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Scaricato gratuitamente da PSYCOMMUNITY www.psycommunity.it 1 La comunità degli Psicologi on line LA PSICOLOGIA SUL WEB Ordine Psicologi Lazio Ricerca per la classificazione e valutazione dei siti Internet riguardanti la Psicologia attualmente funzionanti sul Web Ricerca a cura di: Giovanna Filosa, Dottore di ricerca in psicologia della comunicazione, socializzazione e interazione ([email protected]) Con la collaborazione di: Fulvia Tramontano, Psicologa e Psicoterapeuta ([email protected]) Novembre 2004 Introduzione L’introduzione delle nuove tecnologie, e di internet in particolare, nella nostra vita quotidiana e lavorativa, è relativamente recente. Nel giro di una decina di anni, uno strumento che era appannaggio pressoché esclusivo di poche categorie professionali (militari e ricercatori universitari, in primis), si è diffuso a macchia d’olio tra i più svariati settori e contesti lavorativi. Ma la relativa novità del mezzo fa sì che le sue potenzialità effettive siano largamente sconosciute, e non adeguatamente sfruttate, dalla maggioranza degli utenti. Secondo il rapporto Censis 2002 1 , gli utilizzatori della rete con più di 18 anni sono cresciuti in Italia del 22% rispetto all’anno 2000, soprattutto nel Mezzogiorno. Su scala nazionale la percentuale di aumento vede in primo piano gli studenti (dal 61,4% al 71,1%), e quindi i laureati. Internet si afferma, per quanto riguarda il target di utilizzatori, tra le fasce alte e colte di popolazione, mentre tra le donne la percentuale di crescita è inferiore. La tendenza a presentare in rete la propria attività e i servizi offerti, che ha contrassegnato in maniera imponente gli anni appena passati, sembra aver concluso un ciclo di diffusione spontanea, caratterizzato da elementi di improvvisazione, per 1 Censis, Le città digitali in Italia, Francoangeli, 2002.

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LA PSICOLOGIA SUL WEB

Ordine Psicologi Lazio

Ricerca per la classificazione e valutazione dei siti Internet riguardanti la Psicologia attualmente funzionanti sul Web

Ricerca a cura di:Giovanna Filosa, Dottore di ricerca in psicologia della comunicazione, socializzazione e interazione

([email protected])

Con la collaborazione di:Fulvia Tramontano, Psicologa e Psicoterapeuta

([email protected])

Novembre 2004

Introduzione

L’introduzione delle nuove tecnologie, e di internet in particolare, nella nostra vita quotidiana e lavorativa, è relativamente recente. Nel giro di una decina di anni, uno strumento che era appannaggio pressoché esclusivo di poche categorie professionali (militari e ricercatori universitari, in primis), si è diffuso a macchia d’olio tra i più svariati settori e contesti lavorativi. Ma la relativa novità del mezzo fa sì che le sue potenzialità effettive siano largamente sconosciute, e non adeguatamente sfruttate, dalla maggioranza degli utenti.Secondo il rapporto Censis 20021, gli utilizzatori della rete con più di 18 anni sono cresciuti in Italia del 22% rispetto all’anno 2000, soprattutto nel Mezzogiorno. Su scala nazionale la percentuale di aumento vede in primo piano gli studenti (dal 61,4% al 71,1%), e quindi i laureati. Internet si afferma, per quanto riguarda il target di utilizzatori, tra le fasce alte e colte di popolazione, mentre tra le donne la percentuale di crescita è inferiore. La tendenza a presentare in rete la propria attività e i servizi offerti, che ha contrassegnato in maniera imponente gli anni appena passati, sembra aver concluso un ciclo di diffusione spontanea, caratterizzato da elementi di improvvisazione, per approdare ad una fase in cui è richiesta una capacità progettuale sofisticata, chiarezza di obiettivi, piena comprensione dell’impatto delle tecnologie informatiche sulla comunicazione. Tale evoluzione è dovuta anche ad un cambio di paradigma nella fruizione delle nuove tecnologie che permette interazione con il web e non solo esposizione.Anche gli psicologi, sia pur in ritardo rispetto ad altre categorie professionali più squisitamente “tecniche”, si stanno velocemente appropriando di questo mezzo di comunicazione. Negli ultimi anni sono nati numerosi siti che pubblicizzano scuole, studi professionali, o singoli professionisti ansiosi di farsi conoscere da un pubblico sempre più vasto.Tuttavia, a questa crescita esponenziale della quantità dei siti, non sempre corrisponde anche una crescita qualitativa: l’espansione appare caotica, disordinata, ridondante, se non, in casi purtroppo non rarissimi, addirittura lesiva della stessa immagine professionale. Eppure, la straordinaria diffusione di internet per accedere velocemente ai più svariati servizi dovrebbe porre all’attenzione di ogni serio professionista l’esigenza di mantenere la propria area operativa all’interno di una cornice scientifica, professionale ed al riparo da facili approssimazioni e deregolamentazioni, che il web spesso consente proprio per la sua caratteristica “ingestibilità”. Si tratta di un pericolo grave, soprattutto qualora riguardi, come in questo caso, l’offerta di servizi di tipo psicologico, che in

1 Censis, Le città digitali in Italia, Francoangeli, 2002.

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quanto tali hanno a che vedere strettamente con la salute ed il benessere della persona e della collettività.A tale riguardo, le Linee guida nazionali ed il Codice di Condotta relativo all’utilizzo di tecnologie per la comunicazione a distanza nell’attività professionale degli psicologi, in vigore dal 1° luglio 2004, rappresentano un primo necessario passo per tracciare una regolamentazione di massima del settore.In questo contesto nasce la necessità di iniziare a delineare una mappa dello stato dell’arte dell’utilizzo del web da parte della categoria, per cercare di comprendere e monitorare un fenomeno che può avere un impatto di non secondaria importanza sull’immagine della professione.La presente ricerca si pone per l’appunto l’obiettivo di creare un sistema permanente di classificazione e valutazione dei siti web che offrono servizi di natura psicologica, attualmente in funzione sulla rete nazionale, anche per contribuire a discriminare tra un’offerta competente, efficace e scientificamente fondata, da un’offerta non qualificata e potenzialmente dannosa, sia per l’utenza che per l’immagine della psicologia. Inoltre, tale sistema potrebbe consentire all’Ordine, quale organo competente, di vigilare e monitorare costantemente la fornitura di servizi in rete, per evitare abusi della professione o usi impropri del linguaggio e/o del know how di tipo psicologico da parte di non addetti ai lavori.Nel contempo, il sistema di valutazione potrebbe essere di stimolo ad un’azione non solo di controllo, ma anche di tutela nei confronti di un’utenza che non sempre possiede gli strumenti adatti per valutare la qualità del servizio proposto. Inoltre, se opportunamente utilizzato, può rappresentare anche un servizio di consulenza nei confronti di coloro che intendono promuovere la propria professione sul web, ma non hanno gli strumenti e le competenze necessarie per farlo.Nelle pagine che seguono esporremo la metodologia seguita, i risultati del lavoro di ricerca attraverso l’analisi puntuale di ogni variabile presa in considerazione, e le conclusioni operative che si possono trarre da tale analisi.

Metodologia: la griglia di lettura

Il fenomeno in esame, essendo particolarmente recente e quindi a causa dell’impossibilità di reperire una letteratura ed una metodologia di analisi consolidata, ha richiesto un impianto di ricerca costruito ad hoc, di tipo eminentemente esplorativo e qualitativo. Una delle poche strumentazioni metodologiche attinenti l’analisi del web attualmente disponibile in Italia, riguardante l’analisi di siti web settoriali, è il metodo Arpa (Analisi delle reti della Pubblica Amministrazione), elaborato dal Censis, in collaborazione con Rur, il Dipartimento della Funzione Pubblica e Formez, e riguardante per l’appunto l’analisi dei siti della Pubblica Amministrazione. Ad essa ci siamo ispirati, soprattutto per quanto riguarda la scelta degli indicatori di tipo tecnico (fruibilità, usabilità, accessibilità, etc.).L’idea era quella di creare una sorta di sistema di valutazione basato su una griglia di osservazione e catalogazione dei siti, contenente una check list dei principali servizi offerti dal sito, e scale di valutazione qualitative sia sugli aspetti tecnici del sito (fruibilità, navigabilità etc.) sia sugli aspetti attinenti al lato professionale (qualità dei servizi offerti, qualificazione dei curricula, etc.).Per realizzare tale strumento, è stata effettuata una prima ricognizione generale dei siti riguardanti la psicologia presenti attualmente sul web. Per effettuare tale ricognizione, sono stati utilizzati i più comuni motori e metamotori di ricerca: Google, Copernic, Vivisimo e simili.Le parole chiave utilizzate sono state: “psicologia”, “psicologo”, “psicologo Roma”, “psicologi Lazio”, “psicoterapia”, “psicoterapia on line”, “consulenza on line”, “psicoterapeuta”, “servizi psicologici”, “psicoanalisi”, “psicoanalista”, “psicologia analitica”, “psicologia giuridica”, “psicologia scolastica”, “psicologia sperimentale”, “psicologia del lavoro”. Sono state scelte infatti quelle parole chiave che consentivano di avere una visione del fenomeno più ampia possibile, senza

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alcun tipo di selezione a priori. Sono inoltre stati esplorati i link che collegavano i siti esaminati ad altri siti affini.Il risultato di questa prima fase di esplorazione è stato l’elaborazione e la messa a punto di una griglia interpretativa contenente sia categorie di tipo descrittivo che categorie di tipo valutativo. Nelle categorie di tipo descrittivo sono state raccolte informazioni inerenti al tipo di servizi offerto (informazioni, consulenza, eventi, etc.), al settore di riferimento (psicologia clinica, sociale, del lavoro, etc.), al tipo di target (psicologi, utenti, etc.), le modalità di fruizione proposte (posta elettronica, forum on line, etc.) e così via.Nelle categorie di tipo valutativo sono state raccolte informazioni inerenti sia la qualità tecnico-informatica del sito che la qualità professionale del servizio offerto. Per quanto riguarda la fruibilità del sito, sono state valutate caratteristiche quali l’estetica, l’accessibilità, l’usabilità, la velocità di caricamento etc., mentre per quanto riguarda la qualità del servizio si è dato rilievo soprattutto alla qualifica ed al curriculum dei consulenti, alla scientificità e alla serietà professionale delle risposte e delle informazioni, al rispetto del codice deontologico, all’attenzione alla riservatezza.In base a questa griglia, è stata effettuata una prima catalogazione “pilota” di 22 siti, reperiti con il metodo sopra descritto (ricerca per parole chiave sui più comuni motori di ricerca). Al termine di questa fase pilota, sono stati raccolti numerosi elementi utili per l’implementazione e la messa a punto di una seconda griglia di analisi, che tenesse conto anche dei suggerimenti e delle indicazioni presenti nel Codice di condotta, nel frattempo pubblicato. Questa seconda griglia dà maggiore risalto ad elementi come: la presenza di informazione scientifica e professionale (differenziata rispetto ad una generica informazione sui servizi offerti dall’organizzazione promotrice del sito), la presenza di link ai siti istituzionali (Ordini degli Psicologi nazionale e regionale), la presenza di un’adeguata informazione sulla normativa vigente (attraverso link al Codice Deontologico, al Codice di Condotta e alla legge 56/89), l’offerta di servizi di valutazione diagnostica e attitudinale on line, la presenza di una dettagliata informativa sul rispetto della privacy e sulla custodia dei dati, in ottemperanza alla legge 675/96 ed alla più recente legge 196/2003.Attraverso questa nuova griglia (in allegato), sono stati ricatalogati i 22 siti esaminati nella prima fase (alcuni dei quali erano stati nel frattempo aggiornati), più altri 78 siti, per un totale di 100 siti. In appendice presentiamo l’elenco completo dei siti esaminati nel periodo di riferimento. Anche dal punto di vista delle dimensioni del sito è stata perseguita e rilevata un’estrema variabilità: dai siti piccolissimi e semplicissimi, costituiti a volte da una sola pagina o da pochissime pagine, (www.mcstrocchi.com), ai grandi portali densi di rubriche e di servizi (www.srmpsicologia.com). Durante l’osservazione dei siti abbiamo cercato di assumere il più possibile il punto di vista dell’utente medio o medio-basso, non particolarmente esperto nell’utilizzo delle nuove tecnologie.Per una visione d’insieme sui dati raccolti, è stata messa a punto una tavola sinottica che elenca in riga i siti esaminati, ed in colonna le diverse variabili prese in esame dalla griglia di analisi. Tutte le schede sui siti, opportunamente datate, sono state numerate ed inserite nella tavola sinottica. Attraverso i totali di colonna, è così possibile avere un dato, sia pure approssimativo, sui servizi più frequentemente implementati dai siti che si occupano di psicologia, mentre attraverso i totali di riga è possibile avere una valutazione quantitativa (ma non qualitativa) sul numero dei servizi offerti dai singoli siti (che chiameremo sinteticamente “indice di sviluppo quantitativo del sito”).Il lavoro svolto si è rivelato complesso e impegnativo a causa della notevole eterogeneità dei siti presenti in rete, ma ha consentito di testare e verificare l’accuratezza metodologica e la capacità discriminante della griglia di rilevazione. L’individuazione degli item e dei parametri attraverso cui classificare e valutare la qualità e le caratteristiche dei siti si è rivelata sufficientemente corretta ed esaustiva, rispetto agli scopi della presente ricerca, pur nella estrema variabilità che i siti esaminati presentano.Alla fine del lavoro disponiamo di una interessante base di dati e di un impianto di ricerca che potrà essere riutilizzato nel tempo, pur necessitando inevitabilmente di periodiche revisioni nella scelta degli indici e delle variabili da esaminare. I risultati della ricerca infatti suggeriscono la necessità di

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fornire una certa continuità a tale attività di monitoraggio, proprio in considerazione dell’estrema dinamicità e della rapida obsolescenza dei contenuti presenti sul web.La stessa griglia potrebbe essere inoltre utilizzata come strumento di autovalutazione dei propri siti da parte di tutti i professionisti che intendono avvalersi di tale medium per pubblicizzare le proprie attività.

Risultati

I dati osservati, secondo i parametri individuati nella griglia di analisi che abbiamo utilizzato (cfr. paragrafo metodologico) permettono di estendere l’analisi a quattro principali aree tematiche:

l’utilizzo prevalente che gli psicologi fanno del web, e le tipologie di sito emergenti; l’impatto che tale utilizzo ha sull’immagine della psicologia come area professionale; il livello di dimestichezza e di expertise tecnica e comunicativa raggiunto dagli psicologi

che si cimentano nell’utilizzo di tale peculiare strumento di comunicazione; il tipo di servizi offerto in rete dagli psicologi, con particolare attenzione ai servizi di tipo

consulenziale psicologico e/o psicoterapeutico.

Tipologia di sito

La prima parte della griglia, a carattere prevalentemente descrittivo, rileva le tipologie dei servizi offerti dai siti, il settore psicologico di riferimento e il target a cui essi sono esplicitamente o implicitamente rivolti.Per quanto riguarda i servizi, si conferma l’utilizzo di internet come potente veicolo di informazione scientifica e professionale: ben 69 siti su cento offrono rubriche informative e divulgative, articoli e interventi scientifici, anche se non sempre tale materiale risulta organizzato in maniera ottimale. Tale attività risulta spesso accompagnata dalla presentazione di bibliografie più o meno ragionate o di libri specialistici pubblicati dai curatori del sito o da altri esperti del settore (51%). Una delle bibliografie più curate, anche per ragioni di marketing, è quella del sito http://www.psychostore.net, che offre una sintetica ma esaustiva scheda descrittiva per ogni libro presentato.Molto frequente è anche la presentazione e la pubblicizzazione di eventi, quali seminari, convegni, conferenze, e così via (51 siti), organizzati dai titolari del sito stesso, oppure da altre organizzazioni. Ad esempio, il sito ufficiale dell’Associazione Italiana di Psicologia (http://www.aipass.org) presenta non solo i convegni organizzati dall’associazione stessa, ma anche una rubrica “congressi” comprendente l’elenco aggiornato di tutti gli appuntamenti riguardanti la psicologia nel mondo, con l’indicazione della deadline per la presentazione degli abstract.I siti più grandi offrono talvolta (18 occorrenze) agli psicologi e agli psicoterapeuti uno spazio per la pubblicizzazione della propria attività professionale, anche sotto forma di database consultabile da utenti potenziali (http://www.psicologi-psicoterapeuti.it) e suddiviso per aree geografiche.Poco sfruttata, invece, risulta la possibilità di utilizzare i siti web come efficace strumento di raccolta di dati a scopo di ricerca, magari anche attraverso sondaggi o questionari on line: utilizzano tale modalità solo sette siti, tra cui http://www.fastcom.it/psico/freud.htm.Altri servizi offerti dai siti sono: l’orientamento universitario e/o professionale (16 siti), spazi per dibattiti su argomenti riguardanti la professione (7%), bacheche per annunci di qualsiasi tipo (7%), consulenze in settori differenti dalla psicologia (di tipo fiscale, giuridico etc. 10%).

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Graf. 1: tipo di servizi offerto.

Ma l’estrema variabilità e fantasia nell’offerta dei servizi in rete è testimoniata anche dall’ampiezza della categoria residuale “altro” (59%), categoria nella quale possiamo reperire i servizi e le rubriche più svariate: consigli per il giardinaggio, ricamo, ricette di cucina (http://www.psychopizza.it/), giochi, barzellette e passatempi vari (http://www.psyco.com/suggestioni/unico.htm). Questa estrema eterogeneità nella scelta delle rubriche sembrerebbe anche testimoniare, in alcuni casi, la mancanza di una progettualità e di obiettivi chiari nella costruzione del sito, concepito a volte come una mera raccolta o giustapposizione, per lo più improvvisata, di stimoli, curiosità, tendenze.La stessa varietà è riscontrabile anche per quanto riguarda il settore psicologico di riferimento, dove sono ben rappresentati tutti gli ambiti tradizionali della psicologia, a partire dalla clinica, che è il settore preponderante, raccogliendo la maggioranza delle occorrenze (76), ma anche la psicologia dello sviluppo (26), la sessuologia (19), la psicologia del lavoro, intesa come offerta di consulenza alle imprese (18), la psicologia scolastica (13). Meno presenti (ma forse dipende anche dalla scelta delle parole chiave) la psicologia giuridica (7), quella sociale (6), dello sport (6) e sperimentale (4). Anche qui la categoria residuale “altro” raccoglie tantissime occorrenze: dalla Programmazione neuro-linguistica (www.hrdonline.it), alle numerosissime terapie “alternative”, più o meno consolidate, come la ”bremologia applicata” e la “pedagogia olistica” (www.piuchepuoi.it).Vale la pena di sottolineare il fatto che le tipologie di intervento più frequenti e più rappresentate sono quelle riguardanti l’ansia e gli attacchi di panico (www.srmpsicologia.com) e i disturbi dell’alimentazione come anoressia e bulimia (www.crisalide.ch).

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Graf. 2: settore psicologico di riferimento.

All’interno di questa variegata e multiforme offerta di siti sul web, si possono identificare alcune tipologie di siti ricorrenti. Si tratta di “idealtipi”, più che di categorie standard, nel senso che uno stesso sito può presentare caratteristiche di diverse tipologie.1 Il sito come “biglietto da visita”: utilizzato come presentazione, a scopo prevalentemente di marketing, per psicologi e psicoterapeuti (anche medici) che lavorano a livello individuale e in forma privata, e utilizzano il web per presentare le loro qualifiche, il settore in cui operano, la sede dello studio in cui ricevono, le loro esperienze (cfr. ad esempio i siti http://www.aurigemmapsic.com/ e http://www.antonionocera.it/). Anche le comunità terapeutiche utilizzano questa tipologia di sito per pubblicizzare le proprie attività (http://www.comunitapassaggi.it/).Rivolti principalmente ad un target di utenti potenziali, si tratta di siti semplici, essenziali, che offrono pochissimi servizi e pertanto di facile navigazione. Questa tipologia di sito è estremamente eterogenea e spontanea, poiché mancano criteri e linee guida comuni a cui uniformare il layout del sito. Se è vero che siti siffatti consentono di esprimere liberamente la creatività individuale e di proporre la propria presenza sul mercato, tuttavia non sempre forniscono all’utenza un’immagine del tutto chiara e positiva del tipo di professionalità offerta.Questi siti totalizzano in genere un punteggio medio-basso nell’indice di sviluppo quantitativo del sito (cioè il totale di riga della tavola sinottica), e comunque inferiore ai 20 punti.2 Il sito come “mini portale”: offre molteplici servizi, attività, eventi, notizie e informazioni varie, spesso riferiti all’organizzazione e/o associazione che se ne fa promotrice (www.srmpsicologia.com). Per questo genere di siti, rivolti ad un ampio target che comprende psicologi, studenti universitari ed utenti generici, l’obiettivo principale sembra essere quello di inserire la maggior quantità possibile di servizi ed informazioni. Talvolta, attorno a questi portali, si viene a creare una vera e propria web community (cfr. il sito www.opsonline.it), con tanto di area riservata (presente nel 20% dei siti), chat (26%), mailing list (12%) e newsletter e forum on line (25%). Altre volte si tratta di arcipelaghi di siti variamente collegati tra di loro in maniera più o meno gerarchica attraverso link o riferimenti incrociati (http://www.psiconline.it/psiconline.html). Tuttavia, non sempre la navigabilità di questi siti è all’altezza delle ambizioni: è facile perdersi in un labirinto caotico di link e menù talvolta notevolmente ridondanti e non sempre razionalmente organizzati. Questi limiti di impostazione ne rendono decisamente faticosa sia la fruizione che il reperimento di informazioni utili. Probabilmente è necessaria una maggiore conoscenza teorica e tecnica sugli strumenti e sulle modalità di costruzione del sito che ne rendano più facile la fruizione

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e l’orientamento al suo interno (ad esempio, mappe dettagliate del sito, tracciamento, menù a tendina organizzati per rubrica, motori di ricerca interna, pulsanti di navigazione fissi, layout omogeneo per tutte le pagine, etc.). Questi siti, proprio per il numero elevato di servizi offerto, totalizzano un punteggio molto alto nell’indice di sviluppo quantitativo, in ogni caso superiore ai 20 punti.3 Il sito come “vetrina” che espone vari “prodotti” di tipo psicologico: libri (direttamente acquistabili on line), articoli scientifici elaborati dai curatori del sito e dai collaboratori, abstract ed altre pubblicazioni liberamente consultabili in rete, oltre a proposte didattico/formative, sotto forma di corsi, seminari, week-end intensivi, programmi anche pluriennali. Anche questi siti sono spesso promossi da associazioni ed organizzazioni varie, talvolta nell’ambito del terzo settore, e si rivolgono ad un pubblico variegato e composto anche e soprattutto da non addetti ai lavori. Non sempre l’organizzazione che eroga i servizi viene descritta in maniera esaustiva: anzi, solo in 38 casi, oltre ai recapiti telefonici e postali dell’ente, ne vengono descritti obiettivi, finalità, attività, storia etc.L’offerta informativa di questa tipologia di siti spazia da testi di livello indubbiamente scientifico, scritti da autori anche noti al vasto pubblico (ad esempio, www.willypasini.it), a contributi divulgativi se non addirittura superficiali, anche a causa dell’estrema facilità con cui è possibile pubblicare testi on line senza un’adeguata supervisione improntata a criteri di rigore scientifico. Ne risulta a volte un’eterogenea miscellanea di articoli, raccolti alla rinfusa e raggruppati in maniera disordinata o casuale, senza un’adeguata e razionale linea editoriale.Anche l’offerta formativa è molto eterogenea, e spazia da master qualificanti, minuziosamente descritti e tenuti da seri professionisti del settore (http://www.psicheserena.it), a corsi più improvvisati e di dubbia utilità. Da segnalare la quasi totale assenza di corsi di formazione a distanza. Questo tipo di siti totalizza in genere un punteggio di sviluppo quantitativo che si colloca attorno ai 20 punti.4 Presenza di rubriche di psicologia all’interno di portali più ampi (ad esempio il sito http://www.psicoweb.net all’interno del portale http://www.duepiu.net, che si occupa della vita di coppia), o all’interno di siti che non si occupano specificamente di psicologia, ma di tutt’altro, ad esempio di astronomia, astrologia e altri campi interessanti ma poco attinenti (http://www.universonline.it/_psicologia/index.php). A volte si tratta di una regolare collaborazione da parte di psicologi, altre volte di brevi interventi divulgativi non firmati.Più preoccupante è il caso di siti o di rubriche che trattano di materie strettamente attinenti alla psicologia (pedagogia, problemi esistenziali, malessere psicologico, counseling) ma che sono creati ed implementati da non addetti ai lavori, cioè da professionisti di svariata formazione, ma non iscritti né all’Albo degli psicologi, né a quello dei medici. Si autoqualificano, infatti, come esperti del settore: non meglio identificati “bremologi” (www.piuchepuoi.it), o “armonizzatori familiari”, laureati in lettere e filosofia e diplomati in ragioneria (http://www.ilcounseling.it/percorsi/esperti.htm) o persone che neanche dichiarano la loro qualifica (http://www.roberto96.net/default.htm). E’ come se la psicologia fosse un hobby, una passione da coltivare come un’altra, e non godesse dello statuto di area professionale autonoma e circoscritta. Molti si sentono così autorizzati ad improvvisarsi psicologi pur senza aver seguito il corso di studi regolamentare, ma semplicemente avendo frequentato uno dei tanti non meglio precisati corsi di formazione offerti sul mercato2.

L’immagine della Psicologia sul Web

2 Ad esempio c’è un noto personaggio televisivo, che conduce talk show dedicati ad un pubblico prevalentemente giovanile, che si autodefinisce “psicologo dilettante”.

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I siti internet sono dunque utilizzati, dalla nostra categoria professionale, principalmente, se non esclusivamente, come uno strumento di marketing apparentemente semplice ed a buon mercato, come una sorta di “biglietto da visita” per singoli professionisti o per associazioni e istituti. Tant’è vero che 61 siti offrono informazioni e pubblicità sui servizi offerti nella sede “fisica” dell’organizzazione titolare del sito (studio, associazione o comunità) e/o la possibilità di prenotare, via telefono o e-mail, appuntamenti in sede (39%), cfr. ad esempio il sito http://www.psiconweb.it/.Eppure in meno della metà dei siti (41) viene pubblicato un curriculum abbastanza esauriente dell’esperto/i interpellato/i. Più spesso i curatori del sito si limitano ad elencare brevemente le loro qualifiche, che sono attinenti alla psicologia o alla psicoterapia nel 67% dei casi. In soli 21 casi viene indicato il numero di iscrizione all’albo professionale.Che il sito sia uno strumento rivolto soprattutto all’esterno della comunità scientifica di riferimento lo testimonia il fatto che nel 78% dei casi il target di riferimento è costituito, in maniera esplicita o implicita, dagli utenti o fruitori generici o potenziali della psicologia. Solo nel 29% dei casi il sito è rivolto alla comunità di psicologi o psicoterapeuti, mentre nel 13% dei casi è rivolto a studenti di Psicologia o materie affini. Eppure non sembra che i creatori dei siti abbiano sempre le idee chiare sul loro target di riferimento: anche questo caso, infatti, la categoria “altro” è molto ampia (34%), e raccoglie professionisti di svariati settori, tirocinanti, specializzandi, genitori, insegnanti (www.sipponline.org), etc.

Graf. 3: Target di utenza dei siti.

Ma come “raccontano” la psicologia gli psicologi stessi o perlomeno coloro (e non sono la maggioranza) che hanno scelto di proporsi su internet? In che modo fanno marketing di sé stessi e della professione sul web?Gran parte dei siti in esame (72 su 100) presentano una rubrica del tipo “chi siamo” e simili, in cui vengono descritti, in maniera più o meno approfondita, gli scopi e le finalità del sito e/o l’organizzazione di riferimento. Solo in una metà dei siti, tuttavia, è reperibile un referente o un titolare unico, responsabile ”ufficialmente”, anche a livello giuridico, dei contenuti del sito.Uno sguardo di insieme sui siti attualmente presenti in rete che si occupano a vario titolo di psicologia, restituisce un’immagine di spontaneità e di improvvisazione, proprio perché tali siti nascono e “proliferano”, prima dell’avvento del Codice di Condotta, in un contesto

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deregolamentato, caratterizzato dalla totale assenza di linee guida, laddove la psicologia viene proposta in assoluta libertà, dai suoi operatori, al vasto pubblico dell’utenza effettiva e potenziale. Eppure ogni singolo professionista che espone la sua immagine on line si assume la responsabilità di rappresentare l’intera comunità professionale, nel bene o nel male, per una sorta di “effetto alone” che si riverbera sull’immagine della professione tout-court.L’impegno di veicolare responsabilmente un’immagine della psicologia e della professione di psicologo scientificamente fondata, tutelandone in tal modo l’integrità ed il valore da possibili e facili fraintendimenti, risulta spesso trascurato. Anche sul web si riscontra non raramente la difficoltà a mantenere distinti con chiarezza gli specifici ambiti di ricerca e di intervento della psicologia da altri ambiti contigui o sovrapposti nella mente dei “non addetti ai lavori”, pure di una certa cultura, compresi i professionisti della carta stampata3 o della televisione.E non ci riferiamo soltanto alla tradizionale “confusione” tra psicologia e discipline limitrofe come psichiatria e psicoterapia, ma anche ad arditi ed ambigui accostamenti, operati a volte anche dagli psicologi stessi, con la parapsicologia (www.psicosciamanesimo.com), l’astrologia (www.sdau.it), le discipline new age (queste ultime compresenti in ben nove siti), o altre correnti di pensiero religiose o filosofiche e medicine alternative volte genericamente al benessere, alla cura e al conforto psicologico. Tali accostamenti provocano fraintendimenti riguardo al reale ruolo professionale dello psicologo, e pertanto risultano deleteri in quanto creano in vasti strati della popolazione un’immagine della professione distorta e difficile da sradicare, vanificando nel contempo i tentativi di allargare le opportunità professionali per gli psicologi e di far emergere la domanda implicita di intervento sul disagio psicologico.Attualmente la maggioranza dei siti internet che si occupano di psicologia non sembrano fare sufficientemente chiarezza presso il pubblico, in maniera unitaria e coerente, su ciò che “realmente” la psicologia è e cosa può fare per tutti, al di là dei luoghi comuni. Manca, o è presente in maniera marginale, un’attenzione alla chiarezza e alla trasparenza nei confronti dell’utenza generica, al fine di scioglierne i dubbi e di aiutarla a farsi un’idea veritiera dei limiti e delle potenzialità effettivi di tale disciplina, attraverso idee, spunti e riflessioni che riconsegnino la solidità e la serietà di un’area professionale alla quale rivolgersi con trasparente e motivata fiducia.La mancata evidenziazione e divulgazione, sia sul web che sui canali più tradizionali di informazione, del metodo e degli strumenti di intervento di esclusiva pertinenza della psicologia, minaccia di oscurare la ricchezza e la validità del patrimonio culturale e conoscitivo che la rende una disciplina in grado di fornire una risposta precipua ed efficace al disagio ed alla sua prevenzione, non solo a livello individuale ma anche a livello collettivo, come possibile via di miglioramento dell’efficacia di gruppo e di progressiva trasformazione degli scenari del sistema politico e culturale più ampio, secondo un ordine assiologico funzionale alla convivenza sociale.Pertanto si rivela fondamentale ed urgente ripensare ad un utilizzo consapevole e competente della rete anche da parte della comunità degli psicologi, per riuscire a sfruttare al meglio le potenzialità informative, conoscitive e comunicative realizzabili attraverso il web. Considerata la crescente diffusione di internet, si tratta di un’occasione unica e impedibile per liberare la psicologia da pericolosi aloni di “mistero”, da indebiti accostamenti con altre aree di attività, da confusive immagini spesso suffragate e avvalorate dai media (l’immagine dello psicologo come “sacerdote laico”, come santone, come esorcista, come sostituto del padre, o come generico apportatore di conforto, e così via).

Caratteristiche tecniche dei siti

Per quanto riguarda le caratteristiche tecniche dei siti, come già si è accennato, si conferma che la maggior parte degli psicologi che si cimenta in questo tipo di attività, non ha ancora raggiunto una soddisfacente padronanza del linguaggio e degli strumenti caratteristici del mezzo, a meno che la

3 Cfr. ricerca su “Immagine della psicologia sulla stampa”.

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realizzazione del sito non venga affidata a professionisti del settore informatico. Gli psicologi che usufruiscono il web, insomma, sembrano stentare ad uscire da una fase di improvvisazione “artigianale” e spontaneistica, per impadronirsi a pieno titolo della expertise necessaria per l’utilizzo ottimale di questo peculiare strumento di comunicazione.Si osserva infatti, nella costruzione dei siti, una certa difficoltà nel fare selezione tra informazioni, servizi e rubriche necessari, superflui o viceversa del tutto inutili o ridondanti rispetto alle finalità del sito stesso. Insomma, mancando un obiettivo di fondo nella costruzione del sito, ogni web master dà libero sfogo alla propria creatività e alla propria fantasia, con frequenti invenzioni ludiche (animazioni, musiche, giochi, barzellette ecc.) che “alleggeriscono” i contenuti del sito ma rischiano di non rendere giustizia allo spessore professionale di chi ne è titolare. Con il rischio che anche questo tipo di utilizzo del mezzo si traduca in un ritorno di immagine negativo per l’intera categoria.Il risultato è che, nonostante quasi tutti i siti si sforzino di fornire gratuitamente materiali ed informazioni in abbondanza, soprattutto in formato testuale (80% dei siti), anche se in una forma non sempre opportunamente strutturata, il punteggio medio in termini di usabilità e di leggibilità4 è piuttosto basso (rispettivamente 1,18 e 0,94 in una scala da 0 a 2), e parecchi siti ottengono il punteggio minimo in almeno uno dei suddetti indicatori di fruibilità.Il livello di navigabilità e di fruibilità dei siti è infatti mediocre: si riscontrano spesso errori nella progettazione e nell’organizzazione tecnica dei siti, che danno un’impressione complessiva, anche estetica, di improvvisazione e sciatteria. Ad esempio, spesso i link sono troppi ed eccessivamente ridondanti, specialmente in home page, le pagine sono disomogenee e prive di elementi uguali e ricorrenti, quando non presentano accostamenti cromatici addirittura arditi, i link non sono prevedibili ed immediatamente riconoscibili rispetto ai testi non cliccabili5, non c’è una corrispondenza biunivoca nella relazione menù-argomenti6, e nella maggior parte dei casi manca una strumentazione che sia di ausilio all’orientamento all’interno del sito. Più in dettaglio, solo l’11% dei siti hanno una mappa, interattiva o meno, l’8% ha uno o più pulsanti di navigazione fissi e riconoscibili (link alla home page, tasto “avanti” e tasto “indietro”), il 5% ha almeno una pagina di help, cioè di aiuto nella navigazione del sito, il 14% ha una rubrica di Faq (Frequently Asked Questions: risposte alle domande poste più di frequente dagli utenti). Più diffusi7, anche se in maniera non ancora adeguata, il motore di ricerca interno per parole chiave (35%), e il sistema di tracciamento (23%), cioè quel dispositivo che fa sì che i link già visitati cambino di colore, per evitare che l’utente visiti più volte la stessa pagina.

4 Per usabilità si intende la facilità nella navigazione del sito per l’utente medio, ed include indicatori quali: la presenza di ausili all’orientamento, la possibilità di reperire rapidamente le informazioni necessarie, l’organizzazione funzionale dei menù, la riconoscibilità dei link etc. Per leggibilità si intende il livello di affaticamento che la lettura a video prolungata causa all’utente, e quindi comprende indicatori quali: la grandezza (o l’ingrandibilità) del carattere, il contrasto rispetto allo sfondo, la lunghezza dei testi etc.5 Per convenzione, nelle pagine html i link ipertestuali, ed esclusivamente quelli, sono sempre sottolineati, e quindi tutto ciò che è sottolineato deve essere cliccabile. Eppure non di rado capita, in un sito di tipo psicologico, di imbattersi in una sottolineatura che non rimanda ad un link, e quindi non cliccabile.6 Il numero ottimale di voci all’interno di ogni singolo menù è compreso tra 5 e 9 (Cfr. Indagine Censis, Rur, DFP, Formez: AA.VV., Le città digitali in Italia – Accompagnare i processi, Rapporto 2002-2003, FrancoAngeli editore, p. 42-43), ma questo limite viene spesso superato, soprattutto nei siti particolarmente complessi.7 Forse tali dispositivi di orientamento risultano più diffusi proprio perché la maggior parte dei provider che ospitano i siti li forniscono in maniera automatizzata.

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Graf. 4: Strumenti di ausilio all’orientamento all’interno del sito.

Quasi nessun sito presenta l’indicazione del percorso in ogni pagina, ad eccezione del sito http://www.opsonline.it, che, essendo articolato in diversi livelli gerarchici, utilizza questa sorta di “filo d’Arianna” come ausilio per l’orientamento (ad esempio: home > laureati > scuole > scuole di psicoterapia > lazio). Inoltre, data la rapida obsolescenza delle informazioni sul web, sarebbe auspicabile che i siti fossero costantemente aggiornati: eppure per molti siti non è stato possibile risalire alla data dell’ultimo aggiornamento, ed in alcuni casi l’ultimo aggiornamento registrato risale addirittura all’anno precedente. Forse è anche per questo che ben pochi siti (22) riescono ad organizzare una rubrica di news o di notizie di attualità.Anche la leggibilità lascia spesso a desiderare: a volte i testi non risaltano abbastanza rispetto allo sfondo, il carattere è troppo piccolo, non ingrandibile tramite il menù di Explorer, o poco adatto per la lettura a video8, oppure i documenti sono troppo lunghi, e tools specifici per la stampa o per il download in formato .doc o .pdf sono presenti solo in 24 siti. E’ come se, tra gli ideatori dei siti, fosse predominante la metafora del web inteso come enorme libro illustrato, e non come strumento di ricerca, di fruizione ed erogazione di servizi ad alto potenziale di interattività. Infatti solo 28 siti consentono la pubblicazione di testi da parte degli utenti, e appena 4 hanno attivato un servizio di weblog, cioè una sorta di “diario di bordo” in cui ogni membro di una determinata comunità virtuale può scrivere notizie, considerazioni, commenti, etc. La maggioranza dei servizi informativi offerti è infatti di tipo unidirezionale.In genere, solo i siti di maggiori dimensioni sono in grado di offrire una vera e propria web community (www.psicopolis.com), con moderatori, tutors e chat o forum on line che stimolino la partecipazione di tutti gli utenti. In una trentina di siti, modalità tradizionali di erogazione dei servizi (posta ordinaria, help desk telefonico) si affiancano a quelle più innovative.I servizi informativi e consulenziali vengono erogati prevalentemente tramite posta elettronica riservata (66%), ma anche la consultazione libera e gratuita di testi è offerta da quasi tutti i siti esaminati. I testi riguardano prevalentemente o l’informazione scientifica e professionale, o l’informazione sui servizi offerti in sede, più raramente l’informazione normativa. Scarsissimi i riferimenti rintracciabili al Codice Deontologico (7) e al Codice di Condotta per l’utilizzo di tecnologie per la comunicazione a distanza (2) secondo le direttive del suddetto Codice, o alla legge 56/89 che disciplina l’ordinamento della professione (4).

8 Molti siti utilizzano il Times, il Times New Roman o il Garamond: si tratta di fonts perfetti per la carta stampata, ma decisamente affaticanti per la lettura a video. Per quest’ultima sono consigliabili il Verdana, l’Arial o set di caratteri simili.

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Graf. 5: Modalità di erogazione e di fruizione dei servizi.

I siti che offrono una rubrica di link utili sono 63: questo dato conferma che il web può anche essere utilizzato per mettere in rete sinergicamente esperienze e comunità di psicologi interessati alla cooperazione. Eppure i link ai siti istituzionali risultano poco presenti: solo 11 siti presentano un link al sito dell’Ordine nazionale, e 6 al sito dell’Ordine regionale.

Graf. 6: Link istituzionali e riferimenti normativi.

In genere il caricamento dei siti è abbastanza veloce (inferiore ai dieci secondi nell’87% dei casi), se si utilizza una connessione Adsl. Allo stato attuale, due soli siti, tra quelli catalogati, dichiarano di essere stati sviluppati secondo gli standard di accessibilità WAI del consorzio W3C: il sito www.piuchepuoi.it9 e il sito del Dipartimento di Psicologia dell’Università degli Studi di Bologna www.psibo.unibo.it. In futuro è senz’altro auspicabile una maggiore attenzione al problema

9 Ad un più approfondito controllo però, secondo lo strumento di validazione della W3C (http://validator.w3.org), tale sito non risulta perfettamente idoneo ai più recenti standard xhtml 1.0.

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dell’accessibilità dei siti anche alle persone diversamente abili, non solo da parte dei siti istituzionali, come già previsto dalla legge Stanca del 2003, ma anche da parte di tutti i siti che si occupano di psicologia, e in particolare di psicologia dell’handicap (come ad esempio il sito www.sipponline.org).Da segnalare infine come nota positiva il fatto che raramente sono presenti banner pubblicitari attinenti (13) o non attinenti alla psicologia (16) sui siti. 44 siti offrono la possibilità di compilare form o moduli on line più o meno complessi per la richiesta di servizi o informazioni, e di questi solo 3 trascurano la richiesta di consenso informato secondo la normativa sulla privacy10 (leggi 675/96 e 196/2003) ma, a parte questa dimenticanza, non si riscontrano particolari violazioni del codice deontologico.

I servizi specialistici offerti in rete e la consulenza psicologica e psicoterapeutica on line

21 sono i siti che offrono servizi di consulenza clinica generica erga omnes: si tratta di consigli o pareri qualificati in merito a determinati argomenti oggetto di discussione (psicoterapie da seguire, trattamenti per la cura di dipendenza, tecniche di rilassamento etc.) rivolti alla totalità degli utenti del sito (cfr. ad esempio www.salvagni.it).Un discorso a parte merita la consulenza psicologica o psicoterapeutica on line (cfr. http://www.psicologiaonline.it/risposte_on_line.htm), servizio fornito in genere o in via riservata (26% dei casi), tramite posta elettronica privata, chat o registrazione, oppure pubblicamente (18%), come nel caso delle rubriche di corrispondenza on line del tipo “l’esperto risponde” e simili (16%). Si tratta di un servizio che viene proposto con una certa frequenza (nel 39% dei siti visitati), e pertanto merita una certa attenzione. La consulenza, soprattutto quella di tipo clinico, è proposta sotto forma di “consiglio” e sostegno generico nei confronti del disagio e di svariate problematiche presentate dai lettori. In questo modo, l’aiuto psicologico non si viene quasi mai a configurare come uno spazio di riflessione e/o di analisi e/o di introspezione, secondo un’angolatura di pensiero che sia specifica della psicologia intesa come scienza. A casi (rari) di consulenze sufficientemente serie e professionali, si affiancano casi di consulenze scadenti se non addirittura lesive dell’immagine professionale. La qualità delle risposte è sovente mediocre, risolvendosi nella generica offerta di conforto o di consigli, come si può evincere dagli esempi riportati di seguito.

D Sono un ricercatore universitario in Genio rurale. Da circa un mese, a seguito di circa 15 ore di guida ininterotta, durante una fase di rilassamento serale sono stato colto per la prima volta in vita mia da un attacco di panico. Ho sentito le pulsazioni sanguigne accelerarsi, brividi improvvisi, senso di soffocamento. Insomma, pensavo di morire!! Il medico chiamato per visitarmi mi ha diagnosticato un attacco di panico, prescrivendomi lo xanax 10 goccie giornaliere. Da allora, gli attacchi di panico si sono verificati in maniera più lieve per altre due volte. Oltre a questi vivo quasi giornalmente una, penso, senzazione di ansia, accompagnata da sensi di giramento di testa e palpitazioni sentite in tutto il corpo durante le fasi di minor attività della giornata. Il tremore della mani è lieve ma insorge ogni tanto. Ho fatto ECD, analisi del sangue generici e per il controllo della tiroide, ma tutto sembra normale. L'uso che faccio dello xanax è saltuario, sono un tipo che preferisce non essere vincolato dall'utilizzo di medicinali. Quello che mi chiedo è se questi disturbi possono essere veramente imputati agli attacchi di panico e all'ansia, oppure se possono essere di origine fisiologica. Inoltre sarei interessato a sapere come poterli curare. Sperando di essere stato sufficientemente esauriente, Vi porgo i miei saluti in attesa di una vostra eventuale risposta. R Ciao R., quello che hai avuto somiglia ad un attacco di panico, ma dopo 15 ore di guida ininterrotta, è più probabile che il tuo corpo si sia giustamente ribellato, tienilo meglio vedrai te ne sarà grato. Utilizza se vuoi il resque remedy dei fiori di bach vedrai ti aiuterà a risistemare le cose. Paola

10 In particolare, 14 siti esplicitano anche le modalità di protezione delle comunicazioni e le regole di custodia e di trattamento dei dati, secondo le più recenti direttive del Codice di Condotta.

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Transfert Vorrei avere il parere di un esperto riguardo al seguente problema. Il mio uomo in terapia psicanalitica da un anno si è innamorato della terapeuta. Per quanto possa essere naturale io non l'ho presa bene, pur cercando di essere il più comprensiva possibile. L'ulteriore problema è che anche l'analista si è innamorata. Lui sta con me, senza alcun dubbio, si sente però tradito perché aveva fiducia nella terapia. Volevo sapere se questo è lanorma e se la seduzione da parte dell'analista può far parte di una psicoanalisi. Paola Non è giusto,e poi dipende da quanto tempo ha interrotto. Interrompere i lavori in corso in una psicoanalisi è sempre una fuga in avanti o no, se i problemi non intravedono soluzione, le consiglio di non prestarsi alle sedute infinite che occupano la quotidianità, essere di appoggio a chi si ama va bene, ma certe soluzioni e passaggi richiedono solitudine. (di fatto rimango nel vago, non avendo conoscenza dei contenuti)

UN PAIO DI PROBLEMI Cara dottoressa, ho 18 anni e ho un paio di problemi con me stessa,sono alla ricerca disperata della felicità(come si suol dire). Sono una tipa aggressiva che reagisco se mi pestano la coda.Mio padre è un tipo autoritario che mi permette a stento di uscire,e premetto che a casa mia ci sono molti libri che riguardano l'occulto che mi interesso a leggere per passione. Sto con un ragazzo che sopporta le mie crisi di depressione che mi vengono spesso e per periodi lunghi,è una persona dolcissima che invidio moltissimo perchè mi chiedo come faccia a stare con una persona come me. Nel rapporto di coppia sono una ragazza che non riesco a dare fiducia agli uomini,perchè secondo me sono tutti uguali, anche se il mio ragazzo non mi ha deluso mai,nemmeno una mezza volta.E' una persona affettuosa piena di buoni propositi(sono davvero fortunata).Anche se certe volte penso che prima o poi si stancherà di me. Tornando a me,quelle poche volte che entro in chiesa per un battesimo o altro, sento un rifiuto per Dio(infatti non vado mai in chiesa di mia spontanea volontà)anche se ho la certezza che non scivolerò mai nel satanismo perchè non ho mai letto cose al contrario o cose del genere(mi rifiuto perchè so' di andare incontro a delle conseguenzee). Anche se certe volte sento come un richiamo dentro di me,davvero strano:come se io facessi parte di qualcosa di oscuro... Mary Cara Mary, Io tutta questa sicurezza che ha lei di non poter cadere vittima di una setta satanica proprio non ce l'avrei... Sento che è un po' confusa e soprattutto spaventata di sé stessa. A volte l'avere pensieri inusuali, lo stupirsi delle proprie sensazioni, della propria raffinatezza percettiva, può portare a credere di essere in contatto con chissà quale altra intelligenza nell'universo... In realtà tutto avviene all'interno del suo cervello e queste sensazioni oscure provengono solo da lei e dalle sue paure. Si tranquillizzi dunque e, se non crede in Dio, non è necessario odiarlo o rifiutarlo: semplicemente lo ignori! Cordiali saluti.

È facile constatare che gli esperti interpellati non sempre lasciano emergere il valore aggiunto di una preparazione di tipo psicologico, e quindi spesso non si capisce bene quale sia la differenza tra questo tipo di approccio, e qualsiasi altra rubrica di corrispondenza reperibile sui rotocalchi.Ciò potrebbe alimentare, nell’immaginario collettivo, l’impressione che quella dello psicologo sia una professione che chiunque, con un minimo di sensibilità, possa esercitare, anche senza uno specifico percorso formativo e maturativo orientato in tal senso.Segnaliamo inoltre una non trascurabile presenza di risposte non firmate, o di casi in cui non è sufficientemente qualificato il curriculum di chi le firma.

Domanda Ciao Roberto, ho trovato per caso il tuo sito, il quale devo dire mi ha veramente stupito, dici cose eccezionali e quello che mi ha stupito di più è che tutte queste cose le ho sempre pensate, ma purtroppo non ho mai trovato chi la pensasse come me... Devo ancora fare sicuramente molta strada verso la consapevolezza (dati i miei 23 anni) ma devo dire che quello a cui aspiro di più, non è una laurea in economia, una vita agiata o che ne so, l'amore della mia vita, ma, come dici tu, la Verità. Ho cominciato a capire l'importanza di questa cosa, a causa di circostanze che ora non sto

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qui a spiegarti, ma penso che non siano necessarie a volte delle circostanze esterne, ma più che altro la voglia interiore di venire a contatto con la Verità, la sola, l'unica che ci può far stare bene...sebbene possa inizialmente far paura al solo pensiero. Cqe sia, una delle difficoltà che ho, o che forse non sono ancora riuscita a capire, è il senso dei rapporti con le altre persone a livello di comprensione reciproca. Una persona consapevole, va d'accordo con tutti? Oppure, una persona che va d'accordo con tutti, è segno che si stia avvicinando alla consapevolezza? Possono esserci delle persone che è utile per così dire "allontanare" da sè per poter proseguire questo cammino, oppure occorre saper convincerle delle proprie intenzioni di voler andare d'accordo a tutti i costi? Spero di essere stata chiara. Intanto ti saluto e ti ringrazio per l'aiuto in questo mio cammino… Ciao! Moira. Risposta Maggiore è il livello di consapevolezza, maggiore è la possibilità che una persona comprenda cosa è giusto fare per sé stessa nei rapporti con gli altri e in ogni altra attività della propria vita. La felicità di una persona consapevole è indipendente dalla presenza o meno degli altri e da altre "necessità", dunque se il suo "corpo-mente" avverte antipatia nei confronti di un individuo, può tranquillamente decidere di mantenersene a distanza, a meno che non sussistano motivazioni particolari per scegliere di non farlo. Può capitarci di entrare in contatto con persone "scomode" che favoriscono una nostra crescita interiore e con persone "scomode" che, al contrario, intralciano la nostra evoluzione. Finché non possiederai una consapevolezza sufficiente a consentirti di decifrare perfettamente ogni situazione, lascia decidere il tuo intuito: la tua anima "sopporterà" i rapporti meno piacevoli utili ad una crescita, e ti invierà segnali quando le frustrazioni per la presenza dell'altro saranno diventate inutili o dannose. In linea di massima, una persona consapevole va più d'accordo con tutti, perché è conscia delle dinamiche e delle motivazioni che spingono gli altri ad agire e non ne è influenzata, ma, di converso, ama di più la solitudine, perché è stanca di far parte della rete di interazioni meccaniche che genera il movimento apparente del mondo... Sii te stessa in ogni momento, e, gradatamente e in modo naturale, il mondo intorno a te assumerà le forme che prediligi… ciao Moira! roberto

Sara 19 anni : DEPRESSIONE Il mio problema riguarda la mia voglia di non vivere: in poche parole vorrei autodistrugger mi, lentamente, oppure di colpo (intendo suicidandomi). Il mio comportament o nei confronti del prossimo non e' dei migliori, ne ho quasi paura, praticamente non ho amici e non tratto bene neanche i miei familiari, non ho stimoli, in poche parole non mi interessa niente, sembro un po' una per sona di 90 anni. Man- giare non mi piace tanto perche' e' sinonimo di vita e io non voglio piu' vivere, dato che mi sento terribilmente a disa- gio, il mondo non mi piace e questo mia madre lo sa. Vado da un neurolog o, ma certe volte non prendo le pastiglie che mi ha prescritto proprio per che' non voglio guarire, voglio solo farla finita. Allora perche' le ho scritto rubandole del tempo con i miei problemi? Vorrei solo sapere se sto diventando pazza. Capisco il tuo stato d'animo,ma non ho i mezzi per rispondere alla tua domanda. Se questo ti puo' aiutare,da quello che dici sembra che tu non possa essere "pazza",ma depressa. Scrivendomi e' possibile che tu lanci un messaggio d'aiuto che fa' capire che la tua vita ha ancora un senso. E questo puo' essere gia'tanto.Rifletti un attimo:e' davvero cosi' inutile vivere? Hai pensato ad altre soluzioni? Pensaci e sono sicuro che una via d' uscita ci sara'... Auguri.

Indecisione amorosa Buongiorno, ho 29 anni e da 7 sto con una ragazza: abbiamo un'attività insieme da 4 anni tutto andava bene, avevamo prenotato casa, quando circa 5/6 mesi fa ho conosciuto una in chat che mi ha colpito: tutto inizio per scherzo poi la cosa si è fatta piu seria. In gennaio decisi di averla solo come amica ma fu piu forte di me e ci risentimmo con toni piu intensi finche non la conobbi di persona e la baciai. Ci siamo rivisti clandestini alcune volte finche non son andato oltre il bacio....allora ho raccontato tutto alla allora mia compagna. Da allora l'ho lasciata per quest'altra fino a domenica scorsa in cui ho lasciato pure questa per senso di giustizia forse. Con la mia socia (solo per differenziarla) forse non sono mai stato innamorato e mi son trovato invischiato quando era troppo tardi. Non nego che l'amore possa essere arrivato in un secondo momento. Con la

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chatter (l'altra) trovo dei lati del carattere che mi piacciono di piu. Vorrei capire se mi muovo per sensi di colpa e se si cosa sarebbe giusto che facessi ( come comportamento non tanto come scelta) o se sono solo un'approfittatore e non mi curo degli altri o che altro. Io voglio bene ad entrambe: quando sono con una dò tutto per lei e viceversa. Grazie per cio che riuscirete ad indicarmi. Risposta Ritengo che lei debba prendersi un periodo di riflessione, sospendendo nei limiti del possibile ogni rapporto con le due donne in questione, e resistendo ad ogni possibile cedimento. Si dia un termine preciso: ad esempio, due settimane, o un mese. Durante questo periodo rifletterà, leggerà un buon romanzo, che più di ogni altra cosa aiuta la riflessione (le consiglio L'idiota, di F. Dostovjeski, uno dei più profondi romanzi mai scritti) e cercherà di venire in chiaro, dentro di sé, sui suoi reali sentimenti e su quanto è meglio che lei faccia. L'insicurezza e l'incertezza si superano con il lavoro interiore, al di là delle possibili pigrizie.

L’anonimato del cliente e del consulente, oltre a violare l’art. 3, comma 5 del Codice di Condotta, è contrario a qualsiasi corretta impostazione del setting terapeutico: quest’ultimo richiede, giocoforza, la compresenza simultanea e consapevole di terapeuta e paziente. È proprio la relazione profonda che si instaura tra i due (il transfert e il controtransfert), oltre all’utilizzo di particolari tecniche di colloquio, a costituire l’imprescindibile punto di forza di qualsiasi percorso terapeutico. Quindi, come si vede, non è un problema di tecnologie o di banda larga: si tratta di un tipo particolare di relazione e di setting in nessun modo veicolabile tramite modalità di interazione a distanza.Dall’esame degli interventi appare con chiarezza che l’interazione on line tra chi chiede consulenza e chi la offre è necessariamente differita: nel tempo, se si usa la posta elettronica, e/o nello spazio, se si usa la chat. Questo tipo di interazione differita minaccia radicalmente il cardine fondante il rapporto consulenziale e/o terapeutico: la relazione, per l’appunto, come strumento di indagine della psiche.Si può dunque affermare con una ragionevole certezza, in base anche all’analisi delle domande/problemi che l’utenza propone e dalle relative risposte che lo psicologo fornisce (pur con tutte le differenze dovute alla professionalità dei singoli operatori che si cimentano in tale consulenza) che il web è uno strumento che decisamente non si presta ad approcciare la peculiarità della consulenza psicologica, se non snaturando profondamente le caratteristiche di questo tipo di intervento. La consulenza psicologica e psicoterapeutica, infatti, presuppone un approccio dialogico, un’indagine in profondità del malessere riportato dal paziente che non può risolversi, a differenza della consulenza medica, nella logica diadica del tipo domanda e risposta, o problema-soluzione. Questa logica, di fronte al disagio psicologico, può risultare non solo inutile, ma addirittura dannosa per l’utente e lesiva per l’immagine della psicologia, indipendentemente dal tipo di tecnologia utilizzato.Anche se alcuni siti che offrono questo tipo di servizio tengono a precisare, tramite opportuni disclaimer, che le risposte degli esperti in nessun caso costituiscono una terapia ma hanno un intento prettamente informativo, tuttavia questo tipo di intervento inevitabilmente genera una implicita aspettativa di cura e di guarigione a buon mercato. Tale speranza non solo distoglie il paziente dalla consultazione di terapeuti “reali” e non virtuali, prosciugando ulteriormente il bacino di utenza potenziale di psicoterapia, ma, se delusa, si riverbera negativamente sull’immagine e sulle “rappresentazioni” individuali e sociali della psicoterapia stessa. Da segnalare, a questo proposito, la ricerca sperimentale pubblicata su www.psychoinside.it, riguardante per l’appunto la fattibilità e la validità professionale del sostegno psicologico offerto in rete.Inoltre il fatto che la maggior parte dei siti (28) offra tale servizio gratuitamente (solo 14 siti propongono il servizio pure o esclusivamente a pagamento a seconda delle modalità di erogazione) contribuisce a svalutare ulteriormente, presso il pubblico potenziale, anche la prestazione professionale di tipo tradizionale (in presenza).La comunità degli psicologi, dovrebbe “rielaborare” la domanda-richiesta di aiuto che riceve, ora che con internet diventa possibile e fin troppo semplice proporsi al pubblico, adottando tutti gli

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strumenti che distinguono le sue competenze dal buon senso comune, per evitare errori grossolani quanto deleteri per l’immagine della professione. Al riguardo è necessario proporre un dibattito che coinvolga collaborativamente l’intera comunità professionale, e che individui le soluzioni più idonee per tutelare sia l’utenza che la professione da indebite semplificazioni.

Molto frequente è anche il caso in cui il sito viene utilizzato per pubblicizzare corsi di formazione attinenti alla psicologia della propria o di altre organizzazioni (www.psicoterapie.org): 40 corsi su 48 sono rivolti anche a non psicologi, in 36 casi la qualifica di chi eroga il corso (o altri tipi di servizio) è esplicitata e sufficiente, ed in 32 casi sul sito è pubblicato il programma dettagliato del corso. Più rara è invece l’offerta o la divulgazione di questionari e test on line (rispettivamente 17 e 11 occorrenze, cfr. ad esempio http://www.psicologi-psicoterapeuti.it/) e, qualora presenti, si rivelano per lo più ludici o poco scientifici.Le tariffe per tali servizi sono per lo più assenti (39 casi) o conformi al tariffario (20); in soli 8 casi le tariffe sono superiori o inferiori rispetto al tariffario ufficiale dell’Ordine degli Psicologi, mentre in 39 casi si tratta di servizi gratuiti. Anche in questo caso la gratuità del servizio può contribuire in qualche modo a sminuire il valore del servizio stesso, e a fare dumping nei confronti dei colleghi che offrono servizi “in presenza” e a pagamento.

Conclusioni

In estrema sintesi, queste sono alcune caratteristiche principali che emergono ad uno sguardo d’insieme:

l’estrema varietà dei siti, che rende impossibile l’identificazione di uno standard comune e, di conseguenza, l’assenza di criteri generali a cui conformarsi;

il non adeguato, se non addirittura cattivo, utilizzo delle potenzialità del web, usato prevalentemente come veicolo pubblicitario;

la mediocre competenza tecnico-informatica evidenziata nell’architettura di molti siti, carenza a cui si potrebbe porre rimedio, ad esempio, organizzando dei corsi di formazione ad hoc sull’utilizzo efficace delle nuove tecnologie e di quel peculiare strumento di comunicazione che è il web;

la presenza di pratiche, come quella della consulenza on-line che, se non correttamente utilizzate, possono risultare lesive dell’immagine della professionalità psicologica;

la gran parte dei siti che si occupano di psicologia ancora non si è adeguata alle direttive del Codice di Condotta, e la strada da percorrere in questo senso, anche attraverso la richiesta del Parere di Conformità, appare tuttora lunga.

Sembra quasi che molti siti nascano e vengano implementati senza un obiettivo di fondo, senza un’idea del target al quale sono rivolti e delle sue esigenze. Eppure, l’interrogativo che qualsiasi webmaster, improvvisato o professionista, dovrebbe porsi è: “a cosa serve questo sito?”, “a chi è rivolto?”, “cosa cerca chi lo visita?”, “quale immagine della psicologia veicola?”.Senza alcun dubbio non risulta prioritaria, in molti dei siti esaminati, l’attenzione a far emergere, attraverso i contenuti, la specificità propria della psicologia come strumento conoscitivo, secondo le categorie di analisi che le sono proprie ed esclusive.Più complesso ed utile si configura il tentativo, ad opera di alcuni siti, di mettere in rete gli psicologi per promuovere un effettivo e proficuo scambio professionale, uno stimolo al pensiero scientifico, una circolarità delle informazioni e delle idee per il rafforzamento della comunità professionale. Eppure i link, intesi come “cuore” del processo interattivo, non sempre bastano ad implementare efficacemente una struttura di rete tra i siti del settore, atta a favorire una consultazione qualitativamente soddisfacente da parte dell’utente, proprio a causa dell’eccesso e della frammentarietà di informazioni, di collegamenti incrociati, di stimoli, che offre il web. Eccesso in cui un utente mediamente esperto può facilmente smarrirsi, senza il “filo d’Arianna” di

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una guida efficace che lo segua passo passo e che lo aiuti a distinguere tra un’offerta qualificata ed una “naif” o improvvisata.Sarebbe a tal fine auspicabile che i siti di psicologia autorizzati attraverso la richiesta di Parere di Conformità al Codice di Condotta, e disposti ad adeguarsi ad uno standard minimo di professionalità, siano chiaramente riconoscibili e identificabili, da parte dell’utenza, grazie ad elementi comuni, come ad esempio il logo ufficiale dell’Ordine degli Psicologi e/o una particolare estensione dell’url (del tipo .odp che sostituisca i classici .com o .it).Internet è un macro ambiente, le cui caratteristiche richiedono, da parte di chi costruisce il sito, idee molto chiare circa le funzioni e le finalità che esso deve assolvere. La mancanza di senso del limite è un rischio che questo strumento per sua natura alimenta, generando prodotti quantitativamente sovrabbondanti ma carenti, dal punto di vista qualitativo, per profondità di analisi.Si impone allora una seria riflessione, che coinvolga anche l’Ordine dei Medici e gli altri operatori della salute, su quanto il web rischia di banalizzare la complessità delle discipline psicologiche e psicoterapeutiche, alimentando presso il pubblico stereotipi e pregiudizi semplificatori in merito, e quanto ed in che modo possa invece valorizzarne le attività.

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Appendice

I siti, analizzati nel periodo che va dal 2 maggio 2004 all’8 ottobre 2004, sono i seguenti:1. www.salvagni.it2. www.psicoterapie.org3. www.mauraelealtre.it4. www.csgen.it5. www.csgen.it/ekaten/6. www.opsonline.it7. www.edithink.it/cavallin/psico.htm8. www.noproblemonline.it9. www.psicopolis.com10. www.psiconline.it/psiconline.html11. www.aipep.com12. www.psicologiaitinerante.it/13. www.aurigemmapsic.com14. www.antonionocera.it15. www.psicologiaonline.it16. www.unincontro.org17. www.ilcounseling.it18. www.piuchepuoi.it19. www.willypasini.it20. www.psicoweb.net21. www.aldocarotenuto.it22. www.psicologiaeletteratura.org/23. www.psicheserena.it24. www.ansie.it25. www.psicoterapiedigruppo.info26. www.ikosageform.it27. www.naturopatiaonline.org28. www.emdritalia.it29. www.roberto96.net30. www.sdau.it31. http://digilander.libero.it/pumpmoon/32. www.psiconline.it/irps.htm33. www.psicosport.it34. www.psicoanalisi.it35. www.psicolinea.it36. www.universonline.it/_psicologia/37. www.clinicadellatimidezza.it38. www.psicologi-psicoterapeuti.it/39. www.oasiblu.com40. www.geocities.com/depressioneit/41. www.fastcom.it/psico/freud.htm42. www.drvadala.it43. www.psicosoma.it44. www.psychopizza.it45. www.srmpsicologia.com46. www.sospsiche.it

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47. www.virconsulenza.it48. www.meridianouomo.org49. www.paolalocci.it50. www.psicologiaebenessere.it51. http://digilander.libero.it/bonipozzi/52. www.mcstrocchi.com53. www.associazioneilsole.org54. www.mentesociale.altervista.org55. www.psicologi-italiani.it56. www.psicopuntidivista.it57. www.web.tiscali.it/nuovipercorsi/58. www.giallopesca.it59. www.crisalide.ch60. www.dica33.it/argomenti/psicologia/61. www.casadap.it62. www.lifecoachitaly.it/index.htm63. www.psicologia.puntodipartenza.it64. www.linguaggiodelcorpo.it65. www.psychostore.net66. www.psicologiasalute.it67. www.comunitapassaggi.it68. www.ecomind.it69. www.psychomedia.it70. www.psychoinside.it71. www.hrdonline.it72. www.psyjob.it73. www.associazionemoreno.it74. www.aipass.org75. http//users.libero.it/todesco/psicoterapia76. www.sinapsy.it77. www.psibo.unibo.it78. www.solaris.it79. www.psyche-net.it80. www.aipgitalia.org81. www.logopediainroma.it82. http://web.tiscali.it/ilnotiziario83. www.psicocom.it84. http://members.tripod.com/aviosweb/indice.htm85. www.psicosciamanesimo.com86. www.spiweb.it87. www.in-psicoterapia.com88. www.lopsicologo.com89. www.cipajung.it90. www.psiconet.net91. www.psiconweb.it92. www.centromethod.it93. www.ipnosicostruttivista.it94. www.sipponline.org95. www.psyco.com/96. www.glaux.it

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97. www.consulenza-psicologica.it98. www.mediazione.it99. http://aledicesare.altervista.org100. http://psicoterapiaonline.interfree.it

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Griglia di classificazione e interpretazione siti internet

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