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opo tre anni di vita della nostra Associazione, é oppor- tuno fare il punto della situa- zione in merito ai Soci, alle attività, al patrimonio, alle prospettive. SOCI Dall'aprile 2004, quando iniziò la cam- pagna di arruolamento dei Soci, a tutto il 30 aprile 2007, sono stati iscritti 890 Soci, di cui 165 (circa il 20%) sono dimissionari o non hanno rinnovato la quota di iscrizione per due anni conse- cutivi. Dei rimanenti 725, 482 sono in regola con la quota, i restanti 243 do- vrebbero rinnovare, entro il 30 giugno p.v., il pagamento della stessa. Il mancato rinnovo è pari al 25% dopo il primo anno e al 44% dopo il secondo anno. Pertanto dei 467 iscritti del 2004, dei 233 del 2005 e dei 157 del 2006, hanno rinnovato l'iscrizione, rispettiva- mente, 261, 122 e 74. Le ragioni di tale calo, in parte da consi- derare normale, sono diverse. In primo luogo vanno indicate quelle dovute a difficoltà e/o incapacità dell'attuale gestione nel curare i rapporti con i Soci, promuovere iniziative capaci di coinvol- gere, a vario titolo, Soci del mondo della cultura e dell'arte, del mondo della poli- tica e/o delle Istituzioni. Vi sono però anche ragioni insidiose legate, probabilmente, alla insoddisfa- zione per la mancata realizzazione di opere ed infrastrutture capaci di assicu- rare una corretta fruizione di un bene culturale tanto importante come San Vincenzo al Volturno. In tal caso sfiducia e scontento vengono deviati ed attribuiti all'Associazione! Colpisce, in tal senso, la defezione di molti Soci dell'Alta Valle del Volturno e, in modo particolare, di Castel San Vincenzo, Pizzone, Rocchetta. La maggior parte degli iscritti, è resi- dente in Isernia, seguono i Comuni della Valle del Volturno, Agnone, Bojano, altre località molisane, altre Città italia- ne e perfino alcune sedi europee ed USA. Un Socio su tre è di sesso femmi- nile. La qualifica lavorativa dei Soci vede al primo posto, con il 28%, i pro- fessionisti delle attività sanitarie (medi- ci, veterinari, farmacisti, informatori del NOTIZIARIO DELL’ASSOCIAZIONE AMICI DI SAN VINCENZO AL VOLTURNO ONLUS NOTIZIARIO DELL’ASSOCIAZIONE AMICI DI SAN VINCENZO AL VOLTURNO ONLUS TRE ANNI DI ATTIVITÀ DINO RICCI Anno III- N.4 Gennaio-Settembre 2007- Spediz. Abb. Postale D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/04) art. 1 Comma 2 - D.C.B. IS EDITORIALE EDITORIALE CHRONICON Terzo Millennio 1 50° ANNIVERSARIO DI VITA MONASTICA EVENTO EVENTO Flora, dal particolare di un affresco di Villa Arianna, Castellamare di Stabia (I sec. a. C.) ora presso il Museo Archeologico di Napoli, nell'at- to di cogliere e spargere fiori è l'immagine volu- ta da Madre Miriam Benedict per il biglietto di invito al suo Cinquantesimo anniversario dei voti monastici. La Priora di San Vincenzo, che dal maggio del '90 è giunta nel Monastero bene- dettino volturnense, anche in questa scelta affer- ma e fa conoscere la sua ricca e variegata perso- nalità. Madre Miriam, d'altra parte, ha sempre tenuto a precisare che bisogna considerare ogni monaca nella sua individualità per percorso cul- turale, spirituale, umano e relazionale e rimuo- vere lo stereotipo che vede in maniera stereotipa- ta le monache. La Reverenda Madre, sin dal suo arrivo a San Vincenzo, ha dato la sua personale impronta votata soprattutto a riallacciare i con- tatti con la realtà locale ma anche con quella nazionale e internazionale, dando prova di pos- sedere notevoli capacità relazionali che la rendo- no molto amata. Studiosa di lingua ebraica, di filosofia giudaica antica e moderna, di teologia, già nel 1977, scelta da Madre Benedict Duss Badessa di Regina Laudis (Abbazia nel Connecticut dove Madre Miriam aveva preso i voti perpetui), aveva fondato nell'isola di Shaw, nell'Oceano Pacifico, il Monastero benedettino di Our Lady of the Rock (Madonna della Rupe). La Badessa Duss scelse nel 1990 di nuovo Madre Miriam per l'opera di Rifondazione (cofondatrice Madre Agnese) dell'antico Monastero alle Fonti del Volturno, Abbazia che ha scritto una gloriosa e incisiva storia di oltre milletrecento anni. La Priora del sorriso, come viene definita da quanti hanno la fortuna di cono- scerla, oltre a interessarsi dello studio di testi antichi e di letteratura classica e moderna italia- na e straniera, si occupa della potatura delle olive e di altre mansioni pratiche seguendo la Regola di San Benedetto che scandisce la vita monastica della Comunità volturnense. Per l'occasione del suo Giubileo d'oro, la cui solenne Celebrazione si è tenuta il 20 maggio (vedi fotoreportage a pag. 11) affidata all'Abate Don Bernardo D'O- norio, alla Madre Superiora è giunto l'abbraccio affettuoso e reverenziale dell'intera Valle del Volturno e di ospiti provenienti da ogni dove, che vedono nella sua presenza e in quella della Comunità e nel fascino del richiamo religioso, spirituale, culturale, come scrive il dott. Dino Ricci, Presidente dell'Associazione Culturale Amici di San Vincenzo al Volturno, “un focolare che riscalda la casa e dà luce”. Maria S. Rossi D D SITO INTERNET SITO INTERNET

TRE ANNI 50° ANNIVERSARIO DI ATTIVITÀ DI VITA MONASTICA · nell'Oceano Pacifico, il Monastero benedettino di Our Lady of the Rock (Madonna della Rupe). La Badessa Duss scelse nel

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opo tre anni di vita dellanostra Associazione, é oppor-tuno fare il punto della situa-

zione in merito ai Soci, alle attività, alpatrimonio, alle prospettive.

SOCIDall'aprile 2004, quando iniziò la cam-pagna di arruolamento dei Soci, a tutto il30 aprile 2007, sono stati iscritti 890Soci, di cui 165 (circa il 20%) sonodimissionari o non hanno rinnovato laquota di iscrizione per due anni conse-cutivi. Dei rimanenti 725, 482 sono inregola con la quota, i restanti 243 do-vrebbero rinnovare, entro il 30 giugnop.v., il pagamento della stessa.Il mancato rinnovo è pari al 25% dopo ilprimo anno e al 44% dopo il secondoanno. Pertanto dei 467 iscritti del 2004,dei 233 del 2005 e dei 157 del 2006,hanno rinnovato l'iscrizione, rispettiva-mente, 261, 122 e 74.Le ragioni di tale calo, in parte da consi-

derare normale, sono diverse. In primoluogo vanno indicate quelle dovute adifficoltà e/o incapacità dell'attualegestione nel curare i rapporti con i Soci,promuovere iniziative capaci di coinvol-gere, a vario titolo, Soci del mondo dellacultura e dell'arte, del mondo della poli-tica e/o delle Istituzioni.Vi sono però anche ragioni insidioselegate, probabilmente, alla insoddisfa-zione per la mancata realizzazione diopere ed infrastrutture capaci di assicu-rare una corretta fruizione di un beneculturale tanto importante come SanVincenzo al Volturno.In tal caso sfiducia e scontento vengonodeviati ed attribuiti all'Associazione!Colpisce, in tal senso, la defezione dimolti Soci dell'Alta Valle del Volturno e,in modo particolare, di Castel SanVincenzo, Pizzone, Rocchetta.La maggior parte degli iscritti, è resi-dente in Isernia, seguono i Comuni dellaValle del Volturno, Agnone, Bojano,altre località molisane, altre Città italia-ne e perfino alcune sedi europee edUSA. Un Socio su tre è di sesso femmi-nile. La qualifica lavorativa dei Socivede al primo posto, con il 28%, i pro-fessionisti delle attività sanitarie (medi-ci, veterinari, farmacisti, informatori del

NOTIZIARIO DELL’ASSOCIAZIONE AMICI DI SAN VINCENZO AL VOLTURNO ONLUSNOTIZIARIO DELL’ASSOCIAZIONE AMICI DI SAN VINCENZO AL VOLTURNO ONLUS

TRE ANNIDI ATTIVITÀ

DINO RICCI

AAnnnnoo IIIIII- NN..44 GGeennnnaaiioo-SSeetttteemmbbrree 22000077- SSppeeddiizz.. AAbbbb.. PPoossttaallee DD..LL.. 335533//22000033 ((CCoonnvv.. iinn LL.. 2277//0022//0044)) aarrtt.. 11 CCoommmmaa 22 - DD..CC..BB.. IISS

EDITORIALEEDITORIALE

CCHHRROONNIICCOONN Terzo Millennio 1

50° ANNIVERSARIODI VITA MONASTICA

EVENTOEVENTO

Flora, dal particolare di un affresco di VillaArianna, Castellamare di Stabia (I sec. a. C.) orapresso il Museo Archeologico di Napoli, nell'at-to di cogliere e spargere fiori è l'immagine volu-ta da Madre Miriam Benedict per il biglietto diinvito al suo Cinquantesimo anniversario deivoti monastici. La Priora di San Vincenzo, chedal maggio del '90 è giunta nel Monastero bene-dettino volturnense, anche in questa scelta affer-ma e fa conoscere la sua ricca e variegata perso-nalità. Madre Miriam, d'altra parte, ha sempretenuto a precisare che bisogna considerare ognimonaca nella sua individualità per percorso cul-turale, spirituale, umano e relazionale e rimuo-vere lo stereotipo che vede in maniera stereotipa-ta le monache. La Reverenda Madre, sin dal suoarrivo a San Vincenzo, ha dato la sua personaleimpronta votata soprattutto a riallacciare i con-tatti con la realtà locale ma anche con quellanazionale e internazionale, dando prova di pos-sedere notevoli capacità relazionali che la rendo-no molto amata. Studiosa di lingua ebraica, difilosofia giudaica antica e moderna, di teologia,già nel 1977, scelta da Madre Benedict DussBadessa di Regina Laudis (Abbazia nelConnecticut dove Madre Miriam aveva preso ivoti perpetui), aveva fondato nell'isola di Shaw,nell'Oceano Pacifico, il Monastero benedettinodi Our Lady of the Rock (Madonna della Rupe).La Badessa Duss scelse nel 1990 di nuovoMadre Miriam per l'opera di Rifondazione(cofondatrice Madre Agnese) dell'anticoMonastero alle Fonti del Volturno, Abbazia cheha scritto una gloriosa e incisiva storia di oltremilletrecento anni. La Priora del sorriso, comeviene definita da quanti hanno la fortuna di cono-scerla, oltre a interessarsi dello studio di testiantichi e di letteratura classica e moderna italia-na e straniera, si occupa della potatura delle olivee di altre mansioni pratiche seguendo la Regoladi San Benedetto che scandisce la vita monasticadella Comunità volturnense. Per l'occasione delsuo Giubileo d'oro, la cui solenne Celebrazionesi è tenuta il 20 maggio (vedi fotoreportage apag. 11) affidata all'Abate Don Bernardo D'O-norio, alla Madre Superiora è giunto l'abbraccioaffettuoso e reverenziale dell'intera Valle delVolturno e di ospiti provenienti da ogni dove,che vedono nella sua presenza e in quella dellaComunità e nel fascino del richiamo religioso,spirituale, culturale, come scrive il dott. DinoRicci, Presidente dell'Associazione CulturaleAmici di San Vincenzo al Volturno, “un focolareche riscalda la casa e dà luce”.

Maria S. Rossi

DD

SITO INTERNETSITO INTERNET

farmaco, infermieri, tecnici), seguonoinsegnanti ed impiegati (25%), pensio-nati (20%), con il 13% altre qualifiche(commercianti, artigiani, casalinghe,operai, coltivatori diretti, disoccupati,studenti), con 1'8% avvocati, magistrati,ingegneri, architetti, geologi, geometri,commercialisti; il 6% non ha dichiaratola propria qualifica lavorativa. Va segna-lato che tra i Soci sono presenti ancherappresentanti di forze politiche di polidiversi (consiglieri regionali, parlamen-tari), delle forze armate, del mondoaccademico, scientifico ed artistico, delmondo religioso, e 4 Comuni dell'AltaValle del Volturno (Colli, Filignano,Montaquila, Scapoli).

ATTIVITA'Quelle relative al 2004/2005, sono stategià ricordate nelle precedenti edizionidel CHRONICON.Nel corso del 2006 sono stati organizza-ti due incontri con alunni e docentidell'Istituto d'Arte "G. Manuppella” eLiceo Classico di Isernia, nel corso deiquali sono stati illustrati gli scopidell'Associazione, la storia del mona-chesimo benedettino in Molise e piùspecificamente dell'Abbazia di SanVincenzo al Volturno (prof. N. Paone);la storia, le pitture della Cripta diEpifanio a San Vincenzo al Volturno e lesue analogie con le chiese cristiane delMonte Sinai (arch. F. Valente).Gli stessi temi sono stati presentati inoccasione dell'Assemblea dei Soci del31 maggio. Inoltre, in alcuni Comunidella Valle del Volturno (Filignano, S.Maria Oliveto, Montaquila, Fornelli,Scapoli) sono stati organizzati incontricon le Comunità locali per illustrare gliscopi dell'Associazione e per tenere con-ferenze su reperti storico-culturali loca-li, soprattutto se collocabili nel contestodei rapporti con l'Abbazia di San Vin-cenzo al Volturno.In maggio ed ottobre, presso l'Abbaziadi San Vincenzo al Volturno sono stateorganizzate due manifestazioni artistico-culturali: il concerto del gruppo "Ecle-tnica Pagus" diretto da Piero Ricci equello del Coro Polyphonia diretto dalM° M. Gennarelli. In occasione di que-st'ultimo è stato presentato il "Planctus",il pianto dei monaci, a ricordo dei circa400 confratelli uccisi durante l'incursio-ne saracena del 10 ottobre 881, non piùcantato da secoli.Nel corso del 2006 e dei primi quattromesi del 2007, sono stati inoltre affidatii seguenti incarichi:1. all'Università del Molise, Facoltà diLettere (indirizzo Beni culturali): per

ricerca su storia, attività culturali, artisti-che, economiche relative ai Comuni (19)dell'Alta Valle del Volturno, che untempo facevano parte dell'antico territo-rio di San Vincenzo:importo complessivo 5.000,00 euro (come borsa di studio per due ricercato-ri neolaureati presso la stessa Facoltà);2. all'UNIDEA di Isernia:a) per la riproduzione fotografica, supannelli flessibili, di tutte le immaginidella Cripta di Epifanio, a grandezza125%. I pannelli, in attesa di essere col-locati su un supporto che riproducedimensioni e caratteristiche della Cripta,sono attualmente esposti nella salaSchuster dell'Abbazia ed a disposizionedel pubblico: costo 7.200,00 euro;b) per riproduzione su poster degli affre-schi della Cripta di Epifanio con sago-matura dello stesso poster in modo chegli alunni della quinta classe dei plessiscolastici di Colli e Cerro al Volturnopossano maneggiarlo per ottenere, adimensioni ridotte, un modellino dellaCripta di Epifanio: costo 4.500,00 euro;3. alla Volturnia Edizioni di TobiaPaolone (secondo bando di gara): a) per la realizzazione di un DVD su SanVincenzo al Volturno, la sua storia, ilsuo territorio, il suo valore artistico, reli-gioso, spirituale, la sua attualità:importo complessivo di 20.000,00 euro;b) per la stampa di itinerari turistico-cul-turali benedettini molisani a partire daSan Vincenzo al Volturno, importo com-plessivo di 22.000,00 euro:c) per la stampa di un libro che illustri lastoria della rinascita di San Vincenzo alVolturno e della sua Comunità monasti-ca: importo di 1.500,00 euro.

PROSPETTIVE

Compito del nuovo Consiglio Direttivodell'Associazione, che verrà eletto il 14giugno p. v., sarà quello di reperire altrifondi, rendersi più visibile, curare i rap-porti e la comunicazione con i Soci,coinvolgerli nelle varie iniziative ed atti-vità, sensibilizzare l'opinione pubblica esollecitare le Autorità competenti sullanecessità che tutti i visitatori possanovenire a San Vincenzo al Volturno, nellacertezza di trovarvi parcheggio, serviziigienici, un centro di accoglienza e diinformazione, un punto vendita di pro-dotti tipici dell'Abbazia e del suo territo-rio, guide ed accesso all'area archeologi-ca, per così lungo tempo negato ai visi-tatori! Inoltre, come già deliberato dalConsiglio Direttivo dell'Associazione indata 10 maggio 2007, tra gli impegni piùqualificanti è quello relativo alla crea-zione di una Fondazione con il compitodi raggiungere tre obiettivi: il primo èquello di promuovere lo sviluppo turisti-co culturale di San Vincenzo al Volturnoe del suo territorio; il secondo è legatoalla realizzazione di un Centro Studi sulmonachesimo benedettino, sul mona-chesimo orientale e sulle tre religionimonoteiste (cristiana, ebraica, musulma-na); il terzo riguarda il coinvolgimentodegli Enti istituzionali (Regione,Provincia, Comuni dell'Alta Valle delVolturno) e l'Abate di Montecassino.

2 CCHHRROONNIICCOONN Terzo Millennio

San Vincenzo Nuovo - ll Portico dei Pellegrini (XII secolo).

embrava fatta qualche annofa, quando un percorso inter-no al parco archeologico

dalla Cripta aveva quasi raggiunto l'anti-ca grande Chiesa a sud. Non è andatacosì. Il percorso é fermo e incompleto, ilpersonale - si sa - scarseggia e il Parcoarcheologico, tra i più grandi d'Europa ealle radici culturali della stessa rinascitaalto medievale del Vecchio Continente,stenta a partire. La gente arriva, non sa,si aggira come sperduta di qua e di là,sbircia qualcosa tra le maglie della retedi recinzione e riparte come chi ha per-duto tempo e soldini.Erano gli anni '90 del secolo scorsoquando la Missione inglese guidata dalprof. Richard Hodges avviò gli scaviarcheologici del monastero benedettinodi San Vincenzo al Volturno.Si disse che gli inglesi ritenevano lavisita compatibile con gli scavi, ma que-sta é acqua passata, come usa dire. Poivenne 1'accenno di percorso, come dice-vo. Si parlò a fine 2000 di progetto diparco aperto, e il disegno accendeva lavista e i cuori. Che la cosa presentioggettive difficoltà, non si discute. Maqualche passo si deve pur fare, anche sepiccolo, modesto. Se, per esempio, nonvi sono ancora le condizioni per 1'aper-tura continua, questa vada pure regola-mentata con giorni e orari determinati.Si diceva, poi, tempo fa che un’adegua-

ta copertura avrebbe sostituito quella dicantiere per meglio proteggere muri epitture medievali, ma anche su questopiano non si hanno notizie. Intanto dallaValle i giovani vanno via. Qualche coo-perativa messa su ad hoc ha fatto pocastrada. Probabilmente, tra privati (gio-vani) e pubblico (Comuni, Regione,Provincia, Soprintendenza) qualche for-ma di cooperazione é possibile ancoraper affrontare servizi e costi concorren-ziali. E poi ... tentare non nuoce, comeusa dire.Si tratta di un sito importante, il cuirecupero é costato parecchio allo Statonelle sue articolazioni centrali e locali,e, perchè no, ai cittadini che allo Statocorrispondono il dovuto.Si tratta dell'area archeologica tra le piùvaste d'Europa. E, aggiungerei, non solopiù vasta ma anche tra le più importanti:nella "Storia dei Longobardi" JorgJarmut cita in prima fila il monastero diMontecassino assieme all'influente SanVincenzo al Volturno sin dall'iniziodell'VIII secolo. Carlo Magno non vi si

recò, ma lo volle nel quadro delle abba-zie europee che egli portò in auge: SaintDénis (Francia), Fulda (Germania), SanGallo (Svizzera), San Vincenzo al Vol-turno, punta di irradiamento, secondo glistorici, della "renovatio" carolingia ver-so i Bizantini e i Longobardi.Sembrava fatta,Nel corso degli scavi sono poi venutifuori cicli pittorici ritenuti "capitoloimprescindibile nella storia della pitturadell'Alto Medioevo europeo". Ma fuanche, San Vincenzo, tra i primi mona-steri benedettini che, oltre a recuperarecultura, la produsse: Ambrogio Aut-perto, giunto qui dalla Francia nel 740 ediventato abate nel 778, fu autore diimportanti scritti religiosi come “Il com-mento dell'Apocalisse” e lavori sullaMadonna Mediatrice (Nicola Cilento).Ricerche su statuaria ed epigrafia nonmancano, come sono fortemente presen-ti resti di officine che producevano dallecampane ai vetri colorati e tanti altrioggetti di varia natura destinati al consu-mo interno e all'esterno. Rilievo ebbe lacultura dell'alimentazione intesa comemomento di incontro per stare insieme,fare comunione, solidarietà e sussidia-rietà; non solo cioè cura del corpo,anche se a questa parte importante dellapersona si riservavano piatti che oggichiamiamo di dieta mediterranea (pescedi mare, verdure, olio d'oliva, vino, frut-ta; farro e grano, legumi, tra cui la spe-ciale zuppa di fave invernale con un tan-tino di lardo di maiale).Tutto questo era possibile con la pro-prietà terriera vasta altre 400 chilometriquadrati distribuita in più regioni. Unmondo, insomma, variegato di vita e dilavoro organizzato con una modernaforma di governo d'impresa, per l'epoca

A QUANDO L'APERTURADEL PARCO

ARCHEOLOGICO?NATALINO PAONE

TURISMOTURISMO

CCHHRROONNIICCOONN Terzo Millennio 3

SSIl Complesso monastico di San Vincenzo Nuovo.

Il Colle della Torre visto da San Vincenzo Nuovo.

di avanguardia. Tutte queste cose non sipossono leggere dal di fuori del recintoma dentro, riflettendo sui restì con lesuggestioni moderne che emanano earricchiscono la vita di valori e di nuovicontenuti.E', quello di San Vincenzo, un percorsodi museo all'aperto, con un ordine origi-nario e originale che contagia, appassio-na, coinvolge. Per quanto riguarda davicino il Molise, qui si tocca la gestazio-ne della regione moderna, la cui genesiseguirà dopo il Mille con la Contea diBojano o de Mulisio, prima entità geo-grafica ed etnoculturale di rilievo e conbuona definizione.Non va dimenticato che San Vincenzo,con la sua esperienza di comunità dimonaci longobardi e franchi, rimane unriferimento di grande attualità.Sicuramente, qui la storia alta come ungigante vive ancora dentro ritrovamentidominati dall'orizzontalità. Forse ungiorno qualche geniale ricostruttore cifarà rivedere anche la verticalità!Per ora ciò che occorre senza ulterioridannosi differimenti é la visita dentro ilParco archeologico con tutte le precau-zioni dovute alla sacralità del luogo.E' stato iniziato, come dicevo, un per-corso: si tratta di completare la pistaconiugandola con una esaustiva visitadel monumento.Il costo non può spaventare. Forse,qualche problema sotto tale aspetto, lopone un punto di accoglienza perbiglietti e servizi concorrenziali, maanche su questo piano ci sì accontente-rebbe inizialmente anche di qualcheprefabbricato provvisorio. L'importanteé non continuare a vedere lo spettacolodi migliaia di visitatori d'ogni prove-nienza che ripartono delusi.Forse la legislazione italiana non facili-ta forme di concessione per la gestionedi patrimoni culturali. Ma se é vero,come è vero, che la Regione Molise,istituzione pubblica, è proprietaria delParco, il problema non potrebbe trovaresoluzione attraverso Protocolli d'Intesacon il Ministero competente, egregia-mente rappresentato in Regione dai suoiautorevoli Uffici?Ci fermiamo con questa domanda, spe-rando nella risposta attesa dai molisani.L'Associazione Amìci di San Vincenzo,con ì suoi oltre 700 soci e onlus senzascopi di lucro, assicura la sua disponibi-lità a collaborare.

a conoscenza dei nostri ter-ritori, ai fini della tutela delbene culturale, acquisiscesempre di più un ruolo stra-tegico sia per la necessità di

un'adeguata conservazione dei segni delpassato, sia per tentare una gestionesostenibile dei siti di interesse, ad esem-pio attraverso un'oculata politica di turi-smo dei beni culturali. Passo fondamen-tale è quindi la conoscenza del bene cul-turale: un bene culturale è tale nelmomento in cui lo conosciamo altri-menti è solo un oggetto senza coordina-te né spaziali né temporali. Un fram-mento di ceramica, un tassello di mosai-co, un pezzo di muro, un documentoantico, anche miseri, se studiati, diven-tano un bene culturale che fa crescereuna comunità perchè le consente diconoscere il suo passato e di possederesaldamente la propria identità. Ma laconoscenza non può essere approssima-

tiva, perché più è approfondita piùaumenta il valore dell'oggetto, perché inquel caso l'oggetto è portatore di storia,della storia del territorio in cui viviamo.Questo è uno dei principali motivi cheha spinto molti Atenei ad includere nellapropria offerta didattica corsi di Scienzedei beni culturali, con vari indirizzi epiani di studio. Anche l'Università degliStudi del Molise, grazie principalmentealla sensibilità ed all'impegno del Ma-gnifico Rettore Prof. Giovanni Cannata,ha investito sulla formazione nel campodei beni culturali con l'attivazione di uncorso di laurea triennale in Scienze deibeni culturali ed ambientali e di una lau-rea specialistica in Scienze dei beniarcheologici ed artistici: entrambi i corsihanno sede ad Isernia.Vorrei ricordare brevemente quali sonogli obiettivi, in generale, dei corsi di stu-dio in beni culturali, quali quelli molisa-ni: 1. sviluppare una conoscenza inte-grata del patrimonio culturale (archeo-logico-monumentale, museale, archivi-stico, bibliotecario, artistico) e del patri-monio ambientale (parchi, ecosistemi,paesaggi); 2. analizzare e discutere criti-camente il rapporto tra bene culturale epopolazioni e comunità biologiche cheutilizzano i beni culturali come substra-to vitale, ma anche analizzare le relazio-ni tra bene culturale e storia, bene cultu-rale e società; 3. cogliere la valenza uni-taria di un ambiente totale in cui valen-ze naturalistiche, storiche, archeologi-che antropologiche, trovano una puntua-le identificazione nella specificità del-l'ambiente storico-naturale e nella com-plessità dell'articolazione del paesaggio;4. sviluppare conoscenze adeguate delpatrimonio culturale oggetto d'indagineanche in relazione alle capacità d'inter-vento sul campo per lo scavo, il recupe-ro, la catalogazione e la fruizione; 5.sviluppare conoscenze e abilità specifi-che di catalogazione e recupero per cia-scuna tipologia di bene culturale ogget-to di studio.Questi pochi punti sono quanto vienerichiesto agli Atenei che vogliono lau-reare studenti in beni culturali. Mal'Università degli Studi del Molise vuolefare di più: la nostra Università nonvuole dimenticarsi del territorio e vuoleessere l'Università del Molise per ilMolise per le seguenti ragioni: i beniculturali nel Molise sono numerosi edistribuiti su più settori, naturalistico,archeologico, architettonico, biblioteca-rio. Il Molise è terra di grande storia chemerita attenzione e cura per una suaconoscenza approfondita ed una sua

L’UNIVERSITÀDEL MOLISEE GLI AMICI

DI S. VINCENZO

PAOLO MAURIELLO

ARCHEOLOGIAARCHEOLOGIA

4 CCHHRROONNIICCOONN Terzo Millennio

LL

La sede di Isernia dell’Università de-gli Studi del Molise.

"messa a disposizione" delle nuovegenerazioni. Molti sono ormai i gruppidi ricerca che operano sul territorio -basti pensare a Pietrabbondante, SanVincenzo, Sepino - ma un collegamentotra i diversi studi non esiste. La ricchez-za culturale del Molise va ricercata nelladiffusione del suo patrimonio culturalesul territorio sia in termini spaziali checronologici. Basti pensare che, realtàforse unica al mondo, le emergenze sto-riche documentabili vanno da circa unmilione di anni fa fino all'epoca moder-na, senza interruzione. In pratica, ilMolise è ancora terra da scoprire, studia-re e divulgare. L'Università degli Studidel Molise, come Università del territo-rio e per il territorio, si vuole dunqueproporre come punto di aggregazioneper lo studio e la divulgazione del patri-monio culturale, andando nei piccolicomuni, mettendo insieme le evidenzescientifiche, facendo rete, con la convin-zione ferma che la ricchezza del Molisenon sta nei singoli monumenti, ma in unpatrimonio diffuso di prim'ordine. In quest'ottica, la nostra Università ed iCorsi di laurea di indirizzo beni cultura-li, sono onorati di collaborare conl'Associazione Amici di San Vincenzo alVolturno. L'Associazione, allo scopo dipromuovere una più approfondita cono-scenza dei rapporti tra l'Abbazia bene-dettina di San Vincenzo al Volturno e lecomunità locali dell'Alta Valle delVolturno, nate sotto la sua giurisdizioneo ad essa legate da vincoli di apparte-

nenza territoriale, ha voluto conferiredue borse di studio a ricercatori chedocumentino nel loro lavoro "storia,costumi, arte, economia, attività cultura-li ed artigianali, dall'origine e fino alXIX secolo, dei Comuni dell'Alta Valledel Volturno". I Comuni interessati dallostudio sono, in prima battuta: Acquavivadi Isernia, Castelnuovo (Rocchetta),Castellone, Castel San Vincenzo, Ce-rasuolo (Filignano), Cerro al Volturno,Colli a Volturno, Filignano, Fornelli,Forlì del Sannio, Montaquila, Montene-ro Valcocchiara, Pizzone, RioneroSannitico, Rocchetta a Volturno, San-t'Angelo del Pesco, Santa Maria Oliveto(Pozzilli), San Pietro Avellana, Scapoli.Stanno dunque per iniziare le attività diricerca, coordinate da parte dell'Univer-sità dal Prof. Gianfranco De Benedittis edalla Prof.ssa Elisa Novi Chavarria. Duebrave laureate dei nostri corsi, SoniaFiorilli e Petronilla Crocco, avrannoquindi a breve la possibilità di sviluppa-re dei temi di ricerca riguardanti un ter-ritorio così importante e ricco di fram-menti di storia e, cosa che ritengo piùimportante, in piena sinergia conl’Associazione Amici di San Vincenzoal Volturno: per questo un particolareringraziamento giunga al PresidenteDott. Dino Ricci, che così meritoria-mente lavora per l'identità della propriagente. Questa è la nostra idea di comeun’Università deve lavorare per il pro-prio territorio.

abbazia di S. Vincenzo alVolturno ha goduto dell’ap-poggio dei potenti del

tempo, come risulta chiaramente dal“Chronicon Vulturnense”.Già il re dei Longobardi Desiderio con-cesse privilegi e precetti di conferma deibeni al monastero. Dopo la sua sconfittaad opera di Carlo, re dei Franchi, e lafine del regno longobardo, poichè ilmonastero si trovava nel territorio bene-ventano, l’unica zona d’Italia ad averconservato la sua autonomia, i principi educhi longobardi continuarono ad inter-venire a sostegno del monastero conce-dendo proprietà, confermando il posses-so dei beni, amministrando la giustizia egarantendo la propria protezione agliabati. Il documento n. 59 del “Chro-nicon” così inizia: “Noi, signore glorio-sissimo Sicardo, per divina provvidenzaprincipe della provincia di Benevento,concediamo al monastero di San Vin-cenzo martire, situato presso il fiumeVolturno, dove il venerabile abate Epi-fanio ha il governo, le terre, i servi, leancelle e la chiesa dedicata alla SantaMadre di Dio Maria che possediamo nelterritorio di Venafro ...”. Molti terminipresenti nei documenti sono di prove-nienza longobarda, come “aldii”, “aldio-nes” (liberi e semiliberi), gastaldi, scul-dais, mundium, etc.I re dei Franchi, sia della dinastia me-rovingia, sia di quella carolingia, dopola conversione dall’Arianesimo al Cat-tolicesimo, trovarono conveniente ap-poggiare apertamente la Chiesa di Romache, a sua volta, offriva ai re il sostegnodell’autorità spirituale e la garanziadella coesione del regno basata sull’uni-tà religiosa. Pertanto potevano afferma-re di essere saliti al trono per volere divi-no e vedere riconosciuta la sacralità delloro regno. Clodoveo I ricevette il batte-simo nella cattedrale di Reims, favorì laconversione dei sudditi al Cattolicesimoe fu proclamato protettore della Chiesa

CCHHRROONNIICCOONN Terzo Millennio 5

SAN VINCENZO:PRINCIPI, RE

E IMPERATORI

LUISA ROBERTI DE LUCA

STORIASTORIA

L’Abbazia di San Vincenzo al Volturno e, sullo sfondo, le Mainarde.

LL’’

dal Concilio di Orleans. Nell’anno 513l’Arianesimo fu bandito dalla Gallia. Quando salirono al trono i re carolingi,Carlo Martello continuò tale politica;dopo aver arrestato l’invasione deiMusulmani in Europa con la battaglia diPoitiers (732), strinse rapporti ancorapiù stretti col papato: i suoi figli Car-lomanno e Pipino intervenivano nell’e-lezione di arcivescovi, vescovi e abati.Esercitavano, quindi, la loro influenzaanche sui monasteri tanto da imporre aimonaci di seguire più strettamente laRegola di San Benedetto. Pipino ilBreve rafforzò i contatti con il papatosostenendolo nei contrasti con gli avver-sari; il papa Stefano II rinnovò la consa-crazione del re intimando la scomunicaa chi non l’avesse riconosciuta. Quandoil figlio Carlomanno morì, dopo essersiritirato dai monasteri benedettini delmonte Soratte e di Montecassino, il fra-tello Carlo, sconfitto il re dei Lon-gobardi Desiderio nel 774, rimase unicore dei Franchi. Con le varie vittorie suipopoli europei divenne signore assolutodell’Europa occidentale, tanto da essereconsiderato un precursore dell’UnioneEuropea. Fu incoronato imperatore dapapa Leone III nel Natale dell’anno 800nella Basilica di San Pietro. Carlo, sia da re sia da imperatore, diedeil suo pieno appoggio e sostegno al-l’Abbazia di San Vincenzo, come risul-ta dai vari documenti, come questo delLibro I del “Chronicon” che così inizia:“Carlo, re dei Franchi e dei Longobardi,patrizio dei Romani, all’abate Paolo e aimonaci del Monastero di San Vincenzo... Poichè ci ha presentato il diplomarilasciato dal re Desiderio col quale

aveva donato al tuo monastero la villaTrita nel territorio di Valva, chiedendo-ne la conferma del suddetto diploma,noi diamo tale conferma ...”. Anche isuccessori nell’impero continuarono adaccordare la loro protezione al monaste-ro, stando a vari documenti, come ilseguente che risale all’anno 819:“Ludovico, per volere della clemenzadivina imperatore augusto. Quandoacconsentiamo volentieri alle richiestedei sacerdoti e dei servi di Dio ... nonsolo pratichiamo la consuetudine regia,ma siamo sicuri di procurarci giova-mento tanto per la prosperità del regnonella vita presente, quanto per la beati-tudine nella vita futura. Pertanto, poichèil venerabile Giosue, abate del monaste-ro di San Vincenzo, ... ha presentato alla

nostra Serenità i precetti dei principilongobardi Gisolfo e Sicardo e anche ilprecetto del nostro genitore l’imperatoreCarlo che fu religiosissimo ... chieden-done la conferma, noi aderendo alla suarichiesta per amore e onore di nostroSignore Gesù Cristo e per la venerazio-ne verso San Vincenzo, martire diCristo, al cui onore è dedicato il mona-stero, concediamo la nostra confermadei suddetti precetti e consolidiamo tuttii beni di proprietà del monastero situatiin diversi luoghi del regno italico”.Anche gli imperatori di Sassonia OttoneI, Ottone II, Ottone III, dopo aver sanci-to l’unione del regno d’Italia al lororegno, mantennero stretti rapporti con laChiesa di Roma. Ottone I ricevette ladignità imperiale dalle mani del pontefi-ce Giovanni XII nell’anno 962: nacquecosì il Sacro Romano Impero Germani-co. I pontefici si assicurarono la prote-zione imperiale dopo il distacco dallaChiesa Orientale. L’imperatore si attri-buì il diritto di confermare i ponteficidopo la loro elezione e di intervenirenella nomina di vescovi ed abati. Ilmonastero di San Vincenzo, che si eraripreso dopo la devastazione subita daparte dei saraceni, ottenne l’appoggiodegli imperatori Sassoni, come dimo-strarono alcuni documenti presenti nel“Chronicon”. Il documento n. 146 del-l’anno 981 inizia così: “Ottone (II), pervolere della clemenza divina imperatoreaugusto. Se desideriamo curarci dellechiese di Dio, crediamo di rendere piùstabile il nostro impero e inoltre di meri-tare la vita eterna. ...

6 CCHHRROONNIICCOONN Terzo Millennio

Miniatura del Chronicon: l’Abate Maurienne lava i piedi a Paldo, Tato e Taso.nta

Miniatura dal Chronicon: l’Angelo porta da mangiare ai padri fondatori.

Pertanto, poichè il venerabile Giovanni,abate del monastero di San Vincenzo, ...ha implorato la nostra Maestà affinchèper amore di Dio e per la salvezza dellanostra anima ordinassimo di scrivere unprecetto riguardante tutte le sostanzedella sua chiesa, noi dando l’assensoalle sue richieste, abbiamo decretato chesia fatto quello che l’abate ha chiesto...”. Quindi il “Chronicon” costituisce laprova più sicura che tutti i poteri regi edimperiali che hanno dominato in Italiasono sempre stati prodighi di sostegno edi protezione nei confronti dell’Abbaziadi San Vincenzo, contribuendo ad accre-scerne il potere politico ed economico.

a traduzione del “ChroniconVulturnense” mi ha datol’occasione di constatarel’uso contemporaneo della

lingua latina e di quella cosiddetta “vol-gare” nella stesura di documenti di natu-ra fondiaria nell’ambito del monasterobenedettino. Il manoscritto, conservatotuttora nella Biblioteca dell’Abbazia diMontecassino, che costituisce il piùantico attestato della nostra lingua, con-ferma una formula testimoniale intesa aprovare l’appartenenza a quel monaste-ro di una proprietà terriera. Come tuttisanno, il documento inizia con laseguente formula: “Sao ke kelle terreper kelli fini que ki contene trenta annile possette parte Sancti Benedicti”.Analoga formula scritta in latino ricorrespesso nei documenti di uguale naturapresenti nel “Chronicon”: il documenton. 88 del IV libro recita: “Scio quia illasterras per illos fines et mensuras quastibi monstravi triginta annos posseditparte Sancti Vincentii”. Altro documen-to dell’anno 976 del IV libro, n. 141,presenta la formula seguente: “Scio illeterre et monte que vobis demonstravitriginta annos possedit parte SanctiMartini”. Evidente quindi risulta il con-temporaneo uso delle due lingue perdocumenti intesi a provare il diritto diproprietà in monasteri benedettini chemantevano costanti rapporti tra di loro.Ovvia è la deduzione che dal latinomedioevale così alterato nel lessico enella grammatica, usato in ambientirurali per usi di pratica utilità, si sia svi-luppata la nostra lingua, nobilitata unpaio di secoli dopo dal “divino poeta” edestinata ad alte finalità.

IL CHRONICONIN LATINO

E IN “VOLGARE”

LUISA ROBERTI DE LUCA

STORIASTORIA

LL

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Miniatura dal Chronicon: Paldo, Tato e Taso lasciano Benevento per Roma.

Miniatura tratta dal Chronicon.

ella seconda metà del ‘900vennero concesse al ConteBerardo della Nazione deiFranchi di stirpe Salica leContee di Valva, Marsica,

Aminterno e Forcone.I suoi discendenti ottennero altre conteein Abruzzo e la Contea di Trivento edebbero il controllo e la gestione di alcu-ni territori longobardi del Ducato diSpoleto e del Principato di Benevento.Favorirono altresì il rifiorire di monaste-ri benedettini dopo l'invasione saracenache aveva distrutto le grandi abbazie diMontecassino, di San Vincenzo alVolturno e di Farfa. Questa dinastia di conti franchi (di cuiun ramo furono i Borrello) tra il decimoe l'undicesimo secolo donò nell'AltoMolise i seguenti monasteri: Sant'Eu-stachio all'Arco di Pietrabbondante, SanBenedetto a Civitanova del Sannio, San

Pietro Avellana nell'omonimo paese,San Pietro del Tasso a Carovilli e SantaColomba ad Acquevive di Frosolone.

Il Monastero di San Benedetto

Nel febbraio dell'anno 1002 il conteBerardo e sua moglie la contessa Gem-ma, dimoranti a Bagnoli, con un attonotarile donarono all'abate Pietro ilMonastero di San Benedetto e la chiesadi Santa Lucia siti in località “Il mulinovecchio”.Il monastero ebbe molti altri lasciti e nel1020 con un atto di donazione si aggre-gò all'Abbazia di Montecassino. Il valo-re dei suoi beni venne valutato in centolibbre di oro fino. Il territorio era delimi-tato dal fiume Trigno, dal suo affluenteFreselone (oggi Fiumarello), dalla Mon-tagnola, dalla Via Iserniense e compren-deva buona parte di quella di Chiauci edi Sessano.L'abate Pietro, nativo della città diTerni, e il suo successore l'Abate Paolo,nativo di Spoleto, avevano costituitouna comunità benedettina, come silegge nel documento dell'anno 1020:“E nello stesso luogo abbiamo raccoltodei fratelli per osservare la regola delnostro padre Benedetto.”Nella spiritualità benedettina la promes-sa di obbedienza, povertà e castità eraaccompagnata dalla promessa di stabili-

tà, di vivere cioè tutta la vita nel mona-stero in cui si era accolti. Continuandola lettura del documento troviamo:“…e nel quale luogo noi tutti abbiamopromesso di servire secondo il precettodella stessa regola.”Confrontando altri documenti successi-vi, troviamo alcune testimonianze diquesta presenza nel Monastero: DonAngelo fu abate per almeno 19 anni dal1252 al 1271; Roberto fu abate peralmeno 28 anni dal 1280 al 1308; FraAngelo fu monaco per 16 anni dal 1308al 1324; fra Nicola fu abate per almeno14 anni dal 1384 al 1398. La vita monastica in questo Cenobiodurò circa quattrocento anni e all'internodell'originale territorio venne a formu-larsi una nuova città: Civitanova.

Notizie e curiosità

I ruderi del Monastero di San BenedettoDe Iumento Albo si trovano in localitàSanta Brigida o Vicende nel territorio diCivitanova del Sannio, vicino l'anticastrada che portava a Frosolone e pocodistante il Tratturo Castel di Sangro-Lucera.Nell'area antistante il Monastero vi fuun cimitero dove dai tempi antichi ven-nero sepolti gli abitanti e i signori diCivitanova. Appartenevano alla Badiaanche la Grancia di San Martino nel ter-

IL MONASTEROBENEDETTINO

DE IUMENTO ALBODI CIVITANOVA

DOMENICO LUCARINO

MONASTERIMONASTERI

NN

8 CCHHRROONNIICCOONN Terzo Millennio

Area del Monastero di San Benedetto De Iumento Albo presso Civitanova del Sannio. (Foto Pino Vecchi)

ritorio di Casacalenda, Diocesi diLarino, e altre donazioni sparse nel ter-ritorio molisano.Le principali fonti storiche riguardanti ilMonastero sono riportate in circa 50pergamene e da altri documenti cartaceiconservati presso l'Archivio dell'Ab-bazia di Montecassino.Sintesi e parti di queste fonti vennerotrascritte dagli Archivisti Gattula, In-guanez e Leccisotti.Altre fonti successive e secondarie sonopresenti nell'Archivio della Parrocchia edel Comune di Civitanova del Sannio.Il comune di Civitanova, in accordo conla Parrocchia e con la Diocesi diTrivento, ha ottenuto dalla RegioneMolise un primo finanziamento per ilrecupero dell'area dove sorgeva ilMonastero.

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Resti della torre campanaria del Monastero di San Benedetto. (Foto Pino Vecchi)

Il Tratturo Castel di Sangro-Lucera sa-le da Civitanova a Duronia.

Il Consiglio Direttivo, a nomedell'Associazione "Amici di SanVincenzo al Volturno" - onlus, rin-grazia vivamente i Soci, le Aziende,gli Enti pubblici elencati che, nelperiodo 1 luglio 2006 - 30 aprile2007 hanno versato contributi libe-rali:

1 Associazione turistico-culturale“Pro Loco” Rocchetta a Volturno

2 Caccia Costruzioni - Montaquila3 Carrozzeria Volturno

di Notardonato e Paolone Rocchetta a Volturno

4 Caseificio di Pallotta Salvatore Capracotta

5 Comune di Scapoli6 Confesercenti Regionale

Sede di Isernia7 Consulenza Amministrativa

del Rag. Lombardi Domenico9 D. R. Groupe S.p.A.

Macchia di Isernia10 Edilizia Volturno

Fratelli Mazzocco Castel San Vincenzo

11 E.P.T. Isernia 12 Farmacia dott.ssa Chetry

Longano13 Farmacia S. Lazzaro dr. Milò 14 Farmacia dr. Silvestri 15 Fonderia Pontificia Marinelli

Agnone 16 Izzi Vito - Sindaco di Scapoli17 Lloyd Italico

Agenzia Generale di Isernia 18 Lombardi Sen. Domenico 19 Mobili (compravendita e

restauro) di Palma Alberto Carpinone

20 Molise Dati - Campobasso 21 Parise Clotilde - Magistrato

Isernia22 Provincia di Isernia 23 SECURPOL Sud Groupe 2

s.r.l. - Venafro 24 SIEFIC - Isernia25 SOCEM - Cerro al Volturno26 Specialità alimentari molisane

O. Incollingo Colli a Volturno27 Studio Dentistico Tagliaferri

Isernia 28 Tramoter - Montaquila

CONTRIBUTI CONTRIBUTI

inora si è scritto e parlatomolto degli scavi archeolo-gici di San Vincenzo alVolturno, dei reperti, della

loro importanza, della storia del sito:poco è stato detto della Comunità mona-stica che, dal 14 maggio 1990, ha ridatovita all'antico e glorioso Cenobio.A colmare questo vuoto ha pensatoMaria Stella Rossi che ha spostato l'at-tenzione dalle cose e dagli oggetti, sep-pure così importanti, alle persone, inquesto caso le monache che, con la loropresenza ed il fascino del richiamo reli-gioso, spirituale, culturale, illuminanoed animano lo scenario dell'anticomonastero come focolare che riscalda lacasa e dà luce. Ed è giusto conoscere anche la storiadella rinascita dell'Abbazia di SanVincenzo al Volturno. Come soleva direil compianto ed amato Monsignor EttoreDi Filippo quando ne parlava, con entu-siasmo e con gioia (per esserne statoanch'egli artefice), sembra che la storiadella rinascita sia stata costruita, dise-gnata e guidata da una serie di eventiaffascinanti e misteriosi, oltre che dallavolontà e dall'impegno di molte persone

autorevoli e da una mano invisibile cheil Prelato indicava, con fede incrollabile,come il segno della Provvidenza. Potrà sembrare strano e contraddittorioche un'Associazione culturale laica(senza scopo di lucro), come quelladegli Amici di San Vincenzo al Vol-turno, possa trarre motivo di soddisfa-zione dalla pubblicazione di un testodedicato alla Comunità monastica. Ad una riflessione più meditata, però, cisi accorge che la stessa comunità, con lasua presenza operosa e rigorosa, discre-ta, umile, dignitosa e cordiale, con la suavalenza religiosa, spirituale, culturale,rappresenta per tutte le coscienze liberee senza pregiudizi un pilastro portantedel patrimonio culturale legato a SanVincenzo al Volturno. Per tale motivo l'Associazione ha spon-sorizzato con convinzione questa pub-blicazione e si augura che il lavoro diMaria Stella Rossi e di Tobia Paolone,autore delle foto ed editore, possa avereulteriore sviluppo e riscuotere il consen-so e l'apprezzamento dei lettori.

LE BENEDETTINEDI SAN VINCENZO

DINO RICCI

EDITORIAEDITORIA

FF

10 CCHHRROONNIICCOONN Terzo Millennio

I Cavalieri delle Mainarde rendono omaggio alle monache di San Vincenzo.

I CAVALIERIDELLE MAINARDE

IN VISITAA SAN VINCENZO

AL VOLTURNOTOBIA PAOLONE

MANIFESTAZIONIMANIFESTAZIONI

pettacolo suggestivo e cari-co di significato quello svol-tosi nella stupenda cornicedel cortile retrostante il

Palazzetto abbaziale dell’Abbazia diSan Vincenzo al Volturno. Ad organizzare l’evento i Cavalieridell’Associazione Sportiva “Aquiledelle Mainarde” sorta da poco tempo eintitolata a Nicola Pacitti, giovane colle-se amante degli animali e di cavalli, pre-maturamente scomparso.La manifestazione è stata organizzatanell’ambito dell’ottava edizione delRaduno equestre “Memorial SanteScarselli e Nicola Pacitti”, tenutasi sullesponde del lago di Castel San Vincenzodal 18 al 20 maggio.Fin dalle prime ore del mattino tutta l’a-rea intorno al monastero è stata letteral-mente invasa dalle popolazioni deiComuni dell’Alta Valle del Volturno chenumerose sono accorse per assistere all’evento.Verso le 10,30 un vero e proprio corteostorico medievale ha fatto il suo ingres-so nell’ampio spazio limitrofo all’Ab-bazia.Cavalli bardati e cavalieri vestiti conabiti antichi sono stati preceduti dalgruppo degli sbandierarori della Città diCampobasso, anch’essi in costume d’e-poca. Alla cerimonia hanno preso parteanche gli Scouts della Sezione diIsernia, la Confraternita di S. Erasmodi Rocchetta a Volturno e il parrocco diCastel San Vincenzo Don Andrea Scala,il quale ha anche officiato la S. Messaall’aperto. Scambio di doni infine tra il Presidentedell’Associazione e Madre MiriamBenedict, Priora dell’Abbazia.Il tutto ha avuto termine con il graditorinfresco offerto a tutti i partecipantidalle ospitali monache di San Vincenzoal Volturno.

SSLa copertina del volume.

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L’ affollatissima Basilica di San Vincenzo al Volturno: in primo piano, le Autoritàed i sindaci dei paesi dell’Alta Valle del Volturno.

La Rev.ma Madre M. Benedict e S.E. l’Abate di Montecassino Don B. D’Onorio.

La Rev.ma Madre M. Benedict mentrerinnova i voti monastici.

S. E. l’Abate Don Bernardo D’Onorio.

La Rev.ma Madre M. Benedict riceve dal Presidente dell’Associazione Dott. DinoRicci la prima copia del volume “Le Benedettine di San Vincenzo al Volturno”.

FOTOSTORIA DEL GIUBILEO DI MADRE MIRIAM BENEDICT FOTOSTORIA DEL GIUBILEO DI MADRE MIRIAM BENEDICT

Il musicista Piero Ricci omaggia laR.ma Madre Miriam Benedict.

Per diventare Soci dell'Associazione Amici di San VincenzoOnlus è necessario fare domanda di adesione riempendol'apposita Domanda di Ammissione. La quota di iscrizione (come da art. 9 dello Statuto) è fissatain Euro 25,00 per Socio Ordinario, in Euro 50 ed oltre perSocio Sostenitore e in Euro 10,00 per Socio Privilegiato.Quest’ultima quota è riservata a studenti di ogni ordine egrado, compresi gli universitari fino a 30 anni; ai diversa-mente abili; ai pensionati sociali e ai disoccupati. La doman-da va compilata e firmata sia nella parte superiore che inquella inferiore, quindi la parte superiore deve essere rita-gliata e spedita insieme con la ricevuta del versamento di c/cpostale o bonifico bancario al seguente indirizzo:Associazione Amici di San Vincenzo al Volturno onlus c/oDino Ricci - Via Emilia, 7 - 86170 Isernia - Tel. 0865 412608(Segreteria)

c/c Postale n. 54604921 (Ufficio Postale di Isernia)c/c Bancario n. 8726 - Abi 1005 - Cab 15600

(presso BNL Agenzia di Isernia)PER ULTERIORI INFORMAZIONI,

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