Schemi Farmaco Cv e Renale

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1-LITICI

1-LITICIAppartengono a questo gruppo principalmente la fenossibenzamina, la fentolamina, i derivati dell ergot, prazosina, terazosina, doxazosina.

Sono tutti antagonisti competitivi tranne la fenossibenzamina.

Fentolamina e derivati dell ergot sono non selettivi; prazosina, terazosina e doxazosina sono invece selettivi.

prazosina: agisce come a1-antagonista, in modo diretto sulla parete vasale, competendo col Ca ed inibendo le PDE. Il primo resta comunque l effetto fondamentale. Non modifica il FPR n la filtrazione. Interessante l effetto metabolico di aumento delle HDL e diminuzione significativa delle LDL e dei trigliceridi. Non modifica la liberazione di insulina, n la glicemia, n la concentrazione di acido urico (per questi motivi risulta il farmaco di scelta per i pazienti ipertesi iperlipidemici, diabetici o gottosi).

Farmacocinetica: biodisponibilit 60%, soggetta a metabolismo di primo passaggio. 97% legato alle proteine plasmatiche. Eliminazione renale.Indicazioni terapeutiche:

Ipertensione lieve/moderata/grave: da sola o in associazione a altri antipertensivi (diuretici tiazidici o b-bloccanti). Poich la prazosina non compromette la funzionalit renale se ne preferisce l uso in pazienti con IR.

Effetti collaterali e interazioni: tipica l ipotensione ortostatica dopo la prima dose. Per evitarlo si possono assumere inizialmente dosi basse la sera prima di andare a dormire. Altri EC sono tachicardia, insonnia, nausea, cefalea.altri farmaci

Terazosina: analoga alla prazosina per meccanismi d azione e per effetti (compresi gli effetti sui lipidi plasmatici) ma la riduzione pressoria pi graduale e non determina tachicardia riflessa. Il cibo non ne influenza l assorbimento. E indicata nell ipertensione lieve/moderata. Pu determinar ipotensione da prima dose, sonnolenza, cefalea.Fentolamina: vasodilatatore diretto raramente usato nella terapia del feocromocitoma. EC: liberazione di H, blocco canali del K, blocco recettori 5HT ed effetti simili alla fenossibenzamina. T 2 h. Via ev.

Fenossibenzamina: inibitore irreversibile del reuptake di tipo 1 (NA, H, 5HT, Ach) nella terapia del feocromocitoma. EC: ipotensione, arrossamenti, tachicardia, congestione nasale, impotenza. Buona biodisponibilit, t 12 h.2 AGONISTIAgiscono stimolando:

I recettori a2 post-sinaptici di neuroni inibitori a livello centrale (ae nucleo del tratto solitario, centro vasomotore, nucleo del vago) con conseguente ipotensione e bradicardia (quest ultima soprattutto per aumento del tono vagale)

I recettori a2 presinaptici a livello centrale.

I farmaci pi comunemente utilizzati appartenenti a questo gruppo sono la clonidina, il guanabenz, la guanfacina e la metil-DOPA.

Clonidina: Attivit ipotensivante associata a bradicardia sinusale e sedazione. Agisce preferenzialmente con la stimolazione di recettori a2 postsinaptici in strutture specifiche con conseguente ipotensione ed aumento dell attivit vagale. Probabile anche l azione su recettori presinaptici. La clonidina influenza anche la liberazione di altri neurotrasmettitori ed in particolare aumenta il rilascio di oppioidi e di GABA, cosa questa che potrebbe spiegare l attivit sedativa ed anticonvulsivante. Diminuisce i livelli di vasopressina. A livello periferico sembra sensibilizzare i barocettori, contribuendo cos all ulteriore inibizione del simpatico.

Sul cuore la clonidina ha diversi effetti:

inotropo negativo (soprattutto con alti dosaggi)

ridotto output cardiaco (ipotonia simpatica+ipertonia vagale+ridotto ritorno venoso)

A livello circolatorio riduce le resistenze periferiche, preserva il FPR e la filtrazione, migliora il circolo cerebrale e ha effetto antianginoso.

Per quel che riguarda la funzione renale si assiste ad un aumento della diuresi per diminuito rilascio di vasopressina, ma tale aumento della diuresi transitorio.

Farmacocinetica: Biodisponibilit 70-100%, 30% legata alle proteine plasmatiche. Emivita, dopo somministrazione orale, di 6-15 ore. L effetto ipotensivante si instaura dopo 2-4 ore dalla somministrazione orale e perdura per 7-10 ore. Si pu somministrare anche ev e per via transdermica (induce minori effetti collaterali). Viene escreta per un 50% immodificata, per un 50% metabolizzata a livello epatico. L escrezione prevalentemente urinaria.

Indicazioni terapeutiche:

Ipertensione lieve/moderata: da sola o in associazione a altri ipertensivi (in particolare diuretici tiazidici o vasodilatatori). Soprattutto ipertensione sistolica isolata.

Crisi ipertensive non da feocromocitoma: infusione ev lenta (altrimenti peggiora l ipertensione, avendo l infusione ev un effetto bifasico prima di ipertensione per stimolo dei recettori periferici postsinaptici e poi di ipotensione).

Emicrania (profilassi)

Sindrome da astinenza da oppioidi

Sedazione preoperatoria

Glaucoma

Vampate di calore in menopausa (transdermica)

(bambini iperattivi)

Effetti collaterali e interazioni: i pi importanti effetti collaterali (in ordine di frequenza) sono:

sedazione/sonnolenza

xerostomia

vertigini

impotenza

rushes cutanei

ipotensione ortostatica

iperglicemia/intolleranza al glucosio

L effetto ipotensivante pu scomparire con cosomministrazione di antidepressivi triciclici e a-litici (ae yohimbina).

Molto importante sospendere la terapia a scalare lento, altrimenti si rischia una ipertensione di rimbalzo.

altri a2-agonisti

Guanabenz: l azione analoga a quella della clonidina, ma ha meno effetto sul cuore (meno bradicardia, minor riduzione della gittata, minor inotropismo negativo...) e non induce intolleranza al glucosio. Riduce inoltre il colesterolo LDL. Escrezione con le urine.

Guanfacina: l azione meno intensa rispetto alla clonidina ma pi prolungata. Escrezione con le urine (50% immodificato)

Metil-DOPA: l a-metil-DOPA viene convertita in a-metilnoradrenalina che si comporta come falso neurotrasmettitore. Spiazza infatti la noradrenalina dalle vescicole interferendo cos con il rilascio di catecolamine e livello centrale. Si suppone che il farmaco agisca in modo analogo alla clonidina, con stimolazione dei recettori a2 centrali, diminuendo cos la pressione arteriosa ed il tono simpatico. L effetto ipotensivante dovuto ad una diminuzione delle resistenze periferiche senza modificazione significativa della FC e della gittata. Escrezione con le urine. EC: sonnolenza/sedazione (precoce, dose-dipendente), depressione, xerostomia (precoce, dose-dipendente).-BLOCCANTI NON SELETTIVI: 1) ALPRENOLOLO

2) PROPRANOLOLO: antiaritmico di classe 2. Usato nell angina, IMA, ipertensione, tachiaritmie. 3-5 h. pot 1

3) OXPRENOLOLO: v. propranololo,

4) TIMOLOLO: nel glaucoma, nella tireotossicosi e nei tremori da stati ansiosi. 4-5 h

5) PINDOLOLO: AP, antipertensivo in pazienti con riserva cardiaca bassa e tendenza alla bradicardia. 3-4 h. pot 5-10.

6) LABETALOLO: anche antagonista e AP . Viene dato nell ipertensione gravidica.

7) CARVEDILOLO: anche antagonista .

SELETTIVI

1) ATENOLOLO: nell angina stabile, ipertensione, aritmie. Controindicato nella bradicardia e nello scompenso cardiaco. Idrosolubile emivita 6-8 h

2) METOPROLOLO liposolubile emivita 3-4 h

3) ACEBUTOLO4) BISOPROLOLO SELETTIVI

1) BUTOSSAMINAPer la maggior parte di essi l attivit intrinseca =0, comportandosi come antagonisti competitivi (spostano, cio, la curva dose-risposta a destra). Alcuni, invece, sono AP ma tale attivit si esplica solo in assenza dell agonista. Principali effetti dei recettori:

1: cronotropi positivi, inotropi positivi, aumento della velocit di conduzione NAV, aumento del rilascio di renina, aumento della produzione di umor acqueo.

2: rilassamento muscolatura liscia (vasi, bronchi, utero), vari effetti sul metabolismo (aumento dei livelli di insulina...), aumento dell apporto ematico al muscolo scheletrico e del suo trofismo.

Una prima distinzione fra i b-bloccanti pu esser fatta sulla base della loro selettivit recettoriale e dell attivit simpaticomimetica intrinseca.

1) selettivita recettoriale: Propranololo, timololo, pindololo, labetalolo e carvedilolo sono non selettivi. Fra i selettivi si possono menzionare l atenololo, il metoprololo e il bisoprololo (lunga emivita, attualmente quello pi selettivo ed per ora usato solo ev, invece il betanexolo disponibile anche per os). La selettivit recettoriale risulta vantaggiosa in caso di rischio legato all inibizione dell attivit b2 (attivit broncodilatante, attivit metabolica, attivit vasodilatante), ma tale selettivit si esplica per dosaggi non troppo elevati.

2) attivita simpaticomimetica intrinseca: cio l agonismo parziale. Tale AP si esplica, come detto, con tono simpatico basso (ae durante la notte). Per cui in condizioni di esercizio fisico, di stress e di altre situazioni caratterizzate da ipertono simpatico l effetto predominante quello simpaticolitico. Il prototipo degli AP il pindololo, che esercita tale AP prevalentemente sui b2.

Un altra distinzione pu basarsi sulle propriet chimico-fisiche:

1) farmaci lipofili: hanno come prototipo il propranololo (seguito, in ordine, da alprenololo, bisoprololo, timololo, metoprololo). Hanno un ottimo assorbimento, un alto metabolismo di primo passaggio ed un alto legame alle proteine plasmatiche. Tendono, in pazienti con ridotta funzionalit epatica, ad accumularsi. L emivita tende ad essere breve (richiedendo quindi pi somministrazioni) ed il passaggio della BEE pu causare EC al SNC (incubi, depressione, allucinazioni).

2) farmaci idrofili: hanno come prototipo l atenololo. Hanno assorbimento incompleto, scarso metabolismo epatico e basso legame alle proteine plasmatiche. L emivita elevata (spesso comportano una sola somministrazione/die). Lo scarso metabolismo epatico li rende adatti a pazienti con funzione epatica compromessa, ma l alta escrezione renale li sconsiglia a pazienti con funzione renale compromessa. Lo scarso passaggio attraverso la BEE rende gli EC sul SNC piuttosto scarsi.

3) farmaci con caratteristiche intermedie: hanno come prototipo il pindololo. Hanno buona biodisponibilit orale e sono eliminati per un 50% circa a livello epatico e per il restante 50% a livello renale.

Poich molti b-bloccanti (soprattutto quelli non selettivi, primo fra tutti il propranololo) possono dare aumento delle resistenza vascolari periferiche in acuto, sono stati introdotti b-bloccanti con azione vasodilatante periferica tramite antagonismo a1, agonismo b2 o effetti vasoattivi diretti. Cos ad esempio il labetalolo ed il carvedilolo, oltre ad essere b-antagonisti non selettivi, sono anche a1 antagonisti. Hanno anche azione b2 agonistica.

Il sotalolo ha la peculiarit di allungare il potenziale d azione cardiaco oltre che di agire come b-bloccante. Tali caratteristiche lo rendono un buon antiaritmico.Effetti farmacologici dei b-bloccanti:

effetti sul cuore: riducono la velocit del potenziale pace-maker nel NAS (risultando quindi cronotropi negativi), aumentano i tempi di conduzione a livello del NAV (agiscono sulla depolarizzazione Ca-dipendente) senza per influenzare i tempi di conduzione intraventricolari, diminuiscono la gittata (sia per riduzione della FC che per interferenza sulla funzione contrattile da parte del cAMP che va a fosforilare tramite la PKA i canali L del Ca). Gli effetti di questi farmaci sono minimi in condizioni di riposo (quando la FC non dipende tanto dal tono simpatico quanto da quello vagale), massimi in condizioni di stress adrenergico.

effetti sulle resistenze periferiche: gli effetti emodinamici differiscono da acuto a cronico. Tipicamente in acuto la somministrazione di b-bloccanti in pazienti ipertesi provoca riduzione (del 20%) della gittata cardiaca e aumento delle resistenze periferiche (del 20-30%). Dopo tempi variabili da ore a giorni si assiste ad un ritorno delle resistenze periferiche ai valori iniziali ed una stabilizzazione della gittata su livelli pi bassi. I farmaci dotati di AP e quelli con propriet vasodilatanti riducono le resistenze periferiche e diminuiscono meno la gittata. Da notare comunque che, pur con queste differenze, la diminuzione della pressione analoga nei vari farmaci. Gli effetti sulle resistenze dipendono da due meccanismi fondamentali:

1) Blocco della vasodilatazione mediata dai recettori b2.

2) Aumento del tono simpatico, in risposta ad una riduzione della gittata.

I b-bloccanti non esplicano effetti significativi sulle coronarie. Piuttosto, poich l attivazione a-adrenergica pu causare vasocostrizione a livello coronarico, il b-bloccante pu peggiorare tale effetto (ci importante il pazienti coronaropatici o con coronarie iperattive ae angina variante).

- effetti sulla tolleranza allo sforzo: diminuiscono la tolleranza allo sforzo in maniera dose dipendente. Ci dipende dalla riduzione della gittata e dalla diminuzione dell apporto ematico al muscolo per blocco dei recettori b2.Globalmente, cio, si ha ridotta perfusione periferica.

- effetti sul metabolismo lipoproteico: classicamente i b-bloccanti (in particolare quelli non selettivi) danno riduzione delle HDL (la LCAT subisce stimolazione b-adrenergica), aumento delle VLDL (azione sul fegato o minor clearance dei trigliceridi per minor perfusione tissutale?) e non significative variazioni delle LDL. I farmaci pi selettivi hanno questo effetto molto meno pronunciato. Gli AP addirittura possono esser favorevoli sotto il profilo lipoproteico.

Indicazioni terapeutiche: sono estremamente varie:

1) ipertensione: insieme ai diuretici ed agli ACEI sono gli unici per i quali dimostrata efficacia nel ridurre la morbidit e la mortalit. Tutti i b-bloccanti hanno uguale efficacia come antipertensivi. E probabile che l effetto antipertesivo sia da imputarsi a diversi effetti:

blocco dei recettori b presinaptici facilitanti la liberazione di CA

inibizione della liberazione di renina

diminuzione della gittata e resetting dei barocettori

2) angina: accanto alla riduzione della sintomatologia riducono anche le probabilit di reinfarto, la morte improvvisa e la mortalit cardiovascolare globale. La loro efficacia nell angina cronica stabile risiede nella riduzione, da parte del miocardio, del consumo di ossigeno (principalmente per riduzione del prodotto FCxPA e della contrattilit cardiaca) ed un aumento della perfusione per aumento tempo di diastole. Tutti i b-bloccanti hanno uguale efficacia nella terapia della malattia ischemica del miocardio. Sono associabili a nitroderivati e Ca-antagonisti diidropiridinici (tipo nifedipina e amlodipina), essendo anche in grado di ridurre la tachicardia riflessa indotta da queste due classi di farmaci. L associazione con Ca-antagonisti non diidropiridinici pu invece far precipitare la funzionalit miocardica. Alcuni studi mostrano che i b-bloccanti sono efficaci nella riduzione dell angina instabile in termini di sintomi e di episodi acuti. Inefficace, o addirittura dannoso, risulta essere il trattamento dell angina variante (effetto smascherante sull attivit vasocostrittrice a-adrenergica).3) prevenzione dell ima: in termini di prevenzione primaria non sembrano esserci risultati rilevanti. Il trattamento precoce dell IMA (entro le prime 72 h) iniziato per ev e proseguito per os ha dimostrato una riduzione significativa della mortalit, di arresto cardiaco e di reinfarto. Anche il trattamento postinfartuale (dopo 72 h) ha dimostrato benefici significativi. Tuttavia, poich queste terapie vanno continuate per 2 anni, occorre stabilirne l effettiva validit soggettiva. Fattori positivi sono ae ipertensione ed angina, fattori negativi invece sono broncospasmo, bradicardia e BAV. Si somministrano di solito farmaci selettivi.4) aritmie: a parte il sotalolo, tutte le propriet antiaritmiche dei b-bloccanti sono da attribuirsi al blocco degli effetti proaritmogenici del simpatico. Pertanto hanno particolare efficacia nel trattamento delle aritmie sopraventricolari ipercinetiche provocate da alti livelli di CA (feocromocitoma, ansia...) o da un aumentata sensibilit miocardica alle CA (tireotossicosi...). Uno degli aspetti principali dell azione antiaritmica consiste nell aumento della conduzione a livello del NAV e nel prolungamento della refrattariet. L utilit come antiaritmici risiede quindi soprattutto nel trattamento delle aritmie da rientro, nel controllo della frequenza ventricolare in corso di flutter e di fibrillazione atriale e nella sindrome del QT lungo.5) cardiomiopatia ipertrofica: una malattia AD con un alta incidenza di morte cardiaca improvvisa, caratterizzata da una marcata funzione diastolica e talvolta da un marcato impedimento all efflusso. Questi farmaci servono a diminuire il gradiente pressorio intraventricolare tramite una diminuzione della scarica simpatica.

6) insufficienza cardiaca: i b-bloccanti sono di per s controindicati in questo tipo di patologia. L utilit del b-blocco deriva dall evidenza che l aumento delle CA gioca un ruolo importante nella patogenesi della malattia poich tale aumento determina una down regulation recettoriale, in particolare a carico dei recettori b1, ed un disaccoppiamento dalle proteine G dei recettori rimanenti (e quindi ipofunzionalit). Si visto che i b-bloccanti inducono una up regulation dei recettori. Inoltre, come gi detto, riducono la richiesta di ossigeno, evitano il sovraccarico di CA e prevengono il sovraccarico cellulare di Ca. Globalmente si visto quindi che i b-bloccanti, somministrati con cautela, migliorano l IC. Ancora migliori i risultati con agenti ad azione vasodilatante, come il carvedilolo (farmaco tuttora codificato nella terapia dello scompenso), con analoghi risultati del bisoprololo e del metoprololo. Globalmente quindi si tende, nell IC, a somministrare a dosi inizialmente molto basse un b-bloccante accanto alla terapia tradizionale dello scompenso (ACEI, diuretici ed eventualmente digitalici) soprattutto se di grado lieve/moderato (NYHA 2 e 3). Al di fuori di questi pazienti l uso dei b-bloccanti controindicato.

7) malattie extracardiache: ipertiroidismo (oltre ai sintomi diminuisce anche la vascolarizzazione della tiroide), ansia, glaucoma, emicrania (b-bloccanti non AP), emorragie da varici esofagee (propranololo).

Effetti collaterali ed interazioni: Disturbi cardiaci: in particolare bradicardia (in pazienti con disfunzione del NAS) , BAV (specie se associati a altri farmaci antiaritmici come digossina o verapamile) ed IC.

Asma: anche i b1 selettivi

Aumento delle resistenze vascolari periferiche: aggravamento dei sintomi in pazienti con malattie vascolari periferiche (per diminuito flusso ematico al muscolo scheletrico).

Ipoglicemia: prolungano la risposta ipoglicemica all insulina (per blocco della stimolazione secretiva indotta dai b2) e mascherano la sintomatologia adrenergica da crisi ipoglicemica.

Diabete: se associati a ACEI

Intolleranza allo sforzo

Effetti sul SNC

Impotenza: si pensa ad un aumento della vasocostrizione mediata dagli a1.

Sindrome da sottrazione: iperattivazione del simpatico circa una settimana dopo l interruzione del trattamento. Ci dovuto probabilmente alla up regulation recettoriale, motivo per cui si raccomanda di non interrompere il trattamento in modo brusco.

CLASSIFICAZIONE DI LEZIONE:

1) NON SELETTIVI

Propranololo

Timololo

Nandololo

2) B1 SELETTIVI

Metoprololo

Atenololo

Acebutolo

Bisoprololo

Betaxololo

3) DOTATI DI ISA

Pindololo

4) DOTATI DI EFFETTI VASODILATANTI

Carvedilolo

LabetaloloANTIARITMICII farmaci possono essere suddivisi in categorie in base a diversi parametri. La distinzione classica (di Vaughan Williams) vede farmaci di classe:

1: deprimono la fase 0 bloccando i canali del Na voltaggio-sensibili. Il blocco dell eccitazione

proporzionale alla FC.

1a: propriet intermedie fra 1b e 1c. Chinidina, procainamide, disopiramide.

1b: si associano rapidamente dai canali, nel tempo di un battito. Se prima del battito successivo ci

sar un battito prematuro, esso verr bloccato. Altrimenti il farmaco si dissocer. I farmaci di

questo gruppo si legano preferenzialmente ai canali in stato di depolarizzazione. Poich questo

stato cellulare tipico delle cellule dopo un infarto questa categoria di farmaci importante

nelle aritmie post-infartuali. Lidocaina, mexiletina.

1c: l associazione e la dissociazione ai canali molto pi lenta. Poich non mostrano preferenza

per uno stato particolare del canale, non hanno specifica utilit post-infartuale. Piuttosto

determinano una riduzione generalizzata dell eccitabilit (e della conduzione attraverso le

fibre di Purkinje), essendo quindi utili non tanto per i battiti prematuri quanto per le aritmie da

rientro. Flecainide. >QRS (>QT)

2: esercitano un effetto simpaticolitico. Il simpatico pu causare extrasistoli e fibrillazioni per via dei suoi effetti sul pace maker e sulle correnti del Ca nei miocardiociti e velocizza la conduzione a livello del NAV. Per cui questi farmaci sono utili da una parte nelle aritmie post-infartuali (che si credono causate da un aumento dell attivit simpatica), dall altra nelle tachicardie sopraventricolari. Propranololo. >PR

3: rallentano la ripolarizzazione e prolungano la durata del potenziale d azione. Probabilmente l

effetto si esplica su canali del K. Sopprimono le aritmie da rientro ed i foci ectopici. Il

prolungamento del potenziale d azione pu avere il paradossale rischio proaritmogenico, e ci

vale sia per questa categoria di farmaci sia per gli antiaritmici 1a. Amiodarone, sotalolo. >QT

4: bloccano i canali del Ca. Rallentano la conduzione a livello di NAS e NAV. Utili soprattutto

nelle tachicardie sopraventricolari. Verapamil. >PR

Altrimenti possiamo distinguere gli antiaritmici in base ai meccanismi aritmogenici (Sicilian Gambit). I meccanismi aritmogenici sono essenzialmente tre:

1) Aritmie da alterato automatismo. Quanto maggiore il processo di automatismo, tanto maggiore sar la FC.

2) Aritmie da triggered activity. Sono dovute alla presenza di potenziali postumi precoci e tardivi nella fase 3 del potenziale. Quando tali potenziali sono sufficienti a depolarizzare le cellule adiacenti si hanno extrasistoli o aritmie complesse come la torsade de pointes.

3) Aritmie da rientro. Il rientro dovuto alla presenza di circuiti elettrici isolati (generalmente a due vie di conduzione) con una porta di ingresso ed una di uscita. Affinch il rientro si stabilisca necessario il blocco unidirezionale ed il rallentamento in una zona del circuito.

In una percentuale elevata di pazienti (5-10%, ancora pi elevata se c scompenso) i farmaci antiaritmici hanno effetti proaritmogenici. Tali effetti derivano dal prolungamento della fase di ripolarizzazione (Ia e III), dallo sviluppo di early after depolarizations (digossina) e dalla modificazione, in senso aritmogenico, di un circuito di rientro (un farmaco aumenta il tempo di ripolarizzazione facilitando il circuito; tutti i farmaci). Pi spesso gli eventi indotti dai farmaci sono la tachicardia ventricolare, la sindrome del QT lungo e le torsioni di punta e si manifestano a qualche giorno dall inizio della terapia o dell aumento del dosaggio.

CHINIDINA: viene utilizzata per il mantenimento del ritmo sinusale in pazienti con flutter o fibrillazione atriale e per la prevenzione delle recidive di tachicardia o fibrillazione ventricolare. La chinidina si lega ai canali del Na allo stato aperto. Col crescere della dose si avr blocco prima dei canali del K e poi del Ca. Ha buona biodisponibilit ed alto legame alle proteine plasmatiche. Metabolismo epatico. Causa anche blocco a-adrenergico ed ha effetto vagolitico. la chinidina (come verapamil) riduce la clearance della digossina perch compete con la secrezione tubulare (quindi attenzione ad iniziare la terapia con chinidina in paziente con fibrillazione atriale, poich essi sono spesso gi in terapia con digossina). EC: diarrea (30-50%) che pu dare ipokaliemia (con potenziamento dell effetto proaritmico), trombocitopenia, mielodepressione, cinconismo (cefalea e tinniti), QT lungo con torsioni di punta (2-8%), depressione della funzione ventricolare in pazienti con insufficienza cardiaca. Da notare che gli effetti aritmogenici si manifestano alle dosi terapeutiche.PROCAINAMIDE: un derivato della procaina. L attivit simile alla chinidina ma non ha effetto antiadrenergico e vagolitico. Il suo principale metabolita, la N-acetil procainamide, non ha tanto l effetto di blocco sui canali del Na quanto quello di mantenere aperti i canali del K. Per mantenere concentrazioni terapeutiche il farmaco va somministrato ogni 3-4 h. EC: ipotensione e marcato rallentamento della conduzione AV nella somministrazione ev, nausea nella somministrazione per os. Nello 0,2% dei pazienti si ha aplasia midollare fatale. Talvolta insorge una sindrome di tipo lupico.DISOPIRAMIDE: anche questo farmaco ha attivit simile alla chinidina ma non ha effetto antiadrenergico. L effetto antimuscarinico per presente e responsabile degli effetti collaterali (glaucoma, stipsi, xerostomia, ritenzione urinaria). Pu deprimere la funzione ventricolare e causare torsioni di punta. LIDOCAINA: ev nel trattamento acuto delle aritmie ventricolari, in particolare dopo IMA (infatti un 1b). La lidocaina blocca i canali sia in stato attivo che inattivo. Poich il recupero del blocco molto rapido si spiega come mai sia pi attiva in tessuti depolarizzati (come in corso di ischemia) o che presentano una scarica elevata. Alto metabolismo di primo passaggio (meglio quindi la somministrazione ev) con metaboliti poco attivi. EC: una posologia eccessiva in terapia di attacco pu dare convulsioni, in terapia di mantenimento si manifestano nistagmo (precocemente), tremori, disartria, capogiri, alterazioni del livello di coscienza.

MEXILETINA e TOCAINIDE: sono analoghi della lidocaina e sono utilizzabili per os a causa del ridotto metabolismo di primo passaggio. Gli EC, essenzialmente tremori e nausea, possono essere ridotti dalla cosomministrazione di chinidina.

FLECAINIDE: derivata dalla procainamide, utilizzata solamente per il mantenimento del ritmo sinusale in pazienti con aritmie sopraventricolari (compresa la fibrillazione atriale). Provoca un aumento marcato del tempo di recupero dei canali del Na. EC: effetto proaritmico, aggravamento dell insufficienza cardiaca, blocco della conduzione.SOTALOLO: un b-bloccante con la peculiare propriet di bloccare la corrente ripolarizzante del K, prolungando cos il potenziale d azione. Causando un aumento del QT pu dare torsade de pointes specie con ipokaliemia.AMIODARONE: un analogo dell ormone tiroideo. Il meccanismo d azione non chiaro, interagendo sia coi canali del Na che con quelli di Ca e K. Ha inoltre effetto antiadrenergico. Il risultato, comunque il blocco dell attivit automatica anomala ed il prolungamento del potenziale d azione. E altamente liposolubile ed ha bassa biodisponibilit. EC: data la sua estrema liposolubilit tende all accumulo causando cos fibrosi polmonare (rara alle dosi della fibrillazione atriale) ed accumuli corneali. Altri effetti: disfunzione epatica, tiroidea, fotosensibilizzazione, debolezza muscolare. Nonostante l allungamento del QT che d, non ha effetto proaritmogenico.DOFETILIDE: usata nel mantenimento del ritmo sinusale in pazienti con fibrillazione atriale, un potente bloccante dei canali del K cardiaci. EC: torsioni di punta (1-3%). Essendo escreta a livello renale si deve porre attenzione alla sua somministrazione in corso di IR. Si utilizza solo in ospedale o comunque sotto controllo strettissimo.VERAPAMIL e DILTIAZEM: sono due Ca-antagonisti utilizzati nel controllo della frequenza ventricolare in pazienti con fibrillazione o flutter atriale. Riducono la FC (a meno che non ci sia un attivazione simpatica riflessa a causa dell ipotensione che provocano) e riducono la conduzione a livello di NAV.DIGOSSINA: usata nel controllo della frequenza ventricolare in pazienti con fibrillazione atriale. E un cardiotonico che, per la sua stimolazione vagale, da una parte riduce le correnti del Ca a livello del NAV provocandone cos la refrattariet e dall altra aumenta le correnti del K Ach-dipendenti a livello del NAS provocando cos l allungamento della fase 4 sia nel NAS che nei miocardiociti atriali.ADENOSINA: bolo ev per il trattamento delle aritmie sopraventricolari. Apre dei canali del K Ach-sensibili. L azione antiadrenergica di abbassare il livelli di cAMP ha l effetto di prevenire eventuali DADs. Ha effetto cronotropo negativo, rallenta la conduzione AV. Si somministra in bolo poich tende ad essere rapidamente metabolizzata da eritrociti e cellule endoteliali. L emivita brevissima, di qualche secondo. EC : asistolia