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1 Testo by Renato Vernini Protagoniste le ragazze del Città di Frascati Copertina by Simona Speedy Saccoccia

Testo by Renato Vernini Protagoniste le ragazze del Città ... · Le ragazze mi guardano come un alieno, il loro ... mano durante gli allenamenti. Un nome da ricordare! ... “voi

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Testo by Renato Vernini

Protagoniste le ragazze del Città di Frascati

Copertina by Simona Speedy Saccoccia

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Di solito, quando si vince un campionato, il coach è

felice di consegnare un ricordo della stagione vincente agli

atleti che gli hanno dato questa grande soddisfazione. Si

regalano targhe, foto, gagliardetti, maglie…si offre un giro di

birra. Ho pensato che in occasione di un campionato così

speciale sia giusto far dono a queste stupende ragazze della

loro storia, sotto la forma pretenziosa di un istant book.

Mi piace pensare che un giorno le ragazze potranno

leggere questa storia ai loro nipoti, sperando che questo sia

solo l’inizio di una serie incredibile di successi. Stesso regalo

ho pensato fosse gradito ai dirigenti del Città di Frascati,

società finalmente promossa in un campionato regionale,

categoria appena all’altezza del buon lavoro che si fa da

anni.

Prendiamoci però con ironia!

A mia moglie dedico invece la mia piccola parte di

vittoria, solo grazie al suo lavoro e alla sua pazienza ho

potuto dedicare tanto tempo alla mia passione sportiva.

Un grazie a Luigi Martini. Ci siamo conosciuti tardi

ma sono sicuro che da lassù ha tifato per noi!

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L’INIZIO. GLI OBIETTIVI

Dopo una stagione un po’ burrascosa a Zagarolo

(inutilmente avevo sperato di essere tornato a casa

definitivamente) mi ritrovo quasi per caso a Frascati. Grazie

all’amico Diego Caponera, direttore tecnico del Città di

Frascati, decido di non appendere al chiodo il cartellino da

allenatore e di allenare l’under 16 elite, nonché terza divisione

del Città. Fu un anno bellissimo, in compagnia di ragazze

stupende che raggiunsero la vittoria del campionato di terza

divisione esprimendo un gioco che, per la categoria, è stato di

altissimo livello.

Ma questa è un’altra storia che un giorno andrebbe

raccontata.

Alla fine del campionato sono chiamato ad una

“supplenza” sulla panchina della prima divisione. E’ il giorno

in cui le ragazze dovranno conquistare l’accesso ai play off nel

derby contro le cugine dell’altra società di Frascati. Per

coincidenza, contro la stessa squadra l’anno successivo

vivremo la giornata più esaltante del campionato!

Le ragazze mi guardano come un alieno, il loro

allenatore Carlo Colizza è impegnato altrove e la società mi

chiede di sedermi in panchina senza che io neanche conosca i

nomi di tutte le atlete. Con me c’è Diego Caponera. L’assenza

di Carlo costringe le ragazze alla massima concentrazione, mi

colpisce la loro duttilità e capacità di adattarsi alle direttive di

quello che per loro è un estraneo. La vittoria è facile. Finita la

partita arriva Carlo e io mi dileguo. La festa per l’accesso ai

play off è tutta loro e accetto ben volentieri il ruolo di

comparsa. Ma l’assaggio con la prima divisione non finisce

qui. Purtroppo le ragazze vengono eliminate ad opera di una

compagine ben più quotata. Guardo dalla tribuna la partita di

andata e comprendo che non sempre Davide batte Golia. La

settimana successiva debbo preparare con le mie ragazzine la

partita decisiva contro Albano. Si gioca il mercoledì e il lunedì

mi serve una squadra sparring per preparare la sfida. La

domenica la prima divisione aveva perso la gara di ritorno, era

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svanito il sogno promozione e si era all’epilogo della stagione.

Guglielmo, il Presidente del Città di Frascati, mi consiglia di

allenarmi con la prima. Figurati, penso io, non verranno mai.

Per sicurezza chiedo anche alla U14 di venire a darci una

mano. Dovrò rispedire a casa le ragazzine perché la prima

divisione al completo si presenta in palestra e si allena con

grande intensità. Il mercoledì asfaltiamo Albano, ma le

ragazze della prima divisione hanno già conquistato il mio

cuore. Con me in questa avventura dell’U16 c’è Valentina

Ciurlante, la figlia di Guglielmo, che a 21 anni ha già deciso di

chiudere la propria carriera da giocatrice e mi dà una bella

mano durante gli allenamenti. Un nome da ricordare!

Il giorno della nostra vittoria contro Albano la prima

divisione è convocata sugli spalti da Carlo Colizza. Si

riuniscono nella stanza a disposizione del pubblico del

Touschek, un liceo scientifico di Grottaferrata, nostro quartier

generale. Carlo annuncia alle ragazze che lascerà il gruppo

dopo quattro anni di un rapporto molto intenso. Giada Lucci,

che è ancora u16, gioca con noi ma è aggregata alla prima

divisione e si allena da una vita con Carlo. Mentre Colizza

saluta il gruppo, Giada è impegnata nella partita che corona le

fatiche di una stagione. A fine match, nello stesso momento in

cui le compagne della terza divisione u16 festeggiano la

vittoria nel campionato, è informata di quanto accaduto in

tribuna e piange a singhiozzo. Non riesce a godersi la festa.

Per lei quella vittoria è capitata nel giorno più triste.

Pochi giorni dopo il nostro successo e i saluti di Carlo,

Diego e Guglielmo mi chiedono un appuntamento. L’offerta è

quella di allenare la prima divisione del prossimo anno. Sono

un dilettante e non posso certo tenere due gruppi, non potrei

mai trovare il tempo necessario, con uno già faccio fatica. Se

accetto devo lasciare le ragazze con le quali ho vissuto una

stagione ricca di emozioni e soddisfazioni. Mi prendo tempo,

intanto chiedo a Diego la cortesia di sondare le atlete della

prima divisione, non vorrei trovarmi con un gruppo

demotivato e in fase di smobilitazione. Inoltre a quarantanove

anni non mi va di lottare con un gruppo al quale sono imposto.

Ci prendiamo tutti una settimana di tempo. Intanto

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inizio a preparare ai saluti le giovani che hanno appena vinto il

campionato ma che debbono ancora giocare una partita della

terza divisione e portare a termine il torneo u16 al quale ci

siamo iscritti con l’intenzione di far giocare le ragazze che non

avessero avuto troppo spazio in terza.

Non dimenticherò mai quello che successe in quei

giorni. Dentro di me avevo già deciso di passare alla prima

divisione. Ho quasi sempre allenato squadre seniores e dopo

un campionato come quello appena disputato forse era meglio

fornire nuovi stimoli alle ragazzine. Suppliche, pianti delle

ragazze e miei, ripensamenti miei, musi lunghi delle ragazze,

lettere appassionate e come sempre in questa pallavolo 2.1,

tanto whatsapp e facebook. Era scoppiato un piccolo dramma,

che però rafforzava la mia scelta. Per colpa mia non ero più

soltanto il coach di quel gruppo ma ero diventato qualcosa di

diverso e personalmente troppo coinvolto con la squadra. Era

già giunto il momento di cambiare aria.

Con Diego decidemmo di tagliare subito i cordoni. Io

passavo immediatamente alla prima divisione per gli ultimi

allenamenti della stagione, lui si sarebbe fatto carico della u16.

Andò peggio a lui. Le ragazze u16 non mi hanno mai

perdonato la scelta e Diego pagò il conto per me.

Ricordo ancora le mie parole alle ragazze del nuovo

gruppo: “voi ed io veniamo da un lutto sportivo. Poche

chiacchiere, nessun confronto con il passato e diamoci

dentro!”

Furono allenamenti spensierati e tutto sommato

divertenti. Nel mezzo successe una cosa importante.

Guglielmo aveva per le mani i diritti di una serie D. Ci

convocò e chiese alle ragazze se fossero disposte al salto. No,

grazie. Preferiamo conquistarla sul campo. Fu la unanime.

Guglielmo ed io ci guardammo soddisfatti.

In quei giorni Valentina Ciurlante propose di adottare

una tigre. Superato lo spavento versammo un piccolo

contributo al wwf ricevendo in cambio un po’ di documenti e

un simpatico peluche. Nacque tutta la mitologia della tigre con

la quale la squadra si identificò durante il campionato. Il

peluche non lo portammo mai in panchina, è veramente troppo

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brutto e resta su uno scaffale della sede del Città di Frascati. Il

logo ufficiale della società presenta un gabbiano: la tigre ci ha

insegnato a graffiare, il gabbiano a volare! Altro mito che si

consolidò durante la stagione fu quello delle asfaltatrici…

Non affrontiamo il tema dei colori sociali sui quali

Guglielmo Ciurlante fa finta di confondersi, per la serie D mi

aspetto un ritorno a quanto stabilito dallo Statuto.

A fine

stagione ci

lasciammo con

una pizzata e con

il programma per

il lavoro estivo.

Ogni volta che

consegno il foglio

allenamenti per

luglio e agosto è lo

stesso “trauma”,

sono convinto che

la parte consistente

del lavoro di

preparazione alla

preparazione

debba essere aerobica anche per ragazze che si impegnano in

uno sport anaerobico come la pallavolo. Poi a settembre si

inizia il lavoro specifico su una base consolidata. Gli atleti non

ci sono abituati e gli allenatori considerano questa mia

convinzione come un’eresia. Qualcuna prese il foglio del

programma con qualche ironia, ma tutte il 27 agosto si

sarebbero fatte trovare pronte.

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LE PARTENZE E GLI ACQUISTI

Dai colloqui con Diego era emerso che tutte le ragazze

avrebbero continuato. C’era da sistemare la questione di

Serena che ultimamente aveva avuto qualche problema con il

gruppo (o il gruppo aveva avuto problemi con Serena).

Speravo che tutto si appianasse, la questione era delicata e non

era un mio diritto intervenire. Avevo spinto le parti ad un

incontro. Purtroppo le cose non andarono bene e perdemmo la

ragazza. Il dispiacere era tutto per la persona della quale ci

saremmo privati, ma restava anche il problema tecnico: il suo

ruolo di banda con particolari attitudini alla ricezione ed alla

difesa non era coperto. Il 10 agosto, mentro ero preso

dall’imminente nascita di Sofia, la mia seconda nipote, mi

arriva uno strano messaggio da una ragazza che non conosco.

Sotto l’icona di messenger leggo un nome che al momento non

mi dice nulla, Chiara Rinaldi. “Buongiorno, sta ancora

cercando una banda?”, più o meno è il testo del messaggio.

Resto sorpreso e spiego a Chiara la situazione della squadra.

La ragazza deve ancora compiere 18 anni, ha giocato in D

conquistando la serie C ed è una seconda banda. Anche su

messanger trapelano entusiasmo ed esuberanza. E’ la persona

che cercavo. Comprata al buio! Successivamente mando un

paio di messaggi ad informatori… e trovo conferme.

Nel frattempo si compie il miracolo sperato. Valentina

Ciurlante, la mia seconda allenatrice con la sedici, rompe gli

indugi e decide di riprendere a giocare con noi. Decisiva è

l’amicizia con il capitano Sara Brunetti e le altre ragazze del

gruppo. Tra noi l’anno prima è nata una grande intesa, intesa

che sarà confermata anche nel nuovo rapporto tra coach e

atleta. Importante come allenatrice nel campionato vinto con la

16, decisiva come giocatrice nel campionato vinto con la

prima. Il suo nome è nell’Olimpo delle mie giocatrici all times.

A preparazione iniziata è ancora scoperto il ruolo di

libero. Luana, il libero dello scorso anno, è ancora

convalescente dopo un incontro del suo ginocchio con Marika

Vagnoni, l’alzatrice diciassettenne che avevo già allenato a

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Zagarolo e che nel frattempo era venuta in prestito al Città di

Frascati. Decido di puntare tutto su Giada Lucci. Ad uno dei

primi allenamenti Guglielmo entra in palestra accompagnato

da una ragazza minuta e (apparentemente) molto timida. “Ti

presento Simona, ha giocato libero… oggi si allena con noi”.

Simona Saccoccia non è una che ha giocato libero. E’ il libero!

Esperienza da vendere, con la prima divisione sarebbe tre o

quattro categorie sotto il suo target! Mi chiede di potersi

allenare con noi, ma probabilmente giocherà altrove! La

simpatia delle nostre ragazze ha fatto il resto. Simona resta a

giocare in prima divisione rinunciando ad un ingaggio fuori

regione. Sarà Speedy, il libero che uscirà da tutti i campi con

un applauso!

Luana intanto si riprende, ma saluta e se ne va a

giocare in una serie D. Credo che la presenza di Speedy le

abbia fatto capire che sarebbe stata dura trovarsi un posto da

titolare. Mi fa una telefonata molto corretta e sincera. Buona

fortuna, di cuore! Purtroppo Giada Lucci patisce una fastidiosa

mononucleosi, la terrà lontana dalla palestra fino a Natale e

dopo si inserirà a fatica. Spero che essersi allenata tutto l’anno

con un libero della portata di Speedy possa averle dato stimoli

e conoscenze tecniche che nessun allenatore potrà mai

trasmetterle.

Una delle ragazze che mi avevano impressionato per

professionalità e dedizione era stata Giulia Santini. Mano

pesantissima da opposto, simpatia e qualche acciacco dovuto

ad una buona esperienza fatta da tanti anni in palestra. Un

punto fermo per la squadra che avevo in mente. Se Marika

all’inizio della stagione aveva un punto debole era la palla in

posto 2. Eppure Giulia attaccava tutto: corti, lunghi, alti e bassi

i palloni si schiantavano inesorabilmente sul campo

avversario. “Fino a che mese di gravidanza si può giocare?”.

Mi chiese un giorno di settembre per telefono. Il suo

campionato si è fermato a quella telefonata. Ci ha sempre

seguito ed a lei vanno i nostri migliori auguri!

Dopo i primi allenamenti scioglie le riserve anche

Valentina De Rosa, anche lei giovanissima, un buon opposto

che ci darà un’ottima mano e sarà protagonista del tie break

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vinto a Ciampino in una delle nostre due giornate nere di tutto

il campionato. Sarà in campo a festeggiare la promozione a

Frascati dopo due set giocati alla grande da falsa centrale. Ho

conosciuto Marika a Zagarolo dove mi svoltò il campionato

dopo che a Natale, a seguito di un giro di alzatrici, era stata

inserita nel mio gruppo. Marika a quindici anni era come oggi

che ne ha diciassette, per l’età era un fenomeno. Non sto a

raccontare perché fino ad oggi non abbia avuto una carriera

all’altezza del suo valore. Sta di fatto che volle venir via da

Zagarolo e, insieme al papà, mi chiese un consiglio. La mandai

a provare nella società che in zona mi pareva la migliore per

far crescere una ragazza del suo livello. Le cose non andarono

bene e fu rispedita al mittente. Quella stessa società ha capito

l’errore e la cerca da due anni, ma Marika sceglie sempre il

Città di Frascati. Da quel momento le storie mie e di Marika si

sono intrecciate e quando mi chiama mister mi assale un po’ di

inquietudine pensando al fatto che avrebbe meritato coach ben

più quotati del sottoscritto.

Marika è l’alzatore titolare ma non abbiamo il secondo

perché Flavia Mariottini che allenava e giocava con noi lo

scorso anno è passata ad altra società. Flavia è stata il tramite

per gli arrivi di Chiara e Valentina, non posso che dirle grazie!

Il secondo alzatore è il ruolo più delicato della squadra. Stai

spesso fuori e quando entri vuol dire che la squadra è nei guai.

Mi consigliano di sondare il terreno con Franscesca Moresi,

una ragazza apparentemente introversa che allena le nostre u12

e che gioca in seconda divisione. “Sei disponibile a….” “Si”.

Questo fu il nostro colloquio. Francesca merita un monumento

per serietà e dedizione: è tutto suo il tie break vinto contro

Egan Volley, la nostra seconda giornata nera del campionato.

Grazie a Francesca Moresi e Valentina De Rosa non siamo

mai usciti sconfitti da nessun campo e per ragazze abituate alla

panca non è cosa da poco!

“Orazio, dammi il numero di telefono di tua moglie che

debbo farle una proposta indecente”. Con queste parole scritte

a Orazio Speranza, glorioso alzatore e ottimo allenatore,

nonché grande amico mi sono assicurato l’impiego part time di

Francesca Splendori. “Ti alleni quando vuoi e giochi quando

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servi”, furono le parole che suggellarono il contratto con

l’esperta centrale che sarebbe servita nei momenti clou della

stagione. Purtroppo Francesca dopo qualche partita da

protagonista è caduta nella maledizione delle centrali. Ma c’è

tempo per parlarne.

Qualche giorno dopo l’inizio degli allenamenti al

Touschek si presentano due ragazzine. Vengono da

Grottaferrata, sono u18 e la società di appartenenza non

disputerà il campionato della loro categoria. Gli altri allenatori

della società non sembrano interessati. Per educazione le

faccio restare al mio allenamento. Si comportano molto bene,

sono una bella sorpresa. All’allenamento successivo si

presenta solo una delle due: Ilaria Arguto. E’ molto brava.

Certo la sua giovane età la rende leggerina e avrebbe bisogno

di un po’ di massa muscolare. La tecnica è discreta e la serietà

in allenamento è assoluta. Disciplinata come un soldatino ma

con un bel carattere. Mi convince e la tengo con me molto

volentieri: sarà preziosa negli allenamenti ed in alcune entrate

strategiche, anche lei contro Egan fa un ingresso molto

prezioso e altrettanto preziosi sono tutti i suoi ingressi in

campo. Complice il fatto che ho centellinato le famigerate

dieci entrate per permetterle di continuare a giocare con la

seconda divisione non ha mai giocato per avere soddisfazione

ma solo per essere utile alla squadra e lei lo è sempre stata.

Infine il team manager. Per il ruolo avevo scelto

l’immenso Roberto Velletrani, centrale di esperienza che

aveva iniziato la carriera con Velasco e si era ridotto a finirla

con me, prima in D dove vincemmo i play off, poi in C, serie

dalla quale ci salvammo grazie ai vecchietti Velletrani e

Speranza, infine in prima divisione in un’annata da veri

dilettanti che si chiuse con un onorevole terzo posto. Roberto

aveva accettato e avrebbe dovuto anche darmi una mano

durante gli allenamenti. Purtroppo il lavoro, la famiglia e

qualche incomprensione (credo che vi sia stata, anche se non

ne abbiamo mai parlato) mi ha privato di una collaborazione

della quale sarei stato onorato. Mi dispiace molto non aver

avuto a fianco a me in questa avventura Roberto, ma

Francesco Monnati non lo ha fatto rimpiangere. Con Monnati

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non ci conoscevamo e sinceramente devo dire che l’ho accolto

se non con diffidenza, con qualche precauzione. La

discrezione, la

competenza e il lavoro

prezioso di scout man

sono stati un lusso per una

squadra di prima

divisione. Ottimo anche il

suo lavoro a gettone con le

alzatrici. Franco è

conosciuto in tutto il

mondo pallavolistico,

conosce tutti e non vi è

palestra in cui qualcuno

non lo abbia avvicinato

salutandolo con affetto.

Siamo partiti da posizioni

distanti: rigido e

inflessibile lui, tollerante e

anarchico io. Alla fine i

ruoli si sono quasi

invertiti. Assonanza totale

su tutta la linea. In termini

evangelici è stato il mio

Cireneo.

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LA PREPARAZIONE E IL TORNEO

ROMA

Il primo giorno di allenamenti a Villa Torlonia, mi

accorgo che ho un gran bel gruppo e che le ragazze hanno già

sudato nei mesi precedenti. Le avevo avvertite che il primo

allenamento avrebbe testato il rispetto del programma di

lavoro estivo. Valeria Raparelli è una delle tre over 25 insieme

a Giulia Santini e Francesca Splendori. Dopo cinque minuti di

corsa si annoia, inserisce la quinta e ci stacca. Mi rifarò con lei

al giro del Tuscolo, ma solo perché si ferma più del dovuto ad

un rifornimento mangereccio tipico del trial dei Castelli. Bene

tutte le altre, anche se fanno finta di invocare pietà. Lantieri e

Ciurlante sono al traino di un gruppo che supera il test. Chiara

Rinaldi aveva avuto il programma a metà agosto a seguito del

nostro scambio di messaggi: dopo Raparelli risulta essere la

ragazza più avanti con la preparazione. Un po’ in ritardo Giada

Lucci, ma gioca a fare la mascotte del gruppo. Dovrò spiegarle

che per me lei è una giocatrice vera, una gran talento. Come ho

già scritto, riuscirà a recuperare in tempo…per essere

debilitata dalla mononucleosi.

Delle prime partite amichevoli mi piace ricordare

quella contro la serie D di Borghesiana. Una massacro per le

avversarie. Stiamo lavorando molto su alcuni colpi dal centro e

già funzionano discretamente la 7 e la 2. Mi colpisce la grinta

di una giovane centrale che non parte titolare. E’ Giulia

Broggi, una delle più serie in allenamento: è un vero killer in

partita. Non è un gigante ma tocca tutti i palloni a muro.

Quando è in battuta mi pare di aver in mano una mitragliatrice.

Io indico la zona nella quale battere e lei esegue alla

perfezione. La sua 7 è diventata proverbiale per la velocità con

la quale si sposta ed esegue il colpo. Il suo sarà un campionato

da protagonista, ma nessuno in quelle prime uscite lo sospetta.

Senza storia il torneo Roma. Passiamo sopra a tutte le

avversarie con illusoria facilità. Cominciamo ad asfaltare,

come si urla dagli spalti e nel saluto finale.

Il gruppo vero nasce la sera del ritorno a Pomezia

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proprio nel girone di qualificazione del Torneo Roma.

All’andata avevamo vinto facile e guidavamo il gruppo su

Nettuno e Pomezia con buon margine. Durante la fase

conclusiva del riscaldamento Chiara Rinaldi viene colpita da

una violenta pallonata e cade a terra quasi senza conoscenza.

Cose che succedono. Non deve succedere però che le

avversarie continuino a battere nel campo avversario con

un’atleta a terra. Valeria Raparelli se la prende con l’allenatore

e le giocatrici dall’altra parte della rete, io scopro che in

squadra non sono il più irascibile e che è meglio non litigare

con la Rapy. Chiara ci fa passare alcuni momenti di tensione.

Ha le pupille

dilatate, non

reagiscono

alla luce. Il

Presidente

del Pomezia

ci è vicino e

chiama il

118. Chiara

non risponde

in maniera lucida alle domande del personale medico. “Come

ti chiami?”. “Ch..i…a…ra”. “In che via abiti?” “Non lo so”.

Nel silenzio preoccupato, sempre Valeria Raparelli scioglie

tutti: “No, non lo sa davvero!”. Le spiegazioni non bastano. Si

va al Pronto Soccorso. Decidiamo di non giocare la partita, pur

sapendo che ci saranno conseguenze. Per noi tutti in quel

momento è più importante stare vicini a Chiara e poi ci piace

giocare nel rispetto degli avversari. Insomma, non era il caso

di rimanere lì con la tensione che si era creata e Chiara

all’ospedale. Si fanno le ore piccole al Pronto Soccorso, tutti

intorno a Chiara su una sedia a rotelle. Chiara è spenta e non

parla. Intanto avvertiamo Guglielmo (una delle sue rarissime

assenze) il papà e la mamma. Verso mezzanotte Chiara si

riprende e comincia a far correre la sua sedia a rotelle. “Coach,

guarda come piotto!”. Fu una liberazione! Dopo un ulteriore

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controllo medico tutti a casa, ma quella notte a Pomezia è

successo qualcosa, qualcosa di bellissimo, siamo diventati tutti

amici.

La settimana successiva la gran rinuncia di Pomezia

affrontiamo Nettuno sempre per il Torneo Roma, Chiara è già

in tornata in campo e, nonostante l’inflessibile 0-3 a tavolino

inflittoci per l’abbandono del campo contro Pomezia,

passiamo il girone come prima squadra.

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INIZIA IL CAMPIONATO

Consapevoli della nostra forza ci prepariamo al debutto

in campionato. Valentina Ciurlante è già in buone condizioni

in attacco ma non mi dà ancora affidamento in ricezione.

Prima la provo come opposto, schierando Sara, il capitano (ma

oggi si dovrebbe dire la capitana) come seconda banda e

facendo scivolare Chiara Rinaldi in prima. Perdiamo qualche

punto di riferimento di troppo e allora inverto i fattori: rimetto

le bande a loro posto e alterno Valentina De Rosa, Claudia

Dentato e la stessa Sara Brunetti come opposto. Al centro

gioca la Rapy come secondo e Valeria Lantieri come primo.

Lantieri è una ragazzona di una gran qualità: in partita e in

allenamento ha sempre il sorriso stampato sul volto. In realtà è

anche una ragazza molto solida in campo e il suo apporto non

è mai mancato durante tutto l’arco della stagione: unico suo

flop la partita che ci ha regalato la vittoria in campionato.

Splendori per il momento è sopraffatta dal lavoro e dalla

famiglia, ci saluta. Giulia Broggi, il soldatino, trova sempre

spazio al centro per dare fiato alle due titolari e con lei

guadagniamo sempre qualche punto prezioso. Spesso

utilizziamo il doppio cambio e quando entra Francesca Moresi

in alzata perdiamo qualcosa in precisione (Marika Vagnoni, ha

un’alzata a banda strepitosa) ma ne guadagniamo in

imprevedibilità e velocità del pallone. Le alzatrici per ora non

difendono praticamente nulla e il nostro muro al centro e su

attacco dell’opposto è sempre schierato sulla diagonale a

proteggere la fragile difesa di Marika e Francesca e dare loro

modo di rigiocare il pallone. Giochiamo con il 2-1-3 per

sopperire con la tattica a una certa indolenza sulla copertura

delle palle corte. A coprire il pallonetto mettiamo il terzo di

rete, con qualche complicazione sullo sviluppo del gioco, ma

abbiamo anche una buona zero (l’attacco da seconda linea dal

centro). Anche gli opposti hanno un buon gioco da seconda

linea.

Per la prima partita le ragazze si preparano in modo

speciale. Speedy invita tutte a casa sua per un pranzo da atleta

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(non ho controllato il menù, ma sono sicuro che le ha tenute a

stecchetta). Io arrivo per il caffè e trovo un ambiente unico,

non lo dico per ruffianeria. Sono sicuro che sarà un esordio

schioppettante.

Non solo la partita d’esordio: le prime tre partite contro

Obiettivo Volley & Velletri in casa, Ariccia fuori e Ciampino

in casa filano lisce, tre a zero per noi, con parziali terrificanti.

Dopo i convenevoli già si profila all’orizzonte

l’avversario più insidioso: il Duca d’Aosta, anche per loro tre

vittorie, due per tre a zero e una fuori casa contro il temibile

Villa Gordiani per 3 a 1, anche loro parziali che non

ammettono dubbi.

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IL DUCA D’AOSTA

Alla quarta di campionato dobbiamo far visita proprio

al Duca d’Aosta. Le nostre spie sui social scoprono che in

settimana le nostre avversarie cercano un’amichevole contro

una serie C o una D. La cosa ci dà morale. Ci rispettano e si

preparano giocando contro squadre di livello. Io avevo

visionato con Diego e Guglielmo la partita del Duca contro

Villa Gordiani. Mi aveva fatto una migliore impressione il

Villa Gordiani, che pure aveva perduto 3-1. Il Duca schiera

una mia vecchia conoscenza, Federica Serbaroli, una centrale

esperta e molto alta che qualche anno prima, quando allenavo

a Monteporzio, ci aveva sconfitto ai play off con i suoi

attacchi, i suoi muri e le sue battute. Ora ha cambiato il suo

gioco e invece che primi tempi gioca palle molto alte e lente

che però inchioda sistematicamente nel campo avversario.

Studio le sue traiettorie e spiego il tutto alle mie centrali che

mi ascoltano con la solita pazienza. Decidiamo di difenderla

piuttosto che murarla. O meglio: dobbiamo proteggere con il

muro la nostra zona 1 ed affidare a Speedy la difesa degli

attacchi verso zona 5. La settimana che precede la partita però

non promette niente di buono: Speedy subisce un lutto fuori

Roma e fino all’ultimo non sa se sarà presente. Comunque

salta tutti gli allenamenti e non possiamo provare la difesa

sulla Serbaroli. La partita si gioca la domenica mattina e

l’orario è quanto di peggio possa capitare per ragazze giovani

che praticamente escono quasi solo il sabato sera. Inoltre la

palestra che ospiterà il big match della fase iniziale del

campionato è piccola e buia. Quello che hanno fatto le mie

ragazze nei giorni che precedono la partita è stata la cosa

giusta: non si sono costruite alibi e si sono allenate con la

massima serietà.

Il sabato notte rientra Speedy, la passo a prendere a

casa e ci vediamo tutti molto presto per un caffè al bar del

papà di Giada. Arriviamo in palestra prima del custode e

subito i nostri tifosi fanno capire che non giocheremo fuori

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casa. Le ragazze sono talmente concentrate che durante il

riscaldamento esco a prendermi un caffè: voglio dar loro

sicurezza e voglio evitare di stressarle oltre il dovuto. Una

passeggiata in qualche pre partita molto teso fa bene anche a

me.

Si parte con una novità: giochiamo con l’opposto vero

perché contro un avversario così insidioso dobbiamo essere

più efficienti in attacco. Le diagonali sono composte da

Vagnoni e Valentina De Rosa, Ciurlante e Rinaldi come

bande. Al centro Raparelli e Lantieri. Speedy ha gli occhi

piccoli e gioca senza lenti a contatto. Partiamo bene ma non

benissimo. Loro prendono qualche punto e soffriamo in difesa.

Scelgo subito di riequilibrare la squadra sostituendo a metà del

primo set De Rosa con Claudia Dentato. Tengo fuori la

capitana Sara Brunetti come primo cambio dei martelli. A

questo punto bisogna parlare di Claudia. Anche lei

giovanissima, 19 anni, ha conosciuto picchi di forma durante il

campionato disputando partite eccellenti e offrendo un

contributo determinante. La sua tecnica non è da manuale

(colpisce la palla caricando come un lanciatore di giavellotto)

ma è praticamente imprendibile per il muro. Avendo avuto una

formazione da banda è utile anche in ricezione e difesa. Contro

il Duca inizia a progredire e ad essere utilissima alla squadra,

chiuderà la partita con soli cinque punti, ma si farà sentire

anche a muro con tre buoni palloni contenuti sull’attacco della

banda avversaria. Soprattutto la sua importanza nel match è

dovuta ad una buona solidità che ha restituito in difesa dal

momento del suo ingresso in campo. Vinciamo il primo set

abbastanza agevolmente con un parziale di 25 a 16, anche il

secondo si chiude con facilità, ma le avversarie cominciano a

farsi sentire, come dimostra il risultato di 25 a 20.

Loro battono forte sempre su Valentina Ciurlante. La

cosa potrebbe essere strana perchè non la conoscono e il loro

allenatore non è mai venuto a visionare una nostra partita.

Altri allenatori del girone sono stati assidui frequentatori delle

nostre partite, il tam tam delle squadre romane funziona bene!

Per disgrazia di lor signori però Valentina è molto concentrata:

i dati di Franco Monnati ci dicono che riceve 31 volte, contro

19

le 16 di Chiara Rinaldi e le 6 di Simona Saccoccia Speedy. Di

queste 31 ricezioni ben 10 le valgono il # e solo due volte

subisce punto diretto. Questa a mio avviso è la chiave della

partita.

Nel terzo set partiamo male, subiamo un brutto break

ma i cambi (tardivi) di Brunetti per Rinaldi e di Arguto (per lei

una ricezione che le vale il 100% di #) per Ciurlante ci danno

l’opportunità di respirare e di allungare il set che comunque

andiamo a perdere in malo modo 14 a 25. I punti avversari

vengono quasi tutti dalla temuta centrale. Questo vuol dire che

abbiamo perso intensità in battuta: l’efficienza è calata al

38,36 rispetto al 54,79 del primo set e la positività è al 52

rispetto al 64,38…è chiaro che se non mettiamo sotto

pressione le avversarie con il servizio inneschiamo la loro

arma più pericolosa.

Nessun dramma per il nostro primo set perso nel

campionato (alla fine saranno solo 6 e tutti fuori casa). Insieme

al set avremmo potuto perdere la testa, ma non l’abbiamo

fatto. Si torna dal cambio campo con la giusta concentrazione.

Per me solo un dubbio: far entrare Sara Brunetti al posto di

Chiara Rinaldi o proseguire con la formazione che aveva vinto

i primi due set? Nella scelta ha pesato l’inerzia della partita e

gli occhi delle giocatrici. Sara è un gran capitano, giocatrice

solida e una brava ragazza, però aveva accusato l’esclusione

dalla sestetto iniziale e non mi pareva abbastanza carica.

Chiara invece aveva l’occhio del killer. Naturalmente non

saprò mai se la mia scelta sia stata quella giusta. Dispiace

sempre tener fuori una ragazza che è perlomeno alla pari con

quelle che giocano, ma a volte sono piccoli dettagli che fanno

pendere la bilancia da un lato piuttosto che l’altro.

Il set va avanti punto a punto fino a che non otteniamo

un break di quattro punti. Un vantaggio prezioso. Intanto

faccio entrare Giulia Broggi per Valeria Lantieri e la piazzo

davanti alla centrale meno incisiva delle avversarie. Per

Giulietta un solo attacco che le vale il 100% e due preziosi

muri. I giri sono sfalsati, per cui la loro centralona rientra

quando Giulia ha ancora un giro avanti. Il gap fisico è

devastante. Faccio rientrare Lantieri quando il set entra nella

20

fase calda e noi conserviamo due punti di vantaggio, si arriva

sul 24 a 22. Qui faccio un errore che avrebbe potuto costarci

caro. Il coach avversario, visto il mio cambio, chiama la sua

centrale e le dà un’indicazione. Guardo, ma non riesco a

leggere il labiale. La palestra è una bolgia. Andiamo in battuta

con Chiara e io mi distraggo per darle indicazioni: battere

profondo verso posto uno per rendere più difficile l’attacco del

centro. Mentre Chiara batte penso allo sviluppo del gioco e

solo nel momento della ricezione capisco che il consiglio del

collega è quello di evitare il muro di Lantieri, più fresca e

determinata in quel momento. Naturalmente non avrebbe

rinunciato all’attacco della sua migliore giocatrice. Avevano

un’unica possibilità. Faccio appena in tempo ad urlare “vai

sulla due” che la loro centralona colpisce la palla a porta

vuota. Lantieri era rimasta ad attendere l’attacco da posto 3

che ci aveva messo in difficoltà per tutta la partita. Le

avversarie ci sono arrivate ad un punto proprio quando

stavamo per chiudere. Ho ancora negli occhi l’ultimo pallone:

loro vanno in battuta e questa volta colpiscono Speedy che

forse per la stanchezza o la vista menomata dal non aver

potuto mettere le lenti a contatto valuta tardi la traiettoria. La

palla le cade troppo addosso e la riceve sporca, in mezzo al

campo, uno dei suoi rari mezzi errori nel momento più delicato

della stagione. Marika è pronta, si sposta e alza l’unica palla

che le era possibile: in posto quattro verso Valentina Ciurlante.

La palla le esce dalle mani pulita, ma non può spingere troppo

perché il soffitto è basso e si rischia il fallo. La traiettoria

risulta leggermente corta e Valentina si avventa sulla palla che

le è un pelo troppo avanti, la colpisce forte e il Molten forse

viene deviato leggermente dal muro, forse (non lo sapremo

mai) sarebbe caduto sulla linea o forse fuori. Il libero del Duca

non ha tempo per farsi tutte queste domande: si tuffa nel

tentativo disperato di contenere l’attacco, tocca la palla…che

schizza e se ne va lontana! 25 a 23 per noi e prima vittoria

pesantissima della stagione!

Baci, abbracci e foto. Mi accendo il sigaro della vittoria

(un Garibaldi che da anni mi concedo al termine di una partita

vinta…e qualche volta pure quando perdiamo).

21

Esco fuori e capisco che ho un lavoro da compiere in

settimana. Due

giocatrici sono

demoralizzate per

essere state poco

impiegate e vanno

recuperate. E’ sempre

la stessa storia, anche

la migliore ragazza

del mondo partecipa

sinceramente alla

vittoria delle

compagne… ma poi

rimane l’ombra delle

mille motivazioni che

l’hanno esclusa dal

sestetto titolare, dei

dubbi, della rabbia per

non essere considerata

dal coach per quello

che realmente vale,

dell’autostima che

cala, degli alibi.

Mentre poi nelle amichevoli e nel Torneo Roma le ragazze

avevano ruotato con una certa regolarità ora si andava

delineando la squadra che almeno al momento era considerata

titolare.

22

LE ALTRE SQUADRE

Dopo la partita contro il Duca andiamo a far visita al

Piva, società prestigiosa e squadra terza in classifica. Buona

compagine ma con poco mordente. Noi siamo carichi e i

parziali parlano chiaro: 25-8, 25-15, 25-19. Nel terzo set

partiamo male e finiamo sotto di sei punti. Nessuna ragazza si

scompone e andiamo a realizzare un parziale di 10 a 2

mettendo le cose a posto. In questa partita confermo la squadra

che aveva giocato contro il Duca anche perché Sara Brunetti

patisce un infortunio alla mano in allenamento. Si registrano

gli ulteriori progressi di Claudia Dentato (12 punti), trova più

spazio Giulia Broggi con 5 punti, il 50% in attacco e 3 muri ed

è top scorer Valentina Ciurlante. Si affaccia per la prima volta

un problema che ci perseguiterà nei nostri giorni peggiori: 9

battute sbagliate in tre set abbastanza agevoli.

La settimana successiva ospitiamo l’Egan Volley, che a

questo punto contende la seconda piazza al Duca d’Aosta. Ci

chiedono di spostare la partita di un paio d’ore. Sappiamo che

il motivo risiede nel fatto che nel pomeriggio gioca la serie D.

Alcune delle loro ragazze, grazie alla regola delle dieci entrate,

sono impegnate su due fronti e se non avessimo accettato

avrebbero dovuto scegliere: o la D o la Prima divisione. Al

Città di Frascati non ci facciamo questi conti. Concediamo il

posticipo della partita e vinciamo, ma senza dilagare: 25-20,

25-20, 25-19. La partita è raccontata dalle parole con le quali

Franco Monnati come ogni lunedì mi trasmette gli scout: il

primo set siamo arrivati a 11/3 e poi abbiamo permesso loro

una serie di break che li hanno portati fino a 22/17, poi tutti

cambi-palla fino al 25/20; nel secondo set, con Chiara in

battuta siamo arrivati 14/5 e, ancora, con una serie da 3 ed

una da 5 ce li siamo ritrovati 16/13 poi 20/16, fino al 25/20;

terzo set, addirittura dal 19/8 li abbiamo fatti risalire fino al

23/19, prima di chiudere 25/19.

23

TUTTO FILA LISCIO. WHATSAPP E

FACEBOOK

Egan Volley, Piva e Villa Gordiani hanno

rappresentato gli ultimi ostacoli impegnativi del girone di

andata. Queste tre squadre, il Duca d’Aosta e noi siamo

compagini che avrebbero potuto figurare in un campionato di

un buon livello anche qualche anno fa. Ciampino è una

squadra molto giovane ed interessante, ancora non al livello

delle prime in classifica. Sicuramente nei prossimi anni

vedremo le giocatrici del Ciampino in squadre di categoria

superiore. Oggi la qualità di gioco si è ridotta e questo è un

dato di fatto. I motivi sono tanti, sicuramente molte ragazze

fanno pallavolo pensando di iscriversi in una palestra come ci

si può iscrivere a Zumba o a nuoto (con tutto il rispetto).

L’agonismo non è preso in considerazione e la partita è una

scocciatura domenicale, salvo poi coinvolgere le famiglie in

guerre atomiche se il coach le lascia in panchina. Queste

cinque squadre si sono contese i punti con tutto l’agonismo

possibile ed è stato un onore confrontarsi con avversarie così

agguerrite. Ma nel girone c’erano anche le altre. Una dopo

l’altra sono cadute sotto una serie impressionante di tre a zero

con “punteggi bulgari”. Purtroppo anche queste partite hanno

prodotto molta tensione. Dietro a noi c’era il Duca d’Aosta

distanziato solo dai tre punti dello scontro diretto. Anche loro

vincevano sempre con ottimi parziali. Abbiamo iniziato a

contare la differenza punti, sui set persi del Duca invece non

facevamo affidamento. Ci rallegravamo se una domenica si

vinceva tre a zero con parziali appena migliori delle nostre

rivali. Eravamo sempre con il piede sull’acceleratore. Questo

ha influito anche sul turn over. Tutte e tredici le ragazze

convocate, quasi sempre, sono scese in campo, ma è evidente

che i ruoli e le gerarchie andavano marcandosi e che qualche

legittimo mugugno cominciava a circolare. Ho sempre

apprezzato chi è scontenta e prende di petto il coach chiedendo

spiegazioni. Ho sempre temuto i fiumi carsici e qualcuno, ogni

tanto, in questa annata dove da fuori sembrava che andasse

tutto liscio dava l’impressione di emergere in tutta la sua

24

impetuosità. Fortunatamente la qualità umana delle ragazze di

questo gruppo è talmente alta che si è risolto tutto sempre

molto civilmente: a squadra è stata sempre unità per

l’obiettivo. Pazienza se qualcuna detestava il coach per le sue

scelte.

I tempi cambiano. Ho iniziato ad allenare che non

esistevano i cellulari. Arrivavi agli allenamenti e scoprivi che

una ragazza era malata, l’altra arrivava in ritardo ed aveva

avvertito un’amica… Oggi c’è whatsapp! Da quando esiste mi

riservo il piacere di isolarmi in un gruppo di discussione

riservato alle ragazze e al sottoscritto. Ne sono gelosissimo. Su

whatsapp ci si scambia il buongiorno, qualche stupidaggine,

qualche

battuta

cretina. Per

me è un

piacere, ma

anche uno

straordinario

strumento per

la gestione

del gruppo e

il monitoraggio degli umori. La cosa principale rimane però il

piacere di essere collegato h24 con la squadra.

Il gruppo fb segreto riservato alla squadra è poco più

ampio. Comprende Guglielmo, Franco, Diego e altri dirigenti

e atlete che hanno lasciato la nostra società ma delle quali

conserviamo un buon ricordo. C’è anche Carlo.

25

ACHILLE CI COLPISCE ALLE SPALLE.

C’E’ SANREMO!

Si arriva alla decima di campionato con il vento in

poppa. Il Duca d’Aosta ci insegue da vicino e risponde colpo

su colpo ai nostri tre a zero ma dai primi conti risulta che

saremmo primi anche perdendo il match di ritorno per 3 a 0.

Pare che niente possa impensierirci. La squadra ha acquisito

sicurezza e consapevolezza. Le percentuali di tutte le ragazze

salgono gara dopo gara. Nessuna squadra nel Lazio in nessun

campionato a questo punto ha uno score migliore del nostro.

E’ in questi momenti che scoppiano i drammi sportivi.

Siamo al secondo set della partita contro il Terzo Millennio.

Abbiamo il tifo dalla nostra perché è presente tutta l’u16 che

dopo gioca nella stessa palestra ed è stata convocata da coach

Marcelli con largo anticipo proprio per sostenerci. La partita è

nervosa ma scorre liscia. All’ennesima prodezza di Speedy

dagli spalti parte il coro: “Simona, Simona”. Nella parte finale

del secondo set ci sono un po’ di palle contestate e l’arbitro, il

Sig. De Troia, se la prende con Rapy sventolandole sotto il

naso un cartellino giallo durante il cambio di campo. Avevo

deciso di tenerla fuori per far spazio a Broggi ma l’dea di

lasciarla in panchina dopo il giallo mi sembrava crudele.

Decido di sacrificare Lantieri e mando Broggi in campo.

Durante il set successivo Rapy si gira verso di me e mi chiede

di essere sostituita. Si avvicina alla panchina saltellando su un

piede, si siede e la vedo inviare un gesto rassicurante, il pollice

alzato, verso il papà in tribuna. Ha sentito un qualcosa di

strano al polpaccio. La ghiacciamo come è di prassi. A fine

partita il suo volto è sconsolato. E’ laureata in scienze motorie

e lavora tutto il giorno con i muscoli degli altri. Purtroppo non

serve essere scienziati: il suo tendine di Achille è scomparso,

anche se sul momento mi sento di rassicurarla. Sarà operata

dopo pochi giorni, campionato finito. La squadra le sarà

sempre vicina e Valeria sarà sempre vicina alla squadra. Ce ne

andiamo come se avessimo perso 3 a 0.

26

Intanto si sta per celebrare a Frascati la premiazione

dell’atleta dell’anno. Ogni società deve indicare il proprio

atleta da premiare durante la cerimonia. Guglielmo ci ha

abituato bene: un sondaggio su facebook garantisce la

condivisione del nome tra tutti gli atleti, i genitori, i dirigenti

del Città di Frascati. Naturalmente ognuno può proporre un

candidato. Senza pensarci scrivo: Valeria Raparelli. E’ stato un

plebiscito, Valeria è riconosciuta da tutti come atleta simbolo

del Città di Frascati, succedendo in questa speciale carica a

Sara Brunetti. Anche Sara ha meritato il premio l’anno

precedente e mi dispiace non essere stato presente alla

premiazione. Il suo valore tecnico, il suo attaccamento alla

squadra, la sua militanza fedele dal mini volley alla prima

divisione ne fanno una bandiera naturale del Città di Frascati.

Ora però voglio togliermi un sassolino, uno scrupolo.

Non vorrei che si pensasse che il nome di Valeria sia uscito e

sia stato votato per una specie di consolazione all’infortunio.

In realtà se chiudo gli occhi e penso ad una ATLETA nel Città

di Frascati non posso che pensare a lei. E’ una tuttologa dello

sport: bici, corsa, pesi, pallavolo e chissà quanti altri sport

sono tutti praticati al massimo delle sue possibilità dalla nostra

Valeria. Finché non si è fatta male è stata il mio contraltare in

palestra: sempre con i piedi per terra, spesso critica, è stata la

figura con la quale coach e compagne erano costantemente

obbligati a confrontarsi. Dal confronto nascono i progressi.

Venuta meno lei il nostro rapporto personale si è rafforzato ma

è indubbio che in allenamento la sua assenza si è fatta sentire

anche più che in partita. Insomma, l’infortunio non c’entra

nulla. Lei per me sarebbe stata comunque l’atleta dell’anno.

L’aspettiamo in serie D…ma ci farà visita molto prima!

A questo punto ci rimanevano due sole centrali per il

girone di ritorno e le restanti partite del girone di andata, più il

Torneo Roma. Si pose il problema di come affrontare la fase

finale del campionato. Giulia Broggi e Valeria Lantieri mi

fornivano garanzie più che sufficienti ma le stavamo

condannando a non poter accusare mai un raffreddore e

soprattutto ad avere sempre e comunque la responsabilità del

gioco al centro sulle loro spalle. Loro stesse chiesero un aiuto.

27

Mi rivolsi di nuovo a Francesca Splendori. Dopo i primi giorni

di allenamento era stata sopraffatta da lavoro e famiglia. Le

chiesi il favore di allenarsi il venerdì e di venire alle partite.

Accettò e le sono veramente grato. Spero e sono sicuro che

anche le compagne abbiano apprezzato. Nelle partite disputate

Francesca recupera un po’ di condizione e si dimostra quella

grande centrale che è. Un lusso per la categoria. Le tre centrali

però durarono poco. Dopo tre partite, a Ciampino, Francesca si

infortuna. Un accidente meno grave per lei, ma sempre al

tendine di Achille. Ci stava colpendo la maledizione delle

centrali. Con la sola Lantieri in campo e Giulia Broggi in gita

scolastica ad Atene convoco con piacere le terribili u16

Valentina Grifantini e Alessandra Ferri. Faranno il loro,

soprattutto nella partita del Torneo Roma contro il Decimo.

Anticipo gli esiti di questa maledizione: Giulia Broggi

ritornerà dalla Grecia con una caviglia dolorante, Grifantini si

infortunerà al ginocchio così come Alessandra Ferri starà fuori

per guai muscolari. Lantieri? Per lei fastidiosa bronchite da

Natale alla fine del campionato…ma andiamo avanti fino

all’epilogo che porterà alla scoperta del falso centrale con

Valentina De Rosa! Naturalmente dopo aver esordito al centro

si ammalerà anche De Rosa.

I Kutso

canteranno a

Sanremo. E vabbè ci

fa piacere! Per noi è

una bella festa. Ma

che c’entrano i

Kutso? Nei Kutso

c’è un ragazzo

speciale, è

Donatello, il compagno di Speedy e amico della squadra,

immancabile in tribuna. Speedy è la grafica dei Kutso e anche

tutto il resto. Sanremo è una grande occasione per i ragazzi del

gruppo. Sono bravissimi, provocatori e gradevoli da ascoltare.

Gli vogliamo bene e siamo tutti presi dalla loro performance,

ma intanto Simona Speedy Saccoccia è occupatissima. Ci

mancherà agli allenamenti per alcune durissime settimane ma

28

non salterà neanche una partita. Le serate di Sanremo ci

vedono in palestra ad allenarci, ma ci teniamo aggiornati e

quando tocca ai Kutso corriamo al telefonino per tifarli in

streaming. Arrivano in finale e siamo tutti lì per loro, un altro

bel momento di questo anno stupendo.

Con Speedy che non si allena ho un bel problema.

Potrei e forse dovrei far giocare Giada. Purtroppo il nostro

piccolo grande libero under è in ripresa ma non è ancora

pronta per sostenere il peso di una squadra che non può

permettersi neanche di perdere un set. Oltre al Duca che

incalza c’è il problema che Giada ha un limite di dieci entrate

consentite in

prima divisione

per poter

continuare a dare

il

proprio contributo

con la seconda,

impegnata in quel

momento nel

tentativo di

salvarsi. Un po’ il discorso che vale per Ilaria. Continuo a far

giocare con Speedy, anche perché è sotto pressione e lo sfogo

domenicale la libera dalla schiavitù sanremese, continuiamo a

vincere, ma certo mi rendo conto di pretendere molto da

Giada, spero che un giorno capirà che ho agito anche nel suo

interesse. Ilaria gioca un po’ di più, ma è sempre poco per una

ragazza così giovane e forte.

29

NON PERDIAMO MAI, MA NON SIAMO

INVINCIBILI!

Arrivano i quarti di finale del Torneo Roma, giochiamo

la prima partita fuori casa contro il Decimo. Le nostre

avversarie sono una seconda divisione, ma hanno vinto tutte le

loro partite per 3 a 0. Ci preoccupiamo, ma dentro di noi siamo

consapevoli che passeremo il turno. Troppo consapevoli.

Splendori, ormai recuperata alla causa, non può giocare le

partite infrasettimanali per via dei suoi impegni di lavoro,

Broggi è in Grecia e convoco le due centrali titolari in U16,

Valentina Grifantini e Alessandra Ferri. Le alternerò in campo

e disputeranno un’ottima gara, insieme a Lantieri fissa nel

ruolo di C1. Si gioca ancora in una scatola di scarpe. Pronti,

via le avversarie ci massacrano nel primo set e ci troviamo

sotto per uno a zero. Bisogna riattivare i neuroni. Sposto il

muro sulla parallela, cambio difesa, discutiamo delle scelte

d’attacco. Le ragazze cominciano a macinare: Marika e

Claudia (con il doppio cambio di Francesca e Valentina de

Rosa), Sara e Valentina Ciurly7, Lantieri e Grifantini chiudono

i tre set che rimangono con grinta, determinazione e un gioco

di qualità. Speedy è tornata ai suoi livelli migliori e usciamo

tra gli applausi di un folto pubblico, composto più che altro e

stranamente da addetti ai lavori. Su whatsapp le ragazze si

scambiano i complimenti e si felicitano di aver battuto un

avversario di valore. Comincia a circolare l’espressione “serie

D”, seppure riferita alla reale categoria delle nostre

contendenti.

La domenica dopo andiamo a far visita al Ciampino.

Squadra di ragazze under che sono a turno impiegate nella C,

ma che occupano le zone basse della classifica.

Ho già raccontato come durante il riscaldamento la

maledizione delle centrali si sia ricordata di noi. Splendori

accusa un infortunio al tendine di Achille e mi fa una smorfia

preoccupata. E’ una tosta e vuole essere schierata nel sestetto

di partenza: “adesso mi scaldo bene e passa”. Purtroppo non

passa e per Francesca il campionato è finito. Proprio alla

vigilia della partita contro il Duca d’Aosta.

30

Ora però bisogna pensare al Ciampino. Al posto di

Splendori inserisco la piccola Grifantini. La partita inizia con

un un po’ di malinconia. Il gioco del Ciampino è evoluto ma

non riescono a concretizzare le veloci e le palle spinte a banda.

I primi due set filano via lisci. La nostra squadra è la stessa del

torneo Roma, con Rinaldi ancora indisponibile ma che morde

il freno in tribuna.

Il terzo set è più combattuto, faccio qualche cambio

perché dopo la partita contro il Decimo di mercoledì qualche

ragazza accusa un po’ di stanchezza. Voglio anche tenere sul

pezzo tutte le ragazze in vista della partita contro il Duca, tutte

le convocate potrebbero essere utili e non voglio nessuna

scarica. Il set finisce testa a testa con qualche decisione

arbitrale molto dubbia che mi costa il primo giallo del torneo.

Franco mi supplica di chiamare il time out, ma sono sicuro che

spezzare il gioco potrebbe dare un vantaggio alle avversarie.

Le nostre hanno la capacità di chiudere la partita e bisogna che

si abituino a tirarle fuori … penso io. E mi sbaglio! Perdiamo

il set e su qualche ragazza affiora una lacrima, segno dello

stress e dei miei errori.

Fra il terzo e quarto set affiora tutta la tensione e alzo la

voce. Ho l’idea che qualche ragazza non si sia preparata al

meglio e mi pare di aver capito che qualcuna sia arrivata alla

partita direttamente da un centro commerciale. Lo so che per

una prima divisione non si può pretendere il massimo della

professionalità. Ma io sono fatto così. Quel giorno mia figlia

Sara aveva invitato a pranzo le compagne della terza divisione

e io avevo rifiutato un bicchiere di birra: non bevo mai

alcolici prima di una partita e cerco di tenermi leggero con il

pranzo. Non voglio danneggiare le mie già scarse capacità e

voglio essere sempre al top quando scendo in campo. Chi

pretende tanto da se stesso finisce con il pretendere tanto dagli

altri.

Se vinci tre a zero tutte le partite perdere un set fuori

casa contro una squadra di bassa classifica produce danni.

Giochiamo il quarto set contratti e le avversarie sono tenute in

vita dalla loro tenacia, dal pubblico ormai scatenato e da

31

almeno tre decisioni arbitrali più che discutibili. Il set si chiude

ai vantaggi. L’ultimo punto è una doppia imputata a Marika.

Il tie break è stato uno dei momenti decisivi del

campionato. Opero un solo cambio inserendo Valentina De

Rosa come opposto e

le lascio il primo giro

davanti. La ragazza

sfodera una

prestazione

importante e

vinciamo facile il tie

break. Abbiamo però

perduto il nostro

primo punto del

campionato.

Le due partite

vinte contro il

Decimo e Ciampino

ci hanno lasciato una

certezza: siamo forti,

ma non imbattibili.

Con questo spirito e

con soli due punti di

vantaggio ci

prepariamo ad

affrontare il Duca

D’Aosta.

32

LA PARTITA DELL’ANNO

Per la partita contro il Duca recuperiamo Chiara

Rinaldi. Qui bisogna dire che la nostra società è una delle

pochissime che a questo livello può avvalersi della

collaborazione di un centro professionale che si occupa anche

del recupero delle atlete. Il Body Mind Training di Marco

Caponera ha lavorato sodo sui muscoli di Chiara che

progressivamente (rinunciando alle tentazioni di affrettarne il

recupero) è stata messa in condizione di rientrare contro le

seconde in classifica. A completare l’impegno di tutta la

società a sostegno della nostra squadra è da segnalare

l’utilissima presenza in panchina come secondo allenatore di

Alessandro Martone. Lui, Lillo Marcelli e Gianfranco

Fasciglione quando hanno potuto sono venuti a darmi una

mano. Non avendo partecipato ai nostri allenamenti di solito

ho affidato loro il compito di buttare un occhio sulla squadra

avversaria. Come sempre al tavolo dei segnapunti Guglielmo

Ciurlante, assistito per l’occasione dalla Rapy. In tributa, tra i

tifosi avversari ma con il cuore dalla nostra parte, la famiglia

Speranza-Splendori.

Quel giorno sono successi fatti strani. Valentina

Ciurlante è stata sequestrata in casa da un grillo gigante che le

ha impedito l’uscita fino a che non sono intervenute le

compagne a liberare la nostra M1. In quattro si presentano alla

partita con mezz’ora di ritardo sull’appuntamento e devo

calmare Franco che le avrebbe (giustamente) fulminate.

Fortunatamente le u16 di Lillo vanno al tie break e la palestra

ci viene consegnata solo quaranta minuti prima dell’orario

fissato per l’inizio della partita. Nonostante le richieste delle

due squadre l’arbitro è irremovibile: l’inizio gara è confermato

all’orario fissato dal calendario. Avevamo poco più di

mezz’ora per scaldarci. Marco Caponera era venuto in largo

anticipo per preparare i muscoli di Chiara, aveva finito con

l’aiutare un po’ tutte le ragazze. Nell’attesa che il grillo fosse

rimosso e Ciurly fosse liberata anche io avevo sottoposto il

mio ginocchio all’attenzione delle sue sapienti mani.

La formazione di partenza vede ripristinata la coppia di

33

ali Ciurlante-Rinaldi, in diagonale con Vagnoni è spostata Sara

Brunetti, le due centrali sono Broggi in C2 e Lantieri. Il libero

è Speedy Saccoccia. Lo scout di Franco racconta di 20 punti

con il 42% di Ciurlante, di ben 4 punti di Vagnoni e di

un’ottima prestazione di

tutta la squadra. Quello

che nessuno scout può

raccontare è di un primo

set condotto dall’inizio ma

chiuso 29-27 con qualche

errore di troppo e dei

restanti due set dominati

25-14 e 25-15. Per gli ultimi punti mi tolgo la maglia e mostro

quella che a Monteporzio abbiamo fatto stampare in ricordo di

Manu, una ragazza che ci ha lasciato giovanissima e che ho

avuto l’onore di allenare. Ogni anno le dedico la partita più

importante, nelle foto di quel giorno il rosso della mia maglia

svetta orgoglioso.

L’allenatore del Duca ha passato il terzo set seduto in

panchina con la testa tra le mani. A loro servivano tre punti per

il sorpasso, ora si trovano a meno cinque. Non solo per spirito

sportivo, nel salutarlo gli dico che il campionato non è finito.

Scuote la testa, ma so che nessuno si arrenderà.

Le percentuali di squadra raccontano anche di progressi

in tutti i fondamentali rilevati rispetto alla gara di andata, con

una efficienza del 62,6 in attacco.

Alla fine è festa, foto, baci e abbracci. Ma mi ripeto: il

campionato non è finito.

Ogni gara è raccontata su facebook in modo allegorico

e poetico dal nostro presidente Guglielmo Ciurlante. Le sue

foto, le sue peripezie narrative sono attese da tutta la società.

Guglielmo è un presidente completamente dedito alla causa.

Soffre per le sconfitte e gode per le vittorie, più di tutti.

Nonostante questo ha trasformato una società sportiva in una

comunità nella quale i valori sono più importanti dei tre punti.

La sera stessa della vittoria contro il Duca l’ho preceduto

permettendomi di dedicargli questa bella vittoria. Se la merita

tutta.

34

PIVA, EGAN E VILLA GORDIANI CI CONFERMANO

IN TESTA AL CAMPIONATO

Da qui alla fine sappiamo di avere tre partite cruciali.

Sappiamo anche però quello che ci ha insegnato Ciampino.

Dobbiamo stare bene attenti contro ogni altra squadra. Sulle ali

dell’entusiasmo asfaltiamo il PIVA con una prestazione da

manuale, i parziali 25/9, 25/9 25/17 non ammettono

discussioni. In questa partita sono molti i cambi e salta agli

occhi il 60% in attacco di Valentina De Rosa con 7 punti.

Si arriva alla sfida contro Egan dopo una settimana di

allenamenti molto ma molto strani. Clima teso e mugugni per

me inspiegabili. Sappiamo che per la concomitanza di un

importante corso universitario sarà assente Valentina

Ciurlante. Sappiamo anche di aver vinto partite con assenze

importanti e onestamente l’Egan non è all’altezza del Duca,

ma neanche di Villa Gordiani.

La partita riflette l’allenamento della settimana. Io sono

nervosissimo e mi comporto male con l’allenatore avversario,

cadendo in qualche sottile provocazione. L’arbitro, ancora il

Sig. De Troia, punisce con il cartellino rosso Franco Monnati.

Stiamo sotto due a uno e vedo il baratro. Marika è in una delle

sue rare giornatacce. Chiedo a Francesca Moresi di entrare.

Non dimenticherò mai la faccia di Franco in quel momento.

Però sono sicuro che Francesca vuole una rivincita dopo

Ciampino: questa volta non mi sbaglio. Il suo ingresso

coincide con un gioco più variato e più veloce, palle spinte a

banda e al centro. Ottimo anche l’ingresso di Ilaria Arguto che

entra per dare respiro a Sara Brunetti: svolge il suo compito

con estrema sicurezza, non sbaglia una palla e colleziona un

100% in attacco con due palloni messi a terra. La partita

cambia e vinciamo agevolmente il quarto (25/12), con qualche

patema di troppo il tie break (16/14). A fine partita Chiara

Rinaldi esausta cade a terra in crisi ipo glicemica. Lo scout

racconta di 20 punti della stessa Chiara e di 11 di una

splendida Giulia Broggi che pure gioca da secondo centro in

una squadra che ha nella distribuzione del gioco sulle ali la

35

propria caratteristica peculiare.

Dopo una partita senza storia al Touschek contro

Genzano si va in casa del Villa Gordiani, la squadra a mio

avviso tecnicamente più preparata del nostro girone. Sappiamo

che con quattro punti di vantaggio sul Duca questa è la partita

che può darci la tranquillità necessaria ad affrontare la fase

finale del campionato. Giochiamo la gara (quasi) perfetta. Il

sestetto di partenza vede il rientro di Ciurlante. Per quanto

visto in settimana preferisco Claudia Dentato (che mi pare in

gran forma) a Sara Brunetti nel ruolo di opposto. Si vince tre a

zero, lasciando le avversarie a 12, 16 e 17. Qualche problema

in ricezione quando Villa Gordiani decide di forzare molto il

servizio ma nel complesso un’ottima prestazione. Top scorer e

MVP Claudia Dentato con 13 punti e 43% in attacco, 5 muri di

Broggi e 4 di Lantieri hanno reso la vita facile alla nostra

difesa. A metà del terzo set guardo Franco che è preoccupato

per il ritorno delle avversarie e gli dico: “butta gli scout e vai a

iscrivere la squadra in serie D”. Me ne vergogno.

La settimana successiva regoliamo in casa il Terzo

Millennio che non ha più nulla da chiedere al campionato ma

che si comporta molto bene in una delle nostre più brutte

giornate.

Tra le due partite la pagina più nera del campionato.

Gli allenamenti sono avvolti da una tensione che si palpa e che

condiziona il clima, solitamente festoso e sereno. Eppure

abbiamo quasi messo la parola fine al campionato. Penso che

sia un fatto provocato da qualche atleta esclusa dalla partita

contro il Villa Gordiani, ma ancora oggi non so con esattezza

cosa sia successo. Sta di fatto che allenarsi così non ha senso.

In questi casi mi interrogo sempre anche sul senso del mio

lavoro. Mi vedo le facce di mia moglie e delle mie figlie ogni

volta che le lascio sole per un allenamento, una partita, una

pizza con la squadra. Mi chiedo se ne valga la pena. Cerco

sempre conforto da qualcuno dei mie vecchi atleti e con i quali

sono rimasto in ottimi rapporti di simpatia e amicizia, Simone

De Stefanis, Monia Zanecchia, Orazio Speranza, Roberto

Velletrani, Rocco Russomanno, Gianluca Ceccarelli, Daniele

Mancini. Ci scambiamo qualche messaggio e alla fine tiro

36

dritto. Ma le ferite restano e prima o poi prenderanno il

sopravvento. Come successo per la partita contro Egan la

brutta settimana si riflette in gara. Contro il Terzo Millennio si

vince ma si gioca la nostra peggiore partita, davanti alle

bambine delle giovanili e ai loro genitori. Me ne vado dal

Touschek infuriato e il Garibaldi questa volta non basta.

Il lunedì lascio libere le ragazze, forse hanno bisogno

di chiarirsi tra loro, sicuramente un allenamento con quel

clima prima della partita che ci può dare la certezza

matematica della vittoria sarebbe dannoso.

Il mercoledì le ragazze tornano in palestra allegre e

vogliose di allenarsi, come se niente fosse successo. Mi piace

pensare che si siano viste ed abbiano risolto il problema. Ad

inizio allenamento passa a salutarci con una buona dose di

viveri Patty. L’unica cosa veramente bella della giornata di

campionato appena giocata è legata alla sua presenza. Da

qualche settimana si allenava con questa ragazza che aveva

fatto parte del gruppo negli anni passati ma che l’università

aveva allontanato dai campi di gioco. In attesa di andare a

svolgere i suoi studi in biologia marina all’Asinara, Patty mi

ha chiesto con grande umiltà di potersi allenare con le vecchie

compagne e lo ha fatto sempre dando l’esempio per serietà e

abnegazione. Convocata da qualche giornata non era mai scesa

in campo. La faccio entrare per l’ultimo punto al posto di

Ciurly7 e lei chiude la partita con una perfetta diagonale, per

l’ovazione del pubblico. L’ultimo favore ce lo ha fatto

restituendoci serenità prima della partita contro il Volley Club

Frascati.

37

SI FA FESTA

Non tutto fila liscio nella settimana che precede il

momento atteso da tutti noi. Chiara Rinaldi si infortuna

seriamente alla caviglia durante una partita scolastica. Lancio

una provocazione sui social: abolire l’ora di educazione fisica!

Si scatena inaspettata una simpatica polemica. Chiara era stata

ferma per un problema muscolare che l’aveva tenuta fuori

dalla palestra per cinque giornate, della maledizione delle

centrali abbiamo detto, si ricordi che ad inizio anno avevamo

perduto (con gioia) Giulia Santini, la forte opposta che era la

titolare designata per quel ruolo. Questo quadro rende merito a

chi ci ha aiutato a sopperire alle tante assenze e alla squadra

che non si è mai costruita alibi, giocando alla morte senza mai

pensare a chi fosse a casa, all’ospedale o in tribuna a

sostenerci con le stampelle. Una campionessa vince una

partita, una squadra vince il campionato. Questo è stato per noi

quest’anno.

Il 25 aprile è il giorno della liberazione. Un calendario

beffardo ha previsto il Derby contro il Volley Club Frascati

alla penultima giornata, quella che può darci la certezza

matematica del primo posto, della promozione in serie D.

Sappiamo che le cugine ricche faranno di tutto per rovinarci la

festa. Già… le cugine ricche. La nostra società è nata dopo,

quando il Frascati (nel maschile) aveva vinto tutto e nel

femminile si piazzava stabilmente nei campionati nazionali.

Loro hanno in gestione il palazzetto della Banca d’Italia e

possiedono un pallone di proprietà. Noi dobbiamo lottare con

le unghie per avere spazio nelle palestre scolastiche quando

escono i bandi provinciali. Da loro vanno a finire le migliori

atlete del circondario in cerca di una carriera che noi non

possiamo offrire, loro hanno i migliori allenatori, quelli che

non si scompongono e sussurrano le indicazioni alle proprie

ragazze.

Sia chiaro il Frascati è una realtà importante che si è

costruita negli anni, ma è chiaro che per noi il confronto a

38

volte pare condizionato dalla storia più che dai meriti attuali.

Il 25 aprile la società rivale vanta una serie B2 e una D e le

ammiriamo prima della nostra partita. La prima divisione dei

cugini non è però alla nostra altezza. All’andata abbiamo

giocato al gatto con il topo, ma sappiamo, ne siamo sicuri, che

al ritorno non sarà così. Ce ne accorgiamo subito. Saluti ridotti

al minimo e tensione che trapela da ogni gesto. Il pubblico è

caldo e anche se i nostri stupendi tifosi sono in maggioranza ci

pervengono chiare e distinte le provocazioni dalla tifoseria

ostile. Nella pallavolo queste cose di solito non succedono,

altre volte si. Quando succedono bisogna tirar dritto, non ti

curar di loro ma passa…passa sopra i loro muri, le loro difese,

le loro coperture! Indosso la maglia del finale di campionato a

Monteporzio, quando con gli Sharks conquistammo la serie C.

People before profit… e oggi le mie ragazze sono più

importanti di qualsiasi risultato.

Per l’occasione sposto Ilaria Arguto come opposto e

scelgo Sara Brunetti come banda. Ilaria non è una ragazza con

il braccio pesante, ma la sua regolarità e la semplicità del suo

gioco sono una garanzia. La paura di vincere è una brutta

bestia e partiamo contratti. Il primo set procede punto a punto,

il clima si surriscalda in tutti i sensi e noi fatichiamo. Decido

di sostituire proprio Ilaria con Claudia un attimo prima che

Ilaria completasse il giro davanti. Per Ilaria nessuna colpa, ma

non mi sento di caricare sulle sue giovani spalle il peso di una

partita che è diventata dura oltre ogni previsione. Claudia

entra al momento giusto e grazie al suo break in battuta si

vince il set. Il secondo set è uno dei sei perduti quest’anno. Il

punteggio

registrato a

referto è di 25

a 27 e questo

la dice tutta.

Troppi errori

nostri, troppa

paura, troppe

giocatrici in

difficoltà. Al

39

centro stentiamo un po’ per

una ricezione a tratti

sofferente, un po’ per

qualche incomprensione tra

Marika e le due centrali. Non

ho cambi in quel ruolo e mi

affido a Valentina de Rosa

nell’inedita parte di falso

centro in sostituzione di C1.

Quando una ragazza gioca

poco non deve lamentarsi.

Deve fare quello che ha fatto

Valentina il 25 aprile: entrare

e dare il massimo. Con

attacco a due attacchiamo

solo con le ali e passiamo

sempre, anche perché l’altra

Valentina, Ciurly7, sale in

cattedra e comincia a

martellare il campo

avversario. La squadra pare aver ritrovato solidità e il terzo set

non ha storia. Non ha storia neanche il quarto, che non

racconto perché chiunque sia stato presente saprà quale

tempesta di emozioni, sentimenti, trepidazioni abbia

accompagnato quei punti finali di una splendida cavalcata che

ci porterà in serie D. Il clima è rovinato da due frasi sciocche

che vengono da una giocatrice avversaria e dal pubblico. Frasi

alle quali le mie ragazze reagiscono stampando palloni nel

campo avversario.

Sul 23 a 9 per noi è giunto il momento che aspettavamo

da mesi. Sara Brunetti ha infilato una serie di battute vincenti e

se l’avessi tenuta in campo avrebbe chiuso agevolmente il set.

Mi giro e cerco con gli occhi una ragazza che aspettava da

tempo questo momento: Valeria Raparelli doveva chiudere i

conti con il suo tendine di Achille. Non era ancora pronta per

giocare ma il venerdì era venuta in allenamento e si era

dedicata alle battute per il finale di partita che avevamo

pianificato dal momento del suo infortunio. Quando ho

40

chiamato il cambio avevo le lacrime agli occhi e sfido

chiunque tra i presenti a dire di non averle avute: tutti in piedi

in un applauso che non finiva più. Valeria è una donna di

ferro… ma in quel momento no. Entra e si avvia piano piano

verso la linea di battuta. Qualcuno le affida il pallone ma lei lo

lascia cadere e si tira su le ginocchiere. Prende tempo ed è

visibilmente commossa. Lancia il pallone e lo stampa… in

mezzo alla rete. E’ stato più bello che se avesse fatto un ace:

ogni nostro tifoso, ce ne erano tanti e tante erano le ragazze

delle nostre giovanili, si sente in dovere di liberarsi con un

nuovo applauso. Il pubblico nel campo avverso non riesce a

capire e un gentiluomo mi urla: “a fenomeno!!!”, pensando di

sbeffeggiarmi per un cambio che a chi guarda solo l’utile del

punteggio non è potuto che apparire clamorosamente

sbagliato. Mi prendo un attimo per non reagire come avrei

fatto da giovane e dispongo di chiudere il passaggio di

consegne rispedendo Sara in campo: i nostri tifosi non hanno

perduto l’occasione di tributare un nuovo lunghissimo

applauso alle due che si scambiavano un altro abbraccio.

Non ricordo molto degli ultimi due punti perché ormai

il mio ruolo di coach era stato esautorato da quello di tifoso di

queste stupende ragazze. Mi tolgo la maglia ed esibisco quella

celebrativa della vittoria dello scorso anno, con la foto di tutte

le atlete in gruppo. Un omaggio ad una squadra che ho nel

cuore e alle ragazze che quel giorno erano venute a fare il tifo

per noi. Nella foto ci sono anche Ciurly7 e Giada, anche per

loro due campionati vinti in due anni!

41

Un ultimo

ricordo di quei

momenti è

l’abbraccio a

Franco Monnati,

compagno di

questa avventura,

al quale alla fine

del secondo set mi

ero rivolto con

imperdonabile

nervosismo. Con

noi in panchina

c’era anche

Gianfranco

Fasciglione a

dimostrare il

contributo di ogni

tecnico a questa

impresa. Tra il

pubblico, in una

delle sue rare

apparizioni, mia

moglie e le mie

due figlie più piccole non mi hanno fatto mancare il loro

sostegno, ma vorrei abbracciare ogni tifoso presente!

Mentre scrivo ci prepariamo alla semifinale del Torneo

Roma e al D Day in occasione dell’ultima giornata di

campionato. Piangerò e ci saranno emozioni per tutti, non sarà

possibile raccontarle, quindi la chiudo qui. Mi ero ripromesso

di limitarmi alla cronaca asciutta di questa stupenda stagione,

evitando frasi importanti. Un’ultima me la concedo: si possono

vincere tanti campionati e in tanti modi. Noi lo abbiamo vinto

con passione e non vergognandoci delle nostre emozioni.

Credo che questo sia il valore impareggiabile di questa

stagione, credo che questo sia il marchio della società voluta

da Guglielmo Ciurlante e da tutti gli altri amici frascatani.

42

EPILOGO

Nei titoli di coda dei film di Hollywood spesso

compaiono due righe che raccontano quello che succederà ai

protagonisti negli anni

seguenti. Qui possiamo

scrivere con certezza, Chiara

Rinaldi, Valentina Ciurlante,

Sara Brunetti, Valeria Lantieri,

Marika Vagnoni, Claudia

Dentato e Giulia Broggi

continueranno per anni a

collezionare successi con il

Città di Frascati scalando

l’alfabeto al contrario, Giada

Lucci e Ilaria Arguto avranno

una carriera di gran successo e

ripenseranno spesso a quante

volte hanno maledetto il coach

che non le ha fatte entrare,

Valeria Raparelli e Simona

Saccoccia dopo aver giocato

ancora qualche anno resteranno

nel mondo dello sport come

professioniste e metteranno a

disposizione la loro esperienza

nel crescere atlete di livello,

Giulia Santini rientrerà nel

gruppo e suo figlio sarà un

campione del Volley,

Francesca Splendori continuerà

a seguire le imprese dei due

suoi uomini (Orazio e Tiziano)

e ogni tanto sarà chiamata a

giocare a gettone vincendo altri

43

campionati. Francesca Moresi giocherà con le compagne e al

termine della carriera diventerà l’allenatrice più vincente nella

storia del Città di Frascati. Franco sarà il dirigente più

ammirato della pallavolo dei Castelli Romani ma non

abbandonerà mai il Città di Frascati. Diego riprenderà il ruolo

di Direttore Tecnico gestendo sapientemente generazioni di

fenomeni e centinaia di genitori

educati dal calcio televisivo.

Guglielmo sarà il Presidente che

sovvertirà i ruoli e le gerarchie della

pallavolo castellana facendo

comprendere a tutti che una società

povera e bella è meglio di una

società che se la tira.

Soprattutto tutti i

protagonisti resteranno grandi

amici.

Quanto al sottoscritto… beh

se scrivo tutto adesso nessuno

guarderà il prossimo film!

Alle mie ragazze!

Coach Renny