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Periodico di informazione e dibattito sulla adozione e l’infanzia promosso dall’Associazione N.A.D.I.A. Onlus Poste Italiane s.p.a. Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB VR ETHIOPIA SPECIALE ETIOPIA

Talita' Kum Speciale Etiopia

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Edizione 04 2011

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Periodico di informazionee dibattito sulla adozione

e l’infanzia promossodall’Associazione

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ETHIOPIA

SPECIALE

ETIOPIA

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SOMMARIO

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Anno 10 - Speciale Etiopiaprimavera 2011

TALITÀ KUMPeriodico di informazione e dibattitosulla adozione e l’infanzia promossodall’Associazione N.A.D.I.A. Onlus

Diffusione in abbonamento postale.Autorizzazione del Tribunale di Veronaall’Associazione N.A.D.I.A. Onlusn° 1430 del 02/04/01

Direttore responsabile:Stefano CaniatoProgetto grafico e illustrazioni:Caterina CompriStampa:Arti Grafiche Biemmeci S.n.c.

Redazione:Giulia AvesaniStefano CaniatoChiara FraccaroliPaolo LuccheseLuca SpazianiLuciano Vanti

Hanno collaborato:Nicole AdamiMarta Elsa Giulia BonalumiMarco BonisLuca ChiaramellaAnna Maria GiarolaValeria LodiMarco e Annalisa SalaLuca Spaziani

Sede: Associazione N.A.D.I.A. OnlusVia Fenil Novo, 837036 San Martino Buon Albergo (VR)Tel. +39 045 995388Fax +39 045 8796968e-mail: [email protected] internet: www.nadiaonlus.it

Chiuso in redazione: 6 marzo 2011

SOMMARIOL’EDITORIALEpag. 3

N.A.D.I.A. Onlus

IMPARARE DIVERTENDOSI

N.A.D.I.A. Onlusè associata al coordinamento di Ong CIPSI

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Maschera di legno etiope,“Attenzione!”

Questa maschera veniva usatadalle tribù etiopi Afare perspaventare eventuali ladri chevolessero depredare le fattorieal momento del raccolto.Questa maschera si chiamainfatti Hoo che in linguaHausa vuol dire “spaventare”!

ETIOPIA: UN PASSATO MILLENARIO,UN PRESENTE PREVARIOpag. 4-5

UN CENTRO DI ACCOGLIENZAPER DARE UN FUTURO AI BAMBINIpag. 6-7

I BAMIBINI DI DURAME,SOSTENIAMOLI A DISTANZApag. 8-9

INSIEME PER AIUTAREI BAMBINI DI STRADApag. 10-11

LA RICCHEZZADELL’ACQUApag. 12-13

ARREDISSIMA E LA SOLIDAUN “GRAZIE” DA N.A.D.I.A.pag. 14-15

L’AFRICA IN PIEDIMERITA UN NOBELpag. 16-17

SICUREZZA ALIMENTAREAFFIDATA ALLE DONNEpag. 18-19

UN SERPENTE GENEROSOpag. 20-21

L’ARTISTA SEI TU!pag. 22-23

ORGANIZZAZIONE:

Con la partecipazione di:

AssociazioneUniversitaria

per la CooperazioneInternazionale

N.A.D.I.A. OnlusNuova AssociazioneDi genitori Insieme

per l’Adozione

I.C.P.L.F. OnlusIn Cammino

Per La Famiglia

Iniziativa realizzata con il contributo del Comune di Roma,Gabinetto del Sindaco, Ufficio Relazioni Internazionali

CIPSI - Coordinamentodi Iniziative Popolari per laSolidarietà Internazionale

Chiamal’AfricaOnlus

Giorni d’Etiopia

Associazionedella ComunitàEtiopica in Italia

Al Qantara

ROMA 8-9 APRILE 2011

EtioRosa ExodusEthiopianCultural Service

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TITOLO

Testo

L’EDITORIALE

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ETHIOPIA

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Basti pensare che proprio in Etiopia,nel 1973, avvenne il celebreritrovamento di Lucy, un ominidevissuto circa 3,2 milioni di anni fa.Le informazioni sull’evoluzionestorico-politica del Paese sonoscarse. Le poche notizie disponibiliparlano di un regno di Etiopia,durato per diversi secoli, retto dare e imperatori.I primi europei a giungere nel Paesefurono gli italiani, che nel 1870colonizzarono l’Eritrea, la regionecostiera.M a b e n p r e s t o l e m i r eespansionistiche italiane si rivolseroverso l’entroterra. L’Etiopia,tuttavia, non si piegò al ladominazione straniera: nel 1896,nella famosa battaglia di Adua,l’esercito abissino, guidato dal negusMenelik, inflisse agli invasori unadura sconfitta.Nel 1935, l’Italia di Mussolini tentòil secondo assalto ai danni del Paeseafricano: questa volta, dopo unadura resistenza da parte del popoloetiope, l’operazione si concluse consuccesso. Il 5 maggio del 1936 i carriarmati italiani entrarono ad Addis

Abeba.Il Paese venne liberato dagli inglesinel 1941, con il ritorno al poteredell’Imperatore Hailé Selassié, cherimase in carica fino al 1974, quandofu destituito da un colpo di Stato.Nel 1995 l’Etiopia è ufficialmented i v e n u t a u n a R e p u b b l i c aDemocratica Federale ed è entratain vigore la Costituzione.Negli ultimi 30 anni, le condizionidi vita del popolo etiope sonocostantemente peggiorate, a causadi siccità e carestie (come quellache tra il 1984 e l’85 uccise 8 milionidi persone), ma anche a seguitodell’instabilità politica e delle guerrecon i Paesi confinanti. Nel 1993,con la secessione dell’Eritrea, ilPaese ha anche perso lo sbocco sulMar Rosso.L’Etiopia ha raggiunto il suo piccodi povertà alla fine degli anniNovanta, in particolare durante laguerra di confine con l’Eritrea, trail 1998 e il 2000.Nell’ultimo decennio, grazie ancheai forti aiuti della comunitàinternazionale, si sta registrandouna lieve inversione di tendenza.

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Luca Spaziani

La storia, si sa,è ricca di paradossi.

Così accade, ad esempio,che lo Stato più antico

del mondo oggi sia unodei più poveri, relegatoal 215esimo posto della

classifica per Pil pro capite.

Quella porzione di territorio delCorno d’Africa grande poco più diun milione di kmq che noichiamiamo Etiopia, porta questonome da migliaia di anni, durante iq u a l i h a c o n s e r v a t oapprossimativamente i confiniattuali.L’origine del nome è incerta: i grecichiamavano questa zona ,cioè “terra abitata da uomini dalviso lucido”, ma è probabile che ladenominazione provenga da unalingua locale.Infatti, secondo molte fonti storiche,gli insediamenti umani nella regionerisalgono a tempi di gran lunga piùremoti rispetto alla civiltà greca.

PRESENTAZIONE DELL’ETIOPIA

ETIOPIA: UN PASSATO MILLENARIO,UN PRESENTE PRECARIO

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Oggi l’Etiopia, con i suoi 88 milionidi abitanti, è un Paese segnato dapovertà, malattie, malnutrizione edisagio sociale.La speranza di vita è di 55 anni, undato che colloca il Paese al 197esimoposto nel mondo.I primi a pagare il prezzo di questadifficile situazione sono i bambini,il cui tasso di mortalità nel primoanno di vita è pari a 79 su 1000.Una delle principali cause di morteè l’Aids, che colpisce il 2% dellapopolazione causando circa 70milamorti all’anno.

Altre malattie, quali infezionibatteriche e dissenteria, sonocausate dall’acqua, in molte zonescarsa e, quasi sempre, contaminata:nelle aree rurali, quella potabile èsolo l’11% del totale.L’85% della popolazione è impiegatonell’agricoltura, praticata spessosolo ai fini della sussistenza.

Un’attività dal profitto incerto,essendo esposta a rischi climatici eambientali.La situazione non è confortanteneanche per quanto riguardal’istruzione: solo il 42,7% dellapopolazione di età superiore ai 15anni risulta alfabetizzato, e lo Statonon sembra adoperarsi permigliorare le cose, destinando soloil 5% del Pil alla scuola.

Ma una speranza in un futuromigliore al popolo etiope spetta didiritto, se non altro per un dato:l’Etiopia è un paese giovanissimo.L’età media della popolazione è di16,8 anni, gli etiopi tra gli 0 e i 14anni sono il 46% del totale.A questi giovani, che chiedono diavere le condizioni necessarie percostruirsi una vita dignitosa, tuttisiamo chiamati a dare una risposta.

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PRESENTAZIONE DELL’ETIOPIA

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UN CENTRO DI ACCOGLIENZAPER DARE UN FUTURO AI BAMBINI

situazione familiare: molti restanoorfani di uno o di entrambi i genitoriquando sono ancora piccolissimi;altri vengono abbandonati perchéla loro famiglia è troppo povera peraccudirli. Molti genitori non sonoin grado di prendersi cura dei lorofigli perché devono prima di tuttoingegnarsi per sopravvivere oppurep e r c h é s o n o m a l a t i otossicodipendenti.In genere, la prima soluzione che siadot ta per porre r imedioall’abbandono e al degrado èaffidare i piccoli ai parenti (nonni,zii), che però spesso non hanno néle forze né le risorse per mantenerli.Così, per tanti di loro non rimanealtra casa se non la strada.

Sono loro i cosiddetti “vulnerablechildren”, i bambini deboli. Inmigliaia affollano le vie e i quartieridelle città etiopi e trascorrono leg io rna te rov i s t ando ne l l as p a z z a t u r a , r u b a n d o osemplicemente mendicando. Perloro, la parola “futuro” non hasignificato. La strada è un approdosenza ritorno, un rifugio senza paretiné tetto che espone ogni bambinoa pericoli che possono provocaredanni irreparabili nella sua vita. Èin questo contesto che N.A.D.I.A.Onlus ha deciso di intervenire, perdare una speranza a bambini consituazioni familiari particolarmentedisagiate, evitando che finiscano perstrada.

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CASA DI ACCOGLIENZA “ANGELINO NORDERA”

Luca Spaziani

La struttura gestitada N.A.D.I.A. Onlus

offre cure e istruzionea 50 ragazzi di Durame

Crescere in Etiopia è, per ognibambino, una sfida difficile davincere ogni giorno, fin dalla nascita.Non è un caso che, su mille di loro,79 la perdano prima di avercompiuto il primo anno di vita. Lecause di sconfitta sono le piùdiverse: malattie virali, infezionib a t t e r i c h e , d e n u t r i z i o n e ,disidratazione. A complicare ilcammino di molt i bambinicontribuisce spesso la loro difficile

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CASA DI ACCOGLIENZA “ANGELINO NORDERA”

Il Centro di Accoglienza perbambini e ragazze madri “AngelinoN o r d e r a ” , r e a l i z z a t odall’Associazione a Durame, haaperto le porte ai primi ospiti nelgiugno 2010. La struttura, in gradodi accogliere fino a 50 bambini, sipropone di offrire assistenza aminori orfani, abbandonati, oaffidati a parenti che non sono ingrado di curarli.Nel Centro, i piccoli ricevono unpasto ricco e nutriente, vestiti,scarpe, e le cure mediche di cuispesso hanno bisogno. Ma tutto ciònon basta a permettere loro disperare in un futuro. È necessarioche ricevano anche l’istruzione.Perciò, grazie all’impegno di alcuniinsegnanti, nel Centro i ragazzihanno anche la possibilità difrequentare la scuola e di avere adisposizione tutto il materialenecessario per lo studio. Gli studentipossono accedere anche ad unapiccola biblioteca con testi in inglesee in amarico (la lingua locale), chepresto sarà messa a disposizione ditutta la comunità di Durame.I bambini sono ospitati nellastruttura solo durante il giorno. Perla notte, salvo casi particolari, fannoritorno nelle loro famiglie.Nell’agosto scorso, prima dell’iniziodella scuola, N.A.D.I.A. haproposto ai genitori e ai parenti dei

ragazzi un corso dedicatoall’importanza della cura dei minori,in modo da procedere tutti insiemenella direzione di dare a questibambini la speranza in una vitamigliore.Il personale del Centro è statoformato da N.A.D.I.A. perrispondere alle necessità di ciascunbambino. I minori a cui offrireassistenza sono individuati conl’aiuto delle autorità locali chesegnalano situazioni di particolaredisagio familiare.

Il Centro “Angelino Nordera” èpensato per accogliere ancheragazze madri in difficoltà. InEtiopia, per una donna allevare unfiglio da sola è un’impresa difficileda realizzare. La struttura sipropone di offrire a queste ragazzeil supporto necessario per trovareun lavoro ed essere indipendentieconomicamente, in modo da potercrescere i loro figli senza bisognodi costante assistenza.

L’attività del Centro, pienamenteoperativo solo da pochi mesi, staricevendo un forte apprezzamentoda parte della comunità di Durame.Le famiglie degli ospiti sono feliciche qualcuno le aiuti a dare unaprospettiva ai loro bambini. Inoltre,tra i ragazzi si stanno creando forti

legami di amicizia. Affinché questabella realtà possa portare fruttosempre di più, è necessario uncontributo da parte di tutti.Questi bambini, a cui il destino hanegato tanti sorrisi, hanno ora lapossibilità di guardare avanti, versoil futuro. Per raggiungerlo, hannobisogno di una piccola spinta daciascuno di noi.

Per sapere come sostenere adistanza un bambino del Centrodi Accogl ienza “Angel inoNordera” è possibile contattareN.A.D.I.A. Onlus al numero 045-9 9 5 3 8 8 o s c r i v e r e [email protected].

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Luca Spaziani

Un piccolo contributoper un grande aiuto

ad un ospitedel Centro di Accoglienza

Tramite il Centro di Accoglienza“Angelino Nordera”, N.A.D.I.A.Onlus sta portando avanti l’impegnodi garantire ai bambini di Durameun futuro migliore rispetto al loropresente. Attraverso l’assistenza el’istruzione, si cerca di offrire loroprospettive e speranze in una vitadignitosa e ricca di soddisfazioni.Per raggiungere obiettivi cosìambiziosi, è necessario unire quantepiù forze possibili, ciascuno dandoil suo piccolo contributo, affinchéa vincere sia la solidarietà.N.A.D.I.A. offre la possibilità disostenere a distanza un bambinoospite del Centro di Accoglienza.

Con un piccolo contributo èpossibile provvedere a tutti i suoibisogni essenziali: cibo, vestiti, curemediche, materiale scolastico.Quello che a noi può sembrare ungesto pressoché insignificante, per

questi bambini è vita.

Le storie degli ospiti del Centro diAccoglienza “Angelino Nordera”sono accomunate da disagio,povertà e abbandono.

STORIE DEI BAMBINI DEL SOCIAL HOSTING CENTER E SOSTEGNO A DISTANZA

I BAMIBINI DI DURAME,

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STORIE DEI BAMBINI DEL SOCIAL HOSTING CENTER E SOSTEGNO A DISTANZA

Di seguito ne proponiamo cinque,scelte esclusivamente a titolo diesempio:

Endalkachew ha cinque anni ed èorfano di madre. Vive con suopadre, che però sembra non esserein grado di prendersi cura di lui acausa della sua tossicodipendenza.Il bambino viene lasciato da solo incasa, spesso fino a tarda sera. Lepiaghe che segnano il suo corpoindicano chiaramente che è affettoda HIV.Per sperare in un futuro,Endalkachew ha bisogno di tutto:di una diagnosi medica precisa, dicure sanitarie, cibo, vestiti,istruzione, e dell’affetto che la suafamiglia non è in grado di dargli.

Mihretu ha solo 12 anni ma ha giàperso entrambi i genitori e non hanessun parente che si occupi di lui.Vive praticamente da solo, in unacasa di due stanze, nella povertà piùassoluta. Sopravvive grazie ai viciniche ogni giorno gli portano del cibo.Ogni tanto ospita qualcuno in unastanza della sua casa, ma molti,approfittando della sua giovane età,non gli pagano l’affitto.Nonostante tutto, Mihretu staproseguendo gli studi con ottimirisultati. È molto provato dalladifficile situazione in cui vive, ed habisogno di un forte sostegnopsicologico.

Tarike è una bimba di sei anni. Èorfana del suo papà, vive con suamadre e i suoi sette fratellini. Lasua casa è in pessime condizioni.Sua madre vende ortaggi, ma ciò

che guadagna non è sufficiente persfamare tutta la famiglia.Tarike è molto sveglia, frequenta lascuola del Centro con entusiasmo.Per poter continuare i suoi studi,ha bisogno di superare tutti gliostacoli posti dalla sua povertà e digodere delle possibilità di cui ognibambino ha diritto.

Fikru ha nove anni. Vive con igenitori e i suoi tre fratellini. La suafamiglia è poverissima: sua madreracimola qualche soldo cucinandoe vendendo l’Ingera, il pane tipicoetiope. Suo padre, invece, non haun lavoro fisso. Una buona partedel piccolo reddito familiare serveper pagare l’affitto della casa.Pur essendo in buon condizionifisiche, Fikru è molto provato acausa della situazione precaria incui vive. Ha bisogno di sostegno,di cibo e di un aiuto per fare icompiti.

Yetayew ha sei anni. È allevato dasua nonna, insieme ai suoi trefratelli. La famiglia vive in una casaofferta dalla Chiesa ortodossa.L’unica fonte di sostentamento perYetayew e i suoi fratelli è costituitadalle donazioni dei fedeli dellaparrocchia: sua nonna, infatti, nonpuò svolgere alcun lavoro.Nonostante la sua età, Yetayew nonfrequenta ancora la scuola. È unbambino debole, denutrito, e la suasalute non è buona. Ha bisogno dicure e di cibo nutriente perirrobustire il suo fisico e affrontareal meglio l’attività scolastica.

Per sapere come sostenere unbambino a distanza, contattarel’Associazione telefonando alnumero 045-995388 o scrivendoa [email protected].

SOSTENIAMOLI A DISTANZA

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PROGETTO TUTELA VULNERABLE CHILDREN

del contesto familiare.Sulla strada i bambini si trovano adover affrontare difficoltà enormi:passano la giornata facendo lavoripesanti , compiendo att i dimicrocriminalità, dedicandosi alpiccolo commercio o semplicementechiedendo l’elemosina nei punti piùaffollati. Molti “ragazzi di strada”sono analfabeti e presentano gravicarenze fisiche ed intellettive. Nonhanno la concezione del tempo enon pensano al futuro perché vivonoalla giornata.

Il progetto “Contributo alla tuteladei vulnerable children” nasce dallacollaborazione di tre associazioni:AUCI – Associazione Universitaria

di Cooperazione Internazionale, consede a Roma; N.A.D.I.A. – NuovaAssociazione Di genitori Insiemeper l’Adozione, con sede a Verona;ICPLF – In Cammino Per LaFamiglia, con sede a CasarzaLigure.Le tre associazioni hanno deciso dicollaborare ed implementare questop r o g e t t o d i c o o p e r a z i o n einternazionale con interventi inEtiopia, ma anche sul territorioitaliano, per sensibilizzare lacittadinanza del nostro Paese. Ilprogetto, infatti, sarà ufficialmentepresentato a Roma sabato 9 aprilecon un convegno presso laBiblioteca del Senato “GiovanniSpadolini”.

Giulia Avasani

Contributo alla tutela dei“vulnerable children”

Capita, passeggiando per le vie diAddi s Abeba , l a cap i ta l edell’Etiopia, di incontrare bambinio ragazzi, più o meno grandi, chemendicano lungo le strade, giocanosui marciapiedi o rovistano nellaspazzatura.Sono i cosiddetti “vulnerablechildren", i “bambini deboli”, chevivono per strada perché orfani,oppure perché la famiglia è talmentepovera da non poter garantire loroun pasto, o ancora perché fuggitida abusi o violenze subite all’interno

INSIEME PER AIUTAREI BAMBINI DI STRADA

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PROGETTO TUTELA VULNERABLE CHILDREN

Quando si realizza un intervento diassistenza rivolto ai “vulnerablechildren” non si può tener contosoltanto del rapporto tra i minoriche vivono per strada e le lorofamiglie.È necessario considerare ancheesigenze altrettanto importanti comel’assistenza sanitaria, la correttaalimentazione, la possibilità difrequentare la scuola per entrarenel mondo del lavoro e acquisireuna propria autonomia.Il progetto proposto da AUCI,N.A.D.I.A. e ICPLF cerca di dareuna risposta anche a questi bisogni,ponendosi obiettivi specifici perciascun settore di intervento.L’idea è stata sviluppata nel quadrodegli Obiettivi del Millennio(Millennium Development Goals),con particolare riferimento a quattrodi essi: sradicare povertà estrema efame (obiettivo 1), garantirel’educazione primaria universale(obiettivo 2), ridurre la mortalitàinfantile (obiettivo 4) e combattereHiv, Aids, malaria e altre malattie(obiettivo 5).

Si è scelto di intervenire in Etiopia,che occupa stabilmente i primi postinelle classifiche di povertà dei Paesidel mondo. La popolazione èoccupata per l’85% nell’agricoltura,ma la scarsità e l’irregolarità dellepiogge fanno sì che questa attivitànon sia redditizia. Nel Paese,malnutrizione, mortalità infantile emalattie contagiose sono altamentediffuse. In più, trent’anni diguerriglia con gli Stati confinantinon hanno certo contribuito amigliorare le condizioni di vita.

In Etiopia esistono due sistemi ditutela dei “ragazzi di strada”:l’accoglienza in istituti statali ogestiti da privati, una prassi diffusasoprattutto nelle grandi città; l’affido

dei minori a parenti o a famiglie piùabbienti. Entrambi i sistemi, però,non garantiscono la piena tutela deiminori. Gli istituti, infatti, offronosolo vitto e alloggio, senza realizzareinterventi educativi o riabilitativicapaci di sviluppare a pieno lapersonalità dei ragazzi. In più, ifamiliari affidatari spesso non sonoin grado di prendersi curaadeguatamente dei bambini e, inalcuni casi, sono proprio loro cheesercitano violenza sui minori.Si stanno anche sviluppando,soprattutto nel Nord del Paese, lecomunità di accoglienza, gestitespesso da ordini religiosi, cheoffrono ai bambini vitto, alloggio, eanche la possibilità di frequentarela scuola. Ma si tratta di realtà dipiccole dimensioni, che non possonoessere sufficienti ad arginare ilfenomeno.

Il progetto ha come obiettivo quellodi prevenire o eliminare quellecondizioni di rischio che portanoall’allontanamento del bambino dalcontesto familiare; l’intervento,quindi, non sarà rivolto direttamenteai bambini, quanto piuttosto allefigure che ne dovrebbero garantirela tutela e l’educazione: i genitori,gli operatori sociali, le autorità e lacomunità locale.Si è deciso, dunque, di interveniresu tre realtà: Addis Abeba, lacapitale dell’Etiopia; Durame, unacittadina che si trova a circa 300km a sud di Addis Abeba, nellaKembatta Tembaro Zone; Alamata,nella regione del Tigray.Gli interventi saranno similari inciascuna regione: innanzitutto, saràrealizzato un percorso formativoindirizzato agli operatori (i “socialworkers”), su specifiche tematichedi carattere sociale, sanitario,giuridico ed amministrativo.Successivamente, per ciascuna delle

città nelle quali si svolge il progetto,verranno organizzati incontritematici per sensibilizzare lecomunità locali, le famiglie e leautorità affinché prendanoconsapevolezza della rilevanza delfenomeno e delle possibili soluzionida attuare per arginarlo eprevenirlo.Terminata questa fase formativa, isocial workers coinvolti avvierannoun’attività specifica di monitoraggiodel territorio, per tenere sottocontrollo le situazioni di disagiopresso le famiglie della zona. Inquesto modo potranno poi essereadeguatamente informate le autoritàlocali competenti e verrà avviatauna attività di consulenza specifica,che avrà carattere sia preventivoche riabilitativo nei confronti delminore e della famiglia.

La seconda parte del progettoprevede anche l’attivazione, inciascuna delle tre città, di uno“Health point”, un ambulatorio diprimo intervento, con la presenzadi un infermiere e la dotazione dimater ia le sani tar io per laprevenzione e la cura delle patologiepiù comuni tra i bambini .L’ambulatorio servirà anche perinformare i geni tor i su l laprevenzione di malattie contagiosee sull’importanza della curapersonale.

Accanto a queste attività, indirizzateprevalentemente agli operatorisociali ed alle famiglie, il progettoprevede anche l’avvio di interventispecifici per i bambini finalizzati alcoinvolgimento extra-scolastico, conpiani di recupero individualizzati.Inoltre, saranno avviati percorsi diformazione professionale ed unsistema di micocredito, per garantireai ragazzini più grandi uninserimento nel mondo del lavoro.

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STORIA PROGETTO “LA RICCHEZZA DELL’ACQUA”

particolarmente aride. Siccità ecarestia hanno colpito soprattuttole zone Nord del Paese, al confinecon Somalia e Gibuti, dovescarseggiano i bacini idrici e ladisponibilità di acqua è solo del 13%rispetto al fabbisogno dellapopolazione.Ma oltre ad essere poca, per moltil'acqua è anche lontana. Circa 50milioni di persone non hannoaccesso diretto a questa risorsa.Ogni giorno migliaia di donne ebambini percorrono anche decinedi chilometri per raggiungere unpozzo, uno stagno o un ruscello dacui attingere con otri ed orci. Laf o n t e p r i n c i p a l e d iapprovvigionamento è costituita dabacini di superficie in cui siabbeverano gli animali e siriproducono insetti velenosi, tra cui

le zanzare portatrici di malaria.In quest’acqua, quindi, è altissimala concentrazione di batteri nociviper l’uomo, come eschericchiacolie streptococchi.Utilizzata con estrema parsimoniaper soddisfare i bisogni primari ditutta la famiglia, l’acqua ristagnanegli orci per diversi giorni, durantei quali i batteri si moltiplicano. Così,invece che costituire una risorsafondamentale per vivere, essa sir ivela spesso la principaleresponsabile di malattie comedissenteria e gastroeinterite che,specie se a contrarle sono i bambini,possono portare anche alla morte.Si calcola che l'acqua "pulita" siadisponibile nel Paese nella mediadel 22% rispetto al fabbisogno, e lapercentuale scende all'11% nellezone rurali.

Luca Spaziani

N.A.D.I.A. Onlusporta acqua potabile

in un quartiere di Durame

“La ricchezza dell’acqua” è il titolodel progetto con il quale N.A.D.I.A.Onlus ha messo a disposizioneacqua potabile per gli abitanti di unquartiere della città di Durame, inEtiopia.Poca, malsana, lontana: nel Paeseafricano, l’acqua è una risorsa tantopreziosa quanto irraggiungibile e,molto spesso, anche pericolosa. Unostudio condotto dall'ONU nel 2004indicava il Paese del Corno d'Africac o m e q u e l l o c o n m i n o r edisponibilità di acqua al mondo. Lasituazione è peggiorata negli ultimianni a seguito di stagioni

LA RICCHEZZA DELL’ACQUA

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STORIA PROGETTO “LA RICCHEZZA DELL’ACQUA”

La situazione è migliore nelle città,dove l'acqua è distribuita tramitetubature.N.A.D.I.A. ha sentito il bisogno diintervenire per alleviare questadrammatica situazione, realizzandoun impianto di potabilizzazione diun pozzo nella città di Durame,situato nel quartiere Gocho.Il funzionamento dell’impiantoprogettato da N.A.D.I.A. èsemplice: tramite un motorecollocato nel pozzo, l’acquacontaminata viene pompata in trecisterne da 10mila litri ciascuna,nelle quali è resa potabile graziea l l ’ u t i l i z z o d i c l o r o .Successivamente, è distribuita allacomunità del quartiere, compostada un migliaio di persone chepossono attingerla da tre rubinettipubblici. Chiunque può adoperarlaper gli usi più diversi senza alcun

timore di contrarre gravi malattie.L’acqua servirà anche per rifornirel’ospedale della città e il vicinoCentro di Accoglienza per bambinie ragazze madri “Angelino Nordera”realizzato da N.A.D.I.A.La costruzione dell'impianto havisto la partecipazione attiva delleautorità locali, che hanno iniziato adare un forte contributo già nellafasedi progettazione e di scelta deimateriali. Saranno tecnici etiopi,appositamente formati, ad occuparsidella gestione e della manutenzionedell’impianto.La struttura è stata realizzata inmodo da garantire piena sicurezzaalla comunità che ne usufruirà.

L’impianto sarà utile anche peravviare un’attività di agricoltura eallevamento che N.A.D.I.A. Onlusrealizzerà a Durame nell’ambito di

un progetto per la tutela dellasicurezza alimentare.

“La ricchezza dell’acqua”, dunque,non è un intervento isolato, ma faparte di un programma più ampioche N.A.D.I.A. sta sviluppando permigliorare le condizioni di vita dellacomunità di Durame.Un obie t t ivo ambiz ioso eimportante, che richiede tempo,competenze e dedizione, e che nonpuò prescindere da quello spirito disolidarietà che anima chi si impegnaperché tutti, in quanto esseri umani,abbiano gli stessi diritti.

Per conoscere i progetti cheN.A.D.I.A. s i propone direalizzare a Durame e sapere comesostenerli, è possibile contattarel’Associazione telefonando alnumero 045-995388 o scrivendoa [email protected].

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ARREDISSIMA: PARTNER N.A.D.I.A. ONLUS

ARREDISSIMA E LA SOLIDAUN “GRAZIE” DA N.A.D.I.A.

Giulia Avesani

Queste poche righe voglionoesprimere il «grazie»di N.A.D.I.A. Onlus

per il sostegno che da ormaidue anni Arredissimagarantisce al progetto

“Social Hosting Center”a Durame, in Etiopia.

Il contributo di Arredissima non èsolo di carattere economico. Ci sono,infatti, anche le pagine del sitodell’azienda, che raccontano ilprogetto del Centro di Accoglienza,con numerose foto a testimonianzadelle azioni portate avanti in questianni.C’è, poi, l’attenzione per tutte leattività dell’Associazione, sia in Italiache all’estero.

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ARREDISSIMA: PARTNER N.A.D.I.A. ONLUS

Ancora: per le coppie cheintraprendono i l percorsodell’adozione internazionale conN.A.D.I.A. e per i sostenitori e ivolontari dell’Associazione, c’è ilprivilegio di poter accedere ad unosconto vantaggioso del 20% su tuttala collezione, in tutti gli show roomArredissima d’Italia.E aggiungiamo anche la sensibilitàe l’attenzione dimostrata daArredissima nel voler far conoscereil progetto del Centro di Accoglienzadi Durame ai propri soci e

dipendenti, per dare ancora piùsenso all’iniziativa intrapresa.Non possiamo non sottolineare cheil contributo di Arredissima, unitoa quello di altri sostenitori, hapermesso al progetto di fare grandipassi avanti.

C i augur iamo che ques tecollaborazioni possano continuaree, perché no, che possano nascerneanche di nuove, con realtàdell’imprenditoria altrettantosensibili e attente ai progetti dicooperazione internazionale.

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Arredissima,azienda leader nel

settore dell'arredamento,e N.A.D.I.A. Onlus, associazione

i n t e r n a z i o n a l e i m p e g n a t anell’accoglienza e nell'aiuto dei bambini,

sono insieme nell’iniziativa:

Inoltre, presentandoquesto couponalla cassa, tutti coloroche partecipano esostengono le attivitàdi N.A.D.I.A. Onlusnel mondo avranno

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CAMPAGNA NOPPAW

(Coordinamento di IniziativePopolari per la SolidarietàInternazionale), una rete di 48associazioni della quale fa parteanche N.A.D.I.A.

Le donne hanno un ruolo semprepiù importante nello sviluppodell’Africa. Ogni giorno portanosulle spalle il peso delle difficoltà diun intero Continente, ma anche ilsuo desiderio di pace e di benessere.S o n o l o r o a d o c c u p a r s i

dell’economia domestica, della curadei figli, della tutela della saluteattraverso l’educazione sanitaria.Inoltre, specialmente nei villaggipiù remoti, sono promotricidell’aggregazione sociale.Il CIPSI, attraverso la campagnaNoppaw, ha avv ia to unamobilitazione internazionaleaffinché questo impegno quotidianoottenga un riconoscimento concretoe importante quale quello del Nobelper la Pace.

L’AFRICA IN PIEDI MERITAUN NOBEL

Luca Spaziani

Campagna Noppaw:donne africane candidate al

Nobel per la Pace 2011

“L’Africa in piedi merita un Nobel”:è questo lo slogan della campagnaNoppaw (Nobel Peace Prize forAfrican Women), che proponel’assegnazione del Premio Nobelper la Pace 2011 alle donne africane.La campagna è promossa dal CIPSI

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Per raggiungere questo obiettivo, èstato lanciato un manifesto giàfirmato da migliaia di persone, tracui diverse personalità di altoprofilo. Inoltre, si è costituito uncomitato promotore internazionaleche lo scorso 1 febbraio hapresentato la candidatura ufficialede l l e donne a f r i cane a l l aCommissione per l’assegnazione delNobel. Il dossier inviato a Osloraccoglie documenti, storie etestimonianze dell’impegno costantedelle donne africane e del loro sforzo

nel costruire e mantenere la pacenel Continente. Ci sono i contributidi scrittrici, sociologhe e giuristeafricane, oltre a 100 storie di vita dialtrettante donne comuni. È laprima volta nella storia del Premioche v iene presenta ta unacandidatura a sostegno di un gruppoanziché di una singola persona. Ciò,nelle intenzioni dei promotori, oltrea produrre un forte impattocomunicativo, attribuirebbe unvalore simbolico del tutto specialea questa assegnazione.

In Italia e all’estero si stannoorganizzando dibattiti, convegni eincontr i che hanno comeprotagoniste donne africane, persensibilizzare la società civile sugliobiettivi della campagna. Neiprossimi mesi partirà dal Sud Africauna carovana che, attraversandopaesi africani ed europei, arriveràfino ad Oslo. Anche le istituzionidell’Unione europea sarannocoinvolte nelle iniziative dellacampagna Noppaw: s i s taorganizzando, infatti, un grandeevento internazionale a Bruxellesche vedrà la partecipazione dieuroparlamentari e membri delaCommissione europea. È statoprodotto anche uno spot visibile suYo u t u b e . L e i n i z i a t i v eproseguiranno fino ad ottobre,quando sarà proclamato il vincitoredel Nobel.

N.A.D.I.A. Onlus condivide lospirito e le finalità della campagnaNoppaw e invita tutti a fare ilpossibile per sostenerla. Peraderire alla Campagna e firmareil Manifesto visitare il sitowww.noppaw.org.

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CAMPAGNA NOPPAW

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Marco Bonis e Luca Spaziani

Il progetto di N.A.D.I.A.di costituire

una cooperativaagroecologica femminile

a Durame

Una cooperativa interamente gestitada donne, che si occupi di produrree vendere prodotti agroalimentari,in Etiopia: non è un’illusione o unasperanza, ma l’obiettivo ambiziosodi N.A.D.I.A. Onlus.Negli ultimi anni, l’aumento delprezzo delle materie prime hapeggiorato le condizioni di vita giàmolto precarie del popolo etiope.Ad aggravare la situazione hannocontribuito anche i periodi di siccitàe l’aumento demografico che nelbiennio 2007-2008 hanno colpito loStato africano. La politica agricolamessa in atto dal Governo non

facilita le cose, favorendo losfruttamento intensivo dei terreniper monocol ture dest inateall’esportazione.In Etiopia milioni di persone ognig iorno fanno i cont i conun’emergenza alimentare chesembra non avere fine. I primi afare le spese di questa cronicascarsità di cibo sono i bambini: nel2009, secondo i dati del MillenniumDevelopment Goal, il 47,2% di lororisultava sottopeso. Oltre ad esserescarso, il cibo non risulta neanchesufficientemente diversificato.Manca, quindi, un requisitofondamele per una correttaalimentazione, che è costituito dalmangiare cibi con proprietànutritive diverse. Da non trascurare,poi, i l danno causato dallemonocolture intensive all’ambiente.Esse, infatti, portano ad un degradodelle condizioni del suolo, con unconseguente impoverimento del

raccolto.Il progetto di N.A.D.I.A. Onluspropone un’inversione di tendenza,attuando un modello agricolo piùvicino alla comunità locale, nel pienorispetto delle risorse naturali eincentrato sulla valorizzazione deiprodotti locali. Con il progetto“Sicurezza Alimentare a Durame”si intende creare una cooperativaagroecologica in cui le donne, dasempre responsabili nella culturaetiope del sostentamento familiare,gestiscano l’allevamento di duepollai e la lavorazione di un campoconcesso in comodato d’uso dallaMunicipalità di Durame.L’ambizione di N.A.D.I.A. è quelladi dare a questa piccola realtàproduttiva una forte valenza sociale.Per questo si è deciso di affidare lacompleta gestione della cooperativaalle sei ragazze madri ospiti delCentro di Accoglienza “A.Nordera”, aperto a Durame

PRESENTAZIONE PROGETTO SICUREZZA ALIMENTARE

SICUREZZA ALIMENTAREAFFIDATA ALLE DONNE

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dall’Associazione. Attraverso ill avoro , l e g iovan i donneacquis i ranno indipendenzae c o n o m i c a , o t t e n e n d o i lreinserimento nella comunità diappartenenza.

L’agricoltura e l’allevamento sisvolgeranno in un ambiente salubree in piena sicurezza, grazieall ’utilizzo di acqua sana econtrollata, fornita dal vicinoimpianto di potabilizzazione delpozzo di Gocho realizzato daN.A.D.I.A. Sementi e animalisaranno reperiti in loco, così comei fertilizzanti ecologici.

I primi a beneficiare di questiprodotti sani e nutrienti saranno ibambini ospiti del Centro diAccoglienza, che avranno las i c u r e z z a d i r i c e v e r eun’alimentazione equilibrata efunzionale al loro sviluppo. Il restodella produzione sarà distribuitonei mercati locali.

Mettere in piedi una struttura consimili caratteristiche non avrebbesenso se non le si garantisse unfuturo, rendendola capace dicamminare sulle proprie gambe.Perciò, un ricercatore universitarioe un operatore dell ’IstitutoSperimentale Zooprofilattico delleVenezie terranno dei corsi diformazione sull’agricoltura e lazootecnia per le sei operatrici dellacooperativa, realizzando queltrasferimento di competenze traNord e Sud del mondo che è allabase del nuovo modo di intenderela cooperazione.

È prevista anche la formazione deifunzionari della Municipalità diDurame su una più efficace gestionedelle risorse agro-pastorali.Ma non è tutto: N.A.D.I.A., infatti,

ha pensato ad un intervento a tuttotondo. Nella convinzione che ildivario tra Nord e Sud del mondonon possa essere colmato senza unapromozione di comportamentire sponsab i l i ne l l a soc i e tàocc identa le , l ’Assoc iaz ionerealizzerà dei laboratori didatticicon i ragazzi di alcune scuole medie

e superiori della Lombardia.I percorsi sono stati studiati peraffrontare in modo interattivotematiche relative allo svilupposostenibile, all’utilizzo della risorsaacqua (percorso intitolato “l’oroblu”) e alla sicurezza alimentare(percorso denominato “dal chiccoal piatto”).

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PRESENTAZIONE PROGETTO SICUREZZA ALIMENTARE

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STORIA ETIOPE

a cura di Chiara Fraccaroli

C’era una voltaun povero contadino

che viveva isolato nellacampagna.

Viveva con il fruttodel proprio lavoro,

ma la sua povertànon gli impediva d’essere

buono e ospitale.

Un giorno si presentarono a luiquattro strani forestieri a chiedergliospitalità per la notte. Il primo eraun feroce leone che si annunciò conun ruggito da far tremare lacapanna. Il contadino pensò:"Questo leone deve avere moltafame; se non gli do da mangiaresono guai", perciò accolse l’ospitecon cortesia:"Si accomodi, signor leone, le daròtutto quello che ho."Il leone dimenò la coda soddisfattoe si accovacciò in un angolo delcortile. Il secondo arrivato fu unasino così spossato dalla stanchezzache, sebbene scorgesse il leone,entrò ugualmente nel recintochiedendo, con un filo di voce, unpo’ di fieno."Vieni, povero ciuco" disse il

contadino, "ti darò il fascio d’erbache avevo preparato per la miamucca."Mentre dava il fieno all’asino, eccogiungere un grosso serpente.Avanzava con la testa eretta, le fauciaperte, facendo vibrare la linguabiforcuta. Il contadino ebbe paura,ma come cacciarlo via? Accolsedunque anche lui promettendo didargli da mangiare. Il serpente siraggomitolò sotto un cespuglioall’ingresso del recinto.Ultimo a giungere fu un uomo.Diceva di venire da lontano, diessere stanco e affamato, e intantoimprecava contro il destino avverso.Il contadino cercò di confortano:"Vieni, fratello mio. Che tu sia ilbenvenuto nella mia casa! Ti daròdel latte e tutto quello che ho nellacapanna."

Così detto, munse la mucca e offrìall’ospite una bella ciotola di lattecon pane e gli cedette il giaciglioper riposare. Poi provvide agli altriospiti. Non aveva che una solamucca, pure pensò: "Per domaniDio provvederà.". Macellò la muccadandone la carne al leone e leinteriora al serpente. Al ciuco avevagià provveduto. Finalmente,contento d’aver fatto il suo dovere,andò a riposarsi.Dormì tranquillo come dormono i

giusti, e quando si svegliò s’accorseche i suoi ospiti se n’erano andati.Il serpente solo era rimasto sotto ilcespuglio presso l’entrata perchéera ancora in letargo a causadell’abbondante scorpacciata.Tuttavia nel suo piccolo cervelloaddormentato pensava: "Comericompenserò quest’uomo per ilbene che mi ha fatto?". Il contadino,che non s’era accorto di lui, pensava:"Sia ringraziato Dio che li ha fattipartire. Se fossero rimasti ancheoggi non avrei avuto più nulla dadare. Per me qualche frutto, unaradice da abbrustolire la troverò".

UN SERPENTE GENEROSO

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STORIA ETIOPE

Ma più tardi, con sorpresa, videgiungere nel suo cortile una decinadi mucche belle e grasse. Lespingeva il leone per ringraziare ilcontadino dell’ospitalità concessa.Il leone fece. un inchino, leccò ipiedi del contadino in segnod’amicizia e di saluto, e si ritiròcontento.

Intanto l ’asino era passatocasualmente in un luogo dovebivaccava una carovana dicommercianti che, vistolo senzapadrone, lo catturarono e locaricarono di molte merci prezioseper alleggerire le loro bestie.

Ma l ’ in te l l igente as ine l lo ,approfittando d’una sosta deimercanti in un luogo boscoso,scappò via galoppando finché, conuna sgroppata, scaricò la merce nelcortile del contadino. Lo guardò unmomento come per dire: "Ecco ilmio grazie per l’erba che mi haidato". E se ne andò.L’uomo non si era allontanato molto.Di giorno dormiva sotto qualche

pianta e verso sera si presentavaalle case isolate chiedendo ospitalità,facendo credere di venire da lontano

e d’essere stanco e malato.Elemosinando così il suo vivere oraqua ora là, venne a sapere che ilcontadino, che lo aveva ospitato,era diventato ricco, e pensò diucciderlo per derubarlo.

Messosi d’accordo con altri quattroladri, si recò di notte alla capannaper sorprenderlo nel sonno. Ma ilserpente, che proprio allora avevaterminato il suo letargo, capì subitole loro malvagie intenzioni, e poichési trovava ancora nascosto pressol’ingresso del cortile, mentre quellipassavano uno ad uno, li morse allegambe facendoli cadere fulminaticol suo potente veleno.Quando il contadino si alzò e aprìla porta, il serpente si fece avanti egli spiegò cosa aveva fatto perdifenderlo. Poi anch’egli partì conla testa dritta, soddisfatto dell’operacompiuta.

Questa favola fa notare che il benee il male non si trovano solo dauna parte, ma sono sparsidappertut to . Le part i s irovesciano, i l serpente èrappresentato come un animalericonoscente e benefico, mentre èl’uomo ad assumere la parte deltraditore.

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IMPARARE DIVERTENDOSI

3.ora personal izziamo lamaschera colorandola comepiù ci piace e attaccando ilmateriale che abbiamo sceltoin precedenza (per stendere lacolla vinilica possiamo aiutarcicon un pennello)

4.quando la colla si è asciugatafacciamo due buchi ai lati dellamaschera e inseriamo l’elasticofacendo un nodino per parte...e voilà... la nostra mascheraè pronta da indossare!

L’ARTISTA SEI TU!a cura di Chiara Fraccaroli

Per realizzare questa mascherati serviranno:- un cartoncino (il cartoncino

di una scatola di cerealiandrà benissimo!);

- una matita e una gomma;- pennarelli o tempere;- forbici;- colla vinilica;- 1 elastico;... e se vuoi personalizzareancora di più la tua mascherapuoi attaccare bottoni, fili dilana, pezzi di stoffa, semi opasta, ritagli di giornali, cotone,etc. (tutti i materiali di ricicloche ti vengono in mente).Ora cominciamo a costruirela nostra maschera:

1.apriamo la nostra scatola deicereali (ci servirà solo unrettangolo, quindi eliminiamocon le forbici le parti che nonci interessano).

2.disegniamo la sagoma dellamaschera (qui a fianco troveraiil modello che puoi copiare.Ricordati solo di farlaabbastanza grande perché lamaschera copra tutta lafaccia!) ricordandoci di faredue buchi per gli occhi.

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SOMMARIO

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Anno 10 - Speciale Etiopiaprimavera 2011

TALITÀ KUMPeriodico di informazione e dibattitosulla adozione e l’infanzia promossodall’Associazione N.A.D.I.A. Onlus

Diffusione in abbonamento postale.Autorizzazione del Tribunale di Veronaall’Associazione N.A.D.I.A. Onlusn° 1430 del 02/04/01

Direttore responsabile:Stefano CaniatoProgetto grafico e illustrazioni:Caterina CompriStampa:Arti Grafiche Biemmeci S.n.c.

Redazione:Giulia AvesaniStefano CaniatoChiara FraccaroliPaolo LuccheseLuca SpazianiLuciano Vanti

Hanno collaborato:Nicole AdamiMarta Elsa Giulia BonalumiMarco BonisLuca ChiaramellaAnna Maria GiarolaValeria LodiMarco e Annalisa SalaLuca Spaziani

Sede: Associazione N.A.D.I.A. OnlusVia Fenil Novo, 837036 San Martino Buon Albergo (VR)Tel. +39 045 995388Fax +39 045 8796968e-mail: [email protected] internet: www.nadiaonlus.it

Chiuso in redazione: 6 marzo 2011

SOMMARIOL’EDITORIALEpag. 3

N.A.D.I.A. Onlus

IMPARARE DIVERTENDOSI

N.A.D.I.A. Onlusè associata al coordinamento di Ong CIPSI

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Maschera di legno etiope,“Attenzione!”

Questa maschera veniva usatadalle tribù etiopi Afare perspaventare eventuali ladri chevolessero depredare le fattorieal momento del raccolto.Questa maschera si chiamainfatti Hoo che in linguaHausa vuol dire “spaventare”!

ETIOPIA: UN PASSATO MILLENARIO,UN PRESENTE PREVARIOpag. 4-5

UN CENTRO DI ACCOGLIENZAPER DARE UN FUTURO AI BAMBINIpag. 6-7

I BAMIBINI DI DURAME,SOSTENIAMOLI A DISTANZApag. 8-9

INSIEME PER AIUTAREI BAMBINI DI STRADApag. 10-11

LA RICCHEZZADELL’ACQUApag. 12-13

ARREDISSIMA E LA SOLIDAUN “GRAZIE” DA N.A.D.I.A.pag. 14-15

L’AFRICA IN PIEDIMERITA UN NOBELpag. 16-17

SICUREZZA ALIMENTAREAFFIDATA ALLE DONNEpag. 18-19

UN SERPENTE GENEROSOpag. 20-21

L’ARTISTA SEI TU!pag. 22-23

ORGANIZZAZIONE:

Con la partecipazione di:

AssociazioneUniversitaria

per la CooperazioneInternazionale

N.A.D.I.A. OnlusNuova AssociazioneDi genitori Insieme

per l’Adozione

I.C.P.L.F. OnlusIn Cammino

Per La Famiglia

Iniziativa realizzata con il contributo del Comune di Roma,Gabinetto del Sindaco, Ufficio Relazioni Internazionali

CIPSI - Coordinamentodi Iniziative Popolari per laSolidarietà Internazionale

Chiamal’AfricaOnlus

Giorni d’Etiopia

Associazionedella ComunitàEtiopica in Italia

Al Qantara

ROMA 8-9 APRILE 2011

EtioRosa ExodusEthiopianCultural Service

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Periodico di informazionee dibattito sulla adozione

e l’infanzia promossodall’Associazione

N.A.D.I.A. Onlus

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N.A.D.I.A. Onlusè un’associazione di volontariato nata nel 1996;iscritta all’albo regionale del Veneto. È un enteautorizzato per le adozioni internazionali ed haottenuto la personalità giuridica.L’Associazione opera a favore dell’infanzia in Italia ein vari Paesi del mondo: Bolivia, Cina, Etiopia, Georgia,Kazachstan, Uzbekistan, Madagascar, Thailandia,Russia, Ucraina.

Il nostro sforzo si concentra nella prevenzionedell’abbandono minorile, attraverso progetti disostegno alle famiglie e ai minori nei loro Paesi diorigine, nel sostegno psicologico e materiale deibambini orfani e abbandonati anche attraverso lapromozione degli istituti dell’affido e dell’adozione,ove possibile nel Paese di origine dei minori.

Attraverso l’adozione internazionale, diamo unarisposta a quei bambini che non trovano unafamiglia nel loro Paese.

Segui il

Tuo Cuore!

Sostienicon il tuo

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Firma nel riquadro delladichiarazione dei redditidedicato al volontariato e scriviil codice fiscale dell’Associazione

92008480235

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37036 San Martino Buon Albergo (VR)Tel. 045 995388 - Fax 045 8796968

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