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TRE STRADE FANNO UNA ISTITUTO COMPRENSIVO DI SASSO MARCONI La cultura alimentare Scuola Primaria di Capoluogo classi 2^A-2^C a.s.2012-2013

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TRE STRADE FANNO UNA

ISTITUTO COMPRENSIVO DI SASSO MARCONI

La cultura alimentare

Scuola Primaria di Capoluogo

classi 2^A-2^C

a.s.2012-2013

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PRESENTAZIONE

Ed eccoci al terzo incontro del Progetto denominato ‘Tre

strade fanno una’ : il percorso finale, ma non per questo

meno significativo. E’ la strada del cibo, quello legato alla

nostra tradizione alimentare, che abbiamo percorso, in modo

meno evidente, ma costante, per tutto l’anno scolastico.

Il cibo: un valore assoluto, legato al tempo, e allo spazio. Non

potrebbe essere diversamente.

Così, ripercorriamo assieme questa strada, con i nostri

bambini e le nostre bambine, così come noi l’abbiamo vissuta.

Maestra Michela

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INDICE Come si mangiava

La castagna

Al castagneto di Rio Verde

Dai nonni al Centro Anziani

La cucina

Il Mulino del Dottore

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Oggi basta entrare in un supermercato per

acquistare ciò che serve per mangiare, insieme a

tante cose di cui potremmo fare a meno.

Un tempo, invece, buona parte del lavoro dei

campi o quello delle donne in casa serviva a

procurarsi o a preparare il cibo.

Pochi soffrivano davvero la fame, ma non c’era

tanta scelta: polenta, pane nero, castagne (molto

importanti per i nostri nonni!), formaggio, e

poco altro. Naturalmente c’era la frutta, colta

direttamente dagli alberi e la verdura dell’orto.

La carne era solo per i giorni di festa o, magari,

per la domenica.

COME SI MANGIAVA

Il pane si faceva una volta a settimana e doveva durare per tutti e sette i giorni…

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Le nonne ci hanno raccontato che un tempo il

castagno era importantissimo per le famiglie

contadine delle nostre zone, tanto da essere

chiamato ‘l’albero del pane’: non solo perché con

la farina delle castagne seccate al calore del fuoco

(e con tanto fumo) si produceva poi la farina con

cui fare il pane, ma anche perché di questo albero

si usava proprio tutto: naturalmente i frutti, poi il

legno nelle recinzioni, le foglie come letto per le

mucche, i funghi che

crescevano tra le radici……

Spesso le castagne bollite erano la merendina del

mattino per gli scolari e la minestra di castagne

era il pasto della sera.

LA CASTAGNA

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LA PREPARAZIONE….

La nonna ci ha anche

detto che per avere le

castagne tutto l’anno

bisognava ‘annegarle’

(cioè farle stare 8 giorni

nell’acqua) o seccarle in

stanze speciali chiamate

seccatoi, dove ogni tanto

dovevano essere girate e

rigirate per farle

asciugare bene..Cliccando sul tasto si ritorna all’indice

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AL CASTAGNETO DI RIO VERDE

Un bel giorno di novembre

siamo andati al castagneto di

Rio Verde per dedicarci alla

raccolta dei marroni, proprio

come facevano i nostri nonni

e i bisnonni prima di loro.

Ma per noi è stato quasi un

gioco…

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LE FOTO DELL’USCITA….. 

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LE IMPRESSIONI…La cosa che più mi ha colpito è stata la

casa dei folletti, infatti non mi aspettavo

di trovarla!!

Quando la signora Luì ci ha fatto

assaggiare i prodotti del bosco mi è molto

piaciuta la farina di castagne, con il suo

sapore leggero.

Le caldarroste erano super!!

Mi sono divertita a raccogliere le

castagne, anche se mi sono punta

cinquanta volte!

Insomma, è stata una giornata bella, ma

molto faticosa!! (Beatrice,

2^C)

 

 

Visitare il castagneto di Rio Verde mi è piaciuto perché sono stata all’aria aperta.

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HANNO DETTO……

La farina di castagne sapeva di fumo…..(Luca)

Il miele aveva un sapore delicato…..(Thomas)

Le castagne erano deliziose…. (Lorenzo)

Non mi aspettavo gli assaggi…(Susanna)

C’era un albero strano, come una caverna….(Melissa)

Mi ha colpito il fatto che il fulmine avesse fatto un buco nell’albero….(Federico)

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IL DISEGNO DI MATTEO

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DAI NONNI AL CENTRO ANZIANIDopo qualche racconto, ci siamo

divertiti a preparare i biscotti! Nonna

Mirna ha impastato gli ingredienti e

noi ci siamo dati da fare per tagliare

la pasta con le formine. Presto dal

forno è uscito un profumino

gradevole, di cibo dolce, buono, che

faceva venire l’acquolina in bocca e la

voglia di mangiare…..

I biscotti tiepidi erano davvero

squisiti! Ce n’ erano così tanti che ne

abbiamo ricevuto un sacchetto a testa

da portare a casa!!

Ieri mattina, giovedì, siamo andati al Centro Anziani di Sasso Marconi a trovare i nonni che ci aspettavano per una lezione……di castagne!!

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UNA VOLTA CON LE CASTAGNE SI FACEVANO…. .

Il castagnaccio (torta dolce)

Le castagne bollite (balùs)

Le caldarroste (fruslòt)

Marron glacé

Frittelle

Polenta

Minestra

Farina

Biscotti

Noi abbiamo fatto i biscotti e le mistocchine, (che qui da noi sono come dei biscotti, ma più gonfi e morbidi); un tempo in città assomigliavano a frittelline che venivano cotte da signore , agli angoli delle strade, chiamate, appunto ‘ le mistocchinaie’.

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LA CUCINAParlando del cibo e della

loro preparazione, non si

può non ricordare la cucina,

vero cuore della casa antica.

Anche noi l’abbiamo vista,

ma vista davvero, nella sua

ricostruzione al Museo di

Bentivoglio……

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Naturalmente non c’era l’acqua in

casa e perciò in un angolo doveva

trovare posto il secchio per l’acqua

presa al pozzo con un mestolo per

poter bere. In una parete c’era il

farinaio, un grande mobile che

conteneva tutta la farina (di grano e

di castagne), e nell’altra parete era

posizionata la madia, che serviva per

far riposare e lievitare l’impasto del

pane. Siccome bisognava impastare

un’enorme quantità di pasta (il pane

si faceva in casa una volta a

settimana ) c’era la gramolatrice, uno

strumento che aiutava a lavorare

l’impasto del pane che veniva poi

cotto nel forno, spesso fuori

casa .Sempre in cucina c’erano anche

specchietto e rasoio, perché gli

uomini potessero farsi la barba, visto

che non c’era il bagno.

C’era un grandissimo tavolo, per poter ospitare tutta la famiglia, che in media era formata da dodici persone. L’elemento fondamentale era il grande camino, che serviva per scaldarsi e cucinare. Il fuoco era ravvivato da una specie di ventaglio di piume , e attaccato alla catena c’era il paiolo per la polenta, tenuto fermo dal coppo. Nella parete accanto c’era il buco per i grandi fiammiferi e la cassetta del sale, (utile anche per conservare i cibi) con una croce sul coperchio. Cliccando sul tasto si ritorna

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Finalmente arriva la visita al Mulino

del Dottore, luogo antico e suggestivo

che ha raccontato ai miei bambini e

alle mie bambine di tempi lontani e di

antichi mestieri.

Competenze che si stanno perdendo,

ma fortunatamente c’è chi crede

ancora che qualità e sapienza antica

siano valori assolutamente moderni……

Lì al mulino non si può che essere

d’accordo

IL MULINO DEL DOTTORE

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LA VISITA AL MULINO

Ieri siamo andati al Mulino del Dottore. Siamo

partiti alle 8,45; abbiamo preso il pulmino e

siamo andati. La signora Marisa, la

proprietaria, ci ha spiegato come funzionavano

i canali e dove finiva l’acqua. Ci siamo divisi in

due gruppi ; la 2^A insieme alla maestra

Agata e la maestra Michela sono andati

all’interno del mulino, mentre noi con la

maestra Grazia e la maestra Elisabetta

abbiamo visitato l’esterno: i campi, la chiesina,

i silos, che sono grandi contenitori…..

(continua….)

Questo e’ il racconto di Antonio….

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Dopo siamo andati a vedere

le ruote, cioè gli ingranaggi.

Andavano velocissimi, con

l’acqua, tanto che io,

Matteo e Lorenzo ci siamo

bagnati. Infine siamo andati

a fare la merenda, abbiamo

giocato un po’ e poi siamo

rientrati a scuola. La cosa

che mi è piaciuta di più

sono stati gli ingranaggi che

andavano velocissimi…..!!

…Poi a gruppetti abbiamo visitato

l’interno del mulino. C’erano le

macine per la farina; il signor Filippo

ci ha spiegato che andavano con

l’acqua che metteva in movimento gli

ingranaggi

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LE FOTOGRAFIE…..

Alla fine eravamo bianchi come il mugnaio!!

Eccoci che guardiamo il grano che si sta macinando…

La tramoggia è collegata alle macine

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CONSIDERAZIONI FINALI

Anche in questo lavoro, come sempre, ho avuto compagni di viaggio preziosi, che mi hanno aiutato. Penso alle colleghe, pazienti (o rassegnate) nei miei riguardi.Penso agli incontri importanti (Raffaela, la signora Marisa del Mulino, le nonne del Centro Anziani), penso alle persone che più volte hanno incrociato la loro strada con la mia (la signora Acquaderni) .Penso di essere stata molto fortunata.

A tutti loro, come sempre, va il mio grazie.Il più grande, naturalmente, è per i miei bambini e le mie bambine.