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Dall’espansione allo sviluppo. Una storia economica d’Europa Manuale di storia economica – parte generale Questo è il sunto del manuale di storia economica. Potreste trovare errori grammaticali e di battitura. Ci scusiamo anticipatamente. Materiale fornito dall’Associazione Economia Club ECONOMIA CLUB 2011 Facebook: https://www.facebook.com/groups/economiaclub2011/ E-mail: [email protected]

Storia Economica

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    sviluppo. Una storia

    economica dEuropa Manuale di storia economica parte generale

    Questo il sunto del manuale di storia economica. Potreste trovare errori grammaticali e di

    battitura. Ci scusiamo anticipatamente.

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    PARTE I XV SECOLO

    1. Un sistema economico integrato: lEuropa del XV secolo. Il Territorio.

    Nel XV secolo possibile parlare dEuropa come di una comunit di soggetti legati da interessi simili o almeno complementari, pur nella persistenza di un frazionamento politico. Questa situazione ha permesso a Braudel di applicare al vecchio continente un modello di sviluppo economico unitario e complessivo, definito ECONOMIA MONDO: esso presuppone prima di tutto unautosufficienza sostanziale nel soddisfacimento dei bisogni della popolazione, articolata nelle varie classi sociali, e quindi con riferimento ad una domanda di beni e di manufatti qualitativamente differenziata; in secondo luogo, e come conseguenza dellipotesi precedente, afferma la mancanza di convenienza economica nelleffettuare scambi con altre realt al di fuori dei propri confini. Il modello di sviluppo per lEuropa dellEt Moderna tracciato dallo storico francese presenta inoltre un ulteriore aspetto dinteresse: lallargamento della dimensione territoriale economica del vecchio continente fino a comprendere non solo tutto il Mediterraneo ed i suoi traffici, ma anche i paesi dellAfrica settentrionale, economicamente tributari e legati agli scambi attivi attraverso le acque. Poli urbani di sviluppo e mercati.

    Uno dei pi importanti pregi del modello economia mondo quello di porre in rilievo gli elementi di dinamicit. Secondo Braudel grazie allazione trainante di alcuni centri urbani (definiti poli) la cui leadership volta a volta emerge e si definisce, si attua unazione di spinta e di aggregazione di vari settori delleconomia che si impongono come i campi di convergenza del maggior numero di risorse produttive, grazie alle redditizie condizioni di operativit. Almeno fino alla met del Quattrocento, accanto allo sviluppo settoriale tessile, sono i traffici commerciali che permettono di ottenere ottimi guadagni: si pu parlare di capitalismo commerciale, consistente nellinterporsi del mercante tra produttore e consumatore, grazie alla enorme distanza spaziale e temporale che, per certe merci, sperava i luoghi di approvvigionamento da quelli di vendita. I mercanti sono operatori non specializzati, dotati di cospicui mezzi finanziari e di credito. I traffici quattrocenteschi vedono emergere due protagonisti come punti di riferimento per tutto il sistema economico europeo: il primo si identifica nelle citt italiane del Mediterraneo (Genova, Venezia, Pisa, Amalfi, Ancona, Napoli, Messina, Siena, Lucca), specializzate nel commercio con lOriente, che fornisce allEuropa prodotti indispensabili come le spezie, i cereali e le materie prime. Il secondo attore di questa vicenda si ritrova nel complesso dei centri portuali del Mar Baltico riuniti dalla met del Duecento nellAnsa germanica: da essa dipendono i rifornimento di tutti i Paesi dellEuropa settentrionale, Inghilterra annessa. La guerra dei Cento Anni (1337-1453) rende difficili gli scambi attraverso le vie terrestri, e permette a Bruges di affermarsi come citt portuale intermedia tra i due poli citati. Alla fine del XV secolo a Bruges, caduta in disgrazia con la dinastia degli Asburgo, succede Anversa, centro mercantile cosmopolita, ma anche sede di una delle prime Borse merci operanti sui mercati internazionali. Merci, vie e mezzi di trasporto.

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    Per tutto il Quattrocento, ma anche per buona parte del secolo successivo, i settori economici pi importanti attivi in Europa continuano ad essere quelli degli scambi commerciali e delle produzioni tessili. Molto importanti sono le citt della seta italiane, come Lucca, venezia, Firenze, Genova. Ma i traffici marittimi riguardano anche e soprattutto merci ingombranti come il frumento, il sale, il legname. Cos ancora verso il Mare del Nord sono trasportate dagli Anseatici importanti materie prime come ferro, piombo, stagno, rame, cuoio, cera, ma anche pellicce, segale, avena e orzo. Per altri beni ad alto valore unitario e di minore ingombro, le fiere internazionali sono per lungo tempo punto dincontro, in particolare, dei mercanti del Sud e del Nord: fin dal Duecento nella Champagne, dopo il Trecento a Ginevra e successivamente a Lione. E proprio nelle fiere, poi, che nasce la lettera di cambio, uno strumento di credito che accomuna tutta lEuropa. Le vie terrestri da percorrere non sono agevoli. Allinterno dellEuropa vi pure una forte presenza di fiumi e di canali, sui quali vengono rapidamente organizzati servizi regolari di spedizioni, ma gli ostacoli non sono pochi: dazi e pedaggi. La via preferita rimane il mare, che permette un trasporto lento, rischioso ma indubbiamente meno costoso. Molte innovazioni ci furono nel campo della navigazione: alla galera a remi si affiancano cocche e nel XV le caravelle. Il perfezionamento degli strumenti ed il sempre maggior sviluppo della cartografia riducono sempre di pi i margini di approssimazione e di rischio insiti nella navigazione. Il lento formarsi di un efficiente mercato monetario.

    Nella tradizione medievale, gi dai tempi di Carlo Magno, tra i diritti tradizionalmente riservati al fisco e gelosamente difesi vi quello di battere moneta. La resistenza regia in parte determinata dal fatto che la moneta considerata come un simbolo della sovranit, ma anche dalla circostanza che la zecca una fondamentale fonte di entrate finanziarie. Lunica moneta che circola effettivamente, nellAlto Medioevo, il denaro dargento, di cui, da zecca a zecca e di anno in anno, varia notevolmente il peso e il titolo, con una tendenza alla diminuzione. I secoli fino allXI sono caratterizzati dalla forte presenza, nella compensazione degli scambi, di quelli che lo storico Mauro ha definito i mezzi limite di pagamento: lautoconsumo che comprende anche lo scambio di beni che il nucleo familiare ha prodotto per s in eccesso, ed maggiormente presente nelle campagne e nelle economie chiuse in generale; il baratto che effettuato soprattutto sui mercati regionali o su quelli internazionali; i consumi gratuiti allepoca assai diffusi, anche per lopera della Chiesa e degli ordini monastici (si pensi alle cure mediche, o allutilizzazione dellacqua). Dalla met del XIII secolo, per, la moneta penetra un po alla volta in tutti i campi della vita economica e le stesse imposte in natura di origine feudale vengono trasformate in pagamenti in danaro. Le prime monete doro coniate sono il genovino (coniato a Genova nel XII secolo) e il fiorino (firenze) e il ducato doro veneziano, denominato successivamente zecchino. La formazione di un mercato monetario stata tuttavia ritardata dalla insufficiente quantit di metalli preziosi monetabili in circolazione. Questo fino alla met del XV, dopodich il sistema bimetallico dellEuropa si irrobustii. In particolare le ricerche di nuovi giacimenti diventano pi fruttuose, stimolate dallaumento dei prezzi dei metalli. Le quantit a disposizione aumentano: per largento, in particolare, grazie al migliore sfruttamento delle risorse tedesche, austriache e ungheresi; per loro, a fine secolo, per una duplice concomitanza:

    - Lazione dei Portoghesi, che esplorano le coste africane e sfruttano risorse della Guinea e Senegal.

    - I primi viaggi di Colombo, che fanno arrivare in Spagna il cosiddetto oro delle isole.

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    Occorre comunque sottolineare che lorganizzazione monetaria di tutti gli Stati basata sulla distinzione tra moneta reale (o coniata) e moneta di conto, tra le quali esiste un rapporto fissato dallo Stato. Ne risulta unEuropa con molte monete che esperisce tentativi di dare stabilit al mercato internazionale del denaro cercando di mantenere costanti i rapporti di cambio; e ancora due esempi di convenzione che si segnalano come innovazione in questo sistema certamente arcaico, ma nel quale si cerca di stabilire criteri di ordine. Cos, nel XV secolo, undici sovrani e 74 citt tedesche (la Confederazione monetaria renana) sottoscrivono un accordo che riesce a trasforamre il fiorino renano nellunica moneta legale. Pi difficile risulta, per il XV secolo, una valutazione della velocit di circolazione della massa monetaria. I mercanti-banchieri. I primi strumenti e le istituzioni del credito.

    Fino a quando lattivit economica si svolge nel quadro del sistema feudale la mancanza di capitali mobiliari e monetari non sentita in maniera rilevante, ma, in concomitanza con lo sviluppo sempre maggiore di commerci che postula la necessit di strumenti atti a surrogare i capitali monetari -, si cerca di ovviare a questa situazione di carenza. Lesercizio del credito rimane tuttavia a lungo non regolamentato. La clientela di questi banchieri-usurai pertanto allinizio costruita principalmente da gente bisognosa di denaro per lacquisto di beni di consumo. Il 400 risente ancora della concezione medievale che considera immorale ogni forma di trasferimento oneroso del denaro. In questottica vista con sospetto anche la lettera di cambio, considerata un prestito camuffato. Protagonisti nel settore del credito sono i mercanti-banchieri, cio dei soggetti economici non specializzati che aprono conti correnti e ricevono depositi, inizialmente, senza corrispondere alcun interesse. Lapertura del conto serve al cliente per facilitare i propri pagamenti, pe riscossioni e le operazioni di giro. Da parte sua, il banchiere, pu disporre delle somme raccolte per i propri affari, acquista sempre una maggiore credibilit professionale e sociale e, utilizzando i mutamenti e le aperture dottrinali della stessa Chiesa, pu iniziare a corrispondere un giusto interesse ai depositanti. Venezia, Genova, Barcellona, il sud della Germania e la Toscana testimoniano un fiorire di attivit in questo settore ed il progressivo perfezionarsi di strumenti creditizi (girata cambiaria, assegno, ecc.). Accanto a queste si istaurarono le prime istituzioni creditizie pubbliche, in particolare in Spagna e in Italia. Una delle pi antiche rappresentta dal Banco di San Giorgio, fondato nel 1408 a Genova. Nella met del XV secolo ci fu il diffondersi del credito su pegno, gestito dai Monti di piet. Fondati dai francescani, i Monti costituiscono lalternativa ai prestiti usurari per la popolazione povera che si trova in stato di temporanea necessit, e che ritiene di poter trovare, entro un lasso di tempo non troppo lungo, le risorse necessarie per far fronte al proprio debito, riscattando gli oggetti dati in pegno. Si tratta di unistituzione prettamente italiana, che entro la fine del secolo si diffonde in quasi tutta la penisola, e che ha il suo maggior punto di forza nei bassi tassi di interesse richiesti.

    2. La domanda e lofferta di beni. Prodotti agricoli e manufatti. Andamento e distribuzione della popolazione.

    Il primo fattore che condiziona dal punto di vista quantitativo la domanda di beni la popolazione che si rivolge al mercato degli stessi.

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    Il periodo medievale caratterizzato da un trend secolare della popolazione europea costantemente crecente, nonostante lalta mortalit, definita catastrofica, causata da guerre, carestie ed epidemie. In contrapposizione ad essa vi poi una mortalit ordinaria, peraltro di per s gi assai elevata, specialmente per quanto concerne i decessi infantili e dei giovani sotto i dieci anni. Secondo Cipolla, la speranza di vita media non superava allepoca i 40-45 anni. Questo stesso studioso si cimentato anche con il grosso problema di una valutazione complessiva della popolazione dellEuropa. Egli la valuta intorno ai 30-35 milioni di abitanti intorno allanno 1000, mentre calcola una crescita fino a 80 milioni alla met del 300. Tra il 1347 e il 1351 le falcidie provocate dalla grande epidemia denominata peste nera, non solo riducono di quasi un terzo la popolazione dellEuropa, ma producono due ulteriori conseguenze: prima di tutto da quel momento la peste si stabilisce in Europa con focolai sparsi; in secondo luogo, a causa di questa presenza, per oltre un secolo la popolazione europea rimane su livelli sensibilmente ridotti rispetto a quelli raggiunti prima del 1347. Solo alla fine del 400 la popolazione totale si sarebbe di nuovo aggirata attorno agli 80 milioni di persone. La crescita lenta in Francia, travagliata dalla guerra dei Cento Anni, mentre in Italia il movimento ascendente riprende molto lentamente. Nella penisola iberica, in Germania ed in Inghilterra il ritmo di crescita , invece, pi sostenuto. Un movimento ascendente pi generale sembra iniziare solo dopo il 1450, con la ripresa del sistema economico, pesantemente condizionato da un avvenimento ad esso esterno come la pestilenza. Questa, infatti, riducendo la popolazione e quindi la domanda ha in qualche modo aumentato le risorse a disposizione dei singoli, e quindi migliorato per alcuni decenni le loro condizioni di vita. La popolazione europea, oltre che ad aumentare, tende sempre pi anche a concentrarsi nelle citt, specialmente per ragioni di difesa, oltre che per la ricerca di attivit lavorative pi redditizie. Il panorama complessivo mostra, allinizio del 400, lItalia che da sola conta una decina di citt intorno ai 50.000 abitanti, mentre il resto dellEuropa ne ha complessivamente non pi di nove. Consumi e investimenti.

    Nel suo insieme, la spesa globale dellEuropa quattrocentesca soprattutto una spesa di consumo ed alimentata, in larga misura, dalla domanda dei privati. Il capitale investito considerevole, per la necessit di immobilizzazioni in impianti e macchinari, ma il fenomeno interessa una minoranza della popolazione. La spesa pubblica non si differenzia molto da quella privata nellacquisto di beni e servizi. Le uniche infrastrutture per le quali, allepoca, gli Stati dimostrano una certa attenzione sono le vie ed i mezzi di comunicazione: porti, canali, rete stradale, cantieri navali sono oggetto di intervento. anche vero che alcune scelte dei privati e dellaristocrazia in particolare, vedono convogliare i profitti del capitalismo fondiario e mobiliare verso spese per le quali il confine tra consumo di lusso e investimento non sempre agevole (mobili di pregio, arazzi, argenterie, quadri, gioielli, ecc.). sono tuttavia le necessit primarie della popolazione che assorbono la quota pi rilevante del reddito individuale: alimentazione, riscaldamento, tasse alla Chiesa. In anni normali, circa l80% del reddito dei singoli risulta destinato alle spese di prima necessit, ma le crisi agricole sono frequenti e la domanda di questi beni rigida dal punto di vista delle scelte economiche: se vero che si mangia poco e male, causa non secondaria la media molto bassa dei redditi individuali. Cereali e bevande energetiche (birra e vino) sono alla base della dieta delle classi povere: le differenze socioeconomiche si riflettono sia sullapporto calorico, sia nella diversificazione degli alimenti, poich desideri e bisogni trovano un limite naturale sia nel livello del reddito individuale, sia nel livello dei prezzi.

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    chiaro che alle differenze tra ricchi e poveri occorre accostare quelle tra citt e campagna e ancora le forti alternanze geografiche allinterno dellEuropa: cos per i paesi centro orientali occorre rivalutare il consumo di carne e di grassi animali, e nel Mediterraneo quello degli oli vegetali. Non poi da sottovalutare lapporto proteico del pesce nei territori vicino al mare. Il settore primario. Variet di colture e innovazioni.

    Il settore primario comprende quelle attivit i cui prodotti sono ottenuti direttamente dalla natura: agricoltura, silvicoltura e pesca. Lagricoltura, in particolare, stata per secoli loccupazione principale delle popolazioni. Alla fine del Medioevo la risorsa principale delleconomia europea ancora la terra, sia in termini di valore che di quantit di prodotto e di forza lavoro impegnata. Si possono suddividere varie aree:

    a) LEuropa mediterranea accomuna ai cereali alcune colture specialistiche, come vite, ulivo, gelso, agrumi, fino alla canna da zucchero e al cotone nelle zone pi meridionali.

    b) Nelle terre settentrionali e atlantiche si seminano prevalentemente avena, orzo e segale, ma si coltivano anche piante tessili come lino e canapa.

    c) NellEuropa centrale e orientale le colture cerealicole costituiscono una importante fonte di approvvigionamento per il resto del vecchio continente.

    Si possono per individuare alcuni fenomeni comuni nel lungo periodo e strettamente collegati con landamento demografico della popolazione europea, che verso la met del 400 ricomincia ad aumentare: la progressiva disgregazione della chiusa curtis medievale nellEuropa occidentale ed il suo allargarsi al mercato, il diboscamento e le bonifiche. Si tratta di indicatori che permettono di considerare il XV secolo come un periodo non di crisi, ma in certo qual modo di transizione positiva o di riadattamento del sistema economico dopo una violenta alterazione: durante i primi decenni, infatti, esso risente ancora delle conseguenze di guerre, carestie ed epidemie del secolo precedente, il cui peso sulleconomia non pu essere considerato n limitato n di breve durata. Il processo si inverte tuttavia in maniera netta a partire dal 1450 con la ripresa dellespansione demografica, insieme allandamento positivo dei salari ed alla ricerca di un nuovo equilibrio tra quantit di terra coltivabile ed offerta di manodopera. Linnovazione pi importante nella pratica agricola dellepoca la sostituzione della rotazione ternaria alla classica rotazione binaria con la quale ad anni alterni i campi venivano parzialmente lasciati a maggese. Si ottengono cos diversi vantaggi: laccresciuta produttivit del terreno, una pi equa distribuzione del lavoro agricolo nel corso dellanno, pi sicurezza nei confronti delle carestie. Alla nuova forma di rotazione sono strettamente collegate altre due innovazioni significative: lintroduzione dellaratro pesante a ruote e luso dei cavalli come animali da tiro. Se vero che gli autori contemporanei calcolavano che ogni cavallo potesse svolgere il lavoro di 3-4 buoi, occorre tenere in considerazione il fatto che il suo mantenimento costava il triplo e la sua utilizzazione era richiesta anche per i mezzi di trasporto e per uso militare. Si trattava quindi di un fine calcolo economico, che ne determinava lutilit delladozione solo in determinate circostanze. Il settore secondario.

    I beni e i manufatti richiesti dalla popolazione, al di l di quelli prodotti per lautoconsumo, danno origine ad una serie di attivit di trasformazione delle materie prime e ad importanti correnti di traffico finalizzate alla loro redistribuzione. Nel XV secolo si nel pieno dellepoca preindustriale, che precede lindustrializzazione dellEuropa contemporanea, iniziata con la Rivoluzione industriale inglese a met del XVIII secolo.

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    I prodotti del suolo, soprattutto, sono oggetto di importanti lavorazioni: quelli agricoli, come i cereali; il legname con le sue molteplici utilizzazioni; le piante tessili, come il lino; i gelsi, impiegati nella produzione della seta; ma ancora di pi la lana, peraltro di origine animale e non vegetale; il cuoio, materia prima per molti manufatti e, nella seconda met del secolo, lindustria della carta, prodotta dagli stracci e da fibre ricche di cellulosa (Toscana, a Fabriano). La fabbricazione tessile, e laniera in particolare, comunque di gran lunga il settore che impiega il maggior numero di addetti: le zone pi importanti di produzione della materia prima sono lInghilterra e la Spagna, ma i centri di trasformazione, essenzialmente urbani, vedono al primo posto le citt delle Fiandre e dellItalia centro-settentrionale. Lindustria estrattiva e quella metallurgica, insieme a quella siderurgica, specialmente nellEuropa centro-occidentale, forniscono attrezzi da lavoro, aratri, materiale da costruzione, armi, oltre che una diversificata serie di metalli preziosi. Il mare, infine, offre in abbondanza risorse cui sono collegate attivit di trasformazione e occasioni di lavoro per le popolazioni pi vicine ad esso e/o pi avventurose: il corallo, il pesce, il sale. Questultimo, in particolare, oltre alluso quotidiano, serve alla popolazione sulle montagne, allevatrici del bestiame, che lo usano per nutrire gli animali, per salare le carni, per conciare le pelli; serve alle popolazioni del Nord Europa, bagnate da mari poco salati, per la conservazione del pesce. I popoli del Mediterraneo producono sale e lo esportano nel Nord Europa; lEuropa centrale fornisce il salgemma; i pescatori del Nord inviano, in questi paesi, il prodotto pescato e conservato con il sale ricevuto. Le importazioni del continente asiatico.

    Allinterno di uneconomia-mondo esiste tuttavia un particolare gruppo di beni le spezie per il quale gli Europei sono per secoli dipendenti dalle importazioni da un altro continente, lAsia. Si tratta di uno squilibrio notevole e costante della bilancia commerciale del sistema economico del vecchio mondo, a cui corrisponde una pesante emorraggia di metalli preziosi, lunica forma di pagamento accettata dai mercati delloriente asiatico, prima dellarrivo dei Portoghesi. Si tratta di spezie vere e proprie (pepe, noce moscata, zenzero, cannella), di profumi, di erbe e radici medicinali, ma anche di coloranti, armi, seterie, tappeti, cotone, pietre preziose, avorio che alimentano uno dei pi floridi e pi antichi commerci internazionali, che si attua in pratica in due fasi. La prima vede i mercanti dellestremo oriente (malesi, indiani) consegnare i loro prodotti sulle rive dellOceano Indiano a corrispondenti arabi, che ne curano il trasporto fino alle rive del Mediterraneo, per mare e/o per terra, raggiungendo anche il Nord Europa. Veneziani e Genovesi, Provenzali e Catalani sono stati e continuano ad essere siamo alla seconda fase ancora nel 400 i principali intermediari tra Oriente e Occidente allinterno del Mediterraneo. Tra XII e XVI secolo Venezia in particolare occupa la posizione di massimo mercato europeo delle spezie, grazie alla larga presenza di mercanti delle regioni interne dellEuropa. Si tratta di beni di lusso, molto costosi, ma che ormai nella societ europea costituiscono un bisogno la cui curva di domanda tendenzialmente rigida. Non tutti gli storici sono daccordo: si va da chi sostiene che si tratti semplicemente di una moda, a chi ritiene che allepoca venivano attribuite alle spezie qualit terapeutiche e afrodisiache, oltre che conservanti degli alimenti. in buona misura grazie alla loro redditivit che questi traffici internazionali attraggono interessi e capitali.

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    3. Organizzazione e tecniche di lavoro. Lorganizzazione della manodopera.

    a) Industria domestica rurale: La famiglia agricola, per lungo tempo, produce al proprio interno, per s, attraverso la trasformazione di materie prime di facile acquisizione, una lunga serie di manufatti, specialmente tessili, e utensili in legno e in ferro, per il cui approvvigionamento non si rivolge quindi al mercato. Si tratta di produzioni di sussistenza ma che occupano il nucleo familiare specialmente nei lunghi periodi di riposo del ciclo agrario. Si tratta cio di una industria familiare rurale per autoconsumo.

    b) Artigiani e corporazioni. NellEuropa urbana, invece, fin dal Medioevo, le principali attivit economiche sono organizzate in gruppi di mestiere o professionali, alla base dei quali stanno due principi comuni: in primo luogo quello delleguaglianza e della solidariet dei soci tra loro; in seconda istanza quello della separazione da tutti gli altri. Si tratta di raggruppamenti di soggetti uniti da vincoli formali, collegati ad un corpus normativo specifico, lo Statuto, che prendono il nome di corporazioni o Arti in Italia, di gilde o mestieri in altre zone dEuropa. Titolari delle botteghe o laboratori sono i maestri artigiani, coadiuvati da apprendisti e garzoni, ai quali viene insegnato il mestiere. Al gruppo spetta il monopolio delle specifiche produzioni, attraverso questo filtro si attua una difesa delle posizioni gi acquisite. Questo sistema su cui si basa la produzione artigianale dura per alcuni secoli e nel 400 cosituisce ancora un pilastro dellorganizzazione della manodopera urbana, ben visto dagli organi di governo delle citt, che lo considerano uno strumento di gestione del potere attraverso il quale si ottiene la pacificazione sociale e pi sicuri tributi fiscali. Lutilit tecnica di produzione quindi la bottega del maestro: in essa la concentrazione del lavoro e di capitale minima e il lavoro salariato vi scarsamente rappresentato, gli strumenti sono di propriet; gli orari di lavoro sono assai pesanti. Lartigiano produce per il mercato non solo locale, o su commessa: difficilmente per il magazzino, assumendosi comunque un anche se minimo rischio dimpresa. I settori cui si dedicano questi mestieri sono ampi e vanno da quello alimentare al tessile, allabbigliamento, alle costruzioni edilizie, alla lavorazione del legno, dei metalli e del cuoio. Solo quando da forme di autogoverno e di difesa di interessi di gruppo tenderanno a diventare strumenti di accaparramento di privilegi le corporazioni entrano in contrasto con gli interesi della collettivit ed iniziano ad essere mal tollerate dalla societ urbana.

    c) Industria a domicilio. In molte regioni dEuropa gli artigiani si trovano, in alcuni casi, a collaborare a produzioni complesse, che comprendono cio molti passaggi di semilavorati tra soggetti che hanno competenze specifiche diverse: il caso delle manifatture tessili, del metallo e del cuoio. In questo caso lartigiano perde il collegamento diretto con i mercati di approvvigionamento e di sbocco e il processo produttivo viene ad essere dominato da un altro soggetto, il mercante-imprenditore: propriet di questultimo sono le materie prime e gli strumenti di lavorazione oltre al prodotto finito. Gli artigiani sono retribuiti a cottimo (cio ad opera) e finiscono per assumere la figura di lavoranti a domicilio, allinterno di una rete di botteghe indipendenti, tutte coordinate tra loro e dirette da un unico responsabile.

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    Si tratta di un sistema produttivo abbastanza flessibile, che richiede per da parte del mercante-imprenditore una buona conoscenza dei mercati (spesso internazionali) per valutare la congruit del proprio investimento in materie prime e in retribuzioni. Le retribuzioni vengono pagate con anticipi periodici e, se da un lato richiedono una disponibilit continua di contanti da parte del mercante-imprenditore, dallaltro finiscono per trasformare lartigiano in salariato. La struttura dellindustria a domicilio non muta nella sostanza quando la sua localizzazione diventa in parte o del tutto rurale. Lattivit tessile svolta nelle campagne permette una integrazione del reddito familiare, oltre alla possibilit di rifornirsi di beni di prima necessit a prezzi pi bassi e di sfuggire dalla fiscalit dei centri urbani e delle corporazioni. Essa determina anche importanti cambiamenti sociali, in quanto inserisce nel processo produttivo la manodopera femminile. Le innovazioni di processo.

    Il 400 vede fiorire in Europa una serie di miglioramenti tecnici in diversi settori produttivi di importanza non trascurabile: principalmente nellindustria mineraria, nella metallurgia e in alcuni altri processi di trasformazione manifatturiera. Una delle pi importanti invenzioni stata la stampa a caratteri mobili. Essa aumenta da un lato la produttivit del commercio librario, ma specialmente aiuta la crescita della cultura con la diffusione delle notizie e soprattutto la circolazione delle informazioni tecniche ed economiche. Ad essa poi collegato il forte aumento di domanda di carta e la crescita di questa produzione. La superiorit della carta rispetto ai precedenti materiali scrittori (la pergamenta) sta nel minor costo. I citati progressi nellarte della navigazione e nelle costruzioni navali sono poi un elemento fondamentale del successo delle esplorazioni e delle scoperte geografiche. Lintroduzione della polvere da sparo e la sua applicazione alle armi da fuoco, anche sulle navi, egualmente importante per le conquiste europee. Le industrie metallurgiche, da parte loro, acquistano sempre pi una importanza strategica proprio con riferimento alla diffusione delle armi da fuoco e dellartiglieria nelle azioni belliche. Lutilizzo della polvere da sparo offre una importante occasione anche al miglioramento dellindustria estrattiva: si arriva a maggiori profondit. Pi tradizionali rimangono invece, in questo periodo, i processi produttivi tessili e lindustria delle costruzioni edilizie che rappresentano comunque i settori con il maggior numero di addetti dopo quello agricolo. Il moltiplicarsi delle fonti di energia.

    La scarsit nel disporre di energia spinge non solo verso uno sfruttamento pi razionale delle fonti conosciute, ma anche a sperimentare tecnologie pi avanzate. Nel medioevo, oltre allenergia umana, lo sforzo animale ha occupato una posizione importante: di esso si gi detto per quanto concerne luso nellagricoltura, ma non bisogna dimenticarne limpiego nei trasporti. Beneficiano della forza animale, e dei cavalli in particolare, anche alcuni settori produttivi come lattivit estrattiva. Lenergia inanimanta, quella dellacqua e dellaria gratuita ma discontinua e necessita di investimenti per lo sfruttamento, grazie ai mulini ed alle ruote idrauliche, applicabili in numerosi processi di trasformazione. Legname e carbone di legna, oltre ad essere utilizzati per il riscaldamento, risultano tuttavia fornire, secondo Malanima, pi del 50% dellenergia necessaria per lattivit economica, nonostante le modeste dimensioni di molti impianti. Illuminante lesempio della lavorazione del ferro.

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    Pochi sono i Paesi che gi in questepoca iniziano ad utilizzare il carbon fossile, estratto in Inghilterra e nel centro Europa fin dal XIII secolo: il suo impiego rimane modesto e senza unimportanza reale per leconomia almeno per altri due secoli.

    4. Lampliarsi degli spazi geografici ed economici. Verso nuovi orizzonti.

    Una delle caratteristiche pi importanti della seconda met del 400 lespansione degli orizzonti geografici; al periodo di crescita demografica corrisponde, infatti, quasi esattamente lepoca delle grandi esplorazioni e delle scoperte territoriali. Protagonisti di questo ampliamento sono il Portogallo e la Spagna che, tuttavia, non saranno in grado di gestire in maniera adeguata lopportunit conquistata con la nuova ricchezza. LEuropa centrale, orientale e settentrionale non partecipa in modo significativo a queste scoperte. Solo in seguito, nel XVII secolo, Paesi Bassi, Inghilterra e Francia settentrionale risulteranno nel complesso come la regione economica destinataria dei maggiori guadagni derivati dai mutamenti economici associati alle grandi scoperte. Il Portogallo.

    Unimpresa notevole, allinterno dellespansione europea di questo periodo, compiuta dal Portogallo, Stato piccolo e relativamente povero, che riesce ad assicurarsi il dominio su un vasto impero marittimo in Asia, Africa e America: nel 1515 i Portoghesi sono ormai padroni dellOceano Indiano. Il paese poco popolato, con un numero limitato di citt assai piccole, e con uneconomia prevalentemente di sussistenza, con leccezione della pesca lungo le coste e le saline. Non autosufficiente per quanto riguarda le risorse alimentari e i cereali in particolare, costretto ad importare grano, ma anche manufatti di ogni genere. Esporta sale e pesce, prodotti mediterranei come olio, vino, frutta, sughero e pellami. Determinanti risultano in questo contesto le conoscenze accumulate nella progettazione di navi e nelle tecniche della navigazione in funzione dellaccorta politica di due esponenti della casa regnante: in un primo tempo il principe Enrico, detto il Navigatore, e successivamente il re Giovanni II, salito al trono nel 1481. Enrico si dedica allincoraggiamento delle esplorazioni della costa africana con lobiettivo finale di raggiungere lOceano Indiano: nel 1415 i Portoghesi sbarcano nel Marocco e occupano Ceuta. Questo sovrano fonda nel suo castello sul promontorio di Sagres una sorta di centro di studio nel quale raduna astronomi, geografi, cartografi e navigatori di ogni nazionalit. Dal 1418 fino alla morte organizza quasi una spedizione allanno, durante le quali, con attenzione e pazienza, i suoi marinai disegnano coste e correnti, riscoprono e colonizzano le isole atlantiche (le Azzorre e le Canarie, poi cedute alla Spagna); stabiliscono relazioni commerciali coi capi indigeni della costa africana, ma non disdegnano la ricerca di oro e di schiavi. Dopo la morte di Enrico lattivit di esplorazione rallenta per la mancanza del sostegno regio e per la concorrenza del lucroso traffico di avorio, oro e schiavi che i mercanti portoghesi svolgono con il regno indigeno del Ghana. Il re Giovanni II riprende le esplorazioni ad un ritmo accellerato e, nel volgere di pochi anni, i suoi navigatori si spingono quasi fino allestrema punta meridionale dellAfrica: nel 1488 Bartolomeo Diaz raggiunge Cape Hope e lo battezza Capo Storm. Il successivo viaggio quello che consente a Vasco de Gama, tra il 1497 e il 1499, di raggiungere Calicut circumnavigando lAfrica. Malattie, ammutinamenti, tempeste e difficolt di varia natura decimano la spedizione in navi e uomini, ma il carico di spezie col quale si fa ritorno compensa di gran lunga tutti i costi del viaggio. Vedendo lentit dei profitti, i Portoghesi, nel volgere di poco

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    pi di dieci anni, riescono con uno sforzo anche militare a spazzare via gli Arabi dallOceano Indiano e ad organizzare scali commerciali fortificati fino alle favolose isole delle Spezie o Molucche. Nel 1513 una delle loro navi attracca a Canton nella Cina meridionale, e a met del XVI secolo essi hanno relazioni comerciali anche con il Giappone. Il consolidamento e lespansione degli insediamenti in Asia continua ancora nei primi decenni del XVI secolo, senza peraltro che i Portoghesi si spingano verso linterno delle regioni, ma accontentandosi di controllare le rotte marittime attraverso le quali stava ormai completamente cambiando la geografia degli scambi tra Europa e Asia. Leconomia spagnola e larrivo del Nuovo Mondo.

    Il secondo Paese protagonista dellespansione europea, ma verso Occidente, la Spagna. Anche in questo caso si tratta di un Paese con condizioni economiche particolari, ed inoltre con problemi ancora pesanti per quanto concerne lunificazione interna. La caratteristica principale della Spagna la variet del proprio territorio, da cui derivano difficolt e conflittualit. Lagricoltura aveva ricevuto una cospicua eredit dai predecessori musulmani, poich i popoli arabi e moreschi che avevano popolato lAndalusia prima della riconquista cristiana erano stati eccellenti orticoltori e avevano portato larte dellirrigazione ad un alto livello, ma i sovrani spagnoli, infiammati da fervore religioso, sperperarono questo patrimonio. La maggiore delle difficolt dellagricoltura spagnola deriva dalla rivalit tra contadini e grandi proprietari terrieri, che destinano i loro possedimenti allallevamento degli ovini. La produzione laniera ha per lungo tempo uno sbocco molto redditizio sul mercato internazionale, per la forte richiesta da parte dei centri tessili, specialmente allinterno del Mediterraneo. I pastori seguivano la pratica della transumanza, vale a dire il movimento delle greggi tra i pascoli estivi in montagna e quelli invernali in pianura. Gli allevatori, organizzati in una corporazione detta Compagnia della Mesta, formavano a corte una lobby potente. La lana una merce di valore che frutta denaro contante ed facilmente tassabile anche al momento dellesportazione. Quindi erano supportati dai regnanti perch erano considerati entrata di moneta. Lespansione spagnola pi casuale di quella portoghese e meno legata alla ricerca di nuovi orizzonti eocnomici per i propri traffici. Nel 1483 mentre gli equipaggi del portoghese Giovanni II stanno ancora aprendosi la strada lungo la costa africana, un genovese di nome Colombo, chiede al re di finanziare una spedizione attraverso lAtlantico per raggiungere loriente viaggiando verso ovest. Giovanni II bocci la proposta di Colombo, in quanto era interessato prettamente allAfrica. Colombo si rivolge quindi ai sovrani spagnoli Ferdinando ed Isabella, i quali non ritengono realistica limpresa. Lo stesso atteggiamento tengono il sovrano inglese e quello francese. Alla fine, nel 1492, Isabella di Castiglia, per celebrare la vittoria sui Mori di Granada, acconsente a finanziare la spedizione di Colombo che, dopo aver navigato per oltre due mesi, il 12 ottobre di quellanno giunge nelle isole note in seguito come Indie occidentali, poich in realt egli crede di aver raggiunto lAsia. Dopo aver fatto ritorno in Spagna, lanno successivo torna con una spedizione molto pi numerosa ed attrezzata, con cui inizia la vera opera di colonizzazione. Una nuova conflittualit sui mari e il Trattato di Tordesillas.

    Alla fine del 400 ci si trova pertanto con due Stati che si fronteggiano sul mare, convinti probabilmente di essere arrivati sugli stessi ricchi mercati orientali seguendo due strade opposte. Subito dopo il rientro della prima spedizione, Ferdinando e Isabella si rivolgono al Papa Alessandro VI affinch stabilisca una linea di demarcazione che confermi i diritti spagnoli sulle terre appena

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    scoperte. Questa linea si troverebbe ad ovest delle Azzorre e di Capo Verde e divide il mondo non cristiano in due met, con la parte occidentale riservata agli Spagnoli e quella orientale ai Portoghesi. Lanno seguente, il 1494, nel trattato di Tordesillas il re del Portogallo convince gli spagnoli a tracciare una linea pi a ovest. Ci ha fatto pensare che i Portoghesi conoscessero gi lesistenza del Nuovo Mondo, in quanto, in questa seconda ipotesi, la gobba del Sud America risulta collocata nellemisfero portoghese. Nel 1500 durante la prima grande spedizione commerciale portoghese successiva al ritorno di Vasco de Gama, Pedro de Cabral fa vela direttamente verso questa zona e rivendica il territorio. Ai mutamenti di prospettive economiche occorre aggiungere le ricadute culturali, sociali e politiche che questi eventi produrranno nei secoli successivi.

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    PARTE 2 XVI SECOLO

    1. La Demografia Landamento della popolazione europea.

    Il termine espansione si pu applicare alleconomia europea del XVI secolo considerandolo in tutte le sue accezioni e in quasi tutti i parametri economici complessivi. Con linizio del XVI secolo prende avvio una costante crescita della popolazione europea, anche se con alcune diversit e discordanze nelle singole aree nazionali. La documentazione disponibile varia e non pu fare riferimento ai classici censimenti. In mancanza di registrazioni di stato civile, in molte aree europee, si ritrovano registri parrocchiali dei battesimi, matrimoni e sepolture, tenuti allinterno delle parrocchie, cattoliche enon. LItalia e lInghilterra furono le due aree nelle quali i registri parrocchiali presero fortemente piede nel corso del 500. Oltre i dati strettamente demografici si sono ritrovati i segnali dellespansione della popolazione europea in quasi tutti i campi della vita economica. Si calcola che con il XVI secolo la popolazione europea abbia recuperato totalmente le enormi perdite della pandemia del XIV secolo e che abbia superato il limite precedente, oscillando intorno ai 100 milioni di individui. In un secolo che rappresenta il vero momento di passaggio della societ europea dal mondo medievale allet moderna, la distribuzione della popolazione sul territorio presetna ancora gran parte delle caratteristiche dellepoca precedente. In sostanza si assiste al permanere di una dispersione degli insediamenti, con il prevalere dei piccoli centri, senza la presenza di quelle che si potrebbero definire grandi citt, anche se si pu indicare il 500 come il momento in cui inizia la crescita delle future metropoli dellet moderna. Alcune stime restringono a quattro citt una popolazione pari o superiore ai 100mila abitanti, Milano, Napoli e Venezia in Italia, e Parigi, allinizio del 500, mentre alla fine del secolo se ne contano otto, Milano, Venezia, Roma, Napoli, Palermo, Parigi, Londra e Lisbona. Pari o superiori ai 50.000 abitanti sarebbero state rispettaivametne sette citt allinizio del secolo e tredici alla fine. Nella realt levoluzione della popolazione nelle diverse aree geografiche fu inevitabilmente differenziata e risent degli eventi politici e militari che travagliarono i Paesi europei. Lesame degli indici demografici, della natalit e della mortalit evidenzia valori elevati. I tre mali fondamentali, carestie, guerre ed epidemie, nel corso del secolo esplicarono ancora i loro effetti nefasti ma incominciarono a trovare dei correttivi che limitarono i regressi. Le migrazioni, fra vecchio e nuovo mondo.

    Dalla campagna alla citt, nel fenomeno dellurbanizzazione incipiente. In questo senso appare paradigmatico il caso inglese, che dimostra una trasformazione delle campagne con la realizzazione delle recinzioni e la conseguente, se non del tutto correlata, crescita di Londra, che quantuplica la sua popolazione nel corso di un secolo. Anche in Spagna e in Portogallo ci fu questo fenomeno. In Italia il comportamento fu diverso, nella prima parte del secolo gli italiani paiono disperdersi nei piccoli centri, salvo riprendere il flusso dellurbanizzazione nella seconda met del secolo. I poveri si muovevano fra citt e campagna, fra nucleo cittadino e contrado, secondo ritmi stagionali, che erano dettati dal succedersi dei raccolti e dai luoghi di immagazzinamento delle scorte. I momenti di crisi determinano anche un certo movimento dei poveri fra i centri urbani, alla ricerca dei luoghi ove la carenza di risorse fosse meno sentita.

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    Da Paese a Paese la migrazione avvenne secondo schemi differenziati. Uno dei pi singolari offerto dagli Svizzeri, che in questo periodo migrarono in molti Paesi come militari al servizio delle diverse corti europee. Le politiche mercantilistiche degli Stati europei favorirono, inoltre, il trasferimento dei tecnici delle diverse arti e produzioni, i quali dovettero muoversi fra gli incentivi offerti dai Paesi ospitanti e le pene previste e comminate dai Paesi di origine. Da continente a continente le migrazioni offrono caratteristiche particolari. Infatti, se innegabile il richiamo dei nuovi territori a disposizione degli europei, lafflusso verso i nuovi Paesi non presenta le caratteristiche di un movimento diffuso. Molti ostacoli si frapposero. Innanzitutto le difficolt oggettive dei viaggi lunghi e disagiati, accompagnate dalla scarsa ricettivit di luoghi ove era necessario adattarsi a vivere secondo uno spirito pionieristico. Lemigrazione verso le Americhe fu alimentata soprattutto da uomini che ricercavano occasioni di affari con il cosiddetto commercio doltremare, dedicandosi allo sfruttamento delle risorse che via via erano offerte dalle esplorazioni allinterno del continente. Occorre ancora distinguere fra migrazione definitiva e quella temporanea, dal momento che molti fra coloro che scelsero di intraprendere la strada dellavventura e della fortuna ritornarono al luogo di origine, mentre lentamente venne a formarsi una popolazione definitiva, alimentata anche dalle nascite giunte. Fra le migrazioni verso le Americhe nel corso del 500 occorre ancora considerare un flusso di individui, non certamente europei, i quali per si affiancarono a questi, gli schiavi, prelevati per lo pi dallAfrica, per soddisfare le esigenze del lavoro nelle nuove piantagioni di canna da zucchero. LAsia e lAfrica non si determinarono concorrenti di emigrazione vera e propria: nei due continenti si recarono gli uomini indispensabili alla gestione delle basi commerciali e militari che i Paesi europei, il Portgallo soprattutto, organizzarono come punti di riferimento ai loro traffici. La qualit della vita.

    La peste ormai presente saldamente in Europa in forma endemica e periodicamente, con una frequenza robusta, esplode nella forma epidemica. I luoghi pi colpiti sono soprattutto i centri urbani, ove si addensano numerosi individui in condizioni igieniche precarie. Al primo posto fra le cause delle epidemie si pongono quindi le pessime condizioni igieniche. Si osservato che i gruppi di individui che venivano colpiti dalle epidemie dovevano ritrovarsi in situazioni di debilitazione fisica, tale da ridurre le difese dellorganismo. A provocare la debilitazione sarebbero state le carestie. In effetti il XVI secolo vide il susseguirsi di numerose carestie, che portarono in evidenza il problema dellapprovvigionamento dei grani. Nel corso del secolo le citt furono obbligate a dotarsi di organizzazioni stabili per gestire i problemi annonari e gli Stati emanarono via via norme dirette a garantire la disponibilit di grani, alternando proibizioni di esportazione a iniziative di rifornimento. Il commercio dei grani fu occasione di grosse operazioni commerciali, con esborsi onerosi da parte delle citt. Le caretie, a loro volta, trovavano origine in cause diverse. Strutturale allagricoltura del tempo era la scarsa produttivit delle terre, per cui ogni qual volta le condizioni ambientali determinavano una crisi, la carestia era inevitabile. Scarsa germinabilit dei semi, rovinati dai parassiti e dalle difficolt di conservazione nei magazzini, carenza di concimi, rendevano quasi impossibile un assorbimento degli eventi atmosferici. Un contributo importante era dato dalle guerre, con il passaggio degli eserciti, i quali, privi di un sistema autonomo di rifornimento, vivevano delle risorse dei territori in cui venivano a trovarsi, amici o nemici. Ancora, se le condizioni igieniche nelle abitazioni e nei centri urbani erano cattive, pessime erano quelle degli eserciti impiegati nelle numerose guerre che nel 500 travagliarono lEuropa. I corpi militari sarebbero stati i diffusori di germi e parassiti che alimentarono le numerose epidemie del

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    secolo. In sostanza si sarebbe innescato un circolo vizioso che, partendo da carestie e passaggi degli eserciti, avrebbe consentito alle malattie di colpire con intensit organismi comunque indeboliti dalle difficolt contingenti. Vi furono casi di epidemie importante nelle citt di mare, ma vi anche un aspetto ancor pi importante della diffusione di malattie fra un continente e laltro. Malattie europee sconosciute in altri continenti furono portate in questi, cos come da questi se ne trassero altre sconosciute agli europei.

    2. Lagricoltura. I rapporti con la terra.

    Il mondo agricolo del 500 si presenta estremamente variegato, soprattutto per le trasformazioni che si vennero a verificare nei rapporti con la terra da parte degli uomini che vi si dedicavano. Lo sgretolamento del potere feudale, la crisi delle istituzioni ecclesiastiche e il consolidarsi delle terre libere, di propriet privata, ebbero il loro effetto sulla organizzazione dello sfruttamento agrario delle terre. Da rilevare gli effetti del processo che dallultimo quarto del XV secolo aveva interessato gran parte delle maggiori abbazie monastiche del continente. Le loro terre avevano incominciato ad essere divise in due parti distinte, la claustrale e la commendatizia, lasciando ai monaci la prima, in dimensioni confacenti alle necessit del loro ridotto numero, e affidando la seconda ai cosiddetti abati commendatori, che la consideravano soprattutto per i redditi che ne potevano trarre. Il vecchio schema feudale ormai stato rotto in gran parte dellEuropa, ma continuano, almeno allinizio del secolo, a permanere pratiche colturali antiche. Il suolo fornisce il necessario per lalimentazione e per i prodotti manufatti di base, ma non visono ancora segnali precisi di una revisione profonda delle tecniche. Laffermazione delle citt e la loro maggiore incidenza in termini di mercato di consumo dei prodotti agricoli, ma anche in termine di capitalisti alla ricerca di investimenti, semplicemente per un reddito diretto o anche per garantirsi lapprovvigionamento di materie prime per le lavorazioni manifatturiere, contribu a mutare i tradizionali rapporti con la terra. Proprietari diretti, affittuari, contadini e salariati trovavano un limite spaziale nel loro lavoro, che dipendeva dalle possibilit di spostamento rispetto alla residenza abituale e dalla collaborazione dellintera famiglia. Un aspetto particolare della ricerca di nuove terre coltivabili si presenta nel 500 con il ricorso alle opere di bonifica, soprattutto in Italia, Francia e Inghilterra. Le nuove produzioni agrarie.

    Allaprirsi del secolo il sistema agrario europeo ancora dedito alle produzioni tradizionali dei secoli precedenti. Gli agricoltori europei continuano a dedicarsi alla coltivazione dei prodotti alimentari, con una grande variet di piante. Per lalimentazione si ritrovano coltivati ogni sorta di cereali e frutti commestibili esistenti, compresi nella dizione generalizzata di grani, dal frumento alla segala, ma anche orzo, avena, spelta, miglio, saggina, castagne e altri. Olive e uve sono oggetto di cure particolari e incominciano a suscitare lattenzione dei cultori di agronomia. Per il tessile lino e canapa sono oggetto di estese coltivazioni, mentre il cotone si ritrova relegato nelle sole aree meridionali. Uno degli elementi pi appariscenti delle conseguenze delle esplorazioni geografiche lo si ritrova nella conoscenza di nuovi prodotti della terra. Patata, mais, pomodoro, tabacco, t, caff, cacao sono soltanto i pi significativi e i primi di un lungo elenco di prodotti che nel corso del 500 vennero portati in Europa.

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    Maggiore interesse paiono suscitare le erbe ritenute capaci di propriet curative, ma queste alimentarono pi un commercio di importazione che non la messa a coltura, cos come le nuove materie tintorie di origine vegetale. Nuove occasioni di produzione agricola vennero da prodotti conosciuti da tempo in Europa e che si diffusero in piantagioni pi estese, capaci di suscitare correnti di esportazione. Il riso, eredit delloccupazione araba della penisola si diffuse nellItalia settentrionale. Il gelso, ancora in Italia, per passare dopo in Francia, fu occasione di espansione dellallevamento dei bachi, ponendo le premesse per il futuro sviluppo della seta. Inizia la grande avventura della canna da zucchero, scarsamente presente in Europa salvo in alcune piccole zone meridionali. Riso, gelso e canna da zucchero offrono frutti della terra che necessitano di una lunga lavorazione per giungere al prodotto finale, richiedendo investimenti importanti. Canali e mulini devono assistere il riso, allevamenti e filatoi affiancano i gelsi, molti uomini e complicate trasformazioni garantiscono lo zucchero. Le navi in viaggio fra America, Asia e Africa furono uno strumento straordinario per scambiare e diffondere le conoscenze dei frutti della terra. Vi contribuirono la volont di arricchire il patrimonio a disposizione, ma spesso eventi casuali determinarono effetti importanti. Le provviste imbarcate nei diversi porti per garantire lalimentazione dei passeggeri, ormai non pi soltanto europei, ma spesso asiatici e africani, soprattutto nel commercio degli schiavi, portarono per il mondo semi e piante che si cercarono di impiantare e climatizzare in una alternanza di successi e insuccessi. Lincontro con gli altri continenti provoc anche una importante trasformazione nellallevamento del bestiame. Le navi europee e gli uomini darme imbarcati si muovevano trasportando numerosi animali. Due esigenze fondamentali erano alla base di tale comportamento. La prima derivava dalla necessit di garantirsi la presenza dei cavalli per i trasferimenti e le battaglie, la seconda proveniva dai bisogni alimentari. Lobiettivo della colonizzazione richiedeva di riprodurre per quanto possibile le condizioni di vita dei paesi dorigine. Equini, bovini, ovini, suini conigli e gallinacei accompagnarono gli equipaggi nelle traversate e si stabilirono nelle nuove aree di presenza europea determinando una diffusione che in molti casi assunse dimensioni notevoli. Dal resto del mondo vennero pochi animali di tipo sconosciuto suscettibili di utilizzo e impiego negli allevamenti europei, come ad esempio il tacchino.

    3. Verso la nuova sicurezza. Innovazioni.

    La pubblicazione di volumi dedicati alle tecniche di produzione metallurgiche forse lelemento pi significativo per illustrare il livello di conoscenze disponibili nel corso del 500, anche se non detto che abbiano svolto un ruolo effettivo per diffondere il contenuto, come del resto stato dimostrato. Nel 1540 fu dato alle stampe, a Venezia, il De la Pirotechnia di Biringuccio e nel 1556, a Basiliea, il De re metallica di Agricola, che costituiscono grandi monumenti alla tecnologia. Le esigenze belliche esaltano la necessit di metalli, sia per le armate terrestri che per quelle navali. Lenergia meccanica usufru della ruota idraulica e di quella eolica, ma linsostituibile combustibile costituito dalla legna provoc la distruzione di gran parte del patrimonio boschivo delle aree circostanti ai centri di produzione. Il caso dellInghilterra port ad una vera e propria crisi nel rifornimento del legname, il quale vide pi che triplicato il sui prezzo nel corso del secolo. Anche la metallurgia offr ai detentori di capitali uninteressante occasione di impiego e di reddito. Molte grandi case bancarie, come i Fugger di Augusta in Germania, investirono e sovvenzionarono

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    imprese del settore, garantendo non soltanto la produzione, ma anche la distribuzione dei metalli e dei prodotti derivati in ogni parte del mondo. I metalli preziosi, nella filiera oro argento e rame, conobbero momenti di fortuna, con le opportunit offerte dalle grandi quantit provenienti dalle Americhe o dallAfrica. Linnovazione forse pi significativa fu la diffusione della tecnica dellamalgama con il mercurio per lestrazione dellargento. Uno dei settori ove pi si esercitata la ricerca di innovazioni o di miglioramenti sulla base delle esperienze sul campo quello della navigazione, dalla costruzione delle navi alla dotazione di armi, dallorientamento e conoscenza dei territori alla misurazione del tempo e dello spazio e ai rifornimenti alimentari. I progressi nelle tecniche di orientamento portarono fra laltro ad uno sviluppo eccezionale nella cartografia. Nn per nulla il XVI il secolo di Gerardo Mercatore, il cartografo olandese. Una certa ricaduta di questo grande lavoro, inevitabilmente condotto con strumenti di misurazione, si ebbe anche per scopi diversi, come quello dellagrimensura, in fase di sviluppo soprattutto ai fini fiscali. I mari del 500 erano percorsi da imbarcazioni di tutti i tipi. Permanevano le galee mediterranee. Quelle da guerra utilizzavano prevalentemente la forza dei remi, pur dotate di una vela latina in uso nei momenti di tranquilla navigazione. Le mercantili avevano ormai una prevalenza della vela, pur conservando remi in quantit ridotta per le manovre in porto ed eventuali emergenze. Nel corso del 500 levoluzione delle navi a vela fu quasi esplosiva, nella misura in cui apparvero e furono sperimentate numerosi tipi di nave. Portoghesi, spagnoli e inglesi furono i maggiori costruttori di grandi navi da guerra. Paesi Bassi e Inghilterra, sfruttando antiche risorse, riuscirono a conquistare i mercati che erano stati tradizionalmente dominati dai mercanti di panni medievali, soprattutto italiani. Nuovi panni, dai colori vivaci, anche se pi leggeri e meno resistenti, denominati short-cloths, costituirono una delle voci pi attive delle esportazioni dal porto di Londra nel 500. Lorganizzazione della produzione e del lavoro.

    La tradizionale occupazione nei diversi settori economici e sociali non fu stravolta nel corso del secolo, ma piuttosto affiancata in un lento processo di trasformazione innescato da nuove opportunit, alcune sviluppatesi quasi naturalmente e altre imposte dalle vicende politiche, economiche e sociali. La richiesta di prodotti alimentari e di materie prime, tessili e minerali, ha imposto, a secolo avviato, un aumento della produzione e una diversa organizzazione del lavoro, sia nei campi che nelle miniere. In pratica, in agricoltura si supera in molti luoghi lattivit limitata alla sussistenza e si incentiva quella destinata al mercato. Ne deriv come conseguenza lo sviluppo di nuove forme di lavoro nei campi, che trovarono nel salariato il modo di esprimersi. A facilitare la trasformazione contribu il superamento degli schemi feudali nel rapporto con la terra e la nascita di aziende agrarie per il mercato, viste come occasione di investimento e di remunerazione dei capitali. Nei territori del nuovo mondo, sopratutto nella seconda met del secolo, dopo i primi pionieristici interventi, il lavoro dei campi pose alcuni problemi, da un lato per le difficolt insite nelle condizioni ambientali e dallaltro nelle tipologie delle colture possibili. Lemigrazione di coltivatori europei non fu significativa e le risorse locali di manodopera, gli abitanti originari, si esaurirono in poco tempo. Non fu possibile organizzare un consistente afflusso di coloni dallEuropa e ne deriv cos il ricorso alle risorse umane degli schiavi africani. Lo sfruttamento delle miniere conobbe a sua volta un processo analogo, se non maggiore, di espansione.

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    I capitali dei ricchi mercanti, sin dallultima parte del XV secolo, furono attirati dalle opportunit dellimpiego nellattivit mineraria, che venne strutturata in imprese di dimensioni molto pi vaste delle precedenti, usufruendo dellopera di molti operai, dipendenti salariati, che determinarono le prime grandi concentrazioni di lavoratori in zone ristrette. Il settore secondario appare in grande movimento. La produzione manifatturiera del 500 pare usufruire di una miriade di tipologie di occupazione e offre occasioni di lavoro che stanno fra il tradizionale e linnovativo, caratterizzando proprio in questo uno degli aspetti pi significativi dellespansione economica dellEuropa e segnando, nello stesso tempo, il passaggio dalleconomia medievale a quella moderna. Il lavoro nelle botteghe artigianali, che aveva sostenuto le fortune dei mercanti, svolge ancora un ruolo determinante. Alcuni settori richiedono notevoli quantit di manodopera, come i cantieri navali e gli arsenali marittimi, che ancora oggi rimangono, con le strutture residue, a testimoniare impianti di grandi dimensioni. Molta parte della produzioen manufatturiera di beni di consumo e di semilavorati garantita dallutilizzo del lavoro disponibile fra gli uomini dei campi. Per definizione le lavorazioni agricole sono stagionali e lasciano ampi spazi temporali per attivit differenziate. In questo campo ebbe modo di svilupparsi il lavoro a domicilio, nelle case degli agricoltori, che vi potevano dedicare il molto tempo libero. Protoindustria e preindustria sono stati i termini pi usati per definire linsieme delle organizzazioni produttive che hanno garantito i prodotti manufatti che, comunque, sono stati necessari per soddisfare le esigenze dei consumi a tutti i livelli. Nella generale espansione che attraversa lEuropa del 500 si potrebbe, forse, affermare che si ritrovano quasi tutte le tipologie organizzative che erano gi state sperimentate nei secoli precedenti e si incominciano ad intravedere casi di organizzazioni pi consistenti nella cantieristica, nelle miniere e nelle aziende agrarie. In particolare si sviluppano produzioni nelle quali i capitali fissi rivestono un ruolo maggiore del passato.

    4. Gli scambi internazionali. I flussi.

    Le due tradizionali aree forti del commercio, lEuropa mediterranea (lItalia) e lEuropa settentrionale (lAnsa e i Paesi Bassi), si ritrovarono a rivedere i loro schemi di azione. I traffici si ritrovarono a privilegiare sempre pi i trasporti per via marittima. Il bacino del Mediterraneo perde il suo ruolo centrale non tanto perch vi siano diminuite le correnti di traffico tradizionali, per gli scambi interni di prodotti locali che permasero con una certa vivacit, ma per il venir meno di una parte delle merci dellAsia e dellAfrica, che potevano ormai passare attraverso la rotta del Capo di Buona Speranza, giungendo direttamente alle regioni centrali e settentrionali dellEuropa senza lintermediazione del Mediterraneo. A partire dal 1503 gli spagnoli crearono a Siviglia una istituzione, la Casa de la Contratacin, con il preciso intento di riservare alla Spagna il monopolio di tutti i traffici con le Americhe e garantire il controllo su tutto quanto si muoveva verso laltro lato dellAtlantico e ne arrivava. I registros di Siviglia avevano uno scopo fiscale e di controllo dellafflusso dei metalli preziosi, ma non solo, in quanto gli spagnoli estesero la loro attenzione a tutto quanto veniva trasportato, esercitando un pesante controllo politico. In una prima fase, per pochi decenni, vi fu una prevalenza di invii dallEuropa, soprattutto di manufatti e di generi alimentari, per sostenere linsediamento dei colonizzatori. Poco dopo

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    incominciarono a prevalere negli scambi i prodotti americani. Fra questi un posto di tutta rilevanza, dal punto di vista economico, occupato dai metalli preziosi, soprattutto argento. Presero corpo, quindi, gli scambi delle merci prodotte in loco, soprattutto in Brasile, con la canna da zucchero e il legname denominato appunto brasile, e nelle Antile, soprattutto pellame proveniente dagli allevamenti di bestiame col importato. Il 500 dovette confrontarsi con il venir meno delle vie tradizionali delle correnti di commerci e di traffici con lAsia. La caduta dellimpero romano dOriente, lespansione dellimpero ottomano sulle coste africane del Mediterraneo e gli scontri violenti, sino alla battaglia di Lepanto (1571), avevano quasi del tutto annullato il transito diretto attraverso il Mediterraneo delle merci asiatiche. Dopo la circumnavigazione dellAfrica attuata dai Portoghesi e il viaggio di Magellano le vecchie strade attraverso i continenti furono rese molto difficoltose e sostituite dalle vie attraverso gli oceani. Alcuni prodotti asiatici, come lo zucchero e le materie tintorie furono abbandonate e sostituite dai rifornimenti americani, ma spezie, sete, perle, pietre preziose e tessuti di cotone continuarono ad arrivare, movimentate dai nuovi operatori, soprattutto olandesi e inglesi, che alla fine del XVI secolo diedero vita alle grandi compagnie commerciali, la East India Company e le Compagnie olandesi. La bilancia commerciale dellEuropa con lOriente si mantenne negativa, ma pot usufruire dellargento americano per saldare il deficit. La moneta.

    Sino al XV secolo la scarsa disponibilit di metalli preziosi per la coniazione di monete aveva rappresentato uno scoglio notevole alla creazione di un sistema monetario efficiente. Verso la fine del XV secolo incominciarono a percepirsi gli effetti dei nuovi afflussi di oro africano, garantito dai portoghesi, e dei primi arrivi di tale metallo dallAmerica colombiana. Alloro si affiancavano nel vecchio continente le principali produzioni dargento da fonti di estrazione consolidate quali le tedesche, tirolesi e ungheresi. A partire dalla seconda met del XV secolo i sistemi monetari europei dovettero confrontarsi con i rapporti di valore fra oro e argento e argento e rame, aprendosi, con la loro variazione, occasioni di speculazione in un sistema in cui per forza di cose era possibile sfruttare i ritardi di adeguamento o il persistere di sfasamenti fra il valore di mercato e i rapporti stabiliti ufficialmente. Loro dellAfrica provoc un primo squilibrio, soprattutto nella prima met del XVI secolo, e largento americano esalt lo squilibrio, nella seconda met. Le politiche mercantilistiche degli Stati determinarono interventi massicci negli affari monetari, tanto che alcune di queste politiche sono espressamente definite come bullionistiche. La mitica ricerca della ricchezza delle nazioni attraverso la disponibilit di oro e di argento portava ad adottare la tecnica della sopravvalutazione delle monete che si volevano attirare, cos come la sottovalutazione nel caso contrario. In pratica una sottovalutazione delloro facilitava la presenza delle monete di argento e di rame, consentendo una circolazione monetaria che si rendeva difficoltosa nel caso opposto, per la carenza ai livelli locali delle monete doro. Levoluzione delle monete nel corso del 500 appare contrassegnata da un certo disordine, pur in presenza dellaffermazione di conii di grandi monete sia doro che dargento, fra le quali un posto di rilievo deve essere assegnato al cruzado portoghese ed al pezzo da otto reales spagnolo, che divennero, soprattutto il secondo, vere monete di riferimento. In termini di modello economico, con riferimento alla teoria quantitativa della moneta, non vi dubbio che un aumento della quantit di moneta in circolazione pu portare, a parit di altre condizioni, ad una modificazione del livello dei prezzi. Si anche ipotizzato, sulla base di alcuni casi effettivamente verificatisi, che vi sia stato uno sfasamento fra landamento dei prezzi e quello dei

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    salari. Il fenomeno per non pare avere interessato contemporaneamente tutta lEuropa, anche perch laumento della quantit di metallo prezioso disponibile per la monetazione coincise in molti luoghi con i momenti in cui le attivit economiche si trovavano in una fase espansiva.

    5. La finanza. La necessit del pubblico.

    La finanza pubblica del 500 risente ancora degli schemi precedentemente ereditati dal sistema feudale. In questo senso si nota che vi era sul finire del Basso Medioevo, una distinzione abbastanza significativa tra la struttura della finanza pubblica e il potere centrale rispetto a quello decentrato e locale. Le fonti di entrata dei sovrani si basavano sullimposizione fiscale, sul reddito dei domini della Corona, sulleventuale alienazione di beni e privilegi e sullindebitamento. La finanza straordinaria, spesso attivata nel corso del secolo per far fronte alle esigenze emergenti, soprattutto belliche, ma non solo, provocava una commistione nelle due forme di organizzazione. Infatti, nei casi di necessit la Corona richiedeva contributi straordinari ai corpi locali, i quali vi facevano fronte formalmente con un apporto generico, ma nella realt raccogliendo i fondi necessari con i propri schemi di imposizione fiscale. Il procedimento in pratica prendeva avvio dalle richieste che la Corona inoltrava ai diversi corpi dello Stato a livello locale per far fronte a pericoli comuni o a necessit di pompa per sostenere lo sforzo per laumento del potere dello Stato nel contesto della concorrenza per la supremazia. Sostanzialmente nelle registrazioni della contabilit centralizzate appariva la voce stabilita di sussidio o donativo, mentre sul territorio limposizione fiscale corrispondente seguiva le forme abituali delle contribuzioni ordinarie abitualmente in uso, che si trovavano ad essere maggiorate. In questo luogo le forme erano estremamente variabili, ma con prevalenza delle imposizioni dirette, essendo le indirette per la maggior parte di competenza sovrana. Contributi da versare allamministrazione centrale dello Stato assumevano sul territorio la caratteristica di imposte dirette reali, con alcuni casi di imposte dirette personali o sul reddito mobiliare. I dazi e i pedaggi di competenza sovrana ebbero beneficio dalla diffusione degli scambi e dallaumento dei traffici e il loro gettito aument notevolmente. LInghilterra ebbe gettiti notevoli dal movimento dei suoi porti ed Elisabetta I intervenne con ordini precisi per aumentare i controlli, soprattutto con il riordino del 1564, nella lotta al contrabbando, sempre pronto a svilupparsi di fronte alla convenienza dellevasione. NellEuropa continentale le imposte indirette su consumi ebbero un andamento sempre crescente e costituiscono il nucleo centrale e pi importante delle entrate degli Stati. Generi alimentari e bevande, ma non solo, videro succedersi tutta una serie di interventi fiscali che colpirono i diversi prodotti, talvolta in modo temporaneo, per le esigenze della finanza straordinaria, ma pi spesso in modo continuo, pur con variazioni delle aliquote applicate. Un ruolo importante fu svolto dallantica e tradizionale imposta o gabella sul sale, la quale aveva la caratteristica di fissare, oltre il prezzo imposto del sale, anceh un consumo minimo per persone e animali. Il debito pubblico.

    Il debito pubblico non era certo uninnovazione, ma nel XVI secolo esso ebbe modo di espandersi e soprattutto di esprimersi in forme complesse e organizzate. Alla base del suo modo di realizzarsi vi erano pure le antiche remore per il divieto canonico del prestito ad interesse. Suddiviso nelle due forme tradizionali del redimibile e dellirredimibile, il debito pubblico cinquecentesco ebbe modo di percorrere tutte le tipologie possibili. Rendite perpetue, rendite

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    vitalizie, prestiti garantiti da cespiti fiscali o da privative su gestione e redditi di beni del patrimonio della Corona, prestiti sorretti da obbligazioni commerciabili e altre tipologie fra il fluttuante e il consolidato, il breve e il lungo termine, trovarono un terreno fertile per sviluppare una vera e propria innovazione che interess grandi banchieri, di Firenze, di Genova, della Germania meridionale e di altri centri europei, ma anche una miriade di risparmiatori che trovarono occasione di investimento. Lo sviluppo del debito pubblico nei diversi Stati europei del 500 contribu a creare centri specializzati di raccolta e di incontro di capitali e banchieri. Ad essi si rivolgevano i sovrani e alle regole locali facevano riferimento. Genovesi e tedeschi, fra i quali i Fugger e i Welser, gestirono un imponente flusso di denari, muovendosi fra nuovi strumenti creditizi e incontrando momenti di successo e di difficolt nella rincorsa alle variazioni dei tassi di interesse e di fronte alle possibilit di dissesto per le bancarotte dichiarate dagli Stati. Al predominio finanziario genovese contribu anche lo spostamento degli interessi europei della Spagna verso larea del Mediterraneo, dove si concentrarono i principali domini spagnoli. Il livello del debito pubblico di alcuni Stati europei provoc anche casi di insolvenza che sono stati definiti come bancarotte. Il caso pi eclatante rappresentato dalle bancarotte dichiarate da Filippo II nel 1557, 1575 e 1596. In realt furono momenti in cui, di fronte allimpossibilit di pagare gli interessi e di restituire i capitali prestati, i sovrani sospendevano la regolare gestione dei debiti e tendevano a modificarne gli impegni contrattuali. Sostanzialmente si trasformavano i termini di durata e le scadenze dei pagamenti, se non gli stessi tassi applicati. In questo modo prestiti a breve si trasformavano in prestiti a lungo termine od anche in prestiti irredimibili o rendite tout court. Del resto, anche nel caso di prestiti irredimibili i sovrani si potevano riservare la clausola del riscatto, che si traduceva in pratica in una rinegoziazione dei tassi di interesse applicati.

    6. I diversi ruoli in Europa. Le aree dominanti: Portogallo e Spagna.

    Cristoforo Colombo e Vasco de Gama rappresentano i simboli dellespansione territoriale degli europei. Essi portarono a fine 400 in America, in Africa e in Asia le bandiere dei due Stati, Spagna e Portogallo, che trovarono nel nuovo secolo tutte le opportunit per uno sviluppo della loro attivit economica. I portoghesi si applicarono prevalentemente ai commerci con lAfrica e lAsia realizzando un modello di rapporti navali di grande rilevanza. Innanzitutto il peso della realizzazione delle spedizioni dei primi anni del secolo fu interamente a carico della Corona. Grandi flotte, di grandi navi, furono allestite per raggiungere le coste dellAfrica Orientale e dellAsia, sostenendole con un nutrito numero di armati, per far fronte alle ostilit che ben presto dovettero affrontare. Infatti, raggiungere lOriente attraverso la circumnavigazione dellAfrica significava inserirsi in un consolidato schema di rapporti commerciali che faceva affluire le merci in Europa utilizzando le antiche vie di comunicazione attraverso Asia minore ed Africa, controllate dal mondo arabo ed essenziali per i centri del Mediterraneo, come Venezia. Naturale che vi fosse una certa resistenza allinserimento dei nuovi attori. Essi si muovevano per garantirsi i commerci, ma dovevano difenderli, come fecero, con un grosso sforzo militare, reso tanto pi oneroso per la distanza dalla madrepatria. In Africa e in Asia essi tesero a costituirsi delle basi di riferimento, che da un lato servivano per le necessarie soste delle navi e dallaltro a raccogliere e immagazzinare le merci che erano destinate al commercio dEuropa.

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    Le navi, allinizio del secolo, partivano con carichi di minerali e metalli, rame, corallo, piombo e soprattutto argento e monete. Al ritorno avevano le stive traboccanti di pepe e altre spezie, come zenzero, cannella, noce moscata, chiodi di garofano, con quanit oscillanti attorno alle 1500 tonnellate metriche. Due terzi, si calcola, erano di pepe e proprio il commercio del pepe ne fu influenzato in tutta Europa con una forte oscillazione dei prezzi. Sin dallinizio il commercio portoghese con lOriente richiam linteresse di mercanti e banchieri europei, che trovavano modo di inserirsi nelle spedizioni organizzate dalla Corona. Nonostante gli elevatissimi costi delle spedizioni navali, derivati anche dalla perdita di molti navigli nel corso dei viaggi, il commercio delle spezie garantiva guadagni imponenti, superiori spesso al 100% del capitale impiegato. Alla Corona era riservata una quota del 30% del carico di pepe, sino a quando nel 1514 se ne riserv il monopolio. Nellultimo quarto del secolo il Portogallo incominci a confrontarsi con i rischi della pirateria inglese, francese e olandese, e i costi delle spedizioni in Oriente divennero insostenibili per le finanze. Caratteristiche del tutto diverse ebbero i rapporti dei portoghesi con il Brasile, la parte dellAmerica che venne a ricadere nella loro disposizione con il tratttato di Tordesillas. Al di l della larga disponibilit del legname venne presto in evidenza che la maggiore ricchezza era nelle sue caratteristiche ambientali e nella possibilit di svilupparvi forme di sfruttamento agricolo. Attraverso procedimenti complessi i risultati furono raggiunti con un sistema di concessione delle terre con il patto della messa a coltura e con la disponibilit di manodopera importata, essenzialmente con la schiavit, facilitata per i portoghesi da una certa loro consuetudine al ricorso agli schiavi gi nella madrepatria ed alla frequentazione, ormai quasi secolare, con le coste dellAfrica. Infine, fu individuata la produzione pi confacente al territorio nella canna da zucchero, seguita successivamente dal cotone. Ben diversa fu la complessa vicenda dellespansione americana degli spagnoli. Essa era iniziata con il miraggio di conquistare il commercio con le Indie, ma subito venne in evidenza come lAmerica non fosse assolutamente il luogo da cui trarre le merci attese e conosciute. Se i portoghesi avevano dovuto programmare la loro presenza in Africa e in Asia attraverso la costituzione di teste di ponte, che non potevano che limitare il loro ruolo nellincontro con le forme gi organizzate da tempo in sede locale per la produzione del commercio, gli spagnoli al contrario si trovarono a realizzare tutta unopera di conquista e di colonizzazione dei territori, che li portarono nel corso del secolo alla costruzione di un impero che occupava la gran parte del nuovo continente. Laspetto che certamente ha lasciato il segno pi rilevante per il 500 lorganizzzazione dellafflusso dei metalli preziosi a Siviglia. Soprattutto nei primi decenni lo sforzo spagnolo fu assorbito dalle necessit della colonizzazione, mentre i primi prodotti, oltre loro e largento, furono ottenuti sopratuttto dalle Antille, prima area dinsediamento dei coloni spagnoli. Dopo le vicende traumatiche della conquista militare, gli spagnoli dovettero confrontarsi con le necessit di arivare ad una organizzazione strutturata dei nuovi domini, con la creazione di due vicereami e la costituzione di una classe dirigente e amministrativa, sullesempio del modello applicato in Spagna. Una interpretazione corrente vede prevalere nei primi europei arrivati con le navi spagnole uomini attirati dalla speranza di una facile fortuna e provenienti in maggioranza dallAndalusia, dallEstremadura e dalle classi dominanti della Castiglia, zona della Spagna fortemente caratterizzata dalla grande propriet agraria, nelle mani della Corona, della grande nobilit e del clero. Dopo essere svanito in tutto o in parte il miraggio delloro, questi uomini avrebbero privilegiato la possibilit di acquisire domini fondiari. E questi vennero garantiti dalle concessioni fatte dalla Corona spagnola, che si considerava come proprietaria delle nuove terre. In parte si riprodusse in America lo schema della grande propriet castigliana, determinando anche le

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    modalit dellimpiego della manodopera, che in un primo momento dovette essere garantita dagli abitanti originari e dopo fu sostenuta dallarrivo dei negri africani. Il controllo rigido dei traffici con le Americhe messo in atto dalla Spagna con la Casa de la Contratacin e il Consiglio delle Indie imped un afflusso massiccio e indiscriminato di mercanti, utilizzando lo strumento delle licenze di commercio individuali e temporanee, riservate ai mercanti amici, come genovesi e tedeschi, dei quali la Corona non poteva fare a meno per le sue necessit finanziarie. Le aree in bilico: gli Stati italiani.

    Una delle interpretazioni pi diffuse sullandamento delle attivit economiche nella penisola italiana nel corso del 500 tende a dividere il secolo in due periodi abbastanza delineati. La prima met sarebbe stata segnata dalle crisi indotte dalle guerre combattute sul suo territorio, accompagnate da una serie di distruzioni e di caduta dei parametri produttivi nei settori che erano stati i suoi tradizionali punti di forza, come il tessile. La seconda parte del secolo avrebbe visto una sorta di ripresa, che per si sarebbe scontrata con le modificazioni intervenute a livello europeo, sia nelle produzioni che nello smercio di quei prodotti che erano stati sottratti agli italiani. La realt delleconomia italiana del 500 si presenta estremamente diversificata, cos come estremamente variegato era il quadro degli Stati fra i quali la penisola era divisa. Se ci si inoltra nei diversi settori si nota chiaramente come le attivit manifatturiere abbiano risentito degli eventi bellici, con un calo generalizzato delle produzioni, soprattutto nellaria centro-settentrionale. La crisi dellorganizzazione tradizionale non tocc per pi di tanto la capacit di iniziativa degli uomini daffari, i quali si inserirono nel processo di espansione europea per il mondo in modo significativo. La vocazione internazionale dei mercanti italiani aveva costruito un solido reticolo di interessi e di capacit imprenditoriali, il quale fu estremamente prezioso nel momento in cui lampliamento dei mercati e delle occasioni di affari attraverso gli oceani richiedeva conoscenze e professionalit mercantili e finanziarie. In altri termini, mentre lItalia era praticamente messa a ferro e fuoco dagli eserciti stranieri belligeranti gli uomini daffari italiani si ritrovarono ad operare praticamente in tutte le parti del mondo, mettendo a frutto le loro consolidate tecniche di affari. Gli italiani occupano ancora un posto di primo piano nelle grandi fiere europee, dove si scambiano merci, ma soprattutto dove si collocano le grandi iniziative finanziarie, con il commercio dei titoli di credito derivanti dai prestiti pubblici degli Stati europei. Sotto questo punto di vista si pu ritenere che il 500 abbia visto una certa trasformazione nella specializzazione degli uomini di affari italiani che, da mercanti quali erano sempre stati, privilegiarono successivamente le attivit pi specificamente finanziarie, sfruttando anche il mutato atteggiamento della Chiesa verso questo tipo di attivit e ponendosi come interlocutori privilegiati per la collocazione di titoli del debito pubblico, soprattutto della Corona spagnola e di quella francese. Nellultimo quarto del secolo le galere genovesi si trovarono a controllare un traffico totalmente nuovo, il trasporto di ingenti quantit di metalli preziosi, soprattutto argento monetario, che dalla Spagna veniva trasportato in Italia, come effetto di complessi regolamenti finanziari. Venezia si trov a sua volta a vivere cicli differenziati, oscillanti in relazione allandamento dei traffici con lOriente, soprattutto per le spezie, dopo lintervento massiccio dei portoghesi. I porti meridionali, siciliani soprattutto, e la dalmata Ragusa si trovarono a gestire il commercio dei grani, secondo tradizioni antiche, ma rispondendo allaumentata richiesta dei consumi e alla ricerca di nuove fonti di approvvigionamento, anche per fronteggiare le gravi carestie della seconda met del secolo.

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    Non vi dubbio che le guerre della prima met del secolo abbiano messo in grandi difficolt il tessuto produttivo preesistente, ma i mutamenti istituzionali, con le nuove influenze spagnole, e i rapporti internazionali degli uomini di affari italiani ebbero un ruolo fondamentale nel determinare un nuovo sviluppo, i cui segni sono evidenti anche nelle testimonianze fisiche giunte sino a noi. Grandi chiese e palazzi, con le loro opere darte, sono frutto di investimenti cospicui, che danno conto dellesistenza e della vitalit di alcune grandi corti principesche italiane. In definitiva nellItalia del 500 si manifestano molte trasformazioni che toccano praticamente tutti i settori della vita economica, modificando profondamente gli schemi che avevano garantito il dispiegarsi della vita economica e sociale dei secoli precedenti. Ne deriv un diverso equilibrio fra le diverse regioni. Alcune, quelle della zona centro-settentrionale, paiono regredire, almeno in un confronto relativo con altre aree forti europee, mentre altre si conquistarono spazi di grande sviluppo, come Genova. Altre ancora, come Venezia, conservarono un ruolo importante, mentre il Mezzogiorno si ritrov a pagare un alto prezzo per sostenere gli oneri imposti dalla politica di Filippo II. Rimane unarea tradizionalmente debole nel Nord Ovest, che per trova nello spostamento in Italia del centro dei domini dei Savoia il germe di uno sviluppo. Le aree emergenti: Inghilterra e Paesi Bassi.

    LInghilterra e i Paesi Bassi settentrionali sono le due aree europee che manifestarono nel 500 forme e tempi di uno sviluppo originale. I due paesi furono interessati a vicende politiche importanti che trovarono nel regno inglese dei Tudor e nelle guerre di religione delle Fiandre gli eventi pi eclatanti. Gi nei secoli precedenti al 500 si era sviluppata, nei Paesi Bassi, una parte della regione, i cosiddetti Paesi Bassi meridionali, tanto da poter essere considerata, con Bruges come centro ed Anversa come porto, uno dei poli forti delleconomia europea, confrontabile con quello italiano, mentre si erano affermati nelle vicinanze pi immediate centri commerciali rilevanti come Amsterdam, Brema ed Amburgo. La loro collocazione sul mare del Nord aveva consentito di usufruire di due grandi linee di comunicazione, orientate verso il mare e verso linterno, con una prevalenza dei trasporti per via dacqua, usufruendo dei corsi di fiumi, come il Reno e lElba. Quando i portoghesi iniziarono la loro attivit con lOriente, ritrovandosi Lisbona in una posizione decentrata rispetto ai traffici europei, essi furono obbligati a fare riferimento ai porti del Mare del Nord e trovarono in Anversa il mercato ottimale per la destinazione dei prodotti delle Indie Orientali, soprattutto il pepe e le spezie, rivolgendosi successivamente anche ad Amsterdam ed Amburgo. Lattivit marinara sulle coste dei Paesi Bassi assunse quindi una notevole intensit, facilitando la proiezione sul mare del lavoro degli uomini che vi abitavano. Dopo avere avviato intensi lavori di regolamentazione delle acque ed avere trovato lenergia necessaria nella diffusione del mulino a vento, gli abitanti dei Paesi Bassi settentrionali ricavarono dal mare i mezzi per uno sviluppo economico singolare. Lultimo quarto del 500 vede la decadenza di Anversa e la crescita di Amsterdam come centro principale delle attivit economiche dei Paesi Bassi, in quanto ritenuta una citt pi permissiva. Talvolta si cercato di attribuire alla riforma protestante, vincitrice in Olanda, lorigine delle fortune economiche della regione e, certamente, la rottura derivante dalle guerre di religione ha svolto un suo ruolo, permettendo di raccogliere in Olanda tanti personaggi allontanati dai Paesi di tradizione cattolica, molti dei quali erano portatori di preziose competenze e preparazioni professionali. La definitiva rottura con la Spagna e il Portogallo e i conseguenti divieti di rapporti commerciali obbligarono gli olandesi a cercare una loro via autonoma per procurarsi i prodotti provenienti dalle Americhe e dalle Indie. Gli ultimi anni del 500 vedono gli olandesi impegnati

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    nellorganizzazione di consistenti spedizioni verso le Indie Orientali. Se i portoghesi avevano assunto immediatamente uno stretto controllo statale sulle spedizioni in Oriente, gli olandesi lasciarono spazio, per cos dire, alliniziativa privata, la quale si realizz con la costituzione di forme di Compagnie apposite. Pi tardo sarebbe stato lintervento diretto degli olandesi verso le Americhe. Comunque, le maggiori correnti del traffico per gli olandesi del 500 furono intrattenute con il Mar Baltico. Gli olandesi a fine 500 erano in grado di intrattenere rapporti commerciali con ogni parte dEuropa, impiantare nuove lavorazioni per la trasformazione delle materie prime disponibili, sviluppare tecniche mercantili e contabili evolute, muoversi in definitiva in modo totalmente innovativo, con la disponibilit di cospicui capitali. Le vicende economiche dellInghilterra nel corso del 500 presentano a loro volta aspetti diversi da quelli degli altri paesi europei, nella misura in cui le sue condizioni geografiche e lorganizzazione dello Stato determinarono trasformazioni particolari, che contribuirono a costruire un insieme di opportunit. La produzione della lana, le trasformazioni dellagricoltura, lo sviluppo delle manifatture, la disponibilit di materie prime, i rapporti con il continente europeo, i trasporti marittimi, la monarchia assoluta e la partecipazione dei ceti sociali, la riforma anglicana sono un insieme di aspetti che si presentano in movimento nel corso del XVI secolo,