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SEMINARI E CONVEGNI 7** Laboratorio di Storia, Archeologia e Topografia del Mondo Antico

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SEMINARI E CONVEGNI

7**

Laboratorio di Storia, Archeologia e Topografia del Mondo Antico

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Atti delle quinte giornate internazionali di studi sull’area elima e la Sicilia occidentale nel contesto mediterraneo Erice, 12-15 ottobre 2003

Workshop «G. Nenci» diretto da Carmine Ampolo

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Guerra e pace in Sicilia e nel Mediterraneo antico (viii-iii sec. a.C.)Arte, prassi e teoria della pace e della guerra

vol. II

EDIZIONI DELLA NORMALE

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Redazione a cura di Chiara Michelini

© 2006 Scuola Normale Superiore Pisaisbn 88-7642-210-2

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Abbreviazioni

Autori antichi

Sono state adottate, di norma, le abbreviazioni dell’Oxford Classical Dictionary, Oxford-New York 19963 o del dizionario di H.G. Liddell, R. Scott, Oxford 19689, ad eccezione dei seguenti casi: Aristoph., Demosth., Diod., Hesych., Moschion, Plato, Ps. Hipp., Strabo, Tim.

Opere generali

AE = L’Annèe épigraphique, Paris 1888-BMC = Catalogue of the Greek Coins in the British Museum.BTCGI = Bibliografia Topografica della Colonizzazione Greca in Italia e nelle Isole

Tirreniche (fondata da G. Nenci e G. Vallet, diretta da C. Ampolo), Pisa-Roma 1977-1994, Pisa-Roma-Napoli 1996-

BullEp = Bulletin Épigraphique, pub. in Revue des Études Grecques. CEG = P.H. Hansen, Carmina Epigraphica Graeca, Berlin-NewYork 1983-

1989, I-II.CID = Corpus des inscriptions de Delphes, Paris 1977-CIG = Corpus Inscriptionum Graecarum, Berlin 1828-1877, I-IV.CIL = Corpus Inscriptionum Latinarum, Berlin 1863-CIS = Corpus Inscriptionum Semiticarum, Paris 1881-DGE = E. Schwyzer, Dialectorum Graecarum exempla epigraphica potiora, Lipsiae 19233.EAA = Enciclopedia dell’Arte Antica, Classica ed Orientale, Roma 1958-FGrHist = F. Jacoby, Die Fragmente der griechischen Historiker, Berlin 1923- GGM = C. Müller, Geographi Graeci Minores, Parisiis 1855-1861.IDélos = Inscriptions de Délos, Paris 1926-1972, I-VII.IG = Inscriptiones Graecae consilio et auctoritate Academiae Litterarum Regiae

Borussicae editae, Berolini 1873-IGASMG = R. Arena, Iscrizioni greche arcaiche di Sicilia e Magna Grecia, I-V,

1989- (I2 1996).IGCH = M.Thompson, O. Mrkholm, C.M. Kraay (eds.), An Inventory of

Greek Coin Hoards, New York 1973.IGDGG = L. Dubois, Inscriptions grecques dialectales de Grand Grèce, Génève

1995-2002, I-II.IGDS = L. Dubois, Inscriptions grecques dialectales de Sicile: contribution à

l’étude du vocabulaire grec colonial, Rome 1989.ILLRP = A. Degrassi, Inscriptiones Latinae Liberae Rei Publicae, Firenze 1957-

1963, I-II; 19652, I-II.

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X Abbreviazioni

ILS = H. Dessau, Inscriptiones Latinae Selectae, Berlin 1892-1916.Inscr. Ital. = Inscriptiones Italiae, Roma 1931-IvO = W. Dittenberger, K. Purgold, Inschriften von Olympia, Berlin 1896.LIMC = Lexicon Iconographicum Mythologie Classicae, Zürich-München 1981-LSAG2 = L. Jeffery, The Local Scripts of Archaic Greece. A Study of the Origin

of the Greek Alphabet and its Development from the Eighth to the Fifth Centuries B.C., revised edition with a supplement by A.W. Johnston, Oxford 1990.

LSJ = H.G. Liddell, R. Scott, Greek-English Lexicon, Oxford 19689 [reprint of the 9th ed. (1925-1940) with a new supplement edited by E.A. Barber and others].

OMS = L. Robert, Opera Minora Selecta, Amsterdam 1969-1990, I-VII.PGM = K. Preisendanz et al. (hrsgg.), Papiri Graecae Magicae. Die griechischen

Zauberpapyri, Stuttgart 1973-19742, I-II.PMG = D.L. Page (ed.), Poetae Melici Graeci, Oxford 1962.POxy. = B.P. Grenfell, A.S. Hunt (eds.),The Oxyrhynchus papyri, London 1898-RE = G. Wissowa (hrsg.), Paulys Real-Encyclopädie der klassischen Altertums-

wissenschaft (neue bearb.), Stuttgart-München 1893-1972.SEG = Supplementum Epigraphicum Graecum, 1923-SGDI = F. Bechtel et al., Sammlung der Griechischen Dialekt-Inschriften (hsrg.

von H. Collitz), Göttingen, 1884-1915, I-IV.Syll.2 = W. Dittemberger, Sylloge Inscriptionum Graecarum, Lipsiae 1898-

19012, I-III.Syll.3 = W. Dittemberger, Sylloge Inscriptionum Graecarum, Leipzig 1915-

19243, I-IV.TLE = M. Pallottino, Testimonia linguae etruscae, Firenze 1954; 19682.TLG = Thesaurus Linguae Graecae (electronic resource), Irvine, University of

California, 1999.TrGF = B. Snell, R. Kannicht, S. Radt (eds.), Tragicorum Graecorum

Fragmenta, Göttingen 1971-1985, I-IV; 19862, I.

Periodici

Sono state adottate, di norma, le abbreviazioni dell’Année Philologique, ad eccezione delle seguenti e dei titoli riportati per esteso:

AMuGS = Antike Münzen und Geschnittene Steine.ArchMed = Archeologia Medievale.ASSir = Archivio Storico Siracusano.BCASicilia = Beni Culturali ed Ambientali. Sicilia.BollArch = Bollettino di Archeologia.GiornScPompei = Giornale degli Scavi di Pompei.JAT = Journal of Ancient Topography. Rivista di Topografia Antica.JbHambKuSamml = Jahrbuch der Hamburger Kunstsammlungen.JbZMusMainz = Jahrbuch des Römisch-Germanischen Zentralmuseums

Mainz.

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XI Abbreviazioni

IncidAnt = Incidenza dell’Antico: dialoghi di storia greca.OpArch = Opuscula archaeologica ed. Inst. Rom. Regni Suaeciae.QuadAMessina = Quaderni dell’Istituto di Archeologia della Facoltà di

Lettere e Filosofia dell’Università di Messina.QuadIstLingUrbino = Quaderni dell’Istituto di Linguistica dell’Università di

Urbino.QuadMusSalinas = Quaderni del Museo Archeologico Regionale «A. Salinas».SicA = Sicilia Archeologica.

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1. Osservazioni preliminari

Anche nel triennio 2001-2003 gli scavi a Monte Iato sono regolarmente proseguiti con campagne annue di 5 settimane ciascuna1. I lavori si sono svolti sull’agora greca e nei diversi quartieri del-l’abitato. Nel presentare i risultati più significativi della nostra ricerca abbiamo scelto di seguire un ordinamento cronologico. Ma, anzitutto, va riferi-to che nella campagna del 2001 sono per la prima volta state eseguite prospezioni geofisiche. Sono state sperimentate due tecniche, e cioè il georadar e la misurazione del magnetismo del suolo. La consistenza del sottofondo del terreno, la roccia impermeabile ricoperta da una falda acquosa, ha impedito al georadar di dare immagini leggibili. La prospezione geomagnetica ha indicato diverse strutture nascoste sotto la superficie del terreno, però poco chiare, come ha rilevato lo scavo di controllo in una parte della zona investigata. Il tentativo di applicare tali tecniche a Monte Iato si è perciò rivelato poco promettente.

2. Periodi indigeno e arcaico

Gli strati arcaici che sin dall’inizio del progetto e per molte campagne erano assenti, ad eccezione di quelli presso il tempio di Afrodite, sono emersi negli ultimi anni un po’ ovunque nelle zone scava-te (fig. 280). Sono infatti documentati nella zona meridionale dell’agora greca, ad Est della casa a peristilio 1, nella casa arcaica a cortile e sotto le case a peristilio ellenistiche E 1 e E 2 nel quartiere orientale. Ciò significa che l’abitato arcaico si estendeva già su tutta la superficie successivamen-te occupata dalla città ellenistica.

Si rende comunque necessaria una analisi cro-nologica più precisa. Come si sa il materiale più

Monte Iato: scavi 2001-2003

antico scoperto finora a Monte Iato consiste nella ceramica piumata (fig. 281)2, finora piuttosto rara nella Sicilia occidentale3. Essa indica, associata a ceramica incisa, almeno per ora, il primo momen-to dell’occupazione del nostro sito. Questa prima fase era finora attestata sotto l’arcaico tempio di Afrodite4 che risale alla metà del VI secolo a.C. Negli ultimi due anni strati analoghi sono stati individuati ad Est della casa a peristilio 1 (fig. 282)5; essi risultano ricoperti da un successivo edi-ficio monumentale sul quale torneremo. Si sono potuti distinguere almeno due orizzonti stratigrafi-ci; quello anteriore contenente un focolare non è ancora stato scavato sistematicamente.

Il riempimento che sostiene il lato Sud della piazza dell’agora greca ha ricoperto i resti di costru-zioni arcaiche (fig. 283)6. Si tratta probabilmente di abitazioni, ma finora non siamo riusciti a trac-ciarne una pianta completa, dato che la zona, incastrata tra il lastricato dell’agora e il limite Sud della stessa, è molto stretta. Nel 2003 è stato possi-bile distinguere chiaramente due fasi stratigrafiche e cronologiche. Quella più recente consiste in un muro di terrazzamento a una sola faccia con retro-stante massicciata di pietre, tagliato sul lato Ovest da una costruzione collegata con l’agora ellenistica; non ne è quindi chiara la funzione anche se sembra possibile un suo collegamento con il vicino tempio a oikos tardo arcaico. Associato al periodo di uso della terrazza era tra l’altro il vaso indigeno con decorazione a spirali K 22280 (fig. 284) che appar-tiene alla quarta fase della ceramica indigena dipin-ta e risulta molto simile, anche se un poco meno accurato, del vaso K 16784 analogo (fig. 285) sco-perto nel crollo arcaico della casa greca a cortile7. Il periodo di uso della terrazza è dunque la seconda metà del VI o piuttosto l’inizio del V sec. a.C.

Anteriori sono i resti di case, tra cui un lungo muro a due facce (fig. 286), tagliato a Est dal muro

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540 Hans Peter Isler

di terrazzamento menzionato e ad Ovest dall’agora greca. Al muro lungo corrisponde un piano di calpestio che ha sigillato gli strati anteriori i quali danno quindi una datazione precisa della costruzio-ne. Assieme a frammenti di ceramica appartenenti alla terza fase della ceramica indigena dipinta a Monte Iato8 si sono trovati alcuni frammenti di ceramica d’importazione, tra cui ceramica corinzia, coppe ioniche B 1 e anche un raro elemento di kantharos etrusco in bucchero. Tali strati poggiano direttamente sulla roccia viva il che significa che nella zona dell’agora greca l’insediamento inizia non prima della fine del VII secolo a.C. o poco più tardi. Dagli strati menzionati, e quindi databile allo stesso momento, proviene anche la testa maschile frammentaria T 453 in terracotta (fig. 287) molto espressiva, con chioma e barba dipinte in rosso, raro esempio di una produzione di terrecotte figu-rate indigena.

Una distinzione di due strati arcaici analoghi è stata possibile anche nel quartiere orientale9. Gli scavi degli ultimi due anni hanno dimostrato che la casa a peristilio E 2 è costruita, per lo meno nella sua parte meridionale, su uno strato arcaico di notevole spessore. Il lastricato del cortile e l’am-bulacro del peristilio (fig. 289), ma anche alcuni muri divisori interni poggiano direttamente sugli orizzonti indigeni. Anche qui sono le importazioni ceramiche che permettono datazioni precise: lo strato più antico, associato a una costruzione arcai-ca, possibilmente parte di una capanna (fig. 288), è databile alla prima metà del VI secolo a.C. Non è ancora stato possibile raggiungerne il fondo.

Lo scavo della casa arcaica a cortile nel quartiere occidentale ha permesso di stabilirne finalmente l’estensione Est-Ovest che misura metri 28,8 (fig. 292)10, anche se la parte orientale risulta forte-mente compromessa da una costruzione ellenistica affiancata da un canale. È stato possibile datare la costruzione della casa che non risale oltre la fine del VI secolo a.C. Il periodo di vita della fase arcaica fino alla distruzione verso il 470 a.C. non è dunque durato più di una generazione. Dagli strati collegati alla costruzione della casa proviene uno scarabeo (fig. 291a-b) in fayence azzurra con iscri-zione geroglifica ben leggibile che nomina il dio

Khonsu. Il pezzo è databile alla XXVIma dinastia, eliminata dai Persiani al momento dell’invasione sotto il re Kambyses nel 525 a.C. La datazione si accorda perciò bene con il dato stratigrafico nel contesto di Monte Iato.

Infine è da ricordare il nuovo edificio monu-mentale identificato ad Est della casa a peristilio 1 che ricopriva gli strati arcaici anteriori già descritti (fig. 290)11. Anche se la pianta rimane per ora incompleta si può pensare a un altro edificio sacro, parallelo a quello incontrato poco più a Nord sotto l’annesso della costruzione ellenistica a monte. La tecnica in opus quadratum, insolita a Monte Iato, sottolinea che si deve trattare di un edificio impor-tante. La costruzione si lascia datare al 480-460 a.C., il che corrisponde alla datazione del monu-mento menzionato, più a Nord.

3. Periodi classico e ellenistico

Notevoli novità si possono riferire anche ai perio-di classico e ellenistico. Sul lato Ovest, all’esterno della casa a peristilio 2, sono stati scoperti i resti di due edifici a più vani, anteriori alla costruzione della casa a peristilio (fig. 293)12. L’importanza di queste costruzioni, di per sé piuttosto modeste per quanto si possa giudicare in base agli scarsi resti finora messi alla luce, risiede nel fatto che esse – probabilmente due abitazioni – siano databili tra il V e la prima metà del IV secolo a.C. Possono in tal modo colmare una lacuna nelle testimonianze architettoniche a Monte Iato.

Un altro elemento possibilmente da associare al periodo classico è una grande cisterna (fig. 294)13 scavata nella roccia nella zona Sud dell’agora, all’interno del thermopolium scoperto precedente-mente. La cisterna, finora solo parzialmente svuo-tata per motivi di carattere tecnico, è infatti stata chiusa quando è iniziata la costruzione dell’agora ellenistica. Il riempimento della cisterna, cronolo-gicamente unitario, è anteriore al 300 a.C.

Le conoscenze dell’agora ellenistica sono note-volmente aumentate (fig. 295). È infatti stato possibile localizzare l’accesso orientale, cercato da tempo14, ed è stato scoperto anche un accesso

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541 Monte Iato: scavi 2001-2003

da Sud15 che sale a forma di rampa (poco conser-vata) tra i vani già noti sul lato Sud della piazza. L’accesso orientale (fig. 297) lega l’asse viario principale alla piazza lastricata con la stessa pietra arenaria. Sul lato Sud l’accesso viene definito dal portico orientale dell’agora e su quello Nord dall’edificio pubblico scoperto alcuni anni fa, di funzione ancora non accertata. Le lastre della stra-da, disposte in maniera regolare e accuratamente tagliate per essere inserite lungo i muri degli edifici pubblici menzionati attestano la contemporaneità di tutte le costruzioni.

Uno sforzo maggiore è stato dedicato, negli ultimi tre anni, allo scavo delle case a peristilio E 1 e E 2 (fig. 296)16. Sono state sgomberate alcune stanze nella zona tra i due peristili, delle quali l’appartenenza all’una o all’altra delle case non è sempre chiara. Una stanza che si apre a Sud sulla strada lastricata risulta discretamente conservata (fig. 298). Nei muri Nord ed Est si notano due porte in seguito murate; l’opera muraria di questi muri si distingue nettamente da quella degli altri muri delle case. Potrebbe trattarsi di muri anterio-ri, reimpiegati. Nella stanza attigua ad Ovest, che si apre anch’essa con una porta sulla strada, si è trovato il crollo impressionante di un pavimento in opus signinum con decorazione a losanghe (fig. 299). Sotto questo crollo giacevano i resti di un altro pavimento in mosaico bianco completamen-te sciolto; ne sono rimasti migliaia e migliaia di cubetti bianchi e notevoli resti di sabbia calcarea; la massa legante aggiunta alla sabbia era ovviamen-te insufficiente. Al di sopra della stanza dovevano quindi esistere altri due piani, il primo con pavi-mento a mosaico e il secondo con pavimento in opus signinum. Il vano al pianterreno dava accesso a un’altra stanza retrostante, solo parzialmente sca-vata, e riempita anch’essa da un crollo composto di frammenti di signinum, di intonaco colorato e di cornici in stucco (fig. 300). La stanza attigua ad Est, collegata, almeno nella sua seconda fase, con il peristilio della casa E 2, ha due pavimenti sovrap-posti, quello anteriore, di calce color arancio, in uso con il muro divisorio tra le due stanze, e quello secondario con mosaico bianco. Lo scavo in questa zona delle due case E1 e E 2 ha quindi dato molte

indicazioni per una storia di costruzione complessa che potrà essere chiarita soltanto allargando lo scavo nei prossimi anni.

Sul lato Est della casa E 2 era stata identificata un’ala balneare con un laconicum ed altri vani annessi17 (fig. 296). Lo scavo di questo settore è stato ormai terminato mettendo alla luce la sala a pianta irregolare (fig. 301). Essa dispone di un pavimento molto regolare di lastre calcaree come si conoscono dai cortili delle case a peristilio. Nel crollo si sono trovati i resti di una copertura del vano a forma di volta in stucco retta da un sottofondo di canne e coperto a sua volta da un tetto di tegole. La funzione del vano, non ancora determinata con precisione, doveva comunque essere collegata con le attività di bagno come lo prova tra l’altro la porta molto stretta, analoga a quelle degli altri vani del complesso. Il piccolo vano triangolare a Sud, con una apertura verso il vano lastricato, serviva a accendere un fuoco, probabilmente per riscaldare l’ambiente. Un basa-mento secondario nell’angolo sud-orientale era probabilmente destinato a sostenere un labrum, non conservato. Secondario anche un impianto a Sud, davanti all’apertura menzionata, dove una parte del lastricato è stata accuratamente tolta. Possibilmente vi venne collocata una vasca da bagno della quale non resta che una parte della malta che la fissava.

Tra lo scavo delle due case E 1 e E 2 e l’agora sono stati aperti alcuni saggi destinati a chiarire ulteriormente l’urbanistica ellenistica. È stato tro-vato in tal modo un tratto della strada principale lastricata (fig. 302)18, individuata sia davanti alle case E 1 e E 2 che al suo ingresso all’agora del quale abbiamo parlato. La strada, che doveva seguire un percorso curvilineo adattato alla salita, ha la larghezza usuale di poco più di tre metri. Sui due lati si estendono costruzioni contemporanee alla sua costruzione intorno al 300 a.C., probabilmente abitazioni, di cui si conosce finora solo una piccola parte. Sul lato a monte la porta della casa, di poco rientrante, è preceduta da una piccola rampa di accesso e da uno stretto marciapiede.

Poco più a valle è stata individuata una nuova casa a peristilio (fig. 303)19 che doveva essere

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542 Hans Peter Isler

ancora più lussuosa di quelle già note. Sotto pochi centimetri di terra sono state accertate quattro sale tra cui, sul lato Nord, l’esedra e una probabile sala da banchetto. Queste sale, e anche un vano di funzione ignota sul lato Ovest, possi-bilmente un’altra sala di banchetto, disponevano di un pavimento in mosaico bianco, mentre l’am-bulacro del peristilio era dotato di un pavimento a pietrisco bianco (fig. 304). Nei crolli si sono anche qui trovati resti di intonaci colorati e di profili in stucco. Le dimensioni dell’esedra e della sala di banchetto attigua, con una profondità di metri 7,2, superano notevolmente quelle note delle case a peristilio 1 e 2. La parte centrale e meridionale della casa, probabilmente la più grande fra quelle finora individuate a Monte Iato, risulta purtroppo scivolata a valle e perciò non più conservata.

4. Epoca romana imperiale

Novità ci sono pure per quanto riguarda il primo periodo romano imperiale. L’edificio monumentale ad Est della casa a peristilio 1, già presentato, è stato tagliato in epoca augustea da un gruppo di tre vani (fig. 305)20, tra cui uno molto ricercato, men-tre i due altri avevano pavimenti di terra; quello retrostante, raggiungibile tramite un corridoio, era ipetrale. Il corridoio disponeva di pareti intonacate bianche con zoccolo nero. Il terzo vano (fig. 306), che misura soltanto metri 2,5 su metri 2,5 conserva il pavimento in cocciopesto con tappeto principale a losanghe e con una rosetta a dodici petali davan-ti alla soglia. Della decorazione dipinta del vano rimane gran parte dello zoccolo e alcuni frammenti della decorazione soprastante. Lo zoccolo (fig. 307) risulta dipinto con forme nere che ricordano sagome di montagne. Al disopra si vede una tenia ondulante rossa e sotto il limite superiore dello zoccolo una serie di triangoli rossi pendenti. La decorazione principale delle pareti era strutturata da snelli candelabri tipici del terzo stile pompeia-no. Nei riquadri bianchi c’erano motivi vegetali in nero, fiori rossi, e anche motivi figurali (fig. 309), tra cui una graziosa colomba che si avvicina a una

farfalla, probabilmente futura preda. Il momento della distruzione dei tre vani di funzione per ora ignota viene datato dal materiale stratigrafico in epoca tiberiana.

I resti appena descritti di decorazioni dipinte scoperti nel 2002 sono, a parte qualche frammen-tino poco significativo e quindi non più inter-pretabile, le prime testimonianze di una pittura parietale romana a Monte Iato, le case ellenistiche essendo generalmente decorate con intonaci nel cosiddetto primo stile e cioè di tipo ellenistico. Ma già il 2003 ci ha dato un altro insieme di dipinti analoghi, questa volta proveniente da un saggio di controllo21 della prospezione geofisica cui si accen-nava all’inizio (fig. 308). Si sono trovati tre muri di un ambiente con pavimento in cocciopesto con tappeto centrale a losanghe, senz’altro una sala da banchetto di una ulteriore casa che rimane da sca-vare. Nel crollo (fig. 310), disturbato da interventi medievali, si sono trovati pochi frammenti della decorazione parietale con cornici in stucco e con elementi di una parete nera, la cui decorazione comprende tra l’altro cigni bianchi con piedi e becco rosa che reggono con il becco una ghirlanda. Si apre così un altro campo della ricerca a Monte Iato; speriamo ovviamente di poter scoprire ulte-riori elementi della decorazione di questa nuova casa.

5. Il Medioevo

Per quanto riguarda il Medioevo non ci sono molte novità. Rimane confermato che l’insedia-mento medievale del periodo svevo è presente ovunque abbiamo aperto uno scavo, ma è anche chiaro che la densità delle costruzioni varia secon-do i luoghi. Mentre le costruzioni nella zona della casa greca a cortile e nella zona ad Est della casa a peristilio 1 sono piuttosto scarse esse ricoprono fit-tamente lo scavo delle case E 1 e E 2 del quartiere orientale, compromesso in maniera anche pesante dagli interventi medievali22. Sul lato orientale dell’agora (fig. 311) si sono individuate due case medievali che si susseguono nel tempo23. Quella più recente fa parte dell’ultimo livello della città

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543 Monte Iato: scavi 2001-2003

databile, come si sa, in epoca sveva. La cronologia della casa più antica rimane da stabilire.

6. Documenti epigrafici e numismatici

In conclusione vorrei presentare una nuova ghianda missile (fig. 312) (V 2198) di cui si conser-va solo la parte anteriore. Ho avuto modo di espor-re, nell’ambito del convegno Sicilia Epigraphica, la problematica delle ghiande missili a Monte Iato24. Il nuovo documento aggiunge un nuovo numero ordinale, e[ktou; finora erano attestati i numeri da ottavo a dodicesimo, che secondo la nostra inter-pretazione indicano le fuvlai di Iaitas. La seconda riga dà, come al solito, un nome di persona al nominativo. Le tre lettere iniziali conservate per-mettono di integrare un nome come Surakovsio"

o simile, attestato in Sicilia25. L’integrazione della terza riga che deve recare un nome di persona al genitivo pone un piccolo problema. Si leggono chiaramente le tre prime lettere cir[ e un tratto di una quarta lettera, non sicuramente integrabile, ma forse uno iota. In tal caso l’integrazione civrwno"

– un nome attestato in Sicilia – non sarebbe pos-sibile. L’unica altra integrazione possibile, e cioè

ciriva, è però un nome di persona attestato finora soltanto ad Atene26.

Di interesse storico è il ritrovamento di un didra-chmon romano (M 3423) con testa di Marte sul verso e testa di cavallo sul retro (fig. 313a-b)27 di conservazione non molto fresca il che indica una circolazione non breve. Si tratta di una emissione limitata nel tempo e piuttosto rara di cui non conosco altri esemplari trovati in Sicilia; è infatti il primo didrachmon in argento dei Romani che risale ancora al tardo IV secolo a.C. Come si spiega che una moneta di circolazione locale in Magna Grecia, emessa possibilmente in connessione con la costruzione della Via Appia da Roma a Capua possa arrivare a Monte Iato? Una spiegazione pos-sibile è che vi sia giunta dalla Magna Grecia con l’esercito di Pirro che come ci tramanda Diodoro, 23,10,4, si è diretto anche verso Iaitas.

Hans Peter Isler

1 Per gli scavi 1998-2000: Isler 2003/III. Per le campagne

di scavo successive: Id. 2002/II; Id. 2003/II; Id. 2004/II; Id.

2002/I; Id. 2003/I; Id. 2004/I. Per la bibliografia completa cfr.

Id. 2000/I, 119-123.2 Cfr. Id. 1988-1989, 282. Id. c.d.s.3 Oltre che a Monte Iato la ‘Piumata’ è per ora attestata solo

a Monte Maranfusa e a Makella (Montagnola di Marineo);

cfr. Spatafora 1997, 152; Ead. 1996, 189, fig. 6, 5-6.4 Cfr. Isler 1984, 24-25.5 Cfr. Id. 2004/II, 14-15; Id. 2004/I, 77.6 Cfr. Isler 2004/II, 9-12, fig. 12.16; Id. 2004/I, 75-76.7 Cfr. Id. 2000/II, 720, tav. CXLI, 1.8 Cfr. Id. 1988-1989, 283.9 Cfr. per ultimo Id. 2004/II, 27-28; Id. 2004/I, 82.10 Cfr. Id. 2004/II, 16; Id. 2004/I, 78.11 Cfr. Id. 2004/II, 14, fig. 29; Id. 2004/I, 76-77.12 Cfr. Id. 2004/II, 22, figg. 45-47; Id. 2004/I, 79.13 Cfr. Id. 2003/II, 53, fig. 3; Id. 2003/I, 81, tav. 19, 1.14 Cfr. Id. 2004/II, 5, fig. 2; Id. 2004/I, 72, tav. 10, 3.15 Cfr. Id. 2004/II, 7-9, fig. 10; Id. 2004/I, 74, tav. 10, 2.16 Cfr. per ultimo Id. 2004/II, 22-27; Id. 2004/I, 79-82.17 Cfr. Id. 2003/III, 832-833, tav. CXXIX, 2; CXXX-

CXXXI, 1.18 Cfr. Id. 2002/II, 24, figg. 67-69; Id. 2002/I, 120, tav. 27, 4.19 Cfr. Id. 2002/II, 24-25, figg. 70-73; Id. 2002/I, 121-122,

fig. 3, tav. 27, 2.20 Cfr. Id. 2004/II, 15-16, figg. 31-32; Id. 2004/I, 77, tav. 10, 6.21 Cfr. Id. 2004/II, 29-31, figg. 72-73; Id. 2004/I, 83.22 Cfr. per ultimo Id. 2004/II, 24; Id. 2004/I, 78-79.23 Cfr. Id. 2003/II, 53, fig. 1.24 Per le ghiande missili provenienti da Monte Iato cfr. Id.

1999; Id. 1994. 25 Cfr. Fraser, Matthews 1997, 407.26 Per questi nomi di persona cfr. ibid., 477, e Iid. 1994, 478. 27 Cfr. Crawford 1974, 37-39. 133, no. 13/1. 713, tav. 1;

Id. 1985, 29-30, fig. 5, per la diffusione nella Magna Grecia,

35-36. Ringrazio M.H. Crawford per le indicazioni fornitemi.

Bibliografia

Crawford 1974 = M.H. Crawford, Roman Republican Coinage, Cambridge 1974.

Crawford 1985 = M.H. Crawford, Coinage and Money under the Roman Republic, London 1985.

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544 Hans Peter Isler

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280. Monte Iato. Pianta 1: 1000 (F 2003).

281. Monte Iato. Frammento di ceramica piumata K 22219 (alt. cm 6,9).

282. Monte Iato. Saggio 480: livello con focolare arcaico.

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283. Monte Iato. Le costruzioni arcaiche sotto l’agora.

284. Monte Iato. Vaso indigeno dipinto a spirali K 22280 (diam. cm 33,5).

285. Monte Iato. Vaso indigeno dipinto K 16784 dalla casa greca a cortile.

286. Monte Iato. Agora: il muro arcaico più antico.

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287. Monte Iato. Testa maschile di terracotta indigena T 453 (alt. cm 3,9).

288. Monte Iato. Casa a peristilio E 2: la struttura arcaica.

289. Monte Iato. Gli strati arcaici e il lastrico della casa a peristilio E 2.

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a b

290. Monte Iato. L’edificio monumen-tale ad Est della casa a peristilio 1.

291a-b. Monte Iato. Scarabeo in fayence V 2083 (lungh. cm 1): a) da sopra; b) fondo con l’iscrizione.

292. Monte Iato. Casa greca a corti-le: pianta schematica 2003.

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293. Monte Iato. Le case più antiche ad Ovest della casa a peristilio 2.

294. Monte Iato. La grande cisterna sull’agora.

295. Monte Iato. Agora: pianta schematica 2003.

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296. Monte Iato. Quartiere orienta-le: pianta schematica 2003.

297. Monte Iato. L’accesso orienta-le all’agora.

298. Monte Iato. Quartiere orien-tale: il vano con le porte murate, da Sud.

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299. Monte Iato. Quartiere orientale: il vano con la cisterna con crollo del pavimento in signinum.

300. Monte Iato. Quartiere orientale: il vano con i due pavimenti, da Est.

301. Monte Iato. Quartiere orientale: l’ala balneare della casa E 2, la sala lastricata, da Nord.

302. Monte Iato. La strada lastricata del saggio 1500 con la porta della casa a Nord.

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303. Monte Iato. La casa nel saggio 1550: pianta schematica 2001.

304. Monte Iato. La casa nel saggio 1550: veduta d’insieme.

305. Monte Iato. I tre vani romani ad Est della casa a peristilio 1.

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In questa pagina:

306. Monte Iato. Il vano con opus signinum.

307. Monte Iato. Lo zoccolo dipinto del vano con opus signinum.

308. Monte Iato. Il saggio 1601.

A destra:

309. Monte Iato. La colomba con la farfalla.

310. Monte Iato. Il cigno con la ghirlanda.

311. Monte Iato. Le due case medievali sul lato orientale dell’agora.

312. Monte Iato. Ghianda missile V 2198, disegno (lungh. cons. cm 2,3)

313a-b. Monte Iato. Didrachmon dei Romani (diam. cm 2): a) D/ testa di Marte; b) R/ testa di cavallo.

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a b