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Teleriscaldamento per Monte San Pietro Caso studio – prefattibilità Valutazione piccola rete a biomassa o a energia geotermica. Valutazione rete teleriscaldamento per l’intera frazione Febbraio 2017 Autori: AIRU- Politecnico di Milano rif: [email protected] SRF Project coordinator Riccardo Battisti Phone: +39 (0)2277441 +39 (0)3939413523 E-mail: [email protected]

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Teleriscaldamento per Monte San Pietro

Caso studio – prefattibilità

Valutazione piccola rete a biomassa o a energia geotermica.

Valutazione rete teleriscaldamento per l’intera frazione

Febbraio 2017

Autori:

AIRU- Politecnico di Milano rif: [email protected]

SRF Project coordinator Riccardo Battisti Phone: +39 (0)2277441 +39 (0)3939413523 E-mail: [email protected]

 

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Teleriscaldamento rinnovabile a Monte San Pietro

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Contenuto   

1  Caratteristiche principali, dati .......................................................................................................... 2 

1.1  Analisi della domanda energetica ............................................................................................ 4 

2  Soluzioni per la rete piccola ............................................................................................................. 5 

2.1  Soluzione con caldaia a biomassa ............................................................................................ 6 

2.1.1  Risultati soluzione con caldaia a biomassa....................................................................... 8 

2.2  Soluzione con pompa di calore geotermica ........................................................................... 12 

2.2.1  Risultati soluzione con pompa di calore geotermica ..................................................... 13 

3  Rete di teleriscaldamento per l’intera frazione ............................................................................. 16 

4  Conclusioni .................................................................................................................................... 19 

5  Riferimenti ..................................................................................................................................... 20 

 

 

1 Caratteristiche principali, dati 

Monte  San  Pietro  è  un  comune  in  provincia  di  Bologna  di  circa  11 000  abitanti.  Nel  2010 l’amministrazione comunale ha commissionato un audit energetico dal quale è emerso un significativo potenziale  di  efficientamento  relativo  sia  alle  strutture  che  agli  impianti  termici  di  proprietà  del Comune. 

L’attenzione  dell’amministrazione  è  principalmente  rivolta  alla  frazione  nord‐ovest  di  Calderino.  In questa  area  circoscritta  sono  collocati  cinque  edifici  pubblici:  il  Municipio,  il  centro  culturale  con biblioteca annessa,  la scuola materna e  il complesso di scuola elementare, media con auditorium e palestra. In particolare, l’interesse dell’amministrazione è quello di indagare la possibilità di sostituire i vari generatori con un'unica centrale termica che promuova il risparmio energetico e razionalizzi la spesa energetica comunale. Questo a  fronte di alcuni suggerimenti che  il  comune ha ricevuto sulla prospettiva di connettere questi edifici in un'unica rete, sia da parte del documento di diagnosi che da parte di un’azienda locale. Il comune richiede dunque la valutazione di queste alternative proposte dal punto di vista tecnico, economico e ambientale. 

Verrà sondata anche una possibile estensione ad una vera e propria piccola rete di teleriscaldamento che colleghi altri edifici pubblici e privati dell’intera frazione di Calderino. 

Riassumendo, le soluzioni analizzate sono: 

1. Piccola rete a servizio dei 5 edifici pubblici alimentata a biomassa locale 2. Piccola rete a servizio dei 5 edifici pubblici con pompa di calore geotermica 3. Rete di teleriscaldamento a servizio della frazione alimentata a biomassa e solare termico 

 

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Figura 1: a sinistra i cinque edifici comunali della frazione Calderino, a destra la mappatura energetica della frazione (fonte ARPAE ER ‐ RES H/C spread). La scala di colore rappresenta la diversa intensità di fabbisogno 

Scopo di questo documento dunque è analizzare la domanda termica comunale e sviluppare le ipotesi di  intervento sopra citate. Per quanto  riguarda gli  scenari di  intervento proposti,  l’audit energetico menzionato ha evidenziato  innanzitutto  la possibilità di  centralizzare  la produzione di  calore di  cui necessitano i cinque edifici comunali elencati, rendendo quindi interessante l’ipotesi di connessione degli edifici tramite una piccola rete di teleriscaldamento. Le fonti energetiche prese in considerazione derivano dall’auditor stesso, che propone lo sfruttamento della geotermia, dato il potenziale elevato in Emilia Romagna, e da un’azienda locale, che suggerisce lo sfruttamento della biomassa derivante dalla manutenzione del verde locale e del letto del fiume adiacente. 

Per  quanto  riguarda  la  domanda  di  energia  termica,  il  Comune  ha messo  a  disposizione  i  dati  di consumo dal 2007 al 2014, da cui si ricava un fabbisogno medio di circa 1,2 GWh annui per questi cinque edifici. Confrontando tale fabbisogno con le bollette energetiche, considerando inoltre i costi di gestione e manutenzione e attualizzando il costo del gas, è possibile ricavare il costo di ogni MWh fornito all’utenza nella configurazione attuale, ovvero circa 94 €/MWh (IVA compresa). Il parametro così ottenuto rappresenta il valore soglia, ovvero termine di confronto tra lo stato attuale e i risultati delle valutazioni sulle alternative di sviluppo, e permetterà di valutare  la fattibilità economica delle ipotesi di  intervento analizzate. Se le soluzioni di rete elaborate permetteranno una spesa inferiore saranno considerate economicamente sostenibili. 

Il lavoro qui svolto non si limita alla sola valutazione economica, ma viene fatta una vera analisi costi‐benefici  andando  ad  analizzare  la  sostenibilità  tecnico  energetica  e  ambientale  degli  interventi studiati. 

   

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1.1 Analisi della domanda energetica 

La  domanda  di  energia  termica  dei  cinque  edifici  dal  2007  al  2014  ha  subito  oscillazioni  piuttosto significative, intorno a un valore medio pari a circa 1,2 GWh, valore che sarà considerato per le ipotesi di intervento. 

 

Figura 2: andamento della domanda di calore dei cinque edifici comunali, dal 2007 al 2014. 

Per  quanto  riguarda  l’analisi  dei  costi  sostenuti  dall’amministrazione,  si  fa  riferimento  alle  spese relative all’anno 2013, illustrati in Tabella 1, ai fini del calcolo del costo dell’energia nella situazione attuale, riferimento per la fattibilità economica 

Tabella 1: dettaglio dei consumi energetici e dei costi sostenuti nell’anno 2012‐2013. 

Dati 2012‐2013 Consumi energetici 

Costi bollette 

Costo gas 

Rendimento Fabbisogni energetici 

[mc gas]  [€]  [€/mc]  [‐]  [MWh] 

Municipio  13 652  13 040  0,96  0,90  136 

Centro  Culturale  ‐ Biblioteca 

13 674  13 042  0,95  0,85  136 

Scuole  media  ed elementare T.P 

90 425  82 461  0,91  0,94  899 

Scuola  materna  moduli T.N. 

9 758  9 436  0,97  0,94  97 

TOTALE  127 509  117 978  0,93  0,91  1 268 

Avendo stimato i costi di gestione nella misura di 6 €/MWh (stima progetto SRF) attualizzando il costo del gas a 71,75 c€/mc al 2015 [1] si ottiene una bolletta annuale pari a 119 223 €. Rapportando tale costo alla domanda energetica è immediatamente ricavabile il costo dell’energia, il quale risulta pari a circa 77 €/MWh IVA esclusa, che viene dunque considerato come costo di riferimento da confrontare con i risultati dell’analisi di intervento per valutarne la fattibilità. 

Tabella 2: calcolo del costo al MWh del calore fornito ad oggi, con e senza IVA. 

 Costi gas  Costi totali (gas+OM) 

[€/anno] [€/mc] [€/MWh] [€/anno]  [€/MWh]

Con IVA  111 615,00 0,88 88,03 119 223,00  94,03

Senza IVA  91 488,00 0,72 72,15 97 724,00  77,07

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2 Soluzioni per la rete piccola 

Come  descritto  nel  primo  paragrafo,  le  fonti  energetiche  considerate  saranno  biomassa  e  energia geotermica.  Il  seguente capitolo si  sviluppa dunque con  la verifica della  fattibilità delle due  ipotesi proposte: 

Micro rete a servizio di 5 edifici pubblici alimentata da caldaia a biomassa centralizzata 

Micro rete a servizio di 5 edifici pubblici alimentata da pompa di calore geotermica Gli edifici interessati dall’intervento sono quelli elencati e descritti in Tabella 3.Tabella 3 

Tabella 3: dati dimensionali e potenza installata per gli edifici considerati nell’analisi. 

Edifici Planimetria  Volumetria  Potenza installata 

[m2]  [m3]  [kW] 

Municipio  955  4 298  200 

Centro Culturale ‐ Biblioteca  755  3 600  101 

Scuole media ed elementare T.P  7 000  31 500  964 

Scuola materna moduli T.N.  625  2 720  128 

Come illustrato in Figura 1, gli edifici si collocano a distanza limitata l’uno dall’altro, in un’area di 2,5 ettari. Essi sono inoltre serviti da caldaie a gas di non recente acquisto, dunque vicine all’esaurimento della vita utile di servizio. 

DATI DI INPUT 

Nel seguito vengono descritte le ipotesi di intervento e presentati i relativi risultati. Nella Tabella 4 si riassumono i valori affidati ai parametri utili per il calcolo delle prestazioni energetiche ed economiche delle proposte elaborate. 

Tabella 4: parametri di riferimento per la valutazione della prestazione economica delle proposte di intervento. 

Parametro  Valore  U.M.  Fonte 

Tariffa calore  77,00  €/MWh  Valore  di  riferimento  – 

costo  attuale  del  gas, IVA esclusa [1] 

Costo cippato  0,07  €/kg  Comune 

Costo energia elettrica  59,50  €/MWh (medio)  PUN [2] 

Costo tubazione  300,00  €/m  Stima + [3] 

Costo caldaia  65,00  €/kW  Stima + [4] 

Incidenza  installazione caldaia 

45%  ‐  Stima  

Costo accumulo  700,00  €/m3  [5] 

Costo sottostazioni  130,00  €/MWh  Stima 

Incidenza  design  e accessori 

30%  ‐  Stima 

O&M Caldaia  2,00  €/MWh  PlanEnergi 

 

   

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2.1 Soluzione con caldaia a biomassa 

La  prima  ipotesi  di  intervento  prevede  la  realizzazione  di  una  piccola  rete  di  teleriscaldamento alimentata da un unico generatore a biomassa da 0,8 MW con un volume di accumulo pari a 10 m3 e un sistema di back up a gas. La simulazione è stata effettuata tramite il software EnergyPro Errore. L'origine riferimento non è stata trovata. che simula le performance dell’impianto con passo orario sull’intero anno;  la  logica di  controllo prevede  l’attivazione del  sistema di generazione con minimo costo netto. La biomassa è prevista per soddisfare il carico di base, mentre la caldaia a gas è prevista per integrazione e riserva quindi per coprire i picchi di domanda e come backup. 

 

Figura 3 Schema impianto rete a biomassa 

Per poter effettuare la simulazione delle prestazioni della caldaia, è necessario un profilo di domanda su scala oraria. Poiché si hanno a disposizione i soli  termini di consumo annuale per ogni utenza,  il profilo di domanda è stato ricostruito tramite metodo BIN, applicato alla media dei fabbisogni annuali nel periodo 2007‐2014 (ovvero 1 209,4 MWh).  Il metodo BIN consente di calcolare  il  fabbisogno di energia in base alla distribuzione oraria della temperatura esterna, (metodo gradi giorno), e ai profili di utilizzo degli edifici reperiti nei documenti di diagnosi degli edifici. 

 

Figura 4 Profilo consumo energia nei vari edifici 

Sulla  base  dei  profili  di  domanda  così  distribuiti,  si  è  ipotizzata  una  regolazione  climatica  delle temperature  di  mandata  agli  impianti  dei  singoli  edifici  e  una  conseguente  regolazione  della temperatura  della  rete  di  teleriscaldamento.  Non  avendo  dati  di  monitoraggio  degli  impianti,  le temperature di funzionamento sono state stimate considerando il tipo di terminali, radiatori.  

Nella seguente figura vengono illustrati i risultati dell’applicazione del metodo BIN sull’anno in termini di potenza, portata e temperature di mandata e di ritorno della rete di teleriscaldamento. 

Caldaia biomassa 0,4 MW

Domanda calore

1268 MWh

0.2 km

70 °C 

60 °C 

Accumulo 

10 m3

Caldaia gas 

0.8 MW

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Figura 5: distribuzione annuale di potenza termica, portata della rete, temperature di mandata e di ritorno. 

La conformazione della rete è stata ipotizzata in Figura 6, in cui G è il punto che identifica la centrale termica che alloggia la caldaia a biomassa. 

 

Figura 6 – Ipotesi di collegamento fra gli edifici. 

Il dimensionamento delle tubazioni avviene in base ai valori di portata stimati per ogni tratto di rete, fissando dei valori massimi di velocità del fluido pari a 1,5 m/s per le tubazioni principali e pari a 1,0 m/s nelle diramazioni secondarie. Ipotizzando uno spessore di isolante pari circa a metà diametro del tubo, si possono stimare i coefficienti di dispersione termica. 

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Tabella 5: calcolo delle perdite termiche per le tubazioni della rete ipotizzata. 

Parametro  U.M.  AB  BC  BD  BE  EF 

Velocità massima  m/s  1,5  1,0  1,0  1,5  1,5 

Portata massima  kg/s  2,6  2,1  3,1  7,9  17,2 

Diametro  mm  50  50  60  80  120 

Lunghezza  m  62  8  20  85  15 

Perdite lineari  W/m K  0,315  0,315  0,318  0,321  0,327 

Applicando  i  coefficienti  di  dispersione  all’opportuna  differenza  di  temperatura media  tra  fluido  e terreno, si possono stimare le perdite termiche della rete, le quali risultano pari a circa 4% del calore fornito all’utenza. Le perdite risultano decisamente limitate in quanto, rispetto a progetti di reti usuali, il fabbisogno è solo invernale e l’estensione della rete è molto limitata. I consumi per il pompaggio vengono valutati stimando le perdite di carico della rete a partire dai valori di velocità del fluido e dalle caratteristiche geometriche della configurazione  idraulica proposta. Ulteriori output del modello di simulazione riguardano le perdite termiche dell’accumulo e la massa di combustibile necessaria per produrre il quantitativo energetico totale stimato. 

2.1.1 Risultati soluzione con caldaia a biomassa 

RISULTATI ENERGETICI 

Tabella 6: risultati energetici della soluzione con caldaia a biomassa. 

Risultato  Valore.  U.M. 

Perdite termiche  44,7 MWh

Perdite accumulo  5,0 MWh

Energia fornita utenza  1 209,4 MWh

Energia prodotta totale  1 254,1 MWh

Consumo elettrico pompaggio 4,2 MWh

Consumo di gas naturale  9 335 m3 

Consumo cippato  461 880 kg 

I dati presentati in Tabella 6 sono i risultati di consumo dei vari sistemi di generazione della simulazione in EnergyPro e rappresentano i dati di ingresso per l’analisi economica illustrata nel seguito. 

RISULTATI ECONOMICI 

I costi annuali dell’impianto riguardano l’acquisto del combustibile e i costi di gestione e manutenzione comprensivi  dell’energia  elettrica  necessaria  per  il  pompaggio.  I  guadagni  sono  rappresentati  dal consumo di gas  risparmiato e dai costi di gestione e manutenzione  imputabili ai  sistemi  individuali sostituiti. Si ipotizza che il costo del gas sia costante, quindi cautelativamente si trascura un possibile incremento annuale. 

Tabella 7: costi e ricavi annuali relativi alla soluzione con caldaia a biomassa. 

Guadagni 

Gas non acquistato  € 88 288,00 

Gestione e manutenzione delle  caldaie individuali 

€ 4 835,80 

RICAVI TOTALI  € 93 123,80 

Costi 

Acquisto Cippato  € 32 331,60  

Acquisto gas  € 6 720,95  

Gestione e manutenzione caldaie  € 5 012,00 

Pompaggio  € 250,00 

COSTI TOTALI  € 44 314,55 

RICAVI ‐ COSTI  € 48 809,25 

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I costi di investimento considerati sono elencati nella seguente tabella. 

Tabella 8: costi di investimento relativi alla soluzione con caldaia a biomassa. 

Costi di investimento 

Rete   € 60 000 

Fornit. e install. caldaia cippato 

 € 95 200 

Fornit. e install. caldaia gas   € 72 800 

Accumulo   € 7 000 

Sottostazioni   € 75 000 

Costi Accessori e design   € 18 000 

TOTALE INVESTIMENTI   € 360 800  

 

A fronte dell’analisi economica effettuata, si ottiene un tempo di ritorno pari a circa 10 anni e un valore attuale netto pari a circa € 250'000 e un TIR di circa 12%. 

Figura 7: andamento del valore attuale netto durante la vita utile di servizio della soluzione proposta. 

RISULTATI AMBIENTALI 

Di seguito si rappresentano i risultati di impatto ambientale della soluzione proposta con biomassa e back up a gas rispetto all’impatto emissivo stimato per la situazione attuale con caldaie individuali (dati emissivi per combustibile e tecnologia provenienti da INEMAR – ARPA/Ministero dell’ambiente). Come si può notare se da un lato le emissioni climalteranti (CO2) vengono drasticamente ridotte grazie alla biomassa, le emissioni di particolato aumentano. 

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Figura 8: emissioni in termini di CO2, SO2 e PM10, confronto tra situazione attuale e intervento proposto. 

La soluzione analizzata prevede l’installazione del generatore a biomassa in prossimità delle utenze servite.  Per  verificare  dettagliatamente  l’impatto  emissivo  di  questa  soluzione  ipotizzata,  sarebbe opportuno uno studio di impatto ambientale di concentrazione al suolo nel tempo per vedere come le emissioni si distribuiscono nei dintorni della fonte emissiva. A titolo esemplificativo, si mostrano gli impatti  di  un  impianto  similare  reperito  in  letteratura  [6]:  in  prossimità  del  generatore  la  qualità dell’aria viene sensibilmente alterata a causa dell’emissione dei prodotti di combustione. 

 

Figura 9: distribuzione della concentrazione di inquinanti normalizzata sulla distanza dalla fonte [6]. 

Si pone particolare attenzione alla distribuzione della concentrazione di PM10 al suolo al variare della distanza  dalla  sorgente  emissiva,  in  quanto  il  PM10  rappresenta  il  prodotto  di  combustione  più dannoso  a  breve  termine.  Tuttavia,  è  necessario  tenere  in  considerazione  anche  gli  altri  prodotti illustrati  nel  grafico  di  figura,  in  quanto  fonti  “secondarie”  che  nel  tempo  degradano  anch’essi  in particolato.  Considerando  dunque  che  la  centrale  termica  è  prevista  in  prossimità  di  scuole  per l’infanzia, si evidenzia la necessità di spostare la produzione in una zona più lontana 

A valle delle  considerazioni di  cui  sopra,  si  valuta  la variabilità dei  risultati energetici ed economici dell’intervento proposto al variare della distanza tra  il centro abitato e il generatore a biomassa.  In particolare, si presentano i risultati relativi ad una distanza di un chilometro. 

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Poiché  il generatore si  trova  lontano dalle utenze,  la  lunghezza totale delle tubazioni di mandata e ritorno è sensibilmente maggiore rispetto al caso base, dunque è necessario ripetere i calcoli termici e idraulici relativi alla rete. In dettaglio, le perdite termiche salgono all’8% (99 MWh), mentre i consumi di pompaggio aumentano fino a 5,1 MWh. 

Tabella 9: ricalcolo dei risultati energetici considerando una distanza di 1 km tra centrale termica e centro abitato. 

Risultato  Valore.  U.M. 

Perdite termiche  99,0 MWh

Perdite accumulo  5,0 MWh

Energia fornita  1 209,4 MWh

Energia prodotta totale  1 308,4 MWh

Consumo elettrico pompaggio  5,1 MWh

Combustibile necessario (cippato) 691 248 kg 

Dal  punto  di  vista  economico,  l’analisi  viene  ripetuta  tenendo  conto  della  variazione  dei  seguenti termini: 

Acquisto cippato € 34 562 

Estensione rete € 357 000 

Costi accessori e design € 107 100 Mettendo a grafico il VAN calcolato nella nuova configurazione, si può notare che il tempo di rientro dell’investimento  è  superiore  alla  vita  utile  dell’impianto,  in  quanto  in  corrispondenza dell’esaurimento della vita utile dell’impianto il valore attuale netto assume ancora valori negativi.  

Figura 10: nuovo andamento del VAN, si evidenzia un tempo di ritorno oltre i 20 anni. 

Un  buon  compromesso  per  allontanare  la  caldaia  dal  centro  abitato  e  al  contempo  rendere l’investimento  economicamente  interessante  consiste  nel  prevedere  un  progetto  più  grande,  che coinvolga una fetta maggiore di territorio comunale: una vera e propria rete di teleriscaldamento con utenze pubbliche e private. Questa ipotesi progettuale viene trattata in seguito nel capitolo 3. 

   

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2.2 Soluzione con pompa di calore geotermica 

La seconda ipotesi prende in considerazione la realizzazione di una rete alimentata da un sistema di generazione centralizzato che prevede l’accoppiamento di pompe di calore e sonde geotermiche. La pompa di calore e la rete sono disaccoppiate idraulicamente grazie a un piccolo serbatoio, mentre una caldaia di backup ha il compito di innalzare il livello termico fino alla temperatura richiesta dall’utenza. 

La  tecnologia  selezionata  per  la  pompa  di  calore  dipende  dal  livello  di  temperatura  richiesto dall’utenza. La temperatura di mandata della rete viene ipotizzata tramite curva climatica, che nella condizione di progetto (‐5°C temperatura ambiente) implica 80°C. Ipotizzando un salto di 25‐30°C tra mandata e ritorno, si ottengono temperature in ingresso alla pompa di calore dell’ordine dei 50‐55°C. Le classiche pompe di calore a compressione di vapore non sono in grado di operare a questo livello di temperatura, dunque la scelta ricade sulla tecnologia ad assorbimento. 

La configurazione con generatore centralizzato è stata valutata più conveniente rispetto all’alternativa con  generazione  distribuita.  La  seconda  soluzione  infatti  risulta  di  particolare  interesse  laddove  le perdite di  rete siano considerevoli,  in quanto  la rete distribuirebbe fluido a  temperatura molto più bassa  (anello  freddo).  Nel  caso  oggetto  di  studio,  le  dimensioni  ridotte  della  rete  rendono  poco significativo  tale  vantaggio,  aggiungendo  inoltre  oneri  di  tipo  gestionale  dovuti  alla  necessità  di installare e manutenere cinque diversi sistemi di generazione. 

 

Figura 11: schema di rete con particolare del sistema di generazione. 

   

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Il modello di simulazione, costruito con il software di simulazione dinamica Trnsys, è stato impostato fissando una temperatura pari a 15°C in uscita dalla sonda geotermica. 

 

Figura 12: interfaccia modello di simulazione Trnsys. 

Il  sistema  di  generazione  è  composto  da  più  pompe  di  calore  in  parallelo,  con  potenza  termica nominale 45 kW circa ciascuna. Un’analisi di sensitività sulla potenza installata permette di stabilire il numero  di  pompe  di  calore  che  produce  il  massimo  risparmio  di  combustibile  rispetto  alla configurazione attuale. 

2.2.1 Risultati soluzione con pompa di calore geotermica 

RISULTATI ENERGETICI 

 

Figura 13: analisi di sensitività sul numero di pompe di calore installate in parallelo. 

All’aumentare  della  potenza  installata,  il  risultato  delle  simulazioni  annuali  mostra  che  aumenta l’energia fornita dalle pompe di calore e diminuisce il contributo dell’ausiliario, ma allo stesso tempo le macchine lavorano con  prestazioni, un GUE1,  inferiori. Il GUE decresce poiché la temperatura media al condensatore aumenta all’aumentare del contributo termico delle pompe di calore, spostando  il punto di funzionamento delle macchine in un’area caratterizzata da prestazioni inferiori. Il grafico di destra  mostra  che  il  massimo  risparmio  di  gas  si  ottiene  con  quattro  o  cinque  pompe  di  calore. Ovviamente a pari risparmio si preferisce la configurazione che minimizza i costi di investimento, quindi quella che prevede quattro macchine, per una potenza installata totale di circa 180 kW. 

   

1 Gas Utilization Efficiency, ovvero il rapporto tra potenza utile fornita e potenza termica assorbita dalla macchina. È l’equivalente del COP (Coefficent of Performance) per le pompe di calore elettriche.  

DH

AUX

SERBPdC_GAHP

Mix_valve

Evap

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L’analisi dei contributi di ausiliario e pompe di calore rispetto alla curva di distribuzione della domanda mostra chiaramente la suddivisione della copertura del fabbisogno tra i due sistemi di generazione del calore. 

Figura 14: distribuzione della copertura del fabbisogno tra caldaia a gas e pope di calore. 

Oltre i 350 kW di fabbisogno il funzionamento delle pompe di calore risulta discontinuo: la causa è da attribuire  alla  temperatura  in  ingresso  al  condensatore  delle  macchine.  Infatti,  all’aumentare  del fabbisogno  della  rete,  ovvero  al  diminuire  della  temperatura  esterna,  aumenta  la  temperatura  di mandata  secondo  una  regolazione  con  curva  climatica.  A  questo  corrisponde  l’aumento  della temperatura di  ritorno dalla  rete, ovvero della  temperatura  in  ingresso alle pompe di  calore a  lato condensatore. Quando questa temperatura sale oltre 55°C le macchine si spengono, avendo raggiunto il limite operativo. Si nota inoltre che sotto i 150 kW di fabbisogno, le pompe di calore coprono il 100% della richiesta della rete.  

In Tabella 10 vengono presentati i principali risultati, ottenuti a valle di una simulazione annuale con passo orario. 

Tabella 10 

Risultato  Valore.  U.M. 

Energia da PDC  571,66 MWh

Energia da ausiliario (AUX) 659,64 MWh

Energia fornita all’utenza  1 230,70 MWh

GUE medio PDC  1,36 ‐ 

Gas in PDC  393,60 MWh

Gas in AUX  732,94 MWh

Risparmio gas  18% ‐ 

Il fabbisogno di energia termica in ingresso in configurazione standard è stato valutato considerando una  caldaia  di  rendimento medio pari  al  90%. Da  qui,  la  quantificazione del  gas  risparmiato,  nella misura del 18% circa. Il contributo delle pompe di calore così come le loro performance sono piuttosto limitate rispetto al loro potenziale a causa delle elevate temperature richieste. Il sistema di emissione a  radiatori  richiede  delle  temperature  di  funzionamento  molto  alte  rispetto  a  quelle  ottimali  di funzionamento  delle  pompe  di  calore.  Poiché  la  resa  della  pompa  di  calore,  il  GUE,  decresce all’aumentare della temperatura richiesta  lato utenza,  il campo di applicazione ottimale per questo tipo di tecnologia è per sistemi a temperatura più bassa, meglio ancora per i sistemi radianti a bassa 

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temperatura.  Un  risultato  migliore  si  otterrebbe  quindi  se  gli  edifici  subissero  una  importante riqualificazione energetica (es. isolamento dell’involucro e sostituzione dei serramenti) e si riuscisse quindi a diminuire la temperatura di funzionamento dei radiatori. 

In parallelo all’analisi appena mostrata, è stato richiesto un parare al servizio geologico regionale circa il potenziale di geotermia nella zona del comune. Le principali considerazioni ricevute sono state: 

Nella zona interessata non è disponibile una falda superficiale, quindi non è possibile adottare soluzioni a ciclo aperto, ovvero con pozzi. 

È possibile optare per un ciclo chiuso, con sonde geotermiche, ma la composizione del terreno non è ottimale, e i costi sarebbero dunque eccessivi rispetto al risparmio previsto. Una grezza stima dei costi di investimento e di gestione hanno evidenziato la non sostenibilità economica dell’intervento. 

Nonostante le potenzialità della soluzione tecnologica, il contesto e la conformazione del caso oggetto di studio rendono i risultati negativi. Date inoltre le difficoltà evidenziate dal punto di vista geologico, si ritiene di dunque che la soluzione non sia tecnicamente ed economicamente sostenibile.  

   

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3 Rete di teleriscaldamento per l’intera frazione 

Come  detto  precedentemente,  una  soluzione  per  allontanare  la  caldaia  dal  centro  abitato  e  al contempo rendere l’investimento economicamente interessante consiste nell’aumentare la domanda termica prevedendo un progetto più grande, che coinvolga una fetta maggiore di territorio comunale: una vera e propria rete di teleriscaldamento con utenze pubbliche e private.  

 

Figura 15: ipotesi di estensione della rete all’area contrassegnata dal circolo rosso. 

Si ipotizza di estendere la rete all’area arancione centrale e alla soprastante area rossa, illustrate in Figura 15, il che corrisponde a una domanda termica stimata di circa 5 GWh e ad una lunghezza della dorsale stimata intorno ai 2,5 km.  

   

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Per quanto riguarda il sistema di generazione, si valutano le seguenti alternative, la cui scelta viene argomentata commentandone i risultati: 

Caldaia a biomassa da 1,4 MW e caldaia a gas di back up da 3 MW 

Caldaia a biomassa da 1,0 MW e caldaia a gas di back up da 3 MW 

Caldaia a biomassa da 1,0 MW, campo solare termico da 1000 m2 e caldaia a gas di back up da 3 MW 

 

Figura 16: sistemi di generazione ipotizzati. In alto caldaia a biomassa e caldaia a gas (schema valido per le prime due alternative), in basso integrazione con solare termico (schema valido per la terza alternativa). 

La Figura 17 mostra i risultati energetici, evidenziando il contributo dei diversi sistemi di generazione per i tre casi ipotizzati, mentre la Figura 18 esplicita le emissioni climalteranti e quelle inquinanti. Infine, in Figura 19 si presentano i risultati dell’analisi economica delle tre alternative. 

Figura 17: contributo dei diversi sistemi di generazione alla copertura della domanda termica della rete. 

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Figura 18: emissioni di CO2 (sinistra) e particolato (destra) nelle tre configurazioni proposte. 

 

Figura 19: andamento del VAN per le tre configurazioni proposte. 

La  prima  soluzione  (biomassa  da  1,4  MW)  prevede  una  copertura  della  domanda  da  parte  della biomassa dell’81% circa, il che si traduce nella performance economica migliore tra le varie alternative proposte, presentando il tempo di ritorno dell’investimento minore (17 anni) e un valore attualizzato netto a 20 anni maggiore. Il quadro delle emissioni evidenzia il maggior abbattimento di produzione di CO2, ma l’emissione di particolato (PM10 e SO2) risulta particolarmente significativa. 

Per mitigare quest’ultimo aspetto, la seconda configurazione prevede l’installazione di una caldaia a biomassa più piccola, aumentando quindi la quota di gas naturale. Il risultato consiste in un costo di investimento  inferiore, ma  in un  tempo di  ritorno maggiore  (18 anni), a causa dei  risparmi annuali 

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meno significativi dovuti a un maggiore utilizzo del gas. Il quadro emissivo risulta migliore per quanto riguarda gli elementi inquinanti, ma come prevedibile la CO2 prodotta aumenta. 

La terza ed ultima configurazione proposta prevede l’introduzione del solare termico, con lo scopo di 

ridurre l’utilizzo di gas e le conseguenti emissioni di CO2, pur senza incrementare la produzione di 

polveri sottili. Il solare termico offre il suo contributo soprattutto in estate, quando il fabbisogno è 

inferiore. In questo periodo non è previsto l’utilizzo della caldaia a biomassa, questo permette quindi 

al solare termico di sostituirsi proprio al gas e non alla biomassa, come ben visibile in Figura 17. Le 

emissioni di inquinanti sono paragonabili al caso con caldaia a biomassa da 1 MW, mentre la quantità 

di CO2 prodotta è sostanzialmente media tra le altre due alternative. La prestazione economica, a 

fronte di un investimento iniziale maggiore, presenta uguale PBT e VAN della seconda proposta.

4 Conclusioni 

Per la soluzione a biomassa: la necessità di installare il generatore lontano dal centro abitato implica il crollo delle performance economiche dell’intervento. Per rendere sostenibile l’integrazione, è da v può valutare l’estensione della rete a un bacino d’utenza più ampio, come analizzato qui. La configurazione “in linea” del centro abitato risulta ottimale per lo scopo. 

Per  la  soluzione  con  pompe  di  calore  geotermiche:  nello  specifico  caso  di  Monte  San  Pietro,  la temperatura molto bassa  ricavabile a  livello di  anello  freddo e  la  temperatura molto alta  richiesta dall’utenza implicano risultati energetici poco promettenti. In termini più generali, in presenza di un potenziale geotermico significativo e a valle di un processo di efficientemente edilizio che porti ad un abbassamento del fabbisogno e della temperatura di mandata alle utenze, l’ipotesi di intervento può risultare di interesse, ma non è applicabile al caso in esame. 

   

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5 Riferimenti 

[1] AEEGSI, Relazione annuale sullo stato dei servizi e sull’attività svolta, marzo 2015, Vol. I [2] GME ‐ http://www.mercatoelettrico.org/ [3] Autorità garante della concorrenza , Indagine conoscitiva sul settore del teleriscaldamento (IC 

46) [4] Italian Biomass Association, Report Caldaie biomassa [5] Solar District Heating guidelines, SDH EU project [6] Gabriele  Curci,  Giovanni  Cinque,  Paolo  Tuccella,  Guido  Visconti,  Marco  Verdecchia,  Marco 

Iarlori,  Vincenzo  Rizi,  “Modelling  air  quality  impact  of  a  biomass  energy  power  plant  in  a 

mountain valley in Central Italy”, Atmospheric Environment, Volume 81, December 2013, Pages 

716‐717 

[7] http://www.emd.dk/energypro/