definiti per la restituzione e diffusione dei dati N°1 Postazione PC attrezzata con connessione ad internet, telefono, fax, skype per ogni sede di attuazione

Page 74: SCHEDA PROGETTO PER L’IMPIEGO DI VOLONTARI IN SERVIZIO ...€¦ · CASCHI BIANCHI CORPO CIVILE DI PACE 2014 – BOLIVIA E ARGENTINA 5) Settore e area di intervento del progetto

74

N°2 Postazioni PC attrezzata con

connessione ad internet, telefono, fax, skype presso la struttura di gestione scn

OBIETTIVO SPECIFICO 1 – ARGENTINA: Potenziare e qualificare gli interventi socio-educativi e di sostegno scolastico del

Centro Diurno “Divino Niño Jesus” rivolti ai circa 30 minori del quartiere periferico di Limache con l’obiettivo della promozione dello studio, della crescita culturale, della socializzazione e della diffusione del senso civico attraverso la cultura della legalità e l’attuazione dei principi di solidarietà.

AZIONI-Attività RISORSE TECNICHE STRUMENTALI

AZIONE 1 Implementazione delle attività

1.1. Pianificazione e programmazione delle

attività

1 pulmino; Ufficio attrezzato, connessione internet

Adsl, telefoni, 4 stampanti e 4 computer; materiale di cancelleria.

1.2. Attività educative 6 computer; Materiale didattico per lezioni di

sostegno; n. q. materiale di cancelleria.

1.3. Attività laboratoriali e di sviluppo delle capacità

1 automezzo; materiale di riciclo e artistico vario (carta,

cartone, colla, pennarelli, ecc.); n.q. stanze adibite per laboratorio

teatrale;

materiale igienico di facile consumo.

1.4. Attività ludico-ricreative 1 automezzo; 1 tv e 1 lettore DVD; materiale per attività sportive

(attrezzatura varia, 6 palloni, n.q giochi in scatola, ecc.);

stanze per festeggiamenti.

1.5. Attività di gestione e amministrazione

Ufficio attrezzato, connessione internet Adsl, telefoni, 4 stampanti e 4 computer;

materiale di cancelleria.

1.6. Lavoro d’equipe Ufficio attrezzato, connessione internet Adsl, telefoni, 4 stampanti e 4 computer;

materiale di cancelleria.

AZIONE 2 Implementazione delle attività di visita e

sostegno alle famiglie in difficoltà

2.1. Realizzazione delle visite domiciliari con cadenza settimanale

1 automezzo; materiale di cancelleria e promozione

(cartelline, brochure, ecc.).

2.2. Raccolta di informazioni e bisogni

materiale di cancelleria (cartelline, matite e penne, pennarelli, ecc.);

Ufficio attrezzato, connessione internet Adsl, telefoni, 4 stampanti e 4 computer;

2.3 Sostegno alle famiglie in

difficoltà

1 automezzo

n.q. derrate alimentari per le famiglie; n.q. materiale sanitario da distribuire alle

famiglie (medicine, prodotti per l’infanzia, ecc.);

Page 75: SCHEDA PROGETTO PER L’IMPIEGO DI VOLONTARI IN SERVIZIO ...€¦ · CASCHI BIANCHI CORPO CIVILE DI PACE 2014 – BOLIVIA E ARGENTINA 5) Settore e area di intervento del progetto

75

n.q. materiale edile per piccoli lavori di

ristrutturazione.

AZIONE 3 Valutazione delle attività

3.1. Valutazione dell’andamento delle attività

Ufficio attrezzato, connessione internet Adsl, telefoni, 4 stampanti e 4 computer;

materiale di cancelleria.

3.2. Revisione delle attività pregresse e riprogettazione

Ufficio attrezzato, connessione internet Adsl, telefoni, 4 stampanti e 4 computer;

materiale di cancelleria.

OBIETTIVO SPECIFICO 1 – BOLIVIA Potenziare e qualificare gli interventi socio-educativi e di sostegno scolastico rivolti ai circa 170 minori inseriti nei Centri “Comedor” a La Paz, “Alvernia” a

Camiri e “Angel de la Guarda” a Yacuiba con l’obiettivo di togliere i minori dalla strada puntando alla promozione dello studio, allo sviluppo delle capacità personali e favorendo un uso creativo del tempo libero.

AZIONI-Attività RISORSE TECNICHE STRUMENTALI

AZIONE 1 Implementazione

delle attività

1.1. Pianificazione e

programmazione delle attività

1 pulmino;

1 automezzo Ufficio attrezzato, connessione internet

Adsl, telefoni, 6 stampanti e 6 computer;

materiale di cancelleria.

1.2. Attività educative 10 computer; Materiale didattico per lezioni di

sostegno; n. q. materiale di cancelleria.

1.3. Attività laboratoriali e di sviluppo delle capacità

2 automezzi; 1 pulmino;

materiale di riciclo e artistico vario

(carta, cartone, colla, pennarelli, ecc.); n.q. stanze adibite per laboratorio

teatrale; materiale igienico di facile consumo.

1.4. Attività ludico-ricreative 2 automezzi; 1 pulmino; 3 tv e 3 lettore DVD; materiale per attività sportive

(attrezzatura varia, 10 palloni, n.q giochi in scatola, ecc.);

stanze per festeggiamenti.

1.5. Attività di gestione e amministrazione

Ufficio attrezzato, connessione internet Adsl, telefoni, 6 stampanti e 6 computer;

materiale di cancelleria.

1.6. Lavoro d’equipe Ufficio attrezzato, connessione internet

Adsl, telefoni, 6 stampanti e 6 computer;

materiale di cancelleria.

AZIONE 2 Implementazione delle attività di visita e

sostegno alle famiglie in difficoltà

2.1. Realizzazione delle visite domiciliari con cadenza settimanale

1 automezzo; materiale di cancelleria e promozione

(cartelline, brochure, ecc.).

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76

2.2. Raccolta di informazioni e

bisogni

materiale di cancelleria (cartelline,

matite e penne, pennarelli, ecc.); Ufficio attrezzato, connessione internet

Adsl, telefoni, 4 stampanti e 4 computer;

2.3 Sostegno alle famiglie in difficoltà

1 automezzo n.q. derrate alimentari per le famiglie; n.q. materiale sanitario da distribuire

alle famiglie (medicine, prodotti per l’infanzia, ecc.);

n.q. materiale edile per piccoli lavori di

ristrutturazione.

AZIONE 3 Valutazione delle attività

3.1. Valutazione dell’andamento delle attività

Ufficio attrezzato, connessione internet Adsl, telefoni, 6 stampanti e 6

computer;

materiale di cancelleria.

3.2. Revisione delle attività pregresse e riprogettazione

Ufficio attrezzato, connessione internet Adsl, telefoni, 6 stampanti e 6 computer;

materiale di cancelleria.

OBIETTIVO SPECIFICO 2 - BOLIVIA: Contrastare il fenomeno dell’uso e abuso di sostanze legali e illegali elaborando

attività di informazione e prevenzione e offrendo un percorso qualificato di riabilitazione e reintegrazione dei giovani con queste problematiche nei distretti di La Paz, Santa Cruz e Tarija.

AZIONI-Attività RISORSE TECNICHE STRUMENTALI

AZIONE 1 Accoglienza nelle strutture terapeutiche dell’Ente

1.1. Gestione delle richieste di

accoglienza

1 pulmino;

1 automezzo Ufficio attrezzato, connessione

internet Adsl, telefoni, 6 stampanti e 6 computer;

materiale di cancelleria.

1.2. Inserimento in struttura terapeutica

Stanze attrezzate all’accoglienza dei destinatari;

materiale di cancelleria.

1.3. Controlli igienico-sanitari 3 automezzi; 3 pulmini;

AZIONE 2 Attività volte alla riabilitazione della persona

2.1. Pianificazione ed organizzazione delle attività

Ufficio attrezzato, connessione internet Adsl, telefoni, 6 stampanti e 6 computer;

materiale di cancelleria.

2.2. Incontri di confronto individuali, di gruppo e con l’equipe

materiale di cancelleria; Spazi allestiti (tavoli, sedie, lavagne,

ecc.) per gli incontri terapeutici.

2.3. Attività formative-occupazionali

legname di vario genere per laboratorio di falegnameria;

stoffe e tessuti per laboratorio di

serigrafia; 3 automezzi; 3 pulmini.

2.4. Attività educative e di accompagnamento

3 automezzi; 3 pulmini;

Materiale igienico sanitario di facile consumo (carta igienica, guanti monouso, ecc.);

derrate alimentari per laboratori di

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trasformazione e conservazione dei

cibi.

2.5. Attività sportive e ricreative materiale ricreativo (palloni, giochi in scatola, ecc.);

3 automezzi; 3 pulmini.

2.6. Incontri mensili di sostegno alle famiglie

6 automezzi; materiale di cancelleria.

2.8. Lavoro d’equipe Ufficio attrezzato, connessione internet Adsl, telefoni, 6 stampanti e 6 computer;

materiale di cancelleria.

AZIONE 3 Realizzazione di

incontri di prevenzione e sensibilizzazione nelle scuole e nelle realtà giovanili di La Paz, Camiri e Yacuiba.

3.1. Programmazione delle attività di sensibilizzazione e

prevenzione

Ufficio attrezzato, connessione internet Adsl, telefoni, 6 stampanti e

6 computer; materiale di cancelleria.

3.2. Promozione dei percorsi di prevenzione delle dipendenze

3 automezzi; Ufficio attrezzato, connessione

internet Adsl, telefoni, 6 stampanti e

6 computer; materiale di cancelleria. Materiale promozionale (volantini,

brochure informative, ecc.)

3.3. Realizzazione dei percorsi di

prevenzione delle dipendenze

Materiale didattico, funzionale agli

incontri formativi; Allestimento delle sale adibite ai

percorsi formativi.

3.4. Verifica delle attività e riprogettazione

Ufficio attrezzato, connessione internet Adsl, telefoni, 6 stampanti e 6 computer;

materiale di cancelleria.

OBIETTIVO SPECIFICO 3 – BOLIVIA:

Potenziare e qualificare i servizi di monitoraggio, orientamento, sostegno e accoglienza a bassa soglia delle circa 260 persone seguite dall’Ente che vivono in strada a La Paz, El Alto e Yacuiba, valorizzando sia la funzione di aggancio di questi servizi, ovvero di intervento precoce verso la marginalità, che quella di snodo tra “strada” e servizi di riabilitazione e di cura.

AZIONI-Attività RISORSE TECNICHE STRUMENTALI

AZIONE 1 Incremento delle attività delle strutture-Dormitorio a La Paz e a Yacuiba

1.1. Attività di gestione e amministrazione

1 automezzo Ufficio attrezzato, connessione

internet Adsl, telefoni, 2 stampanti e 2 computer;

materiale di cancelleria.

1.2. Attività educative e di

accompagnamento

Materiale igienico sanitario di facile

consumo (dentifricio, spazzolino, sapone, ecc.);

1.3. Attività ricreative 1 automezzo; 2 DVD e 2 TV.

1.4. Verifica degli interventi Ufficio attrezzato, connessione internet Adsl, telefoni, 2 stampanti e 2 computer;

materiale di cancelleria.

Page 78: SCHEDA PROGETTO PER L’IMPIEGO DI VOLONTARI IN SERVIZIO ...€¦ · CASCHI BIANCHI CORPO CIVILE DI PACE 2014 – BOLIVIA E ARGENTINA 5) Settore e area di intervento del progetto

78

AZIONE 2 – Attività di

sostegno individualizzato

2.1. Gestione delle “situazione specifiche”

materiale di cancelleria; Spazi allestiti (letti, spazi comuni,

ecc.) volti all’accoglienza; 2 automezzi.

2.2. Elaborazione di progetti individualizzati di sostegno

2 automezzi; Ufficio attrezzato e materiale di

cancelleria;

2.3. Realizzazione di attività di sostegno

Materiale didattico, per giornate di sostegno terapeutico;

2 automezzi per l’accompagnamento; allestimento di alloggi per

l’accoglienza (letti, sedie, tavoli, ecc.).

2.4. Verifica delle attività di sostegno

Ufficio attrezzato, connessione internet Adsl, telefoni, 2 stampanti e 2 computer;

materiale di cancelleria.

AZIONE 3 – Incremento degli interventi Unità di Strada a El

Alto e a Yacuiba

3.1. Pianificazione ed organizzazione delle attività

Ufficio attrezzato, connessione internet Adsl, telefoni, 2 stampanti e 2 computer;

materiale di cancelleria.

3.2. Intervento Unità di Strada 2 automezzi; beni alimentari (thè, latte, pane,

ecc.); materiale di cancelleria.

3.3. Operazione di mappatura

del territorio ed aggiornamento del bisogno

2 automezzi;

Materiale di cancelleria; Ufficio attrezzato, connessione

internet Adsl, telefoni, 2 stampanti e

2 computer;

CARATTERISTICHE DELLE CONOSCENZE ACQUISIBILI

34) Eventuali crediti formativi riconosciuti:

NO

35) Eventuali tirocini riconosciuti:

NO

36) Competenze e professionalità acquisibili dai volontari durante l’espletamento del

servizio, certificabili e validi ai fini del curriculum vitae:

Il progetto “Caschi Bianchi Corpo Civile di Pace 2014 – Bolivia e Argentina” rende possibile l'acquisizione delle seguenti competenze, riferibili e contenute nel Repertorio delle Qualifiche previsto dal “Sistema Regionale di formalizzazione e certificazione delle

competenze”, ai sensi della Delibera della Giunta Regionale Emilia Romagna del 19/04/2006 n.530

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Le competenze indicate di seguito rappresentano due delle quattro Unità di Competenza

che compongono la qualifica relativa alla figura professionale dell’Animatore Sociale, figura inscritta nel area professionale ”Erogazione servizi socio-sanitari” prevista dal citato sistema.

UNITÀ DI COMPETENZA

CAPACITÀ (ESSERE IN GRADO

DI)

CONOSCENZE (CONOSCERE)

2. Animazione sociale

Stimolare capacità di socializzazione ed emancipazione per ostacolare l'isolamento socio-affettivo

Caratteristiche evolutive e

dinamiche di cambiamento di individui e gruppi.

Strumenti e tecniche di analisi e rilevazione dei bisogni: colloqui individuali e di gruppo, interviste, questionari.

Il rapporto individuo-società:

processi di marginalizzazione e devianza.

Caratteristiche psicopedagogiche dei diversi modelli familiari.

Strumenti e tecniche di analisi e verifica degli interventi: test, schede di analisi, report, ecc.

Metodologie della ricerca sociale: analisi territoriale, analisi dei dati, la ricerca di intervento, ecc.

Tecniche di comunicazione e relazione con l'utente.

Principali riferimenti legislativi e

normativi in materia di servizi socio-sanitari ed assistenziali.

Organizzazione dei servizi socio-assistenziali e delle reti informali di cura.

Tecniche di animazione: teatrale, espressiva, musicale,

motoria, ludica.

Tipologie di laboratorio manuale: disegno, pittura, lavori a maglia, cartapesta, creta, ecc.

Principali tecniche di analisi della personalità e della relazione d'aiuto.

Principi comuni e aspetti

applicativi della legislazione vigente in materia di sicurezza.

La sicurezza sul lavoro: regole e modalità di comportamento (generali e specifiche).

Tradurre bisogni, manifesti e non, di singoli e gruppi, in

azioni di scambio e confronto reciproco

Individuare ed incoraggiare occasioni di incontro ed integrazione sociale

Riscontrare il livello di partecipazione e coinvolgimento dei fruitori individuando ulteriori ambiti di

intervento

3. Animazione educativa

Interpretare dinamiche

comportamentali e

criticità latenti dell'utente con approccio empatico e maieutico

Trasmettere modelli comportamentali positivi per contrastare fenomeni di devianza e

disadattamento

Innescare processi di conoscenza e di

consapevolezza del sé e di riconoscimento dei propri bisogni e motivazioni

Stimolare dinamiche di crescita personale attraverso riflessioni ed

elaborazione di atteggiamenti e comportamenti

L’acquisizione delle seguenti competenze verrà certificata e riconosciuta, su richiesta

dell’ interessato, dall’ente OSFIN - F.P. OPERA SAN FILIPPO NERI - FORMAZIONE PROFESSIONALE, ente accreditato dalla Regione Emilia Romagna (cod. organismo 742), ai sensi della delibera della Giunta Regionale n. 177/2003 e integrata successivamente con le delibere n. 266/2005 e 645/2011 tramite il rilascio di apposito “Certificato di competenze“

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CFR ALLEGATI

Formazione generale dei volontari

37) Sede di realizzazione:

La sede è scelta sulla base del posizionamento geografico delle sedi di attuazione dei

progetti e dalla disponibilità di fruizione della struttura stessa, essendo la formazione di tipo residenziale. Pertanto è previsto che i corsi di formazione generale siano tenuti nelle seguenti sedi:

a) Sede di Gestione del Servizio Civile, Via Dante Alighieri, snc – 61013 Mercatino Conca (PU)

b) Colonia Stella Maris, Viale Regina Margherita 18 – 47900 – Rimini (RN)

c) Casa Parrocchiale – Scout, Via Colombara – 47854 – Monte Colombo (RN)

d) Hotel Royal Sands, V.le Carducci, 30, Cattolica

38) Modalità di attuazione:

La formazione generale è effettuata in proprio, con formatori dell’ente, in quanto l’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII è ente accreditato di prima classe nell’albo

nazionale.

39) Ricorso a sistemi di formazione verificati in sede di accreditamento ed eventuale

indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio:

SI ASSOCIAZIONE COMUNITA’ PAPA GIOVANNI XXIII

40) Tecniche e metodologie di realizzazione previste:

La metodologia di realizzazione della formazione generale rispetta le indicazioni contenute nel decreto N. 160/2013 del 19/07/2013 del Dipartimento della Gioventù e

del Servizio Civile Nazionale: “Linee guida per la formazione generale dei giovani in servizio civile nazionale”. La metodologia alterna lezioni frontali (almeno per il 40% del monte ore complessivo) a dinamiche non formali (almeno per il 60% del monte ore complessivo) che comprendono: training, teatro dell’oppresso (Tdo), simulazione, role-play, brainstorming, lavori di gruppo, cineforum, confronti in plenaria, visite di realtà presenti sul territorio.

Lezioni frontali e dinamiche non formali si completano a vicenda, al fine di valorizzare l’esperienza e l’opinione di ciascun volontario, in un rapporto educativo che tenda ad essere più maieutico che trasmissivo. Anche i moduli più teorici e frontali cercheranno comunque di favorire la riflessione e il dibattito sulle tematiche affrontate, responsabilizzando i volontari all’interno del processo formativo. La metodologia scelta, dunque, è attiva e partecipativa, in quanto si parte dalla

consapevolezza che su alcune tematiche trattate nella formazione generale- quali per esempio il concetto di gruppo e la sue dinamiche, il significato di cittadinanza attiva, la gestione dei conflitti- tutti possediamo delle pre-conoscenze, convincimenti e opinioni. E’ quindi importante che i momenti formativi offrano innanzitutto un clima favorevole al confronto e allo scambio di questo bagaglio formativo pre-esistente, al fine di permettere a ciascuno di esprimere il proprio punto di vista e le proprie opinioni. La formazione generale si effettua in modo residenziale favorendo la creazione di un

ambiente eterogeneo, pedagogicamente adeguato all’apprendimento e alla condivisione

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di contenuti utili a comprendere, rielaborare e contestualizzare l’esperienza di Servizio

Civile, e funzionale al confronto e all'arricchimento reciproco. La dimensione di gruppo sperimentata attraverso la residenzialità è essa stessa esperienza formativa informale, che favorisce lo sviluppo di competenze sociali e trasversali quali il rispetto dell’altro, la collaborazione, la gestione dei conflitti, la tutela del bene comune. Durante la formazione sarà garantita la presenza di un tutor d’aula con gli specifici

compiti di gestire il gruppo, facilitare le relazioni interpersonali, valutare l’efficienza e l’efficacia dei moduli, gestire eventuali situazioni conflittuali all’interno del gruppo. Oltre al tutor sarà presente la figura del formatore, con il compito di progettare, coordinare, supervisionare il percorso formativo.

41) Contenuti della formazione:

Il percorso formativo proposto si compone dei contenuti previsti dal decreto N. 160/2013 del

19/07/2013 del Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale: “Linee guida per la formazione generale dei giovani in servizio civile nazionale” e quindi al sistema di formazione accreditato da questo ente. Con il percorso formativo proposto l’ente vuole

permettere ai volontari di acquisire competenze utili allo svolgimento delle attività previste dal progetto, ma anche una maggiore consapevolezza del proprio ruolo di cittadini attivi, attuatori del sacro dovere di difesa della patria sancito dall’art.52 della Costituzione italiana, con mezzi ed attività non militari e nonviolenti. Durante il percorso formativo verranno trattati il tema della Difesa della Patria e della cittadinanza attiva, in quanto il servizio civile, oltre ad essere difesa della Patria con modalità nonviolenta, è anche un percorso di

formazione civica. Per questo ai volontari verranno offerti gli strumenti per potenziare la consapevolezza del proprio ruolo all’interno della società. Questi temi hanno particolare risalto nella formazione, in quanto presentati sia nei primi mesi, sia tra 5° e 6° mese, in coincidenza con il rientro in Italia dei caschi bianchi in occasione della formazione intermedia, proprio perché l’intervento nonviolento nelle situazioni di conflitto è un aspetto specifico del progetto caschi bianchi. Come previsto dal sistema di formazione accreditato, si prevede l’erogazione di tutta la

formazione entro il 6° mese, erogando circa l’80% delle ore all’avvio del servizio e il restante 20% tra 5° e 6° mese. Si è preferito questa soluzione a quella indicata nelle linee guida (ovvero di riprendere tra 7° e 9° mese alcune tematiche) perché si ritiene che un rientro in Italia a metà percorso sia importante per i caschi bianchi, per accompagnare la ripresa di alcuni temi di formazione generale con la valutazione e la riprogettazione in itinere previste dalla formazione specifica intermedia (cfr. formazione specifica).

I contenuti della formazione saranno trattati attraverso una sequenza logica che rispetta il criterio delle aree tematiche suggerito dalle linee guida. 1. “Valori e identità del servizio civile” I moduli appartenenti a quest’area vengono realizzati all’inizio dell’esperienza di servizio civile, in quanto approfondiscono gli aspetti valoriali su cui si basa il SCN. Forniscono quindi

fin da subito ai volontari una chiave di lettura con cui leggere la propria esperienza.

1.1

L’identità del gruppo in formazione e patto formativo

Conoscenza fra i volontari Costruire un’identità di gruppo Condivisione di motivazioni e aspettative

Contestualizzazione dell’esperienza di Servizio Civile e in particolare dei Caschi Bianchi

Il formatore lavorerà con i volontari alla definizione di un’identità di gruppo dei volontari, che esprimeranno le proprie idee sul servizio civile, le proprie aspettative, le

motivazioni e gli obiettivi. Partendo dal concetto di patria, di difesa senza armi e di difesa nonviolenta, il formatore cercherà di accompagnare i volontari nell’acquisizione della consapevolezza che questo è il contesto che legittima lo Stato a sviluppare l’esperienza di Servizio Civile.

1.2 Dall’Obiezione di Coscienza al Servizio Civile Nazionale: evoluzione storica, affinità e differenze tra le due realtà

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- La storia del servizio civile e la sua evoluzione: o La storia dell’Obiezione di Coscienza o Dalla legge 772/72 alla legge 230/98 o I valori e le finalità della legge 64/2001

o Obiezione di Coscienza e Servizio Civile Volontario: affinità e differenze

Gli attori del servizio civile: UNSC, Enti, Volontari

Il formatore metterà in evidenza il legame storico e culturale del servizio civile nazionale con l’obiezione di coscienza, ripercorrendo la storia del fenomeno in Italia a partire dalla legge n. 772/72, passando per la legge di riforma n. 230/98, fino ad

arrivare alla sua attuale configurazione così come delineata dal legislatore del 2001, ovvero di difesa civile della Patria con mezzi ed attività non militari, dimensione che lo caratterizza e differenzia da altre forme di intervento ed impegno sociale. Si darà un particolare rilievo alle sentenze della corte costituzionale, agli atti di disobbedienza degli obiettori durante il conflitto nell’ex-jugoslavia, all’istituzione del Comitato DCNAN, alla recente sperimentazione sui corpi civili di pace, in quanto la difesa nonviolenta è

aspetto centrale nel modello di intervento dei Caschi Bianchi.

1.3

Il dovere di difesa della patria – difesa civile non armata e nonviolenta - La Costituzione italiana:

o Art. 52 della costituzione

o Sentenze nn. 164/85, 228/04, 229/04, 431/05 - Concetto di difesa della Patria:

o Excursus storico sul concetto di patria, fino ad approfondire l’idea di patria nella società post-moderna;

o Significato attuale di difesa della patria a partire dalla Costituzione e dalla Dichiarazione dei diritti umani

- Excursus storico sulle esperienze di difesa nonviolenta e forme attuali di

difesa civile non armata e nonviolenta - Nuovo Modello di Difesa e possibile ruolo dei civili - Difesa civile non armata e nonviolenta e SCN

Si approfondirà il concetto di Patria e di difesa civile della Patria attraverso mezzi ed attività alternativi a quelli militari a partire dai principi costituzionali della solidarietà

(art. 2 Cost.), dell’uguaglianza sostanziale (art. 3 Cost.), del progresso materiale o spirituale della società (art. 4 Cost.), della promozione dello sviluppo della cultura, della tutela del paesaggio e del patrimonio storico ed artistico della nazione (art. 9 Cost.) e della pace tra i popoli (art. 11 Cost.). Si presenteranno inoltre le attuali forme di realizzazione della difesa nonviolenta sul piano istituzionale, di movimento e della società civile. Si potranno approfondire le

tematiche relative alla “gestione e trasformazione nonviolenta dei conflitti”, alla prevenzione della guerra e ai concetti di “peacekeeping” e “peacebuilding”. Nell'affrontare i temi suddetti, l'utilizzo di una modalità frontale è finalizzata a trasmettere i fondamenti dei temi in oggetto e sarà poi alternata a una metodologia euristica- tramite brainstorming, lavori di gruppo, discussione in plenaria- in modo da approfondire le conoscenze pregresse dei volontari rispetto a temi trattati, soprattutto i concetti di patria e difesa che rischiano oggi di essere svuotati di significato e il cui

campo semantico è influenzato dai recenti mutamenti socio-culturali.

Questa modalità permette di condividere saperi, ma anche di decostruire stereotipi e preconcetti, ri-attribuendo valore e significato a questi temi alla luce dell’esperienza di servizio civile. Questo modulo verrà ripreso nella formazione che si terrà tra 5° e 6° mese di servizio e riletto alla luce dei primi mesi di esperienza dei volontari all’estero.

1.4

La normativa vigente e la carta di impegno etico La carta di impegno etico Le norme attuali

Il formatore illustrerà gli obiettivi e i valori dell’esperienza di servizio civile espressi nella

“Carta di impegno etico”. Verranno illustrate le norme legislative che regolano il sistema del servizio civile, nonché quelle di applicazione riguardanti l’ordinamento e le

attività del servizio civile nazionale. In particolare si evidenzierà l’importanza della

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sottoscrizione della Carta di Impegno Etico da parte del legale rappresentante

dell’Ente, che rappresenta l’impegno a rispettare i valori fondanti del scn.

2. “La cittadinanza attiva”

L’esperienza di SCN è esperienza civica, finalizzata alla tutela del bene comune, alla riscoperta della dimensione comunitaria, nonché delle responsabilità civiche di ciascuno.

2.1

La formazione civica Dichiarazione Universale dei Diritti Umani

Carta costituzionale Gli organi costituzionali italiani (funzione, ruolo, rapporti)

La formazione civica consiste nell’approfondimento della conoscenza della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e della Carta costituzionale, che contengono i principi e le norme che sono alla base della civile convivenza e quadro di riferimento

per i volontari quali cittadini attivi. Saranno analizzati funzione e ruolo degli organi costituzionali, in particolare l’iter legislativo.

Questo modulo formativo aiuterà i volontari ad accrescere le competenze civiche e sociali indispensabili per vivere come cittadini attivi, parte integrante di un corpo sociale e istituzionale in continua crescita e trasformazione.

2.2

Le forme di cittadinanza

Concetto di cittadinanza attiva

o condivisione di conoscenze ed esperienze; o Concetto di cittadinanza planetaria

Dinamiche internazionali legate alla globalizzazione e al sottosviluppo Ruolo del volontario in servizio civile nella società Visita a realtà locali che rappresentano forme di cittadinanza attiva

Il formatore illustrerà ai volontari le forme di partecipazione, individuali e collettive, che ogni cittadino può attuare in un’ottica di cittadinanza attiva. Saranno proposte ai volontari esperienze pregresse di cittadinanza attiva e saranno forniti gli strumenti utili alla loro stessa attivazione.

Si cercherà di offrire ai volontari una visione più ampia della società e delle possibili risposte di fronte a problematiche quali povertà, esclusione sociale e sottosviluppo. Si allargherà inoltre la riflessione al più ampio concetto di cittadinanza planetaria, cercando di favorire un approccio “glocale” alle problematiche sociali: è necessario agire a livello locale in modo adeguato per rispondere ai bisogni della comunità, ma con uno sguardo che si allarga a livello mondiale, consapevoli della complessità che caratterizza la società globalizzata.

Questo modulo sarà ripreso tra il 5° e 6° mese per essere riletto alla luce dei mesi di servizio precedenti attraverso un approccio riflessivo e per mettere in evidenza come il servizio civile sia un’esperienza di cittadinanza.

2.3

La protezione civile

Difesa della patria e difesa dell’ambiente: la Protezione Civile Concetto di rischio: P x V x E Il metodo Augustus Protezione civile e Servizio civile volontario: finalità comuni

Collegato al tema della difesa della Patria, in quanto risponde all’articolo 52 della Costituzione (tutela dell'integrità della vita, dei beni, degli insediamenti e dell'ambiente dai danni o pericoli legati a calamità naturali), il modulo sulla protezione civile partirà dall’importanza della tutela e della valorizzazione dell’ambiente e del territorio, considerati come il substrato necessario delle attività umane. Si mostrerà l’azione della protezione civile attraverso la previsione e prevenzione dei rischi, l’intervento in emergenza e la ricostruzione post emergenza. Si sottolineerà il rapporto tra

prevenzione e tutela, ambiente e legalità, ricostruzione e legalità. Infine, si illustreranno le norme di comportamento da seguire nella gestione delle emergenze.

2.4

La rappresentanza dei volontari nel servizio civile

Elezioni per i rappresentanti regionali e nazionali dei volontari in servizio

civile: valore e funzionamento

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Consulta Nazionale per il Servizio civile

Ai volontari in servizio civile verrà presentata la possibilità di partecipare e di candidarsi alle elezioni per i rappresentanti regionali e nazionali dei volontari in servizio civile come una delle forme di partecipazione e cittadinanza attiva presentate nei moduli

precedenti. Verranno illustrati funzionamento ed importanza della rappresentanza dei volontari attraverso l’intervento di ex volontari, rappresentanti in carica o di delegati regionali.

3 “Il giovane volontario nel sistema del servizio civile”

I seguenti moduli saranno affrontati nei primi mesi del servizio civile. Essi infatti presentano i vari soggetti – enti, UNSC, OLP, RLEA - che compongono il sistema del servizio civile, le relazioni stesse tra questi soggetti e la disciplina che regola queste relazioni.

3.1

Presentazione dell’Ente

Approfondimenti rispetto alla storia, i valori, la mission dell’Ente;

Struttura organizzativa e gestionale dell’ente: zone e servizi; L’intervento sociale dell’ente

o Modus operandi o Ambiti e tipologie d’intervento o Beneficiari

o Il progetto Caschi Bianchi - I fondamenti: dalla condivisione diretta alla rimozione delle cause:

o La differenza tra condividere e prestare un servizio o Il ruolo degli “ultimi“ nella costruzione di una società nuova o La società del gratuito

La presentazione dell’ente avviene attraverso la testimonianza di uno dei suoi rappresentanti. Un membro dell’ente presenta l’associazione, soffermandosi sulla storia, sulla mission e i valori, sulle modalità organizzative, affinché i volontari siano in grado di comprenderne le modalità di intervento. Si cercheranno di toccare i diversi ambiti di intervento, con particolare attenzione per quelli che coinvolgono l’intervento dei caschi bianchi.

Infine, si approfondiranno i fondamenti alla base dell’ attività dell’Associazione, ovvero la condivisione diretta con gli “ultimi”- con chi è emarginato e versa in situazioni di grave disagio- e la rimozione delle cause che generano l’ingiustizia e i conflitti sociali.

3.2

Il lavoro per progetti Metodologia della progettazione:

o dal rilevamento del bisogno e della domanda, alla valutazione dei risultati attesi;

o Monitoraggio e valutazione di esito, efficacia ed efficienza del progetto;

- Valutazione della formazione;

L’obiettivo del modulo è di rendere partecipi i volontari del processo di progettazione, presentandone le varie fasi dall’ideazione, al rilevamento del bisogno presente nel territorio, alla formulazione di obiettivi e attività che rispondano a tale bisogno. Si presenterà quindi ai volontari il progetto di servizio civile nel quale sono inseriti

illustrandone la struttura generale con particolare attenzione agli obiettivi e alle attività. I volontari in servizio civile sono parte integrante del progetto e il loro buon

coinvolgimento è un elemento essenziale per la buona riuscita dello stesso e per la loro crescita personale. Verranno introdotti i concetti di monitoraggio e valutazione e si presenteranno gli strumenti del sistema di monitoraggio che l’ente utilizza per seguire l’andamento dei progetti e per apportare eventuali migliorie in itinere. Alla fine del corso formativo si effettua il monitoraggio della formazione attraverso i moduli previsti dal Sistema di monitoraggio accreditato dall’Ente e una verifica più

approfondita in plenaria, al fine di fare emergere criticità e punti di forza, e dove se ne verificasse la necessità apportare i cambiamenti necessari ad un maggiore efficacia della proposta formativa.

3.3 L’organizzazione del servizio civile e delle sue figure - Il Sistema di servizio civile: UNSC, Enti di scn, Regioni e province autonome;

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- Figure che operano nel progetto: OLP, RLEA, altre figure professionali

coinvolte nei progetti;

Il modulo approfondisce “il sistema del servizio civile” in tutte le sue parti- gli enti di

SCN, l’UNSC, le Regioni e le Province autonome- e le relazioni tra le stesse: è fondamentale infatti cogliere il contesto relazionale in cui si inserisce il servizio civile, che coinvolge appunto soggetti diversi. Il raggiungimento degli obiettivi del progetto inoltre è riconducibile anche alle figure che operano al suo interno, pertanto la conoscenze di queste figure, del loro ruolo e della loro interazione è fondamentale.

3.4 Disciplina dei rapporti tra enti e volontari del servizio civile nazionale Ruolo del volontario Diritti e doveri del volontario in servizio civile

In tale modulo verrà presentato e illustrato ai volontari il “Prontuario concernente la disciplina dei rapporti tra enti e volontari del servizi civile nazionale” (DPCM 4 febbraio

2009 e successive modifiche) in tutti i suoi punti.

Nel corso del modulo il volontario acquisisce consapevolezza sulle proprie responsabilità, in quanto la sua esperienza non è solo individuale, ma pubblica.

3.5 Comunicazione interpersonale e gestione dei conflitti La comunicazione e i suoi elementi costitutivi (contesto, emittente,

messaggio, canale, destinatario) Elementi di comunicazione nonviolenta La comunicazione nel gruppo Il conflitto come strumento di autoregolazione dei gruppi Gestione nonviolenta dei conflitti

In questo modulo formativo verrà affrontata una parte teorica rispetto alla formazione

del processo di comunicazione e verranno quindi illustrati i concetti basilari (contesto, emittente, messaggio, canale, destinatario) per permettere ai volontari di comprendere al meglio l’argomento trattato. Poiché il servizio si svolge in un contesto di gruppo, in cooperazione con operatori ed altri volontari, i volontari verranno guidati nella comprensione dell’importanza della comunicazione all’interno di un gruppo e di come si possa lavorare in gruppo comunicando in maniera positiva ed efficace ai fini degli

obiettivi preposti. Spesso, infatti, il gruppo può diventare il luogo in cui si verificano i

conflitti e le incomprensioni proprio per un difetto di comunicazione tra i membri. Il formatore accompagnerà i volontari nella comprensione delle dinamiche legate all’insorgere dei conflitti, dell’interazione con altri soggetti e della loro risoluzione in modo costruttivo. Aiuterà a considerare il conflitto come opportunità e risorsa, come strumento per l’apprendimento e l’autoregolazione dei gruppi.

42) Durata:

Moduli formativi

Quando Ore

lezioni

frontali 40%

Ore

dinamiche

non form. 60%

Totale

ore

L’identità del gruppo in formazione e patto formativo

Settimana residenziale all’avvio del servizio

0 4 4

Presentazione dell’Ente Settimana residenziale all’avvio del servizio

3 1 4

Disciplina dei rapporti tra enti e volontari del servizio civile nazionale (diritti e doveri)

Settimana residenziale all’avvio del servizio 2 0 2

Dall’Obiezione di Coscienza al Servizio Civile Nazionale: evoluzione storica, affinità e differenze tra le due realtà

Settimana residenziale all’avvio del servizio

1 2 3

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Il dovere di difesa della patria

– difesa civile non armata e nonviolenta

Settimana residenziale

all’avvio del servizio

Ripreso Tra 5° e 6° mese

3 4 7

Il lavoro per progetti Settimana residenziale all’avvio del servizio

1 2 3

L’organizzazione del servizio civile e le sue figure

Settimana residenziale all’avvio del servizio 1 1 2

La normativa vigente e la carta di impegno etico

Settimana residenziale all’avvio del servizio

2 0 2

La formazione civica Settimana residenziale all’avvio del servizio 2 1 3

Le forme di cittadinanza Settimana residenziale all’avvio del servizio

Ripreso Tra 5° e 6°

mese

0 6 6

La protezione civile Settimana residenziale

all’avvio del servizio 1 1 2

La rappresentanza dei volontari nel servizio civile

Settimana residenziale all’avvio del servizio 2 0 2

Comunicazione interpersonale

e gestione dei conflitti

Tra 5° e 6° 0 4 4

TOTALE ORE FORMAZIONE GENERALE

18 26 44

Formazione specifica (relativa al singolo progetto) dei volontari

43) Sede di realizzazione:

La formazione specifica in Italia è di tipo residenziale, di conseguenza la sede è scelta in base alla disponibilità di fruizione della struttura stessa.

Pertanto è previsto che i corsi di formazione generale siano tenuti nelle seguenti sedi:

e) Sede di Gestione del Servizio Civile, Via Dante Alighieri, snc – 61013 Mercatino Conca (PU)

f) Colonia Stella Maris, Viale Regina Margherita 18 – 47900 – Rimini (RN) g) Casa Parrocchiale – Scout, Via Colombara – 47854 – Monte Colombo (RN) h) Hotel Royal Sands, V.le Carducci, 30, Cattolica

Per la formazione specifica in loco, invece, la sede coincide con la sede di attuazione del progetto.

44) Modalità di attuazione:

In proprio presso l’ente, con formatori dell’ente

45) Nominativo/i e dati anagrafici del/i formatore/i:

Nome e cognome Luogo di nascita

Data di nascita

Codice fiscale

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CAPELLARI EMANUELA Cotignola (RA) 05/07/1963 CPLMNL63L45D121H

COFELICE ANDREA Campobasso

(CB) 15/02/1982 CFLNDR82B15B5198

LAPENTA NICOLA Bra (CN) 09/04/1974 LPNNCL74D09B111P

PIERI LUCA Bologna (BO) 07/04/1954 PRILCU54D07A944U

MILANI LAURA Thiene (VI) 15/05/1982 MLNLRA82E56L157V

PANERAI ALFREDO Ivrea (TO) 17/08/1971 PNRLRD71M17E379J

PAPA DANIELE Loreto ( AN) 28/04/1981 PPADNL81D28E690A

PERDONCINI DAMIANA Bonavigo (VR) 17/06/1966 PRDDMN66H57A964B

RAMBALDI DAVIDE Bologna (BO) 04/05/1959 RMBDVD59E04A944G

SCALETTARI LUCIANO Venezia (VE) 20/03/1961 SCLLCN61C20L736N

SOLDATI ROBERTO Rimini (RN) 26/04/1948 SLDRRT48D26H294P

ZANCHETTIN

ALESSANDRO Milano 26/1/1962 ZNCLSN62A26F205F

PARI ANTONIO ENRICO CAIANELLO CE) 18/01/1958 PRANNN58A18B361T

MOTTOLA ARTURO NAPOLI (NA) 25/02/1962 MTTRTR62B25F839X

BRUSA LORELLA TORREVECCHIA

PIA (PV) 07/10/1958 BRSLLL58R47L285M

46) Competenze specifiche del/i formatore/i:

Cognome nome Competenze specifiche Modulo svolto

CAPELLARI

EMANUELA

Laureata in pedagogia, dal 1995 ad oggi ha

svolto diversi incarichi in qualità di pedagogista e formatrice presso scuole medie, elementari e superiori, centri di formazione professionale, associazioni, comuni, Ausl. E’ operatrice di Teatro dell’Oppresso dal 1997. Ha svolto docenze nei centri di formazione sull’educazione

interculturale. Dal 2010 collabora con la “Casa delle culture” di Ravenna come consulente e formatrice dei mediatori culturali, oltre a proporre interventi di teatro dell’oppresso al Festival delle Culture organizzato dall’Associazione.

Laboratorio di

intercultura con tecniche di Teatro dell’oppresso

COFELICE ANDREA

Laureato in Istituzioni e Politiche dei Diritti Umani e della Pace presso l’Università di Padova. Coordinatore di progetti per

L’Università di Padova, per il Centro interdipartimentale di ricerca e servizi sui diritti della persona e dei popoli .

Esperienza pluriennale nella formazione dei volontari in servizio civile per quanto riguarda il modulo sui diritti umani.

I diritti umani

LAPENTA NICOLA Responsabile del servizio civile, con esperienza pluriennale di intervento in aree e situazioni di conflitto, formazione al

servizio civile di obiettori di coscienza, volontari ed operatori, educazione alla pace.

Conflitto-Approfondimenti

PIERI LUCA Laureato in Scienze Politiche con indirizzo politico sociale, collabora con l'Associazione

Comunità Papa Giovanni XXIII nell'ambito

La relazione d’aiuto

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delle attività formative per i giovani in

servizio civile volontario affrontando le tematiche relative alla relazione d'aiuto, a partire dall’esperienza personale, in quanto spastico dalla nascita. Da 35 anni membro dell'Associazione italiana assistenza Spastici (AIAS) Bologna ONLUS.

MILANI LAURA Laureata in Lettere antiche, laurenda in pedagogia, sta approfondendo con una tesi sperimentale l’educazione alla pace attraverso i conflitti, con particolare attenzione agli aspetti interculturali.

Esperienza pluriennale nella realizzazione di percorsi educativi sulla “Gestione nonviolenta del conflitto” attraverso metodologie interattive e tecniche di Teatro dell’oppresso. Esperienze pluriennale nella gestione del servizio civile all’estero, in

qualità di progettista, selettore, formatore,

tutor dei caschi bianchi. Possiede un ottima conoscenza delle realtà progettuali dell’ente all’estero.

Il casco bianco Verifica intermedia

Riprogettazione in itinere FAD: Ruolo del volontario nel

progetto specifico

Approccio interculturale La figura del casco bianco nel progetto specifico

PANERAI

ALFREDO

Laureato in filosofia a Milano, ha in seguito conseguito la qualifica in "Tecnico esperto in Mediazione sociale e penale" (Regione Toscana) e il Dottorato in Scienze della

Formazione presso l’Università di Firenze. Da diversi anni lavora, soprattutto presso scuole, in progetti di formazione alla

nonviolenza e alla comunicazione efficace con corsi rivolti ad insegnanti, studenti e genitori. Lavora spesso anche come facilitatore dei

processi comunicativi di gruppo in diversi ambiti, proponendo un approccio maieutico e partecipativo. Da diversi anni collabora con l’ente nella formazione dei volontari.

La comunicazione nonviolenta nel gruppo e la

gestione dei conflitti

PAPA DANIELE Laureando in scienze della Comunicazione

con esperienze di servizio civile all’ estero (Albania). Esperienza nell’ambito dell’informazione, attraverso la gestione del portale di informazione nonviolenta

www.antennedipace.org. Organizzazione

di eventi di sensibilizzazione. Esperienze pluriennale nella gestione del

servizio civile all’estero, in qualità di

progettista, selettore, formatore, tutor dei caschi bianchi. Possiede un ottima conoscenza delle realtà progettuali dell’ente all’estero.

La funzione di

antenna Il casco bianco Verifica intermedia

Riprogettazione in itinere

PERDONCINI DAMIANA

Membro dell’associazione, possiede un’esperienza pluriennale sia nella gestione

dei volontari in servizio civile in Veneto, sia all’estero, nei ruoli di formatrice, selettrice, tutor di riferimento dei volontari all’estero. Possiede un ottima conoscenza delle realtà progettuali dell’ente all’estero e delle modalità di intervento.

Verifica intermedia e

finale Riprogettazione in itinere

RAMBALDI Educatore professionale dapprima La relazione

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DAVIDE nell’ambito della disabilità mentale adulta,

in seguito nelle tossicodipendenze, attualmente responsabile degli interventi di prevenzione all’uso di sostanze per il Sert dell’ USL di Bologna. Pedagogista, formatore, conduttore di gruppi dal 1996. Da 4 anni circa collabora con l’Associazione

Papa Giovanni XXIII nelle formazioni dei caschi bianchi, in qualità di esperto di relazione d’aiuto e di affettività.

d’aiuto

SCALETTARI LUCIANO

Laureato in filosofia, inviato speciale di Famiglia Cristiana, si occupa

prevalentemente del Continente Africano e del giornalismo d’inchiesta. Ha vinto vari premi giornalistici ( 2006:Premio Saint Vincent di Giornalismo per sezione periodici, 2006: Premio Lucchetta). Esperienza pluriennale di formazione con

volontari in servizio civile sul tema

dell’informazione.

La funzione di antenna

SOLDATI ROBERTO

Laureato in ingegneria elettronica, ha frequentato il corso per Responsabile della Prevenzione e Protezione. Dal 2009 è il Responsabile per la sicurezza per l’ente

Comunità Papa Giovanni XXIII, con il compito di organizzare la formazione dei dipendenti e dei volontari, e sovrintendere all’organizzazione delle squadre di primo soccorso e antincendio.

Formazione e informazione sui rischi connessi all’impiego dei

volontari nei progetti di servizio civile

ZANCHETTIN

ALESSANDRO

Pedagogista esperto in interventi socio-

educativi di strada e in centri di aggregazione, analisi dei conflitti, mediazione interpersonale e sociale, intercultura, promozione delle risorse

individuali e di gruppo. Dal 1992 organizza e conduce laboratori di Tatro dell’oppresso.

Approccio

interculturale

PARI ANTONIO ENRICO

Per anni responsabile del Centro di Documentazione dell’ente e della gestione dell'archivio documenti dell'Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII. Ha realizzato diversi approfondimenti sul contesto geopolitico, socio-economico di

Centro e Sud America

Contesto socio-economico e politico dell’America Latina

MOTTOLA ARTURO

Membro dell’Associazione dal 1989 dopo molte esperienze di responsabilità e condivisione in progetti dell’Associazione in vari Paesi dell’America Latina, dal 1996 vive a Yacuiba (Bolivia) come Responsabile, è

Coordinatore e supervisore di vari progetti che coinvolgono le strutture presenti sul

territorio con assistenza nei diversi ambiti dal disagio minorile a quello adulto. Collabora con Enti e Associazioni locali alla stesura di progetti Sociali e Sportivi che

coinvolgono ragazzi e adulti con problemi legati alla tossicodipendenza e all’alcool. Ha una buona conoscenza dei problemi legati al territorio e agli aspetti socio – politici. Responsabile per Yacuiba (Bolivia) dei giovani in Servizio Civile nel progetto Caschi Bianchi,cura in particolare modo

l’accoglienza, l’accompagnamento nel territorio e il percorso personale e di gruppo.

L’Ente e il suo intervento nel progetto Estero. Indicazioni di

comportamento e stile di presenza.

Il progetto “Caschi Bianchi Corpo Civile di

Pace 2014 – BOLIVIA E ARGENTINA”

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BRUSA LORELLA Membro dell’Associazione dal 1983, dopo

anni di esperienza e Responsabilità in realtà di condivisione presenti in Italia, dal 2007 è Responsabile delle realtà presenti di condivisione e di accoglienza presenti a La

Paz (Bolivia). Cura la gestione amministrativa e funzionale dei progetti. Attività assistenziali ed educative. Coordinamento del progetto di adozione a distanza. Monitoraggio dei diversi progetti dell’ente. Responsabile delle relazioni con la sede centrale italiana dell’ente.

Responsabile per La Paz (Bolivia) dei giovani in Servizio Civile nel progetto Caschi Bianchi,cura in particolare modo l’accoglienza, l’accompagnamento nel territorio e il percorso personale e di gruppo.

L’Ente e il suo intervento nel progetto Estero.

Indicazioni di comportamento e stile di presenza. Il progetto

“Caschi Bianchi Corpo Civile di Pace 2014 – BOLIVIA E ARGENTINA”

47) Tecniche e metodologie di realizzazione previste:

La formazione si realizza privilegiando una metodologia partecipativa e attiva, che favorisca il coinvolgimento dei volontari e l’instaurarsi di una relazione interpersonale

costruttiva fra chi forma e chi viene formato. La metodologia adottata rende i volontari protagonisti e co- costruttori del percorso formativo: la formazione infatti favorisce la condivisione all’interno del gruppo formativo di conoscenze pregresse, esperienze e riflessioni personali nonché la decostruzione di stereotipi e pregiudizi, al fine di sviluppare nei volontari un certo approccio critico. Come per la formazione generale, si alternano lezioni frontali e modalità non formali che permettono di valorizzare le esperienze e le pre-conoscenze relative alle tematiche.

Come previsto dal sistema di formazione accreditato dall’ente, il 70% delle ore di formazione specifica saranno realizzate entro il 3° mese di servizio, il restante 30% tra

il 4° e il 9° mese. E’ vero infatti che la formazione specifica fornisce gli strumenti e le competenze necessarie per affrontare al meglio le attività e pertanto è importante che venga realizzata all’inizio del servizio. Si ritiene, tuttavia, qualificante riprendere alcune tematiche già trattate nei primi tre mesi di servizio anche successivamente, proprio perché l’esperienza di servizio civile è un imparare facendo, e pertanto richiede una

costante riflessione sull’azione. Riflessione che dovrebbe essere garantita dall’OLP, in quanto “maestro”, ma che è opportuno sia sviluppata in contesti formativi ad hoc, anche oltre il 3° mese, che vanno ad integrare e rinforzare il bagaglio di competenze acquisito all’inizio. Questo permetterebbe di approfondire alcune tematica alla luce dell’esperienza maturata dai volontari, con una maggiore consapevolezza da parte di quest’ultimi.

Tra le metodologie e tecniche non formali utilizzate vi sono:

Training nonviolenti, simulazioni, giochi di ruolo, attribuzione di responsabilità nel processo formativo;

Dibattiti, brainstorming, lavoro di gruppo, elaborazione di report ed articoli; Discussione in piccoli gruppi;

Cineforum;

Teatro dell’oppresso (TDO); Formazione individuale con tutor d’aula, incontri con realtà formative outdoor,

utilizzo di risorse formative ed occasioni formative esterne agli enti ed offerte dal territorio, laboratori tematici;

Verifiche periodiche. Oltre a lezioni frontali e non formali, si prevede anche una formazione a distanza (di 6h,

pari a circa il 7% delle ore) attraverso una specifica piattaforma, finalizzata a creare uno spazio di confronto per rileggere, analizzare, rielaborare l’esperienza di servizio civile, operando costantemente- con il supporto dei formatori e del materiale formativo a disposizione- un’ autoriflessione costante sul proprio servizio. Le formazione in Italia sono residenziali: i volontari vivono in una stessa struttura

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condividendo gli spazi, con una corresponsabilità nella gestione degli stessi.

La dimensione di gruppo sperimentata attraverso la residenzialità è essa stessa esperienza formativa informale, che favorisce lo sviluppo di competenze sociali e trasversali quali il rispetto dell’altro, la collaborazione, la gestione dei conflitti, la tutela del bene comune. Durante la formazione sarà garantita la presenza di un tutor d’aula con gli specifici compiti di gestire il gruppo, facilitare le relazioni interpersonali, valutare l’efficienza e

l’efficacia dei moduli, gestire eventuali situazioni conflittuali all’interno del gruppo. Oltre al tutor sarà presente la figura del formatore, con il compito di progettare, coordinare, supervisionare il percorso formativo. Il percorso formativo specifico prevede: - una formazione pre-espatrio in Italia, entro il primo mese di servizio;

- Una formazione intermedia, tra 5° e 6° mese di servizio, come occasione di verifica e riprogettazione in itinere dell’esperienza; - Una formazione specifica in loco suddivisa in un momento iniziale al momento dell’inserimento nella sede estera e un altro momento tra 8°e 9° mese; - Una formazione a distanza al 3°, 5°, 8°mese;

L’attività di monitoraggio è considerata parte integrante del percorso formativo. Il

processo di verifica / valutazione / riprogettazione effettuato è costante ed è realizzato in forma interattiva con i volontari, i formatori e gli esperti coinvolti nei progetti e nei percorsi formativi.

48) Contenuti della formazione:

I contenuti caratterizzanti la formazione specifica pre- espatrio sono: La relazione d’aiuto In questo modulo verranno trattati i fondamenti teorici utili all’ instaurazione di una relazione d'aiuto, in particolare, fra gli elementi generali ed introduttivi. Verranno forniti ai volontari gli strumenti per attuare una costante autoriflessione del proprio

approccio all’altro nell’ambito della relazione educativa che caratterizza il progetto. Il rapporto “aiutante-aiutato” le principali fasi della relazione di aiuto

la fiducia e le difese all’interno della relazione di aiuto presa in carico della persona aiutata ascolto ed empatia, gestione della rabbia e dell’aggressività Il Burn-Out come rischio nelle relazioni educative

Contesto socio-economico e politico dell’America Latina Questo modulo focalizza l’attenzione sugli assetti geopolitici che caratterizzano i paesi a progetto, con uno sguardo che si allarga agli assetti mondiali, alla luce delle interdipendenze legate alla globalizzazione. Riteniamo fondamentale infatti che il casco bianco assuma una prospettiva “glocale” , con uno sguardo pronto a cogliere i molteplici

legami che i contesti specifici del progetto sviluppano con la dimensione mondiale. Il modulo in particolare approfondirà:

i principali assetti geopolitici, economici e sociali nell’area in cui è inserito il progetto;

descrizione dei contesti dei paesi specifici; Approfondimento sui conflitti dei territori in cui il progetto si sviluppa e sulle

modalità di intervento attuate.

Formazione e informazione sui rischi connessi all’impiego dei volontari nei progetti di servizio civile: Il modulo offre ai volontari una puntuale informativa dei rischi connessi allo svolgimento alle attività pratiche in cui sono impegnati i volontari, con particolare attenzione alle misure di prevenzione e di emergenza.

- Riferimento alla normativa sulla sicurezza in loco; - informativa dei rischi connessi all’ambiente di servizio e allo svolgimento delle

attività pratiche in cui sono impegnati i volontari, alle possibili interferenze con altre attività che si svolgono in contemporanea nello stesso luogo;

- misure di prevenzione e di emergenza previste, in relazione alle attività del volontario e alle possibili interferenze tra queste e le altre attività che si

svolgono in contemporanea.

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Il casco bianco Il presente modulo, utile a collocare il servizio prestato dai caschi bianchi verterà sui seguenti aspetti:

Approfondimento dell’evoluzione e le caratteristiche della figura del Casco Bianco: il mandato , i compiti, il modello di servizio civile CASCHI BIANCHI condiviso dall’ omonima rete di enti;

ruolo del volontario in servizio civile nella società; Stile di presenza dei CB all’estero ; Strumenti per la conoscenza della realtà in cui si va ad operare.

La funzione di antenna Caratteristica fondamentale dell’operatività del Casco bianco è la “funzione di antenna”,

secondo la quale ad ogni CB spetta il compito di produrre informazione dal basso, rispetto alle situazioni dove opera al fine di informare e sensibilizzare un “bacino di attenzione”, definito prima dell’ espatrio. Tale bacino si sostanzia nella propria comunità inviante (città , quartiere gruppi di appartenenza…).

1. Modulo introduttivo sull’informazione e sul “ruolo di antenna”: il mondo/mercato dell’ informazione, attori dell’informazione;

il legame fra conflitto ed informazione, l’uso dei media ad uso propagandistico; analisi ed approfondimento di testi; sensibilizzazione sul territorio d’origine: sviluppo di un “bacino d’attenzione.

2.Laboratorio di scrittura:

L’informazione nonviolenta, scopi e strumenti; Laboratorio di scrittura;

Uso della macchina fotografica e della videocamera come strumenti di documentazione;

L’utilizzo degli strumenti di comunicazione web 2.0. I diritti umani In questo modulo verranno presentati ed approfonditi alcuni strumenti di osservazione

e monitoraggio dei diritti umani nel contesto territoriale in cui si sviluppa il progetto,

nonché strumenti e tecniche di tutela dei diritti umani. Si approfondiranno in particolare:

gli elementi di riferimento teorici rispetto ai diritti umani, del quadro normativo internazionale di riferimento, degli organismi e degli strumenti di tutela;

strumenti di osservazione, monitoraggio e tutela dei diritti umani; parte laboratoriale di analisi dei diritti violati nell’area nel contesto paese in cui

si sviluppa il progetto; presentazione attività di mappatura dei diritti umani;

Il teatro dell’ oppresso Il teatro dell’oppresso è una tecnica teatrale che favorisce il cambiamento sociale tramite la coscientizzazione degli attori e degli spettatori. E’ molto utilizzata come tecnica formativa nei percorsi educativi per gruppi e per la gestione di situazioni

conflittuali, in particolare verranno affrontati i seguenti temi: La demeccanizzazione, concetto, tecniche e loro applicazione; I ruoli definiti: l’oppresso, l’oppressore, le figure vivine, il giolli;

La tecnica del Teatro-forum e il teatro immagine; Analisi di situazioni di oppressione e sperimentazione di possibili soluzioni

attraverso l’uso delle tecniche presentate.

Il conflitto - approfondimenti Verrà approfondito il conflitto e la sua gestione nonviolenta in relazione a tipiche situazioni conflittuali riscontrabili nei territori di destinazione. In relazione a tali situazioni verrà affrontato:

Elementi fondamentali del conflitto: o conflitti a più livelli: macro, meso, micro;

o violenza, forza, aggressività; o l'escalation della violenza;

Individuazione di strumenti e strategie di gestione nonviolenta dei conflitti; Approfondimento sulla MEDIAZIONE nel conflitto; Il conflitto interpersonale e all’interno del gruppo di lavoro.

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Verifica della formazione Alla fine della formazione generale si effettua il monitoraggio della formazione attraverso i moduli previsti dal Sistema di monitoraggio accreditato dall’Ente e una verifica più approfondita in plenaria, al fine di fare emergere criticità e punti di forza, e dove se ne verificasse la necessità apportare i cambiamenti necessari ad un maggiore efficacia della proposta formativa.

Contenuti della formazione specifica intermedia in Italia: Verifica intermedia Il modulo prevede una rielaborazione dei vissuti legati all’esperienza, rielaborazione propedeutica poi alla valutazione intermedia rispetto agli obiettivi e attività del

progetto. Si prevede in particolare:

Rilettura dell’esperienza a partire dai vissuti personali; Rilettura dell’esperienza a partire dalle relazioni (con beneficiari, OLP, volontari) Condivisione delle esperienze: punti di forza e punti critici

Valutazione obiettivi e attività del progetto; Valutazione attività comuni previste dal progetto;

Riprogettazione in itinere Questa fase è fondamentale per la buona riuscita del progetto perché permette di apportare delle migliorie al progetto in itinere. E’ strettamente legata alla verifica e valutazione del progetto stesso.

Partendo dalla valutazione (dai punti di forza e di debolezza rilevati) pensare a una riprogettazione

Ripresa obiettivi del progetto

Relazione aiuto/affettività: In genere i primi mesi sono impegnativi per i volontari, soprattutto da punto di vista affettivo: alla lontananza dagli affetti, si sommano le difficoltà legate alle differenze culturali, la difficoltà di mantenere la giusta distanza/vicinanza nella relazione

educativa. Il modulo cerca di fornire degli strumenti per attuare un’autoriflessione sul

proprio operato e per rielaborare l’esperienza finora vissuta. Si approfondiranno i seguenti temi:

la conquista della fiducia e la gestione dell’aggressività nella relazione di aiuto La gestione dello stress e il Burn-Out, a partire dalle esperienze concrete dei

volontari; Condivisione delle criticità emerse durante l’esperienza.

Approccio interculturale: I contenuti del presente modulo sono funzionali all’ acquisizione di competenze utili a relazionarsi in maniera positiva con le differenti realtà culturali nei contesti in cui si opera. Tale modulo viene preceduto da un modulo propedeutico a distanza. Viene affrontato nella formazione intermedia per poter riflettere sulle criticità nella relazione interculturale, partendo dalle esperienze concrete dei volontari.

acquisizione di competenze utili a relazionarsi positivamente con le differenti

realtà culturali;

approfondimento dei concetti di individuo, altro , giudizio e pregiudizio; Confronto su pregiudizi e difficoltà nell’incontro con la cultura locale; Rilettura dell’esperienza da un punto di vista interculturale;

Verifica della formazione Alla fine della formazione intermedia si effettua il monitoraggio della formazione attraverso i moduli previsti dal Sistema di monitoraggio accreditato dall’Ente e una verifica più approfondita in plenaria, al fine di fare emergere criticità e punti di forza, e dove se ne verificasse la necessità apportare i cambiamenti necessari ad un maggiore efficacia della proposta formativa.

Contenuti della formazione specifica in loco: 1° incontro all’arrivo (2° mese di servizio):

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L’ente e il suo intervento nel progetto estero

Il modulo approfondisce le realtà dell’ente a progetto, con particolare attenzione a quella che sarà la collocazione del volontario in quel contesto. Questa parte prevede la visita delle progettualità e l’approfondimento della modalità d’intervento dell’ente.

Storia della presenza dell’ente in loco, mission, attività, stile di presenza; Il progetto Caschi Bianchi nel contesto specifico del progetto; Progetti e modalità di intervento;

Attività e ruolo del casco bianco nel progetto specifico Visita alle diverse realtà progettuali dell’ente, con particolare attenzione alle

realtà a progetto; Indicazioni di comportamento e stile di presenza

indicazioni e norme di comportamento, in relazione al contesto culturale, socio-

economico e politico in cui si realizza il progetto; informazioni sui rischi presenti nel contesto di riferimento (sanitari, per la

sicurezza personale, di ordine pubblico e ambientali); informazione sulle misure per prevenire i rischi e per le emergenze.

Tra 8° e 9° mese: Il progetto “Caschi Bianchi Corpo Civile di Pace 2014- Bolivia e Argentina”

ripresa degli obiettivi e delle attività previste dal progetto; verifica dell’andamento del servizio; verifica attività generali ( antenne e mappatura); riprogettazione in itinere.

Contenuti della FAD :

Ruolo del volontario nel progetto specifico: Il ruolo del volontario nel progetto e grado di inserimento; La relazione con i destinatari del progetto; Il ruolo del volontario nel lavoro d’equipe; L’attività di competenza del volontario ricondotta agli obiettivi del progetto, con

attenzione sul COME si fanno le cose.

Approccio interculturale: le cornici culturali che condizionano le interpretazioni di un contesto complesso; analisi dei condizionamenti culturali a partire dalle esperienze concrete dei

volontari; l’ascolto attivo come strumento per superare i pregiudizi culturali e

comprendere la complessità del contesto.

La figura del casco bianco nel progetto specifico:

analisi e approfondimento delle conflittualità presenti nel territorio; approccio del cb rispetto ai conflitti meso e micro, a partire dal mandato del cb; buone prassi per la gestione dei conflitti.

49) Durata:

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Durata formazione specifica pre- espatrio in Italia:

Durata formazione specifica intermedia in Italia:

Moduli formativi Totale ore

Verifica intermedia 6

Riprogettazione in itinere 2

Relazione aiuto/affettività 4

Approccio interculturale 4

Verifica della formazione 2

TOTALE ORE FORMAZIONE SPECIFICA B 18

Durata formazione specifica in loco: Moduli formativi Totale ore

L’ente e il suo intervento nel progetto estero 3

Indicazioni di comportamento e stile di presenza 2

Il progetto “Caschi bianchi corpo civile di pace 2014- Bolivia e Argentina”

3

TOTALE ORE FORMAZIONE SPECIFICA C 8

Durata formazione a distanza; Moduli formativi Totale ore

Ruolo del volontario nel progetto nel progetto specifico 2

Approccio interculturale 2

La figura del casco bianco nel progetto specifico 2

TOTALE ORE FORMAZIONE SPECIFICA D 6

TOTALE ORE FORMAZIONE SPECIFICA A+B+C+D= 52+18+8+6=84

Di queste 84 h, 59 verranno realizzate entro il 3° mese ( 70% del

totale) e le restanti 25 entro il 9° mese (30%)

Moduli formativi Totale ore

La relazione d’aiuto 8

Formazione e informazione sui rischi connessi all’impiego dei

volontari nei progetti di servizio civile 4

Contesto socio-economico e politico dell’area di intervento 4

Il casco bianco 4

La funzione di antenna 8

I diritti umani 4

Il teatro dell’oppresso 8

Conflitto- approfondimenti 10

Verifica della formazione 2

TOTALE ORE FORMAZIONE SPECIFICA A 52

Altri elementi della formazione

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50) Modalità di monitoraggio del percorso di formazione (generale e specifica)

predisposto:

Si rimanda al sistema di monitoraggio verificato in sede di accreditamento

Data

30/7/2014

Il Responsabile del Servizio civile nazionale dell’ente

NICOLA LAPENTA

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