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Paolo Ferrario, mappeser.com Schedatura di CHIARA SARACENO, Coppie e famiglie. Non è una questione di natura, Feltrinelli, 2012, p. 144 1 Schedatura di CHIARA SARACENO, Coppie e famiglie. Non è una questione di natura Feltrinelli, 2012, p. 144

Schedatura di CHIARA SARACENO, Coppie e famiglie. Non è ... · Paolo Ferrario, mappeser.com ... Dove non c’è coppia eterosessuale, non vi può essere genitorialità. ... la questione

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Paolo Ferrario, mappeser.comSchedatura di CHIARA SARACENO, Coppie e famiglie. Non è una questione di natura, Feltrinelli, 2012, p. 144 1

Schedatura di

CHIARA SARACENO, Coppie e famiglie. Non è una questione di natura

Feltrinelli, 2012, p. 144

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Parlare di famiglia significa considerare varietà di forme e di significati relazionali mutati nel corso del tempo e condizionati dallo spazio in cui si configurano:

modelli maschili e femminili

relazioni di coppia

modelli educativi nei rapporti genitori/figli

intensità e rilevanza dei rapporti parentali

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I sociologi Rapaport R. e Rapaport R.N. in una ricerca sulla società inglese evidenziano una classificazione delle differenze presenti nel termine “famiglia”:

culturale: dipendenti dalle specificità culturali nazionali, etniche o religiose che influiscono sulle regole e sulle relazioni

classe sociale: dipendenti dalle disponibilità materiali (lavoro)

organizzativa: divisione delle responsabilità fra uomo e donna

di coorte: per es. la famiglia ricomposta

di cicli di vita: diversità fra le diverse generazioni (vecchi, adulti, giovani) e mutazione degli obblighi e delle responsabilità nel corso del ciclo di vita

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Ma ci sono altre diversità:

• indebolimento del matrimonio

• riconoscimento delle relazioni omosessuali

• più modalità per avere figli

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Esiste un minimo comune denominatore resistente nel tempo per definire “famiglia”?

Non è la coppia, bensì la rete parentale che dà luogo alla famiglia (es. matrimoni combinati, o avere figli come aiuto nel lavoro)

Non è il rapporto madre-figlio il nucleo fondativo della famiglia

(un figlio legittimo può avere genitori inadeguati, per cui esserne sottratto); inoltre lo sviluppo della tecnologia riproduttiva ha rotto il nesso tra procreazione e genitorialità (es. fecondazione assistita)

Sono le norme che costruiscono la famiglia, decidono cioè che cosa è

socialmente legittimo da ciò che non lo è, che cosa è artificiale o che cosa

parzialmente naturale.

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Sono stati fatti passi in avanti nel corso del tempo:

l’adulterio non è più reato,

la contraccezione è legittima, si può procreare senza matrimonio).

Questo grazie ai cambiamenti delle percezioni degli individui, delle loro

pluralità valoriali e della libertà.

Anche il mutamento demografico (allungamento della vita) ha cambiato

la forma dei rapporti di parentela e intergenerazionali, creando nuove

fasi della vita e delle relazioni familiari (un tempo ci si sposava per

interesse, non per amore).

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Metafora del caleidoscopio: le “tessere” sono sempre le stesse, ma si

combinano in modo diverso a seconda dei contesti,

appunto perché la famiglia non è un dato naturale, ma una

COSTRUZIONE STORICO-SOCIALE.

(pagg. 27-29)

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Mutamenti interni: la rivoluzione demografica

Famiglie lunghe e magre:

le parentele invecchiano (riduzione delle nascite e allungamento della

speranza di vita) e rendono più complesse la struttura

intergenerazionale.

Oggi, per molti più anni, la stessa persona può essere

contemporaneamente nonna, madre, figlia.

I bambini hanno pochi o nessun fratello e quindi sono pochi anche cugini

e zii.

Sono invece spesso viventi tutti e 4 i nonni (a volte anche bisnonni).

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Cambiano le aspettative tra genitori e figli:

allungamento dell’aiuto economico verso i giovani prima della loro

stabilità lavorativa,

ma anche il figlio che diventa genitore del proprio genitore anziano.

Si parla di “intimità a distanza” quando le generazioni vivono

abbastanza vicine e si scambiano di frequente visite e aiuti.

In Italia l’età del matrimonio e la nascita del primo figlio avviene in età

più alta rispetto ad altri paesi, quindi la rete parentale a 4 generazioni

è più bassa rispetto per es. a Francia e Paesi scandinavi.

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Solidarietà intergenerazionale:

trasferimenti di risorse economiche dei vecchi ai giovani, mentre a livello

societario è più a sfavore dei giovani.

A livello di sostegno, abbiamo una sostanziale parità, poiché i nonni

accudiscono i nipoti e i figli assistono i genitori anziani (generazione

sandwich).

Il 900 è stato definito “il secolo dei nonni”, in quanto all’aumento di questa

figura si è affiancata una costruzione sociale, culturale e affettiva con

reciproche aspettative fra i soggetti coinvolti. In Italia i nonni sono una forte

presenza nella vita quotidiana dei nipoti.

La mobilità geografica è stata affrontata e risolta con lo sviluppo tecnologico

(skype, cellulari, ecc.)

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Famiglie corte, senza discendenza:

figli unici che non hanno avuto figli non possono avere nipoti.

Un fenomeno in sviluppo è “farsi adottare” da generazioni più giovani con

cui esistono relazioni familiari.

Si parla in questo caso di famiglie di elezione per es: coabitazione tra

anziani soli e giovani o affidamento di anziani non del tutto sufficienti a

persone disponibili all’accoglienza.

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Coppia

Un tempo la coppia aveva funzione riproduttiva, lavorativa o di alleanza tra

famiglie con alto potere (matrimoni combinati per convenienza

sociale/economica).

Progressivamente emerge la famiglia coniugale intima, dove diventa invece

centrale la qualità della relazione fra i due coniugi, senza obblighi rispetto alla

scelta di avere figli.

La relazione di coppia diventa quindi un valore e ha uno spazio tutto per sé,

sia di tempo che di libertà.

In questo anche la chiesa modifica lentamente atteggiamento rispetto alla

sessualità destinata solo alla procreazione.

Resta invece valido il principio che la coppia deve essere eterosessuale,

affinchè i due partner possano essere complementari per originare un’unità

fusionale.

Dove non c’è coppia eterosessuale, non vi può essere genitorialità.

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Negli anni più recenti, grazie a un crescente processo di individualizzazione,

questa visione delle due metà è stata messa in discussione.

La realizzazione di sé non è affidata esclusivamente alla realizzazione

nell’altro.

Nel momento in cui le donne hanno avuto maggiori opportunità di lavoro e

istruzione, il matrimonio non è più stato l’unico progetto di sé su cui investire.

La resistenza a identificarsi totalmente nel rapporto di coppia ha originato la

“coppia conversazione” (sociologo Théry),

ovvero confronto e dialogo fra due persone che mantengono la propria

individualità e la rispettano

(parità di diritti tra uomo e donna, rispetto per la reciproca autonomia, assenza

di potere arbitrario e violenza).

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Altre modificazioni intervenute:

indebolimento del matrimonio: se cessa il benessere della coppia e la sua

qualità relazionale, il matrimonio può essere sciolto

equiparazione della coppia di fatto alla coppia coniugale

indebolimento dell’eterosessualità come unico fondamento di una relazione

di coppia

Esiste anche l’opzione LAT Living Apart Together,

che è una scelta sempre più crescente tra chi ha figli da un precedente

matrimonio e intende tenere separate la casa e la famiglia che fa con i figli

dalla relazione con un nuovo compagno/a,

oppure per mantenere la propria autonomia perché si vive in luoghi diversi e

non è possibile lasciare il lavoro, ecc.

C’è poi chi non vuole avere una coppia stabile e quindi, a intermittenza, vive

relazione affettive, ma non in coppia.

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Per ogni individuo, anche dal punto di vista legale, la prima appartenenza

familiare è quella che si acquisisce come figlio.

Come figlio, infatti, si possono avere situazioni familiari molto diversificate:

bambini con genitori biologici sposati

bambini che vivono con un solo genitore divorziato e poi risposato

bambini con genitori adottivi

bambini con genitori lesbiche o gay

bambini che vivono con altri parenti

altri esempi ecc. ecc.

Ecco perché affermare che c’è famiglia solo se c’è coppia è molto riduttivo.

Attualmente la rottura di una coppia genitoriale, se anagraficamente produce

famiglie monogenitoriali, dal punto di vista relazionale dà luogo a famiglie

con confini mobili e appartenenze multiple.

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Più modi di diventare figli e genitori

La nascita di un bambino non è sufficiente a trasformare i suoi genitori

biologici in genitori a tutti gli effetti.

Procreare non implica necessariamente riconoscersi ed essere riconosciuti

come genitori.

Maternità e accudimento non sempre sono interdipendenti, così come la

primissima socializzazione materna (balia, governanti, istitutori oggi delegati

ai servizi per l’infanzia).

La genitorialità può essere ristretta a una sola persona (per es. vedovo), o

allargata perché condivisa con altri (per es. affidamento o famiglia

ricomposte dopo una rottura con altri compagni).

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Le tecniche di riproduzione assistita hanno notevolmente aumentato la

possibilità di fare figli, complicando la questione di quanti genitori possano

esserci, con relative linee di parentela.

Per es. coppia omologa = solo quelle sposate o anche conviventi? In quale

range di età?

Non serve più un rapporto sessuale per concepire, quindi questo fa emergere

la questione della genitorialità omosessuale.

La maternità surrogata produce “fattorie umane” dove studentesse o donne

sposate integrano il proprio reddito mettendosi a disposizione per la

gravidanza esternalizzata, senza nemmeno dare importanza alle dimensioni

relazionali che si attivano durante il processo di gestazione.

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Un fattore inoltre da non trascurare è che il figlio può decidere di

rintracciare il donatore di seme.

Questo ha fatto calare la donazione maschile in quanto sussiste la paura di

essere rintracciato da una molteplicità di figli, che possono essere

ulteriormente incuriositi dalla presenza di fratellastri/sorellastre che come lui

hanno lo stesso padre donatore.

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Si parla di famiglie ricomposte quando i partner di una coppia che si è sciolta

formano una nuova famiglia con un altro partner.

La psicologa Gallino parla di cespugli geneaologici creati dall’intersecarsi dei

rapporti di filiazione dei diversi soggetti coinvolti.

I figli si trovano ad avere a che fare con una multi appartenenza familiare, con

4 genitori, fratrie complesse per non parlare di nonni e zii.

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Affidamento

L’affido un tempo riguardava orfani, abbandonati o illegittimi.

Oggi, L. 149/2001, riguarda coloro che hanno genitori che

temporaneamente non sono in grado di esercitare il proprio ruolo, ma

continuano ad essere legalmente riconosciuti come genitori.

L’affido è quindi temporaneo e prevede il ritorno dai genitori.

Si oppone all’adozione legittimante, dove i genitori biologici vengono

integralmente sostituiti da quelli adottivi.

I genitori affidatari non sono mai considerati giuridicamente genitori,

anche se viene chiesto loro di fare i genitori (ingiunzione a doppio

legame).

L’affido è aperto a qualsiasi adulto che mostri capacità geniotoriale e

disponibilità all’accoglienza, mentre l’adozione è concessa solo alle

coppie eterogenee e coniugate.

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Si parla di monogenitorialità quando l’altro genitore è veramente assente, o

perché morto o per scelta intenzionale della madre di fare un figlio senza

coinvolgere nella genitorialità il padre biologico.

Può tuttavia mancare il genitore biologico, ma nonni, zii, amici possono

assumersi responsabilità genitoriali nei confronti del bambino.

Bisogna sempre ricordare che la genitorialità biologica non diventa

automaticamente relazionale:

genitori fisicamente presentii possono essere totalmente assenti e fare più

danno rispetto alla loro anaffettività che causa anche violenza psicologica.

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Famiglie transnazionali

Sulla base della mobilità e delle riunificazioni, Ambrosini individua tre tipi di

famiglie:

famiglie transnazionali circolanti: mobilità geografiche in entrambe le direzioni

(verso e dall’Italia) con rientri frequenti della madre o visite dei figli in Italia

famiglie transnazionali intergenerazionali: i figli sono già grandi e l’immigrazione

è vista solo per un tempo breve per accumulare risorse economiche da

destinare alla famiglia rimasta nel paese d’origine

famiglie transnazionali puerocentriche: le madri migranti hanno ancora figli

piccoli rimasti nel paese di origine.

L’obiettivo dell’accudimento a distanza e il ricongiungimento è il più frequente

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Le donne migranti, a differenza dei maschi, devono elaborare un conflitto

rispetto alle proprie identità e responsabilità.

Vengono infatti colpevolizzate per l’abbandono della famiglia, per la

lontananza che impedisce il contatto e l’attività di cura.

Per i figli rimasti nel paese straniero c’è il dispiacere e la rabbia per la

mancanza di accadimento.

Occorre però rilevare come le donne migranti sappiano attivare e mobilitare le

reti parentali come forme di intimità e cura a distanza, mettendo in gioco

anche se stesse con l’utilizzo di telefonia cellulare e skype per organizzare e

supervisionare le attività del quotidiano.