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1. INTRODUZIONE N egli ultimi anni si sta registrando a livello internazionale una crescita dell’interesse per le radici storiche dell’informatica, testimo- niata da autorevoli proposte di introdurne lo studio nei programmi accademici [10, 11]. La prospettiva storica non è quindi considerata semplicemente come una curiosità o, detto con l’ironia di D. Knuth, come “uno dei modi per rendere più rispettabile l’informatica” [12], ma si ritiene possa anche contribuire ad allargare la formazione culturale degli studen- ti di una disciplina scientifico-tecnica. In Italia l’AICA si è fatta promotrice dell’inizia- tiva illustrata in queste pagine da C. Bonfanti [4], volta a promuovere l’istituzione di corsi universitari sulla storia dell’informatica. Co- gliendo tale opportunità, a partire dall’anno accademico 2005-06 la Facoltà di Scienze dell’Università di Udine ha attivato un inse- gnamento opzionale, indirizzato principal- mente agli studenti dei corsi di laurea in di- scipline informatiche. Diversamente da quanto ci si poteva attendere, l’esperienza udinese si è caratterizzata rispetto a quella delle altre sedi per il cospicuo numero di stu- denti che hanno scelto di inserire l’insegna- mento nei loro piani di studio, diventando così un significativo banco di prova per valu- tare l’accoglienza e l’efficacia didattica degli argomenti trattati. Per questo motivo ci è sembrato utile mettere a disposizione i risul- tati della nostra analisi a conclusione del pri- mo anno di attività, proponendo inoltre alcu- ni spunti di riflessione. Analisi di questo tipo sono rilevanti, a nostro avviso, quando ci si interroga sugli obiettivi che possono essere realisticamente perseguiti in un corso di cultura generale, tenendo conto delle attitudini prevalenti tra gli allievi. Nel ca- so specifico dell’ateneo friulano, l’elevato nu- mero di prove scritte d’esame disponibili, ben 260 nell’anno accademico 2005-06, e la forma di questionario con domande a risposta multi- pla hanno offerto una base particolarmente appropriata per l’indagine. Prima di entrare nello specifico, richiamiamo per sommi capi i principali nodi su cui si con- frontano gli storici della scienza e della tecno- logia nel momento in cui si accingono a calare MONDO DIGITALE • n.3 - settembre 2007 L’Università di Udine aderisce all’iniziativa “Corsi AICA”, volta a promuovere l’insegnamento della storia dell’informatica. Questo articolo presenta un’a- nalisi condotta sugli esiti delle prove d’esame con l’obiettivo di esplorare la formazione culturale degli studenti. Dalle prime osservazioni emerge una fragile prospettiva storica, in particolare per quanto riguarda l’evoluzione della scienza, che rende loro difficile trasformare la spontanea curiosità per gli artefatti tecnologici in un più maturo interesse per gli sviluppi del pensie- ro e della società che li hanno resi possibili. Paolo Giangrandi Claudio Mirolo STORIA DELL’INFORMATICA E FORMAZIONE CULTURALE DEGLI STUDENTI 40 1

STORIA DELL’INFORMATICA E FORMAZIONE CULTURALE DEGLI …archivio-mondodigitale.aicanet.net/Rivista/07_numero_3... · 2011. 1. 21. · per le radici storiche dell’informatica,

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  • 1. INTRODUZIONE

    N egli ultimi anni si sta registrando a livellointernazionale una crescita dell’interesseper le radici storiche dell’informatica, testimo-niata da autorevoli proposte di introdurne lostudio nei programmi accademici [10, 11]. Laprospettiva storica non è quindi consideratasemplicemente come una curiosità o, dettocon l’ironia di D. Knuth, come “uno dei modiper rendere più rispettabile l’informatica”[12], ma si ritiene possa anche contribuire adallargare la formazione culturale degli studen-ti di una disciplina scientifico-tecnica.In Italia l’AICA si è fatta promotrice dell’inizia-tiva illustrata in queste pagine da C. Bonfanti[4], volta a promuovere l’istituzione di corsiuniversitari sulla storia dell’informatica. Co-gliendo tale opportunità, a partire dall’annoaccademico 2005-06 la Facoltà di Scienzedell’Università di Udine ha attivato un inse-gnamento opzionale, indirizzato principal-mente agli studenti dei corsi di laurea in di-scipline informatiche. Diversamente daquanto ci si poteva attendere, l’esperienzaudinese si è caratterizzata rispetto a quella

    delle altre sedi per il cospicuo numero di stu-denti che hanno scelto di inserire l’insegna-mento nei loro piani di studio, diventandocosì un significativo banco di prova per valu-tare l’accoglienza e l’efficacia didattica degliargomenti trattati. Per questo motivo ci èsembrato utile mettere a disposizione i risul-tati della nostra analisi a conclusione del pri-mo anno di attività, proponendo inoltre alcu-ni spunti di riflessione.Analisi di questo tipo sono rilevanti, a nostroavviso, quando ci si interroga sugli obiettiviche possono essere realisticamente perseguitiin un corso di cultura generale, tenendo contodelle attitudini prevalenti tra gli allievi. Nel ca-so specifico dell’ateneo friulano, l’elevato nu-mero di prove scritte d’esame disponibili, ben260 nell’anno accademico 2005-06, e la formadi questionario con domande a risposta multi-pla hanno offerto una base particolarmenteappropriata per l’indagine.Prima di entrare nello specifico, richiamiamoper sommi capi i principali nodi su cui si con-frontano gli storici della scienza e della tecno-logia nel momento in cui si accingono a calare

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    L’Università di Udine aderisce all’iniziativa “Corsi AICA”, volta a promuovere

    l’insegnamento della storia dell’informatica. Questo articolo presenta un’a-

    nalisi condotta sugli esiti delle prove d’esame con l’obiettivo di esplorare la

    formazione culturale degli studenti. Dalle prime osservazioni emerge una

    fragile prospettiva storica, in particolare per quanto riguarda l’evoluzione

    della scienza, che rende loro difficile trasformare la spontanea curiosità per

    gli artefatti tecnologici in un più maturo interesse per gli sviluppi del pensie-

    ro e della società che li hanno resi possibili.

    Paolo GiangrandiClaudio Mirolo

    STORIA DELL’INFORMATICAE FORMAZIONE CULTURALEDEGLI STUDENTI

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  • questa materia in un contesto culturale diver-so da quello delle scienze umane. Le difficoltàche incontrano gli educatori a fronte della com-plessità e della frammentazione dei saperi spe-cialistici stanno infatti alimentando un dibatti-to sulle possibili ricadute didattiche dell’inse-gnamento della storia della scienza e della tec-nologia, considerandone le potenzialità [5, 9,14, 15, 17], ma anche i rischi di indurre conce-zioni erronee riguardo la natura della scienza,ovvero gli scopi e i metodi della ricerca storica[1, 3, 7]. Gli obiettivi perseguibili sono svariati,talvolta ambiziosi, sia sul piano culturale ge-nerale che su quello professionale:❑ interpretare lo sviluppo delle conoscenzescientifiche e i rapporti tra scienza, tecnolo-gia e società [18], al fine di maturare un puntodi vista critico ed una maggiore autonomia digiudizio;❑ arricchire la formazione generale, contri-buendo a ridurre il divario fra sapere scienti-fico e sapere umanistico [17], affinché il citta-dino sia in grado di partecipare responsabil-mente ad un più ampio dibattito culturale;❑ riflettere su natura e identità di una disci-plina per scopi epistemologici o pedagogici[1, 6], in modo da “armonizzare l’esigenza dicompetenze specialistiche con la ricerca diun senso di cui si preoccupa l’educazione ge-nerale” [19];❑ capire come “il cambiamento sia una ca-ratteristica costante e ineluttabile dellascienza e della tecnologia” [9], per impararea farvi fronte assumendo una prospettiva alungo termine;❑ riconoscere i principali fattori che incidonosulla diffusione e sull’obsolescenza degli ar-tefatti tecnologici, considerandone respon-sabilmente l’impatto sociale, psicologico edeconomico.Tuttavia è indispensabile chiedersi qualiobiettivi sia realistico perseguire, e in qualitermini in un contesto di formazione scientifi-co-tecnologica, tenendo conto da un lato del-le attitudini vocazionali degli studenti, dal-l’altro del limitato spazio che può essere rita-gliato dai curricula tradizionali per una simileattività. Alla luce della nostra esperienza,una parte non trascurabile degli studenti didiscipline informatiche mostra di possedereun quadro storico e culturale ancora troppofragile, su cui non si può fare affidamento per

    agganciarvi i temi peculiari dello svilupposcientifico e tecnologico. È perciò importanteriuscire a capire in quale misura un corso distoria dell’informatica possa contribuire adaccrescere il bagaglio formativo generale de-gli allievi, motivandoli soprattutto a coltivarela sensibilità e l’interesse per i temi culturalianche al di là dell’impegno curriculare.Con questo articolo ci proponiamo innanzitut-to di avviare un dibattito, con l’auspicio chepossa coinvolgere, oltre alla comunità acca-demica, anche gli ambiti scolastico e profes-sionale. Nelle sezioni che seguono, dopo averdelineato sinteticamente l’impostazione delcorso svolto a Udine, presentiamo il contestoe i risultati della nostra indagine. Infine, nel-l’ultima parte dell’articolo, discutiamo le in-terpretazioni che ne abbiamo tratto per con-cludere con alcune proposte preliminari.

    2. IL CORSO DI STORIADELL’INFORMATICA

    Il corso di storia dell’informatica attivato pres-so l’ateneo di Udine è un corso opzionale rivol-to agli studenti dei corsi di laurea di primo esecondo livello in discipline informatiche. Neilimiti delle 30 h di lezione allocate, i docentidel corso C. Bonfanti e P. Giangrandi hannoscelto di privilegiare gli obiettivi generali deiprimi due ambiti individuati sopra. Si è giudi-cato infatti importante sia favorire l’amplia-mento delle basi per una partecipazione re-sponsabile alle scelte che la società modernadeve affrontare, sia dare rilievo alla stabilitànel tempo delle idee e dei principi generali incontrapposizione alla contingenza delle solu-zioni tecnologiche di volta in volta adottate.Seguendo percorsi talvolta divergenti, attra-verso svolte concettuali e scoperte inatteseche hanno determinato drastici cambiamen-ti, la storia dell’informatica ci presenta inte-ressanti esempi di non linearità e non deter-minismo nello sviluppo scientifico [13]. Perqueste ragioni, invece di seguire una sequen-za strettamente cronologica, i contenuti delcorso si articolano attorno ad alcuni modulitematici che illustrano la grande varietà di ap-procci all’automazione del calcolo (Tabella 1).Possiamo ad esempio osservare come solouna sessantina di anni fa non fosse ancorascontato che l’elaborazione elettronica digi-

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  • tale avrebbe avuto il sopravvento su quellaanalogica. Inoltre, l’informatica rappresentaun caso emblematico di approccio multidisci-plinare, dal momento che è nata dall’integra-zione dei contributi di diverse discipline co-me la matematica, la logica, la fisica, l’elettro-nica, la linguistica e le scienze cognitive.

    3. IMPOSTAZIONE DELL’ANALISI

    L’analisi di cui qui ci occupiamo si riferisce al-le prove scritte di cinque appelli d’esame (l’e-same prevede anche una prova orale facolta-tiva i cui esiti non sono discussi in questa se-de), ma non si propone come obiettivo di va-lutare il profitto degli studenti. Piuttosto, sia-mo interessati a capire meglio le conoscenzedi base degli studenti e la loro attitudine ver-so tematiche culturali di ambito non pretta-mente tecnico. Non si tratta di un esperimen-

    to didattico, preparato a tavolino, ma dell’os-servazione di un “fenomeno non controllato”al fine di trarne quante più informazioni pos-sibile, un caso di studio per cui “i confini fra ilfenomeno e il contesto non sono del tuttochiari” [8] e le “domande di ricerca” vengonodopo la raccolta dei dati. Proporremo comun-que alcune ipotesi interpretative, la cui gene-ralità dovrà essere verificata estendendo l’a-nalisi ad altri contesti.

    3.1. Il campione di studentiGli studenti impegnati negli esami sono stati158, la maggior parte dei quali iscritti da alme-no due anni a un corso di laurea. Solo ungruppo ristretto ha seguito regolarmente lelezioni di storia dell’informatica, anche a cau-sa di inevitabili sovrapposizioni di orario vistal’inattesa eterogeneità curriculare. La tabella2 riassume inoltre la distribuzione degli stu-denti in relazione ai crediti maturati (CFU) e aipunteggi conseguiti nelle prove (livelli E-A). Icrediti sono una misura della carriera deglistudenti e possono essere rapportati ai 60CFU corrispondenti al superamento degli esa-mi di un anno di corso. I livelli quantificano ilprofitto in base alla percentuale di rispostecorrette ai quesiti d’esame: E = 0-50%, D =50-60%, C = 60-70%, B = 70-85%, A = 85-100% (dove nel caso di prova ripetuta è statoconsiderato il valore medio).Probabilmente un risultato modesto (livelliE-C) indica che lo studente ha affrontato l’e-same con un atteggiamento di tipo esplora-tivo, senza preoccuparsi seriamente di assi-milare le nozioni del corso. Tuttavia, indipen-dentemente dall’assiduità di frequenza e dalprofitto dimostrato, dal nostro punto di vistatutti i dati rilevati concorrono a caratterizza-re il background generale degli allievi, ciòche qui ci interessa, a prescindere dalle no-zioni specifiche di storia dell’informatica.

    3.2. Le domande selezionateOgni prova d’esame consiste in una trentina diquesiti a scelta multipla. Per rispondere ad al-cune domande di carattere generale non sonorichieste competenze specifiche di storia del-l’informatica, ma è sufficiente riflettere con unpo’ di buon senso su nozioni base di informati-ca e ricollegarsi al quadro storico sviluppatonella scuola secondaria (Tabella 3). Ai fini della

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    1 Antichi strumenti di calcolo

    2 Calcolatori meccanici analogici e digitali

    3 Automi e macchine programmabili

    4 Sistemi meccanografici

    5 Pionieri del calcolo elettronico earchitettura di von Neumann

    6 Evoluzione delle tecnologie di CPU,memoria e dispositivi di I/O

    7 Evoluzione del software e dei sistemioperativi

    8 Algoritmi, cibernetica e intelligenzaartificiale

    9 Informatica in Italia

    10 Sviluppo dell’industria e del mercatomondiale

    TABELLA 1Programma corso,

    a.a. 2005-06

    CFU / Livello E D C B A Totale

    [0, 40) 4 7 2 0 0 13

    [40, 80) 8 12 11 5 0 36

    [80, 130) 12 11 15 5 2 45

    [130, 177) 0 5 6 14 6 31

    [177, 300) 1 1 2 14 15 33

    Totale 25 36 36 38 23 158

    TABELLA 2Distribuzionedegli studentidel campione

  • nostra indagine abbiamo selezionato propriole domande di questo tipo, in tutto 69 su un to-tale di 162, in quanto ci forniscono informazio-ni utili sul background degli allievi.Una classificazione di queste domande pertemi generali è schematizzata nella tabella 4,dove a fianco di ogni argomento è riportato ilnumero di quesiti pertinenti. Per nozioni ge-nerali di storia della scienza intendiamo lecognizioni che un allievo dovrebbe aver ma-turato nella scuola superiore; le nozioni ge-nerali su tecnologie recenti si riferiscono astrumenti comunemente considerati in ambi-to informatico, ancora in uso o comunque fa-miliari per chi si interessa del settore; infine,la familiarità con concetti e nozioni di base ri-guarda il bagaglio culturale che lo studentedovrebbe aver acquisito frequentando uncorso di laurea in informatica.

    3.3. Criteri dell’analisiLe risposte fornite dagli studenti sono stateanalizzate applicando i seguenti criteri:i. in relazione al numero di CFU, indice dellamaturità dello studente;ii. come sopra, ma senza considerare le pro-ve ripetute;iii. in relazione al punteggio medio consegui-to nelle prove, indice dello sforzo compiutodallo studente per apprendere le nozioni distoria dell’informatica;iv. come sopra, ma restringendo il campioneagli studenti che hanno maturato da 80 a 176CFU (terza e quarta riga di Tabella 2, cioè a stu-denti che hanno frequentato 2-3 anni di corso;v. distinguendo studenti e studentesse, perverificare l’eventualità di un diverso atteggia-mento (le allieve rappresentano circa il 15%del campione).L’interesse per il punto (iv) deriva dal fattoche il corso di storia dell’informatica, per co-me è stato progettato, è prevalentemente in-

    dirizzato alla corrispondente fascia di stu-denti; inoltre, questo campione appare me-glio distribuito in relazione ai punteggi (si ve-da Tabella 2). D’ora in poi utilizzeremo il ter-mine “campione ristretto” per riferirci a que-sto campione, distinguendolo dal “campionecompleto” che include tutti gli studenti che sisono cimentati nell’esame.

    4. RISULTATI DELL’ANALISI

    In questa sezione analizziamo le risposte deglistudenti ai quesiti selezionati, seguendo loschema di classificazione della tabella 4. Pri-ma di entrare nel dettaglio, anticipiamo alcuneosservazioni. Innanzitutto, dal confronto deidati relativi ai punti (i) e (ii) si riscontra che i ri-sultati non migliorano se si tiene conto delleprove ripetute; una possibile interpretazionedi questo fatto è che le modalità di studio chegli studenti più deboli adottano incidono poco

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    George Boole, Fibonacci, John von Neumann e Leonardo da Vinci sono personaggi di rilievoper la storia dell’informatica. Ordinali in ordine cronologico.

    [ ] Fibonacci, Leonardo, Boole, von Neumann

    [ ] Leonardo, Boole, Fibonacci, von Neumann

    [ ] Fibonacci, Leonardo, von Neumann, Boole

    [ ] Boole, Fibonacci, Leonardo, von Neumann

    [ ] Boole, Leonardo, Fibonacci, von Neumann TABELLA 3Esempio di quesito

    Argomenti dei quesiti Numero di quesiti

    Nozioni generali di storia della scienza 21

    Problemi e strumenti 5

    Personalità di rilievo 16

    Nozioni generali su tecnologie recenti 26

    Evoluzione nel secolo scorso 17

    Principi di funzionamento 6

    Tecnologie del software 3

    Familiarità con concetti e nozioni di base 22

    Concetti scientifici ricorrenti 4

    Concetti matematici ricorrenti 6

    Nozioni sugli algoritmi 2

    Cultura informatica generale 10

    TABELLA 4Classificazionedei quesiti analizzati

  • sulle loro conoscenze culturali generali. Perquanto riguarda i punti (iii) e (iv), si rileva unacorrelazione fra nozioni di carattere generale enozioni inerenti ai contenuti più specifici. Infi-ne, in accordo con altri studi [2, 16], dai dati re-lativi al punto (v) emerge che gli studenti sonopiù interessati agli aspetti tecnologici rispettoalle studentesse, con uno scostamento più si-gnificativo per il campione ristretto.

    4.1. Nozioni generali di storia della scienzaRiguardo a questa tematica, complessivamen-te poco più della metà delle risposte sono sta-te corrette. Una selezione dei risultati è sinte-tizzata nella tabella 5, dove la seconda e terzacolonna riportano il numero di risposte corret-te rapportato al numero di allievi che si sono ci-mentati con il quesito, considerando rispettiva-mente il campione esteso e quello ristretto. Pos-siamo notare, per esempio, che i contributi diChurch e di Wiener sono sconosciuti alla gran

    parte degli allievi, mentre i ruoli di Boole e vonNeumann vengono riconosciuti più facilmen-te, come ci si poteva aspettare per il frequenterichiamo ai loro nomi in altri insegnamenti di ba-se. Inoltre, i dati dell’ultima riga sono un indicedella fragilità del quadro storico, dal momentoche gli studenti faticano a collocare cronologi-camente personaggi molto noti e appartenentiad epoche chiaramente diverse.

    4.2. Nozioni generali su tecnologie recentiIn questo caso le risposte corrette sono state cir-ca i 2/3 del totale. L’impressione generale chese ne trae è che gli studenti sono incuriositi da-gli artefatti e dagli strumenti tecnologici, ma nonaltrettanto interessati alle vicende e alle ideeche ne hanno resa possibile la realizzazione. Tal-volta anche l’identificazione di principi fisici omatematici alla base del funzionamento di undispositivo risulta incerta. Una selezione dei ri-sultati è riportata nella tabella 6.

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    Tipo di conoscenza oggetto del quesito: gli studenti... Campione Campioneesteso ristretto

    Sono in grado di riconoscere il ruolo preminente 20 / 50 6 / 24della geometria nella matematica della Grecia antica

    Sono consapevoli delle proprietà distintive 26 / 60 16 / 33della rappresentazione numerica posizionale

    Sanno identificare i principali ambiti dell’opera circadi Fibonacci, Nepero, Shannon 50 % 10 / 29

    Sanno riconoscere l’opera fondamentale di Frege 25 / 50 circao il problema chiave posto da Hilbert 26 / 44 50 %

    Sono in grado di associare i nomi di von Neumann 46 / 50 circae Boole ai rispettivi contributi più noti 19 / 20 90 %

    Sono in grado di collegare Wiener alla cibernetica 3 / 60 5 %e Church al lambda-calcolo 1 / 20 o meno

    Sono in grado di ordinare cronologicamente 11 / 20 5 / 10Fibonacci, Leonardo da Vinci, Boole, von Neumann

    TABELLA 5Risposte

    a una selezionedi quesiti su nozioni

    storiche generali

    Tipo di conoscenza oggetto del quesito: gli studenti... Campione Campioneesteso ristretto

    Ricordano in quale decennio la RAM 25 / 50 16 / 24e la microprogrammazione furono introdotte 15 / 44 9 / 22

    Sono in grado di ordinare cronologicamente 44 / 60 23 / 33dispositivi tecnologici recenti e ben conosciuti

    Riescono a vedere il microprocessore 11 / 20 3 / 10come un’evoluzione dei circuiti integrati

    TABELLA 6Risposte

    a una selezionedi quesiti su aspetti

    tecnologici

  • 4.3. Familiarità con concetti e nozionidi baseIn questo ambito le risposte corrette sono sta-te complessivamente meno della metà; unaselezione è sintetizzata nella tabella 7. In al-cuni casi abbiamo riscontrato una certa diffi-coltà a capitalizzare le conoscenze acquisitein altri corsi per rispondere ai quesiti proposti,forse perché la storia dell’informatica è perce-pita come una materia in cui il nozionismoprevale sulla riflessione. Alcuni studenti, tral’altro, faticano a caratterizzare l’elaborazioneanalogica rispetto a quella digitale. Un’ulte-riore considerazione pertinente questo tipo diquesiti: molti dei testi adottati presentano no-te di carattere storico, che includono gli argo-menti oggetto delle ultime tre righe della ta-bella 7, ma evidentemente gli studenti non viprestano attenzione o le considerano irrile-vanti ai fini della loro formazione.

    5. DISCUSSIONE

    Tentiamo ora di formulare qualche ipotesi in-terpretativa dei risultati dell’analisi illustratinelle sezioni precedenti. Nel fare questo è op-portuno essere consapevoli delle condizioniin cui i dati sono stati raccolti: i campioni distudenti variano da una prova all’altra, manon sono del tutto disgiunti perché era possi-bile ripetere la prova più volte; i quesiti pre-senti nei questionari sono stati formulati per

    valutare il profitto e non ai fini di questa anali-si; è verosimile che una parte degli studentinon abbiano affrontato seriamente lo studiodel materiale del corso, ma in ogni caso le lororisposte riflettono le conoscenze maturatedurante gli studi secondari e universitari.La mancanza di nozioni come quelle a cui iquesiti fanno esplicito riferimento non è unproblema di per sé stesso. Sapere che Chur-ch ha introdotto il lambda-calcolo ha poco ache vedere con la conoscenza del lambda-calcolo o del suo ruolo nella storia dell’infor-matica; analogamente, sapere che il test diTuring assume la forma di un gioco d’imita-zione non implica alcuna cognizione dellaportata e della rilevanza del pensiero di Tu-ring nel dibattito culturale. Tuttavia i risultatievidenziano un quadro culturale piuttostomodesto, ed è proprio in questo quadro ge-nerale che lo studente può collocare ogninuova nozione o nuovo concetto. Per usare leparole di G. Gooday [9], “l’identità disciplina-re di un fisico, di un chimico, di un biologo, diun chirurgo, di un ingegnere elettronico” e,aggiungiamo noi, di un informatico “fonda leproprie radici in questa conoscenza allargatadei rispettivi settori disciplinari”.Ecco, in sintesi, le nostre impressioni generali:❑ il quadro storico degli allievi appare incer-to, come si è detto, specialmente per quantoriguarda lo sviluppo scientifico; da qui la dif-ficoltà di mettere in relazione le acquisizioni

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    Tipo di conoscenza oggetto del quesito: gli studenti... Campione Campioneesteso ristretto

    Hanno familiarità con le proprietà dei dispositivi analogici 18 / 58 6 / 29e digitali

    Hanno un’idea di quali costruzioni geometriche possono 36 / 50 16 / 24essere fatte con riga e compasso

    Conoscono le principali applicazioni delle tavole 30 / 60 15 / 33logaritmiche

    Hanno buona familiarità con la combinatoria dei codici 16 / 44 10 / 22binari

    Riescono a identificare il titolo o l’argomento del principale 26 / 50 9 / 24articolo di Turing 10 / 20 6 / 10

    Sono in grado di riconoscere la natura dell’esperimento 11 / 50 2 / 24concettuale noto come test di Turing

    Sono in grado di caratterizzare correttamente lo scopo 7 / 20 4 / 10della macchina di Turing universale

    TABELLA 7Risposte a unaselezione di quesitisu concetti enozioni di base

  • pertinenti l’informatica con lo sviluppo gene-rale delle idee;❑ emerge abbastanza chiaramente una certacuriosità per gli artefatti tecnologici, disposi-zione che si presta ad essere sfruttata percatturare l’attenzione degli studenti anchequando sono in gioco concettualizzazioni piùastratte;❑ gli interessi culturali degli studenti sem-brano concentrarsi prevalentemente nell’am-bito tecnico, indicando un atteggiamento op-portunistico verso la conoscenza, dove sonoprivilegiati gli aspetti funzionali all’applicabi-lità concreta.A livello più informale, sulla base di alcunicommenti raccolti in aula, si può forse ag-giungere che gli interessi degli allievi tendo-no ad orientarsi verso le vicende recenti a di-scapito di una ricerca delle radici culturali chesi collocano più lontano nel tempo.A nostro avviso il principale interesse di que-sta analisi risiede nelle domande che sollevain relazione agli obiettivi di conoscenze ge-nerali realisticamente perseguibili per inte-grare le competenze tecniche. Progettare uncorso di storia dell’informatica che possacontribuire in modo efficace ad accrescere ilbagaglio culturale non appare un compito fa-cile, e comunque presuppone l’individuazio-ne del quadro concettuale tipico degli stu-denti (il focus della nostra indagine), nonchéla comprensione dell’atteggiamento preva-lente nei confronti della cultura.Si possono tuttavia già trarre alcuni suggeri-menti per migliorare l’impostazione del cor-so di storia dell’informatica. In particolare, ènecessario insistere sul contesto culturale diciascuna delle epoche considerate, richia-mando quanto appreso dallo studio dellastoria nella scuola secondaria ed enfatizzan-do il ruolo delle idee generali. Da un punto divista storico, è inoltre opportuno distoglierel’allievo dalla tentazione di una visione esclu-sivamente internalista [14] dell’evoluzionetecnologica, centrata sugli artefatti piuttostoche sulle relazioni fra questi e i processi so-ciali. Infine, è opportuno prevedere dei colle-gamenti espliciti con la materia di altri inse-gnamenti curricolari, in modo che il corso siintegri maggiormente nel programma di stu-di complessivo e non sia percepito semplice-mente come una collezione di aneddoti e cu-

    riosità; a questo proposito si potrebbero peresempio sfruttare le note storiche presentinei libri di testo adottati, ma che gli studentisono soliti ignorare, come abbiamo già os-servato, perché le giudicano poco rilevanti.

    6. CONCLUSIONI

    Con questo articolo abbiamo cercato di sti-molare una discussione sul ruolo di un corsoche introduce la prospettiva storica in un cur-riculum a carattere prevalentemente tecnicoper conseguire la laurea in informatica. Seb-bene l’inattesa accoglienza del corso da par-te degli studenti e i commenti raccolti in clas-se siano stati confortanti e tendano a confer-mare la validità dell’iniziativa, i risultati dellanostra analisi ci hanno indotti a riflettere ul-teriormente e potrebbero fornire degli spuntiper migliorarne l’efficacia anche in contestidiversi da quello preso in esame.In ogni caso è necessario tenere ben presentii limiti di spazio che, in un curriculum stan-dard, può essere realisticamente assegnatoa un corso con queste caratteristiche. Poichétale spazio non è comunque sufficiente aesaurire gli argomenti chiave per una com-prensione dei processi storici, il principaleobiettivo da perseguire è motivare gli allievi aporsi domande e a coltivare autonomamenteun interesse culturale più ampio, che sappiaandare oltre gli aspetti meramente tecnici.

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    PAOLO GIANGRANDI, laureato in Informatica a Udine, insegna Matematica presso l’I.T.I A. Malignani di Udine. Tie-ne inoltre da alcuni anni il corso di Storia dell’Informatica per la Scuola di Specializzazione per l’Insegnamen-to nella Scuola Secondaria e dal 2005-06 per i corsi di laurea in Informatica attivati presso l’Università di Udi-ne. Nel 2000 e nel 2001 ha progettato e realizzato la mostra “Numeri e Macchine”, organizzata con il contri-buto dell’Università di Udine, della Mathesis di Udine e del liceo scientifico N. Copernico di Udine. Ha al suoattivo diverse pubblicazioni scientifiche.E-mail: [email protected]

    CLAUDIO MIROLO è ricercatore presso la Facoltà di Scienze dell’Università di Udine e insegna nell’ambito del cor-so di laurea in Informatica e della Scuola di Specializzazione per l’Insegnamento Secondario. Coordina inoltreil Nucleo Dipartimentale di Ricerca in Didattica dell’Informatica e collabora con le scuole alla realizzazione diprogetti didattici. I suoi principali interessi nel campo della ricerca riguardano gli algoritmi per risolvere pro-blemi geometrici.E-mail: [email protected]