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Atti Parlamentari 27827 — Camera dei Deputat i IV LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 10 NOVEMBRE 1966 551 . SEDUTA DI GIOVEDÌ 10 NOVEMBRE 196 6 PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PERTINI INDICE PAG . P AG . Disegni di legge : (Approvazione in Commissione) . 2784 1 (Presentazione) 2783 1 Disegno di legge (Seguito della discussione) : Approvazione delle finalità e delle line e direttive generali del programma d i sviluppo economico per il quinquen - nio 1965-1969 (2457) 2783 1 PRESIDENTE 2783 1 ANGIOY 2784 1 BARBI 2783 1 LEONARDI, Relatore di minoranza 2784 4 SEDATI 2785 7 Proposte di legge : (Annunzio) 27827, 27857 (Deferimento a Commissione) 27869 (Svolgimento) 27828 (Trasmissione dal Senato) 27827 Interrogazioni e interpellanze (Annun- zio) : PRESIDENTE 2786 9 Bosco, Ministro del lavoro e della pre- videnza sociale 27869 CRUCIANI 2786 9 Interrogazioni (Svolgimento) : PRESIDENTE 2782 8 CACCIATORE 2782 9 CATALDO 27830 FLORENA, Sottosegretario di Stato per i trasporti e l'aviazione civile . 27828, 27829 Per un lutto del deputato Scaglia : PRESIDENTE 2782 8 Ordine del giorno della seduta di do - mani 2786 9 La seduta comincia alle 16 . FRANZO, Segretario, legge il processo ver- bale della seduta di ieri . approvato) . Annunzio di una proposta di legge . PRESIDENTE . stata presentata la se- guente proposta di legge : BOLDRINI ed altri : « Aumento delle pagh e dei militari e graduati di truppa delle forz e armate e aumento della paga degli allievi ca- rabinieri, allievi finanzieri, allievi guardie d i pubblica sicurezza, allievi agenti di custodia , allievi guardie forestali e allievi vigili de l fuoco » (3550) . Sarà stampata e distribuita . Poiché im- porta onere finanziario, ne sarà fissata in se- guito la data di svolgimento . Trasmissione dal Senato . PRESIDENTE . Il Senato ha trasmesso l a seguente proposta di legge : Senatore ZENTI : « Modifiche alle leggi 2 7 ottobre 1963, n . 1431 e 16 agosto 1962, n . 1303 , sul riordinamento di taluni ruoli degli ufficiali

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Atti Parlamentari

— 27827 —

Camera dei Deputati

IV LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 10 NOVEMBRE 1966

551.

SEDUTA DI GIOVEDÌ 10 NOVEMBRE 196 6

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PERTINI

INDICE

PAG .

P AG .

Disegni di legge :

(Approvazione in Commissione) .

2784 1

(Presentazione) 2783 1

Disegno di legge (Seguito della discussione) :

Approvazione delle finalità e delle line edirettive generali del programma d isviluppo economico per il quinquen-nio 1965-1969 (2457) 2783 1

PRESIDENTE 2783 1ANGIOY 2784 1

BARBI 2783 1

LEONARDI, Relatore di minoranza

2784 4SEDATI 2785 7

Proposte di legge :

(Annunzio) 27827, 27857

(Deferimento a Commissione) 27869

(Svolgimento) 27828

(Trasmissione dal Senato) 27827

Interrogazioni e interpellanze (Annun-zio) :

PRESIDENTE 2786 9Bosco, Ministro del lavoro e della pre-

videnza sociale 27869CRUCIANI 2786 9

Interrogazioni (Svolgimento) :

PRESIDENTE 2782 8CACCIATORE 27829CATALDO 27830FLORENA, Sottosegretario di Stato per i

trasporti e l'aviazione civile . 27828, 27829

Per un lutto del deputato Scaglia :

PRESIDENTE 27828

Ordine del giorno della seduta di do -

mani 27869

La seduta comincia alle 16 .

FRANZO, Segretario, legge il processo ver-bale della seduta di ieri .

(É approvato) .

Annunzio di una proposta di legge .

PRESIDENTE .

stata presentata la se-guente proposta di legge :

BOLDRINI ed altri : « Aumento delle paghedei militari e graduati di truppa delle forzearmate e aumento della paga degli allievi ca-rabinieri, allievi finanzieri, allievi guardie d ipubblica sicurezza, allievi agenti di custodia ,allievi guardie forestali e allievi vigili de lfuoco » (3550) .

Sarà stampata e distribuita . Poiché im-porta onere finanziario, ne sarà fissata in se-guito la data di svolgimento .

Trasmissione dal Senato .

PRESIDENTE . Il Senato ha trasmesso laseguente proposta di legge :

Senatore ZENTI : « Modifiche alle leggi 27ottobre 1963, n . 1431 e 16 agosto 1962, n . 1303 ,sul riordinamento di taluni ruoli degli ufficiali

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in servizio permanente effettivo dell'aeronau-tica militare » (Approvata da quella IV Com-missione) (3549) .

Sarà stampata, distribuita e trasmessa allaCommissione competente, con riserva di sta-bilirne la sede .

Per un lutto del ministro Scaglia.

PRESIDENTE. Informo che l'onorevole mi-niostro Scaglia è stato colpito da un grav elutto : la perdita del padre . Al collega così du-ramente provato la Presidenza ha già fattopervenire le più vive condoglianze, che orarinnovo anche a nome dell'Assemblea .

Svolgimento di proposte di legge.

La Camera accorda la presa in considera-zione alle seguenti proposte di legge, per l equali i presentatori si rimettono alla relazion escritta e il Governo, con le consuete riserve ,non si oppone:

FODERARO : « Assistenza in caso di malatti aal clero » (3407) ;

ZANIBELLI : « Estensione del l 'assicurazion eobbligatoria contro le malattie ai sacerdoti d iculto cattolico e ai ministri di culto acattolic odi cui alle leggi 5 luglio 1961, n . 579 e n . 580 »(3257) ;

CERVONE, MERENDA, LETTIERI, RIPAMONTI ,IOZZELLI, BELLI e PULCI ERNESTO : « Modifichealla legge 10 giugno 1964, n . 447, concernentenorme per i volontari dell'esercito, della ma-rina e dell'aeronautica e nuovi organici de isotufficiali in servizio permanente delle stess eforze armate » (3326) ;

CERVONE e LETTIERI : « Modifica all'articol o24 della legge 31 luglio 1954, n . 599, sullo statodei sottufficiali dell'esercito, della marina edell'aeronautica » (3011) ;

CERVONE : « Norme per l,a promozione a lgrado di capitano dell'arma dei carabinieridi ufficiali in servizio permanente, già capi-tani di complemento dell'arma stessa » (2771) ;

CERVONE : « Estensione dell'articolo 14 deldecreto legislativo luogotenenziale 22 marzo1946, n . 391, agli orfani maggiorenni ed ina-bili al lavoro di marittimi deceduti anterior-mente all'entrata in vigore del decreto stesso »(2768) ;

NICOLAllI, CARIGLIA, DI . VAGNO, BuzzI ,BORGHI e ZUCALLI : « Insegnamento della lin-gua internazionale esperanto e della relativ aletteratura nelle scuole secondarie » (1816) :

SCALIA, SINESIO, TOROS, ARMATO e ZANI-BELLI : « Indennità compensativa e indennitàdi mensa ad alcune categorie del personal edel Corpo nazionale dei vigili del fuoco » (777) ;

SCALIA, FABBRI RICCARDO, PATRINI, SINESIOe ZANIBELLI : « Provvidenze a favore degli in-segnanti di ortofonia nelle classi differenzial ie in quelle speciali per minorati fisici » (2918) ;

MAGNO, SPECIALE, MICELI, D'ALESSIO, FAIL -LA, MARCHESI, MARRAS, MAULINI, NANNUZZI ,PEZZINO e SFORZA : « Estensione alle elezion icomunali e provinciali che avranno luogo i l27 e 28 novembre 1966, delle agevolazioni d iviaggio previste per le elezioni politiche »(3546) .

La Camera accorda altresì l'urgenza per l aproposta di legge n . 3546.

Svolgimento di interrogazioni .

PRESIDENTE . L'ordine del giorno reca :Interrogazioni .

La prima è quella dell'onorevole Cacciatore ,al ministro dei trasporti e dell'aviazione ci-vile, « per conoscere se risponde a verità ch enel progetto di riforma dell'amministrazioneferroviaria sia compresa la soppressione dell elinee Sulmona-Terni, Sulmona-Carpinone ,Avezzano-Roccasecca e Teramo-Giulianova. Eper conoscere, in caso affermativo, se, a se-guito delle precise osservazioni del sindac odi Sulrnona, si ritenga di stralciare dal pro-gramma le suddette soppressioni » (4380) .

L 'onorevole sottosegretario di Stato per itrasporti e l'aviazione civile ha facoltà di ri-spondere .

FLORENA, Sottosegretario di Stato per itrasporli e l'aviazione civile . Le linee ferro-viarie Sulmona-Terni, Sulmona-Carpinone ,Avezzano-Roccasecca e Teramo-Giulianov arealmente sono comprese nella rete secondari aa scarso traffico e fortemente deficitaria, per l aquale viene da tempo riconosciuta la esigenz adi un ridimensionamento .

In merito alle prime tre linee, preciso co-munque , si può escludere l'adozione a bre-ve scadenza di provvedimenti di rilievo .

Pure per quanto riguarda la Teramo-Giu-lianova, che rientra nel gruppo di linee il cu iridimensionamento viene considerato attuabileanche entro breve termine, faccio presente cheper il momento non è stato ancora disposto al-cun concreto provvedimento di trasformazionedei servizi .

In ogni caso, assicuro che prima di perve-nire ad eventuali decisioni in ordine alle linee

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suddette sarano considerati con la maggior ecomprensione possibile tutti gli interessi incausa e saranno presi preventivi contatti conle autorità locali .

PRESIDENTE. L'onorevole Cacciatore hafacoltà di dichiarare se sia sodisfatto .

CACCIATORE . Mi dichiaro parzialmente

sodisf atto .Ricordo al Governo che vi è un impegno

preciso per quanto riguarda gli interventi ne lMezzogiorno ; e fra le località interessate a que-ste linee ferroviarie alcune sono appunto com-prese nel nucleo di industrializzazione di Avez-zano e in quello di Teramo . Nella dannata ipo-tesi che si volessero sopprimere queste linee ,si verrebbe a rendere completamente inope-ranti queste zone ai fini dell'industrializza-zione .

Non leggo qui quello che è stato scritt oda un giornale democristiano contro questoridimensionamento e contro questo program-ma dell'onorevole Scalfaro . <Mi limito sem-plicemente a leggere quanto ha scritto a no iparlamentari il sindaco di Sulmona, il qualenon è certo di nostra parte : « Se si considera ,infatti – egli dice – che la linea T<erni-L'Aquila-Sulmona-Carpinone-Vairano è l'uni-ca dorsale esistente per il collegamento delcentro-nord con il sud, l'unica via possibileper uno snellim<ento del traffico merci delledue litoranee e la sola in grado di assolverela propria funzione anche durante i peggior iinverni, è facile rendersi conto della gravit àdi una decisione contraria ai più elementar iprincipi di ordine sociale, che isolerebbe dall enormali vie di comunicazione centinaia d icomuni abruzzesi » .

Voglio quindi sperare che il Governo no nsolo non adotti oggi questo provvedimento;ma non lo adotti nemmeno per l'avvenire .

PRESIDENTE. Poiché i firmatari nonsono presenti, alle seguenti interrogazionisarà data risposta scritta :

Manco, al ministro dei trasporti e del-l'aviazione civile, « per conoscere quale sia ilpensiero del Governo intorno alle ripetuterichieste avanzate dagli interessati enti <dell aprovincia 'di Brindisi sulla necessità di isti-tuire una nuova linea aerea da Brindisi pe rMonaco <di Baviera . Per conoscere ancora sesia al corrente della 'situazione di movimentoturistico della città di Brindisi, delle situa-zioni obiettive 'di favore esistenti e che tuttecomportano la necessità ed al contempo l afacilità della predetta nuova linea aerea »(4408) ;

Romualdi, al ministro dei trasporti edell'aviazione civile, « per conoscere se ri-sponda a verità ciò ch'e è stato pubblicat oda un giornale romano circa la precaria epericolosa situazione in , cui si è venuto< a tro-vare l'aeroporto dell'Urbe a seguito dellasopraelevazione abusiva di un fabbricat odella Squibb e della costruzione 'dialcuni ca-pannoni a . ridosso della pista 34, costringen-do la direzione <dell'aeroporto .a dichiararlain parte non agibile per ragioni di .sicurezza ,con evidente grave pregiudizio per l'impor-tanza e la funzionalità dell'intero aeroporto .L'interrogante chiede inoltre di sapere se tut-to ciò sia avvenuto con il permesso dell'am-ministrazione comunale di Roma ; in casocontrario, perché il comune di Roma non siaancora intervenuto per ordinare l'abbatti -mento immediato delle costruzioni abusive ; eperché l'Aeroclub d'Italia, interessato pi ùd'i ogni altro ,alla migliore agibilità dell'ae-roporto dell 'Urbe e alla sua sicurezza, nonsia ancora intervenuto per sollecitare dalministro interessato e dal comune di Rom aprovvedimenti in tale senso » (4435) .

Segue l'interrogazione dell'onorevole Ca-taldo, al ministro dei trasporti e dell'avia-zione civile, « per cono<scere i motivi <del-l'agitazione dei concessionari di <auto pub-bliche (tassisti) che in tutta Italia hanno in -detto una settimana di ,protesta contro gl i« abusivi » . Per conoscere la vastità del fe-nomeno, che sembra alimentato soprattuttoda coloro che hanno organizzato l'abusivismosu vasta scala, particolarmente a Roma. Persapere infine 'se e quali provvedimenti inten-dano adottare – sia in proprio sica sollecitan-do le amministrazioni comunali – per elimi-nare le cause dell'agitazione, prima che rag-giunga forme che potrebbero non solo dan-neggiare gli utenti, ma creare caos nella cir-colazione delle grandi città e portare a rea-zioni incontrollate dei singoli ;

e soprattuttoper porre ordine in un settore di interess egenerale » (4447) .

L'onorevole sottosegretario di Stato per itrasporti e l'aviazione civile ha facoltà di rispendere .

FLORENA, Sottosegretario di Stato per itrasporti e l'aviazione civile . L'agitazione degl iesercenti dei servizi pubblici da piazza co nautovetture (tassì) è determinata dalla con-correnza illecita svolta, in tale attività <ditrasporto, da conducenti di .autovetture desti -nate ad uso privato o a noleggio con condu-cente. Il fenomeno in questi ultimi tempi

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ha assunto dimensioni di rilievo nei grand icentri urbani .

In proposito, il vigente codice idella stra-da prevede un adeguato strumento norma-tivo per la repressione dei servizi abusivi . In-fatti l'articolo 57, sesto comma, del citat ocodice prevede, com'è noto, che chiunqueadibisca ad uso pubblico un veicolo desti -nato ad uso privato è punito con l'ammendada 25 mila a 100 mila lire .

La 'predetta pena pecuniaria è ida ritener epiù che sufficiente a reprimere i servizi abu-sivi in questione, sia perché il limite mi-nimo e il limite massimo della pena stess asono tra i più elevati tra quelli previsti nelcitato codice, sia perché, in conseguenza, no nè ammessa l 'oblazione immediata, ma quel -la che comporta il pagamento di un sesto delmassimo, se effettuata entro quindici giorn idalla contestazione dell'infrazione, o di u nterzo del massimo, se effettuata dal sedice-simo al sessantesimo giorno dalla contesta-zione : cioè rispettivamente lire 16 .665 e lire33.335 .

Il Ministero dei trasporti e ,dell'aviazio-ne civile, per la parte di propria competenza ,ogni volta che è venuto a conoscenza dell'eser-cizio abusivo di servizi pubblici di trasport onon h'a mancato di intervenire perché foss eapplicata iin materia una efficace opera d irepressione ,da parte degli organi di vigilanza .

PRESIDENTE . L'onorevole Cataldo hafacoltà di dichiarare se sia sodisf atto .

CATALDO . La mia interrogazione si ar-ticolava iin tre punti : conoscere i motivi del -l'agitazione di questa categoria (coloro ch eeserciscono questi servizi pubblici da piaz-za, i cosiddetti tassisti) ; la vastità del feno-meno; e in terzo luogo i provvedimenti ch eil Governo intende prendere .

Mi dichiaro parzialmente sodisfatto pe rquanto riguarda i primi due punti, proprioperché il Governo, sia pure molto succinta -mente, ci ha informato sui motivi dell'agita-zione, che sono ,da ricercarsi nella concor-renza illecita che viene esercitata soprattuttoda privati, e molte volte da privati che orga-nizzano l'abusivismo, per cui non esercitanodirettamente 'questa attività, ma organizza-no l'attività degli altri, dando luogo appuntoad un vero e proprio reato, che non è sol oquello di infrazione del codice della strada ,ma di istigazione a disobbedire alle leggi .

L'ultima parte della risposta non mai so-disfa, appunto perché la mancata soluzion edel problema è insita nella risposta stessa .

Se è vero che c'è il codice della strada, e daparecchio tempo; .se è vero che l'agitazionedei tassisti è ,durata una settimana, in for-ma più omeno corretta, e che si sta mi-nacciando comunque il ricorso ad altre for-me di lotta : bisogna convenire che questoarticolo .del codice della strada o non è ap-plicato, o 'di per sé non riesce appunto a so-disfare le richieste di coloro che sono ii le-gittimi esercenti di questo servizio, perché pa-gano le tasse e adempiono tutti gli obbligh ilegali e amministrativi necessari .

Se, nonostante l'esistenza idei codice dell astrada, questi fatti accadono, e se non s iritiene idi adottare misure di carattere ecce-zionale, non vediamo come il problema pos-sa essere risolto .

Comunque, al Governo possiamo dire ch ebisogna essere particolarmente severi soprat-tutto nell'accertamento dell'infrazione, e an-che nella punizione . Infatti assistiamo pur-troppo a litigi tra privati e tassisti, i qual iscendono a vie di fatto . A Roma si è avuto ,appunto per questi motivi, un tentato omi-cidio. Scontri di questo tipo avvengono fre-quentemente, in quanto, come tutti possiam oconstatare, alla stazione Termini – per esem-pio – l'abusivismo viene esercitato notoria-mente . Appena si esce dalla stazione ai viag-giatori si presentano gli abusivi, offrendo i lloro servizio . Non è che i viaggiatori ne rica-vino un vantaggio, perché pagano tariffe su-periori a quelle praticate dai tassisti . Occor-re quindi un intervento di controllo da par-te dello Stato ie dei comuni, come ho sugge-rito nella mia interrogazione ; una intensifi-cazione della vigilanza ; un intervento decis oda parte della polizia stradale e delle altr eforze dell'ordine, soprattutto nelle grandi cit-tà come Milano e Roma, anche perché i tas-sisti hanno minacciato ,di seguire l'esempi odei loro colleghi di Parigi, i quali hanno la-sciato le loro macchine in mezzo alle strade ,intasando completamente la circolazione .

Se è vero che a Roma si ha questo racketdell'abusivismo organizzato su vasta scala ,se non si può applicare il codice della strada,si applichi il codice penale nei confronti d ichi non ottempera alla legge, in modo ch ecoloro che pagano le tasse si vedano tutelat inell'esercizio della loro attività : perché gl iabusivi non pagano le tasse ed esercitan ouna forma di concorrenza sleale e illegale .

P'RE'SIDENTE. IÈ così esaurito lo svolgi -mento delle interrogazioni all'ordine de lgiorno .

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Presentazione di un disegno di legge .

PIERACCINI, Ministro del bilancio . Chie-do di parlare per la presentazione di un di -segno di legge .

PRESIDENTE . Ne ha facoltà .

PIERACCINI, Ministro del bilancio . Mionoro presentare, a nome del ministro de llavoro e della previdenza sociale, il disegn odi legge :

« Modifiche .al testo unico delle norme con-cernenti gli assegni familiari e nuove dispo-sizioni in materia di formazione professio-nale dei lavoratori » .

PRESIDENTE. Do atto della presenta-zione di questo disegno di legge, che saràstampato, distribuito e trasmesso alla Com-missione competente, con riserva di stabi-lirne la sede .

Seguito della discussione del disegno' di legge :Approvazione delle finalità e delle line edirettive generali del programma di svi-

luppo economico per il quinquennio 1965-1969 (2457) .

PRESIDENTE . L'ordine del giorno recail seguito della discussione del disegno dilegge : Approvazione delle finalità e dellelinee direttive generali del programma d isviluppo economico per il quinquennio 1965-1969 .

È iscritto !a parlare l'onorevole Barbi . Neha facoltà .

BARBI. ,Signor Presidente, onorevoli col -leghi, io credo che il cataclisma che ha re-cato tanti lutti e danni all'Italia la scorsasettimana non abbia reso vano il program-ma economico quinquennale, né impongaun lungo rinvio, come le opposizioni di de-stra e di sinistra sembrano proporre . . .

CATALD'O . Per !quanto Tiguarda le si-nistre, come ha precisato ieri l'onorevole In-grao, il rilievo non .è esatto .

BARBI . . . .salvo poi rimproverare al Go-verno ritardi e lungaggini, come già ripetu-tamente è stato fatto .

I gravi danni richiederanno certamentelo stanziamento !di cospicui mezzi finanzia-ri, ed altrettanto si dovrà fare per la siste-mazione dei fiumi, per il rimboschimentodi vaste zone alpine e collinari, per la di -fesa del suolo . Ma tutto ciò sarà fatto assaimeglio, assai prima, assai più razionalmen-

te !se gli organi amministrativi dello Statopotranno operare nell'ambito di un pianoeconomico !di sviluppo, se tutti saremo en-trati definitivamente nella logica della pro-grammazione .

Infatti, io condivido dell'interessante di -scorso pronunciato l'altro ieri !dall'onorevol eRiccardo Lombardi soprattutto quella partein cui è stata messa chiaramente in riliev ola « forza penetrante » della logica della pro-grammazione, la sua « efficacia pedagogica » ,per così dire . Ecco, questo è ciò che noi dob-biamo anzitutto mirare ad ottenere, al d ilà di tutti i particolari e !dei singoli capi-toli, pur importantissimi '('su alcuni dei qua -li io stesso mi soffermerò più avanti), e a ldi là delle stesse grandi cifre con cui vo-gliamo prefigurare lo 'sviluppo della nostr avita economica.

Del resto,abbiamo sempre sostenuto, inpolemica con i comunisti, il carattere fles-sibile del piano, la necessità di adattarl oanno per anno alla realtà della vita ch emuta . E speriamo che muti in meglio ; madisgraziatamente potrebbe anche mutare inpeggio, come la recente tragedia ci ha !di-mostrato .

Abbiamo sempre affermato che il piano nondeve essere rigido né centralizzato, alla ma-niera di quelli sovietici, ma al contrario de -centrato – e perciò vogliamo una rapida at-tuazione dell'istituto regionale – e scorrevole ,in modo da farlo aderire quanto più è possi-bile alla realtà economica ed umana del nostr opaese .

In Commissione sono stati criticati, a volt econ toni ironici e di sufficienza, gli aggiorna-menti apportati con la Nota aggiuntiva dell'ot-tobre 1965 e con la revisione fatta quest'ann odall'ISTAT delle basi statistiche e dei metodidi valutazione per la compilazione dei contieconomici nazionali . Eppure si trattava di ag-giornamenti non solo necessari, ma anche ri-spondenti a questa nostra concezione realistic adel piano . Ora sarà evidentemente necessari auna nuova rettifica, che dovrà variare non sol ole cifre, ma, io credo, anche talune scelte qua-litative .

Ebbene, questo può e deve essere fatto sen-za che sia interrotto l'iter parlamentare de lprovvedimento; perché non si deve modificarel'essenza, lo spirito, le finalità della program-mazione, che contano e valgono, specialmentein questa prima fase del varo, assai più diogni aspetto particolare, quantitativo o quali-tativo che sia . In questo senso le osservazionicritiche che noi democratici cristiani andrem ofacendo, i difetti che indicheremo, non pos-

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sono essere e non saranno mai tali da intaccar eil giudizio complessivamente positivo che noidiamo di questa grande scelta del Governodemocratico .

Non sarebbe necessario che io ribadissi an-cora una volta questa adesione convinta e de-cisa della democrazia cristiana nei confront idella politica di piano, se non venissero ripe -tute con monotona e del tutto ingiustificata in-sistenza, da parte dell'opposizione, le accus esulle presunte inadempienze, sulla freddezz ao addirittura ostilità, e perciò sulle manovr eritardatrici da parte del nostro gruppo .

Solo un'opposizione preconcetta può igno-rare le difficoltà che abbiamo incontrato, so-prattutto in questi ultimi anni, e che motivanoampiamente il ritardo con cui procede l'appro-vazione del piano. Ma chi consideri obiettiva-mente la situazione nella quale ci siamo trovat i- e non solo quella economica inerente all edifficoltà congiunturali, ma anche quella psi-cologica dell'opinione pubblica e del paese -chi consideri poi il modo con cui l'abbiamoaffrontata, deve pur riconoscere che in questianni la nostra convinta azione per avviare i lpaese alla politica di piano ha conquistat ostrati 'sempre più larghi dell'opinione pub-blica, tanto che molte resistenze e molte diffi-denze o si sono attenuate o sono del tutto scom-parse .

Per noi la politica di piano non ha lafunzione di strumento per razionalizzare ilsistema economico vigente, ma ha soprattut-to lo scopo di modificarlo : non con la vio-lenza però, non imponendolo, magari congravi sacrifici, ad un popolo che non lo ca-pisce e non lo vuole, bensì al contrario im-pegnando possibilmente tutte le categorie etutti i ceti sociali nell'azione per il progres-so economico ie sociale, e quindi cercando d irealizzare una partecipazione democratic aalle grandi scelte che il paese deve com-piere. Perciò questa più larga .adesione all apolitica di piano ha il valore idi una con-quista civile e rappresenta la garanzia mi-gliore per il successo di tale politica nellungo periodo.

P dia considerare, ad esempio, altament epositivo il mutato 'atteggiamento nei con-fronti del piano di vaste ed importanti cate-gorie, come quelle degli artigiani e dei com-mercianti, che si erano sentite ignorate otrattate con preconcetta ostilità nella primaformulazione del piano nel 1964 .

L 'ambiente iartigiano attende un più espli-cito riconoscimento della sua funzione e un apiù chiara prospettiva per il suo sviluppo .In tal senso, riteniamo sia opportuno un ul -

teriore emendamento al paragrafo 212, e ciproponiamo idi concordare con il Governo econ la maggioranza parlamentare tale emen-damento.

L'ambiente commerciale ha visto con so-disfazione la nuova previsione di interventimodificativi, correttivi, aggiornativi, al po-sto di quelli repressivi e quasi punitivi ch eerano stati inizialmente delineati . Così 'si ot-terrà, come è stato giustamente rilevato d aGiancarlo Ravazzi su Mondo economico, lapartecipazione attiva delle categorie interes-sate alla ricerca di una maggiore efficienzadell ' impresa e quindi del sistema distribu-tivo, anziché l'arroccamento su posizioni d iistintiva difesa dello status quo .

Non è .autenticamente democratico ; infat-ti, un piano che non sia largamente capit oed 'accolto dall'opinione pubblica; né può es-sere veramente utile per il progresso social ese viene imposto con metodi autoritari, anch eperché un piano implica sempre delle sceltee quindi dei sacrifici e delle rinunce, com eha ricordato bene avant'ieri l'onorevole Ric-cardo Lombardi in polemica con la relazion edi minoranza comunista : sacrifici, rinunce ,scelte 'che devono esser fatte conoscere ai cit-tadini ied accolte dalla maggioranza di essi .

Ho visitato recentemente ila Bulgaria eho avuto l'opportunità idi parlare con i di-rigenti dell 'economia e del piano di que lpaese . Essi hanno fatto scelte coraggiose, ch ea lungo andare credo daranno risultati posi-tivi - del resto relativamente facili, perché i lpaese è partito da livelli economici infimi -ma hanno dovuto imporre sacrifici enormi ,rinunce durissime ai cittadini e soprattuttoai lavoratori, che sono tenuti ad un livellobassissimo di tenore di vita, comprimendo isalari e i consumi popolari per permettere l acreazione dell'industria pesante e di base .

Tale impostazione, fatta con i tipici me-todi di un regime totalitario, ha ideterminatol'indifferenza, se non l'ostilità, della mag-gior parte del popolo, che pure si lamentapoco della mancanza di libertà - una liber-tà che non ha mai avuto, del resto, né sott oi turchi né sotto la monarchia feudale - m a« tira a campare » . Cioè, nonostante gli os-sessionanti slogan, i manifesti e gli incita-menti di cui tutto il paese è ridicolment epieno, lavora con ritmi incredibilmente bas-si : sicché, onorevole ministro, in nessun afabbrica, in nessun kombinat, in nessungrande ente economico statale ho potuto ave -re risposta alla domanda sull'incidenza dellamanodopera sui costi totali della produzione,

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per il semplice fatto che, nonostante il bas-so livello dei salari, il costo della manodo-pera è altissimo, dato il mediocre grado d irendimento, data la mediocre partecipazion eattiva e interessata dei lavoratori, a tutti ilivelli .

Con metodi di quel tipo sarebbe sem-plicissimo – ma a lungo andare sterile edanche dannoso e controproducente, in u ncontesto economico-sociale notevolmente pro-gredito come è il nostro – imporre tutto i lsistema prescelto, ogni sua singola parte edogni suo singolo aspetto ; sarebbe semplicis-simo imporre anche la politica dei redditi ,tanto temuta e detestata dai comunisti . Ma ,operando con metodi autoritari, accentratori ,che sono i metodi tipici della pianificazionecomunista, non si attuerebbe un'autentica po-litica idei redditi, la quale presuppone la li-bertà ,economica, cioè un'economia di mer-cato in cui i prezzi, salvo le eccezioni ne-cessarie per porre in atto le correzioni op-portune, sono determinati idalle preferenz edei consumatori e nella quale gli interventidiretti o indiretti del potere pubblico son orivolti non ad eliminare, mia iad accrescer ela libertà di iniziativa e a garantire il pro-gresso di tutti i ceti sociali .

Verosimilmente, è proprio perché i co-munisti la concepiscono ial di fuori di questocontesto di libertà e di democrazia che ess itemono la politica dei redditi . iMa, isecondonoi, essa (che ha lo scopo essenziale di evita-re o di controllare l'inflazione, e quindi d idifendere anzitutto, .il potere di iacquisto de isalari e degli stipendi ; o, se si vuole esser epiù precisi, ha lo scopo di realizzare la pie-na occupazione senza determinare process iinflazionistici e di perseguire il costante svi-luppo economico senza provocare la disoc-cupazione con quei provvedimenti monetar io fiscali che hanno fatali conseguenze defla-zionistiche) 'si basa essenzialmente sull'ac-cettazione spontanea da parte di tutti i cit rta'dini ; e perciò richiede non solo una infor-mazione degli organi governativi 'al più altolivello scientifico, ma anche una costanteopera di informazione e di formazione del-l 'opinione pubblica ; richiede collaborazion ee fiducia tra Governo, imprenditori, sinda-cati ; richiede, insomma, una autentica e fun-zionante 'democrazia .

Pertanto ,si può ben affermare che pro-grammazione e democrazia devono proceder edi pari passo, che l'una ha bisogno dell'al -tra, l'una implica l'altra . Ecco perché con-sideriamo impiegato utilmente il tempo tra-scorso se esso è servito – come effettiva-

mente mi pare sia avvenuto in misura consi-derevole – iad estendere in vasta misural'area dell'accettazione convinta del piano, equindi la buona disposizione a collaborareattivamente per la sua attuazione, ad ope-rare secondo le linee direttive da esso in -dicate .

Fatta questa premessa, mi sembra ne-cessario svolgere iqualche considerazione s ualcuni aspetti particolari del 'documento i nesame, nell'intento di ottenere quei chiari-menti che sembrano indispensabili nei con -fronti dell'opinione pubblica, appunto per dis-sipare dubbi o per evitare ingiustificate il-lusioni .

Uno dei motivi che ,a mio avviso può in -generare confusione è dato dall'interpreta-zione idelle indicazioni quantitative contenutenel documento . Mi riferisco in particolarea quelle che più direttamente riguardano i lmondo del lavoro, cioè le forze del lavoro ,la sicurezza sociale, la formazione professio-nale, ecc .

È evidente che le cifre del piano non rap-presentano semplici iproiezioni nel proslsi-mo quinquennio delle tendenze riscontratenei periodi precedenti . Se così fosse, ad esem-pio, sarebbe idei tutto ingiustificato ritenereche l'esodo agricolo nel quinquennio' in esa-me potrà interessare solo 120 mila lavorator iall'anno, dato che la media del iquinquen-nio 1061-1965 è stata di ben 320 mila lavora -tori all'anno . L'indicazione del piano non èdunque una previsione, ma un 'obiettivo : s iritiene cioè necessario frenare l'iesodo dall ecampagne, anche in considerazione dell'ele-vato invecchiamento della popolazione agri -

cola verificatosi negli anni passati .Allo stesso modo le indicazioni in me-

rito all'aumento dell'occupazione iextragri-cola non sono previsioni, proiezioni di tren,d sdel passato, ma sono obiettivi da raggiun-gere, nell'ambito dei quali assume partico-lare rilievo l'impegno a localizzare nel Mez-zogiorno il 40-45 per cento delle nuove oc-casioni di lavoro extragricolo, come è dett ofin dal paragrafo 4 del testo .

Ebbene, qui sta il punto ! La divergenzatra la realtà in atto e i dati del piano nonmisura un errore di previsione, ma confi-gura l'ampiezza di un impegno che riguar-da tutta la politica economica, informiata ,come vuole il programma, all'attuazione prio-ritaria di due obiettivi fondamentali, qual ila piena occupazione e lo sviluppo del iMez-zogioirno .

Mia allora, onorevole ministro, in unafase come l'attuale, in cui le tendenze spon-

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tanee dell'occupazione e dello sviluppo de lMezzogiorno sembrano essere divergenti ri-spetto a quelle proposte dal programma, oc -corre un'attenzione del tutto particolare altipo di investimenti e alla loro localizza-zione .

Non si può pensare che senza una decis aazione catalizzatrice dell ' impegno pubblico ,capace di orientare 'e di stimolare la stess ainiziativa privata, l'auspicato incremento de-gli investimenti e in genere la ripresa pro-duttiva siano sufficienti da soli a creare le con -dizioni della piena occupazione . Non si puòtrascurare, per esempio, che gran parte de -gli investimenti delle imprese private e tal -volta di quelle pubbliche sono rivolti anzi -tutto al risanamento !dei conti economici, comesi !dice, ossia !ad incrementare la produttività ,che quasi sempre consiste nella sostituzion edel lavoro umano con macchine o con !auto-matismi .

In tal senso non c 'è da illudersi che piùinvestimenti significhino ,automaticamente ,necessariamente più occupazioni ; più inve-stimenti possono significare anche più disoc-cupazione . Di qui la necessità di una politicaeconomica accorta che, use vuole conseguiregli obiettivi della programmazione, deve fa-vorire lo sviluppo di quei settori produttiv iche sono più suscettibili di creare nuove oc-casioni di lavoro .

A tale obiettivo può concorrere una poli-tica per l'agricoltura, per esempio, che mi-gliori le condizioni di reddito e le esigenzedi impiego lavorativo . Si pensi all'orticoltu-ra, con i connessi programmi di irrigazione ,di commercializzazione del prodotto all'inter-no e all'estero, la quale può consentire unconveniente e redditizio impiego di nuova ma-nodopera agricola; si pensi allo sviluppo del-l 'arboricoltura, in particolare della viticol-tura, oggi frenato dall'esodo !agricolo .

Questa è la politica che vorremmo veder erealizzata con il secondo « piano verde »Essa, fra l'altro, frenando l'esodo agricolo ,può evitare l 'estendersi della disoccupazioneoperaia, specie se si saprà incrementare for-temente la cooperazione, giacché solo la co-stituzione d'i imprese agricole economicamen-te efficienti può mettere tutti i lavoratori deicampi in condizione di utilizzare i fondi stan-ziati dal « piano verde » .e quindi d'i miglio -rare le proprie capacità produttive, il pro-prio tenore di vita .

Un altro !settore che può migliorare so -stanzialmente le prospettive dell'occupazion enel Mezzogiorno, conformemente ai propo-sti del piano, è quello dell'industria mani-

fatturiera, e in particolare di quella mec-canica . Il piano lo prevede esplicitament eal paragrafo 163 . E non solo perché, tra tut-ti i settori industriali, questo dell'industriamanifatturiera, 'e particolarmente di quel -la meccanica, è il settore che è in grado d iassorbire la maggiore quantità di manodo-pera con il minor impiego di capitali ; maanche perché rappresenta un autentico vo-lano per lo sviluppo di molteplici altre atti-vità minori, sia industriali -sia artigiane .

Purtroppo in questo campo, a 'differenzadi quello conserviero, molitorio, oleario, dol-ciario o anche tessile, non esiste una tra-dizione imprenditoriale meridionale ; sicchél'iniziativa privata è stata riluttante !ad af-frontarlo, anche negli anni del boom, e tut-tora lo evita . Ecco il motivo per cui da anninoi andiamo insistendo sulla necessità d iun grosso impegno in !questo settore dell epartecipazioni statali . Ma purtroppo 'senzasuccesso, se è vero, come purtroppo è vero ,che la Finmeccanica ha rivolto la massimaparte della sua attenzione e dei suoi investi-m'enti !alle industrie del nord 'e che tutte l eindustrie meccaniche del sud sono state pri-ma chiuse o ridimensionate, e ora – quell eche sono sopravvissute – ridotte a vivacchia -re senza sicure prospettive di sviluppo, anzicon continue riduzioni di personale.

Per questo motivo non può apparire af-fatto 'sufficiente lo stanziamento di 18 mi-liardi e 200 milioni nel quinquennio, pre-visto dal piano 'd'i coordinamento degli inter -venti pubblici nel 'Mezzogiorno, approvatolo scorso 1° agosto dal CIPE . Esso apparesproporzionato rispetto alle esigenze dell'in-cremento dell ' industria e dell'occupazionenel sud ; sproporzionato rispetto alla cifra com-plessiva degli investimenti d'elle partecipa-zioni statali nel sud (sono 615 miliardi, quin-di è meno del 3 per cento ciò che è riservat oalle industrie meccaniche) ; e, infine, spro-porzionato nelle stesse previsioni del piano ,che nella sua prima stesura prevedeva u nimpegno di 130 miliardi per l ' industria mec-canica delle partecipazioni statali nella to-talità della nazione (espansibile fino a 200miliardi), e nell'ultima stesura prevede 144miliardi . Comunque, anche rispetto all'im-pegno .generale delle partecipazioni statal iper il settore meccanico, la previsione peril sud si riduce al 10 per cento o poco più .

Ebbene : questa cifra non è stata cert odefinita col criterio dell 'obiettivo, onorevoleministro, e forse neanche con quello dell aprevisione ; ma – io temo – solo con quellodi registrare i programmi già formulati dalla

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Finmeccanica, in radicale e, sostanziale diffor-mità rispetto alle finalità del piano . Questoè uno dei più gravi difetti che ho riscontrat onel piano !

E allora, come non cogliere questa im-portante occasione per richiamare ancora unavolta l'attenzione del Governo su tale que-stione ? Dico del Governo nel suo complesso ,nella sua responsabilità collegiale, perch éè chiaro che solo la iesplicita e consapevol evolontà politica riuscirà a piegare – come asuo tempo avvenne nel settore siderurgico –le resistenze della Finmeccanica, che tropp iinteressi tengono ben lontana dalle !decisioninecessarie al Mezzogiorno .

E ripeto anche in questa occasione chele prospettive esistono, isia nel campo aero-nautico (dove non è possibile che l'Itali acontinui a rimanere indietro nella produ-zione dei moderni mezzi di trasporto aereo ,che rappresentano certamente l'avvenire, e incui noi avevamo una brillante tradizione eun autentico patrimonio di esperienze), si anel settore automobilistico (giacché l'AlfaRomeo deve pure decidersi ad affrontarele richieste del mercato di vetture anche d iminore cilindrata, che certo cresceranno ne iprossimi anni), sia nel campo dei trattori edelle macchine agricole in genere (che l'agri-coltura italiana ed anche quella stranierarichiedono in numero sempre maggiore) .

Le prospettive serie e concrete esistono ,dunque, ma manca l.a decisione degli organ ifinanziari responsabili . Occorre che la vo-lontà politica della maggioranza di questaCamera e del Governo impongano all'IRIe 'alla Finmeccanica una scelta coerente co nil piano e le sue finalità idi occupazione edi equilibrio economico territoriale . Altri -menti l'obiettivo dei localizzare nel Mezzo-giorno il 40-45 per cento idei nuovi posti d ilavoro nell ' industria si 'ridurrà davvero adun semplice capitolo del . . . « libro dei sogni » ;e non dovremo meravigliarci allora se saremocriticati .

Ma in questo quadro della finalità priori-taria della piena occupazione mi sembra nonmeno urgente porre attenzione al settore del-l'edilizia, giacché isolo dal superamento del-la crisi che investe tale settore ci !si può iat-tendere una ripresa vasta e generale dell'oc-cupazione; eperché anche in tale settore l apubblica 'amministrazione può operare in ma-niera efficacissima, determinante . sull'ini-ziativa dello Stato e degli altri organismi pub-blici che grava la responsabilità di stimolar ela ripresa produttiva di questo important esettore, sia per quel che riguarda i lavori

pubblici, sia con riferimento all'edilizia po-polare, che l'esperienza ha dimostrato essereassai rilevante ai fini dell'incremento dell'oc-cupazione operaia .

La lentezza della ripresa della produzio-ne edilizia e la sua ben nota insufficienza, chelascia prevedere anche per il 1967 una situa-zione di crisi (in base alle progettazioni siprevede che l'attività edilizia del 1967 saràridotta al 52,5 per cento rispetto ia quella de l1964, cioè quasi alla metà), questa insuffi-cienza – dicevo – si può connettere al fatt oche i due settori che hanno già manifestatosegni di ripresa nel 1965 rappresentano pu rsempre percentuali di scarso rilievo sul to-tale degli investimenti . Ciò vale sia per l eopere pubbliche rispetto 'all'edi-tizia nel suocomplesso, sia per l'edilizia sovvenzionata ri-spetto .al totale dell'edilizia abitativa .

Le cifre che vengono indicate come incre-mento percentuale degli investimenti nel-l'.ambito ristretto di questi due settori nel1965 e nel 1966, anche se veridiche, non de-vono far dimenticare l 'esiguità della cifr aassoluta corrispondente, e di conseguenza lascarsa incidenza che questi incrementi han-no di fatto sulla produzione di alloggi e sul -l'occupazione operaia .

Pare dunque evidente che le linee di azio-ne atte ,a sbloccare energicamente la perdu-rante crisi dell'edilizia consistono, da un lato ,nel rendere più massiccia la presenza dei set-tori che danno segno di ripresa, e dall'altronello stimolare e facilitare il ben più vastosettore dell'edilizia abitativa privata .

Circa il primo punto, cioè il pubblico in-tervento, il riordinamento istituzionale indi-cato dal piano nel capitolo dedicato all'abi-tazione appare davvero pregiudiziale . Dal1963 ad oggi, infatti, ci si è trovati in unaparadossale situazione, caratterizzata dal man-cato impiego di fondi disponibili . Strozza-ture burocratiche, lentezza di procedure tec-niche e amministrative hanno contribuito, in-sieme alle difficoltà nel reperimento dellearee, a 'provocare una utilizzazione soltantoparziale degli stanziamenti contemplati nellalegge n . 60 del 1963 . La situazione è alquantomigliorata nel 1965, ima il pieno e il prontoimpiego dei fondi del piano decennale dell ecase per lavoratori è ancora lungi dal verifi-carsi . Anche se l'entità di questi fondi non ètale da risolvere il problema dell'occupazion ené il fabbisogno di alloggi delle categori emeno abbienti, non si può tollerare oltre un asimile situazione .

Se proprio il riordinamento istituzionale –fosse anche radicale – dovesse 'richiedere Ia

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soluzione delle citate strozzature, il Governodovrebbe provvedervi con energia e celerit àcontro tutte le resistenze che si oppongon oalla revisione, al coordinamento e, 'se neces-sario, alla fusione 'di 'enti pubblici 'di livellonazionale e, nello stesso tempo, al massim odecentramento delle funzioni esecutive .

Ma per superare la crisi dell'edilizia rest afondamentale il secondo punto : infatti è chia-ro che non vi è ripresa dell'edilizia oggi in Ita-lia senza un cospicuo aumento degli investi-menti privati .

D'altronde, è troppo evidente che un in-coraggiamento all'attività delle imprese pri-vate non si giustifica politicamente se non sigarantisce l'accostarsi dell'offerta alla doman-da. Il divario tra 'il 'prodotto offerto dal mer-cato e la domanda degli 'strati di popolazionebisognosi di alloggio – checché ne dica certaopposizione, che difende ostinatamente le cor-porazioni interessate – è stata ed è la princi-pale causa della crisi .

Ebbene, a me pare che si debba incorag-giare anzitutto l'edilizia convenzionata, ri-chiamata 'non soltanto dal piano ma dai pro -grammi degli ultimi governi, e che contem-poraneamente 'anche lo strumento del credit odebba servire a questa delicata operazionedi una autentica ristrutturazione del mercatodegli alloggi . L'edilizia privata deve trovar enella collaborazione 'al perseguimento di fin ipubblici la sua giusta (remunerazione, ma nel -la convinzione che gli eccezionali profitti delperiodo del boom e della 'speculazione fon-diaria appartengono decisamente al passato .

Anche in 'questo campo, tuttavia, le diffi-coltà burocratiche e amministrative devon oessere prese in seria considerazione, se è veroche non una sola lira dei mutui richiesti a isensi' della legge approvata un anno fa perl ' incentivazione dell'attività edilizia è 'stat adi fatto concessa ancora ai richiedenti . Anchein questo campo l 'accavallarsi 'di leggi, ch espesso nella loro formulazione risentono del -l'orgasmo della situazione dell'occupazione ,quando non del ricatto di certe categorie d icostruttori, non giova molto, se l'efficaci adell 'occupazione non viene garantita dagl ienti competenti sia nella concessione dei mu-tui sia nei controlli necessari 'a garantire i lperseguimento delle finalità sociali 'dell alegge .

lnfine, non si deve dimenticare che, in -dipendentemente dalla qualità degli alloggisfitti o invenduti, molti 'dei quali non ap-partengono alla categoria delle abitazioni 'd'ilusso, è il loro costo reale- che allontana l'of -

feria dalla domanda. Il piano giustamenteindividua 'due elementi d'el costo che de-vono essere aggrediti : uno è l'incidenza del -l'area, l'altro è il basso livello di concentra-zione 'e razionalizzazione dell'attività produt-tiva (paragrafi 58 e 59 del piano) .

Per le aree, deve essere ben chiaro chel'eliminazione dal testo 'del piano, fatta pe rmotivi di ordine giuridico-formale, 'dell aparte riguardante la legislazione urbanisti-ca, non pregiudica minimamente gli impe-gni del 'Governo in questa delicata materia .Del resto, 'non sona spariti dal piano que icriteri fondamentali della nuova legislazioneurbanistica che comprendono appunto l'in-differenza dei proprietari 'per la destinazio-ne del suolo, che è poi l'obiettivo fonda-mentale .

Quanto alla razionalizzazione della pro-duzione, si tratta di un'azione da intrapren-dersi con programmi di vasto respiro, m anon per questo con lentezza o indugio. Ilpubblico intervento ha da assolvere qui a duna funzione pilota, sperimentando cioè itempie ii costi dei nuovi ' metodi di fabbri-cazione e sollecitandone poi un 'più largoimpiego qualora ne siano dimostrati i van-taggi economici . Controllando il fenomen osarà più agevole prevedere tempestivament ei problemi 'di riconversione e di riqualifica-zione dei lavoratori, che si presenteranno cer-tamente anche in questo settore finora con-siderato come la valvola 'di sicurezza per lamanodopera 'priv'a di qualificazione .

Tuttavia non è da 'dubitare che ancora pe rmolto tempo l'industria edilizia sarà caratte-rizzata dalla capacità di assorbire una grand equantità di lavoratori a basso livello 'di qua-lificazione, e contemporaneamente di esser eil volano di una vasta serie di attività indu-striali collaterali che impiegano manodoperaaltamente specializzata . Senza dire che l'au-mento dell'occupazione nel settore edilizio edelle industrie ad esso connesse gioverebbegrandemente a migliorare la situazione finan-ziaria degli enti previdenziali, che nel pe-riodo della bassa congiuntura hanno regi-strato una riduzione o un deceleramento del-l'afflusso 'dei contributi, proprio nel momen-to in cui dovevano 'affrontare maggiori speseper prestazioni obbligatorie (come l'aumen-to dei sussidi di disoccupazione, la cassaintegrazione guadagni, le pensioni previden-ziali, ecc .) .

Ma per realizzare l'obiettivo prioritario de lpiano, cioè quello dell'occupazione integraledelle forze 'di lavoro . sono convinto che è

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necessario risolvere un ,altro grave problema :quello della formazione professionale . E qu isiamo ben lontani dalla soluzione, anche par-ziale . Basti pensare che mentre' il piano in -dica 'un fabbisogno finanziario medio di 80mili.ard.i all'anno (prevede 400 miliardi pe ril iquinquennio), il bilancio 1967 mette a di-sposizione del Ministero idei lavoro per que-sto compito solo 8 miliardi, cioè la decim aparte. Onorevole ministro, non si può cert osostenere, per quanto riguarda questo capitolo ,che la logica del piano abbia guidato la for-mazione del bilancio 1967 ! . . .

Ma io riconosco che l'insufficienza finan-ziaria non costituisce l'unica difficoltà di que-sto settore . Infatti non è meno grave la ca-renza legislativa. Perciò credo che si debb areclamare l'immediata presentazione, daparte idei Ministero del lavoro, della legg eche disciplina, con modernità di intenti ,le attività formative sottoposte alla sua vi-gilanza : lo afferma esplicitamente il pro-gramma, lo richiedono tutti gli operatori de lsettore, 'lo sa bene lo stesso Ministero del la-voro che da tempo ha predisposto uno sche-ma di disegno di legge, senza per altro ot-tenere Iil necessario concerto con gli altr iministeri interessati . Ma è tempo di supe-rare tutte queste remore, per dare final-mente un 'adeguata 'definizione legislativa a icompiti del Ministero del lavoro, e per ias-sicurare continuità alle istituzioni formative ,mettendole in condizione di assolvere ai_ ri-levanti compiti di qualificazione delle nuoveleve di lavoratori, di riqualificazione dei la-voratori provenienti dall'agricoltura o ne-cessitati a mutare professione, o disposti arecarsi all'estero .

Con ciò non si vuole certo esimere il Mi-nistero della pubblica istruzione 'dall',ade-guare alle necessità sempre crescenti gli isti-tuti di istruzione professionale ; né d'altraparte esonerare le ,aziende, specie le mag-giori, dal loro compito di riqualificazioneogniqualvolta si presentino problemi di am-modernamento nelle tecniche produttive, o d iriconversione, o di riorganizzazione interna .Ma è ovvio che i rispettivi compiti – preva-lentemente formativi e scolastici i primi, limi-tati all'aggiornamento i secondi – sono bendiversi da quelli rivolti soprattutto all'adde-stramento pratico, all'autentica preparazion eagli specifici mestieri, o -alla riqualificazion edi chi rimane disoccupato o deve cambiarelavoro, che sono invece propri del Ministerodel lavoro .

Mi sia consentito ora qualche rilievo cri-tico all'impostazione delle questioni riguar-

danti la previdenza sociale, che è il settore nelquale io ho trovato maggiori motivi di inso-disfazione.

In questo settore il programma punta allacostruzione di un determinato sistema di si-curezza sociale (il cosiddetto sistema della si-curezza sociale integrale) corrispondente a lmodello dello Stato assistenziale, dello Stat oprovvidenziale, che sostituisce ial lavoratoreil cittadino e considera tutti i cittadini in con-dizioni di assistibilità, a prescindere dalle lororeali condizioni di vita . Infatti esso prevedeespressamente « l'estensione progressiva a tut-ta la popolazione dei trattamenti assistenzia-li » ; prevede « la progressiva fiscalizzazion edel sistema di finanziamento », « l'erogazion edi una pensione base per tutti i cittadini » .

Si tratta di un sistema strutturato in mod oche si profila nettamente diverso, anzi con-trastante, rispetto all'indirizzo fissato dall 'ar-ticolo 38 della Costituzione, che riconosce ildiritto soggettivo dei lavoratori ia prestazion iprevidenziali adeguate alle loro esigenze divita ed inoltre il diritto al mantenimento eall'assistenza pubblica dei cittadini inabili allavoro o sprovvisti .del necessario per vivere .

'Ma, a parte la scarsa aderenza allo spirit oe alla lettera della Costituzione, iil tipo di si-stema di sicurezza sociale previsto .dal pro-gramma rappresenta un obiettivo che può ap-parire per molti aspetti utopistico e dema-gogico .

Infatti bisogna ricordare anzitutto che l asicurezza sociale integrale, cioè estesa ia tuttala popolazione e per tutti gli eventi della vita,non può essere efficacemente realizzata, comedimostra l'esperienza deludente di quei paesiche ne 'avevano adottato il modello : quas idovunque il sistema ha avuto un'applicazio-ne solo parziale, perché, nonostante l'enormedispendio finanziario, è stato possibile sol ol'erogazione di prestazioni ,standardizzate, as-solutamente inadeguate ia garantire ai lavo-ratori un'effettiva libertà dal bisogno, per cuisi sono rese necessarie successive modifiche eintegrazioni del sistema .

A questo .si deve aggiungere che la fisca-lizzazione del sistema di finanziamento dellaprevidenza sociale potrà 'sostituire, .anche alungo termine, solo parzialmente il finanzia -mento contributivo per ragioni di 'efficienzae di equilibrio finanziario idei isistema previ-denziale stesso, iampiamente dimostrate de lresto dai più autorevoli studiosi della materi ae convalidate dalla esperienza storica di tutt ii paesi del mondo .

Bisogna rilevare inoltre che lo Stato assi-stenzial'e comporta uno sperpero rilevante di

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mezzi in favore di persone e di ceti abbient iche sono già adeguatamente tutelati controil bisogno dalle proprie risorse ie impedisce ladestinazione di cospicui mezzi al isodisfaci-mento di altre fondamentali esigenze social i(si pensi psr esempio alla Svezia, che oggideve fronteggiare e risolvere una pesant ecrisi 'nel settore delle abitazioni) .

Sii aggiunga infine che 'l'erogazione a cari-co dello Stato di prestazioni standardizzate atutti i cittadini costituirebbe una scelta ir-razionale e ingiusta, perché contribuirebb ea consolidare le sperequazioni sociali esisten-ti a danno dei 'settori e delle categorie iecono-micamente più deboli, in palese contrasto co nlo spirito e gli obiettivi espliciti 'del pro-gramma .

Per questi motivi di fondo ritengo neces-saria una revisione delle indicazioni del pia -no nel settore previdenziale, allo scopo di so-stituire agli obiettivi di sicurezza sociale de-rivanti da una impostazione 'ideologica astrat-ta gli obiettivi di un sistema di previdenzae di sicurezza sociale fondati sull'articolo 38della Costituzione .

Il 'dettato costituzionale infatti configurachiaramente un sistema articolato così : 1 )un ordinamento previdenziale che iassicuri ,mediante 'il regime delle assicurazioni socia-li a tutti i lavoratori dipendenti e autonomi ,il diritto ad un trattamento adeguato alle esi-genze di una « vita libera e idignitosa » (arti-colo 36 'ella Costituzione) quando si verifi-chino i principali eventi che comportano l acessazione temporanea o permanente del red-dito da lavoro ; 2) un ordinamento assistenzia-le basato sulla solidarietà generale della co-munità nazionale, che assicuri il 'diritto adun minimo vitale ai cittadini inabili ,al la-voro come i minori orfani o abbandonati ,i vecchi, gli inabili che non fruiscono di pre-stazioni previdenziali e versano in condizionidi bisogno .

In coerenza con gli indirizzi costituzionali ,il programma 'dovrà, iquind•i, prevederel 'estensione della tutela previdenziale a tuttii lavoratori, mirando ,a garantire adessi, at-traverso il loro iapporto contributivo 'e un con-corso dello; Stato adeguato alle esigenze di ef-ficienza del sistema, un trattamento econo-mico proporzionato ai redditi 'i lavoro ie inogni caso sufficiente 'ad assicurare un'esisten-za libera e dignitosa. Ciò implica una pro -fonda e graduale trasformazione del siste-ma vigente, intesa iad abolire le sperequa-zioni attuali mediante l 'adozione di criteriuniformi di calcolo ie di erogazione dell eprestazioni, ia migliorare i trattamenti ; in-

tesa a ripartire più 'equamente gli oneri, aridurre i costi di gestione mediante l'ado-zione di razionali sistemi di finanziamentoe di gestione, a democratizzare le 'struttureattraverso la presenza elettiva prevalente de ilavoratori negli organi direttivi (come isi èsaggiamente fatto nel settore dei lavoratoriautonomi : artigiani, commercianti, ecc . )

Inoltre, esso dovrà tendere a garantire ,attraverso l'istituzione di un apposito regi-me finanziato esclusivamente dallo Stato, unminimo vitale ai cittadini inabili al lavoroe in condizioni di bisogno . L' 'estensione dellatutela •a queste categorie di 'cittadini – espres-samente prevista dal programma di gover-no – riveste socialmente un carattere di prio-rità, ribadito nelle osservazioni e propostesulla riforma della previdenza sociale for-mulate dal CNEL nel 1963, e porta a com-pimento nei suoi lineamenti essenziali i lprocesso di costruzione di un moderno siste-ma di sicurezza sociale nel nostro paese .

Mi 'sia però consentito anche 'di espri-mere le mie riserve sulle previsioni finan-ziarie formulate dal programma in materiaprevidenziale, dato che le spese previste pe rla realizzazione degli obiettivi indicati misembrano calcolate 'senza sufficiente aderen-za alla realtà e dato che le fonti di finan-ziamento non sono indicate con la necessa-ria chiarezza .

In linea preliminare bisogna tener pre-sente quanto afferma la relazione previsio-nale del 1967 in merito alla 'situazione defi-citaria 'della gestione della previdenza socia -le nel suo complesso, in quanto non può noncondizionare l'azione futura in questo cam-po. E così pure va tenuta presente la pre-visione fatta dal ministro del lavoro di undisavanzo degli enti previidenziiali di circa528 miliardi nel 1966 e dii 464 miliardi ne l1967 .

Tale essendo la reale situazione – deter-minata sicuramente, in parte, dall'avversacongiuntura economica, ma causata anchedai problemi strutturali interni della pre-videnza ed assistenza – resta idificilie 'pen-sare che la situazione si possa sanare 'sol -tanto attraverso l 'unificazione degli :istitutie l'unificazione della riscossione dei contri-buti. In realtà, 'oltre gli 'aspetti organizza-tivi (che hanno certamente l•a loro grand eimportanza), il sistema previdenziale soffr edel modo disorganico e settoriale in cui s iè sviluppato, per quanto si riferisce alla so-lidarietà contributiva e all'entità delle pre-stazioni per le diverse categorie. Come il pia-no economico quinquennale postula una coe-

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renza interna tra obiettivi, mezzi finanzia-ri, strumenti, e volontà 'politica, così il si-stema previdenziale postula una sua coe-renza interna tra gli obiettivi che si intend eraggiungere, i mezzi finanziari a disposi-zione, gli strumenti organizzativi, e la vo-lontà di attuare la rifoma .

E particolarmente dal punto di vista de imezzi finanziari dobbiamo tenere d'occhi ogli impegni che lo Stato ha già verso il si-stema previdenziale .

Essi vanno !dal contributo al fondo so-ciale (350 miliardi all'anno) all'estinzion edei debiti dell'INPS (oltre 100 miliardi l'an-no ancora per alcuni anni), alla fiscalizza-zione (quest'anno 202 miliardi), al contri-buto per la cassa unica assegni familiari (1 1miliardi), al contributo per gli assegni fa-miliari ai coltivatori diretti (quest'anno 20miliardi), ecc .

Di fronte a questa imponente partecipa-zione dello Stato è possibile pensare ad ul-teriori massicce erogazioni dello Stato neiprossimi cinque anni, data la rigidità delbilancio e dato che non possiamo preveder equando entrerà in funzione il nuovo sistemafiscale riformato ? Questa è la domanda ch eresponsabilmente ci dobbiamo porre !

D'altra ,parte la valutazione 'di spese pre-viste nel piano è da ritenere troppo bass ada un punto di vista qualitativo rispetto all arealtà. Infatti le prestazioni ,sanitarie pre-viste in 5.125 miliardi sono stimate 'da font iattendibili, 'sulla base dei costi 'del 1965, in-feriori di almeno 200 miliardi per la solaassistenza malattie ; e a queste vanno 'aggiun-te le spese per la tubercolosi, per gli in-fortuni, per le malattie professionali . Per l'epensioni, soltanto l'attuazione della delegadi cui alla legge n . 903 verrebbe a costareoltre 450 miliardi facendo largamente- supe-rare la previsione 'di spesa annua previstadal piano . Per .gl :i assegni familiari, senzaconsiderare i coltivatori diretti, si arriveràad una spesa intorno ai 900 miliardi a front edegli attuali 630 previsti 'dal piano . Questoper citare solo alcuni dati .

È necessario, quindi, rendersi conto d iquesta dura realtà e dare una risposta re-sponsabile ai problemi finanziari considerat inel loro complesso e non rispetto alle 'singolerichieste . Non si debbono ignorare oltre que-sti problemi, se veramente si vogliono faredei passi avanti e non soltanto predisporredei bei programmi che poi siano destinati arimanere irrealizzabili .

Ma se lo Stato si troverà in 'difficoltà a daumentare in modo sensibile il proprio ,ap -

porto, sarà impossibile anche fare ricorso ,in misura cospicua, all'aumento dei contri-buti previdenziali a carico delle aziende e 'de ilavoratori, in quanto ciò creerebbe ulterioriserie sperequazioni nel 'sistema produttivo pe rquanto riguarda i costi, e nello stesso temp obloccherebbe la contrattazione collettiva.

Perciò per realizzare il necessario equili-brio finanziario del sistema previdenziale oc -corre, a ,mio ,avviso – oltre che promuover ela graduale espansione delle entrate in rela-zione alle effettive possibilità economiche de lpaese – razionalizzare le uscite, ;stabilendocriteri di priorità nell'erogazione delle presta-zioni, contenendo determinate spese, riveden-do istituti e norme inadeguati . A tal fine mi

limito a sottolineare, a titolo di esempio : l'esi-genza di rivedere i criteri di erogazione dell eprestazioni mediche e farmaceutiche, in mododa eliminare i diffusissimi abusi e da conte -nere l''enorme spesa; l'esigenza di modificarel'istituto della pensione di anzianità, allo sco-po di eliminare ingiuste sperequazioni e 'diattuare una più efficace solidarietà fra tutti ilavoratori ; l'esigenza di rivedere il significat oe il campo di 'applicazione della pensione so-ciale; l'esigenza di attuare quanto prima i lprincipio 'della pensione unica ; l'opportunitàdi stabilire l'incompatibilità tra assegni fa-miliari e maggiorazioni 'della pensione per ifamiliari .a carico (attuazione della delegaprevista dalla legge n . 903), ecc .

E, passando ad analizzare in particolarele parti del programma 'dedicate alle diverseforme di tutela previdenziale, osservo innan-zitutto che il finanziamento previsto per leprestazioni monetarie da corrispondere incaso di maternità, di malattia, 'di tubercolosi ,di 'infortunio e malattia professionale è as-solutamente inadeguato, stante l'attuale si-tuazione finanziaria dell'INAIL (96 miliard idi disavanzo economico nel 1966 !), mentre l aspesa relativa ai miglioramenti previsti rag-giunge i 150 miliardi ,annui, cui si dovrebbefar fronte con le risorse dell'INAIL !

Ma è soprattutto in materia di tutela pe ri carichi familiari e per l'invalidità, vec-chiaia 'e superstiti che la formulazione de lpiano risulta, a mio avviso, particolarmenteinadeguata e carente .

Quanto agli assegni familiari, infatti, i lprogramma 'si prefigge come obiettivo, oltrel'estensione delle prestazioni e l'adozione d iun unico criterio di definizione 'del loro am-montare, l'erogazione 'degli 'assegni in 'misurafissa, lasciando quindi immutata l'attual estruttura 'del sistema degli 'assegni familiari .

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Ma tale struttura è, a mio parere, scar-samente efficiente perché è caratterizzata :da irrazionali criteri di definizione delle pre-stazioni ; da un'eccessiva ampiezza del cam-po dei beneficiari, che include – oltre lamoglie 'ed i figli del lavoratore – i genitorie gli altri 'ascendenti in linea diretta, i fra-telli, le 'sorelle ed i nipoti minorenni ; dal-l'uniformità del trattamento riservato a tut-ti gli aventi diritto, a prescindere dai ri-spettivi livelli retributivi .

Queste carenze rendono possibili spere-quazioni ed abusi e, soprattutto, polverizza-no le prestazioni .

La graduale abolizione dei massimalicontributivi e il conseguente aumento dell eentrate della (Cassa unica assegni familiarioffrono ora l'occasione per attuare una ri-forma generale del sistema vigente, miranteanzitutto ad aiutare maggiormente la fami-glia vera e propria (coniuge 'e figli del la-voratore), incrementando il trattamento ri-servato (ai suoi membri, rispetto a quellospettante agli altri familiari .

In secondo luogo 'si dovranno erogareprestazioni 'differenziate in rapporto ai ca-richi familiari effettivi che il lavoratore dev esostenere. A questo fine è necessario che lamisura delle prestazioni venga definita te-nendo conto sia dell'età sia del numero de ifigli, poiché è evidente che gli oneri rela-tivi al mantenimento dei figli crescono i nrelazione all'età e che, data l'inadeguatezzadelle prestazioni, l'incidenza di tali oner iaumenta progressivamente in relazione a lnumero idei figli .

Inoltre si dovrà attribuire un assegno suf-ficientemente elevato 'alla madre che non la-vora e che si 'dedica 'esclusivamente alla cur adei figli, riconoscendo la rilevanza socialeed economica della funzione educativa d aessa assolta, funzione che la scienza ritieneinsostituibile durante i primi anni idi vit adel bambino, agli effetti dell'armonico svi-luppo della sua personalità .

Infine la riforma 'dovrà realizzare un piùgiusto e razionale utilizzo delle risorse di-sponibili, differenziando le prestazioni in re-lazione ai livelli delle retribuzioni, allo scop odi assicurare una tutela più efficace alle fa-miglie dei lavoratori che percepiscono bas-se retribuzioni .

In tal modo si potrà garantire alle madr idi famiglia – oggi spesso costrette dalle dif-ficoltà economiche ad un lavoro .extrafami-liare contrastante con le loro aspirazioni econ i compiti materni – una maggiore li-bertà di scelta tra lavoro domestico ed extra-

domestico : libertà 'che costituisce un pre-supposto necessario per l'esercizio respon-sabile del diritto 'al lavoro da parte dell amadre .

Non si tratta .di spingere la madre a re-stare a casa, bensì di offrire, con un sensi-bile miglioramento del reddito familiare ,maggiori possibilità di dedicarsi totalmentealla famiglia, qualora ciò sia richiesto dal -l'età dei figli o da altre serie esigenze edu-cative, ovvero dall'impossibilità 'di trovar eun lavoro rispondente alle sue attitudini ee conciliabile con i suoi doveri familiari .

La riforma degli 'assegni familiari si af-fianca, quindi, alle altre misure di politic adel lavoro e di politica sociale dirette a rea-lizzare condizioni di lavoro femminile con-ciliabili con i doveri materni (riforma dell alegge n . 860 sulla 'tutela delle lavoratric imadri, congedi familiari, lavoro 'a tempiparziali, servizi sociali, ecc .) .

Essa rappresenta un primo necessario erilevante contributo all'attuazione di un amoderna ed organica politica della fami-glia, politica che trova il suo fondamento ,oltre che negli indirizzi ideologici e program-m 'atici del mio partito, nell'articolo 31 dellaCostituzione .

L'esigenza di una riforma degli assegnifamiliari che realizzi questi obiettivi richie-de una revisione delle indicazioni d'el pro-gramma, diretta quanto meno a sostituireall'inopportuna erogazione degli assegni i nmisura fissa l'erogazione degli assegni i nmisura differenziata, in relazione agli one-ri effettivi che il lavoratore 'deve sostenereper far fronte alle esigenze della famiglia .

In materia di assegni familiari, inoltre ,va rilevato che il programma indica l'obiet-tivo dell'estensione delle prestazioni ai col-tivatori diretti, coloni, e mezzadri – 'esten-sione che rappresenta il primo passo versol'allargamento della tutela ai lavoratori au-tonomi – prevedendo un fabbisogno finan-ziario 'di 140 miliardi annui, senza indicarele possibilità di copertura della spesa . Poi-ché nel bilancio per il 1967 è previsto lo stan-ziamento di soli 20 miliardi 'per gli assegn ifamiliari, e poiché non è 'possibile – per ra-gioni di giustizia e solidarietà sociale – at-tingere alla cassa unica assegni familiari ,deve essere affrontato e risolto, con l'urgen-za e la chiarezza necessarie, il problema delfinanziamento della spesa indicata dal pro-gramma (non è infatti pensabile che si vo-glia destinare ai coltivatori diretti i soli 2 0miliardi annui previsti dal bilancio 1967, ch econsentirebbero di erogare un assegno men-

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sile 'di lire 430 per ciascun familiare, cio èuna prestazione irrisoria, deludente) .

Per 'quanto riguarda 'infine la tutela del-l'invalidità, vecchiaia e superstiti il pro-gramma si prefigge come obiettivo fonda-mentale di lungo periodo « l'erogazione d iuna pensione base per tutti i cittadini» .

Questo a me sembra un obiettivo erratoed inaccettabile per due ordini di ragioni :1) in primo luogo esso è in contrasto conl'obiettivo fondamentale ,della programma-zione, che è quello 'di ridurre progressiva-mente gli squilibri non solo settoriali e ter-ritoriali ma anche quelli sociali . Infatti l'ero-gazione di una pensione statale indifferen-ziata a tutti i cittadini, a prescindere dai

livelli effettivi dei redditi e delle pensionicontributive, anziché ridurre consolidereb-be ulteriormente le sperequazioni 'nel tenor edi vita degli italiani, a danno dei settori edelle categorie 'economicamente più deboli .La qual cosa è palesemente assurda ed inac-cettabile in un paese come il nostro in cu iesiste 'ancora un divario tanto grande ne iredditi dei cittadini, tra migliaia di personeche non posseggono letteralmente nulla egruppi 'di privilegiati che godono di reddit ialtissimi (da capitale, da lavoro, da pension econtributiva : basti pensare, a titolo di esem-pio, alle favolose liquidazioni 'e pensioni d iparticolari gruppi di funzionari del settoreparastatale, oggi all'attenzione dell'opinion epubblica e degli organi competenti) ; 2) in se-condo luogo, sul piano dei fini e della strut-tura dell'ordinamento previdenziale, la pen-sione per tutti i cittadini comprometterebb egravemente l'efficienza del sistema pensio-nistico, attraverso lo sperpero di centinaiadi miliardi per l'erogazione di una modestaprestazione (il cui livello non potrà supe-rare le 12-15 mila lire mensili), che sarebbecompletamente superflua per chi già god edi un tenore di vita più che dignitoso. E ilfatto grave è che tale sperpero renderebb epraticamente impossibile l 'erogaz'ione ai la-voratori aventi minori capacità contributiv eed ai cittadini in condizioni economiche di-sagiate di trattamenti pensionistici che con -sentano veramente di far fronte alle prin-cipali esigenze di vita .

Ritengo, pertanto, necessario sostituirel'obiettivo della « pensione a tutti i cittadini »previsto dal programma, con l'obiettivo vera -mente fondamentale e ,aderente alle real iaspettative del mondo del lavoro rappresen-tato ,dal collegamento della pensione con laretribuzione dell'ultimo periodo lavorativ oe con l 'anzianità di servizio, in modo da ga-

rantire ai lavoratori che non percepisconoelevate retribuzioni, dopo 40 anni di attivit àe di contribuzione, un trattamento pensio-nistico non inferiore all'80 per cento del -l'ultima retribuizione.

Ho voluto indicare gli .aspetti 'del pianoche mi sono sembrati lacunosi e proporrequalche riflessione e qualche modifica, chespero possa essere utilmente accolta . M'a cisono tutti gli altri aspetti che ritengo posi-tivi ed approvabili : non ci sono molte ombr ee poche luci, come ha detto ieri l'onorevol eAlmirante, ma al contrario a m'e pare cheil piano possa dare abbondante luce al cam-mino economico e sociale 'del :nostro paese ,purché lo si valuti nel suo giusto significatoe ci si regoli coerentemente alle sue indica-zioni .

Certo non bisogna sopravvalutarne l'ef-ficacia, non bisogna 'farne un mito ! Biso-gna considerarlo nelle sue giuste propor-zioni, nella sua naturale flessibilità ed adat-tabilità alle ,sempre nuove esigenze della vitache si svolge . Del resto, se qualcuno potevaavere qualche dubbio su questa verità, l'im-mane sciagura che ha colpito tanta part edella nazione nei giorni scorsi gli avrà cer-tamente aperto gli occhi con l'a tragicità deisuoi effetti e con la sconvolgente portata de isuoi danni, che ci imporranno sostanzial imodifiche quantitative e forse anche 'quali-tative alle linee del piano .

M'a ciò non può certo modificare la no-stra convinzione della necessità 'di proceder econ ordine logico e con chiare finalità so-ciali nella guida dello sviluppo economicodella nostra patria .

Approvazione in Commissione .

PRESIDENTE. Comunico che la VI Com-missione (Finanze e tesoro) 'nella riunion edi stanane, in sede legislativa, ha approvatoil seguente disegno di legge :

« Modificazione di norme relative all'im-posta di consumo ed 'all'imposta generalesull'entrata sulle carni » (Approvato dallaV Commissione del Senato) (3378) .

Si riprende la discussione .

PRESIDENTE. 'È iscritto 'a parlare l'ono-revole Angioy. Ne ha facoltà .

ANGIOY. Signor Presidente, onorevol icolleghi, onorevole ministro, confesso u ncerto imbarazzo nell'intervenire in questadiscussione mentre si è 'ancora sotto l'im-

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pressione dei recenti avvenimenti. Non honei riguardi del programma una opposizio-ne preconcetta, di principio . Oggi la neces-sità di proiettare nel tempo previsioni, scel-te, azioni di politica economica è pratica -mente indiscussa . Talvolta quelli che vengo -no considerati economisti liberali, come i lprofessor Ròpke, nelle loro enunciazion ivanno oltre i termini di quella che è la stes-sa programmazione marxista . Quando i lRòpke propone una certa resistenza agli svi-luppi economici moderni o determinate li-nee di sviluppo armonico e parallelo tr al'industria e l'agricoltura, credo che neces-sariamente presupponga una imperatività d iapplicazione nelle sue linee programmatiche ,che forse va al di là di certe altre enuncia-zioni programmatiche di carattere marxista .Il problema è di vedere se una determinat aprogrammazione sia o meno aderente all epossibilità e alle finalità .

Anche in linea di fatto la mia opposizion enon è preconcetta . Talvolta i programmi assu-mono una elasticità, oltre che nelle loro enun-ciazioni, nei fatti . La reazione stessa dei fat-tori della produzione costringe i programm ia rientrare entro certi limiti !di normalità .Un esempio recente ci è stato offerto dall aprima 'enunciazione programmatica fatta dal -l'onorevole La Malfa . Non si trattava di unprogramma chiaramente delineato, non s itrattava di un disegno di legge ; tuttavia leenunciazioni ,di intenzione di direzione del -l'economia !da parte dell'onorevole La Malf aprovocarono allora una reazione dei fattor idella produzione, innanzitutto del più sen-sibile tra essi, il capitale : si temette, per u ncerto momento che la stessa stabilità dell alira fosse minacciata : vi fu anche ura rea-zione del settore industriale, cioè delle ri-sorse, in particolare del settore automobi-listico, e naturalmente anche urta reazion edel settore del lavoro . Vi fu cioè una ela-sticità !dei fatti, ma non fu la elasticità idea-le. Il capitale minacciato nella stabilità dell amoneta trovò la possibilità fulminea, attra-verso la riunione delle banche di emissione ,attraverso l'intervento del Fondo monetario ,di far rientrare la minaccia : si può dire chela minaccia alla sicurezza della lira sia du-rata sì e no ventiquattr'ore .

Anche l ' elasticità rispetto alle risorse s imanifestò. Tutti ricordiamo l'esaurimentonervoso che era derivato ai deputati dalla fa-tica di interpretare le equazioni di terzo grad orelative alla tassa di immatricolazione dell eautomobili . La reazione dei settori interes-sati nel giro di pochi mesi portò alle dichia-

razioni del ministro dell'industria a Torino ,alla messa nel nulla della tassa di immatri-colazione e alla correzione elastica della er-rata previsione programmatica dell'onorevo-le La Malfa .

Uguali correzioni, sempre nel giro di po-chi mesi, si ebbero !quando per .altri settoriindustriali minacciati, o 'attraverso la mess anel nulla della ventilata regolamentazion edelle vendite rateali o attraverso intervent idiretti a agevolare le !esportazioni o attraver-so la fiscalizzazione degli oneri sociali, s iriuscì a .correggere con elasticità quelli cheerano stati gli aspetti -disarmonici della pri-ma enunciazione programmatica . Vi furonosettori che reagirono un po' meno : reagì unpo' meno il settore edilizio dove, benché visiano imprese delle dimensioni dell'Immobi-liare, non vi sono imprese delle dimension ie della potenza della FIAT; reagì, natural -mente molto meno, il settore dell'agricoltu-ra. Direi che il 'settore che non reagì affattofu il settore del lavoro, perché, quando s iinterviene in tema di programmazione, que-sta elasticità si riduce alla possibilità dellacorrezione fulminea dei disturbi al capitale ,alla possibilità di una ,correzione in temp isufficientemente abbreviati delle disfunziòninel settore delle risorse e viceversa .a unacorrezione molto più lenta nel 'settore de llavoro. Perciò oggi mentre non ci si ricordapiù del pericolo corso dalla lira, !mentre i set -tori industriali disturbati hanno ripreso pi ùo meno il ritmo della loro produzione, no iancora non 'sappiamo se tutti gli operai li-cenziati in quell'epoca hanno .ritrovato la-voro, e certo a distanza di molti anni le pro-spettive dell'occupazione nel triangolo indu-striale non sono nel 1966 quelle che eran onel 1960 .

La mia opposizione non è !dunque pre-giudiziale né sul piano dei principi né i nlinea di fatto, perché sono certo che qualorasi manifestassero certe disfunzioni almeno iprincipali fattori della produzione reagireb-bero oggi nello stesso :senso in cui hann oreagito ieri, riportando il programma all anormalità, !salvo il settore del lavoro, il qua-le si troverebbe forse questa volta in con -dizioni di ben maggiore debolezza perché i ncerto qual modo chiamato ad una correspon-sabilità nella programmazione, almeno perquella parte di settore di lavoro che è inqua-drato nelle organizzazioni della maggioranzae per quella quota parte del settore del la-voro controllata dal partito socialista. Nonvedo quindi una !ragione che mi spinga aconsiderare la programmazione come una

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catastrofe nazionale, come una minaccia ra-dicale alla nostra economia, al nostro pro-gresso. No, io non la vedo in questi ter-mini, la vedo nei limiti 'di un programm ache può avere errori di valutazione 'di fat-to ed errori nelle prospettive, 'ma in fond oci impone semplicemente una discussione ra-gionata per vedere 'di adeguare alla realtà lecifre 'che ritenessimo errate o di dare sugge-rimenti e ammonimenti in ordine agli indi -rizzi che riteniamo pregiudizievoli allo svi-luppo dell ' economia .

Ecco perché io penso che non si possanon sentirsi imbarazzati quando, non esi-stendo queste ragioni o 'di necessità assolu-ta dell'opposizione o di assoluta urgenza daparte della maggioranza, noi siamo costret-ti – che lo vogliamo o no – ad ignorare ilpresente per proiettarci verso l'avvenire .

Vi sarebbero state ragioni di opportunit àpolitica per sospendere questo esame dell eprospettive future per avere una piena eragionevole coscienza della 'situazione pre-sente. Non credo che l'opinione pubblica per-cepisca esattamente la necessità da parte no-stra di attardarci in ,discussioni che bene omale assumono un carattere 'accademico nelmomento in cui tanta 'parte 'del territorio na-zionale urgono le provvidenze di caratter eimmediato .

E vi era anche una necessità tecnica : per-ché, se è vero che il programma non è '(edio non sono di questo avviso) « il libro deisogni », cioè non è un documento assoluta -mente privo di consistenza e di realtà, maè un fatto di cifre, di previsioni e 'di inten-dimenti, penso che non possiamo non col -legare quello che è un fatto presente, l'en-tità di questo fatto presente, a tutto il no-stro programma ,avvenire .

L'onorevole Barbi ha detto : ma l'oppo-sizione, con questa 'sua proposta di rinvio ,vuole procrastinare sine die il dibattito . Noncredo. Ciò che interessa al Governo non ri-tengo sia la conclusione della discussion egenerale, ma l'approvazione del piano. Ora ,se l'entità di ciò che è avvenuto oggi inItalia è tale 'da trovare una ;sua collocazion enel piano, entro .determinate dimensioni, noi ,non interrompendo ora la discussione gene-rale con l'intendimento di inserire questi cor-rettivi dal punto di vista tecnico 'nella discus-sione particolareggiata del piano, non fac-ciamo 'altro che chiudere una discussione ge-nerale oggi per riaprirne una domani . Perchéle dimensioni del fatto sono tali, che noi no npossiamo domani – anche in sede 'di esameparticolareggiato – non riabbracciare com-

plessivamente questo fatto e quindi riaprirela discussione generale .

D'altra 'parte il dire : no, noi non neteniamo conto oggi e continuiamo l'analis idel nostro piano per riprendere poi in ,esam el'entità dei danni 'e l'opportunità delle prov-videnze quando passeremo ai singoli aspett idel piano, significa in certo qual modo, ono-revole Pieraccini, dare un giudizio di me -rito : cioè cominciare a deliberare oggi, pri-ma ancora che noi siamo a conoscenza deidati e degli intendimenti del Governo perfar fronte a questa situazione, e considerar ecome già delibato il fatto che le proporzion ie l'entità di quanto è avvenuto possano rien-trare semplicemente in una discussione diemendamenti e di correzioni ai vari aspetti de lpiano .

Ora, a parte il giudizio sul piano, che puòrestare impregiudicato, io penso che, aven-do coscienza delle 'dimensioni del fatto ch eè avvenuto oggi in Italia, avendo coscienzadei mezzi con cui il Governo intende prov-vedervi, il piano potrebbe anche restare im-mutato : perché se domani il Governo con-siderasse l'entità della sciagura tale 'da poteressere 'coperta con mezzi straordinari ch enon pregiudichino le mete e le previsioni de lpiano, facendo cioè ricorso ad altri mezzi ,noi potremmo 'anche dire : dato che .a questoaspetto anomalo, imprevisto, si fa fronte conmezzi eccezionali, 'con sistemi 'eccezionali, i lpiano prosegue il ,suo corso nei suoi obiet-tivi, nelle sue finalità e anche nella sua pro-cedura.

Occorre che noi sappiamo prima l'entitàe le misure che il 'Governo intende adottareper risolvere questo fatto imprevisto, di di-mensioni certamente notevoli, che deve es-sere inserito o collegato in qualunque mod oal piano .

Vi è un aspetto che desidero citare a ti-tolo di esemplificazione . La catastrofe ab-battutasi su tutta l'Italia 'può 'essere con-siderata come un fatto assolutamente 'ecce-zionale, fatto, come avviene talvolta, che s iverifica nonostante tutte le previsioni umanebenché si sia fatto tutto ciò che si dovevafare, si ;sia previsto tutto quello che 'si po-teva prevedere ; per ciò stesso un fatto o nonripetibile o 'difficilmente ripetibile . In que-sto caso ci troveremmo soltanto di fronte alproblema delle conseguenze . Non avremmoda fare altro che porre rimedio alle conse-guenze di questo danno, reperire i fondi perfarvi fronte, prevederei .modi per erogarli ;dopo di che saremmo con la coscienza aposto .

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Se invece il Governo arrivasse alla con- del Governo e le misure che vuole imporr eclusione che le cause non sono impreviste al paese .o imprevedibili, allora il problema è un al-tro. Nel momento in cui ci persuadiamo che ,se ci avessimo pensato, magari per pura dot edi preveggenza, non per capacità tecnica ,avremmo potuto predisporre gli strument iper impedirli, allora si pone un altro pro-blema : quello della necessità o meno di u nriesame di tutta la struttura idrologica, mon-tana, forestale del nostro paese .

È questo un problema di tale entità ch enon può essere introdotto di 'soppiatto, at-traverso l'esame delle singole parti del pia -no, ma deve essere oggetto di un esam epreventivo 'per vedere in -quali modi lo s ipuò collegare con il piano generale .

Ora, di fronte ad una entità di danni d iquesto genere, se il Governo ha ritenut od'i provvedere con mezzi ordinari, allora èchiaro che l'entità è tale per cui questi mez-bi, agendo .all'interno del piano, costituend odi per sé una priorità imprevista, modifican oil piano stesso . E per sapere in quali modilo modificano, per sapere come il Govern oinserisce questa priorità nelle altre che ave -va 'scelto, per potere cioè discutere con se-rietà, con serenità delle previsioni e delledisposizioni di cifre del piano e delle sca-denze e delle sue finalità noi avremmo bi-sogno, signor Presidente, di conoscere que-sti dati e queste intenzioni .

Anche se il Governo intendesse non fa rfronte a questo fatto eccezionale con mezz iordinari ma con mezzi straordinari costitui-ti da aggravi di imposte, ciò naturalmentemodificherebbe le previsioni del piano . Sesono – come nelle immediate provvidenz edel Governo – delle sospensioni delle impo-ste, cioè la mancanza di entrate future dell oStato, è evidente che esse modificano la va-lutazione che noi dobbiamo fare del piano .Se anziché ricorrere ad inasprimenti fiscal isi trattasse del ricorso a un prestito na-zionale o a un 'imposta patrimoniale, o aqualunque altro 'mezzo per reperire fond idi carattere straordinario, non vi è dubbioche, comunque si considerino queste misure ,dovranno sempre incidere sull'economia delpaese e sulle previsioni del piano .

Ecco perché avrei preferito che, fermo re -stando il giudizio sul piano, che restava im-pregiudicato, il Governo ci avesse prima pro-spettato le dimensioni del fenomeno che siè verificato, le sue intenzioni per farvi fron-te, precisando in termini concreti, cioè ne itermini richiesti dallo stesso piano di svi-luppo, l'entità dei danni, gli intendimenti

È evidente che il Governo non ha biso-gno, per continuare nella sua azione di in-dirizzo della politica economica, dello stru-mento materiale dell'approvazione del piano .Il Governo agisce già secondo la ,sua inten-zione, ha potuto finora esplicare la sua atti-vità anche senza l'approvazione del piano ;continuerà ad agire secondo gli intendiment idel piano. Non vi è quindi un'urgenza asso-luta perché 'si debba arrivare .ad una sua ap-provazione affrettata e forzata in questi ter-mini e di fronte a -questa situazione . Non es-sendovi questa necessità, credo che il Gover-no avrebbe dato anche una migliore impres-sione al paese, dimostrando – così come s irivolge alla sensibilità dell'opinione pubbli-ca, alla solidarietà nazionale e internaziona-le – la sua volontà concreta, pratica, di porreal primo punto l'esame di questa situazione ,dei rimedi da porre in essere, delle misur eda prendere .

Ritengo anche che al 'Governo sarebbe tor-nato utile dimostrare che il suo programma(poiché si sarebbe trattato di un collaud opratico del piano, pur nelle linee generali enelle previsioni per l'avvenire) era in gradodi recepire prontamente questo evento ne lgrande telaio che deve regolare tutta la no-stra vita economica ,e sociale per molti anni .Sarebbe stato il primo esempio di un rapidoadeguamento delle situazioni previste alle mu-tevolezze dell'economia, un esempio dell'ela-sticità del piano che il Governo avrebbe po-tuto dare al paese, la prova della sua consi-stenza non in rapporto ad impostazioni teo-riche, nel vuoto, elaborate da alcuni econo-misti, la prova della sua adattabilità alle pos-sibilità concrete della vita in continuo movi-mento. Questa prova sarebbe stata data inse-rendo tempestivamente le esigenze create dauna situazione anomala in quelle che il Go-verno aveva concepito nel piano generale .

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'ono-revole Leonardi . Ne ha facoltà .

LEONARDI, Relatore di minoranza. Si-gnor Presidente, onorevoli colleghi, onorevol eministro, nell'intervento che 'mi appresto asvolgere avrei voluto dimostrare l'inconsi-stenza del piano presentato al nostro esameper quanto riguarda le possibilità di solu-zione degli squilibri e dei gravi problemi or-mai individuati da lungo tempo, che avreb-bero dovuto costituire la ragion d'essere de lpiano stesso ; avrei voluto cercare di illu -

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strare la possibilità, invece, che il piano con-fluisca nelle tendenze di involuzione in attonel nostro paese .

Il disastro naturale che ha colpito l'Ita-lia in questi ultimi giorni ha aiutato in modotragico a mettere in evidenza la verità (d iqueste affermazioni . Noi abbiamo anche ieri ,in una serie di interventi, illustrato la nostr adifficoltà a discutere di questo documentoin una situazione come quella attuale, inmancanza di chiarimenti da parte del Go-verno e (di impegni, sia agli effetti di inter-venti di carattere immediato, sia agli effett idi interventi a più lunga scadenza .

La scarsa presenza in questa aula, do-vuta in buona parte al fatto che molti de-putati, molti miei compagni, sono sui luogh icolpiti dalle furie naturali, dimostra d'altr aparte come discutere (di questo progetto :siaper tutti difficile in queste condizioni .

Il gruppo comunista considera che que-sto mio intervento sia l'intervento conclu-sivo della presente fase di discussione; cioènoi riprenderemo a discutere del program-ma dopo che il Governo avrà fatto fronteagli impegni che ieri ha preso .

Credo che noi dovremmo cercare innan-zitutto (e in questo mio intervento cercheròdi farlo) di collegare quanto è successo coni fenomeni di carattere più generale che han -no dato origine alla spinta per la program-mazione nel nostro paese e che, in fin de iconti, sono anche alla base del programm ache ci è stato presentato .

In breve, cosa è successo in questi gior-ni ? Si dice che una situazione meteorolo-gica di una certa eccezionalità ha messo i nevidenza la fragilità del nostro paese arre-cando danni economici di grandissima en-tità che non potranno non influire anche sull aparte semplicemente contabile del piano, cioèsulla utilizzazione (delle risorse previste da lpiano .

Però, se noi non ci accontentiamo di que-sta spiegazione, che è invero troppo sempli-cistica, e andiamo a vedere le cose nella loroprofonda sostanza, ci rendiamo conto ch esi tratta, sì, di una situazione meteorologic aeccezionale, cui però non può essere attri-buita l'entità del disastro e il disastro stesso .

Ormai ogni anno (per non dire ogni tr emesi) succedono nel nostro paese incidentipiù o meno gravi che hanno proprio origin edalla mancanza di una regolazione idrogeo-logica del nostro suolo. Un mese fa è stat ala volta di Acqui, l'anno scorso dell'Umbria ,poi gli incidenti ed i morti dell'« autostradadel sole » .

Bisogna rendersi conto che anche in zon emolto sviluppate, come ad esempio Milano ,questi fenomeni si ripetono e sono diventat idi una pericolosa normalità . Come milaneseso ormai che i vigili del fuoco e(d i vigili ur-bani, in base a semplici indicazioni pluvio -metriche, senza neanche aspettare l'allarme ,vanno in certi luoghi della città perché que-sti sono sicuramente allagati .

Ciò evidentemente non è indice di unasituazione normale, anche se, dico, questofatto viene accettato quasi come normale ,appunto perché si ripete ormai da un certotempo. chiaro che, a furia di ripetersi ,può venire la volta che si ripete con ecces-sivo entusiasmo e arrecare gravi disastri .

Esistono canali che ormai sono noti nel-l'opinione pubblica milanese, come il Re-defossi, che invadono regolarmente la viaEmilia, San Donato, San Giuliano, per cuiultimamente gli abitanti (di queste localitàunanimemente sono ricorsi ad un semplice ,però persuasivo modo di protesta (anche s enon del tutto legale) : hanno bloccato lastrada. Altre località – come Lodi, ad esem-pio – sono costantemente invase dalle acquedell'Adda . Ora, il fatto che questi fenomen isi ripetano, pur se non ogni volta faccianoregistrare gravi danni – anche perché l epopolazioni per propria iniziativa provvedo -no ad una certa protezione – ci dice chiara-mente che si tratta di una situazione irrego-lare che, una volta o l'altra, ripetendosi contanta frequenza z potrà provocare gravi di-sastri .

La situazione peggiora di anno in anno .E perché ? Perché forse peggiora la situa-zione metereologica ? Noi non lo crediamo .La situazione peggiora soprattutto perché ri-sulta sempre più palese l'incapacità dell'at-tuale classe dirigente (di governare il nostropaese e l'assoluta incomprensione verso isuoi reali problemi, incomprensione derivan-te dal fatto che la classe dirigente perse-gue propri interessi, diversi da quelli delpaese . Il divario va facendosi sempre piùgrave di anno in anno . Non è un aspettoconsolante e positivo che esponenti di que-sta classe dirigente approfittino (di (questecondizioni per cercare di ritornare in bar-ca attraverso le alluvioni . Questa non è sol onostra opinione; vi leggerò un brano tratt oda un articolo di Arrigo Benedetti pubbli-cato sul numero odierno (dell'Espresso : « I lprocesso che ora si sta imbastendo su Firen-ze sarà difficilissimo, ma bisogna essereschietti fin dall'inizio . L'onorevole Giusep-pe Togni, uno che dovrebbe tacere, ha su-

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b'to approfittato delle circostanze con unainterrogazione al ministro dei lavori pubblic isulla mancata ultimazione dei !lavori pe rquello scolmatore che avrebbe potuto alleg-gerire la piena dell'Arno, mentre semma iil quesito andava posto .al ceto politico chedomina l'Italia !dal 1946, da venti anni du-rante i quali sono state gravissime le respon-sabilità non solo per quanto concerne il re-gime delle acque di montagna e dei fiumi ,ma soprattutto riguardo alla spesa pubblica.Migliaia e migliaia di miliardi potevano es-sere impiegati con criteri ,strettamente tec-nologici ignorati dal partito di maggioranz arelativa, preso sempre e dovunque dal bi-sogno di sodisfare egoismi particolari » . Que-sta non è solo nostra opinione, è una opi-nione abbastanza diffusa, tanto da essere ri-presa dall'Espresso .

Ora, il ricorso alla programmazione trae -va la sua origine non tanto da questi spe-cifici squilibri (benché questo sia uno de imaggiori) ma dal fatto che, dopo una lung aesperienza, !non un partito ma una largabase dell'opinione pubblica aveva individua-to il fatto che il nostro paese non poteva pi ùandare avanti in un certo modo, che biso-gnava cambiare, che bisognava provvederecoscientemente per modificare le linee di svi-luppo della nostra economia .

Noi dobbiamo pensare che in questi vent ianni – e qui prendo in considerazione sola -mente uno degli aspetti delle trasformazion iprofonde che hanno mutato il volto del no-stro paese in questo dopoguerra – alcuni mi-lioni di cittadini hanno abbandonato la cam-pagna, e soprattutto le zone collinari e mon-tane, concentrandosi nelle città e nelle in-dustrie ; e che ciò ha profondamente modifi-cato non solo la struttura del nostro reddito ,ma la 'struttura fisica e abitativa del paese .Ma questo fenomeno di carattere macrosco-pico, praticamente di carattere rivoluziona-rio, non ha suscitato il minimo intervent odei nostri governanti volto ad utilizzare un aparte del maggiore reddito prodotto per si-stemare le zone abbandonate e regolare quel -le acque sempre più pericolose, anche pe ril semplice fatto che veniva meno l'operaimmediata di centinaia di migliaia di agri-coltori .

Come noi sappiamo, i maggiori reddit isono stati impegnati per altri scopi . E anchein questa circostanza vorrei limitarmi a il -lustrare qualche esempio, perché questi esem-pi non possono che dare una indicazione de lfenomeno nel loro insieme . Questo maggior ereddito disponibile è stato largamente utiliz -

zato per costruire autostrade, per consum iopulenti, ecc . Il problema delle autostradeè stato da noi parecchie volte esaminato e i lsignor ministro conosce la grave critica cheabbiamo ,sempre fatto, in Commissione e al-trove, a questo programma, che abbiamosempre giudicato eccessivo rispetto alle pos-sibilità del nostro paese .

Però forse è opportuno esaminare come ènato il fenomeno . Se prendiamo in conside-razione gli avvenimenti accaduti in quest oquindicennio, vediamo che intorno al 1952 -1953 sono partite, naturalmente insieme co naltre, due grandi strade di possibili investi -menti : per le autostrade al convegno di Bol-zano si concluse che si potevano fare investi -menti nel settore, affermando che, in fin de iconti, strade speciali avrebbero potuto esser ecostruite :purché fossero pagate !dai loro utenti ;nel 1952, dopo il disastro del Polesine, venn eapprovata la legge cosiddetta dei grandi fiu-mi, che prevedeva la spesa di un migliaiodi miliardi per opere di regolazione dei fiumi .M,a in realtà che cosa è successo ? Per le auto-strade – per le quali, come ho detto, si erapartiti dalla concezione ,di strade speciali pa-gate da chi le usa – si è provveduto con prov-vedimenti singoli, presi di volta in volta ,alla spicciolata, l'ultimo !dei quali è quello de lsuperdecreto anticongiunturale, a proposit odel quale è bene ricordare che, di tutte le pre-videnze in esso previste, quasi solament equelle per le .autostrade sono state applicate .Quindi si è partiti in un modo, si è proce-duto in un altro e si è raggiunto il risultat odi aver speso in questo tipo di investimento2 ,o 3 mila miliardi . Per l'altro tipo di inve-stimento, cioè per i fiumi, previsto da un alegge, le opere fatte fino ad oggi mi pareche si aggirino intorno ai 500-600 miliardi .

PIERACCINI, Ministro del bilancio . Set-tecento miliardi .

LEONARDI, Relatore di minoranza. Sipuò aggiungere ancora che, :se mai, la spesaper la regolamentazione delle acque avrebbedovuto essere aumentata proprio a caus adella costruzione delle autostrade, perché l'au-tostrada è un nastro che taglia il terreno e, i nmolti casi, rompe sistemazioni naturali e quin-di fa sorgere la necessità di ulteriori interventiper la regolazione delle acque .

Da questo piccolo esame di un particolaredella vita del nostro paese ci si può rendereconto di come esso sia stato governato . Dauna parte c'è una legge che non viene os-servata ; dall'altra parte una iniziativa, pe rla quale era stato previsto un determinato

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sviluppo, assume dimensioni impreviste, poi-che si approfitta di ogni occasione per incre-mentarla, senza alcun controllo . La conclu-sione è che oggi noi abbiamo molte autostra-de, più autostrade di qualsiasi altro paes ed'Europa, ma non siamo stati capaci di re-golare le nostre acque .

Quindi, le alluvioni non sono dovute aun caso di eccezionali precipitazioni, ma son oderivate dalla mancanza di una guida co-sciente, capace di guardare al di là degli in-teressi immediati . Sicché si è formato un odei maggiori squilibri tra città .e campagna ,tra zone sviluppate e zone abbandonate, ch eoggi scoppia tragicamente .

Ma con questo scoppio anche la program-mazione, che era nata dalla esigenza di ripia-nare questi squilibri, a nostro parere, dimo-stra di non essere in grado di far fronte aquesto fondamentale compito .

Nell 'ambito dell'attuale programmazione ,quali potrebbero essere i provvedimenti daadattare per far fronte .a questo tragico avve-nimento ? Ovviamente provvedimenti di ca-rattere immediato, che evidentemente tutt iaspettiamo e su cui non c'è nulla da dire s enon che dovranno essere sufficienti e venir eal più presto ; e poi provvedimenti ,a più lun-go termine, che dovrebbero tener conto dell agrave debolezza del piano e degli ,aspetti che ,come rilevato nella nostra relazione di mi-noranza e come ha illustrato l'altro ieri i lcompagno Barca, sono stati grottescament etrascurati .

Probabilmente verrà presentata una nuovanota di aggiornamento . Del resto, questo pia-no ne ha già avute tre precedentemente, pe rcui gli onorevoli De Pascalis e Curti hann odovuto provvedere alla redazione di un testounificato. Oggi potrà esserne presentata un'al -tra con la quale verranno prese in considera-zione talune modificazioni per i consumi e gl iinvestimenti e nella quale si terrà forse pre-sente un parametro, il cui esame ripren-derò nel corso del mio intervento, cioè il rap-porto marginale capitale-reddito . evidente ,infatti, che le spese fatte per porre rimedio atalune perdite porteranno ,ad una modificazio-ne di questo rapporto. Probabilmente si prov-vederà anche con questa nuova nota alla di-minuzione delle spese per le autostrade, ch enoi abbiamo sempre criticato .

E qui vorrei dire che, se il Governo pre-stasse talvolta più attenzione agli sforzi del -l'opposizione, oggi un intervento per ridur-re le spese per le autostrade potrebbe avve-nire in condizioni migliori, perché molti la-vori sano già in corso ed interrompere un

lavoro in corso rappresenta sempre una per-dita .

I danni delle alluvioni sono però il risul-tato di ben più profondi squilibri, che, anostro parere, possono essere superati sol -tanto con una diversa pianificazione, arrivan-do quindi anche a diverse scelte di fondo .Dobbiamo pertanto decidere quali prioritàstabilire . U chiaro che non saranno i dannidelle alluvioni che potranno improvvisamenteincidere, ad esempio, sulla priorità riguar-danti l'istruzione, perché il capitale investit onella pubblica istruzione darà i suoi frutt ifra vent'anni e gli investimenti in questo cam-po non possono mai essere interrotti .

Quando chiediamo che si fissino le prio-rità, intendiamo alludere ad interventi ch emodifichino alcune priorità contenute nel pia -no, tenuto conto naturalmente di queste esi-genze di fondo e permanenti del paese . Li-mitandomi al tragico evento di questi giorni ,desidero far notare che la situazione idrogeo-logica ed il rimboschimento sono strettamentecollegati con la riforma fondiaria e con quel -la della pubblica amministrazione. C'è, peresempio, il problema degli uffici del genio ci -vile, della remunerazione dei dipendenti adessi addetti e del reclutamento degli ingegne-ri, come pure il rapporto fra la loro remu-nerazione e quella di altri funzionari dell aburocrazia romana . Non si può pensare ch eil nostro paese diventi un paese sano se per-mangono certe sproporzioni, le quali portan oa gravi conseguenze, quale ad esempio quel -la della mancanza di ingegneri e di tecnic inegli uffici del genio civile . È infatti preferi-bile lavorare per imprese private o diventar ealti burocrati della burocrazia romana, ch eben scarsamente contribuiscono al risanamen-to idrogeologico del nostro paese, anziché en-trare nei ruoli del genio civile .

Si deve porre inoltre mano alla soluzion edel problema delle regioni, le quali sono d aconsiderare gli organi che meglio di ogn ialtro possono contribuire alla difesa del suolo .

C'è poi il problema dell'utilizzazione del-l'impresa pubblica . Qui è opportuno prenderein considerazione un aspetto che può sembra -re marginale, ma che in effetti è alquanto si-gnificativo ed importante . Quando l'annoscorso, nella nota programmatica relativa all epartecipazioni statali, il ministro Bo affer-mava che erano terminati o stavano avvian-dosi verso la fine gli investimenti di bas eaffidati alle partecipazioni statali, richiaman-do alcune possibilità di ulteriori interventi ,ho segnalato anche il rimboschimento, mami è stato risposto che non rientrava nei com-

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piti delle partecipazioni statali . In quella sedeobiettai che l'IRI, così come si occupavadelle autostrade, avrebbe potuto benissim oprovvedere anche al rimboschimento . In findei conti, tra un ' opera e l'altra non c'è molt adifferenza .

Ho richiamato anche il fatto che con i me-todi moderni di rimboschimento, con piant ea rapido incremento, di cui l'Italia ha ancor ascarsa conoscenza, questo tipo di intervent odiventa più a carattere industriale che no nagricolo . Quindi, in fin dei conti, le partecipa-zioni statali avrebbero potuto intervenire, di -mostrando palesemente che le opere di basedel nostro paese non erano certamente ter-minate ma anzi, per così dire, potevano sola -mente essere considerate al loro inizio .

È il modo stesso in cui è elaborato il pianoche viene messo in questione e con esso tuttoil documento .

Una delle cose più importanti che io vorre iemergessero dalla tragica circostanza in cu inoi dobbiamo discutere questo documento do-vrebbe essere un richiamo a tutti noi a ri-spettare maggiormente il gioco democratico ,cioè a dar atto anche all'avversario del su ocontributo, a riconoscere in particolare tutt igli sforzi che noi dell'opposizione comunist aabbiamo fatto per dare il nostro contributoa quella che ci siamo sforzati di considerar ecome un'opera comune (e infatti di questeopere di difesa del nostro suolo una larg aparte deve essere considerata opera comune d itutti gli italiani) .

La convenienza di non investire una ecces-siva parte delle nostre risorse nella costru-zione di autostrade (con questo non vogli odire di non costruire autostrade : non abbia-mo mai affermato questo, ma abbiamo sempr econsigliato di non esagerare) è una nostr aormai antica presa di posizione, e corrispondeagli interessi del popolo italiano, indipen-dentemente dal partito che la sostiene . Ilnon averla presa in considerazione oggi c icosta caro .

Fatte queste premesse, che dovrebbero ser-vire a collegare la discussione del programm adi sviluppo con quanto è avvenuto, vorrei far ealcune considerazioni di carattere generale su lprogramma stesso .

È ovvio che la validità di un programmaè determinata dalla capacità di formulare fi-nalità tipiche del paese al quale esso si ap-plica, predisponendo i mezzi e i metodi ne-cessari per il loro raggiungimento . È ovvioaltresì – lo abbiamo tutti imparato – che no nesiste la possibilità di una pianificazione ge-nerale teoricamente adatta a tutti i paesi . Ogni

paese deve per così dire inventare, sia pu rapplicando regole di carattere molto spess ogenerale, la pianificazione che è necessaria a lsuo sviluppo . Per queste ragioni, pur espri-mendo il nostro generico consenso per le fi-nalità a lungo periodo del progetto di pro-gramma sottoposto al nostro esame, abbiam oritenuto di doverle riformulare nella nostr arelazione di minoranza secondo queste speci-ficazioni : a) pieno impiego della forza lavoro ;difesa e valorizzazione del lavoro ed esalta-zione del suo potenziale produttivo, creativo ,umano ; redistribuzione del reddito a favoredei redditi di lavoro ; b) eliminazione del di-vario fra zone arretrate, con particolare ri-guardo al Mezzogiorno, e zone avanzate ; rag-giungimento di una sostanziale parità di ri-munerazione del lavoro in agricoltura e dell eattività extragricole ; e) eliminazione delle gra-vi e intollerabili lacune tuttora esistenti nell adotazione di servizi di primario interesse so-ciale, scuole e via di seguito ; d) conseguimen-to di una 'autonomia e 'di una competitività eco-nomica .dell'Italia ai fini 'di una partecipazionenon subordinata ai processi di collaborazion ee di integrazione economica internazionali .

Nel loro insieme le finalità corrispondon oa comuni esigenze del vivere civile e sono ma-turate in Italia in questo dopoguerra, attra-verso dure e lunghe lotte dei lavoratori nell equali il nostro partito ha avuto una parte de-cisiva. In altri paesi esse sono già oggi assa imeglio sodisfatte che non da noi . Caratteri-stica del nostro paese è che noi dobbiam oprovvedere allo sviluppo necessario per il lorosodisfacimento in condizioni di mercato aper-to, cioè senza alcuna protezione verso paesipiù avanzati, che non hanno questi problem io che li hanno in parte risolti . Il particolarerilievo che nella nostra formulazione, diver-samente da quanto si è fatto nel programma ,abbiamo dato al valore del lavoro e all'esi-genza della competitività internazionale, de -riva dal fatto che al lavoro e alle condizion iin cui esso si svolge, considerate nel sens opiù ampio, possono essere ricondotte tutte' lecondizioni di sviluppo e del vivere civile, men -tre nella capacità competitiva internazionale ,intesa nel senso più ampio di mercato aperto ,possono essere riassunte le particolari condi-zioni in cui il nostro paese deve operare .

Tutti gli altri paesi più avanzati del nostro,e con i quali dobbiamo misurarci in condi-zioni di parità o quasi, hanno realizzato lefasi decisive del loro sviluppo, paragonabil iper importanza a quella che noi oggi attra-versiamo, in condizioni di mercato più omeno protetto. Non vi è bisogno che qui

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ricordi la storia dello sviluppo della Francia ,dell'Inghilterra, della Germania e degli stess iStati Uniti . Noi ci troviamo in condizioni di-verse : noi dobbiamo affrontare, vorrei dire, l aparte principale dello sviluppo del nostr opaese in condizioni di mercato aperto ; e que-sto non può essere trascurato in un program-ma che abbia coscienza delle situazioni obiet-tive in cui è destinato ad operare .

Dal nodo di questi problemi, attinenti allavoro e ai rapporti internazionali, è derivatoper vie diverse e con diverse motivazion il'attuale progetto di programma : diminuzio-ne della disponibilità della forza-lavoro dal1957 in poi, conseguenti tensioni nei rapport idel lavoro, costituzione del mercato comuneeuropeo, convertibilità della lira, diminuzionedei facili effetti generalmente derivanti d afenomeni imitativi da parte dell'Italia rispett oa paesi più avanzati, esigenze di maggior ecompetitività .

Nella nostra relazione di minoranza ci sia-mo sufficientemente intrattenuti sull'origine eanche sui precedenti dell'attuale progetto d iprogramma – sui quali non voglio certo tor-nare – e così pure sull'analisi delle incon-gruenze e delle incompatibilità tra fini, mezzi ,strumenti . Abbiamo richiamato il fatto chele diverse spinte, comprese quelle di originedemocratica, alla progràmmazione hanno so-vente convissuto, non senza confusione e am-biguità, nei partiti di maggioranza, deposi-tandosi infine nell'ultimo testo unificato ch eè stato definito « un caotico miscuglio di pre -visioni economiche spesso infondate e sovent enemmeno motivate, di ragionamenti politici ,di misure affastellate spesso in modo contrad-dittorio » .

Questo risultato, dopo tanti sforzi e reda-zioni diverse, che sono andate sempre peggio-rando, non è casuale e non può essere attri-buito alla insufficienza tecnica dei dati o all aimpreparazione dei suoi compilatori . All'ori-gine sta l 'ambiguità politica del progetto nelquale vengono assunte finalità progressiste ,corrispondenti alle esigenze della maggio-ranza dell'opinione pubblica, mentre nei mez-zi e nei metodi per raggiungerle si confermail sistema esistente : cioè proprio quel siste-ma che, con il suo precedente funzionamento ,ha creato condizioni del tutto diverse e con-trastanti con le finalità stesse .

Obiettivi come quelli indicati nel program-ma, cioè la piena occupazione, la riduzion edegli squilibri territoriali e intersettoriali esimili, richiedono in un paese come il nostr oun grande impegno e uno sforzo che può solorisultare da una larga comunanza di intenti

e da una confluenza di forze ben più estesee diverse da quelle che formano l'attuale mag-gioranza governativa . E ciò non solo per l agrandezza e l'importanza dei problemi, m aper le particolari condizioni in cui dobbiamoaffrontarli : come ho detto, di mercato apertoe di diretto confronto con paesi più avan-zati del nostro . La illusione di facili risultati ,quale è quella che si cerca di creare, non èche un inganno .

La valutazione del progetto di programmanon può essére fatta solo in base alla validitào meno dei rapporti tecnici, alla loro coerenzainterna, ecc. In questo senso i castelli in ariasono certamente coerenti . Questi elementi pos-sono costituire solo la premessa per una va-lutazione di carattere politico, che deve partir edagli strumenti impiegati per la elaborazion edel programma e da quelli preannunciati perla sua realizzazione . Anzi, si potrebbe dir eche gli obiettivi veri di un piano sono i suo istrumenti . Il piano è un processo che è qua-lificato, più che dagli obiettivi, dai metod ie dagli strumenti che mette in moto, cioè dal -le trasformazioni che comporta nella societ àalla quale si applica .

Certamente, come ha detto ieri l'onorevol eRiccardo Lombardi, il piano ha una vita au-tonoma, per cui si sa da dove si parte, per òmolte volte non si sa dove si va a finire .Questo può succedere in bene e in male, pu òessere l'inizio di un processo di sviluppo e d idemocratizzazione e può essere invece l'ini-zio di un processo di involuzione e di auto-ritarismo ; il piano cioè ha questa duplice pos-sibilità, come, d'altra parte, tutte le cose uma-ne. Vorrei richiamare il fatto che, proprio pe rle condizioni in cui il nostro paese è chiamatoad operare, ripeto, in 'condizioni di relativosvantaggio, di relativa arretratezza e nell ostesso tempo di mercato aperto con i paesipiù avanzati, non possiamo permetterci d ifare esperienze, avere piani che non corri-spondano alle esigenze del nostro paese .

Allargando un po' la visuale, vorrei direche tutta l'Europa nel suo insieme non puòpermettersi un simile lusso . Se l'Europa vuoleuscire dallo stato di inferiorità rispetto a daltre parti del mondo, credo che debba ricor-rere, nell'ambito dei singoli paesi, a una pro-grammazione che sia veramente strumentocosciente di intervento, assumendo la leader-ship delle istituzioni e del progresso . Ma li-mitiamoci pure all'Italia . Ripeto, è vero quel -lo che diceva ieri l'onorevole Riccardo Lom-bardi : nel processo di programmazione v isono delle componenti per così dire automa-tiche, che procedono da sole, per cui l'esem-

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pio francese è partito in un certo modo e h adato certamente risultati diversi da quelli chei suoi fondatori, i suoi iniziatori volevano per -seguire ; però queste possibilità sono in benee in male . L'intervento politico è quello chedecide. Ricordiamoci d'altra parte che tra iprimi esempi di pianificazione sono quelli d iGoehring, che hanno preparato la second aguerra mondiale . Quindi, è necessario l'in-tervento politico per condizionare un pro -cesso ricco di automatismi . Non si può pre-tendere di consolidare il sistema esistente enello stesso tempo perseguire obiettivi che gl isono estranei . Nel programma nulla vien esostanzialmente mutato per quanto riguard ala consistenza dei centri di decisione attuali ,propri di una società formatasi sulla proprie-tà privata dei mezzi di produzione fortement econcentrata e con la permanenza di largh eeredità di carattere feudale, particolarment enelle regioni più arretrate del nostro paese .

una affermazione corrente nella region ein cui vivo che, mai come oggi, i grandi grup-pi economici hanno avuto la possibilità d idecidere e di influire sulle decisioni politiche .Nulla di sostanziale viene fatto per rovesciar eo almeno modificare profondamente gli attual ireali rapporti di potere . Nella nostra relazio-ne di minoranza abbiamo già messo in evi-denza che viene costituito il CIPE per unifi-care i diversi comitati interministeriali gene-ralmente inoperanti, ma dalla concentrazion eviene lasciato fuori l'unico veramente operan-te, il Comitato interministeriale per il cre-dito e il risparmio, dominato dal governatoredella Banca d'Italia, al quale spetterà in ul-tima analisi il potere di decidere tra le variequote degli investimenti . Vengono previste al -cune modifiche riguardanti il Ministero dell epartecipazioni statali, ma viene lasciata im-mutata l 'attuale struttura organizzativa dell epartecipazioni statali stesse e delle impresepubbliche, dove risiede il vero potere decisio-nale, tanto da renderle centri di potere auto -nomi, non dissimili da quelli privati e darenderle in larga misura inutilizzabili com estrumenti per la realizzazione del piano . Pri-ma della riforma o insieme con la riform adel Ministero delle partecipazioni statali s ideve affrontare quella delle partecipazioni sta-tali e delle imprese pubbliche, altrimenti no nsarà possibile cambiare niente . Viene previ-sta una certa distribuzione degli investiment icome premessa per il raggiungimento dell efinalità programmatiche, ma nello stesso tem-po viene favorita l 'accumulazione privata, di -minuendo rispetto al passato l'impegno contri-butivo rispetto all'aumento del reddito .

su queste basi che vengono poste le con -dizioni di equilibrio alle quali i sostenitor idell'attuale progetto continuamente si richia-mano sotto la guida dell'onorevole Colombo .Questi è solito richiamarsi all'ovvio concett odel mutuo condizionamento fra obiettivi e vin -coli per trarne conseguenze che non sono af-fatto ovvie .

Mi richiamo a quanto egli ha detto nel su ointervento alla Commissione bilancio del 1 5settembre ultimo scorso e leggo testualmente :« Il documento programmatico è infine u nsistema di obiettivi e di vincoli che si condi-zionano reciprocamente, nel senso che tuttigli obiettivi possono raggiungersi se tutti ivincoli vengono rispettati . Per esempio, il vo-lume della spesa pubblica è legato alla rea-lizazzione del saggio di sviluppo del redidt onella misura prevista dal piano e, d'altra par-te, il raggiungimento del saggio di svilupp odel reddito previsto è legato ad una distribu-zione del reddito stesso che assicuri il volumedegli investimenti richiesti e la loro destina-zione prevista dal programma » .

Cosicché l'attuazione ed il finanziamentodel programma sono condizionati da una stret-ta correlazione fra obiettivi e vincoli e, inparticolare, i lavoratori e le loro organizza-zioni devono accettare una dinamica salarial ecorrispondente a quella della produttività s enon vogliono contrastare il raggiungimento de -gli obiettivi di dimostrato interesse nazionale .Appellandosi a compiti patriottici, infatti, isostenitori della politica dei redditi cercano d iscaricare sulle spalle dei lavoratori, attravers ol'unica forma di reddito che grazie all'aiut odei padroni sono in grado di controllare, l aresponsabilità di assicurare le condizioni d iequilibrio che il meccanismo logoro dell'eco-nomia privata non è più in grado di assicu-rare. Attraverso il meccanismo degli scorri-menti e dei controlli continui verrebbe d ivolta in volta constatato il mancato raggiungi -mento dell'uno o dell'altro obiettivo . Quest oanno, per esempio, sarebbe palese il mancatoraggiungimento dell'obiettivo dello sviluppodell'occupazione, malgrado l'aumento del red-dito superiore al previsto 5 per cento . Diquesto non verrebbe reso responsabile il si-stema, assunto come un dato di fatto immu-tabile, ma i lavoratori per le loro eccessiv epretese, con il risultato di contrapporre i lsud al nord, i lavoratori occupati a quelli di-soccupati .

Già nel piano Vanoni veniva affermata que-sta tendenza . Il piano Vanoni, notoriamente ,è stato costruito sulla premessa che l'accu-mulazione necessaria per la creazione dei po-

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sti di lavoro per i disoccupati sarebbe dovut aderivare dal sacrificio degli occupati, cheavrebbero dovuto accettare una dinamica de lloro reddito inferiore alla dinamica del red-dito del paese .

In particolare, appellandosi alle nostr econdizioni di paese relativamente più arre-trato degli altri con i quali dobbiamo convi-vere in condizioni di mercato aperto, potran-no essere create condizioni di incompatibilitàtra i due obiettivi : quello dello sviluppo dell enostre aree arretrate interne e quello dell aconcentrazione delle nostre risorse nelle zonegià sviluppate, che verrebbe presentata com enecessaria per assicurarci un aumento dell aproduttività in misura sufficiente ad assicurar ela nostra competitività sul piano internazio-nale . Voi sapete che questa tendenza è soste-nuta da gruppi di pressione, da centri di po-tere del nostro paese : una tendenza che con-trappone gli occupati ai disoccupati, il nordal sud .

Si dice in modo particolare : non si puòessere competitivi, le nostre risorse non c ipermettono di raggiungere i vari obiettivi nel -lo stesso tempo. Gli attuali rapporti di potererimarrebbero pertanto immutati : ai lavora-tori la responsabilità e il compito di assicu-rare le condizioni di equilibrio di un sistem adominato da altri .

Vorrei far notare all'onorevole Colombo eai suoi amici che non sono le condizioni d iequilibrio economico, di cui sono pieni i loropiù o meno precisi interventi, che ci possonointeressare, ma i modi e i mezzi con cuiquesto equilibrio viene assicúrato e a van-taggio di chi .

Quali sono le condizioni di equilibrio di-namico in un processo di sviluppo in un paes ecome l'Italia ? Sintomaticamente, dei tre fat-tori ai quali, grosso modo, può essere fatt orisalire lo sviluppo di un paese, i costruttorie i sostenitori dell'attuale piano hanno fatt osempre e solo riferimento ai due riguardant iil numero della popolazione lavoratrice e lapercentuale delle risorse destinate ad investi-menti, trascurando quasi completamente, i lrendimento degli investimenti stessi . Nelle va-rie redazioni del piano vari cambiamenti son ostati fatti con i primi due fattori, aumentand ofra l'altro – nell'ultima redazione – il livellodi disoccupazione aperta ipotizzata per la finedel quinquennio, mentre il terzo fattore, chepuò essere riferito al rapporto marginale ca-pitale-reddito, è rimasto immutato ed è stat ocostantemente presentato come un dato tecni-co neutrale ed immutabile . Ovviamente, percostruire il sistema e definire le varie gran -

dezze, deve essere assunta una grandezza pe ril rapporto marginale capitale-reddito, altri-menti non si possono definire i rapporti traun ipotizzato aumento del reddito e i neces-sari investimenti . Ma questo può essere as-sunto solo in via ipotetica. Per esempio l espese a copertura dei danni dell'alluvione in-cideranno certamente in modo notevole s uquesta grandezza .

Ma, se si tratta di una semplice ipotesi, no nriesco a rendermi conto ancora adesso del per -ché sia stato respinto in Commissione un no-stro emendamento che cercava di presentarequesto dato non come un dato fisso, tecnico ,neutrale, immutabile, ma come un dato ch erifletteva una ipotesi del lavoro . Perché nonavete accettato questo nostro emendamento ?Noi volevamo decisamente presentarlo com euna ipotesi . Non riesco inoltre a renderm iconto del perché questo dato sia rimasto ugua-le in tutte le varie redazioni del piano, ch einvece hanno profondamente cambiato i datirelativi ai consumi, agli investimenti, al tip odi investimenti .

Il fatto è che non si tratta di un dato tecni-co ma di una posizione di fondo. A chi ci hafatto la predica del reciproco condizionamen-to tra i vari elementi del piano non è passat oper la testa che lo sviluppo del reddito, oltrealla quantità degli investimenti, è legato allaloro qualità e quindi alla loro efficacia ; e chel'ostacolo ad un più intenso ritmo di svilupp onon è costituito tanto dalla limitatezza dellerisorse quanto al modo in cui queste son oimpiegate .

Non voglio qui ritornare al caso concretoche ho citato prima, cioè l'alternativa tra gl iinvestimenti in autostrade e investimenti pe ril regolamento delle acque, per il rimboschi-mento. Un uguale volume di risorse applica-to in modo diverso avrebbe dato risultati cer-tamente molto diversi ; tra l'altro, avrebbe avu-to l'effetto di risparmiarci una perdita secc adi 1 .000-1 .500 miliardi e di decine di viteumane .

Simile posizione corrisponde all'accettazio-ne del sistema per quello che è, consideran-dolo come inalterabile . Lo Stato e la program-mazione dovrebbero essere al servizio del si-stema stesso ; compito del Governo dovrebb eessere quello di assicurare una certa propor-zione tra remunerazione del lavoro e del ca-pitale, ma non intervenire nella destinazione

del capitale stesso, cioè nella scelta degl iinvestimenti . Cosicché al rendimento degli in -vestimenti viene dato un valore puramentetecnico, da accettare per quello che è, perché

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è considerato come proprio al sistema ed ester-no alla volontà ed alla possibilità di inter -vento .

A questa posizione corrisponde l'imposta-zione del piano e, tra l'altro, l'assoluta negli-genza con la quale è trattato il settore più im-portante dell'attività economica nazionale do -minata dai privati, l ' industria . È vero chenella Relazione previsionale e programmatic aè preannunciato un intervento per studi settetoriali . Io giudico su quello che c'è . Vi augurodi non fare questi studi settoriali con i vecchisistemi, cioè di non considerarli come oper edi competenza di tecnici ; comunque giudiche-remo questi studi al momento opportuno .

Ancora a questa impostazione risale l'as-surda distinzione tra impieghi produttivi eimpieghi sociali, basata sull'equivoco che sol -tanto i primi portano ad una produzione com eeffetto economico, mentre i secondi portan osoltanto a consumi, per cui a loro potrà esser edestinata solo la parte residuale dei primi .

Viene così negletto il vero problema, consi-stente nella ricerca della giusta composizione ,nell'utilizzazione delle risorse, tra tipi di im-piego che si distinguono anche per il tempodi rendimento, come diceva giustamente l'ono-revole Riccardo Lombardi, in modo da otte-nere i massimi risultati rispetto alle scelt epolitiche che si vogliono fare .

Sotto questo aspetto il piano è del tutto in-sodisfacente e vorrei dire che è tutto da fare .

proprio sul fattore della scelta degli inve-stimenti che la programmazione deve innan-zitutto intervenire per raggiungere i mag-giori risultati con uguali sacrifici . Per indi-cazioni in merito potrei rinviare i program-matori alla recente conferenza sulla produt-tività tenuta in Inghilterra e alla relazionedella National economie development com-pany . Faccio questo riferimento non perch éritengo che gli inglesi siano alla guida dell eesperienze in materia di programmazione eche il loro esempio sia da imitare ; però, difatto, le ultime esperienze di programmazione,in Inghilterra insistono proprio sul modo d iutilizzazione delle risorse : non sulla quantitàdelle risorse utilizzate, quindi principalmen-te sulle possibilità di intervento. Si puntameno sulla quantità che non sulla qualità ,sui modi .

Tutti sanno che si deve partire dalle ri-sorse esistenti, ma il vero problema è di ren-derle più efficienti . Il sistema stesso dev eessere formato in funzione di obiettivi sceltiper decisione politica e non può essere ac-cettata la procedura inversa, propria dell'at -

tuale progetto di piano, mediante la quale gl iobiettivi sono invece strumentalizzati per i lconsolidamento del sistema. Per questa strada ,nel prossimo quinquennio, le forze del sistem apotranno anche raggiungere e superare i lritmo di aumento del reddito del 5 per centoannuo, senza affatto assicurare il raggiungi -mento degli obiettivi che devono costituir el'unica vera ragione della programmazionestessa .

Sintomatica è in questo senso la posizioneassunta dal ministro Colombo, sempre nell asua dichiarazione alla Commissione bilancio .Egli diceva : « Gli obiettivi del programmapossono distinguersi in obiettivi a lungo ter-mine (15-20 anni) consistenti nell'eliminazionedelle lacune esistenti, nella dotazione di ben ie di servizi di primario interesse sociale, nelraggiungimento di una sostanziale parità trai redditi dei lavoratori dell'agricoltura e nell eattività extragricole, e infine nell'eliminazio-ne del divario tra zone arretrate e zone avan-zate; e in obiettivi a breve termine (1966-1970) dei quali il più importante e sostan-ziale è rappresentato dalla crescita del red-dito nazionale al saggio medio annuo del 5per cento » .

Nessun accenno è fatto al problema del -l'occupazione, e come vero obiettivo vienepresentato l'aumento del reddito, che non h aalcun rapporto diretto e obbligato con gl ialtri, come tutti sanno, che vengono rinviat ia lungo termine, cioè praticamente messi fuo-ri discussione .

Ciò è la riprova di quanto succede attual-mente . A un aumento del reddito non corri -sponde l'aumento dell'occupazione, che anz iè diminuita di alcune centinaia di migliai adi unità negli ultimi anni, né una diminu-zione degli squilibri territoriali e intersetto-riali . Cioè, dopo la crisi, si tende a ritornarea una situazione simile a quella che ha ca-ratterizzato lo sviluppo del nostro paese negl ianni precedenti il ricorso alla programma-zione .

In una situazione simile si trovano anchei relatori di maggioranza . Per esempio, ess igiustificano l'accettazione di un tasso di di-soccupazione superiore a quello delle prece -denti redazioni del piano con il fatto che nel1965 la disoccupazione è aumentata rispettoal 1964 . Cioè la programmazione viene adatta-ta alla crisi e non la crisi alla programma-zione .

Tenuto conto dell'aumento dei disoccupatie del valore primario della piena occupazione ,l'impegno programmato avrebbe dovuto esse-re corrispondentemente maggiorato per assi-

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curare il suo raggiungimento, modificando i lsistema in questo senso.

Analogamente dovrebbe essere considerat oil problema dell'aumento del reddito . Se il5 per cento deve essere considerato un vin -colo, maggiore sforzo dovrà essere applicat odopo l ' attuale disastro che ci mangia prati-camente la metà dell'aumento annuale de lreddito . Ma questo è sufficiente ? Con ciò no nè detto tutto, perché in che modo potrà essereraggiunto questo obiettivo ? Per esempio, perraggiungerlo potrebbe essere lasciata man olibera all'iniziativa privata, che potrebbe an-che raggiungere il 5 per cento di aument odel reddito e recuperare una parte del red-dito perso; però certamente non lo farebberispettando i vincoli e le esigenze che sonoalla base della programmazione .

In tale stato di cose si può quindi presu-mere che, al termine del quinquennio (1970) ,noi potremo anche registrare un considerevoleaumento del reddito, ma non avremo sostan-zialmente progredito nel senso dell'elimina-zione di quei problemi che ci hanno portatoalla programmazione e che hanno, tra l'altro ,a suo tempo (1962), dato origine alla Notaaggiuntiva dell'onorevole La Malfa .

Questo sarà anche la dimostrazione del -l'incapacità dell'attuale sistema di assicurareal nostro paese, in una situazione di mercatoaperto, condizioni adatte per uno sviluppo ade -guato ad eliminare, o almeno a diminuir esostanzialmente le forti differenze che ancor aci distanziano dagli altri paesi più avanzati .

Vogliamo in proposito ricordare che, non-ostante lo sviluppo della nostra economia nelquindicennio trascorso, noi siamo rimasti for-temente distanziati, all'ultimo posto nellagraduatoria dei paesi del MEC per quanto ri-guarda il reddito pro capite, corrispondentecirca al 60 per cento di quelli francese e te-desco .

Dato il maggior grado di sviluppo dei nostrivicini, anche se generalmente essi hanno re-gistrato (non tutti però) ritmi di aumento de lreddito inferiori al nostro, le distanze in ter-mini assoluti sono in genere aumentate e no ndiminuite .

Per esempio, nell'ultimo quinquennio i lreddito medio italiano è aumentato del 60per cento e corrispondentemente di 340 dol-lari pro capite, contro un aumento di 459dollari per gli olandesi, 452 per i tedeschi ,433 per i francesi, 409 per i belgi . In terminiassoluti l'aumento del reddito pro capite èquindi stato negli altri paesi superiore al no-stro. Le distanze, in termini assoluti, son oaumentate, il che significa che gli aumenti

relativi sono stati troppo bassi per poter per-mettere un avvicinamento in termini assoluti .

I liberali, nella loro relazione di minoran-za, affrontano il problema del nostro allinea-mento con le economie dei paesi più avanzat id'Europa proponendo un ritmo di svilupp osuperiore a quello indicato nel progetto d iprogramma (intorno al 7 per cento) e conse-guentemente la concentrazione di tutti gl isforzi per il raggiungimento di questo obiet-tivo rispetto agli altri, con sacrificio degli im-pieghi a carattere sociale . Coerentemente conla loro impostazione, i liberali vedono la so-luzione dei problemi del nostro paese com econseguenza automatica dello sviluppo eco-nomico, che deve essere quindi perseguito i nquanto tale, prioritariamente rispetto a qual-siasi altro obiettivo . Abbiamo visto che la po-sizione dell'onorevole Colombo è sostanzial-mente simile a quella liberale ; anch'egli de -finisce la crescita del reddito nazionale comeil più importante e sostanziale obiettivo abreve termine .

In realtà sta avvenendo proprio questo : lanostra economia si riprende ; noi abbiamo rag-giunto e superato il tasso di aumento del red-dito del 5 per cento annuo senza realizzare ,neanche tendenzialmente, gli altri obiettiv idel piano.

Contrariamente a quanto credono i liberali ,e con essi alcuni autorevoli sostenitori del -l'attuale progetto di piano, anche un buonritmo di sviluppo del reddito, superiore ancheal 5 per cento, non ci permetterà di per sestesso di risolvere i nostri problemi e di avvi-cinarci ai livelli dei paesi più sviluppati .

Di questo errore, già commesso nel pas-sato, molti si sono occupati . Mi rifaccio sem-plicemente alla trattazione fatta dal professo rSaraceno nelle riconsiderazioni sul piano Va-noni e allo studio di Vera Lutz sull'Italia .

Nella nostra attuale situazione, che vienecambiata dalla strumentazione prevista ne lprogetto di programma, perseguire l'aument odel reddito come fine prioritario non può por -tare ad altro che alla concentrazione degl isforzi sulle iniziative già esistenti e nelle zonepiù sviluppate . Un esempio in questo sensoci può venire fornito dalle società ex elettrich eche, agendo per obiettivi immediati, con lecentinaia di miliardi di indennizzo, non han -no saputo far altro che gettarsi sulle inizia-tive già esistenti senza prenderne alcun anuova .

I risultati potranno anche essere positivia breve periodo per le zone e per le inizia-tive più concentrate, ma costeranno al paes eil mantenimento di un considerevole tasso di

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disoccupazione, la emigrazione di altre forz elavoro, la mancata soluzione degli squilibr iesistenti e particolarmente di quello fra su de nord e fra agricoltura ed altre attività .

Cioè il perseguimento dell'aumento de lreddito come obiettivo primario, attraverso i lrafforzamento del settore privato dell'econo-mia, è contrastante con gli obiettivi dichia-rati dall'attuale progetto 'di programma ecorrispondenti alle reali esigenze del paese ,consistenti in uno sviluppo costante e com-plessivo, e anche nella diminuzione delle di -stanze che ancora ci separano dai paesi piùavanzati . Dare all'aumento del reddito unaposizione prioritaria significa mantenere i lnostro paese in condizione di perenne infe-riorità e preparare inevitabilmente le condi-zioni per una nuova crisi a non lunga sca-denza. La ripresa del vecchio modello di svi-luppo non potrà non portare ai vecchi incon-venienti .

È in questo ambito che deve essere con-siderata la proposta illustrata nella nostrarelazione di minoranza per una economia adue settori, quale si è realizzata in altri paesidell'occidente, ma nella quale per la prim avolta sia il settore pubblico, democraticament ediretto secondo le esigenze sociali, a orientar el'intero sistema delle scelte economiche .

In condizioni di mercato aperto e per u npaese relativamente meno sviluppato com el'Italia, dei tre fattori principalmente condi-zionanti lo sviluppo economico, il volume del-la popolazione lavoratrice e il tasso di accu-mulazione sono quelli più strettamente con-dizionati dal confronto con i paesi più svilup-pati : il primo, attraverso i livelli salariali el'emigrazione ; il secondo, attraverso l'imita-zione dei modelli di consumo, le importazion ie il tasso di accumulazione .

Risultati maggiormente positivi, decisiv iagli effetti della soluzione dei problemi na-zionali, possono essere ottenuti operando in-nanzitutto sull'efficacia degli investimenti ,complessivamente considerati sul piano na-zionale e non su quello della singola azienda .Tutti sanno che si deve partire dalle risors eesistenti ; il vero problema è di renderle piùefficienti, in modo da trarre maggiore frutt oda una eguale massa di investimenti e da otte-nere quindi un maggiore ritmo di increment odel reddito da un dato tasso di accumulazione ,accorciando gradualmente le distanze rispettoai paesi più avanzati, aumentando le possibi-lità di lavoro all'interno e sempre in miglior icondizioni di vita .

In condizioni di mercato aperto, differen-temente da quanto succede o può succedere

in condizioni di mercato chiuso, nelle qual imaggiori sono le possibilità di agire per esem-pio sul tasso di accumulazione, acquista quin-di importanza decisiva la possibilità di ope-rare attraverso l'efficacia dell'accumulazione ,considerata nel suo insieme su base nazio-nale e non semplicemente su base aziendale .Come abbiamo detto, le differenze fra i dueconcetti sono non solo quantitative, ma anch equalitative ; anzi soprattutto qualitative . Nelprimo caso è prevalente la guida pubblica perinteressi collettivi, nel secondo quella privat aper interessi individuali . Per esempio, potreb-bero essere raggiunti, in questo secondo caso ,come è accaduto in questi ultimi anni, anchebuoni livelli di competitività economica alivello aziendale, con forte sviluppo dell'espor-tazione, proprio mentre sono diminuiti gli in -vestimenti, aumentata la disoccupazione e con-tinuata l'emigrazione . Attraverso lo svilupp odella competitività aziendale, il nostro paes esi presenta oggi nel suo insieme come unpaese povero che fornisce manodopera e, ulti-mamente, anche capitali per lo sviluppo d ipaesi più ricchi .

Nel piano, l'efficienza degli investimenti èstata considerata come un affare esclusivo del -l'iniziativa privata, rinunciando così al piùvalido strumento dell'intervento pubblico .Come abbiamo visto, il rapporto marginalecapitale-reddito (e quando mi riferisco a que-ste dato tecnico, lo prendo semplicement ecome un dato di riferimento sintetico, ma evi-dentemente non va considerato solamente que-sto), è stato considerato come un coefficient etecnico neutrale appunto perché considerat oesterno alle possibilità di intervento pubblicoe mantenuto costante nelle varie redazion idel piano come proiezione « della esperienz aitaliana del decennio scorso e dei rapportiprevalenti nei paesi economicamente svilup-pati» .

Ma è proprio questo che vogliamo evitare .Non riteniamo affatto positiva l'esperienza ita-liana del trascorso quindicennio tanto da pren-derla come base per calcoli futuri . Riteniamoche l'alto tasso di accumulazione, reso possi-bile dal forte divario tra costi e ricavi, do-vuto soprattutto ai bassi salari, sia stato pes-simamente utilizzato agli effetti dello svilup-po del paese, congestionando le zone più svi-luppate, costruendo una sproporzionata reteautostradale, case residenziali di lusso esimili .

Le alluvioni che, sia pure con diversa gra-vità, si ripetono ormai da anni con enorm iperdite di vite e di danaro, dovute alla man-canza di opere di regolazione delle acque e

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al disboscamento d'i vastissime zone montane ,la deficienza dei nostri porti, della nostra retestradale ordinaria, di scuole, di ospedali e si-mili, dovrebbero fare sorgere anche nella testadei più duri a capire il dubbio che le nostrerisorse non siano state affatto bene utilizzate ,se si pensa che, nello stesso tempo, di frontea queste nostre deficienze sta una rete auto -stradale enorme e in parte scarsamente uti-lizzata, decine di migliaia di abitazioni vuoteperché troppo care, una flottiglia di yachtsche fa invidia ai paesi più ricchi del mondo.

In questi ultimi anni noi abbiamo speso ,come ho detto prima, molto più per le auto-strade che per molte altre opere pubblicheben più importanti . Per inciso sia detto cheallo stesso fenomeno del disboscamento, alquale noi dobbiamo in larga misura le disa-strose alluvioni che ci distinguono in Euro-pa, dobbiamo anche una delle voci più passivedella nostra bilancia commerciale, quella re-lativa all'importazione del legname .

Quanto ai paesi più sviluppati, non è ri-percorrendo la loro strada e rifacendo quind ii loro stessi errori che noi potremo mai rag-giungerli . Per il loro sviluppo essi hanno po-tuto operare in condizioni diverse dalle nostr ee oggi irripetibili .

Così facendo rimarremo sempre indietro ,in una posizione di imitatori e fornitori d imano d'opera . Esiste il serio pericolo che ,ridotto in una posizione marginale, il nostropaese trovi un equilibrio fra disponibilità del -le risorse e loro utilizzazione continuando l asua funzione di fornitore di mano d'opera perlo sviluppo altrui, alla quale potrà affiancareanche quello di fornitore di capitale per lostesso scopo .

Certo, per trarre maggior frutto dalle ri-sorse disponibili bisogna immaginare un di -verso meccanismo economico qualificato d auna serie di riforme, da un maggiore inter -vento pubblico atto ad orientare tutta l'atti-vità economica, come noi abbiamo proposto .Ciò corrisponde alle particolari esigenze de lnostro paese, che, per raggiungere gli altri piùavanzati, deve operare meglio, mettendo inopera nuove e maggiori forze e migliori isti-tuti .

Le buone riforme, tipicamente quella agra-ria, quella urbanistica e simili, incidendo sul -la formazione del reddito, ne condizionano an-che l'utilizzazione, ne aumentano la efficienzae permettono di aumentare la disponibilitàdelle risorse per consumi ed investimenti par -tendo da una situazione data . In tale modosi potrà realizzare lo sforzo necessario pe roperare in condizioni di mercato aperto e,

nello stesso tempo, risolvere i nostri problem idi paese relativamente arretrato .

Solo con opportune e profonde riforme ,atte a permettere un migliore uso delle risors edi cui disponiamo, noi potremo creare postiper i disoccupati e i sottoccupati e, nello stes-so tempo, migliorare le condizioni degli oc-cupati, sviluppare il nord e il sud come du easpetti di uno stesso problema, che conside-rati separatamente porterebbero alla rinunciadi una via nazionale di sviluppo e alla ridu-zione del nostro paese, anche delle sue zon epiù sviluppate, a svolgere un ruolo di appen-dice rispetto a quelli più avanzati .

' La vera distinzione non corre tra differen-ze, che non esistono, di interessi tra occu-pati e disoccupati, tra zone sviluppate e zonesottosviluppate, tra industria ed agricoltura ,tra impieghi cosiddetti « produttivi » e im-pieghi sociali, ma tra chi vuole riformare erinnovare il nostro paese attraverso una vi anazionale di sviluppo che lo investa nel su oinsieme e chi non lo vuole ed è pronto a pa-gare la difesa dei suoi interessi particolar icon il sottosviluppo dell'Italia e la sua per-manenza ai ,margini nel campo internazional ein una posizione determinata innanzitutt odagli interessi altrui .

Quindi la proposta, illustrata ampiamentenella nostra relazione di minoranza, proprioin quanto corrisponde alle esigenze dei lavo-ratori, è l'unica che può sodisfare il bisogn odi progresso del paese e la sua giusta ed ono-revole sistemazione anche sul piano interna-zionale, operando come dobbiamo, in condi-zioni di mercato aperto in termini che devon oandare ben oltre quelli del MEC .

Prima condizione per garantire la premi-nenza del momento pubblico e insieme il su ocarattere democratico è « un allargamento del -le basi e dei contenuti reali del regime demo-erotico, lo sviluppo della democrazia in tuttele sue forme, contro ogni suo logoramento esvuotamento e contro ogni tendenza ad involu-zioni autoritarie » (tesi del IX congresso) .

Cioè maggiore efficienza è per noi impos-sibile senza maggiore democrazia, più libertàintesa come maggiore partecipazione, quind ipiù autocontrollo attraverso un più intim oconsenso .

Il modo di elaborazione del piano corri -sponde alla sua qualità, la fatuità delle con-sultazioni offerte dal Governo corrisponde all asua concezione autoritaria e paternalistica del -la democrazia, come se la programmazion efosse compito esclusivo dell'esecutivo che be-nignamente consulta i corpi sociali, tra cui isindacati . I risultati di una simile impresa

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corrispondono, d'altra parte, al suo caratteredi vana ricerca della efficienza attraverso l'au -mento dell'autorità .

Nella nostra relazione di minoranza abbia-mo definito grottesco il posto dato nel pian oalla sistemazione idrogeologica del paese . Magrottesco è anche il modo con cui è stat oelaborato il piano, non per deficienza tecnic adei compilatori, ripeto, ma per il modo stess ocon cui essi hanno dovuto operare, per le di-scriminazioni e le preferenze che sono stateloro imposte, per scelte politiche a monte cheessi hanno accettato . Lo stesso piano è con-siderato come uno strumento di potere at-traverso il monopolio della conoscenza .

In questo Parlamento noi avremmo dovutoe potuto vedere i primi atti di un nuovo ope-rare democratico, se la programmazione, in -vece che al consolidamento del sistema e all adifesa di interessi costituiti, fosse servita a lrinnovamento e al progresso del nostro paese .Noi avremmo dovuto essere chiamati a dare i lnostro contributo durante la fase di forma-zione del programma, che ci viene ora scodel-lato come prodotto finito dell'esecutivo, ch epretende di fare scelte atte a condizionare l avita del nostro paese per un periodo di tempopiù lungo di quanto non possa essere la du-rata di questa formula governativa .

Come abbiamo detto nella nostra relazionedi minoranza, la programmazione, per esseredemocratica, comporta anche l'introduzione d idiversi rapporti fra maggioranza e minoranza .

Nel suo intervento l'onorevole Riccard oLombardi ha fatto rilevare una deficienza del -la nostra relazione e cioè la mancata quantifi-cazione . Vorrei rispondere all'onorevole Lom-bardi che non si tratta soltanto di difficoltàtecniche, benché a proposito di queste si deb-ba ricordare che il programma che oggi no iqui discutiamo è frutto di diversi anni dilavoro ed è costato nel suo insieme, cioè par -tendo dalla commissione Papi, circa un mi-liardo di lire, per cui non si può pretendereanche tecnicamente la contrapposizione di u nanalogo documento in termini quantitativi .

Solo quando saremo chiamati a collaborar ealla formulazione del piano sarà possibil equantificare, poiché la quantificazione nascerànello sviluppo stesso dell'elaborazione . E quin-di due diverse posizioni saranno anche diver-samente quantificate . Questa sarà una con-quista della democrazia e quindi anche il con -tributo dell'opposizione sarà migliore . di quel -lo che oggi è .

Vorrei però dire all'onorevole Lombard iche si tratta soprattutto di difficoltà metodolo-

giche . Nella nostra relazione di minoranza ab-biamo impegnato la nostra opposizione in ter-mini qualitativi perché essa derivava dall'esi-genza di riforme . Come l'onorevole Lombard iben sa, le riforme sono atti che non solo dan-no un contributo quantitativo, liberano cio èrisorse per altri investimenti, ma cambianosostanzialmente il modo di utilizzazione dell erisorse stesse .

Per esempio, una riforma fondiaria nonè tale semplicemente perché permette di uti-lizzare diversamente una parte della renditao tutta la rendita, ma perché permette di uti-lizzare in modo diverso il territorio .

LOMBARDI RICCARDO. D'accordo. Ilproblema però è tra l'oggi e la redditività del -l'investimento .

LEONARDI, Relatore di minoranza . Esat-to. Il problema è però quantificabile per quan-to riguarda la maggiore disponibilità di ri-sorse (tutta la rendita cioè o una parte di essa ,a seconda di come sarà fatta la riforma) ,mentre è difficilmente quantificabile per quan-to riguarda tutti gli effetti indotti, cioè, a desempio, in riferimento alla diversa utilizza-zione dei territori, che potranno essere quan-tificati solo operando .

È chiaro che in tutte queste operazioni ènecessario trovare degli equilibri : si trattain parte di quantificare ed in parte di met-tere in moto gli strumenti atti a seguire i lprocesso in modo democratico nel suo dive-nire, per quantificarlo di volta in volta e pe rcorreggerne le eventuali deviazioni .

LOMBARDI RICCARDO. Vi sono duequantificazioni da fare : l'una riguarda il puri,to di arrivo, l'altra il punto di partenza .

LEONARDI, Relatore di minoranza . Nellanostra relazione di minoranza abbiamo affer-mato che si deve partire dalle risorse esistenti .Il vero problema è quindi quello della loroutilizzazione . Infatti ci siamo particolarmentesoffermati sul metodo di utilizzazione di que-ste risorse .

In questo mio intervento ho nuovamenteinsistito, anche cercando di portare delle con-seguenze tecniche, sul modo, anzi vorrei dir esulla forma, sugli istituti democratici, suinuovi rapporti tra maggioranza e minoranzache in certo modo sintetizzano un nuovo mod odi procedere . Un paese relativamente più ar-retrato e non in grado di assicurare decenticondizioni di vita e di lavoro a tutti i citta-dini non potrà cessare di essere tale se nonquando sarà più avanzato degli altri com eistituti atti a permettere la attiva partecipa-

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zione di nuove forze alla vita pubblica e algenerale orientamento della attività economi-ca e sociale La libera contestazione e contrat-tazione devono essere alla base della program-mazione e non la benevola e paternalisticaconsultazione che, in definitiva, copre l'accen-tramento del potere e il progressivo svuota-mento degli organi democratici . L'autonomiasindacale, il decentramento, il pieno svilupp odei compiti e dei poteri degli istituti democra-tici, e in primo luogo di questo Parlamento ,costituiscono non lo strumento ma la sostanz astessa della programmazione intesa come si-stema di vita e di Governo e ne determinagli obiettivi . Solo per questa strada noi po-tremo, tra l'altro, raggiungere e 'superare ipaesi attualmente più avanzati del nostro i ncondizioni di libera, aperta e pacifica compe-tizione . (Applausi all'estrema sinistra — Con-gratulazioni) .

Annunzio di una proposta di legge.

PRESIDENTE . È stata presentata la se-guente proposta di legge :

QUINTIERI ed altri : « Istituzione dei ruol idei periti tecnici del Ministero della difesa »(3552) .

Sarà stampata e distribuita . Poiché impor-ta onere finanziario, ne sarà fissata in seguitola data di svolgimento .

Si riprende la discussione,

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'ono-revole Sedati . Ne ha facoltà .

SEDATI . Signor Presidente, onorevoli col-leghi, onorevole ministro, desidero anzituttoassociarmi all'apprezzamento rivolto da piùparti al Governo per aver voluto sottoporreal nostro esame un progetto di programmaquinquennale di sviluppo che ha per obiettivodi fondo una crescita più equilibrata dellasocietà italiana facendo confluire ordinata -mente verso questo obiettivo le risorse na-zionali . Auguro pertanto al ministro Pierac-cini proponente ed all'intero Governo di ot-tenere al più presto l'approvazione di quest odocumento, affinché entro l'attuale legislaturasi possa passare alla fase esecutiva; dobbiamoinfatti considerare semplice anticipazione de lprogramma la serie di recenti provvedimenti ,pur molto importanti, ma che non realizzanocertamente gli obiettivi programmatici : miriferisco al piano della scuola, alla legge diproroga della Cassa per il mezzogiorno ed inparticolare al « piano verde » n . 2. Vero è che

quest'ultima legge prevede una spesa rilevan-te nel quinquennio, pari a circa 900 miliardi ,ma è altrettanto vero che questa spesa è digran lunga inferiore 'a quella prevista nel pia-no quinquennale che ammonta, soltanto perquanto riguarda l'onere a carico dello Stato ,a circa 3 mila miliardi .

Infine esprimo i più vivi rallegramentiagli onorevoli relatori Aurelio Curai e DeP'ascalis, per il contributo sostanziale dato all aredazione dell'ultimo testo del piano sottopo-sto al nostro esame eli ringrazio anche peraver favorito l'accoglimento da parte dell aCommissione bilancio di una serie di osser-vazioni e proposte contenute nel parere espres-so dalla Commissione agricoltura che ho l oonore di presiedere e per aver anche facilitat ol'approvazione di alcuni emendamenti mi-gliorativi del testo .

Credo di dover precisare innanzitutto ch eil mio intervento sarà diretto essenzialmentea sottolineare alcuni tra i più importanti aspet-ti del problema agricolo e ad inquadrare lasituazione di alcune aree del nostro paeseche, per avere una economia fondata essen-zialmente sull'agricoltura, possono costituir ela prova della validità del programma quin-quennale di sviluppo .

Nell'accingermi a trattare di questioni agri -cole, non dissimulo che avverto una fort epreoccupazione nell'esprimere giudizi e nelformulare previsioni, non tanto per timoredella critica – di oggi e di domani – quantoperché viviamo in un'epoca nella quale è dif-ficile fare previsioni, date le mutazioni con-tinue dovute all'ansia dei popoli di procedere ,di andare avanti ; ansia che è tradotta spesso inazione per il conseguimento di nuove metee di nuovi progressi facilitati dalle mirabil iscoperte scientifiche che trovano immediatee concrete applicazioni tecniche. Nel giro dipochi anni quasi tutte le previsioni si rive-lano, almeno in parte, sbagliate, non. perchésiano fatte senza attenzione, o perché , nonsiano fondate su elementi validi di conoscenz ae di analisi ; ma essenzialmente a causa de lcarattere fortemente evolutivo della economi amoderna .

Noi che siamo chiamati a decidere, nonpotendo sottrarci alla responsabilità di' concor-rere a formulare le previsioni, dobbiamo far-lo sgombrando il terreno da schemi rigidi ,da pregiudizi, da preconcetti che irrigidisconole posizioni e fanno preferire soluzioni soven-te astratte, che prescindono dalla realtà difronte alla quale ci si trova . La realtà agricolaè probabilmente la più difficile : dobbiamo co-

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noscerla profondamente se vogliamo operar econ concretezza e profitto .

Il problema numero uno, anzi, direi i lproblema dei problemi, è quello umano . Nonsi può risolvere alcunché sul piano tecnicoed economico se non si scelgono obiettivi, mez-zi e metodi d'accordo con i protagonisti del -l'attività agricola, cioè le popolazioni rurali .Bisogna conoscere la particolare situazionepsicologica in cui queste si trovano, per ef-fetto dei mutamenti di rilievo verificatisi ne lcorpo sociale del nostro paese e che hannoinciso in maniera prevalente nel settore agri -colo . Pensiamo alla psicologia della residu afamiglia rurale, che ha visto sconvolgere ne lgiro di pochi anni tradizioni, usi, costumi eabitudini, e la stessa organizzazione produtti-va formatasi attraverso i secoli . Questi pro-blemi sono più gravi in paesi a vecchia agri-coltura, come l'Italia, che non in paesi a nuo-va agricoltura, dove si comincia dal nulla .

Questo enorme patrimonio di tradizioni, d iusi, di abitudini influisce certamente, sotto i lprofilo psicologico, sugli orientamenti e sull edecisioni del mondo rurale . Che queste tra-sformazioni siano state rilevanti è confermat oda tutte le recenti statistiche e soprattutto d auna indagine condotta dalla Federmutue de icoltivatori diretti, dalla quale è risultato ch esolo 678.163 famiglie, pari al 41 per centodelle famiglie diretto-coltivatrici, erano do -tate di almeno una unità attiva maschile –titolare o coadiuvante – al disotto dei 50 anni .Per quanto riguarda il numero di famigli eche rimarranno nei prossimi anni nei campi ,si ipotizza che nel 1985 meno di un milion edegli attuali 1 .634 .665 nuclei di coltivatori di-retti avrà possibilità di sopravvivenza nell aattività agricola; qualche variazione in piùdovuta .all'immissione di coloni •e mezzadrinei ranghi imprenditoriali, o in meno a caus adel persistente esodo .

Bastano queste poche indicazioni per sotto-lineare quali gravi modificazioni strutturalisi sono già verificate e si verificheranno anch enegli anni prossimi nel settore agricolo .

Quindi, il problema umano si pone conassoluta priorità e riguarda in particolare igiovani ; coloro, cioè, ai quali si chiede d irestare in campagna e di compiere un note-vole sforzo per raggiungere gli obiettivi pre-visti dal programma. Quali sono le prospetti -ve che si offrono ai giovani rurali ? Ve n'è un aa lungo termine : quella della parità dei red-diti . Oserei dire che questo è un obiettivoincerto, se e quando si raggiungerà . Non èquindi molto allettante per un giovane chedeve scegliere tra l'incerto benessere di do -

mani e la possibilità di ottenere subito unaoccupazione remunerativa nell'industria o ne iservizi . Viene indicato un obiettivo più concre-to, con scadenza quinquennale ; si dice : il red-dito agricolo passerà dal 47 per cento al 52per cento del reddito medio nazionale . Am-messo anche che ciò si verifichi – è pur sem-pre un'ipotesi – non è certo entusiasmante pe run giovane impegnarsi e correre rischi pe rraggiungere dopo 5 anni un livello di redditopari alla metà del reddito extragricolo . Tuttociò in un periodo in cui può scegliersi se re -stare o meno in agricoltura .

Cosa fare, quindi, perché restino in agri-coltura le forze giovani necessarie per por-tare avanti questo programma? Occorre in-nanzitutto sapere cosa vogliono i giovani euniformare le nostre decisioni, per quantopossibile, alle .aspirazioni ed alle esigenz eobiettive del mondo rurale . Sono queste de igiovani esigenze non solo materiali, ma so-prattutto di ordine morale .

Una società moderna, protesa nello sforz odi valorizzare la personalità umana, come pen-so sia la nostra società, deve sapere risolver eentrambi i problemi . Che questo sia l'atteg-giamento non solo nel mondo rurale italiano ,ma in tutto il mondo, ne è prova l'accoglien-za entusiastica riservata presso tutti i popol ia quanto si affermava a proposito delle pro-spettive del mondo agricolo, in una grandeenciclica, la Mater et Magistra . Perché d iquesta enciclica si è riconosciuta la validit àin quasi tutti i paesi ? Perché il presuppost oetico che la informa è che si debbano risol-vere i problemi economico-sociali, avendo d imira la tutela e lo sviluppo della personalitàumana. Attraverso i contatti frequenti con ilmondo agricolo, si nota una aspirazione a lrinnovamento in tutti i giovani : nei giovaniimprenditori, che hanno portato il dibattitosu temi nuovi di politica agraria, dimostrandola volontà di operare in un clima diverso esecondo moderne concezioni sociali ed eco-nomiche; essi intendono assumere una posi-zione di responsabilità personale e direttanella partecipazione al processo di svilupp odell'agricoltura . Riscontriamo questa volontànel mondo dei giovani lavoratori dipendenti ,che puntano verso più alti livelli di specializ-zazione professionale per migliorare la con -dizione economica e renderla più stabile, non -ché per accrescere la dignità sociale e la par-tecipazione al progresso agricolo. Nel mondogiovanile, il gruppo più numeroso che ha da-to il maggiore contributo alla indicazione del -le vie da seguire è quello dei coltivatori di -retti, i quali, in tutte le circostanze ed anche

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nei recenti congressi, non hanno mancato d isottolineare – dopo ampi dibattiti e sulla bas edi approfondite relazioni – i punti salienti ,le questioni più importanti da risolvere per-ché possano restare nelle campagne e dare u nconcorso valido al rinnovamento e al poten-ziamento dell'agricoltura italiana . Essi chie-dono innanzitutto di essere preparati cultural-mente ad un livello pari a quello degli altr igiovani ; 'chiedono inoltre che l'istruzione pro-fessionale sia portata a livelli tali di diffusionee di efficacia da renderli capaci imprenditori ,e quindi esperti conoscitori dei problemi tec-nici e di quelli economici e di mercato . Ess ichiedono anche che sia perfezionato e istitu-zionalizzato l'addestramento post-scolastico,in vista dell'esigenza di costante aggiorna -mento delle tecniche produttive .

Una richiesta che merita particolare atten-zione – perché molto più importante di que lche a prima vista potrebbe apparire – è quel-la secondo la quale il titolo di studio dovrebb eavere una particolare validità giuridica, spe-cie per l'applicazione delle norme riguardant iil potenziamento e lo sviluppo dell'impresafamiliare . È un criterio da accogliere nell afutura legislazione ; l'imprenditore specializ-zato sarà sempre più elemento determinantedello sviluppo agricolo .

I giovani che restano in campagna dovreb-bero potere conservare integra l'azienda fa -miliare, usufruendo, quando necessario, d iparticolari benefici per sodisfare i diritti de icoeredi . Anche questo è un ,punto fondamen-tale 'sempre che si voglia smettere la fatica d iSisifo : da un lato si approvano leggi per l acostituzione di aziende familiari efficienti e peril potenziamento di quelle esistenti sì da por-tarle' a livelli adeguati ; dall'altro, si consenteche queste aziende e quelle formatesi spon-taneamente siano frazionate ad ogni passag-gio di generazione e quindi poste di nuovo i ncondizioni di inefficienza . In correlazione do-vrebbero essere disposte particolari indennitàche chiamano di buonuscita o comunque d ieffetto equivalente a favore dei coltivatori an-ziani, anche se non pervenuti all'età di pen-sione, quando lasciano la loro azienda i nquanto inefficiente : questa unita a quella d ialtri, può invece dar vita ad un 'azienda effi-ciente e vitale. Sono questioni di cui in Itali asi continua a parlare nei dibattiti tecnici e i nsede sindacale e parlamentare, mentre in al-tri paesi hanno già avuto efficaci, soluzioni ,che si dovrebbero tener presenti .

Altre richieste dei giovani sono ben note :riguardano essenzialmente la creazione delleinfrastrutture e delle strutture necessarie a

determinare anche negli ambienti rurali con-dizioni di vita civile analoghe a quelle deicentri abitati .

Non mi soffermo su problemi a tutti noti .Vorrei su questo punto concludere asserendoessere ormai opinione comune che debba pun-tarsi essenzialmente sulla elevazione dell apersona umana ; misurando i risultati di que-sta operazione, anche se calcolati secondo unmetro puramente economicistico, si ha la pro-va che è l'investimento più produttivo .

Prima di passare ai problemi economic isembra opportuno chiarire il significato diun giudizio corrente, secondo il quale l'agri-coltura è in crisi . Si può e si deve affermar eche non è in crisi l ' agricoltura come attivitàeconomica, ma è in crisi l 'attuale sistema pro-duttivo . Lo si può affermare in quanto non èstato dimostrato che sono improduttive l eaziende operanti in condizioni ottimali : ilguaio è che sono poche e devono diventaremolte . Lo si deve affermare non foss'altro cheper attenuare un elemento di sfiducia, sulquale non può certo innestarsi lo sforzo a lquale è chiamato il mondo rurale .

D'altra parte, un esame comparativo de ilivelli di reddito agricolo in diversi paesi, di -mostra che non è impossibile raggiungere unnotevole 'equilibrio tra le varie categorie pro-duttive. Si riscontra infatti che il rapporto traredditi agricoli e redditi extragricoli vari ada valori inferiori a 0,40 a valori superiori a0,90 e, in qualche caso, prossimi all ' unità .I valori più bassi si riscontrano nei paesi adeconomia arretrata e basata su di una agri-coltura primitiva .

I valori più alti si riscontrano, in genere ,nei paesi ad economia sviluppata, nel nordEuropa, nell'America del nord, in Australia .

da notare che gli alti livelli di reddito sonodovuti in parte alla politica di valorizzazionee sostegno perseguita dagli Stati ed in granparte all'alto grado di efficienza aziendale edi organizzazione di mercato . L'Italia si col-loca .purtroppo ad un livello medio, come ri-sulta dalle cifre indicate nel piano, essendo i lreddito agricolo pari al 47 per cento del red-dito extragricolo .

Tale situazione si spiega per il fatto ch eil boom industriale è recente, che ancora equi -librato è il rapporto tra popolazione e risorsee che non facili sono le condizioni natural inelle quali operano gli agricoltori . La situa-zione sta mutando sotto tutti gli aspetti . Biso-gna quindi compiere uno sforzo adeguato agliobiettivi da raggiungere . ] problema di giu-stizia sociale ed allo stesso tempo di interess eeconomico generale quello di portare l'agri-

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coltura ,ai massimi livelli di efficienza com-patibili con la situazione italiana. Bisognapuntare su una agricoltura che trovi in sè l eenergie umane e le risorse economiche e fi-nanziarie per progredire .

Bisogna puntare rapidamente a questo ob-biettivo, anche se nella fase intermedia oc-correranno eccezionali interventi pubblici pe rl'ammodernamento dell'intero sistema . ì pre-feribile spendere subito alcune migliaia di mi-liardi, se ciò serve ad affrancare l'economi aitaliana dalla prospettiva di sovvenziare per-manentemente un settore produttivo che no nriesce a mantenere il passo e ad affrancare ilmondo agricolo dalla mortificante condizionedi non poter operare pienamente a causa d ifattori limitanti all ' interno ed all 'esterno de lsistema. Non si ipotizza con ciò una agricol-tura che trovi solo in sè i mezzi per viver ee progredire : nessun settore è in queste con-dizioni . Prove ne sia che lo Stato agevola tutt ii settori produttivi con aiuti diretti ed indi -retti ; spesso questi ultimi sono più sostan-ziosi, anche se meno appariscenti . Vorrei cosìfar cadere un altro luogo comune che fa dellaagricoltura l'unico settore sovvenzionato .

Quando si concedono contributi a fondoperduto, concorsi negli interessi sui mutui ,agevolazioni fiscali, particolari tariffe doga-nali per altri settori produttivi, nessuno s iscandalizza e si allarma . Viceversa, quand ocontributi e concorsi sono dati all 'agricoltura ,si afferma che trattasi di un settore in crisi ,capace di andare avanti e di produrre sol -tanto se sorretto da sovvenzioni istituziona-lizzate .

t vero, sì, che l'agricoltura si trova i ncondizioni diverse dagli altri settori . Ma per-ché ? Innanzitutto perché esistono fattori li-mitativi che non possono essere rimossi . Sononoti a tutti : quelli climatici, quelli di po-sizione, di altitudine ; la stessa irregolare di-stribuzione delle piogge quando non può ef-fettuarsi una regolare irrigazione, è fattorelimitante non rimovibile . Altri sono difficil-mente modificabili, o possono essere modifi-cati dopo un lungo periodo e a costo di elevat iinvestimenti, come le limitazioni dovute all anatura dei terreni . Altro limite è costituitodalla rigidità dell'offerta cui corrisponde l arigidità della domanda dei prodotti agricoli .Altri fattori limitanti sono rimovibili e de-vono essere rimossi al più presto : alludo allascarsa efficienza di molte imprese agricole edell'organizzazione di mercato .

Cosa è l'efficienza di un'impresa agricola ?Da che cosa è espressa ? Dal rapporto tra costie ricavi, ed è tanto maggiore quanto più si

combinano convenientemente i fattori dell aproduzione . L'efficienza dell'organizzazion edi mercato, da che cosa è espressa? Dallaquantità di prodotti che gli imprenditori agri -coli riescono a valorizzare e a controllare nellafase di immissione sul mercato . All'efficienzadi questi due caposaldi del sistema produtti-vo bisogna puntare concentrandovi i mezz idel piano . Nel giro di pochi anni la maggio rparte delle imprese dovrebbe diventare eco-nomicamente vitale e l'organizzazione di mer-cato dovrebbe rispondere all 'esigenza di equi-librare il rapporto tra prezzi alla produzion ee prezzi al consumo.

Qua] è invece la situazione in Italia ? Pre-metto che condivido con i più l'impostazio-ne non demagogica del Governo laddove pro -pone di valorizzare tutte le posizioni impren-ditoriali capaci di dare un apporto sostanzial eallo sviluppo della produttività in agricoltura .Condivido anche il convincimento che unaposizione essenziale, nel processo di sviluppo ,è riservata all ' impresa familiare . Ne derivauna responsabilità tale che nulla deve trascu-rarsi affinché essa sia posta ovunque in con-dizione di rispondere all'impegno .

La situazione in Italia – come ha rilevatol'ultimo censimento – è davvero grave . Furonocensite 4 milioni 297 mila aziende ; i corpiche le compongono ammontano a 15 milioni ;le aziende costituite da un solo corpo son o1 milione 700 mila, localizzate su 8 milion idi ettari, mentre le aziende costituite da pi ùcorpi – in media da sei – coprono una super-ficie di 13 milioni di ettari . Se si paragonan oquesti dati con quelli dei paesi della Comu-nità economica europea, si rileva che in Italiasi raggiunge la più alta percentuale di picco-lissime aziende : da uno a cinque ettari il 64per cento, contro il 48 per cento del Belgio ,il 44 per cento della Germania, il 38 per centodell'Olanda, il 31 per cento del Lussemburgo ,il 30 per cento della Francia . Il rapporto in-vece si capovolge riguardo ai successivi sca-glioni di aziende da cinque a dieci ettari, d adieci a venti ettari, da venti a cinquanta et-tari, confermando la posizione di inferioritàdell'azienda italiana rispetto alle concorrentidel MEC .

Sono sufficienti i provvedimenti sul rior-dino fondiario predisposti secondo schemi tra-dizionali ? Credo di no. Puntare soltanto su lriordino fondiario fondato sul trapasso d iproprietà è un errore . Rilevante è il costo del -l'operazione : l'onorevole Radi, relatore delbilancio, calcolava un costo pari a circa 30 mi-la lire ad' ettaro che, riferito al riordinament ofondiario almeno delle zone più produttive,

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porta 'ad un onere complessivo di 100 miliar-di . L'operazione è lenta perché collegata, com eho detto, a tutte le formalità per il trapass odella proprietà . Mentre si effettua questa ope-razione a lunga scadenza bisogna, con altr iprovvedimenti, raggiungere lo stesso obiettivo :quello di costituire imprese 'efficienti, indi-pendentemente dal titolo di proprietà dell'im-prenditore nei riguardi di tutta o parte dell aazienda che si va a costituire . Quindi gli in-centivi e le agevolazioni fiscali dovranno es-sere concesse al piccolo imprenditore, soprat-tutto coltivatore diretto, ogni volta che orga-nizza una azienda efficiente, purché abbi acome requisito essenziale la disponibilità de lterreno occupato per un congruo numero dianni, l 'unità della gestione, l 'accentramentodella organizzazione produttiva e l ' impiegoeconomico dei capitali e del lavoro .

Fondando su entrambi i procedimenti -riordino fondiario (sulla base del trasferi-mneto della proprietà) e organizzazione d iimprese efficienti (sulla base dell'accorpamen-to di terreni di proprietà e non d'i proprietà) -si potrà, in un giro più breve di anni, costi-tuire un rilevante numero di imprese familia-ri capaci di sopportare il ruolo che il program-ma attribuisce loro .

Circa poi l'efficienza della organizzazion edi mercato, tutti sanno che la nostra situa-zione è difficile, nonostante i rilevanti pass iavanti compiuti in questi ultimi anni .

In applicazione del primo « piano verde »sono stati finanziati circa mille impianti di tra-sformazione, valorizzazione e conservazionedei prodotti . È un numero notevole, ma siamoancora molto indietro rispetto alle esigenze .A favore della cooperazione (specie di quell adiretta alla creazione e gestione di impianti ,di trasformazione e vendita dei prodotti agri -coli) deve essere effettuato un intervento ec-eccezionale, se si vuole disporre nel giro di po-chi anni (dimostrerò come sia indispensabilefarlo) di una attrezzatura di mercato capac edi raggiungere le finalità del piano . Un pro-gramma di queste dimensioni non può fon -darsi soltanto su un eccezionale apporto finan-ziario dello Stato : è di tutta evidenza che oc-corre preparare, e al più presto possibile, iquadri direttivi sui quali cadrà poi la mas-sima responsabilità tecnico-amministrativa .

Perché questo è un problema quanto maiurgente ? Perché a brevissima scadenza, tr ail 1967 e il 1968, entreranno in vigore i prezz icomunitari di gran parte dei prodotti agri-coli ; con la libera circolazione nell'area delMEC si stabilirà una naturale, ma forte con-

correnza fra le agricolture dei sei Stati costi-tuenti l'area comunitaria .

I paesi che, oltre ad avere difficoltà note-tevoli nella fase della produzione, ne avran -no anche nella fase della raccolta e della di-stribuzione dei prodotti, non potranno regger ealla concorrenza . L'organizzazione dei mer-cati alla produzione non va vista soltanto infunzione delle esigenze attuali dell 'economiaagricola del nostro paese, ma in rapporto all ericordate scadenze che si verificheranno nel1967 e nel 1968 .

Il problema di una migliore organizzazio-ne dei mercati alla produzione è avvertitoin modo particolare anche perché, da noi, s iverificano assurdi rapporti fra prezzi alla pro-duzione e prezzi al consumo. È noto il persi-stere di questo enorme divario, che incide for-temente sul reddito agrario e sulle spese de iconsumatori ; col passar del tempo il proble-madiventa più grave, perché la spesa desti-nata dagli italiani all ' alimentazione cresc eenormemente, in rapporto all'aumento dellapopolazione, ed in relazione al miglioramentoqualitativo dell'alimentazione, dovuto anch eallo sviluppo del reddito . Nel 1965, gli italia-ni hanno destinato 9 .750 miliardi 'alle spes ealimentari . Questa spesa incide per il 43 percento sulla spesa complessiva per i consum iprivati, mentre nei paesi del MEC la percen-tuale è molto più bassa o oscilla fra il 37 eil 30 per cento ; in America è addirittura del23 per cento . Vero è che non sono dati facil-mente paragonabili, perché diversi sono i li-velli di reddito ; ma, dai calcoli fatti e tenutoconto della diversità dei redditi, si è rilevatoche il costo della distribuzione in Italia è i ngenere più elevato che in altri paesi . Una or-ganizzazione di mercato nel settore agricol oche sia veramente efficiente può concorrere i nmisura notevole a ridurre i divari fra i costidi distribuzione in Italia e quelli degli altripaesi europei .

Passo ora agli obiettivi del programma .L'aumento della produttività, che si vuol eperseguire 'attraverso gli strumenti previstidal programma, è diretta ad accrescere i red-diti agricoli, a ridurre il deficit alimentareed a meglio competere nell'area del MEC esui mercati dei paesi terzi . Sono obiettivi ob-bligati, essendosi l'Italia legata - e ha fattobene a legarsi - ad una politica 'economica chenon riguarda soltanto i problemi del nostropaese, ma che mira ad integrare le 'economi edi sei paesi : ciò comporta da parte di cia-scuno Stato una .specifica .azione per porrei produttori in condizione di trarre il mas-

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simo utile dalla unione con gli altri paesi ,ossia dall'allargamento del mercato .

Il programma propone come obiettivo d ifondo per l'agricoltura il raggiungimento diuna sostanziale parità fra la produttivit àespressa in termini di reddito nel settore agri -colo e quella degli altri settori, nonché i lraggiungimento di una sostanziale parità d ilivelli di produttività nelle diverse zone agri -cole del paese . Obiettivo finale ambizioso ,che nel primo quinquennio dovrebbe tradurs inell'avvicinamento delle posizioni dell'agri-coltura a quelle degli altri settori, sia in ter-mini di produttività sia in termini di redditodegli addetti .

L'obiettivo di fondo appare ambizioso, es-sendo stato raggiunto solo da pochi paesi ch ehanno una forte struttura industriale e go-dono di condizioni naturali vantaggiose e co-munque diverse dalle nostre, consentendo al -l'esercizio agricolo di svolgersi in condizion iprivilegiate .

Pertanto, oltre alle azioni dirette a poten-ziare l ' impresa ed a rendere efficiente l'orga-nizzazione 'di mercato, bisogna adottare altremisure particolari .

Difatti, solo in teoria l'imprenditore agri -colo può combinare razionalmente i fattoridella produzione : terra, capitali ,e lavoro . S idice « in teoria » perché la terra è disponi -bile nella quantità necessaria soltanto in par -te delle aziende italiane ; i capitali non sonodisponibili in misura adeguata e sovente co-stano troppo ; il lavoro non .è utilizzato in pie -no 'e razionalmente come in altri settori .

È noto che i diagrammi relativi all'im-piego del lavoro in agricoltura esprimonolinee costanti solo in casi eccezionali : gon laconseguenza che il lavoro agricolo è remune-rato meno ed in parte non utilizzato .

Anche questo problema potrà essere risol-to nella misura in cui l ' impresa acquisterà ledimensioni necessarie .

Sulle aziende agricole gravano inoltre one-ri ignorati 'da quelle 'di altri settori, che inci-dono direttamente sui costi di produzione; s ipensi al regime di contribuenza previsto pe rla costruzione e manutenzione di opere d iinteresse generale, come le strade, gli ac-quedotti, gli elettrodotti ed altre. Opere d icui usufruiscono quanti vivono in un deter-minato comprensorio, anche se appartenent ia categorie non agricole .

Si cominci con l'eliminare tali oneri, ch ehanno determinato una insostenibile situa-zione debitoria a carico di enti, .consorzi, co-operative e privati, attenuandone spesso 1'ul -

teriore 'slancio operativo, ed intanto si dispon-ga perché l'ammortamento ,dei prestiti e de imutui abbia inizio dopo che si siano deter-minati gli incrementi produttivi . Il proble-ma segnalato :si aggrava 'nei comprensori ir-rigui, a causa dell'enorme costo di costru-zione e di esercizio degli impianti di distri-buzione dell'acqua e delle reti scolanti . Comereggere la concorrenza con paesi – specie eu-ropei – che ignorano tali problemi, graziealla distribuzione regolare delle piogge ne lcorso dell'anno ? P 'necessario che gli im-pianti siano costruiti a totale 'carico dello Sta-to, facendo gravare sull'utente solo il paga-mento del canone per l'acqua utilizzata .

All 'alleggerimento degli oneri .deve corri-spondere una adeguata somministrazione dicapitali a tasso agevolato e con ammortamen-to in tempi compatibili con la redditivit àagricola : il CNEL ha compiuto un important estudio sull'aggiornamento delle norme sulcredito agrario, studio che potrà essere uti-lizzato per la preparazione degli ormai indi-spensabili provvedimenti .

Sembra inoltre opportuno porre nel do-vuto rilievo l ' importanza di quanto viene af-fermato nel programma circa la realizzazionedegli obiettivi anche mediante « azioni com-pensative a livello di ridistribuzione del red-dito, tramite il sistema previdenziale ed ingenere la politica di sicurezza sociale » .

auspicabile che si rendano esplicite, a lpiù presto, le azioni compensative che si in-tende realizzare, tenuto conto della lunga at-tesa del mondo rurale : si parla da anni diassegni familiari, di trattamento 'di base ugua-le per quanto riguarda le prestazioni sanita-rie, di' adeguamento 'del trattamento pensio-nistico, ma si è ancora lontani dalla effettivarealizzazione del complesso di provvedimen-ti che, oltre a rispondere a criteri di equitàe giustizia, potrebbe concorrere in manier a'efficace ed insostituibile al raggiungiment odella sostanziale parità dei redditi .

Sono provvedimenti da adottarsi con prio-rità, anche perché classificabili tra quelli ch epossono attenuare la 'spinta all 'abbandono de icampi che, specie nelle zone di intensivazio-ne, potrebbe determinare in futuro gravi ca-renze d'i manodopera .

Passo all'esame della prevista evoluzionedegli indirizzi produttivi in relazione allosviluppo economico nazionale e alla poli-tica comunitaria . Nel programma è indicatala 'diversa incidenza che i vari prodotti avran -no nella composizione della produzione lordavendibile in un periodo compreso tra il 196 4e il 1973 .

apprezzabile il fatto che nell'ulti-

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mo testo sottoposto al nostro esame risult auna maggiore cautela sulla validità delle pre-visioni, tenuto conto dell'influenza esercitatadalla politica comunitaria, cautela suggeritanel parere della Commissione agricoltura .

La politica agricola comune è una realtàche riguarda il 90 per cento della produzion eagricola comunitaria, il 71 per cento degliscambi intracomunitari e il 60 per cento degliscambi commerciali con i paesi terzi . Non viè dubbio che l'orientamento della produzionesarà determinato anche in Italia dal mecca-nismo dei prezzi comunitari, e quindi si dar àluogo a un mercato unico all'interno del qual ei prodotti potranno circolare liberamente .

Gli ordinamenti produttivi saranno influen-zati dalle prospettive di allargamento del mer-cato di consumo, sul quale i nostri prodottigodranno della preferenza comunitaria, e d auna adeguata difesa verso i paesi terzi me-diante la tariffa esterna comune . Le previ-sioni •e gli obiettivi del piano di sviluppo no nsembra tengano adeguato conto degli impe-gni e delle prospettive derivanti dall'adozionedi una politica agraria comune ai sei paes idella CEE .

L'agricoltura italiana non può essere con-siderata a sé stante, ma solo come un fattoregionale della politica comunitaria . Bastaqualche considerazione preliminare sui setto-ri portanti previsti dal piano : il carneo, l'or-ticolo e il frutticolo .

Il primo è posto in difficoltà dall'adozion edei prezzi comunitari ,del latte collocati a li -velli inferiori a quelli attuali di mercato . Sesi tiene conto delle condizioni di inferioritànelle quali si trova l'allevamento in Itali anei confronti delle regioni di pianura dell aEuropa centrale, nelle quali il regime clima-tico consente una produzione foraggera pi ùequilibrata ed economica, si nota quale in-fluenza sul tasso di sviluppo assegnato al set-tore potrà avere la regolamentazione comuni-taria .

La stessa produzione ortofrutticola, che ap-pare il settore portante più tranquillo ne iconfronti delle previsioni di incremento asse-gnate al programma di sviluppo, si trova innotevole parte esposta alle concorrenze cre-scenti degli altri paesi mediterranei e sogget-ta ad eventuali limitazioni nel caso che l eproduzioni di massa conservate provenienti daoltre oceano trovino posto negli accordi delKennedy round .

Nel fissare gli obiettivi dello sviluppo sipone il problema di mercato in termini an-cora più gravi di quelli della produzione : oc-corre predisporre le misure e gli interventi

atti a favorire la commercializzazione dell aproduzione e ad orientarla secondo le tenden-ze evolutive. Gli incentivi e l'azione pubblicadevono essere indirizzati sempre più vers ouna politica di mercato e dei prezzi agricol iche assicuri la formazione di un equo scartotra prezzi e costi, favorendo e disciplinandol'organizzazione associativa dei produttori .

Altro aspetto importante da porre in rilie-vo è la conseguenza che la politica comunita-ria avrà nelle diverse regioni del nostro pae-se. Il regime dei prezzi comunitari favoriràindubbiamente la specializzazione che è u ntraguardo quanto mai auspicabile per l'incre-mento della produttività . Ma quale risultatoavrà nelle diverse regioni agrarie ?

Nelle regioni nelle quali si produce acosti bassi, si determinerà una forte spintaall'aumento di determinate produzioni . Po-tranno formarsi eccedenze da esportare versoi paesi terzi . La comunità ne riceverà un one-re dovendo effettuare la restituzione agli espor-tatori .

Nelle regioni nelle quali si produce a costimedi si consolideranno situazioni di norma-lità, con tendenza ad un continuo seppur ge-nerale miglioramento.

Nelle regioni nelle quali si produce a co-sti alti, si verificherà il forzoso abbandono d ivecchi indirizzi produttivi, con la conseguentenecessità di rapide e costose riconversioni ch ein molte zone italiane presupporranno ancheun colossale disinvestimento, raddoppiand oquindi l'onere da sostenere . Questo problemapotrà interessare vaste zone dell'Appennino

e delle Alpi .Per questo motivo i programmi comunita-

ri in materia di politica delle strutture e quin-di dell'utilizzazione della sezione orientamen-to del FEOGA dovranno tenere presente inmaggiore misura la particolare situazione del -l'Italia, come del resto da risoluzione adot-tata dal Consiglio dei ministri del MEC .

Aggiungo qualche considerazione sui sin-goli settori produttivi .

Particolare attenzione meritano le previ-sioni sulla evoluzione della domanda inter-na di prodotti agricoli alimentari e sull'an-damento delle produzioni . Dal rapporto del-l'IRVAM sulle tendenze a medio termine de iconsumi alimentari e delle produzioni agri -cole, risulta - secondo l'indagine macroeco-nomica vincolata alla ipotesi globale di svi-luppo recepita dal programma quinquennal e- che lo sviluppo della propensione al consu-mo di beni alimentari si verificherà con u n

tasso di crescita, in termini reali, non supe-riore al 4 per cento .

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Ponendo a raffronto i dati derivanti, pe ril 1970, dall ' andamento tendenziale dei con-sumi alimentari e dall'andamento, fino ad or ain atto, delle produzioni agricolo-alimentari ,I'IRVAM indica le prevedibili eccedenze ecarenze di offerta .

Si può ritenere valido il risultato al qual eperviene l'indagine secondo cui sono preve-dibili una eccedenza di prodotti compres inel settore ortofrutticolo ed una carenza d iprodotti che, salvo il grano, appartengon otutti ,a comparti di alto valore unitario .

Le considerazioni che 'precedono confer-mano la validità dell'invito alla prudenza ,quando s'i tratta idi incentivare produzion itendenzialmente eccedentarie, e suggerisco -no invece l'opportunità che l'andamento del-le produzioni agricole sia stimolato nel sen-so di adeguare l'offerta alla domanda, findove possibile e conveniente .

Si condivide l'affermazione che l'agricol-tura del Mezzogiorno dovrà trovare il sup-porto nella espansione dei settori orticolo ,frutticolo e vitiolivicolo, sempre che si teng apresente che questi settori - in gran partetendenzialmente eccedentari - sono svilup-pati in molte zone del nord e del centro d'Ita-lia. Un loro generalizzato ed intensificatosviluppo nel sud potrebbe portare a conse-guenze gravi . Nel mezzogiorno d'Italia sa-ranno resi irrigui oltre un milione di ettari :se coltivati ad indirizzo ortofrutticolo, si de -terminerebbero produzioni ingenti, che ag-giungendosi a quelle realizzate in altre zone ,renderebbero difficile il collocamento in Ita-lia • e all'estero soprattutto dei prodotti de-stinati all'immediato consumo .

Un tale indirizzo va quindi perseguitocon prudenza e non deve in nulla pregiudi-care l 'espansione nel sud - anche nelle zonecollinari ,e montane - degli allevamenti dibestiame, i cui prodotti 'sono insufficienti elo saranno in futuro se non si svolgerà un asempre più accentuata azione per Io svi-luppo della zootecnia . Si renderebbero cos ìmeno preoccupanti l'alea e l'onere dell ' espor-tazione delle eccedenze, si ridurrebbe il di-savanzo della bilancia commerciale nell ' ag-gregato ,dei prodotti alimentari e si farebberobeneficiare i produttori italiani di gran partedelle maggiori spese destinate in futuro all aalimentazione .

Quali ile posizioni per i singoli settori ? D ifronte ad un saggio medio annuo di incre-mento della produzione agricola per il de-cennio 1964-1973, previsto pari a 3,3, il sag-gio medio annuo di incremento per i pro-dotti cerealicoli ed altri è di 0,4 ediminuisce

alquanto l'incidenza degli stessi sulla com-posizione della produzione lorda vendibile .La previsione è valida, considerato anche cheuno studio sulle prospettive al 1970 del mer-cato comune dei prodotti ,agricoli, colloc ail consumo dei cereali nel terzo gruppo, cio èin quello dei prodotti per i quali l'incre-mento del consumo individuale sarà scars oo negativo .

Si osserva però che, negli ordinament iproduttivi delle aziende agricole italiane, l asuperficie relativa destinata ai cereali pa-nificabili non sempre può scendere ial d isotto di un certo limite per considerazion idi ordine tecnico, e senza contare che quest ecolture 'sono suscettibili di ulteriore mec-canizzazione che riduce ancora .i costi d iproduzione .

I cereali foraggeri - mais, orzo e ave-na - dei quali l'Italia è il più forte importa-tore della Comunità, servono a produrre pol-lame e uova, classificati nel primo gruppo ,cioè nel gruppo di prodotti per i quali èprevisto al 1970 un forte aumento del con-sumo individuale; servono inoltre ia produr -re carne suina, compresa nel secondo grup-po dei consumi individuali ial 1970, cioè quel-li per i quali è previsto un aumento del 2 2per cento .

Per l'e ragioni esposte, le previsioni in -dicate per il decennio relative ai prodott icerealicoli ed altri, sembrano assai pruden-ti, ove si consideri gli orientamenti indi-cati dalla politica agricola comune dell aCEE, che nelle decisioni del 15 dicembre1964 sui prezzi comuni dei cereali, ha sta-bilito i livelli di prezzo e i rapporti di prez-zo tra i diversi cereali tali ida non scorag-giare eccessivamente la produzione di cereal ipanificabili, ma dia incentivare la produzion edei cereali foraggeri . Poiché sussistono vast epossibilità di incrementare la produzione de lmais e, in taluni ambienti, dell 'orzo da fo-raggio e dell 'avena, è necessario affinare edivulgare adeguatamente la tecnica produt-tiva.

Il saggio medio annuo di incremento de iprodotti ortofrutticoli è previsto nella mi-'sura del 4,7, sensibilmente superiore al sag-gio medio annuo di incremento generale . Leprevisioni comunitarie sul consumo indivi-duale al 1970 collocano questi prodotti ne lprimo gruppo, con incrementi del consum opro capite del 37 per cento per la frutta fre-sca e idei 29 per cento per gli ortaggi .

Il regolamento complementare ortofrut-ticolo non assicura una preferenza comuni-taria comparabile a quella concessa da altri

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regolamenti, e quindi occorre intensificarel'azione in sede MEC 'e procedere 'spedita-m'ente alla organizzazione economica dell aproduzione ortofrutticola ed alla creazion edelle infrastrutture indispensabili per con-seguire gli obiettivi indicati .

Il massimo saggio medio annuo di incre-mento previsto dal programma è assegnat oalla produzione di carni – bovina, suina, id ipollame ed altre – 'ed è pari al 4,8. Questadirettiva è conforme alle decisioni in mate-ria di prezzi comuni : la relazione stabilitatra il prezzo di orientamento delle carni bo-vine ed il prezzo indicativo del latte e l arelazione stabilita tra questi prezzi ed i prez-zi dei cereali foraggeri, che determinano i llivello 'di produzione per le carni suine, pe rl'e uova e il pollame, sono in effetti tali 'd aincentivare la produzione delle carni .

Il nostro territorio non è dovunque ido -neo all'allevamento di razze 'specializzate dacarne, né si può contenere eccessivament ela produzione ,del latte per ragioni econo-miche e sociali; una parte notevole dell aproduzione di carni continuerà quindi a pro-venire dagli 'allevamenti bovini da Iatte .

Sarebbe perciò necessario – pur mante-nendo le relazioni di prezzo tra latte e car-ne – che il livello assoluto .di prezzo tra que-sti due gruppi di prodotti fosse più elevatoper impedire che in Italia, dove la produt-tività media delle lattifere 'è 'ancora 'bassarispetto agli altri paesi membri della Co-munità, la 'produzione di latte possa contrars i'con l'entrata in vigore del prezzo comune .

Intanto :si dia priorità a tutte le misure di -rette ad aumentare la produttività, media del -le lattifere, tra cui la bonifica sanitaria .

L'incremento delle produzioni di pianteindustriali è previsto con un saggio medi oannuo pari a quello generale, che sembraeccessivo 'tenuto conto dei prezzi comunitari .

Anche per il tabacco, la cui 'produzioneinteressa soprattutto l'Italia, le prospettivedella regolamentazione comunitaria non s ipresentano' favorevoli, tanto da rendersi in -dispensabile la più vigile attenzione . Si 'do-vrebbero perciò studiare ed .applicare tuttele misure . Si tratta, in specie 'per la bieticol-tura, di 'recuperare il ritardo nel progresso tec-nologico, soprattutto per 'quanto riguarda lameccanizzazione .

Il programma prevede un saggio medioannuo 'di incremento basso (2,0) per il grup-po dei prodotti viti-olivicoli : le prospettivepossono considerarsi migliori, tenendo contodell'andamento delle importazioni comuni-tarie dal Nord Africa, 'della superficie colti-

vata e dei consumi individuali di alcun ipaesi membri della Comunità che sono su-scettibili di incremento .

Gli orientamenti della produzione sonodeterminati, in una economia di mercato ,essenzialmente dai prezzi, dal loro valoreassoluto e dalle relazioni esistenti tra i prez-zi dei prodotti tra loro, nonché tra quest ied i prezzi dei mezzi di 'produzione, ivi com-presi i salari .

Il conseguimento pertanto degli obiettividella programmazione sarà fortemente con-dizionato, come si è già detto, dai prezzi co-munitari .

auspicabile che si 'possa pervenire alpiù presto alla formulazione 'di prevision iquanto più attendibili possibile sulla influen-za della politica comunitaria e dal program-ma quinquennale 'sulle produzioni agricole ,rendendone edotto il mondo degli operator iin modo semplice, rapido e generalizzato .

Il coordinamento tra la politica comuni-taria e gli indirizzi del programma quin-quennale deve 'essere assicurato in manier asempre più organica ed efficiente ; tanto piùche è stato predisposto un progetto di pro-gramma CEE per la politica economica amedio termine, che aumenterà l'esigenza d iun costante coordinamento .

Peso non minore avranno le numeros ealtre proposte, tra cui quelle riguardanti l adisciplina degli aiuti statali, per evitare chesi falsino le regole di concorrenza .

Il programma fornisce indicazioni suffi-cienti all'intervento pubblico e privato nell ezone agricole ad alta suscettività, specie inquelle irrigue, ed offre buone prospettive allepopolazioni rurali che in esse risiedono . Vi-ceversa appare vago e lacunoso per quant origuarda la sorte delle popolazioni residen-ti nelle altre zone, collina depressa 'e mon-tagna, vale 'a dire nella maggior parte deiterritori alpini e appenninici, dove si inten-de promuovere 'la estensivazione .

A questo punto consentite una breve di-gressione . Parlando di zone ,da estensivaree prevalentemente collinari e montane, nonposso prescindere da un accenno alla regioneche ho l'onore di rappresentare, il Molise ;penso che per la sua struttura possa costituireun banco 'di prova del programma 'e confer-mare o meno la validità 'ai fini di promuover eeffettivamente lo sviluppo equilibrato sottol 'aspetto territoriale e ,settoriale .

Vi è un punto del programma, nel capi-tolo dedicato all'agricoltura, che desta fortipreoccupazioni, là dove è detto : « È quindinecessario che il processo di intensivazione

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dia luogo ad un saggio di incremento annuodella produzione lorda vendibile superiore aquello realizzato nel decorso decennio e taleda compensare gli effetti 'della estensivazio-ne. Per quanto riguarda quest'ultima è ne-cessario poter contare sulla formazione d inuove occasioni di lavoro extragricolo pe ralmeno 600 mila unità lavorative » .

A questa proposizione fa riscontro l'altr adel capitolo dedicato allo sviluppo economic odel Mezzogiorno, che 'dice : « L'intervento in-tensivo all'interno di tale area potrà favorir eprocessi di propagazione -dello sviluppo suvasta scala territoriale . Ad esso si dovrà pe raltro accompagnare un intervento nelle « zon edi particolare depressione », prevalentement einterne e montane, rivolto alla sistemazionedi terreni, alla valorizzazione economica dell erisorse locali, all'attuazione 'di collegament icon le aree di sviluppo, all'assistenza social edelle popolazioni, alla assistenza ed all'orien-tamento dell'emigrazione . A tale indirizzo do-vranno uniformarsi i piani d'i coordinamen-to dell'intervento nel (Mezzogiorno » .

Il rapporto fra queste due proposizion iporta alle seguenti osservazioni : le zone diestensivazione – gran parte della collina e del -la montagna – daranno il maggiore apport oal trasferimento di unità lavorative nei set -tori extragricoli ; non si dice che le occasionidi lavoro extragricole saranno determinate ,almeno in gran parte, nelle zone di estensiva-zione; nel sud tali occasioni di lavoro sa -ranno ridotte al minimo, in quanto la poli-tica delle « aree di sviluppo globale » accre-scerà soprattutto in tali zone l'offerta di la-voro .

Se ne deduce che i disoccupati, i sottoccu-pati – specie i lavoratori esuberanti in agri -coltura – potranno scegliere una terza via pe rl'esodo dalla terra natale : quella che portaalle « .aree di sviluppo globale )), anche semeno lontane dal sud delle zone industriali de lnord e dei paesi stranieri .

Riteniamo che questa non possa 'e no ndebba essere l'unica soluzione, se non :si vo-gliono degradare, sotto il profilo sociale edeconomico, estesi territori di collina e di mon-tagna, specie nell'Itali.a meridionale .

Porto, come dicevo, l ' esempio del Molise .Questa regione ha una superficie territorialedi 443 .794 ettari, che ,si divide tra collina(54,6 per cento) e montagna (45,4 per cento) .Gli abitanti —secondo il censimento del 1961 –sono 358.052, con un decremento di 48 .771unità rispetto al censimento del 1951 (una ri-duzione del 12 per cento : la 'più alta d'Italia) .

Il reddito netto per abitante prodotto 'dalsettore privato e 'dalla pubblica amministra-zione è di sole 'lire 257 .903, contro lire 282 .616del sud e lire 436 .070 dell'intera nazione . Ciòsi spiega in quanto il reddito agricolo rap-presenta - il 43 per cento del totale ed è otte-nuto dalla popolazione attiva agricola ch erappresenta il 55 'per cento 'della totalità . Inol-tre l'agricoltura si esercita su terreni preva-lentemente montuosi, essendo la superficiepianeggiante di soli 40 mila ettari (meno di undecimo dell'intera superficie) .

La proprietà è estremamente frazionata .Le aziende diretto-coltivatrici sono il 70 percento del totale . L'82 per cento delle aziendeè inferiore a 2 ettari . Su 63 mila proprietà solo11 mila risultano costituite da un solo corpo .

La produzione agricola lorda vendibile haavuto un incremento notevole, essendo pas-sata da 25 miliardi del 1961 a 57 miliardi nel1963. Tuttavia, la produzione lorda vendibi-le per ettaro è 'di sole lire 119 mila contro l e200 mila della media nazionale .

Modesta è l'attività industriale e quella ar-tigianale, anche se spesso diretta verso pro-duzioni pregiate .

Per risolvere i problemi economico-socialidel Molise occorre un impegno pubblico e pri-vato che vada al di là della valorizzazionedelle risorse locali e della creazione delleinfrastrutture .

Il piano di coordinamento della Cassa pe ril mezzogiorno prevede la valorizzazione d iquelle risorse specie nel settore agricolo me-diante la irrigazione di vasti territori, 'e nelsettore turistico con la delimitazione di quat-tro comprensori turistici ; tace invece per i lsettore industriale . Forse Ia Cassa per il mez-zogiorno non ha la forza operativa sufficiente :ecco perché solleviamo il problema in questasede. E necessario colmare la lacuna e ren-dere più chiari ed incisivi gli impegni pro -grammatici della industrializzazione di vastearee di questo tipo che diversamente no navrebbero alcuna possibilità di industrializ-zazione, anche se osi applicassero incentivi, me-todi, sistemi, criteri indicati nella legge sull aCassa per il mezzogiorno e nel piano di svi-luppo che è al nostro esame .

Avviandomi alla conclusione, devo direche 'è difficile esprimere un giudizio sulla con-gruità della spesa pubblica nel 'settore agri -colo e sull'investimento lordo ai fini (del rag-giungimento degli obiettivi di piano ; a 'parteche 'si tratta di un calcolo difficile a farsi, lacongruità o meno è giudicabile in relazionea tanti altri fattori ed elementi . Alcuni eco-nomisti hanno osservato che, se si assume

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come obiettivo di fondo del progetto idi pro-gramma il raggiungimento .di una sostanzia-le parità, 'sia pure da conseguire per il salo52 per cento nel quinquennio, l'analisi degl iinvestimenti destinati al settore agricolo l ifa ritenere non del tutto congrui . Comunque ,è molto importante che la spesa in agricol-tura sia accelerata ,e concentrata al massim opossibile, soprattutto per realizzare il com-pletamento delle opere e delle iniziative in cor-so, per non lasciarle in molti casi improdut-tive o scarsamente produttive, e destinand osolo il residuo delle somme disponibili al so -disfacimento di nuove esigenze e di nuovi im-pegni .

Un accenno particolare 'meritano i proble-mi della montagna e quelli sulle priorità negl iinterventi e sugli enti operanti nel settore agri -colo. Le considerazioni fatte finora inducon oad una attenta riflessione .sulle direttive ie sul -le priorità degli interventi .

Si auspica innanzitutto che possano con-cretarsi al più presto gli intendimenti delGoverno in materia di politica migratoria ,sociale ie fiscale, tenendo conto delle richiest edelle categorie interessate ed in particolarmodo delle popolazioni rurali, che maggior -mente dovrebbero beneficiare dei nuovi prov-vedimenti .

Sembra necessaria qualche considerazion esulla politica delle opere pubbliche, anche inrelazione al rallentamento verificatosi in que-sti ultimi anni sia nell'attività del Ministerodei lavori pubblici, sia in quella della Cassaper il mezzogiorno, sia infine nell ' intervent odi cui alla legge per le aree :depresse del cen-tro-nord. Occorre rilanciare l'azione diretta asodisfare esigenze di vita civile nei centriabitati e nelle campagne ; in queste ultime do-vrà accelerarsi il compimento delle opere de-stinate a creare condizioni •di vita parago-nabili a quelle dei centri urbani, quale mez-zo concorrente con altri a frenare l'esodo ru-rale .

Nel programma si ribadisce il criterio del-la concentrazione degli interventi nei territoridi maggiore suscettività ed in particolarenelle aree irrigue : si concorda con tale in-dirizzo, anzi :si raccomanda ;di ridurre al mi-nimo i tempi di realizzazione dei grandi com-plessi irrigui, per consentire la piena utiliz-zazione delle risorse idriche nel giro di poch ianni, -evitando l ' immobilizzo infruttuoso d iingenti capitali . I problemi della ricerca iscien-tifica, idell'assistenza tecnica e idella forma-zione professionale meriterebbero, per la loroimportanza, un approfondimento maggiore .

tuttavia opportuno sottolineare che dalla

loro soluzione dipenderà in gran parte il rag-giungimento degli obiettivi del programma ,se si è convinti che l'imprenditore agricolo -grande o piccolo che sia - può raggiungere imigliori risultati solo se, con le tradizional icognizioni tecniche, acquisisce anche la capa-cità di organizzare efficientemente l'azien-da e di collegarsi agli altri produttori per da rvita a solide strutture di mercato .

Ciò significa imprimere • una svolta deci-siva all'assistenza, che non può essere sol -tanto tecnica - nel senso tradizionale - m adeve dar vita a centri di formazione dell'im-prenditore agricolo : questi dovrà conoscere imoderni criteri di gestione aziendale, i fon-damentali :principi dell'economia, i problem idi mercato interno ed internazionale, oltre l ealtre nozioni sulla coltivazione delle piantee sull'allevamento del bestiame .

Dovrà inoltre apprendere, attraverso effi-cienti e rapidi canali divulgativi, le innova-zioni suggerite dalla ricerca 'scientifica e dal -la sperimentazione pratica, per introdurle

utilmente nella propria azienda . Soltanto cos ì

il progresso tecnologico e quindi la efficien-za produttiva potranno diffondersi rapida-mente nelle campagne a beneficio del mond orurale e idell'economia generale .

Si afferma l'esigenza di impiegare gli in-centivi secondo criteri di selettività. Nulla

da eccepire, soprattutto riguardo al prean-nunziato particolare impegno per lo svilup-po del settore zootecnico, dato che l'Itali adeve importare carne per circa un terzo

delle proprie esigenze, mentre la Comunitànel suo complesso ne produce in misura par ial solo 90 per cento del fabbisogno . Si deveribadire che occorrono mezzi finanziari digran lunga superiori per rendere efficace labonifica sanitaria in tutto il territorio, pe rgeneralizzare i nuovi metodi di allevamento ,

per :diffondere la fecondazione artificiale e

potenziare i centri di selezione .Non si è posto finora adeguato impegno

nel risolvere il problema dell'eccessiva inci-denza sul sprezzo dei prodotti zootecnici (spe-cie carne e latte) del costo dell'alimentazio-ne : è necessario impegnarsi ia fondo - a li -

vello scientifico ed operativo - per renderemeno onerosa la foraggicoltura e per atte-nuare le conseguenze negative dell'aument odei prezzi di cereali foraggeri stabilito in sede

comunitaria . Come pure bisogna, impedirela destinazione al macello dei giovani cap i

bovini aventi attitudine alla produzione de llatte, sia per non distruggere un rilevantepatrimonio, sia per attenuare l'onere dellaimportazione dall'estero di bestiame avente,

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non di rado, attitudini inferiori 'a quelloprodotto in Italia : premi e incentivi devonoessere concessi in misura adeguata agli alle-vatori, per metterli in condizione di trat-tenere :in azienda il bestiame giovane finoall'età in cui inizia l 'attività riproduttiva .

Di pari passo dovrà promuoversi la crea-zione nei punti più nevralgici di centrali de llatte e di frigo-macelli gestiti dagli alleva-tori, allo scopo di facilitare la realizzazionedei prezzi 'del latte e delle carni indicati dallaComunità .

Nulla da eccepire per gli interventi pre-visti nel settore ortofrutticolo, salvo la rac-comandazione 'di concentrare il maggiore im-pegno sul miglioramento qualitativo dell aproduzione, dato che il successo del settoreè in funzione delle qualità, così come pre-scrivono i regolamenti 'comunitari . Conver-rà che per le produzioni destinate alla espor-tazione – specie nel settore agrumario – s itenga maggiore conto dei gusti dei consu-matori : come pure si dovrà ammodernarecelermente e 'potenziare l'attrezzatura di com-mecializzazione, per le ragioni innanzi espo-ste 'ed in particolare per meglio fronteggiar el'agguerrita concorrenza straniera .

Il processo di meccanizzazione va intensi-ficato per raggiungere in pochi anni i tra-guardi già conquistati dagli 'altri paesi euro-pei, favorendo l 'apprestamento di macchine –specie operatrici – sempre più semplici ed ef-ficienti nell ' impiego, robuste ed ,a prezzi ac-cessibili per l 'agricoltore . Uguale cura dovràporsi nel preparare il personale al razional eed economico impiego del mezzo meccanic oe nel favorire il potenziamento dell'organiz-zazione ,di assistenza, al fine di eliminare gra-vosi costi aggiuntivi dovuti al difettoso im-piego delle macchine .

Si tratta in sostanza di impegnarsi no nsolo 'ad accrescere il numero 'di macchine adisposizione dell 'agricoltura, ma di portarea livelli europei i costi reali del lavoro mec-canico .

Condivido altresì il punto di vista espres-so in merito alla elettrificazione rurale, nell asperanza che si superino rapidamente le diffi-coltà di ordine amministrativo, tecnico e fi-nanziario insorte a seguito della creazione del-I'ENEL.

Non posso condividere invece la cautel ae la genericità usate nel breve accenno all'in-tervento nei territori montani, anche use nell aNota aggiuntiva 'si è cercato 'di porre rimedioalludendo ad un particolare impegno per que iterritori . Non si è rinnovata la 'legge sull amontagna, si sono praticamente esclusi i ter -

ritori montani dall ' intervento della Cassa pe ril mezzogiorno (fatta eccezione per le siste-mazioni) . Eppure quelle zone rappresentan onotevole parte del territorio nazionale 'ed ospi-tano una fortealiquota della popolazione ita-liana : i comuni montani sono 2.597 ed oc-cupano il 35 per cento della superficie terri-toriale .

La situazione appare 'più chiara :se si pensache nei comuni montani risiedono 701 .081ditte diretto-coltivatrici, con 2.400.161 unitàlavoratrici, pari al 40,6 per cento delle unitàresidenti nell'intero territorio nazionale . Lapopolazione complessiva è superiore a 8 mi-lioni di abitanti . Le suddette cifre aumen-tano se si prendono in considerazione – comedoveroso – le zone collinari 'depresse, che inmolti casi sono state incluse nei comprensor idi bonifica montana .

Nei confronti di queste popolazioni biso-gna assumere impegni precisi, almeno con -fermando che si intende proseguire nella vi-gorosa azione di miglioramento delle condi-zioni di vita in quei territori : tanto più ch enotevole parte di questi ha vocazione agra-ria – soprattutto nell'Appennino – e può es-sere destinata, con lo sviluppo della foraggi -coltura, all'allevamento 'del bestiame . Lo stes-so indirizzo vale per le zone a vocazione pa-scoliva, mentre nelle altre sarà utile attuareil rimboschimento.

Il problema della valorizzazione dei ter-ritori montani si inquadra in quello ben piùvasto della difesa del suolo, reso drammatic oanche in questi ultimi giorni . La catastrofe cheha investito tante regioni, seminando lutti erovine, non eccita solo la nostra solidariet àverso le popolazioni colpite : è imprescindibil edovere soccorrerle ed assisterle nella ripresa .Richiamo ancora una volta l'attenzione d itutti sulla esigenza di porre con carattere prio-ritario il problema della difesa del suolo equindi anche d'ella 'sistemazione dei terren imontani . Una opera gigantesca alla qualedovrà concorrere innanzi tutto lo Stato e gl iorganismi specializzati, sulla base di 'aggior-nate direttive tecniche; opera che sarà tantopiù fruttuosa quanto più vi saranno interes-sate le popolazioni montane .

In questo quadro dovrebbe attuarsi l'atti-vità degli enti chiamati a svolgere la propriaazione nel settore agricolo .

Anche per questo motivo, dovendo espri-mere un giudizio sugli organi e sulle moda-lità dell'intervento, sottolineo il diritto d iquanti operano in agricoltura a parteciparenon solo alla esecuzione. ma anche a tutte

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le decisioni da prendere per attuare le sceltedi politica agraria indicate nel programma .

Da quanto precede, risulta l'accordo suicriteri, sugli obiettivi e ,sui metodi indicatinel programma quinquennale, pur sottoli-neando la necessità di tenere conto delle os-servazioni e 'delle proposte formulate : pro-poste che, da un lato mirano a rendere pi ùefficace l'ulteriore azione da svolgere per losviluppo dell'agricoltura, dall'altro tendonoa porre in evidenza l'obiettivo di fondo : ladifesa e il potenziamento della personalitàumana che, pur spiccando nel mondo rural eper i valori morali che 'esprime, è contenutae spesso mortificata da fattori limitanti, nonsolo di ordine naturale .

Quanti operano in questo settore devon oessere posti in condizione di dare liberamen-te il massimo contributo al progresso generale ,migliorando la produttività agricola, ma devo-no trovare compenso alla loro impegnativ afunzione nella solidarietà che lo Stato demo-cratico esprimerà con interventi sempre pi ùampi ed efficaci .

Il Governo si è 'reso interprete di questaesigenza sottoponendo all'esame del Parla -mento il programma quinquennale di svi-luppo : nel dare d 'approvazione, si inten-de sottolineare l'apprezzamento per l'impe-gno ad accrescere il benessere materiale de lnostro paese, ma ,anche e soprattutto ma-nifestare il consenso per un'azione che miraa sviluppare, specie nel mondo agricolo, l'au-tono'mia del cittadino, sodisfacendo ad un tem-po le sue esigenze di ordine morale e mate-riale . (Applausi al centro — Congratulazioni) .

PRESIDENTE. Il seguito della 'discussioneè rinviato a domani .

La seguente proposta di legge è deferit aalla II Commissione (Interni), in sede refe-rente, con il parere della I Commissione :

Tozzi CONDIVI : « Passaggio del comune d iVallecastellana dalla provincia 'di Teramo aquella di Ascoli Piceno » (3492) .

Annunzio di interrogazioni e di interpellanze .

FRANZO, Segretario, legge le interroga-zioni e le interpellanze pervenute alla Presi-denza .

CRUCIANI . Chiedo di parlare .

PRESIDENTE. Ne ha facoltà .

CRUCIANI . Sollecito lo svolgimento diuna nostra interrogazione sulla nomina, daparte del ministro del lavoro, di un comitatoper lo studio della liquidazione dei beni dell eex confederazioni, comitato del quale sonostati chiamati a far parte rappresentanti d ialcune confederazioni con esclusione di altre .

PRESIDENTE. Il Governo ?

BOSCO, Ministro del lavoro e della pre-videnza sociale . Assicuro che il Governo ri-sponderà al più presto .

Ordine del giorno della seduta di domani .

PRESIDENTE. Comunico l'ordine de lgiorno della seduta di venerdì 11 novembre1966, alle 10 :

1 . — Svolgimento della proposta di legge :

ALATRI ed altri : Ordinamento degli ent iautonomi lirico-sinfonici e finanziamento del -le attività musicali (3488) .

Deferimento a Commissioni.

PRESIDENTE. Sciogliendo la riserva, ri-tengo che la seguente proposta di legge poss aessere deferita .alla X 'Commissione (Trasporti )in sede legislativa, con il parere della V Com-missione :

MAGNO ed altri : « Estensione alle elezionicomunali e provinciali che avranno luogo i l27 e 28 novembre 1966, delle agevolazioni 'd iviaggio previste per le elezioni politiche » (Ur-genza) (3546) .

Se non vi sono obiezioni, ,rimane così sta-bilito .

(Così rimane stabilito) .

2. — Interrogazioni .

3. — Seguito della discussione del disegn odi legge :

Approvazione delle finalità e delle lineedirettive generali del programma di svilupp oeconomico per il quinquennio 1965-1969 (2457) ;

Relatori: Curti Aurelio e De Pasca-lis, per la maggioranza; Delfino; Valori ePassoni; Barca, Leonardi e Raffaelli ; Alpinoe Goehring, di minoranza .

4. — Discussione della proposta di legg ecostituzionale :

AllARO ed altri : Modifica del termin estabilito per la durata in carica dell'Assem-blea regionale siciliana e dei Consigli re-

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gionali della Sardegna, della Valle d'Aosta ,del Trentino-Alto Adige, del Friuli-Venezi aGiulia (2493) ;

.

Relatore: Gullotti .

5 . — Discussione del disegno di legge:

Adesione alla Convenzione per il rico-noscimento e l'esecuzione delle sentenze arbi-trali straniere, adottata a New York il 10 giu-gno 1958 e sua esecuzione (Approvato dal Se -nato) (3036) ;

— Relatore: Russo Carlo .

6 . — Seguito della discussione delle pro -poste di legge :

FODERARO ed altri : Modifiche all'artico -lo 33 del testo unico delle norme sulla disci-plina della circolazione stradale, approvatocon decreto del Presidente della Repubblic a15 giugno 1959, n . 393, relativamente ai limit idi peso per i veicoli da trasporto (1772) ;

BIi\IA : Modifiche agli articoli 32 e 33 de lCodice della strada (1840) ;

— Relatori: Cavallaro Francesco e Sam-martino .

7 . — Discussione del disegno di legge :

Ordinamento delle professioni di avvo-cato e di procuratore (707) ;

— Relatore : Fortuna .

8 . — Discussione delle proposte di legge :

NATOLI ed altri : Disciplina dell'attivitàurbanistica (296) ;

GUARRA ed altri : Nuovo ordinamentodell'attività urbanistica (1665) ;

- Relatore : Degan .

9. — Discussione delle proposte di legge :

CRUCIANI ed altri : Concessione della pen-sione ai combattenti che abbiano raggiunto i lsessantesimo anno di età (Urgenza) (28) ;

VILLA ed altri : Concessione agli ex com-battenti che abbiano raggiunto il 60° annodi età di una pensione per la vecchiaia (Ur-genza) (47) ;

DURAND DE LA PENNE ed altri : Assegnoannuale agli ex combattenti della guerra1915-18 (Urgenza) (161) ;

LENOCI e BORSARI : Concessione di unapensione agli ex combattenti che abbiano ma-turato il 60° anno di età (Urgenza) (226) ;

Lupis ed altri : Concessione della pen-sione ai combattenti della guerra 1915-18 (Ur-genza) (360) ;

BERLINGUER MARIO ed altri : Concessionedi una pensione agli ex combattenti ed ai lor osuperstiti (Urgenza) (370) ;

CovELLI : Concessione di una pensionevitalizia agli ex combattenti (Urgenza) (588) ;

BOLDRINI ed altri : Concessione di pen-sione in favore degli ex combattenti (Ur-genza) (717) ;

— Relatore : Zugno.

10. — Seguito della discussione del dise-gno di legge :

Modifiche alla legge 10 febbraio 1953 ,n . 62 sulla costituzione e il funzionament odegli organi regionali (1062) ;

— Relatori: Di Primio, per la maggio-ranza ; Almirante, Accreman, Luzzatto, di mi-noranza .

11 . — Discussione dei disegni di legge :

Norme per il comando del personal edello Stato e degli enti locali per la prima co-stituzione degli uffici regionali (1063) ;

— Relatori : Piccoli, per la maggioranza;Almirante, di minoranza;

Principi e passaggio di funzioni alle re-gioni in materia di circoscrizioni comunali(1064) ;

— Relatori : Baroni, per la maggioranza;Almirante, di minoranza .

La seduta termina alle 20.

IL CAPO DEL SERVIZIO DEI RESOCONTI

Dott . •MANLIO Ross i

L'ESTENSORE DEL PROCESSO VERBALE

Dott . VITTORIO FALZONE

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INTERROGAZIONI E INTERPELLANZEANNUNZIATE

Interrogazioni a risposta scritta .

D'AREZZO. — Al Ministro del lavoro edella previdenza sociale . — Per conoscere senon ritenga opportuno disporre che ai sala-riati e braccianti agricoli, agli artigiani, a icoltivatori diretti .e ai commercianti venga ri-lasciato un documento (libretto personale) da lquale possano rilevarsi l 'anzianità assicurati -va e i contributi accreditati, e ciò in confor-mità di quanto già praticato per i lavorator idell'industria .

L'interrogante ritiene necessario eviden-ziare che tale documento :

è indispensabile agli assicurati per sta-bilire il diritto o meno alle varie prestazion iprevidenziali ;

è altrettanto indispensabile agli enti d ipatronato per fornire quei chiarimenti e quel -l'assistenza ,di cui vengono richiesti ;

eviterebbe che numerosissime richieste d iprestazioni venissero presentate all ' INPS an-che quando il .diritto alle stesse non è matu-rato per mancanza della anzianità assicura-tiva o del minimo contributivo ;

metterebbe in condizione gli assicurat idi fornire, in sede di contestazione, quegli ele-menti di prova che occorrono per far valer ei loro diritti o legittimi interessi .

E ciò a prescindere dalla considerazioneche una pubblica amministrazione, qualel'INPS è, non può esimersi dal rilasciare cer-tificazioni ,di propria competenza .

(18804 )

LUCCHESI . — Ai Ministri della marinamercantile e dei lavori pubblici . — Per cono-scere quali provvedimenti si intendano pren-dere o predisporre per correggere e miglio -rare la difficile ed insostenibile situazione tec-nica ed economica in cui si trova ad operarela marineria da pesca costiera e di altura del -l'alto Tirreno, specialmente di Viareggio .

In particolare chiede di sapere :

1) quali provvidenze governative sian oallo studio per :

consentire all'armamento locale l'am-modernamento ed il rinnovo della flotta pe -schereccia, vecchia ed- inadeguata nei confron -ti delle tecniche moderne di pesca, e per met -terla in normali condizioni di competitivitàcon le flottiglie pescherecce di altre zon e(Adriatico e coste dell'area meridionalistica) ;

migliorare le attrezzature del porto d iViareggio (transitabilità, in regime di sicurez-

za, dell'imboccatura, nuovi scali di alaggio ,banchine di attracco, nuova darsena) divenutedel tutto insicure ed insufficienti ;

2) se non si ravvisi l'opportunità di pro-porre, ai fini di cui sopra, l'inserimento de iporti di Viareggio e Porto Santo Stefan o(Grosseto) nell'area meridionalistica (Cass aper il mezzogiorno) essendo uguali, dal puntodi vista delle attività pescherecce, le condi-zioni in cui operano le nostre tradizionali ma-rinerie del settore, sia nei porti del meridionee del basso Adriatico, sia in quelli dell'altoTirreno .

(18805 )

PACCIARDI . — Ai Ministri del lavoro eprevidenza sociale e dell'agricoltura e fore-ste. — Per sapere, premesso :

che l'Ufficio provinciale contributi agri -coli unificati della provincia di Lecce ha po-sto in riscossione i ruoli ordinari di secondaserie 1966 dei contributi agricoli unificati dicompetenza degli anni 1962, 1963, 1964 e 1965 ;

che i carichi contributivi iscritti nei pre-detti ruoli sono stati determinati in base alsistema di accertamento dell'impiego medi opresunto di manodopera per ettaro-coltura ,ai sensi dell'articolo 2 della legge 5 marzo1963, n . 322. Detto articolo stabiliva che nell eporvince in cui, antecedentemente alla dat adel 26 giugno 1962, era in vigore il sistemapresuntivo di accertamento, i datori di lavoroerano tenuti per ciascuna delle annate agra-rie 1961-62, 1962-63 e 1963-64, a corrispondere ,a titolo di acconto, un contributo pari all'80per cento dell'importo dei contributi accer-tati per gli stessi terreni, nell'annata agraria1960-61, salvo conguaglio attivo o passivo co nle somme che risulteranno dovute in base al-l'impiego di manodopera accertato in ciascu nanno agrario ;

che detta disposizione legislativa, conordinanza della Corte costituzionale del 1 4aprile 1965, è stata implicitamente abrogata .La stessa è stata sostituita dall'articolo 2, ter-zo comma, della legge 18 dicembre 1964 ,n. 1412, il quale stabilisce che nelle stess eprovince per accertare i contributi dovuti pe rgli anni agrari antecedenti al 1964-65, ancoranon definitivamente accertati o comunque no nriscossi, i datori di lavoro ed i concedentisono tenuti a presentare, su richiesta dell'enteimpositore, denuncia delle giornate lavorativ ecomplessivamente impiegate in ciascun annoagrario ;

che l'articolo 2 della legge n . 1412 sosti-tuisce interamente l'articolo 2 della leggen. 322 del 1963, stabilendo senza rinvii alcitato articolo 2 della legge n . 322 come deb-

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bono essere determinati i contributi per tutt igli anni antecedenti all'esercizio 1964-65, edannullando sia l'accertamento eseguito per gl istessi terreni per l'annata agraria 1960-61 cheil sistema presuntivo per ettaro-coltura richia-mato in vita con la legge n . 322 del 1963 ;

che il precetto della legge n . 1412 favenire meno l'obbligo tributario nella manie-ra come accertato con la legge n . 322, per cuila sua decadenza produce necessariamente l aperdita di efficacia dei ruoli e di ogni altr otitolo esecutivo che fosse stato formato pe rla riscossione del tributo già accertato dall anorma abrogata . La nuova legge n . 1412, in -fatti, ha stabilito in qual modo ed attravers oquale procedura i predetti contributi debbon oessere accertati e riscossi . Fino all'espletamen-to di tale procedura l 'obbligo di sottostare a icontributi in questione rimane un obbligoastratto di legge che non fa sorgere obbliga-zione pecuniaria alcuna ;

che i carichi contributivi di competenzadell'anno 1964, sono stati determinati in baseai dati relativi all'anno agrario 1963-64 accer-tati dall'ufficio ai sensi della precedente dispo-sizione legislativa già abrogata, anziché sull ascorta delle effettive giornate di lavoro im-piegate nell'anno 1965 e regolarmente denun-ciate dalle singole aziende con i moduli ap-provati con decreto del Ministero del lavor oe della previdenza sociale in ottemperanz aalla legge n . 1412 del 18 dicembre 1964 ;

che tutti i carichi contributivi di cui in-nanzi sono risultati maggiorati di una quot aper contributi integrativi previsti dalla legge26 febbraio 1963, n. 329. Detti contributi in-tegrativi non sono dovuti dai datori di la-voro dell'agricoltura per i giornalieri di cam-pagna essendo, detti oneri, già compresi nel -l'aliquota dei contributi agricoli unificati d icui sono gravati . Essi contribuenti, versandoanche i pretesi contributi integrativi verreb-bero ad essere gravati due volte per gli stess icontributi che vanno a favore non dei gior-nalieri di campagna ma dei salariati fissi edei coloni-mezzadri, e cioè a favore di un acategoria di lavoratori che gli stessi non han-no alla propria dipendenza ;

che l'aliquota dei predetti contributi, at-tualmente in riscossione per le citate annateagrarie, non corrisponde, inoltre, a quell ache effettivamente dovrebbe essere, ai sens idel decreto del Presidente della Repubblica13 maggio 1957, n . 853, poiché sin dall'origine(decreto-legge 28 novembre 1938, n . 2138) s'in-tese creare un sistema autosufficiente non in-tegrato né da contributi statali e né da oner ia carico degli istituti provinciali, ma il loro

riparto doveva venire fra gli enti interessat ie la misura, quindi, dovrebbe essere suscet-tibile di variazione di anno in anno in pro -porzione del numero degli iscritti negli elen-chi anagrafici ;

che con l'entrata in vigore della leggen . 1412 del 1964, a partire dall'annata agra -ria 1964-65, proprio quegli elenchi anagrafic iinflazionati dovrebbero venire a cessare . Magli stessi sono stati prorogati sino all'annataagraria 1966-67, per cui i carichi contributiv isono stati determinati in base all'aliquota sta-bilita in riferimento alla spesa occorrente pertutti gli iscritti in detti elenchi anagrafici enon sulla scorta di quelli effettivamente ri-sultanti dalle denunce presentate dai datoridi lavoro a norma della citata legge n . 1412del 1964, e cioè con una aliquota maggiorata ;

che a prescindere dai motivi suespostidetti contributi non sono « imposizioni » d icarattere tributario, bensì versamenti di pre-mi obbligatori assicurativi a favore dei lavo-ratori dei campi risultanti dalle seguenti voci :« assegni familiari, assicurazione contro l emalattie, tubercolosi, Enaoli ed assicurazion einvalidità e vecchiaia », e cadono sotto la di-sciplina dell'articolo 10 del regio decreto-leg-ge 17 giugno 1937, n . 1048, dell'articolo 67 delregio decreto-legge 17 agosto 1935, n . 1765, edell'articolo 2955 del codice civile per cuivige la prescrizione di un anno e perciò ri-sultano prescritti ,se non ritengano opportuno dare disposi-zioni alla Prefettura di Lecce e alle altre Pre-fetture che ne seguissero l'esempio di atte-nersi rigorosamente alle procedure stabilitedalla sentenza surricordata della Corte costi-tuzionale, revocando le ingiunzioni in atto pe ri contributi agricoli .

(18806 )

DE LORENZO E PIERANGELI . — Al Mi-nistro del tesoro . — Per sapere se non intendapromuovere gli opportuni provvedimenti pe rla modifica della costituzione del consiglio d iamministrazione del fondo pensioni della Co-mitbanca nel senso che di esso venga chia-mata a far parte anche una rappresentanz adei pensionati, analogamente a quanto prati-cato dalle amministrazioni dei fondi pension idi altri Istituti di credito, come ad esempi oil Credito italiano ed il Banco di Roma .

Se, proprio in causa della carenza di u nrappresentante dei pensionati di detto fond onel consiglio di amministrazione e della con-seguente impossibilità per questi di constatarel'ortodossa applicazione delle varie disposi-zioni di legge relative alla gestione del patri-monio immobiliare del fondo, non ritenga di

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disporre che in particolare sia accertato se ,in attuazione del disposto dell 'articolo 3 dell alegge 1° maggio 1955, n . 368, e dell'articolo 2della legge 21 dicembre 1960, n . 311, sonostati congruamente aumentati i canoni di fit-to delle abitazioni di lusso di proprietà de lfondo pensione della Comit .

(18807 )

SEMERARO . — Al Ministro dei lavoripubblici . — Per conoscere quali provvedimen-ti intende adottare, tramite l'Ente autonomoacquedotto pugliese, per il potenziament odella rete idrica della Selva di Fasano (Brin-disi) a seguito dei previsti insediamenti tu-ristici (circa 1 .200 nuovi posti letto con an-nessi servizi ricettivi e sportivi), e quali im-mediati provvedimenti intende sempre adot-tare al fine di far risolvere l'ammodernamen-to della cabina principale di pompaggio sitain località Canale di Pirro, il cui disserviziocausa continue e notevoli interruzioni di ero-gazione dell'acqua .

L'interrogante prega il Ministro di far te -nere in debito conto, da parte dell'Ente auto -nomo acquedotto pugliese, le esigenze dei varicentri turistici della regione pugliese, che d ianno in anno si sviluppano in modo impo-nente .

(18808 )

BOLDRINI . — Al Ministro della difesa .— Per sapere se non ritenga opportuno inter-venire nella particolare situazione che si ècreata per un esiguo numero di sottufficial idell'esercito (classe 1905) che avrebbero do-vuto essere collocati a riposo per limiti di etànei mesi di gennaio e febbraio 1966 con oltr e40 anni di servizio e sono stati trattenut id'autorità dal ministro della difesa (esercito )allo scopo di farli partecipare alla second afase del conglobamento (dispaccio n . 23044/28Direzione generale leva e truppe, Division esottufficiali sezione III del 13 dicembre 1965) .

Senonché questi ufficiali collocati a ripos oil 15 marzo 1966 non hanno ottenuto dall aDirezione generale ENPAS la riliquidazionedella buonuscita in base alla seconda fasedel conglobamento .

In relazione a quanto esposto si chiede d isapere se il ministero prima del collocamen-to a riposo di questi sottufficiali aveva presogli appositi accordi con la Direzione general edell'ENPAS per la riliquidazione della buo-nuscita in base alla seconda fase del conglo-bamento entrata in funzione dal 1° marzoe se tale accordo non vi è stato, quali prov-vedimenti il ministro stesso intende prendere .

(18809)

DI LEO. — Ai Ministri dei lavori pub-blici, per gli interventi straordinari nel Mez-zogiorno, del lavoro e previdenza sociale edella sanità . — Per sapere se siano a cono-scenza della grave situazione del comune d iGrotte (Agrigento), ove in seguito al crollodi alcune grotte, verificatosi il 13 agosto 1966 ,il sindaco è stato costretto ad ordinare l osgombero e la demolizione di alcune abita-zioni sovrastanti tali grotte ;

che inoltre, a seguito di una ricogni-zione di tutto il versante est dell'abitato, èstato accertato che il 60 per cento delle co-struzioni si trovano in condizioni tali da es-sere dichiarate inabitabili, trattandosi di vec-chie abitazioni malsane dal punto di vist aigienico e inabitabili per la loro insistenz asu terreni non solidi ;

che, malgrado i reiterati accorati ap-pelli del sindaco di quel comune, le ammi-nistrazioni interessate non hanno sinora adot-tato nessun provvedimento atto a venire in -contro alle necessità degli abitanti .

Quanto sopra esposto, l'interrogante chiedeche, previo rigoroso accertamento dello sta-to di abitabilità delle case del comune d iGrotte, sia subito disposto un piano di costru-zione di case economiche e popolari, ove tra-sferire le famiglie in atto allocate in abita-zioni instabili .e malsane .

(18810)

DI LEO . — Al Ministro per gli interventistraordinari nel Mezzogiorno e ai Ministridei lavori pubblici e della sanità . — Per sa-pere se essi siano a conoscenza della gravis-sima situazione idrica del comune di Licat a(Agrigento), dove incombe il rischio immi-nente di epidemie e di altri gravi turbamenti ,considerato che le accertate deficienze del -l'attuale rete idrica interna, in molti punt iallogata in terreni melmosi, inquinati da in -filtrazioni di liquami provenienti dalle fogn epubbliche .e private, hanno costretto le auto-rità in più occasioni a sospendere dall'eserci-zio una parte della rete .

Se essi inoltre sappiano che tale incivilesituazione si protrae ormai da più di quattr oanni e che con gli esigui finanziamenti finor aconcessi è stato solo possibile effettuare al-cuni interventi manutentori per eliminare per -dite nelle condotte .

In conseguenza di quanto sopra, l'interro-gante chiede che siano subito adottati tutt iquegli urgenti provvedimenti atti a risolvereil problema che richiede organici tempestiv iinterventi per il risanamento del sottosuolo eper la ricostruzione della gran parte della ret efognante del comune .

(18811)

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CAPUA. — Al Ministro dell'interno . —Per conoscere :

a) quali siano i motivi che ostano all adefinizione dei due giudizi di responsabilit àpromossi a carico degli amministratori de lcomune di Crotone, il primo a seguito degl iaddebiti contestati con la nota prefettizia de l21 settembre 1955, n . 50191/Rag., il second ocon decisione del Consiglio di prefettura de l16 gennaio 1956 ;

b) se e quali iniziative siano state presein seguito alle gravi denunce di illegittimitàfatte dal consigliere di parte liberale, profes-sor Maiolo, in sede di discussione del bilan-cio di previsione per l'anno 1965 del comunedi Crotone, e ribadite dallo stesso professo rMaiolo, in una lettera indirizzata al commis-sario dello stesso comune in data 14 settembr e1966 .

(18812 )

BIGNARDI . — Al Ministro del lavoro edella previdenza sociale . — Per conoscere senon ritiene opportuno utilizzare in tutto odin parte, Io stanziamento di lire 6 .230 milioni ,relativo all'esercizio finanziario 1966-67, perl'istituzione di cantieri di lavoro e di rimbo-schimento, in favore della istituzione di altr icantieri destinati a ripristinare, con l'urgenzarichiesta dalla particolare situazione, stradepoderali, interpoderali, vicinali, ed altre ope-re, distrutte o semidistrutte dalle recenti al-luvioni, in vista di favorire la ripresa pro-duttiva delle aziende agricole .

(18813 )

CATALDO . — Al Ministro dell'agricolturae foreste ed al Ministro per gli intervent istraordinari nel Mezzogiorno . — Per cono-scere lo stato delle pratiche iniziate dal co-mune di Picerno (Potenza) in ordine alla elet-trificazione di alcune zone rurali ed alla co-struzione di strade interpoderali .

In particolare si fa presente che da vari otempo il comune interessato ha presentat oper l'approvazione e la concessione del con-tributo erariale di cui alla legge 2 giugno 1961 ,n. 454 i progetti per la costruzione delle stra-de interpoderali Marmo, Chiuse e San Do -nato, nonché domanda in data 24 giugno 1963alla Cassa per il Mezzogiorno per la elettri-ficazione delle borgate rurali Montagna, Pan-tano, Boscotrecase e Cesine, senza ottener econcreti risultati .

Considerata l'utilità sociale delle opere ri-chieste, si chiede che al più presto venganosoddisfatte le sopradette richieste del comuneinteressato .

(18814)

SEMERARO . — Al Ministro dell'agricol-tura e delle foreste . — Per conoscere se in sededi emanazione del regolamento di attuazion edel Piano verde n . 2, non ritiene opportunoestendere la concessione del contributo stata -le, sulla spesa ritenuta ammissibile per la co-struzione e sistemazione delle strade interpo-derali o vicinali (articolo 17 della legge), a ltrattamento protettivo bitumoso del mant ostradale .

Tale opera si ritiene .opportuna ed indi-spensabile ai fini della conservazione dellestrade, anche perché quelle con trattamentoa macadam divengono polverose e richiedonorilevanti spese di manutenzione. Gli import idi competenza degli Ispettorati dell'agricol-tura non verrebbero con ciò modificati, per-ché tali organi sarebbero autorizzati ad appro-vare opere stradali bitumate .

(18815)

SERVELLO. — Ai Ministri dell'interno edella difesa . — Per sapere - come già fececon analoga interrogazione del 19 novembre1965, rimasta senza risposta - se, nell'ambitodei rispettivi poteri, non ritengano opportun oassumere adeguate iniziative presso l'autorit àtutoria - nel caso, la Prefettura di Pavia -allo scopo di accertare le ragioni - ed even-tualmente superarle - che hanno spinto l'Am-ministrazione comunale di Candia a delibe-rare che, nell'elenco dei Caduti da incideresulla lapide del monumento civico, venisser oesclusi i seguenti cittadini deceduti, già ap-partenenti ad unità combattenti, le cui fami-glie percepiscono regolare pensione di guerra :

sergente brigata nera Serra Anselmo ,classe 1909 ;

guardia naz . repubbl. Rampini Pietro ,classe 1906 ;

guardia naz. repubbl. Cavalli Pietro ,classe 1910 ;

guardia di PS Veromelli Angelo, clas-se 1917;

tenente Truffa Carlo A., classe 1902 .Risulta infatti all'interrogante - a conclu-

sione dì numerosi contatti avuti con i citta-dini di Candia, di diverse tendenze politi -che - che la proposta (interessante personeverso le quali, in vita e in morte, non è ma imancata la stima ed il rispetto dei concitta-dini) è sinceramente condivisa e che, supe-rate le poche, residue resistenze essa sarebb egeneralmente considerata come la conclusioneformale e il definitivo contributo alla pacifi-cazione in un clima di ritrovata concordia .

L'interrogante, pertanto, intende dare all a

Ipresente interrogazione il solo significato urna -no. civile e morale che la richiesta . in se

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stessa comporta, confidando di incontrare ,nei Ministri interrogati, la stessa comunitàdi spirito e di intenti, verso colorai che - conla coscienza di compiere un dovere - hannosacrificato la loro vita alla Patria .

(18816 )

MONTANTI. — Al Presidente del Consi-glio dei ministri e al Ministro del tesoro . —Per sapere se non ritengano opportuno di -sporre l'immediata corresponsione della tre -dicesima mensilità ai dipendenti statali e pa -rastatali delle province colpite dal nubifragio .

(18817)

MINASI . — Al Ministro dell'industria edel commercio . — Per conoscere, in riferi-mento alla risposta data alla interrogazion ea risposta scritta n . 18162, se intende solle-citare la messa in esercizio della linea elet-trica, costruita per le contrade Giunchi, Pa -pelli, Ornicò, Feudo e Candidati del comunedi Caulonia; se non ritiene, pertanto, che, datoche i lavori per la elettrificazione di quell econtrade sono da tempo ultimati, l'erogazion edi un servizio sì essenziale alla vita di quellepopolazioni non vada subordinato alla defini-zione della pratica « di imposizione di servitùdi elettrodotto » .

(18818 )

GAGLIARDI. — Ai Ministri del lavoro eprevidenza sociale, delle finanze e dell'interno .— Per conoscere se non intendano intervenir eal fine di mediare la vertenza in atto fra i la-voratori delle imposte di consumo, l'INGIC el'UNAIC .

Tale vertenza, che trae origine dal rifiutodelle associazioni dei datori di lavoro di ini-ziare le trattative, presenta caratteri di parti -colare delicatezza, onde si appalesa urgente i lrichiesto intervento governativo .

(18819 )

DE MARZIO . — Al Ministro delle finanze .— Per conoscere se non ritenga, nel caso i ncui risponda a verità sia intendimento del Mi-nistero sopprimere l ' ufficio ,distrettuale delleimposte dirette e l'ufficio del registro di Ca-stelnuovo della Daunia, di soprassedere al det-to provvedimento, in considerazione del fatt oche la suddetta abolizione provocherebbe gra-ve disagio alle popolazioni agricole della zon adi Castelnuovo della Daunia, zona male col -legata con gli altri comuni d'ella provinci adi Foggia .

(18820 )

BASLINI . — Ai Ministri delle finanze eper la riforma della pubblica amministrazio-ne. — Per conoscere se intendono ovviare all asituazione determinata dal fatto che il timbr oche per legge deve essere apposto sul modulo

relativo al pagamento di tasse erariali alla te-soreria dello Stato di Roma (in via dei Mille )non è reperibile in suddetto ufficio ma soltantonella sede della ragioneria dello Stato posta aoltre quattro chilometri di distanza (e preci-samente in Borgo Sant'Angelo) .

L'interrogante chiede di sapere come siapossibile un simile assurdo e segnala che iparticolari della anomala situazione sono ri-portati sul 'numero di novembre del mensil eLa Nuova Tribuna .

(18821 )

JACAllI E RAUCCI . — Ai Ministri dell ointerno e della sanità . — Per conoscere i ri-sultati della recente inchiesta affidata al fun-zionario della prefettura di Caserta, dottor Ru-berti Amedeo, nei confronti dell'ospedale psi-chiatrico « Santa Maria Maddalena » di Aver -sa e )quali eventuali provvedimenti si inten-dano adottare .

(18822)

GRIMALDI . — Ai Ministri dei lavori pub-blici e della sanità . — Per conoscere qual iprovvedimenti intendano adottare per accer-tare le violazioni alle norme vigenti ed al re-golamento edilizio comunale verificatesi nel-l'abitato del comune di Enna nei seguenti set -tori :

licenze edilizie rilasciate per fabbricat isiti entro la zona di rispetto della cinta cimi-teriale e per i quali è in corso un accerta -mento giudiziario da parte del Pretore diEnna;

fabbricati costruiti in difformità 'd'elle li-cenze edilizie ;

fabbricati costruiti sulle pendici della cit-tà già dichiarata zona franosa ;

fabbricati costruiti in violazione del vin -colo panoramico ed archeologico .

(18823 )

MAGNO . — Al Ministro dei trasporti edell'aviazione civile. — Per sapere come l oIspettorato della motorizzazione intenda tute -lare i diritti dei dipendenti licenziati per rap-presaglia dalla ditta Domenico Arena, conces-sionaria di servizi automobilistici con sede inMonte Sant'Angelo (Foggia) .

I suddetti lavoratori, dopo diciassette ann idi servizio, sono stati sostituiti nel loro postodi lavoro per il solo fatto che si erano per-messi di reclamare il pagamento di assegnifamiliari arretrati e di altre spettanze 'da tem-po maturate .

(18824 )

RAFFAELLI . — Al Ministro della pubbli-ca istruzione. — Per sapere :

1) se è a conoscenza della caotica situa-zione che si è verificata al Provveditorato agli

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studi di Pisa per il conferimento degli inca-richi annuali e delle supplenze, che non èiniziato nei termini stabiliti (dal 20 agosto al28 settembre) dall'ordinanza ministeriale 1966-1967, tanto è vero che al 14 ottobre restavanoda assegnare numerosi posti nelle varie disci-pline didattiche con grave nocumento perl'andamento delle scuole che in molte sedidella provincia restano per lungo tempo priv edi insegnanti ;

2) in base a quale criterio il Provvedito-rato ha riservato i posti previsti per gli or-fani di guerra (articolo 17 ordinanza Ministe-riale concernente la nomina degli insegnantinon di ruolo negli istituti e nelle scuole diistruzione media classica, scientifica, magi -strale e tecnica per l'anno scolastico 1966-67 )dal momento che, a quanto risulta, non si ètenuto conto della riserva di posti per gli in -segnanti orfani di guerra ;

3) le ragioni per le quali si sono verifi-cati casi fortemente lesivi della dignità dell ascuola e degli stessi insegnanti, taluni dei qual ibenché fossero stati regolarmente nominati ,all'atto della presentazione presso la scuola ,htanno trovato la loro cattedra già occupata ;

4) perché, mentre per la maggioranzadegli insegnanti il Provveditorato si è avvals odel disposto della nota numero 1 dell'articol o18 della citata ordinanza, invitando a sceglie-re la materia, la sede e la scuola, per altrisi è provveduto d'ufficio dopo che era statacomunicata la nomina precedentemente stabi-lita, confermando sedi più lontane e più sco-mode di quelle scelte da insegnanti in ordin esuccessivo nella graduatoria ;

5) perché la Commissione per gli inca-richi e supplenze presieduta dal Viceprovve-ditore ha proceduto a spostamenti di sedi gi àscelte, in base a semplici richieste verbali ri-volte alla Commissione, con danno ad altr iinsegnanti ;

6) perché non è stato consentito agli in -segnanti di prendere visione, così come sta-bilisce l'ordinanza Ministeriale citata, all'ar-ticolo 32, (affissione all'albo), esatta situazio-ne dei posti da assegnare e di quelli già as-segnati ;

7) perché per diversi giorni, gli addett iagli Uffici del provveditorato non hanno adem-piuto al dovere di dar luogo ai normali ~ice-vimenti, come stabilito dall'orario affisso agl iuffici, facendo attendere senza esito diecinedi insegnanti per delle ore ;

per sapere infine quali provvedimentiintenda adottare per accertare eventuali re-sponsabilità e per garantire che non sia les odiritto alcuno agli insegnanti .

(18825)

RADI, CERUTI, NUCCI E DE LEONAR-DIS . — Al Ministro dell'agricoltura e delleforeste . — Per sapere se – visti i non conclusiv irisultati ai quali è sino ad ora pervenuto l ostudio dei problemi inerenti alla raccolta mec-canica delle olive, considerato che le spese del -la raccolta rappresentano sempre un 'alta per-centuale del costo di produzione dell'olio d ioliva e quindi che la riduzione degli oner idella raccolta ha una grande importanza perla difesa della olivicoltura nazionale e dell'eco-nomia agricola collinare 'di vaste regioni de lPaese, nel quadro delle recenti decisióni dell aCEE – non intenda promuovere in modo siste-matico e finanziare in misura adeguata, all eesigenze della ricerca, un organico program-ma di sperimentazioni per la rapida indivi-duazione di valide tecniche per la raccolta oli-vicola .

(18826 )

MASCHIELLA. — Al Ministro dei lavor ipubblici . — Per sapere se è a conoscenza de igravi danni subiti dalla strada statale n . 3 Fla-minia nel tratto tra i chilometri 104 e 107 aseguito dell'alluvione del settembre 1965 . Perconoscere le misure che il Ministro intend eprendere per portare alla normalità dopo quat-tordici mesi, una strada di grossissimo traf-fico che nello stato attuale crea non solo dif-ficoltà all'economia delle città interessate m acostituisce un pericolo serio per gli utenti sen-za parlare del fatto che se malauguratament edovesse 'avvenire una nuova alluvione rischie-rebbe di franare anche la parte rimanente del -la sede stradale interrompendo così i traffici anord di Terni verso Spoleto, l 'Umbria e leMarche .

(18827 )

BIGNARDI . -- Al Ministro dei lavori pub-blici . — Per conoscere, 'informato delle grav iapprensioni suscitate dalle recenti alluvion i

nella popolazione della valle del Savena (pro-vincia di Bologna) nel tratto a valle del lago

di Castel dell'Alp ia) l'e ragioni per cui, dopo le prime, e

provvisorie sistemazioni risalenti al 1951, nonsono state attuate le ulteriori opere per l equali pure esisterebbero progettazioni autoriz-zate ;

b) se si intende affrontare senza ritard ola sistemazione della diga naturale del pre-detto lago così da garantire la vita e gli aver idella numerosa collettività della zona, tenutoconto che nell'attuale piena le acque avreb-bero eroso 11 briglie su 13 .

(18828 )

BUZZI . — Al Ministro dei lavori pubbli-ci . — Per conoscere quali provvedimenti si

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intendano adottare per ovviare alla partico-lare situazione venutasi a creare in danno dinumerose ditte private e pubbliche della pro-vincia di Parma, colpite dal nubifragio del lu-glio 1965, alle quali non sono ancora stati li-quidati i danni ai fabbricati civili, accertatie periziati in applicazione della legge 26 lu-glio 1965, n . 969 .

Risulta, infatti, all'interrogante che i re-lativi decreti emessi dal Provveditorato regio-nale alle opere pubbliche di Bologna a titol odi liquidazione dei danni da ciascuna di esseditte subiti, non sono stati, a tutto oggi, re-gistrati dalla competente sezione della Cortedei conti, eccependo quest'ultima che le peri -zie cui i decreti stessi si riferiscono sono com-prensive dei lavori di urgente ripristino ese-guiti dalle ditte medesime nei giorni imme-diatamente successivi il nubifragio ancor pri-ma del sopralluogo dei tecnici del locale Ge-nio civile che, peraltro, hanno in seguito ac-certato l'effettiva esecuzione dei lavori stessi .

L'interrogante ritiene che una siffatta pro-cedura sia ingiustamente lesiva del diritt odei danneggiati ove si tenga conto che i cen-nati urgenti interventi dagli stessi predispo-sti altro scopo non hanno avuto se non quell odi preservare le opere colpite da ulterior imaggiori danni in attesa dell'intervento sta-tale che, alla data del nubifragio sofferto, nonera, peraltro, assicurato da alcuna provvi-denza legislativa .

Se venisse accolto il principio giuridic oaccampato dal citato organo di controllo, s iconfigurerebbe la paradossale situazione at-traverso cui verrebbe ingiustamente colpitochi con senso di responsabilità ed operosa di-ligenza ha cercato di far fronte con propr imezzi all'evento calamitoso nel lodevole in-tendimento di contenere, per quanto possi-bile, i danni arrecati dall'evento stesso . (18829)

AMENDOLA PIETRO . — Ai Ministri de llavoro e previdenza sociale e dei trasporti eaviazione civile . — Per sapere quale inter -vento intendano effettuare presso la Societ àElti, concessionaria in provincia di Salern odi numerose linee automobilistiche di gra nturismo ed extraurbane, affinché revochi illicenziamento da essa disposto di numerosidipendenti il 20 ottobre 1966 in segno di rap-presaglia allo sciopero dei suoi dipendent isvoltosi lo stesso giorno 20 ottobre, scioper oche era stato proclamato per rivendicare i lrispetto del contratto di lavoro, il pagament odello straordinario e delle trasferte, ecc .

(18830)

AMENDOLA PIETRO. — Al Ministro de ilavori pubblici . — Per conoscere quando sar àfinalmente provveduto a pagare l'indennit àdi espropriazione ai numerosi piccoli pro-prietari di Maiori che furono espropriati aseguito della tragica alluvione dell'ottobre1954 e che ormai da ben 10 anni sono in attes adi ricevere le spettanze di legge.

(18831 )

AMENDOLA PIETRO. — Ai Ministri del-la pubblica istruzione e dei lavori pubblici .— Per conoscere quando sarà finalmente ul-timata la costruzione dell'edificio scolasticoin Montesano sulla Marcellana capoluogo, co-struzione che fu iniziata ben 18 anni addietr onel 1948 !

(18832)

AMENDOLA PIETRO . — Al Ministro deitrasporti e dell'aviazione civile . — Per cono-scere le ragioni per l'e quali non viene ancorariaperta al traffico la linea ferroviaria Mer-cato San Severino-Salerno interrotta a causadel nubifragio del 25 ottobre 1966 .

L'interrogante fa presente che, stranamen-te, essendo stata ormai la linea riattivataessa non sia stata riaperta al traffico già d'a l5 novembre, e invece 'continui a funzionar esulla tratta un servizio automobilistico sosti-tutivo dei treni delle ferrovie dello Stato af-fidato alla SITA con una spesa giornaliera d iben circa un milione e duecentomila lire .

(18833 )

ALPINO, COCCO ORTU, BADINI GONFA-LONIERI, GOEHRING, BIAGGI FRANCAN-TONIO E DEMARCHI . — Al Presidente de lConsiglio dei ministri e al Ministro dell'in-terno. — Per sapere se siano a loro conoscen-za e se rispondano al vero le notizie compar-se in un articolo di un quotidiano di Cata-nia e riprese in altro sul Resto del Carlino ,in data 27 ottobre 1966, secondo cui alcun ifunzionari dell'Assemblea regionale sicilian aavrebbero uno stipendio di lire 3 milion imensili, mentre poi risulta che Ia regione ,spendendo 40 miliardi per 6 .140 dipendenti ,sosterrebbe un costo per ognuno (nonostant eil prevalente peso dei bassi gradi sulla me-dia) di circa lire 540 .000 mensili .

Si chiede di conoscere se si ritiene ammis-sibile l'impiego, in una vera antipolitica deiredditti che esaspera le spereqtiazioni tra l edepresse popolazioni dell'Isola, dei tributi ri-lasciati e dei contributi di solidarietà versati ,sulle finanze nazionali, alla Regione .

Si chiede di conoscere, infine, se e comesi ritiene di 'reprimere una buona volta, tr al'altro, ogni assurda e offensiva sperequazio-

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ne e privilegio dei dipendenti regionali, inconfronto ai trattamenti del personale sta -tale di pari grado .

(18834 )

ALPINO, COCCO ORTU, BIAGGI FRAN-CANTONIO, GOEHRING, BADINI GONFA-LONIERI E DEMARCHI . — Ai Ministri del-l'interno e del lavoro e previdenza sociale . —Per sapere se e come intendono 'provvedere afar sanare la grave situazione creata all'INP S— Fondo di previdenza autoferrotranvieri –dalla massiccia morosità delle imprese muni-cipalizzate, provincializzate e regionalizzat edi trasporti, per quasi 38 miliardi secondol'ultimo rendiconto, nel pagamento ,dei contri-buti obbligatori . Tale morosità include anch epiù gravi inadempienze, quali mancato river-samento di ritenute fatte ai dipendenti e man-cata pubblicazione dei relativi prospetti, ed hagià provocato denunce giudiziarie dell'INPS acarico delle aziende di Roma e Napoli .

Si chiede di conoscere se, data la massic-cia e ormai cronica insolvenza, non si ravvisauna organica e irreparabile incapacità a sop-portare contributi sproporzionati alle possibi-lità obbiettive delle aziende, considerando inol-tre che i detti contributi sono ragguagliati a lpeso di trattamenti previdenziali di assolutoprivilegio in confronto a quelli medi dellagran maggioranza dei lavoratori italiani . D'al-tra parte è assurdo e ingiusto che il peso disiffatto privilegio sia riversato sulla generalitàdei cittadini, poveri in testa, che come utentie come contribuenti devono provvedere al ri-piano dei disavanzi delle aziende in questione .

(18835 )

ALPINO . — Al Presidente del Consigliodei ministri ed al Ministro del tesoro . — Persapere se e quali iniziative intendano assume -re per snellire e accelerare, secondo le vivac irichieste del pubblico, il pesante servizio de iricorsi per le pensioni di guerra, indirizzatialla Corte dei conti, il cui numero ammont aattualmente a oltre 650 .000 e che in gener einteressano ex combattenti privi di redditi edi compromessa capacità lavorativa, oppur evedove e genitori anziani sovente in stato d imiseria .

Occorre inoltre abbreviare i prolungati ri-tardi, talora anche superiori a un anno, concui i competenti servizi del Ministero dannoesecuzione, con l 'emanazione dei conseguentiprovvedimenti, alle pronunce della Corte de iconti .

(18836 )

ALPINO. — Al Ministro delle poste e del-le telecomunicazioni --- Per sapere se non

ravvisa neppure ora l'opportunità di istitui-re, secondo le reiterate istanze degli abitanti ,un ufficio postale nella frazione Rozzo del co-mune di Borgosesia (Vercelli), data l'ingent edistanza dal capoluogo 'e dati i conseguent iritardi e disagi incontrati per ogni occor-renza del servizio, specie nella cattiva sta-gione .

Si fa presente che all ' istituendo ufficio po-stale di Rozzo potrebbero far capo anche l efrazioni di Albergate, Afrancia, Bastia, Bri-na, Caneto, Cardolino, Cadegatti, Cadarondo ,Ferruta, Lovario, Marasco, Orlongo, Trebl?iet-to, Trebbia . con indubbio vantaggio per le po-polazioni rispettive .

(18837)

ALPINO . — Al Ministro delle finanze .Per sapere se non ravvisa la necessità di ema-nare istruzioni o, se del caso, di promuovereadeguati provvedimenti per stabilire il rim-borso di quanto ingiustamente pagato o con-cordato da quei contribuenti che, per eccessi -va ma non censurabile fiducia nella legitti-mità e costituzionalità dei tributi votati da lParlamento, non sollevarono eccezioni o for-mali gravami contro l'applicazione dell'impo-sta sull'incremento di valore delle aree fab-bricabili, ad essi accertata ai sensi dell'origi-naria legge 5 marzo 1963, n . 246 e anterior-mente alla pubblicazione della sentenza n . 44(4 maggio 1966), nonostante si trovassero nel -le condizioni di cui alle norme annullate, pe rillegittimità costituzionale, da quella sen-tenza .

chiaro che, se si considerano irrevoca-bili le partite di coloro che abbiano pagat oo definito il tributo mentre restano liberatidal medesimo quanti abbiano interposto gra-vame, nelle stesse condizioni, si crea una ini -qua sperequazione, praticamente a danno deicontribuenti più modesti, meno capaci di pro-curarsi consulenze e assistenze tecniche ade -guate . A parte le 'dubbie ragioni giuridich eprospettate dalla avvocatura erariale, rest aun problema morale, sociale e politico di cu iparrebbe non possa disinteressarsi il Governo .

(18838 )

RUSSO VINCENZO MARIO . — Al Mini-stro delle partecipazioni statali . — Per saperese risponde a verità che la società Autostradecostruzioni e concessioni autostrade IRI vers aannualmente la somma di lire 10 milioni a fa-vore del periodico Trasporti edito a cura dellaFILTAT-CISL ed in caso affermativo se no nritenga che sia fuori della liceità il finanziar euna pubblicazione di parte con denaro pub-blico .

(18839)

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Atti Parlamentari

— 27879 —

Camera dei Deputat i

IV LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL IO NOVEMBRE 1966

ABATE . — Al Ministro del lavoro e dellaprevidenza sociale . — Per conoscere i motiv iper i quali il collocatore del comune di Melen-dugno (Lecce), signor Aprile Brizio, non f re-quenta, nello stabilito orario, il proprio uffi-cio, provocando lagnanze legittime da parte de ilavoratori del comune suddetto ;

si chiede inoltre di conoscere con qual ecriterio ,egli opera inconsulte discriminazion inella cancellazione dei lavoratori dagli elen-chi anagrafici .

(18840 )

MATARRESE . — Ai Ministri dei lavor ipubblici e dell'interno . — Per sapere se siaa conoscenza delle proteste suscitate nel co-mune di Poggiorsini (Bari) dalla assegna-zione di alloggi ai sensi della legge 30 dicem-bre 1960, n . 1676 (Case per i lavoratori agri -coli) ai signori Di Palo Giacomo, Ditrio Fran-cesco e Antonacci Pietrantonio, che non sa-rebbero braccianti in quanto proprietari efittuari di notevoli estensioni di terreno e sa-rebbero già proprietari di case . In partico-lare, l'Antonacci è accertato che sia proprie-tario di diversi alloggi dati in locazione e che ,per di più, ha concesso in locazione anch el'alloggio costruito con il finanziamento sta-tale di cui alla succitata legge .

In considerazione della indignazione pro-vocata nella piccola comunità di Poggiorsinidai fatti denunciati, si chiede se non sia op-portuno disporre un'accurata inchiesta cheaccerti i fatti e adotti gli opportuni provvedi -menti, a cominciare dalla revoca dei finan-ziamenti illegalmente concessi .

(18841 )

MATARRESE . — Al Ministro dei lavoripubblici . — Per sapere i motivi della finor amancata convocazione della Commissione d icui all'articolo 5 della legge 4 febbraio 1963 ,n. 129, prorogata con legge del 1966, tant opiù che, in sede di dibattito alla Camera perla proroga della suddetta legge, si assicur òda parte del rappresentante del Governo ch eil Piano nazionale degli acquedotti era prati-camente già pronto (gennaio corrente anno )per cui la Commissione sarebbe stata convo-cata a breve scadenza .

(18842 )

DI MAURO AEDO GUIDO, GIORGI, ILLU-MINATI E SPALLONE . — Ai Ministri del la-voro e previdenza sociale e degli affari esteri .— Per sapere quali passi intendono compiereallo scopo di tutelare i diritti dei lavoratoriitaliani che hanno contratto la silicosi nell eminiere belghe .

Fino al 1° gennaio 1964 i lavoratori italian iaffetti da silicosi contratta in Belgio venivano

assistiti dal Governo italiano in virtù dell alegge del 27 luglio 1962, n . 1115, che supplivaalla carenza, in materia, della legislazionebelga .

Col 1° gennaio 1964 è divenuta, teoricamen-te, operante, la legge belga del 24 dicembre1963 che, colmando la carenza legislativa diquel paese, rende inoperante la nostra n . 1115creata proprio in funzione vicariante . Nonavendo avuto a tutt'oggi pratica attuazione l alegge belga del 24 dicembre 1963 i nostri lavo-ratori in Belgio vengono a trovarsi comple-tamente scoperti di fronte al rischio di ma-lattia silicotica .

(18843 )

RUSSO VINCENZO MARIO . — Al Mini-stro delle partecipazioni statali . — Per saperese ritenga accettabile il sistema in atto dell asocietà Autostrade-concessioni e costruzioni fa-cente parte del gruppo IRI dei « superminimio « aumenti di merito » che vengono corrispo-sti spesso in misure anormali (sino a 50 .000 lir emensili), sempre con sistema parziale essend ogli stessi limitati al personale amministrati-vo e, in misura molto ridotta, agli operai ad -detti alla manutenzione, con esclusione de lpersonale addetto alla esazione e senza alcunacontrattazione con i sindacati dei lavoratori ;

se non ritenga inaccettabile la concessio-ne di superminimi (dati sulla base di valuta-zioni nettamente soggettive) di tale misura ch edeterminano, in qualche caso, addirittura i lsuperamento del trattamento percepito dal-l'impiegato di categoria superiore che non be-nefici, o benefici solo parzialmente, dei dett isuperminimi o aumenti di merito ;

se non ritenga ingiustificata la total eesclusione da detti superminimi o aumenti dimerito del personale addetto alla esazione pe-daggi, il quale svolge una attività, indubbia-mente molto logorante e dannosa alla salute ,estremamente positiva sul piano economicoper la società e per lo Stato ;

se non ritenga che la concessione degl iaumenti di merito e superminimi debba esse-re concessa sulla base .dell'effettivo merito (per-ché non è pensabile che fra il personale ad-detto alla esazione non vi sia un solo esattoreche non abbia tali meriti) e non generalizzatoa favore di un solo settore del personale di -pendente dalla detta società, in modo partico-lare attraverso una partecipazione dei rappre-sentanti dei lavoratori .

(18844 )

ABATE . — Al Ministro della pubblicaistruzione. — Per sapere perché, disponendol'articolo 117 del testo unico del 5 febbrai o1928, n . 577, (il cui disposto è stato successi-

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Atti Parlamentari

— 27880 —

Camera dei Deputati

IV LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 10 NOVEMBRE 1966

vamente confermato dall'articolo 1 della legge25 luglio 1966, n . 574) che i concorsi magistral idebbano essere banditi ad anni alterni ed es-sendo il concorso che doveva essere bandit onel 1965 espletato invece nel 1966, con un ann odi ritardo sulla data stabilita dalla legge, no nsiano stati elevati di un anno anche i limit imassimi di età allo scopo di non pregiudicar etutti i candidati che venivano a compiere i l35° anno di età proprio nell 'anno 1965. (18845 )

DI MAURO ADO GUIDO, GIORGI, ILLU -MINATI E SPALLONE . — Ai Ministri dell efinanze e dei lavori pubblici . — Per conoscerequali iniziative intendono prendere affinch énella città di Ortona (Chieti) possa divenir eoperante il decreto presidenziale n . 2 del 19gennaio 1959 . In quella città, da vari anni, nu -merosi assegnatari di 24 lotti di case popolarichiedono di aprire la pratica per il riscatto de -gli appartamenti da loro occupati . Ciò non èstato a tutt'oggi possibile per la mancata de -manializzazione dei fabbricati in parola .

(18846 )

Interrogazioni a risposta orale .

« Il sottoscritto chiede d'interrogare il Mi-nistro dei trasporti e dell'aviazione civile, pe rsapere se è a conoscenza del fatto che l'inon-dazione che ha colpito la città di Grosseto e i lconseguente riversarsi nella medesima delleacque del fiume Ombrone ha trovato ostacol oal loro sfogo nel rilevato ferroviario che deli-mita la città dal lato sud-ovest, rilevato ch ein alcuni punti raggiunge un'altezza di me-tri 5, e se abbia già posto allo studio, o se nonintenda porvi al più presto, la modificazion edell'attuale terrapieno ferroviario in un via -dotto sopraelevato o quanto meno, in un ter-rapieno continuamente interrotto da arcate eluci, in modo da permettere, in caso di strari-pamenti dell'Ombrone, il deflusso delle acqu esenza danni per la città e per la linea fer-roviaria .(4657)

« MONTANTI » .

Il sottoscritto chiede di interrogare il Mi-nistro dei trasporti e dell'aviazione civile, pe rconoscere se la chiusura del tronco di line aSalerno-Mercato San Severino è soltanto tem-poranea, e cioè per il tempo necessario a com-piere alcuni lavori resisi necessari a seguit odell'alluvione del 24-25 ottobre 1966, oppure èdefinitiva .

« In tale ultima dannata ipotesi, l'interro-gante chiede di conoscere se non sia il cas odi rivedere il provvedimento, tenendo conto

che la linea Salerno-Mercato San Severin onon solo è di riserva per il traffico tra il Norded il Sud nel caso di interruzione della line aNapoli-Salerno, ma è compresa, come risult aa pagina 335 del piano di coordinamento degl iinterventi pubblici nel Mezzogiorno, nell ' areadi sviluppo industriale di Salerno, la qualeannovera appunto i comuni di Baronissi, Fi-sciano e Mercato San Severino .

Per conoscere infine quali altri mezzi d itrasporto sostitutivi saranno adottati – ove s imantenga fermo il provvedimento – per il ri-spetto di quanto previsto dal piano quinquen-nale di sviluppo e dal disegno di legge n . 3415sul riordinamento dell'Azienda Autonoma del-le ferrovie dello Stato, ove appunto si legge :

Istituire e gestire direttamente o indiretta-mente i servizi sostitutivi ed integrativi diquello ferroviario » .

(4658)

« CACCIATORE D .

sottoscritti chiedono d'interrogare i Mi-nistri dell'interno, dell'agricoltura e forestee dei lavori pubblici, per sapere se – di frontealle alluvioni che hanno colpito anche alcunezone della Lombardia, in modo particolare i lpaese di Caste]. MelIa in provincia di Bre-scia per la rottura degli argini del fiumeMella, il comprensorio lodigiano ed i comun idi Melegnano, San Giuliano e San Donat oMilanese per gli straripamenti del fiume Add ae del canale Redefossi; ed in considerazioneche molti disastri che si ripetono da anni inValle Padana e nelle vallate lombarde son olegati strettamente al progressivo spopola-mento e degradamento economico e social edelle zone montane dell'arco alpino per l amancanza di una politica di difesa del suol oe di valorizzazione delle risorse naturali –non intendono, oltre che a predisporre le mi-sure necessarie per l'assistenza alle popola-zioni colpite, e nella considerazione della ne-cessità di una diversa politica di investimentiverso le zone montane, e al fine di evitar ealtre sciagure, provvedere, attraverso le leggiche operano attualmente, al soddisfacimentodelle domande individuali e collettive di mu-tuo e contributi che sono giacenti da ann ipresso gli uffici ministeriali e al finanziamentodi quelle opere urgenti già individuate e pro-gettate riguardanti la forestazione, le strad ee la sistemazione idrogeologica e, nel con-tempo, provvedere affinché l'ENEL, tran-sando le cause in corso, abbia a regolarizzareil pagamento dei sovracanoni maturati i nquesti anni in base alle leggi n . 959 e n . 1377e procedere alla revisione delle concessioni

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Atti Parlamentari

— 27881 —

Camera dei Deputat i

IV LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 10 NOVEMBRE 1966

in modo da garantire una migliore utilizza-zione delle acque, con particolare riguard oall'irrigazione .

(4659) « BRIGHENTI, ROSSINOVICH, LAJOLO ,NICOLETTO, CORGHI, ALBONI, BAT-TISTELLA, SOLIANO, RE GIUSEP-PINA, SACCHI, GOMBI, SANDRI ,

ROSSANDA BANFI ROSSANA » .

« Il sottoscritto chiede di interrogare il Pre-sidente del Consiglio dei ministri, per sapereperché non è stato mantenuto l'impegno pres oa nome del Governo dal Sottosegretario Saliz-zoninella seduta del 10 dicembre 1965 dellaI Commissione della Camera, di predisporreun provvedimento di sistemazione 'del perso-nale a " contratto a termine " in servizio pres-so la Presidenza del Consiglio dei ministri en-tro il gennaio del 1966 ;

e per conoscere altresì gli orientament iattuali dell'Amministrazione in merito a tal eproblema .

(4660)

« NANNUZZI » .

« I sottoscritti chiedono di interrogare i lMinistro del,l'interno, per conoscere per qual imotivi abbia ritenuto di rinviare le elezion idei consigli comunali di Ariano Polesine e d iSan Martino di Venezze in provincia di Ro-vigo .

« Mentre infatti in altri comuni le elezion isono state rinviate a causa dei danni in ess iprovocati dal maltempo, nei predetti due co-muni nessun danno si è determinato, e per-tanto nessuna ragione sussisteva per un rin-vio che appare una vera e propria violazion edella legge e un abuso di potere . Gli interro-ganti chiedono pertanto di conoscere se nonsi intenda revocare detto provvedimento arbi-trario e mosso esclusivamente da interessi d iparte .

(4661)

« CERAVOLO, PIGNI, LAMI » .

« I sottoscritti chiedono di interrogare i lMinistro dei lavori pubblici, per sapere, pre-messo che con legge del 14 febbraio 1963 ,n . 143, il Governo assegnò al Consorzio livor-nese, per la costruzione di un bacino di ca-renaggio, la somma di lire 8 miliardi ;

che tale opera è veramente attesa ed èdi decisivo rilievo per i riflessi positivi, eco-nomici e di lavoro, che determinerà in fa-vore della economia livornese ;

che, successivamente, il Ministero dei la-vori pubblici ha indetto, per delega del con-sorzio, un appalto concorso per la progetta-zione e la esecuzione dell'opera ;

che, ad appalto concluso, la commissionegiudicatrice, nominata a norma di legge, h arassegnate le sue conclusioni al Gabinetto de lMinistro e quest'ultimo le ha inviate al con-sorzio per gli adempimenti definitivi ;

che risulterebbe che il consorzio si ap-presti ora, in relazione alle conclusioni dell apredetta commissione ministeriale, ad aggiu-dicare l'appalto ad un prezzo di circa un mi-liardo e mezzo superiore ad altre offerte al-trettanto idonee presentate da imprese d ieguale rango di quella cui si vorrebbe aggiu-dicare il lavoro ;

se non ritenga opportuno far sospender eogni definitiva decisione da parte del consor-zio e provvedere, nella sua alta, esclusiva ecompetente responsabilità, alla tutela del mi-gliore impiego del finanziamento a suo tempoconcesso .

(4662)

« TOGNI, BIAGIONI, DE MEO, GAS-SIANI » .

« Il sottoscritto chiede di interrogare il Mi-nistro della difesa, per conoscere in base aquali criteri è stato deciso l'acquisto dellanuova serie di 220 intercettatori della Lo-ckheed dopo che gli F 104-G Starfighter dellaserie precedente hanno fatto registrare la per -dita di almeno 13 velivoli e la morte di sett epiloti e perché le nuove ordinazioni non sonostate conseguentemente orientate verso altritipi di aerei tenendo in più giusto conto lasicurezza del personale navigante dell'Aero-nautica militare e soprattutto l'esigenza di svi-luppare la collaborazione a livello europe oper la progettazione e la realizzazione di mo-delli più adatti alle esigenze 'operative euro-pee e allo sviluppo della tecnologia continen-tale; chiede inoltre di conoscere la cifra esatt adegli F 104-G Starfighter attualmente inuti-lizzati per incidenti occorsi in fase di collaudo(e in questa eventualità chi ne abbia sostenutole spese) .o per inconvenienti meccanici a ter-ra; chiede, infine, di sapere se il progettat onuovo acquisto di F 104, che è un intercetta-tore convenzionale, non rientri in un pian odi riconversione, imposto dagli americani ,della precedente linea di volo degli Starfighterche si basava su aerei polivalenti per i qualiera previsto l'impiego come vettore nucleare ,rispondente .ad una aspirazione europea d imaggiore dignità nell'ambito dell 'alleanza oc-cidentale .

(4663)

« DE MARZIO » .

« I sottoscritti chiedono di interrogare i lPresidente del Consiglio dei ministri ed i Mi-nistri del bilancio e del lavoro e previdenza

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- 27882 —

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IV LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 10 NOVEMBRE 1966

sociale, per sapere se già non era a conoscen-za del Governo, anteriormente al " caso po-litico " dedotto dall'applicabilità del regola-mento di quiescenza INAIL a un esponentedell'opposizione, l'esistenza di una vera selv adi grosse e assurde sperequazioni, fra i trat-tamenti privilegiati di retribuzione e soprat-tutto di pensione e di liquidazione goduti d agruppi o da interi settori di dipendenti, spe-cie nell'ambito del parastato e delle impresepubbliche nazionali e locali, e quelli tuttor ain atto per l'enorme maggioranza dei lavo-ratori italiani e quali obiettivamente consen-titi dalle attuali dimensioni del reddito na-zionale .

« Si sono costituite – e accentuate in questianni – numerose e vaste isole di privilegio ,che negano e offendono ogni pur timida edi-zione della politica dei redditi, pur concla-mata come premessa e strumento basilar edella programmazione .

« Poiché programmare significa perequar ee correggere squilibri, si chiede di sapere s enon si ritenga, sul piano della giustizia so-ciale e per una equilibrata attuazione del pro-gramma, di passare una buona volta dalle pro-clamazioni verbali ad una socialità operante ,con una politica che devolva le quote consen-tite dall'aumento del reddito nazionale, ol-treché a soddisfare le esigenze degli investi-menti produttivi in appoggio allo svilupp odel reddito medesimo e dell 'occupazione, a mi-gliorare guadagni e previdenze dei settori pi ùpoveri .

« Si chiede infine di conoscere se non s iritiene di disporre in via di urgenza, qual epregiudiziale strumento di una siffatta poli-tica e di una giusta revisione di priorità nel -l'ambito degli stanziamenti del programma1966-70, la completa e sincera rilevazione deitrattamenti, di lavoro e di quiescenza, vigent iin tutti i settori e categorie, in ragionevol ecomparazione di funzioni, gradi o qualifiche .

(4664) « ALPINO, GOEHRING, BADINI GONFA-

LONIERI, COCCO ORTU, BIAGGI

FRANCANTONIO, DEMARCHI » .

« Il sottoscritto chiede d'interrogare il Mi-nistro della difesa, per conoscere se l'inter-vento delle Forze armate nelle zone colpitedalla alluvione è avvenuto secondo un pian oorganico prestabilito per l 'evenienza di ca-lamità pubbliche, o piuttosto in modo sle-gato, gerarchicamente non coordinato, ed i nuna atmosfera di conflitto tra autorità poli-tiche, quelle civili e quelle militari, senz ache queste ultime ricevessero automatica-

mente, sin dal primo momento, pieni poter isia per l'ordine pubblico e le comunicazion iche per le operazioni di soccorso ed approv-vigionamento .

Subordinatamente l'interrogante chiededi conoscere l'entità dei danni riportati dall eopere militari di difesa nel Veneto, che sareb-bero ingenti e da porre in relazione sia conle più che scadenti qualità dei materiali usatiper la loro costruzione (in violazione dei con -tratti di appalto), che con la dislocazione d itali opere per cui non si sarebbe tenuto suf-ficientemente conto dei fattori idrogeologici .Se così fosse non vi sarebbe luogo per com-prensione perché è base tradizionale della piùelementare strategia, specialmente nel Veneto ,la considerazione dei fattori idrogeologici e laprevisione di eventualità simili a quelle chesi sono verificate recentemente . Mentre i ser-vizi geologici civili dello Stato sono pratica-mente nello stadio primitivo di organizzazion eche diede loro Quintino Sella, i corrispondentiorgani militari hanno avuto ed hanno bendiverso sviluppo, disponibilità di personale elarga quantità di esperienze . I documentatis-simi studi della NATO sulle caratteristicheidrogeologiche del Veneto, cui abbiamo datoun contributo importante, potevano e dove -vano essere la base per la scelta della dislo-cazione delle opere militari di difesa e per -sino ottimo punto di riferimento per i prov-vedimenti di altri dicasteri, nel settore civile .

(4665)

« CARADONNA » .

Il sottoscritto chiede d'interrogare il Pre-sidente del Consiglio dei ministri ed il Mini-stro del tesoro, per sapere :

1) se corrispondono al vero le notizie d istampa e 'di agenzia relative ai ripetuti solleciti ,rimasti senza risposta, del Ministro dei lavoripubblici, affinché fossero messi ,a disposizio-ne del suo 'dicastero i fondi necessari alle pi ùurgenti riparazioni dei danni provocati dall epassate alluvioni del secondo semestre del 1964 ;

2) se e quali conseguenze la mancata ero-gazione di detti fondi abbia avuto in relazio-ne alla recente alluvione, in particolare pe rciò che si riferisce al regime dell 'Arno .

(4666)

« ANDERLINI » .

« Il sottoscritto chiede d'interrogare il Mi-nistro dei lavori pubblici, per conoscere se in -tenda procedere a severa inchiesta sui tempie sui modi come è avvenuto lo svaso deI baci -no di Arsiè (Belluno), durante la recente allu-vione, che è stata aggravata ed ha fatto tantidanni nella Vallata del Brenta (Vicenza), pro-

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— 27883 —

Camera dei Deputati

IV LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 10 NOVEMBRE 1966

prio perché detto bacino, invece che servirea rendere più regolare il deflusso delle acqu edel fiume Cismon, avrebbe fatto precipitar ein quantità irregolare le acque del Cismon ne lfiume Brenta .

(4667)

« SILVESTRI» .

« Il sottoscritto chiede di interrogare il Mi-nistro del lavoro e della previdenza sociale ,per conoscere quali sono le ragioni che indu -

. cono la Direzione centrale dell'INAM a nondar corso alle istituzioni delle guardie medi -che come da impegno sottoscritto nell'accor-do del 3 agosto 1966 .

(4668)

« DI MAURO ADO GUIDO » .

« I sottoscritti chiedono di interrogare i lMinistro della pubblica istruzione, per cono-scere – premesso che i laureati in economi ae commercio pur essendo in possesso dell'abi-litazione all'insegnamento delle materie tec-niche commerciali, che è titolo per la richie-sta di immissione nei ruoli dell'insegnamentodi matematica e osservazioni scientifiche nel -la scuola media ai sensi della legge n . 603sono praticamente esclusi dal beneficio del -l'applicazione della stessa legge in quanto l aloro laurea non è compresa tra i titoli d istudio prescritti per l'ammissione all'esamedi abilitazione in matematica ed osservazion iscientifiche – se e come egli intenda sanare .la suddetta contraddizione che nuoce nell ostesso tempo alla scuola e ad una numerosacategoria di personale insegnante che, oltr ead avere conseguito mediante esame un titolodi abilitazione riconosciuto idoneo, presta nor-malmente già servizio nella scuola impartend oproprio l'insegnamento di matematica e os-servazioni scientifiche . Gli interroganti riten-gono che sia nel potere e nel dovere del Mi-nistro promuovere con opportuna sollecitu-dine la riforma della Tabella C allegata aldecreto del Presidente della Repubblica 29aprile 1957, n . 972, in modo da comprender ela laurea in economia e commercio fra i ti-toli di studio previsti per l'ammissione al -l'abilitazione in matematica e osservazion iscientifiche .

(4669)

« VALITUTTI, CASSANDRO » .

« Il sottoscritto chiede di interrogare i Mi-nistri dell'interno .e dei lavori pubblici, persapere – premesso che secondo gli articoli 58e seguenti del regio decreto 9 dicembre 1937 ,n . 2669, concernente la tutela delle opere idrau-liche di prima e seconda categoria e delle ope-re di bonifica, gli ufficiali idraulici sono im -

piegati civili dello Stato (inizialmente di grup-po C e con modesta carriera ; attualmente, pe rla legge 21 ottobre 1957, n. 1080, trasferiti inblocco nella categoria di concetto, con possi-bilità di accesso al coefficiente 402), addetti, in-sieme con i guardiani idraulici, i manovrator idi paratoie e gli osservatori idraulici, alle an-zidette opere idrauliche e di bonifica, oltrech éalle opere delle linee di navigazione di se-conda classe, e che trattasi pertanto di u npersonale specifico e ben caratterizzato, a cu iparrebbero estranee le mansioni di polizi astradale, più affini certamente ai compiti isti-tuzionali del personale per così dire genericodel Genio civile, ma che per altro anche gli uf-ficiali idraulici, nell'esercizio delle loro incom-benze, già assumono la qualità di agenti d ipubblica sicurezza (vedi articolo 96 del citatoregio decreto) – se non ritengano di estender eai predetti ufficiali la competenza ad espleta -re servizi di polizia stradale, già attribuita ,a lGenio civile dall'articolo 137 del codice stra-dale (decreto del Presidente della Repubblic a27 ottobre 1958, n . 956), in considerazione del -l'opportunità di disporre a tal fine di perso-nale qualificato, buon conoscitore delle rispet-tive zone di servizio .

(4670)

« VALITUTTI )) .

« I sottoscritti chiedono d'interrogare i Mi-nistri degli affari esteri e del lavoro e previ-denza sociale, per sapere quando e come ri-tengano di risolvere il problema dell'assisten-za sanitaria alle famiglie dei lavoratori emi-grati in Svizzera, rimaste in Patria .

« Fra la nostra emigrazione nella Repub-blica elvetica e fra le famiglie degli emigratirimaste in Italia c'è notevole malessere pe rla mancata soluzione di questo problema cos ìimportante; tale malessere è rispecchiato nel -le 71 mila firme di emigrati in Svizzera incalce ad un documento che chiede appuntol'intervento del Parlamento e del Governoper la pronta soluzione del problema, pre-sentato alla Presidenza della Camera dei de-putati da una delegazione di lavoratori emi-grati il 9 novembre 1966 .

(4671) « PELLEGRINO, PEZZINO, BRIGHENTI ,CALASSO, MANENTI, GIORGI, DIVITTORIO BERTI BALDINA » .

« I sottoscritti chiedono d'interrogare i Mi-nistri degli affari esteri e del lavoro e previ-denza sociale, per sapere se non ritenganodi far partecipare rappresentanti dei lavora-tori emigrati alle trattative bilaterali e multi-

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Atti Parlamentari

— 27884 —

Camera dei Deputati

IV LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 10 NOVEMBRE 196 6

laterali tra l'Italia ed altri Paesi in occasionedella stipula di accordi e convenzioni che l iriguardano direttamente come chiesto dai la-voratori emigrati in Svizzera con una istanz asottoscritta da 71 mila emigrati in quella re-pubblica e consegnata il 10 novembre 1966da una delegazione al Presidente della Ca-mera dei deputati .

(4672) « PELLEGRINO, PEZZINO, BRIGHENTI ,CALASSO, GIORGI, MANENTI, D IVITTORIO BERTI BALDINA » .

I sottoscritti chiedono di interrogare i lMinistro del lavoro e della previdenza sociale ,per sapere :

1) se è a conoscenza dell'intollerabile cli-ma antidemocratico e disumano instaurat onell'azienda « Marvin Gelber » di Chieti Sca-lo ai danni di circa duemila dipendenti inmaggioranza donne e ragazze . Da alcuni mes iviene praticata una sistematica azione inti-midatoria consistente in licenziamenti arbi-trari per motivi inesistenti, dimissioni forza-te, maltrattamenti ed ingiurie a catena distri-buite attraverso ammonizioni verbali di inu-sitata violenza e volgarità, il declassamentodelle lavoratrici più attive al ruolo di pianton idi gabinetti . L'istituzione del ruolo di pian -toni di gabinetti svela anche il .grado, il si-stema schiavistico di sfruttamento, messo i nopera dai lacché degli azionisti tedeschi che ,tra l'altro, porta a decurtazioni paurose de lsalario a cottimo che, per centinaia di dipen-denti va dal 30 al 50 per cento ;

2) se intende ordinare una severa inchie-sta sulle condizioni di lavoro esistenti all'in-terno dell'azienda non solo in merito alle vio-lazioni denunciate ma anche per accertare sei ritmi di lavoro imposti non siano tali d acompromettere lo stato di salute della lavora-trice ;

3) se intende prendere tutte le precau-zioni necessarie affinché l'interrogatorio dell eragazze avvenga al di fuori della fabbrica perfar sì che le lavoratrici siano messe nelle mi-gliori condizioni per rispondere in modo li-bero ed al coperto di ogni eventuale pression epadronale .

(4673)

(( DI MAURO ADO GUIDO, GIORGI ,

ILLUMINATI, SPALLONE » .

Interpellanze .

« I sottoscritti chiedono di interpellare i lPresidente del Consiglio dei ministri e i Mi-nistri dei lavori pubblici, dell'industria e

commercio, dell'agricoltura e foreste e del-l'interno, per conoscere – premesso che inon-dazioni, tracimazioni, mareggiate, frane e dalluvioni si ripetono ormai da anni con dram-matica e periodica sistematicità, causando in-calcolabili danni alle vite umane, alle oper epubbliche, alla proprietà privata, all'interaeconomia nazionale, nonché disagi e sofferen-ze a milioni di concittadini, specie donne ebambini – se non ritengano, in relazione aigravissimi, luttuosi avvenimenti dei giorni 3 ,4, 5, 6 e 7 novembre 1966, che hanno col-pito, fra l'altro, tutte le province della re-gione Triveneta, disporre i seguenti provve-dimenti d'urgenza :

1) ripristino e rafforzamento delle prin-cipali opere pubbliche danneggiate, con par-ticolare riferimento ad argini, dighe, difesea mare, strade, acquedotti, impianti di illu-minazione e di trasporto, mediante stanzia-menti straordinari ed eccezionali ;

2) continuare l'assistenza, già tempesti-vamente ed opportunamente disposta, a coloroi quali siano stati privati, interamente od ingran parte, di ogni loro fonte di vita, finoal momento in cui sarà possibile ad essi ri-pristinare le proprie attività ;

3) nonché i seguenti provvedimenti amedio termine :

a) concessione di contributi in capitalied in interesse, ai comuni, alle opere pie, agl ienti religiosi e di culto per il ripristino dell eproprietà danneggiate ;

b) stanziamento di congrui capitali di -retti a sovvenire le aziende artigiane, com-merciali ed industriali, nonché quelle agri -cole – con particolare riferimento alle pro-prietà diretto-coltivatrici, ai fittavoli ed aimezzadri – onde possano, con la migliore sol-lecitudine, ripristinare le loro attività, rico-stituire i patrimoni e le scorte, ecc . ;

e) sgravio nei casi più gravi ed il rin-vio, con conseguente lunga rateizzazione, del-le imposte e tasse d'ogni ordine e grado .

« Ed, infine, se non ritengano di doveraffrontare, con radicali provvedimenti e conglobale organicità, il problema della siste-mazione idrogeologica del territorio nazionalemediante un piano poliennale di interventiche – dalla montagna, all'Appennino fino a lmare – raccolga e sistemi il flusso delle acqu ee la loro utilizzazione .

(942)

« GAGLIARDI, CAVALLARI » .

« I sottoscritti chiedono di interpellare i lMinistro dell'interno, per conoscere se intenda

Page 59: SEDUTA DI GIOVEDÌ 10 NOVEMBRE 196 6legislature.camera.it/_dati/leg04/lavori/stenograf... · FLORENA, Sottosegretario di Stato per i trasporti e l'aviazione civile . 27828, 27829

Atti Parlamentari

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Camera dei Deputati

IV LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 10 NOVEMBRE 1966

fissare entro la primavera 1967 la data per losvolgimento delle elezioni per il rinnovo de lconsiglio provinciale e del consiglio comunal edi Forlì .

« Richiamandosi ai termini fissati dall alegge fanno presente la necessità che le elezio-ni avvengano entro i primi mesi del 1967 enon oltre la primavera ad evitare che insor-gano, in caso contrario, difficoltà e richieste d irinvii a causa dell'inizio della stagione turi-stica estiva nelle località rivierasche della pro-

vincia, il che porterebbe ad ulteriore protra-zione ,ed a tempo indeterminato la carenza de -gli organi elettivi della pubblica amministra-

zione di cui la popolazione locale è già dalungo tempo priva .

(943)

« ZOBOLI, PAGLIARANI, LAMA, ACCRE-

MAN, LAMI » .

STABILIMENTI TIPOGRAFICI CARLO COLOMBO