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Sottobanco4 BOLLETTINO DI INFORMAZIONE PER STUDENTI INTELLIGENTI MAGGIO 2009 Lo ammetto, i momenti in cui mi sento scoraggiato ci sono, e non sono pochi. E’ davvero difficile non buttarsi giù quando ti rendi conto di andare completamente controcorrente. Quando ti rendi conto che tutti ti guardano come se fossi un marziano, e non capiscono i tuoi pensieri, le tue idee, disprezzandoti a priori, senza neanche stare a sentire cos’hai da dire. Scoraggia non poco perché io so di avere degli argomenti giusti. Non credo di essere la verità incarnata ovviamente, ma so che la mia persona e il mio cervello sono la mia base di conoscenza, e non lo è un’entità incarnata in cielo, né un’immagine sbiadita sul televisore, né tantomeno un burocrate o religioso situati a Roma. Alcuni argomenti buoni ce li ho, dopo anni passati a leggere, studiare, informarmi e vivere. Mi sono fatto una coscienza e non mi faccio più prendere per il culo da nessuno. Ho imparato a ragionare con la mia testa e a vagliare criticamente ogni cosa. Il mio cervello, i pensieri razionali che esso emana, sono il mio Dio, e mi fido di loro più di chiunque altro. E per questo vengo guardato male, con disprezzo. E faccio fatica a trovare gente come me. Mi guardo in giro e vedo-sento gente che parla per sentito dire, che ripete le Grandi Verità senza domandarsi se siano vere. Non c’è interesse ad approfondire. Non c’è tempo. Né voglia. Stiamo troppo bene per farlo. Per questo la crisi ci farà bene. Ci sveglierà tutti un po’. Forse… Forse riacquisteremo spirito critico e cominceremo a farci delle domande semplici semplici a cui cercare una risposta. Ad esempio potremo forse chiederci come sia possibile che il nostro caro Presidente del Consiglio esca rafforzato dalla vicenda del terremoto dell’Abruzzo. Non è il caso di fare un riassunto dei fatti, quelli sono triti e ritriti, sarete stati anche voi catapultati dai tg nella tragedia, fino alla nausea. Tanto che ora forse leggendo ciò penserete “uff ancora il terremoto? Cheppalle!”. Io un po’ lo penso, ma non perché non mi importi dei terremotati, delle vittime o di chi sia rimasto senza casa. Lo penso per come i telegiornali hanno gestito la vicenda, gettandosi a capofitto su ogni storia drammatica da audience, accorrendo a riprendere le mille e passa visite del nostro amato premier, il quale ha lucrato sulla vicenda per guadagnare popolarità, abbracciando gioiosi bambini e regalando dentiere a vecchiette sdentate. Sempre in prima fila il premier, con il berretto in testa a dirigere in prima persona le operazioni di soccorso coordinato dai valorosi aiutanti- ministri Bossi, Gelmini e compagnia bella. Un eroe praticamente… Qualcuno l’ha proclamato uno splendido esempio vicinanza delle istituzioni al popolo. Balle. Un esempio di come ci si comporta l’ha dato il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: arrivato sui luoghi del disastro ha cercato il contatto con la popolazione per consolarla e mostrare la propria vicinanza. Ma quando ha visto fotografi e cameramen non ha afferrato un poppante sfoderando i 32 denti, bensì ha dato una lezione di stile intimandogli di allontanarsi. “Non sono qui per farmi fotografare e riprendere in televisione. Sono qui per mostrare la vicinanza alla popolazione colpita.” Il colmo della vicenda si è raggiunto con le critiche alla puntata Annozero, diretta da Santoro. Cos’è successo? Che Annozero ha mostrato gravi lacune nel sistema dei soccorsi domandandosi se si potesse fare di più a livello di organizzazione generale. Non ha criticato gli uomini che si sono sacrificati immediatamente, anzi. Ha semplicemente criticato in primis Guido Bertolaso, primo responsabile in quanto direttore del dipartimento della Protezione Civile. Uno che all’epoca dei rifiuti di Napoli si mostrò completamente incapace di gestire la situazione con il risultato che è tuttora indagato con l’accusa di concorso in truffa per lo smaltimento dei rifiuti… Il vignettista Vauro viene accusato di aver insultato i morti e sospeso dalla trasmissione per aver accusato con amarezza i costruttori responsabili dei palazzi sbriciolati come sabbia. A proposito dei palazzi crollati è quantomeno buffo che nessuno abbia messo in risalto le dichiarazioni di Berlusconi a difesa dell’Impregilo, una delle principali aziende edili ad aver costruito nella zona. Ancor più buffo che Berlusconi inviti a non perder tempo ad indagare sulle cause di tali disastrosi crolli, invitando a pensare alla ricostruzione, piuttosto di perder tempo a speculare sulla tragedia…

Sottobanco 4

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maggio 2009

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S o t t o b a n c o 4BOLLETTINO DI INFORMAZIONE PER STUDENTI INTELLIGENTI – MAGGIO 2009

Lo ammetto, i momenti in cui mi sento scoraggiato ci sono, e non sono pochi. E’ davvero difficile non buttarsi giù quando ti rendi conto di andare completamente controcorrente. Quando ti rendi conto che tutti ti guardano come se fossi un marziano, e non capiscono i tuoi pensieri, le tue idee, disprezzandoti a priori, senza neanche stare a sentire cos’hai da dire. Scoraggia non poco perché io so di avere degli argomenti giusti. Non credo di essere la verità incarnata ovviamente, ma so che la mia persona e il mio cervello sono la mia base di conoscenza, e non lo è un’entità incarnata in cielo, né un’immagine sbiadita sul televisore, né tantomeno un burocrate o religioso situati a Roma. Alcuni argomenti buoni ce li ho, dopo anni passati a leggere, studiare, informarmi e vivere. Mi sono fatto una coscienza e non mi faccio più prendere per il culo da nessuno. Ho imparato a ragionare con la mia testa e a vagliare criticamente ogni cosa. Il mio cervello, i pensieri razionali che esso emana, sono il mio Dio, e mi fido di loro più di chiunque altro. E per questo vengo guardato male, con disprezzo. E faccio fatica a trovare gente come me. Mi guardo in giro e vedo-sento gente che parla per sentito dire, che ripete le Grandi Verità senza domandarsi se siano vere. Non c’è interesse ad approfondire. Non c’è tempo. Né voglia. Stiamo troppo bene per farlo. Per questo la crisi ci farà bene. Ci sveglierà tutti un po’. Forse…Forse riacquisteremo spirito critico e cominceremo a farci delle domande semplici semplici a cui cercare una risposta. Ad esempio potremo forse chiederci come sia possibile che il nostro caro Presidente del Consiglio esca rafforzato dalla vicenda del terremoto dell’Abruzzo. Non è il caso di fare un riassunto dei fatti, quelli sono triti e ritriti, sarete stati anche voi catapultati dai tg nella tragedia, fino alla nausea. Tanto che ora forse leggendo ciò penserete “uff ancora il terremoto? Cheppalle!”. Io un po’ lo penso, ma non perché non mi importi dei terremotati, delle vittime o di chi sia rimasto senza casa. Lo penso per come i telegiornali hanno gestito la vicenda, gettandosi a capofitto su ogni storia drammatica da audience, accorrendo a riprendere le mille e passa visite del nostro amato premier, il quale ha lucrato sulla vicenda per guadagnare popolarità, abbracciando gioiosi bambini e regalando dentiere a vecchiette sdentate. Sempre in prima fila il premier, con il berretto in testa a dirigere in prima persona le operazioni di soccorso coordinato dai valorosi aiutanti-ministri Bossi, Gelmini e compagnia bella. Un eroe praticamente… Qualcuno l’ha proclamato uno splendido esempio vicinanza delle istituzioni al popolo. Balle. Un esempio di come ci si comporta l’ha dato il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: arrivato sui luoghi del disastro ha cercato il contatto con la popolazione per consolarla e mostrare la propria vicinanza. Ma quando ha visto fotografi e cameramen non ha afferrato un poppante sfoderando i 32 denti, bensì ha dato una lezione di stile intimandogli di allontanarsi. “Non sono qui per farmi fotografare e riprendere in televisione. Sono qui per mostrare la vicinanza alla popolazione colpita.”Il colmo della vicenda si è raggiunto con le critiche alla puntata Annozero, diretta da Santoro. Cos’è successo? Che Annozero ha mostrato gravi lacune nel sistema dei soccorsi domandandosi se si potesse fare di più a livello di organizzazione generale. Non ha criticato gli uomini che si sono sacrificati immediatamente, anzi. Ha semplicemente criticato in primis Guido Bertolaso, primo responsabile in quanto direttore del dipartimento della Protezione Civile. Uno che all’epoca dei rifiuti di Napoli si mostrò completamente incapace di gestire la situazione con il risultato che è tuttora indagato con l’accusa di concorso in truffa per lo smaltimento dei rifiuti…Il vignettista Vauro viene accusato di aver insultato i morti e sospeso dalla trasmissione per aver accusato con amarezza i costruttori responsabili dei palazzi sbriciolati come sabbia.A proposito dei palazzi crollati è quantomeno buffo che nessuno abbia messo in risalto le dichiarazioni di Berlusconi a difesa dell’Impregilo, una delle principali aziende edili ad aver costruito nella zona. Ancor più buffo che Berlusconi inviti a non perder tempo ad indagare sulle cause di tali disastrosi crolli, invitando a pensare alla ricostruzione, piuttosto di perder tempo a speculare sulla tragedia…

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Massì, che importa? Ormai son cose passate! Pensiamo a ricostruire, non sprechiamo energie preziose a investigare! Così un domani al prossimo terremoto crollerà di nuovo tutto perché nessuno avrà controllato che si ricostruisse con i giusti criteri. Meglio! Così si potrà comparire un altro po’ in tv! E si ricostruirà facendo schizzare il PIL alle stelle! E ci saranno altri affari per l’Impregilo!Perché il premier ha difeso a spada tratta l’Impregilo? E perché non vuole che si investighi sulle cause dei repentini crolli? Forse non voleva che una società edilizia che ha stretti legami con la mafia siciliana (controllare le inchieste di Travaglio e Saviano in merito) venisse indagata? E perché mai? Forse perché non voleva che si sapesse che l’Impregilo è quell’azienda che ha costruito l’ospedale regionale San Salvadore, dichiarato inagibile al 90% nonostante sia praticamente nuovo di zecca? Forse perché non voleva si sapesse che l’Impregilo è quell’azienda che è tra le responsabili del disastro dei rifiuti di Napoli, essendo nel gruppo della FIBE che sin dal 2000 si aggiudicò l’appalto statale per l’intero ciclo di raccolta e smaltimento industriale dei rifiuti della regione Campania? O forse perché diversi suoi membri sono stati indagati per scandali vari e atti di corruzione e concussione? O forse perché non voleva si sapesse che l’Impregilo nei paesi dell’America latina e dell’Africa è stata coinvolta e citata in giudizio rispetto a reati riguardanti l’ambiente e la salute delle popolazioni locali in cui le opere venivano edificate? Ma voi direte, vabbè in fondo che han fatto di male sti poveri guaglioni! E che ne sapeva Berlusconi? Forse un po’ ne dovrebbe sapere visto che questi signori sono quelli che dovrebbero costruire il ponte di Messina e le future centrali nucleari del paese… paura eh?Si alza un vociare indistinto e chiassoso. Eccoli, sono i comunisti! Come dite? Pensate forse che il premier abbia contatti con la mafia? Dite che non avete mai capito da dove venne il fiotto di miliardi che piovve dal nulla nei conti di Berlusconi negli anni ’70? Dite che la stretta comunanza d’azione con Marcello Dell’Utri, condannato per concorso esterno in associazione mafiosa non sia normale? Dite che tenere in casa un mafioso come Mangano per anni sia quantomeno anomalo? Dite che Borsellino stava indagando sui contatti tra Berlusconi e la mafia prima di essere fatto fuori nel 1992? Dite che un ministro berlusconiano qualche anno fa disse che con la mafia bisogna conviverci? Dite che è quantomeno anomalo che la mafia smise di compiere attentati dopo l’ascesa al potere di Berlusconi nel 1994? Dite che è ancor più anomalo che il boss mafioso Provenzano venisse catturato esattamente un giorno dopo le elezioni politiche del 2006 che sancirono la sconfitta elettorale di Berlusconi? Certe che avete una bella faccia tosta a dire tutte queste cose! E magari vorreste anche dire che quindi non possiamo stare sicuri perché se Berlusconi copre la mafia quest’ultima controlla gran parte del mercato edilizio, onde per cui è possibile che per fare maggior profitto una buona parte di edifici italiani siano stati costruiti con il cartone? Ma dai è impossibile che queste cose siano vere! Io naturalmente mi dissocio completamente! Certo però che in tal senso sarebbe davvero un bel paradosso che il cosiddetto “partito della sicurezza” sia in verità quello che permette tacitamente più tragedie, stragi e truffe degli altri. Possibile che basti un controllo poco più che parziale (appena i 5/6 delle televisioni) per nascondere tutte queste cose agli italiani? Ma figurati! Su internet e sui giornali (certi giornali, a dire il vero) queste cose si trovano! Sarà mica che gli italiani si affidano troppo alle televisioni allora? Ah, ma basta mettere questi tarli in testa, basta con tutte queste domande che diamine! Pensiamo a ricostruire! Al resto ci rifletteremo sopra alla prossima tragedia!Ora passiamo ai saluti, perché questo è l’ultimo Sottobanco di quest’anno scolastico. Torneremo a settembre, forse, chi lo sa? Se son rose sbocceranno. Altrimenti è più probabile che uscirà Sottobanco. Come diceva il poeta? “Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior”Comunque noi quest’estate qualcosa la si fa. Se volete saperne qualcosa trovate tutti i contatti all’ultima pagina. Adios amigos, hasta la victòria. Siempre!

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Alessandro Pascale

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Re s i s t e n z a o r a e s e m p r e

Andrea Padovani

Iniziamo con un’affermazione perentoria: il movimento della Resistenza non ha esaurito il suo compito storico!Oggi il suo compito è quello di lavorare per lo sviluppo di sempre più approfondite ricerche storiche, critiche e sistematiche, per mettere in luce tutti gli aspetti, nel bene e nel male, della lotta di liberazione.Il suo compito è oggi quello di tutelare e far tutelare, a livello intellettuale e pratico, i valori importantissimi ribaditi dalla lotta di liberazione; di tutelare e far tutelare la Carta Costituzionale, stilata da uomini liberi con pensieri diversi e nel pieno rispetto di tutti. Di tutelare e far tutelare quei principi fondamentali che sono il rispetto della dignità umana, della libera scelta, della libera capacità di pensare e di agire democraticamente in una società civile.Il suo compito attuale è quello di rimettere insieme, sul piano nazionale e territoriale, tutti i tasselli, quelli di ogni resistenza, da quella storica, a quelle più piccole e quotidiane. Tutto ciò per formare il grande mosaico della lotta dell’umanità per sancire i diritti e i doveri della condizione umana; Perché la Resistenza storica è, nel complesso, un momento di passaggio, anche se probabilmente uno dei più importanti, di quel movimento che è stato è e sarà la lotta di emancipazione dell’umanità dalla barbarie. E’ l’avvio di un percorso che porta alla Civiltà, quella con la “c” maiuscola, già.“La storia ci darà ragione”, diceva un tale un po’ di tempo addietro dopo aver soffocato per un ventennio civiltà e diritti (quelli degli altri, non certo i suoi…) ma la storia ha dato ragione e darà ragione solo alla gioia della libertà, delle possibilità di uguaglianza sociale, della consapevolezza nel dissenso. Rosa Luxemburg scriveva: “La libertà è sempre libertà di dissentire”.Il compito della Resistenza oggi è quello fondamentale di spiegare, soprattutto ai giovani, con il loro linguaggio, quanto bella sia la libertà che è anche responsabilità.La libertà di poter ascoltare o suonare il Rock o il Punk oppure ascoltare o suonare una sinfonia di Mozart.La libertà di avere un piercing oppure di tingersi i capelli o la libertà di non farlo.Di poter leggere un giornale sportivo oppure un libro di storia.Di poter sorridere o di poter piangere.Di poter essere superficiali oppure profondi.Di poter avere un progetto di vita oppure molti altri.La libertà di pensare, di agire con noi stessi o con gli altri, nel pieno rispetto della nostra dignità umana e del diritto e della dignità degli altri, nel rispetto della civiltà.La libertà di potersi indignare civilmente contro ogni tipologia di prepotenza.La libertà di poter esporre le proprie idee, qualsiasi esse siano, senza rischiare di prendere delle bastonate o di ingurgitare litri di sostanze di varia natura, di finire gettati in mezzo ad un oceano o in qualche fossa comune o in qualche campo di sterminio.Il 25 Aprile deve significare lotta al revisionismo storico che rivaluta il fascista Gentile, si vogliono intitolare vie e piazze ai fascisti. Mentre i partiti di centrodestra portano avanti campagne di denigrazione della Resistenza fino al tentativo di legittimare i “ragazzi” della repubblica di Salò mettendo sullo stesso piano i partigiani e il loro patrimonio di lotta per la libertà e la giustizia sociale ed i loro oppressori.

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B e r l u s c o n i f o r e ve rL a p o l i t i c a p a g a

Alessandro Pascale

C’era l’aggressione delle Procure e la situazione della Fininvest con 5 mila miliardi di debiti. Franco Tatò, che all’epoca era l’amministratore delegato del gruppo, non vedeva vie d’uscita: “Cavaliere dobbiamo portare i libri in tribunale”… I fatti poi, per fortuna, ci hanno dato ragione e oggi posso dire che senza la decisione di scendere in campo con un suo partito, Berlusconi non avrebbe salvato la pelle e sarebbe finito come Angelo Rizzoli che, con l’inchiesta della P2, andò in carcere e perse l’azienda. (Marcello Dell’Utri in un’intervista rilasciata ad Antonio Galdo nel 2003)

Non ho ricevuto mai, dico mai, finanziamenti dallo Stato. (Berlusconi, 12 dicembre 1994)

Il signor Berlusconi ha lavorato, ha rischiato, ha pagato le tasse e non ha mai chiesto alcuna lira di contributi allo Stato. (B., 22 maggio 1995)

Iniziamo così questa puntata in cui cercheremo di capire se il nostro amato presidente possa essersi ritrovato inavvertitamente qualche euro in più in tasca grazie alla politica (ovviamente senza rendersene conto, sappiamo quanto è smemorato con i soldi!). Dunque iniziamo con un dato: nel 2003 Berlusconi è al 45° posto degli uomini più ricchi del mondo con un patrimonio di 5,9 miliardi di dollari. Nel 2005 dopo 4 anni di suo governo arriva al 25° posto con 12 miliardi di dollari. Più del doppio in due anni! Mica male…Nel 2004 il suo governo abbassa le aliquote fiscali per i redditi più abbienti. Il paese è in crisi ma lui può risparmiare 750.000 euro l’anno circa…Nel 1994 nel primo governo Berlusconi, Tremonti ministro approva una legge per agevolare le aziende che investono. Per ogni acquisto di nuovi diritti e macchinari lo Stato concede un bonus fiscale del 50%. Mediaset usufruisce dello “sconto” facendo circolare grossi pacchetti di diritti per film vecchi di anni (tutt’altro che un investimento nuovo e produttivo quindi): il risultato è un risparmio fiscale per Mediaset di 243 miliardi di lire. Il fisco si arrabbia e chiede indietro 197 miliardi per anni, fino a quando nel 2002 viene fatto il condono fiscale. Cronaca:Le aziende mie e della mia famiglia non fanno ricorso ad alcun condono (B., 30 dicembre 2002).Intanto Mediaset profitta del condono pagando solo 35 miliardi di lire invece dei 197.Nel 2005 si scopre anche che il condono fiscale viene usato da Berlusconi per cancellare le sue ulteriori pendenze con il fisco. Nessun risparmio di imposta da parte mia, han fatto tutto i miei commercialisti, io non ne sapevo nulla. Giuro su Dio di non aver fatto niente di male (B., 11 gennaio 2006) Con 1850 euro in due rate Berlusconi ha sanato tutti i debiti col fisco, rendendo impossibile ogni verifica tributaria sul suo conto dal 1997 al 2002, compreso il periodo nel quale i giudici gli contestano evasioni fiscali fino a 130 miliardi di lire. Nel 2001 uno dei primi provvedimenti del governo è il cosiddetto “scudo fiscale” che consente di far rientrare capitali guadagnati e/o detenuti all’estero (spesso in maniera illegale), garantendo l’assoluto anonimato a chi compie il “rientro a casa”. Coincidenza vuole che Berlusconi sia imputato in un processo con l’accusa di detenere oltre 1500 miliardi di lire (!) su conti riferibili a 64 società off-shore del “comparto estero” Fininvest. Berlusconi può risolvere la grana versando appena 50 miliardi di lire e facendo rientrare il denaro senza farlo sapere a nessuno. Ovviamente non sappiamo se si sia avvalso di tale possibilità dato che la sua legge impedisce di andare a controllare.Nel 2003 vengono detassate le plusvalenze da partecipazione. La riforma viene utilizzata da Berlusconi quando cede il 16,88% di Mediaset detenuto da Fininvest per 2,2 miliardi di euro nell’aprile 2005. Secondo il giornalista Ettore Livini “la legge ha consentito al premier di risparmiare 340 milioni di tasse”.Nello stesso anno il campionato di serie A è in crisi per debiti cospicui. Viene varato il decreto salva-calcio che fa risparmiare al presidente del Milan ben 242 milioni di euro.Si potrebbe andare avanti e ci sarebbero davvero tante cose ancora da dire, ma lo spazio è tiranno, e quanto scritto forse è già sufficiente per farsi un’idea della questione. O qualcuno ha ancora dubbi?

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B l a c k o u t g e n e r a l e

Stephania

Immaginate per un attimo il buio, il silenzio. E’ tutto spento. Tranne noi esseri viventi.Un black out generale, un ritorno al lume di candela, per qualche ora nessun computer, nessuna televisione, nessuna suoneria, nessun sms, la tecnologia che si ribella all’abuso che ne facciamo quotidianamente. Che fareste?Mi potrete chiamare retrograda, ma ogni tanto sogno qualche istante di pura umanità.Penso a cosa farei se non potendo mandare un sms alla mia amica per darle appuntamento dovessi andare a casa sua, bussare alla sua porta. Penso a quanto sarebbe bello e molto più emozionante se, invece di aprire una conversazione in chat, potessi “perdere” un po’ di tempo in una sana chiacchierata a quattr’occhi con un mio compagno di università.Mi succede di immaginare un “ritorno al passato” quando da piccoli ci si inventava i giochi e allora anche l’invenzione era un momento di vivace creativitàHo 22 anni e sono sinceramente felice di aver fatto parte di quella generazione di giochi semplici e non tecnologici. Quella generazione ingenua e un po’ sempliciotta, che ha avuto il cellulare solo dopo i 16 anni quando si iniziava a uscire un po’ la sera.Ogni volta che vedo i miei amici o abbraccio il mio ragazzo penso a quanto sono fortunata a poterli avere fisicamente vicini.Quanto è freddo lo schermo del computer o il display del cellulare e quanto sono invece calorose una stretta di mano, una parola, un bacio a fior di labbra.Mi sento romantica e démodée, ma sto scrivendo quest’articolo su un foglio di carta con una penna nera e rifletto su quanto sia bello far nascere le parole sulla carta con la mia calligrafia, i miei ghirigori, le mie correzioni. Penso allo splendore della scrittura, pagina dopo pagina, immaginarsi i visi e le voci dei personaggi, la meraviglia degli ambienti.Amo il cinema, ma un libro lascia libera la mente che si concede all’immaginazione più di qualsiasi altro film.Quest’articolo è un invito a pensare ogni tanto a quel black out generale, a stringere di più le mani, a dialogare con gli amici guardandoli negli occhi, a leggere un bel libro prima di guardarne il film.Non dimentichiamoci la preziosità dei rapporti interpersonali, sostituendoli con, seppur utilissimi per altri motivi, oggetti freddi e disumani.

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L a s c a r s a f a n t a s i a n e o - f a s c i s t aMettiamola così: cade il pelo ma non il vizio. Oppure, come sta scritto in questi giorni a Torino sui manifesti elettorali di Arcadia: “Peccato di gioventù”.Cos’è Arcadia, innanzitutto...Arcadia è una lista apertamente fascista che partecipa alle elezioni dei rappresentanti degli studenti dell’università di Torino, portatrice di una nostalgica retorica da ventennio, legata a gruppi come Blocco Studentesco (ricordate piazza Navona qualche tempo fa, quando un gruppo di ragazzotti armati di bastoni tricolori attaccarono alcuni ragazzi di sinistra durante un corteo? Ecco, quello è Blocco Studentesco) e Casa Pound (centro sociale fascista di Roma) e composta da camerati con teste rasate e forte senso dell’“onore”.La lista appena descritta mi può essere d’aiuto per parlare di un vecchio problema italiano, mai del tutto risolto, che prende il triste nome di fascismo. Infatti, nonostante l’Italia sia per Costituzione anti-fascista, gli italiani sembrano aver dimenticato la propria storia e aver comodamente scavalcato le proprie responsabilità per ricadere nella classica passività complice e compiacente che ci ha caratterizzato anche nel periodo in cui le squadracce fasciste imperversavano per le campagne italiane svariati decenni fa.E così, tra qualche ritocco allo stile, qualche “neo” messo davanti alla parola fascista (quella si, sempre la stessa) e qualche tentativo sgraziato di sembrare al passo con i tempi, ecco che il fascismo torna prepotentemente a sfruttare i periodi di crisi, di conflitto sociale e di instabilità politica.Possiamo dire che ci sono due forme diverse di fascismo: una dominante, diffusa, fascista più per le forme che assume che per la sua dichiarata identità, ed un’altra più “underground”, più residuale ed attivista, che pesca invece a piene mani dalle parole d’ordine di Mussolini e compagnia bella. La prima forma, quella “egemonica”, è quella che fa le leggi razziste e repressive nei confronti degli immigrati, quella che fa della polizia e più in generale delle forze dell’ordine un mero strumento repressivo, quella che esorta a manganellare gli studenti, quella che controlla la maggior parte delle emittenti televisive italiane e gran parte dell’informazione, quella che fa del populismo e dell’autoritarismo la sua forza, quella che equipara i repubblichini (chi si schierò dalla parte del Duce dopo il ‘43 combattendo per la Repubblica Sociale di Salò) ai partigiani. Insomma, sto parlando della destra berlusconiana al potere, la quale è complice, anche se non dichiarata e anzi spogliata dall’ideologia e dai riferimenti espliciti a certe radici culturali, di creare vere e proprie dinamiche da regime.Poi però arriva, legittimata e rafforzata dal clima appena descritto, la seconda forma

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L a s c a r s a f a n t a s i a n e o - f a s c i s t a

Matteo Castello

di fascismo: quella dei centri sociali di estrema destra (Cuore Nero a Milano, Asso di Bastoni a Torino, Casa Pound a Roma...), quella dei gruppuscoli di teste rasate che negano l’olocausto, che portano avanti idee esplicitamente razziste e nazionalsocialiste (semplificando, naziste), che fanno leva sui molti diseredati e arrabbiati, che fanno della violenza e dell’intolleranza i loro punti di forza, che parlano di “onore” , di “prestanza fisica” e di altri concetti recuperati dai meandri più neri del nostro passato.Non sapendo se definire questi balordi a braccio teso come delle avanguardie o delle retroguardie, mi limito a denotare il grave pericolo che essi rappresentano per il nostro paese: non solo aggressioni continue a ragazzi “diversi” (vuoi per orientamento sessuale, colore della pelle o credo politico) ma anche una sempre più ostinata apertura alla politica istituzionale (basti pensare a Forza Nuova, alla Destra di Storace...) con la triste novità della lista Arcadia candidata alle elezioni studentesche di Torino.Ciò che deve spingere tutti i cittadini e tutti i giovani a lottare contro questo fenomeno allarmante non è solo la sua incostituzionalità o il ricordo (doveroso) della resistenza, ma soprattutto il fatto che le idee fasciste rappresentano esattamente il contrario dei principi a cui crediamo e su cui si basa la nostra democrazia. Il branco di camerati omologa l’individuo e le sue peculiarità per creare un senso di appartenenza ad un gruppo conforme, omogeneo, compatto e militarizzato. I loro slogan negano la libertà di pensiero e di espressione, negano la democrazia, la fantasia, la non-violenza, la spensieratezza, la giustizia sociale, generando invece spirali d’odio, di intolleranza, di frustrazione, di insensato nazionalismo aggressivo.Noi giovani dobbiamo opporci a questi rigurgiti colpevoli di approfittare del momento per professare una trasformazione in senso autoritario della società. Dobbiamo renderci conto che “le strade sono di chi ama”, che il mondo deve essere un luogo dove le culture possano confrontarsi pacificamente invece che scontrarsi in una assurda guerra

fra poveri, che i problemi non siano da ricercare in nemici fittizi (gli immigrati per esempio), o in rivendicazioni patriottiche del tutto superate e idiote.Apriamoci alla realtà sociale e studiamola, non rifuggiamo in spiegazioni semplicistiche e consolatorie; rendiamoci conto che la storia è stampata sui libri per essere ricordata, non per essere ripetuta ciecamente ricadendo negli stessi errori di una volta.Insomma, cerchiamo di fare uso di tutta l’intelligenza a nostra disposizione, di tutto il nostro buon senso e del nostro spirito critico.L’antifascismo non è un’imposizione ideologica, ma la semplice e naturale affermazione della libertà, della fratellanza e dell’accettazione reciproca che devono guidarci verso un futuro migliore.

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Alessandro Pascale

Avete mai pensato al fatto che forse in giro c’è troppa musica di merda? No? Vabbè smettete di leggere qua. Gli altri vadano avanti a leggere. Inizio presentandomi: Alessandro Pascale, critico musicale. Ovviamente è una buffonata. Nessuno può dirsi dal nulla critico musicale elevandosi al di sopra della massa. Chiunque ascolti una canzone e la giudichi in qualsivoglia maniera è un critico musicale. Così come chiunque scriva di qualsiasi cosa è uno scrittore. Le differenze sono sempre solo qualitative: c’è chi scrive bene e chi male. E pure lì va a gusti, ok, però un minimo di senso critico permette di capire che uno come Dante è un pelo più importante del mio vicino di casa che scribacchia poesie il sabato sera da sbronzo. Il discorso vale più o meno anche per la musica, che ha un vantaggio molto più considerevole della letteratura: è popolare. Chiunque ascolta musica e lo fa in ogni momento della giornata. Un libro invece, se lo filano ben pochi e diventando un obbligo imposto (grazie Scuola!) si perde tutto il piacere del leggere per puro gusto. Il carattere popolare della musica ha mandato in pensione classica e jazz, troppo colti e “artistici” per una massa sempre più colpita dalla musica “leggera”. E allora venne il rock, poi il pop, il funk, il punk, il metal, l’hip-hop e così via fino all’elettronica, tra house, techno, minimal e via dicendo. Negli ultimi 50 anni c’è stata un’evoluzione musicale incredibile, se considerate che prima per secoli il maggior progresso era stato passare dall’ugola dei canti religiosi al pianoforte di Mozart. Ma allora perché le classifiche di oggi mi fanno così cagare? Perché non riesco ad ascoltare le radio? Perché girano sempre le solite canzoni, a volte anche carine, ma alla lunga insopportabilmente tormentoni da diventare noiose dopo pochi giorni? Possibile che sia davvero tutto qui il progresso musicale? Una manciata di brani che spaziano tra gli attempati U2, il pomposo Tiziano Ferro e i balletti coreografici della Spears? Non c’è davvero altro in circolazione? Possibile che Povia riesca ad arrivare alle finali di Sanremo, festival che dovrebbe rappresentare il meglio della musica leggera italiana? Non ci sono artisti e cantautori migliori in circolazione? E non citatemi Ligabue o Vasco Rossi che hanno fatto il loro tempo rispettivamente da venti e dieci anni. In realtà di cose interessanti ce ne sono in giro, eccome, ma non vengono promosse e sponsorizzate. E non parlo del gruppetto del vostro vicino di casa a cui non pubblicano il disco ma di tutta quella realtà più o meno underground che non viene direttamente promossa dall’industria musicale. Intendiamoci: non intendo dire che commerciale=merda e alternative-underground=fico. Anzi. Ci sono un sacco di cose meritevoli in classifica e un sacco di robaccia squallida nell’underground. Così come nessun genere è in sé bello o brutto. Va a gusti. Però ogni genere al suo interno produce cose buone o cattive. Il problema vero allora qual è? Che la musica promossa da radio e industria non viene scelta con criteri qualitativi, né tantomeno popolari. Viene spesso e volentieri costruita a tavolino per diventare un fenomeno di massa. Quand’ero piccolo c’erano i casi dei Backstreet Boys e delle Spice Girls. Oggi ce ne sono altri. E domani altri ancora. Il problema è che si tratta di musica di plastica, creata ad arte per un consumo stile “usa & getta” giornaliero. A volte va di culo e la qualità si lega al successo (Nirvana, Prodigy, ecc.). Purtroppo però sono eccezioni. Queste cose le hanno pensate alla Scuola di Francoforte più di cinquant’anni fa pensatori come Adorno e Horkheimer. E restano tuttora valide. Però a differenza di ieri noi abbiamo un’arma per ribellarci all’uniformazione estetica e popolare: internet. Peer to peer, siti specializzati di “critica musicale”, wikipedia, myspace, youtube, ecc. Chiunque può informarsi se lo vuole, di modo da crearsi il suo mondo musicale, senza dover sottostare alle decisioni prese da un burocrate della Sony o di Mtv, gente che ragiona non con la sensibilità musicale ma con il portafogli. Oggi più che mai internet permette quello che amo chiamare “comunismo culturale”, che consente a chiunque di accedere a cultura, arte, musica, film, libri, e quant’altro. L’unico problema è prendersi lo sbatti di fare un clic col mouse. La ricompensa sarà un mondo intero che vi chiederete da dove sia spuntato fuori.Siti consigliati di “critica musicale”:www.ondarock.it www.storiadellamusica.it www.indierock.itwww.scaruffi.it www.allmusic.com www.pitchfork.com

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C a n z o n e d e l m a g g i o

Fabrizio De André

E se nei vostri quartieri tutto è rimasto come ieri, senza le barricate senza feriti, senza granate, se avete preso per buone le “verità” della televisione anche se allora vi siete assolti siete lo stesso coinvolti.

E se credente ora che tutto sia come prima perché avete votato ancora la sicurezza, la disciplina, convinti di allontanare la paura di cambiare verremo ancora alle vostre porte e grideremo ancora più forte per quanto voi vi crediate assolti siete per sempre coinvolti, per quanto voi vi crediate assolti siete per sempre coinvolti.

Anche se il nostro maggio ha fatto a meno del vostro coraggio se la paura di guardare vi ha fatto chinare il mento se il fuoco ha risparmiato le vostre Millecento anche se voi vi credete assolti siete lo stesso coinvolti.

E se vi siete detti non sta succedendo niente, le fabbriche riapriranno, arresteranno qualche studente convinti che fosse un gioco a cui avremmo giocato poco provate pure a credevi assolti siete lo stesso coinvolti.

Anche se avete chiuso le vostre porte sul nostro muso la notte che le pantere ci mordevano il sedere lasciamoci in buonafede massacrare sui marciapiedi anche se ora ve ne fregate, voi quella notte voi c’eravate.

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L a q u a l i t à d e l l a v i t a n o n d i p e n d e d a l P I L

Estratto dall’opera La decrescita felice di Maurizio Pallante

Lo yogurt prodotto industrialmente e acquistato attraverso i circuiti commerciali, per arrivare sulla tavola dei consumatori percorre da 1200 a 1500 chilometri, costa 5 euro al litro, viene confezionato al 95% in vasetti di plastica quasi tutti monouso, raggruppati in imballaggi di cartoncino, subisce trattamenti di conservazione che spesso non lasciano sopravvivere i batteri da cui è stato formato.lo yogurt autoprodotto facendo fermentare il latte con opportune colonie batteriche non deve essere trasportato, non richiede confezioni e imballaggi, costa il prezzo del latte, non ha conservanti ed è ricchissimo di batteri.Lo yogurt autoprodotto è pertanto di qualità superiore rispetto a quello prodotto industrialmente, costa di meno, contribuisce a ridurre le emissioni di co2 perché non comporta consumi di fonti fossili per il trasporto e per la produzione dei contenitori usa e getta, non produce rifiuti.Tuttavia questa scelta, che migliora la qualità della vita di chi la compie e non genera impatti ambientali, comporta un decremento del prodotto interno lordo: sia perché lo yogurt autoprodotto non passa attraverso la mediazione del denaro, quindi fa diminuire la domanda di merci; sia perché non richiede consumi di carburante; quindi fa diminuire la domanda di merci, sia perché non richiede confezioni e imballaggi, quindi fa diminuire la domanda di merci; sia perché fa diminuire i costi di smaltimento dei rifiuti.Ciò disturba i ministri delle finanze perché riduce il gettito dell’IVA e delle accise sui carburanti; i ministri dell’ambiente perché di conseguenza si riducono gli stanziamenti dei loro bilanci e non possono più sovvenzionare le fonti energetiche alternative nell’ottica dello sviluppo sostenibile. E così via...Il movimento per la decrescita felice si propone di promuovere la più ampia sostituzione possibile delle merci prodotte industrialmente ed acquistate nei circuiti commerciali con l’autoproduzione di beni. In questa scelta, che comporta una diminuzione del prodotto interno lordo, individua la possibilità di straordinari miglioramenti della vita individuale e collettiva, delle condizioni ambientali e delle relazioni tra i popoli, gli stati e le culture.La sua prospettiva è opposta a quella del cosiddetto sviluppo sostenibile, che continua a ritenere positivo il meccanismo della crescita economica come fattore di benessere, limitandosi a proporre di correggerlo con l’introduzione di tecnologie meno inquinanti e auspicando una sua estensione, con queste correzioni, ai popoli che non a caso vengono definiti sottosviluppati.

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L a q u a l i t à d e l l a v i t a n o n d i p e n d e d a l P I L Noi possediamo circa il 50% delle ricchezze del globo, ma siamo solo il 6,3% della popolazione mondiale. In tale situazione, non possiamo che essere oggetto di invidie e risentimenti. Il nostro vero compito nell’immediato futuro consiste nell’individuare uno schema di rapporti che ci consentano di mantenere tale condizione di disparità. Per farlo, dovremo rinunciare a tutti i sentimentalismi e ai sogni ad occhi aperti; la nostra attenzione dovrà concentrarsi, sempre e a qualunque costo, sul nostro obiettivo nazionale. Dovremo smetterla di parlare di obiettivi vaghi e irreali come i diritti umani, l’innalzamento del livello di vita e la democratizzazione. Non è lontano il giorno in cui dovremo agire in termini di potere diretto. Meno saremo intralciati da slogan idealistici, meglio sarà.(George Kennan, capo dell’ufficio programmazione del Dipartimento di Stato degli USA, in un rapporto del 1948)

Sappiamo che la fame è mortale, e se lo sappiamo, ha senso perdere tempo a discutere se l’anima sia immortale?(Camillo Torres, sacerdote colombiano e guerrigliero aderente alla Teologia della Liberazione)

Non può essere libero un popolo che ne opprime un altro.Karl Marx

I comunisti avranno anche commesso grandi crimini ma, almeno, non sono stati paralizzati dall’indifferenza all’ingiustizia. Preferisco avere sangue sulle mie mani piuttosto che, come Ponzio Pilato, dell’acquaG.Greene

Dire la verità, arrivare insieme alla verità, è compiere azione comunista e rivoluzionariaA.Gramsci

Un ebreo chiede al rabbino: “Rabbino, tu sei un uomo saggio, dimmi: ci sarà la guerra o no?”“La guerra non ci sarà” risponde il rabbino, “ma vi sarà una tale lotta per la pace che non rimarrà pietra su pietra.”V.Bukovskij

Ratzinger ha invitato i giovani alla castità, se funziona con loro poi proverà con i preti.Daniele Luttazzi

Berlusconi ha una mente fertile. E sappiamo cosa rende fertili le cose.Berlusconi... è un Re mida al contrario: tutto quello che tocca diventa merda. Silvio, per favore, non toccare più nulla! Tocca la Gelmini!Daniele Luttazzi

In Italia non c’è più opinione pubblica. Non parlo dell’opposizione, ma di qualcosa o qualcuno trasversale ai partiti, che comunque si riconosca in comuni valori democratici. E che, come succede in altri paesi, dovrebbe “punire” – mettiamoci le virgolette, per carità – un capo del governo che non ha senso dello Stato, che non va alle celebrazioni del 25 aprile, che aggredisce la magistratura, che ha come braccio destro un condannato per corruzione e come braccio sinistro un condannato per concorso in associazione mafiosa. E invece passano concetti come “agli italiani non interessa il conflitto di interessi, visto che hanno fatto vincere Berlusconi”. Sì, ma interessa alla democrazia... La maggioranza delle persone, e non solo a destra, ormai considera normale che un uomo abbia il monopolio della tv, faccia politica e sia anche capo del governo. La sua vittoria è questa: ormai la bassa qualità della democrazia italiana è considerata un fatto normale, marginale Nanni Moretti

Ormai in Italia siamo alla legislazione automatica: ogni reato di cui è accusato Berlusconi viene automaticamente cancellato da una legge apposita. Speriamo che prima o poi Berlusconi si faccia una canna, così uniamo l’utile al dilettevole.Daniele Luttazzi

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CICL.IN.PROP.VIA MOCHET,7 PRC

Vinello Letterario ad Aosta, 30 maggio, ore 15.30, al parco dello ScientificoChe cos’è? Beh come dice l’espressione è una cosa etilica. Cioè si beve. Vino eh, e senza esagerare possibil-mente. Anche perché lo si fa di pomeriggio, precisamente sabato 30 maggio alle 15.30 del parco davanti al Liceo Scientifico di Aosta. Una cosa per pigliare un po’ di sole insomma, e già che ci siamo si beve, sfumac-chia (tabacco eh!), discute e leggiucchia ogni tanto qualche cosa che tanto ci piace, tipo manga giapponesi, barzellette su Berlusconi e poesie più o meno divertenti. Si segue l’ispirazione, oltre che ovviamente i libri che la gente che partecipa porta. Insomma noi di Sottobanco si va e si offre il vino a chi partecipa. Chi è interessato a conoscerci e a ubriacarsi gratis di vino e parole venga a trovarci. Ci riconoscerà facilmente in quanto stesi su una bandiera rossa di Ernesto “Che” Guevara.

Da La Stampa (sezione Valle d’Aosta) del 1° maggio 2009:“In 2500 sono disoccupati, a cui si aggiun-gono i lavoratori in cassa integrazione che nel primo trimestre 2009 sono stati 1628, di cui 856 in cassa integrazione ordinaria e 772 in straordinaria. Erano 549 nel pri-mo trimestre 2008, di cui 349 in ordinaria e 200 in straordinaria”Sempre da La Stampa dello stesso gior-no:“Piovono milioni di euro sul bilancio re-gionale. La chiusura dell’esercizio finan-ziario 2008 ha evidenziato un avanzo di amministrazione di 402,5 milioni di euro.” (!!!)Mentre i disoccupati e i precari aumen-tano la Regione non riesce nemmeno a spendere tutti i soldi che gli piovono addosso grazie allo status conferito dall’autonomia. Forse non c’è inte-resse ad aiutare fino in fondo i lavoratori… Anche per cambiare questo stato di cose il 7 giugno vai a votare per la lista anticapitalista e comunista di Rifondazione-Comunisti Italiani. Il nostro candidato è Alessandro Bortot, non un burocrate né un politicante (tant’è vero che non ha neanche la tessera di partito). Solo uno che da anni si dà da fare per applicare concretamente parole d’ordine come socialismo, decrescita, solidarietà, ecc., fondando cooperative e sostenendo il commercio equo e solidale.

E’ pronto il nuovo sito (con forum) in cui raggiungerci (curato da noi!) completamente restaurato e innovato. Dateci un occhio:

www.rifondazionesevda.org

Per questo e qualunque altro motivo ci puoi contattare su internet a queste mail:Alessandro Pascale – [email protected], Matteo Castello – [email protected], Matteo Amatori – [email protected], Giovani Comunisti Valle d’Aosta – [email protected],

Ci trovi anche su Facebook: richiedi l’amicizia di RifondazioneComunista Vda, ed entra a far parte del gruppo Sinistra Valdostana.Giornale della Sinistra Valdostana: www.asinistraonline.info