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ESPERIENZE 01 RADIO TV - FOT06RAFIA ANNO II - N 2 FEBBRAI01'963 L.'~,_

Tecnica Pratica 1963_02

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E S P E R I E N Z E 0 1 R A D I O

T V - F O T 0 6 R A F I A

ANNO II - N 2

F E B B R A I 0 1 ' 9 6 3 L . ' ~ , _

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L I I I A T O !9 Rlcezione delle onde ultracorte

10 Trasmlsslone delle onde ultracorte

11 Radar In natura nella tecnlca dellasclenzc

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8/4/2019 Tecnica Pratica 1963_02

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ANNO II • N. 2 I

F 'E B B R A IO 1 9 6 3

Tutti i diritti di proprietll II ed artistic. riservati - I manoscrittl, idisegnl e Ie fotografie, anche se Inon pubbllcatl, non venaono restituiti -

Le oplnionl espresse in via dlretta 0 indiretta dagli autorl e collaboratorl

non impllclno responsabilltl da parte dal PERIODICO.

Sommario

Scehe, caratteristh:he e faclli falcoli delle antenne

Con questo aUreno si pub Imltare la venatura del legno

pag. 88

» 95

Un formldabile RADJOCOMANDO » 101

Come c:ostruire un terral,lno » 113

Parli(lmo ,ancora del radlotelef9no .New-Messenger» » 116

Di,ventate maghi nella camera ,scura • Stampa su carta » HI

'Missile SUPER ANTARES A·81 (seconda parte) » 124

Smagnetlzzatore per orologl • » 130

Cinque modi di scrlvere che non s',lmparal)o a scuola » 136

Preampllficatore HI·Fi a translstorl . » 139

Corso di c:t'8romodellismo • V puntata » 146

Prontuario delle valvole elettro!,lche » 149

Consulen'a tecnlca » 151

Corso per radiomontatorl'· I lelone .. 155

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bite la mal.lmaAllor

tito dll en.rglaquon .

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aJtbslmo frequensa

sen T E ,

C A R A T T E R I S T I C H E

EF A C I L lC A L C I D L I I

D E L L E

A N T E N N E

L'antenna costituisce un capitolo a sedella radiotecnica. E' un capitolo che og-

gi, con H progresso e 10 sviluppo conti-

nuo delle telecomunicazioni, e diventato vasto.E ad ingrandirlo e stato l'impiego delle fre-

quenze elevate che hanno introdotto una nuovatecnica, richiedendo caIcoli difficiIi e complessi

e particolari installazioni,

II problema dell'antenna e sempre statosemplice finche le radiotrasmissloni sono sta-te limitate all'uso delle onde Iunghe, medie e

corte. Le cose sono invece carnbiate quando so-no entrate in funzione Ie onde rnetriche e cen-timetriche, quelle classificate con le note si-

gle VHF, UHF, SHF, che allo stato attuale del-Ia scienza sono ancora oggetto di studi e rio

cerche.Con l'avvento di queste onde elettromagneti-

che sono apparsi dovunque speciali 'tipi di an-

tenne, perfettamente calcolate ed installate se-condo una precisa tecnica, capaci di assorbire

la maggior quantita di energia elettromagneti-ca ad alta e ahlssima frequenza.

Una trattazione tecnicamente approfondita

su tale argomento costituirebbe un assurdo sul-Ie pagine della nostra rivista, ilcui programma

e quello di porgere al lettore ipiu svariati ar-gomenti tecnici in forma assolutamente sem-

plice e concisa. ,Questo e il solo motivo per cui nel presen-

tare al lettore l'argomento antenne TV limite-

remo la nostra esposizione ai soli accorgimenti

tecnici fondamentali di interesse pratico e co-mune, onde ottenere la migllore ricezione deisegnali radio a frequenza elevata, in generale,

e quelli delle trasmissioni TV in particolare.

Parleremo delle antenne, dei calcoli rela-tivi, dena loro installazione, delle migliorie che

si possono apportare quando i risultati nonsiano del tutto soddisfacenti.

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Antenne accordate

Ogni antenna TV equivale ad un circuitooscilIante e di questo possiede proprieta ana-loghe. Ecco ilmotivo per cui si vuol dire chel'antenna TV e un'antenna accordata. E, in-

fatti, la caratteristica prima di un'antenna ri-cevente di televisione deve essere quella oi riosultare perfettamente accordata sulla frequen-za di cui si serve l'emittente per le sue trasmis-sioni. Piu avanti spiegheremo come cio si ot-tenga dimensionando opportunamente l'an-

tenna dopo un semplice calcolo.Ma se per le antenne 'T V vi e un problema

di calcolo delle dimensioni degli elementi chela compongono, e altrettanto vera the con essevi sono pure problemi di direzione, e cio si-gnifica che esse ricevono meglio se disposte inun determinate modo anziche in un altro,

Si pub dire, quindi, che i problemi fonda-mentali relativi aIle antenne TV siano due:quello del loro calcolo e quello della loro in-stallazione, Questi, peraltro, come s'e detto,

sono soltanto i problemi fondamentali delleantenne TV; vi e tutta una serie di problemimarginali, poi, che occorrera conoscere e riosolvere se si vogliono ottenere i rnigliori risul-tati ed elirninare completarnente anomalie edifetti di ricezione,

Sce'lta delle antenne TV

Di antenne riceventi per televisione ne esisteoggi una grande quantita di tipi diversi e cioimpone, prima di tutto, un problema di sceltadell'antenna che piu conviene installare. Lascelta dell'antenna va effettuata secondo duediversi criteri: il primo di ordine tecnico e IIsecondo di ordine materiale.La scelta dell'antenna TV va fatta in relazio-

ne aIle caratteristiche della trasmissione, aIlecondizioni locali di ricezione e di installazionedel ricevitore. Questi sono icriteri tecnici cheregolano la scelta dell'antenna. Quelli pratici,

non menu importanti dei prim}, devono tene-re conto delle possibilita materiali di installa-zione e delle possibilita finanziarie dell'utente.E cominciarrio con l'esame deU'antenna piu

semplice che e quella dotata di due asticciole.metalliche isolate fra di loro e poste una di se-guito alt'altra e che e detta «antenna a dipo-10» 0 piu semplicemente « dipolo ». II dipolo,quando fa parte di un'antenna a piu elementi,prende anche ilnome di «radiatore ». Dal di-polo seendono due fili conduttori che costi-tuiscono la discesa d'antenna e che si col-

legano al televisore. .La lunghezza del dipolo e pari alla metadena lunghezza d'onda da ricevere: si trattaquindi di un'antenna semionda a dipolo a se-

. l . xO,475--~~toooI~1,i

Fig. 1 - Per compensare l'lnduttanza propria del-

I'antenna II dipolo e leggermente plil corto della

meta della lun!:Jhezza d'onda. La sua lun$lhezza ,i

ottlene moltiplicando la lunghezza d'onda per it

numero fillo 0,475.

Fig. 2 - Tipica antenna TV a cinque elementi pola-

rizzata orizzontalmente.

mionda. Tuttavia in pratica Ia lunghezza deldipolo non e esattamente pari alla meta dellalunghezza d'onda da ricevere; per compensarel'induttanza propria dell'antenna, il dipolo eleggermente piu corte. La' sua lunghezza esat-ta si ottiene, come indicato in figura 1, mol-

tiplicando la lunghezza d'onda con cui l'ernit-tente irradia la sua energia per ilnumero fis-'so 0,475. II dipolo COS! calcolato risulta accor-dato alIa frequenza con cui trasmette I'emit-

tente.Tuttavia nel caso della televisione accade

che l'antenna non deve ricevere una sola fre-

quenza rna un gruppo di frequenze, dato cheogni canale TV ha una larghezza di 7 megaci-eli. Si avra COS! che ilrendimento delI'antenna

TV sara massimo sulla frequenza di centro-banda e dirninuira lateralmente, cost come e

indicato in figura 5. La curva indicata in figu-. ra sta a rappresentare il guadagno di un'an-

tenna a 4 elementi espresso in decibel. Comesi nota, ad un primo esame di questa curva,

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dal centro-banda all'estremita vi e un'attenua-zione di 1 decibel. Questa attenuazione risulta

tollerabile e garantisce una buona ricezionedelle immagin] lV.Questo tipo di antenna e consigliabile per

tutte quelle zone che si trovano in prossirnita

dell'emittente e in posizioni isolate da ostaco-li naturali 0artificiali. Essa ha quindi un usoassai limitato.

Riflettore

E' possibile fare in modo di aumentare ilren-

dimento del dipolo semplice, ponendo ad una

certa distanza, dietro di esso, una seconda

asticciola, lunga quanto una rnezza onda e sen-za interruzione. Questa seconda asticciola cap-

ta l'energla re-irradiata dal dipole, quella che

altrlmenti andrebbe perduta, e poi la diffondedi nuovo nella spazio; una parte di questa

energia viene in tal modo restituita al dipolo.La seoonda asticciola pertanto si comporta

esattamente come un riflettore e viene percio

chiamata con questo nome.

In virtu del riflettore il dipole capta ener-

gia da due sorgenti, dall'antenna trasrnittente

TV e dal proprio riflettore.

Tuttavia al riflettore e riservato un aItro

compito, rna di questo parlererno pill avanti.

PolarlzzazloneUn'altra caratteristica delle antenne TV e la

loro P91arizzazione. La polarizzazione PUQ es-sere orizzontale 0 verticale. L'antenna e pola-rizzata orizzontalmente quando isuoi elementi

sono disposti in posizione orizzontale. E' po-

larizzata verticalmente, invece, quando i suo!

elementi sono disposti in posizione verticale,

La polarizzazione orizzontale deve essere fattaquando l'elemento radiatore dell'antenna tra-

smittente e polarizzato orizzontalmente, Vi·

ceversa la polarizzazione verticale va fatta

quando I'elemento radiatore delI'antenna tra-smittente epolarlzzaro verticalmente.La polarizzezlone delt'antenna TV, quindi,

si riduce ad una questione di posizione dell'an-

tenna stessa sull'asta di sostegno, In figura 2

e rappresentata una tipica antenna TV polariz-zata orizzontalmente, mentre in figura 4 la

stessa antenna risulta polarizzata vertical-mente.

Orientamento

L'orientamento dell'antenna e un problemache riguarda l'installazione dell'antenna stes-

sa cost come 10 e quello dena polarizzazione.

Ouando si'va ad installare un'antenna TV oc-

88

fig. 3 • Gli elementi the compONlono Ie entenne

TV han no eerettertstlehe, funi:iQlli e nomi diver.

sl, L'elemento principale, que'ilQ Indicato con la

lettera B,costitul~ce II dlpolo rlcflvente !I vien.

thlamato «radlat(lre ». Gil elem,nti po~tl ante·riormente al dipolo prendono II nom. di «diret.

tori» (Iettera A). Que,llo POlto di dletro al di·

polo prende II nome dl « rlflett9re» (Iettera C).

corre conoscere la posizione in cui si trova la

stazione trasmittente ed orientare il dipoloverso di essa. L'asse del dipolq deve form are

un angolo retto rispetto alia direzione dei sa-

gnali. In questa condizione I'~nt~~na permettela massima ricezione, Nelle posizionl mterme-

die, la captazione dei segnali ~ pure interrne-

dia per cui, facendo ruotare I'antenna intornoall'asse del sostegno, si ottengono due massi-

mi di ricezione e due minimi. L'andamento

della captazione delle onde TV e indica to dalledue curve, tratteggiate con line~ pill gro~s~:di figura 7. Esse vengono denominate « lobi di

ricezione dell'antenna ", ed il loro insieme for-

rna la caratteristica direttiva dell'antenna. La

freccia posta in alto di figura 7 sta ad indicarela direzionedi provenienza del segnali TV. II

lobo superiore, quello pill grande, viene deno-

minato lobo zenitale, quello pHI in basso lobo

azimutale.Nel caso di un dipole, se una sorgente di di-

sturbo si trova nella direzione opposta a quella

dena emittente, ilsecondo lobo, quello azlmu-

tale, risulta dannoso e va ellminato. Esso e

dannoso anche se dietro il dipolo vi sono osta-

coli naturali 0 artificiali i quali possono rioflettere l'onda proveniente dall'emittente e

farIa giungere al dipolo. Si ottiene allora unasovrappos'iiione d'immagine che da luogo al

noto dis turbo conosciuto con iI nome di "ef·fetto spettri ».

Si tratta quindi di eliminare 0 ridurre al

minima il lora azlmutale, Per riuscire in dobasta collocare dietro il dipplq un'asticciola

metallica della lunghezza del dipole stesso piil

tl 5%, ad un quarto d'onda da esso. Questo

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nuovo elemento non ha alcun contatto diretto

con il dipolo e con la linea di alimentazione:esso fa da schermo e vien detto « riflettore »,

Ecco quindi l'altro compito riservato al riflet-

tore (il prirno compito e state spiegato prece-

dentemente). Per In presenza del riflettore il

dipolo da bidirezionale diventa unidirezionale,ossia riceve segnali solo se provenienti dal la-

to della stazione ernittente.

Tuttavia e anche possibile restringere illobo

zenitale, e vediarno come.

Direttore

E' possibile che Iateralmente alIa direzione

di provenienza dei segnali TV siano presenti

dei radiodisturbi. Per eliminare tali disturbi,

cio e evidente, occorre restringere il lobo ze-

nitale. Per riuscire in cio e sufficiente colloca-re un'altra asticciola metallica, detlo stesso ti-

po di quella di cui e fatto il dipole e ilriflet-

tore, davanti al dipolo, ossia tra la emittente

e il dipolo. Ouesto nuovo elemento viene chia-

rnato « direttore », La lunghezza del direttore

e pari a quella del dipolo meno il4%.

II direttore viene posto a circa un quarto di

onda davanti al dipole e non ha alcun colIega-

men to con ildipolo stesso.

II riflettore e il direttore costituiscono gli

« elementi parassiti » del dipolo.

II dipolo ripi,gato

In tigura) e r~ppresentato un secondo tipo

di dipolo che, pur svolgendo le stesse funzioni

di quello rappresentato in figura 1, ha forma

diversa.' Le asticciole, anziche essere diritte so-

no ripiegate. Tutte le dirnensioni rimangono in-

variate, vale a dire sono le stesse di quelle

calcolate per ildipole di figura 1, La distanza

fra idue gomiti e ottenuta dal prodotto della

lunghezza d'onda della emittente che si vuol ri-

cevere per il numero fisso 0,475. Ouesto tipo

di dipolo e conosciuto con il nome di « dipoleripiegato» 0 con quello anglosassone di «fol-ded dipole», i1 dipolo ripiegato costituisce un

perfezionamento del dipolo norrnale e presen-ta alcuni importanti vantaggi. La sua lunghezza

e menu critica. Inoltre l'impedenza al punta

di discesa e maggiore, e dl circa 300 ohm, per

cui va colIegato direttamente al televisore con

una discesa in piatt ina da 300 ohm, che ri-

sulta pill economica della discesa a cavo coas-

siale (da 75 ohm) necessaria per idipoli sem-

plici, non ripiegati. Anche il dipolo ripiegatocome Il dipolo semplice, puo venir reso unidi-

rezionale e pill direttivo, con I'aggiunta di un

riflettore e di uno 0 pill direttori, ossia degli

elementi parassiti. Un altro vantaggio del di-

p~lo ripiegato e quello di essere assai poco

sensibile aile frequenze dei canali adiacenti a

quello per cui e state costruito.

Antenne Vagi

Abbiamo descritto finora due tipi fonda-

mentali di antenne per televisione: quella co-stituita dal dipole normale e quella costituita

dal dipolo ripiegato. Abbiamo visto come a

questi due tipi di antenne possano essere ag-

giunti due e pill elementi parassiti. Ebbene

questi tipi di antenne provviste di elementi

parassiti (riflettore e direttore) sono dette co-munemente antenne Yagi, dal nome del giap-

ponese che le propose per primo. Sono queste

Ie antenne pill cornunemente impiegate in te-

levisione. Si suole dire che Ie antenne Yagi

sono pill potenti delle comuni antenne costi-

tuite sempl'icernente dal solo dipolo. E per

potenza di un'antenna TV si intende la sua pos-

sibilita di captare dallo spazio una maggiore

quantita di energia da convogliare, lungo la

discesa, all'apparato ricevente. Ovviamente,

quando la potenza del trasmettitore e ridotta

la potenza dell'antenna deve essere maggiore,

quando Ie condizioni di propagazione sono

sfavorevoli, quando ilricevitore e installato in

luogo di cattiva ricezione, quando l'antenna e

sistemata a breve altezza dal SUQlo,quando

il campo dei parassiti e intenso.

La potenza di un'antenna si esprime in deci-

bel; pill grande e il numero dei decibel e pillpotente e I'antenna, Per cia che concerne la

distanza trasmettitore ricevitore non ci sono

delle regole precise atte ad indicare Ia quan-

tita dei decibel necessari per un determinato

Fig. 4 . Non , Ilite una

regola dl calcolo del·

la potenza dell. ant.n·

n. in ... Iazlone aile dl.

• tanze. Tuttavla ci II

puo utllmente servlr.

dl quelta ta"lIa, checostltullce una gulda

apprOillmatiu.

-

I

J;)1~tanza In Km. Decibel Antenne

o - 15 o . 4 1 2 el'ementi·~------15 . 30 4 • 0 2 · 3 »

-.--~.

30 - 60 0 . 13 4. 3 It

-_-_- ------___.__.,.-.60 . 100 13 • 15 8 ·12 »

piu di 100 piu di15 2 x 6 »

89

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numero di chilometri. Ci si pUGattenere ap-

prossimativamente ai dati esposti nella tabel-la riportata a pag, 91.

Comunque la regola da tener sempre pre-sente e la seguente: piu grande e la distan-

za che divide iltrasmettitore dal ricevitore e

piu grande deve essere la sensibilita dell'an-tenna. La sensibilita dell'antenna si esprime

mediante ilnumero di microvolt che devonoessere applicati all'entrata del televisore per

ottenere un immagine normalmente contrasta-ta. Per Ie ricezioni locali un televisore abbiso-

gna di una sensibilita di circa 500 microvolt.

I'mpedenza

L'impedenza di un'antenna YAGI dipen-

de da quella del radiatore, dal nurnero degli

elementi parasaiti e dalla lora distanza. L'im-pedenza di un'antenna e sempre piil plccola

di quella del radiatore solo; essa diminuisceallorche si diminuisce la distanza fra gli ele-

menti e quando si aumenta il numero deglielementi parassiti. II massimo trasferimento

di potenza delI'antenna al ricevitore si ottiene

allorche l'impedenza dell'antenna e quella delricevitore sana uguali. II lora collegamento

verra effettuato per mezzo di una linea di

discesa, avente anch'essa la medesima impe-denza. Se una di queste tre imped!enze e di-

versa dalle altre due, Ia potenza trasmessa

diminuisce, salvo il caso in cui si faccia usodf appositi adattatori' di impedenza.

Fig. 5 • La polarizzazlone clell'antan.na TV IIrlelue. acI una qu ... lone ellpolblon. dell'antanna ltelia lull'_taell IOItegno. Quella rappresenata In fl·gura ~ un'anlenna poIarlzzata vertl.calm.n ...

II

I

: 1_ _ _ _ _ L : l. ._ _ _ _ , . . . _

90

9

a

t--------- :---

-

lL ~ ~ . _ - = = - ==----- LL I '\I

,,

2

f l l ( Q U E N Z A

Fig. 6 • La curva rappresentata in Figura sta ad

esprimere II guadagno di un'antenna a 4 elementi

espresso In decibel. II rendim.nto it masslmo suI.

la FrequenzCl dl c:entro·bClnda mentre aWestremlta

vi e un'att,nuazione di 1 decibel.

--). X 0 .475

-

II )

,~'"I

I,

!~I

,

d , . .Fig. 7 • Questo tipo dl dipolo e conoscluto sotto iInome di «dipolo rl,pievato lO 0 qu.1l0 onglosasso-

ne di «folded dipole It. COltituisce un perfezlo.

namento del dipolo normala • IpreHnta alcuni 1m.

portanti vantaggi.

Rapporto « ava.nti·indietro ))

Un'altra caratteristica, attribuita aIle anten-

ne TV e costituita daI rapporto « avanti/indie-

tro », Questo rapporto rappresenta ilquoziente

di potenza tra Ia potenza ricevuta dall'antenna,

quando essa e correttamente orientata verso

l'emittente, e la potenza ricevuta, quando essa

viene fatta ruotare esattamente di 180 gradi.

E' logico che quanto piil grande e questo rap-

porto tanto migliore e l'antenna TV adottata.

Infatti la potenza ricevuta quando l'antenna

eruotata in posizione completarnente oppo-

sta rispetto all'emittente e q]uella potenza ag-

giuntiva che si traduce in pratica nel ben no-

to effetto degli spettri sul televisore.

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Fig. 8 - Ila due c:urve trattegglate c:on linee pi,,,

grone vengono denominate «lobi di rtc:.zlon.d'alll'antanna,. ad II loro insleme formQ la sua ee-

ratt.ristic:a d,iretti,va.

I decibel

Al dilettante appassionato di radiotecnicanon sempre risulta chiaro i1 concetto di gua-

dagno di un'antenna e tantomeno quello della

sua misura espressa in decibel. Eppure questi

concetti risultano fondamentali per la scelta

corretta dell'antenna e per saper distinguere

tra i vari tipi, attualmente oggi piu utilizzati,

quello piu adatto aIle necessita del lettore.

Quando sf va da acquistare un'antenna puo ca-

pitare di sentire parlare di guadagno, di deci-

bel e oi altre caratteristiche proprie delle an-

tenne, di cui si ignora l'esatto significato.Cominciamo intanto a dire che cosa si inten-

de per guadagno di un'antenna, Ricordiamoanzitutto che l'antenna e un elernento cui spet-

ta il compito di ricevere una certa quantitadi energia elettromagnetica daII'emittente e

che in relazione alIa quantita di energia elet-

tromagnetica ricevuta un'antenna puo esse-

re piu 0 meno potente. Questa potenza, tra

l'altro, dipende dal numero di elernenti che

cornpongono I'antenna. Cosi, ad esempio, si

dice che un'antenna ad un solo elemento emenu potente di un'antenna a tre dementi.

Se per ipotesi supponiamo che ildipolo sem-

plice, cioe l'antenna ad un solo elemento, ri-ceve una potenza di 0 ,02 milliwatt, mentre nel-

Ie identiche condizioni, doe nello stesso mo-

92

mento, nella stesso luogo e nella stessa posi-

zione, un'antenna a tre elementi riceve una po-

tenza di 0,1 milliwatt, posslamo affermarc

che l'antenna a tre elementi riceve una poten-

za di ben 5 volte maggiore di queIIa ricevuta

dal dipolo sernplice, A questo risultato si arri-

va facilmente eseguendo la divisione: 0,1:0,02

= 5. Si tratta quindi di un rap porto tra le duepotenze ricevute, quella ricevuta daIIa anten-

na a tre elernenti e quella ricevuta dal dipo-

10 sernpice, Questo rap pot to ora ottenuto puo

essere tradotto in decibel, cioe in una gran-dezza caratteristica della radiotecnica,

Non vogllamo ora soffermarci a spiegare

l'esatto significato matematico del decibel,

che il procedimento ciporterebbe assai lon-

tano dal tema prefissato, rna vogliamo solo ac-

contentarci di aver capito come si arriva al

Rapporto ill potenza Decibel

1.261,5822,513,15456,31015,8

2 540

63

1 0 0

1234561

81 01 2

141 61 820

suo impiego per la dassificazione delle anten-

ne. Nella tabella su esposta viene elencata in

corrispondenza diretta tra diversi rapporti di

potenza e i1 guadagno dell'antenna in decibel.

Mediante questa tabella e facile risalire da un

determinato valore del rapporto di potenza

al corrispondente valore del guadagno in deci-

bel e, viceversa, si puo conoscere ilrapporto di

potenza corrispondente ad un determinato gua-

dagno in decibel. Ad esernpio, nell'ipotesi pri-ma proposta, avevamo un rapporto di poten-

za di 5; facendo usa della tabella si trova

che i1 corrispondente valore del guadagno edi 7 decibel. Volendo citare un ulteriore esern-

pio, a titulo di chiarezza, supponiamo di acqui-stare un'antenna avente un guadagno di 14

decibel; in tal caso, sernpre facendo uso della

tabella da nol riportata, troviamo che it rap-porto di potenza corrispondente e di 25. Cio

significa che quell'antenna riceve dall'emit-tente una potenza elettromagnetica 25 volte

superiore a quella ricevuta dal dipolo sernplice.

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SI PUOIMITARE

Fig. 1 - L'attreno the permette di imitare la .el'latllra

del legno • composto da un semlclllndro dl 18gno rive-

stlto di gomma. L'impugnatura it costltulta da una

sbarretta di legno flssata mediante viti.

Riprodurre la venatura del legno artifi-

cialmente, non e cosa facile per un di-

lettante. Eppure puo essere un bisognosentito da rnolti quello di realizzare una super-

fide che riproduca in modo appariscente unaparticolare venatura caratteristica di un tipo

di legno. Un simile lavoro, certamente, non

pub essere eseguito a mana libera perche,oltre a richiedere particolari qualita artisti-

che, costituirebbe una fatiea irnproba, special-mente se la superficie da verniciare e di vastedimensioni. E non sernpre si pub ricorrere al

lavoro di impiallacciatura delle superfici per-che tale operazlone, oltre ad essere costosa,

e delicata e non e consigliabile a chi non ab-

bia una vera pratica, Anche la ricopertura in

formica delle stiperfici e un lavoro costoso eche riehiede perizia tecnica. E quand'anche si

fosse pratici nelle operazioni di impiallaccia-tura non sempre e possibile trovare ilpartico-

lare tipo di venatura desiderata.

Ai nostri lettori piacciono i lavori sernplici,Ie trovate geniali, quelle che permettono di

superare taluni ostacoli per condurre a quegli

stessi risultati che altri raggiungono con fa-tica, con grande perdita di tempo e con spesa

non indifferente.

Come si adopera I'attrezzo

Per riprodurre la venatura del legno su unasuperficie occorre prima un trattamento della

stessa che varia col variare della natura della

superficie. Ma di questo argomento tratteremopili avantLPer ora limitiamoci a presentarel'attrezzo necessario per illavoro che d pro-poniamo di ottenere e il .metodo di impiego,

Supponiamo che la superficie da decorate sia

gia pronta per la verniciatura. In questo casooccorrera stendere una mano di vernice i1 cuicolore imiti it colore di fondo del legno da ri-

produrre. Successivamente, quando la vernicesi sara asciugata, si provvedera a stehdere

una seconda mano di vernice, di tinta piu

scura, uguale a quella delle venature del le-

gno; e prima che la verniee si sia asclugatasi fara impiego dello speciale attrezzo rappre-

sentato in figura 1.

93

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L'impiego dell'attrezzo va fatto nel seguentemodo: 1 0 si impugna con Ie due mani nelle

estremita dell'assicella applicata nella partesuperiore, 1 0 si pone in posizione leggerrnente

inc1inata sulla superficie che si vuol decorare,

cost come e rappresentato nel particolare 1

di figura 4. Quindi si imprimono all'attrezzo,

contemporanearnente, due movirnenti, uno insenso ondulatorio (particolari 1, 2, 4 di fi -

gura 4) ed un altro in senso trasversale. Cioche non bisogna mai fare con I'attrezzo e diinclinarlo oltre la sua meta, come indicato nelparticolare 3 di figura 4. In pratica, infatti,una sola meta della superficie striata dell'at-

trezzo viene impiegata in un movimento ondu-latorio e trasversale insieme; la seconda meta

dell'attrezzo, doe della sua superficie cil'indri-ca, costituisce sernplicemente una parte di ri-serva d'ell'attrezzo. Certamente il dilettante

non riuscira subito ad ottenere una decora-zione che risulti una perfetta imitazione della

venatura del legno; occorrera un po' di pratica

che, peraltro, si acquistera presto dopo qual-

che prova piu 0meno felice, cosl come si im-parera ben presto ad apportare all'opera queiritccchi di rifinitura indispensabili per una

perfetta riuscita del lavoro.

Fig. 2 - Vista In sez,ione del-

Ie striature della gomma. La

profondita dei solchi e d,1 1

millimetro.

I;lgl. 3 - La rlvestitura dell'attrezzo

e fatta mediante un quadrato di

gommal itrlata in cerchl concentric!.

94

Costruzione delJ'attrezzo

Abbiarno parlato finora dell'utilita di ri-

produrre artificialmente la venatura del legno

e dell'impiego dell'attrezzo che permette di

ottenere tanto. Cio e stato fatto per appagare,

fin dall'inizio, la naturale curiosita del lettore

'interessato ad un simile lavoro. Ma e ora ne-cessario descrivere I'attr~zzo nelle sue parti

componenti, in modo di porre ciascun let-

tore nelle condizioni di poterlo agevolmente

costruire.Vediamo, dunque, un po' piu da vicino que-

sto originale attrezzo con il quale e possibile

riprodurre artificialmente la venatura dellegno. Esso e rappresentato in figura 1. S]compone di un semictllndro di legno, rivestito

esternamente in gomma e di una irnpugna-

tura, sempre di legno, costituita da una nor-

. male assicella fissata mediante viti da legno.

II semicilindro e l'assicella sono componenti

di facile costruzione e che si possono acqui-stare gia pronti presso un qualsiasi falegname,

La parte, invece, che prima di ottenerla richie-dera un pc' di fatica, e la gomma con cui va

rivestito ilsemicilindro di legno. Questa gom-

rna deve essere striata in cerchi concentricidistanti tra loro 2-3 mm. e profondi 1 mm. Ma

dove recuperare una siffatta porzione di gom-rna? E' semplice. La gomma necessaria per

la costruzione del nostro attrezzo altro non

e che una porzione di quell'e gomme plane,

di forma circolare 0 quadrata, che si trovanocomunemente vicino alla cassa nei negozi, neibar, nei cinema e in molte altre partie in cui

si deposita il danaro e in cui ilcassiere 0 la

cassiera depone ilresto, La gomma va incol-

lata sulla superficie esterna del semicilindro

di legno e i suoi bordi si chiuderanno sottol'assicella che costituisce l'irnpugnatura.

A sua volta quest'ultlma va fissata al le-

gno del semicilindro mediante due viti.

Come si e visto, la costruzione dell'attrezzo

e un'irnpresa semplice: forse un po' menosemplice sara il suo impiego rna anche per

questo bastera un breve esercizio di prove, aparte, per divenire in breve tempo provetti

imitatori della venatura di un particolare

tipo di legno.

E fin qui riteniamo di avere sufficiente-mente spiegato ai lettori come e composto,

come si costruisce e come si adopera il no-

stro attrezzo.

Ma tutto clo non e sufficiente per realizzarea regola d'arte una superficie che possa appa-

rire veramente di legno senza esserlo, Occor-rona infatti delle elementari nozioni relative

alla preparazione della superficie, all'impiegodelle vernici sla che si operi su pareti oppure

su mobili. Riteniamo pertanto opportune di

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Come abbiamo detto, per l'impiego del no-

stro attrezzo occorrono due strati di colore;

uno strato deve riprodurre il sottofondo del

legno, l'altro strato deve riprodurre i1 colore

della venatura del legno. Quando si impiega

I'attrezzo iI primo strato di colore deve essen'

perfettamente asciutto, il secondo strato in

via di essiccarnento. Ma prima di passare sulla

superficie questi due strati di colore occorre

un trattamento di preparazione e di vernicia-

tura delle superfici, Cosa questa possibile a

tutti, anche se il trattamento delle superfici

varia col variare della natura della superficie

stessa.

Vogliamo pertanto, a titolo di esempio, dare

al lett ore' taluni ragguagli necessari per la pit-

lura e verniciatura di pareti 0di mobili.

Dovendo dipingere una parete occorre anzi-

tutto pulire la superficie con una spazzola di

gramigna molto solida e se Ia vecchia tempera

ha cominciato a staccarsi occorrera farla ca-

dere col raschiatoio. Successivarnente si stuc- Ica ogni screpolatura con stucco da falegname. AMPLIFICATORE THOMPSON/m

Se la parete da dipingere a tempera fosse sta- I Ampllficatore monofonico a 3 valvole. 'Potenza d'uscita 4,5 Watt. Regolazio-

ta in precedenza tinta a olio 0 presentassc ni: volume, toni alti e bassi e, selettorede,pe macchie di grasso, si dovra lavarla con d'lngresso. Risposta di frequenza Ii-

una soluzione di potassa caustica al 5 (I<, fa-I neare da 20 Hz. a 25.000 Hz. Uscita ad

cendo attenzione a non bruciarsi Ie mani. La alta impedenza (800 ohm). Telaio e rn ,tint a a tempera la si fa sternperando icolori. 41 x 16 x 4,5. Coppia di altoparlanti Phi-

can una forte dose di biacca, in colla di farina I lips a doppio cono dlametro mm. 200

molto diluita. II colore va disteso con un pen- rlnforzati. Amplificatore complete Lire

nella piatto cominciando dall'alto: ne occor- 1 18.000.

rona due 0 tre mani e la prima mano sara di AMPLIFICATORE THOMPSON/S

tinta piu chiara de He successive. Soltan ro Ampllficatore HI' FI stereofonico a 5

quando u colore sara completarnente asciutto. I valvole. Potenza d'uscita SF di 9 Watt

si potra stendere il colore uguale a quello del totali. Risposta di frequsnza lineare da

legno che si vuol riprodurre e far impiego del- 20Hz a 25.000. Regolazionl volume in-

l'attrezzo da noi descritto.' -

Idlpendentl, toni altt e bassi separati.selettore a tastlera. Uscite bilanciate

Trattandosi di pittura a olio su pareti occor ad alta Impedenza (800 ohm). Dimen-

re innanzitutto preparare la parete dopa aver I sioni telaio em. 41 x 16x 4,5. Serie di

la pulita come nel caso precedente, servendosi quattro altoparlanti Philips a dopplo

pero piu abbondantemente del raschiatoio, Per cono diam. mm. 200 rinforzati. Amplifi-

questo occorre stendere con la spatola su tllt-I catore complete L. 30.000.

ta la superficie da verniciare dello stucco da Esecuzlone professlonale con materlall

falegname, e, quando sara asciutto, si procede I dl alta quallta e ba.sa 'olleranza.alia Ievigatura con carta vetrata. Si da poi la

prima mano di colla da falegname molto di- M IL A N O V IA C A S D R E n O ~ 4 5 T 2 3 6 0 3 8 2luita e due mani di vern ice, ottenuta sternpe- I ' . . - .rando i colori in olio di lino cotto con un po' I

di trementina. II colore deve essere piuttosto Inviatemi GRATIS lisl1ni vostra pro-

denso. Perche il lavoro riesea bene bisogna in-I duzlone.

tingere i1 pennello solo per un quarto e con- ., Nome .• , .

II

prolungare aneora il nostro dire con alcunc

nozioni elementari, relative alia pittura e aUa

verniciatura. Successivamente faremo pure

menzione del materia le necessario e del suo

impiego.

Pittura e ver'niciatura·

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Fig. 4 • AlI'attreuo 51 imprimono eentemperenee-

mente due movimenti, uno In lenso ondulatorio

e I'altro in lel'lllO trasversale. I partlcolarl 1·2·4 in-dicano Imovlmenti delll'attrezzo In sense endule-

torlo. In questo movimento I'ClUrreuo va impie-

gato per meta senza mai Inclinarlo oltre come(, vlslbile nel partlcolare 3.

durlo poi sernpre dall'alto al basso, Si possono

anche usarevernici a smalto che si trovano in

commercio: sara sernpre bene pero dare una

prima mana di vernice a olio di line della

stesso colore.

Dovendo verniciare un mobile, se questo eragia verniciato, si dovra prima procedere ad

una energica lavatura delle superfici con una

soluzione di potassa caustica al 5%, Quando

le superfici sana asciutte si procedera ad una

accurata levigatura mediante carta vetrata.

Si stucca poi con cura ogni fessura e si da

una prima mana di colore molto diluito conessenza di trementina, Quando questa mano

sara completamente asciutta, si leviga concarta vetrata sottilissima e si pulisce Ia suo

perficie con uno straccio imbevuto di benzina.

Si applica poi una seconda m~no con tinta pill

densa, si leviga con carta vetrata e si passainfine Ia terza mano, per la quale si dovra

usare pochissima vernice distendendola con

molt". cura, Se il' legno non era antecedente-

mente verniciato occorrera anzitutto passarvi

una .mano abbondante di olio di Iino cotto.

II materia Ie p e r dipingere

Per' quanto riguarda i1 materiale necessario

per la pittura 0 verniciatura, ecco subito una

nota esplicativa: ipennelIi devono essere piua meno grandi, a seconda delle dimensioni

della. superficie che si vuol dipingere. II pen-

nello da irnbianchlno e rotondo c molto spes-

so. E' utilissimo e serve bene. 11 pennello

piatto che molti chiamano anche pennellessa,

serve per stendere meglio ilcolore, e da unrisultato quasi perfetto. 11pennello fine serve

soprattutto per Ie vernici, perche avendo Ie se-

tole molto morbide non Iascia a1cuna tracciadi rigatura. Per i lavori di estrema delicatezza

occorre ancora un pennello pill fine, di setola

di tasso a di marrnotta.Un pennello di buona qualita deve essere

fatto con setole di porco Iunghe e morbide.

Va immerso nell'acqua e scosso leggerrnente:

se le setole si raddrizzano e formano una su-

perficie liscia, si avra un ottimo pennello sot-

tomano, Se invece si voltano, il pennello e di

qualita scadente, 0 addirittura cattiva.. Prima di usare lin pennello nuovo occorre

lasciarlo immerso nell'acqua per qualche ora.

Finito il Iavoro, occorre risciacquarlo con cura

prim". nell'acqua, poi nell'essenza di tremen-

tina, nella qua le puo anche essere conservato,

badando che le setole non toechino il fondo.Se ci si dirnentica di pulire ilpennello dopo

averlo usato, occorre lavarlo nell'ammoniaca,

dopo averlo prima bagnato can acqua tiepida.

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II rudiocornando costituisce un argomento

che ha sempre eccitato la fantasia degli

hobbisti. In particolare, ipill diretti inte-

ressati sono sempre imodellisti che, per dar

vita aile loro « creature ». introducono questi

complessi nei modellini d'aereo, di nave 0

di veicolo a ruote per' fargli compiere Ie pill

complicate evoluzioni, al solo pre mere di un

pulsante,E se il radiocomando, fino a pochi anni ad-

dietro, portava con se ardui problemi da ri-

solvere per il suo ingornbro e per it suo peso,

oggi tali problemi sono stati felicemente ri-solti grazie all'avvento dei transistori e ditanti altri cornponenti radio costruiti con di-mensioni piccolissime, tanto piccole che una

ricevente per radiocomando viene a pesare po-

co piu di mezzo ettogrammo ed ha dimensioni

di poco superiori a quelle di una comune sea-tola di fiammiferi.

II complesso a radiocornando, tuttavia, e unarealizzazione abbastanza difficile per i moltiaccorgimenti tecnici che necessita conoscere ed

applicare onde ottenere ottirni risultati. In ge-

nere, i punti di maggiore difficolta per un di-lettante sono costituiti dalla messa a punto

e dalla costruzione delle bobine. Ma molti al-tri sono gli scogli che si possono incontrare

nella realizzazione di un radiocomando; que-

sti sono tanto maggiori quando non si e f'atta

una certa pratica e quando si e ancora aile pri-

me armi con l'elettronica.

Oggi, peraltro, l'ambizione di realizzare e

possedere un complesso per radiocornando, in-teramente costruito con Ie proprie mani, pub

essere esaudito e cio grazie all'immissione sui

nostro mercato di una speciale scatola di

montaggio, di produzione nazionale, di basso

prezzo e alla portata di tutti.

Con I'acquisto della scatola di montaggio la

maggior parte dei problemi tecnici e supera-

ta e ad ogni dilettante e offerta l'opportunita

di realizzare in breve tempo un complesso per-

fettamente funzionante, moderno e di piccole

dimensioni. Tale scatola di montaggio appartie-

ne alla serie "Sonic» e viene a costare com-

plessivamente lire 21.000; pub essere richiesta

aIla Sportimpex - Via Gressoney n, 6 - Milano.

Ve la presentiamo.

98

E' una novita assoluta

La scatola di montaggio « Sonic» costituisce

senza dubbio una novita assoluta nel campo"

dell'elettronica. Essa contiene tutto il mate-

riale necessario per costruire una trasmitten-

te modulata a val vola e una ricevente cornple-tamente transistorizzata. E questa ricevente,

della sensibilita di 5 microvolt,

equanto di pill

moderno esista oggi nel campo dei radioco-mandi.

II complesso radiocomando «Sonic» viene

impiegato, oggi, da molti eserciti per Ie

esercitazioni dei carristi con modellini di carri

radiocomandati. Peraltro anche molti rnodelli

americani impiegano radiocomandi con filtri e

rele « Sonic », Sappiamo pure che il com pies so

« Sonic» e stato utilizzato in una villa di Roma

per l'apertura di cancelli, e sappiamo anche

che 1 0 stesso complesso e impiegato in taluni

paIlonisonda e in taluni missili.

Inostri lettori, certamente, nel dare interes-se a questo argomento, si serviranno del radio-

comando principalniente per i modelli di ae-rei, di navi e di veicoli. Tuttavia riteniamo che

taluni lettori 1 0 vorranno utilizzare per appli-

cazioni pratiche nella propria casa e, credeteci,

di pratiche applicazioni col radiocomando se

ne possono fare moltissime.

Trasmettitore « AEROTONE »

Lo schema e1ettrico del complesso trasmetti-tore e rappresentato in figura 1. La scatola di

montaggio comprendente il solo trasmettitore

viene a costare lire 6.500. Come si vede, 1 0

schema elettrico del trasmettitore e molto sern-plice, Esso fa impiego di una sola valvola (Vi)

funzionante a corrente continua. Si tratta di

un doppio triodo oscillatore del tipo DCC90,

peraltro sostituibile con la val vola tipo 3AS.Oueste due valvole hanno identiche caratteri-

stiche elettriche ed identici collegamenti allo

zoccolo, per cui possono essere indifferente-

mente impiegate nel circuito. II triodo a sini-

stra. di VI funziona come oscillatore di bassa

frequenza, mentre quello a destra funziona

come oscillatore di alta frequenza.

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Come il lettore potra osservare, Je due metadella valvola harino un circuito molto simile,can la sola eccezione che, mentre a sinistrae inserito un trasforrnatore, a destra e inseritauna bob ina di alta r . .equenza, Occupiarnoci inprimo luogo del triodo di destra e cioe dellaparte ad alta frequenza del trasmettitore. Co-me abbiamo detto si tratta di un circuito osc:il-latore, ed ilcircuito oscillatore e collegato tra

la placca (piedino 6 della valvola) e la griglia(piedino 5 della valvola), con interposto il con-densatore C3, allo scopo di evitare che la ten-sione anodica raggiunga la griglia,

11circuito oscillante e costituito de" conden-satore C4 e dalla bobina Ll. Contrariamente alsoli to, il condensatore C4 e fisso per cui; pervariare la sintonia del circuito, si regola ilnueleo di ferrite della bobina Ll.

Tra Ia placca del triodo (piedino 6) e la pre-sa di antenna sono interposti idue con den-satori CS e C6 ed una indurtanza (L2) con 10

scopo di otten ere un perfetto accordo con unaantenna di dirnensioni ridotte.11circuito di bassa frequenza (triodo di sini-

stra) e dello stesso tipo di quello ad alta fre-quenza; peraltro la capacita del condensatoreCl e l'induttanza del trasformatore T1 sonomolto elevate e quindi la frequenza di risonan-za risulta assai pill vasta. Questo circuito in-fatti oseilla ad una frequenza di qualche cen-tinaio di cicli, mentre quello di destra oscillaad una frequenza di parecchi milioni di cielial secondo: la frequenza varia, a seconda dellaposizione del nueleo di ferrite da 26 a 30 MHz.

E. questo signifiea che la nostra valvola avrada 26 a 30.000.000 oscillazioni al :sewn do. Co.me si accende. la trasmittente, la parte in altaIrequenza cornincia sub ito a funzionare emet-tendo la cosiddetta portante in alta f'requenza.

La seconda parte della valvola viene posta infunzione dal pulsante S2, per .rr-ezzo del qualeviene inviata la corrente anodica nel trasfor-matore T1. Questi non rappresenta altro cheuna seconda bobina; senonche il numero dellespire e molto superiore a quello della bobinain alta frequenza. T1 e composto di due avvol-

gimenti, uno con tre uscite delle quali due ri-sultano collegate al 1ato di sinistra del triododella valvola; chiameremo questo avvolgimen-

to circuito primario: I'altro avvolgimento,queflo con due soli terrninali, 10 chiarneremocircuito secondario: esso risulta connesso inserie alla resistenza di griglia R3 del triodo didestra. La nota di bass a frequenza, prodottadalla sezione a bassa frequenza, prcsente nelprimario di TI, passa per induzione nell'avvol-glrnento secondario per andare a far variare lapolarizzazione di griglia della sezione di Vl .ad

a)~, frequenza (piedino 5). Si ottiene cost lamodulazione dell'alta frequenza, per cui si di-ce che la trasmittente e del tipo a portante mo-dulata.

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Schema el.ttricoFig. 1 - ttltor. AERO.del tralmeTONE.

AL PULSANTE 52

•• •

• • Z O C C O L O

0 1 V i•

•2 • Schema

Fig. tltore.del tra.met

ANTENNA

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COMPONENT.

C1 = 40.000 pF (0,04 mF • 40 KpF) een-

densatore a carja

C 2 -20.000 pF (0,02 mF • 20 KpF) een-

densatore C I cartaC 3 = 100 pF condensatore a tubetto

C 4 = 10 pF • condensCI'tor. a tub.tto

C5 = 1000 pF ( 1 KpF) • condensatore a

tubetto

C6 = 3,3 pF condensatore a tubetto

R 1 = 100.000 ohm

R2 = 25.000 ohm (potenzlometro)

IS = 10.000 ohm

R4 = 1.000 ohm

LI = Bobina di alta frequenza avvoha suun supporto di plastica con nudeo

dl ferrite

L2 = Bobina d'antenna (bobina senza sup.

porto)

= Tra.formatore di bassa frequenza

= Valvola DCC90 oppure 3A5

= Interrlittore a slltta.

= Interruttore a pulsante

11 potenziometro R2 agisce sull'oscillatoredi bassa frequenza come regolatore manu aledi tono. La regolazione di questo controllo ernolto importante poiche da essa dipende ilbuon funzionamento del radiocomando, rna diquesto parleremo pili avanti. II potenziometrodi tone ha ilvalore di 25.000ohm (R2); essorisulta collegato in serie ad una resistenza(RI) del valore di 100.000ohm. Con questo si-stema sl riesce a modificare leggermente il

tone doe la frequenza di oscillazione, cosi dapoterla adattare esattamente alla bassa fre-

quenza del ricevitore.La resistenza R4 serve ad impedire che la

corrente altern ata circolante nel circuito dioscillazione sfugga verso le pile di alimenta-zione.Per un funzionamento di una trasmittente

che oscilla sui 27MHz sarebbe necessaria unaantenna esterna di metri 2,60. Essendo peral-tro una tale antenna poco pratica, si ripiegasu antenne inferiori e doe di metri 1,20.Natu-ralmente queste antenne di misura inferioredevono essere adattate e doe allungate allointerne della scatola della trasmittente con i

componenti gia accennati.Terminiamo COS! questa breve e certo super.

ficiale spiegazione del funzionamento dellatrasmittente. Vogliamo ora precis are che si

tratta senz'altro della trasmittente modulatapiu semplice che oggi si possa fabbricare, e chela cui potenza di uscita non e certo elevata

e si aggira tra un quarto ed un quinto di watt.Probabilmente questi dati dicono poco a chi

inizia la costruzione della trasmittente. Dire-mo percio che, nonostante la potenza relativa-mente Iimitata, la stessa e pitt che sufficienteper i1 comando a distanza di modelli di aerei,di scafi 0di mezzi a ruote. In fase di collau-do sono state effettuate prove in cui e statopossibile far funzionare alla perfezione una ri-cevente lontana 750 metri dalla trasmittente.E' probabile che in condizioni ideali si possa-no raggiungere distanze superiori. che sono

pero assolutamente inutili, perche a tali di-stanze un modello non e pitt visibile.

Per mettere in funzione iI trasmettitore si

agisce sull'interruttore SI, ilQuale ha ilcom-pito di inviare la corrente della pila a 1,5voltsul filamento dldla valvola Vl. In questo mo-do la parte ad alta frequenza di VI (triodo di

destra) entra in funzione, mentre la parte disinistra di Vl rimane in riposo.Premendo ilpulsante 82, la tensione erogata

Fig. 3 • Quest! 50no i componenti necessarl per

realizza.re 1I circuito del trasmettitore.

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nenti. In pratica si tratta di una basetta delle

dirnensioni di 95 x 95 rnm., sulla qua Ie trovano

posto tutti icornponenti. La basetta costitui-

see un circuito stampato.

Montaggi di questo genere non richiedono al-

cuna competenza nel campo elettronico; tutto

cio che si richiede e che si sappia saldare be-

ne. E' percio assolutamente necessario un sal-datore adatto del tipo per radio, da 25 a 50

watt, con punta molto sottile, leggero, fad I-mente maneggevole, Con I'aiuto della schema

elettrico di figura 1e di queUo pratico di figura

2, che corrisponde al circuito stampato della

trasmittente, ilmontaggio risultera facile. 11

circuito stampato del trasmettitore, e rappre-

sentato in figura 4.

Da questo circuito si rivelera esattamente

il posto di ogni componente che verra infila-

to, dopa accurato controllo, dalla parte senza

circuito della basetta (figura 2) e saldato.

Le resistenze ed i condensatori dell'..spparato

trasmettitore possono anche essere disposti in

posizione orizzontale sulla basetta, dato che 10

spazio non manca. Cosl infatti abbiamo fatto

noi, come si nota nello schema di figura 4.

II montaggio del componenti in posizione ver-

ticale si rende necessario 00 vedrerno pill

avanti) nella realizzazione pratica del circuito

della ricevente, perche in quel caso 10 spa-zio e molto piu limitato.

La realizzazione pratica del circuit a pub es-

dalla pita a 100volt arriva alla placca (piedi-

no 2) del triodo dl sinistra di VI e questo

fa S 1 che I'oscillatore di bassa frequenza entri

in funzlone modulando 1'alta frequenza, La

tensione di alimentazione, come si e capito,

cioe la tensione di .accensione del filamento

della valvola VI viene erogata d!a una pila da

1,5 volt, mentre la tensione anodic a e erogatada una pila a 100 volt e questa tensione puo

essere aumentata fino a 1 35 volt utilizzando

2 pile di tipo cornmerciale da 67,5 volt collega-te tra di Iota in serie.

Dati tecnici del trasmettitore

Frequenza: tarabUe da 26 a 30 MHz

Nota dl B.f.: 400hertz

Valvola: DCC9Goppure 3A5

Alimentazlone: lOO/US volt anodlca - 1,5 voltfflamento

Dlmensloni: mm, 95x 95.

Montaggio

Lo schema pratico del trasmettitore e rap-

presentato In flgura 2. Naturalrnente nel no-

stro disegno Ie dimensioni sana state sensibil-

mente esaltate allo scopo di rendere evidenti Ie

connessioni e la disposizione dei vari cornpo-

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sere cominciata come ciascuno meglio crede,

non essendc necessario seguire una determi-nata sequenza nell'ordine del montaggio. Ri-

cordiamo che la bobina L1 e dotata di una

presa centrale e che questa va inserita nell'ap-

posito foro previsto sulla basetta.

Una comodita per il montaggio e quelladi tenere una sorgente luminosa sul tavolo, in

modo che tenendo in mana la basetta, si possa

vedere il circuito stampato in trasparenza

(contro luce). COSl,dopo aver controllato la

posizione di un determinato componente, sl

troveranno facilmente i fori nei quali infilarlo

per poi saldarlo dall'altra parte.

E' assolutamente necessario montare la tra-

srnittente in una scatola metallica.

L'antenna dovra avere una bussola isolatae verra ipoi colIegata con un breve filo alla

basetta.

Per quanto riguarda la pila di accensione da

1 ,5 volt, consigliamo oi usare due elementi col-

legati tra lora in parallelo, cioe i morsetti po-

sitivi e quelli negativi. Questo accorgimen-

to va osservato affinche la pila non debba esau-rirsi troppo rapidamente causando una inter-

ruzione del funzionamento quando si fa impie-

go pratico del radiocomando. Non dimenticate

mai la trasmittente accesa: infatti, come si eorrnai compreso, la trasmittente funziona con

la sola aecensione e cioe emette la portantein alta frequenza consumando naturalmente le

pile.

Taratura

IIsistema pill rapido per chi non abbia a di-

sposizione un misuratore di campo od altri

strumenti pill complessi, per tarare l'apparatotrasmittente, e quello di far uso della propria

radio di casa, purche sia dotata delle onde

corte. A questo scopo si accendera il ricevi-

tore radio e dopo averlo commutate nella gam-

ma delle onde corte 1 0 si sintonizzera sulla fre-

quenza di 27,28MHz, corrispondenti a 10 me-trioAccendendo la trasmittente e schiacciando

il pulsante, si dovra udire la nota di bassa fre-quenza nel ricevitore radio.

Se do non accadesse si dovra intervenire sul

nueleo di ferrite della bobina di oscillazioneLl, facendolo ruotare finche non si riesca ad

ascoltare Ia nota nel ricevitore radio. Con que-

sto sistema potrete quindl tarare la vostra tra-

smittente, esattamente sulla frequenza richie-sta.

Ricordiamo al Iettore, a tale proposito, che

Ia trasmittente non puo essere tarata su unafrequenza qualsiasi rna che esistono delle pre-

cise disposizioni ministeriali che regclano ap-

Fig. 5 • Basetta del' circulto di montaggio dell'ap-

parato trasmettltor •.

punto il traffico delle emittenti per radioco-

man do. Le frequenze concesse dal Ministero, in

tal caso son quelle di 27 MHz e queUe corn-prese tra 28 e 29,5 MHz.

Se la vostra radio di casa non fosse adatta

a ricevere Ie frequenze di 27 MHz, potreteugualmente udire la nota del vostro trasmetti-

tore per radiocomando anche su un multiplo

o un sottomultiplo di questa frequenza e ciograzie aIla breve distanza che separa iI tra-

smettitore dal ricevitore radio. Regolando a

questa punto il potenziometro R2, facendo rUD-

tare il suo perno verso destra 0verso sinistra,

.sentirete che la nota divene pill acuta 0 pill

grave. Questa regolazione di bassa frequenza

verra successivamente ripetuta con il ricevi-

tore per radiocomando ad una certa distanza.La prova con ilricevitore di casa serve a sta-

bilire in un prime tempo Quale e la nota allaquale ilricevitore reagisce rneglio, cioe riceve

con maggior chiarezza ed intensita, Posto ll ri-

cevitore ad una distanza di 4 0 5 metri, cor.un'antenna lunga appena da 4 a 5 crn., e te-

nendo premuto il pulsante S2 del trasrnettitore,agirete su] potenziometro R2 facendolo ruora-re lentamente. Noterete che ilricevitore reagi-

ra solo entro un piccolo movimento del cur so-

re del potenziometro R2. Allontanandovi mag-

giormente, il ricevitore reagira, doe ricevera

il segnale radio, ad uno spostamento sempre

minore del cursore di R2. Agirete cos} fino ache troverete esattamente ilpun to, ovverossia

la nota ideale.

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Ricevitore « TRANSITONE »

Lo schema elettrico dell'apparato ricevente erappresentato in figura 7. Esso e compos to da5 stadi di cui ilprimo funziona da rivelatore

in super reazione, i tre interrnedi da ampli-

ficatori di bassa frequenza rnentre all'ultimo eriservato it compito di eccitare iI rele. II pre-gio principale di questa ricevitore sta nel fatto

che esso pub essere tramutato in un ricevitorepluricanale (uno, due, tre ed otto canali). Que-

sta modificaconsiste nell'aggiungere all'appa-

rata ricevente tanti stadi finali quanti sono icanali che si vogliono ottenere.

Comunque, per il memento ci occupererno

soltanto dell'apparato ricevente nella sola ver-sione monocanale.

Prima di iniziare la descrizione tecnica del-

10 schema elettrico del ricevitore, vogliamoricordare ai lettori che l'apparato ricevente co-

stituisce una realizzazione quanto mai indo-

vinata, di sicuro affidamento e Quale riprovapossiamo citare il fatto che ormai numerose

ditte costruttrici di apparecchiature di radio-comando l'hanno adottato in tutto od in parte.

Il segnale in arrivo dall'antenna giunge, at-

traverso il condensatore C4, al circuito di sin-tenia, costituito dal condensatore C5 e dalla

bobina Ll. Ouesto circuito e collegato al col-

lettore (C) di TRI, contrariamenie a quantonormaImente avviene e per cui i segnali cap-

tati vengono immessi nella base del transi-store.

Anche in questo caso, come avviene per iltrasmettitore, la sintonizzazione del circuito

C5-U si ottiene regolando ilnueleo in ferritedella bobina Ll.

11 segnale sintonizzato passa attraverso il

condensatore C8 e viene applicato all'ernitto-re (E) del transistors TRI deterrninando un ef-

fetto reattivo. Il segnale viene cioe amplificatoe quindi rivelato. Trattandosi di un circuito in

superreazione, l'amplificazione risulta molto

spinta e nello stesso tempo non si verifica al-cun innesco, poiche ilcicIo di funzionamento siblocca periodicamente ad una frequenza dicirca 100.000cieli al secondo.

II segnale rivelato di bassa frequenza attra-

versa poi l'impendenza J1 e quindi, attraverso

la resistenza R4 ed ilcondensatore C7, raggiun-ge la base (B) del transistore TR2. II eon-

densatore C6 ha il compito di convogliare amassa quella parte di segnali ad alta frequen-za che hanno oltrepassato l'impedenza J1.

La polarizzazione di base del transistore TR2

si differenzia da quella solita, Infatti la resi-

stenza R9, che in un circujto normale verrebbecollegata tra il morsetto negative della pila e

la base del transistore, risulta invece connessa

tra l'emittore (E) del transistore TR3 e la

base (B) del transistore TR2.II segnale di bassa frequenza giunto alia

base del transistore TR2 viene da questo am-

plificato e passa quindi dal collettore di TR2

alla base del terzo transistore TR3. L'accoppia-

mento tra questi due stadi amplificatori, cioefra il transistore TR2 e Il transistore TR3 edel tipo diretto. II segnale viene ulterior~ente

amplificato dal transistore TR3 ed applicato,anche questa volta, a mezzo accoppiarnento

diretto, al transistore TR4.Dal transistore TR4 iI segnale viene preleva-

to dall'ernittore tramite il condensatore elet-trolitico ell e viene applicato attraverso le re-

sistenze R14 (potenziometro) R16 alia base

. dell'ultimo transistore TRS. Qui ilsegnale vie-ne ulteriormente amplificato.

Per aumentare la sensibilita del complesso

si e studiato un tipo dicircuito particolare;infatti il segnale, prelevato dal collettore diTRS, vien fatto passare attraverso il conden-satore Cl2 e per mezzo del diodo DGI vengono

eliminate (fugate a massa) le semionde posi-

tive del segnale. Rispetto aUe semionde positi-ve del segnale, ildiodo DGI presenta una resi-

stenza bassissima per cui tali semionde incon-

trano, attraverso Il diode, una via di facilepassaggio che le conduce a massa. Viceversa

ildiodo DGI, in presenza delle semionde nega-tive presenta una resistenza elevatissima, per

cui il segnale viene convogliato attraverso ilfiltro di bassa frequenza compos to dall'impe-denza J2 ed il condensatore C12. Attraverso

questo filtro passano soltanto isegnali di una

determinata frequenza, e nel nostro caso soloquelli a 400-Hz, come sona appunto quelli ge-

nerati dall'oscillatore di bassa frequenza delloapparato trasmittente. Se il segnale irradiato

dal trasmettitore fosse modulato con un se-

gnale di bassa frequenza di valore diverso, ilricevitore non funztonerebbe.

Le semionde negative del! segnale, una voltaattraversato il filtro di bassa frequenza, van-

no ad aumentare la tensione di base del tran-sistore TRS, determinando un sensibile au-mento della corrente di collettore, e questa au-

mento di corrente permette appunto di far

scattare il rele RLl.La novita di questo circuito rispetto a quel-

Ii comuni sta appunto nel fatto che con larettrocessione del segnale, dal collettore di TRS

alia base del mcdesimo si ottiene una sensibi-

lita veramente notevole,Altro vantaggio di questo ricevitore per ra-

diocomando e quello, come abbiamo detto, di

poter essere facilmente trasformato in u~

cornplesso pluricanale. A questa scopo e suffi-ciente collegare, in parallelo, pili stadi finali a

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connessi i terminalildei vari componenti,

Nella rea ita, per poter occupare ilminimo

spazio presentato dalla basetta, e necessario

usare componenti di tipo subminiatura e mon-tare gli stessi in posizione verticale, in modo

che essi risulterannd, a montaggio ultima to, in

posizione parallela k l i uni rispetto agli altri.Questo accorgimento si e reso necessario per

la realizzazione di una apparecchiatura di di-mensioni assai ridotte, tale da poter essere ap-

plicata con tutta faqHita e senza ingombro an-che su un modeno d'aereo,

Icomponenti vanno infilati dalla parte dellabasetta opposta a quella in cui appare ilcircui-to stampato e vanno saldati dalla parte oppo-

sta. Anche in questd caso, come si e fatto per

il rnontaggio del trasmettitore, converra tenereuna sorgente luminosa sul tavolo in cui si ope-ra, in modo che, tenendo in mana la basetta

con ilcircuito, si possa vedere ilcircuito stes-

so in trasparenza. COS! dopo aver controllato

la posizione di un determinato cornponente

sullo schema pratico, si troveranno facilrnen-te i fori nei qua Ii inserirlo, per poi saldarlo

dall'altra parte.

Anche nel montaggio del ricevitore non vie una particolare sequenza d'ordine dei com-ponenti da seguire; ~ pero cosa utile ilmonta-

re per primo il rete, che servira da appoggio

quando si voltera it circuito per saldare gli

aItri componenti. Va ricordato che il circuitodel ricevitore e predisposto per rele « Kako »

(rappresentato in figura 10) al quale peraltrova segata la vite di fissaggio centrale che nelnostro caso non serve.

Qualora la bobinetta di sintonia L1 non do-

vesse passare bene attraverso il foro pratica-

to nella basetta, occorrera allargarlo con unalimetta ed incollare poi con collante per pla-stica, Se si riuscisse a far entrare ilsupporto

cominciare da R16 , perfettamente identici sal-

voper ivalori del filtro di bassa frequenza, In

questo caso it trasmettitore deve naturalmenteavere la possibilita di irradiare segnali di alta

frequenza modulati con segnali di bassa f ' r e-quenza diversi. Ad esernpio a 40 0 Hz, a 60 0 Hza 80 0 Hz, ecc. Per non dilungarci oltre nella

presentazione dell'argomento radiocornando ri-cevente e trasmittente omettiamo una partico-lare descrizione della modif'ica del ricevitore

monocanale in un ricevitore pluricanale, riser-

vandoci peraItro di riprendere l'argomento in

un nostro prossimo articolo.

Dati teenlel del ricevltore

Frequenza: tarabUe da 27 a 29 MHzNota di B.F .: 40 0 hertzTransistorl: OC 1 7 0 ,3 x O C7 1, 0 C7 6Dfodo: OA 8.5 oppure OA 81AUmentazlone: 6 volt

Peso: gr. 55 (comprese la scatola di plastica elasplna)

Dlmenslonl: mm 60 x 40 x 30

Montaggio del ricevitore

La realizzazlone pratica dell'apparato rice-

vente e rappresentata in forma puramente in-

dicativa a figura 8 . Abbiamo detto in forma in-dicativa in quanto nella realta ilmontaggio vie-ne effettuato diversamente. La piccolezza, in-

fatti, della basetta di montaggio e la sistema-

zione dei componenti su di essa non ci perrnet-

tevano di riprodurre con un disegno chiaro ed

esplicativo quanto si presenta invece nella real-

taoCornunque illettore si aiutera ugualmente,in fase di 'montaggio, dello schema di figura 8

per rendersi canto dei varl punti in cui vanno

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CONDENSATORI

Cl = 3.000/10.000, pF

C2 = 2 mF (condenlatore elettrolltlco)

C3 = 10.000 pFC4 = 15/18 pF

C5 = 50 pF

C6 = 40.000/50.000 pF

C7 = 2 mF (condensatore el'.ttroIUlco)

C8 = 15/18 pF

C9 = 10 mF (concienlatore elettrolltlco)¥ :!a : Cl0 = 10 mF (condenldtore elettrolitico)

cn = 2 mF (cond .•nsatore elattrolltlco)

C12 = Condanlatore ,I cui dati var,lano

seconda daila frequenza

XC13

=0,2/0,5 mF (conden •. ~Iettrolltico

. . . . . , . .RESISTEN%ERl = 10.000 ohm ( mar,ron'nero-aranclo )

R2 = 10.000 ohm (merren-nere-erenele I

'R3 = 4.700 ohm (glallo-vlola-rollo)

R4 = 1.000 ohm (marron-nero-rolio )

R5 = 3.300 ohm (arancio-arancio-roslo)

R6 = 10.000 ohm· (marron.nero-arancio)

R7 = 4.700 ohm (glallo-vlola-rollo )

R8 = 820 ohm (grlgio-rollo-marrone)

R9 = 10.000 ohm (marrone-nero-arando)

Rlb = 4.700 ohm (glallo.vlola.rollo)

Rl1 = 4.700 ohm (gl'allo.vlola-roud)R12 = 4.700 ohm (glallo-viola.rollo)

R13 = 820 ohm (griglo.rouo.marron.)

R14 = 1.000 ohm ( pat.nziometro )

RJ5 = 560.000 ohm (verde-bleu-glallo)

R16 = 25.000 ohm ( rOllo-verde-aranclo )

R17 = 4.700 ohm (potenzlom.tro)

TRANSISTORI

TRl = OC170 (OC171)

TR2 = OC71 (OC75)- TR3 = OC71 (OC75)J

TR4 = OC71 (OC75)= OC76 (OC74)

...0 ...

lOt) fig. 7 . Ichema .Iettrlco.

COMPONENTI

DGl = Dlodo al germanld OA8S (OA91)

L1 = Boblna d'antenna • 7 ~plre dl fllo da

0,4 avvolte IU nucl,eo del dlamlltro

di 5 mm.

Jl = Impedenza • 60 spire dl fIIo da 0,07

avvolte su resistenza da 1 megaohm.

J2 + C12 = Soblnetta In taulna dl ferrl.

rita a condenlatore I cui dati varlano

a seconda della frequenza e che co-

Itltullcono II «flltro It.

RL1 = Rel~ Kako da 300 ohm

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Fig. 8 . Quelto schema pralico del ricevitore ha un valor. puramenle indicalivo. Eno estato cOil dilegnato per chiarira a semplificare iI lavoro di cablaggio. Nella realta i eernee-

nanti sono dilpolti verticalmente e molto vicini gli uni a911altri.107

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Fig. 9 • In figu.

ra sono I'appre·

sentCltl tutU I

componentl del.

1 0 appal'ato' 1'1·

cevente Transi·tone. II clrculto

stampato • di

mlnlme dhpen.

sl'onl pel' cui 1 0

Intero dppdrato

mlsura mm. 60

x 40 x 30.

.-=::"LTIrI> ..........

-=it·· ~~(CII

108

rispondcnza ai terrninale del collettore. Neltransistore TRI il collettore e rappresentato

dal terrninale pill distante dagli altri tre, quel-1 0 che si trova in posizione completamente op-posta e l'emittore, vicino a questo c'e la base,

mentre it quarto terminale costituisce il ter-

minale di massa che in circuiti di questo ge-

nere non serve e pub quindi essere tagliato.

II diode DGI costituisce un componente do-tato c t i polarita e per tale ragione non pub

essere inserito a caso nel circuito: la. polarita

positiva e facilmente riconoscibile da una fa-scetta blanca riportata su un involucre del

diodo stesso che va collegato nel circuito,

come e indica to nello schema pratico di

figura 8, Per quanto riguarda i condensatori

Fig. 10 • Prima

dl appllc,are 11

rele KAKO alia

basetta eeeerre-

ra segare la 'II·te dl fltsagglo

centrale che non

serve per la tIKI·

IIzzazt:one dol

cevitore.

r - , ) !i

leggerrnente sforzato, si pub lare a rneno di

incollare.Circa il fissagglo delle tazzine di ferrite dei

filtri, data la difficolta di trbvare delle viti

cost sottili, e cohsigliabile passare un'astina

metallioa attraverso il foro centrale della taz-zina, saldando poi da una parte all'occhiello

della tazzina stessa e dall'altra parte al circul-to stampato, come per gli altri componentl.

Quale astina metallica si pub usare, ad esem-pio, ilterminale tagliato di qualche resistenza.

Da notare che sul circuito de! ricevitore a due

canali le tazzine vanno rnontate una sopral'altra,

Nello schema pratico del ricevitore, rappre-

sentato in figura S, si nota, a destra in alto,una sequenza di cinque lettere: F·G·H·I·L. Conqueste lettere abbiamo contrassegnato altret-

tanti punti del circuito stampato in cui sf do-vranno effettuare alcuni collegamenti, Nei pun-ti contrassegnati con le lettere F-G va colle-gato 1 0 scappamento del modello the si vuole

radiocomandare, II pun to It rlmane libero; al

punto Iva collegato il morsetto negativo delle

plla da 9 volt; al punto L va collegato i1 rnor-setto positive della pila. IIpunto contrassegna-to con la letters X, in basso a des tra dellaschema, serve per II collegamento degli amp ll-ficatori aggiuntivi atti a trasforrnare la rice-vente monocanale in una ricevente pluricanale,

Riteniarno che per gli altri componenti non

possano sorgere difficolta pratiche di montag-gio, mentre per. coloro che fossero cornpleta-

mente digiuni di elettronica ci permettiamodi ricordare che per i transistorf e stato se-

gnato, sullo schema pratico di figura 8, ilsirn-bolo (lettera inizlale) di ciascun terminale dei

transistori. Sono state usate le 'lettere E-B·C

che si riferiscono rispettivamente al terrninale

emi.ttore, base, collett ore. Perl riconoscere, al-

rat to pratico, i terminali de trans istori, r iocordiamo che sull'involucro del transistore

stesso e stato posto un puntiho fOSSO in cor-

A

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8/4/2019 Tecnica Pratica 1963_02

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Per chi disponesse di un buon tester presen-

tiamo in una tabella a parte i dati di controllo

dei vari stadi, mentre per chi non dispone di

strumenti di misura ricordiamo che sarapossibile effettuare ugualmente: un controllo,

sia pure rudimentale, mediante l'irnpiego diuna cuffia 0 di un auricolare. Bastera in tal

caso collegare la cuffia 0 l'auricolare con i!polo positivo del circuito e con la base dei

vari transistori. In assenza di segnale prove-

niente dall'apparato trasmettitore, si dovra

udire un fruscio, che sara lieve sulla base del Iprimo transistore rna che aumentera sempre .1iu di intensita a mana a mana che ci si .

avvicinera alla base del transistore finale.... II .. I '

Per la taratura si procedera allo stesso mo:

do; dopo aver constatato il funzionamento del . I

circuito dell'apparato ricevente, si dovra ac- Icendere il trasmettitore ed agire quindi sul

nucleo !:iiferrite della bobina di sintonia Ll,

elettrolitici c'e da ricordare che anche questi

sono componenti dotati di polarita per cui

non possono essere inseriti comunque nel

circuito. 11 contrassegno di polarita positiva

e negativa dei condensatori elettrolitici dipen-

de dalla marca: generalmente essi portano se-

gnati, nel loro involucro, il segno + ed il

segno -, oppure hanno Ie estrernlta colorate

e cioe ilterminale positivo e colorato in rosso

mentre il terminale negativo e colorato in ne-

ro. Tuttavia per essere certi di non sbagliare

con Ie polarita dei condensatorl, si osservera

che, quando non vi siano contrassegni indica-

tivi, un terminale risulta completamente iso-

lato dalla custodia metallica e questo e il ter-minale positivo. Avevamo detto che non vi i:

un ordine di sequenza preciso nel montare i

vari componenti del ricevitore. Tuttavia rio

cordiamo che sara bene montare per prima

cosa ilrele e per ultimi il diodo e i trans i-stori. Per quanto riguarda Ie saldature dei varicomponenti si operera allo stesso modo come

abbiamo detto nel descrivere la realizzazionc

pratica del trasmettitore. Fanno eccezione peroin questo caso i transistori e il diodo. Questi

componenti infatti si possono considerare dci

nemici del calore e cio significa che essi pos-sono facilmente danneggiarsi qualora durante

it procedimento di saldatura dei loro termi-

nali si dovesse indugiare troppo conIl saldntore. Per eseguire quindi delle saldature prv

cise e corrette dei terminali del transistori oc-

corre far impiego di saldatore ben caldo ee l

operare con la massima celerita e do signi-

fica che si dovranno eseguire delle saldatureassai rapide.

Taratura

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8/4/2019 Tecnica Pratica 1963_02

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fino ache si riuscira a fare spariredel tutto

il fruscio. Cio significa che la portante della

trasmittente arriva aUa ricevente e cioe che

le due apparecchiature risultano sintonizzateuna sull'altra. •

Schiacciando il pulsante 82 del. trasmetti-

tore, si dovra poter udire a questo punto Ia

nota da esso prodotta.Si dovra quindi ridurre l'efficacia del tra-

smettitore, riducendo al minimo l'antenna 0

a~lontanando notevolmente il ricevitore dal

trasmettitore. Cia fino a quando il segnale inarrivo non risulti debolissimo ed appena per-cettibile. A questo punto si agira sul potenzio-

metro R14 fino ad otten ere la massima inten-sita di segnale. Per sfruttare completamente

le qualita del ricevitore e consigliabile por-

tare la nota del trasmettitore esattamente sul-la rispettiva frequenza dei vari filtri. Per fare

cio e necessario inserireun tester con scalafino a 6 volt in parallelo alla bobina del rele

e ridurre quindi come sopra descritto Ia po-

tenza del trasrnettitore, fino ache il rele non

riesca pili a scattare sotto segnale. Anche a

questo punto 10 strumento indichera unacerta tensione. Tenendo sernpre collegato 10

strumento si dovra quindi agire sul potenzio-

metro che regoia it tono del trasmettitore, fino

ad ottenere 10 spostamento massimo dellalancetta sulla scala del tester.

Con questo metodo si avra la certezza della

perfetta taratura di tono del cornplesso. Nelcaso di piu canali questa operazione va fatta

natural mente con tutti i vari toni.

T A B E L L A C O N T R O l L O T E N S I O N I D E l l ' A P P A R A T O R I C E V e N T E

ELETTRODf Rx • 1 R J t • 2 Rx • 3 R x • 4

Bllse TR5 0,07 Volt 0,06 Volt 0,07 Volt 0,07 Volt

Ernittore TR4 3,6 » 3,9 » 4,2 » 3,9 »

Base TR4 3,7 » 3,5 » 3,7 » 3,9 »I

Ernittore TR3 1,8 » 1,95 » I 1,75 » 1.57 »

- -Base TR3 1,8 » 2,04"

1,8 » 1,62"

Ernittore TR2 0,65 » 0,78 » 0,72 ), 0,65 »

Base TR2 0,75 » 0,89 » 0,82 » 0,75 »

Ernittore TRl 2,9 » 2,9 » 2,86 » 2,9 »

Bllse TRl 2,8 » 2,8 » 2,85 » 2,84 »

I

Assolbirnento

senza segnale 2,9 rnA 3,0 rnA 2,9 rnA 2,7 rnA

I

AssorbirnentoI Icen segnale 15 rnA

I16 rnA 15 rnA 15,5 rnA

Una volta eseguito il montaggio dell'appa-

rato ricevitore e dopo averlo opportunamente

tarato si rende necessarioj un controllo delle

varie tensioni agli elettrodi del transistori,

All'uopo si rende necessario l'impiego di un

tester di buona qualita da 20 0 50 Khom/voit.

Le misure delle tensioni devono essere effet-

tuate senza segnale da parte del trasmettitore,

con i1 ricevitore funzionante a 6 volt, verso il

polo positive.

no

A titolo di orientamento riportiamo nella

presente tabella i valori delle tensioni, da noi

misurate sulle basi e sugli emittori dei cinque

transistori che compongono l'apparato rice-

vente, di quattro ricevltori identici. Ricor-diamo che per quanto ci si sforzi a costruire

nella maniera piu identica possibile gli ap-parati riceventi, non si riesce mai ad ottenere

gli stessi valori delle tensioni sugli elettrodi

dei transistori. La sigla Rx, riportata nella ta-

bella sta ad indicare la parola « ricevitore ».

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8/4/2019 Tecnica Pratica 1963_02

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CO ' , M E

C O ' S T R U I RU N

T E R R A Z

E ' un semplice

'avoro di

muratura

e di

falegnamf'ria

In genere ci SI improvvisa muratori solo

per piccole riparazioni: se si tratta diaprire una porta, alzare un divisorio, 0

costruire un rnuretto in giardino sara sempremeglio rivolgersi ad un muratore, perc he ilsernplice trasporto dei materiali, fatto da voi,

vi verrebbe a costare di piu, Tuttavla, volen-

do realizzare un terrazzino, come quello rap-presentato nefla figura di testa, non occorre

l'ausilio del rnuratore, perche il lavoro inmuratura e oltremodo semplice e alia por-

tata di tutti, la spesa e esigua e ilcompimentodell'opera pub costituire un piacevole e ricrea-

tivo passaternpo, Del resto j] lavoro in muratu-

ra, per la costruzione che vi descrivererno, si

riduce a ben poca cosa, giacche la maggior

parte del Iavoro vi terra occupati in una atti-

vita da falegnarne.

II progetto che presentiamo si riferisce ad

un particolare tipo di costruzione che nonsempre sara possibile realizzare perc he esso

e condizionato alia particolare forma e alia

disponibilita di Iuogo della vostra casa; co-munque ad essi ci si potra orient are per una

qualsiasi altra ispirazione e potra costituirefonte di idee nuove ed origin ali da concretiz-

zare nel luogo dove abitualmente si vive lavita di ogni giorno,

II progetto

IIprogetto del terrazzino e chiaramente il-

lustra to in figura di testa, Come si nota, esso si

compone di due colonnine in muratura, di unabalaustra e di una pergola fissata al muro

Fig. 1 • Qllando 51 posano le pietre per la co-

Itrllzione delle eelennlne OCCQrre QssiC;lIrarli che

esse ril!lIltino perfettamente "a plembc » con i

mur] sottolta"ti. II vucto interno va riempito di

cc!icestrllz:z:o.

- T150I

I

_ _ _ , - _ f _ _

50 .J111

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Fig. 2 • Per costruire la pergola occorre un legno

di qual ita, che possa resistere aile lntemperle:

iI tipodi legno piil adatto in quelto calo it la

querela.

della casa e sostenuta da due colonne di le-gno. La balaustra e la pergola sono costruitecon travi di legno.

Logicamente per realizzare questo terraz-

zino, di stile moderno, occorre aver a dispo-sizione, nella propria casa, uno spiazzo sovra-

stante il vuoto. Ma la nostra pergola potra an-

che essere realizzata, a ridosso della casa, alivello del suolo, nell'orto 0 nel giardino. Essa

potra costituire un valido traliccio oi sostegno

di piante rampicanti e costituire un angoloverde e fresco.

Le due colon nine

II primo lavoro da farsi per la realizzazione

della pergola consiste nella costruzione delledue colonnine in muratura. Si utilizzano a

questo scopo delle vecchie pietre 0 dei vecchi

mat toni ricuperati presso qualche edificio indemolizione. Trattandosi di pietre blsognera

assicurarsi che queste presentino almena uno

spigolo ad .angolo di 900.L'impiego di vecchiepietre 0 vecchi mattoni, oltre al vantaggio

economico, presenta quello di una realdzza-

zione del tutto simile al1a muratura attigua.Ciascuna colonnina e di forma perfetta-

mente quadrata, di 50 ern di lato e 70 emdi altezza, La figura 1 mostra la disposizione

delle pietre nella colonnina. Per realizzarla

si distende uno strato di malta sul pavi-mento del terrazzino e si 'comincia a posare

la prima pietra, in modo che il suo angolo

risulti perfettamente «a piombo » con quel-

10 del terrazzino stesso. Sueeessivamente sidispongono le altre tre pietre d'angolo sen-

za oecuparsi degli spazi che si formano tra di

loro, preoceupandosi soltanto di ottenere unquadrato di:JO em di lato. Quindi si -piazzanonegli spazi vuoti, tra le pietre d'angolo, altre

pietre accuratamente scelte nelie dimension!

112

volute. Ilvuoto centrale va riempito di maltaalla Quale potranno essere rnescolate delle pie-

truzze per eeonomizzare con il cemento.II secondo strato di pietre e realizzato nella

stessa maniera. Preoccupandosi di sbiettare

la faccia esterna delle pietre e controllando

costantemente « l'a piombo », Quando la colon-nina, con i successivi strati raggiunge l'altezzadi circa 40 ern, si evita di riempire ilvuoto

centrale con la malta durante la realizzazionedegli strati successivi. .

Nella figura di testa si nota che in ciaseuna

delle due colonnine risultano infilati, lateral.mente, due travetti della balaustra. Si tratta

quindi di riservare degli alveoli nelle facee la-

terali delle colonnine, II sistema piu sernplicee quello di sostituire le pietre, nei punti pre-

cisi in cui vanno introdotti i travetti, con dei

tronehi di travetto superfieialmente snalmatidi olio, in modo da faeilitarne l'estrazione.

Quando si e raggiunta l'altezza voluta nelledue colonnine, si proeede alIa messa in luogo

dei due pali verticali della pergola.

La pergola

Ciaseuno dei duepali verticali ha una sezio-ne quadrata di lato 18 em.; la lunghezza deipali dipende dall'altezza ehe si vuole confe-

rire alIa eostruzione. Come qualita del legnoconverra orientarsi verso la quercia ehe e il

legno che meglio resiste aIle intemperie. I duepali vertieali vengono uniti aIle loro estremitacon una trave orizzontale per mezzo di un

ineastro normale a maschio-femmina.Sulle estremita inferiori dei due pali verti-

cali. si confiecheranno del ehiodi robusti, pian-

tati a meta lunghezza, in modo da assicurareuna buona presa della malta attorno al palo

stesso nel cavo della colonnina in muratura.

La malta ehe si fa seolare intorno al palodopo aver riempito l'alveo, va pressata forte-

mente, La restante parte della costruzione del-la balaustra non abbisogna di ulteriori spie-

gazioni, Essa eonsiste in un facile lavoro difalegnameria per ilQuale eonsigliamo di uti-lizzare sempre il legno di quereia. La trave

orizzontale che fa parte del traliecio superiore

della pergola e ehe risulta aderente al muro,va a questo applieata nel seguente modo: sul

muro si dovranno fissare dei lunghi bulloni eIa trave stessa, sulla quale si saranno ricavati

gli appositi fori, verra infilata in essi e stretta

con dadi.Ricordiamo che la trave orizzontale fissata

al muro potra trovarsi ad una altezza supe-

riore a quella della eorrispondente trave pa-rallel-a ehe unisce i due pali verticali. Si ot-

terra cost una pendenza caratterlstica a ras-

som.glianza di un tetto spiovente.

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8/4/2019 Tecnica Pratica 1963_02

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8/4/2019 Tecnica Pratica 1963_02

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soltanto : quello di indirizzare illettore verso

la scatola di montaggio di poco prezzo. Una

scatola di montaggio provvista di circuitostampato, in modo da evitare collegamentl

pill 0 meno lunghi di quanto previsto e daobbligare la disposizione dei componenti se-

condo precise poslzioni, essendo la basetta delcircuito stampato provvista di tutti i fori ne-

cessari per Ie saldature dei componenti stessi.Tuttavia per noi il problema rimaneva an-

cora insoluto, anche se Ie intenzioni ci face-

vano pensare il contrario; cio perche in com-

mercia, fino ad oggi, non si trovava una sea-tola di montaggio di radiotelefono a prezzo

accessibile a tutte Ie borse, Per favorire i no-

stri lettori ci siamo dati da fare ed abbiamo

convinto una rinomata industria radiotecnica

a immettere sui mercato una scatola di mon-taggio per radiotelefono, naturalmente a tran-

sistori per ilminor ingombro dell'apparecchio

e la minor spesa di alimentazione, Si trattadel «New Messenger» a tre trans istori, la cui

efficienza e notevole rispetto alia potenza diappena 5 milliwatt.

Ci siamo orientati su di una potenza tanto

piccola in quanto solo per questi cornplessi

e previsto il libero impiego, mentre per po-

tenze superiori e necessaria una speciale auto-rizzazione del Ministero delle Poste e Teleco-

municazioni.Orbene, a questa punto e necessario un ul-

teriore chiarimento, Di questo radiotelefono

«New Messenger" abbiarno pubblicato, nella

nostra rivista dd Dicembre 1961una dettagliataed ampia trattazione. Cera la descrizione del-

la scatola di rnontaggio, la descrizlone del

circuito, dati sul funzionamento in trasmissio-

P a r l i a m o a n c o r a d e lradictelefono IIN E W - M E S S E N G E R II

La realizzazione pratica di una coppia diradiotelefoni, di minime dimensioni, di

buona efficienza e consumo ridotto epurtroppo impresa assai difficoItosa. E non

tanto per la realizzazione del circuito, peraltro

sernplice, quanto per la messa a punto degli

apparati. Si pub dire, infatti, che solo unamedia di tre persone su dieci riesce ad otte-

nere un rendimento sufficientemente buonoda complessi di questo tipo.

E chi ha in Olano 10 schema pratico di un

radiotelefono, anche se si tratta di un progetto

di ottima concezione tecnica, la cui bonta dirisuItati e fuori discussione, difficilmente rie-

see a riprodurre con tutta fedelta quel cir-

cuito: i collegamenti risultano quasi sempre

pill 0 meno lunghi di quanto debbano essere,

la disposizione dei componenti, sia pure dipoco, cambia e tutto cio implica, il pili delle

volte, accoppiarnenti nocivi, perdite, ecc.

Tuttavia Ie richieste pervenuteci da parte deinostri lettori, appassionati di radiotecnica, sul-la presentazione di un progetto di radiotele-fono in «Tecnica Pratica » sono state moIte,

moltissime : tante che non potevamocerto

sottrarci, anche se ci rendevamo conto delle

grandi difficolta che avremmo incontrate. : E ledlfficolta non si riferiscono alIa concezione erealizzazione del progetto, benst a mettere illettore nelle condizioni piu felici per ottenere

un apparato di ottimo funzionam.ento e di

buon rendimento,Ma come dare tali garanzie al letrore? In

che modo avremmo potu to asslcurargli illraggiungimento di 4n risultato, trattandosi di

un apparecchio COS! delicate come il radio-

telefono? II modo non poteva essere che uno

114

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ne, messa a puntocaratteristiche tecniche, ecc.Ci e sembrato insomma di aver detto tutto,chiaramente, Purtroppo pero, molti lettori

hanno dimostrato di non aver compreso per-fettarnente certiparticolari. Hanno scritto anoi, hanno scritto alla ditta MarclLtcci, chie-dendo cose che sulla rivista erano state scrittecon una certa chiarezza.Proprio per tutti questi lettori, abbiamo rio

preso I'argornento, per ripetere che Ia coppia

d 'i radiotelefoni « New Messenger » e stata ap-

positamente preparata per i lettori di « Tecni-ca Pratica » dalla ditta Marcucci (Via FratelliBronzetti, 37 . Milano). Ouindi i rivenditoridi tutta Italia non vendono la coppia di radio-telefonl « New Messenger» in scatola di mon-taggio, ma gia montata.Pertanto chi, fra i no. ·

stri lettori, volesse avere la gioia di costruirsi

da sf: questo formidabile apparato ricetrasmit-tente, dovra rivolgersi esclusivamente alIa dit-

ta Marcucci - via Fratelli Bronzetti, 37 - Mi.lano. Ci6 Hello. stesso interesse del lettore: in-fatti Ia coppia di radiotelefoni viene vendutain scatola -di montaggio al prezzo eccezionale

di 26.000 lire, per i lettori di «Tecnica Pratica»,mentre normalrnente, presso i rivenditori, lacoppia del «New Messenger» si trova solomontata al prezzo di L. 38.000.Il raggio di azione di questo radiotelefono,

in aperta carnpagna, f: di circa 1 krn, e chi haprovato qualche volta a realizzare un radlote-lefono a transistori sa per esperienza quantosia ditficile arrivare ad una portata di questogenere. Naturalrnente Intendiamo riferirci adun complesso perfettamente messo a punto.Ma in linea di massima si possono raggiun-gere i500 metri, In citta la portata risultera

un poco ridotta, in quanto ogni edificio esi-

stente tra gli apparati costituisce un ostacoloaUa propagazione delle onde radio, Tuttaviai risultati saranno sempre tall da soddisfare

ampiamente coloro che vorranno realizzarequesto complesso,

Ripetiarno infme Ie caratteristiche tecnichedella scatola di montaggio del «New Messen-ger », di cui la nostra rivista ha pubblicato,

nel numero di dicernbre 1961 una dettagliatadescrizione : Eccole :Funzione dei transistori:

OC170 (TRl) rivelatore in superreazione e- oscillatore alta frequenza.

OC75 (TR2) _ preamplificatore di bassa fre-quenza.

OC76 (TR3) = amplificatore finale di bassafrequenza.

Frequenza di funzionamento = 29,5 MHzPotenza = = 0,005 watt.Raggio d'azione (in aperta carnpagna ) = 1000metri, -

Alimentazione = = a pila, 9 volt.

Assorrnimento in trasmissione = = 16 rnA.Assorbimento in ricezione = = 11 rnA.Non e richiesta alcuna licenza 0. autoriz-

zazione speciali per l'uso di questo radiote-

lefono, come precisato dalla circolare N. X l!28747/218/DT del Ministero delle Poste e delleTelecornunicazioni.Concludiamo quindi dicendo che la scatola

di montaggio del radiotelefono «New Messen-ger" si pub avere solo indirizzando le richie-ste (a mezzo vaglia 0 contrassegno) alla dittaMarcucci, via Fratelli Bronzetti, 37 . Milano.11 suo prezzo speciale, per i lettori 'di «Tec-nica Pratica» e di L. 26.000.

" 'radiotelefonoCl New-Mellenger "hq una portatagarantita di1 Km•• trova d.cin.di intere .. antlutlliucuionl.

I

115

Page 38: Tecnica Pratica 1963_02

8/4/2019 Tecnica Pratica 1963_02

http://slidepdf.com/reader/full/tecnica-pratica-196302 38/87

l A S T A M P A S U C A R T A

M A G H I

N

el numero di gennaio della nostra rivista

abbiamo presentato ai lettori un articolo

relativo alia tecnica p . i sviluppo dei nega-tivi. Quell'articolo costltuiva l'inizio di un bre-ve corso di tecnica fotografica di laboratorio,destinato ad insegnare al lettore appassionato

di fotografia I'intero procedimento pratico che

porta dallo sviluppo delle pellicole impressio-

nate fino alia stampa delle fotografie su carta.

E la nostra esposizione terminava dopo aver

descritto l'intero procedimento di sviluppo.Si tratta ora di riprendere I'argomento che

ci condurra, attraverso questo ed un succes-

sivo articolo, alla conclusione dell'intera tee-nica di laboratorio, che e 'quella di riportare i

negativi su carta positiva,

Fig. 1 • La corretta coinervazione delle negative

e motivo di fondarnentale i.:nportanza per I, rlsvl-

tati che 5i otten go no nella ~tampa su carta. E II

metodo piu comun. di consfrva'Zione de,lIe negatl·

ve e quellodl riporle negli ~ppoliti raccogl'ltorl C 1

talc he trasparentl.

116

O S C U R A

Conservazione delle negative

Sempre nella precedente puntata avevamoraccomandato al lettore di usare la mas simacura durante la fase di essiccamento delle pel.

licole, facendo in modo che queste rirnanes-sero ben ferme aile pinze di sostegno e fos-sero esposte all'essiccamento in ambienti privi

di polvere ed umidita e, possibilmente, Ion-

tane dalle correnti d'aria,

Anche quando Ie pellicole sono asciutte, pe-raltro, esse abbisognano ancora di una parti-

colare cura nella rnanipolazione e nella con-servazione. Occorre infatti tener presente che

I'ernulsione pelllcolare e sostanza assai deli-

cata e pub subire facilmente piccole abrasioni,se Ie negative vengono trattate distrattamente

e senza particolarl attenzionl. Le abrasloni poi

si ripercuotono negativamente con effetti tal-volta disastrosi quando si va a stampare e,

principalmente, quando si effettuano ingrandi-menti.

Anche la corretta conservazione delle nega-

tive, del resto, e motive di fondamentale im-portanza per irisultati che si ottengono sulle

stampe su carta. Le pellicole fotografichenor-

malmente sono cariche di elettricita statica e

questa elettricita ha il potere di attirare ilpulviscolo atmosferico facendolo aderire te-nacemente. Ecco quindi un primo motivo per

cui le pellicole abbisognano di un sistema cor-rettodi conservazione, ~a non solo l'elettri-cita statica e dannosa aile pellicole. L'uml-dita degli ambienti e l'eccessiva quantita dlcalore possono essere· altresi elementi dan-

nosi per le pellicole fotografiche, perche sonocapaci di provocare facilmente la loro defor-

mazione. Un semplice pelo od un corpuscolo

estraneo sulla superficie della pelJicola pos-sono determinare un fastidioso' segno bianco

sulJa corrispondente copia positiva. Per ov-viare a tali inconvenientl il sistema migliore,quello da tutti conslgliato, e di riporre le pel-

licole sviluppate negli appositi raccoglitori a

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Fig. 2c117

tasche trasparenti, facilmente reperibili incommercioal prezzo di lire 20 ciascuno ed

anche meno. In figura 1 abbiarno rappresen-tate alcuni tipi di raccoglitori per negative fo-

tografiche molto comuni.

L'esame dei negativi

Chiediamoci ora, nell'osservare i nostri ne-

gutivi con tutta calma, qual e il negative per-fetto.

Premettiamo che il -negativo perfetto costi-

tuisce il risultato di una esatta riproduzionefotografica e di un preciso procedimento di

laboratorjo. II negative perfetto e quello ni-

tido (tale qualita dipende principalmente dal-

la tecnica di ripresa fotografica. Tuttavia, sipub anche considerare perfetto (0 per 10 me-

110 molto buono) quel negativo che non e trop ..

PO annerito, cioe che l-lsulta abbastanza tru-

sparente, con molte gradazionl di grigi e as-solutamenteprivo di zone perfettamente tra-sparenti 0 nere,

Dato che gU elementi· che concorrono aliaformazione di un negativo perfetto sono: re-

sposizione al momenta della ripresa fotogra-

fica, il tempo di sviluppo e la temperatura delbagno di sviluppo, occorrera che il fotografo

dilettante fissi, una volta per sernpre, dei

punti di riferimento, da conservare come rego-la per ottenere il negativo perfetto, nella sua

personale tecnica di ripresa fotografica e di

sviluppo.A questa scopo e bene sacrificare, a titolo

di prova, alrneno tre fotogrammi, fotogra-

fando uno stesso soggetto, in condizions am-bientali e di luci norma Ii con tre esposizioni

diverse. Oueste potranno essere:

it) con diaframma misurato (medianteesposimetro) 0 stimato esatto;

2) con diaframma piu chiuso di un valore;3) con diaframrna piu aperto di un valore.

I tre fotogrammi di prova vanno poi svilup-pati con un trattamento che e consigliabile

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F IACC O G RIG IO

sia sempre 10 stesso anche dopo questo pro-

cedimento di prova; db significa che per ilfotografo dilettante e consigliabile sviluppare

sempre alia stessa temperatura e con una stes-sa durata di tempo.

IIprocedimento di prova ora menzionatova fatto, ovviamente, per ogni tipo di peIlicola.

Sitratta ora di procedere all'esarne dei ne-gativi con la semplice osservazione critica,eliminando quelJi ritenuti non buoni e con-servando quello ritenuto perfetto. Di quest'ul-

timo si ricordera il tempo di esposizione con-

servandolo, in avvenire, come regola per la

tecnica fotografica,AII'atto pratico capitera di esporre fotogram-

d

s

F IAC CO CONTRAS TATO

-,

118Fig. 2f

micon diverse gradazioni ed intensita dipen-denti. dal tipo di illurninazione esistente e dalsoggetto che si ritrae. Ma non c'e da preoc-cuparsi; esiste in vero una gradazione di

carta che si adatta ad ogni negativa e che

permette di ricavare delle fotografie soddi-sfacenti sia con H procedimento di contattoo con quello di ingrandimento, di cui parle-

remo nel nostro prossirno articolo.I negativi pertanto possono risultare sovra

_0 sotto esposti, sovra e sotto sviluppati, Pra-ticamente essi vengono riconosciuti con lasola osservazione e con un po' di esperienza.

IInegativo perfetto e sempre piu nitido eda grana piu fine del negativo che e stato sovrao sotto esposto, oppure sovra 0 sotto svilup-

pato. Se abbiamo sovra esposto nella presa,il negativo risulta troppo opaco (non traspa-rente alla luce) anche nelle parti dell'immagineche erano in ornbra. Se invece si e sviluppatoper un tempo eccessivo sono troppo nere solo

Ie luci, ilnegativo cioe e troppo bianco e trop-po nero, ossia e contrastato. AI contrario, lasotto esposizione, nella ripresa fotografica, siriconosce dal fatto che Ie ombre mancano didettagli (sono completamente trasparenti). Se

il tempo di sviluppo e stato troppo breve. 0 latemperatura del bagno troppo bassa I'imma-gine appare di un grigio, uniforme in cui e

c

Ce

e

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difficile distinguere un particolare daU'altro.

In figura 2 sono rappresentati 6 negativi di

cui analizziamo subito irisultati:

a - negative perfetto. Esposizione e sviluppo

precisi. Le zone in luce sono benannerite

rna con i particolari chiaramente visibili;

anche le zone in ornbra lasciano intravve-

dere i particolari;

b - questo negativo denuncia chiaramente

una sovra esposizione del fotogramma: vi.

appaiono vaste zone scurissime che non

permettono di distinguere alcun detta-

glio;

c - questa negativa e stata ottenuta con svi-luppo troppo prolungato: e molto simile

alIa precedente e si differenzia per uncontrasto maggiore- con luci molto intense;

d - negativa sotto sviluppata. La negativa ap-

pare debole e slavata; e molto difficile di-stinguere i dettagli:

e - questo negativo e state ottenuto da un

fotogramma sotto esposto: alcune parti

sono di densita media; altre sono bianchee trasparenti;

f - quando nel negativo appaiono macchie e

chiazze, cio sta a significare una tecnlca di

camera oscura errata e priva di diligenza.

Le imamgini, can una parte piu sviluppata

dell'altra denunciano un livello insufflcien-

te dello sviluppo nella vaschetta; le mac-

chie piccole sono dovute a belle d'aria

formatesi nella fase di SVi1! lPPO; le mac-

chie grandi denuncia no ilfissaggio insuffi-

ciente 0 mancata agitazione della pellicoladurante il trattamento. Graffiature e im-

pronte digitali sono il risultato di uno

sviluppo eseguito a mano, oppure di striz-

zatura fata con pinze non adatte primadella essicazione, 0, ancora, cattiva con-

servazione in rotoli non tagliati e avvolti

e svolti parecchie volte dopo U trattamento.

Negativi contrastati norma Ii e morbidi

Non rimane ora che selezionare le negativein funzione del lora contrasto, per cui si rende

necessario spiegare che cos'e un negativo con-

trastato, uno normale ed uno morbi do.

Le negative contrast ate sono generalmente

il risultato di fotografie di soggetti ripresi in

condizioni di luce violenta: esse risultano

composte di zone blanche e di zone nere senzamolte gradazioni di grigio. Un esempio di fo -tografia contrastata e quella fatta a] mare

durante le ore- centrali del giomo; un aItro

esempio e dato dalle foto riprese con un flash

elettronico 0 a lampadina.

Le negative normali sono invece composte

da tante tonalita di grigi, piu 0 meno intensi,

senza alcuna zona completamente trasparente

o completamente annerita.I negativi morbidi sono quelli fiacchi: la pel-:

licola appare talmente trasparente che e pos-

sibile leggere uno scritto attraverso di essa;

i negativi rnorbidi, opportunarnente inclinati

alla luce, permettono di vedere l'immagine po-sitiva (cio per un effetto di riflessione della

luce).

In sede di stampa i negativi contrastati

vanno impressi su carta morbida (esempioFerrania 1), quelli normali su carta normale

(Ferrania 2) e queUi morbidi su carta contra-

stata (Ferrania 3). In questo modo si com-

pensano gli errori del negative. Abbiarno cl-

tato tre sole gradazioni di contrasto: in pra-

tica, pero, ne esistono 4 ed anche 5, aIle quali

corrispondopo altrettanti tipi di carta, In ge-

nere si ha un tipo di carta contrastata per le

fotografie debolissime, ed un tipo molto mor-bide per 1e fotografie talmente nere nelle luci

che vengono chiamate «negative bruciate »,

In ambedue i casi si tratta di salvare imma-

gini praticarnente nOD riuscite con risultati

generalmente mediocri.

Per il dilettante sono sufficienti, agli inlzi,

un pacchetto di carta normale (numero 2) ad

esempio di cento fogli e due pacchetti da 25

fogli cadauno, rispettivamente di carta mor-bida (numero 1) e carta contrastata (numero

3). I prezzi della carta, per tutti i tipi e gradidi contrasto di marca Ferrania sono sempre

gli stessi. II tipo Selene a Vega costa lire 620

al pacco da 100 nel forma to ern 6,5 x 9,5; npacco da 25 costa lire 170. Consigliamo di co-

minciare con questo tipo di carta, che si trova

dovunque, e di scegliere iltipo lucido bianco

che ha la sigla K 208.Questa carta permette di ottenere stampe lu-

cide con un trattamento chiamato « smalta-

tura », di cui parleremo nel prossimo articolo,oppure stampe di una bella superficie lustra

senza iltrattamento di smaltatura.

Quando tratteremo la tecnica dell'ingrandi-

mento, illustreremo altr! tipi di carta, di co-lori diversi, con superfici diverse.

Concluse queste considerazioni, che hanno

insegnato al lettore ilmetodo di valutazionedei negativi, passiamo ora ad alcuni richiarni

e menzioni fondamentali relativi all'impianto

e alla tecnica della camera oscura. Success iva-

mente, in un nostro terzo articolo, a conclu-

sione di questa breve corso di tecnica foto-

grafica, tratteremo, in tutti i suoi dettagli, il

procedimento di starnpa su carta dei negativi.

La camera eseureLa camera oscura e un locale dove e possi-

bile ottenere il buio quasi assoluto; ha le

dimensioni di m. 1 per m. 1,5 circa.

119

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S TAMPA NORMALE

Fig. 3 • Da tre dln,.1 negatlyl,II morbldo,1I contrastato ee l IInormal., ulando I. opportunetraclazlonl dl carta, II otU.n. laIt.. sa Itampa dl tradazlon. •contrasto normal•.

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Essa costituisce l'intero laboratorio Ioto-grafico,

L'efficienza del laboratorio dipende dall'or-

dine e dalla .pulizia: questi sono i requisitiprincipali; poi, in ordine d'irnportanza l'effi-cienza del laboratorio dipende da una saggiadisposizione delle attrezzature: da un lato ildeposito dei materiali· ;ensibilie il bromo-grafo 0 l'ingranditore, dall'altro, sotto la lam-pada di sicurezza, Ie bacinelle per iI tratta-rnento chirnico e sopra di esse un rubinettoper l'acqua corrente ed una presa di corrente(vedi figura 4).

La lampada di sicurezza e bene sia del tipoa filtri intercambiabili e sistemata ad un me-tro di distanza dal piano di lavoro (anche nel

caso di impiego di lampada di potenza infe-riore aile 10 candele ). Come tipo di Iarnpadaconsigliamo la Kinderman Amato che costa3 . 0 0 0 lire, piu lire 30 0 per ilfiltro, Le lampa-dine colorate, e bulbi in vetro, non sono con-sigliabili perc he non sono completarnente si-cure, inf'atti velano sovente i materiali. IIcolore del filtro sara quello consigliato dallaCasa che produce il materiale sensibile,

La larnpada di sicurezza costituisce un ele-mento assolutamente necessario e per chi vo-lesse evitare la spesa di una lampada di sieu-

rezza di marca, gia pronta, consigliamo di co-struire quelJa da noi presentata e descritta nelnurnero di luglio '62, pag, 78 di Tecnica Pra-tica (viene a costare qualche centinaio di lire).Per quanto riguarda il locale da adibire a

camera oscura, ricordiamo che non e stretta-mente necessario tenere occupato uno stan-zino della casa per il solo procedirnento disviluppo e stampa. Per il fotografo dilettantepuo bastare anche la cucina 0 il bagno, Iavo-rando in essi di sera quando non esiste il

problema dt tappare le finestre per renderebuio l'ambiente,

SuI piano di lavoro e bene dispone un Io-glio d! plastica 0 alcuni giornali doppi ondeevitare che macchie di sviluppo dannegginoilmobilio,Inizialrnente, nell'attrezzare la vostra « ca-

mera oscura ", acquistate rnateriali .economici

Fig. 4 - Ordine, pulizia G

5aggla dispolizione delle

c;ttrezzature sene gli ele-

m~l1 t i principali ehe ren-

dono efficiente II IClbor,,-tjrio.

c solo quelJi essenziali, senza spendere di piufinche non avrete fat to esperienza. L'elencoche riportiamo pill avanti cornprende tutto iJ

materiale necessario per l'intero procedimentodi sviIuppo delle pellicole fino alla stampafinlta,

Soltanto in un secondo tempo, quando avre-te acquisito esperienza e vi sentirete padronidella tecnica, potrete acquistare un ingran-

ditore ed altre attrezzature che vi per mette-ranno di ottenere starnpe di livello artistico etecnico pari a quello delle migliori opere deivalenti fotografi professionisti.

Elenco del materiale fnizialmente ne-

cessario per i J 'Iaboratoriofotografico

dilettantistico

N. 3 bacinelle in plastica (ern 18 x 24) . li -

re 1 0 0 0 cad.» 1 lampada rossa - lire 7 0 0 (e preferibile

una lampada con filtro il cui prezzo vada lire 3000 in su).

» 1 pinza per agitare Ie stampe nei bagni -lire 40 0 .

» 1 torchietto per la stamp a (in commercio10 si trova solo per forrnati grandi. tutta-via nel prossimo articolo insegneremo allettore come costruirio ) - lire 300 .

» 1 bottiglietta dl sviluppo liquido per carte,Marca Bromor Ornano 0 Neutol Agfa perfare due litri - lire 245. Oppure uno svi-

luppo in polvere tipo Standard (omano) -lire 1 0 0 .

. 1 fissaggio acido Standard per un litro .lire 1 0 0 . IIfissaggio pUG essere anche pre-parato con g. 250 di sodio iposolfito ingranetta e g. 25 metabisolfito di potassioo bisolfito di sodio,Carta fotografica (vedi testa) Iogli 1 50 -lire 960.

Altri accessor! utili per il laboratorio foto-grafico dilettantistico sono facilmente repe-ribili in casa.

12]

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Missile monostadiocon dispositlvo fumogeno

L 'argomento presentato in queste pagine

- si ricollega all'articolo pubblicato nel

numero di gennaio di Tecnica Pratica

relative al missile A.S1 Super Antares; costi-

tuendone la second a parte.

Parleremo questa volta dei particolari siste-mi che verranno montati suI razzo bistadio

e della sua messa a punto,

Dobbiamo tuttavia avvertire i lettori, iqualiseguono questa interessante realizzazione, che

saranno aneora necessari, data la complessita

tecnica del missile, altri strumenti ed aItri

dettagli tecnici e che l'argomento non dovra

considerarsi completamente concluso in sole

due puntate. Occorrera, ad esempio, ilbanco

di prova per Ia registrazione della spinta sta-

tica, che ci proponiamo di presentare quantoprima.

I1 nostro programma di missilistica, infatti,

si svolge in modo da introdurre gradualmente

iI lettore nelle realizzazioni di sempre mag-giore impegno tecnico, COS! da evitare, per

quanto possibile, esperimenti di esito ineerto

o ineonclusivi 0perfino pericolosi.

Ma riprendiamo subito l'argornento, da dove

questo era state interrotto, iniziando con i

problemi di aerodinamica del missile stesso.

Sezione aerodinamica1·) gil impennaggi

Gli elernenti che eostituiseono iI complessodell'impennaggio del Super Antares sono:

n. 4 timoni in larniera anticorodal;

122

S U P E RA N T A R E S

A - 8 1n. 4 pezzi di sostegno dei timoni in larniera

ferro;

n. 8 viti con dado a testa tonda.

La concezione dell'impennaggio e general-mente simile a quella della ALCOR; Ie quattro

alette han no pianta e trapezio rettangolo, con

freecia sui bordo di attacco di 34°; sono rica-

vate mediante una trancia da lamiera antico-rodal da mm. 1; hanno una apertura singola

di 60 mrn., quindi un'apertura totale di 150

mm.; la corda alla radice e di 120 rnm., men-

tre Ja corda alla estrernita e di SOmm. La su-

perficie alare singola e di 60 cmq. I due bordi,di attacco e di uscita, degli alettoni vanno mo-

lati a lama di coltello, COS! da assumere un

profilo che assicuri una bassa resistenza aero-

dinamica.I quattro pezzi di sostegno delle alette ven-

gono realizzati in lamierino di ferro da 0 ,6 mm.Sono lunghi 80 mm. e larghi 42 ; sono costi-tuiti da una parte centrale che va arrotondai a

secondo la curvatura delJa camera di cornbu-st ior«, e da due linguette che vanno ripiegate

e in cui passano Je viti con dado che sosten-

gono rigidamente l'aletta. Al centro della parte

curva a distanza di 10 mm. dall'estremita in·

Ieriore si trova j] foro in cui passa la vite che

sostiene l'anello reggispinta all'interno, e il

sostegno stesso all'esterno, ,Le otto viti con dado sono in acciaio, del

tipo a testa tonda con filettatura 3MA e lun-ghe 5 mm. Possono essere sostituite da ribat-

tini in alluminio, che pero sono molto menu

resis ten ti.

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II peso totale dei pezzi costituenti I'irnpen-

naggio si aggira sui 150 gr.

Sezione aerodinamica

2°) i , l corpo a.nteriore

II corpo anteriore cornprende le d}le re-

stanti parti del razzo, e cioe il fumogeno ed

il compartirnento strumenti.

Esamineremo qui i contenitori, trattando a

parte il resto.

IIcorpo anteriore comprende dunque i se-

guenti pezzi:

n. 1 serbatoio fumogeno in anticorodal;

n. 1 raccordo in legno;

n. 1 contenitore comandi elettrici;

n. 1 raccordo in legno a sezione costante;n. 1 ogiva in legno;

n. 2 fondelli in anticorodal per fumogeno

n. 8 viti in acciaio da 3 x 10;

n. 1 2 viti Parker da 3 x 1 0 ;n. 4 viti Parker da 3 x 5.

II serbatoio del fumogeno viene ricavato

da canna anticorodal da 30 xl,S; e

mm. 300, ed internamente reca i due

in anticorodal trattenuti alla camera

da 3 x 10 in acciaio, che sono a testa

Queste passano attraverso gli otto fori radiali,

quattro per estremita, praticati nella parete a',.

distanza di 25 mm. dall'estremita: si avvitano '

negli appositi fori ciechi praticati corrispon-

dentemente sui due fondelli, e filettati con

maschi da 3 mm.; detti fori saranno profondi

12 rnillimetri. A 40 mm. dall'estrernita supe-

riore verranno praticati 4 fori 0 8 rnm., di-

sposti radialmente, per 10 sfogo dei gas pro-

dotti dalla combustione della miscela furno-

gena.

]1 pezzo e a bassa resistenza e va usato una

sola volta. Viene unite alia camera di combu-

stione mediante il raccordo in legno che e ad

esso trattenuto mediante Ie 4 viti Parker da3 x 10, mentre inferiorrnente si innesta nella

cavita del fondello rimanendovi trattenuto dal-

le stesse viti che trattengono il f'ondello alla

camera di combustione.

'II serbatoio per l'apparato elettrico e rica

vato dalla stessa canna del contenitore-furno-

geno, ed ha una Iunghezza di 150 mm. Va uni-

to al segrnento precedente mediante il rae-

cordo in legno che presenta diametro costantc

di 27 mrn.: tale pezzo e fissato ai due coritc-

nitori da viti Parker da 3 x 10 mm. passant i

attraverso fori radiali praticati a 10 rnm.

dalle estrernita dei tubi.

Occorrono per tale giunzione 8 viti del tipo

indicate.

Su questa serbatoio van no inoltre praticati

un foro 0 5 mrn. a 25 mm. dall'estrernita su-

periore, che va chiuso da un vetrino di ple-

xiglas incollato per la lampada-spia, ed un

altro foro rettangolare, di 10 x 5 mm. per i1

passaggio della levetta dell'interruttore a slit-

tino,Superiorrnente, a chiusura del cornparti-

mento strurnenti, si trova l'ogiva, il cui pro-

filo present a, a partire dalla punta, dapprima

una sezione conica, lunga 40 mm. con base 0

20 mm., poi una sezione a profilo curvilineo,lunga 55 mrn., ed infine una sezione cilindrica

o 30 mm. e lunga 25 mm.; segue posterior-

mente una sezione che serve all'innesto nel

tubo, e che percio ha diametro di 27 mrn. ed

e lunga 20 mm. Internamente I'ogiva presenta

uno scavo la cui funzione e di alleggerire il

pezzo, senza tuttavia compromettere la _sua

resistenza aile varie sollecitazioni cui e sog-getto questo pezzo. Lo scavo ha diametro

costante di 20 mrn. per una lunghezza di

80 mm.

L'ogiva va realizzata in legno duro, faggio

evaporato od altro, mediante lavorazione al

tornio. Va fissata al contenitore strumenti me-

diante 4 viti Parker da 3 x 5 mm. Per la sua

forma, assicura unot tirna pcncrrazione aero-

Super AntC11'81

A-81, con la sua su -

perba linea aerodl.namica e sa fta ta d al.

fa vernlcl.lfra Iiquattro colorl, ~

pronto per. II lan-

cio, Salir. rapidls.

limo nel 'clelo, dlse.

gnando la tretleno· .

ria con unCI lunga

Icia di fu .no b lan co,

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124

dinarnica, unita ad un basso peso e ad unabuona resistenza. II peso si aggira sui 30grammi.II peso totale dei due complessi rnontati, a

vuoto, raggiunge i 220 grammi circa.

La, miscefa fumogena

La composizione, come anche la prepara-zione e confezione della miscela fumogena, eanaloga al propellente.

Si preparera anzitutto una miscela che pre-senti una finezza pari a quella richiesta per ilpropellente, e che avra la seguente compost-zione:

zolfo in polvere .

zinco in polvere .clorato potassio in polvere

· '25%

· 50%· 25%

Si appronteranno intanto due formette conla carta oleata.

I 250 grammi di miscela richiesta verrannoimpastati con la soluzione di coliante alia ni-tro e acetone nelle identiche proporzioni delpropellente; identico e anche il tempo di es-siccazione richiesto, rnentre il rivestimentoandra benst eseguito con nastro Scotch, mastavolta del tipo colorato, ad esempio rosso,per evitare di confondere i grani di fumogeno

con quelli di propellente, iI che avrebbe risul-tati disastrosi, essendo tale miscela esplosivase sottoposta alIa pressione cui brucia il pro-pellente. Non sara necessario togliere le dueestremita ad ogni grano, bastando raschiarecon carta smeriglio fine.r due grani preparati verranno posti nel

contenitore-furnogeno, e superiormente si sten-dera uno strato di circa 1 em. di polvere leg-germente compressa, in cui saranno annegatele due resistenze di accensione.

I quattro fori di sfiato del gas risulterannoal momenta del lancio coperti da un giro di

nastro adesivo tela to, che verra bruciato all'i-nizio dena combustione del fumogeno.11peso dei due grani di miscela fumogena

raggiunge i 220 grammi circa.

Circuito ed elementi

La seconda caratteristica particolare delSuper Antares e costituita, come si e detto,dal sistema di comando elettrico inerziale. Sitratta di un circuito che nonostante la dena-minazione non presenta proprio nulla di stra-ordinario, anzi e quanto di piu semplice si

possa imrnaglnare, sia per il funzionamentosia per ilmontaggio.

Gli elementi costitutivi dell'apparato sono:n. 3 micropile da 1,5 Volts;n. 1 interruttore a mercurio, del tipo ver-

ticale;

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n. 1 interruttore a s!ittino;

n. 2 Iarnpadine a goccia rossa;

n. 2 larnpadine a goccia (da aprire).

Esaminiamo ora it circuito, per spiegarci it

Iunzionamento dell'apparato: esso si cornpo-nc anzitutto di una batteria di tre pilette «a

matita » da 1,5 Volts ciascuna, aventi dimen-

sioni di S O mm. di lunghezza per 14 di dia-

metro. Le tre pile sono collegate in serie, ed

alimentano due distinti circuiti posti in paral-

lela fra loro: l'interruttore a slittino apre e

chiude entrambi i circuiti, essendo posto sui

conduttore principale di alimentazione.

Uno dei circuiti alimenta la larnpadina-spia,

che e situata dietro I'apposito vetrino, ed e co-

stituita da una cornune lampadina a goccia,

o cosiddetta « p isellino ». rossa, che viene fis-

sata con collante del tipo « attaccatutto ,,: essa

serve naturalmente a rivelare se it circuito e

attivato 0 meno,

L'altro circuito alimenta le due resistenze di

accensione poste nel fumogeno e costituite da

due lampadine della stesso tipo della prece-

dente, cui si infrangera il vetro. Queste due

resistenze sono alimentate in parallelo; tale

circuito di accensione risulta pertanto dupli-

cato allo scopo di assicurarne il funziona-

mento.

11 vetro delle due lampadine verra infranto

con estrema precauzione; quindi, per mezzodi una lente di ingrandirnento, si verifichera

che le sottilissime resistenze di filo di tung-

steno non siano staccate, ed accertatane l'effi-

.cienza Ie si porranno tra la polvere fumogena

sciolta. I cavetti conduttori di questo circuito

di accensione usciranno dai fori di sfiato del

furno, per entrare successivamente nel com-

partimento strurnenti attraverso appositi fo-

rellini. 11 tratto passante all'esterno potra es-

sere incollato alia parete del razzo oppure

coperto da nastro Scotch.

L'alimentazione del circuito di accensione

non avverra direttamente, perc he lungo ilcircuito sie inserito l'interruttore a mercurio

del tipo verticale, che comanda I'accensione

solo in un determinato memento: l'interrut-

tore a mercuric e costituito da un'arnpollina di

vetro contenente del mercurio che normal-

mente viene utilizzato per chiudere il circuito,

ponendo in contatto i due poli sporgenti al-

!'interno dall'estrernita superiore, per semplice

rovesciamento dell'interruttore: rna nel nostro

casu invece della gravita viene sfruttata l'ac-

celerazione, che sappiamo essere totalmente

analoga alla gravita (che - rammentiamo -

e anch'essa un'accelerazione ). Consideriamo

difatti, per una pili chiara spiegazione, Ie pri-

me frazioni di secondo del mota del razzo:

esso infatti, finche dura la combustione e

quindi Ia spinta del motore, viaggia con una

tortissima accelerazionc, ehe si tramuta in

un'altrettanto brusca deeelerazione non ap-

pena cessa Ia spinta: pertanto il mercuric, che

ha una massa proporzionalmente maggiore al

resto del razzo, viene spinto, all'istante stesso

del burn-out 0 fine cornbustione, in avanti,

ehiudendo COS! il cireuito ed accendendo auto-

maticamente il fumogeno.

L'importanza di tale apaprato eonsiste nel

fatto che e identico a quello usato per l'ac-

censione del secondo stadio nel eomplesso bi-

stadio, e che percio offre il modo di familia-

rizzarsi con un apparato importantissimo an-

che se molto sempliee.

II cireuito verra montato unendo tra lora

tutti glieIementi, secondo 10 schema dato,

con cavetti elettrici saldati; l'assierne verra

poi allogato nel contenitore secondo la dispo-sizione data in figura, riempiendo il restante

spazio vuoto con ritagli di gommapiuma, per

ammortizzare, per quanta possibile, urti e

scuotimenti. L'interruttore a slittino verra fis-

sato con lc proprie viti alIa parete della ca-

mera, e la sua levetta passera attraverso I'ap-

posito foro rettangolare; naturalmente l'inter-

ruttore sara posto nella posizione di circuito

chiuso soltanto quando il razzo sara pronto

!II

II

Gli ultimi conlrolli

sono sempre quelli

dei colleg,amenti

elettrici Ira II razZo

e la cassetta di slcurez:(a

125

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8/4/2019 Tecnica Pratica 1963_02

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II lancio del razzo deve avvenire in condizioni di

perfetta visibilitis, e in assenza totale di vento.

al lancio sulla rampa, mentre durante tutte le

altre operazioni preliminari restera sigillato

nella posizione di circuito aperto da un pez-

zetto di nastro adesivo. Il peso dell'apparato

elettrico si aggira sl.ti 50 grammi. Pertanto il

peso totale del corpo anteriore sfiora i 500

grammi.

Vemiciatura \

La funzione principal~ della verniciatura di

un razzomodello deve essere quell a d!i esaltare

al massimo la visibilita del razzo a terra e in

volo, oltre aile funzioni protettive,

Pertanto consigliamo il soli to schema del

corpo bianco con- fasce 0scacchi rossi e ncri:

Ie parti in anticorodal possono restare sco-

perte, purche vengano lucidate a specchio in

modo che mandino riflessi d!i sole utilissirniper l'osservazione in vola; la ogiva viene ver-

niciata in nero.

Consigliamo l'uso di vernici alia nitro date

a spruzzo,

Per Ie alette si combineranno nel modo ri-tenuto pili opportuno zone lucidate a spec-

chio con altre a colori vivacissimi, che spic-

chino sia in volo che a terra, COSl da faci-

litarne il ritrovamento dopo I'impatto: consi-

gliamo 'in modo particolare la vernice rossa

fluorescente, sia per Ie alette che per ilcorpo.

Logicamente si evitera di verniciare I'ugello

ed i pattini.

Preparazione finale

A questo pun to il razzo sara pronto al Ian-

cio. E' rnolto irnportante [a scelta della loca-

lita ove eseguire il lancio, in quanto deve es-

sere di conformazione naturale tale da perrnet-

tere il lancio in condizioni di piena sicurezza:

pertanto dovra essere pianeggiante e munita

di ripari naturali. ~,I lancio avverra soltanto

con perfetta visibilita e in assenza di vento.

Riassumiamo qui Ie operazioni preliminarial lando: posta la rampa, del tipo RLA.013 al

centro di uno spiazzo possibilmente brullo, la

si orientera verso una zona assolutamente de-

serta, con un angelo di 80"-85°.A distanza di

pochi metri dalla rampa verra posta Ia casset-

Tabellina riassuntiva dei dati caratteristici del razzo

Peso totale al lancio gr. 1675

~~~~·P=-e-s-o-aj-burn-out gr. 1125~---~--=---~---,---:-,--~~-------------------- ------=---..,.--=-------------

Rapporto di massa 1,48

Velocita massim-a--r-a--g-gl"--'u-n-g'i"'"b"'ilC-e--- 97:5 m/sec----I

pari a -c_3 ..5..1,-k_m_ l_h ~~,J·-------Quota raggiungibile - mt. 475 I

-·--------;OO=-u-r-a'Ct'-a---,-to-tC"'a·'-e-v-o'lo----'-------·---·-'--~-t----""'2~O'"- -s-e-c~~---~-----·---I

Tempo -(j.Tsalita -- --------- -~---1~------,1"0;:-="s-ec-.--------- ..----

-------G"C-;j~t-t-a-ta~c-o--n--a~n~'g~0~1'--o~d""i-t~i-ro-8=-OO""-----------01""00"'--:""1-=5""0-m-t-.c7ir-c-a---------~1

----=P~ressione di combustione--c

-------t----'6-=S-aC"'tm-.-------'-----

Klernmung ~-------- --17,3~-

-----~~-----~~--~_7----~---~~---Rapporto di espansione (area ratio) 13,63

,-----------+----""=c=~------------13,75 kg. sp,

t--------...:;--;-~~~~--------------27 kg. s p - : -

----mm.30

----------t-----m-m-.-:;-l-=SO~-----------'------

mm.1098

Impulse totale

Spinta~-~~~----~~-------

Oiametro del corpoI-~-----~-----

'Apertura impennaggi

Lunghezza « fuori tutto »

126

------- -~--

Page 49: Tecnica Pratica 1963_02

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ta di accensione AAS.015; i contatti di questa

verranno collegati al razzo solo al momento

di allontanarsi dalla rampa. Posto il razzosulla rampa dopo averne assicurata la stabi-

lita sui terrene 5 1 procedera all'inserirnentodei contatti con la cassetta di accensione;

quindi si attivera il eomando inerziale posto it

bordo del razzo. A questo punto ci si allon·

tanera dalla rampa di una distanza minima

di 50 metri, e dopa un breve conteggio alia

rovescia si procedera al lancio. II razzo sa-

lira rapidissimo lasciando il solito caratteri-

stico nuvolone di fumo bianco, cui seguira

immediatamente la scia di fumo bianco la-

sciata dal fumogeno, che disegnera nel cielo

un arco riproducente la traiettoria del razzo.

Dopo 20 secondi di volo il Super Antares

piornbera a terra, impattando "contra iI suolo

ad una velocita di oltre 350 krn/h, e si con-

ficchera profondamente nel terrene emer-

gendone soltanto per gli impennaggi.

L'altexza raggiunta

Consigliamo di predisporre squadre di os-

servatori, in modo che alcuni possano crono-

metrare il tempo esatto di volo, da cui S I

desumera l'altezza raggiunta, aItri possono,can un teodolite, registrare un angolo da cui

desumere trigonometricamente Ia quota di

tangenza; aItri infine possono can binocoli os-

servare il razzo in vola e, se muniti di cine- I

prese con teleobbiettivo, film are delle belle edinteressantissime sequenze.

Sara in ogni casu utile riprendere can una

cinepresa alrneno la partenza: nota la velo-cita della pelhcola in fotogrammi/secondo, si

potra facilmcnte poi desumere qualche dato

come il tempo di combustione, ed osservare,

istante per istante, Ie prime fasi del decollo.In ogni caso si potranno anche ottenere !

delle interessantissime fotografie, in bianco- i

nero 0 a colori; tutto il materiale foro/cinema- I

tografico impresso ad ogni lancio, costituira, I

oltre che un piacevole ricordo, ariche e soprat-

tutto una interessante documentazione tee-nica,

Anche con una sempliee macchina fotogra-

fica munita di leva a trazione rapida e possi-

bile eseguire alrneno 4-5 fotografie in rapida

successione, a patto che I'operatore abbia I

prontezza di riflessi e presenza di spirito, 01-

tre ad un certo allenamento; esse potranno

costituire uria magnifica sequenza fotografica.

specie nel caso di razzi con fumogeno, qua lc

appunto il Super Antares.

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127

Page 50: Tecnica Pratica 1963_02

8/4/2019 Tecnica Pratica 1963_02

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(2

p ( n O n O l O G Inotevole campo, che influenza i componenti

dell'orologio e pili precisarnente le parti in

acciaio. Salvo il caso in cui l'orologio e co-

struito in lega antimagnetica, si ha che le

parti in acciaio, investitc dal campo magneti-

co, diventano altrettanti piccoli rnagneti, per

il noto fenomeno della isteresi rnagnetica. In

questo caso la reciproca attrazione tra Ie va-

rie parti ne rallenta i movirnenti e, in certi

casi, l'orologio rimane addirittura bloccato.

Una soluzione a questa problema la si puo

trovare, soluzione che del resto non comporta

difficolta, rna per Io rneno una spesa iniziale, a

meno che non si voglia ricorrere ai servigi non

E' ;nd;spensabile

per I'orologiaio

ma e mollo utile

01 dilettante

Un inconveniente al quale va soggetto, sia

il dilettante che il radioriparatorc e la

magnetizzazionc dell'orologio da polso,

magnetizzazione che nella maggioranza dei

casi e dovuta alia vicinanza dei campi magne-

tici prodotti dagJi altoparlanti, Gli altoparlanti

attuali, hanno alcune par ti, costruite in leghe

Iortemente rnagnetiche, lc quali producono un

Fig. 1 • Schema elenrlco

Rl 100 ohm

R2 • 22000 ohm

,Cl • 0,1 mF 1500 V.

C2 • 0,1 mF 1500 V.

C3 • 4 mF 1000 V.

51 • Interruttore

52 • Devlatore

L 1 • Vedi testo

+ RS2

f)1==========~c~~--~ --~~--!

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del tutto gratuiti di un orologiaio, qualora que-

sti disponga della necessaria attrezzatura,Ma come si pub ridurre a zero l'isteresi rna-

gnetica di un pezzo di acciaio? In altre parole

in quale modo si pub smagnetizzare l'acciaio?Sottoponendolo semplicernente a un campo

magnetico variabile, la cui intensita dirninuisca

gradatamente fino ad essere uguale a zero.In pratica, come vedremo in seguito, si uti-

lizzera un campo elettromagnetico ad ondesmorzate. Non si impressioni il lettore princi-

piants se qualche termine non e per lui per-

fettamente assimslabile, in seguito ci riser-

viamo di chiarire meglio il funzionamento

del complesso.

Schema elettrico

II nostro strumento e estremamente sern-plice e come gia detto, pub risultare utile sia

al dilettante, sia all'orologiaio che piu frequen-ternente puo utilizzarlo. Tuttavia il dilettante,

anche se non ritiene di grande utilita un di-

spositivo di questo genere, pub ugualmente

costruirlo su comrnissione, per un riparatore

di orologi, cosa questa che potra permettergliun guadagno che potra sempre risultare utile.

II circuito si compone, come visibile nella

schema elettrico di fig. 1, di due raddrizzatori

al selenio da 250 V, da tre condensatori, da

una resistenza e una bobina.

Esso viene alimentato direttamente dallarete luce a 220 Volt. Chi non dispone di tale

tensione alia rete di alimentazione dovra faruso di un autotrasformatore, come si vede in

fig. 2.

I due raddrizzatori al selenio RSI-RS2 ri-

sultano collegati in circuito duplicatore ditensione. Cio perrnette di ottenere ai capi del

condensatore C2 una tensione pari a circa

2,8 volte Latensione di entrata, il che significa

che da una tensione di entrata di 220 volt, sipassa a circa 615 volt.

II lettore notera che le capacita dei conden-

satori C1 e C2 sono relativarnente basse, rispetto a quelle che di solito siusano in uno

stadio alimentatore, rna cio e dovuto al fattoche la corrente richiesta dal nostro dispositivosmagnetizzatore e moho debole. Infatti si

tratta sernplicemente di car'icare i1 conden-

satore C3, la cui capacita e di 4 mF. Questo

condensatore risulta del tipo a carta e deve

avere una tensionedi lavoro di 1000volt. Uri

condensatore di questa tipo puo venire scelto

tra quem usati nei flash elettronici, rna 1 0 sipub sostituire con piu condensatori di minor

capacita collegati in parallelo. Ad esernpio sipossono impiegare quattro condensatori da

1 mF in parallelo, oppure 8 condensatori da

0,5 mF. In ogni. caso, la tensione di lavoro diquesti condensatori dovra essere di almeno1000volt.

I!cornponente piu delicato e la bobina LI,

la quale e avvolta su di un nucleo ad « olla »

in ferrite, per ridurre al minimo Ie perdite.

Essa dovra essere autocostruita.

i

l

II

Funzionamento

II tunzionamento e estremamente semplice,

La corrente continua fornita dall'alirnentatorepassa attraverso la resistenza R2 e carica il

condensatore C3 da 4 mF. Naturalmente il

deviatore S2 deve essere mantenuto nella posi-

zione 1. Dopo una decina di secondi, il con-

densatore e carico e si pub cornmutare i1 de-viatore S2 nella posizione 2. In questo caso,

il condensatore C3 e la bobina L1 eostitui-seono un cireuito oscillante, che per Ie caratte-

ristiche dei cornponenti, oseilla sulla frequen-

Fig. 2 . Non dl.lponendo d.llatenslone dl retedl 220 volt, IIrende necelsarloI ' implego dl un

a u t o t r a s J o r m a t ~

... dl allmenta-

zione per eleva-re lea ••"sloneal valor. rlchl..ItO.

2:-0 _-="'='"160 I

140 I

tlS ;

11 0

129

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Fig. 4 - Schema prati-

co dello IImagneUua·

tore. L'intero eemples-

1 1 0 rilulta allogato in

una scatola di plasti.

ca. I componenti 10'

no fissati su unQ ba-

,etta isolante che fun-

ge do fondo d.lla sca-

tola. Sled S2 sono

applicati lui fronte

della scatola. La bebl-

no L1 va polta lotto

la feritoia praticata

nella scatola come de.

$critto nel testo.

za di circa 500 Hz. A questa frequenza, si

producono delle oscillazioni smorzate per la

scarica progressiva di C3. Ma qualcuno sichiedera: cosa significa oscillazioni smorzate?

Significa che le oscillazioni prodotte dal cir-

cuito dirninuiscono progressivamente di in-

tensita fino ad annullarsi. In altre parole, Ie

osciUazioni sono massime quando il condensa-tore e completarnente carico e man mano che

esso si scarica attraverso la LI, le oscillazioni

diminuiscono di intensita fino ache l'elettrl-

cita accumulata precedentemente dal conden-

130

Fig. 3 • La bobina L1 e av-volta IIUnucleo di ferrite del

tlpo ad « olio ». Tale nucleoe costituito do tre pezzi se·

parati: un nucleo (polo een-

trale), un anello (polo ester-

no) e un dischetto (fondei-

10).

satore e esaurita. A questo punto non si han-

no piu oscillazioni. ,

Di pari passu aile oscillazioni la bobina L1

produce un campo magnetico variabile, la cuiintensita diminuisce col diminuire della am-

piezza delle oscillazioni. Se noi avviciniamo

un orologio al lato superiore della bobina,quello aperto (fig. 3). esso si trova immerso

in un campo magnetico variabile, campo que-

sto che al pari delle oscil1azioni si riduceprogressivamente a zero.. In questo modo si

vengono ad eliminare le eventuali tracce di

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magnetismo esistenti nelle parti in acciaio

dell'orologio.

Lo stesso orologio puo essere sottoposto an-

che a piu smagnetizzazioni, nel qual caso ba-

sta riportare il deviatore 52 in posizione 1,

attendendo una decina di secondi per la rica-

rica e quindi riportandolo nella posizione 2.Questo, in sintesi, il funzionamento.

Come si vede e abbastanza semplice e quivorremmo aggiungere quaJche parola, per fare

una giusta valutazione del nostro progetto.

Se 10 confrontiamo a quelli solitamente usati

dagli orologiai, dobbiamo convenire che e piu

costoso, poiche di solito per Ia srnagnetizza-zione viene usata una semplice bobina con

elevato numero di spire, percorsa da corrente

alternata, all'interno della quale si fa passare

l'orologio. Ouesto sistema pur dando risultati

buoni per ,quel che riguarda la srnagnetizza-zione, sottopone le parti metall'iche dell'oro-

logio a sensibili vlbrazioni che potrebbero

danneggiare l'orologlo stesso.Dal lato pratico, riteniarno sia molto piu

conveniente ilnostro smagnetizzatore, il qua-

le Iavora con una corrente molto debole e

quindi anche il campo magnetico non e tale

da produrre danni aIle parti meccaniche.

Costruzione della bobina e montaggio

La bobina U il componente piu impor-

tante del complesso, e deve essereautocostrui-

taoA questo scopo, il lettore dovra procurarsi

un nucleo ad «olla », in ferrite, che abbia ledimensioni indicate nel disegno. Piccole dif-ferenze: nelle dimensioni non portano ad in-

convenienti di sorta. La Philips ad esempio

dispone di un vasto assortimento di nuclei diquesto tipo, tra i quali risultera facile trovarequello necessario.In fig. 3 vediamo come e compos to iI nucleo

occorrente. Notiamo ilpolo esterno, che altro

non e che un anello in ferrite, avente un dia-

metro 20 rnm: infine il fondello a forma di

40 mm; il polo interno e un cilindro con dia-

metro 20 mrn: infine il fondello a forma d!i

disco avente un diarnetro di 50 mm. Ripetia-mo: tutti questi cornponenti sono in ferrite.

L'avvolgimento risulta effettuato su di un

cartoccio (fig. 5), che a sua volta 10 si dovra in-trodurre nel nucleo ad olla. II cartoccio va co-struito in cartone e sullo stesso si avvolge-

ranno 600 spire di filo di rame da 5/10 di dia-

metro. Si tratta di file molto sottile, per cui

si dovra usare la massima attenzione nell'av-

volgerlo, poiche esso e facilmente soggetto a

rottura.Tutti i componenti vengono allogati all'ln-

terno di una scatola in 'materiale plastico diqualunque tipo, le cui dimensioni potranno

essere scelte a piacere dai lettori. La sola cosada tener presente e che la capacita di questa

scatola permetta di contenere agevolmentetutti i componenti. -

Sulla parte superiore della scatola, si dovra

pta ticare una apertura tale che vi si possa in-

trodurre un qualunque orologio. Noi consi-

gliamo una apertura rettangolare di em 8 x 6,in modo che si possano smagnetizzare anche le

eventuali « cipolle » da tasca.Sotto I'apertura verra sistemata la bobina

Ll, con la parte aperta rivolta verso l'alto. Tra

bobina ed apertura si interporra una sottile

lastra di materiale isolante che verra fissata

alla scarola mediante collante.

I componenti, vengono fissat] su di una ba-setta di materiale isolante (fig. 4) esclusi S1

ed 52. Inoltre Ll dovra essere fissata in modo

che il latoaperto, quello senza fondello, ri-

sulti esattamente sotto l'apertura. Se la scatola

e alta, si dovra porre sotto la bob ina uno spes-

sore in legno 0 di altro rnateriale isolante. In-fatti se la distanza tra Ll e l'orologio fosse no-

tevole il campo magnetico che essa produce

non riuscirebbe a smagnetizzare l'orologio, op-

pure 10 smagnetizzerebbe rna in misura in-sufficiente. .

Nella parte frontale della scatola si trovera

modo di sisterpare l'interruttore SI e il de-viatore S2.

A questa punta possiarno considerare terrni-

nato il montaggio e non rimane che mettere

in funzione il cornplesso, provandolo su pic.

coli oggetti in acciaio che risultino magnetiz-zati.

FI,. J - L 'a¥Y Otglm ento cIeIb

boilina L 1 .1 efft t 'ua IU di

un cartocclo dl carto cIeI-I. Forma dl un race to . Le

lue dl . .. . nllonl IOno tall c ia

,omlo agevolmente hifllar.nel nue l_ ad «olla •.

131

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8/4/2019 Tecnica Pratica 1963_02

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Po il. suO tero 10

RiChies~ a ~aie per,stro roan 1 roe1llor~a,

~~iluPPO d.ellllto figlio.r usc d~ - dOpo So~

k~fettiValllen~ee' 10 aveva

10 due ore le. no let to SU

ricevuto,. g ~a una serierich~es li 1IIi ha

sua , he eg b ~di n01ll~' c ttamente a

t to asa ·la 1116-ripe u. sulla sosandOSl.rooria. i 13~ Milano

Giovann

oro quanta pesa. Non

sospettavo che le regole

per riccrdare fossero co-

semplici..."

"Vi .l'1ngl'a '

Vig1ioso' C ~l~ del lUe!'a_Sono . . ISO . R d

. rlll'lasta a a), .dl aVer Pot stUpefattade utore solo in apPren_

re, il lUetod un Paio d'o-

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Page 56: Tecnica Pratica 1963_02

8/4/2019 Tecnica Pratica 1963_02

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•51 •Imparano a acuula

I"dubbiamente la chimica pub servire a

produrre prodigi e rnagie. Ne abbiamo pre-

sentato e descritto molti, nei precedenti

numeri della nostra rivista, entusiasmando

una buona parte di lettori, anche coloro che

di chimica non si interessano affatto. E se ab-

biamo destato entusiasmo ed interesse, cio 10

si deve alia particolare sceJta di argomenti

che, tradotti in pratici esperimenti, avevano

il sapore deJla originalita e della curiosita.

II lettore ha potuto con essi divertirsi nel-

l'ingannare piacevolmente parenti ed amici

con una pratica che, per gli Ignari in materia

di chimica, sembrava piu di scienze occulte

che di chimica vera e propria. Sono sernpre

state, dunque, esperienze ad effetto quefle da

noi presentate finora, esperienze da eseguire

al chiuso, nel laboratorio, 0 all'aperto, nel

giardino. Esperienze mai pericolose rna sem-

pre piacevoli e assolutamente economiche.

Ed anche quanta vi insegneremo ora potra

costituire un motivo di divertente ingannoper i vostri parenti ed amici. Mostrerete in-

fatti loro un pezzo di carta che sembrera per-

fettamente bianco, Lo riscalderete, 10 mette-

rete nell'acqua 0 10 tratterete con un'adatta

sostanza chimica, E poi esordirete cost: « Abra-

Fig. 1 - Sciogliendo 1 .0 zucclnero neWacqua s] ottie-

ne un'inchiostro simpatico che, al eelere, sl rivela

di color merrene, Chimicamente sl tratta di un

fenomeno di essldealene del'lo zucchero.

cadabra! Ecco: c'e scritto un messaggio se-

greto! ».

Come avrete capito, l'argomento trattato

verte sugli inchiostri simpatici, quegJi inchio-

stri doe che rimangono invisibili fino ache 10

scritto non venga trattato con reagenti chi"

mici 0 termici e tra i quaJi i piu comuni sana:

il latte, 10 zucchero disciolto, l'allume, ilSUCCD

di limone, Ie soluzioni di antipirina, di sali di

cobalto, di acido tannico, ecc. Ma c'e di piu:

vi insegneremo, infatti come poter scrivere in

modo indelebile sulla lama di un coltello, di

un temperino e, in gensre, sui metalli.

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Scr,ittura marrone

E cominciarno subito col presentare una ri-cetta per un inchiostro simpatico che, al suo

rivelarsi, appaia di color marrone, Per otte-

nere cio sciogliete un cucchiaino di zucchero

in un mezzo bicchiere d'acqua. Immergeteci

dentro un pennello e scrivete un messaggiosu di un pezzodi carta ruvida (non satinata).

Lasciatelo asciugare. Per' far ricornparire la

scrittura riscaldate il foglio tenendolo a circa10 cm. sopra la vostra fiamma ad alcool

(fig. 1) 0 mettendolo in un forno per pochi

istanti. Lo zucchero si ossidera a causa delcalore, e Ia scrittura apparira chiararnente in

bruno-marrone, Potete ottenere un effetto si-mile scrivendo pure con succo di limone, latteo aceto (fig. 2).

ScrHtura nera

Se volete ottenere, invece, una scrittura

nera, dovete mettere una misura di allume in

un cucchiaio d'acqua e poi il tutto in una

provetta. Ricordiamo che l'allume e quella

pietra che si passa suI volto, dopo la rasatura

delhi barba per chiudere eventuali piccoli ta-

gli 0, comunque, Ie fuoriuscite di sangue.

Scuotete bene la provetta per far sciogl'iere

tutto l'allume. Servitevi quindi della soIuzione

di allume come di inchiostro, e sviluppatela

poi con il calore, nello stesso modo come avete

fatto per la soluzione di zucchero. Vi aceor-

gerete che l'a vostra scrittura questa volta sara

di color nero.

« Abra,adabral »

Ecco:

ere ser;tto

un messagg;o

segreto!

'Fig. 3 - La scrittu~a che appare

e scompare, bognando e facen-

do asciugare alternativamente 1 0

scritto, si ottlene mescolando op-

portunamente acqua, ammo:nia-

ca e olio.

13;')

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" j' ",-,

;)"'v

.. ,

Flg . 4 • Per"Poier ICrlvere In.I.wlmen.te sui metallo, come ad esempio svlla I.ma dl un temperino, la prima COla c i a fa.

r e ~ quella di riv_tlre di cera la lamadopo averla pulita con pletra pomice •rlscaldata aU a flamm a.

FIt. 5 - Dopo a ve r la scI ato rctffreddaN Ialama, ,I pOW tcrlven IU dl .... .I~do Ie latte re con Ult pVft leruol0.

1 3 6

Scrittura che appare e scompare

Versate un centimetro di ammoniaca in una

provetta. Tenetela lontana dal naso quando

versate. Aggiungete una goccia di olio da tao

vola (fig. 3). Riernpite la provetta d'acqua per

circa tre quarti. Mettete il poll ice sull'irnboc-

catura e scuotete bene. Immergete un pennel-

tina nel liquido e scrivete qualcosa oppure

fate un disegno su un foglio bianco. Lasciatelo

asciugare. La scrittura sara invisibile. Per

fare riapparire la scrittura immergete la carta

in acqua. Quando la carta si sara asciugata

quello che vi e scritto diventera di nuovo invi-

sibile. Potete ripetere I'operazione tutte le vol-

te che volete.

Come scrivere sui metallo

Se volete scrivere il vostro nome in modo

indelebile su di un pezzo di metallo, ad esern-

pio sulla lamadi un temperino, c'e un modo

molto semplice per realizzare questo deside-

rio. Pulite la lama del temperino con la pie-

tra pomice. Riscaldate la lama sulla fiamma e

poi rivestitela di uno strato di cera pass ando

la lama calda attraverso una candela come

indicato in figura 4, Lasciate raffreddare; poi,

con un punteruolo d'acciaio scrivete sulla cera

quello che vi interessa, ad esempio Ie vostre

iniziali come indicato in figura S.

Scrivete in modo da incidere la cera fino

ad arrivare alla superficie metallica della la-ma del temperino. Riempite quindi una pro-

Yetta con tintura di jodio ed immergetevi la

lama del temperino fino a coprire quello che

avete scritto (vedi figura 6). Lasciate la lama

nella tintura di jodio per circa mezz'ora, poi

toglietela, lava tela con acqua fredda, fate

scornparire tutta la cera prima riscaldando la

lama e poi raschiandola. Quando avrete to110

tutta la cera, troverete la vostra iscrizione

incisa indelebilmente sulla lama.

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I

~~@o®e~o~o@eo®- - . _ - ,

Lriproduzione acustica ad alta fedelta e

cggi una esigenza precise e pill che giu-stificabile di tutti colora che amano la

buona rnusica, quella veramente intesa come

purissirna espressione d'arte. E si puo dire che

i risultati qualitativi ottenuti dalla tecnica nel

campo della registrazione e della trasmissione

del suono siano tali da soddisfare chiunque,

L'alta fedelta, per altro, costituisce iI prezzo di

lunghi studi, di molteplici progettazioni, di

continui perfezionamenti che, alia stato attua-

le, costituiscono ancora motivo di fervore e di

rinnovamento tecnico alIa continua ricerca

del meglio.

E se per it tecnico l'amplificazione ad alta

fedelta costituisce un motivo di vanta e di

continuo interesse, il possesso di un apparato

amplificatore Hi-Fi, per l'amatore di musica,

e cosa di ordinaria amministrazione. Ouindi, se

appena qualche anna addietro it riproduttore

ad alta fedelta poteva considerarsi un privile-gio di pochi fortunati, oggi esso e divenuto un

-F IA TRANSISTOR'I

mezzo di riproduzione e di ascolto, molto co·

mune, tanto quanto 10 era appena una tren-tina d'anni or sono it classico e rudimentale

fonegrafo a tromba.

Quasi tutte le industrie specializzate nell'acu-stica elettronica costruiscono oggi apparati

arrrplificatori e preamplificatori, di tutti i ti-

pi e di tutti i prezzi. Anche noi del resto, ab o

biarno gia pubblicato, in preced!enti numeri

della nostra rivista, apparati amplificetori ad

alta fedelta, di facile costruzione e assai eco-nornici. Quello· che ancora non avevamo pre'

sentato ai nostri lettori, appassionati di ra-

diotecnica, e un apparato preamplif icatore,

funzionante a transistori, come quello descrit-

to in queste pagine,

Che ees'e un preamplificatore

Corne si sa, ogni amplificatore di bassa fre-

quenza, per pater funzionare, cioe per pateressere « pilorato ", deve essere fornito, alia

1 3 7

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sua entrata, di una tensione variabile, che e poiquella presente sui terminali del trasduttore(rnicrofono, pick-up, ecc.), di sufficiente am-piezza. Se tale tensione e di valore inferiorea quello richiesto dall'entrata, dell'amplifica-tore, si ha un cattivo funzionamento oppurela mancanza assoluta di funzionamento dellaamplificatore stesso. In tali casi, per altro

molto cornuni, occorre dotare il complesso am-plificatore di un apparato preamplificatore da

inserire fra il trasduttore e I'amplificatore.Si definisce pertanto comunemente come

« preamplificatore» un piccolo amplificatoredi tensione a uno 0 piu stadi, da interporsi traun trasduttore di energia e un amplificatorepropriamente detto, quando la tensione varia-bile ai terminali del trasduttori non abbia am-piezza sufficiente al pilotaggio dell'arnplifica-tore. E' questa la definizione piu comune, com-presa in poche parole, di un apparato pream-plificatore, E come ogni altro apparato radio-

elettrico, anche il preamplificatore e sogget-to a particolari esigenze tecniche costruttive,presentando esso taluni motivi piuttosto criti-ci. Ad esempio, in un prearnplificatore 10 scher-maggie dei vari componenti e della massimaimportanza, in .quanto un disturbo, anche rni-nimo, viene fortemente amplificato dalJ'ampli-ficatore. I collegamenti di entrata e di uscitadevono essere dotati di scherrno adeguato. An-che la tensione di alimentazione deve essererigorosamente costante; se essa e fornita daun alimentatore in alternata, deve essere scru-

polosamente f'iltrata, Questi ed altri sana icriteri tecnici costruttivi fondamentali chestanno alia base di ogni buon preamplificatore.Ma veniamo al nostro preamplificatore a tran-

sitori il cui schema elettrico abbiamo rappre-sentato in figura 1.

II circuito elettrico

Pur essendo dotato di due transistori, il no-stro preamplificatore ad alta fedelta e dotatodi quelle stesse qualita tecniche di cui godonooggi i preamplificatori a valvole, n nostro cir-

cuito possiede tutti icontrolli che si possonocomunenmente riscontrare negli analoghi ap-

parati a valvole e cioe i controlIi di equalizza-zione, di tonalita (note gravi e note acute) e ifiltri necessari quando ci si propane di ridurre

al minima il rumore di fondo e di aumentareiI rapporto segnale/rumore. Le qualita che per-mettono di classificare questa prearnplifica-tore nella categoria degli apparati ad alta fe-delta, cioe con debole tasso di distorsione ar-

monica, debole rumore di fondo e guadagnoelevato, sono state raggiunte, come abbiamo

detto, grazie all'irnpiego di transistori, com-ponenti, questi, che hanno dato perf'ezio-

]39

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" ' ' ' '>. . . . . .. . . . ",

FI,. 2 - Schema pratlco delp .... m p llflcatore H I·fI a tran -

slltorl.

14()

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namenti tecnici imprevedibili nel corso di que-

sti ultimi anni.

Due sono gli stadi in cui si articola ilfunzio-namento del prearnplificatore: il primo stadio

risolve ilproblema di equalizzazione per rnez-zo di un circuito di controreazione selettiva

permettendo l'adattamento del prearnplifica-tore a ben cinque entrate diverse. IIsecondo

stadio risolveilproblema di controllo di to-

nalita, facendo impiego deUa controreazione e

perm etten do it controflo di una vasta gamma

delle note acute e di quelle gravi.

Le cinque entrate di cui e dotato il pream-

plificatore permettono I'accoppiamento del

complesso con cinque trasduttori diversi. Ve lielenchiamo:

ENTRATA t ::::pick-up niagnetlco

ENTRATA 2 = pick-up a cristalloENTRATA 3 :::: radlortcevttore

ENTRATA 4 = mlcrofono

ENTRATA 5 = registratore.

Stadio d'entrata equalizzatore

L'equalizzatore (detto anche egualizzatore)altro non e che un sernplice dispositivo a re-

sistenza-capacita posto all'entrata dell'ampli-

ficatore e quindi in serie al trasduttore con-

nesso (ad esernpio il pick-up), avente 10 sco-po di modificarne la curva di responso in

modo da adattarla, equaIizzarla Con le carat-

teristiche .dell'amplificatore e soprattutto con

le esigenze deU'ascoltatore. Pub avvenire, in-fatti, che ilIivello sonoro sia basso ir i corri-spondenza di uno dei due estrerni della gamma

di frequenza, oppure che sia eccesslvo, in tal

caso l'equalizzatore non solo e opportune rna

necessario.

Comunque, nel caso del nostro circuito,

per ottenere unaqualsivoglia curva di equa-lizzazione basta intervenire suIle resistenze R7ed RIO e sui condensatori CS e C6 scegliendo-ne gli oppurtuni valori. n valore di R7, deter-mina ilguadagno di corrente dello stadio d'en-

trata mentre la resistenza R10, che rappresen-ta I'impedenza d'entrata, dipende dal guada-gno di' tensione dello stadio.

I valori da noi attribuiti ai componenti 1 0stadio d'entrata sono quelH che si riferiscono

aUe curve di equalizzazione piu utilizzate e piil

comuni. L'entrata per pick-up rnagnetlco, da

noi prevista, ben si adatta aile testine di ripro-

duzione che hanno un'induttanza dl 500 mHo

Per pick-up non induttivi vale a dire a cri-

stallo si rende necessario un circuito attenuata-re alle alte frequenze. Questa funzione, nel no-

stro schema, e svolta dalia resistenza R8 e dal

condensatore C5.

dal 1 febbraio

questo

ei\

N U O V O _ .. 'N D 'R ' Z Z O . d , .1ecnica Ptatlca.

E D I Z I O N !

C E R V ' N I ~ · .~'A Z U R £ T I I , 6 4 - M'~AN2

•••la corrispondenza

di ogni genere,.

9 \i abbona",ent '~ d .devono essere m , . .

riz zati come sopra.

Secondo stadioIIsecondo stadio del preamplificatore com-

prende i controlli di tonalita per le note gra-

vi e per quelle acute; il potenziometro R16 co-stituisce il controllo manu ale di tonalita delle

note basse, i1 potenziometro RI8 costituisce i1controllo manuale di tonalita delle note acute.Entrarnbl questi due potenziometri sono 'a va-

riazione lineare.

L'intero circuito di controllo di tonalita ecalcolato, per mezzo dei valori attribultialle

resistenze R24 ed R25, in modo che it guada-gno di questo secondo stadio, alle medie fre-

quenze della gamma di bassa frequenza sia

uguale a 3.

Chi volesse ottenere una variante nella cur-

va caratteristica di varlazione del toni' acutidovra intervenire nel circuito cambiando il

valore da noi attribuito a C9.

' 1

141

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Entrambi ipotenziometri di controllo della

tonalita, in qualunque posizione essi si trovi-

no danno luogo ad un aumento della contro-

reazione e della corrente diretta alla base deltransistore TR2.

Iiltri

L'attenuazione delle frequenze apportata daifiltri aIle estrernita della gamma di bassa fre-

quenza varia secondo Ie posizioni del poten-ziometro di controllo di tonalita, dato chel'azione del filtro e quella del regolatore di

tonalita sono attenute utilizzando la contro-reazione sullo stesso trans istore. La posizionedi rinforzo massimo del controllo di tonalitacorrlsponde alla pendenza mas sima della cur-

va del filtro corrispondenza. Cio assicura la

piu larga discriminazione delle frequenze al

di fuori della banda di bassa frequenza nel

caso in cui queste si rivelino indesiderabill.II filtro passa-basso del nostro schema elet-

trico di figura 1 e rappresentato dana resisten-

za R28 e dai condensatori C16, C17, C18, C20,C2l, c z z .Il commutatore S3-S4e disposto normalmen-

te sulla posizione indicata nella schema elet-

trieo di figura 1;·in questa posizione la fre-

quenza di taglio del filtro e di 20 KHz, men-

tre nelle posizioni rimanenti Ie frequenze di

taglio sono rispettivamente di 10 e di 6KHz.Queste due posizioni del commutatore 83-84

vengono utilizzate quando si tratti di musiea

riprodotta da vecchi dischi oppure si ascoltinole trasmissioni radio a rnodulazione di am-piezza.

Fig_ 3 - Le curve riportate I,n figura indl<ano 10

andamento del guadagno In decibel in corrlspon-

den:za delle variO%loni di frecfuenza al varlare del"

la regolO%ione di tonalita. Le curve tratteggiate

indlcano una pOlllblle variahte otten uta con l'e-IImina:zione del condensatore C9.

+14

+ 12

+\ 0+ a+ 6

.. 4

+ 2

o- Z

- 4

- G

-I

-10

-It

-14

-16-18

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I transistori

Itransistori da utilizarsi nel nostro prearn-plificatore devono presentare ilmassimo di

guadagno (piu di ottanta a 1 rnA) affinche la

qualita della realizzazione pratica del nostro

preamplifacatore non si diff'erenzi di molto dal

progetto teorieo. Potranno essere utilizzati sia

per il primo che per il secondo stadio iseguen-ti transistori: OC44, OC75, GET112, GET847 e

XAI02.

II fattore di rumore di fondo del primo tran-sistore determina in larga misura i1 fattore

di rumore di fondo di tutto ilpreamplificato-re, anzi per la precisione, dell'intero complesso

amplificatore.

II rapporto segnale-rurnore e uguale a 70 de-

cibel con icontrolli manuali di tonalita in po-

sizione media, ed e uguale a 60 decibel con il

controllo manuale dei toni acuti nella posi-zione di massimo.

Alimentazione

II nostro prearnplificatore e state progetta-

to per funzionare con una tensione nominale

di 24 volt; tuttavia puoessere tollerata una va-

riazione della tensione di alimentazione tra

20 e i 28 volt e per questo motivo si potranno

utilmente impiegare Ie batterie da 22,S volt.

oo

oco. . . .

Montaggio

La realizzazione pratica del preamplificato-re a transistori e rappresentata in figura 2.

Tutti i componenti risultano montati in un

unico telaio metallico. Ricordiamo al lettore

che la disposizione dei vari elementi non e af-fatto critica: tuttavia dovranno essere osserva-

te quelle precauzioni comuni ai montaggi di

questo genere. Nel caso che Il preamplifica-

tore venisse montato sullo stesso telaio della

arnplificatore di potenza, occorrera interporre

fra i due circuiti uno schermo metallico, in

modo da scongiurare il pericolo di dannosi ac-

coppiarnenti, in partie alar modo Ira l'uscita

dell'amplificatore di potenza e l'entrata del

preamplificatore. Tali fenomeni si possono fa-cilmente verificare alle alte frequenze e, in

particolare, quando il controllo manuale dei

toni acuti e regolato suI massimo valore. 11

filtro passo-basso impedisce, tuttavia, tale dan-

nosa eventualita.

Ricordiarno che Ie prese di entrata (E1, E2,

E3, E4, E5) e la presa di uscita sono prese a

jack. I comutatori S1 e 82 sono ottenuti me-diante l'impiego di un solo commutatore a 5

posizioni e due vie, mentre icommutatori 83

ed S4 sono compresi in un unico commutatorea 3 posizioni e 3 vie.

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8/4/2019 Tecnica Pratica 1963_02

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1 43

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8/4/2019 Tecnica Pratica 1963_02

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puntata

Le centine

Le centine costituiscono gli e1ementi strut-

turali d~stina~i ana formazione dell'ossa-tura den ala di un aeromodello. E sono pu-

re quegli elernenti che conferiscono e manten-

gono iI profile alare. Ad eccezione delle cen-

tine d'attacco, che devono essere di materialepiu robusto di quello utilizzato per tutte Ie

altre, che di solito e iI legno compensato, Ie

centine vengono ricavate dal legno di balsa.

Ma ecco come si procede nella costruzione:la prima operazione e quella di copiare il di-

segno, la seconda e quella di applicare il disc.

gno sul legno di balsa; come terza operazione

si provvede all'intaglio 0 foratura degli allog-

giamenti per i longheroni, per iI bordo d'at-

tacco e per quello d'uscita.

La copiatura del disegno e operazione moltosemplice, dato che i disegni di tutte Ie cen-

tine e false centine sono generalmente sempre

riprodotti sulle tavole costruttive, con la di-

sposizione precisa degli alloggiamenti per i

longheroni e i bordi d'entrata e d'uscita. Per

ricopiare questi disegni ilmezzo piu semplice

e quello di ricalcarli con la carta a carbone 0

di ripassarne i contorni su carta trasparente ;il disegno origin ale non viene cosl sciupato cd

e quello di ricalcarli con la carta carbone 0

vorazioni e verifiche.

Quando saranno stati copiati tutti idisegnidelle centine bisognera incollarIi sul'la tavoletta

di balsa 0 di compensato, all'uopo preparata,in modo che Ja venatura del legno risulti nella

direzione dena Iunghezza delle centine. Si pren-dera quindi una seconda tavoletta e la si uniraana prima per mezzo di piccoli chiodi, infilati

nel legno tra ·una centina e I'altra, nei punti

non interessanti il lavoro 0 nell'interno delle

centine in corrispondenza degli spazi. da libe-rare. Lo scopo delle due tavolette di legno e

dovuto al fatto che Ie centine sono per 10 me-

no ugual i a due a due. c quindi convicne ta-

, C O , S T R U , Z I O N E

D E , L L J A , L , Agliarne almeno due alla volta: una serve per

la semiala destra, l'altra per la semiala slni-

stra. Una volta ricavate Ie centine mediante il

seghetto da traforo, occorrera rifinirne icon-

torni con lima e cartavetro.

Tuttavia i metodi per ricavare Ie centine so-no numerosi e si puo dire, a ragione, che ogni

aeromodellista segua un metodo personale che esempre tra i piu semplici e sbrigativi.

Quando si vogliono ricavare Ie centine per

un'ala rettangolare in pianta il lavoro risultadi gran lunga sernplificato, in quanto le centine

sono tutte uguali. Si ritaglia - una centina in

materiaJe resistente (Iegno compensato 0 la-mierino) e la si usa come guida : per ottenere

tutte le altre centine bastera appoggiare la

ne iI contorno con il coltello tagliabalsa (vedi

centina guida sulla tavoletta di balsa e seguir-figura 1). Questo tipo di .lavoro e certarnente

un po' lungo rna presenta il vantaggio di ri-durre 1 0 spreco del materiale perche e pos-sibile utilizzare al massimo 'il legno di balsa

senza eccessivi ritagli inutilizzabili. Tuttavia,anche in questo caso si pub operare con un

sistema assai piu rapido, secondo quanto illu-

strato in figura 2. Per riuscire in cio si rita-

gliano due sagome di centine-guida, in Iarnie-rino 0 legno compensate e tra di esse si inse-riscono rante tavolette di balsa quante sono

Ie centine necessarie per Ia costruzione del-

l'ala. Tutto I'insieme poi va tenuto stretto

~ediante uno0

piu morsetti oppure, anche,infilando quarche spillo da una parte e dal-

l'altra. Si opera poi con iI seghetto da traforo

e quindi con lima e cartavetro fino a port are illivello delle centine in parita con quello delle

due centine-guida esterne. Nel caso che Ie cen-tine, richieste per il tipo di ala da costruire,

differissero I'una dall'altra non per la lora for-

ma bensi pet la Ioro grandezza, nel caso doe

che si debba costruire un'ala rastremata, iI

procedimento per ricavare tutte le ccntine in

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una sola volta non differisce di molto da quellogHI descritto. Bastera, in questo secondo- caso,

costruire due centine-guida perfettamente ugua-

li alia centina maggiore ed a quella minore,

come indicato in figura 2.

Questo rnetodo e par ticolarrnente raccoman-

dabile per la realizzazione delle centine desti-

nate a costituire I'ossatura dei piani di coda,

che piu facilmente hanno delle forme rastre-

mate in pianta. Con questa tecnica la realiz-

zazione delle centine, sia nel contorno come

negli incastri, risulta celere e precisa ed evita

la noia di calcolare i profili intermedi chc ven-

gono in tal modo automaticamente deterrninati.

Ricavate Ie centine, se il legno usato e ilbalsa, non occorre alcun lavoro di alleggeri-mento delle stesse, prima di tutto perche la

leggerezza del balsa e gia di per se stessa scd-

disfacente, in secondo Iuogo perche un allcg-

gerirnento delle centine inciderebbe sulla re-

sistema del materiale a cui verrebbe a man-care la necessaria cornpattezza.Dopo aver preparato Ie centine con l'esatto

profilo esterno si procedera alia esecuzione de-

gJi incastri per i longheroni, i bordi di entrata

e quelli di uscita e se Ie centine sono state ri-

cavate da Iegno compensato si effertuera pure

l'operazione di alleggerimento, introducendo

nei fori, precedentemente praticati in corrispon-

denza delle zone cia alleggerire, l'estrernita li-

bera della lama del seghetto, che verra poi

nuovamente fissata nel proprio morsetto. Idi-

segni costruttivi portano segnata con precisione

I'esatta posizione dei longheroni; bisogna quin-di prestare la massima attenzione che anche

durante la lavorazione questa posizione non

venga variata, onde evitare che I'ala risulti

difettosa. Quando illongherone alare e formato

da un insieme di due 0 cli piu tondini bi-

sognera praticare, nei punti segnati, i fori

in modo che risultino dello stesso diametro

di quello dei tondini che vi andranno inse-rit i, Tale operazione viene compiuta con un

trapanetto a mano, a cui e innestata una punta

elicoidale. Se invece iI longherone e formato da

listelJi a sezione quadrangolare 0 da una stri-scia di legno compensato (vedi figura 3) gli

incastri per i longheroni vengono eseguiti con

un taglio praticato a mezzo clella segretta da

traforo, E' in ogni casu della mas sima impor-

tanza che gli .incastri per i longheroni vengonoeseguitf can cura.

1 '1 bordo di entrata

Nelle costruzioni di aerornodelli di un tempo

il bordo di entrata era costruito da un ton-

Fig. 1 - Ritagliata la centina guida da materia Ie

resistente, tutte Ie altre si ottengono facilmente

con I'aiuto di un eoltello taaliabalsa

Fig. 2 - Due metodi molto comuni per ottenerp.

assai rapidamente un certo numero di centlne. Si

tratta di preparare due centine guida e di strin-

gere fra esse piu fogli di balsa e quindi segare e

rifinire i contorni.

Fig. 3 - Esempio di longherone a. sezione qua-

drangolare.

-.~

~~

.~

Fig. 4 - Prmcrpnl i sistemi adottati in aeromodelli-

srne per -Ia costruzione del bordo d'uscita.

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Fig. 7

dina di legno

incastrato in un

parte anteriore

la sua flessibilita iI

lungo tempo come bordo

rastremate ellitticamente

forma. Ancora oggi non

piego del tondino come

state completamente

le preferenze degli si siano

orientate verso il bordo in balsa.

In questo caso esso e cos un listello

di sezione quadrata 0 "p" "·"'1.l'.V~"~ posto di

spigolo 0 di fianco sulla ~ nj,>r",rp dellecentine ed arrotondato Non di

rado capita che iI bordo

tuito, in una struttura

t~ra in bal,sa deIIa pa~t~ i:superiC)re

tme come e presentato l i l isterna e attualmente usatb nei

Ieggeri in cui si vuole spingere

leggerezza delle ali. Negli !'altri

feribile adottare un bordo d'en

I

Fig. 8

robusto, ottcnuto magarr can il rivcstimento

superiore ed inferiore deIIa parte anteriore

deIIe centine.

E' vero che COS! facendo "ala verra a pesare

qualche gramme in pill, ma tale sistema e di

gran lunga preferibile se si tieneconto della

maggiore robustezza deil'ala agli urti contro

gli ostacoli ed alia Sua rigidita alia svergola-

mento durante il volo.

II bordo di uscita

II bordo di uscita e rappresentato da un

listello triangolare, ottenuto da legno di tiglio

o di balsa della sezione di 3xlO·3x12 mm, 0

anche di dimensioni maggiori, a seconda del

profilo usa to. -

In esso vanno praticati gli incastri destinati

a ricevere Ie corde delle centine le quali pe-

raltro vi possono anche essere appoggiate

centro. irrobustendo iI contratto con uno 0

due fazzoletti (vedi figura 7).

I fazzoletti, in balsa di opportuno spessore,

sono dei triangolini di varia forma, incollati

negli spigoli con il compito di irrigidire ilcontatto tra i vari elernenti. Vengono usatinon solo per l'ala ma anche per qualsiasi parte

del modeIIo che richieda una maggior robu-

stezza per resistere agli sforzi particolari a cui

e soggetta.

II bordo d'uscita, talvoIta, viene pure rea-Iizzato con. una ricopertura di balsa sernplice

o doppia della coda delle centine oppure con

una cornposizione mista di un bordo triango-

lare ridotto e di una ricopertura superiore

lare ridotto e di una ricopertura superiore, II

bordo di uscita delle estremita di un'ala rastre-

mata ell'itticamente deve essere curvilineo in

modo da seguirne il contorno. A questo propo-sito si puo procedere in due modi, il pf'irno dei

quali consiste nel ritagliare il bordo da una

tavoletta di balsa, abbastanza larga e tale da

.contenere tutta I'ampiezza della curva; con

una lima e cartavetro si asporta il supertluo

fino ad ottenere una sezione triangolare ed il

bordo pub dirsi pron to per la messa in opera.

Nelle costruzioni attuali e invece molto in

uso il bordo d'uscita ~(a spezzati ». COS! dena-

minato per il fatto che esso e costruito con

tanti elementi rettilinei di Iistelli di balsa in-

co1lati tra di lora e rifilatiesternamente, in

modo da ricalcare con precisione il contorno

delI'ala (vedi figura 8). Con la solita smussa-

tura si ricava la sezionc triangolare e con il

taglia-balsa si praticano gli incastri per Ie cen-

tine in modo perfettamente analogo a quellodescritto.

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1·17

P R O N T U A H I O D E L L E Y A l V O L E E L E T T H O N I C H EQveste pagine, assieme a quelle che verranno pubblicate nei successivi numeri della Rivista! 'po·

trenne essere staccate e raccolte in un unico raccoglitore per formare, alia fine, un prezioso,

utilissimo manualetto perfettamente aggiornato.

x, ": ,.~: ~, :F

7 1E L 8 4 Vf = 6,3 V Va = 250V

If = O,76A Vg2 = 250V

' l8

Rk = 160 ohm

-\ . 3Ia = 36,6 rnAIg2 = 7,3 rnA

PENTODO FINALE Ra = 7000 ohm

B. F. Wu = 4,3 Watt

4 [ 5 1 [ 3(zoccolo noval)

~,~,". We;'.

1 7 r : 1

- ' -18 1 2

E L 8 6 Vf = 6,3 V Va ~ 170 V

I~ If = O,76A Vg2 = 170 V

~

VgI = -12,5 V

la ;= 70 rnA

PENTODO FINALE I', Ig2 = 22 rnA

Ra = 2400 ohmB. F. Wu = 5,6 Watt

4 r s i i l3 (zoccolo noval)

I

1 5E L 9 0

£ 1 8 ,7

Vf = 6,3 V Va = 250 V

If = 0,45 A iVg2 = 250 VVgI = -12,5 V

la = = 45 rnA

PENTODO FINALEIg2 = 4,5 rnARa = 5000 ohm

B. F. Wu = 4,5 Watt

3[712(zoccolo miniatura)

)

.

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E L 95 Vf = 6,3 V VaIf = 0,2 A

= 250 VVg2 = 250 V

Rk = 320 ohmla = 24 rnA

PENTODO FINALE

Ig2 = = 4,5 rnA

B. F.

Ra = 10.000 ohn

(zoccolo rniniatura)

Wu = = 3 Watt

A

E L 500Vf = 6,3 V VbIf = 1,4 A

= 230 VVg2 = 180 V

PENTODO FINALE

Vgl = -10 VRg2 = 2200 ohm

DEFLESSIONE

lap = 360 rnA

I

ORIZZONTALE

13-8(zoccolo noval)

EM 80

INDICATORE DJ

SINTONIA

(zoccolo novaI)

INDICATORE DI

SINTONIA

(zoccolo noval)

E M 8 47

INDICA TORE DI

SINTONIA

(zoccolo noval)

Vf = 6,3 V

If = 0,3 A

Vf = 6,3 V

If = 0,3 V

Rg= 6,3 V

Vg = 0,27 A

Vb = 250 V

VI = 250 V

Ra = 0,5 rnegaohrn

Rg = 3 rnegaohrn

V g- = -1a -14 V

,

Vb = 250 V

VI = 250 VRa =0,5 rnegaohrn

Rg =3 megaohrn

Vg = -1a -to,5 V

Vf = 250 V

If = 250 VVb = 0,5 rnegaohrn

VI = 3 rnegaohrn

Ra = 0 a -22 V

' 148

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lecnicaONSULENZAChlunque deslderl porre quealtl, su qualslasl argomento tecnleo,pub interpellarci a mezzo lett era 0 cartolina indlrlzzando a: « Tee-nlca Pratlca », sezlone Consulenza Tecnlca, Via Zurettl, 64 .Milano. I queslti devono essere accompagnatl da L. 200 (an-

che In francobolll). per gil abbonatl L. 100. Per la rlchlesta dl

uno schema elettrlco dl un comune radlorlcevitore invlare L. 400.

Vorrei sapere se per I'uso del rleevltore

" Vostok" deseritto nel n. 8 novembre '6Z diTeeniea Pratlca, oeeorre la lIeenza. Inoltre

gradlrel eonoseere se tutto II materiale occor-rente per la eostruzlone dl questo rleevltore

e dlsponlbllc presso dl voi.

ANTONIO NIEDDUOllena (Nuoro )

Per l'uso del ricevitore « Vostok", non oc-corre aleuna licenza, pero e logicamente ne-cessario essere in regola col canone di abbo-

narnento aile radioaudizioni.

Come abbiamo gia avuto occasione di pre-cisare, noi non ci occupiamo di vendite e

quindi non siamo in grado di evadere even-

tuali richieste di materiale radio. Cornunqueditte come la Bottoni e Rubbi, via Belle Arl1 9,

Bologna, sono in grado di fornire tutto l'oc-

corrente, salvo naturalmente il telaio, il qua-Ie deve essere autocostruito,

•ossledo un rlcetrasmettltore dl costruzlo-

ne americana ECHOPHONE Ineompleto nellaparte trasmlttente, per cui vi prego dl Invtar-

ml uno schema completo teorlcc-prattco dltutti I particolarl riguardantl II suddetto ap-

parecchlo, In modo che 10 possa rlmetterlo in

perfetta efficlenza.

ANIELLO BALZANO

Barra (Napoli)

Abbiamo gia avuto occasione di precis arc

che non prepariamo schemi pratici di aleungenere, su richiesta. Questo per ovvie ragioni

di tempo, poiche uno schema pratico anche

se di un complesso sernplice, e sempre cosamolto lunga ed impegnativa.

In secondo luogo, normalmente noi prepa-

riamo solo schemi di normali radioricevitori,

facendo eccezione per i piccoliamplificatori di

bassa frequenza, e per tutti quei complessicommerciali di cui copia della schema origi-

nale risulta in nostro possesso. Purtroppo ilricetrasmettitore che lei cita ci e del, tutto

sconosciuto e non sappiamo nemmeno a chilei possa rivolgersi per venire in posses so del-

10 schema elet t rico, non conoscendo la ditta

costruttrice.

•ntendo costruire II cannocchlale astrono-

mico descrltto nel numero dl lugllo dl Tecnl-ca PraUca, rna non ml rlesce dl trovare la

lente per I'oculare, lente che, da quanto ap-

pare a pag, 11 del fasclcolo in questione, do-vrebbe avere un diametro dl 100 mm e una

focale dJ 10 mm, Vorrel qulndl sapere se eproprio """tantodlfficlle reperire una lente dl

questo genere, 0 se vi e un errore nelle carat-

teristiche che avete Indicate.

NEVIO BOSCHINI

Carfslo (VercelU)

Si tratta in effetti di un errore di stampa,

come testimonia la fig. 2 nella quale si vedechiaramente che l'oculare ha un diametro in-

feriore ai 15 mm. Tra l'altro anche a pag. 12

e detto che la lente ha un diametro di 1 em(10 mm), ed e appunto questo il diametro

esatto.

•ono in possesso dello schema dl un radio-mlcrofono a translstorl che trasmette a poche

decine dl metri, dl cui allego 10 schema. La-

sclande Inatterate Ie sue caratterlstlche In qua-Ie modo potrel aumentare 18 portata 8 3000

metri circa?

FRANCESCO CASERTA

· S. Pietro (Taranto)Non e possibile in nessun modo aumentare

la portata diquesto radiotrasmettitcre a 3000

metri in nessun modo. Nemmeno modifieandocompletamente it circuito.

Non e escluso ehe cio possa avvenire in fu-turo, quando saranno reperlbili transisteri fun-

zionanti in alta frequenza, pili potenti, rna per

ilmomenta non' c'e nulla da fare..

•esidero avere spJegazlonl sul rlcevltore per

filodlffusione, che ho avuto occaslone dl vede-re I'altra sera in televisione. Vorrel sapere se

149

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MM WC") a:ci 0. . . .

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si trova ill comercio e se e posslbile reperire

la scatola di montaggio, oppure se ml potetefornire uno schema elettrico dl questo com-

plesso,

POLINO FEDELETricase (Leece)

I

Per poter utilizzare un ricevitore per filo-

diffusione, e necessario avere i1 telefono, poi-

che ivari programmi vengono irradiati sulla

rete telefonica. Non basta perc) avere i1 tele-

fono, rna si deve chiedere uno speciale allac-

ciameijto alla Societa dei telefoni. Rlcevitori

di questo genere si trovano facilmente in com-

mercio, ma gia rnontati. Non si trovano invecescatole di rnontaggio,La pubblicazione di uno schema di questo

genere sarebbe inutile, dal momenta che nonsi riescono a trovare sui mercato tutti i com-

ponenti necessari,

(Vorrel costrulre un rlcevltore a modulazione

dl frequenza con ottlme prestazlonl, per cui

vorret avere II relativo schema. Inoltre gradl-

rei avere ll numero dl catalogo del componen-

t! principaIl, onde poter procedere all'acqul-

sto degU stessl,

CESARE CAPUANOTortona (Alessandrla )

Per la costruzione di un ricevitore a modu-

lazione di frequenza e consigliabile ricorrere

ad un circuito gia sperimentato e di sicuro

affidamento, come nel caso di una scatola di

montaggio, 0 di un circuito che richieda rna-

teriale facilmente reperibile in comrnercio. E'

questo il case del ricevitore Geloso G.333, di

cui pubblichiarno 10 schema. Naturalmente si

tratta di un ricevitore atto alia ricezione del-

Ia modulazione d'arnpiezza e di f'requenza, che

eventualmente pub essere modificato per la ri-cezione della sola modulazione di frequenza,

escludendo la parte in AM.

Le sigle di catalogo sono riportate a fianco

di tutti i principali componenri .

(Sui numero di novembre dl Tecnlca Pratl-

ca e stato descritto II rlcevitore «Vostok» a

superreazlone, In questo. schema, vlene Impie-

gata una Impedenza Zl, che nell'elenco compo-

nent! si dlee debba avere un valore non lnfe-

rlore a 1000 ohm. Nell'articolo lnvece sl diceehe II valore dl questa Impedenza deve essere

superlore al 100 ohm. Qual e II glusto valore?

LUIGI BERTONI

Ceprono (Frazlone )

Lei ha perfettamente ragione, la discordanza

e evidente. II valore esatto e quello delI'elen-

co componenti e cioe superiore a 1000 ohm.

•ono un princlplante in campo radio e ml

diletto nel realizzare alcunl Interessanti cir-

cultl pubbllcati da Tecnlca Pratfca e vorrel co-

noscere se il rigeneratore dl plle descritto nel

numero dl novembre, pub servlre per altmen-

tare direttamente un ricevitore a transistori.

Sempre a propos ito di questa progetto, vorrel

sapere se la reslstenza R1 e da 500 0 5000 ohm.

Chledo Infine se e possiblle reperfre -in com-

merclo un trasformatore per saldatore lstan-

taneo, del tlpo da voi pubbllcato nel fasclcolo

ill. settembre,

ANGELO PERRONE

Casarza (Genova)

Non e possibile utilizzare il rigeneratore di

pile per l'alimentazione di un ricevitore a tran-sistori, in quanto il filtraggio della corrente

non e sufficiente. Inoltre, un alimentatore di

questa genere, bisogna progettarlo caso per

caso, cioe in rapporto all'assorbimento del

ricevitore.

II giusto val ore di Rl e di 5000 ohm.

No, in commercio non si trovano trasforrna-

tori del tipo che lei cita, per cui 0 si acquista

il saldatore complete, 0 si autocostruisce it

trasformatore.

•o Intenzlone dl costruire un rlcevltore ta-

scablle a 3-5 transistorl, da scegUersi tra quelll

In mlo possesso (OC169 - OC170 • ocn -OC75). Lo schema dovrebbe essere molto chiao

ro, essends 10 un prlnclplante.

MAURO ZERBINI

Formlgnana (Ferrara)

Lo schema di un buon ricevitore a tre tran-.

sistori e stato pubblicato nel numero di di-

cernbre di Tecnica Pratica. Si tratta del 'rice-vitore «Venus", nella cuicostruzione potra

utilizzare i transistori in suo posses so e preci-

sarnente TRI = OC170; TR2 :::: OC7S; TR3

= ocn.L'articolo e corredato, oltre a quello elettri-

co, anche dello schema pratico, che pensiamo

le sara molto utile.

•o acqulstato un ampUflcatore stereofonl-

co Geloso G 244 col relativo preampUffcatored~l Quale sono stato plenamente soddlsfatto

fino a qualche tempo fa. Ora purtroppo, per

un errore dl collegamento al camblo tenslonl,

ml sl e bruclato n trasfonnatore d! alimen-

tazlone. Ho acquistato un trasformatore di

1151 II

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SCHEMA ELETTRICO DELL'AMPLIFICATORE G 244-HF

'h'2AX7~1ECCB3

6805EL84

tMIlt(OCNZ[ O'IJ5CIU.

,,,P(O L . ' , . , £ . a 10 1 IUHIIU r o t . .OW~ MaRS(1, I ~ IIIIQK

5 : ,_ . ,., D-if

. . .~.:.\, ,., o '~l . . . . .. . . 1

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11-1' ,.,1 ° 1 - '

1\-1' l-' 01-'

11-l'4 l·, I,c'·~"a IIIO'IKno all COLI..(G... A5~

rlcambio ma ml trovo Imbarazzato nelI'esegul-re I collegamentl. Vorrei quindl, se posslblle,che pubbUcaste 10 schema dl questo ampUfi-

catore.SALVATORE MASE C CIO

BARI

Eccole qui sopra 10 schema desiderato.

•egge questa Rivlsta da poco tempo e viasslcuro dl averla trovata placevole e Interes-sante. Ho notato pero una grave peeca. Comeaccade anche in altrl perlodlci stmlll, capita

talvolta dl notare alcune dlscordanze tra gilscheml elettrici e quelU pratlcl; cia e mojto

grave in quanto lascia intendere al lettoreleggerezza e superflclallta dell'autore.Ame e capita to, ad esemplo, dl rilevare che

le boblne del r1cevltore "Venus ", pubblicatoa pag,' 33 del numero dl dicembre, sono pre-

sentate con collegamentl divers! nel due sche-ml elettrlco e pratlco; nel primo schema !termlnali sono contrassegnatl nell'ordlne:

1 5 2

A-C-I).E; nel secondo sl succedono COS):

B-A-E-D-C(!!!).Credeteml, avrei voluto abbonarmi; per II

momento pero preferisco aspettare che Tecnl-ca Pratlca metta un po' dl gludlzto.

GIORGIO ZINZARO

Bari

Certarnente anche noi non siamo immunida quel male, che Lei ritiene comune a tutte

Ie pubblicazioni tecniche, Questa volta tuttaviaI'errore 10 ha 'commesso Lei, sopravvalutandoIe Sue cognizioni tecniche. Infatti la corri-

spondenza delle lettere con cui sono contras-segnati i terrninali della bobina nei due -sche-mi e esatta.Non si puo pretendere che la successione

delle lettere sia la stessa nei due schemi per-

che cosi vedendo Ie cose, si potrebbe conside-

rare errore l'aver posto TR2 . nello schemapratico, prima di TRl.Creda a noi, si abboni alla Rivista e vedra

che ne trarra un beneficio, almeno pel' non cor-rere il rischio di esibirsi in critiche sbagfiate.

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Anche senza avere

nozioni di tecnica,

si puo ecquistre

questa specia/lzzazione.

lezione

Imontaggio di un apparecchio radio e

oggi un'irnpresa che tutti possono aff'ron-

tare; un'impresa facile e divertente.

Pur senza conoscere gli elementi teoricidella elettrotecnica e della radiotecnica, con

Ie sole armi della passione e dell'entusiasmo,

chiunque, attraverso una pratica ricreativa,

senza accorgersene, puo divenire, in breve

tempo, un provetto radiomontatore, puo esserein grado di cornprendere sufficientemente il

funzionamento di un apparecchio radio e di

individuarne e ripararne taluni guasti.

Radiotecnici veri e propri ci si diven ta poi,

in un secondo tempo, quando, dopo aver pro-

vatu ilpiacere della pratica, ci si sente spinti

cia una naturale curiosita per taluni tenorneniche sol tanto la teo ria e in grade di spiegare.

Capita COSl che I'allievo, durante Ia sua at-

tivita abbandoni talvolta Ie pinze e il salda-

tore per prcndere in rnano un libro od un

rnanuale, alia ricerca di una spiegazione 0 diuna formula necessaria per un sernplice cal-

colo di un cornponente 0 di un intero.circuito.

Ouindi, se dapprima ci si occupa soltanto

di realizzare qualcosa di pratico e funzionante,lasciando in disparte, 0 per semplice paura 0

per naturale avversione, tutto cio che puo co-

stituire studio teorico, tenendo impegnata la

mente soltanto sopra Ie pagine dei libri, in un

secondo tempo il ricorso alia teoria, seppure

alternato con la pratica, diviene un bisogno,

un bisogno senti to che completa per gradi la

preparazione tecnica e trasforrna a poco a poco

il radiomontatore in radiotecnico.

Ma per cominciare con la pratica della ra-

dio, anche volendo raggiungere risultati ini-

zialmente modesti, occorre sempre una guidache consigli, insegni, indirizzi. E la gudda puo

essere uri arnico 0 un parente, puo essere un

manuale, puo essere, come nel nostro caso,

una Rivista ad indirizzo tecnico divulgativo.

er

Ouetlo da noi scelto per inscgnare la radio e .un metoda nuovo. Un metoda un tantino az-

zardato, che si diff'erenzia da tutti gli altri

finora concepiti perche, di proposito vengono

dimenticati tutti i concerti teorici foridarnen-

tali della radiotecnica e dell'elettrotecnica,

delle loro leggi e del.le varie grandezze fisiche.

Niente leggi quindi e niente formule, alrneno

inizialmente, rna soltanto irnpiego del salda-tore, delle pinze, del cacciavite: gli attrezzi

necessari per poter creare con Ie proprie rnani

un ricevitore radio perfettamente funzionante

anche senza sapere di atorni, di campi elettro-

magnetici, di onde hertziane e di tanre altre

belle cose.

E di riccvitori radio ne insegnererno a eo-

struire diversi nel corso delle nostre lezioni,

a partire dal ricevitore ad una sola valvola per

arrivare a quello, di concezione moderna, a

circuito supereterodina, dotato di ben 4 val·

vole.

In questa prima lezione non e possibile in

segnare al lettore la costruzione di un ricevitore radio, sia pure nella sua espressione piu

sernplice. 10 farerno senz'altro nella seconda

lezione. Intanto costruiremo Ie. basi di par·

tenza, quelle che gia impegneranno tutti in

una facile realizzazione pratica che prende il

nome di « alimentatore u,

Che cos'e un alimentatore?

L'apparecchio radio e un oggetto che cer ta-

mente tlLltti i Iettori posseggono 0 per 10 meno

hanno visto e senti to funzionare. Si tratta diun mobiletto, pili 0 menu grande, che pub fUD-

zionare con la corrente elettrica di casa op-

pure con le pile. Di solito gli apparecchi radio

che funzionano con le pile sono quel'li di pic-

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cole dimensioni, quclli the si portano con seun po' dovunque e che son a sernpre pronti

per funzionare. Oggi il numero dei ricevitori

a pile e divenuto grande per due motivi prin-

cipali : perche 10 sf puo trovare suI me rca to a

prezzi convenienti e perche, grazie al progres-so della tecnica di questi ultimi annd, ha rag-

giunto dimensioni molto piccole, tanto che

oggi la maggior parte dei rice vitori a pile e

di dimensioni tascabili.

I ricevitori radio, dun que, si possono divi-

dere in due grandi categorie : quelli che fun-

zionano con la corrente elettrica e quelli che

funzionano con le pile. I prirni sono i cost

detti apparecchi radio di casa, quelli che nelle

vesti di soprarnmobile a mobile vengono siste-

mati in un determinate punto della casa, Ia

dove e pili comedo per tutti i familiari l'ascol-

to dei programmi radiofonici.

I secondi, doe i ricevitori a pile, possono

funzionare dovunque perche non occorre col.

legarli alia presa-luce (da essi infatti non fuo-

riesce alcun cordone di alimcntazione ), L'ener-

gia sufficiente al 101'0 funzionamento viene as-

sorbita dalle pile che, con J'andare del tempo,

si consurnano e devono quindi essere sostituite

con altre pile nuove. In questi tipi di ricevi-

tori radio Ie pile costituiscono «l'alimenta-

tore »,

Nei ricevitori radio, invece, che funzionano

con la corrente elettrica prelevata dalla presa-Iuce, I'alirnentatore e costituito da un circuito

elettrico caratterizzato dalla presenza di al-

cuni componenti radioelettrici.Ma a questo pun to al lettore sorgera spon-

tanea una domanda: « perche occorre un ali-

rnentatore nei ricevitori radio che funzionano

con la corrente elettrica prelevata dalla presa-

luce? »,

Ed ecco la risposta: perche tutti i ricevitori

radio abbisognano principalmente di un tipo

di corrente elettrica, che e diversa da quell a

che serve ad accendere Ie lampadine delle no-stre case, a far funzionare il frigorifero 0 la

stufetta elettrica : abbisognano di una corren-

te elettrica chiarnata « corrente continua ».

identica a quella fornita dalle pile.

La corrente elettrica che si preleva dal'la

presa-luce viene cbiamata «cor rente alternata»,

L'alimentatore, nei ricevitori radio, svolge

Ira l'altro ilcompito principale di trasformare

[a corrente alternata i.n corrente continua.

Alirnsntatore significa circuito cap ace di for-

nire correnti elettriche e t ensioni elettriche

adatte a far funzionare Ie valvole dell'apparec.

chio radio e dei loro circuiti.

Come si sa, la corrente clett rica che fuorie-

see da una presa-luce e dotata di una partico-

lare forza di spinta, che prende il nome di

lezione

potenziate etettrico 0 tensione 0 voltaggio, Per

la corrente elettrica, in somrna, avviene un po'

quel'lo che succede con l'acqua potabile quan-

do fuoriesce da un rubinetto. L'crogazione del-

l'acqua ·potabile viene fatta con una pressionc

pill 0 meno alta e cio significa, in altre parole,che l'acqua potabile esce dai rubinetti di casa

nostra con una deterrninata forza di spinta.

La stessa cosa accade per la corrente elettrica,

per la qua Ie questa forza di spinta prende il

nome di tensione elettrica e che in ogni citra

viene classificata con un preciso numero. COS)

si dice, ad esernpio, che in una local it a I'ener-

gia elettrica viene distribuita alia tensione di

125 volt oppure di 160 volt oppure di 220 volt.

Ora, se da una parte e necessario che l'alimen-

tatore fornisca la corrente continua, dall'altra

e altrettanto necessario che esso fornisca an-

che una 0 pili tensioni elettriche che possono

essere diverse da quelle della rete-luce e che

devono essere quelle richieste dalle vaivole

radio e dai loro circuiti per un corretto fun-

zionamento. Possiamo dire quindi, per quanto

abbiamo finora considera to, che all'alimenta-

tore spettano due compiti principali: quello

eli convert ire la corrente alternata in corrente

continua e quello eli trasformare la tensioneelettrica di casa nostra in una 0 pili tensioni

diverse ch e sono quelle richieste ella ciascun

tipo di apparecchio radio.

Come e fatto un alimentatore

Dopo aver detto quali sono i compiti prin-

eipali cui deve assolvere un alimentatore, co-

minciamo subito a fare conoscenza delle parti

che 10 compongono. Tali parti sono state da

noi raffigurate in queste pagine in due modi

diversi : il prirno modo e quello che raffigura '

i cornponenti cosi come essi si presentano

nella realta, il secondo modo e quello che li

rappresenta sotto forma di sirnbolo elettrico.

Mediante l'impiego dei disegni che rappresen-tano nella loro espressione reale i vari corn-

ponenti dell'alimentatore, si realizza 10 sche-

ma pratico ; mediante I'impiego dei sirnboli

elettriei, invece, si com pone 10 schema elet-

trico dell'alimenratore. I due scherni, quello

elettrico e quello pratico si completano a vi-

cenda e costituiscono Ia guida necessaria per

poter montare rapidamente il circuilO. Dallo

schema elettrico, altrimenti detto schema teo-

rico, si deduce il funzionamcnto del circuito :

1 0 schema pratico fa vedere come sono di-

sposti i vari cornponenti e come essi sono col-

legati tra di lora mediante i concluttori elet-

triei.

Faremo ora una rassegna completa e part i-

colareggiata di tutti i componenti che, uniti

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msieme, formano l'alimentatore. Tuttavia vo-

gliamo prima elencare tutti questi componenti

con la loro terminologia esatta e comunemente

usata nella radiotecnica, Essi sono: il trasjor-

matore di alimentazlone, il cambio-tensione,il raddrizzatore, il condensatore elettrolitico,il condensatore a cart a, Ie due resistenze e

l'interruttore. Ouesti sono iprincipali cornpo-

nenti di un alimentatore. Ma, in genere, un

alimentatore radio pub essere pill 0 menu

com ples so. Tuttavia, in ogni caso, quelli danoi elencati sono gli elementi fondamentali

di un normale alirnentatore,

II trasformatore di alimentazione

In figura l sono rappresentati due disegni.

Quello a sinistra rappresenta un trasforrna-tore di alirnentazione, quello a destra rappre-

senta il simbolo elettrico -dello stesso trasfor-

matore di alimentazione. Vogliarno ora ricor-

dare al lettore che non tutti i trasforrnatori

di alirnentazione si· presentano nella realta

come quello da noi raffigurato. Ve ne sono di

pili grandi e ve ne sono di pili piccoli. Aleuni

sono racchiusi in una custodia metallica, e

vengono chiamati «trasformatori corazzat i»,altri sono parzialmente racchiusi in una cor-

nice rnetallica, altri invece sono come quello

da noi rappresentato, Comunque il trasforma-

tore di figura 1 e quello che il lettore dovra

acquistarc per eostruire l'alimentatore cheservira a far funzionare l'apparecchio radio e

ehe costituira la prima realizzazione prarica,

la prima meta concreta di questa prima le-

zione del nostro corso.

Vediamolo un po' da vicino questo trasfor-rnatore di alimentazione. Esso si presenta co-

me un bloeeo metallico, pesante, eontenente

nel suo interno un avvolgimento di tili con-duttori con interposti dei foglietti di carta

I

isolante. Da esso fuoriescono dei fili elettrici

di diverso colore e fli grossezza diversa. Sonoquesti i fili che I'allievo dovra eollegare nel

modo che sara spiegato pill avanti.

Osservando attentarnente il trasformatore ci

si accorgera ohe

i l lblocco metallico e costi

tuito da un insieme di tante larnelle di ferro.

unite insieme e tenute strette mediante due

lunghe viti con dad~. Queste lamelle prendono

comunemente il n o m e di lamierini e tutte as-

sieme costituiscono il « nucteo » del trasfor-

matore. I fili elettrici, avvolti nell'interno del

trasformatore, compongono tre diversi avvol-

girnenti, elettricamente isolati ira di lora ed

ognuno dei quali assolve ad un compito parti-

colare, Di questi trd avvolgimenti uno prende

if nome di «avvolgi~ento primario » gli altr!

due quello di «avvJtgimenti secondari », L'av-volgimento primar;j~ viene collegato alia rete-

Iuce, I due avvollgi?:nenti secondari vengono

collegati ai circuifi Idell'apparecChio radio.

, I I i i : .

Avvolgimento pr~mario .

Abbiamo detto chb dal trasformatore di ali-

mentazione fuoriesccno dei fili conduttori, Eb

bene, una parte di questi fiJi fa capo all'avvol-

gimento prirnario, ~n'altra parte fa capo al-

l'avvolgimento seco~dario. Accade pero che

mentre dal trasforrnatore fuorescono due fili

.per ciascuno dei dde avvolgimenti secondari,I'

per l'avvolgimento primario non fuorescono

due fili soltanto, benS! sei fili conduttori. Per-

che sei fiji conduttofi e non due? La risposta

e sempliee. Ogni trasforrnatore deve essere

costruito in modo da adattarsi alle diverse

tensioni di rete e] come si sa in taluni luoghi

la tensione e di l30r0lt. in altri pub essere di180 volt in altrl ancora di 220 volt. Prelevando

dall'avvolgimento prima rio diversi terrninali epossibile adattare qpesto medianteJl cambiatensione (vedremo pili avanti come) aIle di-

verse tensioni di rete,

II raddrizzatC?re' , I .

Un altro componente dell'alimentatore e ilraddrizzatore. Questb e rappresentato in figu-

ra 2. Anche in questo casu il disegno in alto

dena .figura rappresenta il raddrizzatore COS!

come esso e nella realta: sotto e rappre-

sentato il suo simbo 0 elettrico. Qual e ilcom-

pito del raddrizzatore? Nella prima parte dellalezione avevamo dedto che per alimentare la

maggioranza dei citcuiti di un apparecchioradio occorre una, corrente elettrica di tipodiverso ,pa quella che circola nelle nostre case,

E cioe una corrente continua, mentre quella

che serve ad accendere le lampadine nella no-

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stra abitazione e una corrente alternata. Ed

anche Ie correnti che si ricavano dagli avvol-

gomenti secondari del trasformatore di ali-

mentazione sono correnti alternate. Occorre

quindi un quaIche cos a, un particolare cornpo-

nente che provveda a convert ire la correntealternata in corrente continua. Ouesto corn-pito viene svolto dal componente rappresen-

tato in figura 2, che prende iI nome di raddriz:zatore al silicio.

I

====~~=====

Resistenze e condensatori

]1 raddrizzatore al silicio non riesce da solo

a convert ire completamente la corrente alter-

nata in corrente continua. Per trasforrnare

perfettamente la corrente altemata in cor-rente continua occorre aggiungere nell'alimen-

tatore quaIche altro componente. Nel nostro

casu occorre una resistenza e un doppio con-

densatore. Ma cosa sono una resistenza e un

condensatore? Ve 10 diciarno subito. La resi-

stenza e un particolare componente radioelet-

trico, di forma cilindrica, di composizione chi-

mica, dotato di due terminali uscenti, il cui

compito e quello di opporre una certa resi-

stenza al passaggio della corrente elettrica.

Esso e rappresentato in figura 3. In figura 4 e

=GjjjjF==

==~YNv==

rappresentato il condensatore : a smistra cosi

come esso e nella realta, a destra il suo sim-

bolo. Diciamo sub ito che di condensatori, in

radiotecnica, se ne conoscono di molti tipi e

di .molte forme diverse. Quello di figura 4 eil cosiddetto « condensatore elettrolitico »;esso e un condensatore doppio e do significa

che nell'involucro cilindrico sono racchiusi due

condensatori elettrolitici insieme.I terrninali di questi condensatori sono

quelli chi: si notano in basso del cilindretto :

essi costituiscono i terminali positivi dei due

condensatori; i terminali negativi sono riu-niti assieme e fanno capo alia custodia me-

tallica che costituisce !'involucro esterno del

condensatore. II compito del condensatore, per·

dirla molt a semplicemente, e quello di accu-

mulare elettricita quando di questa ve ne e

troppa e di restituirla quando ve ne e poca; si

potrebbe quindi dire che il compito del con-

densatore elettrolitico e quello di un serbatoio

di riserva di elettricita.

II cambio tensione

Tutti i componenti che costituiseono l'ap-

parecchio radio, fatta eccezione per l'altopar-

lante eui e affidato il compito di trasforrnare

le correnti elettriche in voci e suoni, risultano

rnontati su un telaio metallico che prende an-

che il nome di «chassis». E cosi anche I'in-

tero alimentatore risulta montato suI telaio

metallico. Alcuni eomponenti vengono montati

sopra di esso, alcuni sotto, altri Iateralmente,Uno di questi ultimi e il carnbio tensione.Esso viene applicato su un lato del telaio,

nella parte posteriore. II cambio tensione erappresentato assieme al suo sirnbolo clet trico

in figura 5. Esso e dotato di un clischetto gi-

revole sulla cui circonferenza esterna e pra-

ticata una piccola finestra. II disco 10 si fa

ruotare con la manu e la rotazione procede

per scatti; ad ogni scatto sulla finestra ap-

paiono successivamente i numeri 110-125-140-

160-220, corrispondenti aIle varie tensioni di

reti. Se il disco e ruotato in modo che sullasua finestra appaia il numero 140, come indi-

cato i figura 5, do significa che il cordone eli

alimentazione del ricevitore radio puo essere

innestato nella presa-luce, arnmesso che la

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220

160

140

125.

110

tensione di rete sia di 140 volt, senza timore

di « bruciare » il trasformatore. Nella parte

inferiore del cambio tensione vi sono 7 lin-guette metalliche che costituiscono i 7 terrni-

nali del cambio -tensione suI quale verranno

saldati .a stagno i conduttori.

L'interruttore

Chiunque abbia Iatto funzionare un ricevi-

tore radio sa che per accenderlo deve agire

su una rnanopola. Facendo ruotare questa rna-nopola si ode uno scatto. Ouesro scatto per-

mette alia corrente elettrica, prelevata dalla

presa luce, di fJuire attraverso I'avvolgimento

prirnario del trasformatore, allo stesso modocome azionando un comune interruttore appli-

cato alia parete dl una stanza si fa fluire la

corrente elettrica attraverso una lampadina

che, di conseguenza, si accende. Nei ricevitori

radio, in genere, I'interruttore e incorporato

in un cornponente che prende il nome di po-

tenziometro, II potenziometro serve per au-

men tare 0 abbassare il volume dell'apparec-

chic radio oppure per regolare la tonal'ita

della voce. Questo componente e rappresentato

in figura 6 e in figura 7. Di esso parleremo a

+=-'=l

Montaggio deH'alimentatore

Abbiamo finora descritto tutti i componenti

radioelettrici dell'alimentatore e, sia pure bre-

vemente e nella maniera pili semplice, abbia-

mo spiegato il loro compito.

Passiamo ora all'ultima parte di questa pri-

rna nostra lezione, quell'a pili attesa dai lettori

perche con essa insegneremo a prendere in

mana il saldatore, iI cacciavite e Ie pinze per

applicare i componenti suI telaio e per saldare

fili e terrninali.

Per realizzare il montaggio I'allievo dovra

seguire 10 schema pratico di figura 10 ese-

guendo i collegamenti allo stesso modo come

I:i abbiamo fatti noi. IImontaggio va cornin-

ciato con l'applicazione al telaio di tutti quei

componenti che richiedono un lavoro di or-

dine meccanico. Soltanto in un secondo tempo

si eseguiranno Ie saldature delle varie parti e

dei vari fili conduttori. Pertanto sicorninceracon l'applicare al telaio, nella sua parte supe-

riore, mediante quattro viti il trasformatore

di alimentazione, quello che nella schema elet-. trico eli figura 8 e indica to con Tl. Successi-

vamente si applichera, nell'apposito foro, il

condensatore elettrolitico (C2·C3). Poi si ap-plichera la basett a isolant e (essa e visibilmen-

te indicata in figura 10); l'a presa di massa,

il potenziometro nel quale e incorporate l'in-

terruttore S1 e iI gommino attraverso il quale

passa il cordone di alimentazione.

Giunti a questo punto si preparera il cor-

done di alimentazione applicando ad una sua

estrernita la spina, facendolo passare attra-

verso il gommino, formando un no do di arre-

sto e collegando i due suoi conduttori come

indicato nello schema pratico di figura 10. Fa

c = J 1 il . '· .-\1l~

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"R ES IS TE NZ A ~

10'000 OHM ~

c + (2 ...

"""tl~:==~$>lk===4~==="""'===9'====""

@

- schema elettrico.

R 1

¥M AZZURRO

T 1220 NERO

160 MARRONE

140 VERDE

125 GIALLO

110 ROSSO

RETE

COMPONENT Idella I" lezione

= Condensatore a carta. da 10.000 'pi-

cofarad (pF)

C3 = Condensatore elettrolitico dop-

pio a vitone da 32 + 32 microfarad

( mF), tensione di lavoro 350 volt

Resistenza chimic;a da' 82 ohm - 1 watt

= Resistenza chimica da' 1.200 ohm - 1

watt

Resistenza di 'prova da 10.000 ohm

T1 = Trasformatore di alimentazione

LPl = Lampadlna per illuminamento scala-

parlante da 6,3 volt

= Lampadina per illuminamento scala-

parlante do 6,3 volt

= Interruttore incorporato nel poten-

ziometro

= Raddrizzatore al silicio

Tela.io (chassis)

Due portalampada

Una basetta isolante

Cordone con spinaPresa di massa

Saldatore

cendo uso del saldatore, dopo aver pulite Ie

parti da said are con un po' di pasta salda, sieffettueranno le saldature del due terminali

del cordone di alimentazione: una ad un ter-

minale dell'interruttore SI ed una al terminale

di centro del cambio tensione.

Attenzione pero nell'effettuare le saldature,

perche queste sono operazioni che richiedono

diligenza, Ogni 'volta infatti che si va a fare

una sal datura occorre prima pulire bene i fili,

raschiandoli con una lametta 0 con la lama

del colte.llino per eliminare l'ossido e Ie im-

pUFita. Poi si mette nel punto da saldare un

pochino di pasta-salda e quindi si salda fa-

cendo sciogliere 10 stagno con saldatore ben

caldo proprio sopra il punto da saldare, La

punta del saldatoio va tenuta ferrna per qual.

che attimo finche il calore si sia uniforme-

=11=

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RESISTENIZA

1'0000 OHM

(140 ) VERD E

O125) ,

G I A L L O

CORDONE

RIETE--~"--".. . _ . . . . . - -- - - - - - - . - - - - t -~

, I

I ,

~

A L L A

SPINA

mente diffuse e 10 stagno sia ben colato nel

punto da saldare.

Successivamente si eseguiranno Je saldature

dei conduttori relativi all'avvolgimento pri-

mario del trasformatore di alimentazione.

Nello schema pratico di figura 10 sono indicati

i colori dei vari conduttori per cui sara ben

difficile comrnettere errori durante i.I Iavoro

di coll.egamento e di saldatura dei conduttori

stessi. Sub ito dopo si collegheranno i quattro

conduttori provenienti dal trasformatore e re-

lativi ai due avvolgimenti secondari, Uno dei

due conduttori azzurri dell'avvoIgimento se-

condario a 200 volt va collegato alla presa di

massa; anche uno dei due conduttori dell'av-

volgimento secondario a 6,3 volt va collegatoalla presa di massa. L'altro conduttore (giaIIo)

a 6,3 volt va collegato al terminale del porta-

lampada LPJ. In questo portalarnpada vena

avvitata una lampadina a 6,3 volt destinate ad

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lezione prima

In radioteen/ea, par eo-modlta a brevlts" IprIncI-pal/ component! reatoelet-tria! sl reppresenteno con

rjlsegni deW" slmba/i e/et-Irlei " e s/ deflnlseona cantetter« melusoote. Esem-pia: C (condensatore) -LP (Iampsdina) - T (Ira-

stormetore), eec.

illurninare la scala parlante dcll'apparccchlo

radio. II terminale del portalampada LPI vacollegato con U!1O spezzone di filo al secondoportalarnpada (LP2) non indica to nella sche-ma pratico di figura to . II collegarnento degJialtri cornponenti non richiede particolari spie-

gazioni. Bastera collegare icomponenti RI, ru,CI, C2, C3, RSI nel modo da noi Indicate peressere certi di non commettere errori e diaver felicemente completato Il montaggio delcircuito alimenattore. II componente Cl e l'uni;co che non avevarno descritto precedentemen-teo Esso e un condensatore di tipo a carta ede illustrato, a parte, in figura 9. Dai radiotec-

mC.1 viene semphcernente«condensatore di rete".

Collaudo

Quando l'allievo avra ultimata il rnontaggiodel circuito alimentatore, dovra accertarsi dinon aver commesso errori, A questo seopo

dovra procedere ad un esame di raffronto tra

10 schema teorico dl figura 8, quello praticodi figura 10 e quello realizzato nella realtache dovra apparjre pressapoco, nella parte in-feriore del telaio, come HIustrato in figura 11.Dopo questo esame di controllo si provvederaad applicare riel circuito la resistenza da

10.000 ohm che nella schema teo rico di figu-ra 8 risulta collegata con linee tratteggiate.Cio significa che questa resistenza non fa par-te del circuito dell'alimentatore rna essa vienetemporaneamente inserita a scopo di provadell'efficienza dell'allmentatore, Si potrebbeanche dire che questa resistenza sostituisce

l'intero circuito del ricevitore radio.Si potra ora inserire Ia spina dell'alimenta-.

tore nella presa-luce e azionare il perno delpotenziometro per far scattare I'interruttore 81

e dar corrente cost al nostro circuito, Se tuttosara state Iatto con precisione tecnica e concura Ie due lampadine LPI ed LP2 dovranno

accendersi e ! ; i Q P O qualche tempo la reslstenzadi prova da 10.000 ohm dovra riscaldarsi alpunto tale da lasciar salire un po' di fumodando inizio ad un processo di bruciatura,cioe di distruzione della resistenza stessa. Maappena ci si sara accorti che la resistenza di

prova comincia a bruciare, si dovra subito in-tervenire sui cornan do dell'interruttore 81 cspegnere l'alimentatore. L'accensione delle duelarnpadine ed ilprocesso iniziale di bruciaturadella resistenza di prova costituiranno un in-:dice piu che sufficiente della bonta del circuitorealizzato e del suo perfetto funzionamento.

«..Ju .Jr-u .Jr-I-

U J: : : :

«z:J

z

Fig. 12 - DI questa tra rasistanza soltanto Ie prime d.ua (R 1 ed R2) vengono util1zzat. per la, realii:z:za-.

zione dell 'callmentatore, 1 0 tana re.lstenza (a d'estra) serve solo per effettuare 10 provol dell'efficienzo

del complesso. II lettore dlltinguera focllmen,te Ie tre relist.nze, UI1U dall'altra, fac.ndo rlferimento

clle fascettct colorcate dipint. sulle relistenze st.lSe.

< I

CCII

l

R 1 = 82 ohm

<

uu2 = 1200 ohm

./ GR IGIO

RE S I S TENZA10'000 ohm

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E l E N C o , E P R E Z Z I D ' E I M A T E R I A L ! O C C O R R E N T I

• Complesso coslituito da: 1 telaio; 1 scala par-

lante in cristallo : 2 manopole; 1 presa-fono:

1 cambia-tensione: 1 puleggia demoltiplica: 2 car-

rucole: 1 indice; 1 molla; 1 perno sintonia; 1 con-

densatore variabile completo di supporti: 1 mobile L. 4.000

trasformatore di alimentazione (primario univ.) 1.200

diodo rettificatore al silicio (250 V - 0.45 amp) " 750

gruppo di alta trequenza ad onde corte e medie " 800

1 coppia medie trequenzs . 550

condensatore elettrolitico 450

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8/4/2019 Tecnica Pratica 1963_02

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pub essere collegalo in

qualunque maniera nel

circulto?

I conduttori del trasforma-

tore di alimentazione de-

vono essere collegati al

cambio-tensione secondo

un ordine ben precise?

La spinetta del cambio-

tensione pub essere in-

serita a caso nella rela-

tiva presa?

I due avvolgimenti checostituiscono i «seccnda-

rl » del trastormaotre di

di alimentazione sana

identici?

Sana impartanti Ie fascet-

te colorate che appaiono

sulle resistenze?

G~~fk,aGibi~mMIII MilllM

51

o

no

o

Le due linguette del con-

densatore elettrolitico

doppio C2-C3, nelle qualisi effettuano i co!iega

menti, corrispondono al-

Ia pol arita posit iva ?

I due terminali della ba-

setta isolante devono ri-

man ere isolate dal telaio?

1 / condensatore di rete

Cf , collegato can un suo

terminate alia linguetta di

massa del condensatore

elettralitico, potrebbe es-

sere collegalo ad uri'altra

presa di massa?

SI riscalda la resistenza

dl prova da 10.000 ohm?

II fila del cordone dl ali-

mentazione coflegato a1-

I'interruttore SIlo si puo

collegare indifferentemen-

te ad uno qualunque dei

due termlnatl di SI?

51

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8/4/2019 Tecnica Pratica 1963_02

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