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63 63 Anno XVI - n. 63 - Settembre 2017 - Periodico Trimestrale - Spedizione in A.P. - 70% - Bergamo - c/c 16386245

SETTEMBRE 2017 - amicidigabry.itamicidigabry.it/copertine/63.pdf · Imparare a rilassarsi e a liberarsi dalle paure a dall’ansia ,anche se solo per brevi momenti giornalieri, può

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“ Se vuoi un anno di prosperità, fai crescere il grano

Se vuoi dieci anni di prosperità, fai crescere gli alberi

Se vuoi cent’anni di prosperità, fai crescere le persone.”

Ringraziamo le aziende che con il loro contributo ci permettono di crescere giorno per giorno e portare avanti iniziative come questo giornale.

“ Se vuoi un anno di prosperità, fai crescere il grano

Se vuoi dieci anni di prosperità, fai crescere gli alberi

Se vuoi cent’anni di prosperità, fai crescere le persone.”

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EDITORIALE 3“Senza clamori”Angelo Frigerio

SPAZIO SCIENTIFICO 4“Trapianto di cornea”Andrea Mercanti

SPAZIO ASSOCIAZIONE 6“I benefici delle tecniche di rilassa-mento in oncologia: il TrainingAutogeno”Giusi De Agostini

SPAZIO TECNICO 8“Pronto Intervento Oncologico”Sandro Barni

SPAZIO CULTURA 10“Amilcare Bietti e Pier Luigi DellaTorre”Luigi Minuti

SPAZIO PSICOLOGICO 12“Maneggiare con cura”Giusi De Agostini

SPAZIO ASSOCIAZIONE 14“Felici di esserci”Domenica 11 Giugno al XVI Green DayDomenica 9 Luglio, tutti in montagna

SPAZIO BENESSERE 20“I semi della sopravvivenza”Adalberto Salvatore Sironi

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SOMMARIO

COMITATO SCIENTIFICOBarni Sandro Bonetti Luisa Cremonesi Marco Cabiddu Mary Petrelli Fausto

COMITATO Dl REDAZIONEBonetti Luisa Barni Sandro Durante DomenicoCabiddu Mary

DIRETTORE RESPONSABILEFrigerio Angelo

VICEDIRETTORECremonesi Marco

SEGRETERIAFrigerio Enrico Tel. 0363-314151 Fax 0363-314121 [email protected]

PROGETTO GRAFICOStudio Origgi Via Mac Mahon, 78 - 20155 MILANO

REALIZZAZIONE GRAFICAVenturini Fiorenzo - Treviglio

STAMPATipocarto Via L. D a Vinci - 24043 Caravaggio (Bg)

EDITOREAssociazione “Amici di Gabry” ONLUSVia Matteotti, 125 - 24045 Fara G. d’Adda (Bg)

N. AUTORIZZAZIONE 34Del 06 Luglio 2001 Tribunale di Bergamo

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63Copertina ‘ESTATE’realizzata dalgli alunni: Baraggioli Fancesca,Ferrari Sara,Riccobono Giorgia.Liceo ArtisticoSimone Weil Treviglio

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Un’azienda che comunica bene, si sente meglio.

Venturini Grafica & Pubblicità < Treviglio - Bg > Tel. 328 3330481 < [email protected]

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ASSOCIAZIONEAMICI DI GABRYTel. e Fax 0363 [email protected]

CHI INCONTRATE?Donne disponibili all'ascoltoMedicoSpecialisti del settore: Oncologo, Senologo, Esperti di Medicina AlternativaPsicologo

DOVE SIAMO:"Associazione Amici di Gabry"V.le Oriano, 2024047 Treviglio (BG)Martedì e Venerdì dalle ore 9.30 alle 11.30Tel. 0363 305153

DH OncologicoOspedale di TreviglioLunedì, Mercoledì e Giovedìdalle ore 9,30 alle 11,30Tel. 0363 424739

Centro formazione e ascolto“Clotilde Finardi” via Fermo Stella, 13Caravaggio (BG)

COLLABORAZIONESe diventi socio/a sostenitore, anche conun piccolo contributo, potenzierai il progetto che coinvolge ognuno di noi.

ASSOCIAZIONE “AMICI DI GABRY”ONLUSSede legale:Via Matteotti 12524045 Fara d’AddaP.I.: 02645050168Cod. IBAN: IT 92 D 08899 53643 000000210230Credito Cooperativo di Treviglio

c/c postale 16386245

SENZA CLAMORI

“Ogni volta ricomincia la lezione... e riconside-ri e rivaluti il tuo benessere... La gioia comple-ta ed appagante di deliberare goccia a goccial’ umore della vita, sempre e comunque, per-ché questa è la felicità che ci è data... Unalezione di vita, di anno in anno riproposta e rin-novata... Che sia tu donna, uomo, medico opaziente: essere che vive, gioisce e soffre.”

Ho voluto riproporre alcune frasi scritte ben 13anni orsono nel presentare una attività dell’ as-sociazione... rivedo quei momenti ma ho negliocchi le due giornate trascorse e documenta-te nelle pagine seguenti e mi rendo conto chesono sempre più attuali. Ebbene sì... anche a distanza di anni mi emo-ziono... ci emozioniamo... perché vedi e per-cepisci come le persone che stanno attraver-sando momenti duri della loro vita si ritrovanoin cose semplici ma intense, giornate come ilGreen Day e la gita sui monti ti riportano aduna realtà che la nostra vita quotidiana non tida più. Senti dentro il significato della gioia,quella cosa che non puoi comperare ma simanifesta con atti e comportamenti spontaneie liberatori... momenti di festa e di spensierataallegria. Persone che vivono il loro percorsoquotidiano con sofferenza e difficoltà che can-tano, sorridono... e vedono tanti amici checreano calore... tutti impegnati nel costruireuna speranza che ci libera dalla necessità diprevedere il futuro e che ci consente di vivereil presente, con la profonda fiducia che non cisentiremo soli perché non ci sono ruoli definitima un grande desiderio di sentirci tutti uniti,magari solo per un giorno ma realizzando idesideri più profondi del nostro cuore.

Una gioia autentica, questo è quello che hoassimilato in queste giornate: la consapevo-lezza di aver fatto tutto ciò che era nelle nostrefacoltà.

Grazie amici, una maglietta bianca od azzurraper una giornata dove ognuno ha dato ilmeglio di sé... questo è il modello della socie-tà utopica... forse per gli altri... ma non pernoi... è viva!!!!

Angelo FrigerioDirettore responsabi-le.Presidente della associazione “Amici di Gabry”

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oppure un trapianto di solo endoteliocorneale lasciando intatta la porzionepiù superficiale sana.Il trapianto di cornea a tutto spessore( cheratoplastica perforante) vienetuttora riservato a tutti i casi in cui lacompromissione corneale è interve-nuta a tutti i livelli o ha determinatodanni tissutali che non rendono prati-cabili le altre due tecniche descritte.In casi estremi può avere come unicoscopo quello di evitare una perfora-zione imminente o porvi rimedio inurgenza al fine di eliminare le solu-zioni di continuità tra le strutture ocu-lari interne ed il mondo esterno (tra-pianto a scopo tettonico).La scelta della tecnica indicata spet-ta al medico oculista dopo una valu-tazione complessiva del quadro clini-co. Le cornee donate vengono prele-vate da cadavere, accuratamenteselezionate, conservate in terreno dicoltura ed inviate all’ospedale che nefaccia richiesta da parte delle BAN-CHE DELLE CORNEE, che certifica-no la qualità del tessuto inviato. Ciòconsente di pianificare con anticipogli interventi e garantire una elevataqualità dei tessuti da trapiantare.Il trapianto di cornea, ha lo scopoprioritario di ripristinare la anatomiacorneale e si pone come obbiettivoquello di migliorare la funzione visivaalterata dalla ridotta trasparenza e/oregolarità del tessuto.

L’intervento è programmabile condiscreto anticipo anche se la pianifi-cazione dipende dalla disponibilità ditessuti da parte delle banche dellecornee. L’intervento viene effettuatoin anestesia locale o generale, suindicazione del chirurgo e degli ane-stesisti, con ricovero. Il pazienteviene sottoposto a verifica della

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uando la cornea perde inmaniera irreversibile la suatrasparenza o diventa forte-

mente irregolare o ancora rischia diperforarsi e le terapie meno invasivenon risolvono il problema, è necessa-rio sostituirla mediante l’interventochirurgico di trapianto di cornea,detto anche cheratoplastica.

L’intervento consiste nella sostituzio-ne della cornea malata o di una suaparte con quella proveniente da undonatore. Diversamente dal passatorecente, quando l’unico interventodisponibile consisteva sempre nellasostituzione del tessuto a tutto spes-sore, oggi possiamo decidere disostituire soltanto la parte di tessutomalato, lasciando intatti i rimanentistrati della cornea. Ciò ha permessodi ridurre l’aggressività chirurgica, irischi di rigetto ed accelerare il recu-pero funzionale. A seconda dellostrato corneale compromesso (stro-ma, endotelio) possiamo pianificareun trapianto selettivo del tessutopatologico, lamellare anteriore pro-fondo in cui viene sostituita la solaporzione anteriore della cornea,senza perforare il bulbo oculare

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assenza di controindicazioni nell’im-minenza dell’intervento. Una voltaeffettuato l’intervento pianificato, inassenza di complicanze, è previstauna degenza variabile da uno a tregiorni, il cui scopo è quello di verifi-care in ambiente protetto ed in condi-zioni di sicurezza il decorso post-operatorio.

Per quanto standardizzata e seguitada soddisfacenti risultati, l’operazio-ne di trapianto di cornea non sfuggealla regola generale, secondo laquale non esiste una chirurgia senzarischi. Non è dunque possibile garan-tire in modo formale il successo del-l’intervento né l’assenza di compli-canze, la cui incidenza è condiziona-ta anche dal tipo e dal grado di evo-luzione della patologia. L’indicazionea trapianto di cornea per questeragioni deve venire posta in assenzadi terapia mediche o chirurgichemeno invasive altrettanto efficaci.

L’intervento non è doloroso e vieneper lo più eseguito in anestesia gene-rale. In seguito all’intervento l’occhiooperato è più o meno arrossato edolente si possono avvertire sensa-zioni di corpo estraneo, bruciore,fastidio, lacrimazione aloni, che ten-dono poi a ridursi progressivamente.Trattandosi di un intervento chirurgi-co, sono possibili complicanze chesolo una accuratissima attenzioneall’igiene personale e oculare puòridurre drasticamente o eliminare.Il trapianto di cornea comporta unrischio di rigetto per tutta la vita. Talefenomeno, la cui frequenza si riducesensibilmente dopo i primi 5 anni puòcomportare una grave e irreversibileinfiammazione della superficie ocula-re e in assenza di una terapia tempe-stiva o per la gravità della sua mani-festazione, il ricorso a nuovo trapian-to di cornea.

Possono sottoporsi a trapianto di cor-nea pazienti di tutte le età, affetti dapatologie corneali che non consenta-no opportunità terapeutiche menoinvasive di pari efficacia e che abbia-

no ottenuto il consenso anestesiolo-gico alla chirurgia.

Controlli postoperatori sono neces-sari per un periodo di tempo prolun-gato. Il miglioramento visivo non èimmediato. Avviene lentamente nel-l’arco di diverse settimane ed è lega-to all’attecchimento ed alla vitalitàdella cornea trapiantata, alla sua tra-sparenza, alla presenza di astigmati-smo residuo e dalle condizioni disalute degli altri distretti (retina, cri-stallino ecc.) dell’occhio operato. Lapresenza di altre lesioni dell’occhio,infatti, può limitare il recupero dellavista.

Spero con queste brevi parole di averfatto capire il valore della donazionedelle cornee, la loro insostituibilenecessità e la grandezza di poterdare o ridare la vista a persone chealtrimenti resterebbero senza il donomeraviglioso della vista che siapprezza appieno solo quando nonsi possiede.

Dr. Andrea Mercanti DirettoreStruttura Complessa diOculisticaASST - Bg OvestTreviglio

Appuntamento il 12/11/2017 con il

PRANZO SOLIDALE“AMICI DI GABRY”

presso il Centro Sportivo diCaravaggio

... si mangia, si gioca, si canta col karaoke ...

Vi aspettiamo!

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Non solo sostegno e informazione alla popolazio-ne, ma anche stimoli che possano migliorare laqualità di vita dei pazienti e di chi è loro accanto.È lo scopo della prossima iniziativa che rientra nelprogetto “La Via del Loto” dell’associazione “GliAmici di Gabry” che da anni si occupa si aiutare,sostenere e informare in ambito oncologico.Sappiamo ormai che le cure oncologiche spesso

interferiscono con la qualità di vita dei pazienti,non solo sul piano fisico ma anche su quello psi-cologico, per questo motivo tra le iniziative cheverranno attuate prossimamente avremo un corsogratuito sulle tecniche di rilassamento per la

gestione delle emozioni e dello stress: verranno svolti 13 incontri di circa un’ora acadenza settimanale nel corso dei quali verrà appresa la tecnica del Training Autogenodi J.H.Schultz, in un contesto di piccoli gruppi omogenei.Le tecniche di rilassamento che verranno proposte potranno aiutare ad aumentare lapropria capacità di gestire le emozioni e lo stress, favorendo un migliore adattamentoall’iter terapeutico e un recupero più veloce del proprio benessere psicofisico.Imparare a rilassarsi e a liberarsi dalle paure a dall’ansia ,anche se solo per brevi

momenti giornalieri, può svolgere un ruolo importante nel raggiungimento del controllogenerale del dolore, modificando positivamente il tono muscolare, la funzionalità vasco-lare, l’attività cardiaca e respiratoria.Il Training Autogeno è infatti utile nella curadell’ansia, insonnia, asma, tachicardia, gastrite,cefalea e di quelle patologie dove l’aspetto psi-cosomatico è rilevante, ma trova un ruolo posi-tivo anche in molti altri contesti come lo sport,per migliorare la concentrazione e le prestazio-ni degli atleti.L’obiettivo è quello di fornire degli strumentibase, relativamente facili da apprendere e dautilizzare nella vita quotidiana, per aiutare sia i pazienti che i loro familiari o chi se neoccupa nella loro quotidianità, ad affrontare al meglio il percorso di cura.Secondo Schultz, la pratica costante degli esercizi base del Training Autogeno permet-te di ottenere un profondo e rapido recupero di ener-gie , la riduzione della percezione del dolore, l’auto-controllo e il miglioramento delle proprie prestazioni equindi anche una possibile riduzione degli effetti colla-terali delle terapie.

Se vi interessa partecipare o avere più informazioni [email protected]

Giusi De AgostiniPsicologaPsicoterapeutaAmica della nostraAssociazione

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...lettera dall’ Hospice...

Treviglio 8/6/17 Gentile Presidente Associazione Amici Di Gabry, e p.c. gentilissimi associati amici

A nome e per conto di tutta l’equipe dell’Hospice della Fondazione Anni Sereni vorrei ringraziarVi per la vostra genero-sa offerta di sostegno in occasione del ricovero del piccolo Mohamed presso il nostro Hospice. Il vostro impegno ad aiu-

tare, è stato fondamentale per sostenere la famiglia in un passaggio veramente difficile e impegnativo. Ricordo che il rico-vero del piccolo, davvero urgente per l’insorgenza dei sintomi non più controllabili al domicilio, era stato “rifiuta-to” da altri cen-

tri per mancanza di posti letto. In un momento tanto particolare e di estremo bisogno fisico, logistico, psicologico e spirituale pertutta la famiglia il vostro aiuto e sostegno è stato fondamentale per la buona riuscita di tutta la fase di accompagnamento ed è sincera-

mente apprezzato dalla nostra organizzazione.

Colgo l’occasione rubando pochissimo del vostro prezioso tempo per meglio declinare quanto é stato importante il vostro aiuto in questo parti-colare momento per il piccolo che abbiamo preso in cura, la sua famiglia e la nostra equipe, tutti messi, veramente e per diversi motivi, a duraprova !

Il campo della terapia del dolore e delle cure palliative costituisce uno dei settori qualificanti della Sanità italiana. I professionisti che vi operanoaffrontano quotidianamente una lotta contro il dolore e la disperazione, spesso in solitudine, marginalizzati, insieme ai loro pazienti, da unaSocietà che tende a “sterilizzare” la sofferenza, forse per paura di esserne sopraffatta. Eppure, grazie ai progressi scientifici di questi ultimi anni,il numero di bambini con malattie che ne minacciano (life-threatening) o ne limitano (life-limiting) la sopravvivenza è andato via via aumentandoin Italia e in tutto il mondo occidentale. Ciò ha comportato la necessità di garantire cure adeguate e corrispondenti alle particolari e complesseesigenze assistenziali di questa categoria di bambini e delle loro famiglie. È ormai universalmente riconosciuto che l’approccio più corretto edefficace per affrontare questa problematica è rappresentato da una Rete di Cure Palliative e Terapia del Dolore specificatamente dedicata a que-sti pazienti e alle loro famiglie, che affianchi e integri fin dalla diagnosi le cure rivolte alla malattia di base, focalizzandosi soprattutto sul miglio-ramento della qualità di vita. Ponendosi all’avanguardia in Europa, lo Stato Italiano ha pienamente riconosciuto e accolto tale necessità fornen-do una efficace risposta attraverso l’emanazione della Legge 38 del 15 Marzo 2010 (Disposizioni per garantire l’accesso alle cure palliative ealla terapia del dolore), che definisce in modo dettagliato e puntuale le modalità di realizzazione di una Rete di Cure Palliative e Terapia delDolore in età pediatrica. Per affrontare in modo adeguato i problemi relativi alla cura e assistenza in questo delicato settore, occorrono, innanzitutto, abnegazione e amore, ma anche una solida preparazione specifica degli operatori (soprattutto medici, infermieri e psicologi) che dovran-no dedicarsi a questa categoria di pazienti, non adeguatamente contemplata nei curricula dei rispettivi corsi di laurea e di specializzazione.

Le Cure Palliative Pediatriche, rispetto a quelle destinate all’adulto hanno un ampio e variabile spettro di malattie, con decorsi e durate impre-vedibili e a forte impatto emotivo; per tale moti-vo implicano modelli organizzativi da implementare e competenze specifiche degli operatori. Il Coordinamento clinico-assistenziale dei percorsi tra gli elementi della Rete di Cure Palliative e Terapia del Dolore Pediatrica, l’elaborazione ediffusione di strumenti per una presa in carico omogenea su tutta l’area regionale, le raccomandazioni cliniche, le scale di valutazione, le pro-cedure organizzative, il monitoraggio delle attività secondo indicatori di qualità e di processo condivisi a livello nazionale, la partecipazione e pro-mozione della ricerca, sono elementi irrinunciabili.

In questi ultimi anni, nei paesi occidentali, si è evidenziato un netto incremento della prevalenza dei bambini portatori di malattia inguaribile e/odisabilità grave: il progresso medico e tecnologico ha di fatto ridotto la mortalità neonatale e pediatrica, ma, nello stesso tempo, ha aumentatola sopravvivenza di pazienti pediatrici portatori di malattia grave e potenzialmente letale che necessitano di cure palliative dedicate. Si è creata,pertanto, una nuova tipologia assistenziale, con bisogni complessi e necessità di risposte integrate multispecialistiche e interistituzionali. L’OMS(1998) definisce le Cure Palliative Pediatriche come l’attiva presa in carico globale del corpo, della mente e dello spirito del bambino e com-prende il supporto attivo alla famiglia. Hanno come obiettivo la qualità della vita del piccolo paziente e della sua famiglia e il domicilio rappre-senta, nella stragrande maggioranza dei casi, il luogo scelto e ideale di assistenza e cura. Iniziano al momento della diagnosi e continuano indi-pendentemente dall’uso o meno di terapia rivolta alla gestione della malattia di base. Si prendono carico dei bisogni clinici, psico-sociali, spiri-tuali del paziente e della sua famiglia; richiedono l’intervento di un team interdisciplinare e interistituzionale che fornisca risposte assistenzialicomplesse che vanno a toccare tutti gli ambiti del “sistema salute”, dall’ospedale all’hospice pediatrico, dal territorio al domicilio. Esse si diffe-renziano per molti ambiti dalle cure palliative rivolte al paziente adulto: devono, infatti, modularsi alle peculiarità biologiche, psico-relazionali, cli-niche, sociali, etiche e spirituali del paziente pediatrico e rispondere a una tipologia e quantità di bisogni del tutto peculiari che condizionano, alivello formativo, programmatorio e organizzativo, scelte e azioni dedicate e specifiche. Eterogeneo e ampio è lo spettro di patologie potenzial-mente eleggibili alle Cure Palliative (neurologiche, muscolari, oncologiche, respiratorie, cardiologiche, metaboliche, cromosomiche, malformati-ve, infettive, post anossiche...) e altrettanto eterogeneo e ampio è lo spettro dei bisogni che innescano e delle modalità di presa in carico neces-sarie. In Europa, la prevalenza di bambini con “life-limiting conditions” è rilevante e risulta in progressivo incremento: un recente studio ingleseha stimato una prevalenza di 32 casi per 10.000 minori (0-18 anni d’età) nel 2009-2010, prevalenza raddoppiata rispetto alla precedente stimadi 16 su 10.000 nel 2007. In Italia almeno 12.000 bambini con “life-limiting conditions”, sono eleggibili alle Cure Palliative Pediatriche. I complessibisogni di questi bambini/neonati/adolescenti con malattia cronica in-guaribile, che porta a morte precoce e/o a un’esistenza fortemente segna-ta dalla disabilità, hanno messo in evidenza la necessità di nuovi modelli e strategie assistenziali e hanno determinato l’urgenza di definire nuoviobiettivi di cura, non più focalizzati solo alla guarigione, ma al raggiungimento del “massimo di salute” e di “qualità della vita” possibili, pur nellamalattia. Tutto questo richiede un cambiamento profondo sia a livello culturale che organizzativo. Il paziente pediatrico, fino a qualche anno fa,è stato escluso dalla medicina palliativa e tuttora gli interventi palliativi rivolti al bambino sono carenti e le risposte assistenziali a disposizionelimi-tate. Questa carenza è evidente anche a livello europeo dove, in un terzo dei Paesi, le Cure Palliative Pediatriche sono del tutto assenti e,nei restanti due terzi, solo il 12% ha attivato pro-grammi di Cure Palliative Pediatriche integrate agli altri servizi sanitari rivolti al bambino e allasua famiglia. In quest’ambito carenziale ci siamo dovuti adattare per gestire il piccolo M. a do-micilio, in ospedale, con visite e day hospital instretta collaborazione con l’INT e il soggetto accreditato che l’aveva preso in cura. Quando, però, è giunto il momento di gestirlo in struttura ade-guata, ci siamo scontrati con la carenza abissale del sistema lombardo delle cure palliative pediatriche (ben fatto solo sulla carta come recita ladelibera 4610 del 2012).

Solo grazie alla vostra associazione, che continua a profondere il suo impegno nel campo del sostegno ai malati e alle loro famiglie, siamo riusci-ti a gestire una situazione particolarmente complicata consapevoli dei nostri limiti e delle nostre carenze, ma sicuri al tempo stesso che con lanostra professionalità, nonostante le scarse risorse a disposizione, e il vostro sostegno avremmo fatto un buon lavoro.

Anche per questo il nostro obiettivo non può che essere quello di continuare a fare la differenza.

SalutandoVi ringraziamo ancora per il vostro generoso e incondizionato supporto ai nostri sforzi; senza persone come Voi la nostra attività non sarebbe possibile.

A nome dell’intera equipe dell’ Hospice Dott. Riccardo Valente

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ttualmente la maggior partedei pazienti oncologici chearrivano alla UOC di

Oncologia provengono da reparti chi-rurgici o medici. Con questi reparti vengono effettuatiincontri multidisciplinari settimanaliche prevedono l’esame delle cartelledei pazienti in fase pre e/o post ope-ratoria. Il nuovo assetto aziendale che preve-de una assoluta integrazione e conti-nuità ospedale territorio è una oppor-tunità unica di poter coinvolgere iMAP (Medici di Medicina Primaria). Il pronto Intervento Oncologico per-mette una presa in carico rapida ecompleta del paziente, evitando chedurante la fase di studio da parte delmedico curante, che ha un fondatosospetto di neoplasia, questo vengaricoverato per stadiazione di malattiae/o complicazioni. Lo scopo del Pronto InterventoOncologico è di definire un percorsointerdisciplinare che permetta unamigliore gestione del paziente onco-logico sia dal punto di vista terapeuti-

co (es. precocità della diagnosi,appropriatezza diagnostica) cheorganizzativo, ottimizzando in questomodo le risorse dell’ASST BergamoOvest.

Il Medico di Medicina Primaria(MAP) che ha il fondato sospettoche un suo paziente possa avere untumore, senza ricorrere all’utilizzo delPronto Soccorso o al bollino verdeapposto sulla richiesta del SSRcomunica all’Oncologia via mail e/ocontatto telefonico il nominativo delpaziente ed il quesito diagnosticoderivante degli esami effettuatiredige e consegna al pazientel’Impegnativa SSR con indicazione”Percorso oncologico veloce”richiama il paziente comunicando ladata della visita oncologicariceve la relazione dall’Oncologia altermine dello studio del caso

L’Oncologiariceve mail e/o telefonata del MAPcomunica al MAP la presa in caricodel paziente e la data della primavisitavaluta il paziente nel corso dellaprima visitaprogramma tramite canali dedicatiesami diagnostici e strumentali delcasoporta il caso alla discussione delTavolo Multidisciplinare di specialitàinforma il paziente della diagnosi eproposta di trattamentoinvia al MAP la relazione del pazien-te

Il Pazientepresenta la ricetta SSR compilata

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dal MAP al momento della prima visi-ta oncologica (il paziente non devepassare dal CUP aziendale)partecipa al programma diagnosticoproposto dall’Oncologiaviene informato dall’Oncologo inmerito alla diagnosi e di quantoemerso dalla discussione del TavoloMultidisciplinare.

Questo permette di risparmiaretempo e ansia ai pazienti ed esamiinutili in quanto l’Oncologia tramiteun infermiere care manager dedicatoche funge da filtro, può chiedere gliaccertamenti più adeguati e soloquelli. Ciò porta inoltre alla fidelizzazione daparte dei MAP arrivando in modo piùveloce e a minor costo alla formula-zione della diagnosi. Il MAP inoltre ècoinvolto in ogni fase del percorso. Inoltre il medico oncologo, in caso diconferma del sospetto di neoplasia,porta alla discussione multidisciplina-re il caso, restituendo in tal modo alpaziente e al MAP la diagnosi e unaproposta terapeutica personalizzata.Per realizzare questo percorso ven-gono attivati percorsi diagnosticidedicati che coinvolgono principal-mente la Radiologia, Il Laboratorio,La Medicina Nucleare, l’Endoscopiaoltre alla disponibilità delle SpecialitàChirurgiche (es.valutazione delleurgenze), della Medicina Internanelle sue varie specialità (es.squilibriidro-elettrolitici, valutazioni cardiolo-giche,ecc.) e dell’ecodoppler. L’obiettivo è sicuramente quello diarrivare ad una diagnosi più tempe-stiva attraverso un percorso dedica-to.

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Sandro Barni Direttore dell’U.O.di Oncologia MedicaASST - Bg OvestTreviglio

4 OTTOBRE 2017Ore 14,30 - TNT Treviglio

LA GIORNATADELLA DONAZIONE

14,30Introduzione

14,45Il senso della donazione

15,15Come, Dove, Quando

15,45I dati regionali

16,15Testimonianze

16,45“Una scelta in Comune”

17,45TAVOLA ROTONDA:

“LA REALTA’ LOCALE” proposte e criticità

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Medici di fama internazionaleattivi negli Ospedali diTreviglio e Caravaggio

l Prof. Amilcare Bietti (1869-1930), è stato un medico oculistacaravaggino di fama internaziona-

le, professore a Cagliari, Siena, Pavia eBologna. Ricordato nella città natale,oltre che per la sua straordinaria profes-sionalità medica, per il gran bene elargi-to in favore delle pie istituzioni caravag-gine, già amministrate dal suocero,senatore del Regno, Adolfo Engel (1851-1913), in particolare l’Asilo infantile(peraltro poi intitolato ‘Asilo AmilcareBietti’), l’Ospedale Garibaldi el’”Orfanotrofio Ramazzotti” ed in quellepresenti negli altri luoghi dove è andatoperegrinando a cagione della sua bril-lante carriera professionale. AmilcareBietti è stato apprezzato autore di nume-rose opere scientifiche fra le quali il‘Trattato di Oftalmoiatria’ (Milano, Ist.

Edit. Scientifico 1927) che (secondoTullio Santagiuliana, in ‘Caravaggioprofilo storico’ ediz. Uteco 1978 – pag.261) ‘fu, e forse lo è tuttora, l’unico testoitaliano veramente completo sull’argo-mento’. Il figlio, anch’egli brillate medicooculista, Cavaliere di Gran Croce, GianBattista Bietti (1907-1977), Direttoredella Clinica Oculistica dell’Università diRoma, fu prescelto quale medico di fidu-cia dell’imperatore giapponeseHirohito , e perciò costantemente in tra-sferta Roma-Tokio. Volle però continua-re a risiedere anche a Caravaggio, nella‘villa Clelia’, dedicata dal papà allamoglie Clelia Engel (1880-1934) figlialegittimata dell’on. Adolfo, che le attribuìil nome della propria madre, CleliaBazzigher.

Treviglio – il Chiostro dell’ex Convento delleClarisse, poi Ospedale Santa Maria, oraCentro civico e museale

Dell’illustre senatore del Regno AdolfoEngel (1851-1913) si sa tutto, da sottoli-neare però, caso più unico che raro, lasua doppia ‘cittadinanza’ caravagginae trevigliese . Nato a Vicosoprano sitrasferisce con la famiglia a Caravaggionel 1867, studia al Liceo ‘Paolo Sarpi’ diBergamo e al Politecnico di Milano dovesi laurea in ingegneria e subito rivelaattitudine e passione politica. Poliglotta,parla correttamente sei lingue, compre-so il russo. Appassionato imprenditoreagricolo è presidente del ComizioAgrario, della Cattedra ambulante diagricoltura locale e socio sostenitoredella Cooperativa Agricola diCalvenzano.L’ingegner Engel viene eletto neiConsigli comunali di Caravaggio (dal1878 al 1886), dove ricopre anche lacarica di Assessore e di Treviglio (dal1886 al 1913) in tempi di acceso contra-sto politico, tra il partito liberale e l’emer-

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gli fa prediligere la chirurgia cranica. Sispecializza a Parigi sotto la guida delcelebre prof. De Martel, si distingue in talramo anche attraverso pubblicazioniinnovatrici fra le quali notevole: “chirurgiadell’ipofisi”, del 1923. Nel 1934 istituisce,con il concorso della ditta Oreste Mozzalie la generosa donazione di CamillaEngel e Giuseppe Messaggi, una moder-nissima sala neurochirurgia con la pre-senza della famosa poltrona De Martel,per gli interventi di neurochirurgia sedu-ta. Da allora furono migliaia gli interventicranici da lui praticati: tumori, cisti,ascessi, ematomi post traumatici esoprattutto interventi nelle nevralgieessenziali del trigemino: la sua tecnicadelle resezioni “retro gasseriane” del tri-gemino fu insuperabile e si possono con-tare a circa cinquecento le persone da luiguarite da questa dolorosissima affezio-ne, molti casi giudicati inoperabili dai piùcelebri luminari della scienza neurochi-rurgica, sono stati da lui felicemente trat-tati. Ma non solo negli interventi operato-ri seppe far eccellere le proprie qualità:allievo del celebre prof. Tansini di Pavia,ereditò da lui quel particolare “fiuto clini-co” che gli permetteva di trarre con sicu-rezza difficilissime diagnosi. Fu membrocorrispondente dell’Accademia diChirurgia di Bruxelles e dell’InternationalCollege off Surgeans di Chicago. All’indomani della Liberazione 1945-1946, socialista moderato, viene desi-gnato sindaco di Treviglio recando in talecarica equilibrio, onestà e fermezza.Collezionista intelligente di opere d’arte,alla sua morte lascia erede universale ilComune di Treviglio con l’onere di costi-tuire un museo da intestarsi ai proprigenitori. Il museo ‘Ernesto e Teresa DellaTorre’ che, dal 25 marzo 2000, ha sedeampliata nella Crociera del vecchioOspedale S. Maria.

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gente movimento cattolico. Consiglieredal gennaio 1886, rimarrà in carica finoalla morte intervenuta il 28 aprile 1913.Al Comune di Treviglio è Assessore perben sette volte. Numerose le iniziativeda lui promosse in particolare la realiz-zazione del nuovo grande plesso scola-stico di Viale Vittorio Emanuele II (oradel Partigiano), inaugurato nel 1902,analoga iniziativa promuove anche perCaravaggio dove pochi mesi prima dimorire inaugura le nuove imponentiscuole elementari di piazza Castello, dalui fortemente volute.Fu anche consigliere provinciale, e par-lamentare del Collegio di Treviglio persei legislature per i Radicali di sinistra,corrente del Partito Liberale. Su propo-sta del Presidente del ConsiglioGiovanni Giolitti nel 1905 fu nominatoSenatore del Regno. A noi interessa inparticolare che fu per decenni presiden-te dell’Ospedale di Caravaggio chevolle intitolato al generale Garibaldi, e,contemporaneamente consiglieredell’Ospedale di Treviglio .Anche la seconda figlia legittimata delsenatore Engel, Camilla Engel (1881-1928), moglie del possidente trevigliesecav. Giuseppe Messaggi (1875-1952),detto il ‘Mesagiù’ per la sua ingentemole fisica (pesava oltre 170 Kg.). bene-ficò “l’Orfanotrofio G. Sangalli”, “l’AsiloCarlo Carcano”, il ricovero “BrambillaCrotta”, il Comune di Treviglio, col donodell’area della “Casa della Madre e delFanciullo” (ex. ONMI) ora Asilo Nido divia A. Locatelli, e della “Colonia di Oltreil Colle” e, soprattutto l’Ospedale SantaMaria di Treviglio, sostenendone l’inno-vazione, in particolare con la istituzionedi una sala di neurochirurgia con tec-niche d’avanguardia, organizzata dalprof. Pier Luigi Della Torre (1887-1963).

Il Prof. Pier Luigi Della Torre , medicochirurgo (San Nazaro dei Burgundi 1887– Treviglio 1963). Consegue la laurea aPavia nel 1912 con il massimo punteg-gio ed entra subito all’Ospedale S. Mariadi Treviglio dove, conseguita la liberadocenza, diviene primario e direttore nel1923, restando in tale funzione fino al1957. Volontario alla prima guerra mon-diale fra gli arditi, viene insignito di unadecorazione al valore, mentre più tardiassegnato a un ospedale neuro chirurgi-co militare matura quella vocazione par-ticolare che, nel campo della medicina,

Luigi MinutiStorico e amante dellanostra “bassa”

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a “fase dell’allarme pre-diagnsotico”è particolar-mente delicata per l’equili-

brio emotivo di chi si trova adaffrontare la comparsa dei primisintomi e del sospetto della malat-tia oncologica. E’ un periodomolto complesso che può essereattraversato da pensieri, preoccu-pazioni, reazioni psicologichediverse che possono incidere,spesso in modo rilevante, sullemodalità con cui affrontare lasituazione e sui tempi degli accer-tamenti diagnostici.Per queste ragioni è importanteporre un ‘attenzione particolare aquesto momento e mettere in attoopportune condizioni e processiorganizzativi per affrontare questafase in modo adeguato e tempesti-vo, attraverso la collaborazione el’integrazione delle attività deimedici sul territorio e degli specia-listi ospedalieri.

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La sperimentazione del “PercorsoClinico-Organizzativo – ProntoIntervento-Oncologico” offre, tra l’al-tro, l’opportunità di riflettere sulleimplicazioni psicologiche legate allafase pre-diagnostica, spesso trascu-rate quando si è prevalentementeconcentrati sugli “esiti”, sul poter con-tare su “qualcosa di certo” che sanci-sca, che confermi o che fughi dubbi esospetti.Il tempo di attesa fra la percezione disintomi e malessere, la decisione diconsultare il medico e l’esito degliaccertamenti e valutazioni diagnosti-che, è un tempo importante e pienodi emozioni e vissuti contrastanti. E’ iltempo dell’incertezza, a volte doloro-so e solitario, connotato da paure esperanze: ogni persona, in base allapropria storia di vita, lo attraversacon proprie modalità. La scoperta di sintomi in sedi o orga-ni in cui è più noto il rischio di tumore(per es. nodulo al seno, sangue nellefeci) determina uno stato di allarmeche può portare a reagire pronta-mente attraverso il consulto medico,oppure può essere minimizzatolasciando passare tempo prezioso.Come pure la necessità di ulterioriapprofondimenti diagnostici può sca-turire da condizioni di buona salutecomplessiva, magari in occasione dicontrolli di routine, di screening, di“normali” attività di prevenzione perla propria salute. Ecco allora ancorpiù forte lo stupore e la fatica diaccettare un tempo incerto dovepotrebbe verificarsi quel temuto cam-bio di posizione che ci porta a diven-tare “pazienti”.A prescindere dai motivi che possonoportare a procrastinare la situazione,arriva comunque il momento dellaconsultazione del proprio medico

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per poi seguirne le indicazioni. Il rapporto con il medico, soprattuttonel caso di fondato sospetto di pato-logia oncologica, è molto importantein questa fase per accogliere anchela sofferenza non espressa dai sinto-mi e sostenere la persona nei pas-saggi necessari. La relazione di fidu-cia con il medico si intensifica in que-sta periodo, dove le parole – pur pro-nunciate con la dovuta chiarezza e,contemporaneamente, cautela edelicatezza – hanno un peso impor-tante per accompagnare la persona,dando spazio alle domande e acco-gliendo i silenzi, ad affrontare unarealtà a volte difficile.Il medico curante, oggi Medico diMedicina Primaria, è infatti il punto diriferimento fondamentale: nel custo-dire la storia clinica di ognuno èdepositario anche di eventi e vissuti,difficoltà ed ostacoli che la vita, attra-verso la/le malattie, ci mette di fronte.Molto spesso, inoltre, è anche ilmedico delle persone a noi care, deinostri familiari, divenendo così testi-mone dei legami affettivi che hannoun ruolo importante anche nella fasein cui sono in corso approfondimentie valutazioni cliniche.Spesso i “tempi interni” non comba-ciano con i tempi del sistema di curae di ciò che attraversa emotivamen-te la persona mentre “esegue” gliaccertamenti non rimane traccia visi-bile in lastre, referti e valori, ma èmolto importante tenerne conto nelmomento in cui si relizzano azioniche sono finalizzate ad ottimizzare itempi ed offrire una rete di interven-ti integrati per “tenere” la personadurante gli accertamenti ed eventual-mente per intraprendere un percorsodi cura adeguato.Attraversare l’incertezza di questafase comporta una mobilitazione dirisorse emotive importanti per farfronte a dubbi, sospetti, fantasie suquanto accade oggi nel nostro corpoe cosa ci attende domani. Può esse-re allora utile far riferimento, anche inquesta fase, ad un sostegno psicolo-gico per affrontare questa fase che

può mettere a dura prova il nostroequilibrio e minare la capacità di farfronte alla situazione.Un’ opportunità quindi che confermae rafforza l’impegno di integrare pro-fessionalità e competenze per rende-re questa fase delicata il più possibi-le chiara e certa in termini di passag-gi diagnostici e procedure organizza-tive.

Pinuccia RuggieriPsicologa dell’U.O. di Oncologia MedicaASST - Bg OvestTreviglio

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Domenica 11 Giugnoal “XVI Green Day”

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Domenica 9 Luglio sui monti di Fuipiano

Anche quest’anno eccoci tutti insieme: volontari, dottori, amici e pazienti felici di essereancora protagonisti di queste giornate “di pura gioia” lontano dalle avversità che ci accomunano.

segue >>>

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Dalla parte dei dottori...

E’ stata una esperienza esaltante anche que-st’anno. Nonostante la preoccupazione del mal-tempo vedere tante persone con la magliettabianca della Associazione che camminavano,mangiavano, si facevano fotografie, urlavano,giocavano coi bambini con la palla e con l’acquami ha fatto vedere l’aspetto più familiare di quelliche durante la settimana vedevo come pazienti.Il karaoke ha riunito in un solo coro le voci, i ricor-di, la passione di giovani e meno giovani. Hopassato una domenica meravigliosa, forse homangiato troppo, ma ancora una volta devo rico-noscere che in fondo i medici ricevono daipazienti più di quanto riescono a dare loro.Grazie a tutti di cuore e arrivederci alla prossima.

Sandro Barni

Ridere non costa niente, non necessita di prescri-zione medica e rende felici. Procurare benessereattraverso il buon umore rientra sempre più spes-so nei trattamenti terapeutici…Anche quest’anno a Fuipiano abbiamo riso, can-tato e pranzato in allegria. Per un giorno sonostate abbandonate le divise e senza distinzione diruoli abbiamo fatto festa: medici, infermiere,pazienti, parenti e volontari. Tutto questo graziead Angelo degli Amici di Gabry e ai suoi collabo-ratori, che con cortesia ed ospitalità hanno coc-colato ognuno dei presenti permettendo di vivereun’esperienza positiva che migliora la qualità divita.

Mietta

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Dalla parte dei pazienti...

Voglio fare un ringraziamento ai volontari Paolo eLuciana grazie ai quali io e Ruggero siamo riusci-ti ad arrivare a Fuipiano, alla dott.ssa Borgonovoe al dott. Cremonesi dell’Oncologia dell’Ospedaledi Treviglio, alle infermiere ed a Angelo che hamesso a disposizione la sua casa per questagiornata in allegria. Grazie di cuore a tutti.

Letizia

Ce l’ho fatta!… Grazie di tutto

Ruggero

Il 9 giugno ho partecipato ad una gita organizza-ta dall’Associazione… I medici, le infermiere e ivolontari si sono dimostrati molto disponibili, cihanno messo subito a nostro agio, hanno cucina-to per noi, ci hanno fatto divertire. Si sono dimo-strate persone davvero speciali. E’ stata una gior-nata meravigliosa.

Maddalena

Desidero comunicarvi in merito alla gita con lacamminata del 9.7.2017 svoltasi a Fuipiano.L’impressione mia e di mia moglie – Colombo eFinardi – è stata molto positiva, in quanto ci hadato la possibilità di conoscere persone nuove,un piccolo borgo a noi sconosciuto ma molto belloe interessante (con un museo che rappresenta lavita trascorsa molti anni fa). Pertanto vogliamoringraziare il sig. Angelo Frigerio per avercimesso a disposizione la sua abitazione, gli orga-nizzatori e tutti i volontari per il lavoro svoltoaccontentando tutti i partecipanti. Di nuovo unGrazie.

Renato

Anche quest’anno si è tenuta la gita a Fuipianoorganizzata dall’Associazione Amici di Gabry e ilreparto Oncologico dell’Ospedale di Treviglio.Fortunatamente il tempo è stato buono, abbiamopotuto fare una piacevolissima passeggiata finoalla chiesa, attraverso boschi e prati.Ritornati alla stupenda casa padronale del borgoè stata preparata la consueta grigliata e per finirele torte che avevamo preparato noi partecipanti.L’intrattenimento musicale è stato piacevolissimoed il karaoke divertente.Questa iniziativa sta diventando un appuntamen-to tradizionale: è importante per noi che affrontia-mo ogni giorno la malattia avere dei punti di rife-rimento che durano nel tempo.Il tempo forse è l’unico bene di cui disponiamo, edè giusto cercare di viverlo nel miglior modo possi-bile, con dei momenti conviviali come questo.Inoltre passare del tempo insieme a persone chestanno facendo un percorso simile ha l’effetto diun grande abbraccio.

Loredana

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Liceo Artistico Simone Weil - TreviglioGruppo di lavoro: Bianchi Leonardo, Bruzzolo Nicola, Devecchi Camilla,Lena Deborah, Tardio Roberta

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Mangiare tanto e male appesantisce Il cervello,il cuore e tutto il resto.

Per vivere con leggerezza,allegria e buonumorescegli del buon cibo!

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iamo oramai alla fine del’estate ed è ora diiniziare a pensare alla raccolta semi deipomodori e delle zucchine e zucche.

Questi tipi di ortaggi (annuali) sono gli attori princi-pali della nostra cucina locale. Certo, raccoglieresemi è una attività che si è persa nel tempo e permolti “ortonauti” viene facile correre di volta in voltaall’acquisto, costa poco e alla fine si possono anchegettare, Così,si passa da bustina in bustina, più omeno colorata, e con immagini invitanti di una bel-lezza ortiva senza pari, ma cosi facendo si perde lametodologia di conservazione, di preparazioni deisemi, inoltre si perdendo, la cultura della raccoltasemi, la loro gestione, di disinfezione, archiviazionee loro riutilizzo nella prossima campagna ortiva. Siè persa la cultura dei semi della sopravvivenza?Purtroppo si! Certo che cosi facendo, viene a man-care la “cultura della coltura”. In questo piccolo spa-zio cercheremo di dare alcune “dritte” facili chepotete voi stessi sperimentare in questo periodo. Esempio, come trattare e conservare i semi dipomodoro con la seguente procedura:• Cogliere un pomodoro sano e maturo possibil-

mente dal primo palco della pianta• Preparare una scodella pulita e/o recipiente equi-

valente• Spremere tutto il pomodoro nel recipiente• Lasciare in fermentazione 24/48 ore fino ad avere

uno strato gelatinoso sulla superficie (Candida)• Versare il tutto in un colino a maglie fini• Lavare sotto acqua calda corrente fino a lavaggio

completo• Asportare i semi e riporli su un piatto fino all’essi-

cazione in ambiente fresco senza esposizionesolare

• Ad essicazione avvenuta, dopo una settimana,porli su uno tovagliolo di carta, avvolgere il tuttoe etichettarlo con il nome del tipo di pomodoroin trattamento

• Dopo due mesi, selezionare i semi in questione

togliendo quelli con macchie, piccoledimensioni e/o malformazione, aiutarsi conuna lente 10X

• Porli in un vasetto a chiusura ermetica, eti-chettare e lasciarli in dormienza per alme-no 1/2 anni

NB. Stessa procedura per i semi di Cetriolo

Esempio come trattare i semi di zucche e zuc-chine• Lasciare l’ortaggio appeso fino a completa

maturazione• Tagliare in due in senso della lunghezza• Estrarre i semi e sciacquarli sotto acqua

calda fino a completa scomparsa dellapolpa

• Disporre i semi su un piatto fino all’essica-zione in ambiente fresco senza esposizio-ne solare

• Ad essicazione avvenuta, dopo una settima-na, porli su uno tovagliolo di carta,elasciarli fino a completamento dell’essica-zione e mai esporli al sole

• Dopo la prima essicazione, valutare la con-sistenza del seme con azione meccanicatra due dita per controllare il pieno/vuotodello stesso. NB.: I semi vuoti vanno butta-ti nell’orto

• I semi pieni vanno avvolti nel tovagliolo dicarta con etichetta, con il nome del tipo dizucca e zucchina in trattamento

• Dopo qualche mese, i semi di zucca essic-cati formeranno un film trasparente cheverrà asportato con sfregamento manuale

• Porli in un vasetto a chiusura ermetica, eti-chettare e lasciarli in dormienza per alme-no 1/2 anni

Questi sono alcune procedure per la conser-vazione, ma per gli Orti Biodiversi che da anniusano queste procedure i risultati sono positi-vi, sia per la conservazione delle specie, cheper la loro germinazione,cioè 10 semi=10(100% di germinazione), Certo, prendere la strada dei vecchi metodinon è facile, ma sicuramente darà più soddi-sfazione.

(seeds of survival)

Adalberto SalvatoreSironi Referente del Gruppo Orti BiodiversiCaravaggini

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CALENDARIOSETTIMANA DELL’ONCOLOGIA

24/ 09Ore 10,00

Messa per i Pazienti in Parrocchia a Treviglio

Ore 11,00 Inaugurazione

Mostra Collettiva Quadri al TNT

26 / 09Ore 20,00

Cena Solidale presso il Ristorante

“La Bassanina” (Fornovo S.G.)

27 / 09Ore 20,30

Relazione su “Attività Oncologica a Romano”

e Serata Blues(entrata libera presso Sala Teatro del CSP

Opere Pie G.B. Rubini)

28 / 09Ore 9,00

presso la Sala Verde Ospedale di Treviglio Convegno dal titolo:

“Tumore: Un incidente di percorso?”

29/9Ore 20,30

Relazione su “Attività Oncologica a Treviglio”

e concerto del gruppo“Musica per Passione”

al TNT di Treviglio

01 / 10Ore 9,00

“Camminiamo contro il Cancro” camminata non competitiva

di 5Km dal D.H.Oncologico di Treviglio al D.H.Oncologico di Treviglio

SETTIMANA DELL’ONCOLOGIA DI TREVIGLIOINCONTRI E CONVEGNI

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AMICI DI GABRY - ONLUSSede Associativa V.le Oriano, 20 • 24047 Treviglio (BG) - Tel. e Fax: 0363 305153

Centro formazione e ascolto “Clotilde Finardi” - Via Fermo Stella,13 - Caravaggio (BG)[email protected] - www.amicidigabry.it

Reg. Prov. Ass. 28/96 - Fg 7 - Sez. D - P.I./C.F. 02645050168

L’ASSOCIAZIONE OFFRE I SEGUENTI SERVIZI

• SPORTELLO INFORMATIVOE’ un servizio rivolto a chi, per la prima volta, entra in contatto con l’Associazione,

ha come obiettivo quello di accogliere i bisogni della persona e di aiutarla a conoscere la realtà del nostro lavoro attraverso la presentazione dei servizi che offriamo.

• SPORTELLO DI CONSULENZA PSICOLOGICAE’ uno spazio di ascolto e di elaborazione dei vissuti legati alla malattia al quale potersi rivolgere per una consulenza o individuale o familiare, presso Day Hospital Oncologico

• SPORTELLO DI CONSULENZA LEGALEIl servizio è a disposizione esclusivamente per i soci dell’Associazione

per problematiche inerenti alla malattia.Per appuntamento telefonare negli orari di apertura alla sede associativa

in Viale Oriano a Treviglio

Promuoviamo incontri formativi rivolti alla popolazione e/o a piccoli gruppi su tematiche legate alla malattia tumorale.

Più forza ad “Amici di Gabry” più servizi ai malatiVUOI FINANZIARCI? ECCO COME:

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Conserva la ricevuta postale o bancaria per la prossima dichiarazione dei redditi.

Le quote associative ammontano a:15,00 Û per i soci ordinari,

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