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TIROCINIO CLINICO elemento di saldatura tra il sapere speculativo e il sapere pratico e rappresenta l’elemento caratterizzante di tutto il processo formativo.

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TIROCINIO CLINICO

elemento di saldatura tra il sapere speculativo e il sapere pratico e rappresenta l’elemento caratterizzante di tutto il processo formativo.

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TIROCINIO CLINICO

percorso definito da obiettivi che integrano, arricchiscono, verificano gli apprendimenti teorici, ma anche occasione di esperienze formative non necessariamente programmate, che scaturiscono dalla contingenza degli eventi assistenziali.

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TIROCINIO CLINICO

Il tirocinio, inteso come momento in cui il sapere acquisito si traduce in un sapere esperienziale, è un problema aperto, comune a molte professioni. Prima tra tutte la stessa professione medica, il cui recente ordinamento mette in risalto, come elemento fortemente innovativo, proprio il tirocinio

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“Il Tirocinio non può essere e non è un periodo in cui lo studente mette in pratica ciò che ha appreso in teoria, quanto piuttosto una fase di ulteriore maturazione professionale, e di acquisizione di un maggior grado di confidenza con la professione...”.

Conferenza dei Presidenti di Consiglio di laurea

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Il tirocinio permette sia di affrontare nuovi contenuti che di acquisire clinical and communication skills non altrimenti acquisibili.

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TIROCINIO CLINICO

- ve r i f i c a r e da un punto di vista applicativo le conoscenze acquisite

- anticipare nell’esperienza cose che approfondirà successivamente

- integrare la conoscenza teoricopratica- maturare capacità diagnostiche, attraverso la formulazione

di ipotesi- verificare le ipotesi di agnostiche, alla luce dei principidell’Evidence Based Practice- sviluppare capacità decisionali- acquisire competenze operative e capacità relazionali

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TIROCINIO CLINICO

la lunga permanenza degli studenti nell’area clinica, senza attività formative strutturate, non può garantire la costruzione delle competenze professionali. È vero al contrario che la mancata programmazione può vanificare le potenzialità di un momento così privilegiato per l’apprendimento.

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Il punto cruciale del tirocinio è costituito dall’acquisizione di una serie di abilità mentali quali:

La capacità di porre e porsi domandeLa capacità di riflettere e di elaborare nuove

conoscenze.

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Non mera applicazione di schemi concettuali ed operativi già acquisiti, ma piuttosto della loro problematicizzazione in funzione di nuovi obiettivi.

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Il tempo che lo studente deve dedicare al tirocinio in una determinata area per acquisirne le abilità specifiche è strettamente collegato

• alla solidità della sua preparazione di base, • alla assimilazione effettiva delle competenze

chiave sotto il profilo del ragionamento clinico • al suo interesse per i nuovi obiettivi proposti.

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Formazione clinica e relazione tutoriale

Un punto chiave che rende il tirocinio un’esperienza significativa per la formazione dello studente è la relazione con il tutore clinico

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Formazione clinica e relazione tutoriale

Il tutore ha la responsabilità di un lavoro che stimoli lo studente

• alla riflessività, • alla decisionalità, • alla responsabilità operativa • alla verifica dei risultati.

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Formazione clinica e relazione tutoriale

La figura del tutor è intesa con una triplice funzione identificabile nella

• competenza clinica, • nella competenza pedagogica,• nella capacità ad instaurare una significativarelazione personale con lo studente

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Formazione clinica e relazione tutoriale

Le capacità cliniche di un tutor vanno intesecome: • competenza nella gestione di casi secondomodelli assistenziali esplicitamente definiti; • Attenzione costante ai risultati della ricerca in

ambito infermieristico• Interesse e coinvolgimento in programmi di

ricerca.

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Formazione clinica e relazione tutoriale

Il tutor deve garantire la trasmissione del bagaglio di conoscenze e di esperienza di cui è portatore e deve:

• d saper rendere esplicito il ragionamento clinico,

• saper fondare le decisioni assistenziali, • rendere chiari i principi che guidano la

realizzazione degli interventi infermieristici.

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L’integrazione teorico-pratica

La collocazione organica del tirocinio all’interno del Curriculum formativo differenzia il tirocinio dai modelli di apprendistato o di addestramento, perché rende “il fare in situazioni reali” un apprendimento complesso che sollecita una risposta di tipo globale.

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L’integrazione teorico-pratica

L’integrazione tra obiettivi teorici ed obiettivi di tirocinio dà allo studente la possibilità di comprendere la logica del percorso formativo e di cogliere costantemente la continuità tra contenuti del tirocinio ed i quadri teorici di riferimento che precedono e seguono l’esperienza clinica

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L’integrazione teorico-pratica

Il procedere diversamente crea una situazione di grossa incertezza per lo studente che apprende cose su cui non lavora, e lavora su cose che non fa in tempo a rielaborare intellettualmente.

Tuttavia uno dei punti più problematici della formazione infermieristica è stato, da sempre, quello della analogia tra l’approfondimento teorico della clinica e la realtà assistenziale concretamente vissuta nei reparti.

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L’integrazione teorico-pratica

Lo scarto esistente tra le due situazioni fa sì che,spesso, gli studenti siano indotti a sottovalutare,

affermare, criticare, rifiutare ora un modello ora l’altro

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L’integrazione teorico-pratica

Il gap teorico-pratico appare a volte evidente già nell’orientamento degli infermieri docenti e degli infermieri clinici.

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L’integrazione teorico-pratica

l’infermiere docente punta ad uno studio teorico dei modelli infermieristici ricavati dalle migliori esperienze internazionali, ma non sempre sperimentabili e applicabili sul campo

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L’integrazione teorico-pratica

l’infermiere clinico risponde al pressing crescente di un modello direttivo che dà indicatori di qualità più legati all’efficienza che alla qualità soggettivamente percepita.

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L’integrazione teorico-pratica

La risoluzione del gap tra teoria e pratica richiede un forte spostamento dell’attenzione dal contenuto culturale o dall’intervento assistenziale ai meccanismi di apprendimento dello studente e allo stile di insegnamento del docente.

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L’integrazione teorico-pratica

Non è la selezione del cosa studiare o del cosa fare che permette di uscire da questa dicotomia, ma un intervento attento alla metodologia di studio dei futuri infermieri, perché puntino con decisione verso una unità del sapere

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L’integrazione teorico-pratica I anno

Tirocinio in residenze peranziani, medicina scolastica,

ambulatori, reparti di degenza

Infermieristica generale e clinicaBiologia

FisicaChimica/biochimica

Anatomia e fisiologiaMicrobiologiaFisiopatologia

Patologia generale

Osservazione evalutazione deibisogni come

processo fondamentale perla comprensione

dei problemi infemieristici

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L’integrazione teorico-pratica II anno

Tirocinio in reparti di medicina e chirurgia,

pediatria e ostetricia, centri di assistenza domiciliare

Infermieristica clinica medico-chirurgica, materno infantile,

ostetricaMedicina interna

e chirurgia generale e specialisticaFarmacologia

Strutturazione iniziale del

ragionamento diagnostico ecapacità di

programmazioneassistenziale

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L’integrazione teorico-pratica III anno

Tirocinio in reparti intensivistici, dipartimentodi salute mentale, territorio

Infermieristica intensiva e riabilitativa

Medicina clinica e disabilitàMedicina e chirurgia

d’urgenza e terapia intensivaEconomia sanitaria

Capacità diagnosticae completa assunzione

di responsabilitànella realizzazione

del piano assistenziale