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SISTEMA SOLARE, origine, struttura e movimenti Lezioni d'Autore di Claudio Censori

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SISTEMA SOLARE, origine, struttura e movimenti Lezioni d'Autore di Claudio Censori. Introduzione. Origine. Struttura (I). Struttura (II). Plutone: da 'pianeta' a 'pianeta nano'. Elementi orbitali. Età. Movimenti (I). Movimenti (II). Destino finale. - PowerPoint PPT Presentation

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SISTEMA SOLARE,

origine, struttura e movimenti

Lezioni d'Autore

di Claudio Censori

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Il Sistema solare è localizzato in un braccio della Via Lattea, poco distante dal piano centrale del disco galattico, dal cui centro dista quasi 27.000 anni luce.

Introduzione

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Origine

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La formazione del Sistema Solare risale a circa 4,6 miliardi di anni fa, quando la contrazione gravitazionale di una nube costituita da gas e polvere diede luogo a una condensazione centrale (il Sole nascente) e a una nebulosa composta da tutto il materiale residuo distribuito lungo un disco in rapida rotazione, dalla quale ebbero origine per condensazione i cosiddetti planetesimi, corpuscoli di varie dimensioni, che, aggregandosi, formarono poi, dopo milioni di anni, i pianeti.

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I pianeti del Sistema solare sono otto. In ordine di distanza dal Sole essi sono: Mercurio, Venere, Terra, Marte, Giove, Saturno, Urano e Nettuno.

Struttura (I)

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I primi quattro compongono l'insieme dei pianeti interni (o rocciosi o terrestri), corpi solidi costituiti da rocce, sabbia e polveri. I secondi quattro sono detti pianeti esterni (o gassosi o gioviani), enormi sfere gassose con piccoli nuclei solidi e temperature molto basse a causa della loro distanza dal Sole.

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Le principali proprietà dei pianeti del Sistema solare sono elencate in questa tabella:

Struttura (II)

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La continua scoperta di nuovi corpi ghiacciati più grandi di Plutone nella cosiddetta 'fascia di Kuiper', considerati asteroidi nonostante si trovino nella stessa regione di cielo e abbiano dimensioni simili a quelle di Plutone, ha indotto l'International Astronomical Union a declassare Plutone stesso al rango di pianeta nano.

Plutone: da 'pianeta' a 'pianeta nano'

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L'orbita di un pianeta è definita da diversi elementi: il semiasse maggiore a, l'eccentricità e, l'inclinazione i tra il piano dell'orbita e il piano di riferimento, la longitudine del nodo ascendente , contato dal punto gamma (o vernale) al nodo ascendente, la distanza angolare tra perielio e nodo o e l'istante T del passaggio al perielio.

Elementi orbitali

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L'orbita è descritta rispetto a un piano di riferimento, che è scelto essere quello dell'orbita terreste (l'eclittica). I due punti in cui l'orbita interseca il piano di riferimento sono detti nodi (ascendente e discendente) e la linea che li congiunge è detta linea dei nodi.

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L'analisi chimica dei meteoriti caduti sulla Terra e lo studio della loro composizione isotopica indica con buona approssimazione un'età di 4,6 miliardi di anni.

Età

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Struttura interna degli isotopi dell'idrogeno (A) e del carbonio (B)

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Il movimento che i pianeti compiono attorno al Sole è regolato dalle tre leggi di Keplero.

La prima legge riguarda la forma dell'orbita e stabilisce che i pianeti, compresa la Terra, si muovono attorno alla nostra stella su orbite ellittiche, di cui il Sole occupa uno dei fuochi.

La seconda legge stabilisce che ogni pianeta si muove in modo tale che il raggio vettore che lo congiunge al Sole spazza aree uguali in tempi uguali.

La terza legge stabilisce che il rapporto tra i quadrati dei tempi di rivoluzione e il cubo della loro distanza media dal Sole è costante.

Movimenti (I)

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Seconda legge di Keplero: le aree a e b, spazzate dal raggio vettore r che descrive istante per istante la posizione di un pianeta in orbita

attorno al Sole, sono proporzionali ai tempi impiegati a percorrerle, ossia sono fra loro uguali così come uguali sono i tempi impiegati dal

pianeta a percorrere i due archi di ellisse corrispondenti; questo implica che la velocità orbitale al perielio viene a essere maggiore rispetto

a quella posseduta all'afelio

Movimenti (II)

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Un drastico cambiamento si avrà tra circa cinque miliardi di anni, quando si esaurirà il primo tipo di combustibile nucleare, ossia l'idrogeno,

che brucia all'interno del Sole facendolo splendere e la nostra stella comincerà a evolvere verso lo stadio di gigante rossa. Successivamente

esaurito anche l'ultimo tipo di combustibile nucleare, il carbonio, il Sole diventerà una piccola stella estremamente compatta e luminosa,

molto densa, che continuerà a brillare per milioni di anni, affievolendosi sempre più.

Destino finale

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Rappresentazione artistica dell'evoluzione del Sole verso lo stadio di gigante rossa come apparirebbe dalla Terra.

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FINE

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