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Maris Davis History Maris Davis History

Spezzare le Catene

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La battaglia per la dignità delle donne.Trascrizione integrale delle pagine da 76 a 79, la parte del libro che parla di Maris Davis.

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Maris Davis HistoryMaris Davis History

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SSPEZZAREPEZZARE

LELE CCATENEATENELa Battaglia per laLa Battaglia per laDignità della DonneDignità della Donne

Suor Eugenia Bonetticon Anna Pozzi

Rizzoli EditoreRizzoli Editore

2012

Vai al libro nel sito dell'editore- clicca qui -

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Trascrizione integraledelle pagine da 7676 a 7979,

la parte del libro cheparla di

Maris DavisMaris Davis

Maris Davis nel 2011

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.. un’altra storia che mi hatoccato profondamente. Una

storia drammatica e alcontempo di grande umanità:

quella di MarisMaris, che hapercorso un cammino di

emancipazione e guarigione ..

Il 16 luglio 201116 luglio 2011 (data simbolo),questa giovane nigeriana vittimadi tratta è .. “sopravvissuta con -tro un male incurabile”. Ora con-tinua a vivere, ma soprattuttovive attraverso il ricordo del suoesempio: la sua determinazionele ha permesso di rompere le ca-tene per poter vivere da donna li-bera anche l’esperienza difficiledella malattia, senza mai arren-dersi. Cosciente del suo male, an-

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che lei ha deciso di raccontare lasua storia per liberarsi di quelmacigno che portava dentro datroppi anni. Ecco, attraverso lesue stesse parole la trama dellasua giovane vita, per non dimen-ticare la bellezza interiore chenemmeno la mafia è riuscita a di-struggere.

MarisMaris racconta nel suo blog: ”Dapiccola, alla periferia di BeninCity, sognavo che il papà la smet-tesse di maltrattare mamma cheera la sua seconda moglie. Lamamma sopportava tutto pur difarci mangiare (…) Nove tra fra-telli e sorelle, cinque dalla primamoglie e quattro dalla seconda;mia madre doveva provvedere atutti. Un angelo, la nonna mater-

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na, mi ha portato via daquell’inferno. Se non fosse statoper lei, avrei subito l’odiosa pra-tica dell’infibulazione come lemie sorelle. Questa grande donnami ha fatto studiare pagando perla mia istruzione fino al diploma.Finiti gli studi sognavo l’Europa, eallora mio padre per farmi con-tenta mi ha “venduta” in cambiodi pochi dollari a dei “signori ele-ganti” e ben vestiti che mi hannofatto arrivare in Italia nel 1995.Prima città, Torino, e quei “si-gnori eleganti” mi presero a forzae, alla presenza della mia primamadam, mi violentarono senzapietà, per tre giorni di seguito; midissero che dovevo imparare ilmestiere. Non avevo compiutoancora i miei 2121 anni.

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Comincia così il calvario di MaMa--risris, che trascina penosamente traItalia e Spagna fino alla fine del2003, quando viene lasciata liberadai suoi sfruttatori, ormai esaustae malata. Nel frattempo, a causadelle tante violenze subìte, erastata costretta a subire un inter-vento chirurgico che non leavrebbe permesso di essere mam-ma. “Ero la controfigura di mestessa”, ricorda “sempre ammala-ta e febbricitante, ero ridotta auno straccio che avrebbe volutochiudere gli occhi .. per sempre!E così un giorno quei bastardi midissero che il mio debito era pa-gato e mi abbandonarono al miodestino. Così mal messa non ser-vivo più ai loro scopi, ero diventa-

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ta un peso anche per loro.All’improvviso mi sono ritrovatasenza un posto per dormire, sen-za documenti validi, ma solo conuna valigia dove c’era tutta lamia vita e 700 euro che ero riu-scita a nascondere”.

Nonostante tutto MarisMaris ha avutoil coraggio di affrontare un lungopercorso di rinascita, anche gra-zie ad un uomo che aveva cono-sciuto in Italia e di cui aveva con-servato il numero di telefono. Eraun divorziato padre di due figli,un volontario della Caritas. Quan-do lei lo chiama, anni dopo, luinon attacca. Va a prenderla a Ma-drid e le rimane accanto. Anzi, fadi più: intuendo quanto Maris siabrillante, la manda all’università

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così che possa studiare. Lo studiola appassiona così tanto da farlarinascere. E pensare che quandol’aveva ritrovata era ridotta a unalarva, si sentiva una donna senzasperanza. Infine, per darle legali-tà, l’ha sposata, dandole per laprima volta amore gratuito.. Nonè stato facile per lui spiegarequella scelta alla sua famiglia, maanche il quel caso è avvenuto unpiccolo miracolo: i figli hanno ca-pito che le sue intenzioni eranobuone e alla fine hanno accoltoMarisMaris dandole finalmente unacasa.

Ci sono voluti sei anni di sereni-tà, di cure amorevoli, di preghie-re continue per avere il coraggiodi raccontare, di buttare fuori il

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dolore che mi tenevo dentro or-mai da troppo tempo. Avevo asso-luto bisogno di liberarmi, certocon fatica, ma finalmente quel“macigno” che avevo dentro èuscito fuori e ora mi sento più“leggera”, ancora non del tuttoliberata dai pensieri, ma fiera dime stessa e senza paure perchéora ho capito che tutto ciò che dibrutto mi è accaduto non è statacolpa mia. Eppure, anche a di-stanza di anni, capita che vengaassalita da ricordi spiacevoli, misveglio nel cuore della notte disoprassalto, ma poi allungo la miamano e accarezzo il viso dell’uni-co uomo che abbia saputo donarsia me senza mai chiedere nulla incambio. Il mio unico amoreIl mio unico amore ..”

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MarisMaris ci lascia un esempio digrande forza. Una testimonian-za che ci stimola a combattereinsieme la tratta di esseri umani,affinché a nessuna donna capitipiù un simile calvario. Esperien-ze come quella di IsokeIsoke e MarisMarissono segni importanti che, perquanto piccoli e a volte invisibili,danno speranza. E mi infondonola forza di credere che una rispo-sta a questo enorme e vergo-gnoso commercio a scopi ses-suali potrebbe arrivare propriodalle stesse donne coinvolte. Ènecessario però che riescano aformare una forte coalizione e alanciare insieme un chiaro mes-

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saggio a sfruttatori e madam.Noi siamo al loro fianco. Se nonSe nonora, quando?ora, quando?

Nel 1999 MarisMaris stava frequentando ilsecondo anno di Informatica pressol’Università di Udine sotto falsonome, dopo che due anni prima, avevaavuto il coraggio di denunciare i suoisfruttatori.

In quello stesso anno, in maggio, ven-ne “rapitarapita” dalla mafia nigeriana e,contro la sua volontà, portata in Spa-gna dove restò segregata per quattrolunghi anni. La sparizione di Maris al-lora fu archiviata con troppa legge-rezza come un semplice allontanamen-to volontario.

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Solo cinque anni dopo, su segnalazionedel consolato italiano di Madrid, laquestura di Udine ricostruì la dinami-ca esatta del suo rapimento e del suotrasferimento “forzatoforzato” in Spagna.

Una volta ritornata libera, Maris DaMaris Da--visvis rimase in Spagna fino alla fine del2006, un periodo necessario per ri-pristinare i documenti italiani. Ungrazie particolare al consolato ita-liano di Madrid che ha saputo e volu-to ricostruire tutta la sua vicendarelativa al suo “rapimento” e che l'haseguita per tutta la parte relativaalla ricostruzione della documentazio-ne italiana di cui Maris era già in pos-sesso prima del 1999.

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Parlo di meParlo di me(Senza paura)

Pubblicazione originale con la quale, nell'agosto2010, Maris Davis rese pubblica la sua vicendapersonale e confessò di essere stata vittima della“mafia nigeriana”, prima in Italia e poi in Spagna.

Parlo di meParlo di me(Senza paura)(Senza paura)

Versione originale inItaliano

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I speakI speakabout meabout me

Versione Inglese

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Hablo deHablo dememe

Versione Spagnola

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Maris Davis (2011)

Maris Davis oggi

Pubblicazione a cura di Foundation for Africa

Ottobre 2015

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