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3/10 SOMMARIO 1 IL TRIANGOLO EDITORIALE 2 ReLAzIONe deL pReSIdeNTe CONSIGLIO NAZIONALE 4 IL pROGeTTO “STANdARd dI QUALITÀ” peR LA pROFeSSIONe CASSA DI PREVIDENZA 8 LA peNSIONe dI VeCCHIAIA GIURISPRUDENZA 10 INTeRVeNTI SU edIFICI FATISCeNTI 12 SeNTeNze NORMATIVA 14 L’ASSeSSORe GeOMeTRA pUò eSeRCITARe SOLO FUORI dAL pROpRIO TeRRITORIO 15 IL pROCedIMeNTO peR L’AUTORIzzAzIONe pAeSAGGISTICA 19 LA SCIA SOSTITUISCe LA dIA IMPOSTE E TASSE 23 AGeVOLAzIONI FISCALI peR Le RISTRUTTURAzIONI edILIzIe 24 RITeNUTA d’ACCONTO SU SpeSe SOGGeTTe A deTRAzIONe 25 deTRAzIONI ReLATIVe ALL’ABITAzIONe pRINCIpALe 27 INFISSI e IMpIANTO FOTOVOLTAICO CULTURA 28 IL pARCO pINeTA… NATURA dA SCOpRIRe! CATASTO/TOPOGRAFIA 31 dATI CATASTALI NeLLe COMpRAVeNdITe e NeLLe LOCAzIONI SICUREZZA CANTIERI 32 dOCUMeNTAzIONe dI CANTIeRe AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE 34 QUANdO UNA SCUOLA è SICURA? 35 SANATORIA CATASTALe peR IMMOBILI NON dICHIARATI O dIFFORMI 36 IdeNTIFICAzIONe CATASTALe NeI CONTRATTI dI LOCAzIONe 38 LA “SCIA” e L’AVVIO deI LAVORI edILI 39 INTeRVeNTI edILIzI-LIBeRI e SeMILIBeRI 42 Le COpeRTURe A FALdA: CRITeRI TeCNOLOGICO-pROGeTTUALI COMPETENZE PROFESSIONALI 45 pARCeLLe pROFeSSIONALI: LIQUIdAzIONe dA pARTe deLL’ORdINe NOTIZIE UTILI 47 COMpeNSI AI pROFeSSIONISTI 47 IL NOTAIO ORA è “INFORMATICO” VITA DI COLLEGIO 50 ABBIAMO pARTeCIpATO A... 50 ALBO pROFeSSIONALe 51 Le deLIBeRe pIÙ SIGNIFICATIVe 52 eLezIONI deL CONSIGLIO 52 ReGISTRO pRATICANTI VARIE 54 GeOMeTRI IN MOTO SUI pASSI dOLOMITICI CONDOMINIO 54 CHIARIMeNTI dAL MINISTeRO deL LAVORO IL TRIANGOLO Rivista trimestrale d’informazione tecnico professionale del Collegio dei Geometri e dei Geometri Laureati di Como Numero 3/2010 Autorizzazione del tribunale di Como n. 204 del 26 ottobre 1968 Spedizione in abbonamento postale 70% - Filiale di Como REDAZIONE via Recchi, 2 22100 Como tel. 031.261.298 fax 031.271287 DIRETTORE RESPONSABILE Geom. Giuliano Medici e-mail:[email protected] COORDINATORE COMMISSIONE STAMPA Geom. Gianluca Scacchi COMMISSIONE STAMPA Geom. Walter Alberti Geom. Rosalba Andreetti Geom. Alberto Merio Geom. Giovanni Prisinzano Geom. Giovanna Tettamanti Geom. Carlo Zanotta HANNO COLLABORATO Avv. Paolo Mantegazza Geom. Walter Alberti Geom. Claudio Corti Geom. Renzo Giana Geom. Gianluca Scacchi Centro didattico scientifico del Parco Pineta È consentita la riproduzione citando la fonte. Gli articoli firmati non impegnano la Direzione. GRAFICA E IMPAGINAZIONE New Press s.a.s. via Carso, 18/20 tel. 031.301268/69 fax 031.301267 e-mail: [email protected] STAMPA New Press s.a.s. via Carso, 18/20 tel. 031.301268/69 fax 031.301267 e-mail: [email protected] CARATTERISTICHE Formato: A4 Pagine: 56 + copertina Tiratura: 1100 copie circa Diffusione: tutti i geometri iscritti all’Albo della Provincia di Como – tutti i Comuni (Uffici Tecnici e/o Sindaci) della Provincia di Como – tutti i Collegi dei Geometri e dei Geometri Laureati Regionali In copertina: Centro Didattico Scientifico del Parco Pineta Archivio Fotografico del Parco Pineta Triangolo3-2010_1b:Triangolo4-07(ok).qxd 20/10/10 19:17 pagina 1

SOMMARIO - collegio.geometri.co.itcollegio.geometri.co.it/pdf/2011/9347.pdf · rezzani, Manuela Costa e diva Feltre che si sono dimostrate sempre competenti, disponibili e soler-ti

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SOMMARIO

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EDITORIALE2 ReLAzIONe deL pReSIdeNTe

CONSIGLIO NAZIONALE4 IL pROGeTTO “STANdARd dI QUALITÀ” peR LA pROFeSSIONe

CASSA DI PREVIDENZA8 LA peNSIONe dI VeCCHIAIA

GIURISPRUDENZA10 INTeRVeNTI SU edIFICI FATISCeNTI12 SeNTeNze

NORMATIVA14 L’ASSeSSORe GeOMeTRA pUò eSeRCITARe SOLO FUORI dAL

pROpRIO TeRRITORIO15 IL pROCedIMeNTO peR L’AUTORIzzAzIONe pAeSAGGISTICA19 LA SCIA SOSTITUISCe LA dIA

IMPOSTE E TASSE23 AGeVOLAzIONI FISCALI peR Le RISTRUTTURAzIONI edILIzIe24 RITeNUTA d’ACCONTO SU SpeSe SOGGeTTe A deTRAzIONe25 deTRAzIONI ReLATIVe ALL’ABITAzIONe pRINCIpALe27 INFISSI e IMpIANTO FOTOVOLTAICO

CULTURA28 IL pARCO pINeTA… NATURA dA SCOpRIRe!

CATASTO/TOPOGRAFIA31 dATI CATASTALI NeLLe COMpRAVeNdITe e NeLLe LOCAzIONI

SICUREZZA CANTIERI32 dOCUMeNTAzIONe dI CANTIeRe

AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE34 QUANdO UNA SCUOLA è SICURA?35 SANATORIA CATASTALe peR IMMOBILI NON dICHIARATI

O dIFFORMI36 IdeNTIFICAzIONe CATASTALe NeI CONTRATTI dI LOCAzIONe38 LA “SCIA” e L’AVVIO deI LAVORI edILI39 INTeRVeNTI edILIzI-LIBeRI e SeMILIBeRI42 Le COpeRTURe A FALdA:

CRITeRI TeCNOLOGICO-pROGeTTUALI

COMPETENZE PROFESSIONALI45 pARCeLLe pROFeSSIONALI:

LIQUIdAzIONe dA pARTe deLL’ORdINe

NOTIZIE UTILI47 COMpeNSI AI pROFeSSIONISTI47 IL NOTAIO ORA è “INFORMATICO”

VITA DI COLLEGIO50 ABBIAMO pARTeCIpATO A...50 ALBO pROFeSSIONALe51 Le deLIBeRe pIÙ SIGNIFICATIVe52 eLezIONI deL CONSIGLIO52 ReGISTRO pRATICANTI

VARIE54 GeOMeTRI IN MOTO SUI pASSI dOLOMITICI

CONDOMINIO54 CHIARIMeNTI dAL MINISTeRO deL LAVORO

IL TRIANGOLORivista trimestraled’informazionetecnico professionaledel Collegio dei Geometrie dei Geometri Laureati di ComoNumero 3/2010

Autorizzazione del tribunale di Comon. 204 del 26 ottobre 1968

Spedizione in abbonamento postale70% - Filiale di Como

REDAZIONE

via Recchi, 222100 Comotel. 031.261.298fax 031.271287

DIRETTORE RESPONSABILE

Geom. Giuliano Medicie-mail:[email protected]

COORDINATORE COMMISSIONE STAMPA

Geom. Gianluca Scacchi

COMMISSIONE STAMPA

Geom. Walter AlbertiGeom. Rosalba AndreettiGeom. Alberto MerioGeom. Giovanni PrisinzanoGeom. Giovanna TettamantiGeom. Carlo Zanotta

HANNO COLLABORATO

Avv. Paolo MantegazzaGeom. Walter AlbertiGeom. Claudio CortiGeom. Renzo GianaGeom. Gianluca ScacchiCentro didattico scientifico del Parco Pineta

È consentita la riproduzione citando la fonte.Gli articoli firmati non impegnano la Direzione.

GRAFICA E IMPAGINAZIONE

New Press s.a.s.via Carso, 18/20tel. 031.301268/69fax 031.301267e-mail: [email protected]

STAMPA

New Press s.a.s.via Carso, 18/20tel. 031.301268/69fax 031.301267e-mail: [email protected]

CARATTERISTICHE

Formato: A4Pagine: 56 + copertinaTiratura: 1100 copie circaDiffusione: tutti i geometri iscritti all’Albo della Provincia di Como – tutti i Comuni (UfficiTecnici e/o Sindaci) della Provincia di Como –tutti i Collegi dei Geometri e dei GeometriLaureati Regionali

In copertina:Centro Didattico Scientifico del Parco PinetaArchivio Fotografico del Parco Pineta

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Geom. GIULIANO MedICI

Sono trascorsi quattro anni dalle ultime elezioni conle quali è stato eletto il Consiglio direttivo ora in sca-denza di mandato, composto oltre che dal sotto-scritto, che ha svolto le funzioni di presidente, daicolleghi:- geom. Angelo Tavecchio, segretario, - geom. Corrado Mascetti, tesoriere,- geometri Ferruccio dilda, Giandomenico Lam-brughi, Luca Limonta Giuseppe Gaffuri, Oscar Mel-la e porta Raffaella, consiglieri.

Quattro anni molto impegnativi sia per il tempo chesi è dovuto dedicare al Collegio, per l'ordinaria am-ministrazione, sia per le problematiche della cate-goria che si sono dovute affrontare e discutere a li-vello locale, regionale e nazionale.

Ringrazio i Consiglieri che hanno collaborato affin-ché si potesse portare a termine il mandato nel mi-gliore dei modi e nell'interesse di tutti i Colleghi.devo ringraziarli per la fiducia che mi hanno ac-cordato e per l’aiuto che mi hanno dato nell’adem-piere al mandato di presidente.Ringrazio anche l'Ufficio nelle signore elena Ba-rezzani, Manuela Costa e diva Feltre che si sonodimostrate sempre competenti, disponibili e soler-ti.Nell'operare nel rispetto delle norme e nell'interes-se della categoria, ho avuto anche alcune critiche,ma fanno parte della vita, chi lavora e si assume re-sponsabilità non può certamente essere condivisosempre e da tutti. A volte per ra-gioni comprensibili ma a volte an-che per il puro gusto della con-testazione o per richieste non e-vadibili, ci sono state incom-prensioni che ho cercato sempredi chiarire ma che a volte, pensoper antipatia personale, sono ri-maste tali.I Consiglieri, qualunque fosse illoro incarico, in questi due annihanno svolto il loro mandatopartecipando a: riunioni di consi-glio, riunioni di commissione ogruppi di lavoro, incontri in ambi-to provinciale, incontri in ambitoregionale ed incontri in ambitonazionale.La Segreteria ha collaborato conla Cassa di previdenza ed Assi-

stenza per Geometri Liberi professionisti trattandopratiche riguardanti le più svariate problematiche deicolleghi, inviando i Mod. 17 e fornendo consulen-ze varie in merito alla previdenza.durante i quattro anni trascorsi, si è avuto un in-cremento delle iscrizioni all’Albo professionale, cheha portato il numero degli iscritti da 963 alla datadel 26.09.2006, a 1063 alla data del 9 settembre2010, ultima riunione del Consiglio direttivo, con unrisultato superiore ad ogni aspettativa, se si tieneconto della situazione della scuola e dell’incertez-za delle prospettive professionali della nostra ca-tegoria, che abbiamo accertato durante gli ultimi an-ni.

Mi auguro che alle elezioni partecipino molti se nontutti gli iscritti al Collegio e che il nuovo Consigliodirettivo risulti costituito ancora una volta da Col-leghi volonterosi di mettersi a disposizione di tuttie che possano lavorare in un ritrovato clima di se-reno confronto a garanzia dell’operatività del Con-siglio stesso.Sono certo che il nuovo presidente sarà eletto conil voto unanime dei Consiglieri, avendo tutti ben pre-sente che il presidente non ha e non deve avere al-cun interesse personale ma il compito e l’impegnodi lavorare per i Colleghi e per il futuro della cate-goria.

Il programma dovrà tener ben presente che il Col-legio è e deve essere sempre più un riferimento im-portante per tutti gli iscritti, soprattutto per garanti-re una formazione continua ed obbligatoria.

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ReLAzIONeAssemblea Elettiva 2010 – Como, 24 settembre 2010

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Resoconto anni 2006/2010per l’esclusivo dovere di informare, ritengo giustoa questo punto riferire all’Assemblea quanto il Con-siglio direttivo ha realizzato con il costante impe-gno dei Consiglieri in questi quattro anni passati, no-nostante il momento storico particolarmente diffici-le per la nostra categoria.Quanto realizzato nel corso del mandato, è riporta-to nelle relazioni che come presidente ho presenta-to alle Assemblee Annuali Ordinarie dei tre anni pas-sati ed integralmente pubblicate su “Il Triangolo”.di seguito ricordo solo alcune, le più importanti trale realizzazioni attuate:a - tra i corsi, quelli

- per il superamento delle barriere architettoniche, - sulla “privacy”- sul catasto,- sull’attività del Consulente Tecnico d’Ufficio (C-

TU),- per certificatori energetici della Regione Lom-

bardia,b - tra i convegni, quelli

- sulla Stima Immobiliare”,- sulla deontologia professionale,- sui Titoli edilizi dopo l’approvazione della L.R.

n° 12/2005”,- sull'efficienza energetica negli edifici,- sulle tematiche condominiali,- sulle novità fiscali in edilizia,

c - tra le adozioni, quelle - del Codice di deontologia professionale propo-

sto dal C.N.G.,- della Convenzione con l’Agenzia del territorio per

il servizio Agenda Catasto, - del Regolamento per la formazione continua ob-

bligatoria predisposto dal C.N.G.,- del nuovo Regolamento dei compensi e dei rim-

borsi ai Collaboratori del Collegio,- del protocollo d'Intesa per l'Osservatorio pre-

venzione Incendi in Lombardia. d - tra le approvazioni, quelle

- della procedura con relativa modulistica per larichiesta del parere di congruità sulle parcellerelative alle prestazioni professionali;

- della norma che esonera, dal versamento dellaquota associativa annuale, gli eredi dei colleghidefunti entro i primi venti giorni dell'anno;

- dello stanziamento di un contributo ai corsi pra-ticanti per contenerne il costo e favorirne l'i-scrizione e la partecipazione;

- della proposta di acquisto da parte della Cas-sa di previdenza dei vani per l'ampliamento del-la sede del Collegio, del progetto di massima edel relativo preventivo di spesa ;

- del Contratto di prestazioni di servizi, all'ufficiodi segreteria del Collegio, stipulato con la So-cietà Cooperativa dei Geometri della provin-cia di Como;

- della modifica della denominazione del Collegioin "Collegio dei geometri e dei geometri laureatidella provincia di Como";

- della proposta di stampa a colori de "Il Triangolo" e - tra le partecipazioni, quelle

- al 43° Congresso Nazionale di Categoria tenu-

tosi a palermo,- al convegno per la presentazione del progetto

dell’Albo Unico (AUTeL)- alle Assemblee dei presidenti organizzate dal

C.N.G. - alle riunioni del Comitato regionale dei Collegi

provinciali dei Geometri della Lombardia- agli incontri con l'UNIVeRCOMO (Associazione

per la promozione degli insediamenti universi-tari in provincia di Como).

Il prossimo Consiglio Direttivo, del quale non farò più parte perché ritengo sia giu-sto non affezionarsi troppo alla poltrona e lasciarequindi ad altri Colleghi, senz'altro migliori e motivati,di poter dare il proprio contributo al servizio dellacategoria, con idee e metodi di gestione nuovi, do-vrà:- a livello regionalecontinuare a partecipare attivamente alla Consul-ta Regionale dei Collegi dei Geometri lombardi,perché la stessa continui ad essere un autorevolereferente nei confronti del C.N.G. e G.L., delle Isti-tuzioni e degli enti Regionali. dovrà mantenere e rafforzare i buoni rapporti e lecollaborazioni con i Collegi Lombardi.- a livello nazionale, essere attento ed interessato alle innovazioni cheriguarderanno la nostra categoria professionale perpoter interessare e coinvolgere prontamente tutti icolleghi iscritti al Collegio, perché siano prontamenteinformati e preparati per affrontare tutte le novità chela possibile riforma delle professioni potrà preve-dere, non ultima la ridefinizione delle competenzedei geometri.

ConclusioniIn conclusione, mi auguro che tutto possa procederein modo più tranquillo possibile, senza intoppi o con-testazioni e che il prossimo Consiglio direttivo delnostro Collegio ritrovi la serenità di cui ha bisogno,per lavorare tranquillamente nell’interesse degli i-scritti ma soprattutto per i Colleghi più giovani, i qua-li hanno la necessità, oggi più di ieri, di essere aiu-tati nell'intraprendere la professione di geometra.Mi auguro che tutti voi siate, come del resto lo sie-te sempre stati, disponibili alla collaborazione conil nuovo Consiglio direttivo, mettendovi a disposi-zione con le vostre conoscenze e disponibilità ditempo, affinché il Collegio possa risultare all’altez-za di ogni futura necessità.Spero inoltre che la collaborazione e disponibilitàabbia inizio con la partecipazione in gran numeroalle elezioni e che le vostre scelte siano orientatea premiare chi è già stato a disposizione ed a so-stenere chi vuole mettersi a disposizione della ca-tegoria contribuendo alla crescita professionale deicolleghi.Ringrazio tutti i colleghi che hanno doverosamen-te partecipato a questa nostra Assemblea elettivae che vorranno dare il loro contributo positivo par-tecipando alle votazioni.Grazie a tutti ed arrivederci.

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L‘attività finalizzata alla stesura dello “Standard diqualità“ ai fini della qualificazione professionale del-la categoria dei Geometri” sta proseguendo secondoil calendario fissato dal contratto stipulato dal CN-GeGL nello scorso settembre con l’ente Naziona-le Italiano di Qualificazione (UNI). Il lavoro, al quale si dedicano ben 5 Consiglieri, con-siste nel disciplinare le prestazioni professionali svol-te dai geometri secondo precise regole in conformitàalla struttura di norma per la qualificazione delle pre-stazioni concordata a livello europeo dagli organi-smi di normazione (CeN). Secondo i principi di emanazione degli standard sarànecessario svolgere sul contenuto dei documenti pre-disposti dal gruppo di lavoro una pubblica consulta-zione, nella quale gli iscritti, ma anche i committen-ti, abbiano )a possibilità di esprimere il loro parereCiò potrà avvenire a partire dal mese di settembre

2011, termine previsto per l’emanazione della pri-ma versione del documento.

Nel frattempo si ritiene necessario aprire un con-fronto con la categoria sull’elenco e sul contenutodelle prestazioni professionali individuate dal grup-po di lavoro C.N.G./UNI, al fine di ottenere osser-vazioni, richieste di integrazione (altre attività nonpreviste) e suggerimenti, in particolare se l’elencosia esaustivo e se la descrizione sintetica della pre-stazione sia chiara e completa.

L‘elenco delle prestazioni professionali sin qui in-dividuate con la relativa descrizione sono state sud-divise nelle tre aree di attività della categoria: - e edilizia, Urbanistica e Ambiente - p estimo ed attività peritate - T Topografia, cartografia, geodesia e catasto

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IL pROGeTTO “STANdARd dI QUALITÀ” peR LApROFeSSIONe

Comunicazione del C.N.G. e G.L. in data 5 agosto 2010

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Il Politecnico - Sede di Como

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PROSPETTO 1 - AREA “ESTIMO E ATTIvITà PERITALE”

N. PRESTAZIONI DESCRIZIONEp.1 Valutazione immobiliare processo metodologico finalizzato alla determinazione

del valore di mercato e/o dei valori diversi dal valore di mercato di immobili e/o di toro parti

p.2 Consulenza tecnica Attività finalizzata ad emettere un parere verbale o scritto (perizia) di natura tecnica e/o assistenza in una controversia

p.3 Consulenza tecnica d’ufficio Attività svolta da un esperto in ausilio alla autoritàp.4 Arbitrato Attività finalizzata alla definizione di una controversia

mediante una decisione (lodo)p.5 Redazione perizia contrattuale emissione di un giudizio mediante la redazione di una

perizia al fine di definire una controversiap.6 Conciliazione Attività per facilitare ed assistere le parti ad individuare

una soluzione negoziale che estingua la controversiap.7 Ausilio nel processo esecutivo Attività di assistenza all’ufficiale giudiziario al fine

in forma specifica di adempiere alla sentenza emessa dell’autorità giudiziariap.8 Ausilio nel processo esecutivo Attività svolta da un esperto in ausilio alla autorità giudiziaria

in forma generica o delegati da essa al fine di svolgere specifici accertamentie determinazioni per un dato bene che debba essere alienatonell’ambito di una procedura espropriativa immobiliare

p.9 Consulenza tecnica all’atto Attività tecnica necessaria per le informazioni e la di trasferimento documentazione per la redazione della parte tecnica

del contrattop.10 Redazione tabelle millesimali Attività tecnica per la determinazione del valore delle proprietà

dei singoli condomini e l’attribuzione delle quote millesimali sulle parti comuni

p.11 Riconfinazione Attività tecnica per la verifica e/o determinazione dei confini tra proprietà immobiliari

p.12 Redazione piani particellari Attività tecnica per la definizione della consistenzadi esproprio e del valore di aree assoggettate ad esproprio

p.13 Sdemanializzazione Attività tecnica finalizzata all’alienazione di un immobile di proprietà demaniale

p.14 Redazione della dichiarazione Attività finalizzata alla presentazione della dichiarazione di di successione successione, con determinazione dell’asse ereditario nella

consistenza e nel valore dei beni caduti in successione p.15 Redazione della dichiarazione Attività finalizzata all’ottenimento del certificato di eredità

di successione (Tavolare) per l’intavolazione dei dirittip.16 Tenuta delle scritture contabili Attività finalizzata alla registrazione dei documenti fiscali

d’entrata e d’uscita e alla emissione delle relative documentazioni

p.17 Redazione delle dichiarazioni Attività di compilazione delle dichiarazioni fiscali prescritte,fiscali previste dalla vigente per il calcolo delle imposte e dei tributi dovutinormativa

p.18 Redazione del bilancio aziendale Attività di stesura del bilancio aziendale delle impresedelle imprese agricole agricole

p.19 Redazione del piano di Attività finalizzata alla proposta progettuale per definire Utilizzazione Aziendale (pUA) gli interventi di miglioramento agronomico ai fini

del potenziamento dei reddito aziendalep.20 Accertamento usi civici Attività riguardante l’accertamento storico, catastale, giuridico

ed estimativo inerente le proprietà collettive, servitù e diritticivici precedenti e successivi alla Legge 1766/1927

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PROSPETTO 2 - AREA “EDILIZIA, uRBANISTICA E AMBIENTE”

N. PRESTAZIONI DESCRIZIONEe.1 progettazione lavori processo intellettuale conseguente l’ideazione di un’opera

o della sua manutenzione e/o restauro, con la predisposizionedi un insieme di elaborati, relativi alla parte architettonica, strutturale ed impiantistica, da restituire in forma cartacea o informatica

e.2 direzione dei lavori Controllo tecnico, contabile ed amministrativo dell’esecuzionedella proposta progettuale, con verifica che le opere previstesiano eseguite a regola d’arte ed in conformità dei progettoe del contratto

e.3 Contabilità dei lavori Misurazione e verifica del lavori eseguiti, rispetto alle quantità ed ai costi previsti in progetto

e.4 Collaudo dei lavori Attività di verifica, controllo ed accertamento, ai fini della certificazione che l’opera o il lavoro siano stati eseguiti a regola d’arte, secondo il progetto approvato e le relative prescrizioni tecniche

e.5 Servizio di prevenzione Coordinamento del servizio di prevenzione e protezionee protezione (RSpp) dell’organizzazione dell’unità produttiva nell’ambito dell’azienda

e.6 Servizio di prevenzione Attività finalizzata alla prevenzione e protezione dei rischie protezione (ASpp) professionali per i lavoratori nell’ambito del sistema interno

od esterno all’aziendae.7 Controllo del processo Attività finalizzata al controllo della progettazione al momento

di sicurezza delle scelte tecniche e nell’esecuzione del progetto poi, per la salvaguardia delle misure generali dl tutela della salute e sicurezza dei lavoratori

e.8 Coordinamento della sicurezza in Redazione del piano di sicurezza e coordinamentofase di progettazione dell’opera (CSp) con l’analisi delle scelte progettuali ed organizzative

e.9 Coordinamento della sicurezza in Attività finalizzata alla verifica dell’applicazione del piano difase di esecuzione dell’opera (CSe) sicurezza e coordinamento e l’organizzazione tra i datori di lavoro

e.10 Valutazione Impatto Attività finalizzata ad individuare, descrivere e valutare Ambientale (VIA) gli effetti dell’attuazione di un determinato progetto,

per dimostrare quali effetti può produrre all’ambiente circostante (sociale, economico ecc.)

e.11 Redazione piani di Recupero Attività di pianificazione urbanistica attuativa, di iniziativa pubblica e/o privata, che riguarda gli immobili e le zone del territorio comunale che non possono essere oggetto di trasformazione edilizia, cioè sono vincolate dalla pianificazione generale (pRG, pUC) o da altro strumento urbanistico al recupero dei fabbricati

e.12 Redazione piano Attività progettuale mediante la quale un’area edificabiledi Lottizzazione viene suddivisa in lotti, per l’ottenimento dell’autorizzazione

a costruire, vincolata alla realizzazione delle opere di urbanizzazione a servizio delle costruzioni (strade, parcheggi, fogne, verde etc.)

e.13 Redazione piano del colore Attività di pianificazione urbanistica attuativa che regola il corretto svolgimento delle operazioni di coloritura, pulitura e restauro delle facciate, o di parti di esse, e di manufatti di arredo urbano nel territorio comunale

e.14 Certificazione energetica Attività di verifica e controllo al fine di attestare le prestazionie le caratteristiche energetiche di un edificio, rispetto ai valori di riferimento previsti dalla legge

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e.15 Certificazione acustica Attività di verifica e controllo al fine di attestare le prestazionie le caratteristiche acustiche dl un edificio, rispetto ai valori di riferimento previsti dalla legge

e.16 progettazione e collaudo ai fini della prevenzione incendi Attività di progettazione e/o verifica di un’attività soggetta

al controllo dei vigili del fuoco, ai fini del rilascio del CpI

PROSPETTO 3 - AREA “TOPOGRAFIA, CARTOGRAFIA, GEODESIA E CATASTO”

N. PRESTAZIONI DESCRIZIONET.1 Redazione Tipo o piano

di frazionamento Attività tecnica finalizzata alla divisione ed ai frazionamentodi terreni, attraverso apposite procedure catastali

T.2 Redazione Tipo mappale Attività tecnica finalizzata alla corretta introduzione nella mappa catastale dell’edificato, attraverso apposite procedure catastali

T.3 Redazione Tipo particellare Attività tecnica finalizzata alla determinazione dello stato di fatto di una proprietà fondiaria con determinazione della reale superficie

T.4 denuncia al catasto fabbricati Attività tecnica finalizzata all’accertamento dell’unità immobiliare urbana, attraverso apposite procedure catastali

T.5 Redazione Voltura catastale Attività finalizzata all’aggiornamento delle intestazioni dellabanca dati catastale, attraverso apposite procedure catastali

T.6 Redazione piani di Attività tecnica finalizzata a determinare e certificare lacorrispondenza (tavolare) corrispondenza tra la mappa catastale e la mappa tavolare

T.7 Redazione piani di servitù Attività finalizzata a delimitare geometricamente ed indicare(tavolare) le servitù a peso ed a favore di terreni e/o fabbricati, per

la successiva intavolazioneT.8 Intavolazione (tavolare) Attività finalizzata all’intavolazione degli atti tecnici

di aggiornamento catastale dei diritti reali correlatiT.9 Rilievo del territorio Attività tecnica finalizzata alla misurazione ed alla restituzione

grafica planimetrica e/o altimetrica del territorioT.10 Rilievo di fabbricati Attività tecnica finalizzata alla misurazione dei fabbricati,

con relativa restituzione grafica di planimetrie, piante, sezioni e prospetti

T.11 Rilievo batimetrico Attività tecnica finalizzata alla misurazione ed alla restituzione grafica di ambienti marini, lacustri e fluviali

T.12 Rilievo di precisione Attività tecnica finalizzata al rilievo di precisione, sia planimetrico che altimetrico, per ottenere triangolazioni e trilaterazioni, poligonali aperte e chiuse, livellazioni tecnichee di precisione, con relativa restituzione grafica di piante, planimetrie, profili longitudinali sezioni trasversali e/o tracciati

T.13 Tracciamento di infrastrutture Attività tecnica finalizzata alla determinazione sul luogoterritoriali dei tracciati (stradali, idraulici, ferroviari, ecc.) sia

planimetricamente che altimetricamente, per la loro costruzione o sistemazione

T.14 Tracciamento di fabbricati Attività tecnica finalizzata alla determinazione sul luogo del tracciamento necessario all’impostazione della costruzione dei fabbricati

T.15 Tracciamento di lottizzazioni Attività tecnica finalizzata alla determinazione sul luogo e dei limiti e degli ambiti delle lottizzazioni, sia planimetricamente che altimetricamente

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In data 5 maggio 2010 sono state approvate dai Mi-nisteri Vigilanti le modifiche regolamentari adottatedal Comitato dei delegati nella riunione del 24 no-vembre 2009, che hanno vigenza dal 1.1.2010.

Non vi è dubbio che la novità più rilevante è rap-presentata dall’innalzamento - da 65 a 67 anni del-l’età pensionabile - ai fini del riconoscimento del-la pensione di vecchiaia retributiva ai sensi degli artt.2, comma, 1 e 34, commi 5 e 6 del Regolamentodi previdenza. L’innalzamento è disposto in modo graduale, seimesi ogni anno, a partire dal 2010 (con la previsionedi 65 anni e 6 mesi) per arrivare a regime nel 2013(con l’età di 67 anni).

Le modifiche approvate contemplano, altresì, la facoltàdi accedere comunque al trattamento di vecchiaia alcompimento dei 65 anni di età per coloro che sianoin possesso dell’anzianità contributiva minima previ-sta dalle norme regolamentari (32 anni nel 2010, 33nel biennio 2011/2012, 34 nel 2013/2014 e 35 a re-gime dal 2015). In tali casi il trattamento è liquidatocon il sistema misto e cioè con il criterio di calcoloretributivo relativamente all’anzianità contributiva ma-turata fino al 31/12/2009 e con il criterio di calcolocontributivo di cui alla legge n. 335/95 per le annualitàsuccessive al 2010 e fino al perfezionamento del 65°anno di età.

Esempio N° 1

Effetti innalzamento età

Il Geometra nato il 22.2.1945 ed iscritto alla Cas-sa dal 1979, ha compiuto 65 anni di età il22.2.2010 e vanta un’anzianità assicurativa com-plessiva di 32 anni e 2 mesi. potrà quindi accedere, con decorrenza 1.3.2010,alla pensione di vecchiaia a) con calcolo misto (fino al 31.12.2009 - 32 an-ni con calcolo retributivo e dal 1.1.2010 - 2 me-si con calcolo contributivo), oppure b) attendere di compiere 65 e 6 mesi il 22.8.2010ed accedere alla pensione di vecchiaia retributi-va con decorrenza 1.9.2010 e con un’anzianitàcomplessiva di 32 anni e 8 mesi.

Un’assoluta novità è poi rappresentata dalla modi-fica recata dall’art. 33, commi 1 e 1 bis del Rego-

lamento di previdenza che consente - a coloro che al compimento dell’età pensiona-bile, pur vantando un periodo iscrittivo di 32 o piùanni (anzianità utile ex att. 2 e 34) non abbianoprovveduto al pagamento integrale della contri-buzione dovuta - di optare per la pensione cal-colata con il sistema contributivo. Fermo restando intali casi il recupero anche coattivo da parte dell’en-te della contribuzione non prescritta, la modifica indiscussione introduce la possibilità per tali soggettidi ottenere subito, pur in presenza di morosità, la li-quidazione della pensione calcolata con il sistemacontributivo sulla base dei soli contributi regolari. L’opzione per la liquidazione del trattamento con-tributivo è però irrevocabile ed irreversibile e, quin-di, laddove successivamente intervenga il paga-mento o il recupero della contribuzione mancante,il trattamento sarà riliquidato, a domanda, semprecon criterio di calcolo contributivo, a far data dal 1°giorno del mese successivo a quello dell’intervenutoversamento.

Esempio N° 2

Opzione per pensione contributiva in presenza di morosità

Il Geometra nato il 22.2.1945 ed iscritto alla Cas-sa dal 1979, alla data del compimento dei 65 an-ni e 6 mesi - il 22.8.2010 - ha irregolarità contri-butive non prescritte per 5 annualità: a fronte quin-di di un periodo assicurativo complessivo di anni32 e 8 mesi, ne ha regolari solo 27 e 8 mesi. Il Geometra, quindi, a) o regolarizza le annualità mancanti b) oppure potrà optare per la pensione contribu-tiva che verrà liquidata sulla base dei soli contri-buti riferiti alle annualità regolari. La scelta è irrevocabile e la Cassa provvederàcomunque al recupero coattivo della contri-zione non prescritta.

A fronte di tali incisive novità regolamentari ed al fi-ne di armonizzare il sistema previdenziale, la Cas-sa procederà alla liquidazione in via provvisoria del-la pensione di vecchiaia retribuiva in tutte le i-potesi in cui il pensionando sia in possesso dei re-quisiti minimi per l’accesso al trattamento: età pen-sionabile e anzianità contributiva minima (32 anni

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LA peNSIONe dI VeCCHIAIA

Modifiche regolamentari in vigore dal 1.1.2010 - Circolare del 13agosto 2010 prot. n. 73/ SDG

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nel 2010), per la quale siano stati correttamenteversati i contributi obbligatori, seppure in presen-za di un arco assicurativo maggiore (ad es. 36 an-ni) non coperto dal versamento integrale della con-tribuzione e quindi con morosità anche non conti-nuative nell’arco iscrittivo complessivo. Liquidata in via provvisoria la pensione, ove inter-venga il versamento o il recupero della contribuzioneper gli anni mancanti, si procederà alla riliquidazionedel trattamento con il sistema retributivo con de-correnza dal 1° giorno del mese successivo alla da-ta della regolarizzazione.

Esempio N° 3

Liquidazione provvisoria vecchiaia retributiva

Il Geometra nato il 22.2.1945 ed iscritto alla Cas-sa dal 1974, alla data del compimento dei 65 an-ni e 6 mesi - il 22.8.2010 - ha irregolarità contri-butive non prescritte per 4 annualità: a fronte quin-di di un periodo assicurativo complessivo di anni37 e 8 mesi, ne ha regolari solo 33 e 8 mesi. La pensione del Geometra verrà liquidata con cal-colo retributivo in via provvisoria, tenendo contodelle sole annualità regolari, salvo procedere al-la riliquidazione sempre con il sistema retributi-vo dal momento della regolarizzazione.La Cassa provvederà comunque al recuperocoattivo della contrizione non prescritta.

Stesso principio troverà applicazione anche per lepensioni contributive ordinarie, per le quali le citatemodifiche regolamentari hanno disposto in via ge-nerale l’abbassamento dell’anzianità contributiva u-tile per la liquidazione della pensione da 10 a 5 an-ni. Nelle ipotesi in cui, al raggiungimento dei 65 annidi età, risulti un periodo assicurativo superiore a5 anni anzianità, non coperto integralmente dallacontribuzione (ad esempio 12 anni di anzianità con-tributiva, di cui regolari solo 6) si procederà alla li-quidazione provvisoria del trattamento contributivocon le sole annualità regolari, salvo il successivo ri-calcolo (ovviamente sempre contributivo) una vol-ta intervenuta la regolarizzazione con decorrenzadal primo giorno del mese successivo alla detta re-golarizzazione.

Esempio N° 4

Liquidazione provvisoria vecchiaia contributiva

Il Geometra nato il 22.02.1945 ed iscritto alla Cas-sa dal 1998, alla data del compimento dei 65 –il 22.02.2010 – ha irregolarità contributive non pre-scritte per 5 annualità: a fronte quindi di un periodoassicurativo complessivo di anni 12 anni e 2 me-si, ne ha regolari solo 7. La pensione del Geometra verrà liquidata con cal-colo contributivo in via provvisoria tenendo con-to delle sole annualità regolari salvo procedere al-la riliquidazione sempre con il sistema contributi-vo dal momento della regolarizzazione. La Cassa provvederà comunque al recuperocoattivo della contrizione non prescritta.

L’istituto della liquidazione provvisoria troverà a-nalogamente applicazione anche ai trattamenti diinvalidità e di inabilità.

Rimangono immutati i principi dettati dalla deli-bera di Giunta esecutiva n. 81/2008 in caso di ir-regolarità contributiva, le cui previsioni troverannoapplicazione ogni qualvolta la situazione contribu-tiva del pensionando non dia luogo ad una liquida-zione in via provvisoria della pensione e cioè in tut-te le ipotesi in cui il pensionando non sia in pos-sesso dei requisiti minimi richiesti dal regola-mento per la liquidazione del trattamento richiesto.

per quel che riguarda la liquidazione provvisoria, lastessa non può applicarsi alle pensioni in totaliz-zazione, atteso che detto istituto - secondo quan-to espressamente recato dall’art. 1 del d. Lgs n.42/2006 - “è ammesso a condizione che riguarditutti e per intero i periodi assicurativi” e non puòquindi riguardare periodi parziali.

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Sede della Groma a Roma

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L’abbattimento di un fabbricato fatiscente e la co-struzione in sostituzione di uno di dimensioni mag-giori ed in posizione diversa si inquadra come in-tervento di nuova costruzione, soggetto dunque apermesso di costruire.

Con queste motivazioni si espressa la Corte di Cas-sazione con la Sentenza n. 13492 del 09/04/2010,dichiarando illegittima la demolizione con ricostru-zione su diversa area di sedime di un fabbricato fa-tiscente.

La Corte ha altresì aggiunto che, secondo consoli-data giurisprudenza, caratteristica essenziale del-la categoria del restauro e risanamento conserva-tivo è quella della conservazione di un organismoedilizio preesistente assicurandone la funzionalità,nel rispetto degli elementi tipologici, formali e strut-turali preesistenti, e che nel caso di ruderi o di edi-fici già da tempo demoliti, come nel caso di specie,l’intervento edilizio deve essere inquadrato nella fat-tispecie della nuova costruzione.

Si ricorda che con la Sentenza n. 22241 del04/06/2008, la Corte aveva altresì rilevato che l’e-dificazione su ruderi costituisce sempre una nuovacostruzione, soggetta ai vincoli gravanti sull’area in-teressata.

Sentenza n. 13492 del 09/04/2010,della

CORTe SUpReMA dI CASSAzIONeTeRzA SezIONe peNALe

Con la sentenza in epigrafe la corte di appello di Na-poli confermava quella del tribunale di Torre An-nunziata - sezione distaccata di Sorrento - omissis

La Corte di Appello aveva rigettato tali prospettazionirilevando che:

a) dalla relazione di sopralluogo del tecnico comu-nale si deduceva chiaramente che l’intervento con-figurava una nuova costruzione non più riferibile alcomplesso edilizio preesistente e che a nulla rilevavache le sorelle Gargiulo fossero comproprietarie di “u-na struttura fatiscente, con tegole cadute, travi rot-

te”, ovvero che il fabbricato delle sorelle Gargiulo fos-se” fatiscente” , bisognevole di “manutenzione” ;

b) omissis

c) omissis

d) che trattavasi di lavori ancora in corso al momentodel sopralluogo.

Avverso tale decisione propongono ricorso per cas-sazione entrambe le imputate deducendo:

1) omissis

2) omissis

3) omissis

4) omissis

5) omissisLe ricorrenti hanno successivamente presentato mo-tivi nuovi integrativi di quelli sub 3) e 4) evidenziandoche per la valutazione della possibilità di definizio-ne del procedimento di sanatoria ex art. 37 del d-pR 380/01 erano state redatte dal Tecnico Comu-nale Geom. Severi in data 26/01/00, con attoprot.1867 (di cui si allega copia), note esplicative inmerito alla relazione già da esso redatta dalle qua-li emergeva che: 1) l’intervento edilizio in esame appare inquadrabi-le non già nella fattispecie di ristrutturazione edili-zia, bensì in quella di “risanamento conservativo erestauro”; 2) l’apparente discordanza dimensionale, rilevata trala cartografia già agli atti del Comune e quanto ri-levato in data 16/09/05 è pienamente compatibilecon le approssimazioni derivanti dalle misurazionieffettuate “su carta” in scala 1 :2000 (in cui bastal‘errore di un millimetro di righello o di segno di ma-tita a determinare un apparente sfalsamento di-mensionale di ben 2 metri); 3) la sagoma e l’area di sedime del fabbricato, ca-si come rilevabili attraverso documentazione car-tografica, aerofotogrammetrica e catastale, pre-sentavano effettivamente piccole discordanze, ma

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INTeRVeNTI SU edIFICI FATISCeNTI

Corte di Cassazione - Sentenza nr. 13492 del 09/ 04/ 2010

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quelle rilevate nel 2005 sono conformi a quelle piùdettagliate già oggetto di denuncia di cambiamen-to nel NCeU n.965 del 25/02/2002;4) il distacco di 40 cm. dal muro di confine consi-ste in una vanella di aerazione pienamente com-patibile con gli interventi di recupero del manufat-to, ed ancor oggi il tetto di copertura del manufattoparte dal detto muro di confine.

per la data odierna è pervenuta istanza di rinvio deldifensore respinta con ordinanza dibattimentale,stante la genericità dell‘impedimento addotto e, so-prattutto, l’approssimarsi della prescrizione per al-cuni reati

Motivi della decisione. omissis

venendo ora ai rilievi sulla tipologia dell’abuso, oggetto del quarto motivo e di quelli aggiunti, appareeffettivamente esente da censure la decisione im-pugnata. Non vi é dubbio, infatti che l’abbattimento

e la ricostruzione di un fatiscente fabbricato di

dimensioni maggiori ed in posizione difforme ri-

spetto a quella precedente, debba essere in-

quadrata come intervento di ristrutturazione e-

dilizia per il quale si richiede il permesso di costruireai sensi dell’articolo 10 lett. c) d.p.r. 380/01 e nongià di risanamento conservativo e restauro ..

del resto, proprio dalla documentazione allega-ta, ricorso, si rileva che la Soprintendenza dei be-ni culturali di Napoli, nell’esprimere il proprio pa-rere sensi dell’articolo 167 d.LGS n. 42/04, avevadichiarato l’improcedibilità della pratica in quan-to l’intervento realizzato era da considerare di de-molizione e di ricostruzione di un manufatto; i-noltre lo stesso tecnico Severi Massimo, avevarilevato che la sagoma e l’area di sedime del ma-nufatto accertato, rispetto al preesistente, ap-pariva differente negli anni per forma e dimen-sioni in quanto, verosimilmente, trattandosi di fab-bricato abbandonato per anni, probabilmente og-getto di crolli o diroccamenti e invaso da ster-paglie, veniva impedita una facile ripresa e/o ri-lievo del fabbricato.

Ciò posto è appena il caso di rilevare che la carat-teristica essenziale della categoria del restauro e ri-sanamento conservativo è quella della conserva-zione di un organismo edilizio preesistente assicu-randone la funzionalità, nel rispetto degli elementitipologici, formali e strutturali preesistenti e che nelcaso di meri “ruderi” o di edifici già da tempo de-moliti, come nella specie, l’intervento edilizio deveessere neces-sariamente inquadrato nella diversafattispecie della “nuova costruzione”.(Cons. Stato. V, 15-4-2004, n. 2142; V, 1-12-1991,n. 2021; 10-3-1997, n. 240).

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Ex edificio industriale diroccato

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EDILIZIA

1 - Oneri di urbanizzazione: obbligo e ammontareConsiglio di Stato Sentenza n. 8757 del 24/12/2009

Il Consiglio di Stato, con la sentenza n. 8757 del24/12/2009. ha affermato che gli oneri sono dovu-ti a prescindere dalla situazione urbanizzativa del-le zone in cui ricadono gli interventi. Gli oneri di ur-banizzazione sono dovuti anche se non vi è urba-nizzazione e sulla base dei valori vigenti al momentodel rilascio del permesso di costruire o della pre-sentazione della denuncia di Inizio Attività. Gli oneri di urbanizzazione sono dovuti anche in ca-so di mancanza di opere di urbanizzazione nel-la zona in cui ricade l’intervento assentito con il per-messo di costruire. Lo ha affermato, peraltro conformemente ad un con-solidato ed uniforme orientamento della Giurispru-denza, il Consiglio di Stato, con la sentenza n.8757 pubblicato il 24/12/2009. Secondo la Corte l’art. 1 della Legge 28/01/1977,n. 10, ha introdotto, salve le eccezioni espressa-mente previste, il principio della onerosità delle con-cessioni edilizie, diversificate a seconda delle zonein cui è suddiviso il territorio comunale. detti oneri sono dunque dovuti a prescindere dallasituazione urbanizzativa delle zone in cui ricadonoi singoli interventi, poiché adempiono all’esigenzadella partecipazione patrimoniale dei privati inte-ressati al pregiudizio economico gravante sulla col-lettività comunale per effetto della trasformazione delterritorio. Quanto invece alla modalità temporale di determi-nazione dell’incidenza degli oneri di urbanizzazio-ne e del costo di costruzione, la Corte ha ricordatocome ai sensi dell’art. 7 della Legge 24/12/1993, n.537, questi oneri devono essere aggiornati ogniquinquennio dai comuni, in conformità alle relativedisposizioni regionali, in relazione ai riscontri dei pre-vedibili costi delle opere di urbanizzazione prima-ria, secondaria e generale. Ne consegue che una volta intervenuta la deliberacomunale di aggiornamento, ogni permesso di co-struire che deve ancora essere rilasciato può esserelegittimamente assoggettato solo al pagamento de-gli oneri di urbanizzazione tabellari previsti dal nuo-

vo provvedimento comunale, applicati in relazionealla localizzazione del manufatto. In altri termini la determinazione degli oneri di ur-banizzazione deve essere effettuata sulla base deivalori in vigore alla data del rilascio del titolo e-dilizio, e non alla data in cui è stata presentata i-stanza per il medesimo titolo.

2 - Per la realizzazione di una tettoia occorre il permesso di costruire.Corte di Cassazione Sentenza n° 27264 del 14 luglio 2010

Secondo la Cassazione l’intervento non può quali-ficarsi quale intervento di manutenzione straordi-naria, né configurarsi come pertinenza, ma comeampliamento.La Corte di Cassazione si è recentemente pronun-ciata in materia urbanistica sulla realizzazione di u-na tettoia di copertura di un terrazzo di un’abitazione.Tale opera, ha precisato la suprema Corte, non puòqualificarsi quale intervento di manutenzione straor-dinaria, né configurarsi come pertinenza, atteso che,costituendo parte integrante dell’edificio ne costi-tuisce ampliamento, con conseguente integrabilità,in difetto del preventivo rilascio del permesso di co-struire, del reato previsto dall’articolo 44 del d.p.R.n. 380 del 2001.

URBANISTICA

1 - Permesso di costruire in lotto interclusoConsiglio di Stato Sentenza n. 3699 del 10/06/2010

Spetta in ogni caso al Comune una valutazione di-screzionale per accertare la necessità della piani-ficazione urbanistica di dettaglio. Con la recente sentenza n. 3699 del 10/06/2010 ilConsiglio di Stato ha fornito il proprio orientamen-

SeNTeNzeEdilizia, Urbanistica e Catasto3/10

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Tettoia per ricovero autovetture

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to sui requisiti per il rilascio del permesso di costruireper un «lotto intercluso», senza l’approvazione del-lo strumento urbanistico attuativo previsto dalle N-TA del pRG. Ai sensi dell’art. 9 del d.p.R. 380/2001 costituisce re-gola generale ed imperativa, in materia di governo delterritorio, il rispetto delle previsioni del pRG che im-pongano, per una determinata zona, la pianificazionedi dettaglio. Tali prescrizioni, di solito contenute nelle N-TA, sono vincolanti e idonee ad inibire l’intervento di-retto costruttivo . A fronte di tale principio fondamenta-le e dei suoi corollari, la prassi giurisprudenziale ha co-niato una deroga eccezionale, dagli incerti confini, in pre-senza di una peculiare situazione di fatto che ha pre-so il nome di «lotto intercluso». Tale fattispecie si realizza, secondo una preferibilerigorosa impostazione, allorquando l’area edificabiledi proprietà del richiedente: sia l’unica a non essere stata ancora edificata; si trovi in una zona integralmente interessata da co-struzioni; sia dotata di tutte le opere di urbanizzazione (prima-rie e secondarie), previste dagli strumenti urbanistici; sia valorizzata da un progetto edilizio del tutto confor-me al pRG. In sintesi si consente l’intervento costruttivo diretto pur-ché si accerti la sussistenza di una situazione di fattoperfettamente corrispondente a quella derivante dal-l’attuazione del piano esecutivo, allo scopo di evitaredefatiganti attese per il privato ed inutili dispendi di at-tività procedimentale per l’ente pubblico. Stante la natura eccezionale della regola sopra illustratala Corte ha chiarito che ai fini del rilascio di un permessodi costruire per un «lotto intercluso», senza l’appro-vazione dello strumento urbanistico attuativo previstodalle NTA del pRG, occorre in ogni caso: una valutazione circa la congruità del grado di ur-banizzazione della zona, rimessa alla valutazionediscrezionale ed esclusiva del Comune; una completa istruttoria volta ad accertare che la pia-nificazione esecutiva non conservi una qualche uti-le funzione, anche in relazione a situazioni di degradoche possano recuperare margini di efficienza abita-tiva, riordino e completamento razionale, ovvero nonsia in grado di esprimere scelte programmatorie di-stinte rispetto a quelle contenute nel pRG.

2 - Determinazione del valore di un’area fabbricabileSezione Tributaria della Corte di Cassazionesentenza n. 11176 del 07/05/2010

Ai fini della determinazione del valore di mercato oc-corre valutare l’area nel suo complesso. La Sezione Tributaria della Corte di Cassazione hachiarito le modalità per la determinazione del valo-

re di un’area fabbricabile. In particolare la Corte harichiamato l’art. 5 comma 8 del d.Lgs. n° 504/1992,il quale, nel prevedere che il valore dell’area edifi-cabile è costituito da quello venale in comune com-mercio, fa riferimento all’intera area nel suo com-plesso. Ne deriva che l’area edificabile deve esse-re considerata unitariamente, prescindendo dalla de-stinazione che ciascuna porzione di essa potrà a-vere in esito alla realizzazione del processo edifi-catorio. d’altro canto non si può trascurare che l’e-sercizio concreto diritto ad edificare richiede che l’a-rea sia urbanizzata, e quindi debbono esservi spa-zi riservati (secondo le prescrizioni dello strumen-to urbanistico attuativo) ad infrastrutture e servizi diinteresse generale, quali parcheggi, strade, aiuole.Ne consegue ulteriormente che, ai fini della deter-minazione del valore dell’area nel suo complesso,deve tenersi in debito conto il differente livello di e-dificabilità delle parti che compongono l’area.

CATASTO

1 - L’avviso di classamento deve essere motivatoCorte di Cassazione - Sezione TributariaSentenza n. 11804 del 14/05/2010

La Sezione Tributaria della Corte di Cassazione, lasentenza n. 11804 del 14/05/2010, ha chiarito inquali casi, e con quali modalità, l’avviso di classa-mento di un immobile con attribuzione di maggiorrendita catastale da parte dell’Agenzia del Territo-rio deve essere motivato, qualora sia stata utilizzatala procedura dOCFA.A questo proposito la Corte ha ribadito che, qualo-ra l’attribuzione della rendita catastale abbia luogoa seguito della procedura disciplinata dall’art. 2 del-la Legge n° 75/1993 e del d.M. 19/04/1994, n° 701,(cosiddetta «procedura DOCFA») ed in base ad u-na stima diretta eseguita dall’Ufficio, tale stima, cheintegra il presupposto ed il fondamento motivazio-nale dell’avviso di classamento (esprimendo un giu-dizio sul valore economico dei beni classati di na-tura eminentemente tecnica, in relazione al quale lapresenza e l’adeguatezza della motivazione rilevanoai fini non già della legittimità, ma dell’attendibilitàconcreta del cennato giudizio, e, in sede conten-ziosa, della verifica della bontà delle ragioni ogget-to della pretesa), costituisce un atto conosciuto e co-munque prontamente e facilmente conoscibile peril contribuente, in quanto posto in essere nell’ambi-to di un procedimento a struttura fortemente parte-cipativa, con la conseguenza che la sua mancata ri-produzione o allegazione all’avviso di classamentonon si traduce in un difetto di motivazione.

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Ai sensi dell’articolo 78 comma 3 del d.Lgs 18 agosto 2000, n° 267/2000 “Testo unico delle leggi sul-l’ordinamento degli enti locali”, i componenti della Giunta Comunale competenti in materia di urbanisti-ca, di edilizia e di lavori pubblici devono astenersi dall’esercitare attività professio nale in materia di e-dilizia privata e pubblica nel territo rio da essi amministrato. poiché, secondo l’articolo 47 comma 1 del citato d.Lgs n° 267/2000, l’Assessore è un componente del-la Giunta Comunale, la disposizione normativa sopra citata è senz’altro anche a lui applicabile. Ne consegue pertanto l’incompatibilità dell’esercizio della professione di geometra - in quanto compe-tente in materia di urbanistica e di edilizia nonché di lavori pubblici - con la funzione di Assessore (qua-lunque Assessore, anche alla cultura), ove tale attività venga svolta nell’ambito del territorio da es so am-ministrato.

decreto Legislativo 18 agosto 2000, n. 267“Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali”

pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 227 del 28.09.2000 - Supplemento Ordinario n. 162

Articolo 47

Composizione delle giunte1. La giunta comunale e la giunta provinciale sono composte rispettivamente dal sindaco e dal presi-dente della provincia, che le presiedono, e da un numero di assessori, stabilito dagli statuti, che nondeve essere superiore a un terzo, arrotondato aritmeticamente, del numero dei consiglieri comunalie provinciali, computando a tale fine il sindaco e il presidente della provincia, e comunque non supe-riore a sedici unità. 2. Omissis3. Omissis4. Omissis5. Omissis

Articolo 78

Doveri e condizione giuridica1. Il comportamento degli amministratori, nell’esercizio delle proprie funzioni, deve essere impronta-to all’imparzialità e al principio di buona amministrazione, nel pieno rispetto della distinzione tra le fun-zioni, competenze e responsabilità degli amministratori di cui all’articolo 77, comma 2, e quelle pro-prie dei dirigenti delle rispettive amministrazioni.

2. Omissis

3. I componenti la giunta comunale competenti in materia di urbanistica, di edilizia e di lavori pubbli-ci devono astenersi dall’esercitare attività professionale in materia di edilizia privata e pubblica nel ter-ritorio da essi amministrato.

4. Omissis

5. Al sindaco ed al presidente della provincia, nonché agli assessori ed ai consiglieri comunali e pro-vinciali é vietato ricoprire incarichi e assumere consulenze presso enti ed istituzioni dipendenti o co-munque sottoposti al controllo ed alla vigilanza dei relativi comuni e province.

6. Omissis

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L’ASSeSSORe GeOMeTRA pUò eSeRCITARe SOLO FUORI dAL pROpRIO TeRRITORIO

Non è consentita l’attività professionale al geometra assessore comunale

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NORMATIVA

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Da IL BOLLETTINO DI LEGISLAZIONE TECNICA5/2010

Circolare MinisterialeBeni e Attività culturali 22/01/2010, N. 2089

Con la scadenza dell’ultima proroga fino al31/12/2009, disposta dall’art. 23, comma 6, del de-creto- legge 78/2009 (BLT n. 7-8/2009), successi-vamente convertito nella L. 03/08/2009, n. 102, ècessata la vigenza del regime transitorio per il rila-scio dell’Autorizzazione paesaggistica delineato dal-l’art. 159 del d.Leg.vo 42/2004 (Banca dati Online),recante il «Codice dei beni culturali e del paesag-gio» (d’ora in avanti «codice»), così come modifi-cato dalla L. 129/2008 [BLT n. 9/2008].Alla stessa data è scaduto anche il termine asse-gnato alle Regioni per verificare l’adeguatezza del-le strutture degli enti locali (Comuni, province, Co-munità montane, enti parco o forme associativecreate dai suddetti enti) eventualmente delegati al-l’esercizio delle funzioni autorizzatorie in materia dipaesaggio, pena la decadenza delle deleghe ed ilritorno delle funzioni in capo alle Regioni stesse.A partire dal 01/01/2010 è entrato dunque in vigo-re il procedimento ordinario per il rilascio dell’Auto-rizzazione paesaggistica, disciplinato dagli articoli146 e seguenti del Codice, che di seguito viene il-lustrato nel dettaglio, con l’ausilio anche dei chiari-menti forniti da una recente Circolare del Ministeroper i Beni e le Attività Culturali, concernenti anchela sorte dei procedimenti in corso alla data di sca-denza del termine.Va segnalato in proposito che sul punto si è espres-sa anche la Corte Costituzionale, con la sentenza n.101/2010 resa sul ricorso promosso dalla presiden-za del Consiglio dei Ministri ed avente ad oggetto lalegittimità costituzionale dell’art. 58 della L.R. Friuli Ve-nezia Giulia 23/02/2007, n. 5, con le modifiche intro-dotte dalla L.R. 12/2008. Il comma 1 di detto artico-lo stabilisce in buona sostanza che i Comuni com-petenti al rilascio dell’Autorizzazione paesaggisticaprovvedono con applicazione della procedura tran-sitoria di cui all’art. 159 del d.Leg.vo 42/2004, sino al-l’adeguamento dei loro strumenti di pianificazione alpiano paesaggistico regionale, momento a partire dalquale trova invece vigenza il procedimento ordinario

di cui all’art. 146 del Codice. Si tratta in pratica di u-na proroga sine die del regime transitorio, senza u-na data di scadenza prefissata, che la Corte Costi-tuzionale ha censurato con la citata pronuncia riba-dendo come lo Stato abbia competenza legislativa e-sclusiva in materia di tutela ambientale.

COSA è L’AUTORIzzAzIONe pAeSAGGISTICAL’Autorizzazione paesaggistica è un atto autonomo,rilasciato dalla Regione o dagli enti locali even-tualmente da questa delegati, che costituisce pre-supposto all’ottenimento, da parte dei proprietari,possessori o detentori a qualsiasi titolo di immobi-li o aree di interesse paesaggistico, del permessodi costruire o di altro titolo abilitativo edilizio per l’e-secuzione di interventi urbanistici o edilizi.Il fatto che si tratti di atto autonomo viene a signifi-care che il rilascio dell’Autorizzazione paesaggisti-ca deve essere oggetto di un procedimento diver-so e distinto da quello preordinato all’ottenimento deltitolo abilitativo edilizio (rilascio del permesso di co-struire o presentazione della denuncia di inizio at-tività), del quale costituisce presupposto indispen-sabile. In altre parole l’Autorizzazione paesaggisti-ca viene rilasciata con un procedimento a sé stan-te, e senza di essa non può essere ottenuto il tito-lo abilitativo edilizio.Il Codice disciplina peraltro all’art. 143, comma 4,lettera a), come sarà meglio illustrato di seguito, uncaso in cui la realizzazione degli interventi può es-sere autorizzata dalla pianificazione paesaggisticadirettamente nell’ambito del procedimento per l’ot-tenimento del titolo edilizio.

Enti competenti al rilascioL’art. 146, comma 6, del Codice attribuisce alla Re-gione la competenza ad esercitare la funzione au-torizzatoria in materia di paesaggio, per il tramitedi apposite strutture dotate di adeguata competenzetecniche e risorse strumentali. La Regione può tut-tavia delegare l’esercizio della funzione autorizza-toria a province, Comuni, Comunità montane, en-ti parco o forme associative e di cooperazione traenti locali, a patto che gli enti destinatari della de-lega dispongano a loro volta di strutture adeguatedal punto di vista tecnico e delle dotazioni stru-mentali, e siano inoltre in grado di mantenere la ne-

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IL pROCedIMeNTO peR L’AUTORIzzAzIONe pAeSAGGISTICA

Nuova procedura in vigore dal 1° gennaio 2010

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cessaria indipendenza della funzione in oggetto daquella amministrativa in materia urbanistica ed e-dilizia.Tra i principali motivi dell’introduzione di un regimetransitorio vi era proprio quello di dare il necessa-rio tempo alle Regioni per svolgere le attività i-struttorie al fine di verificare il possesso dei requi-siti in capo agli enti destinatari delle deleghe, veri-fiche che devono essere state completate entro il31/12/2009. L’art. 159, comma 1, del Codice pre-vede infatti che il mantenimento della delega ancheoltre il termine del 3 1/12/2009 presuppone l’esitopositivo delle suddette verifiche.Stante quanto sopra illustrato, la Circolare ministe-riale richiama in maniera incisiva la necessità di in-dividuare con chiarezza, alla luce della scadenza deltermine per l’effettuazione da parte delle Regioni del-le verifiche, quale sia effettivamente l’ente compe-tente. A tale proposito il documento sottolinea la ne-cessità che i direttori regionali provvedano ad ac-quisire le risultanze delle verifiche effettuate ed acompilare di conseguenza gli elenchi degli enti de-legati che mantengono l’esercizio della competen-za anche dal 01/01/2010.Il mancato adempimento o l’esito negativo delle ve-rifiche comporta la nullità della delega, con conse-guente ritorno della competenza autorizzatoria in ca-po alla Regione stessa.

Immobili, aree e tipologie di interventi soggettiSono sottoposti al rilascio dell’Autorizzazione pae-saggistica tutti gli interventi di trasformazione urbani-stica o edilizia, fatta eccezione per quelli espressa-mente esclusi, elencati all’art. 149 del Codice:- interventi di manutenzione ordinaria, straordina-

ria, di consolidamento statico e di restauro con-servativo che non alterino lo stato dei luoghi e l’a-spetto esteriore degli edifici;

- interventi inerenti l’esercizio dell’attività agro-sil-vo-pastorale che non comportino alterazione per-manente dello stato dei luoghi con costruzioni e-dilizie ed altre opere civili, e sempre che si trattidi attività ed opere che non alterino l’assetto i-drogeologico del territorio;

- interventi di taglio colturale, forestazione e rifore-stazione, nonché opere di bonifica, antincendio edi conservazione da eseguirsi nei territori coper-ti da foreste e da boschi, ancorché percorsi o dan-neggiati dal fuoco(1) o soggetti a vincolo di rim-boschimento purché previsti ed autorizzati in ba-se alla normativa in materia.

Gli immobili e le aree sui quali non è possibile ef-fettuare interventi in assenza dell’Autorizzazionepaesaggistica sono quelli tutelati per legge, ai sen-si dell’art. 142 del Codice, nonché quelli sottopostia tutela ai sensi della legge, in base a quanto di-

sposto dagli artt. 136, 143, comma 1, lettera d), e157 del Codice. Si tratta dunque delle aree elencateall’art. 142 del Codice, nonché degli immobili e del-le aree per i quali sia intervenuta la declaratoria diinteresse pubblico ai sensi degli articoli 138-141 edi quelli specificamente individuati ai sensi dell’art.136 e sottoposti a tutela dai piani paesaggistici. So-no altresì soggetti immobili ed aree che ai sensi del-la normativa previgente al Codice siano stati inclu-si in elenchi ovvero siano stati oggetto di notifiche,provvedimenti o altri atti comunque denominati.L’obbligatorietà dell’Autorizzazione paesaggisticapuò venire meno qualora la pianificazione paesag-gistica abbia individuato aree tutelate per legge aisensi dell’art. 142 e comunque non interessate daprovvedimenti o procedimenti per l’apposizione divincoli. In dette aree la realizzazione di interventi puòavvenire direttamente nell’ambito del procedimen-to preordinato al rilascio del titolo abilitativo edilizio,previo accertamento della conformità degli interventimedesimi alle disposizioni del piano paesaggisticoe degli strumenti urbanistici comunali.Il piano paesaggistico può inoltre individuare areegravemente compromesse o degratate nelle quali larealizzazione di interventi non richiede il rilascio del-l’Autorizzazione paesaggistica, purché gli interventistessi siano direttamente preordinati al recupero edalla riqualificazione delle suddette aree. Le possibi-lità sopra illustrate, previste rispettivamente dall’art.143, comma 4, lettera a) e lettera b), del Codice, ven-gono meno qualora non siano stati approvati stru-menti urbanistici adeguati al piano paesaggistico (art.143, comma 5), nonché in assenza della verifica eadeguamento dei piani paesaggistici d’intesa tra leRegioni ed il Ministero secondo il procedimento di-sciplinato dall’art. 156 (art. 156, comma 4).

Tutela per legge ai sensi della legge comunqueSi intendono per immobili ed aree tutelati per leg-ge quelli elencati dall’art. 142 del Codice, comun-que sottoposti a tutela senza necessità di alcunprovvedimento declaratorio o atto aggiuntivo.Sono invece immobili ed aree tutelati ai sensi del-la legge quelli sottoposti ad uno specifico provve-dimento o dichiarazione di tutela in base ad altre di-sposizioni del Codice stesso.

IL pROCedIMeNTO peR IL RILASCIO deLL’AU-TORIzzAzIONe pAeSAGGISTICAIl procedimento per il rilascio dell’Autorizzazionepaesaggistica, entrato a regime, si ribadisce, a fardata dal 01/01/2010 a seguito della definitiva sca-denza del regime transitorio, si articola essenzial-mente in tre fasi:- una prima fase istruttoria, che prende il via all’atto

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della presentazione dell’istanza da parte dell’in-teressato, nella quale l’Amministrazione compe-tente al rilascio effettua una serie di veri fiche pre-liminari;

- una seconda fase di valutazione nel merito, cheha inizio al momento della trasmissione degli at-ti da parte dell’Amministrazione competente al So-printendente;

- una terza fase di emissione dell’atto, ovvero dipronuncia di provvedimento negativo, nella qua-le l’Amministrazione competente emana il prov-vedimento finale conseguente alle valutazioni edai pareri acquisiti. In questa fase, qualora l’entecompetente al rilascio dell’Autorizzazione pae-saggistica non si pronunci nei tempi previsti, il ri-chiedente può attivare l’intervento sostitutivo aisensi dell’art. 146, comma 10, come meglio illu-strato più avanti.perché l’autorizzazione rilasciata divenga effica-ce il Codice prevede poi un tempo di vacatio pa-ri a 30 giorni successivi alla sua emissione.

Presentazione dell’istanza e verifica preliminareIl procedimento atto al rilascio dell’Autorizzazionepaesaggistica ha quindi inizio con la presentazione,da parte del soggetto interessato all’amministrazio-ne competente, dell’istanza, corredata dal progettodegli interventi da intraprendere e della ulteriore do-cumentazione indicata dal d.p.C.M. 12/12/2005 [ BLTn. 2/2006] (art. 146, commi 3 e 4).Il citato decreto definisce all’Allegato i criteri di re-dazione ed i contenuti della Relazione paesaggi-stica, che dunque congiuntamente al progetto co-stituisce la documentazione necessaria per il rila-scio del l’Autorizzazione paesaggistica. L’art. 3 delmedesimo decreto prevede altresì la possibilità chele Regioni introducano semplificazioni ai criteri di re-dazione della relazione paesaggistica, anche in re-lazione alle diverse tipologie di intervento, con rife-rimento alle peculiarità dei valori paesaggistici og-getto di tutela ed in accordo con la direzione re-gionale del Ministero.Ricevuta l’istanza e la documentazione, l’ammini-strazione deve preliminarmente verificare se l’in-tervento necessiti effettivamente della previa Auto-rizzazione paesaggistica, e di conseguenza se sus-sistano i presupposti per l’applicazione dell’esclu-sione ai sensi dell’art. 149, comma 1. Tale possibi-lità deve essere verificata alla stregua dei criteri fis-sati dalla eventuale dichiarazione di notevole inte-resse pubblico, che può dettare la specifica disci-plina intesa ad assicurare la conservazione dei va-lori paesaggistici (art. 140, comma 2; art. 141, com-ma 1; art. 141-bis; art. 143, comma 1, lettere b), c)e d)). Qualora non ricorrano detti presupposti l’am-ministrazione dovrà inoltre verificare la completez-

za della documentazione prodotta a corredo dell’i-stanza, richiedendo le integrazioni eventualmentegiudicate necessarie.Successivamente, comunque entro il termine mas-simo di 40 giorni dalla data di ricezione dell’istan-za, l’amministrazione deve poi:- verificare se l’intervento proposto sia conforme al-

le prescrizioni contenute nei provvedimenti di di-chiarazione di notevole interesse pubblico e nel-la pianificazione paesaggistica, potendo in ogni ca-so esprimere una propria valutazione nel meritoin ordine alla compatibilità dell’intervento rispettoai valori paesaggistici tutelati;

- trasmettere al Soprintendente tutta la documen-tazione, unitamente ad una relazione tecnica il-lustrativa;

- comunicare all’interessato l’avvio del procedi-mento ai sensi delle vigenti disposizioni in mate-ria di procedimenti amministrativi (artt. 7 e 8 del-la L. 241/1990).

In questa fase l’ente competente acquisisce inoltreai sensi dell’art. 148, comma 3, del Codice, il pareredella Commissione locale per il paesaggio, struttu-ra di supporto della quale le Regioni promuovonol’istituzione ai sensi del comma 1 del medesimo art.148.

Parere del Soprintendente e Conferenza di serviziA far data dalla ricezione degli atti trasmessi dal-l’amministrazione competente scatta il termine di 45giorni a disposizione del Soprintendente (ovvero deifunzionari delegati per sostituzione, assenza o im-pedimento) per esprimere il proprio parere, all’esi-to di una valutazione nel merito della compatibilitàpaesaggistica dell’intervento proposto e di una ul-teriore verifica della conformità alla pianificazionepaesaggistica vigente ed alle prescrizioni even-tualmente indicate nella dichiarazione di notevole in-teresse pubblico. Ai sensi dell’art. 146, comma 5, delCodice, il parere del Soprintendente, oltre che ob-bligatorio, ha natura vincolante. L’ultima parte del ci-tato comma 5 stabilisce in quali casi ed a quali con-dizioni la normativa vigente lega il venire meno delsuddetto carattere vincolante del parere del So-printendente:- i decreti di dichiarazione di notevole interesse pub-

blico, da emanare o già emanati ai sensi del Co-dice odi tutte le disposizioni previgenti, devono es-sere stati integrati con la specifica disciplina intesaad assicurare la conservazione dei valori pae-saggistici(2);

- la stessa condizione deve sussistere quando leprescrizioni d’uso vengono predisposte nel rispettodella pianificazione paesaggistica definitivamen-te approvata;

- la stessa condizione deve sussistere per le aree

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vincolate per legge (art. 142, comma 1, cosiddette«aree Galasso»);

- successivamente all’introduzione delle prescrizionid’uso deve essere stata effettuata la verifica daparte degli organi ministeriali in merito all’ade-guamento degli strumenti paesaggistici.

La possibilità che il parere del Soprintendente di-venga non più vincolante ma semplicemente ob-bligatorio è dunque legata al verificarsi di tutte le con-dizioni sopra indicate. Allo stato attuale, come chia-rito dal Ministero nella Circolare del 22/01/2010, que-ste condizioni non sussistono in alcun caso sul ter-ritorio nazionale.Qualora invece il Soprintendente non si pronunci neltempo di 45 giorni che il Codice mette a sua di-sposizione, l’amministrazione competente può indireuna Conferenza di servizi, alla quale partecipa an-che il Soprintendente o invia il proprio parere scrit-to, che deve comunque pronunciarsi entro il termi-ne perentorio di 15 giorni.

Emissione del provvedimento e sua efficaciadal momento della ricezione del parere del So-printendente, l’amministrazione competente ha 20giorni di tempo per rilasciare l’Autorizzazione pae-saggistica o comunicare agli interessati il preavvi-so di provvedimento negativo, ai sensi dell’art. 10-bis della L. 241/1990, contenente i motivi ostativi al-l’accoglimento dell’istanza. Ai sensi del citato art. 10-bis entro il termine di 10 giorni dal ricevimento delpreavviso gli istanti hanno il diritto di presentare periscritto le proprie osservazioni, eventualmente cor-redate da documenti. dell’eventuale mancato ac-coglimento ditali osservazioni è dato conto nella mo-tivazione del provvedimento finale.Invece nel caso in cui il procedimento sia proseguitocon la convocazione della Conferenza di servizi ilcomma 9 dell’art. 146 pone a carico dell’ammini-strazione l’obbligo di provvedere comunque decor-si 60 giorni dal momento della ricezione degli atti daparte del Soprintendente.Qualora l’amministrazione non abbia materialmen-te rilasciato il provvedimento autorizzatorio nel ter-mine di 20 giorni decorrenti dalla ricezione del pa-rere del Soprintendente, ovvero nel termine di 60giorni dal momento in cui il Soprintendente ha ri-cevuto gli atti, l’interessato ha facoltà di richiederel’autorizzazione in via sostitutiva, ai sensi del com-ma 10 dell’art. 146. L’Autorizzazione in via sostitu-tiva, che deve essere resa entro 60 giorni, è ri-chiesta:- alla Regione, che vi provvede anche tramite un

commissario ad-acta, qualora questa si sia av-valsa della facoltà di delegare altri enti ai sensi del-l’art. 146, comma 6;

- al Soprintendente, qualora la Regione non si sia

avvalsa della delega e sia di conseguenza essastessa inadempiente.

L’Autorizzazione paesaggistica diviene efficacedecorsi 30 giorni dal momento del suo rilascio, aisensi dell’art. 146, comma 11, del Codice, e può es-sere impugnata tramite ricorso al TAR o ricorsostraordinario al presidente della Repubblica dai sog-getti interessati, elencati al comma 12.La validità dell’autorizzazione, che non può co-munque essere rilasciata in sanatoria dopo la rea-lizzazione, anche parziale, dei lavori, è di 5 anni, de-corsi i quali gli eventuali lavori non eseguiti devonoessere sottoposti ad una nuova autorizzazione.

I pROCedIMeNTI IN CORSO AL 31/12/2009La Circolare ministeriale 22/01/2010 detta chiare di-sposizioni interpretative in merito alla sorte dei procedimenti in corso alla data di scadenza del regimetransitorio, distinguendo i seguenti due casi:- procedimenti per i quali sia stata già rilasciata l’Au-

torizzazione paesaggistica ai sensi dell’art. 159;- procedimenti per i quali non sia ancora stata rila-

sciata l’Autorizzazione paesaggistica.Nel primo caso il procedimento prosegue secondoquanto stabilito dall’art. 159 per il regime transito-rio. L’autorizzazione è dunque trasmessa unita-mente alla relativa documentazione al Soprinten-dente, che ha facoltà di annullarla con provvedi-mento motivato entro 60 giorni, se la ritiene nonconforme alle disposizioni di tutela del paesaggiodettate dal Codice.Nel secondo caso invece il procedimento non po-trà concludersi in base al regime transitorio detta-to dall’art. 159, ma dovrà proseguire secondo la di-sciplina ordinaria dì cui all’art. 146.

Note(1) Ai sensi dell’art. 2, commi 2 e 6, del d. Leg.vo227/2001, qualora non definito diversamente dalle Re-gioni, si considerano bosco i terreni coperti da vegetazioneforestale arborea in qualsiasi stadio di sviluppo, i casta-gneti le sugherete e la macchia mediterranea, esclusi igiardini pubblici e privati, le alberature stradali, i castagnetida frutto e gli impianti di frutticoltura e di arboricoltura dalegno, aventi estensione non inferiore a 2.000 mq, lar-ghezza media non inferiore a 20 m e copertura non in-feriore al 20%. Sono assimilati i fondi gravati dall’obbli-go di rimboschimento per finalità di difesa idrogeologicadel territorio o di tutela ambientale, nonché le radure e lealtre superfici di estensione inferiore a 2.000 mq che in-terrompono la continuità del bosco.(2) Come chiarito dalla Circolare ministeriale del22/01/2010, per «disciplina» si intendono le prescrizionid’uso che devono essere indicate nella proposta che av-via il procedimento di dichiarazione di notevole interes-se pubblico.

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Il Ministero per la Semplificazione normativaconferma l’applicabilità all’edilizia della Segna-lazione certificata di inizio attività

dopo i numerosi quesiti presentati agli uffici del Mi-nistero è arrivata la nota esplicativa a firma del ca-po dell’ufficio legislativo Giuseppe Chinè.Nel comunicato si mette in evidenza come l’intro-duzione della Scia risponda “ad una logica di ridu-zione degli oneri amministrativi innovativa e mi-gliorativa per il privato, consentendo di iniziare l’at-tività immediatamente, rispetto alla precedente disciplina contenuta nell’articolo 19 del-la legge 241/1990”. 

Un percorso già iniziato con il d..Lgs. 59/2009 - pro-segue la nota stampa - che ha introdotto la d.I.A.a effetto immediato “rispetto alla quale la nuova di-sciplina della Scia si pone in linea di assoluta con-tinuità”.

L’applicabilità della Segnalazione Certificata di Ini-zio Attività alla disciplina edilizia è confermata conle seguenti motivazioni:

1) espressione letterale: nel comma 4-ter dell’arti-colo 49 della legge 122/2010 le espressioni “se-gnalazione certificata di inizio attività” e “Scia” so-stituiscono, rispettivamente, quelle di “dichiara-zione di inizio attività” e “dia”, “ovunque ricorra-no anche come parte di un ‘espressione più am-pia “, sia nelle normative statali che in quelle re-gionali.Il medesimo comma - chiarisce la nota ministe-riale - stabilisce, altresì, che la disciplina dellaScia contenuta nel novellato articolo 19 della leg-ge n. 241 del 1990 “sostituisce direttamente, dal-la data di entrata in vigore della legge di con-versione del presente decreto, quella della di-chiarazione di inizio attività recata da ogni nor-mativa statale e regionale”.

2) Nel confronto con la previgente formulazione del-l’articolo 19, deve evidenziarsi come il legisla-tore abbia omesso di indicare la Dia ediliziatra quelle oggetto di espressa esclusione dal-l’ambito applicativo della disposizione (com-mi 1e 5, primo periodo).

3) La già evidenziata previsione secondo cui la se-gnalazione certificata di inizio attività è corredata nonsolo dalle certificazioni ed attestazioni ma anche dal-le asseverazioni di tecnici abilitati - riferimento nonpresente nel previgente articolo 19 -  appare in lineacon quanto stabilito dalla disciplina della dia edili-zia contenuta nell’art. 23, del d.p.R. 380/2001

4) La disciplina della Scia si applica alla mate-ria edilizia mantenendo l’identico campo ap-plicativo di quella della Dia, senza quindi in-terferire con l’ambito applicativo degli altri ti-toli abilitativi (es. permesso di costruire, carat-terizzato da una disciplina puntuale e compiutacontenuta nel testo Unico edilizia, alla quale nonappare riferibile né sul piano letterale, né su quel-lo funzionale, quella della nuova Scia).

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LA SCIA SOSTITUISCe LA dIA

Dal Ministero la conferma dell’applicabilità della SCIA all’edilizia

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Palazzo Municipale di Solbiate Comasco

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“Al riguardo - è avviso dello scrivente Ufficio - chela disciplina della Scia non si applichi alla Dia al-ternativa al permesso di costruire e che le leg-gi regionali previgenti con le quali è stata eserci-tata la facoltà prevista dall’articolo 22, comma 4, deld.p.R. n. 80 del 2001 non siano state incise dal-l’entrata in vigore dell’articolo 49 della legge n. 122del 2010”.

Infine nella nota si chiarisce che:

- in caso di intervento edilizio in zona sotto-posta a vincolo, permane l’onere di acquisi-zione ed allegazione alla segnalazione certifi-cata dello specifico atto di assenso dell’ente pre-posto alla tutela del vincolo stesso; tale atto, invirtù della espressa previsione dell’articolo 19,comma 1, della legge n. 241 del 1990 (“con lasola esclusione dei casi in cui sussistano vin-coli ambientali, paesaggistici o culturali”), nonpuò essere sostituito dalla Scia;

- per le Dia edilizie presentate prima dell’en-trata in vigore della novella dell’articolo 19 del-la legge n. 241 del 1990, anche nell’eventualitàin cui alla data di entrata in vigore non fosse an-cora decorso il termine per l’esercizio del potereinibitorio da parte dell’amministrazione, la di-sciplina applicabile non può che essere quellavigente al momento della presentazione delladia, salva la possibilità per il privato di avvalersidegli effetti della novella presentando. per il me-desimo intervento, una Scia.

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CIRCOLAREMinistero Semplificazione Normativa

del 16 settembre 2010

Segnalazione certificata di inizio attività (SCIA).Art. 49, commi 4-bis e seguenti, della legge 30luglio 2010, n. 122

In riscontro alla richiesta di chiarimenti inoltrata aquesto ufficio circa l’ambito di applicazione alla ma-teria edilizia delle disposizioni indicate in oggetto(prot. 1259 del 30-8-2010), acquisito l’avviso degliuffici legislativi dei Ministeri delle infrastrutture e deitrasporti (prot. 37109 del 14-9-2010) e per la pub-blica amministrazione e l’innovazione (prot. 564 del10-9-2010), si rappresenta quanto segue.

1) Com’è noto, l’art. 49, comma 4-bis del decreto leg-ge 31-5-2010, n. 78 , convertito, con modificazioni,dalla legge 30-7-2010, n. 122 , disciplina la segna-

lazione certificata di inizio attività (Scia), sostituen-do integralmente la disciplina della dichiarazione diinizio attività contenuta nel previgente art. 19 dellalegge 7-8-1990, n. 241.

Tale riforma risponde ad una logica di riduzione de-gli oneri amministrativi fortemente innovativa e mi-gliorativa per il privato, consentendogli di intra-prendere un’attività economica sin dalla data di pre-sentazione di una mera segnalazione all’ammini-strazione pubblica competente.

La Scia, infatti, permette di iniziare l’attività imme-diatamente e senza necessità di attendere la sca-denza di alcun termine, ciò traducendosi in una so-stanziale accelerazione e semplificazione rispetto al-la precedente disciplina contenuta nell’art. 19 del-la legge 7-8-1990, n. 241 , che prevedeva il decor-so del termine di trenta giorni prima di poter avvia-re l’attività oggetto della dia e legittimava l’eserci-zio di poteri inibitori da parte dell’amministrazioneentro l’ulteriore termine di trenta giorni dalla comu-nicazione di avvio della medesima attività.

Il legislatore nazionale si era già mosso in tale di-rezione con il decreto legislativo 26-3-2010, n. 59 ,di recepimento della direttiva del parlamento euro-peo e del consiglio 12-12-2006, n. 123 (cosiddetto“direttiva servizi”), che, modificando l’art. 19 dellalegge 7-8-1990, n. 241, ha introdotto la dia “ad ef-fetto immediato”, rispetto alla quale la nuova disci-plina della Scia si pone in linea di assoluta continuità.

Ai sensi dell’art. 19, primo comma, nel testo no-vellato, la Scia tiene luogo di “ogni atto di auto-rizzazione, licenza, concessione non costitutiva,permesso o nullaosta comunque denominato,comprese le domande per le iscrizioni in albi oruoli richieste per l’esercizio di attività imprendi-toriale, commerciale o artigianale, il cui rilascio di-penda esclusivamente dall’accertamento di re-quisiti e presupposti richiesti dalla legge o di at-ti amministrativi a contenuto generale e non siaprevisto alcun limite o contingente complessivoo specifici strumenti di programmazione settorialeper il rilascio degli atti stessi” ed è corredata dal-la documentazione specificamente richiesta dal-la normativa di settore.

In particolare, la norma richiede espressamente chealla segnalazione certificata di inizio attività siano al-legate, tra l’altro, le “attestazioni e asseverazioni ditecnici abilitati”, con gli elaborati progettuali neces-sari per consentire le verifiche successive di com-petenza dell’amministrazione. 2) Tanto rilevato, è avviso dello scrivente ufficio che

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il quesito in ordine all’applicabilità della disciplina del-la segnalazione certificata di inizio attività alla ma-teria edilizia non può che trovare risposta positiva,sulla base dei seguenti argomenti.

In primo luogo, assume rilievo l’argomento lettera-le, giacché, ai sensi delcomma 4-ter dell’art. 49 della legge 30-7-2010, n.122 , le espressioni “segnalazione certificata di ini-zio attività” e ”Scia”, sostituiscono, rispettivamente,quelle di “dichiarazione di inizio attività” e “dia”, “o-vunque ricorrano anche come parte di un’espres-sione più ampia”, sia nelle normative statali che inquelle regionali.Il medesimo comma stabilisce inoltre che la disci-plina della Scia contenuta nel novellato art. 19 del-la legge 7-8-1990, n. 241 “sostituisce direttamente,dalla data di entrata in vigore della legge di con-versione del presente decreto, quella della dichia-razione di inizio attività recata da ogni normativa sta-tale e regionale”.

In secondo luogo, nel confronto con la previgenteformulazione dell’art. 19,deve evidenziarsi come il legislatore abbia o-messo di indicare la dia edilizia tra quelle oggettodi espressa esclusione dall’ambito applicativo del-la disposizione (commi 1 e 5, primo periodo). In-vero, nella previgente formulazione il legislatoreaveva escluso dall’ambito applicativo della di-chiarazione di inizio attività quella in materia e-dilizia, laddove aveva disposto che “Restano fer-me le disposizioni di legge vigenti che prevedo-no termini diversi da quelli di cui al secondo e ter-zo comma per l’inizio dell’attività e per l’adozio-ne da parte dell’amministrazione competente diprovvedimenti di divieto di prosecuzione dell’at-tività e di rimozione dei suoi effetti” (art. 19, quar-to comma). Analoga clausola di salvezza noncompare nel vigente art. 19.

In terzo luogo, la già evidenziata previsione secondocui la segnalazionecertificata di inizio attività è corredata non solo dal-le certificazioni ed attestazioni ma anche dalle “as-severazioni” di tecnici abilitati - riferimento nonpresente nel previgente art. 19 - appare in lineacon quanto stabilito dalla disciplina della dia e-dilizia contenuta nell’art. 23 del decreto del pre-sidente della Repubblica 6-6-2001, n. 380, la qua-le richiede, preliminarmente all’avvio dell’attivitàedilizia, la presentazione di una “dettagliata re-lazione a firma di un progettista abilitato e dagliopportuni elaborati progettuali, che asseveri laconformità delle opere da realizzare agli strumentiurbanistici approvati e non in contrasto con quel-

li adottati ed ai regolamenti edilizi vigenti, nonchéil rispetto delle norme di sicurezza e di quelle i-gienico-sanitarie”. Lo specifico, nuovo riferimen-to alle “asseverazioni”, tipiche della dIA edilizia,induce a ritenere che il legislatore abbia inteso ri-ferirsi anche alle certificazioni ed attestazioni con-cernenti la suddetta fattispecie. In quarto luogo, che la disciplina della Scia sia de-stinata a sostituire integralmente, con i limiti di seguito enunciati, quel-la della dia edilizia appare, altresì, confermato dailavori preparatori della legge di conversione del de-creto legge 31-5-2010, n. 78 (AS 2228).

In particolare, il dossier di documentazione pre-disposto dal servizio Studi del Senato suggeriscela seguente lettura della disposizione: “La normaha anche un profilo abrogativo della normativastatale difforme, per cui si deve intendere che adessa va ricondotta anche la denuncia di inizio diattività edilizia, disciplinata dagli artt. 22 e 23 deldecreto del presidente della Repubblica 6-6-2001,n. 380”.

Ulteriore, rilevante argomento a sostegno della te-si esposta si desume dalla previsione dell’art. 49,comma 4-ter, primo periodo, della legge 30-7-2010,n. 122, secondo cui la disciplina della Scia, tra l’al-tro, “costituisce livello essenziale delle prestazioniconcernenti i diritti civili e sociali ai sensi della let-tera m)” dell’art. 117, secondo comma, della Costi-tuzione. In virtù delle modifiche introdotte dalla legge 18-6-2009, n. 69, già l’art. 29, comma 2-ter, della legge7-8-1990, n. 241 stabiliva l’attinenza ai livelli es-senziali delle prestazioni di cui alla stessa lettera m)delle disposizioni concernenti la dichiarazione di i-nizio attività.La riproduzione del principio all’interno della disci-plina della Scia conferma l’intenzione del legislato-re statale di assicurare massima portata applicati-va alla disposizione, con salvezza delle sole mate-rie espressamente escluse.

per le stesse ragioni qui esposte, va precisato chela disciplina della Scia si applica alla materia edili-zia mantenendo l’identico campo applicativo di quel-la della dia, senza quindi interferire con l’ambito ap-plicativo degli altri titoli abilitativi (es. permesso dicostruire, caratterizzato da una disciplina puntualee compiuta contenuta nel testo unico edilizia, allaquale non appare riferibile né sul piano letterale, nésu quello funzionale, quella della nuova Scia).

L’estensione della disciplina della Scia anche al per-messo di costruire, ovvero alla dia alternativa al per-

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messo di costruire, determinerebbe, nella sostan-za, l’ampliamento dell’ambito applicativo dell’art. 19della legge 7-8-1990, n. 241 oltre i confini sopra de-lineati.peraltro, all’estensione sembra di ostacolo la di-sciplina speciale della dia di cui all’art. 22, terzo equarto comma, del decreto del presidente della Re-pubblica 6-6-2001, n. 380, la quale è dal legislato-re forgiata sulla falsariga di quella del permesso dicostruire.

In tal senso depongono le univoche previsioni del-l’art. 38, comma 2-bis, che fa riferimento alla “for-mazione del titolo”, e dell’art. 39, comma 5-bis, se-condo cui le disposizioni in materia di annullamen-to da parte della regione del permesso di costruiresi applicano anche alla dia alternativa al permes-so di costruire.

3) L’accertata applicabilità della disciplina dellaScia alla dia edilizia pone l’ulteriore nodo inter-pretativo dei rapporti con le discipline statali e re-gionali previgenti incompatibili, non abrogate e-spressamente dall’art. 49 della legge 30-7-2010,n. 122. Come si è detto, l’art. 49, comma 4-ter, introdu-ce, a far data dall’entrata in vigore della legge diconversione del decreto legge 31-5-2010, n. 78,un meccanismo di sostituzione automatica delladisciplina della Scia a quella della dia, anche e-dilizia.

La conclusione che precede impone un ulteriorechiarimento ermeneutico, con riferimento agli in-terventi edilizi realizzabili con dia alternativa rispettoal permesso di costruire.

L’art. 22, terzo comma, del decreto del presidentedella Repubblica 6-6-2001, n. 380 determina i ca-si in cui interventi edilizi soggetti a permesso dicostruire possono essere realizzati alternativa-mente con dia, e il successivo quarto comma ri-conosce alle regioni a statuto ordinario la facoltàdi ampliare o ridurre l’ambito applicativo del pre-cedente comma.di qui il problema del rapporto tra la disciplina del-la Scia e quella della dia alternativa al permesso dicostruire, e segnatamente del rapporto tra la disci-plina della Scia e quella contenuta nelle leggi re-gionali che, in attuazione della previsione dell‘art. 22,quarto comma, del decreto del presidente della Re-pubblica 6-6-2001, n. 380, hanno introdotto ulterioricasi di alternatività tra dia e permesso di costruire.

Al riguardo, è avviso dello scrivente ufficio che ladisciplina della Scia non si applichi alla dia al-

ternativa al permesso di costruire e che le leggiregionali previgenti con le quali è stata 4 eserci-tata la facoltà prevista dall’art. 22, quarto comma,del decreto del presidente della Repubblica 6-6-2001, n. 380 non siano state incise dall’entrata invigore dell’art. 49 della legge 30-7-2010, n. 122.

A tale conclusione conduce quanto già evidenzia-to con riferimento ai titoli edilizi diversi dalla dia, edin particolare con riferimento al permesso di co-struire, al quale non risulta applicabile la disciplinadella Scia.Con particolare riguardo alle leggi regionali recan-ti ulteriori casi di dia alternativa al permesso di co-struire, la predetta conclusione appare peraltroconforme sia ad una lettura costituzionalmente o-rientata dell’art. 49 della legge 30-7-2010, n. 122,che salvaguardi la potestà legislativa regionale di e-stendere, oltre i confini dell’intervento statale ed inattuazione dell’art. 22, quarto comma, del testo u-nico edilizia, l’istituto della dia edilizia, sia alla pre-visione dell’art. 29, comma 2-quater della legge 7-8-1990, n. 241, la quale riconosce alle regioni, nel-la disciplina dei procedimenti amministrativi di pro-pria competenza, la facoltà di prevedere livelli ul-teriori di tutela rispetto a quelli garantiti dalle di-sposizioni statali attinenti ai livelli essenziali delleprestazioni di cui ai precedenti commi 2-bis e 2-ter.

4) delineato nei termini sopra enunciati l’ambito ap-plicativo del novellato art. 19 della legge 7-8-1990,n. 241 con riferimento alla materia edilizia, occorrechiarire i seguenti ulteriori aspetti di rilievo:

- in caso di intervento edilizio in zona sottopostaa vincolo, permane l’onere di acquisizione ed al-legazione alla segnalazione certificata dello spe-cifico atto di assenso dell’ente preposto alla tu-tela del vincolo stesso; tale atto, in virtù della e-spressa previsione dell’art. 19, primo comma,della legge 7-8-1990, n. 241 (“con l’unica e-sclusione dei casi in cui sussistano vincoli am-bientali, paesaggistici o culturali”), non può es-sere sostituito dalla Scia;

- per le dia edilizie presentate prima dell’entrata invigore della novella dell’art. 19 della legge 7-8-1990, n. 241 , anche nell’eventualità in cui alla da-ta di entrata in vigore non fosse ancora decorsoil termine per l’esercizio del potere inibitorio da par-te dell’amministrazione, la disciplina applicabilenon può che essere quella vigente al momentodella presentazione della dia, salva la possibilitàper il privato di avvalersi degli effetti della novel-la presentando, per il medesimo intervento, unaScia.

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L’ANCe in base alle disposizioni contenute nella Leg-ge Finanziaria 2010 (Legge n° 191/2009) che proro-ga sino al 2012 le agevolazioni fiscali per gli interventidi recupero del patrimonio edilizio abitativo, ha prov-veduto ad aggiornare la «Guida alle agevolazioni fi-scali per le ristrutturazioni edilizie».

La Guida è un riepilogo delle modalità applicative delbeneficio, dei casi particolari incentivati e degli a-dempimenti necessari per l’accesso alla detrazione.

Le Legge 191/2009, Finanziaria 2010, ha previsto: la proroga al 31 dicembre 2012 della detrazione IR-peF per una quota pari al 36% delle spese di recu-pero del patrimonio edilizio abitativo, nel limite di €48.000 per unità immobiliare; l’applicazione a regime dell’aliquota IVA ridotta al 10%per gli interventi di manutenzione ordinaria e straor-dinaria di immobili ad uso abitativo.

è stata, inoltre, prorogata per un ulteriore anno anchela detrazione IRpeF del 36%, sempre nei limiti di €48.000, per l’acquisto di abitazioni ricadenti in com-

plessi edilizi ristrutturati, restau-rati o recu-

perati da imprese e cooperative edilizie, che provve-dano alla successiva alienazione o assegnazione del-l’immobile (art.1, comma 17, lett. b, Legge 244/2007).

In questo particolare caso la detrazione spetta a con-dizione che: gli interventi di recupero, da realizzare sull’intero fab-bricato, siano eseguiti dal 1° gennaio 2008 al 31 di-cembre 2012; rogito per l’acquisto delle abitazioni sia stipulato en-tro il 30 giugno 2013.

La Guida, infine, propone in Appendice una raccoltadelle disposizioni normative in materia, la giurispru-denza e i documenti di prassi emanati dall’Agenzia del-le entrate.

Ricordiamo che il decreto Legge 31 maggio 2010, n.78, “manovra” economica varata dal governo, pub-blicato sul Supplemento Ordinario n. 114 alla GazzettaUfficiale n. 125 del 31 maggio 2010, ed attualmentein corso di conversione ha previsto l’introduzione di u-na ritenuta fiscale (10%) per le imprese nel caso di e-secuzione di lavori agevolati con le detrazioni del “36%”

o del “55%” (art.25)

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AGeVOLAzIONI FISCALI peR Le RISTRUTTURAzIONI edILIzIe

La «Guida dell’ANCE» alle agevolazioni fiscali

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Sede dell’Agenzia delle Entrate a Como

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Sul sito internet dell’Agenzia delle entrate è statopubblicato il Provvedimento del Direttore Prot.94288/2010 del 30/06/2010, inerente l’effettua-zione della ritenuta alla fonte sui pagamenti relati-vi ai bonifici disposti per beneficiare di oneri de-ducibili o per i quali spetta la detrazione d’imposta,di cui all’art. 25 del d.L. n° 78/2010 (Manovra fi-nanziaria).

Il citato art. 25 del d.L. 78/2010 prevede che le Ban-che e poste Italiane SpA operano una ritenutad’acconto del 10% con obbligo di rivalsa, ai finidell’imposta sul reddito dei beneficiari, all’atto del-l’accreditamento dei pagamenti relativi ai bonificibancari o postali disposti per beneficiare di oneri de-ducibili o per i quali spetta la detrazione d’imposta.

Con il provvedimento in commento, previsto dall’art.25 del d.L. 78/2010, sono individuati i pagamentiinteressati. In particolare la ritenuta è effettuata sui pagamen-ti relativi ai bonifici disposti per beneficiare delle de-trazioni del 36% sulle ristrutturazioni edilizie o del55% per interventi di risparmio energetico, e dun-que:

• interventi di recupero del patrimonio edilizio, aisensi dell’art. 1, della Legge n° 449/1997;

• interventi di risparmio energetico, ai sensi dell’art.1, commi 344-347, della Legge n° 296/20906.

da parte loro le Banche e le poste Italiane SpA so-no tenute ad operare la ritenuta d’acconto con ob-bligo di rivalsa all’atto dell’accreditamento dellesomme, effettuare il versamento della ritenuta, cer-tificare al beneficiario l’ammontare delle somme e-rogate e delle ritenute effettuate, indicare le me-desime somme nella dichiarazione dei sostituti d’im-posta.

I chiarimenti per Banche e poste Italiane SpA sul-le regole per effettuare la ritenuta del 10% sui bo-nifici relativi al pagamento di lavori di ristrutturazionee di risparmio energetico, sono fornirli dalla Cir-colare n. 4O/E del 28 luglio 2010, nella quale iTecnici dell’Agenzia delle entrate spiegano che ilcalcolo va effettuato sul totale del bonifico da cuideve essere scorporata l’lVA.

Con la Circolare n° 40/E l’Agenzia

delle Entrate ha chiarito che:

a) la ritenuta del 10 per cento, a titolo di ac-conto d’imposta, che le banche e Poste Ita-liane SPA devono applicare ai bonifici relativial pagamento di interventi di risparmio ener-getico e di recupero del patrimonio edilizio, de-ve essere calcolata sul totale del bonifico scor-porato dall’IVA 8del 20%)

b) non dovrà essere detratta in fattura la rite-nuta d’acconto del 4% o del 20% per gli oneriprofessionali (limitatamente alle fatture relati-ve ai lavori di ristrutturazione edilizia e rispar-mio energetico).

La “storia” della ritenuta Il d.L. n° 78/2010 ha introdotto, a partire dal 1° lu-glio di quest’anno, una ritenuta del 10% sui bonifi-ci disposti da contribuenti, che ordinano lavori di ri-strutturazione o interventi di riqualificazione ener-getica per poi usufruire dei relativi bonus, in favoredelle imprese esecutrici. Le Banche o le poste Italiane, nel momento del-l’accreditamento dei pagamenti, effettuano la rite-nuta d’acconto, con obbligo di rivalsa, dell’impostasul reddito dovuta dal beneficiario e provvedono alrelativo versamento tramite F24, indicando il codi-ce tributo “1039”. Contestualmente rilasciano al destinatario del bo-nifico la certificazione delle ritenute eseguite e del-le somme erogate; nel modello 770 riportano i da-ti riguardanti i pagamenti effettuati.

Come si calcola la ritenuta per effettuare la giusta ritenuta va individuata qua-le è la base imponibile su cui operare. In primo luogo va evidenziato che i pagamenti e-seguiti mediante bonifico da parte di chi ha dispo-sto i lavori sono, ovviamente, comprensivi dell’lVAe che l’aliquota applicata varia a seconda del tipodi spesa che si va a pagare. Ad esempio l’aliquota é

RITeNUTA d’ACCONTO SU SpeSeSOGGeTTe A deTRAzIONe

Definite le modalità applicative della “ritenuta alla fonte”3/10

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• del 10% per i lavori di ristrutturazione su immo-bili abitativi, così come su “beni significativi” for-niti dall’impresa, quali infissi, sanitari, ascensore,eccetera, mentre l’aliquota IVA passa

• al 20% nel caso di interventi di riqualificazione e-nergetica su edifici diversi da quelli abitativi.

è, però, evidente che la base di calcolo su cui o-perare la ritenuta non deve comprendere l’lVA,proprio in virtù del principio di neutralità dell’im-posta. dal momento che chi effettua la ritenuta del 10%non può sapere né quale è l’ammontare dell’Ivacompresa nell’importo del bonifico, né quale è l’a-liquota applicata di volta in volta, per esigenze disemplificazione e di economicità e per evitare pos-sibili errori la circolare 40/E stabilisce che dal-l’importo del bonifico va scorporata l’IvA del20% e su questa base va operata la prevista rite-nuta del 10%.

No alla “doppia” ritenuta Tra i diversi ordinanti dei bonifici sono ricompresi an-che soggetti che già applicano la ritenuta di accontosulle somme erogate. è questo il caso, ad esempio, dei condomini che,in qualità di sostituti d’imposta, operano la ritenu-ta del 4% sui compensi per le prestazioni relativeall’appalto di opere o servizi. per evitare che l’impresa che effettua i lavori di ri-strutturazione o di riqualificazione energetica subi-sca due volte il prelievo alla fonte sul medesimo im-porto, la circolare odierna chiarisce che va ef-fettuata la sola ritenuta del 10% sul bonifico pre-vista dal d.L. n° 78/2010.

Niente sanzioni per la prima applicazione poiché la ritenuta va applicata sui bonifici eseguitia partire dal 1° luglio 2010, in considerazione del-la complessità degli adempimenti e delle obiettivecondizioni di incertezza sulla determinazione dellabase imponibile, il documento di prassi odierno pre-cisa che in sede di prima applicazione della normaintrodotta dal d.L. n° 78/2010 non verranno irroga-te sanzioni laddove si riscontrano violazioni dellanorma, così come previsto dallo Statuto del contri-buente.

Con la Circolare N. 39/E in data 1 luglio 2010, ladirezione Centrale Normativa dell’Agenzia delle en-trate ha fornito ulteriori chiarimenti su questioni in-terpretative in ordine alla deducibilità e detraibilitàdi alcune spese, nella determinazione dell’IRpeF.in merito alla riqualificazione energetica di edifici og-getto di ampliamento ed alle spese di acquisto del-l’abitazione principale.

1. DETRAZIONI PER INTERVENTI DI RISPARMIO ENERGETICO

Domanda: Un contribuente intende svolgere su un’abitazioneregolarmente accatastata e dotata di impianto diriscaldamento lavori di riqualificazione ener-

getica per migliorarne il livello di classe energe-tica. 9 Può fruire della detrazione del 55 per cen-to, prevista per la riqualificazione energetica de-gli edifici in caso di demolizione e ricostruzionecon ampliamento ovvero in caso di ristrutturazionecon ampliamento senza demolizione delle mura-ture portanti?

Risposta: La spettanza della detrazione per gli interventi di ri-sparmio energetico prevista dall’art. 1, commi 344,345, 346 e 347 della legge 27 dicembre 2006, n.296, è subordinata alla circostanza che i predetti in-terventi siano realizzati su edifici esistenti. Con la circolare del 31 maggio 2007, n. 36/e è sta-to precisato che nel caso di ristrutturazioni con de-molizione e ricostruzione si può accedere all’in-centivo solo nel caso di fedele ricostruzione, ravvi-sando nelle altre fattispecie il concetto di nuova co-struzione. Conseguentemente: in caso di demolizione e ri-costruzione con ampliamento non spetta la de-trazione in quanto l’intervento si considera “nuo-va costruzione”; in caso di ristrutturazione senzademolizione dell’esistente e ampliamento la de-trazione spetta solo per le spese riferibili alla par-te esistente. In quest’ultimo caso, comunque, l’agevolazione nonpuò riguardare gli interventi di riqualificazione e-

deTRAzIONI ReLATIVeALL’ABITAzIONe pRINCIpALe

L’Agenzia delle Entrate risponde

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nergetica globale dell’edificio, previsti dall’artico-lo 1, comma 344, della legge n. 296 del 2006, at-teso che per tali interventi occorre individuare il fab-bisogno di energia primaria annua riferita all’inte-ro edificio, comprensivo, pertanto, anche dell’am-pliamento. Sono, invece, agevolabili gli interventi previsti daicommi 345, 346 e 347 dell’art. 1 della citata leg-ge n. 296 del 2006, per i quali la detrazione è su-bordinata alle caratteristiche tecniche dei singo-li elementi costruttivi (pareti, infissi ecc.) o dei sin-goli impianti (pannelli solari, caldaie ecc). Nel ca-so in cui con tali interventi si realizzino impiantial servizio dell’intero edificio la detrazione del 55per cento, non 10 potendo essere riconosciutasulla parte di spesa riferita all’ampliamento, de-ve essere calcolata solo sulla parte imputabile al-l’edificio esistente. Ai fini della individuazione della quota di spesa de-traibile come precisato nella circolare 23 aprile2010, n. 21/e, si dovrà utilizzare un criterio di ri-partizione proporzionale basato sulle quote mil-lesimali.

2. SPESE RELATIVE ALL’ACQUISTO DELL’ABITAZIONE PRINCIPALE

2.1. Intermediazione immobiliare Domanda: Si chiede di sapere se la spesa per l’interme-

diazione immobiliare sostenuta da un contri-buente in data antecedente la stipula sia del pre-liminare che del rogito (ad esempio al momentodell’accettazione della proposta di acquisto) perl’acquisto dell’unità immobiliare da adibire ad a-bitazione principale, possa essere detratta nellaprima dichiarazione dei redditi utile. Si precisa chelo stesso contribuente ha sostenuto la spesa indata 21.04.2009, ha stipulato e registrato il pre-liminare di vendita il 03.05.2009 e il rogito è sta-to redatto il 09.12.2009.

Risposta: L’art 15, comma 1, lettera b-bis), del TUIR, preve-de che sono detraibili “dal 1 gennaio 2007 i com-pensi comunque denominati pagati a soggetti di in-termediazione immobiliare in dipendenza dell’ac-quisto dell’unità immobiliare da adibire ad abitazioneprincipale per un importo non superiore ad euro1.000 per ciascuna annualità”. Con la circolare 4 aprile 2008, n. 34 è stato chiari-to che poiché l’agevolazione è subordinata alla con-dizione che l’immobile sia adibito ad abitazione prin-cipale, il beneficio viene meno nel caso in cui l’ac-quisto non sia stato concluso.

La scrivente ritiene che nella fattispecie rappre-sentata al contribuente competa la detrazione d’im-posta prevista dal citato art. 15, risultando eviden-te che le spese sono sostenute in occasione del-l’acquisto dell’abitazione principale. Infatti, successivamente all’accettazione della pro-posta di acquisto nel medesimo anno è stato sti-pulato e registrato il preliminare di vendita e il con-tratto di acquisto definitivo (rogito).

2.2. Interessi passivi pagati per l’acquisto del-l’abitazione principale Domanda: Due coniugi hanno acquistato un’abitazione e sti-pulato un contratto di mutuo al 50 per cento. Suc-cessivamente, uno dei due coniugi dona all’altro lasua quota e acquista nello stesso anno una nuovaabitazione al 100 per cento. Per l’anno in questione si chiede di sapere a quan-to ammonta il limite massimo detraibile di interes-

si passivi tenuto conto del primo mutuo al 50 percento (limite massimo 2.000 euro) e del secondomutuo (limite massimo 4.000 euro).

Risposta: Il coniuge donatario della quota del consorte sul-l’abitazione principale potrà continuare a detrarregli interessi passivi del mutuo contratto per l’ac-quisto dell’immobile, ai sensi dell’articolo 15, com-ma 1, lett. b), del TUIR, solo in relazione alla par-te di debito assunta con il contratto rimasta a suocarico (50 per cento). Il donatario, a fronte del li-mite massimo di spesa detraibile di 4.000 euro peranno d’imposta previsto dal richiamato art. 15, po-trà fruire della detrazione per un importo non su-periore al 50 per cento di detto limite, ovvero 2.000euro. Il consorte che, in corso d’anno, si è reso acquirentee mutuatario di un’altra abitazione (100 per cento)potrà continuare a fruire, per il periodo di tempo incui era oltre che mutuatario anche comproprieta-rio dell’immobile donato, della detrazione per gli in-teressi passivi, per la parte rimasta a suo carico (50per cento), nonché, ricorrendone ogni altro pre-supposto di legge, della detrazione delle spese am-messe per il secondo mutuo per un importo com-plessivo annuo non superiore al limite massimo di4.000 euro.

2.3. Acquisto di un immobile da ristrutturare Domanda: Un contribuente acquista un immobile da adibi-

re ad abitazione principale, stipulando un mutuoper acquisto, e dopo qualche mese, prima della va-

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riazione di residenza, apre una DIA comprovata dal-la relativa concessione edilizia o atto equivalente.Si chiede di sapere se la detrazione degli interessipagati per il mutuo spetta a decorrere dalla data incui l’unità immobiliare è adibita a dimora abitualee, comunque, entro due anni dall’acquisto.

Risposta: L’art. 15, comma 1, lett. b), del TUIR prevede la de-traibilità, nella misura del 19 per cento, per un im-porto non superiore a 4.000 euro, degli interessi pas-sivi, e relativi oneri accessori, pagati in dipenden-za di mutui contratti per l’acquisto dell’unità immo-biliare da adibire ad abitazione principale entro unanno dall’acquisto stesso. La medesima disposi-zione stabilisce che nel caso in cui l’immobile ac-quistato sia oggetto di lavori di ristrutturazione edi-lizia, la detrazione sugli interessi passivi pagati afronte del mutuo spetta a decorrere dalla data in cuil’unità immobiliare è adibita a dimora abituale, e co-munque entro due anni dall’acquisto, a condizioneche la ristrutturazione sia comprovata da conces-sione edilizia o atto equivalente. Conformemente a quanto precisato con circolare 20aprile 2005, n. 15 (punto 4.3), si deve ritenere cheanche nel caso in esame sarà possibile beneficia-re della detrazione d’imposta a partire dalla data incui l’immobile è adibito a dimora abituale e semprea condizione che l’utilizzo come abitazione princi-pale avvenga entro due anni dall’acquisto.

Con la Circolare n. 38/E del 23/06/2010 l’Agenzia delleentrate, relativamente al beneficio di detrazione del 55%,fornisce nuovi chiarimenti nel caso di sostituzione degliinfissi e in merito al concetto di impianto fotovoltaico. La circolare, oltre alle specifiche relative al bonus del 55%,fornisce profili interpretativi degli impianti fotovoltaici co-me unità immobiliari oppure beni mobili, e chiarisce se ta-li impianti possano beneficiare dell’agevolazione nota co-me “Tremonti-ter”.

Sostituzione InfissiL’Agenzia delle entrate ha precisato al punto 3.1 della Cir-colare come nel caso di lavori di riqualificazione energe-tica in abitazioni date in locazione, la detrazione del 55%delle spese sostenute è fruita sia dal proprietario che dal-l’affittuario, in proporzione alle spese sostenute da cia-scuno.In particolare il quesito posto all’Agenzia riguardava lavoridi sostituzione di serramenti ed infissi presso un’unità a-bitativa residenziale posseduta da due persone fisiche, nu-do proprietario e usufruttuario, e locata ad una terza per-sona fisica. Mediante un accordo tra il nudo proprietario e l’inquilinosi è proceduto alla sostituzione dei serramenti ripartendoil costo per il 70% a carico del nudo proprietario e per il30% a carico dell’inquilino.

Impianti FotovoltaiciL’Agenzia del Territorio ha considerato gli impianti foto-voltaici collocati sul suolo unità immobiliari del tipo opifici(categoria catastale d1). Tuttavia nelle varie risoluzioni l’Agenzia delle entrate par-la degli impianti fotovoltaici come di “impianti”, quindi di be-ni mobili, che “possono essere rimossi e utilizzati.

In base a quanto recita la Circolare 19 luglio2007, n. 46/e l’impianto fotovoltaico situato su unterreno non costituisce impianto infisso al suolopoiché i moduli che lo compongono possono es-sere agevolmente rimossi e posizionati in altroluogo, mantenendo inalterata la loro originariafunzionalità. In linea con tale impostazione anche la Circola-re n. 38 dell’11 aprile 2008, per qualificare la ti-pologia di impianti (mobili o immobili) che han-no diritto al beneficio del credito d’imposta per in-vestimenti in aree svantaggiate (articolo 1,commi 271-279, della Legge 27 dicembre 2006,n. 296) è stato precisato che sono agevolabili gliimpianti diversi da quelli infissi al suolo, nonchéi beni “stabilmente” e “definitivamente” incorpo-rati al suolo, purché possano essere rimossi e u-tilizzati per le medesime finalità senza “antieco-nomici“ interventi di “adattamento“.

INFISSI eIMpIANTO FOTOVOLTAICO

Chiarimenti dall’Agenzia delle Entrate

Edifici residenziali

IMPOSTE E TASSE

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I PARCHI DEL TERRITORIO COMASCO

Il parco regionale, gestito dal Consorzio parcodella pineta di Appiano Gentile e Tradate checoinvolge quindici comuni, di cui undici comaschi,è un’importante realtà per la tutela del territorio.dei suoi 48 chilometri quadrati d’estensione ben35 sono di bosco con una vasta presenza di pi-no silvestre, assai particolare in una zona di al-ta pianura come questa.L’area, importante elemento della rete ecologi-ca regionale, è fruibile con numerosi sentieri eattrezzata per interessanti esperienze di edu-cazione ambientale. presso il Centro didatticoscientifico, con il sentiero natura e l’osservato-rio astronomico, si propongono molte iniziative“con il sole e con le stelle” come illustrato nel-l’articolo che segue.particolare è, inoltre, il progetto Wild Cam, quisotto descritto, che ci porta a contatto diretto congli animali che vivono nell’area protetta. è da segnalare, inoltre, l’importante attività di-vulgativa ed educativa indirizzata espressamentealle scuole primarie.

L’ente parco, nell’articolo che segue, illustra lediverse iniziative di valorizzazione e di tutela po-ste in essere e le attività di conoscenza e di frui-zione indirizzate ai visitatori . per approfondire gli argomenti trattati sono as-sai utili i siti istituzionali www.informaparto.par-copineta.org e www.parcopineta.org

Geom. Gianluca Scacchi

una foresta di pianura radicata nel territorio, vivae ricca di naturalità, di attività forestali agricole e so-ciali. è questo il principale contenuto ambientale el’orizzonte di attività del Parco che agisce nellatutela e gestione di un patrimonio naturale ere-dità e risorsa allo stesso tempo. Molte specie ani-mali e vegetali hanno scelto la loro residenza nelparco, il Falco pecchiaiolo che arriva in primaveradall’Africa, l’Astore che ha ricolonizzato la zona do-po centinaia di anni, la Cincia dal ciuffo ospite mon-

tanara, il Tritone crestato abitante degli stagni e loScoiattolo rosso re delle chiome silvestri. domina-no la scena arborea il pino silvestre dai colori chearricchiscono il paesaggio e la Quercia farnia, ve-ra colonna del bosco, ai loro piedi l’orchidea dei pra-ti ed il dente di cane dai fiori viola tenue, costitui-scono il tappeto damascato del bosco. I boschi delparco 3500 ha sui 4800 ha totali, sono una impor-tante traccia verde della antica selva padana e co-stituiscono una importante penisola naturale, unaforesta silvestre che si incunea nel tessuto piùurbanizzato della pianura. Un cuore verdeggian-te che fornisce ossigeno e legname, filtra l’acqua chealimenta la falda, riduce il potere erosivo della piog-gia e dà alloggio ad una preziosa comunità di viventi.Un punto sorgente fondamentale della rete e-cologica lombarda in cui l’attività di amministratori,dipendenti e volontari, giornalmente cerca di tessereun complesso arazzo umano e naturale che con-servi e migliori il territorio, la prima risorsa per il fu-turo dell’uomo. I 60 Km di sentieri nel parco sono una occasioneper conoscere il territorio, osservarlo e rispettarlo.Camminando sui tracciati indicati si può osservarepiù facilmente la natura senza danneggiare il bosco.I sentieri indicati sulla cartina del parco pineta, so-no solo alcuni di quelli presenti, il parco ha sceltodi evidenziare solo quelli essenziali, nella convin-zione che non sia opportuno, per la migliore con-servazione dell‛ambiente, che la mobilità sia am-piamente diffusa nel territorio. è un invito ai visita-tori a rispettare tutto l‛ecosistema tenendo conto chei boschi ed i terreni agricoli del parco sono al 98%privati.

IL pARCO pINeTA… NATURA dA SCOpRIRe!Testi e fotografie a cura del CONSORzIO pARCO pINeTA dI AppIANO GeNTILe e TRAdATe

Tra Appiano Gentile e Tradate un’area protetta di rilevanza regionale

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Le WildCam: un nuovo progetto condotto dall’Area Protetta ora in diretta nel webNella primavera del 2008 è iniziata la sperimenta-zione del progetto “WildCam”, promosso e con-dotto dal parco pineta di Appiano Gentile e Trada-te, che permette oggi di osservare la nidificazionee la frenetica frequentazione di una mangiatoia daparte di varie specie di uccelli, direttamente nel web.Un’occasione unica per curiosare da vicino le abi-tudini, i comportamenti e lo smisurato istinto di cu-ra della prole da parte della piccola avifauna che po-pola l’Area protetta.

presso il Centro Didattico Scientifico (Sentie-ro Natura ed Osservatorio Astronomico) di Tra-date, il parco pineta ha installato, grazie alla col-laborazione dell’azienda specializzata dani.2000,una cassetta nido progettata per la collocazioneal suo interno di una piccola telecamera che hapermesso di seguire da vicino e soprattutto sen-za disturbare la nidificazione di una Cinciarella(Parus caeruleus), dalla costruzione del nido al-lo svezzamento dei piccoli pennuti. L’eccellenzadel progetto, dettata dai grandi consensi riscos-si e dalle verificate valenze divulgative nonchéscientifiche, è scaturita nell’ampliamento dellaproposta con l’istallazione di 3 cassette nido edi una mangiatoia corredate di telecamere di-gitali che, oltre a migliorare la definizione videoe la registrazione, ha permesso di collegarle di-rettamente al web. è ora possibile, collegandosial sito www.parcodidatticoscientifico.it nella se-zione “BirdCam“ del menù principale, vedere leimmagini in diretta direttamente dal salotto di ca-sa o dall’aula informatica di qualsiasi istituto sco-lastico.

Le BirdCam, installate dal parco pineta presso ilCentro didattico Scientifico di Tradate, hanno ri-preso un avvenimento che nessuno si sarebbe a-spettato… intorno al 3 agosto, nel nido artificia-le in cui da giorni una coppia di ghiri passava mol-te giornate a sonnecchiare, hanno fatto capolinosette piccoli “musetti”. Nessun ospite con le pen-ne questa volta, ma piccoli mammiferi impegna-ti nello svezzamento sotto le, ri-battezzate, Wild-Cam!

- Avvicinare con una tecnologia rispettosa l’avi-fauna permette di scoprire qualcosa di utile e dinuovo, una delle mission del Centro DidatticoScientifico è di educare all’ambiente on line, conl’osservazione diretta e personale – dichiara Gui-do pinoli, direttore del parco pineta di AppianoGentile e Tradate, Naturalista ed esperto Ornito-logo. - è un modo di ampliare la funzione del Par-

co e di far conoscere meglio quanto l’area pro-tetta fa e sviluppa per far amare e rispettare di piùla natura. -

Il Parco Pineta: un centro di “esperienza” Fin dai suoi primi anni di vita, il parco ha coltiva-to l’interesse per l’Educazione Ambientale; dal1986 (anno della sua nascita) l’Area protetta hastrutturato e sviluppato proposte pluriennali, conadesione totalmente gratuita, che coinvolgono econducono lo studente in un percorso finalizza-to alla conoscenza degli equilibri che governanol’ecosistema che ci racchiude; le proposte si ri-volgono, con ottimi risultati, a tutte le scuole pri-marie dei 15 comuni che fanno parte del Con-sorzio; un risultato importante che ha permessodi stimolare la sensibilità di una grande compa-gine di partecipanti.Non è questo l’unico obiettivo perseguito dal par-co pineta nelle attività di divulgazione ambientale;è infatti giunto al secondo anno di età il Parco Di-dattico Scientifico, un progetto nato con lo scopodi esportare il modello didattico al di fuori deiconfini del Consorzio, proponendosi a quelle scuo-le che ancora non godono di questo servizio ormaiampiamente rodato. Appoggiandosi principalmen-te al Centro didattico Scientifico (Sentiero Naturaed Osservatorio Astronomico) di Tradate, questocontenitore di didattica valorizza le principali pecu-liarità ambientali offrendo biodiversità ed attività par-tecipate.

Il Centro Didattico Scientifico (Sentiero Natura ed Osservatorio Astronomico)A Tradate, immersa nelle foreste silvestri simbolo delparco pineta, sorge una realtà teatro di ricerca e di-dattica, una struttura di recente inaugurazione na-

Educazione ambientale

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ta per divulgare e diffondere la conoscenza non-ché coscienza scientifica approfondendo aspettiche vanno dalla natura all’astronomia.Il Centro offre molteplici eventi e possibilità di visi-ta, con il sole o con le stelle.

Il parco, custode di un meraviglioso e complesso e-cosistema, ha prodotto un’esaustiva ricostruzionedegli ambienti che meglio lo caratterizzano, con ilpresupposto di far comprendere quanto sia prezio-sa la preservazione dei suoi boschi. Il Sentiero Na-tura si snoda per più di 400 metri attraverso areedidattiche e punti di sosta a partire dalla sezione co-siddetta della “Successione ecologica”, caratteriz-zata da una zona di brughiera, con presenza di e-semplari di Brugo, Ginestra dei carbonai, pino sil-vestre e Betulla, la cui proliferazione è stata favo-rita al fine di riprodurre una serie di ambienti (bru-ghiera bassa, brughiera alta e brughiera boscata)che contraddistinguono i territori dello stesso par-co. Il prato delle Farfalle e lo stagno didattico inte-grano pienamente questa intenzione; riguardo al pri-mo sono presenti erbe ed arbusti con capacità di at-tirare le farfalle. L’immediato popolamento sponta-neo rende lo stagno un ottimo luogo di osservazio-ne per grandi e piccoli, scorgendo tra acqua e ve-getazione numerosi insetti ed anfibi. Non è da me-no l’area agricola che richiama la forte connotazio-ne agricolo-forestale del territorio locale. Le varie zo-ne del Sentiero sono caratterizzate da diverse cro-mie di pavimentazione e il passaggio da una zonaall’altra è segnalato dalla presenza a terra di ele-menti in legno. Tutto il Sentiero è fruibile da perso-ne con ridotta capacità motoria, essendo realizza-to in terreno compattato ed avendo una larghezzaminima di metri 1,5.La struttura circondata dal Sentiero Natura è sededella Fondazione Osservatorio Astronomico di Tra-date “FOAM13”.

Realizzazioni visibili nell’ecosistema dall’alta pianuraSpesso la percezione da parte dell’opinione pub-blica del risvolto pratico di studi e ricerche è scar-sa e difficile, non per questo l’applicazione tangi-bile è assente dagli scopi di tali interventi; propriosu questa linea si collocano le operazioni condot-te dal parco delineando una filosofia che contrad-distinguerà la governance anche negli anni futuri.Un esempio è il progetto “Rete elettrica e bru-ghiere” finalizzato al ripristino di lembi di brughie-ra nel parco pineta di Appiano Gentile e Tradate,per il recupero di ambienti in via di rarefazione ecome sistema di gestione naturalistica delle ser-vitù degli elettrodotti. L’ente parco con la colla-borazione scientifica dell’ Università degli Studi del-l’Insubria, del Centro di Flora Autoctona realizzeràinterventi di recupero ambientale di questo parti-colare habitat dell’Alta pianura lombardo-piemon-tese, assegnando, sulla base decreto legislativo228/2001, l’affidamenti diretto dell’operazione alleaziende agricole del territorio.

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Sentiero nel Parco Avifauna del Parco

Ambiente del Parco

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CATASTO / TOPOGRAFIA

dal primo luglio i dati catastali diventano fonda-mentali per contratti di locazione e costituzione di di-ritti reali sugli immobili.

è una delle misure necessarie alla sanatoria catastaleper la regolarizzazione degli “immobili fantasma“, con-tenuta nel decreto Legge n° 78/2010, convertito nel-la Legge n° 122/2010, con cui è stata varata la ma-novra da 24,9 miliardi per la stabilizzazione finanziariae la competitività economica.Tra le novità dell’ultima versione spiccano compra-vendite e locazioni di immobili sconosciuti al Catasto.

In base all’articolo 19 comma 14gli atti pubblici e le scritture private autenticate tra vi-vi che hanno per oggetto il trasferimento, lo sciogli-mento o la costituzione di un diritto reale su un fab-bricato già esistente devono contenere, per le unitàimmobiliari urbane, a pena di nullità, oltre all’identi-ficazione catastale, il riferimento alle planimetrie de-positate in Catasto e la dichiarazione degli inte-statari sulla conformità di dati catastali e planimetrieallo stato di fatto, che “…… può essere sostituita daun’attestazione di conformità rilasciata da un tecni-co abilitato alla presentazione degli atti di aggiorna-mento catastale”. prima della stipula, il notaio deve individuare gli in-testatari catastali e verificare la loro conformità a quan-to risulta dai registri immobiliari. Una simile formulazione elimina quindi la nullità del-l’atto nel caso in cui ci sia discordanza tra registri ca-tastali e immobiliari. La regolarizzazione potrà quindi avvenire anche do-po il rogito.

In base all’articolo 19 comma 15anche per la registrazione dei contratti di locazione,scritti o verbali, inseriti nel comma 15, deve essereriportata l’indicazione dei dati catastali degli immo-bili. La loro mancata o errata indicazione è consideratarilevante per l’applicazione dell’imposta di registro edé punito con la sanzione amministrativa dal 120 al 240per cento dell’imposta dovuta.

L’Agenzia del Territorio con le Circolari n° 2 in da-ta 09 luglio 2010 e n° 3 in data 10 agosto 2010 hasemplificato l’interpretazione dell’articolo 19, comma14 del d.L. 31.05.2010, n° 78, convertito con modi-ficazioni dalla Legge 30 luglio 2010, n° 122, pubbli-

cata sulla G.U. n° 176 del 30 luglio 2010, generan-do ripercussioni positive per la rivitalizzazione del mer-cato edile.

Allineamento dei dati catastali ai registriimmobiliariAnalizzando la Circolare n° 3/2010 emanata con-giuntamente da Agenzia del Territorio e Agenzia del-le entrate, emerge anche che i notai hanno l’obbligodi accertare e segnalare eventuali discordanze, chepossono essere regolarizzate anche dopo la stipula.http://www.edilportale.com/news/2010/07/normati-va/con-la-scia-nessuna-attesa-per-l-avvio-dei-lavori-edili_19770_15.htmlLa planimetria catastale viene èconsiderata conforme allo stato di fatto anche in pre-senza di piccole variazioni che non incidono sulla ren-dita catastale dell’unità immobiliare (Circolare n°2/2010).Nel caso in cui i registri immobiliari non corrispondanoa quelli catastali, gli interessati devono attivarsi perla regolarizzazione prima della stipula attraverso u-na o più domande di voltura.

Secondo l’Agenzia del Territorio, gli identificativi ca-tastali utili per la validità dei contratti per la costitu-zione, il trasferimento o lo scioglimento di diritti realisugli immobili sono:- sezione, - foglio, - particella e subalterno. Non sono invece rilevanti indirizzo, piano, categoria,classe, consistenza e rendita catastale.

Tipologie di immobili coinvoltedal momento che la manovra si riferisce ai fabbrica-ti esistenti e alle unità immobiliari urbane, l’Agenziadel Territorio con la Circolare n° 2/2010, ha spiegatoche la dichiarazione di conformità delle planimetria aidati catastali è necessaria solo per gli immobili iscrittial catasto edilizio urbano o per quelli soggetti all’ob-bligo di dichiarazione.

Restano fuori da questo elenco - le particelle censite al catasto terreni, - i fabbricati rurali, - gli edifici diroccati non più abitabili, - gli immobili iscritti come “in corso di costruzione”, - i lastrici solari e - le aree urbane iscritte con la sola indicazione del-

la superficie.

dATI CATASTALI NeLLeCOMpRAVeNdITe e NeLLe LOCAzIONI

Dal 1°luglio 2010 in vigore le nuove disposizioni

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Geom. WALTER ALBERTI

Gli adempimenti relativi alla sicurezza nei cantieri,e non solo, stanno avendo un ruolo sempre più pre-gnante, di conseguenza anche le relative verificherichiedono sempre maggiore attenzione. Per que-sti motivi e al fine di creare uno strumenti operati-vo che agevoli dette incombenze, viene riportata diseguito una checklist che riassume sinteticamentei vari adempimenti e la documentazione che do-vrebbe essere presente, così da evidenziare con ce-lerità eventuali mancanze o integrazioni necessarie.La seguente checklist non ha la pretesa di essereesaustiva, né come ovvio è vincolante, essa è sem-plicemente il frutto dell’esperienza di alcuni pro-fessionisti che gentilmente l’hanno diffusa anche suinternet, dove tra l’altro se ne trovano diverse.

Documentazione da tenere in cantiere:

Obblighi a carico del Datore di Lavoro, Do-

cumenti:1. Attestati di formazione degli addetti alla gestionedel primo soccorso;2. Attestati di formazione degli addetti alla gestionedelle emergenze incendi ed evacuazione; 3. Attestato del Corso di formazione del RLS (se è sta-to eletto); 4. Cartelle sanitarie personali (sono sigillate dal Me-dico Competente, possono essere aperte solo da al-tro medico e vengono mantenute dall’azienda; copiadeve essere consegnata al lavoratore); 5. Certificati di conformità degli impianti elettrici e ri-cevuta della comunicazione all’ISpeSL della instal-lazione dell’impianto di messa a terra e dell’impian-to di protezione contro le scariche atmosferiche; 6. Certificati di conformità dei dpI consegnati ai la-voratori: sono le schede tecniche di ciascun dpI 7. Certificati medici di idoneità (sono rilasciati dal Me-dico Competente dopo la visita preventiva o periodi-ca e devono essere conservati da parte dell’impre-sa);8. Certificato di iscrizione alla Camera di Commercio(sempre aggiornato);9. Contratto di appalto (è necessario il contratto conciascuna impresa esecutrice e subappaltatrice). Tut-ti i contratti devono evidenziare i relativi costi della si-curezza;

10. designazione degli addetti alla gestione del primosoccorso (l’azienda deve designare almeno 1 addetto,per ciascun luogo di lavoro, tra i lavoratori presenti);11. designazione degli addetti alla lotta antincendi, ge-stione incendi ed evacuazione di emergenza;12. designazione del Responsabile del Servizio diprevenzione e protezione (RSpp). Non è più ne-cessaria la lettera di comunicazione alla AUSL e al-la dpL, prevista dalla precedente norma 626, ma èsufficiente la lettera di incarico firmata per accettazionedal designato; 13. dichiarazione di non essere oggetto di provvedi-menti di sospensione o di interdizione di cui all’arti-colo 14 del d.Lvo 81/08;14. dichiarazione prevista dall’art. 90 comma 9 letterab) del d.Lvo 81/08 concernente l’organico medio an-nuo, gli estremi delle denunce all’INpS, all’INAIL e al-la Cassa edile, nonché una dichiarazione relativa il con-tratto collettivo applicato (obbligo a carico di ciascunaimpresa; affidataria e esecutrici/subappaltatrici); 15. documentazione attestante il possesso dei re-quisiti per svolgere la funzione di RSpp (titolo di stu-dio e attestato di formazione per soggetti diversi daldatore di lavoro - attestato di formazione per il dato-re di lavoro che si autonomina); 16. documentazione attestante la conformità di mac-chine, attrezzature e opere provvisionali (Libretti di u-so e manutenzione delle macchine e attrezzature eprogettazione opere provvisionali); 17. documentazione con la quale l’azienda dimostrache ha informato i lavoratori del loro diritto ad eleg-gere il RLS (nel caso non sia stato eletto) e nel ca-so di non elezione lettera di comunicazione all’Inail18. documentazione relativa agli apparecchi di sol-levamento con capacità superiore a Kg. 200;

dOCUMeNTAzIONe dI CANTIeReD.Lgs. n° 81/ 2008: check-list di controllo3/10

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Capannoni industriali in costruzione

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19. documentazione relativa alla attuazione degli ob-blighi di cui all’articolo 97 a carico dell’impresa affi-dataria: verifica della idoneità tecnico professionaledelle imprese esecutrici/subappaltatrici secondo l’al-legato XVII - vigilanza sulla sicurezza dei lavori affi-dati e sull’applicazione del pSC - coordinamento del-le misure di cui agli articoli 95 e 96 a carico delle im-prese esecutrici;20. documentazione relativa alla attuazione degli ob-blighi di cui all’articolo 97 a carico dell’impresa affi-dataria relativamente alla verifica della idoneità tec-nico professionale dei lavoratori autonomi secondol’allegato XVII; 21. documentazione relativa alla installazione dellegru a torre fisse e su rotaie;22. dUVRI: documento Unico di Valutazione dei Ri-schi da Interferenze (d.Lvo 81/08 articolo 26 comma3): deve essere redatto in caso di affidamento di lavori,a imprese appaltatrici o a lavoratori autonomi, all’internodella propria azienda. Contiene le misure adottate perridurre al minimo i rischi da interferenze;23. dVR: documento di Valutazione dei Rischi (de-ve essere redatto da tutte le aziende e deve essereaggiornato con i rischi indicati nel d.Lvo 81/08 arti-colo 28 comma 1);24. eventuali Verbali di ispezione e prescrizione de-gli Organi di Vigilanza;25. Formazione specifica per gli addetti al montag-gio e smontaggio dei ponteggi;26. Libretto del ponteggio con autorizzazione mini-steriale e copia del disegno esecutivo; 27. Libro unico: sostituisce il libro paga e il libro ma-tricola (obbligo a carico di tutte le imprese)28. Nomina del Medico Competente;29. Nomina del preposto e attestato di formazione (ob-bligo a carico di ciascuna impresa - affidataria ed e-secutrici/subappaltatrici);30. piano di coordinamento delle gru in caso di in-terferenza;31. piano per la gestione delle emergenze;32. pIMUS (piano di montaggio, uso e smontaggiodel ponteggio);33. pOS piano Operativo di Sicurezza (deve essereredatto per ogni cantiere da parte di ciascuna impresa:affidataria e esecutrice/subappaltatrice); 34. Registro delle vaccinazioni antitetaniche; 35. Registro delle visite mediche;36. Registro infortuni (è sufficiente l’originale in sedee una fotocopia in ciascun cantiere presente nellastessa provincia);37. Registro badge di riconoscimento;38. Registro verifiche per abuso di alcool e uso di stu-pefacenti (è redatto dal Medico Competente e con-servato dall’azienda );39. Ricevuta della consegna della tessera di ricono-scimento (BAdGe) nei cantieri con più di dieci di-pendenti; 40. Ricevute della consegna dei dispositivi di prote-zione Individuale (dpI);

41. Schede di manutenzione periodica delle mac-chine, attrezzature e opere provvisionali;42. Schede di verifica trimestrale di funi e catene de-gli apparecchi di sollevamento;43. Valutazione del Rischio Chimico;44. Valutazione del rischio rumore e redazione del re-lativo rapporto;45. Valutazione del Rischio Vibrazioni;46. Verbale della Riunione periodica;47. Verbale di avvenuta formazione e istruzioni algruista;48. Verbale di elezione del Rappresentante dei La-voratori per la Sicurezza (RLS); 49. Verbali delle verifiche periodiche degli impianti e-lettrici e degli impianti di messa a terra50. Verbali di avvenuta consultazione del RLS o delRLST51. Verbali di avvenuta informazione, formazione spe-cifica e addestramento dei lavoratori riguardante i ri-schi relativi alla mansione svolta nel singolo cantie-re e l’uso delle attrezzature. La formazione deve es-sere effettuata in collaborazione con gli organismi pa-ritetici 52. Verbali di avvenuta istruzione degli opera-tori di macchine e attrezzature;

Obblighi a carico del Committente che devono essere presentii in cantiere:53. designazione del Coordinatore per la Sicurezza inprogettazione e del Coordinatore per la Sicurezza inesecuzione (adempimenti a carico del Committente);54. documentazione attestante il possesso dei re-quisiti da parte del Coordinatore per la Sicurezza inesecuzione;55. Lettera di comunicazione all’impresa esecutricedel nominativo del Coordinatore per la Sicurezza inesecuzione (obbligo a carico del Committente);56. Notifica preliminare (il Committente deve inviar-la alla AUSL e alla dpL prima dell’inizio dei lavori econsegnarla all’impresa esecutrice che la deve af-figgere in cantiere);57. piano di Sicurezza Sostitutivo (deve essere re-datto dall’impresa esecutrice principale negli appaltipubblici dove opera una unica impresa e dove nonsi svolgono lavori particolarmente pericolosi);58. pSC piano di Sicurezza e Coordinamento (deveessere redatto dal Committente se nel cantiere ope-ra più di una impresa anche non contemporanea-mente e deve essere consegnato alle imprese in fa-se di presentazione delle offerte);

Documenti concernenti adempimenti a carico del lavoratore autonomo59. Attestati inerenti la propria formazione;60. Certificati di idoneità sanitaria;61. dURC: documento Unico di Regolarità Contri-butiva;62. elenco dei dispositivi di protezione individuale indotazione; 63. Iscrizione Camera di Commercio con oggetto so-ciale inerente alla tipologia dell’appalto; 64. Specifica documentazione attestante la conformitàdi macchine, attrezzature e opere provvisionali.

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Geom. CLAUDIO CORTI

Un edificio scolastico deve rispondere a precise ca-ratteristiche tecniche in tema di sicurezza;tali caratteristiche sono prescritte da un complesso or-ganico di Leggi, decreti e Norme tecniche destinatenon solo a progettisti e maestranze ma anche al cor-po docente che svolgerà il proprio importante lavoroquotidianamente nel plesso scolastico.La realizzazione di un organismo edilizio da adibire ascuola deve, sin dalle prime bozze progettuali, tenereconto della sicurezza degli utenti; a tal proposito occorresottolineare che la sicurezza di chi frequenta una scuo-la è fatta da molteplici aspetti, derivanti dall’insieme del-le norme e dall’esperienza del progettista.Realizzare un edificio scolastico sicuro significa saperconiugare con successo una serie di prescrizioni tec-niche, a volte in contrasto tra loro, a volte difficilmen-te applicabili in funzione alle esigenze distributive del-l’edificio ma, comunque, occorre non dimenticare chela sicurezza viene prima di ogni cosa.Tra le norme più importanti che contraddistinguonoil settore della sicurezza occorre ricordare la nor-mativa di prevenzione Incendi applicabile agli edi-fici scolastici: il d.M. 26 agosto 1992 che, con le suc-cessive modifiche, integrazioni e interpretazioni for-ma disciplina specifica e cogente nel campo del-l’edilizia scolastica.La norma considera le diverse tipologie di edificioscolastico, in base all’anno di costruzione (antece-denti o successive al 1975) esistenti quindi all’en-trata in vigore della norma stessa e gli edifici di nuo-va costruzione, ossia da edificare dopo l’entrata invigore della norma stessa.Nell’applicare la norma è importante focalizzare l’at-tenzione sui seguenti aspetti:a) innanzitutto è importante definire la corretta clas-sificazione dell’edificio in funzione del numero di per-sone che, durante gli anni, sarà tenuto ad ospita-re; le scuole vengono suddivise in 5 tipologie a se-conda del numero di presenze contemporanee i-potizzate: da 0 a 1200 e oltre. Tale classificazionesarà propedeutica alla successiva valutazione di u-na serie di parametri che diversificheranno l’appli-cazione delle prescrizioni tecniche della normab) in caso di adeguamento di edificio esistente, oc-correrà riferirsi al p.to 13 della norma in funzione del-l’epoca di costruzione dell’edificio: scuole realizza-

te antecedentemente o successivamente al d.M. 18dicembre 1975c) superate queste verifiche occorre esaminare pun-to per punto gli art. del decreto 26 agosto 1992 infunzione delle esigenze costruttive; a titolo pura-mente esemplificativo e non esaustivo si elencanole problematiche più ricorrenti:

• resistenza e reazione al fuoco delle strutture edei materiali

• realizzazione di idonee compartimentazioni

• misure per l’evacuazione in caso di esodo: si-stema di vie di esodo, tipologia e posizionamentodelle uscite di sicurezza, ecc..

• corretta realizzazione di spazi a rischio specifi-co: spazi tecnologici, per esercitazioni, dormitori,mense, ecc.

• impiantistica antincendio: sistemi di allertamento,impianto idrico antincendio, numero e corretto posi-zionamento di estintori e segnaletica di sicurezzad) particolare attenzione deve essere riposta nellemisure di esercizio previste dalla norma che, nellamaggior parte dei casi sono a carico delle direzio-ni didattiche. A tal riguardo si rammenta che: si-stema di allertamento, piano di emergenza, corret-ta gestione dei carichi di incendio, corretta manu-tenzione degli impianti e delle attrezzature antin-cendio, effettuazione dei corsi per addetti alla si-curezza antincendio della scuola, tenuta dei registridi controllo degli impianti e delle attrezzature an-tincendio, presenza del dVR e del dVR incendio ri-sultano solo alcune delle condizioni gestionali da os-servare a carico di chi gestisce l’attività scolastica.

Si raccomanda, infine, di:

• analizzare con cura tutte le norme tecniche che,nel complesso procedimento progettuale di un edi-ficio scolastico, oltre ad essere oggetto di specificicontrolli da parte degli enti preposti (Asl, VV.F., U.T.Comunali ecc..), formano un importante bagaglio do-cumentale volto al collaudo finale dell’opera: d.M.18.12.1975, norme ASL, Regolamento di igiene, nor-me sull’accettazione e sull’impiego di materiali dacostruzione, UNI C.I.G., CeI, UNI VV.F., d.lgs81/2008 per tutti gli aspetti non necessariamentetrattati nelle norme o direttive tecniche ma facentiparte della moderna concezione di valutazione e di-minuzione, entro livelli accettabili, dei rischi propridell’attività scolastica.

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QUANdO UNA SCUOLA è SICURA?L’edificio scolastico e la prevenzione incendi

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SANATORIA CATASTALe peR IMMOBILINON dICHIARATI O dIFFORMI

La legge di conversione del D.L. 78/ 2010, è stata definitivamenteapprovata

Con la legge di conversione della cosiddetta «Ma-novra finanziaria» (d.L. 78/2010), definitivamenteapprovata con la Legge di conversione n° 122 del30 luglio 2010, sono rimaste sostanzialmente in-variate, salvo alcune modifiche, le disposizioni con-tenute nei commi da 7 a 11 dell’art. 19, concernentila possibilità di regolarizzare immobili non dichiaratiin catasto, ovvero immobili dichiarati ma per i qua-li la consistenza di fatto sia diversa dalle risultanzecatastali.

Immobili che non risultano dichiarati in Catasto.Il comma 8 dell’art. 19 dispone che entro il31/12/2010 i proprietari di immobili che non risulti-no ancora dichiarati in Catasto a seguito dell’e-spletamento da parte dell’Agenzia del Territorio del-le operazioni previste dall’art. 2, comma 36, dellaLegge n°286/2006, sonotenuti a procede-re alla presenta-zione della relati-va dichiarazionedi aggiornamentocatastale. In caso di ina-dempimento aisuddetti obblighiè prevista la pos-sibilità per l’A-genzia del Terri-torio di procedered’ufficio all’attri-buzione di unarendita presunti-va, con procedi-mento i cui onerisono a carico dell’interessato e saranno determi-nati con apposito provvedimento del direttore del-l’Agenzia del territorio, da emanare entro il31/12/2010. In buona sostanza si può affermare che le dispo-sizioni sopra commentate non introducono alcunanuova fattispecie di sanatoria o condono, ma si li-mitano a confermare l’obbligo, già in precedenzaprevisto da disposizioni vigenti, di effettuare la di-chiarazione catastale da parte degli intestatari del-

le particelle in cui insistono gli immobili non di-chiarati al catasto individuati tramite l’apposita pro-cedura. Viene quindi di fatto semplicemente prorogato al31/12/2010 il termine di 7 mesi dalla data di pub-blicazione del comunicato in Gazzetta Ufficiale, pre-visto dal citato art. 2, comma 36, della n° 286/2006.Le dichiarazioni verranno poi rese note ai comunida parte dell’Agenzia del territorio attraverso il por-tale telematico, affinché possano essere effettuatii controlli di conformità urbanistico-edilizia.

Immobili che abbiano subito variazione di con-sistenzaSempre entro il termine del 31/12/2010 i proprieta-ri di immobili che siano stati oggetto di interventi e-dilizi che abbiano determinato una variazione di con-

sistenza ovverodi destinazionenon dichiarata inCatasto, sono te-nuti a procederealla presentazio-ne ai fini fiscalidella relativa di-chiarazione diaggiornamentocatastale, ai sen-si del comma 9dell’art. 19. Si noti quindi chein questo caso lad i s p o s i z i o n esembra riferirsi atutti coloro i cuiimmobili non sia-no inclusi negli e-

lenchi sopra menzionati, in quanto la violazione nonconsiste in un manufatto totalmente o in parte nondichiarato.In caso di inadempimento è prevista dal comma 11la generica facoltà per l’Agenzia del territorio di ef-fettuare gli «accertamenti di competenza», avva-lendosi anche della collaborazione dei comuni e diapposite convenzioni stipulate con gli organismirappresentativi delle categorie professionali inte-ressate.

Palazzina residenziale in costruzione

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Con il provvedimento dell’Agenzia delle entrate in data 25 giugno 2010, prot. n. 83561 è stata data at-tuazione all’art. 19, comma 15, del d.L. 78/2010, il quale prevede che la richiesta di registrazione di con-tratti, scritti o verbali, di locazione o affitto di beni immobili esistenti sul territorio dello Stato e relative ces-sioni, risoluzioni e proroghe anche tacite, deve contenere anche l’indicazione dei dati catastali degli im-mobili, obbligo il cui mancato rispetto prevede l’irrogazione di una sanzione amministrativa di importo va-riabile dal 120% al 240% dell’imposta dovuta (sanzione che si applica anche in caso di errata indicazio-ne dei dati catastali).

Si tratta di uno dei passaggi salienti che il legislatore ha ideato per combattere l’evasione fiscale conse-guente alle cosiddette «case fantasma».

La norma in questione trova applicazione per: tutti i contratti registrati a partire dal 01/07/2010, a nulla eventualmente rilevando a tal fine che la da-ta di stipula sia anteriore; tutti i contratti relativi a edifici di qualsiasi tipologia, o loro frazioni, e terreni.

Il suddetto obbligo è stato altresì esteso, «per motivi di omogeneità e di razionalizzazione del sistema»,anche ai contratti di comodato, obbligo inizialmente non previsto dalla originaria versione del d.L. 78/2010ed introdotto dal provvedimento dell’Agenzia entrate n. 83561/2010 che di seguito si riporta.

Provvedimento dell’Agenzia Entrate n. 83561/2010

Approvazione del modello per la richiesta di registrazione degli atti (modello 69)

e del nuovo modello di comunicazione dei dati catastali per le cessioni, risoluzioni,

e proroghe dei contratti di locazione o affitto di beni immobili (modello CDC).

IL dIReTTORe deLL’AGeNzIA In base alle attribuzioni conferitegli dalle norme riportate nel seguito del presente provvedimento Dispone

1. Approvazione dei modelli

1.1. In attuazione delle disposizioni previste dall’articolo 19, comma 15, del decreto legge 31 mag-gio 2010, n. 78, sono apportate modifiche al “modello 69” da presentare in duplice copia agli uf-fici dell’Agenzia delle entrate per la registrazione degli atti, esclusi quelli degli organi giurisdi-zionali. e’ conseguentemente approvato, il nuovo “modello 69”, unitamente alle relative istru-zioni, riportato nell’allegato 1 che forma parte integrante del presente provvedimento.

1.2. Il nuovo “modello 69“ contiene, oltre a nuove istruzioni di modifiche di carattere grafico, il Qua-dro D denominato “Dati degli immobili”, pre4disposto per consentire la comunicazione dei da-ti catastali dei beni immobili, situati nel territorio dello Stato, oggetto di contratti d locazione ,affitto e comodato.

1.3. per la comunicazione dei dati catastali nei casi di cessioni, risoluzioni e proroghe anche tacitedei contratti di locazione o di affitto di beni immobili, come previsto dal citato articolo 19, com-ma 15, del decreto legge 31 maggio 2010, n.78, è approvato il nuovo modello “CDC”, unitamentealle relative istruzioni, riportato nell’ allegato 2 che forma parte integrante del presente provve-dimento.

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IdeNTIFICAzIONe CATASTALeNeI CONTRATTI dI LOCAzIONe

Operativa la modulistica per i contratti registrati da luglio 2010

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2. Modalità e termini di presentazione

2.1. Il “modello 69” di cui al punto 1.1. è presentato all’ Agenzia delle entrate, secondo le vigenti mo-dalità, per le richieste di registrazione, effettuate a partire dallo luglio 2010, di contratti di loca-zione, affitto e comodato di beni immobili.

2.2. Il “modello CDC“ di cui al punto 1.3. è utilizzato per la comunicazione dei dati catastali relativia beni immobili oggetto di cessione, risoluzione e proroga di contratti di locazione o affitto giàregistrati al 1° luglio 2010.

2.3. Il “modello CDC” è presentato in forma cartacea presso l’ufficio dell’Agenzia delle entrate pres-so il quale è stato registrato il relativo contratto, nel termine di 20 giorni, dalla data del versa-mento attestante la cessione, risoluzione e proroga dei contratti di locazione o affitto di beni im-mobili ai sensi dell’ articolo 17, comma 2, del decreto del presidente della Repubblica 26 apri-le 1986, n. 131. Il modello può anche essere trasmesso per via telematica contestualmente alversamento.

2.4. l contribuenti obbligati alla registrazione telematica dei contratti disciplinati dal presente prov-vedimento devono inviare il “modello CDC” con modalità telematiche.

2.5. I contribuenti che si sono avvalsi in via facoltativa della registrazione telematica possono pre-sentare il modello di comunicazione in forma cartacea all’ufficio competente o, alternativamen-te, trasmetterlo con modalità telematica.

3. Periodo transitorio

3.1. Fino alla data di attivazione della procedura per la trasmissione telematica del modello di cui alpunto 1.3., comunicata con apposito provvedimento del direttore dell’ Agenzia delle entrate, fer-mi restando i termini per l’assolvimento dell’imposta di registro, i soggetti di cui al punto 2.4. eal punto 2.5., che abbiano posto in essere cessioni, risoluzioni e proroghe, anche tacite, di con-tratti di locazione o di affitto di beni immobili, presentano il “modello CDC” in forma cartacea pres-so qualunque ufficio territoriale o locale dell’Agenzia delle entrate, entro il termine di cui al pun-to 2.3.

4. Reperibilità del modello

4.1. I modelli di cui ai punti 1.1 e 1.3 sono. resi disponibili sul sito. internet www.agenziaentrate.gov.itnella sezione “Modulistica - Modelli in uso presso gli Uffici” e distribuiti gratuitamente dagli uffi-ci dell’Agenzia delle entrate.

5. Approvazione delle specifiche tecniche di trasmissione telematica

5.1. Sono approvate le specifiche tecniche relative alla registrazione dei contratti di locazione e diaffitto di beni immobili e al versamento. delle relative imposte per via telematica di cui al punto1.1., riportate nell’allegato 3, che sostituisce integralmente l’allegato tecnico bis al decreto diri-genziale 31 luglio. 1998.

5.2. Sono approvate le specifiche tecniche per il pagamento delle imposte e per la comunicazionedi cui al punto 1.3. dei dati catastali dei beni immobili, relative alle cessioni, risoluzioni e proro-ghe dei contratti di locazione e di affitto per via telematica, riportate nell’allegato 4, che sosti-tuisce integralmente l’allegato tecnico quater al decreto dirigenziale 31 luglio 1998.

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Con la Legge n° 122 del 30 luglio 2010 è stato ap-provato il d.L. 31/05/2010 n. 78, che all’art. 49 pre-vede - disposizioni in tema di segnalazione certifi-cata di inizio attività (SCIA) sostitutiva della dichia-razione di inizio attività (dIA) di cui all’art. 19 deld.Lgs 241/1990.

Con la Scia ( Segnalazione Certificata di Inizio At-tività), viene sostituita la Dia, dichiarazione di ini-zio attività, e ogni atto di autorizzazione, licenza,concessione, permesso o nulla osta comprese le do-mande per l’iscrizione in albi o ruoli utili per l’eser-cizio di nuove attività. La procedura semplificata, che amplia il ricorso al-l’autocertificazione, non è possibile in presenza diatti comunitari o rilasciati dalle amministrazioni pre-poste alla tutela della salute e della pubblica inco-lumità, del patrimonio cultuale e paesaggistico e del-l’ambiente.

L’impostazione della norma ha creato incertezza sul-le possibilità di applicazione all’edilizia. da più par-ti era stata prospettata una tesi in base alla qualela dichiarazione di inizio attività, richiamata nel te-sto, riferendosi all’apertura di un’impresa, non a-vrebbe avuto nessuna affinità con la denuncia di i-nizio attività per l’avvio dei lavori. Questa ipotesisembra definitivamente accantonata.

diventa quindi possibile l’inizio dei lavori nel giornostesso della segnalazione all’amministrazione pre-posta, senza attendere i 30 giorni previsti dalla pre-cedente disciplina, ferma restando la possibilità dieffettuare verifiche in corso d’opera. Nel caso in cui venga accertata una carenza dei re-quisiti, l’amministrazione può adottare provvedimentidi divieto entro 30 giorni dal ricevimento della se-gnalazione. decorso questo termine vale la regola del silenzio- assenso, a meno che non si incorra nel rischio didanni gravi e irreparabili per il patrimonio artisticoe culturale, l’ambiente, la salute e la sicurezza pub-blica.

La semplificazione ha già registrato la ferma oppo-sizione delle Regioni a statuto speciale, che hannocompetenza esclusiva in materia di edilizia.

Qualche Regione a statuto ordinario ha annuncia-to valutazioni sulla possibile impugnazione. più cau-ta l’Ance, che considerando troppo incerto il testorimane in attesa di chiarimenti ufficiali.

Il comma 4-bis dell’art. 49 del d.L. n° 78/2010 so-stituisce integralmente l’articolo 19 della Legge n°241/1990 originariamente rubricato «Dichiarazionedi inizio attività», con l’intento di perseguire l’am-piamente annunciato obiettivo di liberalizzazione esemplificazione amministrativa dell’attività d’impre-sa. .Ai sensi del comma 2 del nuovo articolo 19, l’atti-vità oggetto della segnalazione può essere iniziatadalla data della presentazione della segnalazioneall’amministrazione competente.

Le condizioni da rispettare

L’applicazione della nuova disciplina è subordina-ta alle seguenti condizioni:

• che il rilascio dipenda esclusivamente dall’ac-certamento di requisiti e presupposti richiesti dallalegge o da atti amministrativi a contenuto genera-le e non sia previsto alcun limite o contingente com-plessivo o specifici strumenti di programmazione set-toriale per il rilascio degli atti stessi, con la sola e-sclusione degli atti imposti dalla normativa comu-nitaria;

• che non si tratti di casi in cui sussistano vincoliambientali, paesaggistici o culturali o di atti rilasciatidalle amministrazioni preposte alla difesa naziona-le, alla pubblica sicurezza, all’immigrazione, all’asilo,alla cittadinanza, all’amministrazione della giustizia,all’amministrazione delle finanze, nonché di quelliimposti dalla normativa comunitaria;

• che non si versi nelle attività economiche a pre-valente carattere finanziario, ivi comprese quelle re-golate dal testo unico delle leggi in materia banca-ria e creditizia e dal testo unico in materia di inter-mediazione finanziaria.

La documentazione a corredo

Tutti gli stati, le qualità personali e i fatti previsti ne-gli articoli 46 e 47 del d.p.R. n° 445/2000 potranno

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LA “SCIA”e L’AVVIO deI LAVORI edILI

Semplificazioni per l’attività di impresa ed il settore costruzioni

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essere oggetto di dichiarazioni sostitutive di certifi-cazioni e dell’atto di notorietà ai sensi del medesi-mo decreto, ed inoltre occorrerà produrre, ove ne-cessarie, attestazioni e asseverazioni di tecnici a-bilitati, eventualmente corredate dai necessari ela-borati tecnici, relative alla sussistenza dei requisitie dei presupposti richiesti da leggi e regolamenti, eche potranno sostituire anche l’acquisizione di pa-reri di organi o enti appositi.Lo spazio operativo dell’amministrazione compe-tente, disciplinato dal comma 3 del nuovo art. 19 del-la Legge n° 241/1990, è solo quello di adottare, incaso di accertata carenza dei requisiti e dei pre-supposti ed entro il termine di 60 giorni dal ricevi-mento della Scia, motivati provvedimenti di divietoalla prosecuzione dell’attività, con l’ordine di rimo-zione di possibili effetti dannosi. L’amministrazioneha altresì facoltà di concedere all’interessato unapossibilità di porre rimedio, fissando un termine noninferiore a 30 giorni entro il quale provvedere aconformare l’attività ed i suoi effetti alla normativavigente.

La Scia e la Dia disciplinata dal D.P.R. 380/2001

poiché il comma 4-ter dell’art. 49 del d.L. n° 78/2010afferma che le espressioni «Segnalazione certificatadi inizio di attività» e «Scia» sostituiscono, rispetti-vamente, le espressioni «Dichiarazione di inizio diattività» e «Dia», ovunque ricorrano, ed inoltre il me-desimo comma prevede l’abrogazione della nor-mativa statale o regionale difforme, andrebbechiarito se ciò valga anche per le discipline speciali,quale quella relativa alla denuncia d’inizio di attivitàedilizia, disciplinata dagli articoli 22 e 23 del d.p.R.n° 380/2001, come forse un po’ frettolosamente an-nunciato da qualche commentatore.Infatti le nuove disposizioni sopra descritte non do-vrebbero coinvolgono l’attività edilizia propriamen-te detta, che continua ad essere disciplinata dagliarticoli 22 e 23 del citato d.p.R. 380/2001. A sostegno di questa tesi, oltre al dato letterale (ladia disciplinata del d.p.R. n° 380/2001 è una «De-

nuncia di inizio di attività» e non una «Dichiara-

zione di inizio di attività»), il fatto che la norma fac-cia riferimento all’esercizio di attività imprenditoria-le ed attenga alla tutela della concorrenza e dellalibertà d’impresa, e non invece al governo del ter-ritorio.

Avv. PAOLO MANTEGAZZA([email protected])

Interventi Edilizi Liberi e Semi Liberi

1 - Con la Legge 22.5.2010 n. 73 (G.U. del25.05.2010 n. 120) è stato convertito in legge il d.L.25.3.20 IO n. 40, c.d. “decreto Incentivi”. La legge di conversione ha rielaborato l’art. 5 del de-creto avente per titolo “Attività edilizia libera”, so-stituendo integralmente l’art. 6 del d.p.R. 38012001“T.U. in materia edilizia”, La nuova norma introduce accanto alla categoria de-gli interventi “liberi”, la categoria ormai comune-mente denominata degli “interventi semiliberi”.

2 - Gli interventi liberi sono quegli interventi, per l’at-tuazione dei quali non è necessario alcun titolo a-bilitativo (dIA o permesso di costruire) né alcuna co-municazione preventiva al Comune. Va avvertito che anche per gli “interventi liberi” è ne-cessario ottenere le autorizzazioni, comunque de-nominate, previste dalla normativa di settore (pae-saggistica e culturale, antisismica, antincendio, i-gienico-sanitaria, di efficienza energetica, di sicu-rezza). Gli interventi liberi - elencati al comma 1 dell’art. 5- sono i seguenti:a) gli interventi di manutenzione ordinaria; b) gli interventi volti all’ eliminazione di barriere ar-chitettoniche che non comportino la realizzazionedi rampe o di ascensori esterni, ovvero di manufattiche alterino la sagoma dell’edificio; c) le opere temporanee per attività di ricerca nel sot-tosuolo che abbiano carattere geognostico, ad e-sclusione di attività di ricerca di idrocarburi e che sia-no eseguite in aree esterne al centro edificato;d) i movimenti di terra strettamente pertinenti all’e-sercizio dell’attività agricola e le pratiche agro-silvo-pastorali, compresi gli interventi su impianti idrau-lici agrari; e) le serre mobili stagionali sprovviste di strutture inmuratura, funzionali allo svolgimento dell’attività a-gricola. Come si noterà l’elenco degli interventi liberi previ-sti dalla nuova norma dello Stato è sostanzialmen-

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INTeRVeNTI edILIzI-LIBeRI e SeMILIBeRI

La L. 22.5.2010, n. 73 ha sostituito integralmentel’art. 6 del D.P.R. 380/ 2001.

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te identica all’elenco degli interventi liberi di cui all‘art.33, II° comma della L.R. Lombardia n° 12/2005, in-terventi così indicati: a) interventi di manutenzione ordinaria; b) interventi volti all’eliminazione di barriere archi-tettoniche che non comportino la realizzazione dirampe o di ascensori esterni, ovvero di manufatti chealterino la sagoma dell’edificio; c) opere temporanee per attività di ricerca ne] sot-tosuolo che abbiano carattere geognostico o sianoeseguite in aree esterne al centro edificato; d) realizzazione di coperture stagionali destinate aproteggere le colture ed i piccoli animali allevati al-l’aria aperta ed a pieno campo, nelle aree destina-te all’agricoltura;e) strutture temporanee di cantiere. La nuova normativa nazionale, in difformità dal di-sposto della Legge Regionale 12/2005: a - include negli interventi totalmente liberi i “movi-menti di terra”, purché strettamente pertinenti all’e-sercizio dell’ attività agricola; b - non menziona espressamente le “strutture tem-poranee di cantiere”, Questa esclusione lascia perplessi.La “baracca di cantiere” è ritenuta una costruzionemeramente precaria, cioè un’opera edilizia destinataad essere rimossa non appena soddisfatto lo sco-po per cui essa è stata realizzata”; (Cons. Stato4.2.1998 n. 131); come “opera precaria’’; pacifica-mente, non è assoggettata al formarsi di un titolo a-bilitativo.La Legge lombarda, quindi, coerentemente con il co-stante indirizzo giurisprudenziale, annovera la barac-ca di cantiere come intervento di “edilizia libera”. La circostanza che nel nuovo testo degli interventidi edilizia libera non siano menzionate le “strutturetemporanee di cantiere”, non avrebbe, di per sé, si-gnificato per escludere tali strutture dal novero de-gli interventi “liberi”. Il problema nasce quando la nuova legge regiona-le include tra gli interventi “semiliberi” “le opere di-rette a soddisfare obiettive esigenze contingenti etemporanee e ad essere immediatamente rimosseal cessare della necessità e, comunque, entro untermine superiore a 90 giorni”, Se - come affermato dalla Regione - la norma sta-tale fosse immediatamente applicabile in Lombar-dia, le “strutture temporanee di cantiere”, essendodirette a soddisfare esigenze contingenti e tempo-ranee, non sarebbero più oggetto di “interventi liberi”,ma “semiliberi” (con obbligo, quindi, di preventiva co-municazione al Comune) ma, ed è l’aspetto più gra-ve, potrebbero essere mantenute per non più di 90giorni. Il che è pacificamente un assurdo.

3 - L’elemento di novità della nuova norma è l‘in-troduzione della categoria degli “interventi semili-berì“, per i quali è obbligatoria, in sostituzione deltitolo abiIitativo, una “comunicazione“ al Comune,per via telematica. Va avvertito che alla “comunicazione” vanno allegate

le autorizzazioni obbligatorie previste dalla norma-tiva di settore (e come sopra indicate). Tali interventi - elencati al comma 2 dell’art. 5 sonoi seguenti: a) gli interventi di manutenzione straordinaria di cuiall’art. 3, comma 1, lettera b) (del d.p.R. 380/01) i-vi compresa l’apertura di porte interne o lo sposta-mento di pareti interne sempre che non riguardinole parti strutturali dell’edificio, non comportino au-mento del numero delle unità immobiliari e non im-plichino incremento dei parametri urbanistici1;b) le opere dirette a soddisfare obiettive esigenze con-tingenti e temporanee e ad essere immediatamenterimosse al cessare della necessità e, con1Unque, en-tro un termine non superiore a novanta giorni; c) le opere di pavimentazione e di finitura di spaziesterni, anche per aree di sosta, che siano conte-nute entro l’indice di permeabilità, ove stabilito dal-lo strumento urbanistico comunale, ivi compresa larealizzazione di intercapedini interamente interratee non accessibili, vasche di raccolta delle acque, lo-cali tombati; d) i pannelli solari, fotovoltaici e termici, senza serba-toio di accumulo esterno, a servizio degli edifici, da rea-

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Nota 1Rientrano in questa tipologia di intervento l’aggregazio-ne di due o più unita immobiliari in una unità immobilia-re. purchè tale intervento implichi diminuzione e non au-mento del numero delle unità immobiliari.

Palazzo Municipale di Oltrona San Mamette

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lizzare al di fuori della zona A) di cui al decreto del Mi-nistero per i lavori pubblici 2 aprile 1968, n. 1444;e) le aree ludiche senza fini di lucro e gli elementidi arredo delle aree pertinenziali degli edifici.

4 - L’attenzione maggiore va prestata alla norma re-lativa agli “interventi di manutenzione straordinaria”che diventano oggetto di edilizia semilibera, ma conrilevanti limitazioni rispetto alla definizione di ma-nutenzione straordinaria data dall’art. 27 della L. R.n° 12/2005 ma anche a quella data dall’art. 3 deld.p.R. 380/2001 (T.U. in materia edilizia). è da rilevare che la nuova norma non detta una nuo-va definizione di manutenzione straordinaria, ma di-sciplina unicamente i casi in cui particolari e limita-ti interventi di manutenzione straordinaria possonoessere eseguiti senza titolo abiIitativo. La definizione data dall‘art 27, c. 1 lettera b) dellaL. R. n° 12/2005 mantiene per intero la sua validità,avendo la norma statale introdotto solo la discipli-na di tali interventi sotto il profilo dei rapporti con ilComune. Se, come ritiene la Regione, la norma statale è daconsiderare come norma di “principio fondamenta-le”, e quindi norma che deve operare direttamente,in Lombardia, avremo due tipologie di manutenzioneordinaria: a) la manutenzione straordinaria, oggetto di “co-municazione” quale intervento “semilibero”, nei limitidato dalla legge statale; b) la manutenzione straordinaria, oggetto di titolo a-bilitativo (dIA o permesso di costruire) qualora: - si tratti di opere o modifiche riguardanti il conso-lidamento, il rinnovamento e la sostituzione di par-ti strutturali degli edifici; - si tratti di interventi che comportino la trasforma-zione di una singola unità immobiliare in due o piùunità immobiliari.

5 - Va avvertito che, relativamente agli interventi dimanutenzione straordinaria, con i limiti indicati dal-la nuova normativa, è fatto obbligo di: - integrare la “comunicazione” con i dati identifica-tivi dell’impresa che eseguirà i lavori; - trasmettere al Comune, unitamente alla “comuni-cazione” una relazione tecnica provvista di data cer-ta e corredata degli opportuni elaborati progettua-li, a firma di un tecnico abilitato, il quale dichiari pre-liminarmente di non avere rapporti di dipendenzacon l’impresa né con il committente; - asserire, sotto la propria responsabilità, che i la-vori sono conformi agli strumenti urbanistici appro-vati e ai regolamenti edilizi vigenti e che per essi lanormativa statale e regionale non prevede il rilasciodel titolo abilitativo. è da dire, in generale, che gli adempimenti previsti

per gli interventi di manutenzione straordinaria, so-no tali da farli assimilare a quelli previsti per la dIA,da cui si differenzierebbero solo per la efficacia im-mediata della comunicazione (e non differita di 30giorni come per la dIA) da un lato e per la mancanzadi potestà interdittiva del Comune (tipica della dIA). dal punto di vista del cittadino, gli “adempimenti” ri-chiesti per gli “interventi di manutenzione straordi-naria” sono identici, per onerosità, a quelli previstiper la dIA.

6 - Ma, prescindendo dal caso specifico relativo al-la nuova disciplina degli interventi di manutenzionestraordinaria (pacificamente non applicabile inLombardia) è da dubitare che in Lombardia possatrovare applicazione l’intera norma di cui all‘art. 5della legge statale in esame. La nota2 del direttore generale del Territorio e Ur-banistica del 3.6.2010 (pubblicata sul sito della Re-gione Lombardia “rilancio-edilizia”) non è convin-cente, per queste ragioni: a) l’art. 5 della L. 73/2010 in esame sostituisce l’att.6 del d.p.R. 380/2001. Orbene,l‘art. 103 della L.R. n° 12/2005, al 1 com-ma lettera a), afferma che l’art. 6 del d.p.R.380/2001 ha cessato di avere diretta applicazionein Lombardia dalla data di entrata in vigore della pre-detta legge regionale. b) In base all’art. 117 della Costituzione, il “gover-no del territorio” è materia di competenza legislati-va concorrente tra Stato e Regioni: - allo Stato, spetta la definizione dei principi rego-latori la materia; - alle Regioni, spetta l’attuazione concreta di tali prin-

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Nota 2 - La nota regionale afferma: “Rispetto alla stesura iniziale del d.L., la norma è statacompletamente riscritta in sede parlamentare: tra le no-vità introdotte, la più importante è la cancellazione del-l’inciso secondo cui le nuove regole dettate in materiadi attività edilizia libera, sono applicabili “salvo più re-strittive disposizioni previste dalla disciplina regionale”. La modifica, che si pone nel solco dei precedenti prov-vedimenti anticrisi adottati dal Governo e dal parlamentonell’ambito della propria politica economico-finanziaria,pare introdurre una disciplina uniforme dell’attività edi-lizia libera, finalizzata a definire un livello minimo di sem-plificazione non derogabile in senso restrittivo dalla Re-gione, alla quale è consentito solo di integrare e adat-tare la normativa statale. Una tale lettura del nuovo art. 6 del d.p.R. n. 380/2001non consente di considerare “di dettaglio” le disposizio-ni ivi previste; queste ultime, pertanto, non potranno piùritenersi disapplicate per effetto dell’arto 103, comma 1°,della L.R. n. 12/2005, legge per il Governo del Territo-rio. pertanto, anche in Regione Lombardia, trova immedia-ta applicazione il regime semplificato delineato a livellostatale per gli interventi di manutenzione straordinaria eper gli altri nominativamente individuati.”

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cipi con leggi regionali. La norma statale, che regola nel dettaglio il nume-ro, le caratteristiche e la disciplina degli interventiedilizi “liberi” e “semiliberi”, non pare una norma di“principio”, e non pare quindi idonea ad avere pre-valenza sulla normativa regionale, in materia, oggicontenuta nell’art. 33, II°c. L.R. n° 12/2005, che, perl’appunto, regolamenta gli interventi edilizi che pos-sono essere eseguiti senza titoli abilitativi (d.I.A. opermesso di costruire). pare, pertanto, dubbio che in Lombardia la nuovanormativa statale, soprattutto in tema di interventi“semiliberi” sia applicabile. Ovviamente, sarà facoltà della Regione Lombardiaadeguare o meno la propria legge a quanto dispo-ne il citato art. 5 della legge statale citata.

7 - Si ritiene, invece che siano immediatamente ap-plicabili alcune norme dell’art. 5 della Legge in esame,in quanto non dirette a disciplinare l’attività edilizia. Tali norme, peraltro, collegate agli interventi ediliziliberi, sono: a) comma 5 (atti di aggiornamento catastale): le di-chiarazioni relative alle mutazioni dello stato dei be-ni delle unità immobiliari già censite (atti di aggior-namento catastale) devono essere presentate agliuffici della Agenzia del Territorio entro 30 giorni dalmomento in cui esse si sono verificate (art. 34, quin-quies, comma 2, lettera b) del d.L. n° 4/2006 con-vertito nella Legge n° 80/2006); b) comma 8 (certificato di prevenzione incendi): pergli interventi “liberi”, il certificato di prevenzione in-cendi (Cpi), ove previsto, è rilasciato invia ordina-ria con l’esame a vista, vale a dire subito dopo il so-pralluogo, senza quindi ulteriore attività di verifica. Il termine per il rilascio del certificato è ridotto da 45a 30 giorni dalla richiesta.

Da: IL CONSULENTE IMMOBILIARE

Si riportano i diversi tipi di coperture degli edifici, conesemplificazione e criteri tecnici progettuali che fre-quentemente vengono utilizzati nelle costruzioni.

I diversi tipi di coperture sono tutti costituiti da treelementi fondamentali: struttura portante (grossa or-ditura), strati di completamento (orditura fine), man-to di copertura.

La scelta del sistema di copertura è in relazione adiversi elementi:elementi architettonici e strutturali;fattori climatici del luogo;previsioni dell’uso della copertura;fattori paesistici e ambientali.

La copertura a falde è composta da falde inclinatee tegumentate; si distinguono le parti strutturali por-tanti dall’orditura fine. La loro pendenza varia dal

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Le COpeRTURe A FALdA:CRITeRI TeCNOLOGICO-pROGeTTUALI

Tecnica progettuale e costruttiva

ERRATA CORRIGE

L’Avvocato paolo Mategazza fa presente che nelsuo articolo “Ristrutturazione edilizia: chiarimenti in-terpretativi”, pubblicato a pagina 38 del n° 2/2010de “IL TRIANGOLO”, vi è un refuso.Alla lettera a)secondo capoverso vi è un “non” di troppo.pertanto: “è possibile la ricostruzione di un edificio crol-lato (come intervento di ristrutturazione edilizia)se la ricostruzione è immediatamente conse-guente al crollo, o alla demolizione dell’edificio”.

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20% al 60% e oltre nelle regioni con precipitazioniintense anche nevose.

Il manto di copertura può essere realizzato conelementi laterizi di vario tipo o lastre di pietra,scandole di legno, lastre di metallo (piombo, ra-me), pannelli resinosi flessibili (figure 1, 2 e 3).

Tetti a falda alla piemontese e alla lombardaQuando la distanza tra le murature da coprire nonsupera i 5 metri, la struttura del tetto può esserecostituita da travi principali o grossa armatura (fal-si puntoni, terzere o barcarecci, travi di colmo ocolmarecci) e una armatura secondaria o picco-la armatura (travicelli, correntizi), sopra di cui verràposato il mantello di copertura costituito da pic-coli elementi discontinui (tegole, coppi, ecc.).L grossa armatura può essere composta da tra-vi (falsi puntoni) appoggiate da un lato sulla mu-ratura e dall’altro sul muro di spina o su pilastrioppure su una trave di colmo (colmareccio) – fi-gura 4.

La copertura alla piemonteseQuando le travi (falsi puntoni) sono posizionate

tra loro ravvicinate a una distanza pari o inferio-re a 1,50 metri, sopra a esse viene direttamenteposizionata l’armatura secondaria.

Si ha così la copertura alla piemontese partico-larmente usata nel caso di manti di copertura pe-santi. La disposizione ravvicinata dei falsi punto-ni consente di distribuire il carico della coperturain più punti sulla muratura (figure 5 e 6).

La copertura alla lombardaQuando le travi (falsi puntoni) sono disposte a u-na distanza che abitualmente è pari o superiore

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ai 2-2,5 metri trasversalmente e sopra a esse ven-gono posate, a completamento della grossa ar-matura, altre travi denominate terzere.

Sopra le terzere viene successivamente posatal’armatura secondaria.Si ha in questo caso la copertura alla lombarda(figura 7).

Le coperture trasparentiL’evoluzione della tecnologia per la produzione deivetri, la comparsa sul mercato di nuovi materialitrasparenti (policarbonato, polimetilmetalcrilato,ecc.) e la parallela evoluzione delle strutture me-talliche reticolari rendono oggi possibile realizzarecoperture, parti di esse, pensiline, passaggi co-perti trasparenti.

I sistemi per le coperture trasparenti (anche par-ziali) sono in grado di valorizzare l’illuminazionenaturale e di offrire una nuova dimensione del rap-porto interno/esterno.

Abitualmente le coperture trasparenti vengono u-

tilizzate negli edifici destinati al terziario e in mo-do particolare negli spazi commerciali, ma la lo-ro applicazione può essere fatta anche in conte-sti residenziali.

Sono disponibili sul mercato sistemi costruttivi perla realizzazione degli sky light, lucernari, falde tra-sparenti, ecc. che utilizzano vetri tecnologica-mente sempre più sofisticati (vetri isolanti, riflet-tenti, basso emissivi, di sicurezza) e che sono ingrado di risolvere particolari obiettivi progettualie costruttivi garantendo nel contempo adeguati li-velli prestazionali (prestazioni di isolamento ter-mico e acustico, di resistenza meccanica alle di-verse sollecitazioni, ecc.)

La progettazione di una copertura trasparente ri-chiede preventivamente un’accurata analisi del-le condizioni climatiche del luogo e microclimati-che dell’edificio per poter definire con precisionele prestazioni termiche e meccaniche richieste aimateriali costituenti la copertura trasparente: strut-tura metallica, elementi vetrati.

In particolare occorre evitare il più classiche deifenomeni che caratterizza le superfici vetrate (su-perfici radianti), ovvero la condensa di vaporeve,tendono a opacizzarsi.re acqueo e risolvere il pro-blema della necessaria pulizia delle superfici e-sterne degli elementi vetrati.

Le precedenti realizzazioni hanno evidenziato chela raccolta e il convogliamento della condensa inappositi canali ricavati nei profili della struttura por-tante metallica della copertura richiedono la pen-denza della falda maggiore di 18°.

Falde con inclinazione inferiore o coperture pia-ne sono comunque da evitare per altre due fon-damentali ragioni: la difficoltà di realizzare unabuona prestazione di tenuta all’acqua e lo scar-so effetto di autopulizia delle superfici vetrate che,in un arco di tempo relativamente breve, tendo-no ad opacizzarsi.

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Nel caso in cui sia chiamato ad esprimere un giudi-zio di congruità sulla parcella di un professionista, l’Or-dine professionale non può limitarsi alla verifica del-la rispondenza delle somme richieste rispetto alle ta-belle professionali sotto il profilo dell’importo in rela-zione alla consistenza dell’opera prestata, ma devealtresì procedere al controllo in ordine alla sussistenzadei requisiti minimi necessari a giustificare la richie-sta per la conseguente liquidazione di onorari, nel-l’interesse sia della categoria che dei clienti. Si è espresso in tal senso il Consiglio di Stato, conla sentenza n. 8749 del 06/10/2990 pubblicata il24/12/2009. Sulla base del suddetto principio la Corte ha quin-di giudicato legittimo il provvedimento con il qualeil Consiglio di un Ordine professionale ha respintola richiesta di emissione di un parere di congruità cir-ca la liquidazione degli onorari per prestazioni pro-fessionali eseguite nell’interesse di una società, ri-sultando agli atti che l’incarico professionale era sta-to conferito da soggetto non in possesso dei ne-cessari poteri di rappresentanza. La sentenza aderisce ad un consolidato orientamentogiurisprudenziale secondo il quale il parere di con-gruità sulle parcelle professionali “non si esaurisce in una mera certificazione del-la rispondenza del credito alla tariffa professio-nale“, ma implica una valutazione di congruità della pre-stazione che non può prescindere dal considerare l’ef-fettiva realtà delle prestazioni professionali rese. Nella fattispecie dunque l’Ordine non poteva dunqueesimersi dal rilevare la mancanza di un sottostantecontratto d’opera professionale tra il professionista ela società a carico della quale veniva emessa la par-cella.

SENTENZA N° 08749/2009 IN DATA 06/10/2009

depositata in Segreteria IL 24/12/2009

IL CONSIGLIO DI STATO in sede giurisdizionale (Sezione Quarta)

ha pronunciato la presentedeCISIONe

Concernente:dINIeGO pAGAMeNTO peR pReSTAzIONI pRO-FeSSIONALI.

Ritenuto in fatto e considerato in diritto quanto segue:

FATTO e dIRITTO

1. - Il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Vige-vano, con il provvedimento impugnato in primo gra-do, respingeva ai legali odierni appellanti la richie-sta di parere di congruità circa la liquidazione deglionorari per prestazioni professionali nell’inte-resse della Casa di Cura Beato Matteo S.p.a., inquanto eseguite su incarico del direttore gene-rale e di dipendenti diversi, quindi privi di legitti-mazione.

Il Tribunale Amministrativo Regionale in epigrafe in-dicato, con la sentenza impugnata, ha respinto il ri-corso proposto dagli interessati, con condanna allespese, rilevando come l’Ordine professionale - non possa limitarsi soltanto alla verifica dellacongruità delle somme richieste rispetto alle ta-belle professionali sotto il profilo del “quantum”in relazione alla consistenza dell’opera prestata, - ma debba altresì procedere al controllo in or-dine alla sussistenza dei requisiti minimi ne-cessari a giustificare la richiesta per la conse-guente liquidazione di onorari, nell’interesse sia della categoria che dei clienti, men-tre nella specie era assente proprio il conferimen-to dell’incarico da parte della società.

2. - Con l’appello in esame, gli esponenti hanno chie-sto che il ricorso di primo grado sia accolto, dedu-cendo che l’Ordine intimato abbia esorbitato dai pro-pri compiti con lo stabilire, nell’impedimento del rap-presentante legale (amministratore unico ed azio-nista di riferimento arrestato), le conseguenze perla società di incarichi conferiti dal suo direttore Ge-nerale.Si è costituito in giudizio l’Ordine degli Avvocatidi Vigevano il quale, con la memoria depositatail 21 settembre 2009, ha in particolare eccepitocome costituisca oramai orientamento acquisitoche ai Consigli di un Ordine spetti soprattutto divigilare sulla qualità tecnica e sulla correttezzadeontologica della prestazione professionalenell’interesse primario dei cittadini e della col-lettività.

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pARCeLLe pROFeSSIONALI: LIQUIdAzIONe dA pARTe deLL’ORdINe

Il Consiglio dell’Ordine non può liquidare la parcella se l’incariconon è stato formalmente conferito al professionista

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La causa è stata trattenuta in decisione alla came-ra di consiglio del 6 ottobre 2009.

3. - Secondo gli appellanti, la questione controversanon passa dalla decisione sul punto se il diretto-re generale avesse o meno i poteri di affidare a pro-fessionisti l’incarico di svolgere prestazioni legalia favore della società, bensì sul fatto se una si-tuazione di questo genere (prestazioni stragiudi-ziali a favore della società su incarico del suo di-rettore generale) giustifichi o meno la richiesta diparere di congruità e se l’Ordine abbia esercitatobene i suoi poteri rifiutandosi di darlo per il fatto cheil direttore generale non era il rappresentante le-gale (impedito per arresto ed anzi, in un certo sen-so, in contrasto di interessi con la società che rap-presentava).per l’Ordine resistente, invece, i fatti documentatinon ponevano al Consiglio alcuna questione di di-ritto circa la esistenza o estensione di poteri del di-rettore generale, ma soltanto la presa d’atto dellaesistenza della prova inconfutabile circa la totale e-straneità della società all’incarico svolto dai legali (laprocura rilasciata a margine dell’esposto al Tribu-nale di Vigevano non è firmata per la società ma per-sonalmente ed in proprio dal direttore Gallotti cheagiva a titolo individuale, oltre che in rappresentanzadei dipendenti dai quali aveva ricevuto espressomandato).Alla stregua di tale opposizione, rimasta non con-testata da parte appellante, l’appello non può cheessere respinto.

4. - La Cassazione ed il Consiglio di Stato, infatti,si sono già pronun-ciati sulle questioni controversetra le parti, con una consolidata giurisprudenza dal-la quale non vi è ragione per discostarsi ed alla qua-le si rinvia, ai sensi dell’art. 9 della legge 21 luglio2000, n. 2005.

Nello specifico, vengono in rilievo i principi di seguitoaffermati:

• il direttore generale costituisce un organocon compiti di direzione interna, dotato del po-tere di rappresentare la società, anche proces-sualmente, nei rapporti esterni con effetti vincolan-ti soltanto se sussiste, in tal senso, una specifica at-tribuzione statutaria, oppure un conferimento ne-goziale da parte dell’organo amministrativo, ovve-ro ancora se tale potere deriva dalla natura dei com-piti affidatigli (Cassazione civile , sez. II, 15 no-vembre 2006 , n. 24298);

• il parere di congruità sulle parcelle profes-sionali è atto soggettivamente ed oggettiva-mente amministrativo, che non si esaurisce in u-na mera certificazione della rispondenza del credi-to alla tariffa professionale, ma implica una valuta-zione di congruità della prestazione (Cass. Civ., sez.un., 24 giugno 2009, n. 14812);

• il giudizio di congruità , pur avendo una fina-lità obiettiva, non può però tradursi in una de-terminazione che prescinda dal considerare l’ef-fettiva realtà delle prestazioni professionali re-se (Cons.St., sez. IV, 24 maggio 2005 , n. 2630).

Nel caso in esame, dunque, l’effettiva realtà –so-stanziale e processuale- è, da un canto, che il di-rettore generale non ha agito in tale veste ma in quel-la di dipendente a tutela di un proprio interesse edin rappresentanza di altri lavoratori (donde la non ri-feribilità dell’incarico legale alla gestione societaria);dall’altro, consistendo il parere di congruità in una va-lutazione della esistenza delle condizioni di confor-mità, proporzionalità, corrispondenza ed adegua-tezza della parcella, l’Ordine non poteva esimer-si dal rilevare la mancanza nel caso di specie diun sottostante contratto d’opera professionaleda parte della società a carico della quale veniva e-messa la notula e nei confronti della quale si anda-va ad emettere il parere (come da citata procura).

5. - In conclusione, l’appello va respinto e la sen-tenza confermata, rientrando nei poteri dell’Or-dine professionale verificare le condizioni di am-missibilità del parere di congruità richiesto da-gli iscritti.

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Ufficio del Collegio Geometri di Como

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Come noto per i liberi professionisti vale il “princi-pio di cassa”, in base al quale i compensi sono im-ponibili, e i costi deducibili, alla data, rispettivamente,della loro percezione e sostenimento, indipenden-temente, quindi, dal periodo di “maturazione”.poiché accade spesso che determinati importi sia-no incassati o pagati a cavallo di fine anno, l’esat-ta collocazione temporale di proventi e spese as-sume rilevanza fondamentale che varia a secondadel metodo utilizzato per i pagamenti: - per i compensi con bonifico conta la data di ac-

credito, - per gli assegni la data in cui si ricevono.Il Testo unico delle imposte non regola espressa-mente l’esatto momento in cui incassi e pagamen-ti (non in contanti) assumono rilevanza fiscale; al-cuni chiarimenti in merito sono ora giunti con la Cir-colare 38/E del 23 giugno 2010.Vediamo, quindi, cosa accade in caso di pagamentomediante assegno (bancario o circolare) e bonifico.

Incassi mediante assegnoL’Agenzia precisa che i compensi incassati medianteassegno bancario o circolare si considerano per-cepiti nel momento in cui il professionista lo ricevedal committente.Quindi, qualora l’assegno sia stato consegnato, po-niamo, al lavoratore autonomo il 30 dicembre 2009,questa data individua il momento di pagamento peril committente (ai fini, ad esempio, dell’obbligo di ver-samento della ritenuta d’acconto) e il momento diincasso per il professionista; non ha nessuna rile-vanza il fatto che quest’ultimo abbia materialmen-te effettuato il versamento sul proprio conto corrente,ad esempio, il 3 gennaio 2010.

Il bonificoper gli incassi mediante bonifico, invece, l’Agenziaprecisa che la data rilevante è quella in cui il pro-fessionista riceve l’accredito della somma sul con-to corrente, a partire dalla quale l’importo può es-sere effettivamente utilizzabile (cosiddetta «data di-sponibile»).Non hanno alcuna rilevanza, pertanto, a livello red-dituale, la data della valuta, quella in cui è stato e-messo l’ordinativo di pagamento o quella in cui il pro-fessionista è venuto a conoscenza dell’accredito.

Gli atti notarili, dal 3 agosto 2010 si possono stipu-lare on-line.Va in soffitta l’immagine del vecchio “notaro”, som-merso da scartoffie, che legge con voce stentoreal’atto che sentenzia il passaggio, a vario titolo, di be-ni mobili e immobili tra le parti. Il via a questa operazione di “new look” di quella cheè sempre stata considerata una professione fatta dicarta e penna, lo ha dato il decreto legislativo n.110 del 2 luglio 2010, pubblicato sulla Gazzetta Uf-ficiale del 19 luglio.

Come cambia l’atto pubblicoInnanzitutto il notaio dovrà obbligatoriamente mu-nirsi di firma digitale, che diventa lo strumento u-nico per l’esercizio delle sue funzioni. Si tratta di unparticolare tipo di firma elettronica qualificata basatasu chiavi crittografate che, al momento, risulta es-sere il sistema più sicuro in campo informatico. IlConsiglio nazionale del notariato rilascerà ad ogniiscritto un certificato qualificato di firma che attestaanche la sua iscrizione nel ruolo.

Al momento della lettura dell’atto ci saranno le ve-re novità. Innanzitutto il notaio potrà leggere direttamentesul PC il rogito che si appresta a firmare con le par-ti, potrà ricevere la sottoscrizione elettronica diqueste ultime sia sotto forma di firma digitaleche con firma elettronica non qualificata. Sarà il notaio stesso, sottoscrivendo l’atto, alla pre-senza delle parti, con la smart card contenente lasua firma digitale a validare le firme dei contraenti.

Gli eventuali documenti redatti in forma carta-cea verranno digitalizzati e allegati all’atto“informatico”, così da permetterne una stesuracompletamente on-line. da qui inizia un percorso virtuoso, già effettivo dadiverso tempo, che vede viaggiare il rogito notari-le, per tutti gli adempimenti previsti (registrazione,trascrizione, registro delle imprese, eccetera), su u-na strada completamente “digitalizzata”.Anche il cliente potrà avere la sua copia dell’atto susupporto informatico (pennetta o cd), oltre alla tra-dizionale forma cartacea, se la desidera, che, daquesto momento in poi, saranno equivalenti.

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IL NOTAIO ORA è“INFORMATICO”

COMpeNSI AIpROFeSSIONISTI

Il notaio sarà dotatodi “smart card“

Precisazionedell’Agenzia delle Entrate

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NOTIZIE UTILI

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per poter assolvere in modo responsabile e co-struttivo agli incarichi assunti nell’interesse di tuttigli iscritti al Collegio, i consiglieri ed i componenti leCommissioni, i Gruppi di lavoro e le Rappresen-tanze, oltre alla normale partecipazione alle sedu-te del Consiglio e delle Commissioni, devono par-tecipare a numerosi ed impegnativi incontri, semi-nari e convegni.

GIUGNO 2010

24 Il geom. Giandomenico Lambrughi ha par-tecipato al “Tavolo Territoriale di confronto ‘IXlegislatura: apertura e innovazione”, presso laRegione Lombardia di Como

LUGLIO 2010

16 Il geom. Ferruccio Dilda ed il geom. GiovanniCrespi hanno partecipato alla riunione dellaCommissione Catasto Regionale a Brescia

NUOVI ISCRITTI

Seduta del Consiglio direttivo del 10 giugno 2010

NESSUNO

Seduta del Consiglio direttivo del 24 giugno 2010

2895 RIBONI VIVIANA Arosio

Seduta del Consiglio direttivo del 15 luglio 2010

2896 CAPORELLA ALBERTO Alzate Brianza

Seduta del Consiglio direttivo del 29 luglio 2010

2897 MAGGIORE ANDREA Lambrugo

Seduta del Consiglio direttivo del 9 settembre 2010

2898 MARIANI ILENIA Cermenate

CANCELLATI

Seduta del Consiglio direttivo del 10 giugno 2010

678 SAMPIETRO ALESSANDRO Bellagio2629 FINOTTO CHIARA Anzano del Parco2182 STELLO FLAVIANO Mariano Comense2704 ROSSINI FABRIZIO Verano Brianza

Seduta del Consiglio direttivo del 24 giugno 2010

NESSUNO

Seduta del Consiglio direttivo del 15 luglio 2010

2595 TESSITORE SALVATORE Mozzate

Seduta del Consiglio direttivo del 29 luglio 2010

1263 IEFFA LORENZO Valmorea

Seduta del Consiglio direttivo del 9 settembre 2010

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ABBIAMO pARTeCIpATO A...

Presenze dei Consiglierie Collaboratori ad incontri,seminari e convegni

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“AD MEMORIAM”

Il direttore de “Il Triangolo” unitamentealla redazione ed a nome del Consigliodirettivo del Collegio, reputa doveroso

ricordare il collega deceduto

Geom. Lorenzo IEFFA

e ricordandone l’impegno e la serietà

professionale, porge sentite

condoglianze ai familiari

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ALBO pROFeSSIONALe

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RIUNIONE DEL 10 GIUGNO 2010

Alla data attuale, alla luce delle variazioni sopra ri-portate, risultano iscritti all’Albo professionale n.1061 geometri.Richiesta patrocinio ricevuta da I.S.p. Italia S.r.l. re-lativa al corso di prevenzione Incendi L. 818/84Il presidente geom. Giuliano Medici illustra ai con-siglieri la richiesta di patrocinio pervenuta da I.S.p.Italia S.r.l. per un corso sulla prevenzione incendi chela società intende organizzare in provincia di Como.Il Consiglio direttivo delibera di concedere il patro-cinio.esami di Stato – Sessione 2010: nomina della per-sona che dovrà essere abilitata all’inserimento deidati sull’applicativo informatico “ALBI”Il presidente geom. Giuliano Medici, illustra ai con-siglieri la richiesta del CNGeGL in merito alla nominadi un responsabile che dovrà essere abilitato all’in-serimento dei dati sull’applicativo informatico “Albi”relativo ai Commissari d’esame.Il presidente propone di nominare la sig.ra Barez-zani elena.Il Consiglio direttivo delibera di approvare la nomina.domanda di iscrizione agli elenchi del Ministero del-l’Interno ex art. 1 comma 2 della Legge 7 dicembre1987 n. 818 del geom. Mazzei paoloIl Consiglio direttivo, verificata l’idoneità dell’inte-ressato, delibera di accettare la richiesta di inseri-mento negli appositi registri.domanda di iscrizione agli elenchi del Ministero del-l’Interno ex art. 1 comma 2 della Legge 7 dicembre1987 n. 818 del geom. Robustelli Test MauroIl Consiglio direttivo, verificata l’idoneità dell’inte-ressato, delibera di accettare la richiesta di inseri-mento negli appositi registri.

RIUNIONE DEL 24 GIUGNO 2010

Alla data attuale, alla luce delle variazioni sopra ri-portate, risultano iscritti all’Albo professionale n.1062 geometri.esami di Stato per l’abilitazione all’esercizio della li-bera professione di geometra – Sessione 2010 - Co-stituzione commissioni esaminatriciIl presidente geom. Giuliano Medici, rende noto ai

consiglieri che entro il prossimo 23 luglio 2010 il Col-legio dovrà segnalare al Ministero dell’istruzione, del-l’università e della ricerca, per il tramite del Consi-glio nazionale geometri e geometri laureati, 6 ter-ne di commissari per la costituzione delle 2 com-missioni d’esame che si insedieranno nel prossimomese di ottobre presso l’Istituto statale d’istruzionesuperiore ‘’Antonio Sant’elia’’ di Cantù (Co).Il presidente propone di pubblicizzare la notizia sulsito del Collegio per raccogliere la disponibilità deigeometri.Il Consiglio direttivo approva l’iniziativa.

RIUNIONE DEL 29 LUGLIO 2010

elezioni del Consiglio direttivo per il quadriennio2010-2014Il Consiglio direttivo delibera di convocare l’As-semblea straordinaria elettiva in prima convocazioneper il giorno 20 settembre 2010 alle ore 21.00 edin seconda convocazione per il giorno 24 settem-bre 2010 alle ore 17.00.Il seggio rimarrà aperto nei giorni 24-25-27-28-29-30 settembre 2010 e 1-2 ottobre 2010 e lo scruti-nio avverrà il giorno 2 ottobre 2010 alle ore 14.00.Vengono riportati qui di seguito i turni di presenzaal seggio per la dovuta assistenza e controllo.

Le eventuali votazioni di ballottaggio si terranno neigiorni 13-14-15-16 ottobre 2010 ed il relativo scru-tinio verrà effettuato il giorno 16 ottobre 2010 a par-tire dalle ore 14.00.

Il Consiglio direttivo delibera di sottoporre all’ap-provazione dell’Assemblea degli iscritti il seguentedocumento:casistica degli eventi che potrebbero manife-

starsi nel corso dello spoglio delle schede in oc-

casione delle prossime elezioni del consiglio di-

rettivo.

domanda di iscrizione agli elenchi del Ministero del-l’Interno ex art. 1 comma 2 della Legge 7 dicembre1987 n. 818 del geom. Marelli OsvaldoIl Consiglio direttivo, verificata l’idoneità dell’inte-ressato, delibera di accettare la richiesta di inseri-

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Le deLIBeRe pIÙ SIGNIFICATIVe

Riunioni del Consiglio Direttivo

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VITA DI COLLEGIO

Alle ore 18.30, di sabato 2 ottobre, si sono conclu-se le operazioni di scrutinio delle schede votate perl'elezione del nuovo Consiglio direttivo, che guideràil Collegio per i prossimi quattro anni.

Hanno partecipato alle votazioni 313 geometri, su-perando così abbondantemente il minimo di 267(quorum strutturale) perché le elezioni risultasserovalide.

Il risultato ha inoltre escluso il turno di votazioni peril ballottaggio, in quanto nove consiglieri hanno ot-tenuto più di 140 voti (quorum funzionale) di prefe-renza, necessari per essere eletti al primo scrutinio.

Riportiamo qui di seguito il nominativo dei consiglierieletti con a margine: il numero di iscrizione all’albo,il luogo di residenza ed il numero delle preferenzericevute.

geom. TAVECCHIO Angelo (2165)erba voti ricevuti n° 264

geom. MASCETTI Corrado (2239)Como voti ricevuti n° 255

geom. DILDA Ferruccio (1565)erba voti ricevuti n° 253

geom. MELLA Oscar (1565)Trezzone voti ricevuti n° 252

geom. PORTA Raffaella (2025)Arosio voti ricevuti n° 247

geom. GAFFURI Giuseppe (2136)Alzate Brianza voti ricevuti n° 247

geom. LIMONTA Luca (2227)Montorfano voti ricevuti n° 238

geom. FERRARIO Giuseppe (2288)Bregnano voti ricevuti n° 202

geom. ALLOCCA Maria (2292)Cantù voti ricevuti n° 180

Un ringraziamento a tutti gli iscritti che si sono re-cati al seggio ed un augurio ai nuovi o confermaticonsiglieri.

Seduta del Consiglio direttivo del 10 giugno 2010

2084 Biennale PIATTI CRISTIAN Mariano Comense

2085 Biennale TERRAMOCCI SIMONE Erba

Seduta del Consiglio direttivo del 24 giugno 2010

2086 Biennale MORANDI FEDERICO Varese

Seduta del Consiglio direttivo del 15 luglio 2010

2087 Biennale BERNASCONI GIORGIO Cantù2088 Biennale CANNATA MATTEO Como2089 Biennale ZIBELLI PAOLO Musso

Seduta del Consiglio direttivo del 9 settembre 2010

2090 Biennale CICERI GIULIO ANGELO Anzano del Parco

2091 Biennale LANFRANCONI MARIO San Fedele Intelvi

2092 Biennale MOLINARO MIRKO Lipomo2093 Biennale RIGOLA GIORGIO Schignano

CANCELLATI

Seduta del Consiglio direttivo del 10 giugno 2010

212 Quinquennale CANTALUPPI MARCO Montano Lucino

Seduta del Consiglio direttivo del 9 settembre 2010

2041 Biennale MAGNI ANDREA Lurate Caccivio

eLezIONIdeL CONSIGLIO

Votanti n. 313Schede: Valide n. 278,Nulle n. 34, Bianca n. 1

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ReGISTROpRATICANTI

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Geom. RENZO GIANA

è da poco sorto il sole quando un’allegra comitivadi motociclisti si ritrova davanti al collegio dei geo-metri per partecipare al motoraduno organizzato dalgruppo sportivo del collegio di Como (weekend suipassi dolomitici). Questo “numeroso gruppo di motociclisti geometri“parte alle 7 di sabato 5 giugno avendo deciso di da-re grande prova di agonismo scavallando tutti i pas-si del trentino in sella al proprio mezzo a due ruo-te. Un altro gruppo di volonterosi si presta a segui-re con le macchine per fare da base ai baldi moto-ciclisti. Comunque dopo un viaggio tranquillo e rilassato sia-mo arrivati a Moena ridente cittadina del trentinoe ci siamo subito approcciati alle risorse eno-ga-stronomiche locali. dopo di che siamo ripartiti allavolta di Arabba, sede dei nostri alberghi e centro deigiri da fare.prima di arrivare però ci fermiamo al passo pordoi(s.l.m. 2239) dove c’è una funivia che porta al Sasspordoi (2950 s.l.m.) e da cui si può vedere il pano-rama circostante con le cime ancora innevate. L’aria è fresca e pura, il sole è meraviglioso e losguardo spazia quasi senza con-fini tra montagne e cielo.Arrivati in albergo prendiamo pos-sesso delle camere e ci dedi-chiamo a una corroborante visitadel centro benessere dell’albergo,sperimentando sauna, bagno tur-co, doccia di ghiaccio, centro relax,il tutto accompagnato da visioniparadisiache.Quindi cena e meritato riposo a-spettando il giorno successivo.La domenica ci svegliamo riposa-ti e rilassati e partiamo per il primogiro. Arriviamo tra boschi e montagne allago di Misurina ove si narra unavecchia leggenda che racconta lastoria di Misurina, una piccolabambina capricciosa e dispettosache vive tenuta letteralmente nelpalmo della mano del suo gigan-

tesco padre: il re Sorapiss che, per esaudire l’en-nesimo desiderio della piccola ed ottenere per lei lospecchio magico dalla Regina del Monte Cristallo,viene tramutato in montagna. durante gli ultimi at-timi della trasformazione questi vede la piccola pre-cipitare e le sue lacrime sgorgando come fiumi for-mano il lago sotto il quale va a giacere per semprela piccola con lo specchio magico.Il posto è davvero bello sembra proprio uno spec-chio deposto in una conca .poi preseguiamo per Cortina, la perla delle dolomitiche, però essendo domenica si presentava vuotae un po spoglia e francamente tradiva le aspettati-ve.decidiamo quindi di raggiungere il passo Falzare-go (s.l.m. 2109) dove una funivia ci porta fino al La-gazuoi, da li si vedono le cime circostanti e tutta u-na serie di residui delle fortificazioni risalenti alla pri-ma guerra mondiale dove gli eserciti italiano e au-striaco si sono fronteggiati per anni costruendo cam-minamenti e percorsi scavati nella roccia, sostan-zialmente difendendo ognuno il proprio confine inun attesa cristallizzata e quasi surreale.Siamo poi andati al vicino passo Valparola (s.l.m.2192) a visitare il museo della prima guerra mon-

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GeOMeTRI IN MOTOSUI pASSI dOLOMITICI

Week-end sui passi Dolomitici

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I geometri motociclisti affrontano il Passo Pordoi

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diale, posto in un vecchio fortino con cimeli di am-bedue gli eserciti. e’ interessante vedere quanto divita quotidiana è rimasto, quanti ricordi e simili tragli italiani e gli austriaci ci sono, quanto in sintesi ac-comunava due stati che invece si combattevano. Sene esce con forse più forte la sensazione dell’inu-tilità di tutte le guerre.durante il giorno abbiamo affrontato anche altri pas-si (passo S. pellegrino s.l.m. 1918, passo Giaus.l.m. 2236, passo Fedaia s.l.m. 2054) tutti con pa-norami di straordinaria bellezza.Si torna in albergo a fare un’altra puntata al centrobenessere , una squisita cena e tanto sonno.Lunedi mattina si fanno i bagagli e si parte per leultime mete attraverso il passo Gardena (2121s.l.m.), che è forse il più suggestivo si arriva ad Or-tisei, deliziosa cittadina dove possiamo (finalmen-te) sfogarci con negozi e negozietti vari, ricchi diarticoli di artigianato e prelibatezze locali.Il tempo che in questi giorni è stato piacevole, lu-nedì sembra peggiorare ma già in tarda mattinatamigliora, lasciamo Ortisei per dirigerci verso l’ ab-bazia di Novacella.Questa Abbazia sorge nel comune di Varna, nel-le immediate vicinanze di Bressanone, ed è una del-le più prestigiose abbazie del nord Italia e dell’Ar-co Alpino, oltre che un grandioso complesso di e-difici religiosi e civili.Il convento di Novacella è stato fondato nel 1142 dalVescovo di Bressanone ed è degli Agostiniani.L’edificio è stato diverse volte ricostruito e amplia-to fino a tutto il ‘700. L’Abbazia, fin dalla sua fon-dazione, è stata un luogo di ricovero per i pellegri-ni provenienti dal Nord europa e diretti verso Ro-ma e la Terrasanta, dopo la dura prova dell’attra-versamento dei valichi alpini.

A seguito della soppressione de-gli ordini religiosi, voluta dalla ri-voluzione francese l Abbazia diNovacella fu soppressa dal go-verno bavarese nel 1807.Con la riunificazione del Tirolo al-l’Austria l’Abbazia fu ripristinata ereinvestita dei suoi diritti e beni nel1816.da quasi mille anni i Canonici diSant’Agostino si occupano del-l’educazione dei ragazzi. Infattil’Abbazia è tuttora sede di un col-legio con scuola media frequen-tato da studenti provenienti dal-l’esterno.da ormai più di trent’anni la vo-cazione educativa si rivolge an-che alle persone più adulte, infattidal 1970 nell’abbazia esiste unCentro Convegni. è inoltre stato

istituito un centro per la pastorale del turismo e perl’apostolato biblico, oltre ad un centro ecologico.Oggi si visitano la grande chiesa barocca dedicataalla Madonna, ricca di opere d’arte, e gli stupendisaloni della prelaturaIl complesso fortificato, al quale si accede tramiteun piccolo ponte coperto, è costituito da diversi e-difici di diverse epoche e stili differenti (campanilein stile romanico, coro e presbiterio della chiesa echiostro in stile gotico chiesa e biblioteca in formebarocche e rococò) coesistono armoniosamente inuno spazio ben definito. Ancora oggi Novacella mo-stra l’impianto originario del XII secolo.La chiesa di Santa Maria Assunta è stata intera-mente rifatta nel settecento in stile barocco man-tenendo il presbiterio gotico. La chiesa conserva nu-merosi pregevoli dipinti e affreschi. Costituisce untipico esempio del Barocco Alpino e Bavarese.Al centro del cortile principale dell’abbazia si trovail pozzo rinascimentale detto “pozzo delle meravi-glie” perché sovrastato da un’edicola ottagonale suicui lati sono raffigurate le sette meraviglie dell’an-tichità e sull’ottavo lato, orgogliosamente, l’abbaziastessa.Ovviamente non poteva mancare una sosta a-limentare nella foresteria dell’abbazia con as-saggi di salumi e formaggi locali, buona birra edolci ipercalorici. In ultimo ma non per impor-tanza visitiamo lo spaccio dei prodotti dell’ab-bazia ove acquistiamo vini, grappe e quant’al-tro prodotto in proprio.più leggeri, almeno nel portafoglio se non nel cor-po salutiamo questa bella regione e torniamo a ca-sa, dandoci appuntamento per nuove avventure.

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Geometri in relax al lago Misurina

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Il Ministero del Lavoro, nell’apposita sezione (FAQ)del sito, ha pubblicato le risposte ai quesiti sull’ap-plicazione del Testo Unico della Sicurezza (d.Lgs.81/2008) nell’ambito del condominio.

Di seguito i quesiti che hanno avuto risposta dalMinistero

Quesito n° 1-Per il condominio la redazione del Documento di Va-lutazione dei Rischi (DVR) è prevista esclusivamentein presenza di lavoratori dipendenti che non rientranonel campo del contratto collettivo dei proprietari dei fab-bricati? Ove vi siano soltanto lavoratori che rientranonel campo del contratto collettivo dei proprietari dei fab-bricati vigono i soli obblighi di informazione e formazionedi cui agli articoli 36 e 37 (articolo 3, comma 9) e di for-nitura dei dispositivi di protezione individuale o di at-trezzature proprie conformi alle disposizioni del titolo III(articolo 3, comma 9) del D.Lgs. n. 81/2008 ?

RispostaIl condominio è senza alcun dubbio tenuto alla re-dazione del documento di valutazione dei rischi (nelrispetto delle previsioni di cui agli articoli 17, 28 e 29del d.Lgs. n. 81/2008 e s.m.i.) nel caso di presenzadi lavoratori che non rientrano nel campo di applica-zione del contratto collettivo dei proprietari dei fab-bricati. Con riferimento ai lavoratori che rientrano nelcampo di applicazione del contratto collettivo dei pro-prietari dei fabbricati, invece, l’articolo 3, comma 9,del d.Lgs. n. 81/2008 prevede che a tali lavoratori tro-vino applicazione le disposizioni di cui agli articoli 36e 37 (rispettivamente, informazione e formazione deilavoratori) e, eventualmente, ove il datore di lavorofornisca dispositivi di protezione Individuali (dpI) e/oattrezzature di lavoro, le rispettive previsioni di Tito-lo III. Al riguardo, va detto che, come rimarcato nel-la giurisprudenza (Cass. pen., sez. IV, 3 agosto 2005,n. 29229), la attività di valutazione del rischio – as-solutamente prodromica a ogni altra iniziativa an-tinfortunistica – va distinta dalla sua formalizzazionein un documento e andrà, quindi, nel caso di specie,effettuata dal datore di lavoro in relazione agli obbli-ghi informativi e formativi e a quelli – eventuali, in

quanto legati alla necessità di utilizzo di tali strumenti– derivanti dalla fornitura da parte del datore di lavorodi dpI e/o attrezzature di lavoro. Tale ottemperanzapotrà, tuttavia, prescindere dalla necessaria redazionedi un documento, non richiesta dalla normativa vi-gente.

Quesito n° 2-Per l’adempimento dell’obbligo di informazione (ar-ticolo 36 del D.Lgs. n. 81/2008) nei confronti dei sog-getti di cui all’articolo 3, comma 9, è corretta l’ef-fettuazione di una comunicazione scritta al lavora-tore che contenga i requisiti previsti dall’articolo 36ma non quelli previsti per il DVR negli artt. 28 e 29?

RispostaL’obbligo di informazione previsto dall’articolo 36 a ca-rico del condominio nei confronti di lavoratori che rien-trano nel campo del contratto collettivo dei proprieta-ri dei fabbricati si considera adempiuto se effettuato amezzo di una comunicazione contenente i requisiti delpredetto articolo 36. Al riguardo, si rimarca come l’ar-ticolo 36, comma 3, che richiama l’articolo 36, comma1, lettera a) e l’articolo 36, comma 2, lettere a), b) ec), prevede che vengano fornite informazioni sui “rischiper la salute e sicurezza sul lavoro connessi all’attivitàdi impresa in generale”, e che l’articolo 36, comma 4,puntualizzi come il contenuto di tali informazioni deb-ba essere facilmente comprensibile per i lavoratori e,ancora, che ove l’informazione riguardi lavoratori im-migrati, essa debba avvenire previa verifica “della com-prensione della lingua utilizzata nel percorso infor-mativo”. Tanto premesso, si evidenzia che, come piùvolte esposto in giurisprudenza, l’informazione deve es-sere realizzata tenendo conto della specificità di ognisingola posizione lavorativa e con modalità che per-mettano alla norma di perseguire il suo scopo (ad e-sempio, è stata ritenuta inidonea la semplice affissio-ne di informazioni). Quanto alla forma della comuni-cazione, essa non dovrà essere realizzata nel rispet-to delle previsioni di cui agli articoli 28 e 29 del “Testounico” di salute e sicurezza sul lavoro, atteso che ta-li norme attengono alla valutazione dei rischi e non so-no richiamate dall’articolo 3, comma 9, e dall’articolo36 del d.Lgs. n. 81/2008, e s.m.i..

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CHIARIMeNTIdAL MINISTeRO deL LAVORO

La valutazione dei rischi sulla sicurezza nell’Amministrazionedei Condomini

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CONDOMINIO

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