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Settembre | 2014 15 Intensità di cura Astanteria e Medicina d’Urgenza Week Surgery Neurologia Neurochirurgia

Settembre 2014 Intensità di cura - ospedale.cremona.it · Week surgery, la chirurgia mini ... La gestione del paziente, inoltre, è definita da percorsi clinici di trattamento gestiti

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Settembre | 201415

Intensità di cura

Astanteria e Medicina d’Urgenza

Week Surgery

Neurologia Neurochirurgia

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Week surgery, la chirurgia mini-invasiva si fa da lunedì al venerdì

Ambulatorio oncologico per l’Oglio Po

Anemia, la cura dipende dalla causa

L’artrite non è (solo) una malattia per vecchi

Tendiniti, attenzione al dolore

L’intestino è irritabile

Ansia, un disturbo da non sottovalutare

Colesterolo: buono o cattivo?

Senza donatore non c’è trapianto

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A.O. L’Azienda Ospedaliera di Cremona Informa N° 15 | Settembre 2014Direttore editoriale: Simona MarianiDirettore responsabile: Stefania MattioliHanno collaborato: Grazia Bodini, Daria Scalabrini, Barbara CatenacciSede legale: Azienda Ospedaliera Istituti Ospitalieri di Cremona Viale Concordia n 1, 26100 CremonaRedazione/Ufficio Stampa: 0372 405725 - [email protected] Tribunale Cremona n° 368 del 18-04-2001Grafica: Graphomedia s.a.s. [email protected]: Service Lito S.R.L. - Persico Dosimo (Cr)

Presidio Ospedaliero di CremonaLargo Priori 1, CremonaCentralino 0372 405 111Emergenza sanitaria 118Pronto Soccorso 0372 434 445Centro Unico di Prenotazione (CUP) 800 638 638Ufficio Relazioni con il Pubblico (URP) 0372 405 550e-mail: [email protected] Pubblica Tutela 0372 405 804e-mail: [email protected]

Poliambulatorio Specialistico con Punto PrelieviVia Dante 104 A, CremonaCentralino 0372 405 111

Presidio Ospedaliero Oglio PoVia Staffolo n 51, Vicomoscano, Casalmaggiore - CRCentralino 0375 2811Emergenza sanitaria 118Pronto Soccorso 0375 281 651Centro Unico di Prenotazione (CUP) 800 638 638Ufficio Relazioni con il Pubblico (URP) 0375 281 552e-mail: [email protected] Pubblica Tutela 0372 405 804e-mail: [email protected]

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NUMERI UTILIAzienda Ospedaliera di Cremona

Sommario

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DS

DA

Il cambiamento globale dell’informa-zione derivato dall’uso sempre più cre-scente del web e dei social network inte-ressa in modo rilevante anche la sanità. L’80% degli italiani, infatti, si affida alla rete per cercare informazioni riguardo alla salute. Gli argomenti più gettona-ti riguardano l’uso dei farmaci (65%) l’autodiagnosi (47%) le informazioni su-gli ospedali (42%) e sui medici (26%). Il 13% invece utilizza i social per fare domande rispetto all’accesso ai ser-vizi e alle modalità di prenotazione*. Per questo l’AO di Cremona nell’ultimo anno ha “investito” tempo ed energie per potenziare l’informazione on-line e i dati sono confortanti. Ogni mese sono 12.000 gli utenti digitali che visitano il nostro sito. News, CUP, schede delle Uni-tà Operative e area video i tasti più clic-cati. Non solo. 70.000 le visualizzazioni, 775 i “mi piace” alla pagina facebook. Sull’onda della stessa filosofia è appena nata la NEWSLETTER aziendale ricca di notizie e curiosità per restare in forma. Per iscriversi basta collegarsi www.ospe-dale.cremona.it e inserire il proprio indi-rizzo e-mail nello spazio dedicato nella homepage.

L’informazione virtuale oggi è reale: la rete, pur non essendo dotata di cinque sensi, è un luogo di incontro e scam-bio che ha ampliato in modo impre-vedibile e democratico il potenziale di conoscenza di ciascuno di noi. L’infor-mazione on-line abbatte le barriere, favorisce l’aggiornamento costante è ipertestuale, flessibile e garantisce la partecipazione del cittadino. Quando in ballo c’è la salute la comunicazio-ne web diventa anche uno spazio di accoglienza all’interno del quale il pa-ziente può trovare conforto e ascolto. Attenzione però al proliferare delle fonti – alcune delle quali poco autorevoli. Per questo l’invito ai cittadini è di verificare sempre l’attendibilità delle informazioni e consultare solo i siti ufficiali. Senza di-menticare mai che per la prescrizione di farmaci e di prestazioni specialistiche il medico di famiglia resta in assoluto l’uni-ca fonte affidabile.

Simona MarianiDirettore Generale

Azienda Ospedaliera di Cremona

Dal 1 luglio 2014 il servizio accettazione ricoveri dell’Ospedale di Cremona è collocato al piano terra del monobloc-co (lato Poliambulatori, nell’area ex CUP adiacente al 118).La nuova sede è stata pensata per mi-gliorare l’accessibilità – l’orario di aper-tura è continuato dalle 7 alle 17 - e facilitare il cittadino nel disbrigo della “burocrazia”. Il servizio svolge le pratiche di accettazione per tutti i ricoveri, ad

eccezione di quelle per il pre-ricovero (da effettuare presso il Prericovero chi-rurgico e Day Surgery 6° piano); rilascia il certificato di notifica per l’INPS e le cre-denziali per accedere ai servizi sanitari on-line (prenotazioni, consultazioni e pa-gamento delle prestazioni).Questo progetto è solo uno dei passaggi organizzativi in atto tesi a realizzare una pubblica amministrazione più aperta e partecipata.

Ida BerettaDirettore Amministrativo

Azienda Ospedaliera di Cremona

L’epidemia di Ebola, che in questi mesi ha colpito alcune regioni dell’Africa e ha messo in allerta il mondo intero, è alla nostra attenzione. L’Azienda Ospedaliera di Cremona è costantemente informata, in rete con Regione Lombardia e il Ministero della Salute.I protocolli d’intervento sono pienamen-

te operativi: in caso di necessità gli Ospedali di Cremona e Oglio Po sono attrezzati per fronteggiare l’emergenza in piena sicurezza per pazienti e ope-ratori.Sebbene nessun caso sia stato re-gistrato in Italia è importante tenere alta la guardia, affidarsi alle fonti uffi-ciali ed evitare allarmismi gratuiti.

Ebola, operativi i protocolli d’intervento

Camillo RossiDirettore Sanitario

Azienda Ospedaliera di Cremona

L’AO è sempre più social Piace l’informazione web Da aprile 2014 sono più di 80.000 i visitatori del sito aziendale. 11.000 le visualizzazioni all’area video e 70.000 quelle di Facebook. Un dato in linea con la tendenza nazionale: l’80% degli italiani, ormai, si affi-da al “dottor web”.

Accettazione ricoveri, nuova sede e orario continuato

DG

* dati pubblicati dalla ricerca internazionale della London School of Economics sui servizi sanitari.

Accettazione ricoveriOspedale di Cremona

Orario di apertura: 7.00 -17.00dal lunedì al venerdì.

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A domanda risponde Giorgio Danelli Direttore Dipartimento Area CriticaPresidio Ospedaliero di Cremona

La chirurgia mini-invasiva si fa da lunedì a venerdìIntegrazione multidisciplinare fra medici e infermieri, più comfort per il paziente e percorsi clinici costruiti ad hoc. Questa è la Week Surgery, un reparto chirur-gico dedicato agli interventi programmati con una degenza inferiore a 5 giorni.

Il modello organizzativo per intensità di cura avviato presso l’Ospedale di Cre-mona ha introdotto un nuovo reparto, la Week Surgery. Di cosa di tratta?La Week Surgery è un reparto chirurgico multidisciplinare dedicato a pazienti pro-venienti da diverse unità operative che necessitano interventi chirurgici e/o pro-cedure invasive con degenza limitata (meno di 5 giorni). In gergo viene definito a media e bassa intensità di cura e com-

plessità assistenziale. Aperto dal lunedì al venerdì, è dotato di 29 posti letto ed è or-ganizzato per eseguire all’incirca 1500 in-terventi chirurgici programmati all’anno.

Cosa rappresenta l’introduzione di que-sto reparto per l’Ospedale di Cremona?All’interno dell’offerta “clinica” azien-dale la Week Surgery si propone di ri-spondere alle necessità dei pazienti con modalità differenti rispetto ai reparti tra-

6dizionali in termini di tecnologia, qualità e competenze del personale assegnato. In futuro, sarà interessante rilevare come la disponibilità di posti letto riservati all’at-tività chirurgica non urgente consentirà un maggiore contenimento delle liste di attesa.

In questi primi mesi di attività quali risulta-ti ottenuti a livello organizzativo?Grazie allo sforzo congiunto di medici e infermieri, già da questi primi mesi di at-tività è stato possibile integrare le com-petenze infermieristiche alle differenti branche chirurgiche. L’altro aspetto, più stimolante sotto il profilo sanitario, è lo sviluppo di percorsi di “Fast Track Chirur-gico”, vale a dire la possibilità di offrire al paziente l’opportunità in modo pro-grammato e organizzato di abbreviare i tempi di degenza chirurgica che – sap-piamo bene – possono rappresentare un rischio di complicanza. Qualora si renda necessario il prolungamento della degenza per motivi clinici e in base alle considerazioni dei sanitari questo è sem-pre possibile.

Quali i vantaggi per i pazienti?Anzitutto possono fruire di una degenza “più familiare” (in termini di comfort e relazione con gli operatori), con la cer-tezza di conoscere data di intervento e dimissione. La gestione del paziente, inoltre, è definita da percorsi clinici di trattamento gestiti dall’équipe medico-infermieristica.

Il punto di forza?A tutti i pazienti viene garantito uno stan-dard di altissima qualità in termini di as-sistenza, con particolare attenzione alla terapia del dolore post operatorio che viene monitorizzata dalla dimissione alla sala operatoria sino al ritorno a domici-lio.

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A domanda risponde Mario MartinottiDirettore Dipartimento ChirugicoPresidio Ospedaliero di Cremona

InformazioniUO Week SurgeryPresidio Ospedaliero CremonaTel. 0372 408 389

Intensità di cura - Week surgery

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Ambulatorio oncologico per l’Oglio Po

Sono più di 600 i pazienti seguiti dal nuovo ambula-torio oncologico dell’Ospedale Oglio Po. Un risultato che premia il territorio perché “tutti hanno diritto a ri-cevere le migliori cure senza doversi spostare”. I pun-ti di forza? Personale specializzato, terapie innovative e approccio multidisciplinare, supporto psicologico compreso. Perché “da soli non si fa nulla”.

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L’equipe dell’ambulatorio oncologico dell’Ospedale Oglio Po

A domanda risponde Rodolfo Passalacqua Direttore Dipartimento Oncologico Aziendale

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Nuovo ambulatorio oncologico all’Ospedale Oglio Po: quali le ra-gioni di questa scelta e cosa cam-bia per gli utenti?La scelta nasce dalla necessità di po-tenziare e riorganizzare un servizio esi-stente attivo solo due giorni la settimana e oggi insufficiente - per ragioni fisiologi-che all’organizzazione - a fronteggiare le esigenze del territorio. Non dimenti-chiamo che i tumori sono la seconda causa di morte (la prima nelle persone dai 40 ai 60 anni). Sembrava doveroso offrire alle persone che risiedono in quel distretto una assistenza oncologica a tutto campo come accade all’Ospe-dale di Cremona, con la stessa equi-pe medica e infermieri specializzati. Il nuovo ambulatorio evita ai pazienti e ai loro familiari il disagio di doversi spo-stare per rivolgersi ad altre strutture. Da quali figure è costituta l’equipe ambulatoriale?Ogni giorno dalle 8 alle 17 è presente un medico oncologo. Gli oncologi che si alternano, oltre il sottoscritto, sono i dottori: Simone Bonardi, Matteo Bri-ghenti, Federica Negri, Bruno Perrucci e Laura Toppo. Il personale infermieri-stico è composto dalla coordinatrice Gabriella Bianchini e dagli infermieri: Maria Anna Albanese, Emanuela Gi-rotti, Angela Savi, Monia Superti, Anto-nella Tosi e dall’OTA Monica Sanfelici. È stato necessario costruire un per-corso formativo specifico?La formazione è un aspetto fonda-mentale della professione. Il perso-nale infermieristico ha effettuato un periodo di training presso l’Oncologia di Cremona seguito dal coordinatore

infermieristico Gianvito Donati che ha condiviso con loro l’esperienza matu-rata sul campo. In questi mesi sono in programma corsi di formazione che ri-guardano le conoscenze di base delle patologie oncologiche, nuove terapie e nuovi bisogni e la gestione dei pazien-ti inseriti in protocolli di ricerca clinica. Un risultato davvero importante che valorizza l’Ospedale Oglio Po e l’integrazione con il territorio… La disponibilità della Direzione Strate-gica e della Direzione Medica di Oglio Po ha giocato un ruolo determinante. La motivazione di infermieri e medici, che hanno accettato di cambiare e rimettersi in gioco, è uno dei fattori di maggior peso nel conseguimento del risultato. Fondamentale il rapporto con i colleghi degli altri reparti (in particolare il dott. Ragni, Direttore dell’UO di Medici-na), con i quali sarà necessario costruire percorsi assistenziali in grado di attrarre in modo sempre più appropriato gli utenti e rafforzare la loro fiducia. Da soli non si fa nulla. L’Oncologia è multidisciplina-re per definizione, per garantire qualità serve la collaborazione di molti: mi ri-ferisco sia ai servizi (Laboratori, Farma-cia, Radiologia) sia alle unità operative (Medicina, Chirurgia e specialità varie). Da quanto è attivo l’ambulatorio oncologico?Abbiamo iniziato in marzo 2014 inte-grando e potenziando quanto già veniva fatto. Attualmente, ogni setti-mana, seguiamo circa 100 pazienti in trattamento con chemioterapia o con terapie orali e 30 controlli. Nel com-plesso seguiamo 600 pazienti oncolo-gici e 300 ematologici (inclusi i pazienti

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in follow-up). Rimane ancora molto da fare. Per questo è fondamentale far co-noscere questa nuova attività a livello territoriale e rafforzare la collaborazio-ne con i medici di medicina generale. Quali le prestazioni erogate e il percorso di cura dei pazienti?Il paziente viene preso in carico “global-mente” e seguito dalla stessa equipe in modo personalizzato. Salvo poche ec-cezioni, eroghiamo tutte le prestazioni di una “buona oncologia”. Come si accede alla prima visita oncologica?Per avere accesso alle prestazioni è in-dispensabile prenotarsi tramite CUP o chiamando il numero verde 800 638 638. Qual è il percorso del paziente dopo il primo accesso?Come per l’Ospedale di Cremona, anche all’Oglio Po gli infermieri sono le figure chiave dell’organizzazione e della gestione dei malati. Tutto ruota intorno al personale di accettazione che prenota esami visite e terapie, co-nosce i pazienti e organizza al meglio il loro percorso. Accettiamo direttamen-te in day hospital tutti i pazienti già se-guiti e che hanno un problema acuto. Dopo il primo accesso, tutti gli appun-tamenti per visite, esami e terapie ven-gono organizzati da noi, in funzione dei bisogni e delle urgenze cliniche.

In caso di necessità è prevista an-che l’assistenza psicologica?Sì, dal mese di ottobre le psico-oncolo-ghe che svolgono l’attività all’ospeda-le di Cremona grazie al finanziamento dall’Associazione MEDeA saranno dispo-nibili anche all’Ospedale Oglio Po per vi-site psicologiche e colloqui.

Istruzioni per l’uso

Dove si trova?Ospedale di Oglio Po (Via Staffolo 15, Vicomoscano – Casalmaggiore CR) Piano terra, accanto UO di Medicina.

Com’è strutturato?È formato da un’ampia accettazione, locale di lavoro infermieristico, sala pre-lievi, ambulatori per visite, UMACA per preparazione farmaci antiblastici, tre sale per somministrazione terapia.

Primo accesso: come si prenota?Sportelli aziendali CUP Numero Verde 800 638 638

Dopo il primo accesso, tutti gli appunta-menti per visite, esami e terapie vengo-no organizzati dall’ambulatorio, in funzio-ne dei bisogni e delle urgenze cliniche. Segreteria 0375 281 520

All’Ospedale Oglio Po l’ambulatorio oncologico esisteva da quasi 20 anni ed era gestito con competenza da medici del reparto di Medicina (negli ultimi mesi se ne occupavano il dott. Bonardi e la dott.ssa Belletti). Oggi la presenza degli Oncologi che lavorano in modo multidisciplinare con gli altri specialisti è da considerarsi un autentico valore aggiunto.

Anemia La cura dipende dalla causa

Stanchezza, pallore, tachicardia, nausea, possono indicare la presenza di anemia. Una condizione frequente, spesso dovuta alla carenza di ferro, che colpisce il 5% delle persone. Individuare la causa è fondamentale per mettere a punto la terapia più efficace.

Ambulatorio Oncologico

Ospedale Oglio Po

A domanda risponde Francesco Lanza Direttore UO di Ematologia

Presidio Ospedaliero di Cremona

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Che cosa si intende per anemia?Per anemia si intende la riduzione patolo-gica dell’emoglobina (Hb) nel sangue al di sotto dei limiti inferiori considerati nor-mali per età, sesso e popolazione di inte-resse (generalmente un valore di Hb < 11 gr/dl). Le anemie si differenziano in base al volume dei globuli rossi (microcitiche, normocitiche o macrocitiche). Possono anche essere classificate in base alla cau-sa patogenetica che le ha determinate. Esistono diversi tipi di anemie, qual è la più diffusa? Nei paesi occidentali l’anemia è una condizione molto frequente che può interessare il 5% delle persone. È un pro-blema che riguarda la salute mondiale, soprattutto i bambini: l’incidenza può raggiungere il 43% (età inferiore ai 4 anni).

Come si manifesta e quali sono i sintomi riconoscibili? La malattia si manifesta con astenia, cioè sensazione di stanchezza, pallore, tachicardia, sensazione di cardiopal-mo. Accompagnati da mancanza di appetito, nausea, difficoltà respiratorie dopo sforzi, riduzione della capacità di concentrazione e di memoria. Anche la sensazione di freddo, la fragilità delle un-ghie, il caratteristico colorito pallido della pelle e delle mucose sono sintomi tipici. La diagnosi?Per la diagnosi basta un semplice esame del sangue. I test di laboratorio utili per chiarire la natura dell’anemia sono rap-presentati dal dosaggio della sideremia, transferrina, ferritina, vitamina B12, folati e l’elettroforesi emoglobina per le forme congenite – familiari quali le talassemie.

L’anemia riguarda anche i bambini. Spossatezza e difficoltà di concentrazione i sintomi più diffusi.

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AnemiaMolteplici i fattori che la determinano

Sempre più di frequente ci si confronta, nella pratica clinica, con con-dizioni di malassorbimento secondarie a condizioni di flogosi cronica intestinale (celiachia, malattia di Crohn, retto colite ulcerosa).

La donna in età fertile può a sua volta andare incontro ad anemia sia per una situazione fisiologica come la gravidanza o perdite di sangue durante i flussi mestruali, sia per terapie farmacologiche.

Altre cause di anemia sono rappresentate da perdite di sangue dal tratto gastroenterico o genito-urinario, malattie del rene o del fegato. Più raramente dipendono da malattie del sangue e del midollo osseo (leucemie, linfomi, emolinfopatie in genere).

Quali le terapie più efficaci oggi disponibili?La cura dipende dalla causa; una volta indicata la causa di mette a punto la te-rapia più efficace. Nella maggior parte dei casi la causa ri-siede in una carenza di ferro, per cui la terapia si basa sulla somministrazione di ferro per via orale o per via endovenosa. È recente l’introduzione in commercio di un ferro iperconcentrato che con una sola somministrazione è in grado di cura-re forme di anemie anche molto gravi. In altri casi si riscontra una carenza di vita-mina B12 oppure di acido folico.In queste circostanze la terapia si basa sulla supplementazione di folati e vitami-na B12 sia per via orale che parentera-le. Per le anemie carenziali lo stile di vita e l’alimentazione sono fondamentali.

Qual è l’approccio diagnostico e terapeutico più corretto? Ribadisco, l’importanza di individuare la causa dell’anemia prima di iniziare qua-lunque trattamento. Laddove l’anemia è molto severa, si può fare ricorso anche alle emotrasfusioni. Il ruolo del medico-ematologo è fondamentale per una corretta pianificazione diagnostico - te-rapeutica.

Informazioni UO di Ematologia Tel. 0372 405 668 [email protected]

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L’artrite non è (solo) una malattia per “vecchi”

Quando sentiamo parlare di artrite il pensiero va ai nostri nonni o alle persone “di una certa età”. Non è così. Le patologie reumatologiche possono colpire anche i bambini, con un’incidenza di 10mi-la casi l’anno. Un dato positivo c’è: a differenza de-gli adulti i più piccoli spesso superano la malattia.

A domanda risponde Matteo Rossi UO Pediatria

Presidio Ospedaliero Oglio Po

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Reumatismi infantili, ci spiega di cosa si tratta? Di un gruppo di patologie, di natura autoimmune, costituite da un processo infiammatorio cronico, immunomedia-to. Il nostro sistema immunitario riesce a individuare e distinguere ciò che è estraneo al nostro organismo e poten-zialmente pericoloso da ciò che ci ap-partiene ed è innocuo. Le malattie au-toimmuni sono la conseguenza di una risposta anomala del nostro sistema immunitario che in parte perde la sua capacità di distinguere ciò che è estra-neo da quello che non lo è, attaccando gli organi del corpo stesso. Quali sono le principali malattie reumatologiche e quanto sono frequenti in età pediatrica?Le patologie autoimmuni, anche in età pediatrica, possono riguardare differenti distretti corporei, organi o apparati. La malattia reumatologica epidemiologi-camente più frequente è l’Artrite Idio-patica Giovanile (con un’incidenza di 5-20/100.000 per anno). Seguono poi patologie più rare come il Lupus Erite-matoso Sistemico, la Dermatomiosite Giovanile, la Sclerodermia, la Malattia di Kawasaki, la Porpora di Schoenlein-Enoch, le Vasculiti Sistemiche, la Sindro-me di Behçet. Esiste poi il vasto gruppo delle patologie definite auto-infiamma-torie e le varie tipologie di febbri ricorren-ti (come la Sindrome TRAPS, la Sindrome da Iper-IgD, la PFAPA, la CINCA).

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Quali conseguenze possono avere sulla crescita e sulla qualità di vita del bambino?La fisiopatologia delle malattie autoim-muni è costituita da un processo infiam-matorio cronico, che aggredisce i vari distretti corporei interessati, provocando un danno morfologico e funzionale pro-gressivo. E’ di fondamentale importanza la tempestività e l’accuratezza della dia-gnosi, nell’ottica di poter instaurare un adeguato approccio terapeutico, mira-to non solo a inibire il processo infiamma-torio, ma anche a evitarne i danni a lun-go termine. Questo aspetto risulta quindi preminente poiché si parla di pazienti pediatrici, ai quali è fondamentale ga-rantire una buona qualità di vita nonché preservarne il percorso evolutivo. Quali sono le terapie disponibili e i farmaci più utilizzati?Il trattamento delle patologie autoim-muni si pone come obiettivo l’inibizione del processo infiammatorio e la modu-lazione dell’anomala risposta immune. A tal fine vengono utilizzati diversi approcci farmacologici, che si avvalgono dell’uso di FANS (anti-infiammatori non steroidei, prevalentemente utilizzati come tratta-mento sintomatico), farmaci modulatori della risposta immune (o DMARDs, come per esempio il Metotrexate) e i cortico-steroidi (molto efficaci nel controllo della risposta infiammatoria, ma caratterizzati da significativi effetti collaterali che ne li-mitano l’utilizzo in età pediatrica). Da più di un decennio ormai, sono entrati nella pratica clinica reumatologica pediatri-ca i cosiddetti farmaci biologici, agenti che selettivamente bloccano l’effetto pro-infiammatorio di specifici media-tori biochimici della risposta immune.

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A chi rivolgersiIn caso di sospetta diagnosi di malattia reumatologica rivol-gersi a un ambulatorio specia-listico di Reumatologia Pedia-trica.

Gli accertamenti verranno pre-si in considerazione sulla base del quadro clinico.

Sia per la conferma della dia-gnosi che per il monitoraggio clinico e terapeutico è di fon-damentale importanza la pre-sa in carico da parte dello Spe-cialista Pediatra Reumatologo.

Tendiniti, attenzione al dolore

Un movimento sbagliato, un’attività fisica troppo intensa, abitudini posturali scorrette possono por-tare al processo infiammatorio dei tendini. Il dolore è un campanello d’allarme e la visita spe-cialistica è l’approccio più corretto. Intervenire con tempestività significa evitare com-plicanze e trattamenti chirurgici.La tendinite è un processo infiammatorio che colpisce le strutture tendinee. Clini-camente si riconosce una forma Acuta e una Cronica con forti differenze fra le due. La Tendinite Acuta è spesso il risultato di un singolo evento, come un sovraccari-co temporaneo e si caratterizza per l’in-sorgenza rapida, il dolore e l’impotenza

funzionale importanti e il breve decorso clinico. La Tendinite Cronica è, al con-trario, il risultato di più fattori che si som-mano nel tempo, determinando una progressiva degenerazione delle fibre tissutali. Quest’ultime, nei casi più gravi, possono arrivare a rompersi.

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Perchè è importante una diagnosi precoce? Quanto più precoce è l’intervento tera-peutico, tanto più efficace e duraturo è l’effetto dello stesso, permettendo quindi di evitare anche danni a lungo termine. Parlando poi di pazienti pediatrici, risulta evidente quanto sia importante garantire a questi bambini una prosecuzione quan-to più normale del processo evolutivo di crescita psicofisica e una buona qualità di vita, al pari dei propri coetanei. Come si effettua la diagnosi? Ad eccezione di quadri clinici con ca-ratteristiche/sintomi tipici e incontro-vertibilmente riferibili a tale malattia, la definizione delle malattie autoimmuni è spesso una diagnosi di esclusione. Ci sono differenze nella malattia tra adulto e bambino?La differenza sostanziale sta nel fatto che mentre i bambini affetti da queste patologie spesso superano la malattia, gli adulti invece hanno sintomi che facil-mente durano per tutta la vita. Tuttavia, non possiamo dimenticare che queste patologie possono incidere talvolta in maniera anche grave sul normale svi-luppo dell’organismo e sulla crescita dei piccoli pazienti.

InformazioniUO Pediatria Presidio Ospedaliero Oglio PoTel. 0375 281 [email protected]

A domanda risponde Piero Budassi Direttore UO Ortopedia e Traumatologia

Presidio Ospedaliero di Cremona

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Quali sono i sintomi?Provoca dolore, tumefazione e impo-tenza funzionale, spesso seguenti a una richiesta insolita o particolarmente in-tensa o al cambiamento di un gesto o di un’attrezzatura. Se il tendine è superfi-ciale, si associa rossore della cute.

Da cosa può essere causata?Ci sono soggetti a rischio?Nelle forme acute la causa più frequente è il sovraccarico. Esso può essere determinato da esercizi abnormi o dal cambio di attrezzature la-vorative o sportive (l’esem-pio più semplice è quello del-le calzature). Come si cura?La cura prevede due fasi: ripo-so, ghiaccio localmente e anti-infiammatori per qualche giorno. In seguito mantenimento dell’ela-sticità miotendinea e della forza.

In che misura è possibile fare pre-venzione? E’ molto importante non esagerare l’in-tensità delle attività fisiche, applicare correttamente l’esercizio, porre atten-zione a tutti i cambiamenti di condizioni esterne influenti, dagli attrezzi alle scarpe alla gestualità da essi richiesta.

TENDINITE ACUTA

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Quali sono i sintomi?La Tendinite Cronica è caratterizzata da un dolore sordo, progressivamen-te ingravescente, anche se con molta lentezza. L’impotenza funzionale arriva tardi e i sintomi, nel loro complesso, sono così sfumati da poter essere “miscono-sciuti”. In questi casi la rottura tendinea, l’evento finale più drammatico, ap-pare come una sorpresa, improvvisa e completamente inaspettata. Da cosa può essere causata?Ci sono soggetti a rischio?Vi sono molti fattori importanti: gli sche-mi motori adottati, l’equilibrio delle forze muscolari in gioco, la ripetitività di gesti o posture nella vita quotidiana o lavo-rativa. Ha poi importanza fondamenta-le la conformazione anatomica locale che può presentare varianti a rischio di “conflitto” meccanico, e la costituziona-le velocità di rimodellamento tissutale, estremamente variabile da individuo a individuo e difficilmente valutabile, sia cli-nicamente che strumentalmente. Come si cura?È fondamentale effettuare una com-pleta diagnosi, comprendendo a fon-do tutte le concause. La cura si basa, almeno nelle forme meno gravi, sulla rimozione degli stimoli lesivi. Può essere fondamentale stimolare il metabolismo tissutale con una delle numerose tecni-che a disposizione, dalle Onde d’Urto al Massaggio Trasverso Profondo al tratta-mento con Fattori Piastrinici.

TENDINITE CRONICA

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InformazioniUO Ortopedia e TraumatologiaTel. 0372 405 345 (coordinatore)[email protected]

È sempre necessario l’intervento chirurgico?L’intervento chirurgico è necessario quando esistono condizioni anatomiche sfavorevoli da correggere come speroni ossei, anomalie o varianti anatomiche. È inevitabile quando le condizioni del ten-dine sono tanto compromesse da impe-dire forme di guarigione diretta: un tendi-ne rotto si retrae e non si ripara da solo.

In che misura è possibile fare prevenzione? La prima riflessione va fatta nell’anali-si del gesto motorio necessario per le nostre abitudini lavorative o sportive: alcune attività, per la ripetitività della gestualità o per la posizione coatta che richiedono, costituiscono un fattore di ri-schio rilevante.

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L’intestino è irritabile

Dolore, fastidio addominale e gonfiore. Sintomi molto diffusi che possono derivare dalla Sindrome dell’Intestino Irritabile. Stress, famigliarità e fattori psicosociali sono fra le cause principali. Nell’80% dei casi, infatti, i pazienti soffrono di ansia e depres-sione. L’approccio terapeutico corretto? Inquadra-mento clinico accurato e dieta personalizzata.

A domanda risponde Teresa Staiano UO di Endoscopia Digestiva e Gastroenterologia Aziendale Presidio Ospedaliero di Cremona

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La Sindrome dell’intestino irritabile è un disordine funzionale caratterizzato da alterazioni dell’alvo (diarrea, inconti-nenza, stipsi cronica). È molto comune, incide in maniera significativa sulla sa-nità pubblica ed ha effetti negativi sul-la qualità di vita dei pazienti interessati. Quali i sintomi più comuni?E’ caratterizzata da dolore o fastidio addominale presente almeno 3 gior-ni al mese associato a 2 o 3 delle se-guenti caratteristiche: miglioramento con l’evacuazione, modifiche nella fre-quenza dell’alvo (sia incremento, che riduzione), o modifiche nella consistenza delle feci. In base ai sintomi e alle ana-lisi possiamo distinguere tre sottogrup-pi: la SII-D variante diarroica (>3 evc/die), SII-C variante stiptica (< 3 evac/settimana) e la SII-A con predominan-za di alvo alterno o dolore o gonfiore.

Da cosa può dipendere?Capire la patogenesi della sindrome dell’intestino irritabile è importante poi-ché i nuovi farmaci hanno come target i meccanismi fisiopatologici che sot-tendono questo disordine: alterazione della motilità gastrointestinale, ipersen-sibilità viscerale, fattori genetici (studi assolutamente preliminari), interazioni intestino - cervello, alterazioni della flo-ra batterica intestinale (overgrowth batterico), stimoli ambientali (foodsen-sitivity: carboidrati, lattosio, allergeni ali-mentari etc.), fattori psicosociali come ansia, somatizzazione, depressione (do-cumentati in più dell’80% dei pazienti).

Come avviene la diagnosi?Condizione importante per la diagno-si è la presenza di criteri clinici sensibili e specifici. S’indaga sulla presenza di sintomi d’allarme, i cosiddetti redflags: calo ponderale non intenzionale, ane-mia, febbre, sintomatologia notturna, sangue nelle feci e s’indagano i fattori di rischio come l’età, la familiarità per cancro al colon, in modo da esclude-re patologie organiche. A tal fine risulta fondamentale un’accurata anamnesi, gli esami bioumorali (emocromo, VES, PCR, ferritinemia, elettroliti, profilo tiroi-deo, IgA anti transglutaminasi, IgA tot) e fecali (coprocolturali e parassitologico). INTESTINO IRRITABILE

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ANSIA, un disturbo da non sottovalutare

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Dieta personalizzata Gestione dello stress MIGLIORANO la quali tà di vi ta Lo Stress fisico e psicologico può alterare la motilità intestinale. L’in-quadramento clinico è fonda-mentale per l’introduzione di rego-le o variazioni dietetiche.

In caso di stipsi è consigliata una dieta ad alto residuo ricca di fibre e tanta acqua, associati ad agen-ti di massa se si presenta gonfiore.

In caso di diarrea/gonfiore è indi-cato sospendere quegli alimenti che inducono fermentazione bat-terica come i carboidrati (oligo, di e monosaccaridi, polioli, lattosio e derivati) e introdurre probiotici (fermenti lattici).

INTESTINO IRRITABILE

I n f o r m a z i o n i UO Ortopedia e Traumatologia Tel. 0372 408 302 [email protected]

Qual è la cura?Elemento chiave nella terapia è l’ap-proccio multifattoriale: il programma di trattamento è basato sul sintomo domi-nante e sui fattori psicosociali (supporto psicologico, la prognosi è eccellente ma i sintomi saranno cronici e recidivanti). I trattamenti farmacologici attualmente disponibili sono sintomatici per il dolo-re anticolinergici/antispastici, antide-pressivi ed inibitori selettivi del reuptake della serotonina. Al bisogno vengono prescritti antidiarroici o lassativi, agoni-sti canali del cloro ed agenti di massa. Se non trattata correttamente quali possono essere le conseguenze più serie?È utile un periodo di terapia mirata al sintomo associata a consigli generali sul-lo stile di vita. Dopo 4, 8, 12 settimane è indicata una rivalutazione della risposta terapeutica. Se positiva si conferma la diagnosi, se negativa è legittimo un ap-profondimento diagnostico con ulteriori indagini di II livello.

InformazioniUO Endoscopia Digestiva e Gastroenterologia AziendaleTel. 0372 405 255

INTESTINO IRRITABILE

La sensazione di paura, angoscia, agitazione insieme a respiro e battito cardiaco accelerati sono i sintomi tipici dell’ansia. Un disturbo psicologico spesso sottovalutato che nel tempo può limitare l’autonomia. La terapia più indicata? Sostegno psicologico, farmaci appropriati e buone relazioni sociali. Banalizzazione e vergogna i pregiudizi da combattere.

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A domanda risponde Antonino Minervino Direttore UO Psichiatria n° 25 Presidio Ospedaliero Oglio Po

[email protected]

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Quando una persona può essere definita ansiosa?L’ansia è una condizione connaturata all’essere umano, accompagna tutte quelle situazioni che necessitano di una particolare attivazione per essere affron-tate. Una persona può essere definita ansiosa quando questo meccanismo fi-siologico si altera, entrando così in una di-mensione patologica: ciò accade quan-do situazioni, circostanze, stimoli, esterni all’individuo o presenti nel suo mondo interiore, vengono soggettivamente percepiti come pericolosi o minacciosi. Quali sono i sintomi?I sintomi sono di ordine psichico e fisico. Nel primo caso sono rappresentati da una forte sensazione di paura, che si tra-sforma in angoscia, da una focalizzazio-ne dell’attenzione su ciò che viene con-siderato minaccioso e da uno stato più o meno profondo di agitazione. I sintomi fi-sici possono essere a carico di tutto il cor-po: accelerazione del respiro, del batti-to cardiaco, sudorazione, sensazione di nausea, necessità di andare spesso a uri-nare e disturbi del sonno. I sintomi psichici e fisici possono essere di diversa intensi-tà, andando da casi più lievi a più gravi.

Sindrome ansiosa, quali cause?La persona ansiosa, di solito, ha matu-rato esperienze di tipo traumatico nei primi anni o in epoche più recenti del-la propria vita. Si tratta di situazioni che hanno origine da diverse esperienze, ma sono tutte accomunate dal fatto che l’individuo li porta con sé come espe-rienza di minaccia alla propria integrità. Può evolvere in disturbi più seri?Si, un’ansia non diagnosticata e non trattata, può portare nel tem-po sia a disturbi fisici che psichi-ci. Nel primo caso le persone con un’ansia intensa e non trattata pos-sono andare incontro a patologie cardiache, gastrointestinale o au-mentare il rischio di malattie. Per quanto riguarda i disturbi psichici il rischio è la depressione e la grave limitazione della propria autonomia.

I n f o r m a z i o n i UO Ortopedia e Traumatologia Tel. 0372 408 302 [email protected]

Quali le terapie consigliate?L’approccio terapeutico è sia farmaco-logico che psicologico ossia trattamenti farmacologici integrati a trattamenti psicoterapici.Oggi, da un punto di vista farmaco-logico, disponiamo di farmaci sicuri e maneggevoli che possono rappresen-tare un’ottima risposta per attenuare la sintomatologia. Il trattamento psico-terapico rappresenta uno strumento irrinunciabile sia per l’efficacia che per il mantenimento dei risultati nel tempo. Oltre alla terapia farmacologica quali sono gli accorgimenti quotidiani da adottare?Ogni persona che ha problemi di ansia può e deve essere protagonista della riconquista del proprio benessere attra-verso momenti di condivisione con le persone più vicine, attraverso uno stile di vita che veda la rinuncia a disordini ali-mentari e a disordini comportamentali.

In che misura risulta difficile alle persone ammettere questo disagio?È difficile dal momento in cui, purtrop-po, grava ancora un atteggiamento di stigma dei disturbi psicologici, soprat-tutto quando vengono vissuti come svalutazione della propria persona. Lo stigma per l’ansia è rappresentato dal-la banalizzazione del disturbo. Spesso ci si sente dire “Ma hai solo l’ansia!” come se questa non rappresentasse un elemento in grado di compromettere gravemente la qualità della vita di una persona.

InformazioniUO di Psichiatria n. 25 – Casalmaggiore Tel. 0375 281 416 (segreteria)[email protected]

ANSIA DA RIENTRO AL LAVORO? PENSA POSITIVOLa malinconia per le vacanze finite può influire sul piano somatico. Astenia, calo dell’attenzione, mal di testa, diffuso sen-so di malessere sono i sintomi più comu-ni della “sindrome da rientro”. Come fare? Regola numero uno: concedere all’organismo il tempo necessario per “riabituarsi” ai ritmi e alle responsabili-tà del quotidiano. Al lavoro porsi piccoli obiettivi, quando è finita la fase di “ac-climatamento” dedicare attenzione ed energie a progetti più impegnativi. Nel tempo libero, pausa pranzo compresa, stare all’aria aperta. L’importante è non alimentare i sintomi ansiosi con pensieri negativi, bensì concentrare l’attenzione su pensieri positivi tesi a valorizzare il tem-po che resta fino alla fine dell’anno come un’opportunità per realizzare desideri.

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Colesterolo

Il colesterolo è una sostanza vitale per il nostro or-ganismo. Quando il suo valore supera i parametri definiti “normali” si trasforma in fattore di rischio per infarto e ictus. Dieta povera di grassi saturi, attività fisica e una terapia farmacologica adeguata sono le regole più semplici per combatterlo.

A domanda risponde Massimo Carini Direttore UO di Cardiologia e UTIC Presidio Ospedaliero Oglio Po

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?Cos’è il colesterolo? A cosa serve?Il colesterolo è una sostanza simile al grasso: per quanto strano possa appari-re, è essenziale per la vita ed è presente in tutte le cellule animali. E’ parte delle membrane cellulari; è la base costituti-va di alcuni ormoni (aldosterone, corti-sone, testosterone, estradiolo) e degli acidi biliari; è il nutrimento per alcuni tipi di cellule. Normalmente viene intro-dotto nel nostro organismo con il cibo di origine animale. Altra fonte di cole-sterolo sono le cellule del fegato che lo sintetizzano in base ai fabbisogni del nostro corpo. Il colesterolo, infatti, è tal-mente prezioso per certe funzioni fon-damentali, che il fegato si è riservato l’indipendenza e il diritto di costruirselo autarchicamente, a prescindere da quanto se ne introduca con gli alimenti. Quali sono i rischi legati al colesterolo alto?La quantità elevata di colesterolo nel sangue, soprattutto LDL, porta al pro-cesso di “aterogenesi”, che è causa di patologie molto gravi tra cui infarto miocardico, ictus, aneurisma dell’aorta, arteriopatia periferica. L’alto valore di colesterolo, con il passare del tempo, fa

aumentare i depositi di grassi sulle pareti delle arterie, riducendone l’elasticità e ostacolando il flusso sanguigno. In realtà molto spesso non è l’occlusione dell’ar-teria in sé a causare l’infarto, bensì l’in-fiammazione e la conseguente rottura di questi accumuli adiposi (chiamati atero-mi o placche aterosclerotiche).

In questi casi cosa accade?Quando la parete superficiale della placca si rompe, il sangue entra in con-tatto con il suo contenuto; si attiva in tal modo un processo che porta alla forma-zione di un coagulo, proprio come suc-cede quando ci procuriamo una ferita. All’interno dell’arteria i meccanismi della coagulazione danno così origine a una sostanza (trombo o coagulo) che può interrompere il flusso sanguigno deter-minando un’improvvisa mancanza di ossigeno a valle. A causa della lesione potrebbe anche staccarsi un pezzetto di ateroma che, trasportato in periferia dal sangue, andrebbe a occludere vasi di dimensioni minori (embolia).

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Si sente spesso parlare di coleste-rolo “buono” e “cattivo”, qual è la differenza?Il colesterolo una volta arrivato al fegato si trasforma in lipoproteine; queste ven-gono immesse nuovamente nel sangue per rendere lo stesso colesterolo dispo-nibile alle necessità dell’organismo. Le lipoproteine sono di due tipi: il “cole-sterolo buono” (HDL - high density lipo-proteins) che mentre circola nel sangue raccoglie, incorpora e asporta il cole-sterolo presente sulla parete dei vasi; il “colesterolo cattivo” (LDL - low density lipoproteins) che si infiltra più facilmen-te nelle pareti vascolari depositandosi sotto il tessuto che riveste la superficie interna dei vasi sanguigni – l’endote-lio – dando inizio alla formazione della placca aterosclerotica. Le lipoproteine LDL contengono una quantità relativa-mente alta di colesterolo e trigliceridi.

28Controllare la quantità di colesterolo assunto con la dieta: in generale bisogna limitare al massimo i cibi contenenti burro, i dolci (creme e panna), togliere il grasso della carne, limitare gli insaccati e i formaggi, il consumo di uova e carne preferendo il pesce, che con-tiene un particolare tipo di acido grasso che solubilizza il colesterolo; fare uso di latte parzialmente scremato e di formaggi freschi.

Fare attività sportiva regolarmente: stimola il me-tabolismo al consumo del colesterolo. Dovranno essere preferite attività come la corsa, la marcia, il nuoto, il ci-clismo, della durata di almeno 30 minuti per tre volte la settimana, sempre sotto consiglio del proprio medico.

Se necessario, su indicazione medica, ricorrere alla te-rapia farmacologica che si avvale di queste classi di farmaci: le statine che riducono la produzione di colesterolo nel fegato e ne stimolano la rimozione dal sangue; i fibrati che abbassano i trigliceridi e in misura minore il colesterolo; le resine che bloccano i sali biliari nell’intestino riducendo quindi l’assorbimento del cole-sterolo e aumentandone l’utilizzo a livello epatico.

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Quali sono i valori consigliabili di colesterolo?In generale, più bassi sono i livelli di cole-sterolo più basso è il rischio. Per una dia-gnosi accurata è comunque importante considerare la presenza di altri fattori di rischio come una pressione arteriosa o il diabete: in questi casi, ridurre i livelli di co-lesterolo diviene ancora più importante

I n f o r m a z i o n i UO Ortopedia e Traumatologia Tel. 0372 408 302 [email protected]

TRE REGOLE DA NON DIMENTICARE

COLESTEROLO

I valori generalmente consigliabili sono (esame del sangue dopo 12 ore di digiuno): - Colesterolo totale < 200-220 mg/dl.- Colesterolo HDL > 40 mg/dl negli uomi-ni; > 50 mg/dl nelle donne.- Colesterolo LDL < 160 mg/dl nei pazienti a basso rischio, < 115 mg/dl rischio mo-derato, < 100 mg/dl alto rischio; < 70 mg/dl rischio molto alto. Quali sono le cause del colesterolo alto?Principalmente una dieta ricca di grassi saturi e la sedentarietà.

È vero che l’elevata presenza di colesterolo può essere determinata da fattori genetici?Vero, le cosiddette dislipidemie primarie o genetiche sono determinate da un’al-terazione “ereditaria” su base familiare: il difetto del metabolismo dei lipidi viene trasmesso come un carattere ereditario nel DNA dai genitori ai figli. In questi pa-zienti è utile mantenere i livelli di coleste-rolo più bassi possibile.

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Senza donatore non c’è trapiantoPer scegliere di diventare donatore di organi e tes-suti non serve essere un super eroe: basta avere fegato, cuore e soprattutto cervello. Per salvare una vita non servono super poteri, ba-sta una firma: la tua.

Il trapianto è l’unica terapia efficace per curare numerose insufficienze di organo, ma senza donatore non c’è trapianto!

In Italia oggi sono 1.396.762 le persone che hanno scelto di diventare donatori di organi e tessuti. Una decisione impor-tante, un gesto che può salvare la vita.

La campagna Nazionale su Donazione di Organi, Tessuti e Cellule, realizzata dal Ministero della Salute, in collaborazione con il Centro Nazionale Trapianti e le As-sociazioni nazionali di settore, desidera richiamare l’attenzione sull’importan-za di dichiarare in vita “la tua volon-tà” sulla donazione di organi e tessuti.

COME FARECi sono diversi modi e tutti pienamente validi.

La tua decisione sarà sempre rispettata dai medici. Solo se non hai dichiarato in vita la tua volontà sulla donazione, sarà interpellata la tua famiglia.

Nel nostro paese il principio del silenzio assenso non ha trovato attuazione per questo tutti i cittadini maggiorenni han-no l’opportunità si esprimere la loro vo-lontà.

DOVEAsl di appartenenzaUfficio Anagrafe dei comuni che hanno attivato il servizioAssociazioni di settore (AIDO)

OPPUREScrivi su carta semplice il tuo volere.

Il 31 Maggio scorso il Ministero del-la Salute, insieme alle Associazioni e al Centro Nazionale Trapianti ha pro-mosso, sotto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica, la XVII edizione della “Giornata Nazionale Do-nazione e Trapianto di Organi e Tessuti”.

Gli Ospedali di Cremona e Oglio Po han-no partecipato con l’allestimento due Info point in collaborazione con AIDO, Alberto Bonvecchio (Coordinatore pre-lievo organi e tessuti provincia) e Luigi Borghesi, (Direttore UO Anestesia e Riani-mazione Ospedale Oglio Po). Tra gli scopi dell’iniziativa: informare e sensibilizzare la popolazione sulle tematiche della donazione e del trapianto di organi;promuovere una costante presa di re-sponsabilità delle istituzioni per rispon-dere ai bisogni dei cittadini in attesa di trapianto;sviluppare una corretta informazione in tema di prelievo e trapianto di organi da parte dei mezzi di comunicazione;infondere una migliore e più diffusa consa-pevolezza del ruolo di ogni cittadino e del diritto di manifestare la propria volontà;ridurre le opposizioni al prelievo e au-mentare il numero di trapianti.

www.sonoundonatore.it

www.aido.it

SEDE CREMONA: Via Aporti, 28Tel/Fax 0372 30493

e-mail: [email protected]

SEDE CASALMAGGIORE: Via Cavour, 93Tel/Fax 0375 42856

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C A L E N D A R I O C O R S I E C O N V E G N I

FORMAZIONE 3-4 ottobre 2014 Gestione della qualità di vita del paziente oncologico della testa e del collo. Sede: Aula Magna “Magda Carutti” Presidio Ospedaliero di Cremona (Largo Priori, 1 - Cremona) Orario:1^ giornata: 8.30 – 18.00 2^ giornata: 8.30 - 14.00 Iniziativa destinata a: Medici specialisti ORL, Medici di Medicina Generale, Infermieri, Assistenti Sanitari, Fisioterapisti, Audiometristi, Tecnici Riabilitazione, Psicologi, Volontari AILAR, FIALPO. Costo: gratuito

25 ottobre 2014 Il Dipartimento Provinciale di cure palliative nella gestione delle fragilità. Sede: Aula Magna “Magda Carutti” Presidio Ospedaliero di Cremona (Largo Priori,1 - Cremona) Orario: 8.00 – 18.00 Iniziativa destinata a: Medici, Pediatri, MMG, Pediatri di libera scelta, Geriatri, Psicologi, Fisioterapisti, Infermieri, volontari. Costo: gratuito 28 ottobre 2014 Standard organizzativi medico-infermieristici nell’attività di prelievo di organi a scopo di trapianto: la collaborazione di A.O. di Cremona – Int Milano per il prelievo ed il trapianto di fegato. Sede: Aula Magna “Magda Carutti” Presidio Ospedaliero di Cremona (Largo Priori,1 - Cremona) Orario: 8.30 – 17.30 Iniziativa destinata a: Medici, Infermieri, Tecnici di Laboratorio Biomedico, TSRM. Costo: gratuito

8 novembre 2014 La gestione del paziente con malattie digesti-ve nell’ambulatorio del medico di medicina generale. Sede: Sala Riunioni - Presidio Ospedaliero di Oglio Po (Via Staffolo, 51 – Vicomoscano - CR) Orario: 09.00 – 17.00 Medici e MMG Costo: gratuito

22 novembre 2014 Aggiornamenti in reumatologia pediatrica: l’artrite idiopatica giovanile. Sede: Sala Riunioni - Presidio Ospedaliero di Oglio Po (Via Staffolo, 51 – Vicomoscano - CR) Orario: 8.30 – 13.30 Iniziativa destinata a: Medici, Pediatri di libera scelta (ASL Casalmaggiore, Viadana e Bozzolo), Infermieri. Costo: gratuito 22 ottobre 2014 IV Conferenza territoriale oncologica DIPO Sede: Aula Magna “Magda Carutti” Presidio Ospedaliero di Cremona (Largo Priori,1 Cremona) Orario: 8.00 – 14.00 Iniziativa destinata a: Iniziativa destinata a: Medici, Infermieri, ASV, Medici di Medicina Generale, Associazioni di volontariato.Costo: gratuito

Segreteria Organizzativa Ufficio Formazione e Aggiornamento Presidio Ospedaliero di Cremona Viale Concordia, 1 – 26100 Cremona Tel. 0372/405185 - Fax 0372/[email protected]

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Marita Mariotti Responsabile Formazione Aziendale