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STUDIO di CEPPI BATTERICI PSBIO
UTILIZZATI SU UN IMPIANTO PILOTA
PER IL TRATTAMENTO di
ACQUE REFLUE INQUINATE da ACQUE
di VEGETAZIONE
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UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI ROMA "TOR VERGATA"DIPARTIMENTO DI MEDICINA SPERIMENTALE E SCIENZE BIOCHIMICHE
ABBATTIMENTO DEI FENOLI
CON BATTERI FOTOSINTETICI PSBIO
Parole chiave: batteri foto sintetici, fenoli, COD, acque di vegetazione.
1. Introduzione
1.1 Problemi ambientali derivanti dalle acque reflue
La depurazione delle acque di scarico costituisce uno dei problemi ambientali più
rilevanti. Gran parte dei rifiuti delle attività umane, siano esse domestiche o
produttive, è infatti prodotto in forma acquosa. Questi scarichi liquidi devono essere
depurati dal loro carico inquinante prima di essere riversati nell’ambiente.
Se il liquame è inquinato da sostanze biodegradabili e non sono presenti composti
tossici o inibenti per i microrganismi, il sistema depurativo più conveniente è quello
biologico. Questo consiste nel produrre, in tempi e spazi concentrati, quello che
avviene normalmente in natura, dove le sostanze di rifiuto vengono degradate da
opportuni microrganismi demolitori, che le trasformano in composti minerali che
rientrano a far parte dei cicli naturali essendo assimilabili dagli organismi vegetali.
I depuratori biologici sono quindi essenzialmente impianti in cui si realizza, in vari
modi, il contatto tra liquame da depurare e una grande massa di microorganismi
degradatori. A seconda che i microrganismi lo richiedano o meno, il processo può
svolgersi in presenza o in assenza di ossigeno. Nel primo caso si parla di ossidazione
biologica o degradazione aerobica, nel secondo di fermentazione o degradazione
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anaerobica. Gli impianti di depurazione biologica possono essere costruiti per operare
con uno o con l’altro dei due principi, ma non con entrambi contemporaneamente.
Le strutture reattive sono infatti profondamente diverse. Nel caso di impianti aerobici
si forniscono grandi quantità di aria (o di ossigeno) alle masse biologiche, nel caso
degli impianti anaerobici viceversa queste devono essere protette anche dal contatto
con l’aria atmosferica. I due tipi di impianti hanno applicazioni diverse. I processi
aerobici sono più veloci nel degradare le sostanze, ma più costosi in termini di unità
di inquinamento rimosso, a causa del continuo rifornimento di ossigeno che
richiedono. Viceversa gli impianti anaerobici hanno una complessità maggiore che si
traduce in un maggiore costo iniziale e in una gestione più difficile. L’impianto di
depurazione a fanghi attivi, qui di seguito descritto, fa parte della categoria degli
impianti aerobici. Gli impianti ad ossidazione biologica sono costruiti in molte
tipologie. Le differenze tra l’una e l’altra derivano dalla scelta operata per realizzare
il contatto microrganismi/sostanze da degradare/aria. Le colture batteriche possono
essere fisse (adese) su supporti solidi o mobili (sospese nella massa liquida). Tra le
innumerevoli varianti che sono state proposte nel tempo, due sono quelle che si sono
maggiormente affermate: i percolatori, con massa adesa su supporto fisso (filtri
percolatori) o su supporto mobile (biodischi) e le vasche a fanghi attivi (massa
sospesa).
L’impianto di depurazione a fanghi attivi fa parte della categoria degli impianti
aerobici. Esso è quindi indicato per il trattamento degli scarichi e di tutti quelli a
prevalente componente biodegradabile.
Viene qui di seguito descritto la provenienza e caratteristiche generali dell’ acqua
reflua presa in esame di un industria olearia.
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1.2 Industria olearia
La crescente massa di materiale organico prodotto dall’attività di estrazione olearia
pone pesantemente il problema del loro smaltimento. Lo smaltimento dei
sottoprodotti dell’industria olearia è un problema tipico dei Paesi mediterranei dove,
durante la breve e spesso piovosa stagione della raccolta, vengono prodotti piu’ di 30
milioni di m3 di residui oleari, sia allo stato liquido (acque di vegetazione) che solido
(sanse).
I reflui oleari sono caratterizzati da un alto carico inquinante per la presenza
di complessi organici difficilmente biodegradabili. Se rilasciati nell’ambiente senza
l’adozione di pratiche adeguate possono provocare effetti dannosi all’ecosistema e
alle stesse colture. Proprio per i possibili rischi ambientali legati alla gestione dei
reflui oleari, la legislazione vigente in materia prevede il loro spandimento sui terreni
solo a determinate condizioni e nel rispetto di precisi quantitativi. La normativa
vigente in materia ( L. 574/96, "Nuove norme in materia di utilizzazione agronomica
delle acque di vegetazione e di scarichi dei frantoi oleari") consente infatti lo
spandimento controllato delle acque di vegetazione su terreni adibiti ad usi agricoli.
1.3 Depurazione delle acque di vegetazione
Le acque di vegetazione (AV) rappresentano il sottoprodotto liquido proveniente dal
processo di estrazione dell'olio.
Le AV sono costituite essenzialmente da:
_acqua di costituzione dell’ olive con un modesto residuo d’olio;
_acqua di lavaggio delle olive e degli impianti;
_acque di diluizione delle paste negli impianti continui.
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La depurazione delle AV mediante depuratori biologici a fanghi attivi, a causa
dell’alto contenuto di sostanza organica e dei valori elevati di COD e BOD5 è
possibile solo a seguito di una forte diluizione del refluo con le acque di scarico
urbane e richiede, pertanto, un depuratore adeguatamente dimensionato. Gli altri
sistemi di depurazione, come la concentrazione per evaporazione o per
ultrafiltrazione ed osmosi inversa risultano eccessivamente costosi, sia per
l’investimento che per l’esercizio; inoltre non risolvono il problema, poiché
producono un concentrato comunque da smaltire, con costi ulteriori.
1.4 Composti fenolici
Di tutte le classi di composti costituenti la frazione organica nelle acque di
vegetazione i composti fenolici meritano una trattazione separata, per i numerosi
processi in cui sono coinvolti conferendo con la loro presenza il colore marrone scuro
ai reflui oleari. La peculiarità di alcuni di questi prodotti risiede nella loro lenta
biodegradabilità e nell'azione antimicrobica. Questa ostacola sensibilmente la
biodegradazione delle acque di vegetazione, specialmente per quanto riguarda i
glucidi semplici e complessi, rallentando quindi la naturale riduzione del carico
inquinante dei reflui.
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2. Materiali e metodi
L’impianto per la prova è costruito secondo l’impostazione classica. Il liquame viene
sottoposto quindi nell’ordine alle seguenti fasi depurative: grigliatura ,
sedimentazione primaria (equalizzazione), ossidazione biologica, sedimentazione
secondaria.
Il trattamento terziario non si è effettuato in quanto non necessario ai fini del nostro
studio.
Grigliatura: Il liquame grezzo perviene alla vasca di equalizzazione attraverso una
griglia che trattiene i corpi grossolani galleggianti o sospesi con dimensioni superiori
a 0,5-1 cm.
Equalizzazione :La vasca di equalizzazione funge anche da sedimentatore
grossolano (dissabbiatore). Queste si raccolgono in un pozzetto sul fondo della vasca,
da dove vengono evacuate a mezzo di un’apposita apertura
Ossidazione biologica:Il liquame omogeneizzato viene alimentato alla vasca fanghi
attivi con portata costante. Nella vasca di ossidazione biologica il liquido viene
mescolato con un’alta concentrazione di fanghi biologici sotto condizioni di costante
aerobiosi. In altre parole la miscela fanghi-liquido contiene sempre una
concentrazione di ossigeno disciolto sufficiente per garantire lo svolgimento ottimale
dei processi depurativi di degradazione operati dai microrganismi. La presenza di una
certa quantità di ossigeno disciolto insieme alla alta concentrazione di microrganismi
mantenuta in questa zona permette la massima velocità di rimozione delle sostanze
inquinanti.
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Queste vengono rimosse dal liquido attraverso vari meccanismi, una parte viene
degradata fino a prodotti non inquinanti (anidride carbonica e acqua) e una parte
viene trasformata in composti utili alle cellule viventi e inglobata sotto varie forme
nella massa solida sedimentabile costituita dai fanghi attivi stessi. Il risultato finale è
comunque quello di eliminare le sostanze inquinanti dall’acqua che viene scaricata.
La necessaria concentrazione di ossigeno disciolto viene garantita dall’insufflazione
di una grossa quantità di aria compressa dal fondo della vasca. Questa risalendo alla
superficie attraversa la massa liquida creando un intimo contatto che permette a parte
dell’ossigeno atmosferico in essa contenuto di sciogliersi nell’acqua.
Contemporaneamente il movimento cerato dalle bolle di aria garantisce anche il
mescolamento completo ed uniforme di tutta la miscela acqua-fanghi contenuta nella
vasca, in modo che tutta la massa dei fanghi sia areata e il liquido ben
omogeneizzato.
Sedimentazione secondaria: Dalla fase di ossidazione biologica esce una miscela
acqua-fango che deve essere inviata a un sedimentatore per separare il liquido ormai
privo della maggior parte delle sostanze organiche dalla massa di fango attivo che
deve essere rinviato nella vasca di ossidazione per esplicare la sua azione sul nuovo
liquame inquinato.
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entrata
O2
Fig .1 – Rappresentazione a blocchi dell’ Impianto pilota
a fanghi att
Fig.1
3. Lavoro sperimentale - Procedure operative eseguite
Lo scopo del lavoro è stato quello di verificare se i ceppi contenuti nel PSBIO
(Rhodopseudomonas Palustris) sono in grado di aggredire e/o biodegradare
rapidamente i composti fenolici contenuti nelle acque di vegetazione.
Per verificare il reale abbattimento dei composti fenolici (C6H5OH) sono state
eseguite tre prove:
1) analisi diretta su acqua di vegetazione con un contenuto di batteri pari a 2 gr/mc di
soluzione;
2) analisi diretta su acqua di vegetazione con un contenuto di batteri pari a 3 gr/mc di
soluzione;
3) analisi diretta su acqua pura contenente 60 mg/l di fenoli. Quest’ultima prova è
stata eseguita aggiungendo diversi dosaggi di batteri foto sintetici (3-10 gr mc).
Uscita acqua
Comparto di sedimentazione Comparto di aereazione con fanghi
attivi
Sedimentatore Imhoff
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La prova di abbattimento dei fenoli è stata eseguita utilizzando la seguente procedura:
Fase 0: ( grigliatura), il refluo stato filtrato mediante griglia metallica rimuovendo
parti grossolane;
Fase 1: ( equalizzazione/ sedimentazione primaria).Le acque di vegetazione sono
state immesse nella prima vasca lasciandole decantare per 24h ore;
Fase 2 : (ossidazione biologica). Le acque di vegetazione vengono trasferite nella
seconda vasca contenente il fango attivo. In questa stadio il refluo da depurare è stato
alimentato con vari dosaggi di batteri fotosintetici PSBIO , la miscela viene
ossigenata insufflando aria e posta sotto agitazione per 7 giorni;
Fase 3 : ( sedimentazione secondaria) .La miscela acqua – fango viene inviata al
sedimentatore secondario per separare il liquido dalla massa di fango attivo.
Ulteriore decantazione per 48ore;
Fase 4 : In questa fase sono state eseguite prove di laboratorio delle acque di
vegetazione per quantificare l’’abbattimento degli inquinanti chimici.
Fase 5 : In aggiunta sono state eseguite determinazioni di carica mesofilo-aerobica,
sull’acqua in entrata con un risultato di 109 UFC su 1 ml, la procedura analitica è
stata eseguita sull’acqua in uscita trascorsi 7 giorni con un risultato pari a 106 UFC su
1 ml.
Lo scopo della determinazione ha voluto evidenziare la resistenza dei batteri a
sostanze stressogene.
I parametri ottenuti dall’analisi delle acque di vegetazione delle olive mostrano
caratteristiche particolari dovute alla presenza di composti ad attività biostatica
(C6H5OH, NaCl).
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4. Risultati ottenuti
Nella tabella sottostante sono evidenziate le analisi chimiche dell’acqua di
vegetazione in entrata, e le analisi delle acque in uscita con i diversi dosaggi di
batteri,(2gr/mc–3gr/mc) infine, si registrano le percentuali di abbattimento degli
inquinanti.
Parametri chimici
analizzati
Acqua di vegetazione
in entrata
mg/l
Uscita acqua di
vegetazione 1 prova
Dosaggio (2gr/mc di
batteri) mg/l
Abbattimento %
Uscita acqua di
vegetazione 2 prova
Dosaggio (3gr/mc di
batteri) mg/l
Abbattimento %
pH 5,28 8.15 - 7,90 - Colore Verdastro Marrone scuro - Marrone
-
odore Rancido Olivastro - olivastro - SST 1700 COD 109848 12500 88.6% 11300 89.7% BOD 37878.6 4120 89.1% 3896.0 89.7%
Cloruri 17600 16500 - 17500 - Fenoli 68 56,6 16,6 54 20%
Ammoniaca 170 160 5.88% 155 8.82% Materiali
grossolani Assenti Assenti - assenti -
Floruri 159.0 63 60.3% 21 86.7%
Le analisi sono state eseguite secondo le metodiche ufficiali: COD : richiesta chimica di ossigeno metodo APAT IRSA CNR 29/2003 n 5130 Fenoli: metodo APAT IRSA CNR 29/2003 n 5070 (HPLC con estrazione preliminare liquido solido SPE).La metodica completa è visibile nell’allegato 1.
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5. Prova ulteriore per osservare l’abbattimento dei fenoli
Per vedere il reale abbattimento dei batteri sui fenoli si sono quindi effettuate delle
ulteriori prove utilizzando acqua di fonte a cui sono stati aggiunti fenoli fino ad una
concentrazione finale di circa 75-80 mg/l.
La prova è stata eseguita utilizzando lo stesso impianto pilota e le stesse modalità
delle prove precedenti pero’ utilizzando concentrazioni batteriche diverse ed
esattamente 3 gr/mc di soluzione per una prova e 10 gr/mc per la l’altra.
Le analisi effettuate all’inizio dell’esperimento evidenziavano un contenuto di fenoli
pari a 77,0 mg/l con un inoculo iniziale di 80 ml/mc ed un dosaggio di mantenimento
di 3gr/mc; a fine trattamento il contenuto dei fenoli è pari a 62,0 mg/l con un
abbattimento di circa il 20,0%.
Mentre, mantenendo lo stesso inoculo iniziale di 80 ml/mc, ma con 10gr/mc di
mantenimento giornaliero di batteri, il contenuto di fenoli ottenuto è pari a 60,0 mg/l
con un abbattimento di circa il 22.5%.
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6. Conclusioni
Le prove condotte in condizioni aerobiche hanno mostrato che i microrganismi
utilizzati sono capaci di degradare i Fluoruri ( circa 85%) e abbattere del 90 % il
COD e il BOD migliorando l’odore ed il colore delle acque.
Il ceppo PSBIO, inoltre, è riuscito a degradare i composti fenolici anche se solo del
22,5%, ma ciò potrebbe essere dovuto al tipo di refluo trattato ed ai dosaggi
utilizzati.
Infatti queste acque, pur non contenendo sostanze tossiche, sono considerate acque
reflue con un tasso inquinante fra i più elevati nell'ambito dell'industria agro-
alimentare.
Inoltre la massiccia presenza di cloruro di sodio (NaCl) e fenoli, (C6H5OH), prodotti
notoriamente antibatterici, condizionano in maniera significativa la vita dei
microrganismi.
Pertanto il ceppo batterico PSBIO utilizzato nello studio descritto possiede un’
elevata resistenza a sostanze stressogene e quindi risulta particolarmente adatto ed
efficace per il trattamento di acque reflue in condizioni estreme per il metabolismo
batterico.
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INDICE
Cap 1: Abbattimento dei fenoli mediante batteri foto sintetici PSBIO
Paragrafo 1.1: Problemi ambientali derivanti dalle acque reflue
Paragrafo 1.2: Industria olearia
Paragrafo 1.3: depurazione delle acque di vegetazione
Paragrafo 1.4: Composti fenolici
Cap 2: Materiali e metodi
Cap 3: Lavoro sperimentale -Procedure operative eseguite
Cap 4 : Risultati ottenuti
Cap 5: Prova ulteriore per osservare l’abbattimento dei fenoli
Cap 6 : Conclusioni
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ALLEGATO 1:
Metodica ufficiale utilizzata per la determinazione dei fenoli.