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SOMMARIO

Introduzione……………………………………………………………………………………………………………………………… 1. Il Fondo di Garanzia ……………………………………………………………………………………………………………

a. Il TFR ……………………………………………………...…………………………………………………………….. b. I crediti di lavoro diversi dal TFR……………………………………………………………………………..

2. Il Fondo di Garanzia della Posizione previdenziale complementare……………………………………

3. La documentazione da allegare alle domande di prestazioni a carico del Fondo di Garanzia del TFR, dei Crediti di lavoro e della Posizione previdenziale complementare…………………….

4. Il Fondo di Tesoreria…………………………………………………………………………………………………………….

5. Le modifiche intervenute a seguito dell’entrata in vigore del d.lgs. 148/2015 in materia di TFR maturato durante il periodo di fruizione del trattamento straordinario di integrazione salariale………………………………………………………………………………………………………………………………

6. Il TFR nel flusso Uniemens………………………………………………………………………………………………….

a. Precisazioni sulle denunce relative al Fondo di Tesoreria - Conguagli delle prestazioni erogate dal Fondo di Tesoreria - Pluralità di posizioni e obbligo contributivo - Operazioni societarie con trasferimento di lavoratori in applicazione

dell’art.2112 del c.c. b. I dati del TFR nel flusso Uniemens

- Elemento <denuncia individuale> - Elemento <denunciaaziendale>

Normativa di riferimento…………………………………………………………………………………………………………..

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Introduzione

Il TFR è generalmente erogato dal datore di lavoro.

Le ipotesi in cui il TFR è erogato dall’INPS, in quanto il datore di lavoro non è in condizione di provvedere sono le seguenti: 1) TFR maturato prima del 01/01/2007 e dopo il 01/01/2007 per le sole aziende con meno di 50

dipendenti, con intervento del Fondo di Garanzia di cui alla Legge n. 297/82, purché l’Azienda si trovi in stato di insolvenza;

2) TFR destinato a forme pensionistiche previste dagli accordi o contratti collettivi (e cioè alla Previdenza

complementare), con intervento del Fondo di Garanzia per la Previdenza Complementare di cui al D. Lgs. 80/92, qualora l’Azienda non abbia effettuato i versamenti ai fondi di previdenza complementare e si trovi in stato di insolvenza. In tal caso il Fondo di Garanzia eroga i contributi non al lavoratore ma direttamente al Fondo di Previdenza Complementare;

3) TFR maturato dopo il 01/01/2007 per le Aziende con almeno 50 dipendenti, con intervento del Fondo di Tesoreria e pagamento diretto da parte dell’INPS per incapienza dei contributi dovuti dai datori di lavoro al Fondo e all’INPS, nel mese cui si riferisce l’erogazione della prestazione. In tal caso non è richiesto lo stato d’insolvenza, condizione indispensabile per l’intervento dei primi due Fondi di garanzia.

II diritto al pagamento del TFR sorge esclusivamente al momento della cessazione del rapporto di lavoro (Cass Sez Lav 18/11/97 n, 11470). L'apertura di una procedura concorsuale non determina di per sé la risoluzione del rapporto di lavoro (Art. 2119, c. 2, C.C. ; art. 50, c.4, punto a) D.Lgs. 270/99), ma è sempre necessario il licenziamento da parte del responsabile della procedura o le dimissioni del lavoratore stesso. (Circ. n. 74 del 15/07/2008). II diritto al TFR si prescrive in cinque anni (art. 2948, comma 5, C.C.) che decorrono dalla data di cessazione del rapporto di lavoro. Quando il diritto al TFR è riconosciuto da sentenza di condanna passata in giudicato si prescrive in dieci anni (art. 2953 C.C.). I datori di lavoro hanno l'obbligo di inserire i dati riguardanti l'accantonamento del trattamento di fine rapporto nelle denunce annuali (Art. 2, e. 9, L. n. 297/1982).

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1. Il Fondo di Garanzia Circolari n. 74 del 15/07/2008 e n. 32 del 04/03/2010.

In attuazione della Direttiva UE 987/80 del 20/10/1980 tendente a garantire una tutela in caso di insolvenza del datore di lavoro, lo Stato italiano ha adottato:

- la Legge del 29/05/1982 n. 297, istitutiva del Fondo di Garanzia per il TFR; - il Decreto Legislativo del 27/01/1992 n. 80, con il quale la garanzia viene estesa anche alle ultime

tre retribuzioni. La Direttiva del Consiglio dell’Unione Europea 2002/74/CE del 23/09/2002, ha regolamentato le cosiddette “Situazioni transazionali”. In attuazione di tale Direttiva, la disciplina del Fondo di Garanzia è stata integrata dal Decreto Legislativo del 19/08/2005 n. 186. In virtù della L. 88/89, il Fondo di Garanzia è confluito nella Gestione Prestazioni Temporanee ai lavoratori dipendenti. II Fondo di garanzia è alimentato da un contributo a carico dei datori di lavoro pari allo 0,20% (dal 1.1.92- art 4 D.lgs. 80/92) della retribuzione imponibile ai sensi dell' art. 12 della Legge 153/1969, elevato allo 0,40% per i dirigenti di aziende industriali. Sono tenuti al versamento del contributo tutti i datori di lavoro privati e gli Enti Pubblici Economici soggetti alla disciplina di cui all’ art.2120 c.c. Sono esclusi (Circ. n. 122 del 31/5/1993 p.3.1) lo Stato, gli Enti Pubblici non Economici, le Aziende esattoriali e del gas iscritte ai propri Fondi di Previdenza, le Aziende agricole, solo per dirigenti ed impiegati.

II Fondo di Garanzia interviene in tutti i casi di cessazione del rapporto di lavoro subordinato, a condizione che sia stato accertato lo stato d'insolvenza del datore di lavoro. a. IL TFR Il TFR a carico del Fondo spetta: - a tutti i dipendenti da datori di lavoro tenuti al versamento del contributo al Fondo di Garanzia,

compresi gli apprendisti ed i dirigenti di aziende industriali (INPDAI), che abbiano cessato un rapporto di lavoro subordinato o ai loro eredi (coniuge, figli e, se vivevano a carico del lavoratore, parenti entro il terzo grado e affini entro il secondo art. 2122 c.c.);

- dal 1/7/1997 (art.24 ci L.24/6/1997,n.196) anche ai soci delle cooperative di lavoro, e anche per periodi anteriori all'entrata in vigore della legge, purché risultino versati dalla cooperativa i relativi contributi.

Il TFR a carico del fondo non spetta ai dipendenti di Aziende esattoriali (il TFR è corrisposto direttamente a carico del fondo esattoriali), Aziende del gas, Aziende dazio (il TFR è a carico del CONSAP), Aziende agricole (limitatamente agli operai a tempo determinato, impiegati e dirigenti il TFR è a carico dell'ENPAIA), Amministrazioni dello Stato e parastato, Regioni, province e comuni, giornalisti professionisti (il fondo è gestito dall' INPGI). I requisiti per accedere al Fondo di Garanzia sono diversi a seconda che il datore di lavoro sia soggetto o meno alle procedure concorsuali (Circ. n.74 del 15/07/2008): Se il datore di lavoro è soggetto alle procedure concorsuali, i requisiti sono: - la cessazione del rapporto di lavoro subordinato; - l’apertura di una procedura concorsuale: fallimento, concordato preventivo, liquidazione

coatta amministrativa e amministrazione straordinaria; - l’accertamento dell'esistenza di crediti a titolo di TFR e/o ultime tre mensilità e determinazione del loro

esatto ammontare (Circ. n. 122 del 31/5/1993 - punto 1). L'accertamento deve essere effettuato al lordo delle trattenute fiscali (Cass.n. 6337/2003). Se il datore di lavoro non è soggetto alle procedure concorsuali, i requisiti sono: - la cessazione del rapporto di lavoro subordinato; - la dimostrazione che il datore di lavoro non è assoggettabile a procedure concorsuali; - l’insufficienza delle garanzie patrimoniali del datore di lavoro a seguito dell'esperimento dell'esecuzione

forzata; - l’accertamento dell'esistenza del credito per TFR e/o per crediti di lavoro rimasti insoluti.

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La domanda (SR50) deve essere presentata in via telematica dal cittadino direttamente o tramite intermediario (patronato o avvocato). La definizione avviene entro 60 giorni dalla presentazione della domanda o dal momento in cui la stessa è stata completata della documentazione necessaria. Il pagamento è disposto presso la banca indicata nel prospetto di liquidazione inviato al richiedente, dietro presentazione di un documento di identità, del codice fiscale e della firma della quietanza di pagamento. Non è possibile accettare deleghe se non quelle rilasciate tramite procura speciale, in cui sia chiaramente scritto che il procuratore ha il potere di rilasciare quietanza. L'INPS è sostituto d'imposta, quindi il pagamento del TFR è soggetto a ritenuta fiscale alla fonte, secondo la normativa vigente. I ricorsi indirizzati al Comitato Provinciale devono essere presentati in via telematica, entro 90 giorni dalla comunicazione del provvedimento adottato. Il Comitato ha 90 giorni per decidere, trascorsi i quali il lavoratore può ricorrere in giudizio. La decadenza dell'azione giudiziaria interviene quando sia trascorso un anno: - dalla data di comunicazione tempestiva dell'esito del ricorso amministrativo presentato nei termini; - dal 91° giorno successivo alla data di presentazione del ricorso amministrativo, senza che sia

intervenuta una decisione del Comitato, se il ricorso stesso è stato presentato nei termini; - dal 301° giorno successivo alla data di presentazione della domanda, nel caso in cui l'Istituto non

abbia adottato alcun provvedimento o abbia adottato un provvedimento tardivo, o nel caso in cui l'assicurato non abbia presentato ricorso avverso il provvedimento di reiezione.

Nel caso in cui il datore di lavoro sia deceduto senza lasciare eredi, oppure gli eredi abbiano rifiutato l'eredità, il lavoratore potrà chiedere l'intervento del Fondo solo dopo che si sia conclusa la procedura di eredità giacente (art. 528 e ss.C.C.) ed il suo credito sia rimasto in tutto o in parte insoddisfatto. Fallimento La domanda deve essere presentata: - DOPO che siano trascorsi 15 gg dal deposito dello stato passivo reso esecutivo,

qualora non sia stata proposta opposizione o impugnazione riguardante i crediti del lavoratore, oppure DOPO che sia stata emessa sentenza in merito all'opposizione;

- DOPO il decreto di ammissione al passivo, in caso di ammissione tardiva dei crediti; - DOPO la cessazione definitiva del rapporto di lavoro, se questo è proseguito dopo l'apertura della

procedura concorsuale. La domanda si prescrive dopo 5 anni dalla chiusura del fallimento. Amministrazione straordinaria La domanda deve essere presentata DOPO la cessazione definitiva del rapporto di lavoro, sempre che sia stato depositato lo stato passivo. La domanda si prescrive in 5 anni dalla data del decreto di chiusura (art.76 D. Lgs 270/99). II diritto si prescrive qualora siano trascorsi 5 anni tra la data di cessazione del rapporto di lavoro e la richiesta di ammissione al passivo senza aver interrotto la prescrizione con un qualunque atto valido. Liquidazione coatta amministrativa La domanda deve essere presentata: - DOPO che siano trascorsi 15 gg dal deposito dello stato passivo reso esecutivo, o, qualora vi sia stata

opposizione ad esso, DOPO che sia stata emessa sentenza decisiva in merito all'opposizione; - DOPO il decreto di ammissione al passivo, in caso di ammissione tardiva dei crediti. La domanda si prescrive in 5 anni dalla chiusura della procedura concorsuale. Concordato preventivo La domanda deve essere presentata DOPO la pubblicazione del decreto/sentenza di omologazione qualora non vi sia stata opposizione ad esso, ovvero dopo che sia stato emesso decreto/sentenza in merito ad eventuali opposizioni o impugnazioni. La domanda si prescrive in 5 anni dalla sentenza di omologazione. Sono crediti concordatari solo quelli sorti prima del decreto di apertura della procedura (art. 184 LF.) Pertanto il fondo potrà corrispondere solo il TFR maturato prima di tale data e a condizione che il rapporto di lavoro sia cessato al momento della richiesta di intervento.

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Procedura concorsuale in stato membro U.E. Il Fondo di garanzia interviene anche nel caso in cui il datore di lavoro sia sottoposto a procedura concorsuale nel territorio di un altro Stato membro, a condizione che: - L'attività del datore di lavoro sia svolta sul territorio di almeno due Stati membri; - L'impresa sia stata costituita secondo il diritto dello Stato membro dove è stata aperta la

procedura concorsuale; - II dipendente abbia abitualmente svolto la sua attività in Italia e quindi sia prevista la

contribuzione al Fondo. Il Fondo interviene solo per le procedure aperte dopo l'entrata in vigore del decreto (6.10.2005). Danno titolo all'intervento quelle procedure che, anche nello Stato in cui sono state aperte, consentono l'intervento degli organismi di garanzia di cui alla direttiva 80/987/CEE e ss. modifiche.

Esecuzione individuale La domanda deve essere presentata DOPO il verbale di pignoramento negativo e si prescrive in 5 anni dalla data del verbale di pignoramento negativo. La Diffida accertativa per crediti patrimoniali ex art. 12. D.LGS. 124/2004, decorso inutilmente il termine di 30 trenta giorni dalla notifica entro cui il datore di lavoro può promuovere tentativo di conciliazione presso la Direzione provinciale del lavoro, con provvedimento del direttore della Direzione provinciale del lavoro, acquista valore di accertamento tecnico, con efficacia di titolo esecutivo.

b. I crediti di lavoro diversi dal TFR Il D. Lgs n.80 del 27/01/1992 ha esteso l’intervento del Fondo di garanzia del TFR ai crediti retributivi inerenti gli ultimi tre mesi del rapporto di lavoro, purché rientrino nei dodici mesi che precedono i termini indicati dall’art. 2, comma 1, del D.Lgs. 80/92 e cioè: a) la data della domanda diretta all’apertura della procedura concorsuale a carico del datore di lavoro, se il lavoratore ha cessato il proprio rapporto prima dell’apertura della procedura stessa. - in caso di fallimento il dies a quo da cui partire per individuare i dodici mesi in cui devono essere

compresi gli ultimi tre mesi del rapporto è la data del deposito in Tribunale del primo ricorso che ha originato la dichiarazione di fallimento, indipendentemente dal soggetto che l’ha proposto.

- in caso di liquidazione coatta amministrativa, il dies a quo è la data del ricorso al Tribunale per la dichiarazione di insolvenza (art. 195 L.F.), o, se precedente, la data del decreto di liquidazione emesso dall’autorità amministrativa che ha la vigilanza sull’impresa.

- in caso di concordato preventivo il dies a quo ai fini dell’individuazione del periodo coperto dalla garanzia del Fondo è la data del deposito del ricorso per l’apertura della procedura (art. 161 L.F.).

- in caso di amministrazione straordinaria il dies a quo è la data del deposito in Tribunale del ricorso per la dichiarazione di insolvenza (art. 3 D.lvo 270/99) o, la data della presentazione al Ministero delle Attività Produttive della domanda per l’ammissione alla procedura in caso di imprese di notevoli dimensioni (art. 2 legge 18.2.2004 n. 39 di conversione del decreto legge 23.12.2003 n. 347).

- qualora il lavoratore, prima delle date indicate ai punti precedenti, abbia agito in giudizio per il soddisfacimento dei crediti per i quali chiede il pagamento del Fondo, il dies a quo da cui calcolare i dodici mesi in cui devono ricadere gli ultimi tre del rapporto, è la data del deposito in Tribunale del relativo ricorso in giudizio per il soddisfacimento dei crediti per i quali chiede il pagamento del Fondo, il dies a quo da cui calcolare i dodici mesi in cui devono ricadere gli ultimi tre del rapporto, è la data del deposito in Tribunale del relativo ricorso. Al riguardo si precisa che: - la richiesta di espletamento del tentativo obbligatorio di conciliazione di cui all'art. 410 c.p.c., in

quanto attinente ad una fase precontenziosa, non può essere equiparata ad un'iniziativa giudiziaria;

- la possibilità di anticipare il "dies a quo" ad una data precedente la domanda di apertura della procedura concorsuale è riservata esclusivamente al lavoratore che prima di detta data abbia agito in giudizio, senza che gli altri dipendenti dello stesso datore di lavoro possano avvantaggiarsene.

b) la data di deposito in Tribunale del ricorso per la tutela dei crediti di lavoro, nel caso in cui l’intervento del Fondo avvenga a seguito di esecuzione individuale. c) la data del provvedimento di messa in liquidazione, di cessazione dell’esercizio provvisorio, di revoca dell’autorizzazione alla continuazione all’esercizio di impresa, per i lavoratori che dopo l’apertura di una procedura concorsuale abbiano effettivamente continuato a prestare attività lavorativa.

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Se la cessazione del rapporto di lavoro è intervenuta durante la continuazione dell’attività dell’impresa, i dodici mesi dovranno essere calcolati a partire dalla data di licenziamento o di dimissioni del lavoratore. Tale disposizione deve essere applicata solo a quei lavoratori che hanno effettivamente prestato attività lavorativa dopo l’apertura della procedura e non a coloro il cui rapporto, per l’intero periodo successivo, sia stato sospeso. I crediti garantiti dal Fondo sono quelli inerenti gli ultimi tre mesi del rapporto di lavoro, da intendersi come tre mesi di calendario o, più precisamente, come l’arco di tempo compreso tra la data di cessazione del rapporto di lavoro e la stessa data del terzo mese precedente. Qualora gli ultimi tre mesi del rapporto di lavoro coincidano, in tutto o in parte, con un periodo di sospensione del rapporto durante il quale non è sorto alcun diritto retributivo - per esempio per la fruizione di permessi non retribuiti o di trattamenti previdenziali interamente sostituivi della retribuzione- la garanzia è riferibile ai tre mesi immediatamente precedenti, purché rientranti nei dodici mesi di cui al punto precedente. Tale interpretazione è conforme alla nozione comunitaria di rapporto di lavoro adottata dalla Corte di Giustizia delle Comunità Europee in relazione alla direttiva 80/987/CEE e confermata anche dalla giurisprudenza nazionale. Nel caso in cui gli ultimi tre mesi del rapporto di lavoro coincidano con un periodo successivo all’apertura della procedura essi potranno essere posti a carico del Fondo se non corrisposti dalla procedura ed ammessi allo stato passivo in prededuzione. Possono essere posti a carico del Fondo solo i crediti di lavoro (diversi dal TFR) maturati nell’ultimo trimestre ed aventi natura di retribuzione propriamente detta, compresi i ratei di tredicesima e di altre mensilità aggiuntive, nonché le somme dovute dal datore di lavoro a titolo di prestazioni di malattia e maternità; devono invece essere escluse l’indennità di preavviso, l’indennità per ferie non godute, l’indennità di malattia a carico dell’INPS che il datore di lavoro avrebbe dovuto anticipare. La garanzia prestata dal Fondo per i crediti di lavoro in questione è soggetta ad un massimale, pari a tre volte la misura massima del trattamento straordinario di integrazione salariale mensile al netto delle trattenute assistenziali e previdenziali. La Corte di Giustizia delle Comunità Europee pronunciandosi sul sistema di calcolo del massimale ha chiarito che da esso non devono essere sottratte le somme eventualmente corrisposte dal datore di lavoro negli ultimi tre mesi e che lo stesso, essendo un limite di pagamento, non deve essere rapportato al periodo per il quale si richiede l’intervento del Fondo. L’art. 2, comma 4, D.lgs. n. 80/92 prevedeva inoltre l’incumulabilità del pagamento, fino a concorrenza degli importi, con: a) il trattamento straordinario di integrazione salariale percepito nell’arco dei dodici mesi; b) le retribuzioni corrisposte al lavoratore nell’arco degli ultimi tre mesi; c) l’indennità di mobilità riconosciuta ai sensi della L. 23 luglio 1991, n. 223, nell’arco dei tre mesi successivi alla risoluzione del rapporto di lavoro. Tale disposizione, espressamente abrogata per quanto riguarda il punto b) dal d.lgs. 19 agosto 2005, n. 186, deve ritenersi superata anche con riferimento ai punti a) e c). La Corte di Giustizia delle Comunità Europee infatti, con la nota sentenza del 10 luglio 1997, ha giudicato la legislazione italiana non conforme al diritto comunitario nella parte in cui prevede l’incumulabilità delle prestazioni del Fondo con il trattamento di mobilità di cui alla L. 223/91, diretto a sovvenire ai bisogni del lavoratore licenziato nei tre mesi successivi alla cessazione del rapporto di lavoro. Con riferimento all’incumulabilità con il trattamento straordinario di integrazione salariale, con circolare n. 58 del 9 marzo 1999, era stato chiarito che essa era limitata ai soli periodi coincidenti con gli ultimi tre mesi del rapporto di lavoro. Alla luce della nozione comunitaria di rapporto di lavoro elaborata dalla Corte di Giustizia, secondo la quale non sia ha un rapporto di lavoro preclusivo della garanzia del Fondo nei periodi in cui non sorgono diritti retributivi, anche questa previsione deve ritenersi non più applicabile. Resta confermata la previsione, già contenuta nella citata circolare, per la quale la prestazione di cui al d.lgs.80/92 deve essere erogata anche in presenza del trattamento C.I.G.S., concesso ai sensi dell’art. 3 della L. 23 luglio 1991, n. 223. I presupposti per l’intervento del Fondo per i crediti di lavoro, le procedure in caso di Eredità giacente, domanda presentata dagli eredi, i tempi di definizione, i termini per i ricorsi sono gli stessi previsti per il TFR.

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Il diritto alla prestazione si prescrive in un anno. Tale termine, secondo quanto comunemente previsto in materia di decorrenza della prescrizione ai sensi dell’art. 2935 c.c., decorre dal momento in cui il diritto può essere fatto valere. La Corte di Cassazione tuttavia ha affermato, secondo l’indirizzo maggiormente accreditato, che il Fondo di Garanzia in virtù dell’accollo legislativamente previsto diviene condebitore solidale del datore di lavoro; ne consegue che, in forza dell’art. 1310 c.c., tutti gli atti con i quali il lavoratore interrompe la prescrizione nei confronti del datore di lavoro hanno effetti anche nei confronti del Fondo di Garanzia e che l’eventuale rinunzia alla prescrizione fatta dal datore di lavoro (o dalla procedura concorsuale) non ha efficacia nei confronti del Fondo. Di conseguenza anche nell'istruttoria delle domande di liquidazione dei crediti diversi dal TFR dovrà essere preliminarmente verificato che tra la data di cessazione del rapporto di lavoro e la data di deposito della domanda di ammissione allo stato passivo non siano trascorsi più di cinque anni, salve eventuali interruzioni della prescrizione fatte nei confronti del datore di lavoro. Come già precisato a proposito dell’intervento del Fondo per il TFR, anche per i crediti di lavoro la domanda di insinuazione nello stato passivo produce gli effetti della domanda giudiziale, interrompendo la prescrizione per tutto il corso del fallimento. Pertanto, a condizione che il lavoratore abbia insinuato il proprio credito nel termine di cinque anni dalla data di cessazione del rapporto di lavoro, lo stesso potrà richiedere l'intervento del Fondo entro un anno dalla chiusura della procedura. Per il concordato preventivo il termine per la presentazione della domanda rimane quello di un anno dalla pubblicazione della sentenza di omologazione. Il termine di prescrizione non deve, in nessun caso, essere confuso con quello di cui all’art. 2, comma 1 del decreto legislativo 27 gennaio 1992, n. 80, ovvero con il «dies a quo» necessario per individuare il periodo coperto dalla garanzia del Fondo. A differenza di quanto avviene per il TFR, gli oneri accessori devono essere corrisposti dalla data di presentazione della domanda amministrativa, completa di tutta la documentazione, sino alla data di effettivo soddisfo. Le prestazioni erogate dal Fondo a titolo di crediti di lavoro, costituiscono redditi di lavoro dipendente ai sensi dell'art. 46 del T.U.I.R. e sono di conseguenza assoggettate a ritenuta alla fonte, calcolata col sistema della tassazione separata, ai sensi dell'art. 16, comma 1, lett. b) del citato T.U.I.R., qualora trattasi di emolumenti corrisposti in anni successivi rispetto a quello in cui è maturato il diritto. 2. Il Fondo di Garanzia della Posizione previdenziale complementare.

Circolare n. 23 del 22/02/2008. Con la Direttiva 80/987/CEE del 20/10/1980, il Consiglio della CEE, oltre a prevedere una tutela dei crediti di lavoro (TFR e ultime tre mensilità) ha previsto anche una tutela per la posizione di previdenza complementare in caso di insolvenza del datore di lavoro, impegnando gli Stati membri ad adottare le misure necessarie a garantire “gli interessi dei lavoratori subordinati”, per i “diritti maturati e in corso di maturazione”, in materia di prestazioni di vecchiaia prevista dai regimi complementari di previdenza. In attuazione di questa direttiva, il D.Lgs.n. 80 del 1992, oltre a prevedere un Fondo di Garanzia per il TFR, ne prevede un altro, contro il rischio derivante dall’omesso o insufficiente versamento dei contributi ai fondi di previdenza complementare da parte del datore di lavoro insolvente. Il Fondo è diventato operativo solo dal 01/01/2007, con l’entrata in vigore del D.Lgs.n.252/2005.

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3. La documentazione da allegare alle domande di prestazioni a carico del Fondo di garanzia del TFR, dei Crediti di lavoro e della Posizione previdenziale complementare Il servizio DOMANDA FONDO DI GARANZIA, disponibile sul sito internet dell’Istituto nella sezione SERVIZI ONLINE consente di allegare la documentazione richiesta a corredo della domanda. La procedura richiede obbligatoriamente la dichiarazione, ai sensi dell’art. 19 e s.s. del D.P.R. 445/2000, di conformità agli originali dei documenti allegati. I beneficiari della prestazione hanno l’obbligo di conservazione dei documenti originali. Le strutture INPS sono tenute ad effettuare i controlli sulle autocertificazioni. FALLIMENTO, LIQUIDAZIONE COATTA AMMINISTRATIVA, AMMINISTRAZIONE STRAORDINARIA 1. Copia autentica (anche per estratto) dello stato passivo reso esecutivo. Lo stato passivo non deve essere allegato nei casi in cui sia trasmesso all’Istituto direttamente dalla

cancelleria del Tribunale Fallimentare o dal responsabile della procedura concorsuale, su incarico del Tribunale o di propria iniziativa. L’Istituto sta promuovendo l’instaurazione di fattive forme di collaborazione con le Sezioni Fallimentari dei Tribunali e con i responsabili delle procedure concorsuali. Nelle more della messa a regime di un sistema organico di trasmissione, questo documento, al fine di abbreviare i tempi di definizione del procedimento, può essere richiesto direttamente dal lavoratore alla cancelleria del Tribunale fallimentare ed allegato alla domanda telematica. Il legale che ha patrocinato il lavoratore nell’ambito della procedura concorsuale, stante le previsioni dell’art. 16 bis, comma 9 bis del D.L. 179/2012 convertito dalla L. 221/2012, può attestare la conformità della copia estratta dal fascicolo informatico. Detta conformità dovrà essere attestata sulla copia allegata alla domanda con una dichiarazione per la quale la legge non prevede particolari forme, ma che comunque contenga il riferimento all’art. 16 bis, comma 9 bis del D.L. n. 179/2012, convertito con la legge n. 221/2012 (come modificato dall’art. 52 del D.L. n. 90/2014, convertito con modificazioni nella L. n. 114/2014). A titolo meramente esemplificativo, si indica il seguente modello di formula:

“Il sottoscritto avv.…………, in qualità di difensore di…………….., ai sensi dell’art. 16 bis, comma 9 bis, del D.L. n. 179/2012, convertito, con modificazioni, dalla L. n. 221/2012 (come modificato dall’art. 52 del D.L. n. 90/2014, convertito con modificazioni dalla L. n. 114/2014), attesta che la presente copia dello stato passivo esecutivo relativo al fallimento di ……………………….. n. …………… del Tribunale di………, è conforme al corrispondente esemplare contenuto nel fascicolo informatico”. Nei casi in cui il lavoratore non alleghi l’estratto dello stato passivo, l’operatore dovrà richiederlo alla cancelleria della Sezione Fallimentare del Tribunale competente.

2. Dichiarazione sostitutiva dell’attestazione della Cancelleria che il credito non è stato oggetto di opposizione o di impugnazione ai sensi dell’art. 98 LF. Si segnala che la dichiarazione sostitutiva del certificato del Tribunale è stata integrata nella domanda di intervento dei Fondi di garanzia. La presenza di detta dichiarazione è consultabile utilizzando il seguente percorso in Processi -> Prestazioni a Sostegno del Reddito -> Fondo di garanzia e Fondo di Tesoreria -> consultazione domande Fondo di garanzia, selezionare la pagina dei dati lavorativi. Qualora il lavoratore non abbia reso detta dichiarazione, fatti salvi i casi in cui la domanda è stata proposta dopo il decreto di cui all’art. 99 L.F., la stessa dovrà essere respinta con la seguente motivazione «L’art. 2, comma 2 della L. 297/82 prevede che la domanda di intervento del Fondo di garanzia venga presentata solo dopo l’adozione del decreto che decide nel merito l’opposizione/impugnazione del credito». Trattandosi di dichiarazione sostitutiva essa andrà sottoposta ai controlli di veridicità previsti agli artt. 71 e 72 del DPR 445/2000, a meno che il responsabile della procedura concorsuale non abbia trasmesso all’Istituto la lista delle posizioni per le quali gli è stato notificato il ricorso di cui all’art. 99 LF.

3. Copia autentica del decreto che ha deciso l’eventuale azione di opposizione o impugnazione riguardante i crediti del lavoratore. Questo documento deve essere presentato quando il credito del lavoratore sia stato oggetto di opposizione o impugnazione. Per abbreviare i tempi di definizione del procedimento, può essere richiesto direttamente dal lavoratore alla cancelleria del Tribunale fallimentare e allegato alla domanda

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telematica. Il legale che ha patrocinato il lavoratore nell’ambito della procedura concorsuale, stante le previsioni dell’art. 16 bis, comma 9 bis del D.L. 179/2012 convertito dalla L. 221/2012, può attestare la conformità della copia estratta dal fascicolo informatico. Detta conformità dovrà essere attestata sulla copia allegata alla domanda con una dichiarazione per la quale la legge non prevede particolari forme, ma che comunque contenga il riferimento all’art. 16 bis, comma 9 bis del D.L. n. 179/2012, convertito con la legge n. 221/2012 (come modificato dall’art. 52 del D.L. n. 90/2014, convertito con modificazioni nella L. n. 114/2014). A titolo meramente esemplificativo, si indica il seguente modello di formula: “Il sottoscritto avv.…………, in qualità di difensore di…………….., ai sensi dell’art. 16 bis, comma 9 bis, del D.L. n. 179/2012, convertito, con modificazioni, dalla L. n. 221/2012 (come modificato dall’art. 52 del D.L. n. 90/2014, convertito con modificazioni dalla L. n. 114/2014), attesta che la presente copia del decreto di cui all’art. 99 L.F., è conforme al corrispondente esemplare contenuto nel fascicolo informatico”. Se il lavoratore non allega questo documento, l’operatore dovrà richiederlo alla cancelleria della Sezione Fallimentare del Tribunale competente.

4. Modello SR52 (per la liquidazione del TFR e dei Crediti di lavoro) e/o Modello SR95 (per la liquidazione delle omissioni contributive alla previdenza complementare) sottoscritti dal responsabile della procedura. Al riguardo si segnala che è disponibile un servizio per la trasmissione dei dati contenuti nel citato modello in formato Xml e per via telematica. Questa opportunità deve essere segnalata a tutti i responsabili delle procedure concorsuali, in particolare per quelle che coinvolgono un numero elevato di lavoratori. Coloro che vogliano avvalersi di questa modalità di trasmissione devono fare richiesta di attivazione al seguente indirizzo [email protected]. In caso di comprovato rifiuto del responsabile della procedura concorsuale di compilare i modelli in questione, come già indicato nella circolare n. 74 del 15 luglio 2008, le domande non devono essere respinte, ma le informazioni necessarie devono essere richieste direttamente al lavoratore tramite l’esibizione di idonea documentazione (per es. istanza di ammissione al passivo) unitamente alla compilazione del modello SR54 - che sostituisce per il caso delle procedure concorsuali il modello SR53 (ex TFR 3/bis sost) sino ad oggi in uso. La nota con la quale il responsabile della procedura concorsuale si rifiuta di compilare il modello SR52 deve essere allegata al modello SR54. Il modello SR52 ed il modello di nuova istituzione SR54 sono stati aggiornati secondo le previsioni del msg. 2830 del 25.2.2014.

5. Copia della domanda di ammissione al passivo completa di documentazione (conteggi, copia dei cedolini paga etc.) La copia della domanda di ammissione al passivo e della documentazione allegata è necessaria quando alla domanda di intervento dei Fondi di garanzia non sia stato allegato il modello SR52/SR95 firmato dal curatore fallimentare e dallo stato passivo non sia possibile evincere il dettaglio dei crediti ammessi; ovvero non sia possibile evincere: i mesi ai quali si riferiscono le retribuzione ammesse (per la liquidazione dei crediti di lavoro), l’eventuale quota di TFR di competenza del Fondo di tesoreria (per la liquidazione del TFR), l’importo del credito relativo ai contributi omessi alla previdenza complementare. La domanda di ammissione è sempre necessaria nel caso in cui, con l’accertamento del credito, sia stata richiesto anche l’accertamento dell’esistenza o della natura subordinata del rapporto di lavoro in essere con il datore di lavoro fallito.

6. Modello SR98 sottoscritto dal legale rappresentante del Fondo di previdenza complementare. Questo modello deve essere sempre allegato quando è stato richiesto l’intervento del Fondo di garanzia della posizione previdenziale complementare. Ai fini dell’istruttoria è necessario che detto modello sia stato integralmente compilato ed in particolare che sia stata resa la dichiarazione relativa all’eventuale riscatto della posizione esercitato dal lavoratore. Si ricorda che in caso di riscatto integrale della posizione, la richiesta di intervento del Fondo di garanzia non può essere accolta in quanto manca il requisito dell’iscrizione ad un fondo di previdenza complementare al momento della presentazione della domanda (cfr. circolare n. 23/2008 par. 6.1. lett. a). La domanda potrà essere accolta qualora il lavoratore, successivamente, si iscriva ad un’altra forma di previdenza complementare prevista dal d.lgs. 252/2005.

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7. Copia del documento di identità nel caso in cui la domanda venga inoltrata da soggetto diverso dal lavoratore.

8. Mandato di assistenza e rappresentanza. Deve essere trasmesso se la domanda è presentata tramite patronato o tramite legale.

CONCORDATO PREVENTIVO 1. Copia autentica del decreto di omologazione di cui all’art. 180 L.F.

Detto documento non è necessario nei casi in cui venga trasmesso all’Istituto dalla cancelleria del Tribunale Fallimentare o dal Commissario Giudiziale. Per abbreviare i tempi di definizione del procedimento, la copia autentica del decreto di omologazione può essere richiesta direttamente dal lavoratore alla cancelleria del Tribunale fallimentare ed allegata alla domanda telematica. Il legale che ha patrocinato il lavoratore nell’ambito della procedura concorsuale, stante le previsioni dell’art. 16 bis, comma 9 bis del D.L. 179/2012 convertito dalla L. 221/2012, può attestare la conformità della copia estratta dal fascicolo informatico. Detta conformità dovrà essere attestata sulla copia allegata alla domanda con una dichiarazione per la quale la legge non prevede particolari forme, ma che comunque contenga il riferimento all’art. 16 bis, comma 9 bis del D.L. n. 179/2012, convertito con la legge n. 221/2012 (come modificato dall’art. 52 del D.L. n. 90/2014, convertito con modificazioni nella L. n. 114/2014). A titolo meramente esemplificativo, si indica il seguente modello di formula: “Il sottoscritto avv.…………, in qualità di difensore di…………….., ai sensi dell’art. 16 bis, comma 9 bis, del D.L. n. 179/2012, convertito, con modificazioni, dalla L. n. 221/2012 (come modificato dall’art. 52 del D.L. n. 90/2014, convertito con modificazioni dalla L. n. 114/2014), attesta che la presente copia del decreto di omologazione relativo al concordato preventivo di ……………………….. n. …………… del Tribunale di…., è conforme al corrispondente esemplare contenuto nel fascicolo informatico”. Se il lavoratore non allega questo documento, l’operatore dovrà richiederlo alla cancelleria della Sezione Fallimentare del Tribunale competente.

2. Copia della comunicazione di cui all’art. 171 LF “Convocazione dei creditori” ricevuta dal commissario giudiziale, in cui sia possibile evincere l’ammontare del credito, il privilegio riconosciuto e la proposta del debitore.

Questo documento non è necessario quando dal decreto di omologazione sia possibile evincere la misura in cui è prevista la soddisfazione dei crediti di lavoro o, più in generale, dei crediti privilegiati e quando alla domanda sia allegato il modello SR52 (e/o il modello SR95 per la richiesta di intervento del Fondo di garanzia della posizione previdenziale complementare).In tutti gli altri casi deve essere acquisito in quanto consente di verificare l’importo del credito riconosciuto nell’ambito del concordato e la misura in cui si prevede che detto credito sarà soddisfatto. Il Fondo di garanzia è chiamato ad intervenire in sostituzione del datore di lavoro per le somme da questo dovute ai lavoratori e non anche per quelle da cui è stato da essi liberato. Aderendo alla proposta concordataria i lavoratori infatti, accettano la riduzione del proprio credito.

3. Modello SR52 (per la liquidazione del TFR e dei Crediti di lavoro) e/o Modello SR95 (per la liquidazione delle omissioni contributive alla previdenza complementare) sottoscritti dal Commissario Giudiziale o dal liquidatore nominato dal Tribunale in caso di concordato con cessione dei beni. In caso di comprovato rifiuto del Commissario Giudiziale o del liquidatore, il lavoratore dovrà allegare il modello SR54. Detto rifiuto deve essere attestato secondo le modalità illustrate al par. 3, p. 4).

4. Copia dei prospetti paga relativi alle mensilità richieste. Devono essere allegate alla domanda ai fini della liquidazione dei crediti di lavoro di cui all’art. 2 D.lgs. 80/92, nel caso in cui non sia stato presentato il modello SR52.

5. Copia del documento di identità E’ necessaria quando la domanda venga inoltrata da soggetto diverso dal lavoratore.

6. Mandato di assistenza e rappresentanza. Se la domanda è presentata tramite patronato o tramite legale.

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PROCEDURA IN UN ALTRO STATO MEMBRO DELL’UNIONE EUROPEA. 1. Copia autentica dello Stato Passivo munita di traduzione legale (da cui si deve evincere, in maniera

inequivocabile, che le somme sono dovute a titolo T.F.R. e/o di retribuzione per i mesi per i quali viene richiesto il Fondo di Garanzia).

2. Dichiarazione del Tribunale (o del responsabile della procedura) munita di traduzione legale che attesti

che lo stato passivo è definitivo ovvero non è soggetto, per quanto riguarda il credito del lavoratore, a modifiche.

3. Modello SR54 da compilare e sottoscrivere a cura del lavoratore in forma di dichiarazione sostitutiva

dell’atto di notorietà. 4. Copia dei cedolini stipendiali relativi al T.F.R. ed alle mensilità di retribuzione per le quali si chiede

l’intervento del Fondo di Garanzia; 5. Copia della lettera o contratto di assunzione e della lettera di licenziamento. 6. Copia del documento di identità. E’ necessaria quando la domanda venga inoltrata da soggetto diverso dal lavoratore.

7. Mandato di assistenza e rappresentanza. Da allegare se la domanda è presentata tramite patronato o tramite legale. DATORE DI LAVORO NON ASSOGGETTABILE A PROCEDURA CONCORSUALE (ESECUZIONE INDIVIDUALE, EREDITÀ GIACENTE, LIQUIDAZIONE DEL PATRIMONIO DI CUI ALL’ART. 14-TER L. 3/2012). Esecuzione individuale

1. Modello SR53 (per la liquidazione del TFR e dei Crediti di lavoro) e/o Modello SR96 (per la liquidazione delle omissioni contributive alla previdenza complementare). Detti modelli, da compilare e sottoscrivere a cura del lavoratore in forma di dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà, possono essere allegati alla domanda telematica.

2. Decreto del Tribunale di reiezione dell’istanza di fallimento. Questo documento deve essere allegato alla domanda telematica al fine di accedere al Fondo di garanzia con i requisiti previsti per i dipendenti da datori di lavoro non assoggettabili a fallimento. La presentazione non è necessaria nei seguenti casi previsti dalla circolare 74/2008 par. 3.1.2. lett. b e dalla circolare n. 32/2010 che di seguito si riportano: a) quando l’Istituto ne sia già in possesso per aver tentato in proprio di far dichiarare il fallimento del datore di lavoro insolvente; b) quando il datore di lavoro sia una società a responsabilità limitata (anche unipersonale) e dai Bilanci depositati presso il Registro delle imprese relativi ai tre anni precedenti la data della domanda di intervento del Fondo o quella di cessazione dell’attività aziendale se precedente, risultano soddisfatti contemporaneamente i seguenti requisiti: 1) valore dell’attivo patrimoniale non superiore ad Euro trecentomila in ciascuno dei tre anni considerati; 2) ricavi lordi non superiori ad Euro duecentomila in ciascuno dei tre anni considerati; 3) ammontare dei debiti, scaduti e non scaduti, non superiore ad Euro 500.000 nell’ultimo bilancio considerato; c) quando il datore di lavoro, imprenditore individuale o società di persone, risulti non avere avuto, in media, più di tre dipendenti nei tre anni precedenti la data della domanda di intervento del Fondo o quella di cessazione dell’attività aziendale se precedente; d) quando il datore di lavoro sia stato cancellato dal Registro delle imprese da oltre un anno. Si segnala che il decreto di reiezione dell’istanza di fallimento è necessario anche nelle ipotesi in cui il credito del lavoratore sia inferiore a € 30.000,00 non potendo l’Istituto compiere alcun accertamento in ordine all’ammontare complessivo dei debiti scaduti, che devono invece risultare dall’istruttoria prefallimentare (art. 15 L.F.).

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3. Originale del titolo esecutivo in base al quale è stata esperita l’esecuzione forzata. Questo documento non può essere acquisito tramite procedura telematica ma deve essere consegnato alla struttura territoriale competente (rilevabile dalla ricevuta di inoltro della domanda). La mancanza dell’originale del titolo esecutivo non consente all’Istituto di esercitare l’azione di surroga prevista dall’art. 2, comma 7 della L. 297/82. Di conseguenza non possono essere accolte istanze di restituzione del titolo presentate al fine di tentare il recupero di somme non corrisposte dal Fondo di garanzia, potendo i lavoratori richiedere una seconda copia in forma esecutiva ai sensi dell’art. 476 c.p.c..

4. Copia del ricorso sulla base del quale è stato ottenuto il titolo esecutivo, completo di allegati. Questo documento è necessario quando dal titolo esecutivo non siano evidenziabili le mensilità richieste, l’importo del TFR e l’eventuale quota destinata alla previdenza complementare.

5. Copia del/dei verbale/i di pignoramento negativo. Con riferimento al tipo di esecuzione che deve essere tentata dal lavoratore ai fini dell’intervento dei Fondi di garanzia, nel ribadire le istruzioni già impartite con la circolare n. 74/2008 al par. 3.1.2. lett. c) si precisa quanto segue. Quando l’intervento del Fondo di garanzia sia richiesto da più dipendenti del medesimo datore di lavoro, affinché risulti dimostrata l'insufficienza delle garanzie patrimoniali, non è necessario l'infruttuoso esperimento dell'esecuzione forzata da parte di ciascuno dei richiedenti, ma è sufficiente che sia rimasta senza esito l'esecuzione intrapresa anche solo da uno di essi (Cass. Sez. Lav. 20190/2011, Cass. Sez. Lav. 9108/2007). In caso di pignoramento mancato, il secondo accesso è richiesto quando vi sia possibilità di un risultato diverso. A titolo di esempio, se l’ufficiale giudiziario nel verbale ha attestato che, da informazioni in suo possesso, il debitore risulta sconosciuto, trasferito da tempo etc. il secondo accesso non è necessario; diversamente, se dal verbale risulta soltanto che nessuno ha risposto alla chiamata dell’ufficiale giudiziario, sarà necessario chiedere un secondo accesso. Si segnala inoltre che ai fini della prova dell’insufficienza del patrimonio del datore di lavoro, si deve tenere conto anche delle dichiarazioni rese dal debitore all’ufficiale giudiziario ai sensi dell’art. 492 c.p.c. in merito all’esistenza di ulteriori beni utilmente pignorabili.

6. Dichiarazione sostitutiva di atto notorio in cui si attesta che, dagli atti della Conservatoria dei registri immobiliari, il datore di lavoro non risulta proprietario di beni immobili nei luoghi di nascita e di residenza; ovvero che il datore di lavoro risulta titolare di beni immobili (da indicare specificatamente) ma che gli stessi sono gravati da ipoteche in misura superiore al valore del bene. Questa dichiarazione sostituisce la visura o il certificato della Conservatoria dei registri immobiliari indicato tra i documenti nella circolare n. 74/2008. Trattandosi di dichiarazione sostitutiva essa andrà sottoposta ai controlli di veridicità previsti agli artt. 71 e 72 del DPR 445/2000, alla stregua delle indicazioni fornite con la menzionata circolare dell’Istituto n. 47/2012.

7. Copia del documento di identità E’ necessaria quando la domanda venga inoltrata da soggetto diverso dal lavoratore.

8. Mandato di assistenza e rappresentanza. Da allegare se la domanda è presentata tramite patronato o tramite legale.

Eredità giacente.

1. Modello SR53 (per la liquidazione del TFR e dei Crediti di lavoro) e/o Modello SR96 (per la liquidazione delle omissioni contributive alla previdenza complementare).

Si vedano le osservazioni relative al par. A) p. 1).

2. Originale del titolo esecutivo con il quale sono stati riconosciuti i crediti del lavoratore per TFR, crediti di lavoro e contributi omessi alla previdenza complementare.

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3. Copia autentica dello stato di graduazione di cui all’art. 499 c.c., del riparto finale e del provvedimento di chiusura della liquidazione.

Questi documenti devono essere richiesti dal lavoratore al curatore dell’eredità nominato dal Tribunale ai sensi dell’art. 528 c.c. ed allegati alla domanda telematica.

4. Copia del documento di identità E’ necessaria nel caso in cui la domanda venga inoltrata da soggetto diverso dal lavoratore.

5. Mandato di assistenza e rappresentanza. Da allegare se la domanda è presentata tramite

patronato o tramite legale.

Liquidazione del patrimonio di cui all’art. 14-ter L. 3/2012.

1. Copia del decreto del Tribunale che dichiara aperta la procedura di liquidazione ex art. 14-ter L. 3/2012.

Se il lavoratore non allega questo documento, l’operatore dovrà richiederlo alla cancelleria della Sezione Fallimentare del Tribunale competente.

2. Copia autentica dello Stato Passivo definitivo redatto dal liquidatore o dal giudice incaricato. Questo documento deve essere richiesto dal lavoratore al liquidatore nominato dal Tribunale ed

allegato alla domanda telematica. Lo stato passivo non deve essere allegato nei casi in cui il Liquidatore, di sua iniziativa o su richiesta del lavoratore, abbia trasmesso all’Istituto, copia autentica dello stato passivo.

3. Modello SR52 (per la liquidazione del TFR e dei Crediti di lavoro) e/o Modello SR95 (per la liquidazione delle omissioni contributive alla previdenza complementare) compilato e firmato dal Liquidatore nominato dal Tribunale.

4. Copia del decreto di chiusura della procedura (se ricorre il caso); 5. Copia autentica dei provvedimenti di riparto delle somme ricavate dalla liquidazione (se ricorre il

caso). 6. Copia del documento di identità

E’ necessaria nel caso in cui la domanda venga inoltrata da soggetto diverso dal lavoratore.

7. Mandato di assistenza e rappresentanza. Da allegare se la domanda è presentata tramite patronato o tramite legale.

DOMANDA PRESENTATA DAGLI EREDI DEL LAVORATORE Documenti da allegare in aggiunta a quelli previsti per lo specifico tipo di intervento in caso di successione legittima:

1. Dichiarazione sostitutiva del certificato di morte e dello stato di famiglia alla data del decesso del lavoratore dante causa;

2. Atto di notorietà attestante: 1) le generalità del de cuius, comprensive del luogo e della data di

nascita, dello stato civile e del luogo di ultima residenza e domicilio; 2) generalità di tutti gli eredi; 3) che tra il de cuius ed il coniuge superstite non è stata pronunciata sentenza di separazione, passata in giudicato, con addebito a carico del coniuge separato; 4) l’indicazione delle persone che hanno la rappresentanza o l’assistenza di minori o di incapaci, ove vi siano tra gli aventi diritto alla successione; 5) l’indicazione delle persone di cui non consti in modo certo l’esistenza in vita (scomparsi, assenti, morti presunti), ove vi siano tra gli aventi diritto alla successione; 6) che trattasi di successione legittima, non avendo il de cuius disposto con testamento della prestazione domandata;

3. Modello SR22 - Delega alla riscossione in favore di uno solo degli eredi (eventuale).

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in caso di successione testamentaria:

1. Copia autentica del testamento pubblico o del verbale di pubblicazione del testamento olografo o segreto, contenente il certificato di morte;

2. Documentazione che dovesse risultare necessaria in base al contenuto delle disposizioni

testamentarie (istituzione di erede o legato); 3. Modello SR22 - Delega alla riscossione in favore di uno solo degli eredi (eventuale); Se tra gli eredi sono presenti minori o incapaci alla domanda deve essere allegata anche copia autentica dell’autorizzazione del giudice tutelare a riscuotere il TFR e gli altri crediti di lavoro.

CESSIONE DEL TFR Documenti da allegare in aggiunta a quelli previsti per lo specifico tipo di intervento

1. Copia del contratto di cessione; 2. Modello SR131 compilato e sottoscritto dal lavoratore e dal cessionario del credito per TFR.

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4. Il Fondo di Tesoreria. Circolare n. 70 del 3 aprile 2007.

E' il Fondo, istituito presso l’INPS per l'erogazione ai lavoratori dipendenti di aziende del settore privato che abbiano alle proprie dipendenze almeno 50 addetti, dei trattamenti di fine rapporto (di cui all'articolo 2120 del Codice civile), previsto dalla legge 27 dicembre 2006, n.296, commi 755 e seguenti. Il Fondo viene gestito dall'Inps per conto dello Stato, su un apposito c/c aperto presso la tesoreria dello Stato per l’erogazione ai lavoratori dipendenti del settore privato dei trattamenti di fine rapporto di cui all’art. 2120 c.c. Dal 1° gennaio 2007, le quote di TFR non destinate alle forme pensionistiche complementari, affluiscono al predetto Fondo. Sono obbligati al versamento: - Tutti i datori di lavoro del settore privato, con esclusione dei datori di lavoro domestico, aventi alle

proprie dipendenze un numero di addetti pari o superiore a 50 che espressamente abbiano scelto di non destinare il Tfr alla previdenza complementare manifestando in forma esplicita l'opzione di lasciarlo in azienda.

- Gli organismi pubblici che sono stati interessati da processi di privatizzazione, con riferimento ai dipendenti per i quali è prevista l'applicazione dell'articolo 2120 del codice civile;

- Gli Enti pubblici economici, con riferimento agli stessi dipendenti. Il Fondo è configurabile come una gestione di natura previdenziale, per cui le prestazioni erogate sono soggette al principio dell’automaticità delle prestazioni ( art. 2116 c.c. ). Nel loro calcolo vanno quindi considerati anche eventuali contributi omessi, purchè ricompresi nell’ambito del periodo di prescrizione (10 anni ). L’erogazione del trattamento di fine rapporto o di eventuali anticipazioni rimangono a carico del datore di lavoro, salvo conguaglio delle somme erogate a valersi sui contributi dovuti. Il lavoratore deve presentare la domanda di trattamento o di anticipazione del TFR al datore di lavoro, che provvederà a liquidare le prestazioni anche per la quota parte di competenza del Fondo (maturato dal 2007). Quest’ultima sarà conguagliata nella denuncia mensile riferita al mese di erogazione del TFR. I contributi oggetto di conguaglio sono tutti quelli presenti nel quadro B-C del DM10/2, ad eccezione delle quote associative. L’ INPS interviene: - in caso di incapienza dei contributi dovuti agli Enti previdenziali cioè qualora l’importo totale delle

prestazioni di competenza del Fondo che l’Azienda è tenuta ad erogare nel mese (siano esse a titolo di prestazione finale, ovvero di anticipazione) ecceda l’ammontare dei contributi complessivamente dovuti al Fondo e agli Enti previdenziali con la denuncia del mese di erogazione.

In tal caso il Fondo, tramite l’INPS, è tenuto a pagare l’intera quota a suo carico delle prestazioni richieste.

- in caso di procedura concorsuale. L’intervento per il pagamento diretto delle cifre accantonate al Fondo Tesoreria non va confuso con l’intervento per l’erogazione delle somme a carico del Fondo di Garanzia, che interviene per il pagamento del TFR (L.297/82) rimasto in azienda, per i Crediti di Lavoro (DL. 80/92) e per le eventuali quote accantonate per scelta (espressa o tacita) dei lavoratori presso i Fondi di Previdenza Complementare.

In caso di procedura concorsuale potrebbe verificarsi l’intervento sia del Fondo di Garanzia per il TFR versato fino al 31/12/2006 sia del Fondo di Tesoreria per il TFR versato dal 1/1/2007.

Se le quote di TFR maturate dai lavoratori dopo il 31/12/2006 non risultano versate al Fondo il solo soggetto legittimato a richiederne l’ammissione allo stato passivo è l’INPS e non il lavoratore. Le stesse non possono essere richieste, in alcun caso, al Fondo di Garanzia di cui all’art 2 della L.297/82.

Nel caso di incapienza, l’azienda interessata presenta istanza telematica di liquidazione. Nel caso di Aziende sottoposte a Procedura Concorsuale sarà il Responsabile della Procedura (tramite Pin Aziendale) a presentare all’INPS, la dichiarazione di incapienza con i dati analitici relativi ai lavoratori interessati. Le verifiche necessarie per il riconoscimento della richiesta presentata saranno svolte dalla Sede competente per Azienda, secondo procedure che possono variare a seconda che il datore di lavoro, pur non

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avendo regolarmente versato i contributi a titolo di TFR ne abbia però denunciato i dati tramite il flusso Uniemens. La competenza per la liquidazione diretta del TFR dal Fondo di Tesoreria è stabilita in relazione alla residenza del lavoratore. Con messaggio 2365 del 26.5.2016 sono state estese al pagamento delle somme spettanti a titolo di liquidazione del TFR a carico del Fondo di Tesoreria le nuove modalità di comunicazione del codice IBAN per l’accredito su c/c bancario o postale, libretto postate e carte prepagate, introdotte per le altre prestazioni a sostegno del reddito dal messaggio 1652 del 14.4.2016. Pertanto, qualora il lavoratore scelga tali modalità di pagamento, dovrà inviare all’INPS il mod.SR163, disponibile nella sezione modulistica del sito www.inps.it , per la verifica e la validazione delle coordinate di pagamento. In mancanza di una espressa previsione legislativa o regolamentare, la legittimità e la regolarità dei provvedimenti emanati dall’istituto nell’esercizio dell’attività di gestione del Fondo di tesoreria dovranno essere verificate e valutate nell’esercizio del potere di autotutela. I ricorsi presentati sono considerati istanze di riesame, da definire in base alle disposizioni in materia di autotutela. In caso di sospensione della prestazione lavorativa per intervento della CIGS, le quote di TFR vanno computate e quindi versate al Fondo di Tesoreria considerando l’equivalente della retribuzione alla quale il lavoratore avrebbe avuto diritto svolgendo l’attività lavorativa (Messaggio n.9468 del 28 aprile 2009). Al termine del periodo di integrazione salariale: - per i lavoratori licenziati l’azienda può chiedere alla cassa integrazione il rimborso delle quote di TFR

maturate durante il periodo di CIGS e recuperare per lo stesso periodo le quote di TFR trasferite al Fondo di tesoreria.

- per i lavoratori che proseguono l’attività lavorativa le quote di TFR versate al Fondo di tesoreria durante il periodo di CIGS vanno cumulate a quelle precedenti e successive a tale periodo per essere restituite al termine del rapporto di lavoro.

In caso di trasferimento, usufrutto o affitto d’azienda il rapporto di lavoro continua con l’acquirente ed il lavoratore conserva tutti i vantaggi che ne derivano ( Art. 2112 codice civile): - la rivalutazione delle quote di TFR versate al Fondo dal D.L. subentrante è calcolata tenendo conto

anche delle quote versate dal D.L. cedente; - l’imposta sostitutiva (11%) va versata sull’intero importo della rivalutazione; - il TFR da liquidare comprende la quota versata dal D.L. subentrante e quella connessa ai versamenti

effettuati dal D.L. cedente. I lavoratori in transito da aziende diverse attraverso operazioni societarie sono identificati, tramite le comunicazioni mensili provenienti dal Flusso UNIEmens, con il codice “2T” di assunzione per il D.L. subentrante e di cessazione per il D.L. cedente, nonché per l’elemento "matricola di provenienza " riportato nel solo flusso del D.L. subentrante. In caso di quote di TFR richieste al Fondo di tesoreria che risultino già conguagliate dal datore di lavoro sottoposto a procedura concorsuale: - se il lavoratore ha già ottenuto l’ammissione al passivo fallimentare, non vi sono le condizioni per il

pagamento diretto del TFR a carico del Fondo di tesoreria; - se il lavoratore non ha ottenuto l’ammissione al passivo fallimentare, con intervento ispettivo si

recuperano le somme indebitamente conguagliate e se ne richiede l’ammissione allo stato passivo. Ripristinato il flusso telematico si procede al pagamento diretto del tfr a carico del fondo di tesoreria

Il mancato pagamento del TFR, portato a conguaglio dal Fondo di Tesoreria e non corrisposto dal datore al lavoratore, può configurare reato penale. La legge n. 311 del 30 dicembre 2004 ha previsto l’estensione ai dipendenti delle aziende private della cessione del TFR alle finanziarie: nel sottoscrivere un contratto di prestito personale il lavoratore dipendente vincola il TFR accantonato sino a quel momento in azienda, oltre a quello che maturerà nei mesi successivi, a favore della finanziaria che eroga il finanziamento e a garanzia del prestito ricevuto. Al momento della stipula del contratto occorre segnalare se il TFR, tutto o in parte, è obbligatoriamente versato al Fondo di Tesoreria. In questo caso la finanziaria vincolerà anche l’importo versato al Fondo e questi dovrà comportarsi esattamente come il datore di lavoro.

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A seguito del licenziamento del lavoratore, dovuto a qualsiasi causa, il datore di lavoro dovrà versare il TFR alla finanziaria fino a saldare il residuo debito del finanziamento in corso. Il datore di lavoro si impegna a comunicare alla finanziaria la data del licenziamento e riceve da essa il conteggio estintivo che dovrà saldare versando tutto o parte del TFR accantonato dal lavoratore mutuatario. In caso di incapienza il D.L. nel chiedere la restituzione diretta del contributo versato al Fondo di Tesoreria dovrà specificare la quota da liquidare alla finanziaria e quella, eventuale, da restituire al lavoratore. - Se il TFR da liquidare dal Fondo supera il debito residuo si versa alla finanziaria la quota necessaria ad

estinguere il debito e la restante parte al lavoratore. - Se il TFR da liquidare dal fondo è più basso del debito residuo si versa interamente alla finanziaria. Per i pignoramenti notificati all’azienda il TFR va versato al pignoramento: 1) fino alla concorrenza di un terzo dell’importo, al netto di ritenute per causa di alimenti dovuti per legge; 2) fino alla concorrenza di un quinto dell’importo, al netto di ritenute, per debiti verso lo Stato, gli altri enti, aziende ed imprese da cui il debitore dipende, derivanti dal rapporto d’impiego o di lavoro; 3) fino alla concorrenza di un quinto dell’ importo, al netto di ritenute, per tributi dovuti allo stato, alle province ed ai comuni, facenti carico, fin dalla loro origine, all’impiegato o salariato. La quota di TFR pignorata deve essere obbligatoriamente versata al pignoramento, mentre la restante parte, se non ci sono finanziarie da soddisfare, resta nella disponibilità del lavoratore

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5. Le modifiche intervenute a seguito dell’entrata in vigore del d.lgs. 148/2015 in materia di TFR maturato durante il periodo di fruizione del trattamento straordinario di integrazione salariale (Circolare 24 del 31.1.2017)

L’art. 2, comma 2, della Legge n. 464/72, ha previsto il rimborso a carico della Cassa Integrazione Guadagni (oggi della gestione di cui all’art. 37, della Legge n. 88/89) delle quote di indennità di anzianità maturate dai lavoratori licenziati al termine del periodo di fruizione del trattamento straordinario di integrazione salariale. Successivamente, con l’introduzione ad opera dell’art. 5 del D.L. n. 80/78 convertito dalla Legge n. 215/78, del pagamento diretto del trattamento di integrazione salariale straordinaria, è stato chiarito che ove il decreto preveda tale sistema di pagamento, l’Istituto deve corrispondere ai lavoratori anche le quote di indennità di anzianità maturate nel periodo (ininterrotto) di sospensione precedente la risoluzione del rapporto di lavoro. Con la Legge n. 297/82, l’indennità di anzianità è stata sostituita dal Trattamento di Fine Rapporto. Il legislatore, in via generale, ai fini del calcolo del predetto trattamento, ha previsto che, in caso di sospensione totale o parziale per la quale sia prevista l'integrazione salariale, nella retribuzione annua deve essere computato l'equivalente della retribuzione a cui il lavoratore avrebbe avuto diritto in caso di normale svolgimento del rapporto. Tuttavia, è rimasta invariata la previsione del comma 2°, art. 2, Legge n. 464/72, di conseguenza, in via d’eccezione rispetto alla regola generale posta dal codice civile, nei casi di cessazione del rapporto di lavoro al termine di un periodo di sospensione per CIGS, l’onere della quota di TFR è a carico dell’Istituto. Da ultimo, il decreto legislativo n. 148/2015, di riforma della disciplina delle integrazioni salariali, all’art. 46, comma 1, lett. e), ha abrogato la Legge n. 464/72, con efficacia per i trattamenti di integrazione salariale richiesti a partire dalla data di entrata in vigore del decreto stesso, ovvero dal 24 settembre 2015. La previgente disciplina, compreso l’art. 2, comma 2, della Legge n. 464/72, continua ad applicarsi nei seguenti casi: 1) domande presentate entro il 23 settembre 2015; 2) domande presentate dopo il 23 settembre 2015, relative alla richiesta di proroga del trattamento concesso per il completamento di programmi di riorganizzazione e ristrutturazione, per i quali la domanda di concessione per il primo anno sia stata presentata entro il 23.9.2015; 3) domande di autorizzazione presentate dopo il 23 settembre 2015 relative al secondo anno dei programmi biennali di cessazione. La previgente normativa si applica anche alle domande presentate tra il 24 ed il 31 ottobre 2015 a condizione che la consultazione sindacale/verbale di accordo e le conseguenti sospensioni siano intervenute entro il 23.9.2015. Fatti salvi i casi sopra indicati, l’onere economico delle quote di TFR maturate dai lavoratori durante il periodo di fruizione del trattamento straordinario di integrazione salariale, ai sensi del comma 3, dell’art. 2120 del codice civile, è a carico del datore di lavoro. La disciplina sopra esposta non si applica nei casi di fruizione del trattamento straordinario di integrazione salariale a seguito della stipula di contratti di solidarietà, regolamentati, ora, dall’art. 21, comma 5 del d.lgs. 148/2015 e, prima dell’entrata in vigore della riforma, dall’art. 1, comma 5 del D.L. 726/1984 convertito con modificazioni nella L. 863/1984. Per i datori di lavoro tenuti al versamento del contributo che alimenta il Fondo di Tesoreria di cui all’art. 1, commi 755 e ss., della Legge n. 296/2006, l’INPS ha chiarito l’obbligatorietà del versamento anche per i periodi di sospensione del rapporto per i quali è prevista l’integrazione salariale. A seguito dell’abrogazione dell’art. 2, comma 2, della Legge n. 464/72, nei casi di pagamento diretto previsti dalla Legge n. 296/2006, la quota di TFR versata al Fondo di Tesoreria deve essere liquidata comprendendo anche la quota maturata durante i periodi di sospensione per fruizione del trattamento straordinario di integrazione salariale, disciplinato dal d.lgs. n. 148/2015. Anche nei casi di sopravvivenza della disciplina previgente, diversamente dalla prassi sino ad ora seguita, i datori di lavoro che abbiano regolarmente adempiuto all’obbligazione contributiva, dovranno richiedere all’Istituto il pagamento diretto ai lavoratori dell’intera quota versata al Fondo Tesoreria e recuperare la quota a carico della CIGS utilizzando il codice L043.

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Nella nuova domanda di liquidazione della quota di TFR maturata durante il periodo di CIGS (cfr. msg. n. 2800/2016), il datore di lavoro si impegna a non richiedere il pagamento diretto alla CIGS delle quote di TFR di competenza del Fondo di Tesoreria presenti nei flussi Uniemens. Ne consegue che nell’istruttoria dell’eventuale domanda di intervento diretto al Fondo di Tesoreria non dovrà essere esclusa la quota di TFR maturata durante il predetto periodo. Al fine di evitare il rischio di doppi pagamenti, la procedura di liquidazione del TFR Fondo di Tesoreria, collegandosi in automatico alla nuova procedura di liquidazione del TFR in CIGS ed alla procedura dei

pagamenti diretti CIGS, continuerà a segnalare eventuali pagamenti già effettuati. Com’è noto l’art. 8, del d.lgs. n. 252/2005 stabilisce che il finanziamento della previdenza complementare possa essere attuato anche mediante il conferimento del TFR maturando. Nel caso in cui il datore di lavoro, nel periodo ininterrotto di sospensione del rapporto precedente la cessazione, per il quale il Ministero abbia autorizzato il pagamento diretto del trattamento straordinario di integrazione salariale, non abbia provveduto ad effettuare il versamento delle quote di TFR al Fondo di previdenza complementare, l’Istituto sul quale, a mente dell’art. 2, comma 2, della Legge n. 464/72, grava l’onere economico del TFR maturato, versa dette quote direttamente al Fondo di previdenza complementare. Le domande di liquidazione della quota di TFR maturata durante il periodo di CIGS, per le quali risulta già trasmesso telematicamente il mod. SR41, continueranno ad essere istruite utilizzando l’attuale procedura pagamenti diretti CIG . Nei servizi per aziende e consulenti in ambiente Internet è stato aggiornato il programma di controllo in fase di invio dei flussi SR41, per impedire la trasmissione di SR41 contenenti richieste di pagamento di quote di TFR dopo il 1 agosto 2016. Nell’istruttoria, dopo aver verificato che il decreto ministeriale di autorizzazione del trattamento abbia disposto il pagamento diretto, si dovrà porre attenzione a non liquidare quote di TFR maturate durante il periodo di fruizione del trattamento di CIG in deroga o di altri trattamenti, es. maternità, che pur non interrompendo la continuità prevista dall’art. 2, comma 2, della Legge n. 464/72, devono essere liquidati dal datore di lavoro. Le domande di pagamento diretto della quota di TFR maturata durante il periodo di CIGS tramesse con il mod. SR41 per le quali sono presenti i flussi Uniemens con le quote di Tesoreria non dovranno essere poste in pagamento, ma sarà necessario comunicare all’Azienda che, su richiesta, saranno liquidate dal Fondo di Tesoreria.

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6. Il TFR nel flusso Uniemens a. Precisazioni sulle denunce relative al Fondo di Tesoreria

- Conguagli sulle prestazioni erogate dal Fondo di tesoreria

Il Fondo di Tesoreria eroga il TFR e le relative anticipazioni in riferimento alla quota maturata dal dipendente dal 1.1.2007. Il lavoratore deve presentare la domanda di trattamento o anticipazione al datore di lavoro, che provvede a liquidare le prestazioni anche per la quota parte di competenza del Fondo. Quest’ultima viene conguagliata nella denuncia riferita al mese di erogazione del TFR con il seguente ordine di priorità: 1. contributi dovuti al Fondo di Tesoreria; 2. in caso di incapienza, contributi obbligatori dovuti all’Istituto (IVS e altri minori). I contributi oggetto di conguaglio sono tutti quelli previsti, ad eccezione delle quote associative. Le anticipazioni, calcolate sull’intero valore del TFR maturato (quota parte di pertinenza del datore di lavoro + quota spettante al Fondo), sono erogate integralmente dal datore di lavoro a valersi primariamente sugli importi maturati in virtù degli accantonamenti effettuati fino al 31.12.2006. Se l’importo totale dell’anticipazione eccede la quota maturata presso il datore, questi effettua il pagamento totale e successivamente conguaglia su DM come sopra indicato. Qualora l’importo totale delle prestazioni di competenza del Fondo che l’azienda è tenuta ad erogare nel mese (prestazione finale o anticipazione) ecceda l’ammontare dei contributi complessivamente dovuti al Fondo e agli Enti previdenziali con la denuncia del mese di erogazione, il Fondo stesso è tenuto a pagare l’intera quota a suo carico delle prestazioni richieste. Il datore di lavoro è tenuto a comunicare immediatamente al fondo l’incapienza prodottasi e il Fondo medesimo provvede, entro 30 gg, ad erogare direttamente al lavoratore l’importo della prestazione per la quota di propria spettanza.

- Pluralità di posizioni e obbligo contributivo Ai fini della determinazione del requisito occupazionale si tiene conto della struttura aziendale complessiva, a prescindere dal numero di unità o filiali in cui è articolata. In caso di variazioni aziendali che determinano il passaggio di lavoratori da una matricola all’altra Il subentrante deve:

- indicare il lavoratore, nell’elemento <Assunzione>,con il codice tipo assunzione 2, ( “Variazioni aziendali che comportano la presa in carico del lavoratore su una diversa matricola, nell’ambito dello stesso soggetto giuridico”);

- valorizzare – contemporaneamente, l’elemento <MatricolaProvenienza>, con l’indicazione della posizione contributiva INPS presso la quale il lavoratore era precedentemente in carico.

Il cedente deve indicare il lavoratore in questione nell’elemento <Cessazione>,con il medesimo codice tipo cessazione 2, senza la contemporanea valorizzazione dell'elemento <MatricolaProvenienza>.

- Operazioni societarie con trasferimento di lavoratori con applicazione dell’art.2112 del c.c.

Al fine dell’individuazione dei datori di lavoro tenuti al versamento delle quote di TFR al Fondo di Tesoreria, in ragione – principalmente - dell’appartenenza al settore privato e del limite dimensionale aziendale, è espressamente previsto che ”I datori di lavoro con almeno 50 dipendenti sono tenuti a rilasciare all’Istituto, anche per via telematica, apposita dichiarazione”. Il limite dimensionale, tuttavia, non è l’unico elemento su cui si fondano gli obblighi nei riguardi del Fondo di Tesoreria. Operazioni societarie - quali la cessione di ramo d'azienda, la fusione per incorporazione - nonché la cessione del contratto determinano situazioni in cui si realizza il passaggio dei dipendenti da un datore di lavoro all'altro, senza interruzione del rapporto, ai sensi dell’articolo 2112 del c.c.. In relazione all'unicità del rapporto di lavoro e al fine di garantire una linearità nella gestione del TFR dei lavoratori - nel caso di operazione societaria o di cessione di contratto - permangono gli obblighi di versamento al Fondo di Tesoreria anche nelle ipotesi in cui si realizzi un passaggio di personale - in precedenza alle dipendenze di datore di lavoro assoggettato all’obbligo contributivo nei riguardi del citato Fondo - presso un datore di lavoro non tenuto al versamento del contributo in argomento. In detta ipotesi,

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il nuovo datore di lavoro - pur rimanendo complessivamente estraneo alle disposizioni di cui all'art. 1, commi 755 e successivi, della legge n. 296/2006, ne diviene destinatario, anche in assenza del requisito occupazionale previsto dalla norma (almeno 50 addetti), con esclusivo riguardo al personale transitato. Le aziende che, o in funzione del requisito occupazionale, ovvero in conseguenza di operazioni societarie, sono tenute a versare quote di TFR al Fondo di Tesoreria per almeno un dipendente, sono individuate con CA “1R” “azienda in cui sono occupati lavoratori per i quali è dovuto il contributo di finanziamento del Fondo di Tesoreria”. La gestione delle quote di TFR confluite alla Tesoreria avviene attraverso le comunicazioni mensili provenienti dal flusso UNIEMENS. Il subentrante deve:

- indicare il lavoratore, nell’elemento <Assunzione>,con il codice tipo assunzione 2T, ( “Assunzione in carico di lavoratori a seguito di trasferimento d’azienda o di ramo di essa, a seguito di cessione individuale di contratto da parte di un’altra azienda ovvero di passaggio diretto nell’ambito di gruppo d’imprese che comportano comunque il cambio di soggetto giuridico”);

- valorizzare – contemporaneamente, l’elemento <MatricolaProvenienza>, con l’indicazione della posizione contributiva INPS presso la quale il lavoratore era precedentemente in carico.

Il cedente deve indicare il lavoratore in questione nell’elemento <Cessazione>,con il medesimo codice tipo cessazione 2T, senza la contemporanea valorizzazione dell'elemento <MatricolaProvenienza>. La rivalutazione delle quote di TFR è effettuata dal datore di lavoro subentrante e riguarda anche quanto versato alla Tesoreria dall’azienda cedente. La rivalutazione dovrà essere indicata, nel flusso relativo al mese di febbraio dell'anno successivo, nell'elemento <Rivalutazione> presente in UNIEMENS. Lo stesso vale per gli obblighi di versamento dell’imposta sostitutiva (11%) che grava sulle rivalutazioni del TFR. Nell'ipotesi in cui il trasferimento di dipendenti avvenga a cavallo dell'anno, l'azienda cedente e l'acquirente cureranno gli adempimenti da effettuare (versamento all'Erario dell'acconto di novembre e del saldo di febbraio), al fine di evitare possibili duplicazioni (es. recupero dell'imposta sostitutiva, doppia comunicazione della rivalutazione). Alla cessazione del rapporto, il datore subentrante liquida al lavoratore, rivalutandolo, tutto il TFR e cioè: · quello fisicamente trasferitogli dalla cedente ; · quello da quest'ultima versato al Fondo di Tesoreria; · quello connesso ai versamenti dallo stesso effettuati al Fondo. All’atto della liquidazione, il datore di lavoro subentrante dovrà recuperare dalla Tesoreria le quote globalmente versate per i lavoratori cessati, in sede di conguaglio con i contributi dovuti . Il recupero ve effettuato indicandolo nell'elemento<RecuperoTFR>, contenuto in <AziendaTFR> presente nell'elemento <DenunciaAziendale> di UNIEMENS. Resta ferma la richiesta di intervento diretto del Fondo di Tesoreria nei casi di incapienza mensile.

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b. I dati del TFR nel flusso UNIEMENS - Elemento <Denuncia individuale>

All’interno dell’elemento <DenunciaIndividuale>, le sezioni dedicate all’inserimento dei dati relativi agli importi e alle scelte dei lavoratori sono <TFR> e <GestioneTFR> .

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<TFR> Va indicato soltanto nella denuncia relativa al mese di febbraio, ed è relativo all’importo di TFR accantonato in azienda, rivalutato, maturato al 31/12 dell’anno precedente, limitatamente ai lavoratori in forza nel mese (msg.19165 del25/7/2007). Per le aziende per le quali è previsto il versamento del contributo, l’elemento è obbligatorio: in caso di assenza per il singolo lavoratore dovrà essere esposto il valore 0. L’importo del TFR accantonato in azienda è così determinato: Lavoratori con rapporto di lavoro in essere al 31.12.2006, il cui TFR, da gennaio 2007, è versato in tutto o in parte al Fondo Tesoreria (datori di lavoro con almeno 50 dipendenti).

Tale importo è cristallizzato al 31/12/2006 con le conseguenti rivalutazioni annue.

Lavoratori con rapporto di lavoro in essere al 31.12.2006, il cui TFR è stato destinato integralmente a previdenza complementare in una data compresa tra il 1° gennaio 2007 e il 30 giugno 2007.

L’importo del TFR accantonato in azienda comprenderà anche le quote dell’anno 2007 ante conferimento a previdenza complementare.

Lavoratori con rapporto di lavoro in essere al 31.12.2006, il cui TFR sia stato al 31 dicembre 2006 già destinato integralmente a previdenza complementare.

Nessun valore sarà presente nell’elemento <TFR>.

Lavoratori con rapporto di lavoro in essere al 31.12.2006, dipendenti da datori di lavoro con meno di 50 dipendenti

L’elemento <TFR> conterrà l’importo accantonato al 31 dicembre 2006 (salvo il caso di integrale conferimento a tale data a previdenza complementare) incrementato delle quote di TFR maturate da 01.2007 non destinate a previdenza complementare.

Nuovi assunti successivamente al 31.12.2006 L’importo del TFR accantonato in azienda riguarderà le quote di TFR non destinate a previdenza complementare dai lavoratori dipendenti da aziende con meno di 50 dipendenti.

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<GestioneTFR>

Sezione contenente le informazioni relative alla scelta per la destinazione del TFR, alle basi di calcolo mensili ed agli importi destinati al Fondo di Tesoreria. Deve contenere almeno uno dei seguenti elementi: 1. <DestinazioneTFR> La sezione contiene le informazioni relative alla scelta per la destinazione del trattamento di fine rapporto. Può essere presente un secondo elemento soltanto nel caso di una contestuale eliminazione di una scelta precedentemente inviata. 2. <MeseTFR> Contiene le informazioni mensili sul trattamento di fine rapporto. 3. <RecBaseCalcCredito2012> Elemento che permette il recupero degli importi mensili presi a base del calcolo del TFR e della Previdenza Complementare nell’anno 2012 e 2015 per le aziende del Credito, in conseguenza dell’Accordo di rinnovo del CCNL 8 dicembre 2007 per i Quadri direttivi e per il Personale delle Aree professionali dipendenti dalle imprese creditizie, finanziarie e strumentali.

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<DestinazioneTFR> Contiene le informazioni relative alla scelta per la destinazione del TFR. Deve essere indicato solo la prima volta ovvero nel caso di variazione (non va quindi ripetuto tutti i mesi).

Contiene i seguenti elementi: - <TipoScelta> identifica le modalità con cui è stata fatta la scelta, ovvero l’applicazione del silenzio-

assenso. Ammette i seguenti valori:

T1 Scelta effettuata in modo esplicito usando il modello TFR1 (lavoratori occupati al 31/12/2006)

T2 Scelta effettuata in modo esplicito usando il modello TFR2 ovvero secondo quanto previsto dal punto 1 della Delibera COVIP del 21/3/2007 (lavoratori il cui rapporto ha inizio in data successiva al 31/12/2006 ovvero che rieffettuano la scelta per l’insorgere di nuove opportunità a seguito del cambio di rapporto di lavoro)

SA Silenzio-assenso (lavoratori che non hanno manifestato la loro volontà entro il termine del 30/06/2007, se occupati al 31/12/2006, ed entro sei mesi dalla data di assunzione, se assunti successivamente al 31/12/2006)

SP Scelta effettuata precedentemente al 31/12/2006 (lavoratori non tenuti alla compilazione del mod. TFR1 o TFR2)

VR Variazione della scelta effettuata in precedenza nell’ambito dello stesso datore di lavoro

- <DataScelta>Va indicata la data in cui è stata effettuata la scelta (TipoScelta: T1, T2, VR) ovvero la

data scadenza del periodo entro il quale la scelta doveva essere operata, nel caso di silenzio-assenso (TipoScelta: SA). In caso di scelta effettuata in precedenza (TipoScelta: SP) dovrà essere indicato convenzionalmente la data 2006-12-31.

- <ProfiloLav> Elemento obbligatorio, qualora il valore dell’elemento <TipoScelta> indichi una modalità esplicita che abbia comportato la compilazione dell’apposito modello da parte del lavoratore (TipoScelta: T1/T2). Contiene i seguenti elementi:

<IscrizPrevObbl> Indica la dichiarazione da parte del lavoratore relativa all’iscrizione alla previdenza obbligatoria ante il 29/4/1993 ovvero successivamente al 28/4/1993.

A93 - anteriormente al 29/4/1993 P93 - successivamente al 28/4/1993

<IscrizPrevCompl>Indica la dichiarazione da parte del lavoratore relativa all’iscrizione ad una forma di previdenza complementare al 31/12/2006.

S1 Iscritto a Previdenza complementare ante 31/12/2006 con versamento integrale o di una quota di TFR S2 Iscritto a Previdenza complementare ante 31/12/2006, senza versamento di TFR

NO Non iscritto a previdenza complementare.

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- <SceltaDest> Contiene le informazioni relative alla effettiva scelta di destinazione del TFR a previdenza complementare ovvero di mantenimento del TFR secondo le disposizioni ex art.2120 CC. Deve contenere almeno uno dei seguenti elementi, a seconda della scelta effettuata:

Nel caso di integrale mantenimento del TFR ex art.2120 del C.C., risulterà presente il solo elemento <SceltaTFR> e omesso quello relativo alla <SceltaPrevCompl>. Analogamente nel caso di destinazione dell’intero TFR a previdenza complementare, risulterà assente l’elemento <SceltaTFR> e invece presente l’elemento <SceltaPrevCompl>. Nel caso di scelta mista risulteranno presenti entrambi gli elementi e la misura della quota TFR ex art.2120 del C.C. sarà determinata complementarmente alle informazioni contenute nell’elemento<SceltaPrevCompl>.

- <SceltaTFR>

Riporta le informazioni relative al soggetto gestore (Azienda o Fondo di Tesoreria) della quota o della totalità di TFR destinato alla gestione ex art.2120 del C.C. SI Versamento al Fondo di Tesoreria: azienda con almeno 50 dipendenti, o lavoratore per il quale il datore di lavoro è tenuto al versamento in seguito a trasferimento societario. NO Accantonamento in azienda: azienda con meno di 50 dipendenti, o lavoratore per il quale non sussiste l’obbligo del versamento al Fondo di Tesoreria (es.lavoratore a domicilio, lavoratore a tempo determinato inferiore a 3 mesi, lavoratori edili con TFR presso le Casse edili, impiegati, quadri e dirigenti del settore agricolo, ecc.)

- <SceltaPrevCompl>

Riporta le informazioni relative alla quota o alla totalità di TFR destinato alla previdenza complementare. <DataAdesione> Indica la data di adesione alla previdenza complementare <FormaPrevCompl> indica la forma di previdenza complementare scelta. Il codice identificativo coincide con il numero di iscrizione all’albo COVIP <TipoQuotaPrevCompl> indica la tipologia della percentuale indicata nell’elemento <MisuraPercPrevCompl> indica la quota di TFR destinato alla previdenza complementare. Può assumere valore:

QTFR: Quota percentuale del TFR QRUT: Quota percentuale della retribuzione utile o convenzionale QFIS: Quota fissa

- <SceltaQUIR>Vale “S” qualora il lavoratore abbia integrato la scelta TFR con la richiesta di ricevere

la liquidazione mensile della Qu.I.R. (quota integrativa della retribuzione). Altrimenti non va esposto. Può essere indicato sulle denunce con competenza a decorrere da 05/2015.

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<MeseTFR>

Contiene le informazioni mensili sul TFR relative alla “base di calcolo” del TFR stesso, all’eventuale quota destinata a previdenza complementare, nonché i versamenti ed i conguagli per prestazioni al Fondo Tesoreria.

- <BaseCalcoloTFR> Importo mensile preso a base del calcolo del TFR. Deve essere indicato per tutti i

lavoratori, indipendentemente dalla destinazione del TFR alla previdenza complementare o al mantenimento ex art. 2120 CC e, in quest’ultimo caso, indipendentemente dal versamento al Fondo di Tesoreria o all’accantonamento in azienda. Tale importo fa riferimento esclusivamente al mese corrente, e non quindi a eventuali periodi pregressi. Ove previsto può assumere valore zero.

- <BaseCalcoloPrevCompl> Elemento che può essere assente qualora l’intero TFR sia stato mantenuto ex art. 2120 CC; in caso contrario dovrà contenere un valore congruo con quanto dichiarato negli elementi <TipoQuotaPrevCompl> e <MisuraPercPrevCompl> contenuti nell’elemento <SceltaPrevCompl> all’atto della scelta di destinazione del TFR. In particolare nel caso di

Quota percentuale di TFR (QTFR) sarà indicato l’importo di TFR del mese; Quota percentuale di retribuzione utile (QRUT) sarà indicato l’importo della retribuzione utile o convenzionale del mese al quale applicare l’aliquota; Quota fissa (QFIS) sarà indicato l’importo mensile effettivamente versato al Fondo di previdenza complementare.

- <MeseTesoreria> Contiene gli importi relativi all econtribuzioni ed alle prestazioni del Fondo di Tesoreria:

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- <Contribuzione> Riporta a livello individuale gli importi versati al Fondo Tesoreria.

< ImportoCorrente> Importo, a livello individuale, del versamento effettuato per periodi correnti (ex cod. CF01 del modello DM10). <ImportoPregresso> Importo, a livello individuale, del versamento effettuato per periodi pregressi (ex cod. CF02, MPA1 e MPF1 del modello DM10).

CF02 Versamento arretrati quote TFR L. 296/2006 CF03 Versamento differenza di TFR per restituzione ctb 0,50% L. 297/82 MPA1 Restituzione quote anticipaz. TFR Fondo Tesoreria

MPF1 Restituzione quote prestaz. TFR Fondo Tesoreria <RestituzioneImpostaSost> Importo relativo alla restituzione dell’imposta sostitutiva determinato al momento del saldo. <Rivalutazione> Importo relativo alla rivalutazione ex 2120 c.c. delle quote TFR versate al Fondo di Tesoreria, rilevata alla fine di ciascun anno, da indicare nella denuncia del mese di febbraio dell’anno successivo, ovvero rilevata alla cessazione del rapporto di lavoro, con onere a carico del Fondo di Tesoreria.L’importo della rivalutazione va indicato al lordo dell’imposta sostitutiva.

- <Prestazione> Riporta, a livello individuale, gli importi recuperati in seguito a liquidazione o

anticipazione del TFR.

<ImportoLiquidazione> Importo totale, a livello individuale, dei recuperi per prestazioni effettuati nella sezione <RecuperoTFR> di <DenunciaAziendale> con causali PF10 e PF20. <ImportoAnticipazione> Importo totale, a livello individuale, dei recuperi per anticipazioni effettuati nella sezione <RecuperoTFR> di <DenunciaAziendale> con le causali PA10 e PA20. <Recupero contribuzione> Importo degli eventuali conguagli negativi sulla contribuzione erroneamente versata al Fondo di Tesoreria. Gli eventuali conguagli positivi, anche in relazione ai versamenti dovuti dalle aziende costituite nel corso dell’anno, determineranno invece l’aumento del valore indicato in Contribuzione>/<ImportoPregresso>. <Imposta Sostitutiva> Importo dell’imposta sostitutiva dell’11% cui è stata assoggettata la rivalutazione del TFR versato al Fondo di Tesoreria alla fine di ciascun anno o alla cessazione del rapporto di lavoro. L’imposta sostitutiva può essere indicata in un’unica soluzione alla cessazione del rapporto di lavoro o alla determinazione dell’effettivo importo all’atto del saldo, ovvero contestualmente ai versamenti effettuati (acconto e saldo). In questa seconda ipotesi, qualora si determini un saldo negativo, tale importo sarà aggiunto all’elemento RestituzioneImpostaSost> di <Contribuzione>.

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- <MeseQUIR> Contiene i dati relativi all’erogazione mensile della quota di TFR in busta paga (Qu.I.R). DPCM n. 29/2015. Può essere indicato sulle denunce con competenza a decorrere da 05/2015.

<QUIRLiquidataBustaPaga> Riporta il valore della Qu.I.R. maturata ed erogata nel mese di competenza della denuncia con risorse proprie del datore di lavoro. <QUIRDaFinanziare> Riporta le informazioni riferite alla Qu.I.R. erogata attraverso il ricorso al Finanziamento assistito da garanzia.

- <MeseFONDINPS> Importi relativi alle contribuzioni al fondo di previdenza complementare FONDINPS. <ImportoCorrente>Importo, a livello individuale, del versamento effettuato con il modello F24 con il codice FOIN, per lo stesso mese di competenza della denuncia UNIEMENS. <ImportoPregresso> Importo, a livello individuale, del versamento effettuato con il modello F24 con il codice FOIN effettuato nel mese di competenza della denuncia UNIEMENS, ma riferito a mesi precedenti.

- <MisureCompensative> Contiene informazioni relative alle misure compensative alle imprese che conferiscono il TFR a forme pensionistiche complementari e/o al Fondo per l’erogazione del TFR.

<MisCompADebito> Restituzione di somme conguagliate a titolo di misure compensative alle imprese che conferiscono il TFR a forme pensionistiche complementari e/o al Fondo per l’erogazione del TFR. M120 Rest. Quota di misura compens. per TFR a F.Tesoreria. Circ.136/2007. M121 Rest. Quota di misura compens.per TFR a F.Complementare. Circ.136/2007. M123 Rest. Quota di misura compens.per TFR a F.Tesoreria. Msg 5859/2008 M124 Rest. Quota di misura compens.per TFR a F.Complementare. Msg 5859/2008

Elemento <MisCompACredito>Somme conguagliate a titolo di misure compensative alle imprese che conferiscono il TFR a forme pensionistiche complementari e/o al Fondo per l’erogazione del TFR. TF01 Esonero contr. TFR L. 297/82 – prev. Complementare TF02 Esonero contr. TFR L. 297/82 – Fondo Tesoreria TF03 Esonero dal versamento del contributo al Fondo di garanzia TFR di cui all’art. 2, l. n.297/1982 per effetto della liquidazione della Qu.I.R., ai sensi dell’art. 1, commi 28 e 29, l. n. 190/2014 (Circ. n. 82/2015) TF11 Recupero Arr. Ctr. TFR L. 297/82 Prev. Compl. TF12 Recupero. Arr. Ctr. TFR L. 297/82 Fondo Tesoreria. TF13 Esonero Contr. DL 203/2005 – Prev. Complementare TF14 Esonero Contr. DL 203/2005 – Fondo di Tesoreria TF15 Rec. Arr. Contr. DL 203/2005 prev. Compl. TF16 Rec. Arr. Contr. DL 203/2005 Fondo Tesoreria TF17 Misure compensative di cui all’art. 8, d.l. n. 203/2005 per effetto della liquidazione della Qu.I.R. in assenza di accesso al finanziamento assistito da garanzia, ai sensi dell’art. 1, comma 28, l. n. 190/2014 (Circ. n. 82/2015)

<RecBaseCalcCredito2012>

Elemento relativo agli importi presi a base del calcolo del TFR per le aziende del Credito, ripartiti nei mesi di riferimento. Possono essere presenti più elementi <RecMensileBC> identificati in modo univoco dall’attributo “IdMese”. Tali importi andranno a sostituire quanto già dichiarato nelle denunce di competenza pari al mese indicato in “IdMese”, negli elementi <BaseCalcoloTFR> e <BaseCalcoloPrevCompl> di <MeseTFR> di <GestioneTFR>.

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- Elemento <DenunciaAziendale>

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<Azienda TFR>

<VersTFR> Elemento ricorsivo che contiene informazioni relative al versamento della contribuzione al Fondo Tesoreria. <RecuperoTFR> Elemento ricorsivo che contiene informazioni relative al recupero delle prestazioni e delle anticipazioni del TFR sulla contribuzione al Fondo Tesoreria e sulla contribuzione previdenziale e assistenziale. <Causale Vers TFR> CF11 Importo della maggiorazione dovuta per i periodi pregressi. CF30 Restituzione. Importo imposta sostitutiva TFR al Fondo di Tesoreria. <Causale Rec TFR> PA10 Rec. Anticip. TFR su contrib. Fondo di Tesoreria PA20 Rec. Antic. TFR sui contrib. Previd. E assist. PF10 Rec. Prest. TFR su contrib. Fondo di Tesoreria PF20 Rec. Prest. TFR sui contrib. Previd. E assist. PF30 Rec. Importo imposta sostit. TFR Fondo di Tesor. RF01 Recupero contributo versato in eccedenza al Fondo Tesoreria

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Normativa di riferimento TFR

Messaggio n. 8538 del 17.03.2006 Messaggio n. 15924 del 05.06.2006 Circolare n. 32 del 04.03.2010 Messaggio n. 9030 del 25.05.2012 Circolare n. 89 del 26.06.2012 Messaggio n.4968 del 24.7.2015 Messaggio n.2084 del 11.5.2016 Circolare n.24 del 31.1.2017

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FONDO DI TESORERIA

Circolare 70 del 3 aprile 2007 Definizione del Fondo di Tesoreria – Modalità di versamento del contributo – Liquidazione delle prestazioni – Allegati: stralcio L.296/2006 (commi 755 e seguenti), Decreto 30 gennaio 2007.

Messaggi n.27769 e n.27770 del 12 dicembre 2008 Erogazione diretta del TFR a carico del Fondo di

tesoreria.

Messaggio n.6952 del 27 marzo 2009 Rilascio della procedura di pagamento per l’erogazione del TFR dal Fondo di Tesoreria (da modulo base/pagamenti vari).

Messaggio n.9468 del 28 aprile 2009 Versamento del contributo al Fondo di tesoreria per lavoratori in

Cigs.

Messaggio n.10588 del 11 maggio 2009 Liquidazione del TFR dal Fondo di Garanzia in presenza di quote versate al Fondo di Tesoreria.

Messaggio n.15687 del 08 luglio 2009 E’ stabilita la competenza per la liquidazione diretta del TFR dal

Fondo di Tesoreria in relazione alla residenza del lavoratore – Si rilasciano le istruzioni per la liquidazione di lavoratori licenziati da aziende sottoposte a procedura concorsuale – Si definiscono le modalità operative per l’accertamento del versamento e la liquidazione del TFR a carico del Fondo in presenza di omissioni contributive.

Messaggio n.21062 del 23 settembre 2009 Versamento della contribuzione e liquidazione del TFR dal

Fondo di Tesoreria in caso di operazioni societarie che comportano trasferimento di lavoratori.

Messaggio n.2057 del 03 febbraio 2012 I casi in cui le somme richieste al Fondo di Tesoreria risultino già conguagliate dal datore di lavoro.

Articoli del codice civile 2112 – 2114 – 2116 – 2120 – 2122.