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7/29/2019 Seneca Opere
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Lucio Anneo Seneca
OPERE
Testo italiano e latino
Se vuoi credere a coloro che penetrano pi profondamente la verit,
tutta la vita un supplizio. Gettti in questo mare profondo e tempestoso,
agitato da alterne maree, e che ora ci solleva con improvvise impennate,
ora ci precipita gi con danni maggiori dei presenti vantaggi
e senza sosta ci sballotta, non stiamo mai fermi in un luogo stabile,
siamo sospesi e fluttuiamo e urtiamo l'uno contro l'altro, e talvolta
facciamo naufragio, sempre lo temiamo; per chi naviga in questo marecos tempestoso ed esposto a tutti i fortunali, non vi altro porto che la morte.
(Seneca, Consolatio ad Polybium, 9)
DATI
7/29/2019 Seneca Opere
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Autore: Lucio Anneo SenecaTitolo: Opere
Lingua Italiano, Latino
Numero dei files 26Formato Pdf
Dimensioni complessive dei files 106 MB
CONTENUTO
TRADUZIONI ITALIANE
Seneca Dialoghi, Lettere morali a Lucilio
a cura di Giovanni Viansino e Fernando Solinas,
1988-1995, che comprende
DIALOGHI
Della provvidenza
Della costanza del saggio
Dellira
Consolazione a Marcia
Della vita felice
Della vita appartata
Della tranquillit dellanimo
Della brevit della vita
Consolazione a Polibio
Consolazione a Elvia
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LETTERE MORALI A LUCILIO
Epigrammi attribuiti a Lucio Anneo Seneca
Introduzione, testo critico, traduzione,
commento, indice della parole,
a cura di Carlo Prato, 1964
testo latino a fronte
Seneca I benefici
Testo latino a fronte, 1967
Seneca Ricerche sulla natura (Naturales
quaestiones)
A cura di Piergiorgio Parroni, 2008,
testo latino a fronte, che comprende
I fuochi celesti
I tuoni e i fulmini
Le acque terrestri
Il Nilo
Le nubi
I venti
I terremoti
Le comete
Seneca Tutte le tragedie, 1958, 2 voll.,
Traduzione di Mario Scandola,
che comprende
VOL. 1
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Ercole furioso
Le fenicie
Le troiane
Medea
Fedra
VOL. 2
Edipo
Agamennone
Tieste
Ercole sul monte EtaOttavia
Seneca Lettere,
Traduzione di Annibal Caro, 1801,
che comprende
LETTERA I. Consilio tuo accedo etc. Ep. lxviii.
LETTERA II. Epistola tua delectavit me etc. Ep. lxxiv.
LETTERA III. Post longum intervallum etc. Ep. lxx.
LETTERA IV. Subito hodie nobis Alexandrin naves etc. Ep. lxxvii.
LETTERA V. Longum mihi comitatum etc. Ep. liv.
LETTERA VI. Jam tibi iste persuasit etc. Ep. xlvii.
LETTERA VII. Moleste fers decessisse Flaccum etc. Ep. lxiii.
LETTERA VIII. Vexari te distillationibus crebris etc. Ep. Lxxviii.
LETTERA IX. Ut a communibus initium faciam etc. Ep. lxvii.
LETTERA X. Amicum tuum hortare, ut etc. Ep. xxxvi.
LETTERA XI. Magnam ex epistola tua percepi voluptatem etc. Ep. lix.
TESTI IN LATINO
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Ci che pi conta per Seneca la scelta dellotium, enel corso del dialogo epistolare delle Lettere a Lucilioegli riesce a convincere lamico ad abbandonare la
carica di procuratore in Sicilia per dedicarsiesclusivamente allo studio. A questo si aggiunge laricerca del vero bene che consiste nella virt, che puessere coltivata solo attraverso una vita tranquilla elontana dal volgo, circondati da una ristretta cerchia diamici, con i quali si pu discutere di filosofia. Altri temidominanti sono quelli del tempo e della morte. Seneca
si libera della paura della morte, perch che haraggiunto la virt, pronto a morire in qualunquemomento, qualunque sia la sorte delluomo dopo lamorte, inoltre la morte rappresenta qualcosa dipositivo, perch libera luomo dalle sofferenze dellavita.
LAUTORE
da Wikipedia
Lucio Anneo Seneca, in latino Lucius Annaeus Seneca, anche noto come
Seneca o Seneca il giovane (Corduba, 4 a.C. Roma, 65), stato un filosofo,
politico e drammaturgo romano. Ebbe come maestri di filosofia Sozione di
Alessandria, Attalo e Papirio Fabiano, appartenenti rispettivamente al
neopitagorismo, allo stoicismo e al cinismo. Attorno al 20 d.C. Seneca si rec
in Egitto, dove il contatto con la cultura egizia gli permise di confrontarsi con
una diversa concezione della realt politica (in Egitto il principe era ritenuto un
dio) e gli offr una pi ampia e complessa visione religiosa. Probabilmente il
suo allontanamento da Roma fu dovuto anche a ragioni di prudenza politica,
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conseguente allo scioglimento da parte di Tiberio della setta dei sestii di cui
facevano parte due dei maestri di Seneca.
inizi l'attivit forense e la carriera politica (divenne dapprima questore ed
entr a far parte del Senato) godendo di una notevole fama come oratore, al
punto di far ingelosire l'imperatore Caligola, che nel 39 d.C. lo voleva
eliminare, soprattutto per la sua concezione politica rispettosa delle libert
civili. Si salv grazie ai buoni uffici di una amante del princeps, la quale
affermava che comunque sarebbe morto presto a causa della sua salute.
Due anni dopo, nel 41, il successore di Caligola, Claudio, lo condann all'esilio
in Corsica con l'accusa di adulterio con la giovane Giulia Livilla (figlia di
Germanico), sorella di Caligola.
In Corsica Seneca rest fino al 49, quando Agrippina minore riusc ad ottenere
il suo ritorno dall'esilio e lo scelse come tutore del figlio Nerone. Secondo Tacitosarebbero tre i motivi che spinsero Agrippina a questo: l'educazione di suo
figlio, attirarsi le simpatie dell'opinione pubblica (Seneca era considerato uomo
di grande cultura) e avere stretti rapporti con lui per riuscire ad impadronirsi
del potere.
Seneca accompagn l'ascesa al trono del giovane Nerone (54 - 68) e lo guid
durante il suo cosiddetto "periodo del buon governo", il primo quinquennio del
principato. Assunse un grande potere politico, che gli consent di divenire
estremamente ricco. Si narra che avesse una collezione di cento tavoli dicedro. Progressivamente, a causa delle intemperanze del giovane imperatore,
tale rapporto si deterior. Giustific come il "male minore" l'esecuzione della
madre di Nerone, Agrippina, nel 59, e se ne assunse tutto il peso morale. In
seguito, il rapporto con l'imperatore peggior e temendo quindi per la propria
vita Seneca si ritir a vita privata, donando a Nerone tutti i suoi averi e
dedicandosi interamente ai suoi studi ed insegnamenti. Famoso il suo
epistolario con Lucilio, al tempo Governatore della Sicilia, di origine pompeiana.
Finalmente assunse quello stile di vita che andava insegnando, dimostrando di
essere un amministratore dei suoi beni e non un amministrato.
Nerone, tuttavia, continuava a nutrire una crescente insofferenza verso Seneca
e Sesto Afranio Burro, Prefetto del Pretorio, morto nel 62. Egli non aspettava
che un pretesto per eliminarlo. L'occasione venne col fallimento della congiura
dei Pisoni (aprile 65) contro la sua persona, della quale Seneca forse era
solamente informato, ma di cui non si sa se sia stato partecipe. Ricevette
quindi l'ordine di togliersi la vita.
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