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R apporto Sintesi non tecnica A mbientale Provincia di Bergamo VAS L.R.122005 03 Rapporto Ambientale Sintesi non Tecnica Progetto urbanistico eric pasinetti ingegnere via don Aldo Morandi n.65 24020 GORLE (BG) Italia Sindaco MAURIZIO TRUSSARDI Assessore all'Urbanistica e Paesaggio GILBERTO GIUDICI Piano di Governo del Territorio Walter Coccia Tiziana Comi architetti associati Studio Geologico Fabio Plebani Andrea Gritti geologi Adottato con DCC n.000 del 00.00.00 Approvato con DCC n.000 del 00.00.00 Pubblicato BURL n.000 data: dicembre2013 del 00.00.00

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Rapporto

Sintesi non tecnica

Ambientale

Provincia di Bergamo

VAS L.R.122005

03

Rapporto Ambientale Sintesi non Tecnica

Progetto urbanistico

eric pasinetti ingegnere

via don Aldo Morandi n.65

24020 GORLE (BG) Italia

Sindaco MAURIZIO TRUSSARDI

Assessore all'Urbanistica e Paesaggio GILBERTO GIUDICI

Piano di Governo del Territorio Walter Coccia Tiziana Comi architetti associati

Studio Geologico Fabio Plebani Andrea Gritti geologi

Adottato con DCC n.000

del 00.00.00

Approvato con DCC n.000

del 00.00.00

Pubblicato BURL n.000

data: dicembre2013 del 00.00.00

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INDICE

1. IL PERCORSO INTEGRATO DI PGT E VAS 4

FINALITÀ DELLA VAS E RIFERIMENTI NORMATIVI 4

PERCORSO METODOLOGICO PROCEDURALE 6 IL PERCORSO DI VAS DEL DOCUMENTO DI PIANO DEL PGT 8

2. QUADRO DI RIFERIMENTO SOCIALE ED AMBIENTALE 14

LA SITUAZIONE SOCIALE 15 LA SITUAZIONE AMBIENTALE 16

3. POSSIBILI INTERFERENZE CON I SITI RETE NATURA 2000 19

4. IL PERCORSO PARTECIPATO 21

IL PROCESSO PARTECIPATIVO 21

LA RICHIESTA DELLE ISTANZE 21

GRUPPO DI LAVORO 22

5. IL SISTEMA STRATEGICO DEL DOCUMENTO DI PIANO: ANALISI DI

COERENZA 23

6. VALUTAZIONI E MONITORAGGIO 26 INDIVIDUAZIONE DEGLI AMBITI DI TRASFORMAZIONE E VALUTAZIONE DI ESSI 26

LA SOSTENIBILITÀ DEL PIANO 29

PROPOSTA DI UN SISTEMA DI MONITORAGGIO 31

ALLEGATO A 34

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1. IL PERCORSO INTEGRATO DI PGT E VAS

Finalità della VAS e riferimenti normativi

Nello sviluppo del documento si è fatto riferimento alle indicazioni contenute nella

Direttiva Europea 2001/42/CE che ha introdotto la procedura di Valutazione

Ambientale Strategica (VAS) per quei piani e programmi che possono avere effetti

significativi sull’ambiente. Questi includono i Piani di Governo del Territorio comunali

in quanto regolamentano la “destinazione dei suoli” (art. 3 della Direttiva).

L’obiettivo principale della procedura di VAS è “garantire un elevato livello di

protezione dell’ambiente ”contribuendo“ all’integrazione di considerazioni ambientali

all’atto dell’elaborazione e dell’adozione di piani e programmi al fine di promuovere lo

sviluppo sostenibile” (art. 1).

La Direttiva prefigura una procedura di VAS basata sui seguenti elementi chiave:

la valutazione deve accompagnare la redazione del piano e concludersi prima

della sua approvazione;

la valutazione deve prevedere un sistema di monitoraggio per consentire

la verifica degli effetti ambientali in base alle modalità d’attuazione del piano e,

eventualmente, proporre interventi di correzione;

la valutazione prevede anche il confronto tra le possibili alternative di piano;

la valutazione si avvale della partecipazione pubblica e prevede opportune

modalità di diffusione dell’informazione;

durante la valutazione viene redatto un rapporto ambientale, contenente

la descrizione e la valutazione dei possibili effetti negativi del piano

sull’ambiente.

Il rapporto ambientale rappresenta, quindi, il documento portante della procedura di

VAS per cui la fase di scoping è stata funzionale.

In particolare il Documento di Scoping ha illustrato contenuti e obiettivi del piano,

presentando una descrizione dello stato attuale dell’ambiente, con attenzione

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particolare alle aree maggiormente interessate dal PGT, descrivendo eventuali

interferenze potenziali con le zone designate dalle Direttive 79/409/CEE e 92/43/CEE,

delineando gli obiettivi di protezione ambientale. Questo è servito all’analisi e al

confronto tra le alternative nel corso dell’elaborazione del nuovo strumento

urbanistico.

La Regione LombardiaLa Regione Lombardia ha declinato all’interno del suo apparato

normativo regolamentare le linee guida dettate dalla Direttiva quali Indirizzi per la

valutazione ambientale di piani e programmi, documento attuativo dell’art.4 della LR

12/2005 e ss.mm.ii., approvato dal Consiglio Regionale nella seduta del 13 marzo

2007, e nei conseguenti indirizzi operativi contenuti nella delibera di Giunta

Regionale n.6420 del 27.12.2007. Quanto definito dalla Regione specifica come dei

tre elementi componenti il Piano di Governo del Territorio, per quanto riguarda la

pianificazione comunale, sia da sottoporre a VAS il solo Documento di Piano. La

valutazione deve essere portata a termine durante la fase preparatoria e

anteriormente all’adozione del piano. La VAS ha lo scopo di evidenziare “la congruità

delle scelte rispetto agli obiettivi di sostenibilità del piano e le possibili sinergie con

altri strumenti di pianificazione e programmazione”, di individuare “le alternative

assunte nell’elaborazione del piano o programma, gli impatti potenziali, nonché le

misure di mitigazione o di compensazione, anche agro ambientali, che devono essere

recepite nel piano stesso”. In attuazione dell’articolo 4 della l.r. 12/2005, la Regione

Lombardia ha emanato gli “Indirizzi generali per la valutazione ambientale di piani e

programmi”, approvati con Delibera Regionale n. VIII/351 del 13 marzo 2007.

Successivamente, la Regione ha approvato un provvedimento di specificazione degli

Indirizzi generali (alla luce dell'entrata in vigore del Decreto legislativo 3 aprile

2006, n. 152 e successive modifiche) e la D.G.R. n. 6420 del 27/12/2007

"Determinazione della procedura per la valutazione ambientale di piani e programmi",

che contiene il modello procedurale generale e gli schemi specifici per i piani

settoriali. Successivamente la D.G.R. 6420 del 27/12/2007 è stata integrata ed in

parte modificata dalla D.G.R. n. 7110 del 18 aprile 2008, dalla D.G.R. n. 8950 del

11 febbraio 2009 e dalla D.G.R. n 10971 del 30 dicembre 2009. Tali indirizzi

definiscono il percorso metodologico procedurale di VAS e la sua integrazione con il

processo di piano.

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Percorso metodologico procedurale

Coerentemente con quanto disposto dalla normativa vigente in materia, si

espongono, qui di seguito, le fasi del percorso metodologico procedurale sotteso

all’espletamento del processo di VAS.

Processo integrato PGT - VAS

Gli indirizzi generali identificano e definiscono i seguenti soggetti interessati al

procedimento di VAS:

il proponente: elabora il piano o il programma da sottoporre alla valutazione

ambientale;

l’autorità procedente: la pubblica amministrazione che attiva le procedure di

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redazione e di valutazione del piano/programma; nel caso in cui il proponente sia

una pubblica amministrazione, l’autorità procedente coincide con il proponente; nel

caso in cui il proponente sia un soggetto privato, l’autorità procedente è la pubblica

amministrazione che recepisce il piano o il programma, lo adotta e lo approva;

l’autorità competente per la VAS: autorità con compiti di tutela e valorizzazione

ambientale; collabora con l’autorità procedente/proponente al fine di curare

l’applicazione della direttiva e dei presenti indirizzi;

i soggetti competenti in materia ambientale e gli enti territorialmente

interessati: le strutture pubbliche competenti in materia ambientale e della salute per

livello istituzionale che possono essere interessati dagli effetti dovuti all’applicazione

del piano o programma sull’ambiente;

il pubblico: una o più persone fisiche o giuridiche, secondo la normativa vigente, e

le loro associazioni, organizzazioni o gruppi, che soddisfino le condizioni incluse nella

Convenzione di Aarhus.

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Il percorso di VAS del documento di piano del pgt di Monasterolo

del Castello

Fase di preparazione e orientamento

L’Amministrazione Comunale ha dato formalmente avvio al procedimento di

valutazione ambientale strategica del documento di piano del PGT con delibera di

Giunta n.31 del 27/12/2008, avente ad oggetto “Avvio del procedimento relativo alla

redazione degli atti del Piano di Governo del Territorio unitamente alla valutazione

ambientale, ai sensi della D.C.R.L n. VIII/351 del 2007”.

Con la deliberazione di Giunta n. 37 del 23/11/2012 vengono individuate le seguenti

figure concorrenti al processo di valutazione:

a. l’autorità procedente, ai sensi della D.C.R.L. n. VIII/351 del 13.03.2007, art.

2.0 comma h), nell’Amministrazione Comunale e quindi nella figura del

SINDACO pro-tempore, quale legale rappresentante;

b. l’autorità proponente, ai sensi della D.C.R.L. n. VIII/351 del 13.03.2007, art.

2.0 comma h), nell’Amministrazione Comunale e quindi nella figura del

SINDACO pro-tempore, quale legale rappresentante con i compiti di recepire il

piano, adottarlo e approvarlo;

c. l’autorità competente per la VAS, ai sensi della D.C.R.L. n. VIII/351 del

13.03.2007, art. 2.0 comma i), nel Servizio Urbanistica, nella persona del

Responsabile, dott. Saverio de Vuono supportata dalla competenza specialistica

dello scrivente ing. Eric Pasinetti;

d. i soggetti competenti in materia ambientale da invitare alla

conferenza di valutazione:

ARPA Regionale e Provinciale;

ASL della Provincia di Bergamo;

Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Lombardia;

Soprintendenza dei beni ambientali e architettonici della Lombardia;

Ambito Territoriale Omogeneo (A.T.O.);

Autorità del Bacino del fiume Po;

Consorzio Gestione Associata dei Laghi Iseo Endine e Moro;

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Comunità Montana dei Laghi Bergamaschi;

Consorzio Servizi della Val Cavallina;

PLIS Parco d’Endine;

Consorzio BIM Bacino Imbrifero Montano;

ENEL Distribuzione - Clusone;

TERNA;

UNIACQUE SPA;

A2A SPA;

TELECOM ITALIA SPA.

e. gli enti territorialmente interessati da invitare alle conferenze di

valutazione:

Comuni Limitrofi:

Comune di Casazza;

Comune di Spinone al lago;

Comune di Ranzanico;

Comune di Endine di Gaiano;

Comune di Fonteno;

Comune di Adrara S.Rocco;

Comune di Adrara S.Martino;

Comune di Grone;

Provincia di Bergamo

Settore Cultura, Sport e Turismo;

Settore Ambiente;

Settore Tutela Risorse Naturali;

Settore Pianificazione Territoriale, Urbanistica e Grandi Infrastrutture;

Settore Viabilità;

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Regione Lombardia

Direzione Generale Territorio e Urbanistica;

Direzione Generale Qualità dell’Ambiente;

Sede territoriale di Bergamo (S.T.E.R.);

f. settori del pubblico da coinvolgere e tenere informati sull’iter decisionale:

Associazioni locali;

Protezione civile;

Associazioni ambientaliste;

Partiti politici locali;

Sindacati;

Ordini e collegi professionali;

Associazioni di categoria per industria–artigianato–commercio–

agricoltura;

Società di servizi e trasporti;

Associazioni sportive;

Operatori economici del Comune di Monasterolo del Castello;

Parrocchie SS. Salvatore, S.Felice e Casazza;

Museo archeologico;

Associazioni varie di cittadini ed altre autorità che possano avere interesse;

I residenti tutti.

Secondo quanto previsto dall’art.4 comma 2 dell’allegato 1a della D.G.R.L. n.8/6420

del 24.01.2008 la deliberazione specifica che alle conferenze di valutazione verranno

invitati esclusivamente i soggetti competenti in materia ambientale e gli enti

territorialmente interessati sopra individuati al fine di dare effettiva possibilità a chi

ne possiede i requisiti e possiede interesse a partecipare costruttivamente possa

interagire con continuità e fluidità del processo con l’Amministrazione Comunale.

Al fine di meglio chiarire le compenetrazioni tra pianificazione territoriale e

dimensione ambientale previsti all’interno del processo redazionale del Piano di

Governo del Territorio, sono stati definiti due quadri sinottici inerenti gli aspetti

normativi e quelli programmatori. Il primo è sintetizzato nel capitolo 4, mentre il

secondo, descritto nel capitolo 5, è costituito dalla descrizione delle prescrizione e

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delle indicazioni dettate dalla pianificazione di livello sovraordinato e di settore che è

indispensabile richiamare all’interno della redazione degli strumenti di PGT e che

hanno ricadute all’interno del territorio comunale di Monasterolo del Castello.

La costruzione di questi due quadri permette di incorporare i riferimenti ambientali

nella fase di definizione dell’orientamento iniziale del Documento di Piano.

Questa prima fase introduttiva del processo di Valutazione Ambientale Strategica si

conclude con la redazione del presente Documento di Scoping che verrà illustrato nel

corso della prima conferenza di valutazione, prevista per i l 19/12/2012.

In seguito al confronto avviato in sede di conferenza, verrà redatto il Documento di

Scoping definitivo, che rappresenta l’avvio della fase di elaborazione e redazione dal

rapporto ambientale.

Il percorso di VAS

Al fine di ottenere risultati di buon livello in sede di Valutazione Ambientale Strategica

è imprescindibile integrare il processo di elaborazione del PGT con il relativo

percorso di VAS.

Di seguito si riportano le attività da sviluppare all’interno del processo e che, per la

valenza strategica che la VAS assume, è opportuno che siano strettamente correlate

con le attività svolte dagli uffici del Comune e dal Progettista del PGT. Secondo

quanto previsto dall’art.4 della LR 12/2005 e dai criteri attuativi dell’art.4 deliberati

dalla Giunta Regionale il 21 dicembre 2005 si prevedono le seguenti attività ed

elaborati:

a. lo sviluppo del Documento di Scoping quale base per concertare le principali

strategie con gli attori sul territorio prima di passare allo sviluppo degli

elaborati del piano;

b. lo sviluppo del Rapporto Ambientale, che avrà di massima la seguente

articolazione, secondo i contenuti previsti dall’allegato I dei criteri attuativi

dell’art 4, nonché allegato della Direttiva Europea 2001/42/CE:

confronto tra le alternative e sintesi delle ragioni per le scelte strategiche

operate, anche con riferimento all’opzione zero;

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sintesi degli aspetti relativi allo stato attuale dell’ambiente, alle criticità

presenti e all’evoluzione in corso. Individuazione delle integrazioni

necessarie per i dati e delle azioni da intraprendere;

verifica di congruenza di azioni e contenuti del piano rispetto al sistema di

criteri di sostenibilità e compatibilità ambientale. Utilizzo di matrici e

schede di approfondimento per sistematizzare e valutare gli obiettivi del

piano;

identificazione degli impatti e dei principali effetti sull’ambiente e delle

relative misure di mitigazione e compensazione. Gli impatti saranno in

generale identificati in modo qualitativo;

associazione delle mitigazioni/compensazioni alle differenti fasi attuative del

PGT, con indicazioni sugli enti competenti e sulle azioni da intraprendere

nei tavoli interistituzionali;

identificazione di un sistema di condizioni di sostenibilità che saranno

verificate durante le istruttorie di autorizzazione dei progetti o nei piani

attuativi. Alcune condizioni potranno anche essere espresse mediante

indicatori quantitativi, da includere tra gli indicatori della VAS e del

programma di monitoraggio;

lo sviluppo del Programma di Monitoraggio, con la messa a punto di una

serie di indicatori di stato e di prestazione, che siano aggiornabili in modo

semplice con le risorse e le informazioni disponibili presso il Comune. Gli

indicatori dovranno essere, oltre che rappresentativi dei fenomeni, anche

facilmente comunicabili, quale base di discussione per la futura attivazione

di un forum di confronto e di partecipazione democratica allargata

all’attuazione e aggiornamento del PGT;

c. la Sintesi non tecnica del Rapporto Ambientale, da utilizzare per una più ampia

diffusione dei contenuti del rapporto e per un maggiore coinvolgimento nel

percorso di VAS.

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Di seguito si riporta una schematizzazione tabellare del processo integrato VAS-

Documento di Piano del PGT:

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2. QUADRO DI RIFERIMENTO SOCIALE ED AMBIENTALE

Il presente capitolo comprende l’analisi delle principali tematiche sociali ed ambientali

di riferimento per il territorio considerato, unitamente alla valutazione dell’eventuale

interferenza delle scelte di piano con i Siti Rete Natura 2000.

LA SITUAZIONE SOCIALE: riporta le principali considerazioni relative all’andamento

demografico del territorio in esame, con un accenno alla capacità attrattiva dello

stesso a livello turistico.

Tematiche:

Demografia

Associazionismo

Turismo

LA SITUAZIONE AMBIENTALE: riporta lo “stato” delle componenti ambientali

(suolo e sottosuolo, aria, acqua, natura e paesaggio, ecc.) e di alcune pressioni

ambientali (rifiuti, energia) direttamente connesse alle attività antropiche.

Tematiche:

Acqua

Aria

Suolo e sottosuolo

Natura e paesaggio

LA QUALITÀ URBANA E LE PRESSIONI ANTROPICHE: riporta le considerazioni

essenziali relative alle pressioni generate dalla presenza umana nel contesto

urbanizzato.

Tematiche:

Inquinamento elettromagnetico e radiazioni ionizzanti

Inquinamento acustico

Aziende ad incidente rilevante

Verde pubblico Piste ciclopedonali Trasporto pubblico Piedibus

Energia

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Rifiuti

Mobilità

Per ogni indicatore si riportano le fonti di riferimento e un simbolo grafico che

rappresenta la valutazione del grado di criticità dello stesso, come riportato nella

seguente tabella esplicativa:

Valutazione

del grado di criticità

Simbolo

Situazione positiva

Criticità moderata,

situazione incerta

Criticità elevata,

situazione negativa

Nelle pagine seguenti, inoltre, si riporta una sintesi della suddivisione per sezioni,

tematiche e indicatori con la valutazione sintetica di ognuno di essi.

LA SITUAZIONE SOCIALE

DEMOGRAFIA

Popolazione residente

Numero di nuclei familiari

Densità della popolazione residente

Rapporto di mascolinità

Indice di vecchiaia e Indice di dipendenza

Saldo naturale e Saldo migratorio

Popolazione straniera residente

ASSOCIAZIONISMO

Partecipazione sociale

Associazioni per settore associativo

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TURISMO

Strutture alberghiere

Strutture per la ristorazione, strutture ricettive complementari, per la cultura e il tempo

libero

LA SITUAZIONE AMBIENTALE

ACQUA

Stato Ecologico dei corpi idrici superficiali

Stato Ambientale delle Acque Sotterranee

Consumi idrici

Efficacia del sistema di collettamento e depurazione

ARIA

Stazioni di monitoraggio della qualità dell’aria

Stato della qualità dell’aria

Emissioni totali

Piani di azione/risanamento/mantenimento della qualità dell'aria

SUOLO E SOTTOSUOLO

Uso del suolo

Siti contaminati Rischio

idrogeologico Gli strumenti di pianificazione comunale per la prevenzione del rischio idrogeologico e

sismico

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NATURA E PAESAGGIO

Aree sottoposte a tutela ambientale

Beni culturali e paesaggistici soggetti a tutela

Presenze Archeologiche

Indice di densità forestale

Il Sistema Naturale

QUALITÀ URBANA E PRESSIONI ANTROPICHE

INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO E RADIAZIONI IONIZZANTI

Attività di monitoraggio dei campi elettromagnetici

Presenza delle Stazioni Radio Base e Radio TV

Superamento dei valori limite dei campi elettromagnetici

Presenza di Radon

INQUINAMENTO ACUSTICO

Zonizzazione acustica

Superamenti dei valori limite

Ripartizione percentuale del territorio per classi di zonizzazione

Piani di risanamento acustico /

AZIENDE A RISCHIO DI INCIDENTE RILEVANTE

Aziende a rischio di incidente rilevante /

VERDE PUBBLICO

Fruibilità del verde pubblico

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PERCORSI CICLOPEDONALI

Rete dei percorsi ciclopedonali

TRASPORTO PUBBLICO

Rete del trasporto pubblico

ENERGIA

Consumi di energia elettrica

Consumi di energia elettrica per settore di attività

Consumi di gas metano

Produzione di energia da fonti rinnovabili

RIFIUTI

Rifiuti urbani prodotti

Raccolta Differenziata

Rifiuti urbani smaltiti in discarica

Raccolta differenziata avviata a recupero

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3. RETE NATURA 2000

La RETE NATURA 2000 istituita dalla Direttiva Habitat (Dir. 92/43/CEE) è un sistema

coordinato e coerente di aree ad elevata naturalità, caratterizzate dalle presenza di

habitat e di specie di interesse comunitario, la cui funzione è la tutela e la

conservazione della biodiversità sul continente europeo. La Rete Natura 2000 è

costituita da:

- SIC, Siti di Importanza Comunitaria;

- ZPS, Zone di Protezione Speciale.

Nella Provincia di Bergamo ricadono 19 Sic, che interessano in prevalenza la

montagna e che occupano una superficie complessiva di 41.880,33 ettari, e 6 Zps

che occupano una superficie totale di 52.330 ettari.

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I piani e programmi che possono produrre effetti significativi su uno o più siti della

Rete Natura 2000, ai sensi dell'art. 6, par. 3 della Direttiva 92/43/CEE, determinano

l'applicazione della Direttiva VAS.

Nel territorio comunale di Monasterolo del Castello (ed in tutto l’ambito territoriale

esteso del Lago d’Endine in precedenza indicato), non sono presenti né ZPS né SIC e

quindi non sono possibili interferenze con le aree della rete Natura 2000.

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4. IL PERCORSO PARTECIPATO

Il processo partecipativo

L’Amministrazione Comunale, con Deliberazione di Giunta Comunale n.31 del

14/05/2008 approvando l’avvio del procedimento per la formazione del nuovo PGT ha

avviato, a seguire ha formato un gruppo di lavoro che ha svolto confronto per

giungere ai “Primi indirizzi alla pianificazione”, volto a delineare il sistema strategico

di influenza del nuovo Piano di Governo del Territorio L’amministrazione ha scelto di

gestire il processo partecipativo mediante le seguenti formule:

richiesta di istanze antecedenti all’avvio del procedimento ( e quindi ante

2008);

richiesta di istanze successive all’avvio del procedimento ( e quindi post

2008);

richiesta di verifica delle istanze successive all’avvio del procedimento con

possibilità di integrazione dei contenuti a novembre 2013;

formazione di un gruppo di lavoro tematico.

E’ in corso di preparazione l’assemblea pubblica da eseguirsi ante seduta consiliare di

adozione del piano urbanistico.

La richiesta delle istanze

Sono state presentate durante tutto il periodo n. 111 istanze, molte delle quali

ridondanti in riferimento al medesimo sito: questo a causa della sovrapposizione delle

istanze perpetrate nei tre periodi concessi dall’Amministrazione comunale ed a volte a

causa del cambio del contenuto dell’istanza stessa, anche diametralmente opposto.

L’Amministrazione comunale ha pertanto raggruppato, valutato e condiviso la richiesta

dei cittadini: il lavoro è bene descritto nelle tavola DP_04_05 e DP_04_05b.

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Gruppo di lavoro PGT

Con l’obiettivo di favorire il confronto con la cittadinanza e di promuovere la

concreta attivazione degli abitanti nella gestione della “cosa pubblica”, è stato

costituito u n gruppo di lavoro”, così formato:

Sindaco Maurizio Trussardi gruppo unico “Gente e Paese”

Vicesindaco e Assessore all’Urbanistica Gilberto Giudici gruppo unico “Gente e

Paese”

Alfio Rebuffini, Assessore alla comunicazione ai cittadini e Consigliere gruppo unico

“Gente e Paese”

Aldo Bellini, Consigliere gruppo unico “Gente e Paese”

Cristiana Crottini, Consigliere gruppo unico “Gente e Paese”

Giovanni Battista Giudici, Consigliere gruppo unico “Gente e Paese”

Patrizio Trapletti, Consigliere gruppo unico “Gente e Paese”

Il lavoro del gruppo, svoltosi nel corso di numerosi incontri ha sviluppato gli spunti

necessari alla redazione del PGT che poi sono stati basi di partenza per la

definizione delle strategie. Il lavoro si è concretizzato con la redazione

dell’elaborato allegato A, in calce alla presente relazione.

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5. IL SISTEMA STRATEGICO DEL DOCUMENTO DI PIANO: ANALISI DI COERENZA

Il sistema degli obiettivi

L’Amministrazione Comunale, con Deliberazione di Giunta Comunale n.31 del

14/05/2008 approvando l’avvio del procedimento per la formazione del nuovo PGT ha

avviato, a seguire ha formato un gruppo di lavoro che ha svolto confronto per

giungere ai “Primi indirizzi alla pianificazione”, volto a delineare il sistema strategico

di influenza del nuovo Piano di Governo del Territorio (per maggior completezza si

rimanda all’allegato A).

Il sistema strategico di Piano è stato definito a partire da tale documento,

unitamente alla lettura interpretativa della morfologia del territorio comunale e della

sua struttura urbana evolutasi nel tempo.

Gli obiettivi così definiti sono suddivisi in sette tematiche distinte:

Obiettivi di sostenibilità per lo sviluppo.

Obiettivi di sostenibilità per la trasformazione.

Obiettivi di sostenibilità per la riqualificazione.

Obiettivi di sostenibilità per i servizi.

Obiettivi di sostenibilità per il sistema infrastrutturale.

Obiettivi di sostenibilità per il sistema ambientale, paesaggistico e culturale.

Obiettivi per la questione abitativa.

Per ogni gruppo di obiettivi il sistema strategico ha delineato una serie di azioni volte

al raggiungimento degli stessi.

In seguito è stata effettuata l’analisi di coerenza interna ed esterna. Dall’analisi

interna si evince come le azioni di Piano mantengano una discreta coerenza con gli

obiettivi, anche se non strettamente di riferimento, mentre non emergono elementi di

incoerenza.

L’analisi esterna ha sottoposto alla verifica di coerenza gli obiettivi di Piano con i

principi di sostenibilità e con gli obiettivi programmatici desunti da piani sovraordinati

di livello regionale e provinciale. Anche tale analisi non ha fatto emergere criticità.

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Schema strategico degli obiettivi di Piano

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6. VALUTAZIONI E MONITORAGGIO

Individuazione degli ambiti di trasformazione e valutazione di essi

Il Documento di Piano individua un solo Ambito di trasformazione, finalizzato al raggiungimento degli obiettivi preposti alla redazione dello strumento urbanistico. Tale individuazione è l’esito di un processo ricognitivo/decisorio che ha seguito i

seguito i seguenti passi:

1. verifica dei piani attuativi previsti dal PRG vigente e valutazione della loro posizione rispetto agli ambiti edificati;

2. selezione delle proposte dei cittadini che potevano candidarsi a

divenire Ambiti di Trasformazione; 3. sopralluogo nelle aree individuate ai punti 1) e 2); 4. confronto tra le aree individuate ed il quadro strategico;

5. valutazioni nel processo di VAS; 6. scelte degli ambiti e determinazione della capacità edificatoria.

Nella valutazione dei singoli ambiti di trasformazione si è tenuto conto del ruolo e della collocazione del Documento di Piano nella pianificazione territoriale comunale e

di area vasta.

Si sottolinea, infatti, che il DdP ha carattere non conformativo e, conseguentemente,

gli ambiti di trasformazione sono intesi come individuazioni di carattere strategico, a cui devono necessariamente seguire piani attuativi di maggiore dettaglio. Pertanto, le informazioni inerenti ciascun ambito consentono di esprimere pareri e

prescrizioni generali e non sempre specifiche, mentre una valutazione, ambientale e/o strategica, di maggiore dettaglio dovrà essere sviluppata nelle successive fasi di

pianificazione e progettazione attuativa.

La valutazione degli ambiti di trasformazione viene presentata attraverso schede descrittive, composte dai seguenti elementi:

scheda del Documento di Piano relativa a ciascun ambito in cui si sottolineano:

o gli obiettivi generali sottesi all’intervento sull’ambito;

o i principi insediativi per intervenire;

o le prescrizioni specifiche da seguire nella fase progettuale;

o i parametri urbanistici propri dell’ambito;

o le funzioni collocabili;

o estratto della Carta delle previsioni e degli obiettivi urbanistici;

o estratto della Tavola dei vincoli;

analisi dell’ambito, valutazione delle previsioni proposte in funzione anche

della coerenza con il sistema strategico di piano e del contesto di riferimento; proposizione di misure di inserimento ambientale e mitigative.

Per tutti gli ambiti di trasformazione e di nuova edificazione, dovranno essere rispettati i criteri connessi alle problematiche acustiche, di sostenibilità ambientale e

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geologiche e in particolare: i nuovi insediamenti dovranno presentare una valutazione previsionale di clima

acustico conformemente ai disposti della L. 447/95 ed al piano di zonizzazione acustica. Tutti gli ambiti residenziali devono rispondere ai parametri previsti dal D.P.C.M. 05/12/1997 e successive modifiche ed integrazioni, in relazione ai

requisiti acustici passivi delle strutture edili. Nel corso della fase di progettazione esecutiva, in ottemperanza ai disposti del

D.M. LL.PP. 11/03/88 n. 127, dovranno essere stabilite, grazie a prove dirette, le caratteristiche geologico-tecniche del sito, per l’adeguata definizione del piano di posa e il corretto dimensionamento delle fondazioni.

Gli interventi dovranno perseguire il principio di sostenibilità complessiva, con particolare attenzione alla riduzione dei consumi energetici, all'utilizzo di

energie rinnovabili, al riciclo delle acque meteoriche, alla compensazione delle emissioni climalteranti, all'inserimento paesistico. Dovranno quindi essere verificati gli effetti dell’intervento rispetto a suolo, acqua, aria, impatto

acustico, clima acustico e relativamente alla mobilità pubblica e privata. Sarà indispensabile la garanzia dei necessari interventi di manutenzione del

reticolo idrografico minore e di quello artificiale. I corsi d’acqua, salvo i casi di regimazione previsti dagli strumenti di programmazione pubblica, non dovranno subire intubamenti, restringimenti di alveo e rettifiche del loro

naturale percorso. Si dovranno rispettare le prescrizioni relative al mantenimento della superficie

drenante, applicando ogni accorgimento valido per aumentarne la percentuale della stessa ove possibile applicare metodologie idonee allo scopo in vece di superfici impermeabili.

Sarà necessario porre attenzione nella costruzione dei nuovi fabbricati e per gli interventi relativi a quelli esistenti destinati in qualsiasi modo alla

permanenza di persone (abitazioni, insediamenti produttivi, commerciali, di servizio, ecc.) a criteri e sistemi di progettazione e costruzione tali da eliminare

o mitigare a livelli di sicurezza l’esposizione della popolazione al Radon. A tal fine si può fare riferimento alle indicazioni progettuali-tecniche definite dall’Azienda Sanitaria Locale della Provincia di Bergamo.

La verifica di efficacia delle misure adottate potrà essere effettuata mediante determinazioni sulle concentrazioni residue ad intervento ultimato e prima

dell’occupazione dei fabbricati.

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La sostenibilità del Piano

Le previsioni del nuovo PGT, nel loro complesso, non risultano eccessivamente

discostanti dal PRG vigente. Unitamente ai cinque ambiti di trasformazione, quattro dei quali previsti dal PRG come piani attuativi, il Piano delle Regole prevede NTA che concedono bonus

volumetrici (identificati in circa mc.5000) per incentivare la permanenza delle famiglie. Una valutazione complessiva di tali previsioni e delle rimanenti potenzialità

edificatorie presenti ancora nel territorio, conducono ad una previsione proiettata al 2018 di 1388 abitanti. Assumendo come valore di riferimento 150 mc/abitante, la stima dell’incremento della CIRT (capacità insediativa

residenziale teorica) è pari a 172 abitanti teorici attesi, pari ad un aumento del 14% rispetto ai 1216 residenti (dato al 31/12/2012). Le previsioni di PRG vengono

abbattute notevolmente da quelle del nuovo Piano: gli abitanti teorici attesi sarebbero stati pari a 1937, con un incremento della CIRT di ben 721 unità! Per quanto riguarda il consumo di suolo, si può affermare che rispetto allo strumento

urbanistico vigente il nuovo Piano non incrementa in modo significativo le aree destinate a nuova edificazione; in primis poiché è stato eliminato un ambito di

trasformazione compreso in area a rischio idrogeologico; inoltre la localizzazione della stessa non presenta evidenti criticità se non di inserimento paesistico. Tali problematiche si potranno tenere sotto controllo mirando principalmente alla qualità

progettuale degli interventi in relazione al contesto di riferimento. Piccole criticità relative a tematiche ambientali strettamente connesse agli ambiti sono

mitigabili con opportuni accorgimenti, a partire da quelli indicati nelle schede di analisi degli Ambiti di Trasformazione, utilizzabili anche in altri contesti edificabili

qualora ne emergesse la necessità. Nel caso in cui nella progettazione di dettaglio emergessero altre questioni critiche, l’Amministrazione Comunale avrà tutti gli strumenti di concertazione per poterli

meglio affrontare. Complessivamente si può esprimere un giudizio positivo sul nuovo Piano, giacché

non emergono particolari criticità concernenti la sua attuazione. Non si assiste, infatti, a un’ulteriore compromissione dei margini o all’apertura di nuovi fronti urbani dal momento che tutti gli ambiti, di

trasformazione e di nuova edificazione, si inseriscono in contesti già edificati.

Al contrario, si segnala la notevole possibilità di migliorare la qualità urbana in particolare nel caso della località Brione. Per quanto riguarda il rischio idrogeologico, nessun ambito ricade in aree di “fattibilità

con consistenti limitazioni”, mentre per la naturalità del territorio si assiste ad alcune interferenze non dirette con il Parco PLIS e con alcune piane agricole.

L’ambito di maggiore sensibilità, relativo alla località Brione, prevede l’acquisizione della piana agricola di notevole valore ecologico e paesistico ai fini delle tutela e dell’apertura alla fruibilità cittadina.

Tale scenario, unitamente agli incrementi generali nei servizi previsti dal Piano,

migliorano in generale l’accessibilità e la dotazione di servizi presenti in Monasterolo

del Castello. Il verde derivante dall’AT1 soddisfa il bacino di utenza posto verso il Comune di Casazza, mentre i nuovi percorsi ciclopedonali protetti e le migliorie infrastrutturali danno risposta parziale alle richieste dei cittadini emerse durante

il percorso partecipato. La necessità di maggior sicurezza infrastrutturale in alcuni

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punti del territorio e l’incremento della dotazione di piste protette per la rete della mobilità dolce, principalmente finalizzate all’accessibilità e alla fruibilità dei servizi

primari, trova risposta nelle proposte di Piano e potrà avere parziale riscontro nell’attuazione degli Ambiti di trasformazione e di nuova edificazione. Non si prevedono problematiche particolari riferite all’esposizione della popolazione a

fattori inquinanti e disturbi, fatta salva la necessità di svolgere indagini di maggior dettaglio relative all’inquinamento acustico nell’AT1.

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Proposta di un sistema di monitoraggio

Il sistema di monitoraggio di un piano ha come finalità principale quella di verificare

le modalità e il livello di attuazione del piano, valutare gli effetti delle azioni e fornire indicazioni in termini di riorientamento del piano stesso. In una logica di piano-processo, quindi, il monitoraggio è la base informativa

necessaria per un piano che sia in grado di anticipare e governare le trasformazioni, piuttosto che adeguarvisi a posteriori.

In linea generale si possono immaginare le seguenti possibili finalità alla base della decisione di organizzare il monitoraggio di un piano:

informare sull’evoluzione dello stato del territorio;

verificare periodicamente il corretto dimensionamento rispetto all’evoluzione dei fabbisogni;

verificare lo stato di attuazione delle indicazioni del piano;

valutare il grado di efficacia degli obiettivi di piano;

attivare azioni correttive in tempo utile;

fornire elementi per l’avvio di un percorso di aggiornamento del Piano;

definire un sistema di indicatori territoriali di riferimento.

Il percorso di VAS, pertanto, non può essere impostato solo come semplice percorso

lineare, ma soprattutto dovrà permetterne il percorso a ritroso. Il Piano, a conclusione del suo iter procedurale, può/deve essere sottoposto a un monitoraggio che ne permetta la valutazione in corso di attuazione, sulla base della quale siano possibili gli

opportuni interventi correttivi. Sulla base di quanto sopra esposto emergono quindi tre punti principali del processo

gestionale: il monitoraggio;

la valutazione dei risultati del monitoraggio; la riformulazione di alcuni aspetti del Piano, sulla base di quanto emerso

dalla valutazione.

L’esito di tale percorso è la redazione di un report di monitoraggio con finalità divulgativa.

Il sistema di indicatori

L’indicatore è un parametro che fornisce informazioni su un determinato fenomeno, assumendo contemporaneamente un significato di sintesi e un significato simbolico,

che va oltre le proprietà direttamente associate con il valore del parametro. L’indicatore permette pertanto di ridurre il numero di misure e di parametri richiesti per descrivere un fenomeno, ed è strutturato in modo da semplificare la

comunicazione verso l’utilizzatore.

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Il valore intrinseco dell’indicatore consiste nel far emergere alcune problematiche, nel confrontare situazioni differenti, nell’introdurre un sistema organico di raccolta di dati

e di monitoraggio di alcuni fenomeni. Gli indicatori sono rappresentativi di una situazione/componente/stato/grado di raggiungimento di un obiettivo e assumono efficacia qualora siano oggetto di un

confronto nello spazio (ad esempio tra i valori di aree territoriali diverse) e nel tempo, come confronto dei valori letti nello stesso ambito territoriale in due momenti

diversi, per verificare i cambiamenti di stato, e anche per misurare la performance del piano rispetto a livelli di soglia o riferimento.

Per quanto concerne il monitoraggio del Piano, gli indicatori aiutano ad introdurre la

prassi dell’autovalutazione nella gestione dello strumento urbanistico, fornendo al tempo stesso elementi utili per la costruzione o la messa a punto in itinere dello

strumento urbanistico. Si propone, come suggerito dalla stessa Agenzia Europea per l’Ambiente, di dare

inizio ad una discussione tra parti politiche, tecnici e cittadinanza, con la finalità di definire obiettivi, a breve e lungo termine, per le azioni di pianificazione urbanistica. L’utilizzo di un sistema di obiettivi e il confronto sulla loro attuazione può

rappresentare un utile strumento di controllo partecipato, con forum urbani che uniscano la partecipazione in modo continuo al processo di VAS e al suo

monitoraggio. Si suggerisce, quindi, di coinvolgere in un processo partecipativo apposito, ad approvazione avvenuta del PGT, i portatori di interesse individuati con lo scopo di

definire obiettivi quantitativi e temporali.

Di seguito sono elencati, raggruppati per tematiche, gli indicatori che si propongono di assumere come riferimento per il monitoraggio del Piano del Comune di

Monasterolo del Castello. Tali indicatori sono stati individuati sulla base di:

- un elenco che l’ARPA LOMBARDIA ha predisposto per la verifica delle VAS dei PGT,

- il documento “Linee Guida per il “concorso” in fase di elaborazione,

l’esame istruttorio, la valutazione e l ’espressione delle osservazioni di competenza in materia di Piani di Governo del Territorio e di VAS” dell’ASLdi

Bergamo, - i risultati del tavolo di lavoro “scelte urbanistiche” del PLIS Lago d’Endine.

Suolo e sottosuolo Superficie urbanizzata (Kmq); Incidenza superficie urbanizzata (%);

Superficie impermeabilizzata (kmq); Superfici aree a rischio di compromissione e degrado (Kmq) – Le superfici delle aree

a rischio di compromissione e degrado, così come definite nel D.d.u.o. n.12520 del 10/11/2006 “Approvazione delle linee guida per la realizzazione degli strumenti

del SIT integrato per la pianificazione locale ai sensi della LR 12/05”. Si ritiene debbano essere incluse nel computo di tale indicatore, quali elementi di degrado ambientale le cave, i cantieri, le discariche, le aree contaminate, da bonificare o

soggette a bonifica; Verde urbano pro capite (kmq/ab);

Superficie agricola totale (kmq); Superficie agricola utilizzata (Kmq).

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Acqua Indice Biotico Estesto – IBE;

Livello inquinamento da macrodescrittori – LIM; Stato Ecologico dei Corsi d’Acqua – SECA;

Stato Chimico delle Acque Sotterranee – SCAS; Carico organico potenziale (AE); Copertura rete duale di fognatura (%);

Consumo idrico pro capite (mc/ab*anno); Disponibilità di acqua potabile sul territorio pro capite (mc/ab*anno) (sorgenti e

pozzi).

Aria

Concentrazione media mensile di PM10, O3, NO2, CO, SO2 (µg/mc); Concentrazione media stagionale di PM10, O3, NO2, CO, SO2 (µg/mc); Superamento dei livelli di attenzione e di allarme per PM10, O3, NO2, CO, SO2 (n.).

Natura e aree verdi Superficie aree a bosco (%); Incidenza aree protette (%);

Superficie aree naturali (%); Impermeabilizzazione del suolo (%); Verde pubblico pro capite (mq/ab); Verde

attrezzato pro capite (mq/ab); Verde privato pro capite (mq/ab).

Energia Consumo di energia pro capite (KWh/ab); Consumo di energia per settore (%);

Produzione di energia da fonti rinnovabili (KWh); Classificazione energetica del patrimonio edilizio pubblico (%).

Clima acustico Incidenza superficie classificata in zone 4-5-6 (%);

Popolazione esposta, da mappatura acustica (ab.); Stato di attuazione dei piani di risanamento acustico.

Mobilità

viabilità carraia (km totali e procapite); viabilità ciclabile (km totali e procapite);

viabilità pedonale (km totali e procapite); offerta di sosta per tipologia (libera, disco, pagamento, riservata); numero incidenti anno.

Rifiuti

Produzione di rifiuti urbani (t); Produzione di rifiuti urbani procapite (kg(ab); Incidenza della raccolta differenziata per frazione merceologica (%).

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Allegato A

PRIME NOTE SUL TERRITORIO DI MONASTEROLO DEL CASTELLO ED IL SUO

SVILUPPO DA DOVE PARTIAMO MONASTEROLO GENNAIO 2012

Gruppo di lavoro:

Maurizio Trussardi,

Gilberto Giudici,

Alfio Rebuffini,

Aldo Bellini,

Cristiana Crottini,

Giovanni Battista Giudici,

Patrizio Trapletti

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Premessa

Il comune di Monasterolo del Castello riacquisisce la propria autonomia nel 1947 dopo essere stato accorpato in un unico comune con Spinone e Bianzano nel Comune di Spinone dei Castelli durante il periodo del “fascio”. Nonostante l’unione civica la comunità monasterolese ha continuato a mantenere la propria identità di comunità riconoscendosi nella comunità parrocchiale.

Al momento dell’ottenimento dell’autonomia la Comunità di Monasterolo non contava più di 600 abitanti per lo più residenti in quello che attualmente riconosciamo nell’aggregazione del centro storico ed in alcune case e cascinali sparsi e spalmati sul territorio.

Il territorio di Monasterolo del Castello fin dall’ottenimento della sua autonomia è stato riconosciuto dal vecchio percorso del fiume Cherio (deviato in modo artificiale nell’ottocento) nei confini con Casazza e Spinone al Lago, Nord il Confine con Endine Gaiano è rappresentato da - ,il Lago che separa Monasterolo da Spinone è stato riconosciuto al 50% dentro il territorio dei due comuni. Mentre a Monte lungo i dorsali che collegano il Monte Ballerino con il Monte Torrezzo è lo spartiacque a segnare il confine con i comuni di Casazza, Grone, Adrara San Martino e Fonteno.

Da un punto di vista edilizio il territorio sino alla metà degli anni sessanta come molte delle realtà di allora ha risentito di uno sviluppo influenzato dall’economia locale e dalle esigenze dei singoli. Lo sviluppo riguardava per lo più fabbricati legati all’attività agricola (povera) prevalente in quel periodo e legata per lo più al piccolo allevamento bovino, alla coltivazione del granoturco, ad alcuni piccoli vitigni ed all’utilizzo dei boschi cedui che venivano utilizzati come combustibile.

Dopo il periodo bellico sono cominciati i fenomeni migratori in modo più massiccio verso paesi a più alto sviluppo ma soprattutto si sono modificati i modelli di emigrazione non più solo persone che sceglievano di trasferirsi verso gli Stati Uniti ed altri paesi in modo definitivo, ma molte persone che lavoravano all’estero ed in qualche modo investivano il reddito ricavato sul territorio di origine facendo solo parte dell’anno all’estero oppure lavorando all’estero solo per alcuni anni. Sempre in questi anni in corrispondenza con lo sviluppo industriale a cavallo tra la metà degli anni cinquanta e la metà degli anni sessanta molti monasterolesi trovano occupazione nei cantieri edilizi del milanese e della brianza ed iniziano le prime occupazioni nella grande industria con moti pendolari dei capifamiglia e dei lavoratori più giovani che

A fronte di redditi certi e soprattutto spendibili economicamente si implementano gli investimenti sul territorio, molti decidono di costruire le proprie abitazioni sui terreni di proprietà ed iniziano le ristrutturazioni di molti edifici del centro storico.

Si tratta senz’altro di uno dei momenti edilizi di minor qualità si cerca di risparmiare sull’utilizzo dei materiali, l’uso del calcestruzzo e dei laterizi aumenta in modo esponenziale senza però essere supportato da materiali adeguati sia a livello strutturale che nelle finiture. L’architettura di quel periodo è molto povera prevale l’utilizzo di materiali “standardizzati” di produzione industriale. Gli interventi sia di natura pubblica che privata nel Centro storico risentono del modello e della poca sensibilità culturale di quel periodo molti degli edifici “storici” vengono violentati, alcuni manufatti tipici e caratterizzanti (es. Lavatoio, Abbeveratoio etc) vengono disfatti per lasciare spazio alla viabilità ed all’utilizzo degli automezzi che richiedono sempre più spazio.

Alla fine degli anni sessanta nasce l’esigenza di “regolamentare” il crescente sviluppo edilizio e vengono introdotte anche a livello legislativo le prime norme che introducono i “Piani di fabbricazione” primi strumenti di regolazione degli interventi e poi alla metà degli anni settanta vengono introdotti i Piani Regolatori che cominciano ad introdurre anche i primi concetti non solo normativi ma anche di programmazione del territorio.

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Il comune di Monasterolo si dota alla fine degli anni sessanta del Piano di fabbricazione e nel 1977 si dota del Primo Piano Regolatore generale redatto dall’Architetto Agliardi di Bergamo che resterà in vigore sino al 1989 quando inizia il periodo di salvaguardia del nuovo piano Regolatore Generale entrato in vigore definitivamente dal 1994.

Il quadro attuale – Gli strumenti vigenti –

Il piano regolatore generale attualmente in vigore è redatto da un gruppo di professionisti composti dagli architetti Laura e Vito Sonzogni e dall’architetto Luciano Testa, ha iniziato il suo iter nel 1987 ed è stato adottato nel 1989, è entrato in vigore dopo l’approvazione della Giunta Regionale Lombarda nel 1994.

Dentro il Piano regolatore sono previste aree che necessitavano di una attuazione dettagliata e specifica in particolare sono previsti dei piani attuativi di interesse generale che riguardavano il Centro Storico, e tutte le aree a ridosso del Lago lungo tutto la sua lunghezza definite are a Parco Lacuale ed ecologico.

Negli anni successivi sono stati approvati gli strumenti programmatori di queste due aree in particolare nel 1997 è stato approvato il “Piano particolareggiato del Centro Storico” redatto dall’Architetto Carlo Curto di Bergamo e nel 2003 è stato approvato il Piano attuativo del “parco Lacuale ed ecologico” redatto dall’architetto Laura Sonzogni.

Dei piani attuativi previsti nel piano Regolatore in questi anni hanno trovato la loro approvazione e la loro definizione i seguenti Piani Attuativi:

P.A. Residence Lago di Endine (1995)

P.A. Borgo San Felice (1996)

P.A. Borghetto di Via Casai (2004)

Si è inoltre proceduto all’approvazione senza l’attuazione del Piano Attuativo di proprietà Comunale di Cascina Becai

Sono rimasti nelle previsioni i seguenti P.A residenziali:

P.A. Zona Via San Mauro

P.A. Zona Legner (“Rafael”)

P.A. Brione (tra via Delle Noci e Via Ippocastano)

P.A. Via delle Valli (in parte sottoposto a vincolo idrogeologico della R.L.)

Ed il P.A. direzionale commerciale (di via Dei Carpini)

Il regolamento edilizio vigente risale al periodo del primo piano regolatore ed è datata 1977.

Il Piano regolatore generale in questi anni è stato oggetto di n. 7 varianti per lo più di carattere specifico e di lieve entità gli interventi più rilevanti hanno riguardato:

L’attribuzione del bonus di 300 mq per il recupero dei fabbricati “rurali” sparsi sul territorio comunale; (1997)

L’individuazione di un’area artigianale di lieve entità lungo la S.S. 42 a confine con i comuni di Monasterolo, Spinone e Ranzanico (1997)

Divisione di un Piano attuativo in due interventi in località Legner (1997)

L’individuazione in due momenti successivi di 6 aree ad edificazione definita per la realizzazione di edifici familiari (1997 5 aree e 2000 1 area)

Perimetrazione delle aree rientranti dentro il Parco Locale di interesse Sovraccomunale (2002)

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Trasformazione della destinazione d’uso dell’area di proprietà Comunale in località Becai con assegnazione di piano attuativo a volumetria definita, un Piano di riuso ed una zona B2 (2004)

Approvazione di un piano negoziato in località Rosate (2008)

Si è inoltre provveduto alla redazione della Componente Geologica comunale (strumento introdotto negli anni 2000 dalla Regione Lombardia) così come la Regione ha approvato la perimetrazione delle aree ad altro rischio idrogeologico dove è stata ricompresa buona parte della Valle Spirola con forti limitazioni ad alcune aree in cui erano previsti interventi. Si è inoltre provveduto nel 2008 alla approvazione del Piano di Zonizzazione acustica comunale.

Il quadro ambientale

Il territorio del Comune di Monasterolo del Castello si snoda per la lunghezza di circa 4 km parallelamente al lago di Endine che ne rappresenta l’elemento ambientale di maggior rilevanza. Il lago è caratterizzato dalla sua particolare conformazione fisica che per il suo andamento tortuoso lo rende simile ad un fiume, lungo all’incirca 6,5 km ha una larghezza molto contenuta che non supera quasi mai i 400 ml riducendosi tra la zona Cornell in Monasterolo a soli circa 80 mt dalla sponda di Spinoen.

Negli ultimi 40 anni il lago è stato oggetto di numerosi interventi pubblici per la sua preservazione in particolare con la realizzazione del collettore circunlacuale, il taglio costante del canneto, interventi di ripopolamento ittico. Al momento attuale il lago risulta balneabile anche se lo scarso ricambio di acqua di cui è oggetto ne mette a rischio la sopravvivenza ed il mantenimento del suo equilibrio. Pur non essendo mai stato un lago “pescosissimo” storicamente i locali potevano avvalersi del pesce sul quale tutt’ora hanno un diritto di uso civico sul pescato. Nonostante in passato siano stati fatti numerosi interventi di semina anche l’equilibrio ittico è a rischio per l’aumento di pesci di grosse dimensioni ma soprattutto per la presenza da circa un decennio del siluro che immesso in modo mai chiarito ha trovato un habitat adatto al suo sviluppo.

Negli ultimi anni anche la pesca sportiva che rappresentava uno dei motivi di attrazione seppur parziale è venuta molto meno si mantengono in modo residuale e purtroppo marginale le attività di Carp-fishing e la pesca al siluro.

A Monte il territorio si sviluppa lungo le Pendici dei Monti Ballerino e Torrezzo sino ad arrivare agli spartiacque nella zona dei Colli di San Fermo.

La fascia antropizzata si è sviluppata per lo più lungo il vecchio tracciato della S.P. 76 che taglia parallelamente al lago l’intero territorio comunale e della quale tra gli anni “70 e i primi anni “80 è stata realizzata una variante a monte dell’abitato principale per togliere il traffico dal centro storico.

Il territorio complessivamente ha una dimensione di circa 8 kmq per dove la maggior parte è rappresentata da superficie boscata.

Lo sviluppo complessivo ha preservato “fortunatamente” ancora numerose aree a ridosso del Lago in particolare nella zona tra il Centro e lo stesso dove c’è parecchia distanza tra le zone abitate ed il Lago (tra il Cimitero e la Fonte)

Da Monte a Valle il Territorio è attraversato da alcune valli che rappresentano soprattutto nei tre corsi d’acqua principali (Spirola, Torrezzo, Del Colle) elementi di Fragilità idrogeologica con fenomeni che hanno interessato soprattutto per la Valle Spirola smottamenti e frane con il coinvolgimento del centro abitato (1948 – 1951 – 1953). Queste tre valli insieme ad altre zone di minor entità sono state oggetto di numerosi interventi di manutenzione idraulica.

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Negli anni “50 lungo la Valle Spirola per una lunghezza di circa 500 ml si è provveduto alla realizzazione di un canale artificiale che ne deviasse il corso per renderlo meno tortuoso ed allontanarle il corso del centro abitato. Detto Canale realizzato con tecniche dell’epoca e con l’utilizzo di materiali lapidei per attenuarne l’impatto rappresenta comunque uno degli elementi artificiali di maggior impatto paesaggistico.

La zona dei Colli di San Fermo era utilizzata anticamente dagli abitanti locali per i periodi di alpeggio nei periodi estivi, cessata tale attività anche a causa dei collegamenti stradali non diretti rappresenta un’area di scarso interesse per i residenti. La stessa è comunque caratterizzata dalla presenza di alcuni manufatti che una volta erano a servizio dell’attività di alpeggio ed oggi sono stati trasformati in case di vacanza, molto utilizzate negli anni “80 oggi scarsamente utilizzate. Complessivamente prevale il paesaggio tipico dell’ambiente pre-alpino con prevalenza di prati a pascolo e zone boscate. In passato è stato tentato un utilizzo turistico con la realizzazione di due impianti per la pratica dello sci che hanno avuto poca fortuna per la bassa altitudine che non garantiva un innevamento sufficiente e la scarsa lunghezza dei percorsi a disposizione.

I costruiti storici

Nella Zona della Emissario del Lago sulla collina morenica si trova il Castello di Monasterolo che rappresenta il manufatto storico più interessante di tutto il paese (da cui ne deriva anche il nome). Restaurato già all’inizio del secolo scorso anche negli ultimi anni lo stesso è stato oggetto di interventi di manutenzione ordinaria che ne hanno garantito la conservazione. Nonostante il tentativo di renderlo disponibile al patrimonio pubblico promosso insieme ad altri enti dopo la metà degli anni novanta il Castello è attualmente di proprietà privata e viene utilizzato per la realizzazione di banchetti e cerimonie. La possibilità di apertura al pubblico sono per lo più riservate alle due sale principali (armi e Ombrello) alle due corti esterne (alta e bassa) ed al giardino e soprattutto in poche giornate durante l’anno (non più di ¾)

La zona della chiesa parrocchiale ed il Sagrato antistante con la Via Crucis recentemente instaurata rappresentano una delle più caratteristiche realizzazione in zona soprattutto per l’impianto particolare con la Via Crucis a coronamento del sagrato antistante.

Il centro storico negli ultimi anni ha subito numerosi adeguamenti sia grazie ad interventi pubblici che ne hanno adeguato le reti tecnologiche e l’arredo urbano che attraverso interventi privati che hanno recuperato diversi edifici. Grazie ad un recupero adeguato negli ultimi anni che spesso ha permesso di correggere e ri-adeguare edifici violentati negli anni 60 è stato possibile mantenere le caratteristiche di un centro storico non particolarmente ricco da un punto di vista architettonico ma che può continuare a testimoniare un rapporto tra il costruito e l’uso che ne veniva fatto degli edifici nel tempo.

Sul territorio sono inoltre presenti alcune testimonianze di fede che rappresentano alcuni punti di interesse in particolare la Madonna di Loreto in località Tribulina (di origine privata), la Madonna di Lourdes ricostruita dopo la frana del 1953 che l’aveva coperta in via XI Febbraio, La cappellina in località Legner, oltre ad alcune edicole o segni di fede sparse tra le strade di accesso ai pascoli altri ed altre zone del territorio e del centro.

Gli insediamenti

Storicamente la Comunità di Monasterolo nasce e si sviluppa sulla piana posta tra la Valle Spirola e la Valle Torrezzo seppure non vi siano testimonianze storiche certe si è sempre sostenuto che la Comunità nascesse attorno ad un Monastero benedettino che ha dato il nome al paese. Da dopo l’ultima guerra mondiale hanno poi preso forma in modo più sostanziale anche le zone di Moj e di Brione probabilmente per lo sviluppo delle comunità di cui sono poste a ridosso di San Felice e di Casazza. Attualmente si può dire che

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fanno riferimento alla zona di Moj circa 80 abitanti ed alla zona di Brione circa 300 abitanti. Queste due insediamenti hanno anche riferimenti religiosi diversi appartenendo l’uno alla parrocchia di San Felice e l’altro alla Parrocchia di Casazza.

Lo sviluppo urbanistico successivo agli anni “60 fino a quello più recente ha portato alla realizzazione di una serie di unità abitative che quasi rendono continuo lo sviluppo dell’abitato tra il Centro Storico e la Zona di Brione soprattutto per le realizzazione lungo l’asse della strada Provinciale.

Mentre spostandosi più nella zona a nord si è molto sviluppata la zona “Legner” soprattutto negli anni “70 e “80 mentre lungo la Strada provinciale rimangono ancora zone non costruite.

Vi è poi stato negli anni il recupero di alcuni fabbricati sparsi nella zona pedemontana che sono usati da alcuni abitanti.

Il patrimonio esistente attuale supera le 1.100 unità abitative dove il 50% è rappresentato da prime case mentre la restante quota è rappresentata da seconde case. Demografia Si dall’ottenimento dell’autonomia l’andamento demografico ha quasi sempre rappresentato un saldo positivo raggiungendo gli attuali 1200 abitanti con una componente inferiore al 10%di presenza di cittadini extracomunitari. L’economia

Con ogni probabilità l’economia prevalente fino al secondo conflitto mondiale era rappresentata da un’agricoltura di “sussistenza” basata sull’allevamento bovino, sulla coltivazione del granoturco, sulla raccolta di alcuni frutti (noci e castagne), sulla coltivazione di alcuni vitigni comunque di bassa qualità. Veniva inoltre sfruttato il patrimonio boschivo sia per il consumo interno che per il commercio esterno.

Prevalentemente le aree agricole erano di proprietà di 3/ 4 grandi famiglie che le concedevano con contratti per lo più di mezzadria. Durante il periodo invernale gli allevamenti avvenivano per lo più dentro stalle che facevano parte del costruito all’interno del centro storico mentre durante il periodo estivo gli animali venivano spostati nei cascinali all’esterno del paese ed a volte ai pascoli alti nella zona dei colli Di San Fermo.

Probabilmente proprio questa caratteristica di attività agricola così centrale alla sopravvivenza ed al mantenimento ci ha lasciato questo patrimonio edilizio dove è facile ancora riconoscere il fabbricato di residenza con annessa la stalla ed il fienile.

Già all’inizio del secolo sono iniziati i primi fenomeni migratori verso l’estero in questo periodo soprattutto verso gli Stati Uniti soprattutto di persone che sceglievano di trasferirsi definitivamente.

Dopo l’ultimo conflitto mondiale sono ripresi i fenomenti migratori in modo massiccio ma con modalità diverse, pertanto persone che decidevano di continuare a mantenere i legami con la propria comunità o perché l’emigrazione era riservata solo ad occupazioni stagionali (negli alpeggi o nel taglio dei boschi). Oppure perché si trattava di emigrare per alcuni anni investendo a Monasterolo per l’acquisto della Casa o di nuove proprietà.

Con gli anni cinquanta ed il boom industriale sono iniziati gli spostamenti verso la zona di Milano soprattutto nei grandi cantieri edili o presso le grandi fabbriche che nel frattempo stavano nascendo con i capifamiglia e/o le persone più giovani che facevano trasferte settimanali ed il sabato rientravano presso la famiglia. Al tempo stesso nascevano i primi grandi stabilimenti industriali anche in bergamasca legati soprattutto all’attività siderurgica che davano reddito certo, in particolare l’italsider di Lovere e la Dalmine di Costa Volpino e di Dalmine.

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A partire dagli anni settanta si sono sviluppate attività attorno alle attività di coibentazione con la nascita di numerose attività tutte caratterizzate da piccole dimensioni (massimo 7/8 impiegati).

Allo stato attuale sul territorio non esistono attività produttive. Le attività principali sono legate all’artigianato di servizio nel settore dell’edilizia e della coibentazione ma dove l’attività lavorativa per lo più viene svolta in altre province. Vi è un discreto numero di attività di ristorazione e di servizio.

L’azienda che occupa il più alto numero di dipendenti è la Casa di Riposo San Camillo (peraltro l’attività verrà spostata a Casazza).

Sin dal primo Piano di Sviluppo socio Economico approvato negli anni settanta si è sempre pensato che in qualche modo l’economia locale potesse svilupparsi attorno ad un modello definito di “economia integrata” dove accanto alle attività lavorative svolte verso l’esterno possa trovare integrazione al reddito lo sfruttamento del movimento turistico e di villeggiatura favorito dal lago e dalle particolari caratteristiche ambientali.

La presenza di villeggianti durante il periodo estivo che occupano case a disposizione dei residenti ma che spesso occupano anche case di proprietà ha favorito nel tempo le condizioni affinché potessero continuare a mantenersi sul territorio attività commerciali anche a favore dei residenti evitando almeno sino all’epoca attuale il rischio di spopolamento.

La manutenzione del territorio:

Più volte nelle note precedenti è stato sottolineato il forte legame esistente storico tra il territorio e l’uomo che lo ha abitato, sia nelle trasformazioni che si sono susseguite che nel rapporto con le aree verdi, il loro mantenimento, la loro coltivazione, il loro sfruttamento.

Sul territorio sono leggibili molte di questo testimonianze del forte legame tra il territorio e l’uomo, basta pensare alla trasformazione dei terreni scoscesi con le tipiche balze e “rivetti”. Ai numerosi manufatti più o meno grandi sparsi in tutto il pendio anche in posti poco raggiungibili ma che servivano a far permanere sul territorio l’uomo i suoi allevamenti le sue coltivazioni.

Questo legame garantiva nel tempo il mantenimento e la manutenzione di tutto il territorio. Venivano garantiti i percorsi pedonali e la loro manutenzione perché la percorribilità era vitale al sistema. Veniva garantito il taglio del bosco, veniva garantito il monitoraggio complessivo e puntuale in quanto tutto il territorio era vissuto nelle varie stagioni.

Il legame uomo-territori si manteneva su un equilibrio che storicamente in alcune occasioni si è rotto con alcune conseguenze tragiche come testimoniano gli eventi franosi del 1948 e 1953 causati da un eccessivo disboscamento del territorio.

Oggi le mutate condizioni economiche hanno causato un progressivo abbandono della parte del territorio sopra i 450 mt di altitudine, con il conseguente disequilibrio che andrà valutato ed in qualche modo governato.

Il patrimonio pubblico

Storicamente il Comune di Monasterolo del Castello possiede un patrimonio che in parte arriva storicamente da tempi antichi ed in parte è stato implementato nell’epoca recente. Le acquisizioni più storiche sono senz’altro quelle riferite alle aree boscate dislocate lungo i pendii montuosi. Non sono chiare le provenienze di tali aree che assommate sono composte da circa 2 milioni di metri quadrati di superficie boscata, è da presumere che essendo lo sfruttamento del bosco una delle prime risorse di sostentamento locale in qualche modo si è voluto storicamente garantire alla collettività una certa fetta di ricchezza che potesse essere a disposizione di tutti.

Negli ultimi anni alcune superfici sono state cedute per il taglio a privati cittadini di Monasterolo che potendo contare sul taglio per uso familiare hanno tagliato il loro fabbisogno (individuato in 150 ql a

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famiglia). Ovviamente è stato possibile in prima battuta pur cercando degli strumenti perequativi le aree tutto sommato più raggiungibili e dove l’asportazione risultava meno complessa. Molte delle altre aree purtroppo non sono soggette a taglio da più di 50/60 anni con conseguenze che nel prossimo futuro potrebbero essere significative sia in termini di mantenimento del legname sia in termini di manutenzione idrogeologica del territorio.

Deve essere sottolineato per memoria che l’Amministrazione detiene del Patrimonio così detto indisponibile ma della cui presenza deve esserne fatta memoria:

L’impianto generale dell’acquedotto Comunale ceduto in uso all’Ato (per legge Regionale) con le sue opere di presa lungo l’asta della Valle Torrezzo (3), il bacino di distribuzione principale in località (canada), il bacino secondario in località Brione sul territorio di Casazza;

Il Collettore Circunlacuale per la porzione di Monasterolo in quanto Monasterolo fu l’unico comune a realizzarlo a sue spese, attualmente la gestione è affidata all’ATO;

Gli edifici pubblici

Per scelta politica l’Amministrazione ha investito nel tempo sia in aree che edifici che fossero destinate a favorire la socialità e l’uso pubblico. La loro trasformazione nel tempo è sempre stata fatta nell’ottica di utilizzare questo patrimonio per lo sviluppo complessivo della Comunità

Casa della Gente

Il complesso è composto da due fabbricati entrambe ritirati con altre aree rivendute nel tempo (via Casai, Via San Felice zona Legner) e la cascina Becai ad un asta fallimentare (fallimento Crippa). Il fabbricato attualmente denominato Casa della Gente fu costruito negli anni cinquanta per realizzarne un grosso allevamento bovino di fatto non è mai entrata una mucca il piano sotto doveva essere adibito a stalla e quello superiore a fienile. Il fabbricato è stato oggetto di due interventi distinti di ristrutturazione:

Il primo alla fine degli anni ottanta ha riguardato la realizzazione di un laboratorio artigianale al piano primo con l’intento di creare alcuni posti di lavoro in loco. Di fatto si sono succedute un paio di attività per qualche anno ma poi non è stato più reperito nessuno interessato alla gestione.

Il secondo intervento ha creato ciò che è visibile ancora oggi con la realizzazione della sede per l’Associazione Pensionati al piano terra, mentre la cucina e la loro sede è stata realizzata direttamente dal locale Gruppo Alpini; al piano primo la suddivisione degli spazi per attività giovanili che vi trovano tutt’ora spazio insieme alla biblioteca. Nello stesso intervento è stato ripavimentato il cortile ed è stata realizzata la tombinatura.

Il secondo fabbricato a parte il rifacimento del tetto negli anni 80 si presenta ancora nelle stesso stato per cui era stato originariamente realizzato e per il quale è stato utilizzato che era quello di stalla;

Sede Pro Loco

Si tratta di un piccolo edificio ricavato dal disfacimento del lavatoio pubblico di cui mantiene le caratteristiche architettoniche, le memorie storiche ci suggeriscono che sotto il pavimento sia stata conservata anche la vasca originale, con ogni probabilità però è chiuso l’approvvigionamento dell’acqua che arrivava dalla parte bassa della Valle Torrezzo ed il canale di scolo che passava a cavallo di alcune proprietà private è stato interrotto ed interrato

Vecchio forno

L’edificio è stato ristrutturato completamente tra il 2003 ed il 2005 attualmente al P.T. trova sede l’ufficio del turismo ed un bagno di servizio mentre al P.1 c’è la sala civica.

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Edificio Biali

L’edificio è stato realizzato alla metà degli anni “80 consta di un edificio di circa 100 mq chiuso per metà adibito a bar e per l’altra metà adibito a deposito e locali di servizio al bar. L’altro fabbricato della stessa dimensione posto ad una quota inferiore di circa 60 cm consta di un porticato di circa 100 mq completamente aperto. Nel 2010 si è proceduto al rifacimento delle coperture ed all’adeguamento degli impianti elettrici. Nel 2011 è stato posato un container adibito a bagno per disabili. Il fabbricato ha un contratto di comodato d’uso sino alla fine del 2015

Ex scuole elementari

Il fabbricato consta sostanzialmente di due edifici a loro volta realizzati in più interventi successivi.

1^ edificio

E’ un fabbricato realizzato negli anni trenta la parte la piano terra e successivamente sopraelevato negli anni cinquanta. Il fabbricato era composto storicamente da due spazi al P.T. collegati da un corridoio molto ampio e da due spazi al P.1 con doppi servizi igienici al P.1.

Attualmente l’edificio è ripartito in tre spazi al P.T. di cui uno con accesso diretto sul giardino di via Biali per mezzo di una scala esterna. Mentre gli altri due spazi sono di dimensioni inferiori ed attualmente sono utilizzati a deposito. Al Piano primo l’edificio consta di 3 spazi più o meno di dimensioni simili (sono stati ripartiti nel 2005) di cui due adibiti ad Archivio Comunale.

L’edificio è termo-autonomo, mentre da un punto di vista strutturale ha bisogno di essere eventualmente adeguato alle normative. Le coperture sono buone così come i serramenti sono stati sostituiti negli anni novanta con serramenti in alluminio. Nel complesso l’edificio ha però un alto livello di dispersione energetica.

2^ edificio

Realizzato alla fine degli anni settanta è composto dall’ingresso sulla Piazza Papa Giovanni XXIII che permette di accedere ad uno spazio molto ampio adibito ad auditorium comunale. Sullo spazio si accede direttamente allo stesso livello ad un’aula con scarsa illuminazione naturale attualmente adibita a sede della Protezione Civile; Mentre nello spazio inferiore ci sono tre blocchi di servizi igienici. Un ampio spazio di disimpegno con accesso diretto al giardino due aule anche loro con accesso diretto al giardino di Via Biali.

Al livello ancora inferiore c’è la sala per attività fisica della dimensione di circa 110 mq con piccolo servizio igienico e spazio a magazzino. Attualmente lo spazio è pavimentato con moquette.

Edificio Scuola Materna

L’edificio costruito negli anni 30/40 è composto da uno spazio di circa 4 camere con servizio al Piano primo riservato al personale religioso. Mentre al Piano terra ci sono gli spazi dedicati alla Scuola Materna. Due aule un grande spazio riservato al refettorio con una porzione in cui è stata ricavata una cappella, e gli spazi a cucina sia per il personale religioso che per la preparazione dei pasti per la Scuola Materna. La scuola materna è completata con un porzione dell’edificio ove è posto il Comune in cui è ricavato il salone per il gioco e lo spazio e dispensa.. Le coperture sono in buono stato per la parte a due piani. La copertura dell’aula sopra il lago ha invece bisogno di essere rivista nell’impermeabilizzazione trattandosi di una terrazza. Le coperture dei locali cucine, lavanderia e bagni (tra il municipio e l’altro edificio) sono da rifare.

Gli impianti sono a norma, manca completamente il vespaio areato sotto le due aule ed il salone per il gioco. Così come l’edificio è sprovvisto completamente di isolamento termico. I serramenti esterni sono in discreto stato sono da rivedere alcune porte interne.

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Edificio Municipio

Anni cinquanta al P.T. c’è lo spazio per l’ambulatorio medico realizzato nel 2003 ed una porzione è utilizzata dalla sCuola Materna. Al piano primo trovano spazio gli uffici comunali. In prospettiva gli spazi così come definiti sono carenti e poco funzionali. Gli impianti sono adeguati alle normative. L’edificio è adeguato alle normative sulle barriere architettoniche. La copertura deve essere rifatta a breve con la sostituzione dei coppi. Non è provvisto di nessun tipo di isolamento termico.

Casa del “podestà”

L’edificio con una superficie di pavimento di circa 700 mq è stato acquisito nel 2006. Con l’annesso parco della consistenza di circa 2000 mq. L’edificio ha bisogno di essere completamente ristrutturato per qualsiasi uso si intenda fare al momento per la conservazione è necessario procedere ad una revisione delle coperture.

Nuovo Polo scolastico

Il polo scolastico è stato terminato nel 1^ lotto nel 2009 attualmente ospita in piena comodità la scuola primaria che raggruppa i comuni di Monasterolo del Castello, Spinone e Ranzanico. Il progetto prevede la possibilità di realizzare in lotti successivi La mensa scolastica, un’aula multifunzionale ed un palazzetto dello sport con annesse attività commerciali. Al momento le aree acquisite sono quasi sufficienti per realizzare tutto il progetto. Mentre al momento esiste la progettualità esecutiva solo per l’aula polifunzionale mentre del resto c’è solo una progettualità di massima.

L’area cimiteriale

La comunità di Monasterolo è sprovvista dello strumento previsto dalla normativa del Piano Regolatore cimiteriale di cui si dovrà dotare nel medio/breve termine. La collocazione del cimitero sul promontorio verso Spinone quasi in riva al lago a fatto in modo che il Cimitero rimanesse in qualche modo isolato dal resto del territorio antropizzato.

La struttura così come si presenta con il completamento della parte costruita negli anno novanta è sufficiente per il fabbisogno comunale. Sarebbe utile prevedere una riorganizzazione di alcuni spazi con l’allargamento di alcuni viali centrali e la possibilità di realizzare uno spazio centrale per la benedizione delle salme.

Gli impianti sportivi

La comunità di Monasterolo non ha un patrimonio particolarmente ricco di impianti sportivi canonici pur prestandosi per lo svolgimento di alcune attività sportive all’aperto. Nel patrimonio comunale si annovera l’area del campo sportivo con campo di calcio per il gioco a 7 con annesse tribune scoperte. L’impianto fu realizzato negli anni “60 e poi rivisto nella forma attuale nei primi anni ottanta. Gli spogliatoi furono realizzati grazie anche alle attività di volontariato sotto una porzione dell’edificio scolastico. Al momento attuale gli spogliatoi sono inadeguati rispetto all’utilizzo sia per dimensione che per impiantistica che per collocazione. Adiacente al campo sportivo c’è uno spazio polivalente realizzato nel 1992 per la pratica del Basket, della pallavolo e recentemente adattato anche per il tennis questo impianto a differenza del campo di calcio non è provvisto di Impianto di illuminazione.

Al coperto l’unico spazio è quello descritto nell’edificio scolastico antecedente con la vecchia scuola elementare che per dimensioni ed altezze non si presta a molte attività sportive.

Le aree verdi

La municipalità di Monasterolo è ricca di aree di uso pubblico siano esse attrezzate oppure lasciate al libero utilizzo della gente.

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Le aree Attrezzate:

Parco giochi “Moj”

E’ un piccolo parchetto della consistenza di poche centinaia di mq attrezzato con dei giochi per bambini a servizio della Comunità di Moj. Fu realizzato nel 1997 a seguito di una donazione da parte di un emigrante nativo di San Felice. Mq

Parco Giochi “Volpera”

Il parco giochi si trova a ridosso del Campo sportivo ed è a disposizione della popolazione del capoluogo. Fu realizzato negli anni 70 ed adeguato negli anni novanta e successivamente. Molto ombreggiato avrebbe bisogno di una rivisitazione delle attrezzature. Il parco consta di una consistenza di circa mq

Parco giochi “Brione”

Il parco fu realizzato a servizio della popolazione della frazione Brione, ed anche per offrire uno spazio di aggregazione attorno al 1995. Le attrezzature presenti avrebbero bisogno di essere riviste così come il parco è tutt’ora poco ombreggiato. mq

Parco Biali

Il parco fu realizzato con l’edificio negli anni ottanta come spazio a disposizione per il turismo è infatti attrezzato con panche e tavoli per il picnic. Molto utilizzato per il pic-nic ma forse non più adeguato allo sviluppo economico della comunità. La manutenzione del parco è affidata ai gestori del bar all’interno del contratto di affitto. Mq.

Le aree verdi non attrezzate

In questa categoria insistono molte aree acquisite nel tempo alcune per cessioni di aree a standar ed altre per acquisti da parte dell’amministrazione soprattutto per quel che riguarda le aree a Lago.

Parchetto le noci (denominazione provvisoria)

La provenienza di questa piccola area posta lungo la S.P. 76 al Km 0.900 è stata quasi casuale in continuità con il parcheggio attiguo invece voluto dall’amministrazione. La sua sistemazione potrebbe offrire una piccola zona di aggregazione per la zona posta a metà strada tra il centro storico e la frazione Brione. Consistenza mq

Parco ex scuola Elementare

Si tratta di un’area verde che costeggia il perimetro verso il lago dell’edificio della vecchia scuola Elementare e del municipio fino al campo polivalente ed alla Via Volpera. In posizione strategica rispetto al Centro storico, il parco è stato oggetto di manutenzione del verde da parte della protezione civile. Da Valorizzare la presenza degli ultimi esemplari (con quelli in località “pomm”) dei caratteristici alberi di “Verde Longhe”. mq

Parco Cimitero

E’ un’ area di decompressione tra il Cimitero ed il lago. L’area fu oggetto di bonifica nella prima metà degli anni ottanta dopo che una profonda buca realizzata negli anni cinquanta per cavare sabbia era stata oggetto di riempimento con inerti e rifiuti da parte dei locali. Collegata con il parco Biali dal percorso pedonale ne crea quasi un tutt’uno. Creando soprattutto nelle mezze stagioni (non in stagione di pic-nic) un angolo unico per paesaggio e tranquillità.Mq

Area Verde “Casa del Podestà”

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L’area è stata acquisita con lo stabile con cui fa parte, particolarmente interessante per la posizione trattandosi di una delle ultime aree a verde dentro il perimetro del centro storico. Interessante anche per il crocevia di collegamenti pedonali che se ne potrebbero trarre. Attualmente è a disposizione anche un primo progetto esecuivo per rendere fruibile l’area realizzato dal gruppo di Architetti guidati dall’architetto Curto.

Parchetto di Via Casai

E’ un’area verde acquisita come area a standard da parte dell’iniziativa del Residence Lago di Endine. Rappresenta un piccolo polmoncino verde anche se forse collegata in modo poco organico con il resto del verde il suo utilizzo forse andrà ripensato. Mq..

Parchetto di Via San Felice

Anche quest’area arriva dall’acquisizione di aree a standard dopo la realizzazione del P.L “Foppa” una porzione fu usata per residenze agevolate ed una porzione restò ad area verde. Rappresenta una piccola area di sosta prima dell’accesso al Centro storico.Mq

Parchetto “della Memoria”

L’area è stata in parte acquistata ed in parte è ancora di proprietà privata ed è posta in Via XI febbraio. All’inizio del secolo è stata attrezzata con sedute ed una scaletta di accesso. L’eventuale utilizzo dovrà essere pensato con l’area lungo la S.P. 76 da cui è separata da un’area di proprietà privata.

Parco dei “Pomm”

L’area fu acquisita in più acquisizioni l’ultima nel 2003 L’area che sembra tutta di proprietà pubblica comprende però anche due lotti che sono ancora di proprietà di terzi (verso il confine Gardoni). Attualmente l’area è occupata dal campo scout per circa il 50% con una convenzione che scadrà nell’anno corrente. Gli stessi circa 20 anni fa hanno realizzato i servizi igienici con le docce interrati. La convenzione con l’Associazione Agesci è in scadenza. Il resto dell’area è a disposizione pubblica anche se sprovvisto di ogni forma di servizi.

Dall’altro l’area tranne che per una ventina di posti davanti alla Cappella è completamente sprovvista di posti auto. Ogni utilizzo futuro deve essere immaginato con l’eventuale fabbisogno di posti auto.

Area Verde “Borgo San Felice”

L’area è acquisita come area a standard dalla Lottizzazione Borgo San Felice, per il momento l’area non è attrezzata in alcun modo anche se va considerato che è una continuazione con il parcheggio.

Aree a destinazione pubblica di proprietà di altri enti

Nell’obiettivo dichiarato di essere motore di uno sviluppo sociale ed economico della comunità, negli anni l’Amministrazione comunale non solo ha provveduto in prima persona all’acquisizione di opere, fabbricati o aree utili ma si è adoperata anche a livello sovra comunale affinché aree o operazioni potenzialmente interessanti potessero svilupparsi all’interno della nostra comunità.

Casa del Pescatore

L’area fu acquistata dall’Amministrazione Provinciale sul finire degli anni sessanta. L’idea dell’Amministrazione Provinciale era quella di farne un centro sul modello di alcune iniziative scandinave ove incentivare la pratica della pesca con la messa a disposizione di uno spazio ove poter cucinare il proprio pescato.

Di fatto tale modello non è mai stato praticabile per alcune ragioni territoriali. Per molti anni la gestione è stata assegnata alla famiglia del guardiapesca. Fin quando l’allora Comunità Montana lo ha rilevato in convenzione dalla provincia e lo ha dato in gestione alla Cooperativa l’Innesto (2000). Lo spazio dovrebbe

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essere un centro per la promozione di turismo locale con percorsi didattici, lo spazio di ristorazione dovrebbe essere secondario all’attività principale di promozione il tutto stante la scelta di una Cooperativa sociale di tipo B di favorire l’inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati. Forse nel recente la gestione si è sbilanciata troppo verso la ristorazione e l’aspetto commerciale.

Ex Ristorante la Monasterola

Il fabbricato è stato acquistato dall’allora Comunità Montana Valle Cavallina nel 2006, Ristrutturato nel 2009/2010 l’obiettivo dichiarato era quello di creare un Centro turistico didattico. La fusione delle comunità montane, la difficoltà a creare coesione politica attorno al progetto hanno causato la momentanea interruzione della progettualità.

Tutte e due queste aree in sinergia con quelle di proprietà Comunale del Biali e dei Pomm vanno rivalutate a livello locale al fine di creare una progettualità che le metta in rete ne valorizzi le finalità nel suo complesso in modo da identificare un fine “politico” da promuovere anche a livello sovra comunale.

Uso del territorio Ciò che appare dall’osservazione del territorio di Monasterolo è quella di uno sviluppo che in

qualche modo è sempre stato governato. A partire dai “tipi Architettonici” presenti, dallo sviluppo urbanistico, dalla cura dei particolari.

Senz’altro causa di questi risultati è anche l’attenzione e la sensibilità dei locali, ma anche la cultura amministrativa che nei vari strumenti urbanistici non si è mai limitata solo all’amministrazione di ciò che succedeva ma ha anche cercato di governare i processi disegnando un quadro progettuale.

La prima cosa che si può cogliere sin dall’ingresso al paese è la chiara volontà di scegliere alcuni temi di sviluppo senza creare incoerenze urbanistiche, basti pensare alla non realizzazione di aree artigianali o industriali ma alla volontà di porre l’attenzione sulla valorizzazione del patrimonio paesistico.

A tale scopo sono stati fin qui mantenuti indici di edificabilità mediamente bassi 0,8mc/mq, si sono mantenute altezze degli edifici contenute 7 ml a scopo anche di consumare più territorio ma non far perdere all’abitato il suo profilo naturale.

Nel tempo si è provveduto a normare affinchè non nascessero fabbricati di dimensioni eccessive (è stata introdotta la norma dei 250 mq di superficie coperta) così non sono state create stecche eccessive ed in qualche modo da monte a Valle e viceversa sono sempre aperti cono visivi.

Per favorire un’architettura varia si è favorito lo sviluppo di loggiati e porticati con norme ad hoc sul calcolo del volume.

Negli ultimi 20 anni ci si è dotati di professionalità che potessero affiancare i progettisti ma anche gli istruttori nell’attenzione ai particolari ed al costruito.

E’ una impostazione di uso del territorio che accanto a quella di preservare aree strategiche con vincoli appositi ci permette ora di godere di uno sviluppo armonioso va considerata l’opportunità o meno di continuare sullo stesso solco eventualmente correggendo e/o migliorando adeguandolo ai tempi quanto sin qui fatto.

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Scheda n. 1

Manutenzione del territorio

Quali azioni per favorire la manutenzione

Analisi della situazione

Il rapporto tra i locali ed il territorio ed il suo utilizzo è sempre stato molto stretto. L’uso della terra è stata a lunga una delle fonti di mantenimento per i locali. Tutto si è giocato su un equilibrio sottile quando l’equilibrio si è interrotto (vedi disboscamento periodo bellico) il territorio si è in qualche modo ribellato. Con il passare del tempo il territorio ed il suo sfruttamento sono divenuti antieconomici (vedi taglio del bosco, mantenimento dei pascoli,etcc.). La situazione che si è determinata è che un parte del territorio in questo momento è scarsamente vissuta e dunque vengono a mancare una serie di azioni che mantenevano l’equilibrio, Pulizia dei percorsi, pulizia dei corsi d’acqua, taglio del bosco ceduo, avanzata del bosco nei confronti del pascolo. Cosa prevede l’attuale strumento urbanistico: In parte si è cercato di rimediare a quanto sopra attraverso dei bonus volumetrici, (300 mc) per chi recuperava cascine e fabbricati in modo da mantenere la presenza dell’uomo. Quali riflessioni: Il bonus volumetrico ha a volte favorito l’insediamento di residenzialità in zone dove è difficile garantire i servizi di urbanizzazione e le condizioni di vivibilità. La scelta della casa sul territorio è stata per molti una scelta di facilità per la realizzazione ma non di consapevolezza della situazione dove si edificava. Alcuni fabbricati che a volte erano poco significativi sono diventati importanti da un punto di vista volumetrico. Quali soluzioni: ip. 1 : Studiare con attenzione un “piano cascine” peraltro previsto ed obbligatorio nella legislazione, individuando quelle di particolare valore ed individuando gli interventi. Ip.2 Verificare se il bonus volumetrico ad “hoc” sia ancora lo strumento più idoneo e/o è necessario individuare altri strumenti…. Ip. 3 Verificare la fattibilità di costruzioni nella zona sopra la provinciale di piccoli fabbricati per attività agricola “hobbistica” ? Ip. 4 Individuare una serie di azioni di natura pubblica per la percorribilità del territorio al fine di favorire la raggiungibilità Ip. 5 Favorire il taglio dei boschi soprattutto di proprietà pubblica Ip. 6 Ip 7

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Scheda n. 2

Impianti Sportivi

Quali bisogni e Quale Programmazione?

Analisi della situazione

Attualmente gli impianti sportivi si limitano:

Un campo di calcio a 7 giocatori in terra battuta con spogliatoi inadeguati che durante la stagione estiva si presta anche per la realizzazione di manifestazioni ed iniziative.

Un campo polivalente in sintetico all’aperto segnato per l’attività sportiva di Basket, Pallavolo, e recentemente tennis. Il campo non è provvisto di impianto di illuminazione.

Una sala polivalente presso la Vecchia scuola elementare di circa 120 mq dove si possono svolgere solo attività che non richiedono altezze particolari (attualmente è usata per Karate -60 iscritti – Aerobica 15 iscritti Tai- chi -10 iscritti – e ginnastica per anziani – 10/15 iscritti-

Cosa prevede l’attuale strumento urbanistico: Nella localizzazione dello strumento urbanistico è prevista anche la realizzazione di una struttura polifunzionale (palazzetto dello sport) a servizio sia dell’edificio scolastico che della comunità con anneesa possibilità di sviluppo di piccolo area a bar. Realizzazione di spogliatoi a servizio anche del campo di calcio. Quali riflessioni: Bisogna valutare quale è il reale fabbisogno non solo della nostra comunità ma dell’ìntera zona identificabile con la zona dell’alta valle Cavallina (Monasterolo, Casazza, Gaverina, Spinone, Ranzanico e parzialmente Endine. E’ necessario pensare ad un’area sportiva di riferimento per tutta la zona o solo ad un’area per il fabbisogno di Monasterolo??? Qualsiasi sia il pensiero è necessario pensare a quale modello di gestione?? Quali soluzioni: Sub 1 -Confermare quanto previsto attualmente e limitare le previsione al solo sviluppo di uno spazio polifunzionale coperto che potrebbe essere utile anche per manifestazioni al coperto. Sub 2 -Prevedere un centro sportivo in aderenza al centro abitato principale a servizio della Comunità locale ma anche di sviluppo turistico? Sub 3_ Prevedere un’area di sviluppo sportiva in zona baricentrica e raggiungibile facilmente anche da altri comuni (Brione??) vincolandone la destinazione; Sub 4 ……..

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Scheda n. 3

Località “Brione”

Quale sviluppo possibile? e/o necessario

Analisi della situazione

Attualmente la località conta di circa 260 abitanti di cui 70 circa sono posti oltre la S.S. 42 in aderenza con il centro abitato e sociale di Casazza. Anche da un punto di vista religioso questa zona fa capo storicamente alla Parrocchia di Casazza. Molti degli attuali residenti sono comunque residenti storicamente di Casazza che si sono insediati in questa zona. Sono insediate in questa zona la maggior parte delle attività produttive del nostro Comune in particolare L’azienda IBER, la Falegnameria Centro Legno, due officine meccaniche, la sede di due autotrasportatori e delle piccole officine di artigiani legate all’attività di coibentazione, ed un negozio di articoli per la caccia e per lo sport dell’arco. Nella zona sono presenti un bar con stazione di rifornimento posto lungo la S.S. 42, un ristorante Pizzeria posto nella parte più verso il Castello. Entrambe però non sono in grado di offrire uno spazio di aggregazione sociale per la zona. L’unico spazio di destinazione pubblica è il parco giochi a ridosso del Fiume Cherio, realizzato nel 1995. Cosa prevede l’attuale strumento urbanistico:

ulteriore sviluppo residenziale, in particolare nella piana davanti alla Pizzeria Castello per circa 10 mila mc.

Una zona di completamento con P.L. Approvato di Fronte all’Ex cinema castello per circa 4 mila mc

Una zona commerciale/artigianale tra la Via Carpini e Viale delle Noci

La possibilità di recupero dell’ex cinema Castello per uso direzionale/commerciale dove la proprietà sta studiando la realizzazione di un Motel.

La possibilità di sviluppare ulteriore area commerciale tra il Confine con Casazza e la Via Lancetti. Quali riflessioni: Si propone che debba essere valorizzata l’entrata verso il paese in particolare con il cannocchiale visivo verso il Castello; Lo sviluppo residenziale che è previsto è comunque importante, forse è necessario pensare ad altri spazi di socializzazione; Quali soluzioni:

1) Pensare che zona oltre la Via Ippocastano e la Via Carpini debba essere approfondita sinergicamente magari anche pensando a più interventi ma con riferimento per ognuno alle aree ed infrastrutture di uso pubblico. Sul lato di Via Carpini si esclude che si possa procedere con quanto previsto attualmente nello strumento urbanistico per le altezze e per i volumi che diventerebbero impattanti. Va promosso e regolamentato un modello di sviluppo che agendo sugli standard migliorativi sulle perequazioni definisca dove si deve costruire e con quali metodi definendo quali aree vincolate a verde quali aree da cedere quali infrastrutture è necessario realizzare. Questo potrebbe permettere di salvaguardare un patrimonio che attualmente colpisce che è la zona verde a ridosso del Castello.

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2) Approfondire i bisogni sociali della comunità in funzione anche dello sviluppo ed allora immaginare se è necessario realizzare: Una zona religiosa? Una Piazza? Ulteriore area Verde? Un edificio polivalente di uso pubblico? Sviluppare iniziative anche commerciali? ……. …….

Scheda n. 4

Sviluppo ed economia

Quale modello economico

Analisi della situazione

Fin qui si è sempre pensato e/immaginato che il modello economico della nostra comunità fosse da incentrare sul così detto modello “economia integrata”. Questo modello si è tradotto nel tempo in una serie di azioni sinergiche ed integrate tra di loro che permettessero di dare la possibilità ai locali di integrare il loro reddito con lo sfruttamento della Villeggiatura (affitti 2^ case), di avere possibilità di lavoro integrativo nei ristoranti e nei bar, ed al tempo stesso integrare il reddito delle attività commerciali in modo che potessero sopravvivere e mantenersi in loco anche a servizio dei residenti: In questi anni probabilmente si è interrotto il fabbisogno di 2^ case, con ogni probabilità è un mercato in forte contrazione, ma forse anche il nostro territorio richiede una decelerazione nell’utilizzo. Resta comunque necessario immaginare azioni che sostengano il valore del “costruito” per fare in modo di mantenere inalterato il valore dei proprietari . La Casa di Riposo era la prima attività in loco per numero di occupati la sua “delocalizzazione” trasferisce a Casazza questi occupati. Cosa prevede l’attuale strumento urbanistico: Lo strumento urbanistico prevede diverse zone di sviluppo edificatorio per un totale di almeno altri 50/60 mila mc. Non sono previste aree per insediamenti artigianali e/o industriali Quali riflessioni: Forse è necessario rivedere le aree di espansione attuali al fine di programmarne meglio lo sviluppo, il modello edificatorio (rapporti di copertura e coperture max, altezze degli edifici, localizzazione dei volumi etcc.) non possono essere generali per tutto il territorio ma vanno studiati per ogni ambito di trasformazione. Il turismo non è più collegato alla villeggiatura continua ma il forse più a un modello di presenze molto brevi 2/3 giorni; Quali soluzioni: ip. 1 – Individuare se non è possibile individuare una struttura di tipo sociale che sia in grado di favorire e creare alcuni posti di lavoro

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ip. 2 – Favorire lo sviluppo anche attraverso il recupero di fabbricati nel Centro Storico di modelli di accoglienza leggera (affittacamere, Bed & breakfast) che permettono una rientro economico anche ai locali e delle possibilità di impiego di manodopera par-time; ip. 3 Studiare e valorizzare la fruibilità del territorio e cosa lo rende attrattivo per pochi giorni (se non ore) ip. 4 studiare ipotesi di residenzialità destinate alla prima casa come fare per renderlo appetibile per chi decide di viverci ip. 5…… ip.6…… Distribuzione Popolazione per località:

Centro storico

Moj Piazza Papa Giovanni XXIII 12

Moi 17

Piazza IV Novembre 11

San Felice 60 Piazzetta Contessa Terny 12

San Mauro 19

Alla Fonte 58

Parziale Moj

96

Biali 6 Chiesa 31

Legner Casai 86

Legner 26

delle Cascate 8

Madonna Addolorata 4 Delle Valli 49

Rustichella 8

Foppa 13

San Felice 8 Garibaldi 1^ 109

Parziale Legner

46

Pascoli 17 Loi 37

Brione Monte Grappa 68

Via A. Lancetti 33

Ronchelli 4

Cherio 4 Rosate 21

Dei partigiani 12

San Felice 69

F. Gardoni 25 Torrezzo 18

Via Garibaldi 40

Tribulina 49

Leopardi 18 U. Foscolo 17

Mazzini 24

Vidalba 28

Ippocastano 2 Xi Febbraio 59

Kennedy 32

xxv Aprile 4

Stella 20 Dei Frati 19

Dei Carpini 31

Parziale Centro Storico

805

Dell'ippocastano 7

Dei Noci 7

Parziale Brione

255

Totale

1202