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-1- S S k k a a n n A A M M A A Z Z I I N N G G M M A A G G A A Z Z I I N N E E Anno 1 Numero 8 Aprile 2013 La rivista multicanale di narrativa fantastica liofilizzata istantanea Tunnel di Luca Oleastri di Jackie de Ripper Bright Side Una superiniziativa Sorriso Stelle cadenti Una Storia al Mese Holiday Inn Minuti Contati Parole NASF: Le Tre Lune Venti secondi Superstizione Guerra! Abbiamo tempo La storia infinita Destinazione stelle Il richiamo delle spade Black Tea Giocare per leggere Darkiss! 58.000 fantastici pezzi

Skan Magazine n.8

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Il numero 8 di 'Skan Magazine' (aprile 2013), la rivista multicanale gratuita di narrativa fantastica

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  • -- 11 --

    SSkkaannAAMMAAZZIINNGGMMAAGGAAZZIINNEEAAnnnnoo 11 NNuummeerroo 88 AApprriillee 22001133LLaa rriivviissttaammuullttiiccaannaallee ddiinnaarrrraattiivvaa ffaannttaassttiiccaalliiooffiilliizzzzaattaa iissttaannttaanneeaa

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    Bright SideUna superiniziativa:SorrisoStelle cadentiUna Storia al MeseHoliday InnMinuti ContatiParoleNASF: Le Tre LuneVenti secondiSuperstizioneGuerra!Abbiamo tempo

    La storia infinitaDestinazione stelleIl richiamo delle spadeBlack TeaGiocare per leggereDarkiss!58.000 fantastici pezzi

  • NNoonn ppeerrddeetteeiill nnuummeerroo ddiiMMaaggggiioo 22001133SSttaasseerraa ll''aarriiaa ffrreessccaa......

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    L'editoriale ............................. 5di Jackie de RipperAnteprimaEHeroes ............................. 6di Giorgio SangiorgiUna voce da Malta"Sorriso" ............................ 10di Roberto BommaritoBeing Piscu"Stelle cadenti" ................. 11di Andrea ViscusiOltre lo SkannatoioMinuti Contati"Parole"di Roberto Bommarito 16USAM Una Storia al Mese"Holiday Inn"di Michele Vaccaro ...... 17NASF Le Tre LuneLe origini ............................ 18"Venti secondi"di Luigi Bonaro ............ 19"Superstizione"di Nicol Targhetta ..... 22"Guerra!"di Fabio Tarussio ......... 25"Abbiamo tempo, tanto tempo"di Ser Stefano ............... 29Nella pancia del Drago"Un nonmanifesto fantasy"di Andrea Atzori .......... 31"Un malessere etimologico"di Andrea Atzori .......... 33

    Il Giudizio... Di Dio"La storia infinita"di Diego Di Dio ............ 36Il libro da rileggere"Destinazione stelle"di Massimo Luciani ..... 39Il libro sullo scaffale"Il richiamo delle spade"(presentazione) ............. 41L'eBook nell'eReader"Black Tea"(presentazione) ............. 43Narrativa interattiva"Giocare per leggere"di Marco Vallarino ...... 44Primi passi in "Darkiss!"Collezionismo"58.000 fantastici pezzi"di Bruno Baronchelli ... 50Vale pi di mille parole"Lady Steam" .................... 55di Giorgio SangiorgiDARK SIDE ........................... 56

    J a c k i e d e R i p p e reGio r g i o S an g i o r g iRo b e r t o Bommar i t oAndr e a V i s c u s iM i c h e l e V a c c a r oFran c e s c o Zambon iLu i g i Bonar oN i c o l T a r g h e t t aFa b i o T a ru s s i oS e r S t e f anoAndr e a A t z o r iD i e g o D i D i oMa s s imo Lu c i an iMar c o Va l l a r inoBruno Bar on c h e l l iA l e s s andr o R enna

    Hanno collaborato Sommario del BBrriigghhtt SSiiddee

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    Vale pi di mille parole"Tunnel" ............................. 56di Luca OleastriSkannatoio edizione XVILe specifiche ..................... 57di TETRACTYS"La faina" .......................... 58di Sol Weintraub"Presenze" ......................... 62di anark2000"Il primo rintocco" .......... 66di Polly Russell"Tre e tre quarti" ............... 70di Nozomi 2.0Speciale ventiquattr'ore"Gienah"di Sol Weintraub .......... 71"Interferenze"di Smilodon .................. 76"Morta solo una parola"di Polly Russell ............ 79"Duttilit neuronale e soriana"di Rovignon .................. 81"Via dell'Infinito n.8"di Cristiano R. .............. 84"Oh Black Betty"di master_runta ............ 86

    Scrivere oggiRiot Van intervistaAlessio Valsecchi ......... 89Il Lato Oscuro"Ritratto di famiglia"di TETRACTYS ............. 91Domande retoricheTETRACTYS intervistaSol Weintraub .............. 99Risultati e classifiche"Skannatoio 5 e mezzo"... 102

    TETRACTYSSo l W e in t r au banark2000Po l l y Ru s s e l lNo z omi 2 .0Smi l odonRo v i gn onCr i s t i ano R .ma s t e r_ run t aeLu c a Ol e a s t r iA l e s s i o Va l s e c c h i

    Hanno collaboratoSommario del DDaarrkk SSiiddee

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    Per chi suonala campana

    SSkkaannAAMMAAZZIINNGGMMAAGGAAZZIINNEE

  • -- 66 --

    U n a s u p e r i n i z i a t i v a m o l t o a t t e s a

    AnteprimaEEHHeerrooeessSSkkaann

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  • -- 99 --

  • -- 1010 --

    RRoobbeerrttoo BBoommmmaarriittooTerritori d'oltremareUna voce da Malta

    SSkkaannS o r r i s o

  • -- 1111 --

    AAnnddrreeaa VViissccuussiiBeing PiscuSSkkaannS t e l l e c a d e n t i

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    P a r o l e

    SSkkaann OLTRE LO skannatoiOMinuti ContatINEW AGE

  • -- 1717 --

    OLTRE LO skannatoiOUSAM - una storia al meseSSkkaannH o l i d a y I n n

  • -- 1818 --

    LL ee TT rr ee LL uu nn ee :: ll ee OO rr ii gg ii nn iiU n a b r e v e p r e s e n t a z i o n e

    LLee TTrree LLuunneeSSkkaann OLTRE LO skannatoiONuovi Autori di Sfi-Fi

  • -- 1919 --

    Nuovi autori di sci-fiLLee TTrree LLuunneeSSkkaannLe Tre Lune I: SeedsEstratto del bando:Dato il limitato numero di

    battute, quanto sar descritto non

    potr essere pi di un episodio

    veloce, di un fugace incontro, o

    di uno scontro cruento. Sar un

    seme, un 'seed', di una storia pi

    grande, non raccontata eppure

    accennata, suggerita, lasciata

    alle suggestioni e allimmagina-

    zione del lettore, come il prologo

    di una saga che gi si sogna o di

    un intero universo, differente e

    straordinario, descritto in poche

    battute, in poche pagine, o figu-

    rativamente soloin una pagina.

    Venti SecondiLuigi [email protected] impossibile muoversi,vivere, operare a qualsiasi livello,senza lasciare tracce,frammenti apparentementeinsignificanti di informazionipersonali.(William Gibson)Ero dentro. Al massimo ventisecondi, poi il firewallavrebbe intercettato il codiceuniversale impresso nel silicio

    del microchip impiantato inmodo permanente nel mioencefalo.Marta, la mia amica mutante,mi aveva proiettato nella rete,impiegando il mio slot corticale, mediante un tunnel ssh, direttamente nel default routercui erano connessi quei maledetti server.Eravamo bravi. Avevamo bucato il loro firewall perimetrale. Ma non era cos facile.Avrei dovuto eludere quellointerno. Limpianto del nostrosistema, un SNVC, sistema dinavigazione virtuale clandestina, era allestito allinternodi una vecchio box doccia, inun garage della citt di amoR.I vecchi polimeri di cui eranocomposte quei meravigliosibox schermavano dal sistemawireless sniffing dei Moloch lanostra rete molto meglio di costosissimi apparati. Un boxdoccia non aveva prezzo nellacitt di amoR, era diventatamerce rara gi dal 2025.Dopo limplosione del sole ela comparsa delle Tre Lune, lacitt era stata suddivisa inquattro immense aree metropolitane chiamate Abitati secondo i quattro punti cardina

    li: Vega, Scorpio, Paris, Diana.Eravamo nellAbitato di Vega.Ci eravamo opposti ai Moloch, alla loro dittatura tecnocratica. Vivevamo ai limitidella legalit, acquistandoallInfero, il mercato nero,quanto ci serviva per alimentarci e i pezzi di ricambioper gli impianti, una vitaclandestina per difendercidalla loro guardia armata.In quel momento ero nella retesottoforma di una transazionefinanziaria: un pagamento peruna stramaledetta bollettadellimmondizia.Se mi avessero intercettato, miavrebbero fritto il cervello conuna neurotossina artificialecome era successo a TonyServerX e Isidoro FiberChannel . Avevo una paurafottuta ma dovevo farlo perloro e per quella ragazzina,Eva. I suoi impianti neuronalistavano per cedere. Cera bisogno di molto denaro per sostituirli. Senza gli impianti sarebbe morta. Il medico, unnoto scienziato di cybertecnologie che si era unito ai ribelli,lavrebbe operata ma senza inuovi impianti la piccolaavrebbe avuto una settimana

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    di vita. Disperato, il padre diEva era andato nellInfero, ilmondo sotterraneo di sotto gliabitati, a chiederli agli uniciche li avevano, quei bastardidei Cyclics, spietati trafficantidi trans organi e fibra otticabiologica. Gli avevano chiestouna somma che non avrebbero potuto sostenere neanche seavesse lavorato per generazioni. Anzi, era una fortuna chefosse tornato vivo da l sotto.Quella sera, Marta scelse proprio i server della Gate, lamultinazionale unica di propriet dei Moloch, le enormimacchine dei dittatori tecnocrati di amoR. Avevano un sistema di sorveglianza moltoavanzato ma erano gli uniciche disponevano di cifre cosalte.Con il possesso di un sistemacrittografico perfetto, i Molochsi erano garantiti la supremazia sulle altre trib di amoRgiungendo alla dittatura. Leloro tecniche di criptazione esicurezza erano notevolmentesuperiori ai requisiti del cifrario di Vernam, chiavi lunghequanto i messaggi e mai piriutilizzabili. Per accedere alleloro banche dati non cera nessuna macchina di calcolo potente abbastanza da forzare illoro sistema, era necessariaunintelligenza semiartificiale

    organica, un super algoritmobiologico che potesse funzionare fuori dalle logiche I/Odei sistemi a basso livello, unabiomacchina dotata di Coscienza, lA6009.Io ero uno dei vecchi A6009 rimasti. Eravamo noti anche come Commutatori biologici. Ciutilizzavano nel 3002 per garantire la sicurezza dei sistemidella Repubblica. Conlavvento della dittatura, ciopponemmo alla brutalitsanguinaria dei Moloch. Lamaggior parte di noi fu giustiziata. Io e pochi altri riuscimmo fortunatamente afuggire.Ma in quel momento, ero unatransazione finanziaria, unavendetta che gli andava drittanel culo. Lavrebbero pagatacara, quei bastardi. Traqualche secondo, mi sarei trovato giusto nelle tabelle del loro DB, le Financial Summary.Da l avrei aperto un terminalevirtuale in lettura redirigendoloutput del loro flusso finanziario in un file conestensione mp3. Una voltascollegato dalla rete, avreiconvertito lestensione del filemp3 in csv e fatto il load nelconto bancario del padre diquella povera ragazzina. Erano transazioni pulite con codici regolari, come soldi in

    contanti e, una volta convertite, non potevano essereintercettate in nessun mododalla Gate.Avevo gi eluso il firewallimpiegando dei codici di Abie Cab sicuri che Marta avevacomprato allInfero dal nostroamico Aladino. Lemulatore diPOS che mi aveva lanciatosulla rete, aveva simulatolacquisto fingendo che latransazione fosse stata generata da Bank Terminal e dauna carta bancomat. Segu lamutua autenticazione dellemie chiavi e del chipallinterno del loro server.Il mio microcontrollore,standard ISO/IEC 14443, tipoA e B, identico a quello chegeneralmente si trovava sullecarte di pagamento nel 2012,era lideale per fingersi unatransazione. Purtroppo perme, il chip conteneva anchetutti i miei elementi biometrici. A quelle maledette macchine della Gate sarebbe bastatoindividuare il codice universale inscritto nel silicio pertrovare la corrispondenza coni miei dati presenti nei loroarchivi. Al massimo 20 secondi. Solo 20 fottuti secondipoi la frittura del mio cervello.19 secondi.Il database si presentava a me

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    come unenorme biblioteca.Mi trovai di fronte la vecchiabibliotecaria. Era il firewall. Ioero stranamente vestito danetturbino. Sulla giaccaarancione avevo il numero ditransazione. La vecchia miguadava in modo sinistro. Cominci a farmi delle domandealla ricerca di emotivit. Me loaspettavo. I loro firewall eranoprogrammati per proteggersida A6009. Ti piace la fantascienza?Guarda: vuoi un classico antico? Qui c Neuromancer.Non risposi, cercavo con losguardo il libro delle transazioni finanziarie.18 secondi. C la sezione audiovisivi, tiinteressa Blade Runner?17 secondi. Non mi sembra che tu siamolto colto ragazzo?Sapevo che non dovevopensare. Dovevo essere vuoto,senza emozioni, come unatransazione.Tentavo di dominare le emozioni, non dovevo agire.Pensai: Colui che pratica la Viadiminuisce ogni giorno. Diminuendo sempre di pi, si arriva alnonagire. Non agendo, non esiste niente che non si faccia.16 secondi. Cosa cerchi? Se sei in una biblioteca ti interesser pure

    qualcosa.Era in attesa che mostrassi unqualsiasi segno di coscienza.Non ero una macchina, maper il momento, il firewall nonlo sapeva eseguiva solo i suoiscript di verifica.15 secondi. La biblioteca prese fuoco.Bruciava tutto intorno a meanche la vecchia tranne il registro della biblioteca che era sultavolo. Restai impassibile. Unbrusio parossistico crescevanella mia mente. Entrai in unostato di equilibrio mentale: Ilpesante la radice del leggero laquiete domina lagitazione []Se ci si comporta con leggerezza,allora perde la radice, se conlagitazione, allora perde il dominio.13 secondi.La vecchia era con una bimbatra le braccia e mi disse: Staper morire, puoi aiutarmi?Il brusio mentale era semprepi intenso. Sapevo che stavoper cedere.10 secondi. Insomma, si pu sapere cosavuoi? mi disse la vecchia. Sono venuto per prendereun libro ma prima devo registrare la mia presenza sul registro. Ragionando per logica, ilregistro della biblioteca eralunico spazio, in quel sistemadove tutto era in lettura, in cui

    un altro sistema poteva andare in scrittura.Per i server della Gate ero unatransazione finanziaria chedoveva inscriversi in archivio.La vecchia esit. Forse avevosbagliato. Sono sfottuto,pensai. Mi stavano per esplodere i nervi.9 secondi. Hai ragione giovanotto.8 secondi. Il registro l. Vado in ufficio a prenderti una penna inmodo da annotare il tuo numero di tessera.7 secondi.Aprii il registro, era pieno dicodici di libri, erano le transazioni. Lanciai uno script perattivare una shell locale e iniziai la copia redirigendoloutput in un file mp3. Il dolore alla testa era sempre piintenso.6 secondi.La vecchia torn e mi trovmentre copiavo su un taccuino.5 secondi. Che stai facendo?4 secondi.Un dolore improvviso mi prese la testa: Stai rubando?3 secondi.Mi stavo gonfiando tutto. Bravo. Sei riuscito a eluderela mia sorveglianza, ma io sono riuscito a prendermi il co

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    dice universale del tuo chip.Al silicio non si mente ragazzo. Adesso prenderai un tcon me. Sul tavolo, comparveuna tazza fumante. Consolati, gli A6009 cipiacciono molto. Ci terremo iltuo cervello in ammollo nellaformalina per sempre.2 secondi.La mia volont era annullata.Le mie mani andavano versola tazza. Sapevo che era laneurotossina.1 secondo.Con grande sforzo di volont,afferrai Neuromancer che lavecchia aveva lasciato vicinoal registro, presi una compressa paralizzante che mi diedeuna morte apparente perimpedire di raggiungere latazza. Persi conoscenza.Dalla sua console, Marta notche avevo lanciato il mioscript Morte.sh che lanciavasulle varie shell e terminalidella Gate dei comandi pertroncare le sessioni e i servizi,kill 9 e kill 15. Le miefunzioni vitali erano prossimeallencefalogramma piattoleprom dello slot segnalavaRed State Error quandoMarta stacc con violenza lafibra che era connessa al mioslot corticale.Sapeva che sarebbero arrivatida noi in meno di cinque mi

    nuti.Appresi in seguito che mi aveva tolto, incosciente, dal boxdoccia. Mi svegliai allinternonella sua Renault 4. Era allaguida, i suoi occhi viola misorrisero silenziosi. Erotranquillo. Guardai dal finestrino lo spazio nero e immobile, cullato dal rumoredellemulatore di motore ascoppio della sua vecchia utilitaria. Eva si sarebbe salvata.Sparimmo nella notte illuminata dalla tenue luce delle trelune.

    'Le Tre Lune II: Cells'

    Estratto del bando:

    Quanto narrato sar un'avventu-

    ra lampo, uno scontro o un

    incontro, un episodio in cui far

    apparire una 'creatura', una specie

    o una razza, sia pure aliena o

    terrestre, descrivendo cos la sua

    apparizione o la sua nascita, ma-

    gari l'alba di una storia pi

    grande, non raccontata eppure

    accennata, suggerita, lasciata alle

    suggestioni e all immaginazione

    del lettore.

    Superstizione

    Nicol Targhetta

    [email protected]

    Gemelli, 1 5/11 /2114

    Oggi una di quelle giornate in

    cui dovrete darvi da fare. C' una

    forte carica realizzatrice per i

    vostri progetti. Cos, cercate di

    trascorrere la giornata in piena

    azione. Con la Luna in Scorpio-

    ne,

    potreste utilizzare buone strate-

    gie, avrete un intuito davvero

    imbattibile.

    C' un sottile strato di polvere e

    calcinacci dove appoggia il piede.

    per quello che si lascia

    dietro un'orma del genere. Un

    piede gigantesco. Quarantotto.

    Almeno.

    Poi per penso che la tuta di

    contenimento a fargli le zeppe

    cos grosse e me ne sto zitto. Il

    mio

    collega punta la torcia avanti e in

    basso. Mi indica macerie, tubi di

    piombo saldati fra loro.

    Antichit di plastica.

    Il mio collega si presentato co-

    s. - Salve solo il tuo collega,

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    scendiamo?

    E siamo scesi gi.

    Anche all'interno dello scafandro

    gommoso che ci avvolge, anche

    protetti dall'aria artificiale che

    ci viene inoculata, anche cos

    sento il fetore. No, non proprio

    fetore. E' puzzo. Puzzo di sudore

    e

    desolazione. lo stesso puzzo

    che impregnava casa di mio zio

    due giorni dopo che il cancro se

    l'

    mangiato. Ero andato a portargli

    la posta e l'ho trovato sul letto.

    Non era un bello spettacolo.

    Quell'odore stagnava. Era

    dappertutto.

    Il mio collega mi guarda e punta

    il suo pollice gommoso e bianca-

    stro verso il basso. Mi fa segno

    di stare attento, che c' un buco.

    Inchiodo davanti ad una piccola

    voragine. Gi si vede solo vetro,

    ferro e, se strizzo gli occhi, una

    superstrada sbeccata.

    - Usa quella cazzo di tra-

    smittente. Che facciamo? I mimi?

    Lui mi ignora e continua ad

    avanzare.

    Continuiamo cos per un po' schi-

    vando frammenti di muro, pezzi

    di casa, macchine accatastate

    le une sopra le altre. Una discari-

    ca abbandonata che una volta era

    metropoli.

    Il mio collega indica una parete

    solcata da un'enorme e rabbiosa

    cicatrice.

    Dentro la tuta inizio a respirare

    pi forte.

    - Ce la vogliamo fare tutta in si-

    lenzio?

    Chiedo io attraverso il microfono

    interno. Lui si volta, mi guarda e

    fa un cerchio col dito intorno

    alla zona dove, presumibilmente,

    sotto la tuta, dovrebbe esserci il

    dispositivo di comunicazione.

    Rotto, mi fa intendere.

    Poi scompare nel vuoto.

    Ho appena il tempo di passare da

    sudore caldo a sudore freddo che

    la terra inghiotte anche me.

    Grido, ma la tuta insonorizzata,

    quindi mi sento solo io. Spro-

    fondo per cinque metri cadendo

    di

    culo su un mare di piastrelle rotte

    e sbeccate.

    Guardo il mio collega che si

    rialza a fatica, presumibilmente

    bestemmiando. Alle nostre spalle

    una specie di scivolo di calci-

    nacci, tubi dell'acqua e scaglie di

    cemento. Mi viene in mente che

    questo posto potrebbe crollarci

    addosso al primo starnuto. Ri-

    caccio indietro l'immagine

    mentale. Ci

    sono motivi pi seri per morire

    qui sotto.

    Qualcosa si muove. Solo

    un'ombra al confine della ristretta

    visuale che mi offre lo scafandro

    plastico da trentacinque gradi nel

    quale sono intrappolato.

    Il mio collega ha gi la torcia in

    una mano, puntata a fendere il

    buio, e l'arma nell'altra. Tiro

    fuori anch'io il fucile e lo punto

    verso il nulla.

    Rimaniamo cos per quasi un mi-

    nuto. Sto per alzarmi e mettermi

    a ridere, quando qualcosa

    emerge davvero dalla nebbia. Ci

    manca poco che me la faccia

    addosso.

    Poi la cosa parla. Ma lo fa molto

    vicino. Come se ce l'avessi a

    fianco.

    Guardo il piccolo microfono che

    mi penzola dall'orecchio sinistro.

    - Non sparate! Non sparate, cri-

    sto! - Fa la voce.

    Una figura a noi speculare si fa

    avanti. Avvolta nella tuta non pi

    candida, ma lercia e annerita,

    con gli occhi ciechi di una mosca

    gigante e il respiratore a farlo

    sembrare ancor pi grottesco; ho

    un'orribile visione di come po-

    tremmo sembrare l'uno all'altro.

    Mostruosi.

    Abbasso il fucile solo quando mi

    consegna un tesserino della DDE.

    - Klaus Mayer - leggo ad alta vo-

    ce.

    - S - fa lui - ero nel turno di ve-

    nerd con altri due ragazzi. Ci

    siamo smarriti, uno cascato di

    sotto e l'altro me lo sono perso.

    Grazie a Dio siete qui.

    - Di dove sei Mayer?

    L'altro scatta sui tacchi. O alme-

    no ci prova. - Dresda, signore -

    risponde deciso. - Sono un

    volontario, signore.

    - Porca puttana - faccio io.

  • -- 2424 --

    Questo povero cazzone era di

    Dresda, dritto, dritto sopra

    ground zero. Almeno per quello

    che

    riguarda l'Europa. La cosa gli

    spuntata letteralmente sotto i pie-

    di.

    - Dove ti trovavi quando

    successo, Mayer?

    - In citt, signore. Da parenti.

    Lo guardo: - E come cristo hai

    fatto a sopravvivere?

    - Sono nato il 21 luglio, signore,

    a mezzanotte in punto.

    Ah. Ora tutto chiaro.

    - Buon per te - gli dico dandogli

    una pacca sulla spalla. - Buon per

    te.

    Poi penso. Buon per te un cazzo.

    Bastardo fortunato.

    Mi volto verso il mio collega a

    cercare uno sguardo d'intesa oltre

    il nero dei nostri visori, ma lui

    gi avanti e ci fa segno di muo-

    verci. Mi sfugge quando il muto

    abbia preso il comando della

    faccenda. Mastico una parolaccia

    e gli vado dietro.

    Lo spettacolo della citt sotto la

    citt terrificante. Il vento non

    riesce ad arrivare cos in basso e

    la polvere sembra una lugubre

    neve grigia. Un sudario sporco su

    qualcosa di rotto in un garage

    abbandonato o marcescente in

    una cripta.

    Come siamo arrivati a questo?

    Non capendoci mai un cazzo di

    niente, mi verrebbe da pensare.

    Guarda che atteggiamento aveva-

    mo prima. Guarda com'eravamo

    ingenui, che stupidi. E guarda le

    conseguenze.

    Adesso se vai a pagina otto di

    una rivista trovi solo pubblicit.

    Se vai a pagine settantasei di un

    quotidiano ci trovi gli AAA

    cercasi o un annuncio no profit di

    qualche tipo. Non lo noti se non

    ci

    stai attento. Non ti viene neppure

    in mente di cercarlo.

    Ma se lo cerchi non lo trovi. I

    giornali preferiscono di no. Il go-

    verno preferisce di no.

    Gente con nomi bizzarri come

    Fox, Maga Osiride, Sonny Cha-

    kra o Madre Natura, gente col cu-

    lo

    sull'ultimo gradino dell'informa-

    zione, ad un passo dal volanti-

    naggio, ora con la stessa probabi-

    lit

    viene venerata o rinchiusa in

    qualche struttura governativa e

    interrogata notte e d.

    Tizi che parlavano di Mercurio in

    opposizione, ora sono i nuovi

    messia.

    Quando dico a Mayer come mi

    chiamo lui fa un balzo di tre me-

    tri e rischia di perforarsi il cuore

    con un tubo di plastica appuntito.

    - Lei quello a cui il cancro ha

    ammazzato il padre?

    - Lo zio. Specifico io.

    - Ma riuscito a vederlo?

    - No. Per ho visto mio zio.

    - E com'era?

    - Divelto. Come la casa.

    - E lui? Era ancora l?

    - Lui chi?

    - Il cancro.

    - No. Non so.

    - E' vero. Dicono che non lo senti

    arrivare. Che muori e basta.

    - Consolante.

    Un fascio di luce ci permette di

    disattivare gli infrarossi. Lo se-

    guo con lo sguardo. Viene da

    molto, molto pi in alto e mi

    permette di distinguere i confini

    di una gigantesca camera

    sotterranea.

    C' qualcosa al centro che mi

    viene prontamente indicato dal

    collega.

    Quattro denti sbeccati che

    spuntano dal suolo.

    Sembra uno di quei giochi stupidi

    in cui devi indovinare la parola

    solo con una manciata di

    lettere.

    Poi la ricostruisco con la mente e

    capisco. La porta di Brandeburgo.

    Il mio collega fa segno di s e ri-

    maniamo tutti e tre a guardarla

    per un po'. In silenzio.

    Tutto succede terribilmente in

    fretta. Il muro a destra della

    grotta va in frantumi e una

    tempesta

    di polvere e detriti ci schianta

    indietro. L'ombra che ne esce mi

    mozza il fiato e mi taglia le

    gambe.

    Il mio collega , come sempre,

    pi veloce di me. Spara tre colpi

  • -- 2525 --

    e ha pure il tempo di trascinarmi

    via, scuotendomi dal mio stato di

    catalessi.

    Ci piazziamo tutti e tre dietro un

    frammento di muro miracolosa-

    mente ancora in piedi. Il soldato

    Mayer trema dalla testa ai piedi.

    Qualcosa si abbatte alla cieca

    venti metri alla nostra sinistra. La

    vedo chiaramente mentre cerco

    di trattenere un urlo e la colazio-

    ne. una chela. Lunga trenta me-

    tri e larga dieci.

    - Che cazzo facciamo?! - grida

    Mayer sul baratro dell'isteria.

    Cerco di ritrovare un briciolo di

    freddezza. Guardo il mio collega.

    E lui sembra capire al volo.

    Mi fa segno di s.

    - Mayer devi uscire - gli dico.

    I buchi neri della tuta si girano

    verso di me. Posso immaginare lo

    sguardo che c' dietro.

    - Cosa? - Il ragazzo balbetta.

    - Esci! Muovi il culo fuori dal na-

    scondiglio. Sei o non sei cuspide?

    A te non ti far niente.

    - Non provato!

    - Senti o cos o aspettiamo che

    quella cosa ci seppellisca sotto

    due tonnellate di cemento.

    Il ragazzo gioca un po' con il fu-

    cile, strozza qualche parolaccia,

    alcune delle quali mi vedono

    protagonista, poi si scaglia fuori

    gridando come il Saladino alla

    carica.

    Noi contiamo fino a cinque prima

    di abbandonare il riparo.

    La cosa l, davanti a noi. Sa-

    rebbe ridicola se non fosse terro-

    rizzante. grande come un pa-

    lazzo

    a due piani. Cancro.

    Mira agli occhi. Ma il mio colle-

    ga il primo della classe e glieli

    sta gi maciullando con scariche

    regolari.

    La cosa sembra gridare. Le chele

    che mulinano a vuoto spazzando

    via il poco che resta del

    quartiere di Tiergarten. Poi, come

    arrivata, se ne va.

    Lascia dietro di s una voragine.

    Distruzione. E tre tizi ansimanti,

    terrorizzati, con i fucili

    fumanti e un cuore che sta

    cercando di uscire dal corpo dalla

    parte sbagliata.

    Poi Mayer ride. E rido anch'io.

    Pure il collega ride. Lo vedo da

    come si muovono le spalle della

    tuta. Distribuiamo grandi pacche

    sulle spalle. Siamo invincibili.

    Ci mettiamo cinque ore a trovare

    la strada del ritorno.

    - E adesso? - chiede Mayer dopo

    un po'.

    - Adesso sappiamo che qui

    sotto. E che prova dolore.

    - Lo staniamo?

    - Lo staniamo - sorrido.

    - Quanti ne mancano ancora?

    - Sei, compreso Toro.

    - Il Toro sono cazzi dei Brasiliani

    - taglia corto lui.

    Io faccio spallucce. Non ha tutti i

    torti.

    - Perch l'America non nuclea-

    rizza queste cose?

    Caccio fuori una risata senza gio-

    ia: - S, e se Saturno in

    congiunzione con Giove manco

    lo sentono. E poi l'America ha gi

    i suoi cazzi in Asia.

    - E che problema c' ad Oriente?

    - fa lui cadendo dalle nuvole.

    Gli do un paio di pacche

    affettuose sulla spalla.

    - Mai sentito parlare di calendario

    cinese?

    'Le Tre Lune III:

    Bullets'

    Estratto del bando:Quanto si richiede di narrare in

    questo terzo concorso uno

    scontro, pi che un incontro, una

    guerra tra due razze aliene, di-

    verse tra loro anche nel modo di

    combattere, di aggredire, di ucci-

    dere e di morire. Su quale detta-

    glio vorr concentrarsi l'autore

    ovviamente una sua libera scelta,

  • -- 2626 --

    se descrivere i primi bullets, pro-

    iettili, laser di una guerra dei

    mondi, o il suo sanguinoso epilo-

    go, o anche un singolo duello, un

    sacrificio, e cos via.

    Guerra!Fabio [email protected] di Stihr 3

    78 55' 9.18Nord 134

    23'0.23EstVorken si accascio sfinito su diun cumulo di terra bruciata,scrutando torvo l'ammasso dirottamida cui era appena strisciatofuori. Un cazzo di pogrom,penso mentre l'emicrania loassaliva, dovevaessere solo un cazzo di po-grom di ribelli sotto-armati edisorganizzati!Un lavoretto facile, cosi glieloavevano presentato. Ridicoli primitivi che a stentoimbracciano armi a proiettilimetallici erano state leparole delMaggiore.Certo! E poi dal nulla di un canyon, ecco che salta fuori uncazzutissimo BEk34 a farmi unculocos! Mi buttava addosso atomiche! Fottutissime atomiche a basso potenziale come caramelle!Con rabbia si strappo via il

    casco di plastoceramicarinforzata e trovandol'ammaccatura che glicausava la fastidiosa pressio-ne alla testa, lo getto assiemeai resti fumiganti del ricognito-re che perpoco non si era trasformatonel suo sarcofago.Lontano chilometri, lassu oltrei contrafforti di basalto dellagola in cui era caduto, ros-seggiava ilcielo di Stihr 3 perennementecongelato in un tramontosenza fine. Laggiu invece,nell'oscuro fondodel fiordo in cui nemmeno laluce osava scendere, Vorken,grazie alle sue retine modifi-cate,ammirava il levarsi di altipinnacoli e l'ergersi di mae-stosi torrioni. Le immaniconcrezioni rocciose,frutto di un'erosione millenaria,in certi punti erano cosi impo-nenti da superare in altezza lostessobordo della forra, svettandocome orridi spuntoni fossilinella luce ardente del solerosso.E proprio fra quelle guglieinfestate da ombre, in cui lanegra oscurita era cosi fitta ecrudele daintimorire persino il sole mo-rente, un cacciatore piu argu-

    to di lui si era sistemato inattesa. Era involo da ore e stava ancoraanalizzando i dati e le pocheinformazioni in suo possessoquando ilcomputer di bordo gli avevasegnalato la presenza diun'anomalia. C'era vita lasotto, acquattata daqualche parte tra le ombre.Senza esitare il velivolo si eraquindi silenziosamenteimmerso nel crepaccio.Serpeggiando traguglie e pinnacoli era scesodi diverse centinaia di metri,quando di colpo, dall'alto diuna torre diroccia, un'ombra si erastaccata gettandosi nel vuo-to.Nello stesso istante in cui isensori avvisavano il calco-latore di bordo della presenzaestranea, icircuiti innestati nellacorteccia cerebrale di Vorkensi erano sovrascritti autono-mamente sul pilotaautomatico, proiettandolo di-rettamente nel velivolo. Perl'Incursore Vorken, vestire uncorpo dicarne o uno meccanicoaveva smesso di fare la diffe-renza in guerre lontaneparecchi anni luce edecenni biologici, tanto che

  • -- 2727 --

    nemmeno percepi la meta-morfosi dei suoi sensi quandovista, udito,olfatto divennero dati altime-trici e barometrici, rilevatori divelocita, analisi atomichedell'aria escansioni laser-radio.Grazie a cio aveva imme-diatamente percepito tutti idettagli del corpo che stavaprecipitandoverso di lui. BEk-34. Esoschele-tro Biointelligente: un mostruo-so corpo sintetico mosso daun'intelligenza biologica.Indipendente e Autoco-sciente.In una parola: imprevedibile.Con una complicata serie dimanovre lo Shard era riuscitoad evitare l'assalto dell'eso-scheletro,che senza scomporsi si eraancorato nuovamente allaroccia.In pochi femtosecondi ilcorpo biosiliceo del BEk erastato agganciato da trepuntatori laser ementre il cervello biologicodell'Incursore era intento a ri-solvere complicati algoritminel tentativodi prevederne i movimenticome in una abnorme partitaa scacchi, i circuiti su-perconduttorivagliavano trilioni di azioni

    possibili per abbattere il nemi-co con la miserabile dotazio-ne d'armi chesi ritrovava. Bisturi laser eamplificatore sonico.Dopotutto la missione non ri-guardava l'abbattimento diMacchine da Guerra e il suopiccoloricognitore Shard era note-volmente inadatto per unoscontro del genere.Con movenze rapidissimel'esoscheletro era risalito lungola parete rocciosa di uno de-gliobelischi basaltici, e mentrealcune appendici lo teneva-no ancorato alla roccia, unaprima salva dirazzi era sfrecciata in aria,subito seguita da una se-conda e da una terza. La vi-rata dello Shard fu inquel momento quasi istintiva,non cosi la precisione del bi-sturi laser che, calibrato almillimetro,squarcio l'involucro esternodegli ordigni, neutralizzandoliuno ad uno senza esplosioni;unotuttavia, evidentemente di-fettoso, detono a mezz'aria.Per un istante eterno, l'oscuritadella gola venne squarciatada un lampo di raggigamma adaltissima energia, subito se-

    guiti da un esplosione atomi-ca che arse a quattro milionidi gradi ognicosa nel raggio di un chilo-metro.Compreso lo stronzo infamedentro il BEk.L'onda d'urto susseguente finiil lavoro dell'impulso elettro-magnetico e il piccolo velivo-lod'attacco, con i motori anti-gravitazionali fuori uso si erafracassato sulle pareti diroccia della golaper poi precipitare al suolo.Un vecchio esoscheletro d'assaltorisalente a quando? Alla Guerradei Tre Soli? Vecchio s, masecoli superiore alle loro conoscenze! Dove vuoi che questi scarafaggi l'abbiano trovata tecnologiacos... Deve esserci lo zampinodegli Zercariani.Fortunatamente lo scafo inidrotitanio aveva assorbito lamaggior parte dei colpi e alresto ciaveva pensato la suavecchia armatura da incurso-re. Quasi con affetto Vorkenrimiro la lucidasuperficie nera che rivestiva isuoi arti e ripreso fiato, si alzo.Stringendo i denti e irrigi-dendo i muscoli resistette allaprima ondata di vertiginifinche non si

  • -- 2828 --

    affievolirono. Appena il sensodi nausea si fu quietatoconsulto il bracciale compu-terizzato cercandodi rilevare la propria posizione.Dopo qualche secondoimpreco violentemente,calciando lontano unpezzo di metallo.'Fanculo, il fallout causato daquellinsetto disturba ancora il rilevatore. Forsericonfigurandolo...Le dita volarono come falenesulla superficie dello schermoinesistente mentre i sensori suipolpastrelli registravano econvertivano il movimento, insegnale.Non funziona niente, merda.Quelli dellArmeria Generale misentiranno... come si fa ad averetecnologie cos!La rabbia torno a montarglinel petto.Consultando nuovamente loschermo olografico delbracciale visiono i parametrivitali registratidalla pseudo-cute che indos-sava sotto l'armatura e per si-curezza programmo una do-se da 15 mg diSynthkor.Il lieve pizzicore dell'ago ipo-dermico installato nelbracciale fu immediato esubito seguito dauna potente sferzata di

    energia.La schiena gli s'inarcoquando i muscoli di tutto ilcorpo si contrassero freschi escattanti, mentreil cervello veniva subissato damiliardi di pacchetti di datisensoriali del tutto nuovi e ilcuoreaccelerava i battitipompando il sangue aldoppio del ritmo.Dopo appena qualche se-condo di ambientamento, lavista gli si snebbio e riusci aragionare dinuovo, assai piu lucidamentedi prima. Come prima cosa sisgranchi velocemente perverificare lafluidita dei propri movimenti.Ottimo, sembra sempre di tornare come giovani... anchel'armatura ha reagito beneall'impatto.Completata l'ultima serie dimovimenti, passo in rassegnale armi che aveva con se e ilviso gli sicontrasse in una smorfiad'insoddisfazione. Coltello dicristallo lagdiano, tre cariched'antimateria eovviamente i tirapugni aimpatto incastonati nellenocche dei guanti.Una pistola sonica o un generatore di campi a microonde non misarebbero per nulladispiaciuti.

    Controllo per l'ultima volta ilbracciale, piu per un riflessoche per una vera curiosita,sapendobenissimo di essere troppo vi-cino all'epicentro dell'esplo-sione atomica perche la granparte deisensori potesse funzionare.Ringrazio invece la buonafattura della pseudo-cute,senza la quale ledosi di radiazioni assorbite sa-rebbero state tali dadanneggiare anche il suocorpo potenziato.Proprio allora per una stanacombinazione sinaptica, unagelida consapevolezza locolse.Aspetta... cazzo... i BEk34 sonostati tra i primi modelli di esoscheletro a montare una capsuladi sicurezza antiatomica. Merda!Quellinsetto ancora in circolazione!Una silente esplosione di lucecancello ogni traccia di vita.Ufficio del Magg. Sebek

    O'KerstIl Maggiore Sebek vennedistratto dall'aiutante dicampo che entrava nell'uffi-cio. Si, che c'e? chiese conaria tediata, rimettendosisubito al lavoro.L'aiutante, un giovane terre-

  • -- 2929 --

    stre in addestramento per igradi di ufficiale, fece un salu-to scattante. E appena giunta la notizia,Signore. E finita. Il CapitanoIncursore Vorken e deceduto.Cichiedono che cosa devonofare del corpo.Il Maggiore si fermo un attimoper squadrare il giovane difronte a lui, il sopracciglio sini-strovisibilmente alzato. ... dei resti del corpo, Signo-re. Il nostro Contatto chiededirettive precise su cometrattare i restidel... Che non tocchi niente. Chesparisca nei Cunicoli assiemeai suoi viscidi compagni e cirimanga. Le misere spogliedel Capitano sono di nostracompetenza.Sul viso del Maggiore spuntoun pallido sorriso. Peccato. Era un bravocombattente. Un ottimo pro-totipo. Avvisa i Costruttori. Inviatutti i datiche abbiamo raccolto inquesti anni. A breve avremobisogno di suoi simili.Mentre l'aiutante stava perandarsene, Sebek sollevoancora lo sguardo. Un'altra cosa disse. Nondimenticarti di trasmettere ilcomunicato stampa sulla

    Terra e intutto l'Impero: 'Orrida morteper il Capitano IncursoreVorken, trucidato a tradi-mento a colpi diatomiche. La minacciaZercariana e sempre piu pres-sante. Deve suscitare le piuforti emozioni.Coinvolgi pure i ragazzi dellaPropaganda. Mi raccomandola gente deve riconoscere nelCapitanoil proprio figlio. Sara un'ottimapubblicita... Ah si, e fai erigereStatue d'Onore in tutti i ParchidegliEroi.L'aiutante annui e Sebek si ri-mise al lavoro.Avremo la nostra Guerra, penssoddisfatto.

    'Le Tre Lune IV: Belts'

    Estratto del bando:Quanto si richiede di descrivere

    in questo quarto concorso la

    storia che meglio si preferisce, in

    cui per far comparire un motore.

    Un motore iperfuturistico di un

    torpediniere stellare d'assalto e

    d'ultima generazione, o lo scas-

    satissimo motore di un cargo

    interstellare che sta per esalare il

    suo ultimo sbuffo di gas di scari-

    co; il motore di un missile, di un

    mezzo su ruote, cingoli,

    subacqueo o svolazzante, non

    importa. Non importa neppure se

    funzionante o se funziona per un

    solo istante.

    Abbiamo tempo, tanto

    tempo.

    Ser Stefano

    [email protected]

    Il caff scuro. L'ampolla ro-

    vesciata, ma la densa colata non

    raggiunge il fondo della tazza.

    Chung Tai, giovane assistente nel

    laboratorio di fisica sperimentale

    dell'ONU, ha un'aria

    corrucciata, quasi sofferente,

    forse dovuta alla baldoria della

    sera precedente, o forse

    all'impercettibile onda magnetica

    che ha attraversato il suo corpo.

    Con una mano regge la boccia

  • -- 3030 --

    piena di caff, con l'altra la tazza.

    Non si muove.

    Il collega di Chung, un

    afroamericano chiamato da tutti

    Tom, per via del nome impro-

    nunciabile,

    curvo su un portatile all'altra

    estremit del laboratorio. Il polli-

    ce sinistro schiaccia la Z sulla

    tastiera.

    Sul monitor si legge .. . La bolla

    creata dal motore A.m.o.n

    rallenter il tempo all'interno

    della

    nave, permettendo cos di ovvia-

    re al problema dei lunghi viaggi

    spaz

    Tom in bilico sulla sedia. Le

    gambe che poggiano contro il pa-

    vimento non si spostano di un

    millimetro.

    Davanti a lui, un'infinita serie di

    pannelli e sensori, e, oltre la

    spessa lastra di vetro, la voragine

    circolare che contiene il motore

    A.m.o.n. Non si riesce a vederlo,

    tanta la luce bianca che

    sprigiona.

    Sopra il laboratorio, ci sono altri

    quattro piani dell'imponente

    struttura di ricerca dell'ONU.

    Ancora

    pi sopra, due chilometri di terra

    e pietra che compongono il mas-

    siccio Nippur.

    Uno stormo di uccelli sta proprio

    in quell'istante sorvolando la ci-

    ma. Le loro ali spiegate sono

    ferme, ma i volatili non cadono.

    Scendendo dal versante pi cle-

    mente del Nippur, attraverso una

    larga e anonima strada sterrata, si

    arriva alla piccola e ridente citta-

    dina di Indra.

    Poche auto stanno attraversando

    il paese, ma non producono ru-

    more, non sembrano essere

    nemmeno accese anche se

    ingombrano la carreggiata. Di-

    versi abitanti sono assorti nelle

    loro

    abitudinarie mansioni mattiniere,

    nessuna destinata a essere portata

    a termine.

    Francyne ha la mano stretta sullo

    straccio, appoggiata alla vetrina

    del negozio di alimentari dello

    zio. Il suo sguardo fisso sul se-

    dere di un giovane del posto, no-

    to per la sua fama di bulletto di

    paese. Francyne ha sempre avu-

    to un debole per gli uomini rudi e

    spigolosi. Non sapr mai che suo

    marito la sta fissando dall'altra

    parte della strada, dal piccolo bar

    di Tony, con un bicchiere di Rum

    appoggiato sulle labbra adirate. Il

    dolce liquore arriva a lambire la

    bocca, ma senza entrarci.

    Nel retro del bar, il giovane

    Spanky, chiamato da tutti Spank

    mezzoscemo, stava portando a

    lavare

    un enorme vassoio di boccali e

    bicchieri, ma essendo inciampato

    sui suoi stessi piedi, decine dei

    recipienti sono stati scagliati in

    aria ed prevedibile il fracasso

    che non faranno.

    La madre di Spank, vive nell'ulti-

    ma casa del paese, e non ha mai

    smesso di esercitare l'attivit

    nonostante i cinquanta anni gi

    compiuti.

    La testiera del letto ha sbattuto

    l'ultima volta contro il muro e

    l'ha lasciata avvinghiata al

    cliente di

    turno pochi istanti prima

    dell'arrivo di un violento orga-

    smo.

    A fianco della casa, la strada che

    taglia il paese a met prosegue

    diritta come un righello contro

    Oldcity per poi ramificarsi verso

    le altre numerose cittadine della

    vallata.

    La pianura, poi un'altra catena

    montuosa e un'altra piana. Poi

    l'oceano e un nuovo continente

    con

    altre montagne e grandi distese e

    grandi citt.

    Pi o meno dall'altra parte del

    globo, Kalhea Mosshif, stava co-

    struendo uno dei suoi pi grandi

    ordigni esplosivi. L'obiettivo il

    treno che porta gli studenti israe-

    liani nell'universit della capita-

    le.

    Lo stagnatore ha sigillato l'ulti-

    mo transistor della bomba.

    La sottile colonna di fumo

    argentata che si sprigiona dalla

    scheda elettrica terribilmente

    maleodorante e rimane imprigio-

    nata nell'aria torrida della stanza.

    Sopra la baracca di Mosshif due

    spennacchiati corvi avevano de-

    ciso di appollaiarsi sulla copertu-

    ra

    in lamiera appena prima che una

    strana ondata li facesse vibrare.

    I loro piccoli artigli sono tesi in

    procinto dell'aggancio, ma

    immobili.

    Dieci chilometri sopra i corvi,

    l'aereo di linea della British

    Airline A345HI, sorvola quella

    parte di

    mediooriente incapace di porta-

    re il suo carico di grassi e fa-

    coltosi turisti alle Seychelles.

    Quattrocento chilometri pi su,

    l'Europa 3, stazione spaziale

    umana permanente, alle prese

    con un

    grave problema: una fuoriuscita

    di aria dalla stiva materiali.

    L'ossigeno che esce da un minu-

    scolo foro stato fermato dal

    motore A.m.o.n.

    Per sempre.

  • -- 3131 --

    Nella pancia del Drago

    http://www.sulromanzo.it/redazione/andrea-atzori

    SSkkaannUUnn nnoonnmmaanniiffeessttooFFaannttaassyy

  • -- 3232 --

  • -- 3333 --

    FFAANNTTAASSIIAAuunn mmaalleesssseerreeeettiimmoollooggiiccoo

  • -- 3434 --

  • -- 3535 --

  • -- 3636 --

    Diego Di Diovaluta"La Storia Infinita"

    Il Giudizio... Di DioSSkkaann LLaa SSttoorriiaa IInnffiinniittaaddii MMiicchhaaeell EEnnddee

  • -- 3737 --

  • -- 3838 --

  • -- 3939 --

    Destinazione stelleo La tigre della nottedi Alfred Bester

    Il Libro da rileggereDDeessttiinnaazziioonnee sstteellllee

    ddii AAllffrreedd BBeesstteerr

    SSkkaann

  • -- 4040 --

  • -- 4141 --

    Dopo lo straordinario successo di The Heroes

    arriva finalmente nelle librerie italiane il pri-

    mo, entusiasmante capitolo della trilogia epic-

    fantasy di JOE ABERCROMBIEIL RICHIAMO DELLE SPADE(Gargoyle Extra, EAN 97888895417, 1 9 euro, pp.

    720. Titolo originale, The Blade Itself, traduzione di

    Benedetta Tavani, in libreria dal 28 marzo 2013)

    FINALISTA NEL 2008 AL PRESTIGIOSO

    JOHN W. CAMPBELLAWARD

    THE GUARDIAN "incantevole,

    contorto, malvagio"

    Teufel si guard alle spalle con diffidenza mentre

    l'albino gli slegava i polsi, e fu allora che vide la

    mannaia con la lama affilata che riluceva come

    uno specchio sotto il bagliore intenso delle

    lampade. [. . . ] La sedia stridette sulle mattonelle

    quando Glokta scatt in piedi, ignorando il dolo-

    re furibondo che sentiva alla gamba sinistra.

    "Guardate!", sibil, e spalanc la bocca onde

    mostrare al prigioniero l'orrenda vista dei suoi

    denti. O di he ne restava. "Li vedete? Li vedete

    questi? Dove ne hanno strappato uno sopra, ne

    hanno lasciato uno sotto, e viceversa, fino in

    fondo. Vedete?" Glokta si allarg le guance le di-

    ta, affinch Teufel potesse vedere meglio. "Hanno

    usato uno scalpellino minuscolo. Un p per volta,

    tutti i giorni. Ci sono voluti mesi". Glokta torn a

    sedersi rigidamente, poi fece un ampio sorriso.

    "Lavoro eccellente, eh? [. . . ]". Il Reggente della

    Zecca deglut, quasi volesse mandare gi il

    groppo che aveva in gola. Glokta vide una goccia

    di sudore scorrergli lungo la gota. "E i denti fu-

    rono solo l'inizio".

    In una terra lontana dove la linea di demarcazione

    fra Bene e Male sembra perdersi nelle nebbie di

    lande desolate, imponenti battaglie decidono le

    sorti del regno. Tra bieche intenzioni, debolezze e

    gelosie, la corsa al potere sar spietata e non ri-

    sparmier nessuno. Cos, quando LUnione reste-

    r stretta in una morsa letale (nel lontano Nord,

    un barbaro che si proclamato Re si appresta a

    invadere il regno; a Sud, il nuovo Imperatore dei

    Gurkish sta attuando piani analoghi), tre protago-

    nisti vedranno incrociarsi i loro destini.

    Logen Novedita, famigerato e sanguinario

    mercenario, particolarmente esperto nellarte

    della sopravvivenza. Ora per la sua vita mi-

    nacciata dal temibile popolo degli Shanka, suoi

    nemici giurati. Dopo che il suo villaggio stato

    devastato senza piet, Logen si ritrova a vaga-

    bondare nello sperduto Nord. Spinto dal consiglio

    degli spiriti, si dirige verso Sud per incontrare il

    grande stregone Bayaz, il Primo dellOrdine dei

    Maghi. Insieme partiranno alla volta di Adua, la

    splendente e civilizzata capitale dellUnione.

    Nemmeno l, tuttavia, sar al riparo dai pericoli.

    Il Libro sullo scaffaleSSkkaann IIll RRiicchhiiaammoo ddeellllee ssppaaddeeddii JJooee AAbbeerrccrroommbbiiee

  • -- 4242 --

    Il compito di Sand dan Glokta, Inquisitore di

    sua Maest, quello di sgominare i traditori per

    eliminare il marcio dalla societ. Si diletta nel

    catturare e torturare le vittime che il suo superio-

    re, lArcilettore Sult, gli indica per i suoi scopi.

    Tanto spietato da essere in grado di spezzettare in

    parti piccolissime il braccio di un uomo, si tro-

    vato da entrambi i lati dellequazione e ora sa be-

    ne sin dove pu spingersi la tortura.

    Jezal dan Luthar un giovane bellimbusto dal

    sangue nobile. Il suo animo pusillanime agitato

    da vizi e squallide ambizioni. Tra laute bevute in

    compagnia degli Ufficiali della Guardia del Re e

    facili conquiste sessuali, si prepara per il torneo di

    scherma che si indce ogni anno ad Adua. Vuoto e

    superficiale, la sua vita agiata di nobile spocchio-

    so si stravolge quando incontra Ardee West, una

    ragazza di classe sociale inferiore, che lo irretisce

    in un amore disperato e viscerale.

    Ovunque aleggiano oscuri poteri in grado di ince-

    nerire il mondo. Sar il grande stregone Bayaz ad

    avere il compito di salvare lUnione e di contra-

    stare il male con i suoi artefici magici. Ma, in

    fondo, esiste davvero una linea di demarcazione

    fra Bene e Male?

    Terso come una cronaca, aguzzo come un coccio

    di bottiglia, spietato come la guerra: lo scrittore

    Joe Abercrombie non si fa mancare davvero

    nulla. Inserendosi nel solco della migliore tradi-

    zione fantasy (si pensi, ad esempio, alluso

    dell ironia e del cinismo, preziosa eredit di R. R.

    Martin e alla riattualizzazione del canone

    Tolkien), lautore abbandona incantesimi e stra-

    ne creature, in favore di un realismo schietto e

    disincantato, a tratti comico. Nessuna cronistoria

    di eroi, dunque, ma la brutale e precisa descrizio-

    ne di imponenti battaglie. Una narrazione fiume,

    densa di sangue e di mistero che scorre via senza

    intoppi, un intenso romanzo dal respiro corale do-

    ve i protagonisti tessono astuti piani e a guidarli

    ununica, ferrea logica: quella della guerra.

    Joe Abercrombie nasce a Lancaster nel 1974.

    il 2002 quando, allora studente di Psicologia

    allUniversit di Manchester, pensa di scrivere

    una trilogia fantasy e inizia la stesura del pri-

    mo episodio. Trasferitosi a Londra, lavora co-

    me montatore freelance e produttore di format

    televisivi di vario tipo e termina di scrivere

    quello che diventer The Blade Itself. Dopo

    aver incassato lo scetticismo di alcuni degli

    agenti letterari pi influenti del Regno Unito,

    Gollancz (storica etichetta britannica famosa

    per essere, tra gli altri, leditore di George

    Orwell) ne acquista i diritti, vincolando

    Abercrombie a pubblicare lintera serie per un

    giro daffari a 7 zeri. AThe Blade Itself(2007)

    seguono Before They Are Hanged e Last Argu-

    ment ofKings (2008). La trilogia The First Law

    si rivela un enorme successo tra i lettori anglo-

    sassoni. The Blade Itself, in particolare, un

    vero e proprio boomerang editoriale:

    Abercrombie viene riconosciuto come miglior

    nuovo scrittore fantasy ed finalista al presti-

    gioso John Campbell Award, moltissimi Paesi

    inoltre acquistano i diritti del volume. Sempre

    Gollancz pubblica i romanzi - singoli e

    ambientati nello stesso mondo di The First Law

    - Best Served Cold (2009) e The Heroes (2011).

  • -- 4343 --

    L' Book nell' ReaderBB llaacckk TTeeaa aanndd OO tthheerr SS ttoorriieessddii SSaammuueell MMaarroollllaa

    SSkkaann

  • -- 4444 --

    Narrativa InterattivaGGiiooccaarree ppeerr lleeggggeerrEELLeeggggeerree ppeerr ggiiooccaarreeddii MMaarrccoo VVaallllaarriinnoo

    SSkkaann

  • -- 4545 --

    Darkiss! Il bacio del vampiro:un orrore interattivo di Marco Vallarino

  • -- 4646 --

  • -- 4747 --

  • -- 4848 --

  • -- 4949 --

    Narrativa InterattivaNNeell pprroossssiimmoo nnuummeerroo......AAllaaddiinnoo ee lleeppeerrllee ddii ssaaggggeezzzzaa

    SSkkaann

  • -- 5050 --

    Giovanni BuziintervistaBruno Baronchelli

    Collezionismo5588..000000 ffaannttaassttiicciippeezzzzii ddii BBrruunnoo BBaarroonncchheelllliiSSkkaann

  • -- 5151 --

  • -- 5252 --

  • -- 5353 --

  • -- 5454 --

  • -- 5555 --

    VALE PIU' di mille paroleLady Steam

    SSkkaann

  • -- 5656 --

    VALE PIU' di mille paroleTunnel

    SSkkaann

  • -- 5757 --

    &&SSkkaannAAMMAAZZIINNGGMMAAGGAAZZIINNEE

    SSkkaannnnaattooiioo ssppeecciiaallee XXVVIIVVeennttiiqquuaattttrr''oorreeccoonn lloo sscciieennzziiaattoo ppaazzzzooSSkkaannnnaattooiioo eeddiizziioonnee XXVVIIPPeerr cchhii ssuuoonnaallaa ccaammppaannaa

  • -- 5858 --

    L a f a i n aSSkkaann

  • -- 5959 --

  • -- 6060 --

  • -- 6161 --

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    P r e s e n z eSSkkaann

  • -- 6363 --

  • -- 6464 --

  • -- 6565 --

  • -- 6666 --

    I l p r i m or i n t o c c oSSkkaann

  • -- 6767 --

  • -- 6868 --

  • -- 6969 --

  • -- 7070 --

    T r e e t r eq u a r t i

    SSkkaann

  • -- 7171 --

    Le somi-

    glianze tra questo e il mio

    racconto pubblicato nel numero

    precedente precedente, Il cimi-

    tero degli elefanti,

    sono dovute al

    fatto che, almeno

    idealmente, il pro-

    tagonista lo stes-

    so.

    Le note sono solo

    le fonti delle cita-

    zioni, quindi non

    spezzate la lettura

    andando a cercarle.

    GIENAH

    Requiem in Mi Minore per la

    morte di un cigno

    L'uomo che non ha musica nel

    cuore ed insensibile ai melo-

    diosi accordi adatto a tradi-

    menti, inganni e rapine.

    I moti del suo animo sono

    spenti come la notte, e i suoi

    appetiti sono tenebrosi come

    l'Erebo.

    Non fidarti di lui. Ascolta mu-

    sica.

    [William Shakespeare, Il

    Mercante di Venezia]

    La fredda luce di Gienah gioca-

    va tra le colonne del portico,

    accarezzando gli archi con dita

    pallide.

    Il ponte secondario della Luin

    non si limitava a riprendere

    l'architettura della fiorentina

    Loggia dei Lanzi: l'edificio ori-

    ginale era stato prelevato pezzo

    per pezzo dalla Vecchia Terra,

    per poi essere riassemblato

    sulla fregata sotto la supervisio-

    ne dell'Arca delle Arti.

    Seduto al suo Steinway, gli

    occhi chiusi, Mathias ascoltava

    il cuore della stella pulsare.

    La musica era un Presto in mi

    minore, ripetuto in cicli brevi e

    suadenti. Il battito d'ala del Ci-

    gno.

    Introduzione in fortissimo con

    sestine cromatiche. L'attrazione

    eccentrica della sua

    compagna invisibile.

    Figure in pianissimo.

    Scale ascendenti. La

    rapidit del moto

    proprio.

    Coda in prestissimo.

    Il fondersi dell'elio in

    ossigeno e carbonio.

    Chiusura in Mi mi-

    nore.

    Leoni di marmo vegliavano la

    sua estasi mentre dava vita a

    quella partitura cosmica.

    Percep l'arrivo di Polissena

    ben prima che gli fosse

    accanto. Il suo passo delicato

    suonava in Re bemolle, triste e

    nobile come un preludio di

    Chopin.

    Termin il passaggio pro-

    lungando l'ultima nota e si

    volt a guardarla. Lei sorrise

    appena, i capelli umidi a

    incorniciare il viso arrossato

    dal gel della criostasi. Sembra-

    va una naufraga scampata alla

    Ventiquattr'ore con losscciieennzziiaattoo ppaazzzzooSSkkaann

  • -- 7272 --

    tempesta e non una delle donne

    pi potenti della Coalizione.

    Mathias la trov bellissima.

    - Ben svegliata, Proconsole -

    disse, senza alzarsi ma conti-

    nuando a sfiorare distratta-

    mente i tasti in una melodia

    soffusa. - Non era necessario

    raggiungermi con questa

    urgenza.

    Lei sembr non ascoltarlo, lo

    sguardo fisso sulla sfera

    incandescente.

    - questa dunque? - la sua era

    poco pi di un sussurro.

    L'uomo annu, pur capendo la

    retorica della domanda.

    Si alz, affiancandola. Le pos

    una mano sull'avambraccio nu-

    do, poteva sentire le sue vibra-

    zioni attraverso la pelle

    accordarsi ai moti violenti

    dell'animo.

    La donna gli afferr il polso, lo

    strinse senza mollare la presa.

    - Ora parlate.

    Lui esit. - stato un lungo

    viaggio, forse dovreste. . .

    - Vi prego - la presa divenne

    una carezza mentre le loro dita

    si intrecciavano. - Vi prego

    Mathias, ho bisogno di sapere.

    Poteva sentire il suo dolore, la

    dolcezza e la disperazione.

    Kierkegaard scrisse che l'animo

    dell'uomo una casa a pi pia-

    ni, ma nessuno sale fino a

    quelli nobili. Avrebbe dovuto

    essere l, Kierkegaard, nel cre-

    puscolo di quel sole morente.

    - D'accordo.

    Accanto a loro Patroclo mori-

    va, intrappolato nel marmo.

    - - -

    Al loro primo incontro Lucius

    gli sembr tutto, fuorch uno

    scienziato.

    Nella penombra della cappella,

    suonava il Mater Innocentiae

    con trasporto carnale. Gli

    scherzi cromatici delle vetrate

    trasformavano il suo viso

    scarno, travolto dalla passione,

    in una grottesca maschera bu-

    colica.

    Mathias rimase ad ascoltarlo

    rapito e al termine dell'esecu-

    zione lui gli sedette accanto.

    Non si present, n si volt a

    guardarlo. - S dentro ai lumi

    sante creature, volitando canta-

    vano, e faciensi or D, or I, or L

    in sue figure - declam, senza

    staccare lo sguardo dall'Adora-

    zione dei Magi. - Prima,

    cantando, a sua nota moviensi;

    poi, diventando lun di questi

    segni, un poco sarrestavano e

    taciensi.

    - Dante - rispose Mathias, rico-

    noscendo la musicalit della

    terzina prima delle parole.

    L'uomo sorrise. - Le anime

    cantano regolando il proprio

    volo. Chiarore e armonia, un

    melos che manifesta la vera

    Luce.

    - E come giga e arpa, in

    tempra tesa di molte corde, fa

    dolce tintinno a tal da cui la

    nota non intesa.

    In quell'istante, senza neppure

    conoscersi per nome, capirono,

    dopo infinite vite, di essersi

    trovati.

    - - -

    Quando smise di parlare,

    Mathias si accorse di tenerle

    ancora la mano.

    Per tutto il racconto Polissena

    non aveva distolto lo sguardo

    da Gienah. Era rimasta immo-

    bile, sfidandola a trafiggerla

    con i suoi strali.

    - Non mi aveva mai parlato di

    questo vostro primo incontro -

    la sua voce vibrava ora in Sol.

    Malinconia, gelosia forse.

    - Eravamo giovani allora.

    - Lo ero anch'io quando lo

    incontrai. Giovane e stupida -

    ribatt amara. Poi si volt e ini-

    zi ad avviarsi verso il fondo

    del portico. - Vado in cabina a

    cambiarmi.

    Mathias accarezz il coperchio

    del pianoforte, senza staccare

    gli occhi dalla Proconsole. -

    Alla fine voi che ha scelto.

    - Siete un pessimo bugiardo - le

    volte inghiottirono l'eco dei

    suoi passi.

  • -- 7373 --

    Pranzarono nella serra-giardi-

    no, sotto una tenda di glicini.

    Polissena indossava un sempli-

    ce prendisole acquamarina, se-

    condo la moda estiva di Nuova

    Rinascimento. Lo chiffon

    sbocciava lasciando libere le

    spalle e la morbida curva del

    seno.

    Mathias le sedeva di fronte,

    avvolto nelle severe vesti

    purpuree dell'Accademia

    Ambrosiana.

    Servitori meccanici si muove-

    vano silenziosi e agili tra i tuli-

    pani in fiore, i volti coperti da

    baute dorate.

    - Lucius mi raccont che fu un

    vostro concerto a ispirarlo, a

    dargli uno scopo - disse Polis-

    sena, alzando il calice di vino

    per contemplarne il colore.

    Sul tavolo tartufi e funghi pro-

    fumavano l'aria.

    - - -

    Si rividero otto anni dopo, su

    Barnard.

    Mathias sedeva sotto le volte

    affrescate, ancora scosso

    dall'esecuzione del Capriccio

    di Stravinskij. Aveva suonato su

    un Bechstein appartenuto allo

    stesso maestro, soffrendo a

    ogni accordo per la dolorosa

    pienezza delle note.

    Lucius gli sedette accanto, co-

    me se nulla fosse, come se il

    tempo si fosse fermato a quel

    pomeriggio nella Cappella de-

    gli Scrovegni, sulla Vecchia

    Terra. Come se si conoscessero

    da sempre.

    - La musica rende ogni

    ascoltatore un poeta - sospir

    in una nuvola di fumo. La sotti-

    le pipa di morta gli dava

    un'aria vagamente bohemien. -

    Ha un potere che non rivela

    nulla, se non la dicibilit

    dell'indicibile.

    - La musica il solo dominio in

    cui l'uomo realizza il presente -

    rispose Mathias, stando al gio-

    co. - Ci libera dall'imperfezio-

    ne della temporalit. Solo nel

    tempo possono aver luogo il

    peccato, l'errore, il fallimento.

    Solo nel tempo la significazione

    diventa non solo possibile, ma

    addirittura necessaria - poi si

    alz per tornare in scena.

    Quella notte si amarono sotto

    le coltri purpuree dell'aurora

    gassosa.

    Fu un atto dolce e violento, la

    variazione di Odile.

    Pi tardi, nell'enorme vasca di

    marmo, Lucius gli disse il suo

    nome.

    - Quindi sei uno scienziato? -

    chiese Mathias, giocando con

    le gocce sul suo ventre glabro.

    Lui aveva diluito del sapone tra

    le mani per soffiare nell'aria

    bolle arcobaleno.

    - Sono un ascoltatore, come te.

    Mathias gli sal a cavalcioni,

    spingendolo fino al collo

    nell'acqua tiepida. - E cosa

    ascolti? - disse cercando le sue

    labbra, mentre udiva l'eccita-

    zione salire in un Crescendo di

    fiati.

    - La voce dell'universo.

    - E cosa ti dice?

    Lui l'aveva attirato a s. - Suo-

    na una musica. E vorrei che tu

    mi insegnassi a tradurla.

    - - -

    Il sorbetto al lampone si scio-

    glieva nelle coppe di cristallo.

    - Hic est enim calix sanguinis

    mei, novi et aeterni testamenti -

    pens Mathias.

    Il sole artificiale avvolgeva la

    serra in un tepore pomeridiano.

    - Quindi eravate con lui su Me-

    dina, a progettare Genauer? -

    chiese Polissena. Si era tolta le

    carpe e camminava a piedi nudi

    tra i fiori.

    - Odiava quel nome - Mathias

    rise al ricordo. - Lui lo chiama-

    va la mia perla.

    La donna prese un un soffione

    tra le dita e liber nell'aria in

    candidi semi.

    - Chiamava cos anche me.

    - - -

    Knigsberg scrisse che le

    sensazioni sonore sono belle

  • -- 7474 --

    sole se pure, per questo riesco-

    no a rendere intuibile la forma

    nella maniera pi precisa

    3

    .

    Passarono quattro anni a lavo-

    rare sul programma, tradu-

    cendo la sinestesia di Mathias

    in formule e schemi.

    Lucius non volle un laboratorio

    vero e proprio, scelse una

    grande tenuta da hidalgo sulle

    scogliere di Safa. La mattina si

    vegliavano presto ma la sera,

    al tramonto, abbandonavano i

    codici e i macchinari per

    scendere in spiaggia a vedere i

    soli inabissarsi all'orizzonte.

    Spesso rimanevano l fino a

    notte fonda, abbracciati sul ba-

    gnasciuga, il vento caldo del

    Kidr a scompigliare i capelli.

    Ogni mese Lucius raggiungeva

    il teleporter per Nuova Rina-

    scimento dove si tratteneva il

    tempo necessario a riferire ai

    finanziatori lo stato del pro-

    getto.

    - - -

    - Tornava a casa - sussurr

    Polissena. - Tornava da me.

    - - -

    Al suo ritorno Lucius portava a

    Mathias dei piccoli regali, di

    solito spartiti o libri cartacei di

    autori dimenticati. La sera, pri-

    ma di coricarsi, leggevano poe-

    sie alla luce spettrale dei globi

    falena.

    Tutto quello che nasce di na-

    scita mortale

    deve essere consumato con la

    terra

    per levarsi dalla generazione

    libero:

    allora che cosa ho a che fare

    con te?

    I sessi sono sorti da vergogna e

    orgoglio,

    soffiati al mattino, sono morti

    la sera;

    ma la piet ha cambiato la

    morte in sonno

    e i sessi si sono alzati per lavo-

    rare e piangere.

    4

    Mathias chiudeva gli occhi

    ascoltando la melodia dei loro

    cuori, un Notturno che lo culla-

    va sulle onde dei sogni.

    Una mattina d'autunno venne

    svegliato da una nota grave, il

    La di un fagotto. Dopo un

    istante il suono si ripet

    un'ottava pi alto.

    Nel salone Lucius ballava con

    le mani alzate mentre dalle

    grandi casse Genauer traduce-

    va in musica la pulsazione del

    nucleo di Medina.

    - Eppur si muove! - grid,

    prendendo Mathias tra le

    braccia. - Eureka!

    Caddero a terra ridendo e

    piangendo. Attorno a loro un

    andante d'archi raccontava

    storie millenarie racchiuse

    nella memoria del pianeta.

    - la sua voce - singhiozz Lu-

    cius, nascondendo il viso tra le

    mani. - la sua voce.

    Iniziarono a viaggiare oltre i

    confini della Coalizione,

    sondando i pianeti della Nebu-

    losa de Mairan, oltre la Spada

    di Orione.

    Ascoltavano le storie di quei

    giganti ancestrali, memorie di

    eoni custodite tra atomi in

    esplosione.

    Per Dante musica e Logos si

    fondevano in un elemento uni-

    co, quell'uno e due e tre che

    sempre vive, e regna sempre 'n

    tre 'n due e 'n uno, non circuns-

    critto, e tutto circunscrive

    4

    .

    Un movimento che non si ri-

    solve, perch ogni volta gi

    tornato al proprio irrisolvibile

    inizio e quindi capace di dire lo

    stesso orizzonte intrascendibile

    dell'esistere.

    Stavano ascoltando la voce di

    Dio attraverso la sua creazio-

    ne.

    - - -

    - Non avrei saputo dire quando

    accadde - disse Mathias in tono

    cupo. Camminava, tenendo

    Polissena per mano, sotto il

  • -- 7575 --

    pergolato. - Una notte mi sve-

    gliai e lui era l, seduto alla ta-

    stiera dello Steinway, collegato

    a Genauer. Suonava

    l'intermezzo del Rach 3 e lui, il

    pianeta, gli rispondeva. Allora

    capii che eravamo andati oltre.

    Lei si ferm. Raccolse un

    grappolo d'uva e si volt a sfio-

    rargli le labbra con un acino

    scuro.

    - Quando te ne andasti torn da

    me - per la prima volta smise il

    tono formale, imposto dalle ri-

    spettive cariche. - Ma era

    troppo tardi.

    Mathias schiuse le labbra,

    mordendole con delicatezza le

    dita. Il frutto era aspro, come la

    sua pelle. - Non ho pi avuto

    sue notizie per vent'anni.

    - - -

    Quando Lucius torn a casa

    Polissena cap di averlo perso

    per sempre.

    Qualsiasi cosa fosse stato suo

    marito era rimasto da qualche

    parte, tra quelle stelle che

    ormai considerava le uniche

    degne della sua parola.

    Passava giorni interi nel

    pantheon che aveva fatto co-

    struire per contenere Genaur,

    contornato da enormi antenne

    puntate verso l'infinito.

    Senza mangiare n dormire

    suonava melodie sconosciute e

    inquietanti, poetiche di mondi

    lontani.

    Lei aveva cercato di blandirlo

    con dolcezza, di aggredirlo con

    rabbia o di sedurlo. Inu-

    tilmente.

    Alla fine si era arresa.

    Lo osservava scomparire oltre

    un velo invisibile, mano a mano

    che quelle conoscenze intra-

    smissibili con la parola o

    l'intelletto rodevano la sua

    mente.

    Poi, un giorno, senza preavviso

    lui scomparve.

    Solo una frase, scarabocchiata

    in fretta su un pezzo di carta, a

    testimoniarne l'esistenza.

    Eterni, allegro sento il vostro

    richiamo. Dettate veloci alate

    parole e non temete di rivelare

    le vostre cupe visioni di

    tormento

    5

    .

    - - -

    - Quanto gli resta ancora? -

    chiese Polissena. La sua voce

    era ora triste come un lieder di

    Mahler.

    Erano tornati nella Loggia, tra i

    grandi leoni.

    Mathias osserv la stella. - Non

    saprei, ma credo che stia per

    superare il limite di Chandrase-

    khar. Potrebbero volerci centi-

    naia di anni, o forse millenni.

    Cos' il nostro infinito se non la

    scansione di un respiro di Dio.

    Le prese il viso tra le mani e le

    baci le lacrime. Lei sorrise,

    strofinando la guancia sul suo

    palmo.

    Mathias riprese. - Dal nostro

    addio non l'ho pi rivisto. Mi

    ha inviato solo una registrazio-

    ne prima di lasciare il sistema

    di Deneb. La voce del nucleo di

    Gienah tradotta da Genauer: tre

    sole note.

    Polissena si rannicchi tra le

    sue braccia come una bambina.

    - E cosa dicevano?

    - Non da solo. Non voglio mo-

    rire da solo.

    Note:

    1: Dante Alighieri, Paradiso,

    Canto XVIII

    2: Dante Alighieri, Paradiso,

    Canto XIV

    3: "Pi preciso", in tedesco

    appunto Genauer

    4: William Blake, A Tirzah

    5: William Blake, Preludio al

    libro di Urizen

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    SSkkaann

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    Interviste on-lineSSccrriivveerree ooggggiiSSkkaann

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    KKaarrll VVooggeellddii TTEETTRRAACCTTYYSSJl Lato Oscuro

    R i t r a t t o d if a m i g l i a

    SSkkaann

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    TetractysintervistaSol Weintraub

    Domande retoricheSSkkaann

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    risultati e classificheSSkkaann

  • NNoonn ppeerrddeetteeiill nnuummeerroo ddiiMMaaggggiioo 22001133SSttaasseerraa ll''aarriiaa ffrreessccaa......

  • SSkkaannAAMMAAZZIINNGGMMAAGGAAZZIINNEEAApprriillee 22001133 AAnnnnoo 11 NNuummeerroo 88LLaa rriivviissttaammuullttiiccaannaallee ddiinnaarrrraattiivvaa ffaannttaassttiiccaalliiooffiilliizzzzaattaa iissttaannttaanneeaa

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    Dark Side

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