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L'Aquila, mercato del bestiame, 1901 (Ashby). The British School at Rome con la collaborazione di Città dell’Aquila Confindustria Abruzzo il Centro presenta Thomas Ashby e l’Abruzzo immagini e memoria 1901/1923 a cura di Ad.Venture srl

The at - bsr.ac.uk · Oltre all’amore per Roma e i suoi monumenti, l’interes- ... le sue ricerche spaziarono dal campo archeologico e topografico a quello dell’archi- ... vita

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L'Aquila, mercato del bestiame, 1901 (Ashby).

The British School at Rome

con la collaborazione di

Città dell’AquilaConfindustria Abruzzoil Centro

presenta

Thomas Ashbye l’Abruzzoimmagini e memoria1901/1923

a cura di

Ad.Venture srl

[...] tipo classico d’inglese: biondo, con la barbetta a pizzo, sempre distinto e corretto. Quando andava in campagna vestiva un abito grigio con calzoni corti, calzettoni di lana, scarponi da montagna, golf egualmente di lana anche d’estate, un cappellaccio e una sciarpa al collo. Portava con sé la macchina fotografica, una retina da signora dentro cui teneva le carte topografiche, il vitto della giornata, il cannocchiale, il metro, un altro golf, una bottiglietta di wiski - che di solito non beveva [...] - una candela, una lampada elettrica, e altri ammennicoli. Estate e inverno portava anche un ombrellone di quelli verdi da contadino, legato a tracolla con lo spago, e molto spesso gli occhiali neri: sembrava il brigante Gasperone.

Estratto da: G. Lugli, Piccole avventure romane di un archeologo militante, in “Strenna dei romanisti”, vol. VII, 1946, pp. 48 – 49.

Thomas Ashby (1874 - 1931)1

L’archeologo inglese Thomas Ashby (1874 - 1931) fu uno stimato studioso che ottenne riconoscimenti dalle più importanti istituzioni culturali italiane ed estere2.L’interesse per gli studi classici e la passione verso i monumenti antichi dell’Italia, lo spinsero a trasferirsi a Roma dove soggiornò per molti anni. Nel 1901, fu ammesso come primo studente della British School at Rome3 di cui divenne direttore dal 1906 fino al 1925. Fu l’epoca in cui l’archeologia entrava nella modernità trovando il proprio metodo d’indagine. I primi anni del soggiorno romano coincisero con un periodo di grandi attività di scavi nel centro monumentale della città. Si fissarono le basi per la conoscenza della topografia del nucleo centrale di Roma. In quegli anni, Ashby ebbe occasione di conoscere Rodolfo Lanciani, Giacomo Boni e altri illustri archeologi, determinanti per la sua futura carriera. Ashby fu tra i più entusiasti ed assidui frequentatori degli scavi nella zona del Foro. Durante le sue visite redigeva meticolosi appunti che, insieme a schizzi e fotografie, inviava regolarmente ad alcuni periodici inglesi, riassumendo le più recenti scoperte4.Oltre all’amore per Roma e i suoi monumenti, l’interes-se dello studioso fu fortemente attratto dall’esplora-zione della Campagna Romana, ricca di testimonianze archeologiche ancora sconosciute. Ne divenne un esperto conoscitore insieme a Lanciani, Tomassetti, Lugli, che furono tra i padri fondatori della moderna topografia archeologica. In tutti i suoi studi topografici Ashby adottò un metodo rigoroso: seguiva le maggio-ri strade dell’antichità segnandone il percorso sulle carte topografiche. Esplorava il terreno circostante descrivendo tutto ciò che rimaneva degli antichi avan-zi, esponeva le pazienti osservazioni del territorio integrandole con le memorie storiche e i riferimenti bibliografici ad opere edite ed inedite, illustrava tutto il suo lavoro con piante e fotografie. Giuseppe Lugli, che si dichiarò discepolo di Ashby nell’applicazione rigoro-sa di questa metodologia, affermò: “Dove è passato il piede di Ashby, si diceva scherzando fra noi, suoi discepoli e amici, non vi è più grano da mietere per gli archeologi”. Gli studi di Ashby su Roma, sulla campagna romana5, sul territorio laziale6, su altri centri dell’Italia e dell’Eu-ropa, sparsi in varie pubblicazioni, restano ancora oggi riferimenti fondamentali per gli studiosi. Ashby fu uno scienziato eclettico: le sue ricerche spaziarono dal campo archeologico e topografico a quello dell’archi-tettura, della storia dell’arte e delle collezioni d’arte7. Ebbe una grande dimestichezza nella consultazione delle biblioteche e degli archivi di tutto il mondo e la sua competenza di studioso e collezionista di libri e disegni antichi lo portarono a dedicare una speciale cura nella ricerca delle piante e delle vedute di Roma e di altre località italiane lasciate dagli architetti ed artisti del Rinascimento e dai viaggiatori inglesi fino ai primi anni del secolo scorso. Di questi documenti ne fece oggetto di numerose pubblicazioni8, spesso uti-

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lizzando esemplari provenienti dalla sua ricca collezio-ne. Per concludere il rapido excursus sull’operato di quest’appassionato e fecondo archeologo, la cui bibliografia straordinaria per mole e pregio9, certamen-te meriterebbe maggiore attenzione, non si può trala-sciare l’interesse di Thomas Ashby per il mondo della cultura popolare italiana cui dedicò molti anni di ricer-ca. Osservò personalmente feste e riti di molte località italiane, prendendo appunti e scattando fotografie, raccolse informazioni tra i parroci e gli abitanti dei luoghi che visitava, sui libri e sulle guide turistiche. I risultati di queste ricerche pluriennali confluirono nel volume Some Italian Scenes and Festivals del 1929 (London Methuen & Co. Ltd.) che raccoglie le descri-zioni e le immagini di molte feste, usi e costumi di alcune popolazioni italiane, dei monumenti e dei pae-saggi incontrati.

L’eredità di Thomas Ashby

Negli anni d’intensa attività come archeologo, topo-grafo e bibliofilo, Ashby ha accumulato migliaia di pagine delle sue annotazioni, una vasta bibliografia di proprie pubblicazioni e una notevole quantità di libri rari che formano il nucleo centrale della Biblioteca e dell’Archivio Fotografico della British School at Rome. Ma parlare dei vasti interessi di Ashby senza includere la fotografia sarebbe ignorare uno dei suoi principali strumenti di lavoro. Sin da giovane, aveva capito il valore documentario della fotografia che utilizzò costantemente come appunto visivo, creando un archivio personale di ricerca, che aveva anche lo scopo di fornire le illustrazioni per le proprie pubblica-zioni. Le fotografie che Ashby scattò personalmente sono circa 9.000 e furono realizzate fra il 1890 e il 1925. L’autore ebbe cura di sistemarle cronologica-mente in 18 appositi album, su cui di solito annotava accanto alla fotografia il soggetto, la località e il nume-ro del negativo corrispondente10. Questi album (che costituiscono la collezione più affascinante dell’Archi-vio fotografico della British School at Rome) possono essere interpretati come un’autobiografia visiva della vita e degli interessi di Ashby. Contrariamente a quan-to ci si aspetta, oltre a contenere fotografie dei monu-menti e dei siti archeologici immortalati durante le sue escursioni e i suoi viaggi in Italia, Europa, Australia, America, Giappone, Nord Africa, ecc., vi sono anche tante immagini che ritraggono il paesaggio e la popo-lazione, soprattutto rurale, nel quale s’imbatteva durante le sue assidue esplorazioni attraverso la cam-pagna delle province italiane.Alcune fotografie di Thomas Ashby vanno collegate alle attività e alle escursioni organizzate dai membri della British and American Archaeological Society, fondata da John Henry Parker11 e tra i quali figurano oltre ad Ashby anche Peter Paul Mackey12 e le sorelle Dora e Agnes Bulwer13. Una fitta rete di conoscenze, frequentazioni e scambi culturali tra questi studiosi e

“fotografi dilettanti” hanno lentamente dato vita a quello che attualmente costituisce il nucleo più antico e straordinario delle collezioni fotografiche dell’Archi-vio della British School at Rome.

L’Abruzzo nello straordinario patrimonio fotografico di Thomas Ashby

Tra le fotografie della collezione Ashby vi sono circa 150 immagini inedite che riguardano l’Abruzzo, regio-ne che l’autore ebbe modo di visitare più volte tra il 1901 e il 1923. Si tratta di suggestive immagini di monumenti, di siti archeologici, di paesi e paesaggi, ma soprattutto prevale l’interesse etnografico. L’elemento umano è fortemente caratterizzato dall’am-biente e dall’epoca. Contadini, personaggi con i costumi tradizionali, sono stati ritratti da Ashby per lo più in gruppi mentre partecipano alle caratteristiche processioni in occasione di feste religiose, o durante lo svolgimento di fiere paesane. La presenza di foto-grafie di genere antropologico può sembrare insolita, poiché gli archeologi o gli storici dell’arte fotografano generalmente solo elementi che rientrano nel settore specifico della loro disciplina. Da questo punto di vista, Ashby rappresenta un’eccezione, dimostrando un grande interesse anche per gli aspetti del “paese reale”. Ashby raccoglie e porta verso equilibri più maturi la straordinaria eredità dei viaggiatori inglesi rispecchiando nel suo modo di viaggiare quella stessa temperie culturale, che a partire dalla fine del Settecento, portò artisti e scrittori inglesi a varcare i confini tradizionali del viaggio imposti dal Grand Tour in Europa. Rientra nella schiera di quei viaggiatori che attraversano la penisola italiana a piedi o in bicicletta, percorrendo itinerari non convenzionali lontani dalle grandi città. Non si esime dal visitare anche le località italiane minori e non esita a lasciarsi dietro le spalle le strade battute per avventurarsi attraverso percorsi montani impervi o sentieri di campagna, pervaso dal vivo desiderio di scoprire le tante realtà delle province italiane e di attingere direttamente alla fonte di quella cultura. L’Abruzzo, terra ancora integra per l’isolamen-to secolare in cui era stata lasciata, si rivelò una regio-ne ricca d’antiche tradizioni e di monumenti ancora da esplorare. Della realtà abruzzese, Ashby non sottovalutò nulla e da profondo osservatore prese appunti e fotografò tutto ciò che ne fa parte. Consapevole della precarietà di quei luoghi non ancora toccati dalla moderna civiltà, Ashby documentò quasi a voler fermare il tempo dei monumenti e degli eventi che osservava. Fece tesoro di tutto quello che vide ed essendo esponente di una cultura europea orientata allo scambio e alla circola-zione delle notizie, contribuì a diffondere la conoscen-za dell’Abruzzo in Europa, come testimoniano le pub-blicazioni apparse sulle riviste internazionali14.

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Viaggi ed itinerari abruzzesi (1901-1923)

Sono sei i viaggi compiuti da Ashby in Abruzzo atte-stati da documentazione scritta o fotografica. Il primo viaggio risale al 1901, anno in cui effettuò insieme con Rodolfo Lanciani un sopralluogo ai resti della colonia latina di Carsioli e alla zona circostante (Carsoli, Alba Fucens, Sulmona, L’Aquila, Amiternum). Lo studioso tornò ad interessarsi del territorio carse-olano e di altre località poste lungo il percorso dall’an-tica via Valeria (Alba Fucens, S. Marie, Tagliacozzo) nel 1903. Due anni dopo, in collaborazione con G. J. Pfeiffer, pubblicò sul primo volume dei “Supplementary Papers of the American School of Classical Studies in Rome” lo studio topografico su Carsioli che a oltre cent’anni dalla pubblicazione resta il più esauriente contributo per la definizione topografica dell’antica città.Nel 1905, il suo interesse da antiquario lo condusse di nuovo in Abruzzo per visitare la Mostra di Antica Arte Abruzzese allestita presso il Palazzo Comunale di Chieti. Come egli stesso fece notare nel suo resoconto intitolato Ancient Abruzzese art at Chieti, pubblicato su “The Builder” del 23 dicembre 1905, “Chieti è abba-stanza distante dalle ordinarie vie turistiche, non è stata probabilmente visitata da molti viaggiatori ingle-si, per questo un resoconto della mostra può risultare di un certo interesse”. Di questo viaggio ci restano, oltre all’articolo che contiene un giudizio particolar-mente lodevole per l’organizzazione della mostra, quattro fotografie della città. Il viaggio in Abruzzo del 1909 aveva uno scopo preci-so: vedere e documentare alcuni aspetti della vita popolare abruzzese durante le caratteristiche proces-sioni che si svolgevano in occasione di feste religiose. Con sessantaquattro fotografie e tre pubblicazioni15 Ashby ha immortalato l’ambiente abruzzese nei primi anni del ‘900. In questo gruppo di fotografie prevale l’elemento umano. La gente accorsa dai vari paesi d’Abruzzo per partecipare alle caratteristiche proces-sioni della Madonna della Libera a Pratola Peligna, di S. Alessandro a Corfinio, di San Domenico a Cocullo, è stata ritratta perlopiù in gruppo mentre indossa i caratteristici costumi dei luoghi di provenienza. Numerose sono inoltre le fotografie che riproducono i monumenti di Sulmona e Anversa, oppure le splendi-de vedute del cosiddetto lago di S. Domenico, prossi-mo all’eremo intitolato al Santo omonimo e del selvag-gio paesaggio delle gole del Sagittario. Altri tre viaggi furono compiuti da Ashby nel 1914, 1915, 1923. Ventitre fotografie, prevalentemente di paesaggio, riproducono i pressi di Cappadocia, Capistrello, Pescocanale, Civita d’Antino, Tagliacozzo, Roccacerro.

Elenco delle pubblicazioni di Ashby sull’Abruzzo

• (1904) - Recensione di: Besnier, De Regione Paelignorum, in “The Classical Review”, XVII, 3, pp.187-188.

• (1905) - Con G. J Pfeiffer, Carsioli. A description of the site and the Roman Remains, with Historical Notes and a Bibliography, in “Supplementary Papers of the American School of Classical Studies in Rome”, pp. 108-144.

• (1905) - Ancient Abruzzese Art at Chieti, in “The Builder”, 23 Dec. 1905, p. 667.

• (1909) - Recensione di: Colasanti, Pinna, in “Classical Quarterly”, III, p. 69.

• (1918) - Some Festivals in the Abruzzi, in “The Anglo Italian Review”, II, 8, pp. 308-319.

• (1919) - Some Festivals in the Abruzzi II, in “The Anglo Italian Review”, III, 9, pp. 45-51.

• (1929) - Scenes and Festivals in the Abruzzi, in Some Italian Scenes and festivals, pp. 89-129.

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Note

1 Per maggiori informazioni cfr.: HODGES R. Visions of Rome. Thomas Ashby Archaeologist, London 2000. 2 Socio della Società degli Antiquari di Londra, Corrispondente dell'Istituto Archeologico Germanico e Ordinario dell'Istituto medesimo, Ordinario della Pontificia Accademia Romana d'Archeologia e della Reale Accademia dei Lincei, aggregato Onorario del “Royal Institute of British Architects”, effettivo della Reale Società Romana di Storia Patria, d'onore della Reale Accademia di San Luca, Presidente della sezione Antropologica della “British Association for the Advancement of Science”.3 Prestigioso istituto fondato nel 1901 per permettere agli storici, archeologi e artisti inglesi di lavorare a Roma a contatto con i monumenti ed i documenti del periodo classico e medievale, con l'arte e l'architettura moderna, e attualmente anche contemporanea. Cfr.: http://www.bsr.ac.uk/4 Per la bibliografia degli scritti di Ashby sui monumenti di Roma vd.: Archeologia a Roma nelle fotografie di Thomas Ashby 1891-1930, Napoli 1989.5 La ricca produzione bibliografica e le fotografie di T. Ashby sulla campagna romana è contenuta nel Catalogo della Mostra Thomas Ashby. Un archeologo fotografa la campagna romana tra '800 e '900, Roma 1986.6 Vd.: Il Lazio di Thomas Ashby 1891-1930, Roma 1994.7 Si interessò anche delle collezioni statuarie, come dimostra il suo ampio studio sulle Antiquae Statuae Urbis Romae ed altri studi minori sulle collezioni di Palazzo Odescalchi, di Villa d'Este, ecc..8 Degne di rilievo sono le pubblicazioni dei panorami di Roma disegnati dall'olandese Antonio Van Den Wyngaerde (metà del XVI secolo); i disegni del celebre architetto parigino Stefano Du Pérac che lavorò a Roma fra il 1559 e il 1583; la pubblicazione di alcuni frammenti di piante di ignoti del secolo XVI, conservate nelle biblioteche di Windsor e del Vaticano; le due vedute parziali di Roma di Lievin Gruhl da Gand della fine del XVII secolo. Circa le raffigurazioni dei monumenti di Roma da parte di artisti del XVIII secolo, bisogna segnalare uno studio di Ashby in collaborazione con W. C. Constable, sulle opere romane di Canaletto e di Bellotto; gli splendidi disegni di J. W. Turner, altro grande artista dei primi anni del XIX secolo, che pure ha lasciato vedute di Roma e dei suoi monumenti. Interessanti sono anche i lavori dell'Ashby sulle guide di Roma della fine del cinquecento contenenti xilografie di Girolamo Franzini; il lavoro sopra una raccolta di incisioni della metà del XVI secolo realizzate da Antonio Labacco; il lavoro sui tre album di disegni originali che illustrano i monumenti della campagna romana eseguiti da Carlo Labruzzi per Sir Richard Colt Hoare nel suo Viaggio classico attraverso l'Italia e la Sicilia. 9 La varietà dei suoi interessi è dimostrata dai 323 titoli della sua bibliografia (vd.: F. Tomassetti, Scrittori contemporanei di cose romane. Thomas Ashby, in “Archivio della Società di Storia Patria”, L, 1927, pp. 110-123), che arrivarono a 350 nell'anno della sua morte (vd.: G. Lugli, Thomas Ashby, in “Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma”, LIX, 1931, p. 295).

10 I negativi usati da Ashby, sono su vetro o su pellicola di celluloide, in formati differenti (da 8x10 a 12x16 cm) poiché Ashby utilizzò macchine fotografiche di tipo e formato diversi. Nel 1984, la Scuola Britannica concesse in deposito permanente all'Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione, tutti i negativi del fondo Ashby affinché si potesse provvedere ad una più idonea conservazione degli stessi.11 L'inglese John Henry Parker (Londra 1806 - Oxford 1884), era un libraio e un editore appassionato di archeologia. Per motivi di salute trascorse a Roma le stagioni invernali dal 1864 al 1877, dedicandosi allo studio dei resti dell'antichità. Affidatosi ad un gruppo di fotografi professionisti attivi a Roma in quel periodo (Simelli, Colamedici, Lais, Smeaton, Sidolis, De Bonis, Spina) realizza un'importante raccolta di 3391 fotografie che, tra il 1867 ed il 1879, pubblica in Inghilterra in quattro cataloghi distinti. La collezione oltre a costituire un interessantissimo documento su Roma, si estende anche alle sue vicinanze ed ai luoghi dell'antica Etruria, della Toscana, per arrivare fino all'Adriatico ed al napoletano. La raccolta fotografica di Parker (circa 2400 fotografie) è pervenuta all'Archivio della British School at Rome, attraverso la Biblioteca della British and American Archaeological Society.12 Il padre domenicano inglese Peter Paul Mackey (1851-1935) era uno studioso di teologia e giurisprudenza. Arrivò a Roma nel 1881 e fu un assiduo frequentatore della Biblioteca della British School at Rome durante gli anni della direzione di Thomas Ashby col quale condivise l'appassionato interesse per l'archeologia e la fotografia. Attorno al 1913 Mackey offrì alla British School una raccolta di circa 2000 fotografie (con i relativi negativi mai più trovati), scrupolosamente annotate sul retro ed un catalogo manoscritto ordinato topograficamente.13 Si tratta di due fotografe inglesi attive a Roma e dintorni tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento.14 Vd. l’elenco pubblicazioni di Ashby sull’Abruzzo.15 Cfr. nn° 5, 6, 7, nell’elenco pubblicazioni di Ashby sull’Abruzzo.

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L'Aquila, chiesa di S. Silvestro, 1901 (Ashby).

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L'Aquila, torre del Municipio, 1901 (Ashby).

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Roccacasale (AQ), 1890-1913 (Bulwer).

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Roccacasale (AQ), 1909 (Ashby).

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Amiternum (AQ), anfiteatro, 1901 (Ashby).

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Sulmona (AQ), eremo di S. Onofrio, 1909 (Ashby).

Sulmona (AQ), palazzo dell’Annunziata, 1890-1913 (Bulwer).

17Sulmona (AQ), piazza Garibaldi, 1890-1913 (Bulwer).

Sulmona (AQ), piazza Garibaldi, 1909 (Ashby).

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Sulmona (AQ), San Francesco della Scarpa, 1890-1913 (Bulwer).

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Pratola Peligna (AQ), lavandaie, 1909 (Ashby).

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Capistrello (AQ), 1923 (Ashby).

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Cocullo (AQ), processione di S. Domenico, 1909 (Ashby).

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Anversa degli Abruzzi (AQ), chiesa S. Marcello, 1909 (Ashby).

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Un evento inedito

Da diversi anni, la British School at Rome in collabora-zione con altre istituzioni ha avviato un importante pro-getto di studio, catalogazione, restauro e digitalizzazio-ne del fondo Ashby e delle altre collezioni fotografiche conservate presso il proprio Archivio. Inoltre, per far conoscere e divulgare questo immenso patrimonio cul-turale, ha organizzato importanti mostre e l’edizione dei relativi cataloghi: • Thomas Ashby: un archeologo fotografa la Campagna Romana tra ‘800 e ‘900, Roma 1986; • Archeologia a Roma nelle fotografie di Thomas Ashby 1891-1930, Napoli 1989; • Il Lazio di Thomas Ashby 1981-1930, Roma 1994; • Immagini dal passato: la Sardegna archeologica di fine Ottocento nelle fotografie inedite del padre domenicano inglese Peter Paul Mackey, Sassari 2000; • Sulla Via Appia da Roma a Brindisi: le fotografie di Thomas Ashby, 1891-1925, Roma 2003.• I giganti dell’acqua: aquedotti romani del Lazio nelle fotografie di Thomas Ashby (1892-1925), Roma 2007; • Immagini e memoria: Rome in the photographs of Father Peter Paul Mackey 1890-1901, London 2009.

Nel 2009 è iniziato un progetto di pubblicazione on-line delle immagini dell’Archivio Fotografico e della Biblioteca disponibile all’indirizzo www.bsrdigitalcollections.it.

“Ashby e l’Abruzzo” è un evento che va ad arricchire il progetto globale della British School at Rome su Ashby, ma con valenze interessanti sia per ricercatori e studiosi che per il grande pubblico.L’allestimento di una mostra dedicata alle immagini inedite più suggestive realizzate da Thomas Ashby, Peter Paul Mackey e dalle sorelle Dora e Agnes Bulwer, verte sulla costruzione di un racconto-percorso in grado di ri-mappare i luoghi, le situazioni, i volti, i costumi e i paesaggi dell’Abruzzo, visitati da Ashby nel primo ‘900. Se l’obiettivo di attirare l’interesse di studiosi e ricer-catori di archeologia e antropologia è raggiunto dall’esposizione di immagini mai pubblicate in oltre un secolo di storia, si punta ad attirare anche l’interesse del grande pubblico, grazie alla fitta documentazione fotografica, sempre inedita, soprattutto sulla città de L’Aquila e la sua provincia, con particolare attenzione verso persone, monumenti, vedute e luoghi resi dram-maticamente attuali dal sisma del 6 aprile 2009.L’evento segna un’ulteriore tappa di un’importante atti-

vità, che mira alla valorizzazione di un patrimonio esistente e mai pubblicato, che costituisce una ricca fonte di informazioni visive dalla quale gli studiosi potranno attingere a lungo. Inoltre, contribuire ad appro-fondire la conoscenza culturale del proprio territorio, a riappropriarsi della memoria di luoghi e situazioni ormai perduti, è un presupposto essenziale per una migliore tutela, come per una corretta gestione e valoriz-zazione del nostro patrimonio territoriale.La mostra presenta varie mappe che illustrano i viaggi in Abruzzo di Ashby e una selezione ragionata di imma-gini stampate con l’antica tecnica “al carbone”. La prima esposizione è prevista a L’Aquila, poi in altre località con calendario da definire.Il lancio degli eventi “Ashby e l’Abruzzo” sarà organizza-to a Roma presso la British School at Rome.

Il libro bilingue (italiano-inglese) frutto di studi e ricerche sostenute dalla British School at Rome, contiene oltre 150 immagini inedite dei viaggi di Ashby in Abruzzo tra il 1901 e il 1923. Sono prevalentemete documentate L’Aquila e l’aquilano, la Marsica, Sulmona e dintorni, Chieti. Il volume, edito da Silvana Editoriale SpA, al formato 24,5 x 28 cm. di 288 pagine, presenta testi a cura di Vienna Tordone, Emanuela Fabbricotti e di Umberto Bultrighini dell’Università D’Annunzio, di Christopher Smith e Valerie Scott della British School at Rome.

Il portfolio, con testo di Franco La Cecla, è bilingue, al fomato 31x41 cm. È composto da otto immagini inedite sulla città dell’Aquila, stampate su carta di pregio, con-tenute in cartella e velina e racchiuse in custodia.

Il kit cartoline al formato 10,5 x 15 cm. è composto da 18 cartoline inedite, racchiuse in una custodia “a libro”.

Sono in fase di realizzazione gadget e documenti a valenza più commerciale e divulgativa e il sito web (www.ashbyelabruzzo.it).

Comitati. Per “Ashby e l’Abruzzo”, in vista della dona-zione dei materiali della mostra alla città de L’Aquila, saranno istituiti un comitato organizzativo e un comi-tato scientifico per ottenere la massima valorizzazione culturale e territoriale del progetto.

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immagini e memoria1901/1923

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presenta

Thomas Ashbye l’Abruzzoimmagini e memoria1901/1923

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