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SPECIALE CENTENARIO DELLA RIVOLUZIONE RUSSA

SPECIALE CENTENARIO DELLA RIVOLUZIONE RUSSA · LO STUDENTE TROTSKISTA - N.2 – SPECIALE CENTENARIO DELLA RIVOLUZIONE RUSSA PAG.2 INDICE: ... l'8 novembre 1917, venne istituito il

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SPECIALE CENTENARIO DELLA RIVOLUZIONE RUSSA

LO STUDENTE TROTSKISTA - N.2 – SPECIALE CENTENARIO DELLA RIVOLUZIONE RUSSA PAG.2

INDICE:

La rivoluzione bolscevica nel campo dell'istruzione. Dallascuola unica del 1918 alla controrivoluzione stalinista –CASALOTTI / PAG.3

DOCUMENTO: Discorso al Primo Congresso Panrusso perl'istruzione - LENIN / PAG.9

DOCUMENTO: Decreto del consiglio dei commissari del popolo del16 ottobre 1918 - Lunacharsky / PAG.11

DOCUMENTO: Estratto di Progetto di Programma del PartitoComunista RUSSO del marzo 1919 / PAG.15

INVITO ALLA LETTURA: Introduzione di Marxismo Rivoluzionario N'13 - Grisolia / PAG.16

INVITO ALLA LETTURA: Prefazione del libro "Cento Anni" di marcoFerrando - Terra / PAG.17

LO STUDENTE TROTSKISTA - N.2 – SPECIALE CENTENARIO DELLA RIVOLUZIONE RUSSA PAG.3

LA RIVOLUZIONE BOLSCEVICA NEL CAMPO DELL'ISTRUZIONEDALLA SCUOLA UNICA DEL 1918 ALLA CONTRORIVOLUZIONE STALINISTA

All'indomani della conquista del potere politico daparte dei bolscevichi e della classe lavoratrice russanell'ottobre 1917, iniziava il gran lavoro dei comunistiper la trasformazione della società, per la costruzionedi una società nuova, liberata dal capitalismo e daogni tipo di sfruttamento, senza classi né frontiere, perla costruzione di una società socialista e comunista. Un campo fondamentale, tra i tanti, a cui dedicareimportanza era quello educativo. Non solol'insegnamento formale e scolastico, ma anche laformazione sociale, morale, politica. La scuola restachiaramente uno strumento della classe dominante. Efin quando lo stato esisterà, la scuola non potràessere che scuola di classe."Nel campo dell'istruzione pubblica accade lo stessofenomeno: quanto più evoluto è uno Stato borghese,tanto più sottilmente esso mente affermando che la

scuola può restare estranea alla politica e servire lasocietà nel suo complesso. In realtà, la scuola è statatrasformata per intero in uno strumento di dominiodella classe borghese, è stata permeata dello spiritoborghese di casta, si è vista assegnare il compito difornire ai capitalisti docili servi e operai capaci ... Noidiciamo che nel settore della scuola la nostra causa èla stessa lotta per rovesciare la borghesia edichiariamo apertamente che la scuola estranea allavita e alla politica è una menzogna e un'ipocrisia"(Lenin, Dal discorso al 1° Congresso panrussodell'istruzione, 29 agosto 1918).C'era da fare i conti con un territorio di circa 200milioni di persone divise in oltre 100 nazionalità,diverse per lingua (circa 65), tradizioni, storia, originee cultura. Si stima che l'alfabetismo non superasse il30% della popolazione (secondo il censimento del

1920, quindi a intervento sovietico giàiniziato, solo il 51% della popolazioneera in grado di leggere e scrivere; laRepubblica con il più alto livello dialfabetismo era l'Ucraina col 57,5%,quella con il livello più basso ilTadzikistan col 3,7%).C'era da spazzare via e superarel'antico sistema d'istruzione zarista,arretratissimo e chiaramenteiperclassista, oltre ad essereoppressivo verso i popoli non russidell'impero. La scuola statale era ultraselettiva e diffondeva un oscurantismomedioevale, esistevano alcuneistituzioni private, clandestine otollerate, nelle quali si ritrovavanocaratteri più moderni, rispecchiando lescuole occidentali. Nel 1907 era statointrodotto l'obbligo scolastico, marestava solo sulla carta. Prima del 1917nemmeno il 40% dei bambini eranoscolarizzati. Una lotta permanente, tra isettori centrali dominanti cherispondevano al clero e al sistemafeudale e i settori “illuminati” dellaborghesia presenti nella duma, facevascaturire alcuni elementi dimodernizzazione per il contenuto dellascuola.La situazione di arretratezza e crisi delsistema educativo ebbe un ulterioreapprofondimento con l'inizio della PrimaGuerra Mondiale, unendosi al contestodi miseria generale. E di certo la guerracivile dopo il 1917 non aiutò a superarequesti problemi.C'era da rimpiazzare tutto questo conun sistema scolastico e d'istruzione

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socialista. Non si partiva certamente da zero. Marx,Engels ed altri autori marxisti avevano lasciato diversiscritti ed analisi anche su questo tema, direttamente oindirettamente, pur non lasciando, come normale chesia, un vero e proprio prontuario. Alcune basi peròerano solide, a partire dall'istruzione politecnica equindi dell'unione dell'istruzione con il lavoro materialeproduttivo (su questo tema rimandiamo per unapprofondimento al prossimo numero de Lo StudenteTrotskista). Lo stesso Manifesto del Partito Comunistadel 1848 recitava: “Istruzione pubblica e gratuita ditutti i fanciulli. Eliminazione del lavoro dei fanciullinelle fabbriche nella sua forma attuale. Combinazionedell'istruzione con la produzione materiale“.Dal canto suo l'esperienza della Comune di Parigi, purcon la sua breve esistenza, aveva decretato laseparazione della scuola dalla Chiesa (nessunaistruzione religiosa e nessun oggetto di culto negliedifici scolastici); l'istruzione obbligatoria, gratuita(anche per quanto riguarda libri e strumenti) eimpostata su basi scientifiche; reso l'Università liberaa chiunque. Un “insegnamento che garantisca aciascuno la vera base dell'eguaglianza sociale, ossial'istruzione integrale alla quale ogni cittadino hadiritto”. La Comune inoltre raddoppierà gli stipendi deimaestri, e le retribuzioni delle maestre furono a questiparificate.

LA RIVOLUZIONEC'è da dire che la rivoluzione comunista russa nonebbe però il supporto da parte degli insegnanti, per lomeno della sua maggioranza, e appena dopo larivoluzione la vecchia burocrazia scolastica pratica ilsabotaggio. Ad ogni modo il giorno dopo l'atto dellapresa del potere, l'8 novembre 1917, venne istituito ilNarcompros (commissariato del popolo perl'istruzione), con a capo il cervellotico e contortoAnatolij Lunacharsky. Nello stesso mese, con uno deisuoi primi atti, il governo sovietico definì iprovvedimenti fondamentali nel campo dell'istruzioneda prendere con urgenza immediata. Questi ultimiformeranno la base del più organico e fondamentale“Regolamento della Scuola Unica del Lavoro” del 16ottobre 1918 e dei “Principi Generali della ScuolaUnica”. Nel 1918, nel 1921 e 1922 arriveranno idecreti sulla scuola universitaria.Una vera rivoluzione scolastica unita ad unostanziamento di grandi somme di investimenti. Nelprimo anno della rivoluzione il bilancio della pubblicaistruzione contò un aumento di più del 200%, rispettoa quello del governo Kerensky del 1917. Nel 1919 siebbe la decuplicazione della cifra, rispetto allo stesso.Viene introdotta quindi la Trudovaja Skola, la “scuolaunica del lavoro”. Un solo tipo di scuola, un'egualeistruzione per tutti, “la più alta possibile per ognicittadino”. Tutti gli altri vecchi tipi di scuola vengonoaboliti, non ci sono più scuole privilegiate. Ilfondamento di tutta la vita scolastica è il lavoroproduttivo, dove si vuole unificare l'insegnamento

della varietà delle discipline con il lavoro, attraversoun insegnamento a carattere di formazione generale edi formazione tecnica, distinguendosi così sia da unascuola prettamente intellettuale sia da una scuolaprettamente professionale. Si vuole insegnare aibambini non soltanto a lavorare, ma anche ad esserecoscienti di ogni connessione logica di questo lavoro,collegandolo nel modo più stretto all'acquisizione deiconcetti e delle competenze.Per la Krupskajal'insegnamento finora impartito agli operai avevaavuto per scopo quello di “preparare l'operaio adun'azione meccanica; a ruotare, o ad affilare, o apiallare, o ad essere fabbro ferraio ecc.” Ora invece sitrattava di metterlo in grado “di comprenderel'industria in cui lavora” e la sua “importanza nelmercato mondiale”. “La scienza deve illuminare lapeculiare natura dell'industria in questione; si deve farconoscere la storia delle ramificazioni della stessa, equesto si deve fare in rapporto allo studio della storiadel lavoro e della civiltà; la stessa industria deveesser illustrata dal punto di vista dei problemieconomici e politici”. Per Sulgin, importante pedagogo sovietico, “il ruolodel lavoratore dell'Unione Sovietica non assomiglia anessuno dei ruoli degli altri lavoratori del mondo. Nonsi tratta soltanto di effettuare una rotazione tra lemacchine complicate della produzione: egli non èl'esecutore servile di una volontà estranea. E' invece ilcreatore e l'architetto del mondo nuovo. Per farquesto occorre che conosca i principi fondamentalidella produzione per poter dispiegare appieno la suainiziativa, la sua potenza creatrice, per migliorare laproduzione e perfezionarla. Un artigiano strettamentelimitato al suo mestiere, uno specialista, sono pocoutili all'Unione Sovietica. Per questo la scuolapolitecnica aiuta a formare l'operaio in quantocreatore, in quanto organizzatore della produzione, inquanto inventore.“Nella nuova scuola sovietica si svolge così un unlavoro di officina e un lavoro agricolo. Ogni scuoladeve avere a disposizione un terreno di circa un ettaronei villaggi e di 500 metri quadrati nelle città. Il lavoroagricolo doveva esser compiuto nell'estate, quellod'officina d'inverno. Inoltre viene eliminata ogni tipo didisciplina superflua, tra le quali il greco, il latino, lareligione.La scuola è obbligatoria fino ai 17 anni ed è gratuita.Gratuita non solo riguardo la frequenza ma ancheoffrendo la gratuità di un ristoro scolastico, dei libri,della cancelleria, di vestiti e di scarpe. A questo siintroduce anche la vigilanza medica. La nuova scuola è laica: l'insegnamento religioso diqualsivoglia confessione, cosi come le pratichereligiose, sono proibiti nei locali scolastici. Viene definito un piano per la preparazione di ungrande numero di nuovi insegnanti. La vecchiaclassificazione dei maestri sulla base di categorie èabolita: non più distinzioni tra maestri e professori. Inuovi insegnanti ebbero la qualifica di “operai della

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scuola” e percepivano tutti lo stesso salario mensile,escludendo ogni particolare indennità, anche perquelli che esercitavano funzioni direttive.Scompare la vecchia concezione di classi scolastiche.La scuola unica del lavoro era distinta in due gradi: ilprimo, costituito dalla scuola quinquennale,comprendeva cinque gruppi, ed accoglieva gli alunnidagli 8 ai 15 anni d'età; il secondo, la scuolaquadriennale, distinta in quattro gruppi, per gli studentidai 13 ai 17. La divisione in gruppi è organizzatasecondo i gradi di formazione nei vari settoridell'insegnamento. Inoltre è abolita l'educazioneomogenea (distinta per sessi) ed introdotta lacoeducazione, ora i bambini e le bambine seguonocorsi assieme.Ogni tipo di esame (esami d'ammissione, esami per ilpassaggi o da una classe all'altra, esami di licenza)sono aboliti, al pari ogni sorta di compiti domestici.Nella nuova scuola non è tollerata alcuna punizione.E' il Soviet scolastico, organo responsabiledell'autogestione della scuola, che decide suiprogressi degli studenti, sull'accesso ai diversi gruppie sulla licenza dalla scuola. Il Soviet scolastico è composto da tutti i lavoratoridella scuola, da dei rappresentanti della popolazioneattiva del distretto scolastico, da degli studenti (apartire dai 13 anni) e da un rappresentante dellasezione per la formazione del popolo. Tra le altre coseil Soviet scolastico ha poteri di controllo e decisionesu programmi di insegnamento (in conformità alledirettive centrali), gestione amministrativa dell'attivitàscolastica, controllo e approvazione dei regolamentiscolastici. Si riconosce a tutti i membri della comunitàuna completa libertà di riunione (insegnanti, giovani,ecc..).La giornata scolastica inizia dalle 8 di mattina etermina alle 17, questo per tutto l'anno. Una parte diquesta giornata scolastica (un terzo o la metà) èdestinata all'insegnamento vero e proprio, l'altra partealle libere occupazioni degli alunni. Sette giorni susette, pur con due giorni alla settimana con un lavoroscolastico più riposante. Tre mesi complessivi di ferie(ripartiti in tre periodi continui).Gli stessi principi che hanno animato la riformarivoluzionaria nel mondo della scuola si trovano nellatrasformazione dell'Università, che col decreto del 6agosto 1918 diventa gratuita ed aperta a tutti i cittadinidi età superiore ai sedici anni, quale fosse il lorogrado di cultura.Ci fu subito un'altissima adesione degli operai adultialle università che ben presto, nel 1920, costrinse ilNarkompros a fare i conti con la realtà, e quindiall'istituzione delle “facoltà operaie” (rabfak): scuolepre-universitarie per adulti, a fianco di ogni università,per dare un'istruzione preliminare generale di tre annia coloro che non la possedevano. Sempre nel 1920furono eliminate le facoltà storico-filologiche e lefacoltà giuridiche, non più compatibili conl'ordinamento socialista. Le cattedre di filosofia furono

sostituite da quelle di ideologia marxista, e le cattedredi storia furono fatte confluire, insieme a quelle dieconomia politica, nella sociologia. Nel 1922 siricostruirono le facoltà giuridiche, ma trasformandolein facoltà di diritto sovietico.Il numero delle scuole elementari salì da 38.387 nel1917 a 62.238 nel 1919; l'insegnamento prescolasticoche nel 1910, sotto lo zarismo, accoglieva 200.0000bambini, nel 1921 ne accoglieva il triplo.Fuori dai tradizionali ambienti scolastici fioriva,sempre grazie all'opera di governo, un'ampia rete inservizio alla cultura e alla cultura politica per gli adultie per tutti i cittadini: scuole professionali per adulti conprogramma elementare o con programmi generali, poicorsi, associazioni culturali, biblioteche, sale di lettura,musei, teatri, cinema. Una grandissima opera il cuiobiettivo primo era la liquidazione dell'analfabetismocosì esteso e pesante per la neo società sovietica. Daricordare anche il sorgere di scuole ed università permilitanti comunisti.Subito dopo la rivoluzione, su sollecitazione di Lenin,venne fondato il Komsomol (Unione della GioventùComunista Russa), un'organizzazione giovanilecomunista che, fuori dalla scuola, collaborava con ilpartito bolscevico per l'educazione dei giovanisecondo i principi marxisti, e per coinvolgerli nellacostruzione della nuova società. Nel 1920 si

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conteranno già mezzo milione di aderenti.Nel 1919 venne fondata l'Internazionale dei lavoratoridell'insegnamento, altro tassello che mostra come ilbolscevismo russo ed internazionale desseimportanza a questo tema.Pur a fronte di grande arretratezza economica ed altrigrandi ostacoli (assenza di scuole, istituti, laboratori,personale qualificato, grado di analfabetizzazione,povertà generale..) solo un governo dei lavoratori èstato capace, ed è l'unico capace, di mettere in primopiano, di affrontare in maniera così decisiva,sistematica e radicale le questioni culturali,dell'istruzione e dell'educazione.

LA SCUOLA REALE DEL 1918Al di là dei decreti, nel campo reale, regnano forzecontrastanti che determinano anche un forte dibattitoche arrivava nelle prime file del partito bolscevico. Ilcampo dell'istruzione, nel periodo immediatamentesuccessivo alla presa del potere, vive una stagione dieuforia rivoluzionaria. Come era accaduto parimentinei diversi ambiti della società (tra gli altri il piùsignificativo quello delle relazioni amorose e sessualitra proletari) si conoscono esperienze ecomportamenti liberatori e libertari, a volte viciniall'anarchismo e all'utopia. Autogestioni edesperimenti pedagogici avanzati, con una moltitudinedi protagonisti e linee di pensiero, cavalcano il primoperiodo post-rivoluzionario e con essi nuovipedagoghi e teorici che volevano farla finita e tagliaretotalmente i ponti con la vecchia concezione di scuola.Lo stesso governo, propone in modo rocambolesco,vari progetti e vari piani (Dewey, Dalton..).Diversi pedagoghi idealisti e anarcoliberalisti, chespesso si dichiaravano socialisti, difendevano una“educazione libera”, una “educazione naturale” per ilbambino. Quando una natura ideale e immutabile delbambino non esiste, quando è impossibiledeterminare completamente il carattere e lo sviluppodel fanciullo ignorando i fattori ereditari e ambientali diuna società (e di una società in transizione). Comedirà Blonsky, la libertà di educazione si esprimesempre come “libertà-contro”, cioè si può ed è giustorivendicare la libertà d'insegnamento nel contesto diun regime oppressivo come quello zarista, ma non nelcontesto di un regime socialista perché altrimentisarebbe una parola d'ordine reazionaria. Eppure laparola d'ordine della “libertà dell'insegnamento”conquista il Congresso dell'Associazione degliinsegnanti dell'agosto del 1918 (una piccolaminoranza di insegnanti russi).La stessa Krupskaja, figura al vertice della politicapedagogica bolscevica ed ispiratrice con i suoiprecedenti lavori alla riforma del 1918, difendeva unintervento “soft” da parte dello stato, lasciando aisoviet di educazione popolare proprie ed ampiefunzioni sulla gestione delle scuole.C'era poi chi, come Bogdanov, criticando aspramentela linea bolscevica maggioritaria, teorizzava che la

nuova cultura dovesse sorgere per tutto ed in tuttodalla classe lavoratrice, volgendo le spalle a tutta (oquasi) la cultura borghese, così da poter costruirequalcosa di nuovo, corrispondente alla novità assolutadella società collettivista. Non si trattava cioè di farfronte ad un popolo analfabeta, ma di trarre da essol'intellettuale nuovo. Infine alcuni intellettuali arrivarono ad esprimere, indiverse forme, concezioni sula morte della scuola,chiedendo l'abolizione completa del vecchio concettodi scuola, facendo tabula rasa del passato. La scuolacosì sarebbe dovuta diventare parte integrantedell'officina: non più manuali, programmi, lezioni,diplomi. Alcuni di questi teorici arrivarono ad affermareche se la scuola era stata strumento di dominio dellaclasse borghese allora, caduto l'ordine borghese, lascuola stessa come istituto doveva cadere.I vertici della linea educativa sovietica comeLunaciarsky, Krupskaja, Pokrovsky, Litkens, oltre amanifestare differenti sensibilità tra loro, furonoimpegnati al confronto e a volte alla mediazione contutte queste correnti, che andavano dal tolstoismolibertario alle concezioni di Bogdanov e a quelle dellamorte della scuola.Non è un caso che nei “Principi Generali della ScuolaUnica”, l'atto che precedeva il “Regolamento dellaScuola Unica del Lavoro” del 16 ottobre 1918, si poneai vertici degli scopi della scuola nuoval'autoformazione della personalità dell'individuo:“Nella cultura socialista la personalità deve rimanere ilpiù alto valore. Questa personalità tuttavia puòsviluppare le sue inclinazioni in tutto lo splendorepossibile solo in una società armoniosa di uguali. Noi(cioè il governo) non dimentichiamo il diritto di unindividuo al proprio sviluppo particolare. Non ènecessario per noi tagliare una personalità, peringannarla, per gettarla in stampi di ferro, perché lastabilità della comunità socialista non si basasull'uniformità delle caserme, non sul trapiantoartificiale, e non su inganni religiosi ed estetici, ma suuna reale solidarietà degli interessi.” Inoltre, nei fatti, il principio della scuola unica eraintegrato con il principio di autogoverno degli alunni.Gli studenti partecipavano alla direzione della scuolasia attraverso i propri diretti rappresentanti diretti nelsoviet scolastico, sia con il loro peso nella comunità.Accadde spesso che gli insegnanti dovetteroattenersi, in diversi campi, alle deliberazioni deglistudenti, e si sperimentarono occasioni in cui glialunni, alla fine di ogni settimana, eleggevano i propriinsegnanti.Anche Lenin, Trotsky ed altri bolscevichi di rilievoentrarono spesso nei dibattiti che animavano laquestione scolastica ed educativa, contrastando lealtre correnti pedagogiche. Per questi, come per la direzione del Narkompros e lamaggioranza del partito, l'idea di fondare la culturaproletaria sul pieno rifiuto della cultura borghese eradel tutto sbagliata. L'obbiettivo principale era invece

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quello di assimilare la cultura e la scienza borghese,in cui si raddensavano tutte le conquiste dell'umanitànel suo svolgimento storico, per volgerla allacostruzione socialista. Inoltre si doveva salvaguardareed estendere la cultura tecnica e scientifica esistenteper la ricostruzione della forza produttiva andatadistrutta per i tre quarti dalla guerra.Lenin, in un discorso pronunciato il 2 ottobre 1920 alIII Congresso dell'Unione della gioventù comunista ditutta la Russia disse: “Si dice che la vecchia scuolaera una scuola di studio meccanico, una scuola dicostrizione, una scuola in cui si infarcivano le mente.E' giusto. Ma ciò nonostante bisogna saperdistinguere cosa vi era di cattivo e che cosa vi era diutile per noi nella vecchia scuola, bisogna saperscegliere in essa ciò che è necessario al comunismo”.Tutta questa grande discussione, in Unione Sovietica,sviluppò il Proletkult(“OrganizzazioneCulturale-educativaProletaria), rivistafondata e diretta daBogdanov, posta dal1917 sotto ladipendenza delNarkompros, cheospitava le molteplicitàdelle posizioni politichepedagogiche del tempoe che in collaborazionecon il governosviluppava la diffusionedella culturaextrascolastica e la lottacontro l'analfabetismo,mobilitandoideologicamente i lavoratori alla più variacultura.Tornando al campo reale occorre rilevare chele cronache dei primi anni parlano ancora di scuolesprovvedute d'ogni sussidio didattico, di localid'accatto privi di luci e di riscaldamento, di inchiostroche gelava nei calamai. Ma si comprendono ledifficoltà oggettive e non si resta da questo stupiti,nell'epoca del “comunismo di guerra” la scuola nuovanon può esistere al 99% che sulla carta. Piuttosto,dopo poco tempo dalla fondazione della scuolanuova, emergono dubbi e preoccupazioni, proprio tragli stessi dirigenti bolscevichi, sui alcuni caratteri dellaprima riforma scolastica del 1918. Dubbi accresciutianche in conseguenza del fatto che nei primi anni lascuola non ebbe un definito programma stabile, iprogrammi spesso mutavano in maniera così rapidache le scuole non erano in grado di realizzarli. AncheClara Zetkin affermò che c'era “ancora molto diincerto, oscuro e sperimentale (…), molte modeartificiose e cerebrali, che copiavano modellioccidentali”.L'ondata di sperimentazione pedagogica venne prestofatta cessare. Vennero imponendosi le esigenze

dell'economia nazionale unite all'appello per unamaggiore efficienza. Sotto il segno della NEP (1921)si apre una nuova fase e nel 1923 si arriva ad unavera e propria riforma dell'istruzione.

LA SCUOLA CENTRALISTA E SOCIALISTA DEL1923Il cambio, radicale, avviene attraverso l'introduzionedello Statuto della Scuola Unica di Lavoro del 19dicembre 1923 e dei nuovi Programmid'insegnamento, pubblicati dal Consiglio Scientifico diStato (Gus) sotto la presidenza della Krupskaja.Vengono introdotti importanti modifiche, ridefinendoanche gli scopi della scuola: al primo posto non c'è piùlo sviluppo della personalità individuale bensìl'educazione comunista della società secondo i finidello stato operaio. Dallo Statuto del 1923: “Tutto il

lavoro nelle scuole, tuttol'ordinamento scolastico,devono avere lo scopo disviluppare negli scolari lacoscienza e l'istinto di classe,la coscienza della solidarietàdi tutti i lavoratori contro ilcapitale.”Anche per la scuola, oltre cheper gli altri ambiti dellasocietà, iniziava un nuovoorientamento, dettato dalleesigenze politiche edeconomiche della NEP.Terminavano gli spazidemocratici ed i sentimentiumanistici del 1918, si aprivauna fase di centralismo e dilotta di classe. La produzione

richiedeva urgentemente nuovi tecnici e ingegneri,nuovi specialisti, occorreva trasformare l'apparatodella formazione nel senso della funzionalità e dellarealizzazione pratica. L'era delle liberesperimentazioni “anarchiche”, di un certo utopismoastratto a volte irresponsabile, era finita.Su tutto questo giocava però, nell'intera società comenel settore della formazione, anche la pressioneesercitata dalle classi possidenti. I contadini medi ericchi spingevano per la realizzazione di una “scuolaseria e responsabile”, una scuola fondatasull'ideologia della selezione, della competizione edella promozione sociale: una scuola borghese.Ma in questa fase trionfa la parola d'ordine dellascuola del lavoro. Il contenuto dell'insegnamentoviene riaffermato nello “studio del lavoro nelle sueforme attuali e nei suoi rapporti verso la tecnicamateriale e verso l'organizzazione sociale”. Vennetolta l'autonomia dell'insegnamento dei professori e lalibertà di studio degli studenti, che dovevano attenersistrettamente al programma indicato loro. Si decretache ci deve essere una scuola per ogni tre chilometridi raggio, e si dispongono scuole ambulanti per

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nomadi.Si sfruttano contributi poi della pedagogia riformistadell'occidente, a volte trasformandoli. Nel 1924,stesso anno della morte di Lenin e dell'ascesa diStalin, viene introdotto il Metodo dei complessi, maancora una volta con disordine e discontinuità.Il contesto “emergenziale” e di ritirata tattica porta, inun'idea di limitatezza temporale, il ristabilimentoparziale della selezione per le Università, nuovi e fortipoteri agli insegnanti (che indirettamente erano figurelegate per lo più al contadiname), ampie competenzedel direttore. Nel 1926 la gerarchia degli insegnanti vennerestaurata: professori titolati, docenti e assistenti.Durante questi anni cresceva il peso dei kulaki, e sisvuotava il peso e l'autorità dei soviet locali. Lo stessosoviet scolastico divenne un organo meramenteconsultivo. Man mano la scuola unica, nel senso vero dellaparola, si frantumò in una quantità enorme di scuole,facendo riemergere la differenza tra scuole di culturae scuole di addestramento professionale, purmantenendo aperta la possibilità a tutti per l'accessoai piani più alti dell'istruzione. Questa divisione, unitaa una contrazione degli studi (meno ma meglio),consentirono una più rapida diffusione delle scuole,ma riportarono alla possibilità del sorgere di scuoleprivilegiate.Le opposizioni di sinistra non tardarono a denunciarequesto corso, evidenziando come fosse ripristinato ildualismo tra lavoro manuale e cultura e si stavaricreando una classe di intellettuali.

LA CONTRORIVOLUZIONE STALINISTA NELLASCUOLALa pressione della piccola borghesia nella società èsempre più forte, e Stalin è arrivato a dominare ilpartito e la politica sovietica, dandogli sempre piùun'impronta antioperaia e antimarxista.Nel 1927 si apre una nuova fase, dovuta in parteancora alle riscontrate difficoltà dell'attuazione di unascuola socialista adatta alla fase. Il metodo deicomplessi segnava il suo fallimento. In questocontesto si riaccende con fervore il dibattito sullamorte della scuola, con nuove e più delineate teorie.Ma la realtà sta andando da tutt'altra parte.In quello stesso anno vengono introdotti nuoviprogrammi di stabilizzazione della scuola, che ormai ètenuta soltanto a dare agli alunni delle nozioni precisenei limiti del programma, rinviando l'azione educativaal Komsomol o ai Pionieri. Il Komsomol assume un ruolo sempre più vasto, adanno della parte della vera istruzione scolastica. Percerti aspetti si arriva a creare una situazione didualismo competitivo tra scuola e Komsomol. Lostesso giornale ufficiale del Komsomol denunciavacome le varie manifestazioni ginniche, militari,propagandistiche, politiche, sociali imposte ai giovanitoglievano tempo ed energia per la vera istruzione e

rendevano difficile, se non proibitivo, l'impegno neglistudi universitari.Vennero reintrodotti gli esami di riammissione nelleUniversità e tornano nelle scuole le singole materie diinsegnamento, con i propri orari rigidamentedeterminati. Il lavoro manuale diventa una materia trale altre, con le sue ore dedicate. Si diffuse sempre piùil concetto che “una cultura universale è irrazionale”.Tutto questo significava una rinuncia completa allacreazione di una nuova scuola, di una propria scuolasocialista. Le sinistre attaccarono pesantementequesti nuovi programmi e questi cambianti,denunciandoli come un vero e proprio attentato allapedagogia marxista. Anche Krupskaja e Blonsky oraconcordavano che era in atto una liquidazione delleconquiste scolastiche dell'Ottobre (Lunaciarsky però,per il momento, rimaneva allineato).Nel 1928 ci fu la prima abolizione della gratuitàuniversale dell'insegnamento (i non proletari avevanol'obbligo di pagare le tasse scolastiche). Poi accaddeche negli istituti superiori, nelle facoltà operaie e nelleuniversità comuniste fu imposto il pagamento delletasse a tutti gli alunni non beneficiari di borse distudio.Dopo alcuni spasmi si arriva al 1929 con un cambio alvertice. Bubnov, un alto ufficiale militare, prende ilposto di Lunacharsky, e come c'era da aspettarselocomincia un severo autoritarismo scolastico, con uninsegnamento formale e una rigida serie di proved'esame nelle scuole. La novità arriva però con i nuoviprogrammi scolastici che vanno a definire la scuoladella Piatiletka: una scuola della pianificazione unita adei contenuti che solo all'apparenza eranoantiborghesi (rispecchiando la fase sovietica iniziatanel 1929). Tutto era pianificato, ma il più delle voltecon improvvisazione. Lo stato burocratico e stalinistaentrava in maniera completa nella vita scolastica enella vita studentesca attraverso un rigido interventopolitico, senza dimenticare l'uso progressivo del cultodella personalità attraverso testi e lezioni venerativi diStalin.Il corso politico pedagogico reintroducevagradualmente i metodi e le tecniche della scuola delperiodo pre-rivoluzionario e nell'era staliniana deglianni '30 la trasformazione della scuola arriva asovrapporsi ormai con i caratteri di una pressochétipica scuola occidentale e capitalista, costituendo neifatti la base della scuola sovietica per tutto il suofuturo. Vennero così ripristinate le “classi” come livellid'età e luoghi separati (1931), vennero ripristinate lenote (1936), i manuali scolastici divennero apagamento (1941), furono ripristinate le classimonosesso che preparavano l'uomo ad esseresoldato e la donna ad essere madre (1943), venneroreintrodotti gli esami di licenza (1945), fu emanato unnuovo rigido regolamento “busto eretto, giù i gomitidal tavolo, rispettare i professori..” (1945), venneroistituite le medaglie per gli allievi migliori (1950).

Paolo Casalotti

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- DOCUMENTI - DISCORSO AL PRIMO CONGRESSO PANRUSSO PER L'ISTRUZIONE

28 AGOSTO 1918Compagni, stiamo vivendo uno dei momenti più critici,significativi e interessanti della storia, il momento incui la rivoluzione mondiale socialista è in ascesa.Oggi, anche per chi era lontano dalle teorie e dalleprevisioni socialiste, diventa chiaro che questa guerranon si concluderà nello stesso modo in cui ècominciata, cioè con la normale stipulazione dellapace tra i vecchi governi imperialistici. La rivoluzionerussa ha mostrato che la guerra conduceinevitabilmente alla disgregazione di tutta la societàcapitalistica e si trasforma in guerra dei lavoratoricontro gli sfruttatori. Ecco checosa significa la rivoluzionerussa.Per quanto grandi siano ledifficoltà in cui c'imbattiamo nelnostro cammino, per quanto sidisseminino decine di milioni intutti i paesi per diffonderemenzogne e calunnie contro larivoluzione russa, tuttavia laclasse operaia del mondo interosente che la rivoluzione russa è lasua stessa causa. Parallelamentealla guerra tra due gruppi diimperialisti comincia dappertuttola guerra che sull'esempio dellarivoluzione russa la classeoperaia dichiara alla propriaborghesia. Tutti i sintomi indicanoche l'Austria e l'Italia sono allavigilia della rivoluzione e che ladisgregazione del vecchio regimeavanza con passo rapido inquesti paesi. Negli Stati più stabilie forti, come la Germania,l'Inghilterra e la Francia, conqualche differenza e in modomeno avvertibile, si sta svolgendolo stesso processo. Il fallimentodel regime capitalistico e dellasua guerra è inevitabile. Gliimperialisti tedeschi non sonoriusciti a strangolare la rivoluzionesocialista. La repressione dellarivoluzione nella rossa Lettonia, inFinlandia e in Ucraina è costataalla Germania la disgregazionedell'esercito. La disfatta dellaGermania sul fronte occidentale èdovuta in gran parte al fatto che ilvecchio esercito non esiste più inquesto paese. La«russificazione» dei soldati

tedeschi, di cui i diplomatici di Germania parlavanosinora in tono semischerzoso, non è più uno scherzoper loro, ma un'amara verità. Lo spirito di protesta siaccentua, i «tradimenti» sono all'ordine del giornonell'esercito tedesco. D'altra parte, l'Inghilterra e laFrancia fanno gli ultimi sforzi per mantenere la loroposizione. Si avventa no contro la repubblica russa etendono le corde del capitalismo fino al limite dirottura. Lo stato d'animo delle masse operaie hasubito, per ammissione degli stessi organi di stampaborghesi, una svolta indubbia: in Francia l'idea della

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«difesa della patria» è fallita, la classe operaia ingleseha dichiarato che la «pace sociale» è ormai rotta.Questo significa che gli imperialisti inglesi e francesihanno giocato la loro ultima carta, e noi diciamo conassoluta convinzione che questa carta sarà«coperta». Certi gruppi hanno un bel gridare che ibolscevichi poggiano su una minoranza, se poidevono riconoscere che non riescono a trovare inRussia forze interne per lottare contro i bolscevichi esono costretti a ricorrere all'intervento straniero. Cosi,la classe operaia di Francia e d'Inghilterra si vedecostretta a partecipare a una guerra palesemente diconquista, che ha come scopo il soffocamento dellarivoluzione russa. Questo significa che l'imperialismoanglo-francese, e quindi anche l'imperialismomondiale, sta per esalare l'ultimo respiro.Per quanto fosse difficile ristabilire lo stato di guerra inun paese dove il popolo stesso aveva messo fine allaguerra e spezzato il vecchio esercito, per quantofosse difficile organizzare un esercito nel fuoco diun'aspra guerra civile, tuttavia abbiamo superato tuttele difficoltà. L'esercito è stato creato, e la vittoria suicecoslovacchi, sulle guardie bianche, sui grandiproprietari fondiari, sui capitalisti e sui kulak ègarantita. Le masse lavoratrici capiscono che ogginon combattono più nell'interesse di un pugno dicapitalisti, ma per la loro stessa causa. Gli operai e icontadini russi possono disporre per la prima voltadelle fabbriche e della terra, e quest'esperienza nonpoteva non influire su di loro. Il nostro esercito ècomposto di elementi scelti, di contadini e operaicoscienti. Ognuno reca con sé al fronte la coscienzadi battersi per il destino non solo della rivoluzionerussa, ma di tutta la rivoluzione internazionale, perchénoi possiamo star certi che la rivoluzione russa è soloun esempio, solo un primo passo nella serie dirivoluzioni con cui si concluderà inevitabilmente laguerra.L'istruzione pubblica è parte integrante della lotta chestiamo conducendo oggi. All'ipocrisia e alla menzognapossiamo opporre la completa e palese verità Laguerra ha mostrato concretamente a tutti che cosa siala «volontà della maggioranza» dietro cui si trincera laborghesia, la guerra ha dimostrato che un pugno diplutocrati trascina i popoli nella carneficina per i suoiInteressi. La convinzione che la democrazia borgheseè al servizio della maggioranza è ormai minatadefinitivamente. La nostra Costituzione, i nostri soviet,che sono sta t i una novità per l'Europa, ma che noigià conoscevamo dall'esperienza della rivoluzione del1905, sono il migliore esempio sul pianodell'agitazione e della propaganda per smascheraretutta la falsità e l'ipocrisia della democrazia borghese.Noi abbiamo proclamato apertamente il dominio deilavoratori e degli sfruttati: sta qui la nostra forza e hlsorgente della nostra invincibilità.Nel campo dell'istruzione pubblica accade lo stessofenomeno: quanto più evoluto è uno Stato borghese,

tanto più sottilmente esso mente affermando che lascuola può restare estranea alla politica e servire lasocietà nel suo complesso.In realtà, la scuola è stata trasformata per intero inuno strumento di dominio della classe borghese, èstata permeata dello spirito borghese di casta, si èvista assegnare il compito di fornire ai capitalisti dociliservi e operai capaci. La guerra ha mostrato che lemeraviglie della tecnica contemporanea sono unmezzo di sterminio di milioni di operai e un mezzo perfar arricchire favolosamente i capitalisti, ches'impinguano con la guerra. La guerra è minatadall'interno, perché noi abbiamo smascherato lamenzogna dei capitalisti, apponendole la verità. Noidiciamo che nel settore della scuola la nostra causa èla stessa lotta per rovesciare la borghesia edichiariamo apertamente che la scuola estranea allavita e alla politica è una menzogna e un'ipocrisia. Checos'era il sabotaggio proclamato dai rappresentantipiù istruiti della vecchia cultura borghese? Questosabotaggio ha mostrato più chiaramente di qualsiasiagitatore, più chiaramente di tutti i nostri discorsi e dimigliaia di opuscoli, che questi uomini considerano ilsapere come un loro monopolio e lo trasformano inuno strumento di dominio sui cosiddetti «stratiinferiori». Essi si sono serviti dell'istruzione per farfallire l'edificazione socialista e sono intervenutiapertamente contro le masse lavoratrici.Nella lotta rivoluzionaria gli operai e i contadini russihanno completato la loro educazione. Essi hannovisto che soltanto il nostro sistema dà loro l'effettivopotere e si sono persuasi che il potere statale aiutaper intero e senza riserve gli operai e i contadinipoveri a schiacciare definitivamente la resistenza deikulak, dei grandi proprietari fondiari e dei capitalisti.l lavoratori aspirano al sapere perché esso è loroindispensabile per la vittoria. I nove decimi dellemasse lavoratrici hanno capito che il sapere èun'arma nella loro lotta di emancipazione, che i loroinsuccessi si spiegano con la mancanza di cultura eche oggi dipende soltanto da loro la possibilità direndere l'istruzione realmente accessibile a tutti. Lanostra causa trionferà perché le masse si sonoimpegnate nella costruzione della nuova Russiasocialista. Esse traggono insegnamento dalla propriaesperienza, dai propri insuccessi ed errori, essevedono fino a qual punto l'istruzione sia indispensabileper portare a termine vittoriosamente la lotta che essecombattono. Nonostante l'apparente disgregazione dinumerosi istituti e l'esultanza degli intellettualisabotatori, noi vediamo che l'esperienza della lotta haeducato le masse a prendere nelle loro mani il lorodestino. Tutti coloro che simpatizzano per il popolonon a parole ma nei fatti, la parte migliore degliinsegnanti verranno in nostro aiuto: sta qui la solidagaranzia che la causa del socialismo trionferà.

Lenin

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- DOCUMENTI - DECRETO DEL CONSIGLIO DEI COMMISSARI DEL POPOLO

16 OTTOBRE 1918A. DISPOSIZIONI GENERALI SULLA SCUOLAUNICA DEL LAVORO

Art. 1. Tutte le scuole della Repubblica federalesocialista dei soviet della Russia dipendono dalcommissariato del popolo per il progresso dellascienza, ricevono - ad eccezione delle scuolesuperiori - la denominazione di "scuola unica dellavoro."Osservazione 1. All'abbreviazione "sovietica"s'aggiunge il luogo, il numero e il grado delle scuoleisolatamente considerate, ad esempio: "terza scuolasovietica di primo grado, Pietrogrado, Narva-Bezirk."Osservazione 2. La divisione delle scuole in scuoleprimarie, scuole primarie di secondo grado, licei,scuole pratiche, scuole professionali, interessa tutte lescuole d'insegnamento tecnico e commerciale e tuttigli altri tipi di scuola di grado inferiore o medio.Osservazione 3. A partire dal 1° ottobre 1918 tutte leistituzioni scolastiche dipendenti da diverse autoritàdipendono dal Commissariato del popolo per ilprogresso delle scienze.

Art. 2. La scuola unica si articola in due gradi: unprimo grado per i fanciulli dagli 8 ai 16 anni, il ciclo èdi 5 anni; il secondo grado per i fanciulli di 13-17 anni,il ciclo è di 4 anni.Osservazione 1. La scuola unica avrà affiancato adessa un giardino d'infanzia per i fanciulli dai 6 agli 8anni.Osservazione 2. Gli organi d'autogestione delle scuolepossono, con il consenso della sezione governativaper la formazione del popolo, abbassare l'etàscolastica di un anno circa.Osservazione 3. La permanenza nella scuola di queifanciulli la cui età non corrisponde ai limiti fissati, cosicome l'ammissione di quelli che hanno ormai superatol'età normale, sono autorizzate da una decisione delconsiglio scolastico.

Art. 3. L'insegnamento nelle scuole di primo e disecondo grado è gratuito.

Art. 4. La frequenza delle scuole di primo e secondogrado è obbligatoria per tutti i fanciulli che abbianoraggiunto l'età scolastica.Osservazione. Per favorire l'esecuzione pratica di talimisure, le sezioni per la formazione del popolo hannointrapreso senza ritardi la pianificazione delleistituzioni scolastiche e la presa in consegna di tutti ifanciulli tra i 6 e i 17 anni che devono esserescolarizzati. Esse debbono procedere, in seguito, alladefinizione dei progetti di spesa comprendenti lacostruzione e l'equipaggiamento delle scuole, glistipendi del personale, l'organizzazione della mensascolastica, il rifornimento di scarpe, vestiti e forniturescolastiche per i fanciulli. Laddove il numero delle

scuole è sufficiente per la scolarizzazione di tutti ifanciulli e dove, in modo generale, esistono dellepossibilità di formazione, il principio della frequenzaobbligatoria è ancor oggi in vigore. Alcuni corsiparticolari a fianco della scuola unica e al di fuori diessa devono essere realizzati per i giovani analfabetiche, per la loro età, non possono essere ammessi nelciclo normale.

Art. 5. Il principio della mutua educazione è introdottonella scuola di primo e di secondo grado.

Art. 6. L'insegnamento religioso di qualsivogliaconfessione, cosi come le pratiche religiose, sonoproibiti nei locali scolastici.

Art. 7. La classificazione dei maestri sulla base dicategorie è abolita. Tutti i lavoratori della scuola (Art.8) percepiscono la loro indennità sulla base delletariffe della prima categoria, citate nel decreto delconsiglio del commissario del popolo: "sulle tariffed'indennità dell'attività pedagogica."Osservazione 1. L'indennità percepita per l'attivitàpedagogica non è oraria ma mensile.Osservazione 2. È proibito corrispondere unaremunerazione speciale che superi i parametri fissatiper il personale scolastico, titolare di un posto fisso.

Art. 8. Tutti i lavoratori della scuola, ovverosia imaestri, i medici scolastici e gli insegnanti dieducazione fisica, sono scelti in conformitàall'ordinanza del 27 febbraio 1918 sulle condizioni direclutamento per tutti i servizi pedagogici epedagogico - amministrativi; in conformità alleistruzioni del commissariato del popolo per ilprogresso della scienza.Osservazione 1. I supplenti sono autorizzati a lavorarenelle scuole sotto la direzione della sezione per laformazione del popolo. Durante la durata del loroservizio essi godono di tutti i diritti dei lavoratoriscolastici.Osservazione 2. Nel caso in cui le risorse dellacollettività scolastica non riescano a coprire i bisognieconomici della scuola, si potrà far appello ai servizi diun personale tecnico remunerato sulla base dellametà degli stipendi degli insegnanti. Questo personalenon parteciperà alle scelte dell'insegnamento,dell'educazione, ma potrà essere ammesso a prenderparte alle deliberazioni concernenti le questionieconomiche.Osservazione 3. La partecipazione dei lavoratori dellascuola al lavoro che si effettua nelle altre scuole èautorizzata con il consenso delle sezioni localiincaricate della formazione del popolo.

Art. 9. Sarà creato un posto di istruttore presso ilcommissariato del popolo per il progresso dellescienze e le sezioni per la formazione del popolo.

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Spetterà agli istruttori la visita periodica delle scuoleper mantenere un vivente legame con le sezioni per laformazione del popolo e assistere i maestri nel lorolavoro pedagogico.

Art. 10. Il numero di allievi che sono sotto laresponsabilità del lavoratore scolastico non puòsuperare il numero di 25. È sulla base di questa cifrache deve essere determinato il numero del personaledistaccato presso le singole scuole.Osservazione. Delle eccezioni a questa normapossono essere autorizzate in base alla decisionedella sezione per la formazione del popolo.

Art. 11. Il regolamento qui enunciato s'applica a tuttele scuole fondate dall'iniziativa privata. Potrannoessere accordati a queste scuole dei crediti statalisupplementari, nel caso in cui esse saranno statericonosciute dalla sezione locale per la formazione delpopolo come meritevoli di incoraggiamento.

B. I PRINCIPI DEL LAVORO SCOLASTICO

Art. 12. Il fondamento della vita scolastica dev'essereil lavoro produttivo, non in quanto servizio per laconservazione materiale della scuola o solamente inquanto metodo, ma in quanto attività produttiva esocialmente necessaria. Essa deve esserestrettamente legata in una maniera organicaall'insegnamento e consentire di comprenderescientificamente la realtà esterna nella sua totalità. Illavoro produttivo procede con complessità crescentee supera l'orizzonte dell'universo immediato delfanciullo, e nel contempo esso deve rendere familiarea quest'ultimo le forme di produzione pili diverse, sinoa quelle pili elaborate.Osservazione 1. II principio del lavoro diventa unmetodo pedagogico efficace allorquando il lavoronella scuola, pianificato e organizzato socialmente, ècondotto in maniera creativa, eseguito con gioia esenza esercitare un'azione violenta sulla personalità

del fanciullo. In questo senso la scuola rappresentauna comunità scolastica che per il suo stessoprocesso lavorativo stabilisce uno stretto legame conil mondo esterno.Osservazione 2. Le antiche forme delle discipline ilcarattere del1e quali era la limitazione dell'attivitàscolastica nella sua totalità e l'inibizione del liberosviluppo della personalità del fanciullo non hannoposto nella scuola dei lavoratori. Anche l'attivitàlavorativa svilupperà tra i fanciulli queste disciplineinteriori senza le quali un lavoro collettivorazionalmente pianificato è impensabile. I fanciulliprenderanno parte attiva a tutte le occasioni di lavorosuscitate dalla vita scolastica. Nello stesso tempo lacrescita continua di momenti di confronto sui problemiorganizzativi, provocati dal principio della divisione deicompiti, deve ·giocare un ruolo educativo essenziale.In questo risiede, per gli allievi, la possibilità diimpossessarsi delle risorse d'una utilizzazione

pianificata della forza-lavoro umana perattribuire ad essa il suo valore esviluppare un sentimento diresponsabilità, per quel che concernesia la collaborazione di un membroisolato della collettività, sia il rapportocon il processo di lavoro globale. Inbreve, il lavoro produttivo e collettivo el'organizzazione dell'attività scolasticanella sua totalità devono educare i futuricittadini della repubblica socialista.

Art. 13. L'insegnamento in ciascuno deidue gradi della scuola del lavoro ha uncarattere di formazione generale e diformazione tecnica, mentre un postoimportante è assegnato all'educazionefisica e artistica.Osservazione 1. Direttive e modelli dipiani di studio dovranno completarequesto programma.Osservazione 2. Il carattere distintivo

dei piani di studio del primo e del secondo grado deveessere quello di una grande elasticità di applicazionein base alle situazioni locali. Inoltre è possibileintrodurli, soltanto per degli isolati gruppi di allievi, perquesta o quell'altra specialità, fermo restando che lacoerenza del processo d'insegnamento nel suoinsieme rimane inalterata.

C. DISPOSIZIONI E STRUTTURAZIONE DEIPROGRAMMI SCOLASTICI

Art. 14. L'anno scolastico è diviso in tre periodi: a)insegnamento normale nei locali scolastici, dal 1°settembre al 1° giugno circa; b) insegnamentoall'aperto al 1° giugno al 1° luglio circa, giochi, campiestivi, attività espressive, permetteranno ai fanciulli difamiliarizzarsi con la natura e con la vita; c) unperiodo di vacanze complete dal 1° luglio al 1°settembre, dal 23 dicembre al 7 gennaio, dal 1° al 14

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aprile circa. Nelle scuole si terrà conto dei giorni difesta fissati sotto la direzione dei lavoratori e deicontadini.Osservazione. Le sezioni governative per laformazione del popolo hanno il diritto di abbreviare ladurata delle vacanze e di modificare la ripartizionedell'insegnamento nella totalità dell'anno scolastico .

Art. 15. Le scuole sono aperte agli allievi tutti i giornidella settimana.Osservazione 1. Due giorni della settimana nonconsecutivi sono programmati in modo diverso deigiorni scolastici passati in aula. Tra di essi uno deveessere completamente diverso. Deve essere usatoper delle letture, per delle escursioni, per dellerappresentazioni, e per altre occupazioni libere delfanciullo. Per far questo occorre utilizzare un corpospeciale di pedagoghi. Il secondo è in parte un giornodi lavoro per il personale pedagogico ordinario; èconsacrato all'attività comune e di laboratorio, cosìcome alle conferenze e alle escursioni o alle riunionidi studenti.Osservazione 2. Ogni insegnante ha un giorno dilibertà alla settimana.

Art. 16. Ogni insegnamento definito attraverso unprogramma deve essere limitato a 4 ore per allievonelle scuole di primo grado nel corso dei tre primianni, a 5 ore nel corso di due altri anni e a 6 ore per lescuole di secondo grado.

Art. 17. Non devono esistere compiti a casaobbligatori.

Art. 18. Nella scuola non sarà tollerata alcunapunizione.

Art. 19. Tutte le prove: esami d'ammissione, esami peril passaggi o da una classe all'altra, esami di licenza,sono soppressi.

Art. 20. Nella misura del possibile la divisione in classideve essere sostituita con la divisione in gruppisecondo i gradi di formazione nei vari settoridell'insegnamento.Osservazione. Il passaggio di un allievo in un gruppopiù elevato non deve corrispondere necessariamentealla sua età e non può effettuarsi se non dopo unavisita medica.

Art. 21. In ogni tipo di scuola si distribuirà una piccolacolazione calda, obbligatoria e gratuita, in base allenorme igieniche definite per ogni classe d'età.

Art. 22. Ogni scuola di primo e secondo grado è sottosorveglianza medica regolare.

Art. 23. Dopo l'ammissione alla scuola si procederà aun serio esame dello stato di salute fisico e psichicodel fanciullo.

Art. 24. Nell'eventualità della mancanza di posti nellascuola unica le sezioni per la formazione del popolosono incaricate della ripartizione dei posti disponibili.

Art. 25. Ogni scuola deve ricevere una quota deiterreni incolti. In campagna questa quota è fissata a

partire da un minimo di una dessiatina (1,9 ettari); incittà sarà calcolata in base alle possibilità esistenti,ma non dovrà essere inferiore a 2270 m2.Osservazione. La superficie di terreno per una scuolanuova deve corrispondere a quella fissata per quelledi campagna.

D. PRINCIPI DI BASE DELL'AUTOGESTIONEDELLA SCUOLA UNICA DEL LAVORO

Art. 26. La collettività scolastica comprende tutti gliallievi della scuola e tutti i lavoratori scolastici.

Art. 27. L'organo responsabile dell'autogestione dellascuola è il consiglio scolastico. Esso si compone di: a)tutti i lavoratori della scuola; b) un rappresentantedella popolazione attiva del distretto scolastico, nellaproporzione di un quarto dei lavoratori della scuola; c)studenti dei gruppi di età più avanzata (a partire da 13anni), in proporzione uguale a quella deirappresentanti della popolazione attiva del distrettoscolastico; d) un rappresentante della sezione per laformazione del popolo.

Art. 28. La vita interna della collettività scolastica èregolata in conformità alle disposizioni degli organicentrali e locali per la formazione del popolo ed ègestita attraverso le decisioni del consiglio scolasticoprese nell'assemblea primaria e ristretta dellacollettività scolastica.

Art. 29. L'organo esecutivo del consiglio scolastico è ilpresidium. Esso coordina il lavoro delle commissioniesecutive che sono nominate in collaborazione con lacollettiva scolastica.

Art. 30. Le decisioni del consiglio scolastico in tutte lequestioni concernenti la vita quotidiana della scuolanon devono essere in contraddizione con le regolegenerali che definiscono la scuola unica, né condisposizioni della sezione per la formazione delpopolo, unitamente a quelle dei Soviet dei deputati deilavoratori dei contadini. Il rappresentante dellasezione può opporsi a tali decisioni.Osservazione. Un'obiezione non ha il potere diimpedire l'esecuzione delle decisioni dei consigli discuola; la questione, tuttavia, deve essere sottopostaal controllo della sezione per la formazione delpopolo.

Art. 31. La competenza del consiglio di scuola inmateria di controlli e di decisioni s'applica alleseguenti questioni: a) la ripartizione degli scolari indiversi gruppi e la loro licenza dalla scuola; b) ladomanda, formulata dalle sezioni scolastiche dellaformazione del popolo, di dispensa dall'insegnamentodi taluni scolari isolati; c) approvazione degli orari, deiprogrammi di insegnamento di ogni gruppo definito inconformità alle direttive del commissariato del popoloper il progresso delle scienze e delle sezioni locali perla formazione del popolo; d) ratifica dei piani diformazione, di produzione e di gestione della scuola;e) l'esecuzione, ogni anno, dei progetti, la

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delineazione delle conclusioni che riguardano il lavoropedagogico e la gestione amministrativa dell'attivitàscolastica; f) il controllo e l'approvazione deiregolamenti scolastici della comunità.

Art. 32. La vita interna della comunità scolastica devefondarsi sul principio, riconosciuto a tutti i membridella collettività, di una completa libertà di riunione nelcontesto dei gruppi e dei cicli che hanno il fine diadempiere agli obiettivi educativi di formazione:federazioni degli insegnanti, associazioni dei giovani,ecc.

E. MISURE PER L'ATTUAZIONE DEL PIANO PER LARIFORMA SCOLASTICA

La realizzazione di questo piano deve comportare laconversione delle scuole primarie che abbiano unciclo di 3 o 4 anni in scuole che abbiano un ciclo di 5anni. Per far questo si aggiungerà a tutte le scuoleprimarie, all'inizio dell'anno scolastico, un anno diinsegnamento supplementare. Saranno accolti inquesti gruppi d'età supplementare i fanciulli chetermineranno la scuola primaria nell'anno scolastico incorso. Le scuole a due classi richiedono uninsegnamento della durata di 5 anni, e sonototalmente comprese nel quadro delle scuole di primo

grado.Tutte le scuole di grado medio, statali, comunali,private e riconosciute, sono riorganizzate inconformità alle misure seguenti prese per i licei: le treprime classi normali e le classi preparatorie sonotrasformate in scuole autonome di primo grado,conformemente ai principi generali stabiliti per il lorostesso grado. Nell'anno scolastico in corso si istituiràun primo anno scolastico (e se necessario, percompletare il numero di allievi del ciclo dei cinqueanni, anche un secondo anno).La quarta, la quinta, la sesta e la settima classeformano la scuola di secondo grado, che comprendel'ottava classe.Le scuole primarie superiori e apparentate (peresempio le scuole commerciali) sono convertite inscuole di secondo grado. Questo permette il distaccodel primo anno di insegnamento e l'aggiunta di gruppidi età superiore per gli allievi che terminano la scuolanell'anno scolastico in corso.Questo piano di trasformazione della scuola primariadi grado medio è in vigore, finora, solo a titolosperimentale, ma può essere modificato dalla sezioneper la formazione del popolo.

Lunacharsky

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DOCUMENTI - DAL PROGETTO DI PROGRAMMA DEL PARTITO COMUNISTA RUSSO

MARZO 1919 Nel settore dell'istruzione pubblica il partito si ponel'obiettivo di condurre a termine il compito iniziatonell'ottobre del 1917, di trasformazione della scuolada strumento di dominazione di classe dellaborghesia, in strumento di soppressione delladivisione della società in classi, in strumento diricostruzione comunista della società.Durante il periodo della dittatura del proletariato,ovverosia durante il periodo nel quale si preparano lecondizioni chepermetteranno in seguitola piena realizzazione delcomunismo, la scuolanon deve soltantomettere in pratica iprincipi i del comunismoin generale, ma ancheesercitare un'influenzaideologica, educativa eformativa sul proletariato;sugli strati semiproletarie non proletari dellamassa lavoratrice, peristruire una generazionesuscettibile di introdurredefinitivamente ilcomunismo. Il prossimopasso su questa via èl'applicazione continuadelle misure già presedal potere dei Soviet perfondare le istituzioni dellascuola e dell'educazione:a) Fondazionedell'insegnamentogratuito, obbligatorio epolitecnico (checonsenta l'esperienza,nella teoria e nellapratica, di tutte lebranche essenziali dellaproduzione) per tutti ifanciulli dei due sessifino a 17 anni.b) Creazione su vastascala di istituzioniprescolastiche, asili nido,asili, ecc., al fine dimigliorare l'istruzionepubblica e di emanciparela donna.c) Applicazione integraledei principi della scuola

unica e del lavoro con l'adozione della lingua maternacome lingua di insegnamento e come insegnamentocomune per i fanciulli dei due sessi. Questa scuolaunica sarà assolutamente laica, ovverosia liberata datutte le influenze religiose; essa dovrà stabilire lostretto legame dell'insegnamento con il lavorosocialmente produttivo e preparare in modocomplessivo lo sviluppo dei membri della societàcomunista.

d) Fornire a tutticoloro che studianoil vitto,l'abbigliamento, lescarpe e i materialidi studio a spesedello stato.e) Formazione dinuovi quadri dilavoratori nelsettoredell'educazione,che siano permeatidalle ideecomuniste.f) Promuovere lapartecipazione delpopolo lavoratore inmodo attivo allagestione del lavoroscolastico (sviluppodei Sovietdell'istruzionepopolare,mobilitazione diquelli che sannoleggere e scrivere,ecc.).g) Aiuto pieno dellostatoall'autoeducazionedegli operai e deicontadini(creazione di unarete di istituzioniper l'istruzioneextra scolastica, dibiblioteche, discuole per adulti, dicase del popolo, diuniversità popolari,di corsi diconferenze, dicinema...).

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- INVITO ALLA LETTURA -INTRODUZIONE DI MARXISMO RIVOLUZIONARIO N' 13

Pubblichiamo l'introduzione dell'ultimo numero della rivistateorica del Partito Comunista dei Lavoratori “MarxismoRivoluzionario”:

Cento anni fa gli operai e i soldati russi, appoggiati daicontadini, davano “l'assalto al cielo", rovesciando il potereella borghesia e il suo stato, creando la "dittatura delproletariato”: Non era la prima rivoluzione tentata dallaclasse operaia insuo proprio nome. Basti pensare già ai tentativi delproletariato parigino nel 1848, magistralmente descritti daMarx nel suo Le lotte di classe in Francia. E non eranemmeno la prima volta che il proletariato prendeva ilpotere. Era accaduto sempre a Parigi, la "capitale dellerivoluzioni" con la gloriosa esperienza della Comune del1871, schiacciata nel sangue dalla reazione dopo poco piùdi due mesi di vita. Ma era la prima volta che il proletariatoconquistava il potere in una nazione e lo conquistavastabilmente, anche se al prezzo di tre anni di feroce guerracivile. Ciò era stato possibile per l'esistenza di un partito diclasse d'avanguardia che sotto la direzione di Vladimir IlicUlianov detto Lenin aveva saputo, con un ruolo centrale diun altro grande dirigente Lejba Bronstein, detto Trotsky,guidare le masse alla vittoria, sfruttando il "momento giusto"nella crisi politica e sociale provocata dalla guerramondiale.

Le masse, a loro volta, non si erano limitate a seguire unpartito, ma si erano organizzate in forme proprie di poterealternativo a quello dello Stato borghese. Erano i soviet(consigli), "la forma finalmente trovata della dittatura delproletariato: lo strumento dell'ordine nuovo al posto dellospezzato apparato dello stato capitalista, l'espressionedell'autorganizzazione dei/lle lavoratori/trici, l'organo dellademocrazia proletaria; perché come dissero Lenin eTrotsky la dittatura del proletariato "è una dittatura, ma èanche una democrazia "la dittatura per i ricchi, lademocrazia per i poveri”: La rivoluzione russa non siconsiderava e non era solo una rivoluzione nazionale.Quando, agli inizi di aprile, Lenin rientrò a San Pietroburgodall'esilio, nel suo primo discorso alle masse di operai,marinai e soldati accorsi ad accoglierlo, pronunciò, questefrasi: “L'alba della rivoluzione socialista mondiale è giàsorta [...] La rivoluzione russa [di febbraio ndr] che voi avetecompiuto ne ha posto le premesse e ha aperto una nuovaepoca. Evviva la rivoluzione socialista mondiale".In effetti gli anni che seguirono la rivoluzione dettad'Ottobre (dal vecchio calendario russo, in realtà il 7novembre) videro lo sviluppo di grandi processirivoluzionari con anche la creazione di stati operai nel1919, le repubbliche dei consigli di Ungheria, Baviera eSlovacchia.Ma queste ultime caddero e il processo rivoluzionario rifluì.I motivi sono da ricercare certamente per alcuni paesi (USAe Gran Bretagna) nella residua forza della borghesia e delcapitalismo, ma per altri, in primis la Germania, neltradimento della Socialdemocrazia che si schieròapertamente, anche con la repressione sanguinosa deisettori più avanzati delle masse proletarie, dalla partedell'ordine borghese.

Se grandi erano state le trasformazioni e le conquiste della

rivoluzione, il mancato sviluppo della rivoluzione mondiale ele difficoltà economiche della Russia portarono al nascere eal consolidarsi di un nuovo strato sociale, una burocraziaconservatrice, privilegiata economicamente rispetto al restodella popolazione, che sempre più si andò trasformando incontrorivoluzionaria. Alla sua testa si trovò catapultatoStalin, l'uomo che nel suo "testamento” del 1923 Lenin,condannandone aspramente i metodi aveva chiesto diallontanare dalla carica di segretario del partito.Stalin, con la sua paranoia reazionaria, costruì uno statototalitario. Per farlo dovette abbattere il 90% dei quadridella rivoluzione d'Ottobre, oltre che moltissimi giovanirivoluzionari, diventando così il più grande assassino dicomunisti che la storia abbia conosciuto.Ma nonostante la mostruosità del regime burocratico sottoStalin e il suo carattere oppressivo e contrario alcomunismo anche sotto i suoi più "civili" successori,l'influsso della rivoluzione russa, la sua "spinta progressiva”non venne mai meno fino al crollo dell'URSS.

L'esistenza di uno stato (poi di una serie di stati) sottratti aldominio del capitalismo, costituì per molti milioni di proletarie per molti oppressi di tutto il mondo un punto diriferimento, per quanto distorto, per lottare per un mondodiverso, per una prospettiva socialista. Lo stalinismo e isuoi alleati fecero di tutto per bloccare o deviare questelotte, ma esse oggettivamente hanno dominato il mondo nelsecolo scorso. E l'esistenza dell'URSS e degli statipostcapitalistici, per quanto deformati, costruiti a suaimmagine, hanno avuto un ruolo oggettivo importante nelleconquiste della classe operaia e dei popoli coloniali neilunghi decenni del secondo dopoguerra.Oggi, la burocrazia stalinista ha completato il suo ruolocontrorivoluzionario, restaurando in Russia, in Cina e neglialtri stati da essa dominati il capitalismo, trasformandosi inlarga misura in nuova borghesia, come Trotsky avevabrillantemente previsto.Ma questo non intacca il valore, anche attuale, della piùgrande rivoluzione della storia. Al crollo dell'URSS laborghesia aveva annunciato, tramite un suo teorico, la "finedella storia”. Abbiamo visto in quest'ultimo quarto di secolocrisi economiche, guerre, massacri, disastri naturali semprepiù gravi, mentre le condizioni della classe operaia, inparticolare nelle vecchie potenze capitalistiche, è incontinuo peggioramento.

La rivoluzione esce dalla realtà come una necessitàoggettiva. La sua possibilità, oltre tutte le, certo immense,difficoltà è dimostrata dalla vittoria di cento anni fa nelgrande, ma arretrato, paese che era la Russia Zarista. Lelezioni programmatiche, teoriche, strategiche e tattiche,nonostante tutti i cambiamenti, restano ancora valide. Ilproletariato russo e la sua avanguardia hanno dimostratoper sempre che si può lottare, osare e vincere. In questosenso la rivoluzione russa e del tutto attuale. Ricordarlanon in termini storiografici astratti, ma cercando diapprenderne le lezioni per l'oggi è il compito del nostropartito. Questo motiva questo numero speciale di MarxismoRivoluzionario [...].

Franco Grisolia

LO STUDENTE TROTSKISTA - N.2 – SPECIALE CENTENARIO DELLA RIVOLUZIONE RUSSA PAG.17

- INVITO ALLA LETTURA -PREFAZIONE DEL LIBRO “CENTO ANNI” DI MARCO FERRANDO

All'inizio degli anni Novanta del secolo scorsosembrava tutto perduto: la fine dell'UnioneSovietica e del relativo blocco di paesi ''socialisti'trascinava con sé, nel fango della fine dei regimiburocratici stalinisti, l'idea stessa di socialismo ecomunismo. Qualcuno cominciò a teorizzare la“fine della storia”, una nuova epoca di “pace eprogresso” senza l'”aberrazione” del conflitto diclasse. Sappiamo com'è andata: la storia ècontinuata facendo balzi da gigante, con lamoltiplicazione dei conflitti e degli imperialismi; ilpassaggio dalla guerra fredda a quelle moltocalde in Medioriente e Asia; il ''progresso sociale''ha fatto i conti con la crisi scoppiata nel 2008, e

ha perso; il conflitto di classe invece cheregredire si è acuito nel senso diun'“accelerazione unilaterale a favore della partealta della scala sociale; in parti considerevoli delpianeta l'integralismo religioso - mica solo quelloislamico, come dimostra il caso israeliano -diventa un nuovo modello di dominazione eoppressione politica capitalistica.Malgrado tutto, nonostante gli infiniti arretramentie tradimenti, la lotta di classe degli oppressi nonsi è fermata, nel globo qua e là riappaionoorganizzazioni politiche e conflitti sociali cheripropongono, anche in forme diverse tra loro, iltema dell'alternativa politica e sociale: dal

Kurdistan all'Argentina, solo per faredue esempi.A un secolo di distanza dallavittoriosa rivoluzione bolscevica, cheha segnato non solo il cosiddetto“secolo breve” ma l'intera storiadelle classi lavoratrici, segnando lapossibilità di costruzione di unmondo senza padroni, eccociancora a discutere di strategia etattica per una politica rivoluzionaria,a dipanarsi tra storia e memoria, trapresente e futuro per ridare respiroalla prospettiva comunista.È questo il senso del saggio diMarco Ferrando che andiamo apresentare in questa prima edizione.La ricostruzione storica, delmovimento comunista rivoluzionario,che ha le sue radici più lontane nellametà dell'Ottocento: quando Marxed EngeIs diedero alle stampe ilprimo organico e insuperabileprogramma dei comunisti, quelManifesto che in un secolo e mezzoè diventato uno dei testi più lettinella storia dell'umanità; ma anchenelle esperienze dirette, come nellaComune di Parigi del 1871 e,ovviamente, la rivoluzionebolscevica del 1917.Cento anni dopo cosa restadell'ideologia marxista erivoluzionaria, delle politiche di chivoleva e vuole ancora oggicambiare il mondo? L'assalto alcielo è ancora possibile?

LO STUDENTE TROTSKISTA - N.2 – SPECIALE CENTENARIO DELLA RIVOLUZIONE RUSSA PAG.18

A distanza di quasi tre decenni della fine dell'Ursse del blocco sovietico, l'immagine che restadell'esperienza stalinista è idealmente benrappresentata dal disastro di Chernobyl, primaun'esplosione devastante, poi un sarcofago dipiombo e cemento a ricoprire tutto, un luogo dacui stare lontani nel tentativo di rimuovere causee origini del disastro... mentre i responsabili dellacatastrofe, quella che fu l'alta burocrazia di partitoe di stato, si è fatta classe padronale.Non va molto meglio nei sopravvissuti statisocialisti o democrazie popolari che dir si voglia.La Cina è ormai a tutti gli effetti un moderno statocapitalista in cui il proletariato è supersfruttato,solo la paura della “solitudine” può spingereancora qualcuno a pensare e teorizzare che laCina sia oggi un “socialismo di mercato” e lamassa di iscritti al Pcc ancora comunisti.Discorso analogo si può fare per il Vietnam,mentre la Corea del Nord, dove regna la “dinastiacomunista”, ricorda più uno dei primi film diWoody Allen che il marxismo. L'America latina, che nella seconda metà delNovecento tante esperienze e tentativirivoluzionari aveva vissuto, vede da un latocrescere l'esperienza del trotskismo argentino,dall'altro il movimento riformista del “Socialismodel XXI Secolo” - peraltro segnato da grandicontraddizioni – marcare un netto arretramento, avolte con protagonisti decisamente imbarazzanti,come il nicaguarense Daniel Ortega: dapresidente guerrigliero a presidente baciatore dicrocifissi e cristi morenti.Non molto meglio va nel vecchio continente, doveemergono le “nuove” sinistre europee di Syriza ePodemos. In Grecia ancora una volta si ripete latragedia del riformismo, con Tsipras al lavoro perfar ingoiare nuovi sacrifici al proletariato. InSpagna la formazione capeggiata dal SegretarioGenerale Pablo Iglesias, dopo aver mietuto inpochi anni grandi successi cavalcando un'ondataantisistema, si è proposta come alleata di

governo ai socialisti del Psoe.In Italia la situazione è forse pure peggiore. Lasinistra istituzionale e riformista negli ultimidecenni ha concluso la sua parabola perdiventare compiutamente forza politica organicaal capitale, altre volte semplicementescomparendo anche sul piano elettorale – quellopiù caro a una generazione di “sinistra” nata ecresciuta alla ricerca di poltrone istituzionali –dentro contenitori vari che salvassero larappresentanza parlamentare dei propri gruppidirigenti. Una sinistra talmente interna al sistemache nel 2006 si mise sull'attenti e rispose signorsì- per tramite di Bertinotti - quando dal <<Corrieredella Sera>> si levò la voce dei padroni delvapore per eliminare Marco Ferrando dalle liste diRifondazione Comunista, reo di aver affermatoun'ovvietà - evidentemente indicibile - cioè che imilitari italiani in Iraq erano a tutti gli effetti truppedi occupazione e legittima quindi la resistenzaalla loro presenza sul territorio estero. Larifondazione della sinistra rivoluzionaria, in Italiacome a livello internazionale, si scontra oggi conuna contraddizione di fondo: la maturità storicaobiettiva della prospettiva socialista e unarretramento della coscienza soggettiva dellaclasse lavoratrice, nonché della sua stessaavanguardia, che non ha precedenti nella storia.Rimontare questa contraddizione è possibile solopartendo dalla ridefinizione di un progettogenerale, mirato innanzitutto a elevare lacoscienza politica della classe e della potenzialeavanguardia e a organizzarle. È questol'obbiettivo principale a cui tende la riflessione diMarco Ferrando e l'attività del Partito Comunistadei Lavoratori di cui è portavoce.In questa lunga notte della lotta di classe, dovetutte le vacche sembrano nere - e quasi semprelo sono - a volte fischia ancora il vento: ciauguriamo che questo libro contribuisca a darglialtra forza.

Michele Terra

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