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STATO DELL’AMBIENTE E ASPETTI SANITARI CORRELATI NELLA PROVINCIA DI BERGAMO CAPITOLO 4 SINTESI DEI PRINCIPALI INDICATORI E DEGLI IMPATTI SULL’AMBIENTE E SULLA SALUTE DELLA POPOLAZIONE Paragrafo 4.4 IMPATTI Novembre 2003

STATO DELL’AMBIENTE E ASPETTI SANITARI CORRELATI … · - Stime di impatto di salute pubblica legati all’attività sportiva e sulla problematica vene varicose e ... in città

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STATO DELL’AMBIENTE E ASPETTI SANITARI CORRELATI NELLA PROVINCIA DI BERGAMO

CAPITOLO 4

SINTESI DEI PRINCIPALI INDICATORI E DEGLI IMPATTI SULL’AMBIENTE E SULLA SALUTE

DELLA POPOLAZIONE

Paragrafo 4.4

IMPATTI

Novembre 2003

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4.4.1 ECOSISTEMI La situazione degli ecosistemi acquatici della Provincia di Bergamo presenta valori buoni per quanto concerne la sensibilità all’acidificazione dei laghi di Iseo e di Endine, ovvero la propensione degli ecosistemi a subire danni a contatto con le deposizioni acide. In merito alla situazione dei fiumi, l’indice di funzionalità fluviale (IFF) permette di valutare la capacità di un corso d’acqua di resistere all’inquinamento e di autodepurarsi attraverso una serie di parametri che riguardano l’ecosistema ripario e quello acquatico. Le figure 4.4.1 e 4.4.2 mostrano la situazione in provincia di Bergamo.

La situazione generale dei fiumi della Provincia di Bergamo mostra un Indice di Funzionalità Fluviale che oscilla tra l’ottimo e il buono per la fascia di alta montagna dove i fiumi Brembo, Serio e Oglio sono caratterizzati da sponde ripide e scorrono in un alveo caratterizzato da elevate condizioni di naturalità, eccetto per tratti soggetti a interventi di arginatura artificiale e briglie, in corrispondenza di centri abitati.

I valori dell’IFF peggiorano spostandosi verso la pianura dove si raggiungono livelli scadenti o addirittura pessimi come nel caso della sponda destra del torrente Cherio; emissario del Lago d’Endine attraversa una valle fortemente influenzata dalla presenza dell’uomo sia in termini di nuclei abitati che di insediamenti produttivi.

Figura 4.4.1 - Indice di funzionalità fluviale, sponda destra

Fonte: Provincia di Bergamo

516

Lungo il percorso ci sono estesi tratti canalizzati che ne alterano la naturalità dell’alveo e delle rive. A livello di ecosistema fluviale singolo, è il fiume Brembo a registrare i migliori valori, seguito da il fiume Serio e il fiume Oglio. Un’area di pianura con IFF particolarmente elevato è la zona dei Navigli (Naviglio Civico di Cremona e Naviglio Vecchio). Fra gli impatti rilevabili sugli ecosistemi forestali si segnala l’effetto degli inquinanti atmosferici sulla vegetazione. Sebbene allo stato attuale delle ricerche in questo campo risulti ancora difficile stabilire una correlazione diretta tra l’esposizione ai vari inquinanti e le risposte della vegetazione, sembra opportuno riportare i risultati di un’indagine campione sul deperimento dei boschi in Val Seriana Superiore, condotta dall’Azienda Regionale delle Foreste tra il 1991 e il 1995. Tale indagine ha rilevato una situazione degli ecosistemi forestali della Val Seriana non compromessa ma con un peggioramento dello stato delle chiome, in particolare delle conifere (figura 4.4.3), legato a cause non note. E’ importante sottolineare che l’indagine condotta ha carattere preliminare e ben delimitato ai siti studiati, pertanto i risultati non consentono valutazioni riferibili all’intero territorio. Tuttavia i dati confermano quanto riscontrato in altre aree forestali della Lombardia che, pur essendo collocate lontano dalle fonti di emissione di inquinanti in atmosfera, risentono comunque degli effetti negativi legati al trasporto a media/lunga distanza delle sostanze tossiche.

Figura 4.4.2 - Indice di funzionalità fluviale, sponda sinistra

Fonte: Provincia di Bergamo

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Figura 4.4.3 - Indice di danno medio per le specie di conifere oggetto di indagine

0 0,2 0,4 0,6 0,8 1 1,2

Abies alba

Larix decidua

Picea abies

Pinus sylvestris

totale

spec

ie

Indice di danno medio (IDM)

1991

1992

1993

1994

Fonte: Agenzia Regionale Foreste Per quanto riguarda gli eventi di contaminazione del suolo rilevati in provincia di Bergamo, in sei casi è stata eseguita un’analisi di rischio che ha determinato limitazioni nelle destinazioni d’uso del sito contaminato, limitazioni d’uso delle acque di falda e particolari accorgimenti nell’edificazione e nel sistema di raccolta delle acque. Gli impatti sugli ecosistemi della Provincia di Bergamo evidenziano una situazione di criticità per i corsi d’acqua nelle aree di pianura dove l’Indice di funzionalità fluviale raggiunge valori pessimi o scadenti; la presenza di ecosistemi forestali (in particolare le conifere) non ancora compromessi, ma in peggioramento, è segnalata in Val Seriana Superiore.

Indicatore Descrizione DPSIR Valutazione complessiva

Qualità del dato

Trend qualità ambientale

Sensibilità all’acidificazione

Sensibilità dei laghi all’acidificazione misurata mediante l’alcalinità

I ☺ l N.A.

Indice di funzionalità fluviale

Mappatura dell’indice di funzionalità fluviale I K l N.A.

Indice di danno dei sistemi forestali

Percentuale di piante che presentano determinati livelli di danno

I K w N.A.

Limitazioni d’uso del suolo

Limitazioni d’uso di aree contaminate I K w N.A.

518

4.4.2 SALUTE PREMESSA: Stato di salute della popolazione della Provincia di Bergamo: principali evidenze epidemiologiche L’A.S.L. della Provincia di Bergamo, in quest’ultimo quadriennio, ha riservato particolare attenzione, nell’ambito delle proprie attività istituzionali, all’esplorazione conoscitiva, metodologicamente aggiornata, dello stato di salute dei cittadini. L’analisi epidemiologica dei bisogni rappresenta infatti un modello in grado di descrivere compiutamente le relazioni esistenti tra prevalenza delle malattie, volume dei servizi sanitari consumati per trattarle e, infine, risorse umane e finanziarie usate per la produzione di tali servizi. In questa logica strategica complessiva si sono prodotti, in particolare, i seguenti studi di ampio respiro: - Atlante della Mortalità Oncologica in provincia di Bergamo (1989-1994) - Atlante della Mortalità Evitabile (1981-2000) - Epidemiologia dei Suicidi in provincia di Bergamo (1994 – 2000) - Atlante dei ricoveri 1997-2001: Il ricovero come modello di analisi della domanda e dell’offerta A ciò si aggiungano numerosi lavori su problematiche specifiche quali, ad esempio, - Analisi dell’epidemiologia locale della patologia degenerativa cerebrale (Morbo di Alzheimer e

Malattia di Parkinson) - Analisi dei dati di ricovero per asma ed altre patologie respiratorie (BPCO, enfisema, etc.) in

relazione all’inquinamento da traffico - Rapporto tra esposizione a radon e tumori - Analisi dei tumori dell’apparato ematolinfoproliferativo ed esposizioni lavorative e/o ambientali

(Progetto ISOLINFA) - Stime di impatto di salute pubblica legati all’attività sportiva e sulla problematica vene varicose e

safenectomie. Questi ed altri lavori specifici sono contenuti nel CD “Lo stato di salute in provincia di Bergamo”, presentato congiuntamente al già citato Atlante dei Ricoveri. I risultati degli studi epidemiologici ora citati hanno posto in luce una serie di evidenze, alcune più generali, altre relative a peculiarità e specificità locali. In sintesi, potremmo approntare questo “elenco” sinottico: • Priorità del problema “tumori” in generale • Tra i tumori, particolare rilevanza assumono, per il loro “peso”, sia come mortalità che come

“indotto” assistenziale, le seguenti forme: o polmone (maschi + femmine) o fegato (maschi+femmine) o stomaco (maschi+femmine) o mammella (femmine) o pancreas (maschi+femmine) o laringe (maschi) o mesoteliomi (maschi+femmine)

• Tra le patologie cronico-degenerative non tumorali, si evidenziano gli andamenti positivi, come trend temporale, della mortalità legata a patologie dell’apparato cardiovascolare.

• Sempre maggior attenzione deve essere posta, inoltre, alle patologie degenerative cerebrali (Alzheimer, Parkinson, ecc.), poiché il progressivo invecchiamento della popolazione determinerà nei prossimi anni, anche in provincia di Bergamo, un aumento non indifferente delle risorse (anche economiche) da dedicarsi alla problematica.

• Le patologie infettive, sia pur in un ambito complessivo ormai definibile come di sporadicità, se non rarità in senso assoluto, hanno destato molto interesse per un ritorno di episodi “epidemici” (ad esempio, epidemia di shigellosi), sostanzialmente legati a situazioni di particolare degrado igienico-ambientale (campo nomadi).

• Il problema delle morti e degli infortuni legati ad eventi di tipo accidentale (lavoro, strada) è anch’esso rilevante, e necessiterà di approfondimenti specifici.

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• Le patologie non tumorali connesse all’inquinamento dell’aria, in particolare outdoor (ma anche indoor), sia di tipo cronico, che di tipo acuto, costituiscono anch’esse un capitolo di cui è opportuno prevedere la rilevanza sempre maggiore.

• L’implementazione di un Registro Tumori permetterà un notevole salto di qualità nel monitoraggio dell’andamento delle patologie oncologiche non solo rispetto a mortalità, incidenza, sopravvivenza e prevalenza, ma anche su outcome relativi ai profili di assistenza ed alla relativa valutazione.

Indicatore Descrizione Valutazione complessiva

Qualità del dato

Trend qualità ambientale

Mortalità e Patologia Tumore Mammella L l â Mortalità e Patologia Tumore Polmone L l â Mortalità e Patologia Tumore Stomaco L l â Mortalità e Patologia Tumore Fegato L l → Mortalità e Patologia Tumore pancreas L l â Mortalità e Patologia Tumore laringe L l â Mortalità e Patologia Mesoteliomi L l â Mortalità Apparato cardiovascolare K l →↑ Patologia Alzheimer K l â Patologia Malattie infettive ☺ l ↑ Mortalità e Morbosità Incidenti stradali L l â Prospettive di sviluppo del settore Appaiono argomenti prioritari di sviluppo nel settore della ricerca epidemiologica per l’A.S.L. di Bergamo: • ulteriori approfondimenti su singole patologie e/o situazioni di particolare “rischio” locale, mediante

gli strumenti dell’epidemiologia analitica classica e di quella spaziale; • l’approfondimento della conoscenza dei fattori di rischio locali; • lo sviluppo di analisi di epidemiologia genetica e molecolare, con studi mirati su sottopopolazioni

particolari; • l’intervento, a diversi livelli, per prevenire l’insorgenza o comunque limitare gli effetti di queste

forme patologiche; ciò implica necessariamente scelte organizzative da effettuare, per sviluppare sia una efficace prevenzione dei rischi, sia un’ottimale allocazione delle risorse da dedicare alle attività di screening, di diagnosi e cura individuale.

ARIA PM10 – Ozono – NO2

La revisione dei lavori pubblicati in questi ultimi anni ha condotto a dei punti fermi sullo stato delle conoscenze concernenti gli effetti dannosi a breve termine dell’inquinamento atmosferico urbano, così riassumibili: • Esiste associazione tra le variazioni di breve periodo dell’inquinamento urbano e la mortalità

anticipata (prematura) della popolazione ad esso esposta. Le dimensioni dell’eccesso non appaiono eclatanti, ma rivestono notevole interesse in termini di salute pubblica, a causa delle dimensioni numeriche della popolazione esposta (come dimostra il lavoro “Inquinamento atmosferico e salute” del prof. Cesare Meloni).

• Anche a basse dosi (inferiori pure a quelle considerate come limite minimo dagli standard di qualità dell’aria normati in molti Paesi industrializzati) l’effetto sulla mortalità anticipata è evidente.

• I soggetti anziani (età >65 anni) e defedati sono i più colpiti. • Vi sono evidenze a favore della causalità dell’associazione, anche dopo il controllo del

confondimento prodotto dalla stagionalità e dagli aspetti metereologici locali.

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• La specificità dell’associazione è sostenuta dagli studi di mortalità che hanno evidenziato come i rischi relativi associati alle patologie respiratorie e cardiovascolari siano sempre maggiori del rischio relativo globale (mortalità overall).

In provincia di Bergamo i principali problemi di salute legati all’inquinamento atmosferico sono legati soprattutto ai livelli di PM10 (e relativi inquinanti adsorbiti quali gli IPA) in città e lungo le principali arterie di traffico (soprattutto nel periodo invernale o comunque in periodi di scarse precipitazioni e di scarsa ventilazione) e, in minor misura, a livelli di Ozono (periodo estivo) e alla persistente criticità da NO2. Di seguito si riportano i grafici illustranti rispettivamente l’andamento del concentrazione del PM10

media giornaliera (gennaio 2002 e 2003) e dell’ozono rilevate presso la centralina di via S. Giorgio e la tabella illustrante gli esiti sanitari attribuibili a esposizione a concentrazione di PM10 superiori a 30 µg/metro cubo di due distinti studi: il primo dell’OMS-Italia, il secondo dell’A.S.L. di Bergamo relativo alla territorio provinciale di competenza. Figura 4.4.4 - Stazione di S.Giorgio PM10 - 08/01/2002-17/01/2002

Fonte: ARPA di Bergamo Figura 4.4.5 - Concentrazione PM10 rilevate presso la stazione di Bergamo-S.Giorgio, nei mesi di gennaio/febbraio 2003

0

50

100

150

Fonte ARPA, elaborazione dati A.S.L.

521

Figura 4.4.6 - Valori di Ozono rilevati nel mese di giugno 2002 presso le centraline di Bergamo via Goisis e via S. Giorgio

Valori di Ozono

020406080

100120140160180200220240260280300320340360380

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30

Giugno 2002

O3

ug/m

3

Soglia Attenzione Soglia Allarme Via Goisis Via S.Giorgio

Fonte ARPA, elaborazione dati A.S.L. Tabella 4.4.1 - Esiti sanitari attribuibili a esposizione a PM10 > 30 ug/metro cubo

Evento %

su totale eventi

Numero casi attribuibili/anno tra la popolazione delle città

dello studio OMS-Italia

Numero casi attribuibili/anno tra la popolazione della -

Provincia di Bergamo

Mortalità totale (sogg. età>30 aa.) 4,07 3472 319 Ricoveri Pat. Respiratorie 3,00 1887 324 Ricoveri Pat. Cardiovascolari 1,07 2710 271 BPCO (età >25 aa.) 14,01 606 210 Bronchiti acute (età <15 aa.) 4,06 31524 13 Attacchi d’asma (età <15 aa.) 8,01 31524 3500

Fonte: A.S.L. di Bergamo

L’A.S.L. di Bergamo ha condotto un’indagine nel 2002, sulla prevalenza di richieste di visita per patologie riconducibili a situazioni ambientali. Disponendo dei dati relativi alla concentrazione degli inquinanti aerodispersi rilevati presso le apposite centraline dislocate in punti strategici della città, è stato chiesto a 304 medici dell’A.S.L. (il 37% del totale) di segnalare le richieste di visita per alcune patologie nelle giornate maggiormente critiche dal punto di vista della concentrazione del PM10. Le patologie analizzate sono state le seguenti: infezioni delle vie respiratorie superiori, patologie cardiovascolari, bronchiti, sindromi influenzali, BPCO e asma. Ai medici è inoltre stato richiesto di effettuare le stime considerando tre fasce d’età dei pazienti: da zero a quattordici anni, da quattordici a sessantaquattro anni e infine dai sessantacinque anni in su. L’indagine ha portato a concludere che la fascia di età in cui si ha avuto un considerevole aumento delle richieste di visita è la prima fascia, da zero a quattordici anni per le seguenti patologie: bronchiti, patologie prime vie respiratorie e asma. Si è inoltre condotto uno studio che mettesse in relazione i casi di ricovero per asma (anni 1997-2001) nella popolazione generale ed in particolare nei bambini e la residenza dei soggetti (n. casi per residenza comunale e tassi (x 1000) per residenza comunale: lo studio ha evidenziato una suggestiva tendenza all’aggregazione dei casi lungo le principali vie di comunicazione stradale, in particolare:

• lungo le statali di Val Brembana e Val Seriana; • da Seriate verso la zona del Lago di Iseo; • da Bergamo, Bergamo inclusa, lungo i due principali assi stradali verso Milano e verso Como-

Lecco; • da Seriate verso il Bresciano; • lungo l’area dell’Alto Lago di Iseo (Lovere, Costa Volpino, ecc.).

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Figura 4.4.7 - Asma nei bambini –ricoveri 1997-2001-n. casi per residenza comunale Fonte: A.S.L. di Bergamo Benzene Sull’esposizione a questo inquinante occorre distinguere la popolazione professionalmente esposta (benzinai), dai soggetti non professionalmente esposti. Nella nostra Provincia sono state condotte due indagini concernenti ciascuna una delle due categorie citate. L’indagine sui benzinai ha evidenziato, già nella prima fase di studio (1995), un’esposizione a concentrazioni medie di benzene (560 microg./mc - DS : 240) tra gli addetti all’erogazione di carburante presso le stazioni di servizio, inferiore sia ai limiti europei (3200 µg/mc) che ai limiti proposti dall’ACGIH per il 1997 (TWA 1600 µg/mc -0,5 ppm). Le misure ripetute nel 1996 ed estese ad altre stazioni di servizio nel 1997, dopo una campagna di informazione sui rischi, di prescrizione di procedure di lavoro in sicurezza ed interventi tecnici preventivi, hanno evidenziato in media un dimezzamento della concentrazione di benzene. Anche le concentrazioni dei Metil-Benzeni (Toluene e Xilene) sono risultate dimezzate. L’istogramma sotto riportato mostra chiaramente la riduzione della concentrazione del benzene presso le stazioni di servizio dotate di adeguato impianto di riciclo dell’aria. Figura 4.4.8 - Concentrazione di benzene presso le stazioni di servizio

0 1 0 2 0 3 0 4 0 5 0 6 0 7 0

c o n r i c i r c o l o s e n z a r i c i r c o l o Fonte: A.S.L. di Bergamo

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I valori evidenziati, seppur risultati superiori rispetto a quelli dei centri urbani nazionali indicano bassi livelli di esposizione professionale (inferiori a 0,3 ppm). Tale dato è stato confermato dai risultati del monitoraggio biologico (determinazione della concentrazione dell’Acido Trans- Trans Muconico Urinario di fine turno). Nell’istogramma sotto riportato (Figura 4.4.9) vengono invece messi a confronto le concentrazioni di benzene in impianti con ricircolo (CR), senza ricircolo (SR), con aspirazione (CA), fai da te (FDT). Figura 4.4.9 - Concentrazione di benzene in impianti con ricircolo (CR), senza ricircolo (SR), con aspirazione (CA), fai da te (FDT)

0

50

100

150

200

250

SR CR CA FDT

Fonte: A.S.L. di Bergamo Per quanto concerne la concentrazione atmosferica di benzene nell’area urbana indagata i dati raccolti non permettono di trarre conclusioni definitive sull’esposizione e sui rischi per la popolazione locale, sia per il limitato territorio indagato sia per il periodo relativamente breve di campionamento. I dati preliminari rilevati indicano tuttavia la presenza di livelli di rischio limitati, (valori della media mobile del periodo inferiore a 15 microg./mc, inferiori a 10 microg./mc nel 70% dei casi come media aritmetica giornaliera). Amianto Come per il benzene, anche per l’amianto occorre fare una distinzione fra i soggetti professionalmente esposti e le persone non professionalmente esposte, con una precisazione: a partire dal 1992, con l’entrata in vigore della legge n° 257, in Italia è stato posto il divieto di estrarre, lavorare e commercializzare l’amianto e i suoi prodotti, per cui a partire dal 1992 è cessata di esistere la categoria dei lavoratori impiegati nell’industria di estrazione e produzione di manufatti contenenti amianto e si è creata una nuova categoria di soggetti esposti: gli addetti alle bonifiche dei siti di amianto. Per quanto riguarda la popolazione l’esposizione da amianto deriva dalla presenza di amianto aerodisperso sia all’esterno che all’interno degli edifici. Anche in questo caso è doveroso precisare che negli edifici l’amianto può essere presente sostanzialmente in due forme: in matrice compatta (es. tetti in cemento amianto, pavimenti in vinil amianto, etc.) e in matrice friabile (amianto spruzzato). I manufatti in matrice compatta, come è facilmente intuibile, contribuiscono limitatamente al rilascio e dispersione delle fibre; diverso è invece il comportamento dei manufatti in matrice friabile, dove il rischio di rilascio delle fibre è potenzialmente elevato, ma non è il caso di allarmarsi, perché ormai, nella nostra Provincia la maggior parte degli edifici pubblici (il settore immobiliare in cui è stato maggiormente impiegato l’amianto in matrice friabile) sono stati bonificati. Nell’anno 2001 in provincia di Bergamo complessivamente sono stati rimossi 11.874.145 kg di amianto in matrice compatta (cemento amianto, più comunemente chiamato “eternit”), mentre il quantitativo di amianto in matrice friabile rimossa ammonta a 323.444 kg. Complessivamente nella Regione Lombardia sono state rimosse 89.000 tonnellate di rifiuti contenenti amianto di cui 2.000 tonnellate di amianto in matrice friabile (dati forniti da 14 A.S.L. su 15).

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Dal 1995 ad oggi, l’A.S.L. ha attivato il censimento degli edifici pubblici, comprese scuole di vario ordine e grado ed ospedali: delle 571 strutture indagate in 149 è stata riscontrata la presenza di amianto in matrice compatta mentre in 9 di amianto in matrice friabile. Il mesotelioma maligno rappresenta un esempio emblematico tra i tumori professionali a causa della sua ormai riconosciuta associazione con l’esposizione ad asbesto e proprio per tale associazione, è considerato un evento sentinella indicativo di aree produttive a rischio. Tra i tumori professionali (3-4% delle patologie da lavoro) i mesoteliomi (da pregressa esposizione ad amianto) sono quelli più frequenti e rappresentano il 50% di tutti i tumori da lavoro: - su 47 tumori nel biennio 1999-2000, 23 sono risultati mesoteliomi (63 casi dal 1996-2000: 52 nei

maschi, 11 nelle femmine). Dai monitoraggi ambientali effettuati nel corso degli anni dalla Sezione Aria, prima dell’ex PMIP poi divenuto ARPA di Bergamo, i valori di concentrazione dell’amianto aerodisperso rilevato in diversi comuni della nostra Provincia ed in diverse aree di Bergamo, hanno evidenziato una concentrazione di fibre (da 1 a 3 f/L) ampiamente inferiore al valore di 20 fibre/litro (in MOCF), previsto dal D.M. 6.09.94, al di sopra del quale si ha un inquinamento ambientale in atto, ovvero un rischio stimato ( di contrarre il mesotelioma) per la popolazione generale irrilevante Pollini L’A.S.L. di Bergamo ha raggiunto un accordo con la Associazione Allergologia Immunologia Aerobiologia Bergamasca per la rilevazione nella nostra Provincia dell’andamento temporale dei pollini di maggiore rilevanza allergologica, in grado cioè di scatenare riniti allergiche e asma bronchiale. Settimanalmente i dati rilevati vengono pubblicati su l’Eco di Bergamo e sul sito Internet dell’A.S.L. (www.asl.bergamo.it). A titolo di esempio di seguito si riporta uno dei molti grafici elaborati, per mostrare l’andamento della concentrazione dei pollini aerodispersi (in questo caso si tratta di Graminacee). Figura 4.4.10 - Andamento delle concentrazioni di pollini di Graminacee nell’aria di Beagamo periodo 21/01-28/10 2002

Fonte: A.S.L. di Bergamo, Associazione Allergologia Immunologia Aerobiologia Bergamasca La comunicazione di tali dati può essere estremamente utile per i medici (allergologi, pediatri di libera scelta, medici di medicina generale, ospedalieri) e per i cittadini affetti da allergopatie respiratorie. Il monitoraggio aerobiologico è infatti in grado di rilevare le variazioni qualitative, quantitative e temporali dei pollini presenti in atmosfera in una determinata zona e ciò rappresenta un valido strumento per la diagnosi ed il trattamento delle pollinosi. Queste conoscenze, naturalmente, sono tanto più utili quanto maggiore è il numero dei punti di rilevamento, perché consentono di avere dati che riflettono le condizioni di esposizione dei pazienti che vivono in aree lontane dalle singole stazioni di monitoraggio o che si muovono da una località all’altra per lavoro o nel tempo libero. L’utilizzo dei rilievi aerobiologici,

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eseguito in modo corretto e tempestivo con cadenza settimanale, risulta della massima utilità per i medici di base e gli specialisti in allergologia che devono seguire pazienti, sempre più numerosi, con problemi di allergia verso pollini e spore aerodispersi, anche a causa dell’inquinamento atmosferico e del maggior uso di farmaci; questi dati infatti, correlati alle previsioni meteorologiche a breve termine, possono consentirci la definizione di tendenze attendibili. Clima Grazie all’esistenza di un vasto database in cui sono archiviati tutti i ricoveri ospedalieri che coinvolgono i residenti nella Provincia di Bergamo (età, sesso, data, luogo di nascita e comune di residenza del soggetto, data e motivo del ricovero, durata della degenza e finanziamento erogato dall’A.S.L. alla struttura ospedaliera) per il periodo gennaio 1997-dicembre 2002, l’A.S.L. di Bergamo ha potuto analizzare le relazioni esistenti tra temperature e decessi e temperature e ricoveri ospedalieri, seguendo i criteri ed i consigli dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (che suggerisce di studiare gli effetti delle condizioni climatiche relativamente ad un breve periodo). Combinando i risultati dello studio sul breve periodo con le conoscenze di cambiamento climatico, si è cercato di dare un contributo alla comprensione di come la salute di comunità potrebbe essere influenzata dai cambiamenti climatici. Nella figura seguente è riportata la mappa delle principali stazioni di rilevamento climatico dislocate sul territorio provinciale. Figura 4.4.11 - Principali stazioni di rilevamento climatico dislocate sul territorio della Provincia di Bergamo

Fonte: A.S.L. di Bergamo I decessi L’innalzamento delle temperature causato dal cambiamento climatico dovrebbe avere come conseguenza un incremento della mortalità. In particolare, un aumento delle temperature estive dovrebbe condurre ad un aumento dei decessi, a causa dell’effetto negativo sulla salute dell’eccessivo calore. Meno chiaro è quel che accadrà con l’aumento delle temperature invernali. La letteratura spiega che la salute beneficia di temperature moderate e quindi che il numero di decessi dovrebbe diminuire con l’aumentare del numero di giorni miti. Molti dati rilevati hanno invece mostrato un andamento incerto o crescente dei decessi in corrispondenza delle temperature più basse. Ciò potrebbe essere dovuto a problemi metodologici (scarsità di dati o dubbia significatività dei tratti iniziali e finali della curva di interpolazione).

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I ricoveri La relazione osservata tra ricoveri e temperatura risulta poco marcata. Ciò è presumibilmente dovuto alle interferenze causate da fattori che non è stato possibile eliminare nello studio a causa dell’elevato numero di dati utilizzato: i ricoveri programmati, la discrezionalità dei pazienti riguardo la scelta del giorno del ricovero e l’”effetto ritardante” della temperatura sul ricovero (in caso di caldo molto intenso il ricovero potrebbe essere posticipato). È possibile che un innalzamento estivo delle temperature possa portare ad un aumento dei ricoveri. I tratti di interpolazione cui ci si riferisce sono però molto brevi e situati nelle parti terminali delle curve, ragion per cui vanno interpretati con molta cautela. È stata inoltre effettuata un’analisi riguardante la distribuzione dei ricoveri nell’ambito di una sola estate, che mostra un aumento dei ricoveri nel giorno successivo al manifestarsi di temperature molto alte. Poco si può dire sui ricoveri invernali. A prima vista si potrebbe sostenere che un aumento delle temperature invernali contribuisca paradossalmente ad accrescere il numero dei ricoveri. Infatti i tratti iniziali delle linee di interpolazione di tutti i grafici raccolti nel relativo capitolo indicano che, alle temperature rigide, i ricoveri sono in numero minore che in corrispondenza di temperature moderate. In realtà la forma di questo tratto della curva può essere spiegata dai ricoveri programmati, che tenderebbero a concentrarsi in corrispondenza delle temperature intermedie e alla relativa discrezionalità del paziente nella scelta del momento del ricovero, con tendenza a privilegiare periodi non troppo freddi.

Indicatore Descrizione Valutazione complessiva

Qualità del dato

Trend qualità ambientale

Popolazione esposta a inquinamento atmosferico (PM10, Ozono, NO2) da 0 – 14 anni

L l â*

Popolazione esposta a inquinamento atmosferico (PM10, Ozono, NO2) da 15 – 64 anni

K l â* Popolazione esposta a

inquinamento atmosferico (PM10, Ozono, NO2)

Popolazione esposta a inquinamento atmosferico (PM10, Ozono, NO2) > 65 anni

K l â*

Professionalmente non esposta K w á Popolazione esposta a inquinamento atmosferico (Benzene) Professionalmente esposta (benzinai) ☺ l á

Concentrazione di benzene Concentrazione del benzene nell’aria K w á

Professionalmente non esposta ☺ l á Popolazione esposta a fibre di amianto Professionalmente esposta

(addetti alle bonifiche) K/☺ l á

Concentrazione di amianto

Concentrazione dell’amianto nell’aria urbana ☺ l á

Popolazione soggetta ad allergie respiratorie Soggetti con allergia respiratoria L w â

Popolazione e clima Ricoveri e decessi K l â *Il trend di qualità ambientale per quanto concerne l’inquinamento non potrà migliorare sino a quando non verranno adottate serie misure di prevenzione di tutela ambientale, (per esempio consentire il trasporto di persone e merci con mezzi alternativi alle automobili e autorimorchi, utilizzo autoveicoli e carburanti meno inquinanti). ACQUA I contaminanti dell’acqua si dividono in due grandi gruppi: quelli chimici e quelli microbiologici. I contaminanti chimici a loro volta possono essere di origine naturale, come il ferro, il manganese ed il fluoro, abbondantemente presenti sul suolo italiano, oppure di origine industriale. La contaminazione microbiologica, invece, è causata soprattutto dallo scarico nell’ambiente di acque reflue di origine civile non depurate, che hanno cariche microbiche molto elevate e con una significativa

527

presenza di specie patogene per l’uomo, soprattutto i coliformi fecali. Queste acque possono causare fenomeni di grave inquinamento ed episodi epidemici di natura infettiva o allergica se si tratta di luoghi di balneazione. Acque potabili Complessivamente lo stato delle acque potabili in Bergamo e Provincia si mantiene su buoni livelli: tutte le zone presidiate da reti pubbliche sono sicure rispetto alla qualità dell’acqua. Solo in alcuni comuni della bassa (Treviglio, Caravaggio, Calvenzano, Misano Gera d’Adda e in provincia di Cremona Capralba, Casaletto Vaprio e Vailate) si sono avuti casi di contaminazione della falda da carbamazepina, un principio attivo utilizzato in farmacologia prevalentemente come antiepilettico, prodotto da una grande industria chimica situata in Treviglio. La concentrazione di tale sostanza nella falda non ha comunque raggiunto valori tali da costituire un pericolo per la salute. Acque superficiali e di balneazione Per quanto riguarda la qualità delle acque superficiali, i dati forniti dalla amministrazione provinciale dalla seconda metà degli anni ‘90 mostra un trend apprezzabile di miglioramento anche se, complessivamente, soprattutto l’inquinamento biologico resta consistente in molti casi e spesso accompagnato dalla presenza di enterobatteri patogeni. Un fattore determinante a questo riguardo è però rappresentato dalla accresciuta irregolarità di flusso delle acque superficiali (legata al crescente inurbamento con conseguente aumento esponenziale delle superfici impermeabili di scorrimento). Questo fenomeno provoca, a sua volta, la mancanza di acqua nell’alveo dei corsi d’acqua per molta parte dell’anno. Anche la derivazione tramite rogge a scopo irriguo (nella bassa) e di produzione di energia elettrica concorrono alla ridotta portata dei corsi d’acqua. La carenza del fattore di diluizione è un pesante determinante di inquinamento soprattutto batteriologico (spesso anche in presenza di impianti di depurazione efficienti). Anche l’inquinamento chimico soprattutto di origine industriale (ma anche agricolo) ha avuto un andamento in due fasi: una di crescita notevole (legata anche allo sviluppo) fino ai primi anni ‘90 e successivamente una di progressiva ma significativa riduzione fino ai giorni nostri. Figura 4.4.12 - Andamento complessivo dei parametri batteriologici di inquinamento delle acque superficiali nella Provincia di Bergamo (indicatore: % di superamento di 2 limiti di concentrazione per Coliformi Fecali)

0

10

20

3040

50

60

70

80

2002 2001 2000 1999 1998 1997

% val > 5.000

% val > 10.000

Lineare (% val >5.000)

Lineare (% val >10.000)

Fonte: A.S.L. di Bergamo Come anticipato in apertura del paragrafo è probabilmente in corso un lento miglioramento legato al progresso degli interventi di collettamento e depurazione ma deve essere meglio standardizzata la rilevazione, anche in collaborazione con la Provincia e con i consorzi gestori di rogge. La presenza di Enterobatteri patogeni, per lo più sporadica, è stata rilevata in quasi tutti i punti di rilevazione, è quindi

528

assolutamente da scoraggiare l’uso delle acque superficiali per la coltivazione di ortaglie destinate al consumo umano diretto senza idoneo trattamento di lavaggio con acque di rete. I corsi d’acqua maggiormente inquinati sono i due fiumi Serio e Brembo, che sebbene mostrino un lieve trend di miglioramento in accordo con la situazione provinciale, versano comunque in una situazione drammatica. Le condizioni del fiume Serio sono ulteriormente aggravate dalla notevole irregolarità del suo flusso, caratterizzato, per buona parte dell’anno, da una ridotta portata o addirittura dalla mancanza di acqua nell’alveo. Di seguito si riportano gli istogrammi illustranti l’andamento dei parametri batteriologici di inquinamento delle acque superficiali dei bacini di Serio e Brembo. Figura 4.4.13 - Andamento dei parametri batteriologici di inquinamento delle acque superficiali del bacino del Brembo (indicatore: % di superamento di 2 limiti di concentrazione di coliformi fecali)

0102030405060708090

2002 2001 2000 1999 1998 1997

% val > 5.000

% val > 10.000

Lineare (% val >5.000)

Lineare (% val >10.000)

Fonte: A.S.L. di Bergamo Figura 4.4.14 - Andamento dei parametri batteriologici di inquinamento delle acque superficiali del bacino del Serio (Indicatore: % di superamento di due limiti di concentrazione per i Coliformi fecali)

0102030405060708090

2002 2001 2000 1999 1998 1997

% val > 5.000

% val > 10.000

Lineare (% val> 5.000)

Lineare (% val> 10.000)

Fonte: A.S.L. di Bergamo

529

Analizzando in modo più dettagliato la presenza nei corsi d’acqua di Salmonelle, si ottengono i risultati illustrati nelle figure riportate di seguito. Figura 4.4.15 - Contaminazione da Enterobatteri patogeni (Salmonelle). Consuntivo dei dati provinciali espressi come % di positività sui campioni prelevati

0,0

5,0

10,0

15,0

20,0

25,0

30,0

35,0

40,0

2002 2001 2000 1999 1998 1997

% d

i po

siti

vità dati provinciali

Lineare (datiprovinciali)

Fonte: A.S.L. di Bergamo Figura 4.4.16 - Percentuale di presenza Salmonelle sul Bacino del BREMBO

0,0

5,0

10,0

15,0

20,0

25,0

30,0

35,0

2002 2001 2000 1999 1998 1997

% d

i po

siti

vità Bac. BREMBO

Lineare (Bac.BREMBO)

Fonte: A.S.L. di Bergamo

530

Figura 4.4.17 - Percentuale di presenza Salmonelle sul Bacino del SERIO

0,0

5,0

10,0

15,0

20,0

25,0

30,0

35,0

40,0

45,0

2002 2001 2000 1999 1998 1997

% d

i po

siti

vità

Bac. SERIO

Lineare (Bac.SERIO)

Fonte: A.S.L. di Bergamo L’utilizzo di acqua di roggia batteriologicamente inquinate per il lavaggio di ortaglie che vengono successivamente consumate senza un ulteriore lavaggio con acque di rete, può comportare l’insorgenza nel consumatore, di alcuni tipi di malattie infettive a trasmissione oro-fecale (salmonelle, shighelle…) L’analisi dell’incidenza di diarrea infettiva negli ultimi 12 anni ha evidenziato un aumento lieve e costante fino al 1999; dal 2000 l’incidenza è raddoppiata rispetto all’anno precedente, mentre nel 2001 è aumenta notevolmente, raggiungendo i 37 casi ogni 100.000 abitanti (anche in occasione di microepidemie nel Campo Nomadi). Nel 2002 si è, invece, assistito ad un decremento sino a 24 casi ogni 100.000 abitanti. Analogamente alle diarree infettive, anche i casi di Epatite A e Salmonellosi non tifoidee sono diminuite nell’anno 2002 rispetto al precedente biennio. Per la rilevazione ed il monitoraggio di tali patologie è stato messo a punto un sistema di segnalazione in via breve che prevede la trasmissione, via fax, alle sedi territoriali del Dipartimento di Prevenzione dell’A.S.L., di modelli predefiniti, opportunamente compilati, da parte dei laboratori delle strutture sanitarie all’A.S.L., che riscontrano una positività agli esami specifici. Questo sistema di segnalazione permette agli operatori delle A.S.L., di intervenire tempestivamente per impedire la trasmissione delle patologie. L’efficacia di tale procedura è stata ampiamente dimostrata nello scorso anno: tutti i casi segnalati di diarrea infettiva nell’anno 2002, infatti, sono rimasti confinati all’ambiente familiare, senza insorgenza di epidemie in collettività.

531

Figura 4.4.18 - Incidenza dei casi di diarrea infettiva dal 1991 al 2002, nella Provincia di Bergamo

Fonte: A.S.L. di Bergamo Per quanto concerne le acque di balneazione, i principali specchi lacustri della nostra Provincia, restano impraticabili per l’elevato inquinamento e, per quanto riguarda il lago di Iseo, a causa dell’elevata presenza di alghe tossiche (Cianoficee) e dell’alta carica microbiologica, ma per quanto riguarda il lago di Iseo, è probabile che le alghe presenti andando in competizione con i coliformi riducano gli stessi a valori più accettabili portando l’idoneità alla balneazione a località che attualmente non lo sono. Figura 4.4.19 - Qualità microbiologica delle acque di balneazione (come % superamento limiti)

0

5

10

15

20

25

30

35

94 95 96 97 98 99 00 01

anni di osservazione

% d

i val

ori

so

pra

il li

mit

e

SEBINOTOTALE

ALTOSEBINO

ENDINE

Lineare(SEBINOTOTALE)Lineare(ALTOSEBINO)

Fonte: A.S.L. di Bergamo

ASL di Bergamo: Incidenza di casi di Diarrea Infettivatasso x 100.000 abitanti

0,005,00

10,0015,0020,0025,0030,0035,0040,00

1991

1992

1993

1994

1995

1996

1997

1998

1999

2000

2001

2002

532

La situazione complessiva delle acque nella Provincia di Bergamo è quindi la seguente:

Indicatore Descrizione Valutazione complessiva

Qualità del dato

Trend qualità ambientale

Acque potabili Acquedotti rete idrica di Bergamo e Provincia ☺ l à

Acque di superficiali Fiumi e laghi bergamaschi L l à/á

Acque di balneazione Lago di Iseo L l à/á

ALIMENTI Alimenti di origine animale PCB Il rischio sanitario per il consumatore legato alla presenza di PCB, deve ancora essere approfondito in Italia: certo è che le misure e gli strumenti di gestione del rischio devono essere consolidati non solo per consentire la verifica sistematica della qualità sanitaria degli alimenti (controlli ufficiali e autocontrollo), dalla produzione al consumo, ma soprattutto per evitare che queste sostanze penetrino nelle lavorazioni produttive all’origine delle filiere rendendo così il problema del successivo contenimento della contaminazione e controllo analitico un compito sensibilmente più complesso e meno affidabile. Nella prima settimana di agosto 2000, un caseificio segnalava la presenza di PCB nel latte di un’azienda agricola in attività nel territorio della pianura bergamasca. Il livello di contaminazione del latte è stato rapidamente confermato, ed è quindi stato necessario procedere al controllo di tutte le matrici alimentari presenti in azienda. Contemporaneamente venivano attivati controlli sul latte prodotto dalle aziende operanti nello stesso comune e su tutto il latte di raccolta della Provincia di Bergamo. Un ulteriore incremento di indagini spostava l’attenzione sui pesci presenti negli specchi lacustri della Provincia. E’ stata effettuata una valutazione dell’impatto sulla salute umana dell’inquinamento da PCBs ed elaborato un programma di monitoraggio biologico e di sorveglianza sanitaria per gli esposti. Le indagini sulla sorveglianza sanitaria degli esposti realizzati nel corso del 2001 e 2002 (27 soggetti) non hanno evidenziato allo stato attuale, ricadute negative sullo stato di salute degli indagati (in termini di tossicità acuta e subacuta): tuttavia si è proposto di proseguire la sorveglianza sanitaria (Follow –up a 24 mesi) data la scarsa informazione scientifica disponibile sulla tossicità cronica a basse dosi. Metalli pesanti Nella Provincia di Bergamo, sono stati effettuati complessivamente 268 controlli sugli alimenti per la ricerca di composti organoclorurati, organo alofosfati, cadmio, piombo, cromo e aflatossina B1. Del totale delle analisi solo tre, pari all’1,1% del totale, sono risultate positive per il cromo. Un’altra campagna di studi, condotta sulle carni di suino ha evidenziato la positività al piombo per 4 analisi sulle 166 condotte complessivamente, valore pari al 7,9% del totale.

533

Figura 4.4.20 - Numero di analisi effettuate nella Provincia di Bergamo

41

59

4442

57

25

ORGANOCLORURATI

ORGANO ALOFOSF.

CADMIO

PIOMBO

CROMO

AFLATOSSINA B1

Fonte: A.S.L. di Bergamo Pesticidi In questa breve relazione è stata fatta un’analisi sui più frequenti residui che vengono riscontrati negli alimenti di origine animale. Per monitorare continuamente la situazione e valutare le variazioni sono attivi vari piani di campionamento: il piano nazionale residui che prende in considerazione residui sia di farmaci che di contaminanti ambientali sia negli animali che nei loro prodotti; il piano nazionale alimentazione animale che investe soprattutto il settore dell’alimentazione animale, la ricerca di residui delle sostanze attive dei presidi sanitari nei prodotti di origine animale, e piani di controllo aziendali. Dall’esame dei dati raccolti vengono effettuate le giuste valutazioni per cui le ricerche divengono sempre più mirate. I dati raccolti in provincia di Bergamo, sono sostanzialmente favorevoli, non si rilevano tracce rilevanti dei residui ricercati. Ma non per questo la guardia deve essere abbassata, migliaia sono le sostanze chimiche che sono utilizzate e basta poco perché la contaminazione ambientale tramite la contaminazione dei foraggi giunga all’animale e quindi all’uomo come consumatore finale. Infatti per affrontare il problema della sicurezza alimentare in maniera sufficientemente esauriente e organica è opportuno ampliare il campo d’azione della legislazione alimentare, che abbracci un’ampia gamma di disposizioni aventi un’incidenza diretta o indiretta sulla sicurezza degli alimenti e dei mangimi, tra cui disposizioni sui materiali e gli oggetti a contatto con gli alimenti, sui mangimi e su altri mezzi di produzione agricola a livello di produzione primaria. Gli episodi da contaminazione da PCB nel latte, l’inquinamento dell’acqua di falda con cromo ‘episodio, in corso ancora di definizione, della contaminazione dell’acqua di falda con carbamazepina (farmaco antiepilettico-inquinamento industriale) sono testimoni di tale necessità e soprattutto di come gli animali possano rappresentare una spia di allarme di ciò che sta mutando nell’ambiente. Sarà compito del Servizio Sanitario essere in grado di cogliere tali variazioni, di intraprendere le giuste campagne analitiche, effettuare l’analisi, la valutazione e gestione del rischio. Frutta e verdura Le campagne di campionamento ed analisi dei prodotti ortofrutticoli svolta dall’A.S.L. di Bergamo negli anni 2001 e 2002 per la ricerca di piombo ed IPA nella merce esposta in strada, complessivamente ha fornito i seguenti risultati. Esiste una contaminazione della merce esposta in strada dovuta ad inquinanti atmosferici provenienti dal traffico veicolare, ma molti degli alimenti di origine vegetale assumono tali inquinanti anche in fase di coltivazione per ricaduta degli inquinanti aerodispersi.

534

Di seguito si riporta l’istogramma relativo al confronto tra le concentrazioni medie di IPA in µgr./Kg in mele campionate prima (PRE) e dopo (POST) l’esposizione. Figura 4.4.21 - Confronto tra le concentrazioni medie di IPA in µgr/Kg in mele campionate prima (PRE) e dopo (POST) l’esposizione

Fonte: A.S.L. di Bergamo Esiste una correlazione positiva fra intensità del traffico veicolare e contaminazione degli alimenti, ossia maggiore è il traffico maggiore è la concentrazione di inquinanti (piombo e IPA) negli alimenti. Anche la distanza dei banchi di esposizione dal ciglio stradale influisce sull’esposizione: minore è la distanza maggiore è la contaminazione. Un altro fattore che influenza l’accumulo del piombo è l’altezza dal suolo della merce esposta: più bassi (< 1 metro) sono i banchi espositivi, maggiore è la contaminazione da piombo. Un accurato lavaggio dei prodotti ortofrutticoli rappresenta comunque un ottimo metodo per ridurre drasticamente se non addirittura eliminare gli inquinanti. Di seguito è riportato l’istogramma che indica l’andamento della concentrazione degli IPA in frutta e verdura dopo l’esposizione e dopo il lavaggio. Figura 4.4.22 - Concentrazione degli IPA in frutta e verdura dopo l’esposizione e dopo il lavaggio

100% 100%

0%

20%

40%

60%

80%

100%

% campioni conriduzione IPA dopolavaggio

% campioni con IPA >dopo esposizione

Fonte: A.S.L. di Bergamo Complessivamente lo “stato di salute” degli alimenti (di origine vegetale e animale) prodotti in provincia di Bergamo può essere riassunto come di seguito indicato:

0

50

100

150

200

250

300

P R E P O S T

Conc. MediaIPA

535

Indicatore Descrizione Valutazione complessiva

Qualità del dato

Trend qualità ambientale

PCB (Inquinamento puntiforme)

Concentrazione dell’inquinante in alcuni alimenti

K w

à

Metalli pesanti Concentrazione degli inquinanti negli alimenti

K l à

IPA e piombo Concentrazione degli inquinanti in frutta e verdura esposta in strada

K l à

Pesticidi Concentrazione dell’inquinante negli alimenti

☺ l à

OGM Percentuale di prodotti geneticamente modificati

K l à

Aflatossine-germi Concentrazione degli inquinanti negli alimenti

☺ w N.A

RADIAZIONI IONIZZANTI Radon Sulla base dei dati della letteratura si è evidenziato che la frazione eziologica di tumori del polmone attribuibili al radon equivale ad un valore compreso tra il 5 ed il 20% sul totale di tutti i tumori del polmone. Per quanto riguarda la Provincia di Bergamo, dai dati relativi alle misure sul territorio del gas radon e dai dati di mortalità e ricovero, si è fatta una stima della quota di tumore che potrebbe essere attribuita al radon: • sul totale di 557 decessi per tumore polmonare nel periodo 94/96, possono essere attribuiti

all’esposizione a radon da 28 a 111 decessi, mentre nel periodo 97/99 su un totale di 587 decessi, se ne possono attribuire al radon da 29 a 117.

Tabella 4.4.2 - Stima della quota di tumore polmonare che potrebbe essere attribuita al radon

Periodo Maschi Femmine Totale 1.378 293 1.671 94-96

11.2% tot. dec. 2.5% tot. dec. 7.0% tot. dec 1.428 332 1.760 97-99 11.6%

Radon Attr. (5-20%) 2.7%

Radon Attr. (5-20%) 7.1%

Media annua 94-96 460 23-92 98 5-20 557 28-111

Media annua 97-99 476 24-95 111 5-22 587 29-117

Fonte: A.S.L. di Bergamo Nella zona territoriale della Provincia di Bergamo si evidenziano delle criticità, dovute ad elevate concentrazioni di radon, soprattutto nella Val Seriana dove erano presenti miniere di uranio e piombo.

536

Figura 4.4.23 - Campionamento relativo a locali a media/alta frequentazione Fonte: ASL di Bergamo

Queste stime non sono molto precise, ma dimostrano come il radon sia un fattore di rischio importante e da non sottovalutare nella genesi del carcinoma polmonare, per questo motivo sono state attuate delle azioni informative preventive dai Servizi di Prevenzione: • Informazioni ai sindaci, alle scuole e ai residenti • Approfondimento delle indagini per situazioni critiche • Attività prescrittiva di risanamento • Requisiti delle nuove costruzioni ad uso residenziale e lavorativo Le misure di prevenzione vanno scelte in relazione al rischio, ovvero dalla valutazione del livello di emissione e la concentrazione del gas, dalle caratteristiche strutturali delle costruzioni, dalla destinazione d’uso dei locali e il loro tasso d’occupazione. Sostanzialmente le misure di prevenzione sono due: • la ventilazione naturale ed artificiale dei locali; • l’isolamento dell’edificio dal suolo tramite vespai areati e sigillatura di fissurazioni e canalizzazioni.

Radiazioni uso medico L’elaborazione delle informazioni raccolte ha consentito di stimare in 0,6 mSv/anno la dose efficace individuale assorbita dalla popolazione bergamasca a seguito dell’esposizione a radiazioni per le prestazioni diagnostiche considerate. I risultati ottenuti mostrano che il maggior contributo alla dose efficace collettiva assorbita dalla popolazione a seguito di indagini comportanti esposizione alle radiazioni ionizzanti risulta legato all’effettuazione di esami di radiodiagnostica e che in tale ambito la tomografia computerizzata (TC) da sola contribuisce per circa il 60%. Per quanto riguarda la distribuzione geografica delle attrezzature nel loro complesso la media regionale è di 1667 attrezzature per milione di abitanti; la Provincia di Bergamo si colloca leggermente al di sotto della media, con 1590 attrezzature per milione di abitanti, distribuite come elencato di seguito nella tabella sotto riportata:

537

Tabella 4.4.3 - Attrezzature per milione di abitanti

TIPO DI ATTREZZATURA N. Attrezzature di radiodiagnostica specialistica per milione di abitanti: 259 Attrezzature di medicina nucleare per milione di abitanti: 9 Attrezzature di radioterapia per milione di abitanti 11 Attrezzature impiegate in ambito odontoiatrico per milione di abitanti: 1311

Fonte: A.S.L. di Bergamo Di seguito si riassume l’esposizione espressa in mSv/esame/persona nella popolazione lombarda. Tabella 4.4.4 - L’esposizione espressa in mSv/esame/persona nella popolazione lombarda

Tipologia di esame Proiezione Prestazioni anno 2000 Lombardia

mSv/mGy (efficace) (2,5 mm Al)

mSv/esame persona (efficace)

P.A. 1.695.346 0,147 0,1 Torace

lat 1.365.296 0,093 0,1

Tipologia di esame Proiezione Prestazioni anno 2000 Lombardia

mSv/mGy (efficace) (2,5 mm Al)

mSv/esame persona (efficace)

A.P. 390.302 0,108 1,1 Rachide lombosacrale

lat 373.585 0,030 0,9 Mammografia C.C. 535.153 0,081 0,2

Fonte: A.S.L. di Bergamo Nell’ultimo rapporto UNSCEAR (United Nations Scientific Committee on the Effects of Atomic Radiation) si afferma che i valori di dose efficace assorbiti pro-capite nell’anno 2000 per diagnostica medica sono compresi tra 0,04 e 1 mSv. A tali dosi non si verificano effetti nocivi sulla salute per la popolazione esposta. Radiazioni uso industriale I principali utilizzi di apparecchiature radiogene e isotopo radioattivi a scopo industriale in provincia di Bergamo riguardano i seguenti settori ed attività:

• Controllo radiografico saldature (Settore Metalmeccanico) • Controllo radiografico di spessore (Metalmeccanico – Tessile-Plastica) • Controllo livelli liquidi (Alimentare-Chimica-Plastica.) • Controllo colorimetrico (Tessile) • Controlli qualità e resistenza materiali e prodotti (Costruzioni – Metalmeccanica)

Dall’analisi delle pratiche relative agli adempimenti amministrativi sull’utilizzo di apparecchiature radiogene ed isotopi radioattivi in ambito industriale e dall’analisi dei dati sanitari in nostro possesso si può considerare irrilevante il rischio di effetti sanitari per la popolazione e sotto controllo il rischio per i lavoratori professionalmente esposti. Tabella 4.4.5 - Adempimenti amministrativi anni 1995-1998 in ambito industriale

ADEMPIMENTI AMMINISTRATIVI Industrie e laboratori di ricerca Comunicazioni di detenzione 464 Nulla osta alla detenzione e pareri al Prefetto per nulla osta impiego

32

Comunicazione cessato impiego o detenzione 28 Comunicazione di cessione 12

Fonte: A.S.L. di Bergamo In conclusione l’esposizione della popolazione a radon, radiazioni ad uso medico e a uso industriale può essere riassunta come di seguito indicato:

538

Indicatore Descrizione Valutazione complessiva

Qualità del dato

Trend qualità ambientale

Radon Esposizione della popolazione K l à/á* Radiazioni uso medico Esposizione della popolazione ☺ w á

Radiazioni uso industriale Esposizione dei lavoratori ☺ w á

* Poiché il radon è un gas naturale il miglioramento della situazione ambientale si può ottenere solo con l’adozione di opportune misure di prevenzione durante la costruzione degli edifici. CAMPI ELETTROMAGNETICI I campi elettromagnetici sostanzialmente si dividono in : • campi a bassa frequenza (linee elettriche ad alta tensione, elettrodotti ed in ambito domestico le

diverse apparecchiature usualmente presenti nelle abitazioni); • campi a elevata frequenza (onde radio e dai telefoni mobili e le loro stazioni radio base). Campi elettromagnetici a bassa frequenza (Helf) La maggior parte delle evidenze scientifiche riguardano un possibile incremento del rischio di leucemia infantile, associato all’esposizione a campi elettrici e magnetici a bassa frequenza (50/60 Hz). Altri dati scientifici, non concordano con questa conclusione, e molti degli stessi studi epidemiologici presentano diversi problemi, tra cui un’insoddisfacente definizione dell’esposizione. Attualmente, nessun importante gruppo di esperti ha concluso che esista effettivamente un rischio derivante dall’esposizione ai campi Helf. Ma vi è chiaramente una notevole incertezza scientifica ed anche un alto grado di apprensione nel pubblico su questo tema. La stima del rischio in base all’esposizione può essere riassunta come segue: Tabella 4.4.6 - Stima del rischio in base all’esposizione

Valore di eposizione in µtesla Stima del rischio < 0,1 Non rischio 0,1 - 0,5 Rischio irrilevante

0,5 – 2

Rischio minimo: rischio relativo si discosta dall’unità (1,3 –2,5 casi) 1,3 casi /anno di leucemia tra i bambini italiani esposti (20.000) per esposizione ai c.e delle linee ad alta tensione (> 0,4 microTesla). (Rapporto ISTISAN 98/31) 2.5 casi /anno /in eccesso di leucemia infantile (0,23 –7.1) per esposizione superiori a 0,2 microtesla (50 Hz) (ISPESL-ISS 1997)

> 2 rischio aggiuntivo elevato Fonte: A.S.L. di Bergamo In base ai dati della letteratura scientifica (discordanti e non definitivi) ed ai dati ambientali forniti dall’ARPA, non rappresentativi di tutte le fonti di emissione di campi elettromagnetici, non è possibile trarre delle conclusioni sul rischio per la salute. Si può comunque rilevare che il 50% delle misure effettuate si riferiscono a valori inferiori a 0.5 µt, ovvero una stima di rischio presunto irrilevante. Il restante 50% merita un ulteriore approfondimento, ovvero: • verifica della reale esposizione della popolazione limitrofa alle sorgenti di campi elettromagnetici

(elettrodotti, tralicci…); • valutazione del rischio che tenga conto delle misure effettuate nei locali delle abitazioni situate in

prossimità delle fonti di CE, del tempo di occupazione dei locali stessi (tempo di esposizione) e degli eventuali fattori confondenti associati al rischio di effetti sanitari.

539

Informazioni sanitarie utili potrebbero essere fornite in futuro dai risultati della elaborazione dei dati relativi al Registro Tumori, di recente istituzione presso l’A.S.L.. Campi elettromagnetici ad alta frequenza Sono rappresentati dalle onde radio e dai telefoni mobili (gli attuali sistemi di telefonia mobile operano a frequenze comprese tra gli 800 e i 1.800 MHz) e le loro stazioni radio base. Le stazioni radio base sono antenne radio a bassa potenza che comunicano con il telefono dell’utente. Dato l’immenso numero di utenti di telefonia mobile, eventuali effetti sanitari, anche minimi, potrebbero avere importanti implicazioni per la salute pubblica. Allo stato attuale delle conoscenze scientifiche e dei dati di esposizione in provincia di Bergamo, possiamo escludere effetti negativi sullo stato di salute della popolazione bergamasca.

Indicatore Descrizione Valutazione complessiva

Qualità del dato

Trend qualità ambientale

Leucemie infantili Esposizione della popolazione a

campi elettromagnetici a bassa frequenza

K w â*

Patologia tumorale Esposizione della popolazione a

campi elettromagnetici ad alta frequenza

☺ w â*

*La situazione ambientale sta peggiorando a causa del diffondersi sia di apparecchiature (elettrodomestici, telefoni cellulari etc.) sia di stazion radio base. RUMORE In provincia di Bergamo alcuni comuni presentano aree maggiormente soggette all’inquinamento acustico da traffico veicolare, si tratta dei comuni attraversati da strade statali e provinciali: Bergamo, Torre Boldone, Ranica, Alzano Lombardo, Nembro, Albino, Cene, Gazzaniga, Fiorano Al Serio, Vertova, Colzate, Ponte Nossa, Clusone (attraversati dalla SS 671), ed inoltre Ponteranica, Sorisole, Almè, Villa d’Almè, Sedrina, Zogno, S. Pellegrino, S. Giovanni B. (attraversati dalla SS 470). Tra la popolazione esposta bisogna inoltre includere i residenti vicino alla zona aeroportuale situata ad Orio al Serio ed i comuni attraversati dalla rete ferroviaria e le abitazioni limitrofe alla rete autostradale. Gli effetti sanitari dovuti all’esposizione a rumore ambientale si limitano ad effetti extrauditivi, effetti che sono stati evidenziati soprattutto nei soggetti professionalmente esposti a rumore industriale. Nella popolazione generale, esposta sostanzialmente al rumore da traffico, si possono verificare solo gli effetti più lievi, come ad esempio insonnia, stanchezza, irritazione, mal di testa, difficoltà di concentrazione; oppure l’interferenza prodotta su diverse attività quali ad esempio la conversazione, l’apprendimento, il relax. Sono stati condotti studi interessanti sugli effetti del rumore sul sonno. Si è dimostrato che l’esposizione a rumore, oltre a causare difficoltà nel prender sonno, può determinare una qualità inferiore del sonno stesso modificando la durata di certe fasi senza che questo sia avvertito dai soggetti, oltre a determinare ripetuti risvegli. Le ricerche condotte sembrano indicare che, perché un soggetto in buona salute possa usufruire di un buon sonno, il livello sonoro di notte all’interno della camera da letto dovrebbe essere dell’ordine di 30-35 dB. Dai dati relativi al rumore ambientale misurato in provincia di Bergamo si può concludere che nelle zone a maggior traffico, (stradale, ferroviario ed aeroportuale) esiste un rischio sanitario legato agli effetti extrauditivi del rumore che potrà essere dimostrato con studi ad hoc.

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Indicatore Descrizione Valutazione complessiva

Qualità del dato

Trend qualità ambientale

Rumore Esposizione della popolazione al rumore prodotto dal traffico veicolare, ferroviario ed aeroportuale

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CENNI SUI FATTORI DI RISCHIO PROFESSIONALE Infortuni Sebbene dal 1996 al 2001 si sia assistito ad una lenta ma pur sempre progressiva riduzione del fenomeno infortunistico (figura 4.4.24), i settori principalmente colpiti nella nostra Provincia restano quello edile e agricolo. Molto alto rimane anche il numero degli infortuni in itinere, strettamente connessi con il continuo aumento del traffico veicolare. Un altro fenomeno correlato agli infortuni è l’eccessivo ricorso al lavoro atipico, che ha creato una nuova classe di lavoratori estremamente vulnerabili dal punto di vista infortunistico: si tratta principalmente di lavoratori interinali, dei membri di cooperative e dei dipendenti di piccole imprese in subappalto, soprattutto nel settore edile, per i quali l’applicazione ed il rispetto delle norme in materia di igiene e sicurezza sul lavoro, in primo luogo del D.Lgs. 626/94 e del D.Lgs. 494/96, sono decisamente insufficienti. Figura 4.4.24 - Infortuni indennizzati in agricoltura-industria/servizi. Indici di frequenza (x milioni di ore)

Fonte: Banca dati INAIL Malattie professionali Grazie alla crescente attenzione degli imprenditori ed alle organizzazioni dei lavoratori al tema della sicurezza nei luoghi di lavoro ed al progresso tecnologico che consente l’installazione di impianti di abbattimento degli inquinanti sempre più efficienti, anche in questo campo si è assistita ad una lenta ma progressiva riduzione delle patologie tradizionali e della gravità delle malattie professionali in generale, nonché ad una loro diversificazione.

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a g r i c o l tu r a

i n d u s t r i a e s e r v i zi

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Tabella 4.4.7 - Malattie professionali denunciate e riconosciute in provincia di Bergamo dal 1997 al 2000

MALATTIE PROFESSIONALI 1997 1998 1999 2000 Ipoacusie 149 226 172 77 Dermatiti 43 48 64 34 Pat. Respiratorie 20 24 26 25 Mioosteoartropatie 7 / 6 4 Traumi rip. 10 5 4 7 Mal. Inf. Parass. 1 / / 1 Circolatorie/Raynaud 9 6 3 6 Tumori 19 11 6 11 SN e psichiche / / 1 / Intossicazioni 1 1 / /

Fonte: Banca dati INAIL Tabella 4.4.8 - Malattie professionali denunciate e segnalate alla A.S.L. della Provincia di Bergamo nel biennio 1999-2000

Malattia Professionale Numero casi % IPOACUSIE DA RUMORE 855 65% ALTRE IPOACUSIE 107 8,1% DERMATITI 96 7,3% PATOLOGIE APPARATO RESPIRATORIO 68 5,1% PATOLOGIE DA TRAUMI RIPETUTI 65 4,9% TUMORI 47 3,5% MALATTIE INFETTIVE E PARAS. 24 1,8% PATOLOGIE SISTEMA CIRCOLATORIO 8 0,6% PATOLOGIE Sistema Nervoso C. P. Psichico 4 0,3% PATOLOGIE RACHIDE 4 0,3% Altre patologie OSTEOMUSCOLARI 3 0,3% INTOSSICAZIONE–AVVELENAMENTI 1 0,1% ALTRE 33 2,5% Fonte: A.S.L. di Bergamo Come si evince dalla lettura delle precedenti tabelle, si è assistito ad un generale decremento nell’incidenza delle patologie indicate, preoccupante resta però il dato relativo le ipoacusie da rumore che da sole rappresentano il 65% del totale delle malattie professionali del nostro territorio. Le altre malattie professionali maggiormente rappresentate nella nostra Provincia sono: altre dermatiti (7,3%), patologie dell’apparato respiratorio (5,1%), patologie da traumi ripetuti (4,9%), tumori (3,5%). Per quanto riguarda il mesotelioma, tumore professionale associato con l’esposizione ad asbesto, nel quinquennio 1996-2000 sono stati segnalati nella nostra Provincia 97 casi di cui 94 pleurici e 3 peritoneali. La documentazione clinica reperita ha consentito di classificare come clinicamente certi 83 casi (di cui 54 maschi e 29 femmine), probabili 7 casi (di cui 5 maschi e 2 femmine) e, infine, possibili 3 casi (tutti maschi). Per 4 casi (solo maschi) la documentazione clinica e la revisione istologica, con metodo immunoistochimico, ha deposto per “non mesotelioma”, pertanto i casi incidenti totali nel quinquennio esaminato sono risultati essere 93. I dati e le informazioni raccolte hanno permesso di evidenziare gli effetti delle pregresse esposizioni ad amianto, in settori dove questo materiale entrava nel ciclo produttivo non come materia prima ma come componente di materiali ausiliari (ad esempio nell’industria metalmeccanica si usavano dispositivi di protezione individuale contro il calore, come guanti e grembiuli, realizzati in amianto). Tutti i casi di mesotelioma sino ad ora accertati si riferiscono comunque a pregresse esposizioni, in quanto dal 1992 in Italia, con la promulgazione della Legge n. 257, come già accennato nel paragrafo “Amianto”, ha cessato di esistere la categoria dei lavoratori impiegati nell’industria estrattiva dell’amianto e di produzione di materiali e manufatti contenenti le fibre minerali in questione. L’unica categoria di lavoratori ora potenzialmente esposta è quella degli operatori addetti alle bonifiche, ma tali figure professionali eseguono gli interventi di bonifica seguendo specifiche procedure ed

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adottando opportuni accorgimenti, fra i quali l’utilizzo di idonei dispositivi di protezione individuale e specifici prodotti incapsulanti, atti a ridurre ai minimi termini l’esposizione alle fibre di amianto.

Indicatore Descrizione Valutazione complessiva

Qualità del dato

Trend qualità ambientale

Infortuni mortali K l à Infortuni non mortali ☺ l á Infortuni per comparto Edile, agricolo, lavoro atipico L l â Malattie professionali complessive K/☺ w à/á Malattie professionali specifiche ipoacusie L w à Tumori professionali Mesoteliomi L l á