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Tokyo città occupata

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Anteprima libro

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David PeaceTokyo città occupata

Traduzione di Marco Pensante

ilSaggiatore

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TokyoCITTÀ OCCUPATA

… e cosa vi trovò lo scrittore…

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NELLA CITTÀ OCCUPATA, sei uno scrittore e stai scap-pando…

In inverno, i fogli sottobraccio, in questa notte di gennaio, lungo queste strade di Tokyo, scappi dal luogo del delitto; dalla neve e dal fango, dalla banca e dai cadaveri; scappi dal luogo del delitto e dalle parole del libro; le parole che prima ti hanno irretito e incantato, poi ingannato e sconfitto e ora ti hanno la-sciato in-catenato e in-prigionato…

Sotto un cielo minaccioso più della notte, più della neve, ora soffi e respir-ansimi, ansimi e soffi-annaspi, annaspi e soffochi…

Perché nelle orecchie li senti arrivare, passo dopo passo, sus-surrando e borbottando. Nelle orecchie li senti guadagnare ter-reno, passo dopo passo-passo, sbavando e ringhiando, passo dopo passo-passo dopo passo…

Un corteo notturno di cento demoni…Nel notte-barcollare ti cadono gli occhiali dal naso. Nel neve-

inciampare i tuoi fogli ti cadono di mano. Nella notte e nella neve incespichi cercando i tuoi occhiali e i tuoi fogli, cerchi di ritrovare la vista e la tua opera. Ma ora il vento carico di fan-tasmi è qui, di nuovo l’aria spettrata ti è addosso. Ruba i tuoi fogli e sbriciola i tuoi occhiali, trasforma le carte sparse in una tempesta di fogli e le lenti rotte in una tempesta di schegge mentre stringi fra gli artigli il vento pesante, mentre agiti le mani nell’aria di fantasmi…

Ma poi il vento muore e l’aria se ne va, i fogli cadono e le schegge precipitano. Afferri gli occhiali, stringi i tuoi fogli, il tuo manoscritto: il manoscritto

del libro a venire;questo libro chenon vuolevenire…Questo libro incompiuto di crimini irrisolti. Questo libro

dell’Inverno, questo libro dell’Assassinio, questo libro della Pe-stilenza.

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I fogli bianchi tra le mani, la montatura vuota sul naso, ora vedi la Porta Nera più avanti e così riprendi a correre nella notte di gennaio, annaspando e respir-ansimando per le strade di Tokyo, ansimando e respir…

Smetti di correre.Sotto la Porta Nera, cerchi rifugio. Tra le sue ombre umide

ora ti accucci. Sotto le travi della porta, qui non c’è nessun altro, solo i polpa-notte-strelli, solo i neve-passi. Questa porta che un tempo era un tesoro, questa porta che ora è una rovina, quasi; ma questa porta rimane, questa porta ora è un santuario, forse. Stasera niente corvi, niente volpi, niente tagliagole, niente pro-stitute. Solo la notte e solo la neve, le dita-fredde e i passi-sporchi. Respiri pesantemente col soprabito-fradicio, sputi sangue, i fogli-rosso-sangue. Hai l’alito pesante e il ventre gonfio, gli occhi insanguinati e la faccia gonfia…

Ma qui, sotto questa Porta Nera, fra queste ombre umide, qui ti nasconderai. Qui dentro, dentro qui…

È qui che tu ti nasconderai…Nasconditi! Nasconditi!Da questa città, senza fiato, da questa città, senza tempo.

Questa città maledetta; città di rivolte e città di terremoti, città di assassinii e città di colpi di stato, città di bombe e città di fuoco, città di malattie e città di fame, questa città di sconfitta, sconfitta e resa…

Questa città maledetta: città di rapina ecittà di stupro, città di omicidio,di omicidio e pestilenza…Di questo sei testimone, tutto questo hai documentato

nell’inchiostro che hai versato, sui fogli che hai macchiato. Qui dentro, dentro

qui…«… un gioco di racconti di fantasmi divenuto popolare durante il

periodo Edo. Nella metà del diciassettesimo secolo questo gioco era in uso tra i samurai come dimostrazione ludica di coraggio, ma all’inizio

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del diciannovesimo era divenuta una forma di intrattenimento molto diffusa tra il popolino. Il gioco inizia quando un gruppo di persone si riunisce al tramonto alla luce azzurra di cento candele accese, ciascuna coperta da un paralume di carta azzurra. Ciascuno a turno racconta una storia dell’orrore e del soprannaturale e al termine della narra-zione una candela viene spenta. A mano a mano che la serata procede e i racconti si susseguono, la sala diventa sempre più buia e tenebrosa fino a che, al termine del centesimo racconto, l’ultima candela viene spenta e cala il buio più completo. È credenza che proprio in quel mo-mento nelle tenebre appaiano davvero le anime perdute e i mostri evo-cati dalle storie terrificanti che sono state narrate…»

I grumi di sangue, le scie delle lacrime, le lettere morte e le condanne a morte. Alzi gli occhi dalle tue carte, intravedi una scalinata, una larga scalinata che sale, sale al piano superiore lontano dalla città. Raccogli di corsa i tuoi fogli, corri verso i gradini, polpastrelli leggeri ti seguono mentre sali, rumore di passi-leggeri eco dei tuoi…

Un gradino, due gradini, tre gradini, quattro…A metà salita ti fermi, immobile sulla scala,chino sulla scala, ti abbassi,fiato-sospeso…Nella camera al piano alto, in alto sotto il tetto, sopra di te

c’è luce, qui dentro la Porta Nera,qui non sei solo, qui in-presen-ziato…Riprendi a salire, ti fermi di nuovo e ora vedi…Nella camera in alto, in un cerchio occulto…Dodici candele e dodici ombre…Nella Città Occupata, sotto la Porta Nera, nella camera in

alto, in questo cerchio occulto di queste dodici candele,ora sei in ginocchio.All’improvviso il soffitto della camera è illuminato dal ba-

gliore di un fulmine. Guardi, ascolti. Senti un fragore di tuono, il battere duro della pioggia sulla cima della porta. Ascolti, guardi…

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Alla luce delle candele, vedi e adesso senti una campanella agitarsi a mezz’aria; senti e vedi una campanella e una mano…

La campanella rossa e la mano bianca, il braccio bianco e la manica rossa, la veste rossa e il volto bianco di una donna…

La donna, una medium, di fronte a te…Al centro del cerchio di candele,nel solco, lei è in piedi…I capelli e la veste frustati da una tempesta improvvisa, il

vento pesante ti ha ritrovato qui, ancora l’aria inquieta,mentre la medium suona ancora la campanella e ancora e an-

cora…La campanella, e ora il suono di un tamburo che batte lento,mentre la medium comincia a danzare, ruotando e girando…Frenetica, la campanella suona e il vento ulula,il tamburo rimbomba, rimbomba e continua…Piedi che si muovono su assi scheggiate,danzando, girando e girando, ruotando…Di colpo si ferma, rimane immobile,la campanella le scivola di mano…All’improvviso ti guarda e dice:«Che il gioco dei racconti inizi…».Poi si precipita verso di te,in questa Città Posseduta…La medium cade a terra di fronte a te, ora si alza a sedere,

rigida e immobile, ora inizia ad aprire la bocca per parlare. Un mormorio incorporeo, la bocca parla. Parla con le parole dei morti…

«Noi siamo qui per causa tua» sussurrano. «Per causa tua, nostro dolce caro scrittore, dolce caro, per causa tua…