12
The Crispi Magazine Il primo giorno di scuola alle medie di Diego M. cl. 1^C Il giorno 5 settembre la mamma mi ha svegliato alle sette precise e, balzato dal letto, sono corso a lavarmi, ho in- dossato i vestiti belli e, dopo la colazio- ne, … via di corsa verso la scuola. Sul- la piazza c’era un gran brulicar di ra- gazzi che si salutavano, che urlavano… Nel cortile della scuola ho visto subito Michael e Marco, i miei vecchi compa- gni, che ho ritrovato in classe alle me- die, poi ho visto gli altri amici. Suona la campanella! Esce la professoressa Marenghi che spiega alcune cose, fa entrare i ragazzi del 2° e del 3° anno e poi comincia l’appello delle classi pri- me. Parte con la 1^F; uffa, che ansia l’attesa! Ed ecco… uno ad uno entria- mo. Il cuore mi batte forte forte dall’emozione, mi sento nervoso: scuola nuova, insegnanti nuovi… Chissà come sarà questo anno! Entriamo con il pro- fessor Mango che ci accompagna in classe e ci spiega come dobbiamo com- portarci, ci tranquillizza. Dopo dieci minuti entrano i nostri genitori che a- scoltano l’insegnante, che spiega le no- vità di quest’anno. Finalmente iniziano le lezioni, io sono seduto vicino a Mi- chael ma ci sono tre compagni nuovi, Giuseppe, Tommaso e Beatrice. Entra la prof. Marenghi, fa l’appello, ci detta l’orario del giorno dopo, ci spiega il materiale didattico e poi eseguiamo il test d’accoglienza. Suona la campanel- la e passiamo alle ore successive. Alle ore 12.00, al suono della campanella, Andrea, credendo che le lezioni siano terminate, prepara la cartella per tor- nare a casa, ma entra il prof. di musica e Andrea torna al suo posto di corsa, pronto per l’ultima lezione. E così è trascorso il primo giorno di scuola! The Crispi Magazine Anno 17 n°1 Dicembre 2013 Istituto Comprensivo P.2 Intorno a noi P.3 e P.4 Fantasia ed horror P.5 Favole per tutti P.6 Amici animali P.7 Orientamento cl.3^ P.9 Poesie . 10 In ricordo di Mandela 11 Sommario GIORNALINO della Scuola Secondaria di 1°gr. “F. Crispi” Pieve Porto Morone - PV Istituto Compr. Chignolo Po www.istitutocomprensivochignolopo.gov. it / / wwwSecondaria.pievepm. @gmail.com Eccomi in terza media di Omar A. Cl IIIC Ebbene sì, sono arrivato all’ultimo anno delle medie. Due anni sono passati in un lampo; il primo giorno del- le scuole medie ero pieno di timori e preoccupazioni, rimpiangevo le amate elementari, che mi avevano cul- lato per cinque anni e … nuova scuola, nuova classe, nuovi compagni, niente più maestre; da allora in poi c’erano le prof….. Ormai manca solo un anno e poi dovrò salutare i miei compagni che mi hanno sopporta- to per sette anni; avrò un ultimo gradino da scalare: gli esami, che le prof. hanno illustrato fin dal primo gior- no. Sarà anche l’anno delle scelte, infatti entro febbraio dovrò scegliere quale strada intraprendere ma c’è an- cora tempo per decidere la scuola che… non annoi, ma interessi e stimoli ad imparare! Il mio primo giorno di scuola Serena C. Cl. IF È il mio primo giorno di scuola, mi alzo alle 7.00, faccio co- lazione e mi vesto. Esco di casa e attraverso la strada; da- vanti alla scuola mi accorgo di essere in ciabatte e di non avere messo le scarpe, allora cerco di ritornare a casa, ma è troppo tardi, la mia mamma è ormai andata al lavoro. La campanella suona e sono costretta ad entrare, arrivo in classe e vicino a me c’è un uomo di una quarantina d’anni, con una barba lunghissima. Gli chiedo che cosa ci fa qui e lui mi ri- sponde che si chiama Luigi, è stato molto cattivo nella sua vita ed è venuto qui per confessare i suoi peccati. Entra un bambino piccolo, di circa tre anni e si siede davanti a me. Mentre il mio compagno si confessa, il bimbo si gira e mi chiede: «Qual è la radice quadrata di 3897». Gli rispondo che non lo so. Guardo fuori dalla finestra in cerca di norma- lità e vedo arrivare il pulmino della scuola con disegnati sui lati delle immagini di Hello Kitty, scendono i miei compagni ed entrano anche loro in classe. Mi siedo e mi accorgo che la mia sedia è minuscola, come quella che avevo all’asilo e non riesco ad arrivare al banco. Entra il prof. di italiano, si presenta e capisco dalla sua voce che è mio fratello, allora mi alzo per guardarlo e gli dico: «Hai solo nove anni e do- vresti essere in quarta elementare!». Lui mi sgrida e mi dice di portargli il diario e mi darà una nota. Mi dirigo alla catte- dra e scivolo sulle sue biglie, quelle che lascia sempre in gi- ro per casa, tra le risate dei miei compagni. Per fortuna la mamma finalmente mi chiama e mi aiuta ad alzarmi: «Serena, sveglia!». Che sollievo, era solo un incubo; il mio primo giorno di scuola deve ancora iniziare.

The Crispi Magazine - istitutocomprensivochignolopo.it · In ricordo di Mandela 11 Sommario GIORNALINO della Scuola Secondaria di 1°gr. “F. Crispi” ... la mia mamma è ormai

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The Crispi Magazine

Il primo

giorno di

scuola alle

medie di Diego M.

cl. 1^C Il giorno 5 settembre la mamma mi ha

svegliato alle sette precise e, balzato

dal letto, sono corso a lavarmi, ho in-

dossato i vestiti belli e, dopo la colazio-

ne, … via di corsa verso la scuola. Sul-

la piazza c’era un gran brulicar di ra-

gazzi che si salutavano, che urlavano…

Nel cortile della scuola ho visto subito

Michael e Marco, i miei vecchi compa-

gni, che ho ritrovato in classe alle me-

die, poi ho visto gli altri amici. Suona

la campanella! Esce la professoressa

Marenghi che spiega alcune cose, fa

entrare i ragazzi del 2° e del 3° anno e

poi comincia l’appello delle classi pri-

me. Parte con la 1^F; uffa, che ansia

l’attesa! Ed ecco… uno ad uno entria-

mo. Il cuore mi batte forte forte

dall’emozione, mi sento nervoso: scuola

nuova, insegnanti nuovi… Chissà come

sarà questo anno! Entriamo con il pro-

fessor Mango che ci accompagna in

classe e ci spiega come dobbiamo com-

portarci, ci tranquillizza. Dopo dieci

minuti entrano i nostri genitori che a-

scoltano l’insegnante, che spiega le no-

vità di quest’anno. Finalmente iniziano

le lezioni, io sono seduto vicino a Mi-

chael ma ci sono tre compagni nuovi,

Giuseppe, Tommaso e Beatrice. Entra

la prof. Marenghi, fa l’appello, ci detta

l’orario del giorno dopo, ci spiega il

materiale didattico e poi eseguiamo il

test d’accoglienza. Suona la campanel-

la e passiamo alle ore successive. Alle

ore 12.00, al suono della campanella,

Andrea, credendo che le lezioni siano

terminate, prepara la cartella per tor-

nare a casa, ma entra il prof. di musica

e Andrea torna al suo posto di corsa,

pronto per l’ultima lezione. E così è

trascorso il primo giorno di scuola!

The Crispi Magazine Anno 17 n°1 Dicembre 2013

Anno 17 n.° 1

Istituto Comprensivo P.2

Intorno a noi P.3 e P.4

Fantasia ed horror P.5

Favole per tutti P.6

Amici animali P.7

Orientamento cl.3^ P.9

Poesie . 10

In ricordo di Mandela 11

Sommario

GIORNALINO della Scuola Secondaria di 1°gr. “F. Crispi”

Pieve Porto Morone - PV Istituto Compr. Chignolo Po

www.istitutocomprensivochignolopo.gov.

it / / wwwSecondaria.pievepm. @gmail.com

Eccomi in terza media di Omar A. Cl IIIC Ebbene sì, sono arrivato all’ultimo anno delle medie.

Due anni sono passati in un lampo; il primo giorno del-

le scuole medie ero pieno di timori e preoccupazioni,

rimpiangevo le amate elementari, che mi avevano cul-

lato per cinque anni e … nuova scuola, nuova classe,

nuovi compagni, niente più maestre; da allora in poi

c’erano le prof….. Ormai manca solo un anno e poi

dovrò salutare i miei compagni che mi hanno sopporta-

to per sette anni; avrò un ultimo gradino da scalare: gli

esami, che le prof. hanno illustrato fin dal primo gior-

no. Sarà anche l’anno delle scelte, infatti entro febbraio

dovrò scegliere quale strada intraprendere ma c’è an-

cora tempo per decidere la scuola che… non annoi, ma

interessi e stimoli ad imparare!

Il mio primo giorno di scuola

Serena C. Cl. IF È il mio primo giorno di scuola, mi alzo alle 7.00, faccio co-

lazione e mi vesto. Esco di casa e attraverso la strada; da-

vanti alla scuola mi accorgo di essere in ciabatte e di non

avere messo le scarpe, allora cerco di ritornare a casa, ma è

troppo tardi, la mia mamma è ormai andata al lavoro. La

campanella suona e sono costretta ad entrare, arrivo in classe

e vicino a me c’è un uomo di una quarantina d’anni, con una

barba lunghissima. Gli chiedo che cosa ci fa qui e lui mi ri-

sponde che si chiama Luigi, è stato molto cattivo nella sua

vita ed è venuto qui per confessare i suoi peccati. Entra un

bambino piccolo, di circa tre anni e si siede davanti a me.

Mentre il mio compagno si confessa, il bimbo si gira e mi

chiede: «Qual è la radice quadrata di 3897». Gli rispondo

che non lo so. Guardo fuori dalla finestra in cerca di norma-

lità e vedo arrivare il pulmino della scuola con disegnati sui

lati delle immagini di Hello Kitty, scendono i miei compagni

ed entrano anche loro in classe. Mi siedo e mi accorgo che la

mia sedia è minuscola, come quella che avevo all’asilo e

non riesco ad arrivare al banco. Entra il prof. di italiano, si

presenta e capisco dalla sua voce che è mio fratello, allora

mi alzo per guardarlo e gli dico: «Hai solo nove anni e do-

vresti essere in quarta elementare!». Lui mi sgrida e mi dice

di portargli il diario e mi darà una nota. Mi dirigo alla catte-

dra e scivolo sulle sue biglie, quelle che lascia sempre in gi-

ro per casa, tra le risate dei miei compagni. Per fortuna la

mamma finalmente mi chiama e mi aiuta ad alzarmi:

«Serena, sveglia!». Che sollievo, era solo un incubo; il mio

primo giorno di scuola deve ancora iniziare.

SCUOLA dell’INFANZIA N° Alunni Plesso di BADIA PAVESE 20 Plesso di PIEVE P. MORONE 57 SCUOLA PRIMARIA N° Alunni Classi

CHIGNOLO PO 197 10

PIEVE P. MORONE 124 6

S. CRISTINA 89 5

MONTICELLI P. 51 5

CORTEOLONA 120 7

SCUOLA SECOND. 1° g. N°alunni Classi CHIGNOLO PO 125 6

PIEVE P. MORONE 93 5

CORTEOLONA 113 6

L’Istituto Comprensivo di Chignolo Po,

per il triennio 2012/2015, risulta così composto:

Dirigente: RISOLI ANTONELLO

Presidente: ANSELMI MARIO

Vicepresidente:LUPI SIMONE

Componente Docenti Infanzia

Manfredini Ursula

Visconti Alessandra

Componente Docenti

Primaria/

Secondaria

Malinverno Piera

Mango Antonio

Garegnani Laura

Tacchini Giuditta

Del Grosso Alfonsina

Vitaloni Rosanna

Componente Genitori:

Lupi Simone

Baffori Emanuela

Migliazza Donata

Tucci Mariella

Anselmi Mario Michele

Milanesi Cinzia Daniela

Balzarini Riccardo

Mannucci Andrea

Componente ATA:

Bollani Anna Rosa

Pagina 2 The Cr ispi Magazine Anno 17 n.° 1

NOTIZIE SCUOLA L’ISTITUTO COMPRENSIVO DI CHIGNOLO PO NOTIZIE SCUOLA

Eccovi alcuni dati sull’I. C., che aggrega le scuole materne, elementari (primarie) e medie

(secondarie) di Badia P., Pieve P. M., Monticelli P., Chignolo Po, S. Cristina e B., Corteolona,

per un totale di 988 alunni. Dirigente dell’I.C. è il Dott. Risoli Antonello.

Merry Christmas - Feliz Navidad

Joyeux Noël - Sarbatori Fericite

Frohliche Weihnachten

BUON NATALE a tutti !!

Il Natale di Alessia D. cl. 1^C

A Natale si crea una dolce atmosfera; alla Vigilia ci

riuniamo tutti insieme la sera, aspettando mezzanotte,

per festeggiare la nascita del Bambin Gesù e per vo-

lerci bene di più. A Natale siamo tutti più buoni e ci

scambiamo tanti doni, ma il regalo più bello e vero è

sempre l’affetto sincero, di una bella famiglia unita,

che si ama e si rispetta.

Genitori eletti nei consigli di classe

CLASSE 1^C CLASSE 2^C CLASSE 3^C CLASSE 3^F

Milanesi Cinzia

Anselmi Mario Michele

Dell’Acqua Rosalia

Picardi Maurizio

Marinoni Carol Tronconi Maria Rosa

Verde Luigi

Moro Daniela

Mascaretti Simona

Tacchinardi Angelica

Boselli Giampiera

Minuti Nadia

CLASSE 1^F

Cobianchi Angelo

Bollani Cristina

BUON ANNO HAPPY NEW YEAR

ЩАСЛИВОГО РІЗДВА

Buon Natale

Ringraziamo tutti coloro che, con l’acquisto

del giornalino e con la pubblici-

tà, ci permettono di comprare

materiale didattico per la scuo-

la. Quest’anno abbiamo acqui-

stato una nuova LIM (lavagna

interattiva); ringraziamo l’Avis

di Castel S. Giovanni, Pieve

P. Morone e Sarmato, che

quest’anno ci ha regalato parec-

chio materiale didattico: qua-

dernoni, biro, pastelli, pennarel-

l i… Ogni anno l ’Avi s

(l’associazione volontari donato-

ri di sangue) premia un alunno

della scuola media, di cl. 3^, con

una borsa di studio. Il san-

gue: un diritto trovarlo,

un dovere donarlo!

Una punizione in 1^ C: Come mi piace ridere, come mi piace giocare, per me la scuola è una giornata di festa. Uffa! Il prof. mi ha sgridato e questa frase 20 volte devo copiare!

Arrivano altri immigrati Alessia B. Cl.3^C Durante la notte tra venerdì 16 e sabato 17 agosto 2013, sono

arrivati altri immigrati sulle coste siciliane. Una motovedetta

della Guardia Costiera ha soccorso un gommone a bordo del

quale si trovavano 95 persone e, verso l’una, sono approdati a

Pozzallo. Tra i profughi, anche 20 donne di cui 4 incinte e un

neonato. Altri 195 migranti sono arrivati a bordo di un barcone

che è stato intercettato dalla nave della Marina militare a 42 mi-

glia a Sud di Lampedusa. I migranti, arrivati nella notte, sono di

nazionalità eritrea, somala . ... Sul tema degli immigrati è inter-

venuto anche il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolita-

no, che ha elogiato pubblicamente i bagnanti della spiaggia di

Morghella a Pachino, in provincia di Siracusa che, con una cate-

na umana, hanno tratto in salvo circa 160 emigranti siriani che

non riuscivano a raggiungere la riva, tra i quali c’erano molti

bambini. Il Capo dello Stato ha detto che azioni come queste

fanno onore all’Italia e dimostrano come gli Italiani siano capaci

di agire, mossi da un senso di umanità e di solidarietà che sovra-

sta sia la paura sia il pregiudizio. Anche Papa Francesco l’8 lu-

glio aveva organizzato un viaggio a sorpresa nella terra più a

sud del continente, ribattezzata “ la porta d’Europa”, che ha ac-

colto negli anni migliaia di disperati. Prima di scendere sul molo

di Lampedusa, ha deposto in mare una corona di fiori per ricor-

dare i migranti morti in mare. Il Pontefice ha inaugurato così la

sua prima visita nell’isola, dove lo attendeva una folla di 10 000

persone. È stata proprio la notizia degli “ immigrati morti in ma-

re, su quelle barche che invece di essere una via di speranza so-

no state una via di morte” ad averlo spinto a scegliere Lampedu-

sa come meta. Lo scopo, come ha ricordato durante la messa, è

“ risvegliare le nostre coscienze perché ciò che è accaduto non

si ripeta”. Si calcola che nei viaggi della speranza dall’Africa

all’Europa abbiano perso la vita almeno 25 000 persone negli

ultimi 20 anni. E ancora gli sbarchi continuano. Sono immagini

forti quelle che ormai si vedono tutti i giorni al telegiornale,

raccontano storie tristi di persone disperate; l’ultima volta sul

barcone c’era anche una donna siriana che ha partorito una

bellissima bambina, per fortuna sana. Non solo tragedie ma an-

che lieti eventi che danno uno spiraglio di speranza. Gli sbarchi

continuano!

Pagina 3 The Cr ispi Magazine Anno 17 n.° 1

Salvataggio in mare Irene P. Cl. 3^C

Quest’estate, ad Arma di Taggia, un piccolo paese in

provincia di Imperia (Liguria), ho assistito ad un salva-

taggio in mare: una madre e sua figlia, entrambe di co-

lore, hanno rischiato di morire annegate. Era un caldo

pomeriggio di luglio in cui soffiava un forte vento e il mare era

piuttosto mosso, anche se non in burrasca. Molti bagnanti erano in

acqua a divertirsi, ma senza andare troppo al largo, come segnala-

vano le bandiere rosse. I bagnini, sempre attenti, scrutavano in lon-

tananza con i loro binocoli, ma fortunatamente tutto sembrava tran-

quillo. A metà pomeriggio, uno dei bagnini di turno vede qualcosa.

Va sulla torre, portandosi un cannocchiale e guarda meglio: laggiù,

in fondo, due persone sembrano in difficoltà e riescono appena a

tenere fuori dall’acqua il naso. Di corsa scende, chiamando un col-

lega e si attivano per i soccorsi. Il primo bagnino si butta in acqua

e nuota con tutta la sua forza, ma non riesce ad andare molto velo-

ce perché ha le onde contro; il collega lo segue con il pattino. In

loro aiuto arriva un altro uomo del salvataggio della spiaggia di

fianco. Il primo arriva a nuoto e subito si accorge che una delle

persone in difficoltà è una bambina; si avvicina e cerca di sostene-

re la signora, ma soprattutto la piccola. Intanto arriva anche la bar-

ca ed entrambe le bagnanti vengono recuperate e coperte con un

telo termico. A riva si verificano le condizioni di salute: solo qual-

che colpo di tosse, un grande spavento e tutto si aggiusta: la bam-

bina e la madre stanno bene e i bagnini vengono ringraziati e ap-

plauditi da tutti noi spettatori. Spesso il mare nasconde perico-

li,anche se non sono evidenti e molti li sottovalutano. Bisogna

quindi stare attenti, non scherzare troppo ed essere sempre pru-

denti in quello che facciamo.

UNO SGUARDO INTORNO A NOI

Disastri della natura Mattia B. cl 3^C - Ogni anno nel mondo accadono fenomeni naturali che causano disastri e, purtrop-

po, anche vittime. Alcuni sono prevedibili, perciò molte popolazioni vengono allertate in tempo, come nel caso di tifoni e tornadi.

Gli ultimi episodi sono accaduti nelle Filippine l’8 settembre con il tifone Haiyan, che ha causato distruzioni e oltre 5000 tra morti

e dispersi. Il 19 novembre 80 tornadi hanno colpito 10 stati americani, con raffiche di oltre 270 km orari. Le vittime sono

solo 7, grazie al servizio meteorologico statunitense, che ha diramato l’allerta per una situazione pericolosa. In questo periodo

dell’ anno, non sono eventi eccezionali, ma è anomalo il loro numero nel giro di poche ore. Da anni geologi e metereologi

parlano di inquinamento atmosferico e surriscaldamento della zona tropicale, che si scontra con quella fredda e secca del-

le zone polari e questo aumenta anche la potenza dei fenomeni. Anche in Italia ultimamente ci sono state regioni colpite da

scosse sismiche o masse enormi d’acqua cadute in poche ore; è successo in Liguria, Toscana e in Sardegna. Sembra che la

natura ci stia avvisando di quello che accadrà in futuro. Quando vedevo al telegiornale le immagini di questi fenomeni che sem-

bravano succedere solo in America e nei paesi tropicali mi dicevo:” Meno male che qui da noi non avvengono, ma forse questi spa-

ventosi tornadi stanno arrivando anche da noi. Tutti dovremmo avere più rispetto per l’ ambiente, per la natura. Questo eviterebbe

crolli, cedimenti, alluvioni e perdite di vite umane. È assurdo che ancora oggi si possa morire per eventi causati dall’ uomo.

The Crispi Magazine Anno 17 n°1

Ricordando l’estate trascorsa …

Pozzuoli: pullman precipita dal viadotto Marco M. cl 3^ C Lunedì 29 luglio 2013, guardando il telegiornale, ho visto l’incidente, accaduto a Pozzuoli, di un pullman pieno di perso-

ne, di ritorno dalla visita ai luoghi nativi di Padre Pio. Il mezzo viaggiava su un’autostrada ed è precipitato da un viadot-

to alto 30 metri. Nell’impatto ci sono stati 39 morti, tra cui l’autista e molti pellegrini: mogli, mariti, sorelle o fratelli, co-

gnate, figli o genitori. La polizia ha dedotto che il pullman andava ad una velocità elevata e, dopo aver urtato qualche

macchina, ha sfondato le barriere cadendo dal viadotto. Le forze dell’ordine hanno ipotizzato tre cause: la prima che il

mezzo avesse i freni danneggiati perché, lungo il tratto di strada antecedente all’impatto, sono stati trovati pezzi relativi

al motore e ai freni; la seconda che l’autista abbia avuto un malore e che non sia riuscito a controllare il mezzo e l’ultima

che possa essere scoppiato uno pneumatico; questa ipotesi è avvalorata dalla testimonianza di una bambina ferita, che ha

sentito uno scoppio poco prima dell’impatto che ha provocato lo sbandamento del mezzo. Ora è tutto in mano agli inqui-

renti. Questi incidenti non dovrebbero più succedere; i mezzi per il trasporto delle persone dovrebbero essere revisionati

più spesso, in modo da garantire la sicurezza dei viaggiatori. Anche i dispositivi installati sulle strade dovrebbero ga-

rantire sicurezza in caso di urto. La tragedia è che 40 persone, felici per la gita, sono morte!

Addio auto, Roma si riprende il Colosseo Omar A. cl. 3^ C

Roma, 13 agosto; via dei Fori Imperiali è un tappeto di gente. Romani e turisti si godono lo spettacolo per festeggiare

con il sindaco Ignazio Marino la chiusura al traffico del cuore archeologico di Roma. Quando il sindaco risponde ai gior-

nalisti, ripete a tutti che questa chiusura al traffico privato è soltanto l'inizio di un sogno, quello della creazione di un

grande parco archeologico dal Campidoglio all'Appia Antica! “Abbiamo la responsabilità di mantenere questa archeolo-

gia, che è la testimonianza dell'origine della civiltà occidentale; dobbiamo scegliere se vogliamo le automobili o custo-

dire i nostri monumenti.” L'Italia è ricca di cultura. In ogni angolo del territorio si trovano monumenti importanti,

paesaggi e ambienti unici al mondo; abbiamo l'80% dei beni culturali al mondo, in opere d'arte, siti archeologici e città

piene di storia. Potremmo essere lo stato più ricco al mondo solo valorizzando il turismo e rispettando il territorio.

Purtroppo invece si continua con la distruzione ambientale, con colate di cemento sulle coste marine; Pompei, città visi-

tata da milioni di turisti, sta crollando e altri monumenti sono lasciati all'abbandono. Spero si risvegli l'interesse di tutti

per rispettare l'Italia e i suoi tesori, vera ricchezza che abbiamo e che tutto il mondo ci invidia

Malala Yousafzai Cristian C. cl. 3^ C

Non vuole essere ricordata per l’attentato dei talebani né per il premio Nobel, ma per la sua battaglia:

“Un bambino, un insegnante, un libro e una penna possono cambiare il mondo”. C’è tutta la saggezza

di questa piccola, grande donna, nella risposta che Malala, 16 anni, ha dato sul Corriere della Sera nel

giorno della pubblicazione della sua autobiografia: ”Io sono Malala”. Non vuole essere ricordata come

la ragazzina alla quale i talebani spararono in faccia sul pulmino all’uscita della scuola, il 9 ottobre del 2012. La sua col-

pa era aver scritto un diario per la BBC, in cui denunciava il divieto, per le bambine, di andare a scuola. Fu curata prima

in Pakistan, poi a Birmingham, dove rimase con la famiglia a causa delle minacce degli estremisti. Si è ripresa e lo scor-

so 12 luglio, al Palazzo di Vetro di New York, si è appellata alle Nazioni Unite per il diritto allo studio, in tutto il mondo,

di maschi e femmine. Malala non vuole essere ricordata neppure per questo, ma come una ragazzina che ha lottato per

l’istruzione. Chiedeva a Dio di farla crescere di altri 4 o 5 centimetri d’altezza; la rese alta come il cielo. La sua battaglia

è straordinaria. In Pakistan 5 milioni di bambini non vanno neppure alle elementari, malgrado la Costituzione ne scandi-

sca il diritto. Malala si sta impegnando per tutti. In fondo è una sedicenne come le altre: i suoi idoli sono Justin Bieber,

Selena Gomez, America Ferrara, le piacciono Masterchef e Ugly Betty alla TV, Twilight al cinema. Ammira e riconosce

il peso di Barack Obama, Nelson Mandela, Mahatma Gandhi e Abramo Lincoln.

I prof di Yasmine E. Alessia V cl. IC

La prof Marenghi è gentile, è una brava insegnante;

la prof Scoglio è simpatica e non si arrabbia mai ;

il prof Esposito è divertente e scherzoso;

il prof Casella è bravo, si arrabbia facilmente;

il prof Amoroso è generoso ;

la prof Bardoneschi è sempre sorridente;

la prof Artuso es muy guapa;

la prof Mirabelli è gentile e scherzosa;

Pagina 4

La chitarra di Jennifer C. I C La chitarra ha sei corde,

ogni corda ha otto note.

Se metti insieme quelle note,

viene una melodia

che ti riempie il cuore di allegria.

Con la chitarra puoi fare questo

e anche di più!

Pagina 5 The Cr ispi Magazine Anno 17 n.° 1

I nostri racconti: tra fantasia e Horror

La gamba di Fabio M. Cl. IIC

In una casetta isolata, in aperta campagna padre, madre e figlio stava-no guardando la televisione. Il tempo cambiò improvvisamente e si scatenò un violento temporale. D’un tratto il cane corse verso la porta ringhiando, si girò e attaccò il padre uccidendolo. La moglie si alzò dal divano, andò in cantina, tornò col fucile e uccise il cane sparando-gli. Il padre fu seppellito in giardino, mentre il figlio e la madre so-pravvissuti, diventarono poveri perché non avevano abbastanza soldi per comprarsi da mangiare. La madre dopo qualche settimana, vec-chia, morì di fame lasciando da solo il figlio e raccomandandogli di fare di tutto per sopravvivere. Il figlio, prima di seppellirla, le tagliò una gamba in modo da cucinarsela e mangiarsela e poi la seppellì vi-cino al padre. Dopo qualche giorno sentì bussare alla porta; vide una signora incappucciata che gli disse: “Oh buon uomo, ho camminato molto e sono stanca, sto cercando un riparo, fammi entrare, ti paghe-rò“. Il figlio la fece entrare e la fece accomodare in poltrona. La si-gnora disse ancora:“Senti, io ho camminato molto; lavami i piedi, ti pagherò di più“. Il figlio provò a guardarla ma il cappuccio le oscura-va tutta la faccia. Andò a prendere un catino pieno d’acqua calda; le prese il primo piede e glielo lavò, quando fece per prendere il secondo si accorse che mancava. Stupito le chiese:“ Scusi, ma che fine ha fatto la gamba?“ E la signora rispose:“Me l’hanno tagliata “e il figlio: “Ma chi ?! “ E la signora si alzò in piedi e disse: “Sei stato tu !!!” Il giorno dopo venne trovato il cadavere dell‘uomo. Si era impiccato per il ri-morso.

La Pomata Svanilina di Matteo D.. Cl. IIC

Giovannino è un ragazzino che abita in una fattoria fuori dal paese di

Svirgola. Tutti i pomeriggi i compagni di classe di Giovannino si re-

cano da lui per fare i compiti, giocare con gli animali e correre in

mezzo ai campi. Giocare alla fattoria è divertente, non ci si annoia

mai, tutti i giorni si inventano giochi nuovi e i pomeriggi volano. C’è

una cosa che spaventa Giovannino e i suoi amici: i pipistrelli. I ragaz-

zini credono alle leggende dove si racconta che i pipistrelli se si attac-

cano ai capelli non riescono più a liberarsi, bisogna per forza andare

dal barbiere per farsi rasare a zero. Un pomeriggio i ragazzi si trovano

a giocare in un angolo del fienile dove erano stati abbandonati un sac-

co di oggetti interessanti, fra cui un curioso barattolo colorato senza

etichetta. Giovannino, con molto coraggio, ha aperto il barattolo e

sorpresa! Il barattolo è vuoto. Il gruppo di amici ha continuato a gio-

care, finché Mario ha notato che qualsiasi oggetto messo nel baratto-

lo scompare. I ragazzi avevano trovato un barattolo magico, ma come

usarlo? Dopo aver pensato ad un sacco di soluzioni, ecco l’idea giu-

sta: usare il barattolo per far sparire i pipistrelli. Per interi pomeriggi

il gruppo di amici ha trascorso il tempo a studiare un piano per cattu-

rare un pipistrello e infilarlo nel barattolo, ma per magia un giorno un

pipistrello è entrato da solo nel magico contenitore. Da quel momento

tutti i pipistrelli sono svaniti. Che bello giocare tranquilli senza paura,

ma dopo qualche pomeriggio non si può stare più all’aperto, troppi

insetti. Per fortuna la magia del barattolo è limitata e i pipistrelli sono

tornati a volare. Nel giro di qualche ora gli insetti sono stati mangiati

e si poteva stare nei campi senza le fastidiose zanzare. Giovannino e i

suoi amici hanno capito l’importanza dei pipistrelli e il barattolo ma-

gico è tornato in mezzo agli oggetti abbandonati nel fienile.

Io: Cristiano Ronaldo di Pietro C. l .IIIF Una sera stavo guardando una partita del Real Madrid

ed espressi un desiderio:”Quanto vorrei essere Cristiano

Ronaldo.” Il mattino dopo mi svegliai e mi trovai in un

letto matrimoniale con a fianco una donna. Ero in una

stanza grande e dalla finestra vidi un giardino immenso.

”Ma dove sono finito?” Andai in bagno per sciacquarmi

la faccia e nello specchio vidi riflesso Cristiano Ronal-

do. Ero io! Non ci potevo credere. Il mio sogno si era

avverato. Feci i salti di gioia. La villa era immensa, pie-

na di trofei, palloni d’oro … ero la persona più felice del

mondo. Mi vestii e andai agli allenamenti. Oltre ad esse-

re diventato famoso, vidi tantissimi altri campioni come:

Dì Maria, Casillas, Sergio Ramos, Bale e il grande alle-

natore italiano Carlo Ancelotti. Tantissimi tifosi, soprat-

tutto bambini, mi chiamavano. Mi ricordai di quando

ero andato a vedere gli allenamenti dell’Inter e nessun

giocatore si era fermato per una foto con me, perciò non

volli far provare a quei bambini la delusione che avevo

provato, mi fermai a firmare e a fare foto. Tutti mi ac-

clamavano e dopo un po’ me ne andai negli spogliatoi.

Non sapevo come comportarmi. Se qualcuno mi avesse

chiesto qualcosa? Che cosa avrei fatto? Decisi di parlare

il meno possibile. Il mister in campo ci spiegò che nelle

prossime due settimane ci saremmo allenati duramente,

per affrontare il Barcellona. Pensai:”Affronterò Lionel

Messi, il giocatore più forte al mondo. Riuscirò a batter-

lo?” Iniziammo una corsa lenta per il campo, ma quando

ci allenammo per gli scatti, mi accorsi che non ero agile

e scattante come Cristiano e i compagni iniziarono a

guardarmi con sospetto. Il mister urlò:”Cristiano! Vedi

di riprenderti, se continui così ti lascio in panchina!” I

tifosi mi incoraggiarono. Non riuscivo a fare le cose più

semplici come palleggiare, scattare, stoppare il pallone

… La gente incominciò ad andarsene e io capii che ero

diventato Cristiano Ronaldo solo fisicamente ma, men-

talmente e nell’ agilità ero rimasto bambino. Ogni gior-

no la stessa solfa e arrivò la sera del match: Real Madrid

- Barcellona, le big spagnole. Il mister ci comunicò la

formazione. Ero in panchina! Era la punizione per il mio

scarso rendimento. All’ottantesimo minuto i tifosi ini-

ziarono a gridare: ”Cristiano Ronaldo! Dove è la freccia

portoghese!” Il mister mi chiamò ed entrai. Avevo paura

di fare una figuraccia. Correvo scoordinato, non riusci-

vo a stoppare un pallone e i miei tiri facevano pena. Il

pubblico cominciò a fischiarmi. A fine partita tornai a

casa e decisi di ritirarmi dal calcio. Persi tutto:soldi,

casa, moglie, fama. Ormai da oltre dieci anni vivo di

elemosina e un giorno, mentre ero in un bar e trasmette-

vano una partita del Real Madrid, fece il suo esordio in

Liga un giovane talento italiano Pietro Codazzi. Ero io!

Ero agile, scattante e gran tiratore, con le capacità

di Cristiano Ronaldo. Il mio sogno si era avverato

a metà e ora non potevo farci niente. Ero destinato

a morire da solo in povertà, senza essere ricordato.

Pagina 6 The Cr ispi Magazine Anno 17 n.° 1

Favole per tutti L’orso e l’ape

Greta P. cl. 1^C Un giorno un’ape andò dall’orso:

“Ciao, caro orso!”. “Oh! Bene,

anche stavolta sei venuta a portarmi il miele;

meno male, così non dovrò faticare!” L’ape

disse che aveva molte altre cose da fare e lui

era sempre presuntuoso, quindi si era stanca-

ta di portargli tutte le mattine il miele. L’orso

si giustificò: “Ape, io non ho amici e tu sei

l’unica durante la giornata che, anche se per

cinque minuti, mi fa compagnia. L’ape: “Se

fossi un amico vero, non ti approfitteresti di

me con la presunzione, per farti portare il

miele; se non hai amici, sii più gentile e ne

troverai!” L’ape se ne

andò, così l’orso da

quel giorno, tutte le

mattine, dovette cer-

carsi il miele da solo,

come tutti gli altri

orsi. Se maltratti gli

amici, finirai per restare solo.

Mai giudicare il libro dalla

copertina Gaia G.

cl. 1^ C La principessa di Ciocco-

landia aveva ormai rag-

giunto 20 anni, il che sta-

va a significare che era

pronta per diventare regi-

na. Prima però doveva cercare il suo

principe azzurro. Moltissimi erano i

partecipanti, giunti al castello per in-

contrare la bella principessa: conti, du-

chi e principi. Finita la festa, la princi-

pessa, ormai esausta, si era arresa

all’idea che non avrebbe mai trovato,

tra tutti quegli splendidi ragazzi, uno

che fosse anche intelligente e, sconso-

lata, decise per una passeggiata nel re-

gno; quando vide un ragazzo che offri-

va cibo e denaro ad una poveretta, pen-

sò che aveva davvero un gran cuore.

Così la principessa di Cioccolandia

decise di passare un po’ di tempo con

lui, finì per innamorarsene e lo sposò .

Non è la bellezza fisica che fa bella

una persona, ma la sua bontà.

Il topolino goloso

Stefano P. cl 1^ C Un giorno un topolino trovò un

pezzo di formaggio nella cucina

di una casa. Pensando che fosse

troppo piccolo, si mise alla ri-

cerca di altri pezzi ma non ne

trovò; nel frattempo arrivò il

padrone di casa e lui dovette

fuggire subito nella sua tana,

senza il pezzo di formaggio.....

Chi troppo vuole

nulla stringe!

Il pappagallo

e il canarino

Beatrice P. cl. 1^C Il pappagal-

lo, chiuso

nella sua

gabbia, in

un angolo

della casa,

si sentiva bello, così colorato e

passava la giornata a pettinarsi

le piume. Il canarino si sentiva

un po’ solo e passava la giorna-

ta a pensare a come evadere

dalla sua gabbietta. Cercò di

passare attraverso una fessura,

sul tetto della gabbia. Quando si

liberò, il pappagallo lo pregò di

liberare anche lui, ma il

canarino gli disse: “

Invece di pettinarti le

piume, potevi trovare

anche tu un modo per

fuggire!” Poi, però,

impietosito, lo liberò e,

quando il portone si spalancò, i

due volatili volarono liberi in-

sieme, prima esitanti, poi felici

e sicuri perchè insieme affronta-

vano la libertà.

Chi trova un amico trova un

tesoro.

La leonessa e la piccola antilope Alessia V. cl. 1^C Una leonessa era a caccia e, vedendo una piccola antilope affamata, la immaginò già

nella sua pancia. Giocò d’astuzia. Si avvicinò all’antilope e disse: ”Sei molto affamata;

dovresti venire nella mia tana, dove ti darò dell’ottima paglia e dell’acqua fresca e

buona.” La piccola andò, con un pizzico di timore, ma quando entrò nella tana della

leonessa, subito essa si affrettò a sbranarla. Fidarsi è bene non fidarsi è meglio.

Le due mosche Greta P. cl. 1^ C Un giorno due mosche si intrufolarono nella casa di una signora, fissata con

l’ordine, che non sopportava le mosche. La donna, appena vide una di quelle

due mosche, prese il giornale e la rincorse. La mosca scappò, volando ovun-

que ma la donna, sempre più furiosa, non aveva la minima idea di arrendersi.

Mentre la mosca si stava avvicinando sempre di più alla morte, l’altra non si

fece vedere e andò a chiamare altre mosche per salvarla. Quando arrivarono tutte le

mosche, la donna impazzì e, furiosa, aprì la finestra indicando alle mosche di uscire. In

questo modo la donna si dimenticò che tra quelle ne stava ricorrendo una, quindi …

quella non morì. L’unione fa la forza!

Il cane e il serpente di Sara Z. cl. 1^F Un cane si perse nel bosco, aveva molta paura perché non ritrovava la strada per torna-

re dal suo padrone. Incontrò un serpente che gli chiese dove stava andando e il cane

rispose che si era perso. Nel frattempo arrivò un cacciatore che voleva catturare il ser-

pente ma il cane abbaiò, così il serpente riuscì a nascondersi su un albero e il cacciato-

re fuggì spaventato. Quando non si vide più il cacciatore, il serpente scese dall’albero

e, strisciando, accompagnò il cane fuori dal bosco e lo aiutò a ritrovare il suo padrone.

Pagina 7 The Cr ispi Magazine Anno 17 n.° 1

La rana-sveglia Dalila C. cl. 3^ C

Ogni ragazzo ha un oggetto, un gioco dal quale non si separerebbe per nulla al mondo. Nella mia

stanza, vicino al mio letto, ho una rana a cui sono affezionata. E’ una “rana-sveglia” e non so chi

l’abbia comprata, perché l’ho trovata un paio di anni fa in una scatola in soffitta. Ha una forma

sferica, con due grandi occhi bianchi posti sulla parte superiore. La bocca, larga e spalancata,

contiene l’orario in forma digitale. Questo corpo è sorretto da due gambette messe in una tal posizione da farla

sembrare in corsa. Anche le braccine producono lo stesso effetto di movimento. La sua particolarità sono gli

occhi che, se schiacciati, illuminano la bocca con una luce arancione, così anche di notte è possibile vedere

l’ora. Il suo allarme non è uguale a tutti gli altri: lei gracida! Non la uso tutti i giorni; infatti punto la sveglia

solo quando mi devo svegliare per attività che mi piacciono. Quest’estate ha lavorato molto: ogni volta che

sono andata in piscina, quando sono partita per il mare, quando ho visitato Milano… Sono talmente affeziona-

ta a quest’oggetto, che lo porto in vacanza con me e non permetto a nessuno di utilizzarlo, perché ho paura che

si rompa. Per me rappresenta un modo simpatico per iniziare la giornata perché, vedendola, mi viene voglia di

ridere e di divertirmi e non di girarmi e continuare a dormire.

Il cane robot Cecilia A. cl. 3^ C

E’ il 2112; un mese fa io e miei fratelli stavamo tornando da scuola in macchina, quando io vidi un

piccolo cagnolino vicino a un sacco della spazzatura nell’angolo della via; scesi dalla macchina e

diedi un’occhiata a quel povero cane. Era completamente grigio, di piccola taglia e molto intelli-

gente, perché capiva la parola seduto e sdraiato. Non aveva collare, ma non era mal nutrito nè spor-

co; strano, per un cane abbandonato. Lui mi guardava con i suoi occhioni neri e lucidi e da quel momento capii

che era speciale; volevo assolutamente portarlo a casa, così lo nascosi nel giubbotto e lo portai con me. Era

strano, perché rifiutava i croccantini, sembrava che avesse paura dell’acqua ed era attratto dal ferro, per uno

strano motivo!!! Provai ad accarezzarlo e capii che era un robot perché la pelliccia non era vera, ma un rivesti-

mento grigio e morbido, duro e compatto, forse di ferro! Ero stupita e anche molto felice di avere un cane ro-

bot. Ed ancora adesso lo sono e per me è un compagno fedele!! Il suo nome è Tibit. (E’ uno dei tanti cani ro-

bot in circolazione, ma è difficile riconoscerli.)

Il bue solitario Michael M. cl. 1^ C

C’era un bue che non voleva stare con nessuno e per questo si rifugiò in una valle, lontano da tutti. Un giorno,

mentre pascolava, sentì le pecore di un gregge che dicevano: “C’è una valle rigogliosa, ma per andarci bisogna

superare la montagna.” Il bue si avvicinò e disse: “Ho sentito bene?” C’è una valle bellissima e rigogliosa?”

“Sì, è ricca di cibo e acqua inesauribili, ma è oltre la montagna” dissero le pecore. “Nessun problema; io sono

forte e riuscirò sicuramente a raggiungerla” disse il bue e si incamminò. Arrivò ad una montagna maestosa e la

scalò; arrivato in cima, era sfinito ma scorse una foresta e poi la valle. “Ci sono quasi; ancora un piccolo sfor-

zo…” e così scese dalla montagna. C’era un ostacolo che si poneva tra lui e la valle: la foresta. Si inoltrò;

c’erano tanti alberi e là dentro era come un intricato labirinto, così il bue finì per perdersi. Stremato dalle forze

si accasciò a terra, credendo che fosse arrivata la sua fine ma, all’improvviso, apparve una scimmia, anche lei

alla ricerca della valle. “Rialzati, andremo assieme alla valle, conosco la strada!” Il bue si rialzò e insieme rag-

giunsero la valle “Eccola, eccola, è la valle!” disse la scimmia ma il bue rispose: “Sono con-

tento per essere arrivato fin qui, ma sono ancora più contento, perché ho trovato qualcosa di

più prezioso: un amico, che mi ha insegnato a lottare, a non arrendermi mai!”

Amici nel deserto Giovanni R. cl 1^ C

La biscia del deserto si guardò intorno. Davanti a lei solo sabbia, ai suoi lati altra sabbia e dietro di lei sassi

enormi e bollenti come brace, arroventati dal sole cocente. Fu pronta a scommettere che, a parte lei, non c’era

anima viva, eccetto qualche arbusto rinsecchito e l’erba delle rare oasi. Fu contentissima quando trovò un dipo

mezzo morto e stremato, che curò amorevolmente con cibo, acqua e riposo al fresco. Quando si svegliò, la bi-

scia chiese come si era ridotto in quello stato. Il dipo raccontò che non ci vedeva tanto bene e il suo gruppo lo

aveva fatto perdere nel deserto con un trucco, perché era diventato una zavorra. “E se non mi avessi trovato

tu” disse il dipo “sarei stramazzato tra il caldo martellante e il freddo insopportabile”. Da allora divennero

grandi amici e condivisero insieme i momenti di gioia e di dolore. Chi trova un amico trova un tesoro!

Pagina 8 The Cr ispi Magazine Anno 17 n.° 1

MODI DI DIRE “Fare bancarotta” di Olexandra K.– IIC

A Siena nel 1472 viene fondata la prima banca del mondo, il Monte dei Paschi

di Siena.La banca prestava i soldi ai commercianti che li usavano per comprare

le merci per poi rivenderle guadagnando, ma messer Poldo non ebbe fortuna: coi

soldi ottenuti in prestito aveva comprato delle tuniche di lana in estate quando

costano meno perché faceva caldo, per rivenderle ai primi freddi d'inverno...Ma

le tarme erano penetrare nei bauli che contenevano le tuniche e le avevano tutte

bucherellate, rendendole invendibili. Così il povero commerciante Poldo, non

guadagnando sulla vendita delle tuniche, si trovò in grave difficoltà. Non pote-

va restituire al Monte dei Paschi i soldi ricevuti in prestito. Una brutta mattina

d'inverno si presentarono a casa sua le guardie. Queste chiesero a Poldo la resti-

tuzione dei soldi con gli interessi. Poldo rispose che non aveva i soldi. Le guar-

die allora applicarono la legge che al tempo della Repubblica Senese era sacra:

la rottura in mille pezzi del banco dove il commerciante Poldo quotidianamente

proponeva la sua merce, in modo che gli acquirenti sapessero che non bisognava

fidarsi di lui e non era saggio prestagli soldi. Con la banca rotta non poteva più

esporre la merce e neppure continuare la sua attività.Da allora quando qualcuno

fallisce si dice che ha fatto "bancarotta".

“Fare le cose alla Carlona” di Sara Z.-Cl. IIC C’era una volta un monaco amanuense di nome Augusto che viveva in un mona-

stero nei pressi di Roma. Quest’ultimo veniva sempre incaricato dal re di ricopia-

re alla perfezione molte opere importanti per far sì che nel tempo non fossero

andate perse. Purtroppo lui non rifiutava , però così facendosi ritrovava con una

tale mole di lavoro da non avere un attimo di tregua. Tuttavia svolgeva sempre il

compito in modo impeccabile. Col passare degli anni le sue mani non erano più

quelle di una volta e non riusciva più a gestire tutto quello che il re gli affidava.

Poi un giorno purtroppo morì. Il re non sapendo più che cosa fare senza il suo

fidato monaco chiese consulenza alla sua gentile consorte. Lei gli raccomandò di

affidare il lavoro al loro nipote Carlone, il quale aveva da poco terminato gli stu-

di in seminario costretto dalla famiglia. Infatti a lui non piaceva la vita di sacrifi-

cio dei monaci, mentre adorava i divertimenti e la vita spensierata e sfarzosa di

corte. Nonostante questo il re gli affidò un importante opera. In un primo mo-

mento sembrava che Carlone sarebbe riuscito a completare l’opera, ma alla con-

segna di quest’ultima il re notò che oltre ad essere scritta con pessima grafia era

anche piena di errori. Tuttavia essendo il suo primo incarico, gli diede un’altra

possibilità. Purtroppo la situazione non migliorò affatto nemmeno nelle altre

opere affidategli, anzi gli errori aumentarono a causa del suo poco impegno e la

sua trascuratezza dei dettagli. A tal punto che il re si vide costretto a togliergli

l’incarico e nessuno più gli offrì lavoro, non perché era stato licenziato dal re

bensì per il suo modo di fare proprio “alla Carlona”. Da qui nasce il detto.

“Chi va con lo zoppo impara a zoppicare” di Andrea V.-Cl. IIC

Molti anni fa, nel Medioevo tra le vie di un feudo molto ricco, mendicava un

vecchio zoppo astuto e furbo, infatti riusciva sempre a raccogliere molti soldi

recitando la commedia del povero storpio. Un giorno arrivò di passaggio nel feu-

do un giovane mendicante a cui però nessuno faceva la carità, anzi lo cacciarono

dicendogli che sarebbe stato meglio che fosse andato a lavorare così avrebbe

guadagnato qualcosa onestamente e ne sarebbe stato orgoglioso. Il giovane che

però era pigro e che proprio non voleva saperne di lavorare, mentre usciva dalle

mura del castello incontrò lo zoppo e o osservò mentre recitava la sua parte. Il

giovane decise di fare amicizia con lui. Il vecchio gli insegnò qualche trucco e il

ragazzo imparò a raggirare gli altri. Dopo aver fatto un po’ di pratica

s’incamminò verso altri feudi fingendo di essere un povero giovane zoppo, con la

vita rovinata perché non poteva lavorare e riuscì a diventare ricco.

ALLUVIONE IN SARDEGNA

Linda B. - Melissa B.- Cl. IIIF Il 25 novembre la Sardegna è stata colpita

da una devastante alluvione.47 centimetri

d’acqua in meno di cinque ore hanno por-

tato 2300 sfollati, 10 dispersi e 16 morti.

Fango ovunque: l’asfalto sgretolato vomita

fango, le case ne sono stracolme. I sardi

hanno perso tutto, ricordi, lavoro, alcuni

anche persone care. La popolazione di Ol-

bia, una cittadina in Sardegna, particolar-

mente colpita da questa alluvione, conosciu-

ta come la città diventata fiume, si fa senti-

re: “Non è colpa solo della piog-

gia;”sostengono che tutta quell’acqua non

sia arrivata solo per causa del nubifragio.

Sono molti i danni causati dall’alluvione,

soprattutto su strade e ferrovie. In seguito al

crollo di un ponte un uomo ha perso la vita,

come un poliziotto che è morto nel crollo di

un ponte a Monte Pino dove vennero coin-

volti altri suoi due colleghi che, però, sono

stati tratti in salvo. Tra le tante vittime ricor-

diamo la commovente storia di Patrizia e la

figlia Morgana, spazzate via dall’acqua

mentre erano in macchina con Innocenzo

Giagoni, compagno di Patrizia, e padre di

Morgana. L’uomo è riuscito a salvarsi, sen-

za però essere stato in grado di aiutare la

figlia e Patrizia che sono rimaste uccise in

questo brutale incidente. Il piccolo Enrico,

di due anni, e il papà Francesco, di 35, sono

morti sotto gli occhi del nonno Paolo. Il pa-

dre di Francesco, corso sul posto in seguito

a una telefonata del figlio, al suo arrivo vide

i due nel punto più alto della macchina per

sfuggire all’acqua; proprio in quel momento

un’onda li spazzò via e il nonno, impotente

potè solo stare a guardare la scena. “Diceva:

nonno, nonno… e io non potevo fare nulla”

ripete commosso il nonno ai giornalisti. Il

lato positivo di questa disgrazia è che i sardi

si sono uniti per aiutarsi l’uno con l’altro;

molti infatti si sono improvvisati volontari

per soccorrere i compaesani bisognosi di

aiuto.

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Pagina 9

Campus

sull'orientamento

a Villanterio Sofia C. - Cl. 3^ F

Il 9 novembre 2013 a Villanterio

si è svolto il campus

dell’orientamento per la scelta

della scuola superiore di 2° gra-

do. Il campus era ospitato nelle

aule dell’Istituto Comprensivo di

Villanterio. Il programma della

giornata era il seguente:

ore 9:00 saluto della Dirigente

dell’Istituto Comprensivo di

Villanterio;

ore 9:15 intervento di esperti ;

ore 10:inizio delle presentazioni

nelle aule;

ore 14:00 fine campus.

Ogni aula ospitava uno stand con

volantini riguardanti un determi-

nato istituto e un professore che

rispondeva a curiosità e richie-

ste , mentre nelle aule LIM ,ogni

mezz’ora, si svolgeva una pre-

sentazione approfondita di ogni

scuola, con gli orari, materie e i

punti di forza. Il campus era

aperto ai ragazzi e genitori di

seconda e terza media degli isti-

tuti comprensivi di Chignolo Po,

Belgioioso e Villanterio. Ragaz-

zi dei tre istituti indirizzavano

genitori e ragazzi nelle aule e

distribuivano volantini informa-

tivi.

AGGIORNAMENTI DAL MONDO

SPORTIVO Fabio M.Andrea V. Cl. IIC

Il girone di andata del cam-

pionato di calcio sta per

terminare, la Juventus è

prima in classifica, seguita

da Roma, Napoli e Inter

mentre l’ultima in classifica

è il Catania. L’Inter, anche

se è alta in classifica, non sembra andare

molto bene. La nostra Nazionale di calcio

si è qualificata per i Mondiali dell’anno

prossimo. FORZA AZZURRI! Marc Mar-

quez, ventenne, ha vinto il 1° Mondiale in

Moto GP; invece il mondiale di Formula 1

si è concluso con la vittoria del titolo mon-

diale da parte di Sebastian Wettel; ma ci

sono già delle novità previste per il prossi-

mo anno, arriverà in Ferrari Kimi Raikko-

nen per prendere il posto di Massa che

guiderà per la Williams. Aspettiamo con

curiosità di sapere chi vincerà l’incontro di

tennis tra Nadal e Frieder. Ovviamente Na-

dal è il favorito! Per quanto riguarda

l’hokey è imminente il derby tra le squadre

Val di Fassa e Alta Badia. Lutto nel mondo

del Rugby , Cigarini un giocatore italiano,

mentre giocava in una squadra in Florida, è

morto per un colpo involontario alla caroti-

de. Vicinissima è la partitona tra la nostra

nazionale di rugby e quella Neo Zelandese

degli All Blecks, speriamo bene!

Laboratorio orientamento in 3^

Il progetto Con. D. Or Denise, Riccardo, Armando cl. 3^c L’anno scorso è iniziato il progetto Condor, con lo scopo di orientarci nella scelta

della scuola superiore. Alcuni questionari da noi compilati, ci sono stati riconse-

gnati quest’anno. Gli studenti universitari di Pavia ci hanno spiegato i nostri pro-

fili emersi dai test e ci hanno chiarito le idee sulla scelta della scuola superiore. Il

28 novembre 2013 c’è stato il secondo incontro organizzato in due laboratori per

le classi 3^C/F. Noi della 3^c abbiamo lavorato sulla motivazione alla scelta della

scuola e sulla gestione dello stress in nuove situazioni. Il 1^ laboratorio ci ha por-

tato a riflettere su svantaggi e vantaggi, delle scuole da scegliere; il 2^ci ha per-

messo di analizzare situazioni che potrebbero provocare stress. E’ stato un utile

lavoro di riflessione sulla nostra scelta futura. Faremo la scelta giusta?

CORSI DI ALFABETIZZAZIONE PER STRANIERI Lunedì, 2 dicembre, presso la Scuola Media di Chignolo Po, sono comin-

ciati i corsi <Vivere in Italia>.I corsi di “alfabetizzazione e cittadinanza”

sono destinati a stranieri adulti e prevedono due livelli di alfabetizzazione.

Chi seguirà il corso di livello A2 potrà sostenere un esame e conseguire un

attestato di competenza linguistica, necessario per il permesso di soggiorno

lungo. Questi corsi , che termineranno a metà maggio, sono realizzati con i

fondi europei per l’ integrazione di cittadini dei paesi terzi e grazie all’ a-

desione alla rete territoriale lodigiana. ( Nada , Francesco , Amal cl 2 ^c)

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POETI IN CLASSE LA SCUOLA di Riccardo M. I F A settembre è iniziata la scuola,

in estate il tempo vola

neanche il tempo di giocare

che subito a scuola si deve tornare.

Quando arriva la professoressa

dobbiamo chiudere la finestra

“Presto, presto, iniziamo a studiare

abbiamo tanto da imparare”:

storia, inglese, geografia,

matematica, geometria,

ma se saremo diligenti

diventeremo degli ottimi studenti

e studiando a volontà,

un bel giorno andremo all’università.

C’ERANO UN CANE E UN GATTO

di Elisa B. di I F C’era un cane

che andava in giro

al suono delle campane

e un gatto

che coglieva sempre

le persone sul fatto.

C’eran questi due animali

che guardavan la tv

e cambiavan i canali,

perché avevan due padroni ricchi

come gli arabi sceicchi.

Non sapevan mai che fare.

Allora un giorno decisero di imparare

a leggere e a contare,

ma è meglio non farglielo fare,

altrimenti non saprebbero più

miagolare e abbaiare.

LA NEVE di Cecile A. cl. I F Prima neve

che cade a Pieve!

Gioia e felicità

percorre tutta la città!

I bambini sull’argine,

con risate,

van giù con gran scivolate;

scherzare e ridere:

ecco il gran piacere.

Oh cara neve,

non partire da Pieve!

L’ATLETICA di Yasmine e Diego cl. I C

L’atletica è uno sport fantastico

ed è molto fanatico;

con un’allenatrice tosta

a volte si va sull’argine a Costa;

corri, salta e divertiti!

I nostri amici sono miti!

GLI AMICI di Tommaso G. cl. I C

Gli amici

sono felici

di stare con te,

perché giocano con te,

ridono con te,

vivono per te.

E sono molto felici,

se possono aiutarti!

IL NATALE di Gaia/Chiara cl.I C

Nel giorno di Natale

il cielo è speciale:

è nato il buon Gesù

ed una cometa è lassù!

Il Natale è amore;

devi aprire il cuore!

Quando ti regalano un gioco

Senti il calore del fuoco.

La notte della vigilia

è dolce come la vaniglia;

ma la notte di Natale

resta sempre speciale!

Nel giorno di Natale

E nata una persona speciale,

è nato il Salvatore

che nella vita è tuo accompagnatore!

I COLORI di Giulia A., Andrea C. e

Giuseppe V. cl I C

I colori sono tanti;

puoi colorare ciò che vuoi.

Sono accesi e spenti,

caldi e freddi,

chiari e scuri.

Con i colori ti diverti.

Ti diverti a colorare,

e con il prof Casella

si impara a pitturare.

I colori riempiono

il cuore d’ allegria;

tutto è una magia!

LA NOTTE DI SANTA LUCIA di Alessia V. e Chiara C. cl. I C

Tu vieni di notte

per portare dolcetti e regalini,

ai bambini più piccini;

tu vieni di notte

e porti sorprese

a tutto il paese;

tu vieni di notte:

ti porta l’asinello

e vi scaldate col fuocherello.

La notte di Santa Lucia

è la più bella che ci sia.

Pagina 10

LA NEVE di Diego C. cl I F L’inverno finalmente è arrivato,

con il freddo e il gelo

e il paese tutto innevato.

Scende dal cielo, fitta fitta,

in fiocchi piccoli e grossi,

a ricoprire prati e fossi.

Mi preparo a spolverare e lucidar

la mia slitta, che riposava

da un anno in soffitta.

La neve, bianca e candida,

i giorno fa brillar tutto intorno;

di notte riposa, brilla

e riflette una luna splendida.

I ragazzi con le loro slitte

scendono dalle sponde dell’argine;

con gioia e allegria

si divertono in una splendida armonia.

Non importa se siamo tutti bagnati,

infreddoliti e affamati,

ma con la neve ci siamo sfogati.

L’AMICO di Marco C. cl. I C

L’amico è una persona che ti aiuta.

L’amico fa tutto per te.

E tu sei sempre pronto ad aiutarlo.

È questo l’amico!

LA POESIA di Federico C. cl. I C La poesia guarda con occhi diversi,

per raccontare il mondo in versi.

Ascolta con orecchio fino

la natura da vicino.

Spiega degli uomini l’amore

che hanno racchiuso nel cuore.

CENA DI NATALE di Niccolò P. ,

Giovanni R., Alex I. cl. I C

Alla cena di Natale

la felicità sale,

ci sono i parenti

felici e sorridenti.

E con i molti doni,

giochi e vestitoni

son felici tutti i bambini

ricconi e poverini.

Ci si siede alla tavola

perché di solito Natale vola,

mamma apre una scatola

e rivela un primo da favola.

E dopo un dolce celestiale

si rivela lo spirito del Natale,

ogni famiglia, ogni ragazzaccio,

si riunisce in un abbraccio.

IL SOLE Nicolò A. Cl.1F

O sole,

compagnero

del giorno,

pieno di amore

e fantasie,

di ricordi

e armonie,

che ci riscaldi

con l’ amore

del tuo calore,

che ci apri

viali

di bontà

e felicità!

In ricordo di Nelson Mandela

di Anna P. - Cl. IIIF Era da tempo che non si vedeva più , l’uomo stimato anche dai

nemici , non parlava più nelle manifestazioni pubbliche e dalla

televisione ; ma per quelli che ricordano il vero senso della pa-

rola razzismo , dimenticare la figura di Nelson Mandela , è im-

possibile…Madiba è morto nella sua casa di Johannesburg il 5

dicembre 2013. Era nato nel 1918 , nella famiglia reale dei

Thembu , in Sudafrica. Il suo vero nome era Xhosa, venne

chiamato Nelson solo quando iniziò a frequentare il collegio

coloniale britannico di Healtdown. Mandela è stato il simbolo

dell’ultima lotta dell’Africa nera contro la dominazione bianca

nel continente; un uomo cresciuto nel regime razzista

dell’apartheid che oppresse il Sudafrica dal 1948 al 1994, un

leader che ha guidato la lotta, passato quasi un terzo della sua

vita in carcere e ne è uscito come un “Gandhi nero”, che ha

saputo riconciliare il paese senza alcuna ombra di sangue o

ricorrendo all’uso della violenza. Studiò legge all’università del

Witwatersrand e frequentò dirigenti dell’African National Con-

gress (ACN) , il primo partito fondato nel 1912 dai neri in Su-

dafrica; nel 1952 aprì anche uno studio legale insieme ad Oli-

ver Tambo. Insieme ad altri 150 uomini venne nel 1956 arresta-

to e accusato di tradimento. Nel 1964 fu condannato ai lavori

forzati a vita; dal banco degli imputati, Mandela pronunciò il

suo celebre discorso in difesa del diritto degli oppressi e con-

tro la violenza degli oppressori; proclamò anche i suoi ideali di

società non razzista con uguali diritti per le persone bianche e

nere. Gli fu concessa definitivamente la scarcerazione nel 1990

dal presidente Federi de Klerk. Venne eletto presidente

nell’ACN e venne insignito del Nobel per la

pace nel 1993. Il 27 aprile 1994 in Sudafrica

si ebbero le prime elezioni con la partecipa-

zione della popolazione di colore e Mandela

vinse con il 62 ℅. La sua presidenza durò un

solo mandato, ma la sua influenza non smi-

se mai, rimase sempre per tutto il mondo un

modello alla quale guardare con ammirazio-

ne. “Esseri liberi non significa semplicemen-

te rompere le catene, ma vivere in modo tale

da rispettare e accentuare la libertà altrui “

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E per concludere …GIALLO; GIALLO; GIALLO

“Il delitto quasi perfetto” di Marta P.– IIIF Erano le 20:30, i coniugi Smith e la nipote avevano appena

finito di cenare, quando sentirono bussare alla porta: era arri-

vato John, che si unì a loro; scambiarono quattro chiacchiere,

presero un bicchiere di whisky e il conte Hilton salutò, per

trascorrere nel suo studio il resto della serata. Appena si fu

allontanato,la bella Elsie, che detestava il marito, costrinse la

nipote ad andare nella sua stanza. Nella sala da pranzo rimase-

ro solo lei e il cugino. Quella sera faceva molto caldo e il si-

gnor Smith decise di aprire una finestra, quella nascosta

dall’edera rampicante sul muro esterno. Dopodichè continuò a

scrivere, ma fu interrotto quando sentì qualcuno bussare alla

sua porta. In un primo momento pensò si trattasse della nipote

Ilary che era venuto a salutarlo, ma consultando il grande oro-

logio a pendolo si accorse che era troppo presto e quindi si

precipitò alla porta. Aprì e vide la moglie: “Sei ancora qui

Hilton? Perché non vieni a dormire?” Sbuffando il conte ri-

spose: “Ancora un paio d’ore e arrivo…” La moglie teneva in

mano un bicchiere di plastica che gli offrì: “Tieni caro, ho

pensato che un pò d’acqua potesse dissetarti con tutto questo

caldo… ora vado a dormire perché sono molto stanca…” Il

conte prese il bicchiere e lo appoggiò sul suo scrittorio, chiuse

la porta a chiave e riprese a scrivere. Faceva veramente caldo

e si ricordò del bicchiere di plastica, lo prese e iniziò a sorseg-

giare. Improvvisamente si sentì mancare e cadde in un sonno

profondo. Ilary era in camera sua, ma voleva andare a salutare

il nonno… non riuscì nemmeno ad alzarsi dalla stanchezza

che si addormentò. L’ indomani mattina erano tutti a tavola

per fare colazione: tutti tranne Hilton. Ilary andò a cercarlo .

Bussò. Bussò ancora. Niente, nessuno rispondeva e presa dal

panico andò a chiamare aiuto. Il conte era sdraiato a terra,

pallido e freddo, morto. La nipote iniziò a piangere e subito

venne chiamato l’ispettore George Oliver che arrivò subito e

venne condotto nello studio; pregò tutti di uscire e osservò il

cadavere: aveva la bocca aperta… nella stanza non c’era nulla

di strano; finestra aperta, un bicchiere rovesciato e l’orologio

a pendolo furono gli oggetti che più lo colpirono. Uscì e inter-

rogò i presenti: sul volto della nipote si leggeva chiaramente

che era innocente; la moglie disse di avergli portato solo

dell’acqua e il cugino rimase in silenzio. Il signor Oliver rien-

trò, solo, nella stanza e si accovacciò sul cadavere del morto;

osservò bene il viso; notò della polverina bianca sulle labbra,

prese il bicchiere: anche lì era presente la sostanza bianca.

Fece un mucchietto e l’analizzo: era un sonnifero! Corse ver-

so la finestra aperta e venne colpito da delle macchie verda-

stre che notò anche sulla base dell’orologio e sul manoscritto

di Hilton. Aprì l’orologio e osservò quegli strani ingranaggi e

toccandoli si accorse di un flaconcino verdastro, infilato in un

guanto di lattice. Era veleno, precisamente il VELCK121.

Aveva capito tutto e convocò i familiari. “ Oliver iniziò a

spiegare: “L’assassino ha un complice e vi comunico che que-

sti ruoli sono stati svolti da John Harker e Elsie Smith!” Silen-

zio totale. “Ieri sera al signor Hilton è stata data dell’acqua,

con un sonnifero. Il conte si addormenta e dalla finestra aper-

ta, notata prima dalla moglie, John entra e fa bere alla vittima

del veleno che agisce uccidendolo! Per sbarazzarsi del veleno

lo nasconde tra gli ingranaggi dell’orologio, abbandona il

cadavere ed esce dalla finestra.” I colpevoli non poterono ne-

gare l’evidenza e vennero condannati per omicidio.

L’enigma del diamante scomparso di Giulia C. — Cl. III F

La signora Elena e suo marito Pino Morano vedendo arrivare l’ora

di chiusura decisero di sistemare il negozio e andare a casa. Il signor

Nerini, direttore della gioielleria, depose in cassaforte uno dei loro

ultimi acquisti, un costosissimo diamante, davanti all’occhio vigile

dei signori Morano. Lunedì i Morano e Nerini arrivano in gioielleria

aprono la cassaforte e con loro grande sorpresa il diamante era spari-

to. Qualche minuto dopo arrivò la polizia e con essa il famoso com-

missario Colombo. Cominciò subito a fare domande. “Buongiorno

signori cosa è stato rubato?” “E’ stato rubato un diamante di inesti-

mabile valore”- dissero io proprietari- “Era custodito nella nostra

cassaforte ma senza il codice non si può aprire” Il signor Colombo

chiese: “Oltre a voi chi conosceva la password?” Il proprietario ri-

spose velocemente alla domanda: “Mia moglie, mia figlia, il signor

Nerini e Sara la nostra commessa” Dopo varie settimana fu scoperto

il ladro. Il commissario fece radunare tutti i familiari e gli impiega-

ti: fra loro c’era anche il fidanzato della figlia. L’investigatore Co-

lombo espose la sua teoria: “Dopo vari giorni di investigazioni sono

giunto alla conclusione che il ladro sapeva la password dato che non

ci sono segni di scasso, ed non ci sono impronte digitali per cui ha

utilizzato dei guanti.Il ladro è…il fidanzato di vostra figlia Angela,

il signor Manuel Prandera”“ Non è vero e poi perché avrei dovuto

farlo?” Il commissario gli spiegò: “Dato che la band non vendeva

più dischi eri quasi al verde , ma hai finito del tutto i soldi sul banco

da gioco; per questo avevi un salato debito di gioco con un certo

James ,che non vedendo arrivare i soldi ti ha minacciato. Tu preso

dalla paura hai pensato subito alla gioielleria dei signori Morano.

Una notte in discoteca hai approfittato dell’occasione che Antonella

era ubriaca per rubarle la password. Il giorno dopo hai detto tutto a

James che ha deciso di aiutarti. La sera prima verso le due di notte

siete entrati nel negozio dopo aver disattivato allarme e telecamere,

avete rubato il diamante , siete usciti e siete andati a casa come se

nulla fosse”. Il ragazzo disperato rispose : “Si è vero, mi dispiace

Antonella non avevo soldi.” Dopo i saluti andarono in commissaria-

to e fu arrestato Manuel insieme al suo complice James , il diamante

fu restituito ai signori Morano e tutto finì.

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