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Sogni Di Cristallo Maggio 2014

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Sogni Di Cristallo Maggio 2014

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  • Maggio 2014 - n. 14Periodico dinformazione

    EssErE pap oggi

    Confesso: mi ci sono voluti almeno 3 anni di lavoro mentale e 40 anni di et per finalmente convincermi che era giunto il momento di fare un figlio. Perch non basta cercare e trovare la persona giusta per farlo, non basta avere una certa sicurezza col lavoro o un minimo di stabilit, bisogna averci un po di testa. Almeno, dal punto di vista di un ingegnere. Ho sempre pensato, e spesso continuo a farlo, che bisogna essere pazzi a mettere al mondo un figlio oggi, e perch c la crisi, ma cosa far da grande, ma ci sar ancora un po dacqua pulita con tutto sto inquinamento, e quanti miliardi saremo a sto mondo tra ventanni, e se un giorno mi vuole andare al Grande Fratello?...

    I Sogni di CristalloCon il patrocinio di

    il Consiglio di Zona ha concesso il patrocinio riconoscendo il valore sociale del progetto editoriale, strumento di promozione delle capacit delle ragazze e dei ragazzi

    Numero speciale Uomo

    s inceramente, mi aspettavo che mi costringessero a questa intervista, che per me una fatica. Dopo le guerriere (vedi Sogni, Marzo 2014), i costrut-tori. Costruttori perch cos che li vedo io, per come li seguo quotidiana-mente, per come ho imparato a percepirli ed apprezzarli. Conosco molto bene le loro storie (per questo mi costa fatica intervistarli), storie che da una decina danni, per una piccola (piccola?) parte sono anche le mie. Dire che sono la mia seconda fami-glia non affatto esagerato, anzi, in termini di tempo trascorso insieme, forse anche la prima; e quante sere li porto a casa, se non proprio loro, i loro pensieri, le loro preoccupazioni, le loro vittorie. A volte mi chiedo chi sono per loro. Spesso mi sento un fratello maggiore, una spalla su cui poggiare la testa nei momenti di sconforto; talvolta, di rado e con tremore, un padre che incoraggia a non mollare, che indica la possibilit di una strada, che sprona a non arrendersi; sempre, perch il mio ruolo che in qualche modo lo impone, un accompagnatore al destino.

    Dopo leguerriere tocca ai costruttori

    FatiCa? tanta. arrEndErsi? mai!

    Intervista a pagina 2

    Lorenzo Zacchetti, presidente Commissione sport Zona 7

    vErso LE quotE aZZurrE?

    voci in piazza

    di roberto Cerabolini

    di Giancarlo Bocchi

    A pagina 12

    A pagina 2

    A pagina 3

    di Giancarlo Volont

    i l regno dei padri tramontato. Il padre a cui eravamo abituati non esiste pi, siamo agli albori di una nuova era familiare che oggi pi che mai grida il bisogno di un assetto nuovo. Que-sto il tema affrontato nella conferenza or-ganizzata dal centro culturale di Milano che aveva come ospiti Massimo Recalcati (psicanalista di scuola lacaniana) e Franco Nembrini (rettore dellistituto La Trac-cia). Lincontro era incentrato appunto sulla necessit di un ripensamento della fi-gura del padre, dove il concetto di paterni-t si estende oltre i confini della biologia.Non molto tempo fa quando un insegnan-te entrava in classe, gli alunni si alzava-no in piedi e il silenzio si diffondeva in un istante. Era la forza della tradizione a scatenare questa reazione automatica di ri-spetto. Oggi questo rispetto non dovuto a priori, ma va guadagnato. Non esiste pi una tradizione cos forte ed inutile pen-sare come riacquisirla perch quel tempo finito. Allo stesso modo ha cessato di esistere il padre-padrone, luomo la cui parola era legge, che non poteva essere in-franta e tantomeno messa in discussione.I padri di oggi sono diversi.

    di Jacopo Mancini

    A pagina 2

    La paternit non veicolata dal sangue ma dalla trasmissione di senso

    La Caduta dEi padri

    una rivoluzione antropologica

    passionE sportivaE impEgno soCiaLE

    spietati, autocritici, instancabili

  • Pagina 2 Maggio 2014 - n. 14I Sogni di Cristallo

    Un fotogramma del film di Clint Eastwood Gran Torino

    La Caduta dEi padridi Jacopo Mancini

    Poi quando arriva la notizia della gravi-danza, dopo i primi momenti di panico, comincia il processo vero e proprio di ela-borazione di tutte le possibili complicanze, vicissitudini, possibili libert che verranno a mancare e, naturalmente, il classico amico che c gia passato e che ti dice che nien-te sar pi come prima, a cominciare dalle notti insonni. Il tutto finisce quando leroica madre, che durante la gravidanza, oltre al pargolo in grembo, ha dovuto sopportare il di lui pa-dre, decide di pulire le finestre di casa alle 2 del mattino (sembra che sia un riflesso incondizionato delle future mamme alla 39a settimana di gestazione) e allimprovviso si rompono le acque, svegliandomi di so-prassalto. Naturalmente la prima cosa che ho pensato stata quella di pulire il parquet nuovo...E quindi nato Lorenzo ed stata la cosa piu naturale del mondo: imparare a pren-derlo in braccio, fargli il bagno, scaldarlo durante i primi mal di pancia... devo dire anzi che in queste cose il pap stato ben pi pronto e spontaneo che non la mamma. Lorenzo cresce e il pap cresce con lui. Per-ch se vero che ad un bambino tentiamo di insegnargli tutto, lui ci ricambia con cose che ci eravamo completamente dimentica-ti: la semplicit, la spontaneit, la sincerit e soprattutto la curiosit, che io ritengo la qualit piu importante che un essere umano, a qualsiasi et, debba avere: ecco, Lorenzo, come ogni bambino credo, un concentrato di curiosit. Il mio obbiettivo principale quello di cercare di mantenere in lui viva questa curiosit. Non facile...Se ripenso oggi a tutte le paure e le tituban-ze che mi hanno accompagnato prima del parto, mi viene da ridere, soprattutto quan-do guardo mio figlio, e vedo quanto bene mi faccia la sua presenza.Avevo dimenticato un importante premessa iniziale: sono il pap piu felice del mondo.

    Giancarlo Bocchi

    C i che salta subito allocchio che asso-migliano molto di pi ai loro figli: si vestono come loro, giocano con gli stessi ap-parecchi tecnologici, parlano come loro e cos via. questa la caduta della differenzia-zione generazionale di cui si parla tanto, a volte in modo del tutto superficiale. questa la perdita dellautorit pater-na che troppo spesso scatena spregevoli e idioti sentimenti nostalgici per i bei tempi andati in cui i figli ascolta-vano i padri ecc.. Massimo Recalcati, oltre a rammentare le bacchettate sulle mani della maestra delle elementari e al-tre punizioni psico-fisiche che era buon costume infliggere a dei bambini, evince dalla sua esperienza personale un aneddoto che illustra molto bene il tipo di sguardo che dominava allinterno di quel-la generazione: un giorno alla scuola elementare la maestra domanda ai bambini quale sia la bellezza del fuoco. Le risposte dei giovani alunni sono le pi svariate, alcune divertenti, altre poetiche, altre ancora sorprendenti. La mae-stra li riprende: Non capite niente, avete sbagliato tutti. La bellezza del fuoco sta nel suo movimento. Non cera che ununica risposta giusta, nientaltro. Tutto il resto era falso, non contava nulla. Insomma non risulta difficile cogliere le gravi mancanze di unepoca dominata da una fi-gura paterna autoritaria. Dun-que la risposta non tornare indietro, cosa che per altro risulterebbe impossibile, data la rivoluzione antropologica senza precedenti che stiamo attraversando e la sempre pi complessa stratificazione del nucleo familiare. Ci che dobbiamo fare guardare avanti e ripensare il padre dai piedi. Come? Ricordan-do che sono essi stessi figli prima ancora di essere padri. La paternit non vincolata dal sangue, ma dalla trasmis-sione di senso. Padre colui che lascia una testimonianza, che riesce a trasmettere il de-siderio, o pi semplicemente, la passione per la vita. Alla

    EssErE pap oggi Segue dalla prima pagina

    Segue dalla prima pagina

    quello di aprire laccesso a una dimensione idolatrica del bambino, che induce a can-cellare lo spigolo duro del no, cio a eliminare il limi-te e assecondare la richiesta compulsiva del godimento immediato. E inoltre scatena angosce nuove, come quelle relative alle capacit presta-zionali dei propri figli, per cui i figli diventano delle mac-chine produttive, e si arriva a demonizzare il fallimento. Si cerca di eliminare ogni difet-to, ogni anomalia, non c pi tempo per lo sbandamento o il fallimento, si corregge ogni imperfezione fisica, bisogna uniformare, livellare. Abbia-mo dimenticato che quello che conta davvero amare la stortura. Amare il difetto come il talento, le attitudi-ni come le bizzarrie, perch sono questi i particolari che ci rendono ci che siamo, diver-si da tutti gli altri.Allo stesso modo abbiamo dimenticato cosa significa avere fiducia nei propri figli. Significa essere disposti a perdere tutto, tutti i progetti e le aspettative che abbiamo co-struito su di loro, per lasciarci sorprendere e amare ogni loro passo, perch sar loro e di nessun altro.

    radice di mol-te patologie giovanili tro-viamo lo spe-gnimento del desiderio. I ragazzi affetti da depressione (malattia che non era mai stata cos diffusa come oggi tra i giovani) o dalle pi varie forme di dipendenza hanno serissime difficolt a desiderare. Per i pazienti co-stantemente connessi a og-getti tecnologici esperienze come lo scambio, il sapere, lamore perdono di significa-to. E il momento della scon-nessione diventa traumatico perch si trovano soli col pro-prio desiderio, e non sanno che cosa desiderano.La vita si accende solo gra-zie a una passione, che si trasmette per contagio. Non si pu comunicare a paro-le il desiderio di vivere, di scegliere, di amare. Si tratta di gesti, di atti. Questa la testimonianza che un padre lascia a un figlio che non ha pi il sostegno della tradizio-ne a cui aggrapparsi. Ed per questo motivo che ognuno di noi ha pi padri e pi figli. Clint Eastwood rappresenta benissimo questo concetto di genitorialit adottiva nei suoi ultimi film. La rivoluzione antropologi-ca a cui si accennava sopra evidente se si pensa che un tempo il bambino, una vol-ta venuto al mondo, doveva adattarsi alle regole del siste-ma familiare, mentre oggi lui a dettare legge e la fami-glia si adatta alle sue richieste. Il rischio di questa dinamica

  • Maggio 2014 - n. 14 Pagina 3I Sogni di Cristallo

    FatiCa? tanta. arrEndErsi? mai! Segue dalla prima pagina

    da sinistra: antonio, giancarlo, alessandro (in primo piano), max e rosario

    m i piace definirmi cos, trovo sia la formula pi giusta per dare un nome al mio lavoro. Certo io non ho la pretesa di educare nessuno! Ai costruttori vo-glio davvero un gran bene. E mi sento assoluta-mente ricambiato. Alcuni tra loro hanno cono-sciuto i miei di casa, con loro ho condiviso una delle pi belle gioie personali degli ultimi anni (non rideteci sopra, una cosa terribilmente se-ria!): sabato 22 maggio 2010, insieme al colle-ga (meglio, al fratello) Davide che li ha accom-pagnati, a qualche mio amico, di quelli giusti, di quelli che ... siamo venuti su insieme, ab-biamo sofferto e gioito per la vittoria dellInter in finale di Champions League. Ricordo gli ab-bracci (anche a mia moglie, che di calcio non capisce nulla, a Giacomo, bardato e felice di condividere labbraccio, fasciato nella sua ma-glietta nerazzurra, alla Nico, stupita e partecipe di tanta familiarit e tanta gioia); ricordo, pri-ma del brindisi, le lacrime (proprio io, che non piango mai). Ricordo... no, basta! Queste sono altre storie, che porter sempre nel cuore. Sono qui per raccontare le loro. Perch costruttori, direte voi? Perch hanno, quasi senza saperlo, la temperanza dei saggi, la costanza degli inar-rendevoli, il buonumore - ed anche il cattivo - di tutti i comuni mortali. Spietati con se stessi, talvolta quasi demolitori, ma pronti a ripartire al minimo accenno di incoraggiamneto. Instan-cabili. Autocritici. E sempre in ricerca. Fatica? Tanta. Arrendersi? Mai!Il primo ricordo forte dei miei 5 anni. Mio nonno, bronzista, di ritorno dal lavoro, che mi invita a vedere un documentario su Marco Polo alla tele. uno degli ultimi ricordi che ho di lui. mancato non molto tempo dopo. Que-sta, il buon max non laveva mai raccontata. E poi mio padre, che mi ha fatto conoscere il mondo dellATM. Quarantanni di lavoro, tutti nella stessa azienda. Se giro per Milano senza problemi, lo devo a lui. La sua famiglia, lo si capisce bene, non c pi, da tempo vive una scelta di corresponsabilit condivisa, insieme ad altri come lui. Un pensiero anche alla mam-ma: Mi ha educato alla correttezza: risento ancora i suoi insegnamenti, li porto nel cuore. Ho ricordi vivissimi di quando ero ancora pic-colo, solo qualche anno fa non avrei immagi-nato che rosario potesse esprimersi con tanta lucidit. Sono stato adottato dagli zii allet di due anni. La mia famiglia era davvero mol-to povera. Ho avuto una vita piena di ostacoli. Non ho ancora finito di superarli, anzi...Oh, ma mi sono capitate anche cose belle, eh?. la volta di alessandro. Di tutti il primo che ho conosciuto quando sono ar-rivato. Facciamo finta di niente, ma stia-mo diventando, insieme, lui grande ed io vecchio. Fino alla quarta liceo ho avuto unesistenza tranquilla, con un percorso scolastico soddisfacente. Poi la scoperta di un ritardo mentale, presente sin dalla nascita, connesso a problemi presentati-si subito, di cui ignoravo lesistenza. A diciotto anni ho dovuto reinventarmi la

    vita. Molti di quelli come me - lo dice senza rabbia - sono indirizzati ai corsi professionali finanziati dalla regione; il problema furono so-prattutto i successivi tirocini, per me rivelatisi un fallimento. Enzo ha una faccia simpatica e sofferta, che racconta molto della sua vita. Non un grande oratore, ma non posso non menzionarlo. Ho 48 anni, Fraternit e Amici-zia lho conosciuta tramite mia sorella, che mi ha presentato Sara (Endrici, coordinatrice della nostra sede principale, NdR). Adesso lavoro al laboratorio e al giornale, e mi trovo bene. Poi c antonio. Quando qualche anno fa ha fatto la sua scelta, sofferta, voluta e pondera-ta, di lasciare la famiglia per andare a vivere in una contesto di autonomia, ho avuto lonore e lonere di accompagnarlo nel suo trasloco. nata da allora unamicizia ed una confidenza che supera anche il fatto che sia un accanito bianconero. Sto scherzando. Antonio, invece, schiarisce la voce e si fa serio. Ho 31 anni. Allet di 6 ho subito un incidente domestico, che ha lasciato parecchi strascichi fisici e psi-chici, oltre a un pesante conflitto, non pi risol-to, con mio padre. A 12 anni, i servizi sociali, causa un litigio proprio con lui (quante botte ho preso quella volta), decidono di allonta-narmi da casa. Ho passato un anno in collegio. Forse anche per questo che, sparita la figura di mio padre, mi sono cos attaccato al nonno, una persona che non scorder mai. morto che facevo la prima superiore, ma lo porto sempre con me. Ora sto imparando a capire chi sono, a valorizzare i miei pregi, ad accettare i miei difetti. Amo lo sport, pratico il calcio, sono fi-danzato da un anno e mezzo (con Sivia occhi blu, una delle guerriere, per intenderci), ho un lavoro, essendo stato assunto in Fraternit e Amicizia. C molto pudore nel loro modo di raccontarsi, nessun desiderio di riscatto, solo voglia di poter costruire qualcosa di utile, per s e per gli altri. Come riuscite a convivere con la vostra disabilit? Le prime risposte danno lidea di una serena accettazione. Poi, la sen-

    tenza che non ti aspetti, dolorosa come una sassata: La vivo come un macigno! Non sono ancora riuscito ad accettare lidea di avere un ritardo mentale. Sono come un ciclista che non riesce a vedere la fine della salita. Mi consola lamore della mia fidanzata, ma non ho ancora intorno a me il mondo che vorrei. Ma vi vole-te un po di bene? Perch se non vi volete bene voi per primi, difficilmente troverete chi ve ne vuole. Diciamo la verit, si fa una gran fati-ca a volersi bene, perch non ci si accetta mai fino in fondo. Io non riesco a superare la mia disabilit, tutti i giorni una sconfitta. Faccio davvero poco per volermi bene, ma spero sem-pre di imparare a farlo. Ci sono delle cose che fanno parte di me, della mia storia. Se ci penso, sento che queste cose mi hanno sempre in qualche modo limitato. E quante riflessioni sui se: Se non fossi nato cos povero... Se mio padre mi avesse accettato per quello che ero... Se ce lavessi fatta a finire almeno la scuola... Se i miei genitori ci fossero ancora.... Se tutto questo fosse accaduto in maniera diversa, rac-contereste unaltra storia.A proposito di se: se vi dessero un minuto di notoriet, uno solo per, cosa fareste, che di-reste in quel poco tempo? Direi che sentirsi amati la cosa pi bella del mondo. Parlerei di come sono, farei uno spot sulla disabilit, senza vergogna. Se diventassi famoso per un minuto, mi piacerebbe andare alla tele e dire: chi mi trova una casa in Giappone? Non so perch, ma il Giappone mi piace un sacco!. Io griderei la mia urgenza di essere amato! E scusate se poco. Gira che ti rigira, lamore il motore del mondo: e allora, con le donne, come la mettiamo? Sono la colonna sonora della nostra vita. Croce e delizia? Molto croce, io non le capisco. Delizia, se pensia-mo anche alle belle educatrici che abbiamo. Le donne? Misteriose, complicate, difficili da raggiungere... in una sola parola: meravi-gliose!. Unultima domanda: la lampada di Aladino vi permette di esaudire due vostri de-sideri. Quali? Il coro unanime: Sposarsi e lavorare! Semplici e concreti, come dei veri costruttori. Lintervista finita, usciamo sul balcone, per chi fuma tempo di una sigaretta. Ci guardiamo negli occhi, il balcone d proprio lidea di stare sulla stessa barca. Li passo ad uno ad uno con lo sguardo, sti benedetti ra-gazzi. Sono molto di pi di ci che han rac-

    contato, la loro dignit non ha prezzo. Rientro, ripongo il registratore, metto in borsa gli appunti presi. Si avvicina Antonio: Lo so che ti dimenticherai, ma ci terrei tanto se scrivessi che il mio soprannome Bobo. Dicono che somiglio un po a Vieri. Non me lo sono dimenticato, cos come non mi dimentico di voi. Cammino al vostro fianco, compagno di viaggio chiac-chierone ed un po ingombrante, in questo bizzarro cammino che la vita. Finch si pu, vediamo di non perderci di vista.

    di Giancarlo Volont

  • Pagina 4 Maggio 2014 - n. 14I Sogni di Cristallo

    passionE sportiva E impEgno vErso i pi dEboLiSport e politica sono strettamente intrecciati in tutto il mondo. Nelson Mandela ad esempio grazie al calcio e al rugby riuscito a conciliare neri e bianchi sotto una stessa bandiera

    LorEnZo ZaCChEtti, prEsidEntE CommissionE sport di Zona 7

    continua a pagina 5

    E letto nel Consiglio di Zona 7, Presiden-te della Commissione Sport, Benesse-re, Tempo Libero, Qualit della Vita e Polo Multifunzionale Zonale, dal 2012 Lo-renzo Zacchetti responsabile dellarea Sport e Associazioni del PD dellarea metropolitana milanese. Lo abbiamo incontrato nel suo stu-dio, durante una pausa di lavoro.giornalista con formazione psicopedagogica, politico e quantaltro, con un forte interesse, sicuramente motivato da unaltrettanta forte passione, nei confronti dello sport, che probabilmente il fulcro attorno al quale ruotano un po tutte le sue molteplici attivit. Ce lo conferma?Certamente. Fino ai 38 anni non mi sono mai occupato di politica, almeno come impegno diretto. Con Giuliano Pisapia invece nata la possibilit di mettere a frutto la mia passione per un progetto di tipo sociale e politico legato alla citt di Milano.

    Come avviene il suo passaggio da una formazione psicopedagogica a quella della carta stampata e successivamente, per usare un termine da calciomercato, il trasferimento alla politica? sono passi e ritmi assai differenziati.Sono state tutte cose molto legate tra loro. La passione del giornalismo la coltivavo sin da piccolo, facendo cose per puro divertimento, per passione. Ma il servizio civile, svolto in una comunit per minori, mi ha aperto le porte di un mondo a me fin l sconosciuto. Ho con-seguito nelle scuole il diploma di educatore, lavorando in questo settore per ben nove anni. Nel frattempo, il tarlo del giornalismo, come si suol dire, mi rodeva dentro. Ho cominciato a seguire il calcio dilettantistico (che mio fra-tello ed io praticavamo da giocatori) tramite una rivista di settore che cercava collaboratori.

    Ora sono pi di quattordici anni che proseguo questa attivit con entusiasmo; sono passato dai campi di periferia alla Champions League, fino ai Mondiali di calcio. Ho diretto riviste importanti, ho conosciuto il mio idolo, Zinedi-ne Zidane (centrocampista di Juventus e Real Madrid, grande regista della nazionale fran-cese, storica la testata a Materazzi nella finale mondiale del 2006, NdR)... alla fine credo di fare politica tenendo vivi i miei interessi pri-mari, la passione nello sport e limpegno verso i pi deboli.

    Lo sport e la politica sono mondi apparentemente lontani, eppure in qualche modo lei riuscito a conciliarli. Come stato possibile?Eppure lo sport e la politica sono molto intrec-ciati, ci sono storie di sport che molto hanno a che fare con la politica, almeno in senso lato. Berlusconi, nato in un altro settore lavorativo, non forse diventato famoso, ancor prima che per la politica, per il Milan? Di questi forti le-gami tra sport e politica esistono fenomeni in tutto il mondo. Lo sport, in fondo, un modo, un angolo di visuale, attraverso il quale osser-vare il mondo, un atteggiamento mentale che ha a che fare con le regole, nei confronti di se stessi e degli altri, con il superamento dei propri limiti, con lallenamento e la disciplina. Pensate alla storia di Nelson Mandela: grazie allo sport (calcio e rugby in particolare) riu-scito a conciliare neri e bianchi sotto una stessa bandiera. Ci sono, non lo nego, anche esempi negativi, si pensi a quegli ultras che si rifan-no ad ideologie aberranti, violenti anche nelle loro manifestazioni, ma ci che mi propongo di mettere in luce la parte positiva di questo connubio. Un esempio: se noi crediamo che Milano debba essere pi aperta e inclusiva per tutti, ecco, lo sport pu risultare un ottimo mez-

    zo per arrivare a dei buoni risultati su questo fronte.

    milano tra sport ed Expo: un nuovo stadio (quasi sicuramente quello che costruir il milan), una nuova propriet (thoir nuovo presidente dellinter), la rinascita di una leggenda (le mitiche scarpette rosse dellolimpia milano, che sta tornando a fare capolino anche in Europa). milano si appresta davvero a diventare una citt dello sport e per lo sport?Questi cambiamenti in atto stanno effettivamente di-

    ventando realt. Tuttavia mi sento di affermare che Milano non ancora una citt dello sport. Lo diventer, ma non lo ancora.A livello di impianti c una carenza di fondo ancora preoccupante: lOlimpia costretta a giocare ad Assago, per mancanza di un palaz-zetto adeguato in citt. C un grande movi-mento di base, ma a livello di eccellenza non ancora possibile competere con altre grandi citt europee, purtroppo molto pi avanti di noi. A Londra ci sono undici stadi, a Milano uno solo, e pure coabitato, del quale lUEFA a tuttoggi, non ha ancora confermato lasse-gnazione della finale di Champions League del 2016. San Siro non ancora adeguato agli standard europei, non lo neppure Milano, come dicevamo, ma lo pu diventare. Expo una grande occasione, credo che i privati che sono coinvolti in questa vicenda debbano fare la propria parte, per risolvere, insieme, tutta una serie di problemi legati soprattutto alle in-frastrutture: manca una piscina olimpionica, un palazzo del ghiaccio (la squadra di hockey sta anche meditando di cambiare citt), del palaz-zetto abbiamo gi detto... le cose da fare sono davvero tantissime.alcuni redattori del nostro giornale con Lorenzo

    Zacchetti, al centro della foto

    politica e societ

    a cura della Redazione

  • gni dalla sola pubblicit, che viene distribuito cio in maniera gratuita e mirata, e si pu sfo-gliare anche online, allindirizzo http://cham-pionscity.blogspot.it .

    da comuni cittadini, piange un po il cuore vedere dei pezzi di storia di milano, stiamo parlando dellarena Civica e del velodromo vigorelli, caduti quasi nel dimenticatoio. possiamo sperare in un loro recupero o comunque in una loro riqualificazione?Sul Vigorelli (oggi usato soprattutto per il fo-otball americano) un anno e mezzo fa cera gi pronto un piano di rilancio, che prevedeva la messa a bando per la riconversione del Vigo-relli da velodromo ciclistico a impianto multi-

    funzionale. Que-sto progetto, non certo un colpo di testa di questa amministrazio-ne, anzi, frutto di studi accurati di settore, stato bloccato da una serie di ricorsi per via della ri-mozione della pista. Allo stato attuale, lipotesi pi probabile quella di un re-

    stauro conservativo della pista, che purtroppo la-scer pi o meno le cose come stanno. SullArena c unattenzione diversa. stata recentemente re-staurata la Sala Appiani, dove si affacciato persino Napoleone Bonaparte (che in unoccasione fece allaga-re lintero bacino dellAre-na per poterci allestire una battaglia navale); vista la sua particolare ubicazione, in pieno centro a Milano, ne dovremo studiare luso

    insieme alle societ di casa, innanzitutto la FIDAL (Federazione Italiana di Atletica Leg-gera) e al Brera Calcio (che usa limpianto per alcune partite interne).

    Con una vita cos impegnativa, trova ancora il tempo di accostarsi alla pratica sportiva?Seppure con fatica, la risposta s. Riesco an-cora a trovare il tempo per correre, a piedi o in bicicletta (amo pedalare lungo la pista ciclabile del Naviglio), anzi ultimamente in palestra mi dedico soprattutto ai pesi, io che mi sono sem-pre e solo dedicato al calcio.

    Pagina 5I Sogni di Cristallo

    Segue da pagina 4

    C ancora posto per uno sport praticato dal basso? quali possono essere le iniziative della politica attraverso le quali tutte le categorie di cittadini, tra le quali ci mettiamo pure quella nostra di persone disabili, siano messe nelle condizioni di partecipare alla pratica sportiva?Si pu fare tantissimo! Si succedono i governi, ma mai nessuno che nomini un Ministro dello Sport! una scelta di civilt che probabilmente invece non viene ritenuta cos meritevole dai nostri governanti, compresi quelli del passato. Fare sport sta diventando difficile per tutti, non solo per i disabili. Eppure le cifre dello sport di base sono confortanti, perch, nonostante la crisi, i praticanti non accennano a diminuire. Cosa si potrebbe fare, quindi, da subito? Innanzittutto, in-centivare gli altri sport, non esiste solo il calcio! La scuola deve diventare gestore atti-vo e costruttivo delle attivit sportive, magari istituendo, sul modello degli Stati Uni-ti, borse di studio sportive. Inoltre, credo che una defisca-lizzazione totale delle spese dello sport aiutereb-be molto le famiglie, con significativi be-nefici per leconomia stessa (studi di setto-re svolti oltreoceano dimostrano come, per ogni dollaro in-vestito nello sport, ci sia una ricaduta di cinque dollari in termini di rispar-mio per la colletti-vit, perch chi fa sport si ammala di meno, conduce una vita pi regolata, viene meno a contatto, ci riferiamo soprattutto ai gio-vani, con fumo, alcool, droga, criminalit, ecc.), riducendo di fatto anche la spesa sanitaria.

    Ci parla di Champions City, il bimestrale di cui direttore? la mia ultima iniziativa intrapresa in campo giornalistico, un connubio tra quelle che sono le mie esperienze ed i miei interessi. Volevo fare un giornale sportivo con lambizione di porre la medesima attenzione sullo sport da co-pertina e su quello di base, con una particolare attenzione a Milano ed alla Lombardia. una bella esperienza, che sta avendo buoni riscon-tri, in un periodo nel quale la carta stampata non gode certo di buona salute. Ho optato per un giornale free-press, che trae i propri guada-

    Coppi e bartali allarrivo del giro ditalia 1947 al vigorelli e un dipinto dellarena civica nei primi dell800

    DireFareBaciare

    Con larrivo della bella stagione nuove proposte di tempo libero promosse dal CEntro di intEgraZionE soCiaLE, a partire da sabato 10 maggio.

    Il Centro LE aLi dELLa LibErt prevede dal 24 al 31 maggio il Progetto Corallo, straordinario viaggio sul Mar Rosso, a Marsa Alam attraverso la formula dei Fuoriusciti.La sezione Forse ritornano - soggiorni e vacanze propone un fine settimana a Monterosso, nellincantevole paesaggio delle Cinque Terre, dal 31 maggio al 2 giugno.

    Il CEntro sportivo itinErantE disabiLi ha avviato il nuovo progetto socialmente sportivi con lo scopo di rendere lo sport accessibile al maggior numero di utenti. Il progetto, della durata di sette mesi, promuove, con corsi a cadenza settimanale, 4 diverse discipline sportive: Canottaggio, Judo, Ginnastica Ritmica e Basket. La partecipazione alle diverse discipline sar gratuita.

    Numerosi, inoltre, gli appuntamenti sportivi del mese di maggio per gli atleti del CENTRO SPORTIVO ITINERANTE DISABILI:Sabato 10 maggio: giornata finale del campionato della Coppa Lombardia FISDIR.Sabato 17 maggio: giornata conclusiva della Super League promossa da Play Day.Domenica 25 maggio: evento conclusivo del progetto Sportivamente Insieme presso loratorio S. Pier Giuliano a Baggio. Aspettiamo, come sempre, numerosi i supporters per condividere delle giornate allinsegna dello sport e del divertimento.

    i nostri eventi per i prossimi giorni nellarea di milano e non solo

    Camilla Sannazzari e la Redazione

    pEr uLtEriori inFormaZioni: www.fraternitaeamicizia.it, email: [email protected],tel. 02.4985558.

    intErvista a LorEnZo ZaCChEtti

  • Pagina 6 Maggio 2014 - n. 14I Sogni di Cristallo

    A cura della Redazione

    usarE tutti i mEtodi ChE La sCiEnZa disponE

    La definizione di omeopatia che

    meglio corrisponde medicina

    centrata sulluomo. Una medicina

    personalizzata, pensata

    appositamente per il singolo

    individuo

    indovina chi viene a cena

    i l dottor De Chirico ci ri-ceve nel suo ampio stu-dio, che emana odore di buono. I volumi della sua am-plia biblioteca testimoniano della sua grande esperienza professionale, e la sua persona emana un senso di tranquilli-zante saggezza, mista ad una giusta dose di umanit. Perci lo intervistiamo come un ami-co autorevole che pu aiutarci a fare chiarezza su alcuni temi riguardanti la salute.Ci racconta un po di lei e di come la medicina omeopatica diventata il cuore dei suoi interessi professionali.Mi occupo di medicina ome-opatica da pi di 30 anni, ne venni a conoscenza nel 1978. Ne sono rimasto immediata-mente incuriosito, perci me ne sono occupato da subito, continuando nel tempo a fare corsi, seminari, aggiornamen-ti. un mondo che ho in-contrato casualmente - allora eravamo davvero in pochi a conoscerlo e praticarlo - e che mi ha affascinato, in quanto mi veniva data la possibilit di curare la persona e non solo la malattia. Oggi il medico omeopata potrebbe essere de-finito come il vecchio medico di famiglia, che ascolta, cono-

    sce, d consigli, non necessa-riamente prescrive farmaci.

    Come definirebbe lomeopatia? a cosa serve, in modo particolare?La definizione che meglio corrisponde medicina cen-trata sulluomo. Una medi-cina personalizzata, pensata appositamente per il singolo individuo. Quando si parla di omeopatia, non si deve pensare solamente ai cosid-detti rimedi omeopatici, ma anche, ad esempio, alla fi-toterapia, allorganoterapia, allomotossicologia. una medicina ormai, come si suol dire, sdoganata nella mentali-t comune, seppure le autorit scientifiche non siano concor-di. Lodierna medicina tradi-zionale fa ancora opposizione a capire come possa agire una sostanza che non contiene nulla, unacqua che contiene molecole, un granulo di latto-sio che contiene forse qualche molecola. Questa opposizio-ne si manifesta in parte anco-ra su un piano ideologico, ma soprattutto in quello economi-co: dal momento che le cure omeopatiche rappresentano circa il 10% del fatturato far-maceutico nazionale, molte aziende si sono, diciamo cos, riciclate nella cosiddetta te-rapia naturale (fitoterapia ed erbe); esiste anche un altro aspetto non secondario, per il quale, attraverso una serie di cavilli burocratici tutti italia-ni, viene impedita e sovratas-sata la fabbricazione e la pro-duzione di rimedi omeopatici.

    Lomeopatia una disciplina dinamica? Che progressi si sono ottenuti in questo campo e quali sono le prospettive per il futuro?Lomeopatia nasce nella se-conda met del XVIII secolo, dallesperienza di un medico del tempo, Samuel Haene-mann. Sua la definizione di principio di similitudine del

    intErvista aL dott. dE ChiriCo, mEdiCo omEopata

    siamo lieti di invitarvi allevento artistico promosso in collaborazione con la Casa delle donne

    divErsamEntE donnaanche le disabili sono donne

    Seguendo la nostra filosofia che promuove lArte senza Etichette, levento preveder la partecipazione di diverse artiste che accompagneranno le ragazze talentuose di Fraternit e Amicizia. Lincontro avr luogo nel pomeriggio di venerd 6 giugno presso la Casa delle Donne in via Marsala, 8 a Milano.Levento patrocinato dal Comune di Milano.

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    Anche le disabili sono donne

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    continua a pagina 7

  • Maggio 2014 - n. 14 Pagina 7I Sogni di Cristallo

    il professor tommaso de Chirico con i ragazzi della redazione

    farmaco (similia similibus curantur), secondo il quale il rimedio appropriato per una determinata malattia dato da quella sostanza che, in una persona sana, induce sintomi simili a quelli osservati nella persona malata. Tale sostanza, detta anche principio omeo-patico, una volta individuata viene somministrata al malato in una quantit fortemente di-luita. Il protocollo di cura di questi principi allora formu-lati venne chiamato materia medica. Da allora la materia medica rimasta immutata; quindi, sotto questo aspetto, lomeopatia non dinamica. Tuttavia ho personalmente sperimentato, nel corso della mia lunga attivit di medico, come le persone siano cam-biate, e di conseguenza come le risposte alle cure si siano col tempo modificate, vuoi per unesigenza, da parte dei pazienti, di guarigioni il pi veloci possibili, vuoi perch qualcosa cambiato nellor-ganismo umano stesso (ci si ammala pi facilmente, si assiste a un esponenziale au-mento, soprattutto nei bambi-ni, delle malattie allergiche e delle intolleranze). Da questo punto di vista la risposta per-sonalizzata che pu dare lo-meopatia assai dinamica.

    ritiene che la medicina integrata possa essere alleata e sinergica alla medicina pi tradizionale?Assolutamente s. La possibi-lit di usare tutti i metodi di cui la scienza medica dispone un arma potente che deve essere messa a disposizione a seconda delle necessit di ciascun paziente.

    non trova che il concetto di salute si stia trasformando, in maniera assai pericolosa, in unesagerata e non giustificabile idea di efficienza fisica?Il concetto di salute sta-to recentemente modificato dallOrganizzazione Mondia-le della Sanit (O.M.S.) e si riferisce al benessere psico-fisico di un soggetto nel suo ambiente naturale. unaf-fermazione generica: una persona pu godere di buona salute, e ciononostante esse-re infelice, perch non trova uno sbocco lavorativo, affet-tivo, psicosociale. La salute in senso fisico sottointende un equilibrio energetico, tale per cui nella persona che si ammala (perch impossibile non ammalarsi) avviene una reazione, spontanea o dovuta a pochi accorgimenti, derivata dalla propria forza vitale. La salute un equilibrio instabi-le, la convivenza e la reazio-ne agli eventi ed ai traumi che possono accadere nella vita di ogni individuo.

    molti sostengono che i rimedi omeopatici sono paragonabili allacqua fresca e che pertanto agiscono solo come un placebo. Come si risponde a queste illazioni?Il fatto che sia un placebo non di per s negativo. Ma rispetto a un placebo (una semplice soluzione di acqua e zucchero, oppure qualche goccia dacqua mista ad al-cool), c qualcosa di diverso che le fa agire. La prova che a volte non funzionano, a vol-te danno risposta immediata. Gli animali danno delle buone

    risposte alle terapie omeopa-tiche, e non solo il cane ed il gatto, ma anche la mucca, il coniglio, il cavallo, gli anima-li dallevamento in genere. difficile pensare ad un effetto placebo anche su di loro.

    Qualche curiosit finale: perch i rimedi omeopatici non hanno il foglietto illustrativo? possono essere prescritti solo da medici? Esistono filoni differenti dellomeopatia? perch lomeopatia costa, o sembra che costi, cos tanto? Non c foglietto perch possibile curare con lo stesso farmaco malattie diverse; do-vremmo fare confezioni mol-to pi ingombranti solo per poterci inserire il bugiardino, come viene familiarmen-te chiamato. Certo, i rimedi possono essere prescritti solo da medici, proprio perch, come avviene in altri campi, solo lesperto in grado di suggerire modi, tempi, quan-tit di somministrazione. Per quanto riguarda i filoni, esiste unomeopatia unicista, che d un solo rimedio per volta, ed una pluralista, che d due-tre rimedi, finalizzati per lo pi allorgano o allapparato delluomo. Esiste anche la medicina complessista, che altro non che un rimedio omeopatico, prescritto su una base di una diagnosi precisa, che contiene pi rimedi ome-opatici. Le cure omeopatiche sono care? Dobbiamo riferirci soprattutto alle terapie com-plesse, antroposofiche e omo-tossicologiche. La vera ome-opatia, quella unitaria, quella, per capirci, di un solo rimedio alla volta, viene venduta a prezzi assai abbordabili, sui 5-8 euro al tubetto. E quindi alla portata di tutte le tasche.

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  • Pagina 8 Maggio 2014 - n. 14I Sogni di Cristallo

    di ??????????????????

    Poco oltre un anno dalla sua morte pubblichiamo unintervista uscita nel 2007 sulle pagine de il Corriere Vinicolo

    Chiamale se vuoi emozioniil maestro Luigi regianini, grande surrealista praticante

    in riCordo di uno straordinario inContro

    un pesce azzurro mollemente adagiato sopra i tetti di abitazioni congelate da un incantesimo, unimponente chioc-ciola che scivola maestosa indifferente al mi-nuscolo ragazzo che le accanto, una candela-faro cieco in balia di un cupo mare tempestoso, figure deformi dalle carni lacerate, il ghigno della morte che affila la sua falce mietendo teste... Entrati in punta di piedi nello studio milanese del maestro Regiani-ni, certamente tra i pi grandi pittori surrealisti, siamo subito investiti da bagliori penetranti come lame di luce. La pittura di Luigi Regianini sempre estrema, non si pu rimanere indifferenti alla sua arte. Non solo i quadri-denun-cia delle miserie umane colpi-scono con violenza, ma anche la poesia pu essere struggente fino alla sofferenza. Ma quan-do sincomincia a vacillare, ecco intervenire in soccorso del nostro animo scosso due straor-dinari messaggeri, uno alquanto diffuso nelle opere del maestro, cio lironia, laltro asso-lutamente costante: la preziosit e bellezza dellarte pittorica. La sua maestria impres-sionante, a tal punto da rendere meraviglioso persino lorrido. Tutto si fa armonia. Questa sensazione, apparentemente contrastante, saccosta alliniziale sbigottimento dinnanzi ad associazioni di oggetti e loro dimensioni assolutamente irrazionali. Ma superato que-sto iniziale smarrimento, operazione del resto

    semplicissima poich evidente la grandezza dellartista, allora tutto diventa chiaro, logico, coerente. Abbandonando pregiudizi, false verit esteti-che e mondi preconfezionati si attiva il nostro inconscio, quello pi autentico, risvegliando quel senso di fragilit che da sempre accom-

    pagna luomo. Altri mondi si rivelano e quello di Regianini appartiene proprio a questa dimensione di purezza. La sua arte ci consente di sentire le vibrazioni pi intense; un viaggio emozionale straordi-nario attraverso le atmosfere tragiche dellInferno, il roman-ticismo della Valle dellamore, la malinconia del tempo arche-ologico della Valle del passato. Certo, bisogna aver voglia di scrollarsi di dosso tanta pol-vere, quella dellindifferenza e dellottusa abitudine, ma fatta

    questa scelta il compenso straordinario poi-ch ogni quadro pu regalare una rivelazione. Cos, il desiderio damore e di slancio genero-so dellartista nei nostri confronti si materializ-za puntualmente. Regianini capace di colpire in modo diretto con un linguaggio esplicito e di grande sintesi (vedi so-prattutto la produzione pi recente), ma al-trettanto abile nellac-compagnarci lungo i sentieri di un mondo incantato fatto di det-

    tagli. Ecco allora i tanti oggetti-simbolo, di per se stessi innocenti ma se contestualizzati for-temente evocativi. C violenza, orrore,poesia, malinconia. Urla e silenzio. C luomo con i suoi falsi miti, le sue meschinit e lurgenza di un riscatto che non pu pi attendere. Pena, il non ritorno da una dimensione di barbarie. La denuncia di Regianini intensa, dolorosa

    ma anche in una dimensione di sofferenza si pu restare incantati osservando il mi-racolo della vita e una rosa pu fiorire tra le ro-vine di una citt-giungla. Lassurdo si fa poesia.

    Il maestro ci acco-glie nel suo studio gonfio di dense atmosfere surrea-liste; inquietante il manichino-donna alla sua sinistra. Alle spalle, la pa-rete dipinta nell86,

    esplicito invito a entrare nel suo mondo. Re-gianini disponibile ma evidente che stiamo sottraendo tempo al suo lavoro dartista, anche se in realt lui resta centrato nello straordinario mondo del profondo, tant che ci racconta del bisogno di realizzare a breve unopera che rap-presenti due massicci e deformi (come nel suo

    di Marco Mancini

    dallalto: il gasometro, 1987 - olio su telaLapocalisse, 1982 - olio su tela

    da sinistra:il primo amore, 1969 - olio su telaLa valle degli eremiti, 1969 - olio su tavola

    autoritratto, 1969

    continua a pagina 9

  • Maggio 2014 - n. 14 Pagina 9I Sogni di CristalloChiamale se vuoi mozioniil maestro Luigi regianini, grande surrealista praticante

    Marco Mancini

    stile) gladiatori nellatto di ammaz-zarsi (sbudellarsi, immaginiamo), quale simbolo della guerra, delluo-mo contro luomo. Maestro, cosa significa oggi il termine surrealismo?Il surrealismo filosofia, religione, vita. Fare questa scelta vuol dire indagare ci che sotto lepidermide della realt ed entrare nel profon-do. Per questo motivo non sar mai una cor-rente commerciale, tant che i veri pittori sur-realisti sono decisamente pochi. Come si pu collocare storicamente questa corrente artisti-ca? Secondo i critici questarte gi superata poich il suo momento storico vitale viene col-locato intorno agli anni Trenta. In realt, riten-go che il vero surrealismo abbia inizio molto prima, gi dalla pittura degli angeli di Bosch e andr avanti anche in futuro poich un modo di raccontare la vita vera.

    Come nasce regianini surrealista?Ho iniziato questo genere subito dopo lAc-cademia, nel 52, anche se ho frequentato molto la scultura: due anni con Manz e due con Messina, per non ho mai fatto lo scultore poich non mi dava la possibilit di creare il mondo che sentivo. Come potevo fare le nuvo-le nel cielo o le sedie alte come grattacieli? Ho insegnato per tanti anni, ho fatto pubblicit e cartoni animati. I pittori allora erano pochissi-mi, mi ricordo Clerici, Lanfranco. Mi riferisco ai surrealisti figurativi e non a quelli astratti, poich anche Dova si definiva surrealista. Dal mio punto di vista questarte deve esternare pa-esaggi, visioni in un linguaggio esistente.

    Come si sviluppa il processo creativo?La visione nasce improvvisamente nella mente ma in modo sfumato, unidea; poi, nel tem-po, queste immagini cominciano a pulsare, a

    Lultima confessione, 1987 - olio su tavola

    premere fino a diventare nitide. Tutto ci non ha nulla a che vedere con la dimensione onirica ma il risultato di una analisi della realt, non certo di tipo scientifico, sono intuizioni. un continuo indagare sulla nostra esistenza, sulle-sistenza di dio, sul perch della morte. lurlo di chi si trova in mezzo a tragedie inspiegabili. il tentativo di capire lenigma della realt che ci circonda. Per me il surrealismo unesigen-za di denuncia, solo cos mi sento uomo e non bestia. Le assicuro che una notevole fatica, un grande impegno ma non posso farne a meno.

    Fino a che punto il suo messaggio-invito a migliorare moralmente questa societ viene compreso?Le racconto una vicenda che ricordo con gran-de piacere. Diversi anni fa dipinsi loperaio-ro-bot quale denuncia della condizione di lavora-tore ridotto a numero allinterno di una catena di montaggio, un mostro meccanico pulsante di vita. Con grande sorpresa scoprii che il mio lavoro era stato riprodotto dalla CGIL per an-nunciare una manifestazione. La stranezza del-la mia opera era stata pienamente compresa per ci che rappresentava: una denuncia reale.

    diversi critici accostano il suo nome a quello di dal, uno tra i pi geniali artisti del XX secolo.Negli anni Cinquanta fu allestita a Milano una straordinaria mostra dedicata a Dal, fu allora che ebbi la conferma della legittimit della mia arte. Il suo quadro sulla rivoluzione spagnola lo rende immortale, anche se non apprezzo un certo suo modo di operare che ne ha caratteriz-zato un determinato periodo di attivit.

    viviamo in una societ consumistica che dedica poca attenzione alla spiritualit, eppure luomo continua ad avere bisogno dellarte.Larte unesigenza delluomo sofferente, che si pone problemi, dubbi, che vive inquietudini, poich un quadro comunque consolatorio, trasmette un senso di pace e benessere. Larte ha un effetto molto simile a quello della fede. La persona che non si pone domande non ha bisogno dellarte.

    Segue da pagina 8

    Luigi regianini

    Le Ali della LibertIl Centro Le Ali della Libert, durante tut-to lanno, compreso il periodo estivo, pro-pone a persone con fragilit o disabilit intellettiva e/o psicorelazionale, week-end, vacanze, soggiorni studio, campi intensivi di autonomia attiva e viaggi. Il Centro offre due differenti modi di viaggiare (Forse Ri-tornano - Soggiorni e Vacanze e I Fuo-riusciti - Viaggi) che scorrono in parallelo e con ricorrenti punti di contatto come la professionalit degli operatori e la ricerca costante e attenta delle soluzioni migliori per i nostri viaggiatori. Queste due modalit potranno essere en-trambe sperimentate dalla stessa persona, che potr scegliere lofferta pi coerente ai propri desideri e allo sta-to danimo del momento, in unottica di massima flessibilit. Si potr quin-di viaggiare con Forse Ritornano - Soggiorni e Vacanze alla ricerca di compagnia e occasioni divertenti e ludiche, cos come sar possibile ade-rire alle iniziative de I Fuoriusciti - Viaggi, spe-rimentandosi in un piccolo gruppo solidale e in viaggi inusuali.

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    Nelle diverse proposte viene messo in primo piano laspetto della socializza-zione attraverso un approccio ludico, cio il piacere della vacanza, dello stare insieme divertendosi e godendo piena-mente dellofferta di luoghi e situazioni stimolanti. Questa formula prevede la partecipazione di pi persone in gruppi allargati, tutte desiderose di fare nuove conoscenze, sperimentando significa-tivi spazi di autonomia e benessere.

    I Fuoriusciti - ViaggiFormula originale, per rispondere in modo sempre pi flessibile e persona-lizzato ai bisogni dei nostri ragazzi: pic-coli gruppi, localit e situazioni inusuali, momenti di benessere e stretta vicinan-za (rapporto tra numero di operatori e di viaggiatori max 1 a 5). Sar possibile quindi un approccio pi introspettivo, una sorta di viaggio, interiore, nel viag-gio capace di alimentare la solidariet gettando le basi di una vera e propria comunit coesa e pronta ad accogliere le difficolt del singolo.

    Per informazioni contattare la segreteria o direttamente il Coordinatore del Centro LE ALI DELLA LIBERT - Patrizia Zazzi - tel. 388.6538619La candela, 1982 - olio su tela

  • Pagina 10 Maggio 2014 - n. 14I Sogni di Cristallo

    La vitaNasce a Milano nel 1923, fu scrit-tore, drammaturgo, storico dellarte e critico letterario italiano. Di famiglia profondamente cattolica, ebbe col cattolicesimo un rapporto che egli defin ancestrale e che caratterizz la sua opera letteraria. Frequent il liceo S. Carlo e si laure nel 1947 allUniversit Cattolica di Milano in Lettere e Filosofia, con una tesi sul surrealismo che gli fu restituita perch (eviden-temente) deviante rispetto al clima culturale del tempo. La trasgressione, la polemica, se non la ribellione, sono comunque una costante del suo carattere e del suo modo di essere in-tellettuale, sino alla fine della sua vita. Tanto da fargli dire in una delle sue ultime interviste al S. Raffaele di Milano (dove mor il 13 marzo 1993) che in fin dei conti preferiva quasi lera fascista alla democrazia, perch in quel tempo almeno il nemico da com-battere aveva una sua torva e volgare evi-denza, mentre la democrazia aveva una torva e volgare compiacenza. Questo parlare fuor dai denti gli procu-r certo parecchi nemici e, in se stesso, quel sentimento di ambivalenza verso la religione e la societ, verso la sua stessa Milano, quel suo modo sofferto di vivere la cultura cristiana, che forse la caratte-ristica pi emblematica della sua scrittura tanto che possiamo considerarlo, dal punto di vista della sua cattolicit, lo scritto-re pi complesso del secondo 900. Forse in Testori, pi che in ogni altro, possiamo riconoscere i tratti della devianza che un sociologo del nostro tempo ascriveva agli intellettuali. Testori fu soprattutto un critico darte e fra i letterati, a parte Vittorini, Bassani, Arbasino e pochi altri, non ebbe molte relazio-ni. Le sue posizioni pubbliche, comunque, investono non solo gli aspetti letterari, ma gli aspetti sociali, la vita sociale e politica italiana (negli anni 60 e fino alla stagione del cosid-detto riflusso, la presenza degli intellettuali nella vita pubblica era molto forte, molti furo-no opinionisti di fama popolare, ad esempio Pasolini, Moravia, Turoldo ecc., e cos anche Testori).La sua poesia dunque, caratterizzata da tema-tiche vissute alla luce della religione, risente dellambivalenza, della dialettica fra sensi e teologia, fra spirito e materia, fra amore-vita e dolore-morte, ed dunque caratterizzata da profondi dubbi che egli non seppe risolvere sino alla fine. Molto ha scritto, nella sua iperat-tivit, incapace di darsi requie, come sottolinea il critico Giovanni Raboni: Ma per Testori, nessun approdo, nessuna quiete davvero pos-sibile; e dove chiunque si sentirebbe arrivato e dunque, almeno per un poco, si fermerebbe, lui

    continua. Un poeta col fuoco in corpo, dun-que, e, specie nella poesia sul corpo, Testori stabilisce un caposaldo delle sue tematiche. Ed questa fedelt ai sensi, alla materia, alla con-cretezza, in rapporto dialettico con il pensiero, lossessione di Dio, il senso della sofferenza e dellamore, il terreno sul quale egli fornisce una singolare e sofferta testimonianza di inda-gine poetica e intellettuale. Lo scenario di tutta la sua opera poetica si caratterizza dunque per i forti contrasti, per una forte dialettica fra mi-sticismo e materia, che egli cerca di elaborare teoreticamente (se cos ci si pu esprimere per una poetica), in una specie di misticismo della materia che possa conciliarlo con se stesso, sollevandolo dal peso di unansia op-primente, che egli mostra in modo lacerante e unico nella sua scrittura.

    LopEraNel 1954 venne pubblicata da Einaudi la sua prima opera narrativa: Il Dio di Roserio. A questa seguiranno poi le opere del ciclo I segreti di Milano, costituito da Il ponte della Ghisolfa e La Gilda del Mac Mahon, La Maria Brasca, LArialda e Il Fabbricone, nel quale Testori tratteggia le vicende umane della peri-feria milanese di quegli anni. Successivamen-te il romanzo Il Dio di Roserio stato ridotto dallo stesso autore e inserito ne Il ponte della Ghisolfa. Due anni dopo la sua morte stato ri-trovato un ulteriore scritto sul medesimo tema: Nebbia al Giambellino. Sin dal suo esordio come scrittore la produzione di Testori vuo-le rappresentare la realt di Milano e del suo hinterland, ritraendo personaggi e ambienti di una societ fortemente caratterizzata in senso geografico.La principale opera teatrale LArialda, del 1960, che suscita grande scandalo per la sua presunta oscenit, perch venato di tematiche omosessuali. Lo scandalo contribuir a far co-noscere lopera di Testori al grande pubblico. Il 15 novembre, per protestare contro la censura

    e il divieto di rappresentazione dellopera, il re-gista Luchino Visconti e gli attori Rina Morelli, Paolo Stoppa e Umberto Orsini si rivolgono al Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi che si rifiuta di riceverli. Nel 1961, con la regia di Visconti, LArialda viene alla fine messa in scena, ed la prima interpretazione rilevante di Umberto Orsini, sono nel cast anche Pupella Maggio e Lucilla Morlacchi.Un elemento importante di tutta la scrittura te-storiana lutilizzo di un linguaggio originale creato dalla fusione del dialetto lombardo con elementi estratti dalla lingua francese ed ingle-se. Importanti in questo senso sono le tre ope-re teatrali racchiuse sotto il titolo di Trilogia degli Scarrozzanti, e cio LAmbleto (1972), Macbetto (1974) ed Edipus. Particolarmente in questi tre testi lo scrittore sviluppa la propria

    sperimentazione linguistica, creando un linguaggio dal quale riemergono elementi arcaici e ricordi degli originali shakespea-riani, con un forte espressionismo lingui-stico.Dopo questi tre testi (con la composizio-ne di una nuova trilogia: Conversazione con la morte, 1978, Interrogatorio a Ma-ria, 1979 e Factum est, 1981) si realizza la conversione cattolica di Testori, che si sente abbracciato ed accolto nella sua fede nonostante la condizione di omosessuale.Testori collabor molto con lattore Fran-co Branciaroli, per il quale scrisse anche delle piece teatrali: fra queste, In exitu, monologo di un tossicodipendente omo-sessuale che si prostituiva a Milano. Tale testo suscit molto scalpore per le oscenit raccontate. Dal 1977 collabora con il Cor-

    riere della Sera succedendo a Pier Paolo Paso-lini, prima come commentatore e successiva-mente in qualit di responsabile della pagina artistica.Si ammala di tumore nel 1990, e ne muore nel 1993. Nel 2005 la citt di Varallo ha intitolato alla sua memoria la piazza antistante il com-plesso monumentale del Sacro Monte, luogo prediletto dei suoi studi. Nel gennaio 2013 la Regione Lombardia ha deliberato di intitolare alla memoria di Testori lauditorium di Palazzo Lombardia.

    tEstori, un intELLEttuaLE Con iL FuoCo in Corpo

    acculturiamoci

    La trasgressione, la polemica, se non la ribellione, sono una costante del suo carattere e del suo modo di essere, sino alla fine della sua vita

    di Giancarlo Volont

    particolare del ritratto di testori di giancarlo vitali

    a sinistra: a. mastrovito, bassorilievo in casa testori a novate. a destra: il pugile, testori - olio su tela (1969)

  • Maggio 2014 - n. 14 Pagina 11I Sogni di Cristallo

    sCrivo pEr saLvarE La bELLEZZa dEL mondo

    a ttore, scrittore, poeta, ma soprattutto autore de LINQUILINO, una pice rappresentata questo in-verno al Teatro Franco Parenti di Milano. Un gruppo di nostri ragazzi ha avuto lopportunit di assistere a questo spettacolo e di conversare in teatro con lautore. La reciproca curiosit che ne scaturita ha permesso questo in-contro, durante il quale abbiamo avuto lopportinit di conoscerci meglio.pur essendo ancora giovane tu hai gi una lunga carriera alle spalle. Ce la puoi almeno sommariamente raccontare?Ho cominciato a fare teatro alle scuole elementari, ero un bambino davvero irrequieto. Per colpa del teatro, mi sono persino rotto un dente in uno scontro con un coeta-neo durante le prove. In quelloc-casione mia madre mi disse: Ti sei rovinato per sempre. Gi allo-ra forse dovevo capire che quella rovina era una sorta di predesti-nazione. Ho cominciato seriamen-te a fare teatro con una piccola compagnia di Vercelli, la mia citt natale, per poi cercare qui a Mi-lano una scuola professionale, la Paolo Grassi, dove mi sono iscrit-to come attore. Dopo il diploma, ho intrapreso corsi di recitazione (facevo da regista agli spettacoli dei miei allievi), ho ricomincia-to a scrivere, dopo un periodo di blocco totale, ed ho vinto a Roma il premio di poesia Mario Luzi, ho scritto un romanzo, alcuni rac-conti e due testi teatrali: un mono-logo femminile, e lInquilino, che avete visto anche voi.

    una curiosit: come prende corpo unidea? da dove prende spunto? Come fa a diventare copione e testo teatrale?Uno scrittore una persona che per forza deve ascoltare gli al-tri, interessarsi alle storie altrui, quasi nutrirsene, e farle proprie. Talvolta alcuni spunti nascono da episodi vissuti nella propria vita, che rimangono l, in sospeso, per emergere al momento opportuno. Quando si parte con una storia, non sempre nella propria testa gi chiaro come andr a finire, c sempre un momento in cui

    occorre fermarsi e fare il punto della situazione, e domandarsi: cosa sto scrivendo? Che genere di racconto ne scaturir? Voglio far ridere, piangere o cosaltro? Que-ste domande iniziano a far luce sul progetto nella sua interezza, ne delineano i tratti ed i confini, ne chiariscono le finalit.

    La tua ultima opera, LinquiLino, parla delle nuove generazioni alle prese con le incombenze e le contingenze del loro tempo, questo tempo, che anche il nostro. ma davvero la possibilit di appagare i nostri

    desideri e le nostre aspettative cos legata alla vita precaria che in troppe situazioni ci troviamo a vivere? E la sete di infinito che presente nel cuore di ciascuno, pu essere la chiave per superare lo smarrimento di tante vite che girano a vuoto?Se avessi una risposta a questa do-manda, di certo mi sentirei meglio di come sto ora. Bisogna crederci, credere che c qualcosaltro, al-trimenti nulla avrebbe senso. Lo scrivere il gesto con il quale mi ripropongo di salvare la bellezza che secondo me c nel mondo. Gesto che mi affligge, pur nella sua nobilt; tante volte mi chiedo se sia utile, visto che nel momento in cui scrivo non sono in grado di sapere se le mie parole verranno mai prese davvero in considera-zione da qualcuno. Perci vado avanti, cercando continuamente il perch dentro le cose che faccio, carico di tutta lansia e la precarie-

    t del mio vivere inquieto e pieno di domande. Una, soprattutto: che senso ha la vita?

    E che risposta ti dai?Lemozione di incontrare delle persone, di conoscere realt a me ignote, di scambiarsi delle idee, arricchisce di senso la vita, an-che se a volte ci vuole coraggio per muoversi in questa direzione. Credo che questo sia una sorta di esercizio spirituale, la cui risposta insita nel cammino che si deve percorrere per arrivare alla meta.

    questa precariet con la quale i giovani si trovano a convivere,

    ha ripercussioni negative soprattutto nella ricerca e nella stabilit del lavoro. Eppure a noi sembra di avvertire forti contraccolpi anche in campo affettivo, come se lincertezza del lavoro mettesse in crisi il significato profondo dellamore, percepito non pi come qualcosa di eterno, almeno come sentimento, ma soggetto a fragilit, dubbi, angosce forse mai sperimentate dalluomo nel corso della storia. La ritieni una visione troppo pessimistica? proprio cos. la visione che ho sposato scrivendo questopera te-atrale. Le scelte condivise, quelle che comportano una responsabi-lit condivisa, sono rese assai pi complicate, quando non esiste una situazione economica quantome-no dignitosa. Il desiderio, lecito, auspicabile, di avere dei figli quasi negato dalla precariet del tempo. Tuttavia, non dobbiamo

    accampare facili scuse, n inven-tarci alibi troppo fumosi: dobbia-mo continuare a soffrire ed impe-gnarci, al di l di ogni retorica, per un mondo migliore.

    progetti per il futuro?Tornando alla domanda di prima, sicuramente diventare pap. Dal punto di vista professionale, sto scrivendo una serie di racconti sul tema delle perversioni sessuali; non tanto per parlare di sesso a vanvera, quanto per parlare di ci che succede tra le persone in situa-zioni, diciamo cos, equivoche. Di questi racconti ho in mente anche una trasposizione teatrale, di cui sto parlando con lo stesso regista de LInquilino. Ho un romanzo nel cassetto e mi sto dando da fare per vederlo, prima o poi, pubbli-cato da qualche casa editrice. Pro-seguo coi miei corsi di recitazione e di scrittura. Coltivo il sogno di poter tornare in Sudamerica, se-gnatamente in Cile, dove ho gi lavorato e vissuto per un po di tempo. Come ti immagini il teatro italiano tra 15-20 anni? Come un malato grave o come un convalescente in via di guarigione? Credo che il bisogno di teatro ri-marr sempre. Siccome ogni gesto ha un controgesto, ad ogni azione segue una controazione, io consta-to che il mondo doggi sta andan-do tutto in ununica direzione, in maniera molto rapida e travolgen-te. Credo che ad un certo punto questa spinta ne produrr unaltra, altrettanto forte, ma in direzione contraria. Il teatro far parte di questo movimento, in qualche modo rivoluzionario.

    ultima domanda, quella che rivolgiamo a tutti i nostri ospiti. immagina di poter ritornare ai tuoi 20 anni. non potendo pi scegliere questa professione, cosa decideresti di fare, da grande? Da giovane mi sarebbe piaciuto occuparmi di politica, ora la sta-gione dei grandi ideali sembra proprio al tramonto. Immagino che mi dedicherei al sociale. Altri-menti, per tagliare la testa al toro, farei il pilota di Formula 1.

    a cura della Redazione

    Intervista a Fabio Banfo, autore de LINQUILINO. E molto altro ancora

    un gruppo di nostri redattori insieme allattore Fabio banfo (terzo da sinistra)

  • Pagina 12 Maggio 2014 - n. 14I Sogni di Cristallo

    in un clima sociale influenzato da molti richiami alla neces-sit di offrire pari opportunit agli individui indipendentemente dalla razza, dalla provenienza e dal genere, sono soprattutto le ini-ziative per la piena affermazione delle potenzialit e dei diritti delle donne ad avere pieno risalto.Lopinione che si debba assicura-re per legge la parit di genere, ad esempio in politica o nelle dire-zioni aziendali (le quote rosa), non deriva soltanto dallanalisi dei dati, ma risente poten-temente del clamore e del-le emozioni suscitate dalla divulgazio -ne mediatica di violenze e omicidi a danno di don-ne (il fem-minicidio). Il disgusto e lindignazio-ne suscitati da alcuni efferati episodi hanno per tolto spazio allanalisi della condizione attuale dei rapporti tra donne e uomini, finendo con il far-ne una questione ideologica: non a caso se ne parla molto in politica.Di fronte a episodi di violenza sulle donne non basta fermarsi alle apparenze, necessario inda-gare sulla condizione psicologica in cui si trova lindividuo. Cosa porta un uomo sano di mente ad affermarsi con la forza in una rela-zione intima? La violenza potreb-be scaturire da un profondo senso di frustrazione, di inadeguatezza dellindividuo che reagisce alla debolezza che percepisce in s, facendo prevalere il maschio sulluomo, cio limpulsivit sulla

    razionalit; e dallimpulsivit alla violenza il passo breve.Ha scritto Umberto Veronesi: La superiorit del maschio una costruzione squisitamente cultura-le, nata dalle condizioni di vita di secoli fa. O piuttosto una distor-sione, resa necessaria in societ in cui la violenza e laggressivit, tendenze legate al profilo ormona-le maschile, avevano una funzio-ne importante perch garantivano lapprovvigionamento del cibo- tramite la caccia e la conquista di

    territori - e la protezione della prole in comunit dedite princi-palmente alla guerra. Nelle societ mo-derne tutta-via il quadro capovolto: la violenza un handicap, mentre val-gono molto di pi le ca-

    pacit di ricomporre i conflitti tra-mite il dialogo, la comprensione e lintuizione, che sono prerogative tipicamente femminili.Sui temi di genere resiste una let-tura dei rapporti sociali in termini di contrapposizione di classe. Gli uomini sono talvolta ancora vi-sti come la classe dominante e le donne come la classe subalterna e si ritiene, pertanto, che debba in-tervenire lo Stato per riequilibrare le condizioni del potere politico, economico e sociale. In realt questa lettura dei rapporti tra i ge-neri come oppressione di un sesso sullaltro appare artificiosa. Se, anzich guardare alla presenza nei consigli di amministrazione, pren-dessimo in considerazione indica-

    tori come il numero di carcerati, di morti sul lavoro, di suicidi, di vittime di incidenti o di persone senza dimora fissa, vedremmo come semmai risultino soprattutto i maschi a presentare le condizioni pi svantaggiate.Ad esempio, in alcune regioni del Nord Italia abbiamo pi don-ne che uomini tra i laureati. Per ogni donna che abbandona gli studi, ci sono pi di due uomini. Negli Stati Uniti stata proposta una Commissione Federale per lo studio della questione maschile, che ha constatato come nel cam-po dellistruzione universitaria il rapporto tra maschi e femmine, inizialmente a sfavore di queste, si sta ribaltando in modo simmetri-co; i laureati maschi sono passati dal 61% nel 1966 a un 39% previ-sto nel 2019.Si presume che dal marito dipen-da ancora il mantenimento della famiglia, mentre oggi questa se-colare convinzione per lo pi smentita dai fatti; negli USA un bambino su tre vive in assenza del padre in casa.Molte importanti trasformazioni nellultimo secolo e mezzo hanno interessato il concetto di maschi-lit: in particolare, il progresso tecnologico ha reso la produttivit umana sempre meno dipendente dalla forza fisica. In unepoca di attenzione alle-mancipazione femminile le leggi risentono della necessit di pro-teggere le donne al punto che, qualora i diritti costituzionali di un uomo entrino in conflitto con la protezione di una donna, nella maggior parte dei casi tali diritti vengono condizionati.Anche leggi scritte in maniera neutra possono essere viziate in fase applicativa da un sessismo anti-maschile. Warren Farrell,

    uno dei principali studiosi del-la questione maschile, nota che oggi le donne hanno uguali diritti di entrare nelle forze armate, ma non uguale obbligo di registrarsi. Inoltre, una volta entrate, hanno diritto di accedere a ruoli di com-battimento ma non possono esser-vi obbligate. I neri erano forzati, attraverso la schiavit, a rischiare la vita nei campi di cotone cos che i bianchi potessero beneficiar-ne economicamente mentre loro morivano giovani. In molti paesi gli uomini sono forzati, tramite la coscrizione, a rischiare le loro vite sui campi di battaglia per benefi-ciare gli altri mentre loro muoiono giovani .Uno dei casi pi rilevanti e dolo-rosi quello delle norme sullaf-fidamento dei figli; in Italia ab-biamo recentemente registrato un sostanziale tradimento, a livello di prassi applicativa, dello spirito della legge del 2006 sullaffido condiviso. Con lintroduzione del concetto di genitore prevalente stata reintrodotta una sostanziale disparit tra le due figure. Nelle condizioni attuali una separazione pu comportare conseguenze di-struttive per un padre, sia dal pun-to di vista del rapporto con i figli che dal punto di vista economico.La questione maschile pone quin-di, prima di tutto, questioni di equit sociale e di diritti civili.Si tratta quindi di considerare la necessit di sostenere un percorso realmente inclusivo, sul piano so-ciale e culturale, utile a superare il sessismo. Tale percorso richiede il riconoscimento e il superamento di tutti i pregiudizi e le discrimi-nazioni, e potr compiersi se si sapranno valorizzare le differenze esistenti tra gli individui, a partire dallimportante differenziazione costituita dal genere sessuale.

    di Roberto Cerabolini

    La CondiZionE masChiLE oggi: vErso LE quotE aZZurrE?

    voci in piazza

    Spero che il Direttore del giornale possa pubblicare questo scritto dedicato ad Al Bano, il mio cantante preferito

    Al Bano mi piace perch anche un attore e nei suoi film canta le proprie canzoni.Al Bano ha una vita privata molto complicata e quindi parlo anche di quello. nato nel 1943 in Puglia e oggi ha 71 anni. arrivato a Milano quando ne aveva 17

    per provare a fare successo. Nel bar dove lavorava conosce Adriano Celentano che lo fa entrare nel mondo dello spettacolo.Nel 1964 sul set del film Nel sole conosce Romina Power e nel 1970 si sposano. Hanno 4 figli e intanto cantano e recitano insieme. Diventano la coppia pi amata dagli italiani e nel 1984 vincono Sanremo con la canzone Ci sar.Nel 1995 Ylenia, che la figlia pi grande,

    scompare e poco dopo lui e Romina si lasciano. Da quel momento canta da solista e torna al festival di Sanremo nel 1997 con la canzone Verso il sole.Conosce Loredana Lecciso nel 1999 e hanno insieme 2 figli, Albano jr e Jasmine, e ancora oggi tra alti e bassi sono insieme.La canzone di Albano che mi piace di pi Nel sole perch parla di due ragazzi innamorati. De Vincentis

    riCEviamo E voLEntiEri pubbLiChiamo

  • Maggio 2014 - n. 14 Pagina 13I Sogni di Cristallo

    I tre allegri Barlafus