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SCREENING PRECOCE SCUOLA DELL’INFANZIA – DOTT. COPPA Questo incontro presenta strumenti per la valutazione delle abilità pre-requisite cioè le abilità fondamentali per il passaggio alla scuola primaria. Fondamentalmente sono strumenti che sono stati pensati per bambini dell’ultimo anno della scuola dell’infanzia per vedere se ci sono tutti i prerequisiti di tipo cognitivo, ma non solo. Ho allargato un po’ il protocollo perché ho visto, con la mia esperienza, che interveniamo su bambini di cinque anni non solo sull’aspetto legato alla valutazione, alla conformità di sviluppo delle abilità di base, dal punto di vista cognitivo, linguistico, fonologico, meta-fonologico, ecc., ma anche su altre difficoltà. Pensiamo all’ADHD, al deficit di attenzione e iperattività, pensiamo al DSL, disturbo specifico del linguaggio, che è un altro elemento assolutamente presente e che ha forti correlazioni con future difficoltà di apprendimento della letto scrittura. Se riusciamo a fare una valutazione di primo livello, sicuramente siamo in grado di essere utili alle nostre colleghe che prenderanno in carico il bambino alla primaria. Il protocollo non da una valutazione diagnostica, assoluta e comunque e definita, perché siamo ad un livello inziale. Sono le osservazioni che riportano le insegnanti in maniera spesso aneddotica, importanti per chi fa le valutazioni, ma se ci fosse un prospetto in cui ci fossero gli esiti degli strumenti qui presentati, si sarebbe già a metà della valutazione. Sarebbero necessari solo gli approfondimenti sulle aree incerte. Per voi insegnanti poi sarebbe una restituzione di significato, da sottoporre anche ai genitori, perché si tratta di una valutazione oggettiva che giustifica il vostro intervenire con i laboratori di arricchimento lessicale o fonologici, ecc. è anche una restituzione di senso. Potete osservare il bambino non solo attraverso le osservazioni quotidiane aneddotiche, ma anche attraverso delle osservazioni oggettive, un cambiamento di rotta assolutamente importante. Nel secondo incontro faremo percorsi didattici di potenziamento. Se questa è la valutazione, che cosa possiamo fare in attesa di due eventi: il primo, di inviare il bambino, dopo il percorso di potenziamento, a uno screening di secondo livello, cioè ad un approfondimento dopo la valutazione di ingresso. Quella che manca è proprio la valutazione d’ingresso ed è proprio per questo che si fa questo corso, qui cerchiamo di dare competenze, un investimento sulle competenze dei docenti. Nella cernita del protocollo ho selezionato degli strumenti in base a dei criteri: 1. Facilità di somministrazione; 2. Velocità di somministrazione 3. Standardizzazione, cioè sono strumenti validati, presentati a migliaia di bambini di 5 anni, ed hanno dei numeri, dei parametri di controllo che fanno riferimento alla media, cioè che cosa un bambino di 5 anni deve avere sviluppato in termini di abilità motoria, abilità linguistica, abilità meta-fonologica, motricità fine, ecc. Così che il protocollo di screening di primo livello sia agile, non complesso, perché se è complesso non ci mettete neanche le mani. La scuola sta facendo un’inversione di rotta e un investimento in competenza. Generalmente suggerisco di sottoporre a valutazione non il primo mese, ma in un periodo che va da ottobre a novembre/dicembre, perché conosciamo i bambini, abbiamo familiarità. Partono poi i laboratori dopo Natale e a maggio una seconda valutazione di verifica per quelli che avevano difficoltà. Primo strumento è l’IPDA, questionario osservativo per bambini frequentanti l’ultimo anno della scuola dell’infanzia, edito da ERIKSON, gruppo MT di Cornoldi, Lucangeli, Soldi, ecc. il gruppo che in assoluto in Italia sviluppa ricerca ed intervento e strumenti operativi, per la valutazione ed intervento sui DSA. L’insegnante impiega, di media, se conosce il bambino, se comunque su alcune abilità non ha bisogno di creare prove aggiuntive, cioè creare la prova per andare a vedere se quell’abilità del questionario perché

SCREENING PRECOCE SCUOLA DELL’INFANZIA – DOTT. … · che si chiama CMF, che è un test di valutazione delle abilità metafonologiche. Abbiamo la valutazione della capacità di

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SCREENING PRECOCE SCUOLA DELL’INFANZIA – DOTT. COPPA

Questo incontro presenta strumenti per la valutazione delle abilità pre-requisite cioè le abilità fondamentali

per il passaggio alla scuola primaria. Fondamentalmente sono strumenti che sono stati pensati per bambini

dell’ultimo anno della scuola dell’infanzia per vedere se ci sono tutti i prerequisiti di tipo cognitivo, ma non

solo. Ho allargato un po’ il protocollo perché ho visto, con la mia esperienza, che interveniamo su bambini

di cinque anni non solo sull’aspetto legato alla valutazione, alla conformità di sviluppo delle abilità di base,

dal punto di vista cognitivo, linguistico, fonologico, meta-fonologico, ecc., ma anche su altre difficoltà.

Pensiamo all’ADHD, al deficit di attenzione e iperattività, pensiamo al DSL, disturbo specifico del linguaggio,

che è un altro elemento assolutamente presente e che ha forti correlazioni con future difficoltà di

apprendimento della letto scrittura. Se riusciamo a fare una valutazione di primo livello, sicuramente siamo

in grado di essere utili alle nostre colleghe che prenderanno in carico il bambino alla primaria. Il protocollo

non da una valutazione diagnostica, assoluta e comunque e definita, perché siamo ad un livello inziale.

Sono le osservazioni che riportano le insegnanti in maniera spesso aneddotica, importanti per chi fa le

valutazioni, ma se ci fosse un prospetto in cui ci fossero gli esiti degli strumenti qui presentati, si sarebbe

già a metà della valutazione. Sarebbero necessari solo gli approfondimenti sulle aree incerte. Per voi

insegnanti poi sarebbe una restituzione di significato, da sottoporre anche ai genitori, perché si tratta di

una valutazione oggettiva che giustifica il vostro intervenire con i laboratori di arricchimento lessicale o

fonologici, ecc. è anche una restituzione di senso. Potete osservare il bambino non solo attraverso le

osservazioni quotidiane aneddotiche, ma anche attraverso delle osservazioni oggettive, un cambiamento di

rotta assolutamente importante.

Nel secondo incontro faremo percorsi didattici di potenziamento. Se questa è la valutazione, che cosa

possiamo fare in attesa di due eventi: il primo, di inviare il bambino, dopo il percorso di potenziamento, a

uno screening di secondo livello, cioè ad un approfondimento dopo la valutazione di ingresso. Quella che

manca è proprio la valutazione d’ingresso ed è proprio per questo che si fa questo corso, qui cerchiamo di

dare competenze, un investimento sulle competenze dei docenti. Nella cernita del protocollo ho

selezionato degli strumenti in base a dei criteri:

1. Facilità di somministrazione;

2. Velocità di somministrazione

3. Standardizzazione, cioè sono strumenti validati, presentati a migliaia di bambini di 5 anni, ed

hanno dei numeri, dei parametri di controllo che fanno riferimento alla media, cioè che cosa un

bambino di 5 anni deve avere sviluppato in termini di abilità motoria, abilità linguistica, abilità

meta-fonologica, motricità fine, ecc.

Così che il protocollo di screening di primo livello sia agile, non complesso, perché se è complesso non ci

mettete neanche le mani. La scuola sta facendo un’inversione di rotta e un investimento in competenza.

Generalmente suggerisco di sottoporre a valutazione non il primo mese, ma in un periodo che va da

ottobre a novembre/dicembre, perché conosciamo i bambini, abbiamo familiarità. Partono poi i laboratori

dopo Natale e a maggio una seconda valutazione di verifica per quelli che avevano difficoltà.

Primo strumento è l’IPDA, questionario osservativo per bambini frequentanti l’ultimo anno della scuola

dell’infanzia, edito da ERIKSON, gruppo MT di Cornoldi, Lucangeli, Soldi, ecc. il gruppo che in assoluto in

Italia sviluppa ricerca ed intervento e strumenti operativi, per la valutazione ed intervento sui DSA.

L’insegnante impiega, di media, se conosce il bambino, se comunque su alcune abilità non ha bisogno di

creare prove aggiuntive, cioè creare la prova per andare a vedere se quell’abilità del questionario perché

mai verificata in maniera oggettiva, comunque impiega intorno ai 20/30 minuti. Vale la pena investire

questo tempo perché questo è uno dei questionari osservativi più importanti.

Perché non i 3 o i 4 anni, un’identificazione ancora più precoce? Perché le ricerche e l’esperienza ci dice che

a 4 anni una valutazione che si fa con strumenti come questi non è attendibile. Il bambino entro i 4 anni ha

comunque dei tempi di maturazione delle abilità che comunque rendono non attendibili gli strumenti di

valutazione. Ovviamente è diverso il caso di bambini con autismo, può essere valutato anche entro i 2 anni,

ma si vede; gli indicatori dello spettro autistico sono evidenti: non parlano, non ti guardano, hanno delle

stereotipie, dei comportamenti ritualistici, non riescono a sviluppare un’abilità motoria adeguata. Lì ci sono

indicatori per i quali non è necessario aspettare i cinque anni, anzi rischi di perdere l’intervento precoce

fondamentale per l’autismo. Sappiamo, infatti, che per l’autismo, entro i 2 anni, se fatta la valutazione,

fatto l’intervento, si possono avere risultati migliori. Un bambino che a tre anni non parla, ha

comportamenti di questo genere, ha una evidenza, non dobbiamo aspettare i 5 anni per segnalarlo. Ci

sono delle check list che si applicano a bambini di 2 anni, bambini che hanno degli indicatori rischio per

quanto riguarda l’autismo. Qui parliamo di bambini con normo sviluppo, che non hanno problematiche così

gravi, né di ritardo cognitivo, né di sensorialità, cioè di deficit o disturbi legati alla vista o all’udito, ma

hanno delle difficoltà di tipo maturativo.

Il questionario IPDA indaga delle aree molto importanti:

- Aspetto comportamentale

- Motricità fine

- La metacognizione

- L’espressione orale

- La comprensione del linguaggio, quindi lo sviluppo del linguaggio dal punto di vista sia espressivo

che di comprensione

- Altre abilità cognitive: memoria, ecc.

- Abilità che sono prerequisiti specifici sia per la lettura che per la scrittura, prealfabetizzazione e

prematematica.

La valutazione: dalla frequenza di comparsa, c’è un questionario con delle indicazioni nella prima pagina.

Nel test vi vengono indicati anche attività da fare per ottenere le osservazioni di cui vi si chiede la

valutazione.

La valutazione è semplice: si attribuisce punteggio 1 quando l’abilità non è presente mai, 2 volte, 3

abbastanza il più delle volte, 4 molto sempre. Questo test va dato al team di insegnanti che gestiscono la

sezione per avere attendibilità maggiore, in modo che venga compilato in modo collegiale. Vediamo gli

item delle abilità generali comportamentali.

Non considerate questi test come dei test cognitivi: sono dei questionari osservativi, perché ci orientano

nell’osservazione, imponendoci una valutazione il più possibile obbiettiva.

Comprensione linguistica ed espressione orale, cioè la capacità produttiva, sono due componenti

importantissime nella valutazione. La comprensione è la decodifica del messaggio, la capacità di

interpretare, che sarà abilità fondamentale, criteriale per lo sviluppo delle abilità di comprensione del testo.

Metacognizione: è la riflessione che si attua rispetto ai processi che il bambino mette in atto quando scrive,

quando legge, quando gli viene raccontata una cosa, quando gli si fa una domanda. Quindi se il bambino ha

capacità di riflessione rispetto a quello che fa o che gli viene chiesto. Molto importante questo aspetto, si

coniuga con il prossimo strumento che vedremo che è lo SDAI, che è la valutazione dell’abilità di

disattenzione e iperattività.

È importante valutare in un bambino di 5 anni le working memories, cioè le abilità di lavoro, le abilità di

memoria a breve termine, fondamentale per l’apprendimento.

Qui andiamo a vedere (item 31) se c’è già un disturbo visuo spaziale, importante valutarla adesso per

lavorarci.

Passiamo alle abilità prerequisite specifiche, e sulle abilità fonologiche ho inserito nel protocollo un test,

che si chiama CMF, che è un test di valutazione delle abilità metafonologiche.

Abbiamo la valutazione della capacità di analisi fonetica e fusione fonetica (item 36), fa riflessione

metacognitiva (item 38) sulle componenti sonore delle parole. Il bambino ad un anno non sa leggere, ma se

leggiamo per lui e lo mettiamo davanti ad un libro, mentre guarda le figure lui indica e per associazione

associa la parola globale alla figura di riferimento, e già lì viene avviato ad una associazione, ad una

connessione tra una cosa scritta e una cosa che può decodificare perché disegnata o detta. C’è già una

consapevolezza che quello che lui vede scritto che non sa decodificare appartiene al significato di quel

disegno. Si chiama metacognizione, riflessione intorno al significato delle parole.

Saper scrivere il proprio nome (item 39) o una semplice parola (item 40), non sono abilità criteriali, non

danno la sostanza del punteggio. Sono due item diversi: la prima è una attività di copiatura, non ideativa,

cioè che ha dentro di sé la produzione del testo e scrive il proprio nome, sono due attività completamente

diverse.

Sono delle abilità che vengono valutate in maniera funzionale attraverso situazioni gioco e vedete il

punteggio totale. Nell’IPDA il punteggio totale è 103, il punteggio soglia o cut-off che una misura data dalla

somma di tutte le abilità che sono state valutate nel bambino e 103 rappresenta la fascia media di

prestazione, la fascia standard in cui i bambini di 5 anni, mediamente, acquisiscono i punteggi. Quello che

acquisisce da 100 a 103 (borderline), o inferiore, è un bambino che va rivalutato, è un bambino che in

generale presenta delle difficoltà, perché il punteggio che ha acquisito non raggiunge il punteggio che un

bambino dovrebbe aver acquisito a quell’età. Il bambino che va sotto va rivalutato alla fine.

Secondariamente, possiamo andare a vedere tutti i vari punteggi e vedere qual è l’abilità (cognitive,

motorie, prealfabetizzazione, prematematiche) in cui quel bambino ha prestazioni inferiori, quindi è in

ritardo, rispetto alla media, perché nel test per ogni area indagata c’è una media. Per esempio nell’area

della pre alfabetizzazione, quale punteggio un bambino di 5 anni dovrebbe aver acquisito normalmente.

Quindi vedete che non solo il bambino non ha acquisito il punteggio standard medio, ma se ha un

punteggio che si discosta verso il basso, significa che lo dobbiamo rivalutare con l’IPDA, ma significa anche

che possiamo andare a vedere dove lui è più carente, in quale aree è più carente. Attenzione, non è un QI,

un quoziente intellettivo, ma è uno strumento osservativo che mi permette di formulare un giudizio su

qualcosa di concreto. Posso dare una risposta ai genitori di due tipi:

- È un bambino che ha acquisito un livello di sviluppo nella media

- È un bambino che deve lavorare, e qui entriamo noi, di più perché ha comunque un punteggio che

si discosta dal punteggio standard di soglia e andiamo a vedere su quale aree il bambino deve

andare a lavorare di più, quale area è più deficitaria rispetto alla norma attesa per l’età.

Se io ho un bambino che ha una difficoltà nelle abilità di pre alfabetizzazione e ha un punteggio totale sotto

103 e vista l’area più deficitaria, è poi su quella che impronteremo i nostri laboratori, che sono una parte

del lavoro. Se il punteggio è molto al di sotto della norma, il lavoro che facciamo a scuola è una parte, ma

dobbiamo anche chiamare i genitori informandoli e chiedendo di fare a casa lavori di potenziamento, prima

di ri-sottoporlo a valutazione. Da subito siamo in grado di definire un percorso di tipo riabilitativo.

L’IPDA viene valutato in due momenti: all’inizio, poi parte il laboratorio di potenziamento e poi

riverifichiamo se il laboratorio di potenziamento sulle abilità comunque inferiori rispetto alla norma, il

bambino ha prodotto risultati. L’intervento può essere di laboratorio a scuola ma anche di lavoro a casa.

Il formato può essere singolo per ogni bambino, oppure un lenzuolo per tutta la sezione, che vi dà un

quadro generale, con tutti gli item e le classificazioni. Ognuno sceglie per proprio conto.

Se dopo il primo screening, il laboratorio, il secondo screening, evidenziano ancora la permanenza di

difficoltà, inviate i vostri test.

Il prossimo strumento è una prova che dovrebbero fare i pediatri ma non viene mai fatta. È una abilità

importante, richiede un minuto a bambino, ma è assolutamente importante. Si chiama PROVA DI

DENOMINAZIONE RAPIDA DI COLORI, è una prova sul linguaggio, va a valutare il linguaggio. È un buon

predittore delle abilità di lettura, degli automatismi della lettura. I soggetti a rischio soffrono di deficit di

automatizzazione, cioè il bambino DSA quando vede la lettera A deve recuperare in memoria il significato di

quel simbolo, quindi impiega più tempo, facendo fatica a recuperare il significato. Noi arriviamo

all’apprendimento della lettura attraverso una automatizzazione: noi leggiamo ed ascoltiamo musica, non

disimpariamo mai a leggere a meno che non abbiamo un danno nell’area associativa deputata alla lettura. Il

bambino dislessico impiega dei millesimi di secondo di più per decodificare rispetto ad un lettore normale,

cioè non arriva mai ad automatizzare la lettura. La trovate in un libro che si chiama DISLESSIA EVOLUTIVA

IN PEDIATRIA di G.Stella ed altri della Erikson; questi strumenti dovrebbero essere attivati dal pediatra, che

non ha tempo e non lo usa se non in sporadici casi.

Questa prova che va a valutare se il bambino quando vede il colore ci deve pensare di più rispetto ad un

altro, non gli viene in automatico il nome e quindi deve andare a recuperare nel magazzino della memoria,

non lo dice per automatismo, è uno degli indicatori che può anticipare delle difficoltà future. La prova

consiste nel denominare correttamente e velocemente una tavola di colori. Valuta il tempo che impiega a

nominare i colori.

Molto semplice, il primo foglio serve per stabilire se il bambino riconosce i colori, altrimenti non possiamo

fare niente. O facciamo un training per insegnarglieli, altrimenti non è applicabile; se non sa nominare

correttamente i colori questa prova non è applicabile. Lo si sottopone come fosse un gioco, un gioco di

velocità: voi con il dito indicate i colori della prima scheda. Poi passate alla seconda scheda dove chiedete ai

bambini di nominare velocemente tutti i colori: se il bambino ha buona capacità di indicare con il suo ditino

ed arrivare in fondo lo fate fare a lui, altrimenti usate il vostro dito. Meglio con il suo dito, perché noi

possiamo o incentivare una risposta troppo veloce o troppo lenta, quindi se non ha difficoltà di

organizzazione meglio con il suo dito e ci deve dire come si chiamano i colori cercando di essere veloce,

perché c’è una tabella semplice che valuta tre livelli di prestazione, con tre fasce di valutazione:

la prestazione media, se il tempo di esecuzione è intorno ai 32 secondi

tra i 32 e 50 è a medio-rischio, ma io di solito accorpo le due valutazioni perché fino a 50, secondo me, è

all’interno di una valutazione della norma, all’interno di di un range nella media

sopra i 50 secondi c’è invece un forte rischio, cioè sopra i 50 secondi il bambino ci deve pensare, deve

andare a pescare ogni volta dal magazzino della memoria. Noi ci poniamo nella fascia di forte rischio, in

modo che siamo sicuri che quello che abbiamo rilevato è oggettivamente una difficoltà. Si coniuga il dato

temporale, quanto tempo impiega a nominare i colori con il numero di autocorrezioni, perché il numero di

autocorrezioni è un indicatore per quello che riguarda le difficoltà che il bambino ha.

Questa prova è di facile applicazione, veloce, e nella scheda di valutazione riportate il tempo totale in

secondi, il numero delle auto correzioni, il numero degli errori.

È una prova accattivante e il rifiuto non è una delle risposte che vi potete aspettare. La valutazione è

comunque riservata ai bambini di 5 anni, perché i bambini di 4 anni danno risposte non attendibili che

possono variare nel tempo.

Guardate come si integrano ben per l’aspetto del linguaggio: l’IPDA siamo andati a valutare con delle prove

sia l’espressione che la comprensione del linguaggio e lì vediamo se il bambino sviluppa competenze e lì

andiamo a rafforzare in senso positivo, o evidenziando ancora una difficoltà, con il test dei colori, che

riguarda l’ambito linguistico, assolutamente importante per lo sviluppo delle abilità di letto scrittura. I

bambini con disturbo specifico del linguaggio o late talker, i parlatori tardivi, hanno un rallentamento del

linguaggio che rallentano anche i processi di acquisizione della letto scrittura. Ho inserito questa prova

perché è veloce, accattivante ed avete un altro elemento in più per dare corpo allo screening di I livello.

Nella prova di denominazione di colori, il numero delle autocorrezioni e degli errori è importante.

L’autocorrezione è una evidenza di una difficoltà di automatizzazione: il bambino non sa ancora attribuire

in maniera automatica un nome ai colori, quindi questo è un elemento da tenere in considerazione. Il

criterio è quello del tempo, ma non a caso viene anche rilevato il numero di autocorrezione. Se abbiamo un

tempo a medio rischio, ha impiegato 43 secondi, ma il numero delle correzione sono state 6 o 7, è un

medio rischio che non teniamo in considerazione per il tempo, ma in funzione del numero elevato di

autocorrezioni è comunque da segnalare.

La scala SDAI: molto importante è una scala di valutazione della disattenzione e iperattività. Abbiamo

difficoltà ad avere strumenti attendibili; uno strumento che a livello mondiale viene utilizzato da decenni è

questa scala, semplice, veloce. Lo scoring, cioè l’applicazione del punteggio, è semplice e rapida perché

descrive sono comportamenti sintomatici. Viene elencata una serie di comportamenti che identificano un

profilo iniziale. Si valutano solamente i comportamenti sintomatici, si calcolano separatamente gli item

dispari sono legati alla componente disattenzione e si da un significato alla disattenzione, ci sono degli item

che vanno proprio a delineare un profilo sulla disattenzione; e poi quelli pari che denotano iperattività, cioè

la difficoltà a mantenere un’attenzione concentrata e focalizzata sul compito. Il punteggio massimo è di 27

per ogni sub scala; si considera problematico un bambino che ottiene un punteggio pari o superiore a 14 in

almeno una delle due scale, che abbia una media di 1,5 o superiore per item. Questo indica un rischio.

È lo strumento principe; esiste anche una scala SDAG, per genitori. Perché viene valutato insegnante e

genitore? Perché il comportamento del bambino può avere delle oscillazioni in termini di disattenzione e

iperattività in contesti diversi. Molto spesso la scala per genitori viene fatta ad integrazione di questa e va a

valutare, grosso modo, gli stessi comportamenti nel contesto familiare. Molte volte i genitori tendono a

misconoscere, molte volte se gli fate fare la stessa scala senza confrontarsi sullo stesso item si hanno

punteggi opposti, perché spesso sono in disaccordo su determinati comportamenti del bambino. È sempre

da prendere con le pinze, perché molto spesso può sottendere una diversa valutazione, ma ha questa

importanza: va a valutare il comportamento di disattenzione e iperattività in contesti diversi.

Quindi gli item pari riguardano la disattenzione, i dispari i comportamenti di iperattività e l’attribuzione del

punteggio è semplice e riguarda la frequenza di presentazione del comportamento. Poi sommate tutti gli

item dispari e la somma la dividete per 9: se il punteggio è superiore o uguale a quello indicato come

criterio, significa che ha un comportamento alterato per quello che riguarda l’attenzione.

Lo stesso fate con gli item pari che riguardano l’iperattività: l’item 14, risponde precipitosamente, fa

riferimento a una delle difficoltà che abbiamo nella scuola, l’impulsività, cioè il bambino che risponde senza

pensare e la risposta impulsiva è molto correlata all’iperattività. Il bambino che parla velocemente che non

presta attenzione se non per pochi secondi, ha molto sviluppato l’impulsività, cioè a dare risposte senza

aver riflettuto su quello che deve dire.

C’è un test che si chiama MF, che però ha una somministrazione di tempo più lunga e l’ho considerato non

in linea con il protocollo che avevamo stabilito, ma è molto importante e va a valutare il livello di

impulsività.

Vi rendete conto che al di là della valutazione del punteggio, il comportamento di disattenzione e di

iperattività vengono delineati in un profilo molto articolato. La disattenzione viene formulata e articolata in

comportamenti che avete la possibilità di osservare all’interno dell’attività quotidiana a scuola, così come

l’atteggiamento di iperattività. Quindi è una formulazione molto più precisa che tiene conto delle varie

sfaccettature del comportamento di disattenzione o iperattività nelle varie attività. Già questo è un

elemento di crescita perché andiamo a valutare una categoria all’interno di varie manifestazioni

riconducibili a quel criterio. Un bambino che ottenga un punteggio pari o superiore a 14 in una delle due è

quello che si considera problematico, cioè quando avete dato una risposta tra 3 e 4, cioè tra spesso e molto

spesso, avete una risposta alla disattenzione o alla iperattività superiore alla media.

Lo SDAI si trova sul questionario DIA che è una batteria italiana per l’ADHD, dove trovate anche la scala

SDAG e dagli 8 o 9 anni in su c’è anche una scala SDAB, cioè bambino, viene valutato in termini di domande.

Il bambino sottoposto a domande spesso non da risposte attendibili, questo dalla mia esperienza per cui

questa prova non la applico quasi mai. Quella dei genitori, invece, anceh se tendono a coprire le

problematiche del bambino, però può integrare le informazioni che avete sulla scala SDAI. Io lo uso come

strumento di screening di II livello: quando da voi mi arriva già una scala SDAI io completo la valutazione

con altre prove. Tutto il questionario non vi serve perché uno screening di approfondimento.

Il protocollo viene completato da un’altra prova, che analizza un’abilità criteriale per lo sviluppo delle

abilità di letto scrittura: è un questionario che si chiama CMF ed è la valutazione delle competenze

metafonologiche, è prodotto sempre da Erickson, e gli autori sono Marotta, Vicari, Trasciani. È un

questionario lungo come l’IPDA, 20/30 minuti sotto forma di gioco, apprezzato di solito dai bambini. Va a

valutare abilità fondamentali per quel riguarda la fonologia e la metafonologia, fondamentali per lo

sviluppo nella primaria della abilità di letto scrittura.

La fonologia e la metafonologia sono la riflessione sugli aspetti sonori del linguaggio. In altri termini è la

capacità di trasformare il linguaggio nelle componenti sonore; il linguaggio può essere scomposto nelle

unità minime che sono i fonemi. Ci sono due tipi di consapevolezza fonologica, una globale e una analitica.

Quella globale riguarda l’esistenza degli aspetti sonori, cioè il fatto che il linguaggio è composto da

componenti sonore, pensate a tutto il lavoro sul grafismo fonetico, la prosodia, ecc. secondariamente c’è

una consapevolezza analitica che riguarda le operazioni che coinvolgono i fonemi che sono quelle che fate a

scuola, quelle di segmentazione, quelle di “E’ arrivato un bastimento carico di…”, quello di fusione

fonemica “Se io dico C A S A che cosa ho detto” e così via. Sarà interessante nel prossimo incontro vedere i

protocolli di intervento su questo aspetto.

Il profilo finale viene raccontato attraverso questa scheda riassuntiva dove ci sono il nome, il cognome, la

classe, la data di somministrazione, la data di nascita. Poi per ogni prova, (sintesi sillabica, cioè riesce a

fondere le sillabe; coppia minima di parole, ricognizione di rime, coppie minime di non parole,

riconoscimento della sillaba iniziale, segmentazione sillabica aumentando il numero dei fonemi che

compongono la parola) avviene il profilo individuale. Là vengono messe il numero delle prove corrette, quel

numero di risposte corrette viene confrontato con il centile, cioè la media delle risposte date. Se lui sta al di

sotto del 15 che è la media “normale”, si allontanano nel punteggio inferiore alla media. Significa che se ha

una risposta di 9 è in una situazione di rischio dal punto di vista della sintesi sillabica, perché quando deve

fondere o segmentare, sono le abilità criteriali per la lettura e per la segmentazione della scrittura.

Ricognizione di rime e riconoscimento della sillaba iniziale di parola, vengono messe insieme e se il

punteggio è inferiore al 5 percentile, dove c’è il 10 percentile c’è richiesta di attenzione, mentre quella del 5

percentile è quella più grave, quella che si discosta di più dalla media. Quando io ho in Ricognizione di rime

e Riconoscimento alla sillabe, cioè nelle abilità di classificazione dei fonemi, ho una risposta che va sotto il 5

percentile, è una risposta su cui devo lavorare, perché le abilità fonologiche sono fondamentali per le

prossime abilità di apprendimento della letto scrittura. Le abilità di linguaggio, working memory (memoria a

breve termine) e le abilità fonologiche sono le tre prove criteriali che hanno molta correlazione con lo

sviluppo di difficoltà nella letto scrittura. Ecco perché ho inserito tutto il test.

Lo scoring è l’attribuzione del punteggio:

Discriminazione di coppie minime. La consegna è quella che diamo al bambino e se non ha capito ripete

ancora altri esempi diversi fino a che ha capito che deve riconoscere se le parole sono uguali o diverse. La

consegna iniziale è molto importante come metodologia di lavoro, perché posso imputare che lui ha

difficoltà nella discriminazione uditiva fra parole, quindi tra suoni, ma potrebbe non aver compreso quello

che voi gli chiedete. Quindi io non inizio mai se il bambino non ha dato una risposta affermativa positiva su

una coppia di parole simili e su una coppia di parola contrastante. Generalmente va fatta schermata in

modo da evitare che il bambino legga le labbra e ci sia invece una discriminazione accurata/non accurata

del suono. Segnate le risposte perché poi dovrete attribuire un punteggio. Questo è un test individuale, che

dura 20/30 minuti.

Questa è quella più difficile, la rima e solo quando fate l’esempio comincia a capirci qualcosa. Dovete

sempre presentare il criterio e il non criterio. Per fargli capire bene dovete presentare l’esempio e il non

esempio, quando ha capito bene cominciate con PINO e siete ancora nella fase d’istruzione. Continuate

finchè il bambino non individua da solo la risposta durante la prova. Di questa prova il difficile è far capire la

rima: se fa difficoltà a capire lasciate perdere. Esercitate lui e il gruppetto e poi ritornateci. Se il bambino

ha difficoltà qui è un elemento per voi significativo, lui fa fatica a riconoscere le proprietà dei suoni e non

riesce a collegarli insieme. Nel protocollo d’intervento, nel laboratorio di potenziamento faremo un lavoro

sulle rime, ma già avete una indicazione. Dopo che avete fatto le prove, e lui ha capitola rima, poi valutate

le risposte corrette e non corrette con la crocetta del si o no accanto alla rima. Non lo correggete perché

questa è valutazione non trattamento; la vostra correzione va ad inficiare le risposte successive. Le leggete

una alla volta e mi fermo a quella che si ferma, positiva o negativa che sia. La correzione inficia la risposta e

la valutazione, perché non siete nella fase del trattamento ma della valutazione.

Discriminazione coppie minime non parole: dopo quella fatta con le parole, la facciamo con le non parole

perché il bambino deve fare una discriminazione analitica della parola, non può andare per significato, ma

deve andare per analisi fonemica della parola che non ha un significato. Qui non può aiutarsi con il

completamento cognitivo, non può affidarsi alla memoria di tipo lessicale, ma deve fare un’analisi

fonemica. Anche questo va fatto schermato e spiegato con esempi fino a che non siamo più che certi che

abbia capito la consegna.

Riconoscimento della sillaba iniziale di parola. Analisi e discriminazione della sillaba iniziale; se il bambino

riesce ad analizzare le componenti fonetiche e ad estrapolare la sillaba iniziale, come nel gioco del

bastimento. E’ lo stesso criterio della ricognizione di rime, faccio il confronto fra il modello e l’alternativa.

Segmentazione sillabica e fusione, sono le due prove criteriali che ritroviamo per l’apprendimento della

letto scrittura. L’aspetto motorio lo aiuta molto a segmentare; cominciamo dalle bisillabe e poi andiamo

avanti con le trisillabe, ecc. Non date voi il modello perché poi vi imitano. Le prove si acquisiscono

facendole perché inizialmente si va sempre incontro ad una serie di errori. Anche l’applicazione del

punteggio è facile.