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27 Corriere del Ticino LUNEDÌ 24 AGOSTO 2015 SPETTACOLI zxy L’INTERVISTA SARAH DREW «Così il pubblico potrà ancora appassionarsi» L’attrice di «Grey’s Anatomy» parla della prossima stagione ADRIANA ROSSI zxy È il bello delle serie, conoscere un personaggio e poi vederlo cambiare, crescere, come nella vita. Così in Grey’s Anatomy, per April Kepner: entrata a far parte della serie nel 2009, sesta sta- gione, l’avevamo conosciuta che era una tirocinante ingenua e un po’ bac- chettona, per questo straziata dalle contraddizioni tra fede e scienza, tra convinzioni religiose e casi medici ed esistenziali. Nell’11. stagione da poco conclusasi anche sulla RSI, la storyline del suo personaggio è stata tra le prin- cipali: si è riappacificata con il marito Jackson, ha avuto e perso un figlio (col- pito da grave malattia genetica le si è posto il non facile dilemma se prose- guire o meno la gravidanza), quindi – in cerca di un senso alla propria vita dopo questa perdita – è partita per l’Af- ghanistan come chirurgo militare. Ha vissuto, amato, sbagliato, sofferto. La metamorfosi è compiuta. È un perso- naggio del tutto nuovo quello che ve- diamo negli episodi finali. «È il bello di partecipare a una serie così longeva: ti pare quasi di interpre- tarne uno diverso rispetto a quando sei entrata a farne parte. April era timi- da e insicura, un’adolescente. Ora è una donna matura, con i problemi di un’adulta», dice di lei Sarah Drew, l’attrice che la interpreta e che era ospite recentemente al Monte Carlo Television Festival. «Di cosa le acca- drà nella prossima stagione non ho ancora nessun’idea, se non che il suo rapporto con Jackson è destinato a cambiare, che tra loro ci saranno pa- recchi problemi. Ma è tutta la serie che si trasformerà profondamente per via dell’arrivo come produttrice, a fianco dell’autrice Shonda Rhimes, di Debbie Allen (è l’attrice-regista che nella serie interpreta la dr.ssa Avery, madre di Jackson, n.d.r.)». Di rivoluzioni ce ne sono già state pa- recchie. A cominciare dalla «diparti- ta» di Patrick Dempsey, alias dr. De- rek Shepherd, uno dei personaggi storici, marito della Grey che dà il no- me alla serie. Un po’ rischioso, non trova? «Il bello di Grey’s Anatomy è che c’è sempre un personaggio in cui lo spetta- tore può identificarsi. Quindi, anche se “Stranamore” è insostituibile, il pubbli- co troverà ancora di che appassionarsi. Non sono solo tra i personaggi, c’è quella tensione continua tra la vita e la morte tipica di un ospedale che lega alla narrazione». Si fa già il nome di un attore che ne prenderà il «posto»... «Ho appena avuto la conferma che Martin Henderson entrerà a far parte della serie: lo conosco, con lui ho fatto il pilot per un’altra serie medica di Shonda Rhimes. È bravo e bello». Cosa rende Grey’s Anatomy diversa da tutte le altre serie ospedaliere? «La leggerezza, che riesce ad alleggeri- re situazioni tanto drammatiche e cu- pe. E la speranza, che sempre accom- pagna i suoi protagonisti anche nei momenti più bui, che li motiva a supe- rare ostacoli talvolta veramente ardui». Qual è la domanda che le fanno più spesso le fan? «Com’è baciare Jackson. Ma non ho mai risposto». C’è qualche punto in comune tra Sa- rah e April? «Anch’io ho un marito. E ho avuto mio figlio esattamente 10 ore dopo che April ha partorito il suo (ma il piccolo della Drew, che pure ha avuto proble- mi di salute appena nato, ora sta be- nissimo ed era a Montecarlo con lei e il marito, n.d.r.). Anch’io vengo da una famiglia religiosa: mio padre è pastore presbiteriano. Quando entrai a far parte della serie, Shonda volle che lo fosse anche April. Mi chiamò da parte e mi disse, per essere sicura di non in- correre in errori e per dare autenticità al personaggio, che avrei dovuto colla- borare con gli sceneggiatori, per cor- reggerli se c’erano cose che non corri- spondevano. È stata davvero una bella possibilità per me». PICCOLO SCHERMO Sarah Drew nei panni di April, il personaggio che inter- preta nella popolare serie Tv. zxy Romanticismo e primo Novecento sono i contenuti del concerto cameristi- co che Ceresio Esta- te propone mer- coledì alle 19 alla Chiesa Madonna d’Ongero a Carona. Di scena il violino di Ekaterina Valiulina e il pianoforte di Ricardo Al lvarez, per un programma comprendente opere di Beethoven, Prokofiev, Brahms e Ravel. Per introdurlo ci siamo rivolti alla giovane Ekaterina Valiulina. La Terza sonata per violino e pianoforte di Beethoven è davvero più seria ed energica rispetto alle altre? «Sì, questa Sonata – che è comunque una delle primissime scritte da Beethoven – è piena di luce e di energia e al tempo stes- so anticipa alcune delle caratteristiche dell’autore maturo: per la struttura artico- lata del primo movimento e per le elabo- rate armonie del secondo. Non è per nul- la un pezzo noioso o scontato e mostra anzi una certa ironia in un contesto di agevole leggibilità e di tecnica a tratti piuttosto impegnativa». Sergej Prokofiev è stato un compositore del pieno Novecento che però ha pre- sentato diversi legami con il passato musicale. Per lei si tratta di un autore più classico o più moderno? «Prokofiev è uno degli autori russi che più mi piacciono. Come Stravinskij attra- versò nella sua carriera un periodo neo- classico, dove i modelli strutturali del passato plasmavano le sue creazioni, co- munque nuove ed estremamente perso- nali. Se penso a lui, la prima idea è quella di un autore romantico che ha saputo scrivere un capolavoro meraviglioso co- me il balletto Romeo e Giulietta. E sotto vari punti di vista la Sonata per violino presenta caratteri vicini a questa mirabile pagina». Cosa significa per lei «virtuosismo»? «Conoscere perfettamente il proprio strumento così come avere una buona educazione e una profonda consapevo- lezza verso la musica in generale». ZENO GABAGLIO * violinista zxy L’INTERVISTA EKATERINA VALIULINA* «La Terza sonata è piena di luce e di energia» Folk Festival e il felice incrocio di generi musicali Si è conclusa con grande successo la quarta edizione della manifestazione locarnese zxy Dopo un inizio in sordina, la quarta edizione di Locarno Folk Fe- stival è decollata sabato, con le per- formance del gruppo catalano, D’Callaos e dell’artista marocchina Oum. Come afferma la direttrice del festi- val, Barbara Knopf, «l’esotico (musi- ca balcanica, sonorità dell’area me- diterranea, pizzica salentina e quant’altro) attira sempre, mentre da noi la musica dell’arco alpino sembra essere snobbata». Il leitmo- tiv della manifestazione, contraddi- stinta da proposte di grande caratu- ra, si può riassumere nella parola contaminazione: un incrocio tra generi musicali diversi ma anche tra epoche differenti. La prima serata è stata aperta dall’esibizione del fisar- monicista Gianni Coscia e del grup- po Tre Martelli, che ha proposto un pregevole amalgama tra folk pie- montese e jazz. Secondo gruppo in rassegna, i Gai Saber si situano, nel dibattito tra puristi e innovatori del- la musica folk, risolutamente dalla parte di questi ultimi, prendendo nettamente posizione a favore di un programmatico, rispettoso stravol- gimento dei repertori affrontati. A fianco dei tipici strumenti tradizio- nali della musica di danza occitana e dei brani dei trovatori medioevali, il gruppo ha inserito strumenti mo- derni e timbri elettronici, mentre l’arrangiamento si rifà ai diversi aspetti della musica contempora- nea. Ottimo l’impasto sonoro delle voci, soprattutto nelle sequenze d’insieme, avvincenti gli echi river- berati delle campionature, eccel- lente la sezione ritmica, vera anima della travolgente performance di venerdì. La serata di sabato è stata un successo. Dapprima, il gruppo di Barcellona, D’Callaos, con la sua fusione tra flamenco e sonorità mo- derne, ha incantato, grazie a musi- che e testi originali, un pubblico decisamente più numeroso. Ma for- se la vera rivelazione della due gior- ni locarnese è stata la giovane musi- cista di Casablanca, Oum, alla pe- nultima data del tour Soul Of Mo- rocco, con il suo connubio tra musi- ca tradizionale marocchina e sono- rità soul/jazz. Dotata di una voce cristallina e ipnotica, la giovane ar- tista (di cui a fine settembre uscirà l’album Zarabi) ha proposto uno spettacolo ammaliante che ha lette- ralmente mandato in visibilio i pre- senti. A volte la musica supera le di- stanze tra i generi; Oum ha saputo restituirci questa magia immergen- doci nelle atmosfere fatate di un continente dal quale ci giungono troppe cattive notizie. Nonostante i timori iniziali, quest’edizione si è dimostrata all’altezza delle aspetta- tive. Un plauso che va alla nuova dirigenza dimostratasi in grado di affrontare la sfida di non far rim- piangere la precedente. SANDRO MONTI SUL PALCO Il gruppo Tre Martelli, che si è esibito nella serata di sabato. (Foto Maffi) ‘‘ La leggerezza rende questa serie televisiva «ospedaliera» diversa da tutte le altre LUTTO Si è spento Jörg Schneider zxy L’attore Jörg Schneider, molto popolare nella Svizzera tedesca, è morto all’età di 80 anni. Era malato di cancro. A causa della malattia alla fine di settembre del 2014 aveva dovuto interrompere la seconda parte della sua tournée di addio «Häppi Änd». Alla fine di gennaio era ancora appar- so alla giornate cinematografiche di Soletta per la prima del suo film «Usfahrt Oerlike», nel quale ha svolto il suo primo ruolo drammatico. FRANCESCO GUCCINI A Natale un libro di racconti zxy «Ho scritto tre romanzi, sette gialli, un libro di racconti, una biografia. Adesso uscirà per Natale un altro libro di racconti, che probabilmente si chiamerà Fra un matrimonio e un funerale per non parlare del gatto. Un libro molto complesso, di racconti montanari. Ormai faccio lo scrittore a tempo pieno». Così Francesco Guccini si è espresso durante l’ultima sera- ta di Capalbio libri, realizzata in collaborazione con il premio Strega. COMPLEANNO Rita Pavone compie 70 anni zxy Rita Pavone, uno dei personaggi simbolo della scena musicale degli anni ‘60, compie settant’anni (e cinquantasei di carriera), col sorriso di una donna minuta e sempre energica che vanta una longeva carriera tra musica, cinema e Tv e più di 50 milioni di dischi venduti. Tra i suoi succes- si ricordiamo: «La partita di pallone», «Il ballo del mattone», «Come te non c’è nessuno», «Datemi un martello», «La pappa col pomodoro».

SPETTACOLI - LocarnoFolk del Ticino 240815... · 2015. 8. 28. · Rita Pavone compie 70 anni zxy Rita Pavone, uno dei personaggi simbolo della scena musicale degli anni ‘60, compie

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Page 1: SPETTACOLI - LocarnoFolk del Ticino 240815... · 2015. 8. 28. · Rita Pavone compie 70 anni zxy Rita Pavone, uno dei personaggi simbolo della scena musicale degli anni ‘60, compie

27Corriere del TicinoLUNEDÌ 24 AGOSTO 2015

SPETTACOLIzxy L’INTERVISTA SARAH DREW

«Così il pubblico potrà ancora appassionarsi»L’attrice di «Grey’s Anatomy» parla della prossima stagioneADRIANA ROSSI

zxy È il bello delle serie, conoscere un personaggio e poi vederlo cambiare, crescere, come nella vita. Così in Grey’s Anatomy, per April Kepner: entrata a far parte della serie nel 2009, sesta sta-gione, l’avevamo conosciuta che era una tirocinante ingenua e un po’ bac-chettona, per questo straziata dalle contraddizioni tra fede e scienza, tra convinzioni religiose e casi medici ed esistenziali. Nell’11. stagione da poco conclusasi anche sulla RSI, la storyline del suo personaggio è stata tra le prin-cipali: si è riappacificata con il marito Jackson, ha avuto e perso un figlio (col-pito da grave malattia genetica le si è posto il non facile dilemma se prose-guire o meno la gravidanza), quindi – in cerca di un senso alla propria vita dopo questa perdita – è partita per l’Af-ghanistan come chirurgo militare. Ha vissuto, amato, sbagliato, sofferto. La metamorfosi è compiuta. È un perso-naggio del tutto nuovo quello che ve-diamo negli episodi finali. «È il bello di partecipare a una serie così longeva: ti pare quasi di interpre-tarne uno diverso rispetto a quando sei entrata a farne parte. April era timi-da e insicura, un’adolescente. Ora è una donna matura, con i problemi di un’adulta», dice di lei Sarah Drew, l’attrice che la interpreta e che era ospite recentemente al Monte Carlo Television Festival. «Di cosa le acca-drà nella prossima stagione non ho

ancora nessun’idea, se non che il suo rapporto con Jackson è destinato a cambiare, che tra loro ci saranno pa-recchi problemi. Ma è tutta la serie che si trasformerà profondamente per via dell’arrivo come produttrice, a fianco dell’autrice Shonda Rhimes, di Debbie Allen (è l’attrice-regista che nella serie interpreta la dr.ssa Avery, madre di Jackson, n.d.r.)».Di rivoluzioni ce ne sono già state pa-recchie. A cominciare dalla «diparti-ta» di Patrick Dempsey, alias dr. De-rek Shepherd, uno dei personaggi storici, marito della Grey che dà il no-me alla serie. Un po’ rischioso, non trova?

«Il bello di Grey’s Anatomy è che c’è sempre un personaggio in cui lo spetta-tore può identificarsi. Quindi, anche se “Stranamore” è insostituibile, il pubbli-co troverà ancora di che appassionarsi. Non sono solo tra i personaggi, c’è quella tensione continua tra la vita e la morte tipica di un ospedale che lega alla narrazione». Si fa già il nome di un attore che ne prenderà il «posto»...«Ho appena avuto la conferma che

Martin Henderson entrerà a far parte della serie: lo conosco, con lui ho fatto il pilot per un’altra serie medica di Shonda Rhimes. È bravo e bello».Cosa rende Grey’s Anatomy diversa da tutte le altre serie ospedaliere?«La leggerezza, che riesce ad alleggeri-re situazioni tanto drammatiche e cu-pe. E la speranza, che sempre accom-pagna i suoi protagonisti anche nei momenti più bui, che li motiva a supe-rare ostacoli talvolta veramente ardui». Qual è la domanda che le fanno più spesso le fan?«Com’è baciare Jackson. Ma non ho mai risposto».C’è qualche punto in comune tra Sa-rah e April?

«Anch’io ho un marito. E ho avuto mio figlio esattamente 10 ore dopo che April ha partorito il suo (ma il piccolo della Drew, che pure ha avuto proble-mi di salute appena nato, ora sta be-nissimo ed era a Montecarlo con lei e il marito, n.d.r.). Anch’io vengo da una famiglia religiosa: mio padre è pastore presbiteriano. Quando entrai a far parte della serie, Shonda volle che lo fosse anche April. Mi chiamò da parte e mi disse, per essere sicura di non in-correre in errori e per dare autenticità al personaggio, che avrei dovuto colla-borare con gli sceneggiatori, per cor-reggerli se c’erano cose che non corri-spondevano. È stata davvero una bella possibilità per me».

PICCOLO SCHERMO Sarah Drew nei panni di April, il personaggio che inter-preta nella popolare serie Tv.

zxy Romanticismo e primo Novecento sono i contenuti del concerto cameristi-co che Ceresio Esta-te propone mer- coledì alle 19 alla Chiesa Madonna d’Ongero a Carona. Di scena il violino di Ekaterina Valiulina

e il pianoforte di Ricardo Ali Alvarez, per un programma comprendente opere di Beethoven, Prokofiev, Brahms e Ravel. Per introdurlo ci siamo rivolti alla giovane Ekaterina Valiulina.La Terza sonata per violino e pianoforte di Beethoven è davvero più seria ed energica rispetto alle altre?«Sì, questa Sonata – che è comunque una delle primissime scritte da Beethoven – è piena di luce e di energia e al tempo stes-so anticipa alcune delle caratteristiche dell’autore maturo: per la struttura artico-lata del primo movimento e per le elabo-rate armonie del secondo. Non è per nul-la un pezzo noioso o scontato e mostra anzi una certa ironia in un contesto di agevole leggibilità e di tecnica a tratti piuttosto impegnativa».Sergej Prokofiev è stato un compositore del pieno Novecento che però ha pre-sentato diversi legami con il passato musicale. Per lei si tratta di un autore più classico o più moderno?«Prokofiev è uno degli autori russi che più mi piacciono. Come Stravinskij attra-versò nella sua carriera un periodo neo-classico, dove i modelli strutturali del passato plasmavano le sue creazioni, co-munque nuove ed estremamente perso-nali. Se penso a lui, la prima idea è quella di un autore romantico che ha saputo scrivere un capolavoro meraviglioso co-me il balletto Romeo e Giulietta. E sotto vari punti di vista la Sonata per violino presenta caratteri vicini a questa mirabile pagina».Cosa significa per lei «virtuosismo»? «Conoscere perfettamente il proprio strumento così come avere una buona educazione e una profonda consapevo-lezza verso la musica in generale». ZENO GABAGLIO

* violinista

zxy L’INTERVISTAEKATERINA VALIULINA*

«La Terza sonata è piena di luce e di energia»

Folk Festival e il felice incrocio di generi musicaliSi è conclusa con grande successo la quarta edizione della manifestazione locarnese

zxy Dopo un inizio in sordina, la quarta edizione di Locarno Folk Fe-stival è decollata sabato, con le per-formance del gruppo catalano, D’Callaos e dell’artista marocchina Oum.Come afferma la direttrice del festi-val, Barbara Knopf, «l’esotico (musi-ca balcanica, sonorità dell’area me-diterranea, pizzica salentina e quant’altro) attira sempre, mentre da noi la musica dell’arco alpino sembra essere snobbata». Il leitmo-tiv della manifestazione, contraddi-stinta da proposte di grande caratu-ra, si può riassumere nella parola contaminazione: un incrocio tra generi musicali diversi ma anche tra epoche differenti. La prima serata è

stata aperta dall’esibizione del fisar-monicista Gianni Coscia e del grup-po Tre Martelli, che ha proposto un pregevole amalgama tra folk pie-montese e jazz. Secondo gruppo in rassegna, i Gai Saber si situano, nel dibattito tra puristi e innovatori del-la musica folk, risolutamente dalla parte di questi ultimi, prendendo nettamente posizione a favore di un programmatico, rispettoso stravol-gimento dei repertori affrontati. A fianco dei tipici strumenti tradizio-nali della musica di danza occitana e dei brani dei trovatori medioevali, il gruppo ha inserito strumenti mo-derni e timbri elettronici, mentre l’arrangiamento si rifà ai diversi aspetti della musica contempora-

nea. Ottimo l’impasto sonoro delle voci, soprattutto nelle sequenze d’insieme, avvincenti gli echi river-berati delle campionature, eccel-lente la sezione ritmica, vera anima della travolgente performance di venerdì. La serata di sabato è stata un successo. Dapprima, il gruppo di Barcellona, D’Callaos, con la sua fusione tra flamenco e sonorità mo-derne, ha incantato, grazie a musi-che e testi originali, un pubblico decisamente più numeroso. Ma for-se la vera rivelazione della due gior-ni locarnese è stata la giovane musi-cista di Casablanca, Oum, alla pe-nultima data del tour Soul Of Mo-rocco, con il suo connubio tra musi-ca tradizionale marocchina e sono-

rità soul/jazz. Dotata di una voce cristallina e ipnotica, la giovane ar-tista (di cui a fine settembre uscirà l’album Zarabi) ha proposto uno spettacolo ammaliante che ha lette-ralmente mandato in visibilio i pre-senti. A volte la musica supera le di-stanze tra i generi; Oum ha saputo restituirci questa magia immergen-doci nelle atmosfere fatate di un continente dal quale ci giungono troppe cattive notizie. Nonostante i timori iniziali, quest’edizione si è dimostrata all’altezza delle aspetta-tive. Un plauso che va alla nuova dirigenza dimostratasi in grado di affrontare la sfida di non far rim-piangere la precedente. SANDRO MONTI

SUL PALCO Il gruppo Tre Martelli, che si è esibito nella serata di sabato. (Foto Maffi)

‘‘La leggerezza rende questa serie televisiva «ospedaliera» diversa da tutte le altre

LUTTO

Si è spento Jörg Schneiderzxy L’attore Jörg Schneider, molto popolare nella Svizzera tedesca, è morto all’età di 80 anni. Era malato di cancro. A causa della malattia alla fine di settembre del 2014 aveva dovuto interrompere la seconda parte della sua tournée di addio «Häppi Änd». Alla fine di gennaio era ancora appar-so alla giornate cinematografiche di Soletta per la prima del suo film «Usfahrt Oerlike», nel quale ha svolto il suo primo ruolo drammatico.

FRANCESCO GUCCINI

A Natale un libro di raccontizxy «Ho scritto tre romanzi, sette gialli, un libro di racconti, una biografia. Adesso uscirà per Natale un altro libro di racconti, che probabilmente si chiamerà Fra un matrimonio e un funerale per non parlare del gatto. Un libro molto complesso, di racconti montanari. Ormai faccio lo scrittore a tempo pieno». Così Francesco Guccini si è espresso durante l’ultima sera-ta di Capalbio libri, realizzata in collaborazione con il premio Strega.

COMPLEANNO

Rita Pavone compie 70 annizxy Rita Pavone, uno dei personaggi simbolo della scena musicale degli anni ‘60, compie settant’anni (e cinquantasei di carriera), col sorriso di una donna minuta e sempre energica che vanta una longeva carriera tra musica, cinema e Tv e più di 50 milioni di dischi venduti. Tra i suoi succes-si ricordiamo: «La partita di pallone», «Il ballo del mattone», «Come te non c’è nessuno», «Datemi un martello», «La pappa col pomodoro».