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TERRITORIO | ISTITUZIONI | IMPRESE E enti Settimanale - Anno 7 N ° 10 Lunedì 10 marzo 2014 INTERNAZIONALIZZAZIONE ■■ DATI ISTAT / “Rapporto Struttura sulle multinazionali italiane” Oggi “l’America” è in Brasile è il Paese con più localizzazione di attività industriali italiane Per il costo del lavoro si preferiscono Tunisia, Cina e Romania M artedì 12 febbraio si è svolto l’incontro tra le imprese associate di Confindustria Catanzaro e il coreano Shin Kyung-hwan, pro- duct planner di Lotte Mart, multinazionale dei department store asiatici. “L’incontro - ha dichiarato il presidente di Confindustria Ca- tanzaro, Daniele Rossi - è parte di un più am- pio percorso associativo per favorire la nascita di nuove filiere e reti commerciali, e un’oppor- tunità di investimento all’estero”. “L’internazionalizzazione - ha precisato Rossi - è fondamentale per il nostro sistema impren- ditoriale e per le eccellenze del territorio come l’agroalimentare e il turismo”. Lotte Mart vanta 110 ipermercati in Corea, 140 in Asia, oltre 390 supermercati, 7.500 con- venience store e un centinaio di multicinema. Possiede anche Hi Mart, la più grande catena di negozi elettronici. Il fatturato totale è di cir- ca 70 miliardi di euro. Confindustria Catanzaro guarda alla Corea L’incontro con Shin Kyung-hwan di Lotte Mart I l Bel Paese continua a far- si apprezzare all’estero. E a pesare positivamente sull’eco- nomia internazionale. La conferma, a metà dicembre, è arrivata dall’Istat, che rileva una presenza di aziende ita- liane oltreconfine rilevante e geograficamente diffusa, con 21.682 controllate in 161 paesi nel 2011, 1,7 milioni di addet- ti impiegati e un fatturato di 510 miliardi di euro. Sono i dati del rapporto sta- tistico sulla Struttura, per- formance e nuovi investi- menti delle multinazionali italiane all’estero, relativo all’anno 2011 e ai nuovi inve- stimenti 2012-2013. Ne viene fuori che le multinazionali italiane all’estero realizzano un fatturato pari al 15,0% di quello complessivamente pro- dotto dalle imprese residenti nello Stivale, una percentuale che sale al 20,8% al netto degli acquisti di beni e servizi. Non solo. Un altro risulta- to interessante riguarda le controllate all’estero nella manifattura. Rappresentano la metà di quelle attive nel settore dei servizi non finan- ziari (6.461 imprese contro 11.888), tuttavia con un gra- do di internazionalizzazione di quattro volte superiore. Quanto invece ai settori più internazionalizzati, in vet- ta si piazzano l’estrazione di minerali da cave e miniere, la fabbricazione di autoveicoli, la fornitura di energia elettri- ca e gas e la fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche. In particolare, è il Brasile a presentarsi come il principale paese di localizzazione delle attività industriali a controllo nazionale, in termini di addet- ti. Mentre, in fatto di costo del lavoro, ecco Tunisia, Cina, In- dia e Romania a differenziar- si per i costi molto contenuti per le affiliate italiane: valori annui compresi tra i 4mila e i 7mila euro pro capite. Valori più elevati si registrano inve- ce per la Francia, con circa 55 mila euro per dipendente. A dare poi una misura con- creta del peso delle imprese italiane sono le esportazioni di merci e servizi delle affi- liate estere, pari al 27,2 % del loro fatturato. Significativa la quota di fatturato esportato verso l’Italia da parte delle controllate italiane all’estero. Si tratta di realtà attive nei settori tradizionali del made in Italy, dalle industrie tessili e confezione di articoli di ab- bigliamento (58,2%) alla fab- bricazione di articoli in pelle (39,0%), alla fabbricazione di mobili e alle altre industrie manifatturiere (37,5%). A puntare sull’internazionaliz- zazione non sono solo gruppi importanti, bensì pure le Pmi. In entrambi i casi si guarda a nuovi investimenti finalizzati a produzione di merci e ser- vizi, distribuzione e logistica, marketing, vendite e servizi post vendita. Le esportazioni di merci e di servizi delle affiliate estere è pari al 27,2% del loro fatturato Spedizione con tariffa Posta Target Magazine conv. naz./304/2008 del 01-06-2008 Realizzazione editoriale a cura di New Business Media © Sergey Nivens - Fotolia.com

Settimanale - Anno 7 10nel 2011, 1,7 milioni di addet-ti impiegati e un fatturato di 510 miliardi di euro. Sono i dati del rapporto sta-tistico sulla Struttura, per-formance e nuovi

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Page 1: Settimanale - Anno 7 10nel 2011, 1,7 milioni di addet-ti impiegati e un fatturato di 510 miliardi di euro. Sono i dati del rapporto sta-tistico sulla Struttura, per-formance e nuovi

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DhitechSettimanale - Anno 7 N° 10 Lunedì 10 marzo 2014

INTERNAZIONALIZZAZIONE■■■ DATI ISTAT / “Rapporto Struttura sulle multinazionali italiane”

Oggi “l’America” è in Brasileè il Paese con più localizzazione di attività industriali italiane Per il costo del lavoro si preferiscono Tunisia, Cina e Romania

Martedì 12 febbraio si è svolto l’incontro tra le imprese associate di Confindustria

Catanzaro e il coreano Shin Kyung-hwan, pro-duct planner di Lotte Mart, multinazionale dei department store asiatici. “L’incontro - ha dichiarato il presidente di Confindustria Ca-tanzaro, Daniele Rossi - è parte di un più am-pio percorso associativo per favorire la nascita di nuove filiere e reti commerciali, e un’oppor-tunità di investimento all’estero”.

“L’internazionalizzazione - ha precisato Rossi - è fondamentale per il nostro sistema impren-ditoriale e per le eccellenze del territorio come l’agroalimentare e il turismo”.Lotte Mart vanta 110 ipermercati in Corea, 140 in Asia, oltre 390 supermercati, 7.500 con-venience store e un centinaio di multicinema. Possiede anche Hi Mart, la più grande catena di negozi elettronici. Il fatturato totale è di cir-ca 70 miliardi di euro.

Confindustria Catanzaro guarda alla Corea L’incontro con Shin Kyung-hwan di Lotte Mart

Il Bel Paese continua a far-si apprezzare all’estero. E a

pesare positivamente sull’eco-nomia internazionale. La conferma, a metà dicembre, è arrivata dall’Istat, che rileva una presenza di aziende ita-liane oltreconfine rilevante e geograficamente diffusa, con 21.682 controllate in 161 paesi nel 2011, 1,7 milioni di addet-ti impiegati e un fatturato di 510 miliardi di euro.Sono i dati del rapporto sta-tistico sulla Struttura, per-formance e nuovi investi-menti delle multinazionali italiane all’estero, relativo all’anno 2011 e ai nuovi inve-stimenti 2012-2013. Ne viene fuori che le multinazionali italiane all’estero realizzano un fatturato pari al 15,0% di quello complessivamente pro-dotto dalle imprese residenti nello Stivale, una percentuale che sale al 20,8% al netto degli acquisti di beni e servizi.Non solo. Un altro risulta-to interessante riguarda le controllate all’estero nella manifattura. Rappresentano la metà di quelle attive nel settore dei servizi non finan-ziari (6.461 imprese contro

11.888), tuttavia con un gra-do di internazionalizzazione di quattro volte superiore. Quanto invece ai settori più internazionalizzati, in vet-ta si piazzano l’estrazione di minerali da cave e miniere, la fabbricazione di autoveicoli, la fornitura di energia elettri-ca e gas e la fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche.In particolare, è il Brasile a presentarsi come il principale

paese di localizzazione delle attività industriali a controllo nazionale, in termini di addet-ti. Mentre, in fatto di costo del lavoro, ecco Tunisia, Cina, In-

dia e Romania a differenziar-si per i costi molto contenuti per le affiliate italiane: valori annui compresi tra i 4mila e i 7mila euro pro capite. Valori più elevati si registrano inve-ce per la Francia, con circa 55 mila euro per dipendente.A dare poi una misura con-creta del peso delle imprese italiane sono le esportazioni di merci e servizi delle affi-liate estere, pari al 27,2 % del loro fatturato. Significativa la quota di fatturato esportato verso l’Italia da parte delle controllate italiane all’estero. Si tratta di realtà attive nei settori tradizionali del made in Italy, dalle industrie tessili e confezione di articoli di ab-bigliamento (58,2%) alla fab-bricazione di articoli in pelle (39,0%), alla fabbricazione di mobili e alle altre industrie manifatturiere (37,5%). A puntare sull’internazionaliz-zazione non sono solo gruppi importanti, bensì pure le Pmi. In entrambi i casi si guarda a nuovi investimenti finalizzati a produzione di merci e ser-vizi, distribuzione e logistica, marketing, vendite e servizi post vendita.

Le esportazioni di merci e di servizi

delle affiliate estere è pari al 27,2% del loro fatturato

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