SCOPPIO

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  • 8/7/2019 SCOPPIO

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    SCOPPIATI E SCOPPIANDI

    Aveva deciso. Quella sera ci avrebbe provato. Era ormai tempo che la seguiva. Le dedicava

    tutte le attenzioni. La accarezzava con lo sguardo. Non perdeva occasione per sfiorarla. Lei da

    principio si era dimostrata un po' ritrosa, timida, spaventata. Ma, giorno dopo giorno, i suoisguardi si erano fatti sempre pi amichevoli. I suoi occhi grandi e rotondi parevano ammiccare

    ad ogni suo sguardo. Si disse che quella sera ci avrebbe provato, ormai non aveva interesse

    per null'altro. E se fosse andata male ..beh, ormai che importava, il rischio dell' allontanamento

    era ben poca cosa rispetto alla sua passione. Si sdrai nel suo lettino , impazientemente fece

    scorrere il tempo che ritenne necessario affinch Morfeo prendesse in consegna tutte le altre

    coscienze, si alz. Silenziosamente percorse i lunghi e oscuri corridoi. Si ferm davanti alla

    porta di lei. Tast la maniglia. Era aperta. Entr. Lei stava dormendo. Com'era dolce. Le si

    avvicin e cominci ad accarezzarle i capelli finalmente sciolti. Pos poi delicatamente le dita

    sul suo volto. Lei arricci il naso ma continu a dormire. La baci sulla fronte. Fu allora che si

    svegli e con uno sguardo stupito ma non spaventato dipinto sul volto si rivolse alla sagoma

    che le si parava dinanzi e disse - suor Germana, che ci fa qua?-. Suor Germana le fece segno di

    tacere col dito, poi la baci delicatamente sulla punta del naso e quindi sulla bocca. Appoggi

    pesantemente le proprie labbra sulla sua bocca e le infil la lingua. La sent pian piano

    sciogliersi tra le sue braccia, cominci a spogliarla, continuando a baciare e leccare la giovane

    carne che scopriva. Via via che procedeva lei si dimostrava sempre meno passiva e prese a

    seguire la danza passo per passo. In breve si trovarono capovolte, una sull'altra, intente a

    leccarsi reciprocamente le vulve. Sempre cercando di soffocare i propri mugugnii di piacere

    per evitare di essere scoperte dalle altre sorelle. Vennero entrambe pi di una volta. Una volta

    dichiaratesi soddisfatte si salutarono affettuosamente , si rivestirono e si lasciarono. Sempre

    con passo felino, suor Germana torn alla sua cella. Non riusc ad addormentarsi. Era come se

    il giovane corpo della novizia che, come da suo compito, aveva introdotto alle regole della vitadi clausura fosse ancora presente dinanzi a lei. Le sembrava di vedere quella pelle rosea, quei

    lunghi capelli lisci, quei seni piccoli ma ben fatti, mentre la sua mente vagava e ripescava dai

    neri pozzi della memoria un altro corpo, un altra ragazza, cos simile a lei.

    Era estate, la citt soffocava sotto una pesante afa. In un giardinetto di periferia Lizzy si

    incontr con i suoi amici. Beh, non sapeva se poteva proprio chiamarli amici, certo che

    passava un sacco di tempo con loro. Quel pomeriggio stavano cercando di uccidere la noia

    facendo girare qualche tolla di birra e qualche joint. Skizo aveva un barattolo di colla. Lo

    vers in un sacchetto di plastica e ci respir tre o quattro volte dentro prima di passarlo a

    Boot. Boot era il ragazzo di Lizzy, sebbene di quando in quando lei non disdegnasse di

    concedersi anche agli altri tre. Il Bollito si stava lamentando del caldo, diceva che non ce la

    faceva pi, che avrebbero dovuto farsi un ferro e partire tutti per le colline che la si che si

    stava bene. Tutti si dimostrarono d'accordo. Dopo una breve perlustrazione individuarono una

    vecchia alfetta che faceva proprio al caso loro. Clack tir fuori il suo inseparabile serramanico,

    allent la guarnizione del finestrino e infil uno spadino realizzato con una stecca d'ombrello

    ritorta in fondo a m di gancio. Unire i file della messa in moto fu compito di Boot che si mise

    anche alla guida. Al suo fianco Clack mentre sul sedile posteriore presero posto Lizzy Skizo e

    il Bollito. Clack apr il cassetto del cruscotto e gioiosamente annunci -FIGA

    L'AUTORADIO-.Avevano anche la musica. L'accesero a palla e, come conseguenza, non

    riuscirono pi a parlarsi. Il ferro sfrecciava tra i campi della stanca pianura con i finestrini

    aperti, mentre la noia si stava reimpossessando dei passeggeri dopo la breve parentesi di

    eccitazione dovuta al furto.

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    L'aria entrava abbondante nell'abitacolo, ma era calda e umida. Ben presto furono tutti

    appicicaticci di sudore, soprattutto quelli di dietro e l'aroma che ne sprigionava non era certo

    dei migliori. Finalmente la strada cominci a stufarsi di correre piatta. I campi di granturco e

    le risaie sparirono dal panorama per far posto a vigne , campi d'erba medica e sparuti

    boschetti. L'aria si fece dapprima pi secca, poi via via anche frizzante. Una volta tanto il

    Bollito aveva detto qualcosa di sensato, si stava proprio bene in collina.Boot cominci a esaltarsi alla guida facendo fischiare i pneumatici ad ogni curva suscitando il

    plauso generale. Non avevano una meta precisa, volevano soltanto andare, viaggiare senza mai

    fermarsi. Bast una piccola luce arancione, dapprima lampeggiante, poi minacciosamente fissa

    a placare il loro entusiasmo Cazzo la benza sta finendo- sentenzi Boot. -Colliamo un pieno e

    andiamo avanti- fu la proposta di Skizo, ma, tra tutti e cinque non tirarono su nemmeno un

    deca. Erano rassegnati a mollare il ferro in un fosso e a tornare in autostop quando apparse

    loro la visione di un distributore di benzina incustodito. Era nascosto alla vista delle case

    vicine da un argine alberato, di quelli che di solito sottolineano qualche piccolo rio ed era

    deserto. Si avvicinarono alla pompa, si guardarono intorno con circospezione. Nessuno. Skizo

    schizz fuori in tempo zero e cominci a riempire il serbatoio. -Arrivo subito- disse in quelmomento una voce proveniente da una piccola vigna. Un uomo corpulento, vestito con la tuta

    della compagnia petrolifera conficc pesantemente la vanga nel solco e si avvi verso i suoi

    clienti. Arriv in tempo per riporre l' erogatore, perse per un attimo gli occhi nei meandri della

    generosa scollatura di lizzy, quel tanto che bast a Clack per sgusciargli alle spalle ed aprirgli

    la gola col suo serramanico. Lesta Lizzy gli vuot il marsupio portabanconote tipico di ogni

    benzinaio che si rispetti e l'allegra brigata ripart per la loro scorribanda. Fecero trascorrere

    parecchi chilometri prima di fermarsi in un paese ed investire il ricavato della stazione di

    servizio in pizze, sigarette e soprattutto tolle di birra. Si fermarono in un campo a mangiare e

    subito ripartirono senza meta, come presi da un' indomabile frenesia. .Instancabilmente fecero

    secche decine di latte di birra e sigarette. In breve gli interni della macchina furono ricoperti da

    cenere e lattine esauste. L'aria era densa di fumo e, se si somma l'effetto di cinque corpi umaniche non avevano rapporti di ogniqual genere con acqua e sapone da un tempo ormai rilevante,

    si pu capire come l'atmosfera fosse pesante. Clack subentr alla guida, mentre Boot ne

    approfitt per schiacciare un pisolino. Lizzy si alz la minigonna, abbass gli slip e cominci

    ad armeggiare per sostituire il tampone. - Di ciulare non se ne parla eh?- le disse il Bollito. -

    Non ti facevo cos intelligente- fu la risposta. Fin il suo lavoro e si sdrai sul fianco cercando

    di dormire. Il Bollito alle sue spalle le scopr le terga e con una mossa scaltra le appoggi

    contro una parte del suo corpo appena rinvigorita da un abbondante flusso sanguigno. Ben

    presto, per, il contatto con una fredda lama metallica lo convinse a ritrarsi. - Leva quel coso

    o te lo taglio- fu il perentorio commento di Lizzy. Il Bollito cominci allora a masturbarsi

    vigorosamente finendo poi per venire sopra le di lei cosce nude a guisa di infantile ripicca. Nelfrattempo la sopraggiunta oscurit celava ai cinque giovani lo spettacolo delle colline che si

    trasformavano in montagne e dei campi che poco a poco morivano soffocati dai boschi.

    Passarono alcune ore e molti, troppi chilometri. L'indicatore della benzina tendeva nuovamente

    allo zero. Questa volta non era un grosso problema. Passato un passo trovarono a fondovalle

    una statale e, dopo

    alcuni minuti di percorrenza un stazione di servizio 24 ore su 24. Infilarono un paio di deca

    nella macchinetta e rabboccarono il serbatoio. Prima di deporre l'erogatore Skizo prese una

    abbondante sniffata di vapori di carburante. -Minchia- comment - era proprio quello che mi ci

    voleva per ripigliarmi-. Fecero tutti qualche passo all'aria aperta e si accesero qualche paglia.

    Lo fece anche Schizzo, tir un abbondante boccata e deflagr in una spaventosa fiammata. I

    suoi amici lo lasciarono ancora infiammato a terra vicino alle pompe . Dopo pochi minuti diviaggio, alle loro spalle, intravidero un bagliore che, anche se per un breve attimo , parve

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    anticipare l'aurora. I quattro superstiti aspettarono parecchio tempo prima di ricominciare a

    parlarsi. Fu Lizza a rompere il silenzio che il sole era gi alto. -Boot passami una latta- fu la

    sua prima frase. La birra era calda, ma la bevve lo stesso. Venti carte di benza non sono poi

    tante se si ha a che fare con un alfettone 1800 e ben presto si ripropose il problema del

    carburante. - Troppa grazia S.Antonio- fu l'esclamazione di Clack quando avvistarono un'altra

    area di servizio nascosta da sguardi indiscreti e apparentemente deserta. Da sotto uncamioncino parcheggiato

    usc il gestore che si avvicin al gruppo. Clack cerc di ripetere il copione del giorno

    precedente ma, questa volta il benzinaio lo sgomm in pieno. Lo afferr per un braccio e lo

    sbatte con forza contro un palo fino a fargli spappolare il cranio. Boot si mosse per aiutarlo

    ma un secondo benzinaio, uscito non si sa da dove lo intercett e gli sottoline la riga dei

    capelli con la chiave inglese provocando la fuoriuscita della maggior parte della massa

    celebrale. Lizza schizz al volante e il Bollito a malapena riusc a raggiungere il sedile laterale

    prima che l'alettone partisse in sgommando. Dopo un tratto a palla Lizza si calm, cominci

    ad andare pi tranquilla in quarta a cinquanta-sessanta non di pi. Il Bollito fece passare una

    mano dentro il sacchetto delle birre. -Passano una anche a me- disse Lizzy - ce ne fossero-rispose lui sconsolato. -Merda- rispose lei- E tu , le hai ancora- -mm-annu tristemente Lizzy

    -Merda- comment il Bollito - almeno abbiamo il pieno e possiamo ancora andare-. La vista di

    una camionetta dei carabinieri ferma dopo una curva interruppe questa amabile conversazione.

    Un milite mostr la paletta dalla parte rossa e intim l'alt. Lizzy rapida scal in terza e

    sgomm via. In breve non li vide pi. - Ce li siamo bevuti- Il Bollito non pot commentare,

    aveva la bocca piena di sangue e qualche pezzetto di piombo conficcato nello stomaco. Alla

    prima stradetta sterrata Lizzy moll la macchina , la lasci senza alcun tipo di freno tirato e la

    guard inabissarsi in un tranquillo laghetto appenninico. Cammin parecchio tra i boschi ed

    era gi sera quando raggiunse il ciglio di una strada. Prov a fare l'autostop e, dopo alcuni

    insuccessi vide una macchina fermarsi. Un uomo di mezz' et abbass il finestrino e le chiese

    quanto voleva. -Cinquanta- replic lei per nulla persa d'animo per l'equivoco. Il tipo accett, lafece salire e si infrattarono poco dopo. Lizzy lo accolse tra le sue cosce e lo lasci stantuffare

    a suo piacimento. Quando il tono dei suoi grugniti cominciarono a far pensare che stesse

    venendo Lizzy estrasse la sua lama e gli apr la gola da orecchio a orecchio. Nel portafogli non

    c'era altro denaro oltre al biglietto rosso che gi gli aveva alleggerito. La macchina era quasi in

    risa. Cosicch pot fare solo pochi chilometri prima di abbandonare anche quel ferro al suo

    destino. Prosegu a piedi lungo un sentiero sterrato finch stremata da fame e stanchezza non

    si decise a chiedere aiuto e buss a quel portone, il portone di un convento di clausura.