Upload
iva-zigghyova-martini
View
640
Download
2
Embed Size (px)
DESCRIPTION
Citation preview
Nella storia della psicologia scientifica, che nasce tra filosofia e fisiologia, si sono affermati indirizzi e scuole diverse, che hanno definito in vari modi l’oggetto della disciplina e scelto in base a questo i metodi di studio più adeguati.
Esempio: lo studio della percezione e del pensiero da parte della psicologia della Gestalt ha utilizzato il metodo fenomenologico e il resoconto verbale, lo studio dell’apprendimento da parte del Comportamentismo ha privilegiato il metodo sperimentale escludendo i processi interni dall’oggetto della psicologia. Il Cognitivismo li ha riammessi in continuità metodologica con il neo-comportamentismo, e in seguito alla sua svolta ecologica ha rivalutato anche le metodologie qualitative e l’uso dei resoconti verbali come fonte di dati
La molteplicità dei paradigmi viene rimproverata a torto alla psicologia, la cui vocazione al pluralismo corrisponde al compito applicativo dello psicologo: mettersi in relazione con altre menti rispettando le differenze individuali e adottando con elasticità mentale punti di vista alternativi. In questa prospettiva una formazione eclettica in senso buono costituisce una risorsa.
Alexious Meinong (1853-1920) a Graz studia il costituirsi dell’oggetto (Gegestandtheorie) comePercezione dei dati sensoriali grezzi (inferiora)
Produzione di strutture (superiora)
Il suo allievo Vittorio Benussi (1878-1927) nel 1919 si trasferisce a Padova dove ha per assistente Cesare Musatti. Allievo di Musatti è
Gaetano Kanizsa (1913-1993), professore a Trieste, studia i margini quasi percettivi o contorni senza gradiente, modali (v. triangolo), e il completamento amodale, distinguendo due modi di andare “beyond the information given”
Processo primario - organizzazione dell’input - vedere in senso strettoProcesso secondario - riconoscimento percettivo- pensare
Contro l’ipotesi raziomorfa (von Helmholtz) per cui la percezione avrebbe origine da inferenze inconsce in base all’esperienza passata, opzione gestaltista per il carattere innato della percezione primaria.
Triangolo di Kanizsa
-la fonte degli stimoli (oggetto o evento fisico) emette o riflette radiazioni luminose di varia frequenza e intensità (STIMOLO DISTALE)
Psicologia della percezione: il mondo fenomenico non è copia del mondo fisico ma il risultato di una serie di mediazioni, l’esito di una catena di processi. Nel caso della visione:
-queste danno luogo sulla retina dell’osservatore a un’area di stimolazione corrispondente alla proiezione ottica della fonte (STIMOLO PROSSIMALE)
-si attivano processi fisiologici (reazioni fotochimiche dei recettori, coni e bastoncelli, produzione e conduzione di impulsi nervosi lungo le vie ottiche afferenti) che modificano lo stato della corteccia cerebrale
-i processi corticali risultanti sono il sostrato psicofisico dell’esperienza visiva
il dato percettivo è l’esperienza privata del singolo osservatore il cui organismo è stato così modificato
La prospettiva fenomenologica della Gestaltpsychologie
Per GESTALT s’intende la forma organizzata o strutturata in base alle relazioni fra gli elementi componenti
Il costituirsi dell’oggetto fenomenico risponde al principio dell’articolazione FIGURA-SFONDO
E. Rubin (1921) studiò le FIGURE REVERSIBILI, caratterizzate da alternanza automatica fra figura e sfondo
M. Wertheimer (1923) formulò le leggi della segmentazione del campo visivo in base alle quali si formano le unità fenomeniche:SOMIGLIANZA, VICINANZA, CONTINUITÀ DI DIREZIONE, CHIUSURA, PREGNANZA DELLA BUONA GESTALT
LA TOTALITÀ NON È UGUALE ALLA SOMMA DELLE SUE PARTI
Il CAMPO fenomenico, per analogia con quello elettromagnetico, è un tutto organizzato risultante dal sistema delle forze agenti
Illusione di Müller-Lyer
Illusione di Hering
I “tre moschettieri” della scuola di Berlino
Max WERTHEIMER (1880-1943)
Kurt KOFFKA (1886-1941)
Wolfgang KÖHLER (1887-1967)
Kurt LEWIN (1890-1947)
Le qualità formali
Nel 1890 Christian von Ehrenfels pubblica l’articolo
Über gestaltqualitäten
La forma sonora è qualcosa di diverso dalla somma delle note che la compongono: si possono cambiare tutti gli elementi, trasporre i toni in una nuova chiave (lasciando invariati gli intervalli musicali), ma l’insieme rimane lo stesso e la melodia è riconoscibile come totalità data nell’esperienza con immediatezza
Max Wertheimer (1912) e il fenomeno phi
Presentando in successione due stimoli luminosi identici, per esempio i segmenti a e b, collocati nelle posizioni dello spazio A e B, al variare dell’intervallo temporale si producono diversi effetti di movimento apparente:
con intervallo ottimale, l’impressione visiva è di un unico stimolo che si muove da A a B (attraversando le posizioni intermedie, dove non è proiettato alcuno stimolo)
A
B
a
b
a’
Competizione fra le leggi di Wertheimer (1923)
vicinanza<chiusura buona continuazione>chiusura
chiusura>buona continuazione
Cubo di Necker
Edgar Rubin (1886-1951), psicologo danese pubblicò nel 1915 una monografia sulle figure reversibili, tradotta in tedesco nel 1921. Il suo lavoro è importante per la formulazione del concetto di ORGANIZZAZIONE FIGURA-SFONDO nell’ambito della psicologia della percezione della scuola di Berlino o psicologia della Gestalt (v.)
Solitamente un campo visivo complesso si organizza in modo stabile, privilegiando come figura (forma buona che emerge in primo piano sullo sfondo, che resta in secondo piano) un insieme i elementi in relazione fra loro. In particolari situazioni percettive sono possibili due esiti fenomenici che segmentano in modi alternativi gli elementi fisicamente presenti: si tratta delle FIGURE REVERSIBILI o alternanti e delle figure ambigue, come le figure mascherate, che richiedono, per essere viste, una ristrutturazione del campo stimolante.
Figura di Boring
La figura di Yastrowcommentata da Wittgenstein, da cui il film usato nella ricerca
sulla personalità autoritaria di Adorno et al.
Anche gli animali con occhi simili ai nostri percepiscono secondo le leggi della Gestalt
Il topo è capace di distinguere un quadrato da un cerchio, anche in diversi colori e dimensioni
Le ghiandaie sono in grado di ritrovare il cibo collocato sotto un vaso che si distingue dall’insieme (distintività, effetto von Restorff)
GLI STIMOLI CON LA STESSA STRUTTURA SONO EQUIVALENTI
Stimoli percepibili per la specie umana l’UDITO
I suoni udibili hanno frequenza (numero di cicli al secondo in un tono puro) da 20 a 20.000 hertz. La frequenza dà la sensazione di altezza del suono (la successione delle note della scala musicale, per esempio sulla tastiera del pianoforte) L’ intensità o ampiezza (differenza fra picco e punto più basso in un grafico pressione-tempo) misurata in decibel, dà la sensazione di forza del suono.
La sensibilità massima dell’orecchio umano è intorno a 1000 hertz , a intensità variabile (a 80 decibel i rumori iniziano ad essere dannosi).
I suoni sono onde sinusoidali di compressione ed espansione dell’aria (prodotte ad esempio dalla vibrazione di un diapason)
La membrana basilare della coclea nell’orecchio interno vibra alla pressione trasmessa e amplificata dalla catena degli ossicini e fa piegare le cellule ciliate che trasmettono l’impulso elettrico al nervo uditivo fino al lobo temporale della corteccia cerebrale
Stimoli percepibili per la specie umanala VISTA
Radiazioni elettromagnetiche tra 350 e 750 nanometri, nello spettro della luce visibile. Le onde corte appaiono blu, quelle medie verdi e quelle lunghe rosse.
I recettori della retina, nella parte posteriore del globo oculare, rispondono ai diversi parametri della luce assorbendola con i fotopigmenti che danno luogo all’impulso nervoso:I BASTONCELLI, più sensibili per convergenza dell’attivazione neurale delle cellule gangliari, sono specializzati per le basse intensità (visione notturna)I CONI rispondono alle alte intensità e ai colori (visione diurna), sono responsabili dell’acuità nella visione dei dettagli, in quanto connessi singolarmente alle cellule gangliari e fitti nella fovea, al centro della retina
Le fibre del nervo ottico provenienti dalle due emiretine dx e sx si incrociano al chiasma ottico e vanno al nucleo genicolato del talamo e alla corteccia visiva
Contro l’antropocentrismo:le api sono sensibili ai raggi ultravioletti - i pipistrelli e i delfini si orientano con gli ultrasuoni
Il concetto di UMWELT (J. von Uexküll, 1934) )
L’ambiente biologico deve essere descritto in termini specie-specifici, perché la stessa situazione fisica costituisce mondi diversi, sia in termini fenomenici sia funzionali, per animali di specie differenti
L’INSIEME DELLE CARATTERISTICHE AMBIENTALI CUI È SENSIBILE UN ANIMALE
Stimoli percepibili dall’uomo: COLORI: Radiazioni elettromagnetiche tra 350 e 750 nanometri, nello spettro della luce visibileSUONI: onde sinusoidali di compressione ed espansione dell’aria con frequenza da 20 a 20.000 hertz, di intensità non troppo oltre 80 decibel
Il PENSIERO PER PROVE ED ERRORIApprendimento gradualeCalcolo algoritmicoPassi successivi di avvicinamentoSoluzione unica ottimale
Il PENSIERO CREATIVOInsightEuristicheRistrutturazione dello spazio del problemaSoluzioni soddisfacenti
CONCEZIONI DEL PENSIERO
Il concetto di Einsicht (insight)
LA RISTRUTTURAZIONE DEL CAMPO PERCETTIVO È GIÀ LA SOLUZIONE DEL PROBLEMA (PROBLEM-SOLVING)
In L’intelligenza delle scimmie antropoidi (1917) W. Köhler descrive il modo in cui lo scimpanzè Sultano unendo due bastoni costruisce lo strumento per raggiungere la banana mostrando, dopo un periodo di incubazione, un comportamento di soluzione del problema analogo all’esperienza umana dell’eureka!.
Köhler (1929) definisce l’Einsicht (vedere dentro, intuizione, visione) come “coscienza diretta delle determinazioni” , del “nesso comprensibile” tra gli elementi del contesto percettivo
Il problema dei nove punti
. . .
. . .
. . .
Unire i nove punti con quattro segmenti di retta senza staccare la penna dal foglio e passando una volta sola su ciascuno
. . .
. . .
. . .
Da bambino Gauss trovò una soluzione intuitiva al compito di calcolare la somma dei primi dieci numeri decimali:
1 + 2 + 3 + 4 + 5 + 6 + 7 + 8 + 9 + 10
11 x 5 = 55
L’area del parallelogramma (Wertheimer, 1945)
NO
Qual è MALUMA e qual è TAKETE?
Le qualità terziarie, espressive o fisiognomiche secondo la Gestaltpsychologie
“Tutti i gabbiani hanno l’aria di chiamarsi Emma (Imme)”
Il salice “piangente”
Claude Monet: Salice piangente
Nel 1913, John Watson pubblicò Psychology as the behaviorist views it,
il manifesto del COMPORTAMENTISMO
Questo approccio studia l’APPRENDIMENTO come ACQUISIZIONE DI ABITUDINI,
RISPOSTE motorie osservabili a STIMOLI prodotti nell’ambiente
L’APPROCCIO COMPORTAMENTISTA
John B. Watson(1878-1958)
Watson, Rosalie Rayner e il piccolo Albert(1920)
Legge di associazione per contiguità(vicinanza spazio-temporale)
Stimolo ALa parola “palla”
Stimolo BLa vista di una palla
Pensiero di B(immagine di una palla)
Stimolo ALa parola “palla”
Pensiero di B(immagine di una palla)
Dopo l’apprendimento
Esperienza di apprendimento
Il CONDIZIONAMENTO CLASSICO studiato da I.P. Pavlov è un processo di apprendimento nel quale uno stimolo neutro viene associato ad uno stimolo che provoca una risposta riflessa in seguito al loro ripetuto abbinamento
Stimolo neutro(campanello)
Stimolo incondizionato(cibo)
Risposta incondizionata(salivazione)
Procedura di condizionamento
Dopo il condizionamento
Stimolo condizionato(campanello)
Risposta condizionata(salivazione)
IVAN P. PAVLOV (1849-1936)
1904 premio Nobel per la medicina per gli studi sul sistema digerente
Linguaggio come secondo sistema di segnalazione
-Scuola di fisiologia di I.M. Secenov (1829-1905)elettrofisiologia delle funzioni elementari-Riflessologia di V.M. Bechterev (1857-1927)analoga al comportamentismo
Teoria dell’attività nervosa superioreNeurofisiologia molare dell’animale integro
Riflesso condizionatoLo stimolo incondizionato (cibo in bocca) determina la
reazione incondizionata (salivazione) in presenza di uno stimolo neutro (suono) che diventa stimolo condizionato
e produce da solo la risposta condizionata
Il condizionamento classico
Legge dell’effetto di E.L.Thorndike (1898)
Nel comportamento per prove- ed- errori (trials-and-errors) l’azione seguita da una ricompensa viene rafforzata
Il CONDIZIONAMENTO OPERANTE è un processo di apprendimento delle risposte che agiscono sull’ambiente
B.F. Skinner ha studiato lo shaping (modellamento) e il rinforzo parziale (a rapporto o a intervallo)
RINFORZO è ogni evento che aumenta la probabilità
che una risposta venga emessa
RINFORZO POSITIVO è uno stimolo piacevole o RICOMPENSA che segue un comportamento desiderato
RINFORZO NEGATIVO è l’eliminazione di uno stimolo sgradevole dopo un comportamento desiderato
L’evitamento dell’evento aversivo fa apprendere una nuova risposta (di fuga)
PUNIZIONE è uno stimolo spiacevole (o l’eliminazione di uno piacevole) dopo un comportamento indesiderato
L’evento aversivo fa diminuire la probabilità della risposta
(1848) Walden IIIl titolo è tratto da Walden (Vita nei boschi) romanzo di Henry David Thoreau del 1854Trama: un soldato invita dei suoi amici e professori a visitare una comunità di circa 1000 abitanti che vivono felicemente, in una sorta di utopia. Il suo fondatore, Frazier, spiega che i comportamenti industriosi sono stati modellati con le tecniche behavioriste: i bambini sono educati dalla comunità, le donne lavorano, i lavori meno desiderabili danno un credito maggiore e sono svolti da tutti solo per brevi periodi. La pianificazione totale della comunità è stata criticata ampiamente.
B. F. Skinner (1904-1990)
Una prospettiva alternativa….
Il condizionamento skinneriano
Le scienze umane e la psicologia
La psicologia ha radici positivistiche e ha tentato di conoscere il suo oggetto, la psiche umana, entro il paradigma che si andava costituendo nell’ambito delle scienze della natura.
L’adozione dell’operazionalismo di Brigman ha permesso di inserire negli esperimenti comportamentisti variabili interne come la fame (=tempo trascorso dall’ultimo pasto) e al Cognitivismo di inferire i processi mentali da indicatori comportamentali.
Oggi le scienze umane (psicologia, sociologia, antropologia) hanno adottato esplicitamente concezioni costruttivistiche e relativistiche, che hanno attenuato l’antipsicologismo filosofico.
L’APPROCCIO COGNITIVISTA
Dal paradigma S - R dove l’ORGANISMO è una black box
al paradigma S - O - R che riammette i PROCESSI INTERNI
Nel 1956 J. Bruner studia le STRATEGIE COGNITIVE in A study of thinkinge nel 1967 U. Neisser pubblica Cognitive psychology
La MENTE viene concepita in base alla METAFORA DEL COMPUTER come un ELABORATORE DI INFORMAZIONI
Il Cognitivismo rivaluta come precursori della riammissione delle variabili interne nell’esperimento psicologico autori come F. Bartlett (concetto di schema), E. Tolman (concetto di mappa cognitiva) e J. Piaget (strutture dell’intelligenza come interiorizzazione dell’azione).
Il neo-Comportamentismo allenta i vincoli metodologici di stampo positivistico, ammettendo una definizione operativa delle variabili interne all’organismo per riduzione agli osservabili (la fame misurata mediante il tempo trascorso dall’ultimo pasto, considerata come variabile interveniente negli esperimenti di Hull) ecc.
Le condizioni interne dell’organismo
Edward Tolman (1886-1959) e la MAPPA COGNITIVA
Studiando l’APPRENDIMENTO SERIALE dimostra che i topi nel labirinto non imparano una sequenza di risposte motorie a stimoli critici nei punti di svolta perché•allagando il labirinto nuotano lungo il percorso appreso•ponendo ostacoli al cammino abituale scelgono il percorso alternativo più breve•cambiando il punto di partenza si comportano come se consultassero una mappa
Tolman concluse che l’animale acquisisce una STRUTTURA-SEGNO (SIGN-GESTALT) ,
una sorta di IMMAGINE del labirinto o di RAPPRESENTAZIONE mentale complessa del percorso
Quindi la semplice ESPLORAZIONE del labirinto produce un APPRENDIMENTO ORIENTATIVO LATENTE PER OSSERVAZIONE
che si manifesta la prima volta che il rinforzo viene introdotto
Tolman e Honzik (1930) sottoposero a prova quotidianamente tre gruppi di ratti•1) non ricompensati•2) ricompensati regolarmente•3) non ricompensati fino all’11°giorno e con l’introduzione della ricompensa, il gruppo 3) raggiunse le prestazioni del gruppo 2)
Il mito dell’arco riflesso come unità di analisi del comportamento è una comoda semplificazione, ma anche una finzione teorica
Per colmare il vuoto teorico fra cognizione e azione occorre tener conto dello svolgimento dell’azione complessa nel tempo
Il modello per un’analisi del comportamento a livelli multipli, senza perdere le caratteristiche strutturali degli schemi di azione, è la descrizione linguistica chomskiana, con la sua struttura gerarchica, ad albero
They are flying planes
1) (They) (are) (flying planes) - Sono aereoplani volanti2) (They) (are flying) (planes) - Stanno pilotando degli aerei
È una frase ambigua che può significare
La nascita del COGNITIVISMO
In Piani e struttura del comportamento, uno psicolinguista, George A. Miller, uno psicologo matematico, Eugene Galanter e un neuropsicologo Karl H. Pribram, trasformano l’idea di mappa cognitiva o IMMAGINE collegandola con un PIANO d’azione, un comportamento organizzato gerarchicamente da una lista di
istruzioni o flow-chart analoga al programma di un calcolatore
Tolman viene accusato da Guthrie di aver lasciato il ratto “in balia dei suoi pensieri”, di non aver affrontato, cioè, il problema del passaggio
DALLA CONOSCENZA ALL’AZIONE
IMMAGINE è la conoscenza accumulata da un organismo circa se stesso e il suo mondo
PIANO è l’insieme delle istruzioni per eseguire il comportamento complesso che porta allo scopo
L’unità TOTE di Miller, Galanter e Pribram (1960)
TOTE =Test-Operate-Test-Exit
TEST
OPERAZIONE
(incongruenza)
(congruenza)
CIRCUITO A FEEDBACKapplicabile ricorsivamente
input
output
Uscita, cessazione dell’azione
TEST DEL CHIODO
COLPISCI CON IL MARTELLO
(La testa sporge)
(La testa è a livello)
ESEMPIO TOTE
Che cosa scorre lungo le frecce?
ENERGIA? Nel caso dell’impulso nervoso, che supera la soglia intesa come test
INFORMAZIONE nel senso di scelta binaria tra alternative
CONTROLLO cioè comando al sistema di attivarsi e disattivarsi, o di passare ad eseguire l’istruzione successiva nell’albero gerarchico
Il primo Cognitivismo adottò per la mente umana il modello del calcolatore seriale, privilegiando le ultime due risposte
Il libro di Tolman (1932) dedicato al Mus norvegicus albinus, il topo bianco da esperimento, è intitolato
Purposive behaviour in animals and men
Introduce l’idea di PURPOSE, cioè che il comportamento è INTENZIONALE, nel senso di ORIENTATO A SCOPI
L’unità di analisi è il COMPORTAMENTO MOLARE, irriducibile a elementi più semplici, MOLECOLARI, e caratterizzato da proprietà emergenti, da un significato
Percezione di disegni e configurazioni semplici, dettagli interpretabili, con presentazione breve, si chiede la DESCRIZIONE e la RIPRODUZIONE grafica
L’ASSEGNAZIONE DI UN NOME modella ciò che viene visto e ricordato. La figura descritta come "due squadre da carpentiere" fu riprodotta correttamente nei dettagli. Quando invece venne definita come "una cornice”, le riproduzioni furono scorrette:
F. Bartlett (1932) Remembering - Cap. 2 Esperimenti sulla percezione
La teoria di Piaget
ADATTAMENTO (funzionale)
ASSIMILAZIONE ACCOMODAMENTO
ORGANIZZAZIONE (strutturale)
Lo sviluppo dell’intelligenza secondo Jean Piaget(1896-1981)
STADIO SENSO-MOTORIO (fino a 18 mesi)STADIO SENSO-MOTORIO (fino a 18 mesi)
STADIO PREOPERATORIO (fino a 5-6 anni)
STADIO DELLE OPERAZIONI CONCRETE (fino a 11-12 anni)
STADIO DELLE OPERAZIONI FORMALI
Il concetto di “schema” di Jean Piaget
Piaget teorizza all’origine dell’intelligenza nel bambino piccolo lo schema senso motorio come INTERIORIZZAZIONE DELL’AZIONE e in Memoria e intelligenza (1968) disegna lo schema dello “schema” senso-motorio (estendibile ad ogni altra struttura cognitiva):
ORGANIZZAZIONE(Trasformazioni interne)
AZIONI (Trasformazioni della realtà)
INPUT
Feedback delle azioni(Costruzione degli schemi)
Feedback dei risultati (Costruzione delle funzioni rappresentative)
W. James memoria primaria /memoria secondaria
Memoria a Breve TermineMBT (decine di secondi)
Capacità limitata (7+o -2 item o chuncks)Codifica acustica (o visiva)
Memoria a Lungo TermineMLT
Capacità illimitataCodifica del significatoCONSOLIDAMENTO
Span di memoria(Hamilton 1859)
Il magico numero 7(G.A.Miller, 1956)
Il Cognitivismo HIP (Human Information Processing)
Costruisce modelli di elaborazione dell’informazione nella mente
IL MODELLO DELLA MEMORIA DI ATKINSON E SCHIFFRIN (1971)
Memoria sensoriale
Memoria a breve termine
MBT
Memoria a lungo termine
MLT
input
attenzione
codifica
recupero
Le informazioni non ripetute vanno perdute
entro 1/2-3 secondi
Le informazioni non ripetute vanno perdute entro 10-15 secondi
Conserva le informazioni durevolmente, alcune possono
andare perdute col tempo
ripetizione
Ulrich Neisser, che nel 1967 aveva pubblicato il primo manuale della psicologia cognitiva, in Cognition and reality
del 1976 critica il primo Cognitivismo in nome della
VALIDITÀ ECOLOGICA DELLA RICERCA
Ispiratore di Neisser è il grande psicologo della percezione James Gibson, che in Ecological approach to visual perception del 1979 invita a studiare l’attività cognitiva in una prospettiva realistica, anziché in condizioni di stimolazione impoverita
A metà degli anni ‘70 si delinea una separazione tra il movimento della Cognitive Science, l’Intelligenza artificiale (IA) computazionalista della costa orientale degli Stati Uniti, e la PSICOLOGIA ECOLOGICA della costa occidentale
CONCETTO DI AFFORDANCE, UNA SORTA DI SIGNIFICATO FUNZIONALE DELLO STIMOLO
A metà degli anni ottanta, D.E.Rumelhart, J.L. McClelland e il gruppo di ricerca PDP propongono di superare le difficoltà del modello dell’elaborazione seriale dell’informazione sostituendolo con il modello
In seguito tende ad affermarsi l’idea che il modello dell’elaborazione seriale sia più adeguato per una rappresentazione proposizionale dei processi simbolici, analoghi al linguaggio, mentre l’elaborazione in parallelo, che fa riferimento alla ricerca sulle RETI NEURALI, simula meglio il modello associazionistico dell’apprendimento da parte di unità subsimboliche.
PARALLEL DISTRIBUTED PROCESSING
La teoria di J.S. Bruner (1915- )
Forme di rappresentazione-esecutiva-iconica-simbolica
Modalità del pensiero-paradigmatico-narrativo
Psicologia culturale efolk psychology-teoria della motivazione-teoria della mente 1990
1986
1966
pensiero PARADIGMATICOSpiegazione logico-scientificacriterio di VERITÀ
pensiero NARRATIVOComprensione delle intenzionicriterio di VEROSIMIGLIANZA
Bruner (1982) Actual minds, possible worlds, cap. 2
“è più facile andare al fondo delle cose osservandole contemporaneamente da due punti di vista, come attraverso uno stereoscopio” (Bruner, 1986, p.15)
DUE MODI DI PENSIERO
Nel 1990 Jerome Bruner pubblica In search of meaning, dove critica il Cognitivismo, che ha tradito il significato per la computazione, ed auspica che l’azione umana venga situata nella realtà sociale per mezzo di una
RIVOLUZIONE CONTESTUALE
In questo testo Bruner parla anche di developmental turning points , i punti di svolta evolutivi nelle autobiografie spontanee, narrazioni di momenti critici dove emerge un sé protagonista in via di costruzione.
La PSICOLOGIA CULTURALE rivaluta la psicologia ingenua del senso comune o PSICOLOGIA POPOLARE (folk psychology) che secondo Bruner comprende una TEORIA DELLA MOTIVAZIONE (i perché dell’azione umana) e una TEORIA DELLA MENTE.
La PSICOLOGIA CULTURALE di Bruner
La mente è un elaboratore distribuito nel contesto come sistema di attività strutturate di interazione tra individui. Schema cognitivo e contesto culturale vanno intesi in una sola dimensione (v. Bruner 1990, rapporti tra mente e cultura),
L’attività cognitiva è un “processo intersoggettivo socialmente organizzato che si realizza attraverso l’interazione fra gli individui in uno specifico contesto”
L’apprendimento è situato non solo spazio-temporalmente, ma sul piano relazionale, dove il significato è negoziato nella comunicazione
La RIVOLUZIONE CONTESTUALE degli anni novanta
Nel COGNITIVISMO CLASSICO la mente non elabora direttamente l’informazione proveniente dall’ambiente, ma compie operazioni su oggetti mentali che la rappresentano. Le informazioni in ingresso vengono codificate diventando RAPPRESENTAZIONI MENTALI, oggetti interni elaborabili. Primato dell’ INTELLIGENZA ARTIFICIALE grazie al FUNZIONALISMO degli stati mentali intenzionali intesi come sequenze di simboli proposizionali e alla MACCHINA DI TURING, modello formale dell’attività di un agente razionale che esegue calcoli di tipo algoritmico, cioè svolge compiti applicando in modo meccanico e ricorsivo, un certo numero di volte, un insieme di istruzioni (software di programmazione). I processi cognitivi sono concepiti come COMPUTAZIONALI, cioè a partire da un certo input, sottoposto a certe trasformazioni elaborative (calcolo), arrivano ad un output predicibile e replicabile.
ANALOGIA FRA MENTE E COMPUTER
La coscienza è un fenomeno avanzato o derivato e non il fondamento dell’attività mentale. Parlare di contenuti intenzionali degli stati mentali consente di eludere il problema della coscienza perché anche un topo può avere il purpose (Tolman) di ottenere il cibo al termine del labirinto, ma non sappiamo se può RAPPRESENTARSI la sua intenzione (ed inibirne la manifestazione comportamentale, se è questo il libero arbitrio che la coscienza consente, v. Libet) e come sul versante fenomenologico. Sappiamo che non può riferirlo comunicandolo all’altro se non esibendo il relativo comportamento: non può dire “vorrei ma scelgo di non…”.
INTELLIGENZA ARTIFICIALE (I.A.)
Nasce sulla scia della teoria astratta della computazione di Turing (1936), secondo la quale ogni calcolo complesso può essere espresso in forma di algoritmo, sequenza di passi da eseguire, e dell’idea cibernetica che il comportamento “intelligente” consista in regole astratte di manipolazione e controllo di segnali, indipendentemente dalla loro natura fisica. Si apre così la possibilità di simulare i comportamenti intelligenti su un computer con ampia capacità di memoria e programmi relativamente semplici.
Progetta macchine in grado di esibire comportamenti “intelligenti”, implementando in esse tali regole di funzionamento e fornendo istruzioni e dati da elaborare nei termini di sequenze di simboli. Sfrutta le proprietà dei linguaggi formali dotati di regole in base alle quali produrre e trasformare espressioni. Nel 1975 Jerry Fodor propone la teoria rappresentazionale della mente, base filosofica del cognitivismo, caratterizzata dal funzionalismo del mentale, cioè dal primato del programma (software), indipendentemente dalla natura dell’hardware sul quale “gira”.
Nella PROSPETTIVA CONNESSIONISTA delle RETI NEURALI (McCulloch e Pitts, 1943) le unità operano IN PARALLELO (modelli Parallel Distributed Processing, PDP) e non in base a regole introdotte nel modello, che invece emergono dal funzionamento del sistema. Questo è costituito da strati con connessioni che trasmettono ATTIVAZIONE O INIBIZIONE con una certa polarità in base a PESI diversi che si modificano, nello strato delle UNITÀ NASCOSTE, a seconda degli incontri con gli stimoli in input e del compito assegnato al sistema (p.es.riconoscere che il gatto è un animale peloso, ma il modello fa solo in modo che alla parola cat si attivino hairy e animate).
Si contrappongono RAPPRESENTAZIONE LOCALISTA - i nodi delle reti rappresentano entità significative - e DISTRIBUITA - un’entità specifica corrisponde a un pattern di attivazione di più unità. E’ possibile conciliare nei MODELLI MISTI l’APPROCCIO SIMBOLICO (più congeniale ai processi cognitivi coscienti) e quello SUBSIMBOLICO (ai processi automatici ed impliciti).
Nelle rappresentazioni distribuite, che vengono identificate con l’attivazione di gruppi o mappe neuronali, il singolo neurone può ricoprire un ruolo nel
codificare cose diverse e viene meno l’ipotesi di un significato naturale e stabile (l’innatismo non arriva fino a questo punto!)
Negli anni ottanta, in seguito ai problemi lasciati insoluti dal Cognitivismo classico, si riconosce la rilevanza della natura biologica dell’hardware neuronale e si afferma nelle scienze cognitive il primato delle neuroscienze.
Teoria del quadro di controllo e sistema nervoso concettuale
Donald Hebb (1904-85)
Idea che i neuroni si raggruppino fra loro per svolgere funzioni integrate e complesse: l'attivazione contemporanea di neuroni forma assemblee cellulari e l'integrazione tra i gruppi attivati in sequenza di fase temporale sarebbe la base dei processi psichici
Ipotesi della doppia traccia di memoria, funzionale e strutturale, che corrispondono alla MBT e alla MLT
Algoritmo di retroazione dell’errore:La macchina connessionista non ha bisogno di regole, ma in presenza di un input e della risposta desiderata arriva da sola a estrapolarne la relazione, modificando i pesi delle connessioni. La macchina (o rete) impara in base alla regola di Hebb che “quando l’unità A e l’unità B sono eccitate insieme, questo aumenta la forza delle loro connessioni
reciproche”, che possono essere eccitatorie o inibitorie.
STORIA DEL CONNESSIONISMO
legge dell’effetto di Thorndike: le connessioni associative seguite da ricompensa vengono rafforzate. anni cinquanta-sessanta: Pandemonium di Selfridge e Perceptron di Rosenblatt, criticate:Il Perceptron è una macchina di elaborazione parallela che unisce un’unità di detezione del segnale con una serie di unità di input che possono attivare un’unità di output che produce una risposta. Sia le unità di input che quelle di output hanno una soglia per la scarica che può portare a un incremento positivo della probabilità di scarica in output (eccitazione) o un effetto negativo (inibizione). La grandezza di questo effetto dipende dal
peso della connessione.
anni ottanta: diventa realizzabile il Perceptron multistrato e il Pandemonium per il riconoscimento di configurazioni visive può essere applicato alla lettura, perché l’informazione al livello delle parole inteviene a disambiguare la lettura delle lettere
Come insegnare a una macchina connessionista a rispondere quando vengono presentati uno 0 o un 1, ma non quando vengono presentati entrambi? Aumentando la complessità del sistema con una unità nascosta dal peso 1,5 che scarica sia per 1 sia per 0 e ha effetto inibitorio.
Inserendo il processo della propagazione all’indietro dell’errore (backward error propagation), algoritmo di Hebb sviluppato da Rumelhart, Hinton e Williams: si stabilisce l’output desiderato, per esempio la lettura corretta di una parola, che agisce come tutore durante l’apprendimento. Questo implica la presentazione di uno stimolo e la registrazione dell’output;la forza delle connessioni dello strato delle unità nascoste viene modificata finché l’errore è minimo.
Esempio in cui le unità di input rispondono sia allo stimolo 0 sia a 1
+1
+1
-1,5
INDIRIZZO SIMBOLICOSignificato localizzatoSimboli come entità con significato macroscopico intuitivo
Vantaggi: iteratività, ricorsività, ereditarietà e strutturazione gerarchicaSvantaggi: richiesta di memoria illimitata, sensibilità al noise e al malfunzionamento
INDIRIZZO SUBSIMBOLICO (connessionista)Significato distribuitoProcessi come fenomeni macroscopici emergenti dalla cooperazione di costituenti microscopici
Vantaggi: unità ponte fra processi neurobiologici e psichici, funzionamento parallelo veloce, robustezza, capacità di rappresentare conoscenze vagheSvantaggi: difficoltà di spiegare l’autoelevazione semantica
Modi di associare il significato al segnale fisicoe approcci computazionali
Forme di rappresentazione degli stati mentali:algoritmi logico-matematici pattern di attività sequenze di simboli di reti neurali
La naturalizzazione della mente e della coscienza è considerata una delle grandi sfide scientifiche del nostro tempo. Sarà mai possibile spiegare scientificamente l’esperienza soggettiva, ineliminabile da tali concetti? Prevedere il comportamento proprio o di un altro in base alla conoscenza degli antecedenti?
Questione del free will
Epistemologia della complessità secondo G. Bateson:Un calcio a un sasso produce un effetto meccanico prevedibile
Un calcio a un cane attiva una reazione in un organismo Occorre superare l’ILLUSIONE DI CONTROLLO chiudendo il circuito
sistemico:ogni sistema di abitudini ingrana con quello complementare,
rifiuto del binomio vittima-carnefice
= carattere o valore soggettivoSOGGETTIVO = relazione individuale nei confronti della realtà, di pensiero tipico di un solo individuo pensante in opposizione a ciò che è comune a tutti; ciò che non si può pensare esistente se non in funzione del pensiero (in medicina, sintomi non riscontrabili con mezzi strumentali, stimoli allucinatori).
Soggettivismo = concezione che risolve la realtà delle cose nella realtà del soggetto pensante, modo personale di vedere le cose come incapacità di afferrarne l’oggettiva realtà (in senso deteriore). Soggettivazione come tecnica di ripresa cinematografica che fa corrispondere il campo visuale della macchina da presa con quello di uno degli attori nella scena.Neisser: prospettiva di campo (sguardo del partecipante)-dell’osservatore (testimone, dall’alto) nel sogno.
SOGGETTIVITÀ