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il sonno dei bambini strategie per dormire tutti
di più e meglio
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Sei stravolta!
Questo bambino lo ami, lo adori, è tutta la tua vita, ma… NON
DORME!!!
Hai tanto bisogno di qualche ora di sonno in più e pensi
che anche a lui, farebbe proprio bene, lo aiuterebbe ad
essere più tranquilla.
Ti chiedi: cosa posso sperimentare? è normale che si
svegli così spesso di notte? c’è qualcosa che non va? c’è
qualche segreto che ignoro?
Oppure ti trovi nella condizione in cui un bebè, che fino a quel
momento aveva un sonno abbastanza regolare,
improvvisamente non dorme più, si sveglia sempre alla stessa
ora di notte, o mille volte a notte, o fatica ad addormentarsi
sia di giorno che di notte…
Anche noi ci siamo trovate in queste situazioni e in
questa guida vogliamo raccontarti le informazioni che
hanno aiutato noi e le nostre famiglie a gestire e
migliorare la gestione del sonno dei nostri figli e tutte le
tecniche ed informazioni che abbiamo raccolto in tanti
anni in cui ci siamo trovate, con la nostra professione, a
sostenere le neo mamme.
Speriamo possa esserti molto utile, sarà per noi prezioso
sapere se ti ha aiutato. Sai che, come per tutti i nostri corsi,
puoi contattarci quando vuoi per darci un feedback o fare una
domanda attraverso la nostra Pagina Facebook.
3
Lallafly.com
Lallafly è il primo portale dedicato a per-corsi formativi
per chi è genitore o vuole diventarlo.
Offriamo per-corsi di formazione online che accompagnano e
supportano i genitori nel loro viaggio; ci rivolgiamo a chi è
genitore, a chi vuole diventarlo, a chi ha un bebé ancora nel
grembo della mamma e ai professionisti che lavorano
nell’ambito del maternage.
Ti aspettiamo su www.lallafly.com
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Le autrici
Katia Micheletti – Consulente Professionale in allattamento
materno IBCLC
Ciao sono Katia, e insieme a Barbara (di cui puoi leggere la
presentazione più in basso) ho preparato le informazioni sul
sonno dei bambini che troverai in questa guida.
La mia vita è profondamente cambiata con l’arrivo dei
miei figli. E oggi, da circa 15 anni, la genitorialità, la
maternità ed i suoi aspetti sono parte non solo della mia vita
personale, ma anche di quella professionale.
Ho lavorato per anni nel settore bancario poi…la nascita del
primo figlio, che non rispecchia in nulla le mie aspettative: un
cesareo inaspettato, un allattamento difficoltoso, un bambino
che non dorme… inizio la mia ricerca nel trovare soluzioni
nuove, decido di mettermi in ascolto di mio figlio, supportata
da mio marito. Inizia un percorso differente, fatto di studio, di
ricerca e conoscenze, mi riempio di gratitudine per quel figlio
che ha generato il nostro cambiamento.
Inizio a formarmi e divengo consulente volontaria per
l’allattamento e dopo tante ore di consulenze e formazione
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medico scientifica, divento Consulente Professionale in
allattamento materno IBCLC, conduco corsi di
accompagnamento alla nascita, svezzamento guidato
dal bambino e cure per mamma e bebè.
Tutta questa esperienza mi ha portato a vivere la seconda
gravidanza in modo molto più consapevole. Ho vissuto un
parto naturale dopo cesareo (VBAC) e un felice allattamento.
In Lallafly ho visto subito la possibilità di supportare ancora più
famiglie che sono in cerca del loro percorso perché ogni
mamma, ogni papà, ogni bimbo meritano di poter
scegliere la propria strada.
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Barbara Siliquini – Parental Coach e Custode della nascita
Ciao, sono Barbara, con Katia ho lavorato alla produzione di
questa guida per mettere a tua disposizione una serie di
strumenti pratici e di conoscenza che ti aiuteranno in questa
fase, appesantita dal poco sonno.
Anche nel mio percorso di vita l’arrivo dei miei figli è
stato lo sparti acque tra il prima e il dopo.
Da single impenitente, affamata di vita, girovaga del mondo,
donna in carriera, sono diventata una mamma non
convenzionale e ho scoperto il dono che non sapevo di volere e
che mi ha cambiato la vita: mi sono innamorata del grande
universo della nascita dolce, dell’essere genitore ad alto
contatto e della vita consapevole.
Così mi sono dedicata a supportare le donne e le coppie
di genitori. L’ho fatto attraverso la strada dell’associazionismo
e del volontariato, (sono Presidente dell’associazione onlus
Parto Naturale), della collaborazione con le istituzioni (come
l’Istituto Superiore di Sanità), con la creazione di
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GenitoriChannel.it che da quasi 10 anni dialoga con i genitori,
porta loro conoscenza ed informazione.
Per arrivare qui, ovviamente, oltre a dedicare a questi temi
molto tempo e passione, ho fatto molta formazione,
studiato, scambiato pareri con mamme e professionisti.
Ho conosciuto, intervistato e, in molti casi, creato
durature amicizie, con figure chiave nell’ambito della
genitorialità e del maternage.
Conosco bene cosa significhi avere un figlio che non dorme: il
mio secondogenito era un bambino che dormiva poco e si
svegliava di continuo. E’ grazie a lui che ho approfondito il
tema del sonno, documentandomi su come funziona il sonno
dei neonati e quali possibili tecniche e modalità ci vengono in
aiuto per aiutare loro e noi a dormire di più e meglio.
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Cosa troverai in questa guida
Abbiamo selezionato le informazioni più importanti e
soprattutto abbiamo cercato di dare un taglio molto pratico a
tutta la guida. La prima parte è la più teorica ed è necessaria perché tu comprenda come funziona il sonno dei bambini poi entriamo subito nel pratico e ti diamo dei suggerimenti utili per migliorare il sonno del tuo bambino.
Come funzionano i neonati e il loro sonno
La prima cosa da cui partire è ristabilire cosa è normale, in gergo tecnico, cosa è fisiologico, cioè pensato dalla natura come processo normale.
Abbiamo molte aspettative rispetto a come i bambini dovrebbero essere o come vorremmo che fossero. Ma: da dove arrivano i loro bisogni e i loro comportamenti? Come dormono? Cosa è la normalità nel sonno di un neonato e un bimbo piccolo nel perfetto meccanismo della vita?
Queste informazioni sono importantissime per tutte le mamme stanche che non sanno come fare a far dormire il proprio cucciolo e vogliamo condividerle con te!
5 strategie che posso adottare per migliorare il sonno del mio
bambino
Entriamo nel vivo e vediamo cosa possiamo fare nella pratica.
5 strategie per non essere sopraffatta dalle abitudini di sonno di
mio figlio e per aiutarlo
Anche noi possiamo fare qualcosa per noi stesse, occupandoci di noi, dei nostri bisogni e delle nostre
percezioni, troveremo un riflesso nel comportamento di nostro figlio.
Qualcosa sulla SIDS che è fondamentale sapere
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La SIDS è la sindrome della morte bianca o in culla, non vogliamo che ti preoccupi, il tuo bambino starà benissimo,
ma ci teniamo a darti le 10 indicazioni per prevenirla.
Cominciamo!
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Ava Sleeping di Shanna Riley su Flikr
Come funzionano i neonati e il loro sonno
L’immaturità “normale” del neonato
Il neonato umano nasce "normalmente" immaturo. Cosa significa questo?
Il cucciolo nasce 9 mesi dopo il concepimento perché,
come scrive l'antropologo Ashley Montagu, altrimenti non passerebbe nel canale del parto e il nostro bacino non
reggerebbe fino a quello che naturalmente sarebbe il suo momento di maturità, cioè fra i 9 e i 12 mesi dopo la nascita.
Pensa in effetti alla differenza che c'è fra il neonato umano
e un altro mammifero: la maggior parte dei cuccioli quando
nascono possono camminare e si possono spostare e seguire la mamma. Questo non avviene con il cucciolo di uomo immediatamente ma solo verso i suoi 9/12 mesi.
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Ecco perché in un mammifero umano si parla di endogestazione, cioè gestazione dentro l'utero, ed
esogestazione, gestazione al di fuori dell'utero.
L’esogestazione è quella parte della vita del bambino (i suoi primi 9 mesi circa) in cui è fuori dall’utero materno ma di fatto ha ancora gli stessi ritmi e bisogni di quando era nel grembo.
Il mammifero umano non è il solo a nascere così: pensiamo alle scimmie ad esempio, che hanno molto in comune con noi. Anche loro portano a lungo i loro cuccioli attaccati al pelo e li allattano fino alla fine del periodo esogestativo.
Quindi il tuo bimbo quando nasce ha bisogno di un periodo "esogestativo": lui è fuori dall'utero ma i suoi bisogni coincidono con quelli di quando era dentro l'utero.
La natura gli ha dato però una cosa importantissima per aiutarci a ricordarlo: l'istinto di sopravvivenza, quell'istinto che, quando sente che qualcosa potrebbe arrecargli pericolo, lo fa piangere e richiedere a gran voce che i suoi bisogni siano soddisfatti. Un vero e proprio "sistema di allarme", una
richiesta di aiuto immediato che non possa essere ignorata.
Ecco perché parliamo di "bisogni fondamentali" del cucciolo umano.
Un passo indietro nella nostra evoluzione
Per comprendere meglio perché parliamo di bisogni fondamentali facciamo un passo indietro all'evoluzione della nostra specie, guardando gli studi del già citato Montagu e del
Dr. McKenna, anche lui antropologo, direttore del Laboratorio di ricerca sul sonno infantile presso l'università di Notre Dame (Mother-Baby Behavioral Sleep Laboratory).
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Il comportamento dei nostri neonati si forma migliaia di anni fa, quando eravamo ancora cacciatori ed è comune a
tutti i neonati in ogni parte del mondo.
Ai primordi il neonato che, per qualche motivo, fosse stato abbandonato a sé stesso, era condannato a non sopravvivere. Ecco perché, per la selezione della specie, è sopravvissuto solo chi è riuscito a comunicare in maniera forte e chiara
i suoi bisogni!
Montagu ci ha detto che il neonato viene partorito a 9 mesi di endogestazione perché non passerebbe dal canale del parto.
McKenna ci dice anche perché: quando abbiamo raggiunto la posizione eretta è aumentata la nostra circonferenza cranica fetale, questo ha fatto sì che il cucciolo di uomo nasca ancora più immaturo a livello neurologico rispetto ad altri mammiferi.
Il cervello umano ha *solo* il 25% del suo volume definitivo
alla nascita, gli scimpanzé nascono con il 45%.
Un altro elemento importante è dunque che il bimbo nasce neurologicamente immaturo.
Il suo cervello neonato è in grande fermento, avrà uno sviluppo velocissimo nei primi tre anni di vita.
Il suo sonno sarà prevalentemente REM, perché questo gli consente di connettere sinapsi e di creare i neuroni a specchio, cioè renderlo un individuo pieno di abilità.
Che cos'è il sonno REM?
Il sonno è costituito da cicli di sonno leggero e cicli di sonno profondo (quello in cui è davvero difficile destarsi, nel bambino
è la fase in cui dorme quasi fosse collassato, se provate a
tirargli su un braccio, questo ricade pesante). REM è l'acronimo di Rapid Eye Movement, cioè movimento rapido degli occhi, sono i movimenti che contraddistinguono la fase del sonno leggero. Il neonato ha una prevalenza di cicli REM che gli consentono di
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svegliarsi spesso, controllare di essere al sicuro, assicurarsi di non morire di fame...
I bisogni fisiologici fondamentali del cucciolo umano
Ricordate che il cucciolo di uomo, non ancora in grado di prendersi cura neanche in modo basico di sé stesso, è dotato
di un “sistema di allarme” che lo aiuta ad evitare di trovarsi in condizioni “di pericolo di vita”. Questo meccanismo, lo stesso da migliaia di anni, è legato alla soddisfazione di bisogni fisiologici fondamentali per i quali il suo sistema di allarme
naturale rimane in allerta e si attiva:
contatto fisico
nutrimento
accudimento
Vediamo in dettaglio uno ad uno il senso che hanno e come sono legati al sonno.
Contatto fisico
Il neonato, sentendo la mamma vicino, si sente sicuro e non teme di essere abbandonato, cosa che sa essere pericolosa per la sua sopravvivenza. Inoltre, la vicinanza della mamma termoregola perfettamente il corpo del bambino, meglio di qualsiasi
incubatrice: nei neonati prematuri si è visto che il “pelle a pelle” aumenta le loro possibilità di sopravvivenza.
Il Dottor Sears, pediatra americano, ha condotto degli studi che dimostrano che allontanando un bimbo dalla sua
mamma aumentano le reazioni neuroendocrine da stress: pianto, ipoglicemia, acidosi metabolica, dispendio di energia. Questa situazione diventa ad un certo punto così pericolosa che il neonato smette di piangere ed abbassa
tutti i livelli vitali per non disperdere ancora più energia e
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mettersi in ulteriore pericolo di vita: questo tipo di reazione viene definita dal padre della teoria
dell'attaccamento Bowlby "protesta-disperazione". Il neonato dapprima protesta quando percepisce una minaccia di separazione, secondo Bowlby all'incirca per una settimana, intensificando questa protesta di notte; poi inizia ad avere pianti intermittenti e piano piano
si ritira dal contatto.
Non ha "imparato a dormire", semplicemente ha rinunciato a richiedere il contatto con la mamma!
Nutrimento
Il nostro latte è stato disegnato per un cucciolo che viva costantemente con la sua mamma e che mangi frequentemente giorno e notte e differisce da altre specie
mammifere.
Ad esempio, i mammiferi che cacciano hanno un latte molto calorico che consente loro di allontanarsi dai cuccioli che così rimangono sazi per un periodo più lungo, mentre il nostro latte è estremamente digeribile.
Lo svuotamento dello stomaco dei nostri neonati è molto veloce e questo ci dice che avere vicino la mamma giorno e notte per un neonato umano è fondamentale per la sua sopravvivenza. D’altra parte il latte è così digeribile perché è creato proprio sul tipo di
maturità e normale funzionamento dell’apparato digerente del bebè.
Dopo il parto, la produzione adeguata del nostro latte
avviene tramite un meccanismo di calibrazione, regolato da domanda e offerta: più il neonato viene attaccato al
seno, maggiore sarà la produzione della mamma, fino ad arrivare al punto in cui l'offerta della mamma sarà pari ai
bisogni del neonato.
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Accudimento
Gli studi ci dicono che il contatto, l'allattamento, il portare il bimbo o tenerlo in braccio, il dormire vicino a lui fanno sì che diminuiscano i pianti e aumenti la durata dell'allattamento al seno.
Secondo le ricerche scientifiche, le cure precoci e la vicinanza giorno e notte prevengono anche la possibilità che in situazioni di estrema difficoltà la mamma decida di
abbandonare il proprio bimbo e innalzano il livello di
accudimento e cura nei confronti del bimbo stesso: guarda un po', proprio quello di cui ha bisogno per sopravvivere!
Niente vizi solo bisogni
Il neonato ha bisogno della sua mamma; tutto, nel delicato meccanismo di adattamento alla vita, è pensato perché il neonato venga accudito in una condizione di prossimità, ed egli è attrezzato per richiamare l’attenzione proprio su questi
bisogni.
Per questa ragione va ripensato il nostro concetto di “vizio”. I bambini non hanno vizi, solo immediati bisogni da soddisfare necessari e fondamentali per la loro sopravvivenza o crescita ottimale secondo natura.
Ecco quindi che i risvegli del bebè acquistano senso. Ovviamente ogni individuo, ogni bebè, ha le sue peculiarità,
sensibilità e personalità.
Alcuni bambini sono più sensibili di altri a certe stimolazioni,
alcuni reagiscono alla sensazione di fame, di disagio, di distacco in modo maggiore.
Per questo per alcuni bambini il sonno appare un fatto più faticoso che per altri: alcuni hanno un grande bisogno di
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sentire la protezione di un adulto, altri di accedere al conforto del seno o della suzione, altri hanno una maggiore curiosità e
per loro chiudere gli occhi è come perdere qualcosa…
Se noi cambiamo punto di vista e ci mettiamo nei loro panni, possiamo comprenderli meglio e anche questo serve, come vedremo più avanti.
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5 Strategie per migliorare il sonno del mio
bambino
Abbiamo già avuto modo di dire che i neonati hanno ognuno le proprie peculiarità, il loro sonno, rispetto al nostro, è generalmente frammentato e che questo risponde al loro
bisogno ancestrale di assicurarsi la sopravvivenza, alla fase di esogestazione (una sorta di periodo di gravidanza fuori dall’utero) e alla fisiologia del loro apparato digerente.
Alcuni neonati ci mettono alla prova più di altri, ma a volte possiamo sperimentare delle accortezze che possono aiutarci a
conciliare un sonno più regolare.
1. Wrapping
Sleeping baby wrap di Michael Quinn su Flikr
Il sonno di alcuni neonati beneficia di questa tecnica che consente loro di ritrovare quella sensazione di contenimento
che sperimentavano quando erano nel sacco amniotico al sicuro nel nostro ventre.
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La tecnica consiste nell’avvolgere il bebè in un telo, un po’ come se fosse il bambin Gesù in fasce di alcune
rappresentazioni.
Utilizza un telo di cotone o delle copertine di pile o di lana a seconda della stagione e crea un bozzolo contenitivo per il bebè.
Ricorda di prestare attenzione alle norme di prevenzione della
SIDS anche quando utilizzi questa tecnica: tieni il bambino in posizione supina, in prossimità tua, evitando un ambiente eccessivamente caldo e assicurandoti che il telo non possa interferire con le vie aeree del bebè (guarda l’ultimo capitolo).
2. Portare in fascia il tuo bambino
Sleeping baby di Cathredfern su Flikr
L’utilizzo della fascia consente di soddisfare alcuni bisogni primari del bambino:
quelli di contatto, accudimento e prossimità con un adulto, cosa che come abbiamo visto rassicura il bebè sul suo essere
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accudito e protetto, inoltre, come nella tecnica del wrapping, il neonato si sente contenuto, in più il contatto con l’adulto
gli consente di sperimentare il movimento e i rumori, un po’ come quando era nell’utero materno.
Ho visto spesso che quando una mamma prova ad usare la fascia le prime volte, trova che la reazione del bebè sia di pianto. Se questo dovesse essere il tuo caso, nel primo
approccio con le fasce, ricorda che i bebè sono delle antenne del nostro stato d’animo. Il primo approccio con le fasce porta-bebè in genere ti vede: impacciata, intimorita, spaesata, preoccupata dell’effetto che avrà, preoccupata di come imparare ad usare la fascia, timorosa che non sia lo strumento
giusto per nostro figlio, impaurita di metterlo a disagio, di infastidirlo, pensierosa di come la prenderanno le nonne o il papà... ho visto spesso tutte queste sensazioni di disagio riverberare nella reazione del bebè.
È molto difficile che un bambino, che non presenta
problemi particolari, non stia volentieri in fascia se portato con tranquillità e avendo fatto un po’ di pratica.
Affidarsi ad un corso o all’aiuto di qualcuno esperto di fasce e darsi un po’ di tempo aiuta molto. Le fasce sono molto migliori
dei marsupi sia per la tua schiena che per il corretto sviluppo del bebè e possono davvero aiutare molto a gestire un bebé che fatica a dormire e a stare lontano dalla mamma.
Nell’utilizzare la fascia occorrono alcuni accorgimenti da adottare per i piccolissimi, per la prevenzione della SIDS, le
troverai indicate nel capitolo in cui ne parliamo.
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3. Saltare il pisolino rende il bimbo insonne
Crying baby di e OrimO su Flikr
Sembra una cosa strana, ma quando siamo alle prese con un
bambino che fatica a dormire possiamo entrare in un circolo vizioso. Mentre per noi adulti l’eccessiva stanchezza in genere agevola il sonno, nei bambini piccoli, può provocare uno stato di malessere e agitazione che rende il bambino incapace di rilassarsi e prendere sonno.
Per questa ragione, se avete un bambino che normalmente dorme poco e fatica ad addormentarsi, cercate di dare alla sua giornata ritmo e tranquillità. In particolare non fategli saltare i riposini durante il giorno aspettandovi che la sera
crolli e dorma di più, perché potreste ritrovarvi a gestire un bambino che qualcuno definirebbe molto “capriccioso” e che non riesce a trovare uno stato d’animo rilassato e adatto a
dormire.
Per questi bambini, una giornata cadenzata da routine
consolidate e da pisolini in orari fissi durante il giorno, aiuta un addormentamento più tranquillo e una notte meno movimentata.
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Introducete delle “routine nanna”, cioè una serie di abitudini e di cose che fate prima di metterlo a letto: la buona notte ai
membri della famiglia, o ad un pupazzetto, un carillon che suona una volta, una coccola speciale… sono una serie di gesti e attività calme che aiutano il bambino a entrare nell’ordine di idee che è ora di chiudere la giornata.
Ricordate di fare in modo che la cena sia presto, in modo da
essere distante dalla nanna e dare al bambino la sensazione di aver vissuto un periodo adeguato di gioco prima di coricarsi.
4. Co-sleeping: dormire con il bimbo è una scelta fisiologica
Sleeping di e Oleg Sidorenko su Flikr
Co-sleeping significa letteralmente "dormire insieme".
Il 90% delle popolazioni al mondo applica il co-sleeping
ed era molto diffuso anche nei paesi occidentali fino al secolo
scorso.
Poi nelle società occidentali si elaborarono teorie che divennero molto di moda che dicevano alle madri di lasciare i figli nella loro culla per non "viziarli". Ed ecco
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come una tradizione di milioni di anni è andata perduta, il continuum di un neonato improvvisamente mutato.
Il “continuum” è l’esperienza umana dalla nascita al diventare adulti, è come una soluzione continua di piccole esperienze ed esigenze. Quando queste esperienze mancano o le esigenze non sono ascoltate e assolte, si interrompe questo filo continuo, generando una variazione al processo fisiologico
previsto.
Le mamme oggi spesso si trovano con questo dilemma: dormire col neonato sembra loro la cosa migliore da
fare, ma si sentono dire:
"lo vizi", rimarrà nel lettone per sempre: ma i neonati non sono degli scaltri manipolatori; come abbiamo visto, sono dotati di un sistema fisiologico di allarme che consente loro di esprimere i propri bisogni primari.
“non lo rendi indipendente”: abbiamo già visto che il co-sleeping è il modo di dormire più diffuso al mondo, l’idea di dormire in stanze diverse non è la norma biologica, ma l’idea di una società del benessere che ha abitazioni con grandi spazi. Tra le popolazioni che adottano il co-sleeping
non possiamo certo dire che i bambini siano meno indipendenti dei nostri…
“mini la vita di coppia”: la vita di coppia è messa a dura prova dalle energie che la routine quotidiana e i bambini
richiedono, ma se la coppia va in crisi il problema non è legato a dove dorme il bambino, ma a qualche nodo che va sciolto tra moglie e marito.
“è pericoloso per la SIDS” (la sindrome della morte in culla): la prossimità con i bambini è fondamentale per
prevenire la sids, a questo dedichiamo un intero capitolo che troverai più avanti.
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L’ideale per fare co-sleeping è di dotarsi di un side-bed ovvero di un letto che possa essere affiancato al vostro, senza
soluzione di continuità, dove posizionare il bambino. In modo da averlo vicino, per poterlo controllare, accudire, cullare, tenere a contatto, disponendo di abbastanza spazio per riposare comodi.
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5. Controllare che non ci siano disagi
Owen di e Amy E. Warren su Flikr
Se vi trovate con un bebè che improvvisamente comincia ad avere un sonno disturbato, potreste cominciare con l’escludere che ci sia qualcosa che non va, ad esempio:
• un dentino che si prepara a spuntare (in genere il bambino associa a questo bava, feci acide, etc.);
• dolori all’orecchio, questi spesso si acuiscono dopo un po’ che il bambino è sdraiato supino;
• parassiti intestinali, dopo lo svezzamento, nei bimbi più grandini che cominciano a muoversi, o toddler (bimbi che già camminano), questi danno dolore soprattutto di
notte;
parlatene con il medico per escludere che sia un fatto legato a
qualcosa di fisico.
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5 strategie per non essere sopraffatta dalle
abitudini di sonno di mio figlio e per aiutarlo
Anche noi possiamo fare qualcosa per noi stesse.
Occupandoci di noi, dei nostri bisogni e delle nostre percezioni, troveremo un riflesso nel comportamento del bebè.
1. Un cambio di prospettiva
babies' gifts di e Jonathan Silva su Flikr
Davanti ad un bebè che “non dorme mai”, che ha dunque il tratto distintivo di essere un bambino che dorme meno di altri, che richiede la nostra presenza tanto di notte, la prima cosa da
cambiare è qualcosa di noi stesse.
Sappiamo quanto possa essere devastante la stanchezza e sappiamo cos’è il senso di tortura di entrare in camera da letto pensando che la notte sarà una maratona di risvegli.
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Come genitore sai bene che quando arriva un compleanno o una ricorrenza, potendo, vorresti fare a tua figlia, o figlio, il
regalo più bello del mondo, proprio quello che lui desidera tanto. Ti dà un’immensa felicità pensare di vederlo scartare quel dono e illuminarsi di gioia. Spendiamo cifre importanti per comprare loro cose, anche quando sappiamo che avranno breve durata, solo per dare loro il meglio o renderli felici in
quel mentre.
Quando tuo figlio ti sveglia per l’ennesima volta, cercando il tuo seno e la tua presenza, prova a pensare che ti stia dicendo:
“Mamma in questo momento c’è un regalo grande che io
voglio per essere sereno e felice, crescere bene, forte, sano, intelligente: è il tuo sonno, sono le tue notti. So che è un regalo che costa carissimo, so che fra qualche anno rimarrà abbandonato e dimenticato, ma ora lo voglio così tanto
da piangere di continuo chiedendoti di darmelo. Ogni volta che
ti sveglio e tu mi accogli tra le braccia, mi dai il tuo seno, ti sento tutta solo per me, io sono felice, se poi sento il tuo amore, invece della tua fatica, sono in paradiso!”
In quel momento gli stai facendo un regalo costosissimo,
bellissimo e che lui apprezza più di qualsiasi festa mirabolante per il suo compleanno, più di qualsiasi bicicletta o giocattolo super strabiliante, più del motorino che ti chiederà a 15 anni, più del iphone100 che desidererà da grande, più di qualsiasi altra cosa che ti sforzerai di dargli nella sua vita…
Questo cambio di prospettiva può cambiare completamente la tua stanchezza. Nei momenti dei risvegli, quando sei al limite della tua sopportazione puoi sussurargli: “Mamma ti sta facendo questo regalo immenso e sono contenta che ti renda così felice”.
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2. Niente super eroi, solo i nostri normali super poteri!
Expresso di bRk yLmz e Victor Cuervo su Flikr
Fare il genitore vuol dire già dotarsi di superpoteri, perché la vita si riempie di cose da fare, di persone che dipendono da te, di richieste possibili e impossibili.
Quello che è importante fare è dismettere i panni del super eroe.
Dobbiamo imparare a vivere la nostra vita stabilendo la nostra misura. Guarda l’esempio della foto: una è una tazzina di
caffè, l’altra è una tazzina troppo piena!
Dobbiamo imparare a riempire noi stesse sino al punto giusto, non oltre.
A volte dobbiamo “lasciare andare”: forse dobbiamo fare una
concessione all’ordine e pulizia della casa, o alla qualità del cibo, o allo spazio per le attività extra, o alle visite dei parenti, o agli obblighi sociali…
Possiamo dire “NO”, concediamoci di dirlo, quando la
quantità di caffè nella tazzina è quella giusta, non quando
anche solo mettere lo zucchero farà uscire tutto fuori.
Quando i bambini sono piccoli hanno un grandissimo bisogno di noi, della nostra presenza fisica ed emotiva.
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Questo bisogno scende naturalmente man mano che crescono. Ma nella prima parte della loro vita se non hanno
abbastanza del nostro tempo, attenzione, contatto, il loro bisogno sfocia in altri modi (anche il bisogno notturno) pur di essere soddisfatto. Saperlo può essere utile per capire quando e a cosa dire no.
3. Semplificarsi la vita
Let mother sleep di Tim Boettger su Flikr
Cerchiamo di guardare alle cose che nella nostra vita possono essere semplificate:
Facciamo co-sleeping? O finiamo per trascorrere la notte avanti e indietro nelle stanze o in un letto scomodo?
Chiediamo aiuto. Le persone spesso sono felici di dare supporto quando sanno che l’altro ne ha bisogno ed è
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disponibile a riconoscere il valore dell’aiuto che ricevono. Non preoccupatevi che arriverà un tempo in cui avrete abbastanza
energie per restituire il favore.
Ci sono spazi, regole, abitudini che cambiando potrebbero aiutare noi ad essere meno stanche o i bimbi a dormire di più?
Approfitto di ogni occasione libera che ho per recuperare il
sonno e la stanchezza? O mi metto in pari con le pulizie di casa?
4. Affina il tuo istinto
Mother pillow di Krisztina Konczos su Flikr
Fai l’esercizio continuo di ascoltare il tuo istinto.
Abbiamo abbandonato questa capacità, già dalla gravidanza, spesso, non pensiamo a sentire il nostro corpo e ad ascoltarlo: per sapere lo stato di benessere nostro e del bebè ci affidiamo a medici, esami e strumenti.
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Ma noi abbiamo una profonda connessione con il nostro bambino e possiamo recuperarla.
Dobbiamo ascoltare le nostre sensazioni e non considerarle “inutili” o incomprensibili. Quando sentiamo una sensazione o un’emozione, seguiamola, cerchiamo di capire che intuizione ci sta portando. Partiamo da come ci sentiamo noi e proviamo a sentire come sta il nostro bimbo: di cosa ha davvero
bisogno quando richiede tutta la nostra attenzione e dedizione, quando dormire è diventato un’impresa?
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Ricordati sempre che non è per sempre
I nostri figli sono per sempre, ma la maggior parte dei problemi con cui ci confrontiamo è transitoria. Anche le difficoltà nel sonno.
Ripeti a te stessa come un mantra “è una fase”, perché quella situazione faticosa e incomprensibile, poi si trasforma,
dimenticherai persino di esserci passata.
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Qualcosa sulla SIDS che è fondamentale sapere
Che cos'è la SIDS?
La sindrome della morte in culla, o sudden infant death syndrome (SIDS), è una morte inspiegabile che colpisce i bambini tra un mese e un anno di età, proprio quando è
ancora presente l'immaturità neurologica del periodo esogestativo. Il picco si ha fra i due e i 4 mesi di vita e il 60% dei bimbi colpiti è di sesso maschile.
Secondo quanto riportato dai più recenti studi, la causa della SIDS potrebbe risiedere proprio nelle piccole anomalie
del sistema nervoso che impedirebbero la regolazione dei ritmi cardiaci, del sonno/veglia e della respirazione al punto di indurre la morte del neonato.
La SIDS non si può prevedere, ma si può sicuramente prevenire: vediamo insieme come.
La SIDS e la prevenzione
Dal 1992 al 1994, vedendo che le morti in culla erano
diventate un fenomeno preoccupante, l'Accademia Americana di Pediatria (AAP) ha creato le prime linee guida e si è resa protagonista di una serrata attività volta a prevenire le morti in culla attraverso la campagna "back to sleep".
Grazie alla prevenzione si è potuto assistere a una notevole diminuzione della SIDS, ma purtroppo da alcuni anni a questa parte è aumentata l’incidenza di altre cause di
morte improvvisa e inattesa del lattante durante il sonno (SUID – Sudden Unexpected Infant Death), tra le quali
rientrano sia eventi spiegabili quali ad esempio il soffocamento, l’asfissia e l’intrappolamento, sia eventi ancora oggi sconosciuti e ascrivibili probabilmente a malformazioni congenite non diagnosticate.
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Vediamo come possiamo prevenire la SIDS e contemporaneamente dormire in maniera sicura col
nostro bimbo in 10 mosse
1. L'allattamento al seno.
L’allattamento al seno fa la differenza. L’allattamento al
seno è un fattore di protezione primario associato ad un
ridotto rischio di SIDS.
Gli studi attuali parlano di "Breast sleeping", cioè di sonno correlato con l'allattamento al seno: si è visto che la mamma che allatta e il bimbo allattato hanno un ritmo sonno veglia
coordinato e il circolo ormonale della mamma è tale che la rende vigile con micro risvegli coordinati con i risvegli del bimbo. In assenza di controindicazioni specifiche, l’allattamento esclusivo al seno è raccomandato fino ai 6 mesi di vita compiuti del bambino, in quanto questa pratica ne
aumenta l’effetto protettivo rispetto alla SIDS.
2. La condivisione del letto
La condivisione del letto (bed-sharing/co-sleeping) è
consigliata solo se la mamma allatta al seno: il contatto pelle a pelle e l’allattamento a richiesta nelle 24 ore sono infatti fattori fondamentali per l’avvio ottimale dell’allattamento.
Il bambino deve essere posizionato dalla parte della
mamma, che istintivamente adotterà una posizione protettiva a C (cuddle-curl), con la testa a livello del seno materno, e non stare in mezzo fra i genitori.
Inoltre, è consigliabile che il bambino abbia a disposizione una superficie separata: possono essere utili i
side bed (un letto affiancato al lettone), le Bedside Cots o Culle
Sidecar, vale a dire le culle che possono fissarsi saldamente al lettone matrimoniale. Le culle sidecar hanno il lato aperto verso la mamma che, quando necessario, può evitare di alzarsi
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per prendere il neonato e allattarlo al seno oppure tranquillizzarlo quando lo sente agitarsi.
Il materasso deve essere rigido, vanno evitati i materassi morbidi o ad acqua e non devono esserci spazi o buchi in cui il bambino potrebbe cadere o incastrarsi.
Il co-sleeping è una necessità fisiologica del neonato ma contemporaneamente una decisione che ogni famiglia
prenderà per sé, consapevolmente e di comune accordo fra i genitori.
Attenzione: è sconsigliata la condivisione del letto nel caso in cui i genitori fumino o facciano uso di alcol o
droghe, anche saltuariamente. Quindi se quella sera avete bevuto, anche se poco, evitate di praticare il co-sleeping.
3. Room sharing
E se non allatto al seno? Secondo la letteratura internazionale
è raccomandabile comunque la condivisione della camera da letto (room-sharing) perché consente la vicinanza dei genitori facilitando l’alimentazione, il conforto ed il monitoraggio del bambino. Esistono forti evidenze che questa precauzione da sola riduca il rischio di SIDS di ben il
50%. Prendete il bimbo per dargli il biberon, per confortarlo, per accompagnarlo nel sonno, dopodiché mettetelo nella sua
culla vicina a voi. La condivisione del letto è sconsigliata anche ad altri membri della famiglia compresi i fratelli/sorelle maggiori, persone di fuori della stessa (es. baby sitter) e
animali da compagnia: oltre ad aumentare il rischio di SIDS, potrebbe comportare anche il soffocamento, lo strangolamento e l’intrappolamento. I fratelli gemelli devono essere messi a
dormire in due diversi lettini.
4. La posizione per dormire.
II bimbo deve dormire in posizione supina (a pancia in su) almeno fino al raggiungimento del 1° anno di vita, anche in
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caso di un semplice sonnellino. La posizione supina nel sonno diminuisce sia il rischio di soffocamento, sia il rischio di
aspirazione, anche nei neonati che soffrono di reflusso gastroesofageo. Mettere il materasso del lettino in modo che la testa del bimbo sia più in alto dei piedi NON è raccomandabile: inefficace nel ridurre il reflusso gastroesofageo e potrebbe far scivolare il piccolo verso i piedi
del lettino, in una posizione che rischia di compromettere la respirazione.
5. Attenzione al lettino
Questi sono gli standard di sicurezza
Lettino con superficie rigida.
Materassino semirigido di dimensioni tali che non consenta la presenza di spazi vuoti tra lo stesso materasso e le sponde del lettino.
Lenzuolo semplice e al massimo una copertina con angoli ben stesi e ben fissati al fondo del letto.
Sponde del lettino con barre distanziate tra loro non più di 6 cm.
E' sconsigliato utilizzare cuscini; inoltre materiali morbidi e oggetti quali peluches, cuscini, trapunte o piumoni (anche se avvolti da un lenzuolo) non dovrebbero essere presenti nel
lettino quando il bambino sta dormendo perché aumentano il rischio di soffocamento.
6. L'ambiente è importante!
E' importante fare attenzione a dove il neonato dorme: deve essere un luogo libero da pericoli quali quelli rappresentati da
cavi penzolanti, fili elettrici, o corde perché potrebbero comportare un rischio di strangolamento.
Non lasciare dormire di routine il piccolo nei seggiolini per auto, passeggini, altalene, ovetti; quando il bimbo si addormenta in fascia o nel marsupio, assicurati che la testa del
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piccolo sia posta al di sopra del loro tessuto, che il volto sia visibile e che il naso e la bocca non siano ostruiti. Se il neonato
si addormenta su uno di questi dispositivi, appena possibile spostalo nella sua culla.
A causa dell’elevato rischio di SIDS e asfissia su divani e poltrone, i neonati non dovrebbero essere posti su di essi, né da soli né in compagnia di un adulto quando vi sia un’alta
probabilità che anche questo si addormenti improvvisamente.
Non tenere la stanza dove dorme il bimbo troppo calda: la temperatura ambientale è confortevole intorno ai 20°. Non tenere il neonato in ambienti dove si fuma o dove si è fumato.
7. L'uso del ciuccio.
Questa evidenza è ancora controversa, sebbene faccia parte delle linee guida AAP.
La strategia di offrirlo al neonato nella fase che precede il
sonno (solo nel caso in cui il piccolo lo accetti e lo desideri) si è visto ridurre il rischio di SIDS, anche se gli cade dalla bocca.
Per i neonati allattati al seno è consigliabile ritardare l’introduzione del ciuccio a 3-4 settimane di vita e quando
l'allattamento sia correttamente avviato.
Ad oggi, la suzione del dito non è considerata protettiva verso la SIDS.
A causa del rischio di strangolamento i ciucci non dovrebbero
essere appesi attorno al collo del neonato che dorme né attaccati ai peluches.
8. Il fumo è pericoloso!
Non fumare prima, durante e dopo la nascita del vostro bimbo
e non permettere a nessuno di fumare vicino al tuo bambino. Il fumo in gravidanza aumenta di 3 volte il rischio di
SIDS, mentre il fumo passivo di 2.5 volte.
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L’esposizione alla nicotina liberata dal fumo e assorbita dal neonato cambia l’intensità e la tempistica di sviluppo delle
cellule cerebrali e la programmazione degli eventi dello sviluppo neurologico a livello cellulare predisponendo allo sviluppo di una SIDS.
Attenzione al fumo di terza mano, che è quello che rimane nei tessuti dopo che si è fumato: ecco perché chi ha fumato
dovrebbe completamente cambiarsi e lavarsi accuratamente le mani prima di prendere in braccio il bimbo.
9. I baby monitor anti SIDS sono poco utili
Attualmente non ci sono prove che dimostrino l’efficacia dei dispositivi commerciali pubblicizzati come preventivi della SIDS (materassi speciali, posizionatori ecc.). Anche l’uso di monitor cardio-respiratori non riduce il rischio di tale evento, a meno che non siano specifici per una patologia ed
indicati dal pediatra.
10. La prevenzione è fondamentale
La prevenzione degli incidenti e l'acquisizione di minime
capacità per saper affrontare il primo soccorso, sono la base per favorire il sonno sicuro. Tutte le persone che si occupano del bimbo dovrebbero conoscere queste regole ed essere formate a fornire il primo soccorso tramite rianimazione cardio polmonare in caso servisse.
Dormire col tuo bimbo accanto è un bisogno fondamentale per
entrambi. Seguendo questi punti lo farai in sicurezza e tutta la
famiglia potrà godere di un sonno più tranquillo.
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Siamo arrivati al termine della nostra guida, speriamo che ti abbia aiutato a pensare a strategie utili per migliorare: il sonno
del tuo bambino, la tua stanchezza e la percezione di cosa è normale per il sonno del tuo piccolo.
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Katia Micheletti Barbara Siliquini