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Teorie e tecniche del linguaggio
audiovisivo
Prof.ssa Caterina Martino
Università del
Salento
a.a. 2019/2020
Bibliografia
G. Rondolino, D. Tomasi, Manuale del film. Linguaggio, racconto, analisi, UTET, Torino 2018.
M.W. Bruno, Il cinema di Stanley Kubrick, Gremese Editore, Roma 2017.
Cenni storici - FOTOGRAFIA
Dagherrotipia
Anno ufficiale della nascita della fotografia ad opera del francese Louis-Jacques-Mandé Daguerre
Calotipo
L’inglese William Henry Fox Talbot brevetta il
primo negativo
Flash
J. McClellan brevetta un bulbo di vetro con
all’interno un filo di magnesio
Autochrome
Diapositive a colori su lastra di vetro brevettate
dai fratelli Lumière
4
1839 1841 1893 1907
Kodak
“You press the button, we do the rest”
1888
Cenni storici - FOTOGRAFIA
Leica
Nasce il formato 35 mm (quello delle pellicole
cinematografiche)
Kodachrome
La prima pellicola a colori brevettata dalla Kodak
Digitale
Sony produce la prima fotocamera digitale con
floppy disc come supporto di
memorizzazione
5
1925 1935 1981
Polaroid
Pellicola a sviluppo immediato direttamente
in macchina
1948
Cenni storici - CINEMA
Cinematografo
Anno ufficiale della nascita del cinema ad
opera dei fratelli Louis e Auguste Lumière
Fantasmagorie
Il francese Georges Mélièsè un pioniere degli effetti speciali e del montaggio
Lungometraggio
The Story of the Kelly
Gang diretto dall'australiano Charles Tait, 60 minuti (1.200
metri di pellicola)
Sonoro
Nel 1927 la Warner Brosdistribuisce Il cantante di
jazz
6
1895 1902 1905 1927
Nickelodeon
Diffusione delle sale di proiezione negli USA
1905
Cenni storici - CINEMA
Technicolor
Il primo film ad utilizzare la nuova tecnica è il
cortometraggio animato Fiori e Alberi (B. Gillet,
1932).
CinemaScope
Formato panoramico impresso su normali pellicole di 35 mm
Digitale
Supporti di memoria, computer, telecamera digitale, interattività
7
1932 1953 1990s
VHS
La videoregistrazione domestica (Video Home
System): i film escono dalle sale
cinematografiche e dai palinsesti televisivi
1975
Cenni storici
Fotografia Cinema Televisione Computer
8
1839 1895 1936 1940s
Radio
1922
Cellulare
1983
Importanti evoluzioni che hanno consentito il passaggio dalla fotografia al cinema
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• Tempi di esposizione brevi.
• Supporti flessibili e non fragili (quindi la
pellicola).
• Strumenti di ripresa ad intermittenza
(fucile fotografico).
E. Muybridge, The Horse in Motion (1878)
Roland Barthes
R. Barthes, La camera chiara. Nota sulla
fotografia, Einaudi, Torino 2003, pp. 79 e 56.
«La natura della Fotografia, è la posa. [….] nella Foto, qualcosa si è posto dinanzi al piccolo foro e vi è rimasto per sempre; nel cinema, invece, qualcosa è passato davanti a quello stesso piccolo foro: la posa viene travolta e negata dal continuo susseguirsi delle immagini: è un’altra fenomenologia e di conseguenza è un’altra Arte […] benché derivata dalla prima».
«Forse al cinema io aggiungo qualcosa all’immagine? Non credo; non ne ho il tempo: davanti allo schermo non sono libero di chiudere gli occhi, perché, altrimenti, riaprendoli, non ritroverei più la stessa immagine; io sono costretto a una voracità continua; un gran numero di altre qualità, ma nessuna pensosità; di qui, il mio interesse per il fotogramma. Il cinema ha tuttavia un potere che a prima vista la Fotografia non ha: lo schermo […] non è una cornice, ma una maschera; il personaggio che ne scaturisce continua a vivere».
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Film ‘fotografici’ - Sistema monopuntuale
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«L’estetica Lumiére va collocata in un quadro complesso, in cui agisce una pluralità di fattori di
tipo tecnologico, percettivo o socio-culturale. Al centro di questo sistema definito
‘monopuntuale’, perché basato sull’unicità del piano, vi è l’inquadratura, la cui durata coincide
con quella del film e il cui soggetto è definito dal titolo: L’uscita dalle fabbriche Lumiére […].
Prima che un’alternanza tra le inquadrature (pluripuntualità) consenta forme elementari di
racconto, come accadrà dopo l’inizio del Novecento, lo sguardo dell’operatore si concentra sulla
veduta, per lo più urbana, ripresa en plein air. La macchina da presa, fissa e leggermente
angolata, mostra un brandello di vita vissuta sottraendolo al fluire del tempo. A uno sguardo
attento si coglie però come il realismo delle eleganti pose Lumiére, che riflettono una sapiente
costruzione fotografica, sia frutto di uno sguardo organizzato: la macchina da presa è collocata
laddove si prevede un movimento significativo, come l’arrivo del treno».
D. Bordwell, K. Thompson, Storia del cinema. Un’introduzione, McGraw-Hill Education, Milano 2018, p. 8.
Film con inquadratura fissa
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Alcuni esempi:
• Greed (Eric von Stroheim ,1924), un lungometraggio di quattro ore.
• Sleep (Andy Warhol, 1963), 5 ore.
• Empire (Andy Warhol, 1964), 8 ore.
• Blow Job (Andy Warhol, 1964), 35 minuti.
• Screen Test (Andy Warhol, 1960s).