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1 TEMI Un glossario comune di riferimento Fulvio Adobati Seeta Maggi, Andrea Azzini, Michela Lazzarini, Filippo Carlo Pavesi (cultori della materia) Corso di Geografia Antropica – A.A. 2013/2014 Università degli Studi di Bergamo Paesaggio – Ambiente - Territorio “Paesaggio ambiente e territorio costituiscono concetti differenti, non rappresentano oggetti tra loro diversi, ma piuttosto una sorta di occhiali attraverso i quali leggiamo un unico grande oggetto: lo spazio in cui viviamo” Scazzosi L. 1999 – Politiche e culture del paesaggio – Esperienze internazionali a confronto Le relazioni tra territorio e paesaggio come proiezioni dei rapporti tra cultura e natura Turri E. 1998 – Il paesaggio come teatro

TEMI Un glossario comune di riferimento - unibg.it · • le risorse naturali devono essere protette, preservate, opportunamente ... i giardini e i parchi che, non contemplati dalle

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TEMI

Un glossario comune di riferimento

Fulvio Adobati

Seeta Maggi, Andrea Azzini, Michela Lazzarini, Filippo Carlo Pavesi (cultori della materia)

Corso di Geografia Antropica – A.A. 2013/2014

Università degli Studi di Bergamo

Paesaggio – Ambiente - Territorio

“Paesaggio ambiente e territorio costituiscono concetti differenti, non

rappresentano oggetti tra loro diversi, ma piuttosto una sorta di occhiali

attraverso i quali leggiamo un unico grande oggetto: lo spazio in cui viviamo”

Scazzosi L. 1999 – Politiche e culture del paesaggio – Esperienze internazionali a confronto

Le relazioni tra territorio e paesaggio come proiezioni dei rapporti tra cultura e natura

Turri E. 1998 – Il paesaggio come

teatro

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Il concetto di ambiente è legato prioritariamente a una lettura di carattere

ecologico-naturalistico che mette a fuoco l’interrelazione tra uomo e natura,

dove l’uomo sta “dentro” in quanto componente di un complesso sistema di

relazioni

Ogni elemento costitutivo dei luoghi può essere letto dal punto di vista ecologico-

ambientale (habitat), dal punto di vista funzionale e da quello paesistico.

Il concetto di territorio è legato prioritariamente a una lettura degli aspetti

funzionali dei luoghi (abitare, produrre, muoversi ecc…)

Il concetto di paesaggio racchiude in sé molte letture, da quelle estetiche-

percettive a quelle simboliche, da quelle storiografiche a quelle funzionaliste,

concetto che contiene già una forte connotazione culturale che presuppone lo

sguardo degli uomini nel leggere i luoghi e la presenza dell’opera umana che li

ha trasformati.

AMBIENTE

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AMBIENTE

1972 Stoccolma - Svezia Conferenza delle Nazioni Unite sull'Ambiente

Umano

113 nazioni si incontrano e redigono un piano d'azione con 109

raccomandazioni. Viene inoltre adottata una Dichiarazione recante 26

principi su diritti e responsabilità dell'uomo in relazione all'ambiente, tra cui:

• la libertà, l'uguaglianza e il diritto ad adeguate condizioni di vita

• le risorse naturali devono essere protette, preservate, opportunamente

razionalizzate per il beneficio delle generazioni future

• la conservazione della natura deve avere un ruolo importante all'interno dei

processi legislativi ed economici degli Stati

1980 Strategia Mondiale per la conservazione

• "Per affrontare le sfide di una rapida globalizzazione del mondo una

coerente e coordinata politica ambientale deve andare di pari passo con lo

sviluppo economico e l'impegno sociale".

• Gli obiettivi delineati:

• mantenimento dei sistemi vitali e dei processi ecologici essenziali

• conservazione della diversità genetica

• utilizzo sostenibile delle specie e degli ecosistemi.

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1992 Conferenza di Rio de Janeiro

Conferenza sull'Ambiente e lo Sviluppo

• conservare, tutelare e ripristinare la salute e l'integrità dell'ecosistema

terrestre

• consentire una lotta più efficace ai problemi del degrado ambientale

• " la ricerca di un equilibrio sostenibile tra attività agricola e risorse

naturali … è auspicabile da un punto di vista ambientale e agricolo-

economico. " Turismo "se il turismo è pianificato e controllato

adeguatamente, può senz'altro favorire lo sviluppo regionale e la

protezione dell'ambiente. "

1997 Protocollo di Kyoto

Con il Protocollo di Kyoto i paesi industrializzati si impegnarono a

ridurre entro il 2012 le emissioni di gas serra almeno del 5,2% rispetto

al 1990. Per l’Italia l’obiettivo fissato è del 6,5%. (rispetto al 1990)

Tale protocollo è finalizzato alla riduzione dei gas responsabilidell'effetto serra.

Tra questi gas troviamo :

• biossido di carbonio (CO2) (responsabile del 60% dell'effetto serra)

• metano (CH4) (responsabile del 20% dell'effetto serra)

• protossido di azoto (N2O)

• idrocarburi fluorati e perfluorati (HFC e PFC)

• esafluoruro di zolfo (SF6)

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I meccanismi flessibili di Kyoto

• Il Protocollo prevede tre principali meccanismi flessibili, basati sul principio che ogni riduzione delle emissioni è efficace indipendentemente dal luogo in cui avviene:

• Joint Implementation (JI): se due Paesi industrializzati o economie in transizione, che hanno sottoscritto impegni di riduzione, realizzano un progetto volto a ridurre le emissioni di gas serra, il Paese investitore potrà utilizzare i crediti ottenuti dalla riduzione effettuata nel Paese ospite per adempiere al proprio obbligo di riduzione e vendere eventuali crediti in eccesso.

• Clean Development Mechanism (CDM): a differenza dei progetti JI, i progetti CDM vengono realizzati in Paesi in via di sviluppo che non hanno impegni di riduzione. In questo caso, quindi, i diritti di emissione non vengono trasferiti, bensì creati e riconosciuti all’investitore.

• Commercio dei diritti di emissione (IET – International Emissions Trading): i Paesi industrializzati che si sono impegnati a ridurre le emissioni di gas serra possono scambiarsi diritti di emissione in eccesso, in un apposito mercato delle emissioni. È possibile scambiare anche, in certi limiti, i crediti provenienti da progetti CDM/JI. In parallelo all’emissions trading tra gli Stati sono nati anche schemi di cap and trade nazionali e regionali che stabiliscono un limite massimo di emissioni per i settori più emittenti.

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TERRITORIO

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Area geografica delimitata e controllata da un individuo o da un gruppo di

individui al fine di influenzare o controllare persone, fenomeni o

relazioni localizzati al suo interno. (Pettinelli, politologo)

Spazio la cui configurazione e i cui confini diventano il principio strutturante

di comunità politiche e il modo discriminante di controllare una

popolazione, di imporle un’autorità, di informare e influenzare il suo

comportamento (Badie, politologo)

• Spazio prodotto dall’azione di un attore sintagmatico (che realizza un

programma) (Raffestin, geografo)

Spazio Territorio

Il territorio come prodotto storico di processi co-evolutivi di lunga durata fra

insediamento umano e ambiente, fra natura e cultura.

Territorio, alcune definizioni

La prospettiva geografica nell’analisi dei processi di territorializzazione

• Cos’è la territorializzazione:

– l'insieme delle procedure simboliche e materiali per mezzo delle quali i

gruppi umani addomesticano la natura

– si tratta di una serie di atti/azioni, attraverso le quali l'ambiente viene

socializzato, diventa qualcosa di conosciuto (e perciò non più da temere)

– il territorio viene trasformato in un patrimonio culturale da cui le

collettività traggono le risorse fisiche e simboliche necessarie alla loro vita

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Strutturazione: La strutturazione è un modo di organizzare il territorio

secondo una certa finalità, in base ad elementi-nodi con specifica localizzazione e qualità -, reti articolazione dei flussi relazionali- e maglie compartimentazioni territoriali: un ambito confinato. Lo scopo è la creazione di un sistema per il governo della complessità. I nodi contenuti in una struttura possono essere a loro volta strutture. Ad esempio la città è una struttura geografica, ma è un nodo della struttura territoriale stato. Partecipano di questo aspetto tutti gli organi che in vario modo organizzano la vita economica, sociale, politica, operando il controllo e la gestione del territorio.

Reificazione (realizzazione di opere) è il processo del controllo pratico sullo

spazio; implica la mobilitazione di energia e un’adeguata abilità tecnica, ma anche il quadro sociale e giuridico che la renda possibile. Con la reificazione l'uomo trasforma lo spazio, lo addomestica, tende a creare oggetti, cose artificiali di cui conosce, avendole fatte lui, sia la genesi che il funzionamento. I componenti del primitivo ambiente naturale quindi scompaiono o assumono nuovi lineamenti: muta il paesaggio. La società, secondo i propri progetti, trasforma materialmente

il territorio e realizza un aumento di complessità (lo scarto tra possibilità e scelta effettiva). Le trasformazioni del territorio, come la tecnologia, rendono possibile alle società umane di sottrarsi sempre più al determinismo ambientale: ad es una bonifica rende possibile la coltivazione di un terreno prima paludoso.

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Denominazione (dare i nomi agli oggetti sulla superficie terrestre).

Attraverso questa azione si "trasforma" un punto della superficie terrestre in un luogo : "designando tratti della superficie terrestre, l'attore crea identità, ossia complessifica il mondo dotandolo di attributi nuovi: i nomi "prima" non esistevano né, soprattutto, esistevano i fenomeni nella forma in cui essi li rappresentano" ... "L'atto denominativo ... è un lavoro sociale che realizza strategie cognitive e comunicative" Turco, 1988, p.82. Questa azione sembra una cosa ingenua, in realtà non lo è perché, attraverso un artefatto intellettuale si ottiene il controllo simbolico sullo spazio.

PAESAGGIO

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Paesaggio …parola che serve a designare la cosa e al tempo stesso

l’immagine della cosa (Humboldt);

Sistema di ecosistemi interagenti che si ripetono in un intorno (Gibelli);

Espressione dinamica ed evolutiva dei processi d’interazione tra sistemi

sociali e ambientali storicamente determinati… il paradigma paesistico va

oltre il contributo, pur decisivo, del paradigma scientifico, inducendo a

confrontarsi con i processi di identificazione, di appropriazione, di

autorappresentazione e di significazione che hanno storicamente coinvolto

e che tuttora coinvolgono comunità più o meno ampie nella produzione del

paesaggio (Gambino);

Alcune definizioni

Componente percettiva del territorio; iconema come unità elementare di

percezione, come segno all’interno di un insieme organico di segni, come

sineddoche; (Turri)

Paesaggio come teatro nel quale individui e società recitano le loro storie, in

cui compiono le loro gesta (…) come attori che trasformano, in senso

ecologico, l’ambiente di vita, imprimendovi il segno della propria azione, e

come spettatori che sanno guardare e capire il senso del loro operare sul

territorio (Turri);

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La Costituzione della Repubblica Italiana

Art. 9.

La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.

Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.

La legge 1497 del 1939 ora art. 139 del DLgs 490/1999

I paesaggi sono riconosciuti come singolarità estetiche.

L'art. 139 del DLgs 490 riguarda (art.1): 1) le cose immobili che hanno cospicui caratteri di bellezza naturale o di

singolarità geologica;

2) le ville, i giardini e i parchi che, non contemplati dalle leggi per la tutela

delle cose d'interesse artistico o storico, si distinguono per la loro non comune

bellezza;

3) i complessi di cose immobili che compongono un caratteristico aspetto

avente valore estetico e tradizionale;

4) le bellezze panoramiche considerate come quadri naturali e così pure

quei punti di vista o di belvedere, accessibili al pubblico, dai quali si goda lo

spettacolo di queste bellezze.

È chiaro dalle categorie di beni meritevoli di tutela elencati nell'articolo di legge, che con essa si siano voluti tutelare gli aspetti estetici, sia come singolarità (bellezze naturali, singolarità geologiche, ville, giardini o parchi non soggetti a vincolo artistico - storico, complessi di immobili caratteristici), sia come unità visuali (ancora i giardini e parchi e i complessi di cose immobili visti al loro interno e soprattutto le bellezze panoramiche e i punti di vista o belvedere).La legge prescrive che il vincolo venga applicato ai singoli beni o complessi con atto amministrativo.

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La legge 431 del 1985 ora art. 146 del DLgs 490/1999

I paesaggi sono visti come categorie perentorie.

La legge 431, recepita nel DLgs 490. Estende apoditticamente il vincolo di cui alla legge del 1939 ad ampie categorie di beni, indipendentemente dal loro valore paesaggistico o comunque ambientale e prescrive che le Regioni formino dei piani paesistici o dei piani territoriali aventi valori di piani paesistici con cui devono normare le aree vincolate dalla legge, senza possibilità di ridefinirne i perimetri secondo altre assegnazioni di valore

a) territori costieri per una profondità di 300 m dalla linea di battigia, anche per i terreni elevati

sul mare;

b) territori contermini ai laghi compresi in una fascia della profondità di 300 metri dalla linea di

battigia, anche per i territori elevati sui laghi;c) fiumi, torrenti e corsi d'acqua iscritti negli elenchi delle acque pubbliche e relative sponde per una fascia di 150 m;d) montagne sopra i 1.600 nelle Alpi e 1.200 negli Appennini;e) ghiacciai e circhi glaciali;f) parchi e riserve nazionali e regionali e territori di protezione esterna ai parchi;g) territori coperti da foreste e da boschi, ancorché percorsi da incendi e quelli sottoposti a

vincoli di rimboschimento;

h) aree assegnate alle università agrarie e zone gravate da usi civici;

i) zone umide comprese nell'elenco di cui alla Convenzione di Ramsar;

l) vulcani;

m) zone di interesse archeologico archeologico;

n) i beni di cui al numero 2 dell’articolo 1 della legge 29 giugno 1939, n. 1497 e cioè le ville, giardini e parchi non soggetti a vincolo artistico-storico che si distinguono per non comune bellezza.

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Convenzione europea del paesaggio

Firenze, 20 ottobre 2000

"Paesaggio" designa una determinata parte di territorio, così come è

percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall'azione di fattori

naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni;

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b. "Politica del paesaggio" designa la formulazione, da parte delle autorità pubbliche competenti, dei principi generali, delle strategie

e degli orientamenti che consentano l'adozione di misure specifiche finalizzate a salvaguardare gestire e pianificare il paesaggio;

c. "Obiettivo di qualità paesaggistica" designa la formulazione da parte delle autorità pubbliche competenti, per un determinato paesaggio, delle aspirazioni delle popolazioni per quanto riguarda le caratteristiche paesaggistiche del loro ambiente di vita;d. "Salvaguardia dei paesaggi" indica le azioni di conservazione e di mantenimento degli aspetti significativi o caratteristici di un paesaggio, giustificate dal suo valore di patrimonio derivante dalla sua configurazione naturale e/o dal tipo d'intervento umano;e. "Gestione dei paesaggi" indica le azioni volte, in una prospettiva di sviluppo sostenibile, a garantire il governo del paesaggio al fine di orientare e di armonizzare le sue trasformazioni provocate dai processi di sviluppo sociali, economici ed ambientali;f. "Pianificazione dei paesaggi" indica le azioni fortemente lungimiranti, volte alla valorizzazione, al ripristino o alla creazione di paesaggi.

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