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Il numero 8 di 'Skan Magazine' (aprile 2013), la rivista multicanale gratuita di narrativa fantastica
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SSkkaannAAMMAAZZIINNGGMMAAGGAAZZIINNEEAAnnnnoo 11 NNuummeerroo 88 AApprriillee 22001133LLaa rriivviissttaammuullttiiccaannaallee ddiinnaarrrraattiivvaa ffaannttaassttiiccaalliiooffiilliizzzzaattaa iissttaannttaanneeaa
TTuunnnneellddii LLuuccaa OOlleeaassttrriiddii JJaacckkiiee ddee RRiippppeerr
Bright SideUna superiniziativa:SorrisoStelle cadentiUna Storia al MeseHoliday InnMinuti ContatiParoleNASF: Le Tre LuneVenti secondiSuperstizioneGuerra!Abbiamo tempo
La storia infinitaDestinazione stelleIl richiamo delle spadeBlack TeaGiocare per leggereDarkiss!58.000 fantastici pezzi
NNoonn ppeerrddeetteeiill nnuummeerroo ddiiMMaaggggiioo 22001133SSttaasseerraa ll''aarriiaa ffrreessccaa......
-- 33 --
L'editoriale ............................. 5di Jackie de RipperAnteprimaEHeroes ............................. 6di Giorgio SangiorgiUna voce da Malta"Sorriso" ............................ 10di Roberto BommaritoBeing Piscu"Stelle cadenti" ................. 11di Andrea ViscusiOltre lo SkannatoioMinuti Contati"Parole"di Roberto Bommarito 16USAM Una Storia al Mese"Holiday Inn"di Michele Vaccaro ...... 17NASF Le Tre LuneLe origini ............................ 18"Venti secondi"di Luigi Bonaro ............ 19"Superstizione"di Nicol Targhetta ..... 22"Guerra!"di Fabio Tarussio ......... 25"Abbiamo tempo, tanto tempo"di Ser Stefano ............... 29Nella pancia del Drago"Un nonmanifesto fantasy"di Andrea Atzori .......... 31"Un malessere etimologico"di Andrea Atzori .......... 33
Il Giudizio... Di Dio"La storia infinita"di Diego Di Dio ............ 36Il libro da rileggere"Destinazione stelle"di Massimo Luciani ..... 39Il libro sullo scaffale"Il richiamo delle spade"(presentazione) ............. 41L'eBook nell'eReader"Black Tea"(presentazione) ............. 43Narrativa interattiva"Giocare per leggere"di Marco Vallarino ...... 44Primi passi in "Darkiss!"Collezionismo"58.000 fantastici pezzi"di Bruno Baronchelli ... 50Vale pi di mille parole"Lady Steam" .................... 55di Giorgio SangiorgiDARK SIDE ........................... 56
J a c k i e d e R i p p e reGio r g i o S an g i o r g iRo b e r t o Bommar i t oAndr e a V i s c u s iM i c h e l e V a c c a r oFran c e s c o Zambon iLu i g i Bonar oN i c o l T a r g h e t t aFa b i o T a ru s s i oS e r S t e f anoAndr e a A t z o r iD i e g o D i D i oMa s s imo Lu c i an iMar c o Va l l a r inoBruno Bar on c h e l l iA l e s s andr o R enna
Hanno collaborato Sommario del BBrriigghhtt SSiiddee
-- 44 --
Vale pi di mille parole"Tunnel" ............................. 56di Luca OleastriSkannatoio edizione XVILe specifiche ..................... 57di TETRACTYS"La faina" .......................... 58di Sol Weintraub"Presenze" ......................... 62di anark2000"Il primo rintocco" .......... 66di Polly Russell"Tre e tre quarti" ............... 70di Nozomi 2.0Speciale ventiquattr'ore"Gienah"di Sol Weintraub .......... 71"Interferenze"di Smilodon .................. 76"Morta solo una parola"di Polly Russell ............ 79"Duttilit neuronale e soriana"di Rovignon .................. 81"Via dell'Infinito n.8"di Cristiano R. .............. 84"Oh Black Betty"di master_runta ............ 86
Scrivere oggiRiot Van intervistaAlessio Valsecchi ......... 89Il Lato Oscuro"Ritratto di famiglia"di TETRACTYS ............. 91Domande retoricheTETRACTYS intervistaSol Weintraub .............. 99Risultati e classifiche"Skannatoio 5 e mezzo"... 102
TETRACTYSSo l W e in t r au banark2000Po l l y Ru s s e l lNo z omi 2 .0Smi l odonRo v i gn onCr i s t i ano R .ma s t e r_ run t aeLu c a Ol e a s t r iA l e s s i o Va l s e c c h i
Hanno collaboratoSommario del DDaarrkk SSiiddee
-- 55 --
Per chi suonala campana
SSkkaannAAMMAAZZIINNGGMMAAGGAAZZIINNEE
-- 66 --
U n a s u p e r i n i z i a t i v a m o l t o a t t e s a
AnteprimaEEHHeerrooeessSSkkaann
-- 77 --
-- 88 --
-- 99 --
-- 1010 --
RRoobbeerrttoo BBoommmmaarriittooTerritori d'oltremareUna voce da Malta
SSkkaannS o r r i s o
-- 1111 --
AAnnddrreeaa VViissccuussiiBeing PiscuSSkkaannS t e l l e c a d e n t i
-- 1212 --
-- 1313 --
-- 1414 --
-- 1515 --
-- 1616 --
P a r o l e
SSkkaann OLTRE LO skannatoiOMinuti ContatINEW AGE
-- 1717 --
OLTRE LO skannatoiOUSAM - una storia al meseSSkkaannH o l i d a y I n n
-- 1818 --
LL ee TT rr ee LL uu nn ee :: ll ee OO rr ii gg ii nn iiU n a b r e v e p r e s e n t a z i o n e
LLee TTrree LLuunneeSSkkaann OLTRE LO skannatoiONuovi Autori di Sfi-Fi
-- 1919 --
Nuovi autori di sci-fiLLee TTrree LLuunneeSSkkaannLe Tre Lune I: SeedsEstratto del bando:Dato il limitato numero di
battute, quanto sar descritto non
potr essere pi di un episodio
veloce, di un fugace incontro, o
di uno scontro cruento. Sar un
seme, un 'seed', di una storia pi
grande, non raccontata eppure
accennata, suggerita, lasciata
alle suggestioni e allimmagina-
zione del lettore, come il prologo
di una saga che gi si sogna o di
un intero universo, differente e
straordinario, descritto in poche
battute, in poche pagine, o figu-
rativamente soloin una pagina.
Venti SecondiLuigi [email protected] impossibile muoversi,vivere, operare a qualsiasi livello,senza lasciare tracce,frammenti apparentementeinsignificanti di informazionipersonali.(William Gibson)Ero dentro. Al massimo ventisecondi, poi il firewallavrebbe intercettato il codiceuniversale impresso nel silicio
del microchip impiantato inmodo permanente nel mioencefalo.Marta, la mia amica mutante,mi aveva proiettato nella rete,impiegando il mio slot corticale, mediante un tunnel ssh, direttamente nel default routercui erano connessi quei maledetti server.Eravamo bravi. Avevamo bucato il loro firewall perimetrale. Ma non era cos facile.Avrei dovuto eludere quellointerno. Limpianto del nostrosistema, un SNVC, sistema dinavigazione virtuale clandestina, era allestito allinternodi una vecchio box doccia, inun garage della citt di amoR.I vecchi polimeri di cui eranocomposte quei meravigliosibox schermavano dal sistemawireless sniffing dei Moloch lanostra rete molto meglio di costosissimi apparati. Un boxdoccia non aveva prezzo nellacitt di amoR, era diventatamerce rara gi dal 2025.Dopo limplosione del sole ela comparsa delle Tre Lune, lacitt era stata suddivisa inquattro immense aree metropolitane chiamate Abitati secondo i quattro punti cardina
li: Vega, Scorpio, Paris, Diana.Eravamo nellAbitato di Vega.Ci eravamo opposti ai Moloch, alla loro dittatura tecnocratica. Vivevamo ai limitidella legalit, acquistandoallInfero, il mercato nero,quanto ci serviva per alimentarci e i pezzi di ricambioper gli impianti, una vitaclandestina per difendercidalla loro guardia armata.In quel momento ero nella retesottoforma di una transazionefinanziaria: un pagamento peruna stramaledetta bollettadellimmondizia.Se mi avessero intercettato, miavrebbero fritto il cervello conuna neurotossina artificialecome era successo a TonyServerX e Isidoro FiberChannel . Avevo una paurafottuta ma dovevo farlo perloro e per quella ragazzina,Eva. I suoi impianti neuronalistavano per cedere. Cera bisogno di molto denaro per sostituirli. Senza gli impianti sarebbe morta. Il medico, unnoto scienziato di cybertecnologie che si era unito ai ribelli,lavrebbe operata ma senza inuovi impianti la piccolaavrebbe avuto una settimana
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di vita. Disperato, il padre diEva era andato nellInfero, ilmondo sotterraneo di sotto gliabitati, a chiederli agli uniciche li avevano, quei bastardidei Cyclics, spietati trafficantidi trans organi e fibra otticabiologica. Gli avevano chiestouna somma che non avrebbero potuto sostenere neanche seavesse lavorato per generazioni. Anzi, era una fortuna chefosse tornato vivo da l sotto.Quella sera, Marta scelse proprio i server della Gate, lamultinazionale unica di propriet dei Moloch, le enormimacchine dei dittatori tecnocrati di amoR. Avevano un sistema di sorveglianza moltoavanzato ma erano gli uniciche disponevano di cifre cosalte.Con il possesso di un sistemacrittografico perfetto, i Molochsi erano garantiti la supremazia sulle altre trib di amoRgiungendo alla dittatura. Leloro tecniche di criptazione esicurezza erano notevolmentesuperiori ai requisiti del cifrario di Vernam, chiavi lunghequanto i messaggi e mai piriutilizzabili. Per accedere alleloro banche dati non cera nessuna macchina di calcolo potente abbastanza da forzare illoro sistema, era necessariaunintelligenza semiartificiale
organica, un super algoritmobiologico che potesse funzionare fuori dalle logiche I/Odei sistemi a basso livello, unabiomacchina dotata di Coscienza, lA6009.Io ero uno dei vecchi A6009 rimasti. Eravamo noti anche come Commutatori biologici. Ciutilizzavano nel 3002 per garantire la sicurezza dei sistemidella Repubblica. Conlavvento della dittatura, ciopponemmo alla brutalitsanguinaria dei Moloch. Lamaggior parte di noi fu giustiziata. Io e pochi altri riuscimmo fortunatamente afuggire.Ma in quel momento, ero unatransazione finanziaria, unavendetta che gli andava drittanel culo. Lavrebbero pagatacara, quei bastardi. Traqualche secondo, mi sarei trovato giusto nelle tabelle del loro DB, le Financial Summary.Da l avrei aperto un terminalevirtuale in lettura redirigendoloutput del loro flusso finanziario in un file conestensione mp3. Una voltascollegato dalla rete, avreiconvertito lestensione del filemp3 in csv e fatto il load nelconto bancario del padre diquella povera ragazzina. Erano transazioni pulite con codici regolari, come soldi in
contanti e, una volta convertite, non potevano essereintercettate in nessun mododalla Gate.Avevo gi eluso il firewallimpiegando dei codici di Abie Cab sicuri che Marta avevacomprato allInfero dal nostroamico Aladino. Lemulatore diPOS che mi aveva lanciatosulla rete, aveva simulatolacquisto fingendo che latransazione fosse stata generata da Bank Terminal e dauna carta bancomat. Segu lamutua autenticazione dellemie chiavi e del chipallinterno del loro server.Il mio microcontrollore,standard ISO/IEC 14443, tipoA e B, identico a quello chegeneralmente si trovava sullecarte di pagamento nel 2012,era lideale per fingersi unatransazione. Purtroppo perme, il chip conteneva anchetutti i miei elementi biometrici. A quelle maledette macchine della Gate sarebbe bastatoindividuare il codice universale inscritto nel silicio pertrovare la corrispondenza coni miei dati presenti nei loroarchivi. Al massimo 20 secondi. Solo 20 fottuti secondipoi la frittura del mio cervello.19 secondi.Il database si presentava a me
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come unenorme biblioteca.Mi trovai di fronte la vecchiabibliotecaria. Era il firewall. Ioero stranamente vestito danetturbino. Sulla giaccaarancione avevo il numero ditransazione. La vecchia miguadava in modo sinistro. Cominci a farmi delle domandealla ricerca di emotivit. Me loaspettavo. I loro firewall eranoprogrammati per proteggersida A6009. Ti piace la fantascienza?Guarda: vuoi un classico antico? Qui c Neuromancer.Non risposi, cercavo con losguardo il libro delle transazioni finanziarie.18 secondi. C la sezione audiovisivi, tiinteressa Blade Runner?17 secondi. Non mi sembra che tu siamolto colto ragazzo?Sapevo che non dovevopensare. Dovevo essere vuoto,senza emozioni, come unatransazione.Tentavo di dominare le emozioni, non dovevo agire.Pensai: Colui che pratica la Viadiminuisce ogni giorno. Diminuendo sempre di pi, si arriva alnonagire. Non agendo, non esiste niente che non si faccia.16 secondi. Cosa cerchi? Se sei in una biblioteca ti interesser pure
qualcosa.Era in attesa che mostrassi unqualsiasi segno di coscienza.Non ero una macchina, maper il momento, il firewall nonlo sapeva eseguiva solo i suoiscript di verifica.15 secondi. La biblioteca prese fuoco.Bruciava tutto intorno a meanche la vecchia tranne il registro della biblioteca che era sultavolo. Restai impassibile. Unbrusio parossistico crescevanella mia mente. Entrai in unostato di equilibrio mentale: Ilpesante la radice del leggero laquiete domina lagitazione []Se ci si comporta con leggerezza,allora perde la radice, se conlagitazione, allora perde il dominio.13 secondi.La vecchia era con una bimbatra le braccia e mi disse: Staper morire, puoi aiutarmi?Il brusio mentale era semprepi intenso. Sapevo che stavoper cedere.10 secondi. Insomma, si pu sapere cosavuoi? mi disse la vecchia. Sono venuto per prendereun libro ma prima devo registrare la mia presenza sul registro. Ragionando per logica, ilregistro della biblioteca eralunico spazio, in quel sistemadove tutto era in lettura, in cui
un altro sistema poteva andare in scrittura.Per i server della Gate ero unatransazione finanziaria chedoveva inscriversi in archivio.La vecchia esit. Forse avevosbagliato. Sono sfottuto,pensai. Mi stavano per esplodere i nervi.9 secondi. Hai ragione giovanotto.8 secondi. Il registro l. Vado in ufficio a prenderti una penna inmodo da annotare il tuo numero di tessera.7 secondi.Aprii il registro, era pieno dicodici di libri, erano le transazioni. Lanciai uno script perattivare una shell locale e iniziai la copia redirigendoloutput in un file mp3. Il dolore alla testa era sempre piintenso.6 secondi.La vecchia torn e mi trovmentre copiavo su un taccuino.5 secondi. Che stai facendo?4 secondi.Un dolore improvviso mi prese la testa: Stai rubando?3 secondi.Mi stavo gonfiando tutto. Bravo. Sei riuscito a eluderela mia sorveglianza, ma io sono riuscito a prendermi il co
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dice universale del tuo chip.Al silicio non si mente ragazzo. Adesso prenderai un tcon me. Sul tavolo, comparveuna tazza fumante. Consolati, gli A6009 cipiacciono molto. Ci terremo iltuo cervello in ammollo nellaformalina per sempre.2 secondi.La mia volont era annullata.Le mie mani andavano versola tazza. Sapevo che era laneurotossina.1 secondo.Con grande sforzo di volont,afferrai Neuromancer che lavecchia aveva lasciato vicinoal registro, presi una compressa paralizzante che mi diedeuna morte apparente perimpedire di raggiungere latazza. Persi conoscenza.Dalla sua console, Marta notche avevo lanciato il mioscript Morte.sh che lanciavasulle varie shell e terminalidella Gate dei comandi pertroncare le sessioni e i servizi,kill 9 e kill 15. Le miefunzioni vitali erano prossimeallencefalogramma piattoleprom dello slot segnalavaRed State Error quandoMarta stacc con violenza lafibra che era connessa al mioslot corticale.Sapeva che sarebbero arrivatida noi in meno di cinque mi
nuti.Appresi in seguito che mi aveva tolto, incosciente, dal boxdoccia. Mi svegliai allinternonella sua Renault 4. Era allaguida, i suoi occhi viola misorrisero silenziosi. Erotranquillo. Guardai dal finestrino lo spazio nero e immobile, cullato dal rumoredellemulatore di motore ascoppio della sua vecchia utilitaria. Eva si sarebbe salvata.Sparimmo nella notte illuminata dalla tenue luce delle trelune.
'Le Tre Lune II: Cells'
Estratto del bando:
Quanto narrato sar un'avventu-
ra lampo, uno scontro o un
incontro, un episodio in cui far
apparire una 'creatura', una specie
o una razza, sia pure aliena o
terrestre, descrivendo cos la sua
apparizione o la sua nascita, ma-
gari l'alba di una storia pi
grande, non raccontata eppure
accennata, suggerita, lasciata alle
suggestioni e all immaginazione
del lettore.
Superstizione
Nicol Targhetta
Gemelli, 1 5/11 /2114
Oggi una di quelle giornate in
cui dovrete darvi da fare. C' una
forte carica realizzatrice per i
vostri progetti. Cos, cercate di
trascorrere la giornata in piena
azione. Con la Luna in Scorpio-
ne,
potreste utilizzare buone strate-
gie, avrete un intuito davvero
imbattibile.
C' un sottile strato di polvere e
calcinacci dove appoggia il piede.
per quello che si lascia
dietro un'orma del genere. Un
piede gigantesco. Quarantotto.
Almeno.
Poi per penso che la tuta di
contenimento a fargli le zeppe
cos grosse e me ne sto zitto. Il
mio
collega punta la torcia avanti e in
basso. Mi indica macerie, tubi di
piombo saldati fra loro.
Antichit di plastica.
Il mio collega si presentato co-
s. - Salve solo il tuo collega,
-- 2323 --
scendiamo?
E siamo scesi gi.
Anche all'interno dello scafandro
gommoso che ci avvolge, anche
protetti dall'aria artificiale che
ci viene inoculata, anche cos
sento il fetore. No, non proprio
fetore. E' puzzo. Puzzo di sudore
e
desolazione. lo stesso puzzo
che impregnava casa di mio zio
due giorni dopo che il cancro se
l'
mangiato. Ero andato a portargli
la posta e l'ho trovato sul letto.
Non era un bello spettacolo.
Quell'odore stagnava. Era
dappertutto.
Il mio collega mi guarda e punta
il suo pollice gommoso e bianca-
stro verso il basso. Mi fa segno
di stare attento, che c' un buco.
Inchiodo davanti ad una piccola
voragine. Gi si vede solo vetro,
ferro e, se strizzo gli occhi, una
superstrada sbeccata.
- Usa quella cazzo di tra-
smittente. Che facciamo? I mimi?
Lui mi ignora e continua ad
avanzare.
Continuiamo cos per un po' schi-
vando frammenti di muro, pezzi
di casa, macchine accatastate
le une sopra le altre. Una discari-
ca abbandonata che una volta era
metropoli.
Il mio collega indica una parete
solcata da un'enorme e rabbiosa
cicatrice.
Dentro la tuta inizio a respirare
pi forte.
- Ce la vogliamo fare tutta in si-
lenzio?
Chiedo io attraverso il microfono
interno. Lui si volta, mi guarda e
fa un cerchio col dito intorno
alla zona dove, presumibilmente,
sotto la tuta, dovrebbe esserci il
dispositivo di comunicazione.
Rotto, mi fa intendere.
Poi scompare nel vuoto.
Ho appena il tempo di passare da
sudore caldo a sudore freddo che
la terra inghiotte anche me.
Grido, ma la tuta insonorizzata,
quindi mi sento solo io. Spro-
fondo per cinque metri cadendo
di
culo su un mare di piastrelle rotte
e sbeccate.
Guardo il mio collega che si
rialza a fatica, presumibilmente
bestemmiando. Alle nostre spalle
una specie di scivolo di calci-
nacci, tubi dell'acqua e scaglie di
cemento. Mi viene in mente che
questo posto potrebbe crollarci
addosso al primo starnuto. Ri-
caccio indietro l'immagine
mentale. Ci
sono motivi pi seri per morire
qui sotto.
Qualcosa si muove. Solo
un'ombra al confine della ristretta
visuale che mi offre lo scafandro
plastico da trentacinque gradi nel
quale sono intrappolato.
Il mio collega ha gi la torcia in
una mano, puntata a fendere il
buio, e l'arma nell'altra. Tiro
fuori anch'io il fucile e lo punto
verso il nulla.
Rimaniamo cos per quasi un mi-
nuto. Sto per alzarmi e mettermi
a ridere, quando qualcosa
emerge davvero dalla nebbia. Ci
manca poco che me la faccia
addosso.
Poi la cosa parla. Ma lo fa molto
vicino. Come se ce l'avessi a
fianco.
Guardo il piccolo microfono che
mi penzola dall'orecchio sinistro.
- Non sparate! Non sparate, cri-
sto! - Fa la voce.
Una figura a noi speculare si fa
avanti. Avvolta nella tuta non pi
candida, ma lercia e annerita,
con gli occhi ciechi di una mosca
gigante e il respiratore a farlo
sembrare ancor pi grottesco; ho
un'orribile visione di come po-
tremmo sembrare l'uno all'altro.
Mostruosi.
Abbasso il fucile solo quando mi
consegna un tesserino della DDE.
- Klaus Mayer - leggo ad alta vo-
ce.
- S - fa lui - ero nel turno di ve-
nerd con altri due ragazzi. Ci
siamo smarriti, uno cascato di
sotto e l'altro me lo sono perso.
Grazie a Dio siete qui.
- Di dove sei Mayer?
L'altro scatta sui tacchi. O alme-
no ci prova. - Dresda, signore -
risponde deciso. - Sono un
volontario, signore.
- Porca puttana - faccio io.
-- 2424 --
Questo povero cazzone era di
Dresda, dritto, dritto sopra
ground zero. Almeno per quello
che
riguarda l'Europa. La cosa gli
spuntata letteralmente sotto i pie-
di.
- Dove ti trovavi quando
successo, Mayer?
- In citt, signore. Da parenti.
Lo guardo: - E come cristo hai
fatto a sopravvivere?
- Sono nato il 21 luglio, signore,
a mezzanotte in punto.
Ah. Ora tutto chiaro.
- Buon per te - gli dico dandogli
una pacca sulla spalla. - Buon per
te.
Poi penso. Buon per te un cazzo.
Bastardo fortunato.
Mi volto verso il mio collega a
cercare uno sguardo d'intesa oltre
il nero dei nostri visori, ma lui
gi avanti e ci fa segno di muo-
verci. Mi sfugge quando il muto
abbia preso il comando della
faccenda. Mastico una parolaccia
e gli vado dietro.
Lo spettacolo della citt sotto la
citt terrificante. Il vento non
riesce ad arrivare cos in basso e
la polvere sembra una lugubre
neve grigia. Un sudario sporco su
qualcosa di rotto in un garage
abbandonato o marcescente in
una cripta.
Come siamo arrivati a questo?
Non capendoci mai un cazzo di
niente, mi verrebbe da pensare.
Guarda che atteggiamento aveva-
mo prima. Guarda com'eravamo
ingenui, che stupidi. E guarda le
conseguenze.
Adesso se vai a pagina otto di
una rivista trovi solo pubblicit.
Se vai a pagine settantasei di un
quotidiano ci trovi gli AAA
cercasi o un annuncio no profit di
qualche tipo. Non lo noti se non
ci
stai attento. Non ti viene neppure
in mente di cercarlo.
Ma se lo cerchi non lo trovi. I
giornali preferiscono di no. Il go-
verno preferisce di no.
Gente con nomi bizzarri come
Fox, Maga Osiride, Sonny Cha-
kra o Madre Natura, gente col cu-
lo
sull'ultimo gradino dell'informa-
zione, ad un passo dal volanti-
naggio, ora con la stessa probabi-
lit
viene venerata o rinchiusa in
qualche struttura governativa e
interrogata notte e d.
Tizi che parlavano di Mercurio in
opposizione, ora sono i nuovi
messia.
Quando dico a Mayer come mi
chiamo lui fa un balzo di tre me-
tri e rischia di perforarsi il cuore
con un tubo di plastica appuntito.
- Lei quello a cui il cancro ha
ammazzato il padre?
- Lo zio. Specifico io.
- Ma riuscito a vederlo?
- No. Per ho visto mio zio.
- E com'era?
- Divelto. Come la casa.
- E lui? Era ancora l?
- Lui chi?
- Il cancro.
- No. Non so.
- E' vero. Dicono che non lo senti
arrivare. Che muori e basta.
- Consolante.
Un fascio di luce ci permette di
disattivare gli infrarossi. Lo se-
guo con lo sguardo. Viene da
molto, molto pi in alto e mi
permette di distinguere i confini
di una gigantesca camera
sotterranea.
C' qualcosa al centro che mi
viene prontamente indicato dal
collega.
Quattro denti sbeccati che
spuntano dal suolo.
Sembra uno di quei giochi stupidi
in cui devi indovinare la parola
solo con una manciata di
lettere.
Poi la ricostruisco con la mente e
capisco. La porta di Brandeburgo.
Il mio collega fa segno di s e ri-
maniamo tutti e tre a guardarla
per un po'. In silenzio.
Tutto succede terribilmente in
fretta. Il muro a destra della
grotta va in frantumi e una
tempesta
di polvere e detriti ci schianta
indietro. L'ombra che ne esce mi
mozza il fiato e mi taglia le
gambe.
Il mio collega , come sempre,
pi veloce di me. Spara tre colpi
-- 2525 --
e ha pure il tempo di trascinarmi
via, scuotendomi dal mio stato di
catalessi.
Ci piazziamo tutti e tre dietro un
frammento di muro miracolosa-
mente ancora in piedi. Il soldato
Mayer trema dalla testa ai piedi.
Qualcosa si abbatte alla cieca
venti metri alla nostra sinistra. La
vedo chiaramente mentre cerco
di trattenere un urlo e la colazio-
ne. una chela. Lunga trenta me-
tri e larga dieci.
- Che cazzo facciamo?! - grida
Mayer sul baratro dell'isteria.
Cerco di ritrovare un briciolo di
freddezza. Guardo il mio collega.
E lui sembra capire al volo.
Mi fa segno di s.
- Mayer devi uscire - gli dico.
I buchi neri della tuta si girano
verso di me. Posso immaginare lo
sguardo che c' dietro.
- Cosa? - Il ragazzo balbetta.
- Esci! Muovi il culo fuori dal na-
scondiglio. Sei o non sei cuspide?
A te non ti far niente.
- Non provato!
- Senti o cos o aspettiamo che
quella cosa ci seppellisca sotto
due tonnellate di cemento.
Il ragazzo gioca un po' con il fu-
cile, strozza qualche parolaccia,
alcune delle quali mi vedono
protagonista, poi si scaglia fuori
gridando come il Saladino alla
carica.
Noi contiamo fino a cinque prima
di abbandonare il riparo.
La cosa l, davanti a noi. Sa-
rebbe ridicola se non fosse terro-
rizzante. grande come un pa-
lazzo
a due piani. Cancro.
Mira agli occhi. Ma il mio colle-
ga il primo della classe e glieli
sta gi maciullando con scariche
regolari.
La cosa sembra gridare. Le chele
che mulinano a vuoto spazzando
via il poco che resta del
quartiere di Tiergarten. Poi, come
arrivata, se ne va.
Lascia dietro di s una voragine.
Distruzione. E tre tizi ansimanti,
terrorizzati, con i fucili
fumanti e un cuore che sta
cercando di uscire dal corpo dalla
parte sbagliata.
Poi Mayer ride. E rido anch'io.
Pure il collega ride. Lo vedo da
come si muovono le spalle della
tuta. Distribuiamo grandi pacche
sulle spalle. Siamo invincibili.
Ci mettiamo cinque ore a trovare
la strada del ritorno.
- E adesso? - chiede Mayer dopo
un po'.
- Adesso sappiamo che qui
sotto. E che prova dolore.
- Lo staniamo?
- Lo staniamo - sorrido.
- Quanti ne mancano ancora?
- Sei, compreso Toro.
- Il Toro sono cazzi dei Brasiliani
- taglia corto lui.
Io faccio spallucce. Non ha tutti i
torti.
- Perch l'America non nuclea-
rizza queste cose?
Caccio fuori una risata senza gio-
ia: - S, e se Saturno in
congiunzione con Giove manco
lo sentono. E poi l'America ha gi
i suoi cazzi in Asia.
- E che problema c' ad Oriente?
- fa lui cadendo dalle nuvole.
Gli do un paio di pacche
affettuose sulla spalla.
- Mai sentito parlare di calendario
cinese?
'Le Tre Lune III:
Bullets'
Estratto del bando:Quanto si richiede di narrare in
questo terzo concorso uno
scontro, pi che un incontro, una
guerra tra due razze aliene, di-
verse tra loro anche nel modo di
combattere, di aggredire, di ucci-
dere e di morire. Su quale detta-
glio vorr concentrarsi l'autore
ovviamente una sua libera scelta,
-- 2626 --
se descrivere i primi bullets, pro-
iettili, laser di una guerra dei
mondi, o il suo sanguinoso epilo-
go, o anche un singolo duello, un
sacrificio, e cos via.
Guerra!Fabio [email protected] di Stihr 3
78 55' 9.18Nord 134
23'0.23EstVorken si accascio sfinito su diun cumulo di terra bruciata,scrutando torvo l'ammasso dirottamida cui era appena strisciatofuori. Un cazzo di pogrom,penso mentre l'emicrania loassaliva, dovevaessere solo un cazzo di po-grom di ribelli sotto-armati edisorganizzati!Un lavoretto facile, cosi glieloavevano presentato. Ridicoli primitivi che a stentoimbracciano armi a proiettilimetallici erano state leparole delMaggiore.Certo! E poi dal nulla di un canyon, ecco che salta fuori uncazzutissimo BEk34 a farmi unculocos! Mi buttava addosso atomiche! Fottutissime atomiche a basso potenziale come caramelle!Con rabbia si strappo via il
casco di plastoceramicarinforzata e trovandol'ammaccatura che glicausava la fastidiosa pressio-ne alla testa, lo getto assiemeai resti fumiganti del ricognito-re che perpoco non si era trasformatonel suo sarcofago.Lontano chilometri, lassu oltrei contrafforti di basalto dellagola in cui era caduto, ros-seggiava ilcielo di Stihr 3 perennementecongelato in un tramontosenza fine. Laggiu invece,nell'oscuro fondodel fiordo in cui nemmeno laluce osava scendere, Vorken,grazie alle sue retine modifi-cate,ammirava il levarsi di altipinnacoli e l'ergersi di mae-stosi torrioni. Le immaniconcrezioni rocciose,frutto di un'erosione millenaria,in certi punti erano cosi impo-nenti da superare in altezza lostessobordo della forra, svettandocome orridi spuntoni fossilinella luce ardente del solerosso.E proprio fra quelle guglieinfestate da ombre, in cui lanegra oscurita era cosi fitta ecrudele daintimorire persino il sole mo-rente, un cacciatore piu argu-
to di lui si era sistemato inattesa. Era involo da ore e stava ancoraanalizzando i dati e le pocheinformazioni in suo possessoquando ilcomputer di bordo gli avevasegnalato la presenza diun'anomalia. C'era vita lasotto, acquattata daqualche parte tra le ombre.Senza esitare il velivolo si eraquindi silenziosamenteimmerso nel crepaccio.Serpeggiando traguglie e pinnacoli era scesodi diverse centinaia di metri,quando di colpo, dall'alto diuna torre diroccia, un'ombra si erastaccata gettandosi nel vuo-to.Nello stesso istante in cui isensori avvisavano il calco-latore di bordo della presenzaestranea, icircuiti innestati nellacorteccia cerebrale di Vorkensi erano sovrascritti autono-mamente sul pilotaautomatico, proiettandolo di-rettamente nel velivolo. Perl'Incursore Vorken, vestire uncorpo dicarne o uno meccanicoaveva smesso di fare la diffe-renza in guerre lontaneparecchi anni luce edecenni biologici, tanto che
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nemmeno percepi la meta-morfosi dei suoi sensi quandovista, udito,olfatto divennero dati altime-trici e barometrici, rilevatori divelocita, analisi atomichedell'aria escansioni laser-radio.Grazie a cio aveva imme-diatamente percepito tutti idettagli del corpo che stavaprecipitandoverso di lui. BEk-34. Esoschele-tro Biointelligente: un mostruo-so corpo sintetico mosso daun'intelligenza biologica.Indipendente e Autoco-sciente.In una parola: imprevedibile.Con una complicata serie dimanovre lo Shard era riuscitoad evitare l'assalto dell'eso-scheletro,che senza scomporsi si eraancorato nuovamente allaroccia.In pochi femtosecondi ilcorpo biosiliceo del BEk erastato agganciato da trepuntatori laser ementre il cervello biologicodell'Incursore era intento a ri-solvere complicati algoritminel tentativodi prevederne i movimenticome in una abnorme partitaa scacchi, i circuiti su-perconduttorivagliavano trilioni di azioni
possibili per abbattere il nemi-co con la miserabile dotazio-ne d'armi chesi ritrovava. Bisturi laser eamplificatore sonico.Dopotutto la missione non ri-guardava l'abbattimento diMacchine da Guerra e il suopiccoloricognitore Shard era note-volmente inadatto per unoscontro del genere.Con movenze rapidissimel'esoscheletro era risalito lungola parete rocciosa di uno de-gliobelischi basaltici, e mentrealcune appendici lo teneva-no ancorato alla roccia, unaprima salva dirazzi era sfrecciata in aria,subito seguita da una se-conda e da una terza. La vi-rata dello Shard fu inquel momento quasi istintiva,non cosi la precisione del bi-sturi laser che, calibrato almillimetro,squarcio l'involucro esternodegli ordigni, neutralizzandoliuno ad uno senza esplosioni;unotuttavia, evidentemente di-fettoso, detono a mezz'aria.Per un istante eterno, l'oscuritadella gola venne squarciatada un lampo di raggigamma adaltissima energia, subito se-
guiti da un esplosione atomi-ca che arse a quattro milionidi gradi ognicosa nel raggio di un chilo-metro.Compreso lo stronzo infamedentro il BEk.L'onda d'urto susseguente finiil lavoro dell'impulso elettro-magnetico e il piccolo velivo-lod'attacco, con i motori anti-gravitazionali fuori uso si erafracassato sulle pareti diroccia della golaper poi precipitare al suolo.Un vecchio esoscheletro d'assaltorisalente a quando? Alla Guerradei Tre Soli? Vecchio s, masecoli superiore alle loro conoscenze! Dove vuoi che questi scarafaggi l'abbiano trovata tecnologiacos... Deve esserci lo zampinodegli Zercariani.Fortunatamente lo scafo inidrotitanio aveva assorbito lamaggior parte dei colpi e alresto ciaveva pensato la suavecchia armatura da incurso-re. Quasi con affetto Vorkenrimiro la lucidasuperficie nera che rivestiva isuoi arti e ripreso fiato, si alzo.Stringendo i denti e irrigi-dendo i muscoli resistette allaprima ondata di vertiginifinche non si
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affievolirono. Appena il sensodi nausea si fu quietatoconsulto il bracciale compu-terizzato cercandodi rilevare la propria posizione.Dopo qualche secondoimpreco violentemente,calciando lontano unpezzo di metallo.'Fanculo, il fallout causato daquellinsetto disturba ancora il rilevatore. Forsericonfigurandolo...Le dita volarono come falenesulla superficie dello schermoinesistente mentre i sensori suipolpastrelli registravano econvertivano il movimento, insegnale.Non funziona niente, merda.Quelli dellArmeria Generale misentiranno... come si fa ad averetecnologie cos!La rabbia torno a montarglinel petto.Consultando nuovamente loschermo olografico delbracciale visiono i parametrivitali registratidalla pseudo-cute che indos-sava sotto l'armatura e per si-curezza programmo una do-se da 15 mg diSynthkor.Il lieve pizzicore dell'ago ipo-dermico installato nelbracciale fu immediato esubito seguito dauna potente sferzata di
energia.La schiena gli s'inarcoquando i muscoli di tutto ilcorpo si contrassero freschi escattanti, mentreil cervello veniva subissato damiliardi di pacchetti di datisensoriali del tutto nuovi e ilcuoreaccelerava i battitipompando il sangue aldoppio del ritmo.Dopo appena qualche se-condo di ambientamento, lavista gli si snebbio e riusci aragionare dinuovo, assai piu lucidamentedi prima. Come prima cosa sisgranchi velocemente perverificare lafluidita dei propri movimenti.Ottimo, sembra sempre di tornare come giovani... anchel'armatura ha reagito beneall'impatto.Completata l'ultima serie dimovimenti, passo in rassegnale armi che aveva con se e ilviso gli sicontrasse in una smorfiad'insoddisfazione. Coltello dicristallo lagdiano, tre cariched'antimateria eovviamente i tirapugni aimpatto incastonati nellenocche dei guanti.Una pistola sonica o un generatore di campi a microonde non misarebbero per nulladispiaciuti.
Controllo per l'ultima volta ilbracciale, piu per un riflessoche per una vera curiosita,sapendobenissimo di essere troppo vi-cino all'epicentro dell'esplo-sione atomica perche la granparte deisensori potesse funzionare.Ringrazio invece la buonafattura della pseudo-cute,senza la quale ledosi di radiazioni assorbite sa-rebbero state tali dadanneggiare anche il suocorpo potenziato.Proprio allora per una stanacombinazione sinaptica, unagelida consapevolezza locolse.Aspetta... cazzo... i BEk34 sonostati tra i primi modelli di esoscheletro a montare una capsuladi sicurezza antiatomica. Merda!Quellinsetto ancora in circolazione!Una silente esplosione di lucecancello ogni traccia di vita.Ufficio del Magg. Sebek
O'KerstIl Maggiore Sebek vennedistratto dall'aiutante dicampo che entrava nell'uffi-cio. Si, che c'e? chiese conaria tediata, rimettendosisubito al lavoro.L'aiutante, un giovane terre-
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stre in addestramento per igradi di ufficiale, fece un salu-to scattante. E appena giunta la notizia,Signore. E finita. Il CapitanoIncursore Vorken e deceduto.Cichiedono che cosa devonofare del corpo.Il Maggiore si fermo un attimoper squadrare il giovane difronte a lui, il sopracciglio sini-strovisibilmente alzato. ... dei resti del corpo, Signo-re. Il nostro Contatto chiededirettive precise su cometrattare i restidel... Che non tocchi niente. Chesparisca nei Cunicoli assiemeai suoi viscidi compagni e cirimanga. Le misere spogliedel Capitano sono di nostracompetenza.Sul viso del Maggiore spuntoun pallido sorriso. Peccato. Era un bravocombattente. Un ottimo pro-totipo. Avvisa i Costruttori. Inviatutti i datiche abbiamo raccolto inquesti anni. A breve avremobisogno di suoi simili.Mentre l'aiutante stava perandarsene, Sebek sollevoancora lo sguardo. Un'altra cosa disse. Nondimenticarti di trasmettere ilcomunicato stampa sulla
Terra e intutto l'Impero: 'Orrida morteper il Capitano IncursoreVorken, trucidato a tradi-mento a colpi diatomiche. La minacciaZercariana e sempre piu pres-sante. Deve suscitare le piuforti emozioni.Coinvolgi pure i ragazzi dellaPropaganda. Mi raccomandola gente deve riconoscere nelCapitanoil proprio figlio. Sara un'ottimapubblicita... Ah si, e fai erigereStatue d'Onore in tutti i ParchidegliEroi.L'aiutante annui e Sebek si ri-mise al lavoro.Avremo la nostra Guerra, penssoddisfatto.
'Le Tre Lune IV: Belts'
Estratto del bando:Quanto si richiede di descrivere
in questo quarto concorso la
storia che meglio si preferisce, in
cui per far comparire un motore.
Un motore iperfuturistico di un
torpediniere stellare d'assalto e
d'ultima generazione, o lo scas-
satissimo motore di un cargo
interstellare che sta per esalare il
suo ultimo sbuffo di gas di scari-
co; il motore di un missile, di un
mezzo su ruote, cingoli,
subacqueo o svolazzante, non
importa. Non importa neppure se
funzionante o se funziona per un
solo istante.
Abbiamo tempo, tanto
tempo.
Ser Stefano
Il caff scuro. L'ampolla ro-
vesciata, ma la densa colata non
raggiunge il fondo della tazza.
Chung Tai, giovane assistente nel
laboratorio di fisica sperimentale
dell'ONU, ha un'aria
corrucciata, quasi sofferente,
forse dovuta alla baldoria della
sera precedente, o forse
all'impercettibile onda magnetica
che ha attraversato il suo corpo.
Con una mano regge la boccia
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piena di caff, con l'altra la tazza.
Non si muove.
Il collega di Chung, un
afroamericano chiamato da tutti
Tom, per via del nome impro-
nunciabile,
curvo su un portatile all'altra
estremit del laboratorio. Il polli-
ce sinistro schiaccia la Z sulla
tastiera.
Sul monitor si legge .. . La bolla
creata dal motore A.m.o.n
rallenter il tempo all'interno
della
nave, permettendo cos di ovvia-
re al problema dei lunghi viaggi
spaz
Tom in bilico sulla sedia. Le
gambe che poggiano contro il pa-
vimento non si spostano di un
millimetro.
Davanti a lui, un'infinita serie di
pannelli e sensori, e, oltre la
spessa lastra di vetro, la voragine
circolare che contiene il motore
A.m.o.n. Non si riesce a vederlo,
tanta la luce bianca che
sprigiona.
Sopra il laboratorio, ci sono altri
quattro piani dell'imponente
struttura di ricerca dell'ONU.
Ancora
pi sopra, due chilometri di terra
e pietra che compongono il mas-
siccio Nippur.
Uno stormo di uccelli sta proprio
in quell'istante sorvolando la ci-
ma. Le loro ali spiegate sono
ferme, ma i volatili non cadono.
Scendendo dal versante pi cle-
mente del Nippur, attraverso una
larga e anonima strada sterrata, si
arriva alla piccola e ridente citta-
dina di Indra.
Poche auto stanno attraversando
il paese, ma non producono ru-
more, non sembrano essere
nemmeno accese anche se
ingombrano la carreggiata. Di-
versi abitanti sono assorti nelle
loro
abitudinarie mansioni mattiniere,
nessuna destinata a essere portata
a termine.
Francyne ha la mano stretta sullo
straccio, appoggiata alla vetrina
del negozio di alimentari dello
zio. Il suo sguardo fisso sul se-
dere di un giovane del posto, no-
to per la sua fama di bulletto di
paese. Francyne ha sempre avu-
to un debole per gli uomini rudi e
spigolosi. Non sapr mai che suo
marito la sta fissando dall'altra
parte della strada, dal piccolo bar
di Tony, con un bicchiere di Rum
appoggiato sulle labbra adirate. Il
dolce liquore arriva a lambire la
bocca, ma senza entrarci.
Nel retro del bar, il giovane
Spanky, chiamato da tutti Spank
mezzoscemo, stava portando a
lavare
un enorme vassoio di boccali e
bicchieri, ma essendo inciampato
sui suoi stessi piedi, decine dei
recipienti sono stati scagliati in
aria ed prevedibile il fracasso
che non faranno.
La madre di Spank, vive nell'ulti-
ma casa del paese, e non ha mai
smesso di esercitare l'attivit
nonostante i cinquanta anni gi
compiuti.
La testiera del letto ha sbattuto
l'ultima volta contro il muro e
l'ha lasciata avvinghiata al
cliente di
turno pochi istanti prima
dell'arrivo di un violento orga-
smo.
A fianco della casa, la strada che
taglia il paese a met prosegue
diritta come un righello contro
Oldcity per poi ramificarsi verso
le altre numerose cittadine della
vallata.
La pianura, poi un'altra catena
montuosa e un'altra piana. Poi
l'oceano e un nuovo continente
con
altre montagne e grandi distese e
grandi citt.
Pi o meno dall'altra parte del
globo, Kalhea Mosshif, stava co-
struendo uno dei suoi pi grandi
ordigni esplosivi. L'obiettivo il
treno che porta gli studenti israe-
liani nell'universit della capita-
le.
Lo stagnatore ha sigillato l'ulti-
mo transistor della bomba.
La sottile colonna di fumo
argentata che si sprigiona dalla
scheda elettrica terribilmente
maleodorante e rimane imprigio-
nata nell'aria torrida della stanza.
Sopra la baracca di Mosshif due
spennacchiati corvi avevano de-
ciso di appollaiarsi sulla copertu-
ra
in lamiera appena prima che una
strana ondata li facesse vibrare.
I loro piccoli artigli sono tesi in
procinto dell'aggancio, ma
immobili.
Dieci chilometri sopra i corvi,
l'aereo di linea della British
Airline A345HI, sorvola quella
parte di
mediooriente incapace di porta-
re il suo carico di grassi e fa-
coltosi turisti alle Seychelles.
Quattrocento chilometri pi su,
l'Europa 3, stazione spaziale
umana permanente, alle prese
con un
grave problema: una fuoriuscita
di aria dalla stiva materiali.
L'ossigeno che esce da un minu-
scolo foro stato fermato dal
motore A.m.o.n.
Per sempre.
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Nella pancia del Drago
http://www.sulromanzo.it/redazione/andrea-atzori
SSkkaannUUnn nnoonnmmaanniiffeessttooFFaannttaassyy
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FFAANNTTAASSIIAAuunn mmaalleesssseerreeeettiimmoollooggiiccoo
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Diego Di Diovaluta"La Storia Infinita"
Il Giudizio... Di DioSSkkaann LLaa SSttoorriiaa IInnffiinniittaaddii MMiicchhaaeell EEnnddee
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Destinazione stelleo La tigre della nottedi Alfred Bester
Il Libro da rileggereDDeessttiinnaazziioonnee sstteellllee
ddii AAllffrreedd BBeesstteerr
SSkkaann
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Dopo lo straordinario successo di The Heroes
arriva finalmente nelle librerie italiane il pri-
mo, entusiasmante capitolo della trilogia epic-
fantasy di JOE ABERCROMBIEIL RICHIAMO DELLE SPADE(Gargoyle Extra, EAN 97888895417, 1 9 euro, pp.
720. Titolo originale, The Blade Itself, traduzione di
Benedetta Tavani, in libreria dal 28 marzo 2013)
FINALISTA NEL 2008 AL PRESTIGIOSO
JOHN W. CAMPBELLAWARD
THE GUARDIAN "incantevole,
contorto, malvagio"
Teufel si guard alle spalle con diffidenza mentre
l'albino gli slegava i polsi, e fu allora che vide la
mannaia con la lama affilata che riluceva come
uno specchio sotto il bagliore intenso delle
lampade. [. . . ] La sedia stridette sulle mattonelle
quando Glokta scatt in piedi, ignorando il dolo-
re furibondo che sentiva alla gamba sinistra.
"Guardate!", sibil, e spalanc la bocca onde
mostrare al prigioniero l'orrenda vista dei suoi
denti. O di he ne restava. "Li vedete? Li vedete
questi? Dove ne hanno strappato uno sopra, ne
hanno lasciato uno sotto, e viceversa, fino in
fondo. Vedete?" Glokta si allarg le guance le di-
ta, affinch Teufel potesse vedere meglio. "Hanno
usato uno scalpellino minuscolo. Un p per volta,
tutti i giorni. Ci sono voluti mesi". Glokta torn a
sedersi rigidamente, poi fece un ampio sorriso.
"Lavoro eccellente, eh? [. . . ]". Il Reggente della
Zecca deglut, quasi volesse mandare gi il
groppo che aveva in gola. Glokta vide una goccia
di sudore scorrergli lungo la gota. "E i denti fu-
rono solo l'inizio".
In una terra lontana dove la linea di demarcazione
fra Bene e Male sembra perdersi nelle nebbie di
lande desolate, imponenti battaglie decidono le
sorti del regno. Tra bieche intenzioni, debolezze e
gelosie, la corsa al potere sar spietata e non ri-
sparmier nessuno. Cos, quando LUnione reste-
r stretta in una morsa letale (nel lontano Nord,
un barbaro che si proclamato Re si appresta a
invadere il regno; a Sud, il nuovo Imperatore dei
Gurkish sta attuando piani analoghi), tre protago-
nisti vedranno incrociarsi i loro destini.
Logen Novedita, famigerato e sanguinario
mercenario, particolarmente esperto nellarte
della sopravvivenza. Ora per la sua vita mi-
nacciata dal temibile popolo degli Shanka, suoi
nemici giurati. Dopo che il suo villaggio stato
devastato senza piet, Logen si ritrova a vaga-
bondare nello sperduto Nord. Spinto dal consiglio
degli spiriti, si dirige verso Sud per incontrare il
grande stregone Bayaz, il Primo dellOrdine dei
Maghi. Insieme partiranno alla volta di Adua, la
splendente e civilizzata capitale dellUnione.
Nemmeno l, tuttavia, sar al riparo dai pericoli.
Il Libro sullo scaffaleSSkkaann IIll RRiicchhiiaammoo ddeellllee ssppaaddeeddii JJooee AAbbeerrccrroommbbiiee
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Il compito di Sand dan Glokta, Inquisitore di
sua Maest, quello di sgominare i traditori per
eliminare il marcio dalla societ. Si diletta nel
catturare e torturare le vittime che il suo superio-
re, lArcilettore Sult, gli indica per i suoi scopi.
Tanto spietato da essere in grado di spezzettare in
parti piccolissime il braccio di un uomo, si tro-
vato da entrambi i lati dellequazione e ora sa be-
ne sin dove pu spingersi la tortura.
Jezal dan Luthar un giovane bellimbusto dal
sangue nobile. Il suo animo pusillanime agitato
da vizi e squallide ambizioni. Tra laute bevute in
compagnia degli Ufficiali della Guardia del Re e
facili conquiste sessuali, si prepara per il torneo di
scherma che si indce ogni anno ad Adua. Vuoto e
superficiale, la sua vita agiata di nobile spocchio-
so si stravolge quando incontra Ardee West, una
ragazza di classe sociale inferiore, che lo irretisce
in un amore disperato e viscerale.
Ovunque aleggiano oscuri poteri in grado di ince-
nerire il mondo. Sar il grande stregone Bayaz ad
avere il compito di salvare lUnione e di contra-
stare il male con i suoi artefici magici. Ma, in
fondo, esiste davvero una linea di demarcazione
fra Bene e Male?
Terso come una cronaca, aguzzo come un coccio
di bottiglia, spietato come la guerra: lo scrittore
Joe Abercrombie non si fa mancare davvero
nulla. Inserendosi nel solco della migliore tradi-
zione fantasy (si pensi, ad esempio, alluso
dell ironia e del cinismo, preziosa eredit di R. R.
Martin e alla riattualizzazione del canone
Tolkien), lautore abbandona incantesimi e stra-
ne creature, in favore di un realismo schietto e
disincantato, a tratti comico. Nessuna cronistoria
di eroi, dunque, ma la brutale e precisa descrizio-
ne di imponenti battaglie. Una narrazione fiume,
densa di sangue e di mistero che scorre via senza
intoppi, un intenso romanzo dal respiro corale do-
ve i protagonisti tessono astuti piani e a guidarli
ununica, ferrea logica: quella della guerra.
Joe Abercrombie nasce a Lancaster nel 1974.
il 2002 quando, allora studente di Psicologia
allUniversit di Manchester, pensa di scrivere
una trilogia fantasy e inizia la stesura del pri-
mo episodio. Trasferitosi a Londra, lavora co-
me montatore freelance e produttore di format
televisivi di vario tipo e termina di scrivere
quello che diventer The Blade Itself. Dopo
aver incassato lo scetticismo di alcuni degli
agenti letterari pi influenti del Regno Unito,
Gollancz (storica etichetta britannica famosa
per essere, tra gli altri, leditore di George
Orwell) ne acquista i diritti, vincolando
Abercrombie a pubblicare lintera serie per un
giro daffari a 7 zeri. AThe Blade Itself(2007)
seguono Before They Are Hanged e Last Argu-
ment ofKings (2008). La trilogia The First Law
si rivela un enorme successo tra i lettori anglo-
sassoni. The Blade Itself, in particolare, un
vero e proprio boomerang editoriale:
Abercrombie viene riconosciuto come miglior
nuovo scrittore fantasy ed finalista al presti-
gioso John Campbell Award, moltissimi Paesi
inoltre acquistano i diritti del volume. Sempre
Gollancz pubblica i romanzi - singoli e
ambientati nello stesso mondo di The First Law
- Best Served Cold (2009) e The Heroes (2011).
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L' Book nell' ReaderBB llaacckk TTeeaa aanndd OO tthheerr SS ttoorriieessddii SSaammuueell MMaarroollllaa
SSkkaann
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Narrativa InterattivaGGiiooccaarree ppeerr lleeggggeerrEELLeeggggeerree ppeerr ggiiooccaarreeddii MMaarrccoo VVaallllaarriinnoo
SSkkaann
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Darkiss! Il bacio del vampiro:un orrore interattivo di Marco Vallarino
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Narrativa InterattivaNNeell pprroossssiimmoo nnuummeerroo......AAllaaddiinnoo ee lleeppeerrllee ddii ssaaggggeezzzzaa
SSkkaann
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Giovanni BuziintervistaBruno Baronchelli
Collezionismo5588..000000 ffaannttaassttiicciippeezzzzii ddii BBrruunnoo BBaarroonncchheelllliiSSkkaann
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VALE PIU' di mille paroleLady Steam
SSkkaann
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VALE PIU' di mille paroleTunnel
SSkkaann
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&&SSkkaannAAMMAAZZIINNGGMMAAGGAAZZIINNEE
SSkkaannnnaattooiioo ssppeecciiaallee XXVVIIVVeennttiiqquuaattttrr''oorreeccoonn lloo sscciieennzziiaattoo ppaazzzzooSSkkaannnnaattooiioo eeddiizziioonnee XXVVIIPPeerr cchhii ssuuoonnaallaa ccaammppaannaa
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L a f a i n aSSkkaann
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P r e s e n z eSSkkaann
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I l p r i m or i n t o c c oSSkkaann
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T r e e t r eq u a r t i
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Le somi-
glianze tra questo e il mio
racconto pubblicato nel numero
precedente precedente, Il cimi-
tero degli elefanti,
sono dovute al
fatto che, almeno
idealmente, il pro-
tagonista lo stes-
so.
Le note sono solo
le fonti delle cita-
zioni, quindi non
spezzate la lettura
andando a cercarle.
GIENAH
Requiem in Mi Minore per la
morte di un cigno
L'uomo che non ha musica nel
cuore ed insensibile ai melo-
diosi accordi adatto a tradi-
menti, inganni e rapine.
I moti del suo animo sono
spenti come la notte, e i suoi
appetiti sono tenebrosi come
l'Erebo.
Non fidarti di lui. Ascolta mu-
sica.
[William Shakespeare, Il
Mercante di Venezia]
La fredda luce di Gienah gioca-
va tra le colonne del portico,
accarezzando gli archi con dita
pallide.
Il ponte secondario della Luin
non si limitava a riprendere
l'architettura della fiorentina
Loggia dei Lanzi: l'edificio ori-
ginale era stato prelevato pezzo
per pezzo dalla Vecchia Terra,
per poi essere riassemblato
sulla fregata sotto la supervisio-
ne dell'Arca delle Arti.
Seduto al suo Steinway, gli
occhi chiusi, Mathias ascoltava
il cuore della stella pulsare.
La musica era un Presto in mi
minore, ripetuto in cicli brevi e
suadenti. Il battito d'ala del Ci-
gno.
Introduzione in fortissimo con
sestine cromatiche. L'attrazione
eccentrica della sua
compagna invisibile.
Figure in pianissimo.
Scale ascendenti. La
rapidit del moto
proprio.
Coda in prestissimo.
Il fondersi dell'elio in
ossigeno e carbonio.
Chiusura in Mi mi-
nore.
Leoni di marmo vegliavano la
sua estasi mentre dava vita a
quella partitura cosmica.
Percep l'arrivo di Polissena
ben prima che gli fosse
accanto. Il suo passo delicato
suonava in Re bemolle, triste e
nobile come un preludio di
Chopin.
Termin il passaggio pro-
lungando l'ultima nota e si
volt a guardarla. Lei sorrise
appena, i capelli umidi a
incorniciare il viso arrossato
dal gel della criostasi. Sembra-
va una naufraga scampata alla
Ventiquattr'ore con losscciieennzziiaattoo ppaazzzzooSSkkaann
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tempesta e non una delle donne
pi potenti della Coalizione.
Mathias la trov bellissima.
- Ben svegliata, Proconsole -
disse, senza alzarsi ma conti-
nuando a sfiorare distratta-
mente i tasti in una melodia
soffusa. - Non era necessario
raggiungermi con questa
urgenza.
Lei sembr non ascoltarlo, lo
sguardo fisso sulla sfera
incandescente.
- questa dunque? - la sua era
poco pi di un sussurro.
L'uomo annu, pur capendo la
retorica della domanda.
Si alz, affiancandola. Le pos
una mano sull'avambraccio nu-
do, poteva sentire le sue vibra-
zioni attraverso la pelle
accordarsi ai moti violenti
dell'animo.
La donna gli afferr il polso, lo
strinse senza mollare la presa.
- Ora parlate.
Lui esit. - stato un lungo
viaggio, forse dovreste. . .
- Vi prego - la presa divenne
una carezza mentre le loro dita
si intrecciavano. - Vi prego
Mathias, ho bisogno di sapere.
Poteva sentire il suo dolore, la
dolcezza e la disperazione.
Kierkegaard scrisse che l'animo
dell'uomo una casa a pi pia-
ni, ma nessuno sale fino a
quelli nobili. Avrebbe dovuto
essere l, Kierkegaard, nel cre-
puscolo di quel sole morente.
- D'accordo.
Accanto a loro Patroclo mori-
va, intrappolato nel marmo.
- - -
Al loro primo incontro Lucius
gli sembr tutto, fuorch uno
scienziato.
Nella penombra della cappella,
suonava il Mater Innocentiae
con trasporto carnale. Gli
scherzi cromatici delle vetrate
trasformavano il suo viso
scarno, travolto dalla passione,
in una grottesca maschera bu-
colica.
Mathias rimase ad ascoltarlo
rapito e al termine dell'esecu-
zione lui gli sedette accanto.
Non si present, n si volt a
guardarlo. - S dentro ai lumi
sante creature, volitando canta-
vano, e faciensi or D, or I, or L
in sue figure - declam, senza
staccare lo sguardo dall'Adora-
zione dei Magi. - Prima,
cantando, a sua nota moviensi;
poi, diventando lun di questi
segni, un poco sarrestavano e
taciensi.
- Dante - rispose Mathias, rico-
noscendo la musicalit della
terzina prima delle parole.
L'uomo sorrise. - Le anime
cantano regolando il proprio
volo. Chiarore e armonia, un
melos che manifesta la vera
Luce.
- E come giga e arpa, in
tempra tesa di molte corde, fa
dolce tintinno a tal da cui la
nota non intesa.
In quell'istante, senza neppure
conoscersi per nome, capirono,
dopo infinite vite, di essersi
trovati.
- - -
Quando smise di parlare,
Mathias si accorse di tenerle
ancora la mano.
Per tutto il racconto Polissena
non aveva distolto lo sguardo
da Gienah. Era rimasta immo-
bile, sfidandola a trafiggerla
con i suoi strali.
- Non mi aveva mai parlato di
questo vostro primo incontro -
la sua voce vibrava ora in Sol.
Malinconia, gelosia forse.
- Eravamo giovani allora.
- Lo ero anch'io quando lo
incontrai. Giovane e stupida -
ribatt amara. Poi si volt e ini-
zi ad avviarsi verso il fondo
del portico. - Vado in cabina a
cambiarmi.
Mathias accarezz il coperchio
del pianoforte, senza staccare
gli occhi dalla Proconsole. -
Alla fine voi che ha scelto.
- Siete un pessimo bugiardo - le
volte inghiottirono l'eco dei
suoi passi.
-- 7373 --
Pranzarono nella serra-giardi-
no, sotto una tenda di glicini.
Polissena indossava un sempli-
ce prendisole acquamarina, se-
condo la moda estiva di Nuova
Rinascimento. Lo chiffon
sbocciava lasciando libere le
spalle e la morbida curva del
seno.
Mathias le sedeva di fronte,
avvolto nelle severe vesti
purpuree dell'Accademia
Ambrosiana.
Servitori meccanici si muove-
vano silenziosi e agili tra i tuli-
pani in fiore, i volti coperti da
baute dorate.
- Lucius mi raccont che fu un
vostro concerto a ispirarlo, a
dargli uno scopo - disse Polis-
sena, alzando il calice di vino
per contemplarne il colore.
Sul tavolo tartufi e funghi pro-
fumavano l'aria.
- - -
Si rividero otto anni dopo, su
Barnard.
Mathias sedeva sotto le volte
affrescate, ancora scosso
dall'esecuzione del Capriccio
di Stravinskij. Aveva suonato su
un Bechstein appartenuto allo
stesso maestro, soffrendo a
ogni accordo per la dolorosa
pienezza delle note.
Lucius gli sedette accanto, co-
me se nulla fosse, come se il
tempo si fosse fermato a quel
pomeriggio nella Cappella de-
gli Scrovegni, sulla Vecchia
Terra. Come se si conoscessero
da sempre.
- La musica rende ogni
ascoltatore un poeta - sospir
in una nuvola di fumo. La sotti-
le pipa di morta gli dava
un'aria vagamente bohemien. -
Ha un potere che non rivela
nulla, se non la dicibilit
dell'indicibile.
- La musica il solo dominio in
cui l'uomo realizza il presente -
rispose Mathias, stando al gio-
co. - Ci libera dall'imperfezio-
ne della temporalit. Solo nel
tempo possono aver luogo il
peccato, l'errore, il fallimento.
Solo nel tempo la significazione
diventa non solo possibile, ma
addirittura necessaria - poi si
alz per tornare in scena.
Quella notte si amarono sotto
le coltri purpuree dell'aurora
gassosa.
Fu un atto dolce e violento, la
variazione di Odile.
Pi tardi, nell'enorme vasca di
marmo, Lucius gli disse il suo
nome.
- Quindi sei uno scienziato? -
chiese Mathias, giocando con
le gocce sul suo ventre glabro.
Lui aveva diluito del sapone tra
le mani per soffiare nell'aria
bolle arcobaleno.
- Sono un ascoltatore, come te.
Mathias gli sal a cavalcioni,
spingendolo fino al collo
nell'acqua tiepida. - E cosa
ascolti? - disse cercando le sue
labbra, mentre udiva l'eccita-
zione salire in un Crescendo di
fiati.
- La voce dell'universo.
- E cosa ti dice?
Lui l'aveva attirato a s. - Suo-
na una musica. E vorrei che tu
mi insegnassi a tradurla.
- - -
Il sorbetto al lampone si scio-
glieva nelle coppe di cristallo.
- Hic est enim calix sanguinis
mei, novi et aeterni testamenti -
pens Mathias.
Il sole artificiale avvolgeva la
serra in un tepore pomeridiano.
- Quindi eravate con lui su Me-
dina, a progettare Genauer? -
chiese Polissena. Si era tolta le
carpe e camminava a piedi nudi
tra i fiori.
- Odiava quel nome - Mathias
rise al ricordo. - Lui lo chiama-
va la mia perla.
La donna prese un un soffione
tra le dita e liber nell'aria in
candidi semi.
- Chiamava cos anche me.
- - -
Knigsberg scrisse che le
sensazioni sonore sono belle
-- 7474 --
sole se pure, per questo riesco-
no a rendere intuibile la forma
nella maniera pi precisa
3
.
Passarono quattro anni a lavo-
rare sul programma, tradu-
cendo la sinestesia di Mathias
in formule e schemi.
Lucius non volle un laboratorio
vero e proprio, scelse una
grande tenuta da hidalgo sulle
scogliere di Safa. La mattina si
vegliavano presto ma la sera,
al tramonto, abbandonavano i
codici e i macchinari per
scendere in spiaggia a vedere i
soli inabissarsi all'orizzonte.
Spesso rimanevano l fino a
notte fonda, abbracciati sul ba-
gnasciuga, il vento caldo del
Kidr a scompigliare i capelli.
Ogni mese Lucius raggiungeva
il teleporter per Nuova Rina-
scimento dove si tratteneva il
tempo necessario a riferire ai
finanziatori lo stato del pro-
getto.
- - -
- Tornava a casa - sussurr
Polissena. - Tornava da me.
- - -
Al suo ritorno Lucius portava a
Mathias dei piccoli regali, di
solito spartiti o libri cartacei di
autori dimenticati. La sera, pri-
ma di coricarsi, leggevano poe-
sie alla luce spettrale dei globi
falena.
Tutto quello che nasce di na-
scita mortale
deve essere consumato con la
terra
per levarsi dalla generazione
libero:
allora che cosa ho a che fare
con te?
I sessi sono sorti da vergogna e
orgoglio,
soffiati al mattino, sono morti
la sera;
ma la piet ha cambiato la
morte in sonno
e i sessi si sono alzati per lavo-
rare e piangere.
4
Mathias chiudeva gli occhi
ascoltando la melodia dei loro
cuori, un Notturno che lo culla-
va sulle onde dei sogni.
Una mattina d'autunno venne
svegliato da una nota grave, il
La di un fagotto. Dopo un
istante il suono si ripet
un'ottava pi alto.
Nel salone Lucius ballava con
le mani alzate mentre dalle
grandi casse Genauer traduce-
va in musica la pulsazione del
nucleo di Medina.
- Eppur si muove! - grid,
prendendo Mathias tra le
braccia. - Eureka!
Caddero a terra ridendo e
piangendo. Attorno a loro un
andante d'archi raccontava
storie millenarie racchiuse
nella memoria del pianeta.
- la sua voce - singhiozz Lu-
cius, nascondendo il viso tra le
mani. - la sua voce.
Iniziarono a viaggiare oltre i
confini della Coalizione,
sondando i pianeti della Nebu-
losa de Mairan, oltre la Spada
di Orione.
Ascoltavano le storie di quei
giganti ancestrali, memorie di
eoni custodite tra atomi in
esplosione.
Per Dante musica e Logos si
fondevano in un elemento uni-
co, quell'uno e due e tre che
sempre vive, e regna sempre 'n
tre 'n due e 'n uno, non circuns-
critto, e tutto circunscrive
4
.
Un movimento che non si ri-
solve, perch ogni volta gi
tornato al proprio irrisolvibile
inizio e quindi capace di dire lo
stesso orizzonte intrascendibile
dell'esistere.
Stavano ascoltando la voce di
Dio attraverso la sua creazio-
ne.
- - -
- Non avrei saputo dire quando
accadde - disse Mathias in tono
cupo. Camminava, tenendo
Polissena per mano, sotto il
-- 7575 --
pergolato. - Una notte mi sve-
gliai e lui era l, seduto alla ta-
stiera dello Steinway, collegato
a Genauer. Suonava
l'intermezzo del Rach 3 e lui, il
pianeta, gli rispondeva. Allora
capii che eravamo andati oltre.
Lei si ferm. Raccolse un
grappolo d'uva e si volt a sfio-
rargli le labbra con un acino
scuro.
- Quando te ne andasti torn da
me - per la prima volta smise il
tono formale, imposto dalle ri-
spettive cariche. - Ma era
troppo tardi.
Mathias schiuse le labbra,
mordendole con delicatezza le
dita. Il frutto era aspro, come la
sua pelle. - Non ho pi avuto
sue notizie per vent'anni.
- - -
Quando Lucius torn a casa
Polissena cap di averlo perso
per sempre.
Qualsiasi cosa fosse stato suo
marito era rimasto da qualche
parte, tra quelle stelle che
ormai considerava le uniche
degne della sua parola.
Passava giorni interi nel
pantheon che aveva fatto co-
struire per contenere Genaur,
contornato da enormi antenne
puntate verso l'infinito.
Senza mangiare n dormire
suonava melodie sconosciute e
inquietanti, poetiche di mondi
lontani.
Lei aveva cercato di blandirlo
con dolcezza, di aggredirlo con
rabbia o di sedurlo. Inu-
tilmente.
Alla fine si era arresa.
Lo osservava scomparire oltre
un velo invisibile, mano a mano
che quelle conoscenze intra-
smissibili con la parola o
l'intelletto rodevano la sua
mente.
Poi, un giorno, senza preavviso
lui scomparve.
Solo una frase, scarabocchiata
in fretta su un pezzo di carta, a
testimoniarne l'esistenza.
Eterni, allegro sento il vostro
richiamo. Dettate veloci alate
parole e non temete di rivelare
le vostre cupe visioni di
tormento
5
.
- - -
- Quanto gli resta ancora? -
chiese Polissena. La sua voce
era ora triste come un lieder di
Mahler.
Erano tornati nella Loggia, tra i
grandi leoni.
Mathias osserv la stella. - Non
saprei, ma credo che stia per
superare il limite di Chandrase-
khar. Potrebbero volerci centi-
naia di anni, o forse millenni.
Cos' il nostro infinito se non la
scansione di un respiro di Dio.
Le prese il viso tra le mani e le
baci le lacrime. Lei sorrise,
strofinando la guancia sul suo
palmo.
Mathias riprese. - Dal nostro
addio non l'ho pi rivisto. Mi
ha inviato solo una registrazio-
ne prima di lasciare il sistema
di Deneb. La voce del nucleo di
Gienah tradotta da Genauer: tre
sole note.
Polissena si rannicchi tra le
sue braccia come una bambina.
- E cosa dicevano?
- Non da solo. Non voglio mo-
rire da solo.
Note:
1: Dante Alighieri, Paradiso,
Canto XVIII
2: Dante Alighieri, Paradiso,
Canto XIV
3: "Pi preciso", in tedesco
appunto Genauer
4: William Blake, A Tirzah
5: William Blake, Preludio al
libro di Urizen
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R i t r a t t o d if a m i g l i a
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Domande retoricheSSkkaann
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Dark Side
PPeerr cchhii ssuuoonnaa llaa ccaammppaannaaLLaa ffaaiinnaa ddii SSooll WWeeiinnttrraauubbPPrreesseennzzee ddii aannaarrkk22000000IIll pprriimmoo rriinnttooccccooddii PPoollllyy RRuusssseellllTTrree ee ttrree qquuaarrttii ddii NNoozzoommii 22..00VVeennttiiqquuaattttrr''oorree ccoonn lloosscciieennzziiaattoo ppaazzzzooGGiieennaahh ddii SSooll WWeeiinnttrraauubbIInntteerrffeerreennzzee ddii SSmmiillooddoonnMMoorrttaa ssoolloo uunnaa ppaarroollaaddii PPoollllyy RRuusssseellllDDuuttttiilliitt nneeuurroonnaallee ee ssoorriiaannaaddii RRoovviiggnnoonnVViiaa ddeellll''IInnffiinniittoo nn..88ddii CCrriissttiiaannoo RR..OOhh BBllaacckk BBeettttyyddii mmaasstteerr__rruunnttaa
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