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Corso di Laurea magistrale (ordinamento ex D.M. 270/2004) in Sviluppo interculturale dei sistemi turistici Tesi di Laurea Trieste: offerta turistica di un patrimonio di Locali e Caffè Storici da valorizzare Relatore Ch. Prof. Jan van der Borg Laureando Francesco Da Ros Matricola 850715 Anno Accademico 2015 / 2016

Trieste: offerta turistica di un patrimonio di Locali e

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Corso di Laurea magistrale (ordinamento ex D.M. 270/2004) in Sviluppo interculturale dei sistemi turistici Tesi di Laurea Trieste: offerta turistica di un patrimonio di Locali e Caffè Storici da valorizzare Relatore Ch. Prof. Jan van der Borg Laureando Francesco Da Ros Matricola 850715 Anno Accademico 2015 / 2016

1

Ai miei genitori per avermi incoraggiato a viaggiare.

2

INDICE

INTRODUZIONE ............................................................................................ 5

CAPITOLO 1 LOCALI STORICI COME OPPORTUNITÀ PER UNA NUOVA OFFERTA TURISTICA ............................................................................................... 81.1 Locali Storici: legame con il turismo culturale ............................................... 101.2 Locali Storici: custodi dello heritage .............................................................. 121.3 Le Associazioni di promozione e tutela dei Locali Storici in Italia ................ 13

1.3.1 Associazione Locali Storici d’Italia .................................................... 141.3.2 Altre Associazioni .............................................................................. 15

CAPITOLO 2 CRITERI PER IL RICONOSCIMENTO DEL TITOLO DI “LOCALE STORICO DEL FRIULI VENEZIA GIULIA” ................................................................. 182.1 L’iniziativa regionale ...................................................................................... 18

2.1.1 Criteri per il riconoscimento dei “Locali Storici” nella regione Friuli Venezia Giulia ............................................................................... 20

2.1.2 Trieste e le altre province del FVG: dati a confronto ......................... 222.1.3 Presentazione della domanda di candidatura per il riconoscimento

(Regione FVG)” ...................................................................................... 272.1.4 Promozione, tutela, valorizzazione (Regione FVG) ........................... 31

2.2 Alcune attività storiche dotate di imprimatur regionale a Trieste. .................. 322.2.1 Il Buffet da Pepi .................................................................................. 332.2.2 Antro del Profumo .............................................................................. 352.2.3 Pasticceria Caffè Pirona ...................................................................... 372.2.4 Farmacia Al Redentore ....................................................................... 402.2.5 Libreria Antiquaria Umberto Saba ..................................................... 41

2.3 Alcune attività commerciali prive di imprimatur regionale ma di valore “storico” per la comunità ............................................................. 44

2.3.1 Drogheria Toso ................................................................................... 442.3.2 Fioreria M. German ............................................................................ 46

CAPITOLO 3 I CAFFÈ STORICI DI TRIESTE .................................................... 483.1 Brevi cenni storici sulle origini del caffè e sulle prime botteghe mondiali .... 483.2 Le prime botteghe del caffè a Trieste .............................................................. 513.3 Relazioni di lavoro e il fenomeno dei “recapiti” nei Caffè di Trieste ............. 533.4 I Caffè Storici di Trieste ancora esistenti ........................................................ 55

3

3.4.1 Antico Caffè San Marco ..................................................................... 553.4.2 Caffè Tommaseo ................................................................................. 613.4.3 Caffè degli Specchi ............................................................................. 633.4.4 Caffè Stella Polare .............................................................................. 673.4.5 Antico Caffè Torinese ......................................................................... 69

3.5 Altri Caffè Storici nazionali ............................................................................ 713.6 Offerta turistica esperienziale e differenziazione ............................................ 73

CAPITOLO 4 I CAFFÈ STORICI VIENNESI ED ALTRI ESEMPI MITTELEUROPEI .... 784.1 Offerta turistica dei Caffè viennesi ................................................................. 784.2 La Caffetteria viennese e il riconoscimento di

patrimonio culturale immateriale ..................................................................... 794.3 Le principali Kaffeehaus Storiche viennesi .................................................... 824.4 Altri Caffè Storici Mitteleuropei ..................................................................... 87

CAPITOLO 5 INIZIATIVE PER LO SVILUPPO TURISTICO NEI LOCALI E CAFFÈ STORICI TRIESTINI ....................................................................... 925.1 Criticità dei Locali e Caffè Storici .................................................................. 925.2 Protocollo d’Intesa Trieste – Vienna, in data 8/04/2016 ................................. 95

5.2.1 Potenziale crescita dell’offerta turistica e ricaduta economica positiva ................................................................. 97

5.3 Caffè Storici e lo sviluppo di un’offerta di turismo creativo .......................... 975.4 Itinerari dei Caffè e Locali Storici a Trieste: consolidamento dell’offerta

culturale-turistica e sviluppo dell’economia locale ........................................ 1005.4.1 Itinerario “Trieste in Tazzina” .......................................................... 1025.4.2 Caffè Storici – Itinerario Viola ......................................................... 1045.4.3 Percorso dei Caffè Letterari .............................................................. 106

5.5 Punti deboli degli itinerari ............................................................................. 1065.6 Proposte di nuovi itinerari turistici ................................................................ 107

5.6.1 Un segmento emergente di mercato a cui rivolgere l’offerta turistica degli itinerari ............................................................. 109

5.7 Progetto di formazione attraverso i laboratori didattici dedicati alle scuole ......................................................................................... 110

CONCLUSIONI .......................................................................................... 111

BIBLIOGRAFIA ......................................................................................... 1141. Fonti ................................................................................................................ 1142. Articoli di giornale .......................................................................................... 117

RIFERIMENTI SITOGRAFICI ........................................................................ 119

ALLEGATO I ............................................................................................ 124

4

ALLEGATO II ........................................................................................... 136

5

INTRODUZIONE

Una breve analisi che ha preceduto questo lavoro ha evidenziato il ruolo centrale

assunto dai concetti di autenticità ed esperienza e quanto questi possano influire nei

processi di scelta turistica al giorno d’oggi. Una valida risposta a questa richiesta può

essere individuata nell’offerta turistica legata alla scoperta e valorizzazione dei Locali

Storici.

Il primo capitolo prettamente introduttivo, è dedicato ai Locali Storici, al loro legame

con l’offerta culturale, ed alle principali Associazioni di promozione e tutela sul suolo

italiano.

Trieste vanta la fortunata presenza di diversi Locali Storici che conservano il carattere

multietnico della città. Tra essi spiccano i Caffè Storici i quali, situati nel cuore cittadino,

costituiscono un patrimonio storico-letterario-artistico di grande importanza. Queste

attività commerciali, fortemente ancorate alla tradizione e che da diverse generazioni

conservano l’identità del territorio di appartenenza, sono degli angoli talvolta nascosti ma

ricchi di storia, che di sovente il turista non vede e che non compaiono nei percorsi

tradizionali degli accompagnatori turistici.

Dal rilevamento di questi preziosi “monumenti vivi”, emerge il desiderio di

approfondire alcuni aspetti del tessuto commerciale di Trieste, partendo innanzitutto dalle

modalità di attribuzione della “storicità” e individuando i criteri che stanno alla base del

processo.

Il secondo capitolo espone quindi l’iniziativa regionale di riconoscimento delle attività

commerciali meritevoli del titolo di “Locale Storico del Friuli Venezia Giulia”. Essa

sancisce i criteri di identificazione, i requisiti necessari, e le modalità di censimento,

sottolineando inoltre l’importanza che questi Locali rappresentano per il tessuto

regionale. Tale imprimatur conferisce maggior visibilità grazie al rilascio della targa di

certificazione da esporre all’ingresso dell’esercizio e, altresì, di poter beneficiare di

contributi per la tutela e la valorizzazione. Dapprima l’analisi dei grafici elaborati relativi

ai dati dei Locali Storici riconosciuti, evidenzia la loro diffusione sul territorio regionale,

6

mettendo a confronto le rispettive province. In secondo luogo i grafici per tipologia di

attività commerciale e per requisiti soddisfatti, forniscono un’immagine completa ed

esaustiva del censimento. La panoramica presentata di alcune attività commerciali

triestine dotate di imprimatur, aiuta il lettore a comprendere la loro storia, le peculiarità,

la passione, le fragilità, e la perseveranza che le caratterizza, e ad individuare le

potenzialità future nel settore turistico.

Il terzo capitolo, fulcro dell’elaborato, è dedicato ai Caffè Storici di Trieste in quanto

centri vitali di aggregazione che costituiscono altresì degli elementi ottimali di offerta

turistica grazie al loro valore storico-culturale. Nel corso degli anni, come testimonia

l’excursus storico riportato, hanno maturato un profondo legame con la città,

caratterizzandone inoltre il fervore letterario grazie alla frequentazione di artisti e scrittori

di fama internazionale. L’antico “rituale del caffè” vissuto in questo suggestivo contesto,

permette inoltre al turista di vivere un’esperienza emozionale di valore, condivisa con i

cittadini.

Nel capitolo seguente ad affiancare i Caffè Storici triestini, viene presentata la Wiener

Kaffeehaus, che sottolinea il legame mitteleuropeo tra Trieste e Vienna e la comune

“cultura dei Caffè”. La Caffetteria viennese è un modello di riferimento per la sua

importanza, a tal punto che la propria Wiener Kaffeehauskultur è stata inserita nella Lista

del Patrimonio Culturale Immateriale stilata dalla Commissione Austriaca per

l’UNESCO. Costituisce inoltre una delle offerte turistiche principali della destinazione

Vienna.

La parte finale dell’elaborato mette in luce una serie di problematiche che minano

l’esistenza dei Locali e Caffè Storici e sottolinea altresì l’importanza del turismo come

strumento strategico per la loro difesa. Il turismo può essere considerato la chiave per il

benessere economico di queste storiche attività poiché attraverso l’aggregazione di Locali

e Caffè, che ora risultano sconnessi sul mercato, permette di creare un piano di

promozione ed un prodotto di valore attirando nuovi potenziali visitatori.

Tra i progetti futuri che riguardano la loro valorizzazione, viene presentato il recente

Protocollo d’Intesa Trieste-Vienna a ribadire il legame tra le due municipalità, e che

persegue tra i suoi obiettivi principali lo sviluppo di sinergie turistiche, come la

programmazione di eventi da realizzare nei rispettivi Caffè e città. Altro aspetto

analizzato, è l’offerta creativa che alcuni Caffè Storici triestini hanno recentemente

7

introdotto nel loro programma, e come questa risulti una preziosa occasione per la

costruzione di una proposta più completa e coinvolgente sia per la comunità locale che

per i turisti. In ultima battuta, alla presentazione ed allo studio degli itinerari già esistenti

dedicati ai Locali Storici, sono integrate alcune proposte e suggerimenti al fine di

migliorare e potenziare l’offerta turistica.

In sintesi, gli obiettivi principali dell’elaborato prevedono l’individuazione e lo studio

dei Locali Storici di Trieste, in un’ottica di valorizzazione e promozione della loro offerta

culturale e turistica, che possa contribuire al loro benessere economico ed allo sviluppo

del turismo in città. Un’offerta non convenzionale ma innovativa che si focalizza in

particolar modo sul turismo esperienziale e sul turismo creativo.

8

Capitolo 1 LOCALI STORICI COME OPPORTUNITÀ PER UNA NUOVA

OFFERTA TURISTICA

L’aggettivo “storico” deriva dal latino historĭcus e si riferisce a ciò

«che ha per oggetto la storia; che è proprio della storia; che risale ad un’epoca passata; che è realmente accaduto o esistito; vero; accertato e che quindi non si può mettere in dubbio; che merita di essere tramandato, di passare ai posteri per la sua importanza.»1

Si è soliti pensare al “Locale Storico” come un’attività commerciale che ha saputo

sopravvivere nel tempo e mantenere inalterata la propria identità, conciliando il passato

con il presente. Queste attività commerciali racchiudono una piccola parte della storia del

Paese nel quale si trovano e sono considerate di valore storico da istituzioni, cittadini e

turisti. Non si tratta di un semplice caso che spesso i loro nomi compaiano all’interno

delle guide turistiche di diverse destinazioni mondiali. A partire dal Nuovo Continente,

nella città di New York, la White Horse Tavern situata nel Greenwich Village e fondata

nel 1880, è divenuta famosa negli anni cinquanta grazie alla frequentazione di Dylan

Thomas, Bob Dylan e Jim Morrison.2 In Inghilterra a Nottingham, il Ye Olde Trip to

Jerusalem, fondato nel lontano 1189 d.C e scavato in gran parte nella roccia, è uno dei

pub più antichi del Paese.3 Altrettanto noti sono il pub londinese Mayflower, risalente al

sedicesimo secolo,4 e il Prospect of Whitby del 1520, il pub più antico situato lungo il

Tamigi e famoso per aver ospitato Charles Dickens, Samuel Pepys e celebrità del mondo

dello spettacolo degli anni sessanta come Kirk Douglas e Paul Newman.5 Anche l’Irlanda

del Nord annovera molti locali antichi tra cui il Crosskeys Inn nella contea di Antrim,

1 Treccani.it http://www.treccani.it/vocabolario/storico/ 2 Katherine FLYNN, “New York City’s White Horse Tavern”, National Trust for Historic Preservation

(2015) – Ultima consultazione febbraio 2016 https://savingplaces.org/stories/historic-bars-new-york-citys-white-horse-tavern/#.Vsh2MMfiRLx)

3 Ye Olde Trip to Jerusalem – Ultima consultazione febbraio 2016 http://triptojerusalem.com/the-pub/ 4 The Mayflower – Ultima consultazione febbraio 2016 http://www.mayflowerpub.co.uk 5 Taylor Walker – Ultima consultazione febbraio 2016 http://www.taylor-walker.co.uk/pub/prospect-of-

whitby-wapping/c8166/

9

costruito nel 1654 e singolare per le sessioni di musica tradizionale irlandese che animano

i suoi interni.6 Nella Repubblica d’Irlanda il Sean’s Bar, risalente al 900 d.C, è attestato

come il pub più antico d’Europa7; altrettanto prestigioso è il Brazen Head a Dublino,

datato 1198.8 In Spagna a Madrid il ristorante La Bola, che vanta più di cent’anni di vita,

propone piatti tipici della cucina castigliana ed è rinomato per il cocido madrileno.9

Gli esempi sopracitati sono solo alcuni dei moltissimi Locali Storici presenti sul suolo

mondiale.

In un contesto socio-economico italiano sempre più frenetico ed in continua

trasformazione, le storiche attività rappresentano dei “monumenti vivi”10 ancorati alla

tradizione, così come alle loro peculiarità e al savoir-faire, mantenendo viva l’identità del

territorio di appartenenza. Si tratta spesso di proprietari di botteghe, drogherie, farmacie,

caffetterie, confetterie, coltellerie, pasticcerie, profumerie, negozi di arredamento e di

tante altre categorie merceologiche, da quelle più note, ad altre meno usuali che risultano

essere perlopiù sconosciute alle nuove generazioni.11

Si contraddistinguono dai comuni Locali grazie alle conoscenze del mestiere che si

tramandano di generazione in generazione all’interno di un “piccolo regno” caratterizzato

da arredi d’epoca, banconi in legno, strumentazioni specifiche, fotografie datate e

dall’accoglienza dei proprietari che con i loro aneddoti e la volontà di raccontarsi e farsi

conoscere, intrattengono clienti e curiosi.

Titolari e gestori, grazie alla loro tenacia e alla perseveranza, conservano il

«patrimonio imprenditoriale, sociale e culturale […] degli esercizi storici che è parte

integrante della storia della città e contribuisce a sviluppare e a radicare un collettivo

senso di appartenenza e di identità negli abitanti»12

6 Ireland.com – Ultima consultazione febbraio 2016 http://www.ireland.com/it-it/itinerari/itinerari-

turistici/i-pub-più-antichi/ 7 whyGo IRELAND – Ultima consultazione febbraio 2016 http://www.irelandlogue.com/best-of/seans-

bar-athlone-oldest-pub-in-ireland.html 8 The Brazen Head – Ultima consultazione febbraio 2016 http://www.brazenhead.com 9 La Bola Taberna – Ultima consultazione febbraio 2016 http://labola.es 10 Camera di Commercio di Milano – Ultima consultazione febbraio 2016

http://www.mi.camcom.it/upload/file/1347/673989/FILENAME/Costa.pdf 11 Sito Regione Lombardia – Ultima consultazione febbraio 2016 http://www.test-

nuovoportale.lispa.it/wps/portal/HP/Servizi-e-informazioni/dettaglioRedazionaleServizi/cittadini/turismo-e-tempo%20libero/fare-acquisti/red-fare-acquisti-negozi-storici-cmt

12 Camera di Commercio di Milano – Ultima consultazione febbraio 2016 http://www.mi.camcom.it/upload/file/1347/673989/FILENAME/Costa.pdf

10

1.1 Locali Storici: legame con il turismo culturale

Il turismo è una risorsa preziosa per il territorio e la diversità degli elementi peculiari

che costituiscono le componenti di attrattiva di una destinazione, permettono di attirare

visitatori spinti da molteplici motivazioni, offrendo di conseguenza differenti tipologie di

turismo. È opportuno sottolineare che, come sostiene Roberta Radini, il turista

contemporaneo di leisure ma anche di business, tendenzialmente organizza la propria

esperienza di viaggio inserendo beni e servizi di tipo culturale, quali visite ai musei,

monumenti, percorsi enogastronomici, ma inoltre si concede momenti di shopping, di

cura del proprio corpo e di svago.13 I Locali Storici da un lato sono classificabili come

servizi correlati all’offerta turistica di una determinata destinazione, rispondendo quindi

ai comuni bisogni dei turisti quali lo shopping, l’acquisto di prodotti tipici locali e le pause

di ristoro. Dall’altro lato essi possono fungere da attrattiva turistica andando ad

implementare l’offerta culturale della destinazione o essere motivo stesso di spostamento

turistico.

Essi possono essere infatti inseriti nell’offerta di turismo culturale in quanto le ultime

tendenze rivelano che il turista culturale non si limita ad usufruire di monumenti, musei,

eventi folkloristici, spettacoli teatrali, bensì visita anche Caffè, ristoranti tradizionali,

negozi e cantine che vengono segnalati nelle guide turistiche in virtù del loro pregio

artistico e/o del legame con il passato di un luogo. Da ciò si evince che i Locali Storici

rappresentano delle attrattive informali che vanno ad aggiungersi a quelle convenzionali,

offrendo ai turisti un’opportunità nuova di scoprire la città, la sua storia e le tradizioni più

antiche, gustando prodotti tipici realizzati con ricette originali e apprezzando l’artigianato

locale.14 Il turista si trova pertanto di fronte ad un patrimonio culturale tangibile ma allo

stesso tempo ad un patrimonio culturale immateriale costituito, appunto, dai modi di

vivere e dalle tipicità enogastronomiche locali.

La United Nations World Tourism Organization (UNWTO) nel 1985 ha definito il

turismo culturale come uno spostamento di persone spinte da motivazioni culturali, visite

13 Roberta GARIBALDI, Il turismo culturale europeo: prospettive verso il 2020 (FrancoAngeli 2012), 18. 14 Ministero dei Beni e delle Attività culturali – Ultima consultazione marzo 2016

http://www.beniculturali.it/mibac/multimedia/MiBAC/documents/1266332066827_OpuscDef_bassa.pdf

11

a siti e monumenti, viaggi per studiare la natura, il folklore, le arti e la storia di un Paese.

In quest’ottica il turismo culturale viene considerato uno strumento volto alla

comprensione ed interpretazione di un determinato contesto locale e le storiche attività

che rappresentano un punto di riferimento sociale, culturale ed economico per la

collettività di appartenenza, costituiscono la fonte d’analisi. Riprendendo quanto già

affermato in precedenza, il concetto di turismo culturale che tradizionalmente era

collegato alla visita di un monumento, di un museo o di un centro storico, si è ampliato

abbracciando una nuova vasta gamma di esperienze che il turista desidera “vivere” nel

luogo selezionato. Il turismo culturale, attraverso il suo dinamismo, è un fenomeno in

continua crescita e i suoi potenziali orizzonti risultano essere notevoli.15 L’acquisto

all’interno di un Locale Storico, il consumo di un pasto o di una bevanda, così come una

veloce visita, possono trasformarsi in esperienze culturali. Queste storiche attività

commerciali sono infatti degli esempi viventi di cultura e di tradizioni, che possono

contribuire alla comprensione profonda dell’identità del luogo e della sua gente, delle

abitudini di una comunità e altresì dei suoi prodotti enogastronomici. Per di più il turista

culturale urbano, come sostiene Enrico Ercole, è «in cerca di distinzione ma anche di

senso e autenticità attraverso la sua esperienza turistica, sia essa legata alla cultura “alta”

oppure alla cultura “popolare” oppure alla cultura intesa come stile di vita, oppure a un

mix di esse».16 I Locali Storici rispondono perfettamente a questa domanda di autenticità

poiché come si è visto, oltre a mantenere la loro identità da diverse generazioni ed il

legame con il territorio, si caratterizzano in modo particolare per un dialogo continuo con

la sua gente. Quest’ultimo aspetto consente al turista di avere una profonda e vera

conoscenza della cultura del luogo e della sua comunità, grazie all’intreccio relazionale

genuino e spontaneo che si crea tra comunità locale e turisti. Tale ricerca di autenticità e

conoscenza profonda attraverso un’immersione nella cultura locale può essere definita,

come teorizzato da Emilio Becheri, come “Sindrome di Herman Hesse”. Becheri ricorda

infatti l’episodio in cui il giovane H. Hesse, in visita a Firenze, il dieci aprile 1901 decise

di stracciare la guida turistica Baedeker (manuale d’eccellenza in quell’epoca), al fine di

abbandonare le classiche attrattive per turisti, dedicandosi alla scoperta di luoghi

15 Roberta GARIBALDI, Il turismo culturale europeo: prospettive verso il 2020 (FrancoAngeli 2012), 28. 16 Ivi, 18.

12

“nascosti” e punti di ritrovo della società fiorentina, vivendo in modo più autentico e

intenso i suoi usi, costumi e tradizioni gastronomiche.17 Un desiderio quindi da parte del

turista di vivere un un’esperienza di turismo autentico e reale, confondendosi con la gente

locale e vivendo in modo più profondo la città anche grazie al suo tessuto commerciale,

al fine di capirla e non limitarsi alla visita delle classiche attrattive turistiche ed al mero

acquisto di oggetti e ricordi appositamente confezionati.

Anche nei loro aspetti storici tali Locali sono testimonianza di un passato di

avvenimenti legati al territorio e talvolta, come nel caso dei Caffè Storici, sono stati dei

punti di ritrovo di personaggi illustri legati al mondo politico, artistico e letterario. I Caffè,

infatti, come si vedrà in seguito nel caso di Trieste, vantano la fortuna di poter conciliare

la loro componente storica con quella letteraria, per cui si inseriscono perfettamente nel

turismo culturale e nella sua sottocategoria di turismo letterario.

1.2 Locali Storici: custodi dello heritage

Per heritage si intende un legame con il passato che rappresenta un’eredità degna di

essere trasmessa alle generazioni presenti così come a quelle future, sia in termini di

tradizioni culturali che di oggetti materiali.18 La conservazione di tali elementi richiede

un processo di selezione del passato da parte di una società e da ciò ne consegue una

sostanziale discrepanza tra componenti che si desiderano conservare a discapito di altre.

Tali elementi diventano quindi “heritage” solo in seguito al significato sociale ad essi

attribuito da una comunità.

I criteri di selezione non sono costanti ma mutano nel tempo e nello spazio. Prentice

individua l’esistenza di una distinzione di heritage: risorse immobili tangibili (edifici,

aree naturali), risorse mobili tangibili (oggetti museali) e intangibili (valori, usi e costumi

ed eventi culturali).19 Tunbridge e Ashworth sostengono che nell’ultimo decennio la

parola “heritage” ha assunto varie dimensioni abbracciando non solo il mero concetto di

17 Emilio BECHERI, Il turismo a Firenze, un modello per le città d’arte (Mercury 1995). 18 Dallen J. TIMOTHY, Stephen W. BOYD, Heritage e Turismo (Hoepli 2007), 1. 19 Richard C. PRENTICE, Tourism and Heritage Attraction (Routledge 1993).

13

eredità o lascito20 ma considerando, come afferma Graham, «qualunque tipo di relazione

intergenerazionale».21

I Locali Storici entrano a far parte di questo patrimonio che negli ultimi anni è stato

rivalutato attraverso il senso civico dei cittadini, la sensibilità dei Comuni e delle Regioni

e il prezioso contributo delle Associazioni finalizzate alla tutela del patrimonio culturale.

Va inoltre considerato il valore economico ricavato dall’attività di tali esercizi sul suolo

cittadino e il valore sociale che contribuisce al mantenimento del senso di identità

individuale e collettivo. La loro attività insita nel tessuto urbano da molti anni, il loro

pregio architettonico, storico, artistico e culturale, diventano quindi elementi

imprescindibili e degni di essere valorizzati e tutelati in quanto “heritage”. Le

Associazioni di tutela del patrimonio culturale, così come le Associazioni dei Locali

Storici, costituiscono dei punti di riferimento assai preziosi per la sopravvivenza di questo

patrimonio. La loro diffusione si attesta in buona parte d’Italia, in modo particolare nelle

città storiche.

1.3 Le Associazioni di promozione e tutela dei Locali Storici in Italia

Le Associazioni finalizzate alla tutela del patrimonio culturale, svolgono un ruolo di

grande importanza nell’individuazione e segnalazione ai comuni dei Locali meritevoli di

essere censiti, fornendo inoltre supporto nella preparazione della documentazione

necessaria. Altro aspetto rilevante del loro operato è la tutela e la promozione, anche a

scopi turistici, delle attività storiche affinché possano mantenere inalterate le proprie

caratteristiche e imporsi sul mercato. Dal lavoro di ricerca riguardante le Associazioni

presenti sul suolo nazionale e legate ai Locali Storici, si evince che ciascuna di esse, in

molti casi, ha dei criteri differenti di riconoscimento-selezione dei propri associati.

Nonostante ciò, gli obiettivi perseguiti risultano essere i medesimi.

20 J. E. TUNBRIDGE, Gregory John ASHWORTH, Dissonant Heritage: The management of the past as a

resource in conflict (J. Wiley 1996). 21 Brian J. Graham, Gregory John Ashworth, J. E. Tunbridge, A Geography of Heritage: Power, culture

and economy (Arnold 2000).

14

La DMO può beneficiare del contributo delle Associazioni che grazie alla tutela ed

identificazione dei Locali, raggruppano una serie di attrattive storiche che possono essere

messe insieme per la creazione di un’offerta turistica.

1.3.1 Associazione Locali Storici d’Italia

L’Associazione Locali Storici d’Italia (Hystorical Places of Italy), costituita

ufficialmente nel 1976 dal giornalista Enrico Guagnini e da Angelo Pozzi, si prefigge di

tutelare e valorizzare i più antichi e prestigiosi Locali italiani che hanno rappresentato un

ruolo significativo nella storia d’Italia. Il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività

Culturali, così come gli sponsor, contribuiscono alla vitalità dell’Associazione

supportando gli autofinanziamenti dei soci.22

Per quanto concerne l’iscrizione di un nuovo membro, lo statuto dell’Associazione

prevede l’ammissione dei Locali «che hanno almeno settant’anni di vita e sono stati

protagonisti o artefici di pagine della storia d’Italia attraverso gli avvenimenti di cui sono

stati sede e i personaggi che li hanno frequentati».23

A seguito di una verifica comprovante l’esistenza dei suddetti criteri, il Consiglio

direttivo decide l’inserimento del nuovo associato. La domanda di ammissione può essere

presentata direttamente dal titolare del Locale o attraverso la segnalazione di altri soci,

stampa e clienti. I Locali iscritti all’Associazione sono 240. Essa comprende hotel,

ristoranti, caffetterie, confetterie-pasticcerie presenti sul suolo italiano, ed una minoranza

di “soci corrispondenti”, ovvero attività ubicate all’estero «di grande prestigio e di

tradizione italiana, per fondazione, per gestione o per ceppo linguistico».24

Uno dei punti cardine, soprattutto sul versante turistico, è la Guida Locali Storici

d’Italia, giunta nel 2016 alla sua quarantesima edizione e disponibile in lingua italiana ed

inglese. Grazie alla direzione del giornalista Claudio Guagnini e del pittore Gianni Renna,

così come al suo leitmotiv, rappresenta una Guida unica nel suo genere, dedicata ai turisti

ed agli amanti della cultura e delle tradizioni. Al suo interno sono elencati ed analizzati i

22 Locali Storici d’Italia – Ultima consultazione: febbraio 2016

http://www.localistorici.it/it/pages/static/name/chiSiamo 23 Ibidem 24 Ibidem

15

240 Locali Storici attraverso il racconto del passato, la descrizione delle peculiarità,

ripercorrendo inoltre i passi dei personaggi illustri della storia che hanno animato gli

interni di questi edifici lasciando un segno indelebile del loro passaggio. Altro punto di

forza della Guida è costituito dagli itinerari tematici che, a partire dal 2011, hanno

contraddistinto ogni successiva edizione.25

1.3.2 Altre Associazioni

Esistono molte altre Associazioni minori che operano sul territorio regionale,

provinciale, comunale, svolgendo un ruolo rilevante.

Nel 2008, per volontà di cinque titolari di attività storiche, nasce l’Associazione dei

Negozi Storici di Eccellenza di Roma che prevede tra alcuni dei suoi obiettivi la tutela,

lo sviluppo e la divulgazione delle attività commerciali storiche di eccellenza romane, la

promozione di iniziative per valorizzare il centro storico di Roma così come le attività

stesse e la creazione di una sinergia tra Comune e Istituzioni per rendere conosciute, anche

grazie ai circuiti turistici, queste “realtà” a livello mondiale.26

L’Associazione prende in esame due tipologie di attività commerciali, distinguibili in

base ai seguenti criteri:

a) Negozio storico di eccellenza: l’attività commerciale, gestita dalla stessa famiglia da almeno 3 generazioni per oltre 70 anni nello stesso settore merceologico, anche se non nello stesso locale, ma sempre all’interno del perimetro “città storica”.

b) Attività storica di eccellenza: l’attività commerciale, gestita dalla stessa famiglia da almeno 3 generazioni per oltre 70 anni nello stesso settore merceologico, anche se non nello stesso locale, ma sempre all’interno del perimetro “città storica”.27

Altra Associazione operante nel Comune di Roma è l’Associazione Botteghe Storiche

che, a differenza della precedente, accoglie le botteghe che «operano da oltre 50 anni

25 Locali Storici d’Italia – Ultima consultazione: maggio 2016

http://www.localistorici.it/it/pages/static/name/guida 26 Roma Associazione Negozi Storici di Eccellenza – Ultima consultazione febbraio 2016

http://www.negozistoricieccellenza.it/it/negozi.html 27 Ibidem

16

nella città di Roma. Ne sono incluse anche quelle che, per motivi funzionali o

commerciali, non hanno potuto conservare le strutture di origine o hanno dovuto spostare

la loro sede».28 A partire dal 2015 è stato realizzato il “Botteghe Storiche Magazine”, una

guida orientativa per i turisti e per i cittadini romani, con il principale scopo di raccontare

e documentare questo patrimonio locale. La guida è disponibile in lingua italiana ed

inglese ed è reperibile presso alcuni hotel e il circuito Botteghe Storiche di Roma.29

L’Associazione Esercizi Storici, Tradizionali e Tipici Fiorentini, nasce nel febbraio

2013 per volontà degli imprenditori Gherardo Filistrucchi e Elisabetta Bongi, con il

supporto di una cinquantina di altri soci fondatori. L’Associazione gode inoltre del

gemellaggio con l’Associazione Negozi Storici di Roma, precedentemente citata, e con

l’Associazione Osservatorio Mestieri d’Arte (OMA) finalizzata all’informazione,

conservazione e promozione del settore dei mestieri d’arte legati alle loro antiche

tradizioni.�

Per l’inserimento di un nuovo socio è necessario che questi sia già iscritto all’Albo degli

Esercizi Storici del Comune di Firenze e che venga successivamente presentata una

domanda, tramite apposito modulo, al Consiglio Direttivo dell’Associazione, il quale

valuterà l’eventuale approvazione della richiesta.30

A Padova nel 2006 viene costituita la Fondazione Negozi Storici di Padova con lo

scopo di difendere e tutelare i negozi padovani testimonianza di tradizione, qualità e

cultura, grazie ad un lavoro di censimento congiunto con la Camera di Commercio di

Padova. Tale operato ha portato nel 2008 alla realizzazione della prima guida delle attività

storiche di Padova, per poi giungere ad un’edizione su scala provinciale negli anni 2009

e 2010.31

28 Associazione Botteghe Storiche Roma – Ultima consultazione febbraio 2016

http://www.botteghestoricheroma.com/botteghestoriche-chi-siamo 29 CNA Roma – Ultima consultazione marzo 2016 http://www.cna.it/notizie/nasce-botteghe-storiche-

magazine 30 Associazione Esercizi Storici Tradizionali e Tipici Fiorentini – Ultima consultazione febbraio 2016

http://www.esercizistoricifiorentini.it 31 Confesercenti Padova – Ultima consultazione febbraio 2016

http://www.confesercenti.pd.it//index.php?option=com_content&view=article&id=1882&Itemid=109

17

Altro esempio nella regione Veneto è rappresentato dall’Associazione Botteghe

Storiche di Vicenza.32

Siamo di fronte ad una realtà caratterizzata da una moltitudine di Associazioni su scala

nazionale, provinciale e comunale, che si occupano della tutela, valorizzazione e

promozione turistica dei Locali Storici ma, come asserito in precedenza, i criteri di

affiliazione e quindi il riconoscimento della “storicità” risultano essere differenti. È

pertanto corretto interrogarsi sull’eventuale esistenza di una serie di parametri uniformi e

su scala maggiore, che permettano di individuare e riconoscere i Locali Storici. La

risposta è sì ma, come si vedrà in seguito, non esiste un’omogeneità a livello nazionale e

la loro identificazione compete alle rispettive regioni. Il capitolo seguente prenderà in

esame l’iniziativa regionale del Friuli Venezia Giulia, ambito di studio di questo

elaborato, ed i criteri stabiliti per il riconoscimento di tali attività commerciali sul suolo

regionale.

32 Le Botteghe Storiche di Vicenza – Ultima Consultazione febbraio 2016

http://www.botteghestoriche.vicenza.it/index.php

18

Capitolo 2 CRITERI PER IL RICONOSCIMENTO

DEL TITOLO DI “LOCALE STORICO DEL FRIULI VENEZIA GIULIA”

Ci sono attività commerciali la cui storicità viene attribuita tramite criteri provenienti

dalla comunità locale che riconosce in esse, oltre all’anzianità, una parte dell’identità e

della tradizione territoriale. Esse assumono valore socio-culturale in tale contesto

cittadino. Un’altra modalità per un riconoscimento più attendibile e meno soggettivo

invece, può essere rilevata in base ad alcuni Decreti regionali studiati ad hoc per poter

attestare, tramite dei requisiti rigidi, la “storicità”. Questo è il caso dei “Locali Storici del

Friuli Venezia Giulia”. Al fine di una maggior chiarezza è opportuno sottolineare che,

come esposto in precedenza, con il termine “Locali Storici” verranno prese in

considerazione le attività commerciali. Non si farà quindi riferimento al singolo bene

immobile di interesse artistico, storico, archeologico o etnoantropologico la cui verifica

di interesse del patrimonio immateriale appartenente allo Stato, alle regioni, agli enti

pubblici ed alle persone giuridiche senza fine di lucro, ai sensi del decreto legislativo del

22 gennaio 2004 n.42, compete alla Soprintendenza belle arti e paesaggio regionale.

L’operazione di riconoscimento è la fase iniziale che consente di individuare gli

elementi di attrattiva che compongono l’offerta turistica dei Locali Storici di Trieste.

2.1 L’iniziativa regionale

L’Amministrazione regionale FVG, con la collaborazione dei Comuni, dell’Istituto

Regionale per il Patrimonio Culturale con sede a Villa Manin (Passariano di Codroipo -

UD), delle Associazioni di categoria e delle Camere di Commercio, con la legge regionale

5 dicembre 2005 n.29, ha dato il via ad un processo di censimento dei Locali Storici in

possesso degli appositi requisiti stabiliti. Questo progetto, frutto di tale sinergia, ha

portato alla luce diversi esercizi appartenenti alla vita commerciale della città che si fanno

19

garanti della tradizione grazie alla loro continuità che perdura talvolta da diverse

generazioni. L’ex vicepresidente della Giunta regionale, Luca Ciriani, ha espresso la

volontà di identificare tali attività e raggrupparle sotto il marchio distintivo di “Locale

Storico”, ponendo come obiettivo la loro riscoperta, valorizzazione, conservazione della

tradizione commerciale regionale e il mantenimento della vitalità delle aree urbane.33

La possibilità di creare una rete commerciale dei Locali Storici in relazione con il

territorio, permette di raggiungere uno sviluppo del centro urbano all’insegna della

modernità ma nel rispetto della storia, far diventare tali attività conosciute aumentando la

capacità di attrarre nuovi visitatori mediante la promozione di inediti itinerari turistici34

rendendo, di conseguenza, l’offerta turistica regionale più completa ed esauriente.

Il successo di tale iniziativa è comprovato dai dati raccolti nel primo anno e rielaborati

dall’Amministrazione regionale in riferimento alle schede compilate per la domanda di

riconoscimento, dai quali si evince che nelle prime due fasi del censimento, la prima

conclusa il 30/09/07 e la seconda il 30/11/07, vi hanno partecipato 481 soggetti. Dei quali

254 pubblici esercizi di somministrazione, 172 esercizi commerciali, 47 farmacie e 8

attività miste.35 Di queste domande esaminate sono state riconosciute 316 attività alle

quali è stato assegnato il marchio di “Locale Storico del Friuli Venezia Giulia” per l’anno

2007.36

Tale iniziativa di censimento delle storiche attività nel proprio territorio, non è stata

intrapresa solamente dalla regione Friuli Venezia Giulia. Anche la regione Veneto, seppur

con modalità differenti, con la legge regionale 28 dicembre 2012, n.50, ha dedicato l’art.

11 ai luoghi storici del commercio ai fini della loro valorizzazione e promozione di

interventi conservativi. Con la successiva delibera della Giunta regionale 13 maggio

2014, n.696, ha individuato i criteri richiesti per il loro riconoscimento. Altra regione che

ha adottato un’iniziativa simile è la Lombardia con l’attuazione del d.lgs 31 marzo 1998

n.114, e con la successiva D.g.r 20 gennaio 2009, n 8/8886, ha sancito le modalità di

riconoscimento dei propri luoghi storici del commercio. Anche la regione Piemonte con

33 Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Riconoscimento dei locali storici del Friuli Venezia Giulia:

continuità nella modernità (2010). 34 Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Attrattività e valore sociale dei locali storici nel Friuli

Venezia Giulia: La valorizzazione di una risorsa per lo sviluppo del territorio (Impresa fvg 2008). 35 Ivi, 49. 36 Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Riconoscimento dei locali storici del Friuli Venezia Giulia:

continuità nella modernità (2010).

20

la Legge regionale 14 marzo 1995, n.34 ha dedicato l’attenzione a tali esercizi

commerciali, così come l’Emilia Romagna con la Legge regionale 10 marzo 2008, n.5.

Dagli esempi riportati si nota come le attività commerciali storiche rientrino tra gli

interessi di diverse regioni ed inoltre il grado di autonomia che esse godono per lo

sviluppo di tali iniziative di riconoscimento.

2.1.1 Criteri per il riconoscimento dei “Locali Storici” nella regione Friuli Venezia Giulia

Il primo passo fondamentale di questo elaborato è stabilire i criteri di riconoscimento

dei cosiddetti “Locali Storici del Friuli Venezia Giulia”. Dallo studio condotto sui vari

decreti regionali riguardanti le storiche attività, si evince una differenza tra le varie regioni

dei requisiti necessari per il loro riconoscimento e quindi la mancanza di uniformità. A

conseguenza di ciò, differenti saranno i criteri per l’attribuzione della qualifica ma

medesimo lo scopo perseguito, finalizzato alla difesa del patrimonio storico, culturale e

socio-economico del territorio, ed alla sua promozione turistica.

In Friuli Venezia Giulia, con la legge regionale del 5 dicembre 2005, n.29, già citata

in precedenza, e con la successiva delibera della Giunta regionale del 28 luglio 2006,

n.1798, sono stati sanciti i criteri e i requisiti richiesti per l’individuazione delle attività

commerciali di valore “storico”, quali negozi, ristoranti, farmacie.37

I requisiti necessari per ottenere l’imprimatur di locale storico sono i seguenti:38

a. Continuità della gestione per almeno sessanta anni

b. Localizzazione dell’attività all’interno di un edificio di comprovato pregio

architettonico

c. Possesso di arredi e strumenti di valore storico-artistico

È necessario che vengano soddisfatti almeno due requisiti contemporaneamente.39

37 Regione autonoma Friuli Venezia Giulia – Ultima consultazione 30 gennaio 2016

http://www.regione.fvg.it/ravfvg/cms/RAFVG/economia-imprese/commercio-terziario/FOGLIA9/ 38 Ibidem 39 Roberta RADINI, Serenella DORIGO, Federica LUSER, Trieste. Locali storici e botteghe (Trat 2015), 11.

21

Ai sensi della delibera regionale del 23 febbraio 2009, n.376, ai Locali ufficialmente

conferiti del marchio di “Locale Storico del Friuli Venezia Giulia” verranno consegnate

le apposite targhe da apporre esternamente all’ingresso dell’esercizio, affinché possa

essere prontamente riconosciuta l’appartenenza dell’attività al contesto storico e

tradizionale del luogo.40 La targa nella sua declinazione d’oro sarà assegnata alle attività

che soddisfano contemporaneamente i tre criteri sopraccitati, in caso contrario (due

requisiti soddisfatti), sarà attribuita quella color argento.41 Tali targhe possono essere

considerate un brand ovvero, «un nome, un termine, un simbolo, un design o una

combinazione di questi elementi che identifica i beni o i servizi di un venditore o di un

gruppo di venditori e li differenzia da quelli dei concorrenti».42 Esse infatti consentono ai

Locali riconosciuti di differenziarsi dalle altre attività commerciali diventando inoltre

garanzia di “storicità” rilevata con parametri oggettivi, sottolineando altresì, come detto

in precedenza, lo stretto legame con il territorio. Il logo di Locale Storico diventa

sinonimo di qualità e unicità. Anche in ottica turistica le targhe assumono importanza,

andando ad evidenziare al turista la presenza di queste attività storiche che, in assenza

dell’apposita segnalazione, presumibilmente passerebbero inosservate in buona parte dei

casi.

Figura 1 – Presentazione delle targhe per la definizione di “Locale Storico del Friuli

Venezia Giulia” (Udine 02/03/09) Fonte:

http://www.regione.fvg.it/rafvg/comunicati/comunicato.act?dir=/rafvg/cms/RAFVG/notiziedallagiunta&nm=20090302173832018

40 Regione autonoma Friuli Venezia Giulia – Ultima consultazione 30 gennaio 2016

http://www.regione.fvg.it/ravfvg/cms/RAFVG/economia-imprese/commercio-terziario/FOGLIA9/ 41 RADINI, DORIGO, LUSER, Trieste. Locali storici e botteghe, 11. 42 Philip KOTLER, Marketing Management (Pearson Italia S.p.a. 2007), 336.

22

2.1.2 Trieste e le altre province del FVG: dati a confronto

Dalla rielaborazione dei dati aggiornati all’ultimo censimento effettuato, si evince

come i Locali Storici, con un totale di 428 riconoscimenti, siano una realtà che costella

l’intera regione Friuli Venezia Giulia toccando tutte e quattro le province.

Figura 2 – “Locale Storico del Friuli Venezia Giulia”. Distribuzione per provincia.

Fonte: elaborazione personale. Dati elenco locali storici a maggio 2012 – Allegato A Delibera n.132 30 gennaio 2013. Regione FVG

Sebbene Udine con i suoi 242 Locali sia la provincia che dispone del maggior numero

di certificazioni rispetto alle altre, Trieste, come si vedrà nel grafico successivo, si colloca

al primo posto per il rapporto tra Locali Storici presenti e maggior numero dei tre requisiti

soddisfatti.

23

Figura 3 – “Locale Storico del Friuli Venezia Giulia”. Distribuzione per criteri.

Fonte: elaborazione personale. Dati elenco locali storici a maggio 2012 – Allegato A Delibera n.132 30 gennaio 2013. Regione FVG

Trieste infatti tra i suoi 58 Locali vanta di 26 unità che soddisfano tutti e tre i requisiti

e che possono per cui fregiarsi della targa color oro. Al contrario Pordenone si distingue

come seconda provincia con il maggior numero di storiche attività ma con il rapporto più

basso. Udine in quanto provincia con più Locali riconosciuti, ha naturalmente il maggior

numero sia di attività che soddisfano i tre requisiti sia di quelle che ne soddisfano due ma

il rapporto tra targhe oro e argento è orientato in modo netto verso queste ultime.

I grafici successivi metteranno in luce le differenti tipologie di attività commerciali

storiche presenti nelle diverse province: pubblici esercizi; esercizi commerciali; farmacie;

esercizi misti.

24

Figura 4 – “Locale Storico del Friuli Venezia Giulia”. Distribuzione per tipologia e per

provincia. Fonte: elaborazione personale. Dati elenco locali storici a maggio 2012 – Allegato A Delibera n.132 30

gennaio 2013. Regione FVG

Dall’analisi dei dati dei quattro grafici riportati, si nota la presenza a Trieste di tre

tipologie di attività commerciali storiche riconosciute. Gli esercizi commerciali, con 27

unità, costituiscono la tipologia prevalente mentre i pubblici esercizi (17 unità) e le

farmacie (14 unità) risultano essere quasi in pari ma è rilevante sottolineare l’elevata

25

presenza di quest’ultime che raggiungono poco più del 24% del totale; percentuale

occupata dalle farmacie che è la più elevata delle quattro province considerate. A Trieste

non si riscontra inoltre la presenza di attività miste (P.E+E.C) come invece a Gorizia e

Udine.

Di seguito il grafico unico di confronto tra le varie province.

Figura 5 – “Locale Storico del Friuli Venezia Giulia”. Province a confronto.

Fonte: elaborazione personale. Dati elenco locali storici a maggio 2012 – Allegato A Delibera n.132 30 gennaio 2013. Regione FVG

La lista successiva evidenzia i Locali Storici riconosciuti a Trieste. A differenza di

quanto riscontrato nelle altre provincie, tali attività commerciali sono situate tutte

all’interno dell’omonimo Comune. Per quanto concerne i requisiti, come si vedrà, la

totalità dei Locali Storici triestini soddisfa il criterio A, ovvero la continuità della gestione

per almeno sessanta anni. Anche il requisito B, di localizzazione in un edificio di pregio

architettonico, è presente in tutti i Locali riconosciuti ad eccezione di un singolo caso. Il

requisito meno soddisfatto è il C, che richiede il possesso di arredi e strumenti di valore

26

storico-artistico; probabile manifestazione della difficoltà di preservare gli arredi e di

conciliarli con le esigenze della clientela moderna.

Figura 6 – Lista Locali Storici di Trieste.

Fonte: Direzione centrale attività produttive, turismo e cooperazione. Dati aggiornati al 30 gennaio 2013.

ESERCIZI INDIVIDUATI QUALI "LOCALE STORICO DEL FRIULI VENEZIA GIULIA"Edizioni censimento - anni 2007 e 2008 - (dati aggiornati a gennaio 2010)

1

A B C

032006_001 TS Trieste Antico Caffè San Marco Via Battisti, 18 P.E. 1914 x x x032006_002 TS Trieste Antico Caffè Torinese Corso Italia, 2 P.E. 1921 x x x032006_003 TS Trieste Bar Cattaruzza Piazza Duca degli Abruzzi, 5 P.E. 1938 x x x032006_004 TS Trieste Caffè Tommaseo Piazza Tommaseo, 4 P.E. 1830 x x x032006_018 TS Trieste Calzature Martini Viale XX Settembre, 7 E.C. 1927 x x x032006_019 TS Trieste Calzature Pelletterie Rosini Via Dante, 1 E.C. 1925 x x x032006_024 TS Trieste Farmacia Ai due Mori Capo di Piazza Santin, 2 F. 1750 x x x032006_025 TS Trieste Farmacia Al Cedro Piazza Oberdan, 2 F. 1792 x x x032006_052 TS Trieste Farmacia Al Giglio Via Belpoggio, 4 F. 1924 x x x

032006_026 TS Trieste Farmacia Al Redentore Piazza Cavana, 1 F. 1801 x x x032006_027 TS Trieste Farmacia Al S. Andrea Piazza Venezia, 2 F. 1902 x x x032006_028 TS Trieste Farmacia Al Samaritano Piazza dell'Ospitale, 8 F. 1924 x x x032006_029 TS Trieste Farmacia Alla Basilica Via San Giusto, 1 F. 1913 x x x032006_030 TS Trieste Farmacia Alla Borsa Piazza della Borsa, 12 F. 1779 x x x032006_031 TS Trieste Farmacia Alla Redenzione Piazza Garibaldi, 6 F. 1932 x x x032006_032 TS Trieste Farmacia All'Aquila Imperiale Via Tor San Piero, 2 F. 1630 x x x032006_033 TS Trieste Farmacia Biasoletto all'Orso Nero Via Roma, 16 F. 1821 x x x032006_034 TS Trieste Farmacia de Leitenburg Piazza San Giovanni, 5 F. 1805 x x x032006_020 TS Trieste Giuseppe Maizen Elettricità Via Giulia, 5 E.C. 1920 x x x032006_051 TS Trieste Libreria Antiquaria Umberto Saba Via San Nicolò, 30 E.C. 1904 x x x032006_053 TS Trieste Pasticceria Caffè Pirona Largo Barriera Vecchia, 12 E.C. 1900 x x x032006_021 TS Trieste Pasticceria La Bomboniera Via XXX Ottobre, 3 E.C. 1896 x x x032006_022 TS Trieste Pescheria Davide Viale D'Annunzio, 2 E.C. 1942 x x x032006_023 TS Trieste Profumeria Portici Portici di Chiozza, 1 E.C. 1928 x x x032006_055 TS Trieste Ristorante Bar Harry's Grill Piazza Unità d'Italia, 2 P.E. 1908 x x x032006_054 TS Trieste Silvio Rustia Via Mazzini, 29 E.C. 1925 x x x032006_005 TS Trieste Antica Trattoria Suban Via Comici, 2 P.E. 1865 x x -032006_035 TS Trieste Antonio Bosco Piazza Goldoni, 10 E.C. 1884 x x -032006_036 TS Trieste Antro del Profumo Via Mazzini, 36 E.C. 1926 x x -032006_007 TS Trieste Buffet da Pepi Via Cassa di Risparmio, 3 P.E. 1927 x x -032006_008 TS Trieste Caffè degli Specchi Piazza dell'Unità d'Italia, 7 P.E. 1839 x x -032006_009 TS Trieste Caffè Stella Polare Via Dante, 14 P.E. 1867 x x -032006_037 TS Trieste Calzature Mameli Castiglioni Corso Saba, 2 E.C. 1938 x x -032006_038 TS Trieste Calzaturificio Donda Largo Barriera Vecchia, 5-6 E.C. 1887 x x -032006_058 TS Trieste Carpani Viale XX Settembre 32 E.C. 1934 x x -032006_039 TS Trieste Cavallar Via San Lazzaro, 15 E.C. 1919 x x -032006_040 TS Trieste Cobez Snc Via Nazionale, 30/1 - Opicina E.C. 1904 x - x032006_041 TS Trieste Enoteca Bischoff Via Mazzini, 21 E.C. 1865 x x -032006_010 TS Trieste Ex Urbanis Piazza della Borsa, 15 P.E. 1903 x x -032006_049 TS Trieste Farmacia Al Cammello Viale XX Settembre, 6 F. 1787 x x -032006_050 TS Trieste Farmacia Al Corso Corso Italia, 14 F. 1801 x x -032006_011 TS Trieste Gelateria Arnoldo Viale Miramare, 15 P.E. 1924 x x -032006_057 TS Trieste Guina Via Genova 12 E.C. 1948 x x -032006_013 TS Trieste Menarosti Via del Toro, 12 P.E. 1940 x x -032006_042 TS Trieste Monti Via Mazzini, 27 E.C. 1832 x x -032006_014 TS Trieste Osteria Ai Giardinieri Via Scussa, 3 P.E. 1943 x x -032006_043 TS Trieste Panificio pasticceria cioccolateria Giudici Via Oriani, 9/A E.C. 1937 x x -032006_056 TS Trieste Panificio Pasticceria Romi Via Torino, 30 E.C. 1933 x x -032006_044 TS Trieste Panificio Sircelli Via Gallina, 2 E.C. 1908 x x -032006_045 TS Trieste Pasticceria Penso Via Diaz, 11 E.C. 1933 x x -032006_046 TS Trieste Rigutti abbigliamento uomo Via Mazzini, 43 E.C. 1908 x x -032006_015 TS Trieste Ristorante Al Granzo Piazza Venezia, 7 P.E. 1920 x x -032006_047 TS Trieste Servadei Via Dante, 7 E.C. 1912 x x -032006_048 TS Trieste Smolars Via Roma, 22 E.C. 1872 x x -032006_016 TS Trieste Trattoria Al Moro Via del Destriero, 1 P.E. 1904 x x -032006_017 TS Trieste Trattoria Sociale di Contovello - Drustvena Gostilna Località Contovello, 152 P.E. 1933 x x -032006_059 TS Trieste Gran Bar Italia Piazza Goldoni, 6 P.E. 1935 x x032006_060 TS Trieste Antica Salumeria Masè Via Gallina, 4 E.C. 1915 x x

LEGENDA

REQUISITI D.G.R. 1798/2006

P.E. = Pubblico esercizio E.C. = Esercizio commerciale F. = Farmacia

ANZIANITA' ATTIVITA'

DOCUMENTATA*INDIRIZZO TIPOLOGIA

ATTIVITA'CODICE LOCALE PROV. COMUNE DENOMINAZIONE LOCALE

27

Tuttavia è necessario precisare che la rielaborazione dei dati sopraccitati, così come la

lista presentata, fanno riferimento all’ultimo DGR 30.01.2013, dopo il quale non ci sono

più stati riconoscimenti di nuovi Locali Storici. Su gentile informazione di Scialino Ilaria

della Direzione centrale attività produttive, turismo e cooperazione FVG, si è appurato

che negli ultimi tempi a Trieste è stata notata «sia la cessazione di alcune attività che la

dismissione degli arredi storici». In aggiunta è stato segnalato che «le farmacie “Alla

Borsa” e “Alla Redenzione” non possiedono più gli arredi originali e dovrebbero quindi

essere inserite tra i Locali in possesso di due requisiti di cui alla DGR 1798/2006».

In seguito alla mancanza di dati aggiornati e precisi, relativi ai Locali Storici della

regione, risulta difficile identificare i casi nei quali si sono verificate delle perdite dei

requisiti o addirittura la cessazione dell’attività e quindi la conseguente modifica delle

voci in lista. Sebbene, come sostiene Scialino, la Direzione centrale attività produttive,

turismo e cooperazione, abbia richiesto ai Comuni di segnalare le eventuali variazioni

intervenute, non tutti hanno risposto. Da tali informazioni si può dedurre che il lavoro di

riconoscimento si trovi in una fase di “arresto”, probabilmente per motivi economici ed

oltretutto, talvolta, manca la presenza di soggetti incaricati dai rispettivi Comuni che si

occupino dell’aggiornamento dei dati e del monitoraggio dei cambiamenti subiti dai

Locali Storici.

2.1.3 Presentazione della domanda di candidatura per il riconoscimento (Regione FVG)”

Ai sensi dell’articolo 87 della legge regionale 29/2005, i Comuni provvedono al

censimento dei Locali, rilevando la localizzazione dello stabilimento, la descrizione del

locale e dell’attività svolta, l’inventario degli arredi e strumenti d’epoca così come il loro

stato di conservazione, la datazione del locale e delle attività storicamente significative.

Le spese dei comuni per l’attuazione di tale censimento, sono sostenute da un

contributo regionale fino al 50% della spesa effettuata.43

A sostegno del lavoro di censimento da parte dei Comuni, possono intervenire le

Associazioni per la tutela dei Locali Storici o altre Associazioni con finalità di tutela del

43 Art. 92 legge regionale FVG 29/2005

28

patrimonio culturale, le quali individuano e segnalano ai Comuni, i Locali meritevoli di

essere censiti e collaborano alla preparazione della documentazione necessaria.44

Qualora il Comune non abbia provveduto al censimento, i titolari degli esercizi, così

come le Associazioni finalizzate alla tutela del patrimonio culturale, possono inviare ai

Comuni la documentazione necessaria affinché l’attività sia inserita nel censimento entro

trenta giorni dal ricevimento della stessa.45

Ai sensi dell’articolo 2 comma 52, della legge regionale 24/2009, tale censimento è

soggetto a revisione periodica annua entro il mese di marzo e il mese di settembre.

La copia della documentazione del censimento, effettuato all’interno dei territori

comunali, viene inviata alla Direzione centrale lavoro, commercio e pari opportunità ed

alla Camera di Commercio, Industria, Artigianato, Agricoltura, presenti sul territorio

Friuli Venezia Giulia. L’iter si conclude con la nomina, da parte della Regione, dei Locali

meritevoli del titolo di ‘Locale Storico del Friuli Venezia Giulia’ pubblicandoli sul

Bollettino Ufficiale della Regione.46

Il seguente schema, reperibile nella sezione modulistica, del sito Regionale FVG,

elencherà le linee guida necessarie per la preparazione della documentazione cartacea o

digitale, ai fini del censimento.

44 Art. 87 comma 5, legge regionale 29/2005 45 Art. 87 comma 9, legge regionale 29/2005 46 Regione autonoma Friuli Venezia Giulia – Ultima consultazione 30 gennaio 2016

http://www.regione.fvg.it/ravfvg/cms/RAFVG/economia-imprese/commercio-terziario/FOGLIA9/

29

DOCUMENTAZIONE CARTACEA

Elenco dei locali storici segnalati suddiviso in due livelli di riconoscimento che

identificano i pubblici esercizi commerciali e le farmacie che corrispondono ai tre

requisiti a), b) e c) e quelli che corrispondono al requisito a) e ad almeno uno dei due

requisiti b) o c) – rif. DGR 1798 dd. 28.7.2006 Linee guida

Una o più mappe di inquadramento territoriale in scala 1:5000 (C.T.R.N) o su

cartografia a scala minore con l’individuazione e numerazione di tutti i locali segnalati

(in rosso: pubblici esercizi; giallo: esercizi commerciali; verde: farmacie; azzurro:

attività miste).

Per ogni locale segnalato un fascicolo contenente:

Scheda di censimento compilata in ogni suo campo, sulla base del relativo fac-simile

– rif. DGR 1798 dd. 28.7.2006 allegato A

Relazione tecnica compilata, sulla base del relativo fac-simile, in ogni suo campo –

rif. LR 29/2005 art. 87, comma 3 lett. a.

Documentazione attestante il requisito di anzianità dell’esercizio (almeno 60 anni

di vita), prodotta dalle Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura o

costituita da altra idonea documentazione archivistica, bibliografica, iconograica – rif.

LR 29/2005 art 87, comma 2 lett. c e comma 4.

Inventario di tutti gli elementi significativi (arredi storici, finiture, attrezzature,

strumentazioni storiche, apparati decorativi, insegne storiche) e relativo stato di

conservazione – rif. LR 29/2005 art. 87, comma 2, lett. b.

Fotografie attestanti lo stato di fatto attuale dell’edificio (requisito a), esterno: -

facciata/e, vestrine, ingresso, particolari e apparati decorativi, ecc. – e del locale,

interni: dal generale al particolare compresi arredi storici e strumentazioni storiche

inventariati (requisito b) – rif. LR 29/2005 art. 87, comma 3 lett. a.

Planimetria dello stato di fatto del locale – rif. LR 29/2005 art. 87, comma 3 lett. a.

Documentazione bibliografica: estratti di pubblicazioni a stampa, articoli di riviste,

ecc. citati nella scheda di censimento – in copia.

Documentazione archivistica: documenti d’epoca citati nella scheda di censimento –

in copia.

Documentazione iconografica: fotografie storiche, elaborati grafici d’epoca, ecc.

citati nella scheda di censimento – in copia.

30

DOCUMENTAZIONE DIGITALE (da riportare su cd/dvd)

Elenco dei locali segnalati, di cui sopra, in formato Word.

Inquadramento territoriale dei locali, di cui sopra, in formato JPG o PDF.

Per ogni locale segnalato una cartella contenente:

Scheda di censimento, di cui sopra, in formato Word.

Relazione tecnica, di cui sopra, in formato Word.

Documentazione attestante il requisito dell’anzianità, di cui sopra, in formato JPG

o PDF.

Fotografie, di cui sopra in formato JPG.

Planimetria, di cui sopra, in formato JPG o PDF.

Eventuale documentazione bibliografica, archivistica, iconografica, di cui sopra,

allegata in formato JPG o PDF.

Figura 7 – Linee guida alla compilazione. Fonte: Regione.fvg.it

31

2.1.4 Promozione, tutela, valorizzazione (Regione FVG)

L’articolo 89, comma 2 della legge regionale ed il successivo disciplinamento del 30

ottobre 2007, n.0351/Pres., regolamentano le modalità di ripartizione dei finanziamenti

regionali applicabili unicamente in presenza di due o più Locali Storici in un dato

territorio comunale. 47

I proprietari o aventi diritto dei Locali Storici che hanno ottenuto l’imprimatur

regionale, qualora fossero interessati ad effettuare interventi di tutela, valorizzazione e

restauro, potranno accedere a delle forme di sostegno da parte della Regione nella misura

del 30% della spesa effettivamente sostenuta e di un ulteriore 50% da parte del Comune

nel quale la attività è situata. 48

La domanda di contributo va presentata al Comune con l’apposita documentazione

richiesta e, ricevute tali domande, i Comuni predispongono una graduatoria di contributo

sulla base di tre criteri: importo del progetto, anzianità del Locale ed altri criteri da essi

stabiliti.49

Ai fini della concessione del contributo regionale del 30%, spetta ai Comuni

predisporre un bando per la selezione dei beneficiari presenti sul proprio territorio, con

scadenza annuale non oltre il 31 marzo. La graduatoria definitiva dei beneficiari viene

presentata alla Regione entro il 31 luglio di ogni anno, affinché questa possa erogare il

riparto delle risorse disponibili fra i vari Comuni che hanno presentato i bandi. Il

contributo regionale viene ripartito sulla base di una graduatoria di priorità che considera

il numero dei progetti di tutela e valorizzazione presenti e il numero dei Locali Storici

risultanti dai dati dell’ultimo censimento.50

I Locali Storici che hanno beneficiato del contributo regionale, sono vincolati per un

periodo di 10 anni a partire dalla data di concessione «[…] al mantenimento della

destinazione d’uso, dei caratteri salienti degli arredi, della conformazione degli spazi

47 Regione autonoma Friuli Venezia Giulia – Ultima consultazione 30 gennaio 2016

http://www.regione.fvg.it/ravfvg/cms/RAFVG/economia-imprese/commercio-terziario/FOGLIA9/ 48 Decreto del Presidente della Regione FVG, 30 ottobre 2007, n.0351, art.4, commi 1 e 2. 49 Decreto del Presidente della Regione FVG, 30 ottobre 2007, n.0351, art.6, comma 4. 50 Decreto del Presidente della Regione FVG, 30 ottobre 2007, n.0351, art.7, comma 3.

32

interni, delle vetrine e di ogni altro elemento di decoro, arredo e funzione descritti nella

relazione tecnica come meritevoli di tutela».51

In caso di mancata osservanza di questi vincoli, il contributo viene revocato ed è inoltre

richiesta la restituzione delle somme erogate maggiorate degli interessi.52

2.2 Alcune attività storiche dotate di imprimatur regionale a Trieste.

La fortuna di Trieste ha inizio nel 1719 quando fu dichiarata porto-franco da Carlo VI

d’Asburgo,53 raggiungendo nel 1740 un salto qualitativo grazie a Maria Teresa d’Austria,

attraverso la promozione della navigazione e del commercio, che contribuì notevolmente

al benessere socio-economico ed alla prosperità triestina, trasformando la città adriatica

nello sbocco al mare per eccellenza dell’Impero austriaco. L’economia subì un passaggio

da uno status di pigrizia ed isolamento ad uno status di maggior dinamismo e apertura,54

nonostante la posizione di confine di Trieste ed il suo centro appartato.

Crescono in modo significativo le società banchiere, le attività commerciali, le grandi

compagnie di navigazione e assicurative, e la città inizia a richiamare l’attenzione delle

genti di mezzo continente. «La multi-nazionalità di Trieste non è […] solo un fenomeno

legato a una vocazione mercantile e commerciale, ma è anche determinata dall’influsso

della geografia e della storia».55

Tutt’oggi passeggiando per le vie triestine è possibile respirare un’aria caratterizzata

dalla mescolanza di origini, culture, tradizioni che, grazie ai Locali Storici, vengono

conservate e tramandate.56 Questo “prezioso mosaico” consente agli operatori turistici di

poter creare un prodotto di qualità da offrire ai turisti desiderosi di addentrarsi nel tessuto

commerciale cittadino, favorendo una conoscenza profonda degli usi, costumi e tradizioni

degli abitanti locali e mettendo inoltre in rilievo il carattere multietnico della città.

51 Decreto del Presidente della Regione FVG, 30 ottobre 2007, n.0351, art.8, comma 1. 52 Art. 49 legge regionale 7/2000 53 Girolamo AGAPITO, Descrizione della fedelissima città e porto-franco di Trieste (Lulu.com 2013), 13. 54 Angelo ARA, Claudio MAGRIS, Trieste. Un’identità di frontiera (Einaudi 2014), 74-76. 55 Ivi, 97. 56 RADINI, DORIGO, LUSER, Trieste. Locali storici e botteghe, 7.

33

Di seguito verrà presentata una panoramica di alcune attività storiche di Trieste dotate

dell’imprimatur regionale, senza considerare i Caffè Storici che saranno analizzati nel

capitolo successivo.

2.2.1 Il Buffet da Pepi

Il Buffet da Pepi conosciuto anche come “Pepi S’Ciavo” fino al 1952, ovvero Pepi lo

sloveno come da abitudine triestina dei soprannomi, è una piccola trattoria situata in Via

Cassa di Risparmio.

L’attività fu fondata nel 1897 da Pepi Klajnsic e ha mantenuto la gestione in gran parte

a carattere famigliare anche dopo il decorso dei due Conflitti Mondiali, a seguito di

chiusure, lutti, incendi e depredazioni, finché Emma, moglie di Pepi ed ultima erede

rimasta, nel 1981 cede l’attività.57 Dal 2010 fino ad oggi la gestione del locale è affidata

a Paolo Polla ed il Buffet ha il pregio di aver mantenuto il suo spirito originario anche in

tempi moderni, acquisendo notorietà nazionale e mondiale.

Il celebre giornale d’oltreoceano, The New York Times, il 20 maggio 2007 ha dedicato

un articolo riguardante il Buffet da Pepi esaltando profumi e i sapori dei suoi piatti tipici.58

La cucina di Pepi è di tradizione austro-ungarica e la sua peculiarità consiste nella

particolare tecnica di cottura “in caldaia” di ogni taglio di carne di maiale. I piatti proposti

sono genuini e caratteristici, come la rinomata porzina, ovvero la coppa o spalla di maiale,

le luganighe viennesi, il prosciutto cotto di Praga, il cragno, tipica salsiccia slovena, il

cotechino, conditi con senape e cren fresco ed accompagnati da capuzi garbi. Per

addolcire il pasto sono immancabili un calice di vino Terrano di produzione carsica o un

boccale di birra Dreher.59

Il Buffet è frequentato quotidianamente da lavoratori, turisti, giovani, studenti,

conciliando alla perfezione piatti misti di carne, da consumare seduti comodamente ai

57 Trieste Rivista – Ultima consultazione febbraio 2016

http://www.triesterivista.it/cultura/austria/pepi.htm 58 Mark BITTMAN, “Trieste, Italy: Buffet da Pepi”, The New York Times (2007):

http://www.nytimes.com/2007/05/20/travel/20Bite.html?_r=1 59 Trieste Rivista – Ultima consultazione febbraio 2016

http://www.triesterivista.it/cultura/austria/pepi.htm

34

piccoli tavolini di legno-ceramica, e gustosi panini da mangiare rapidamente al banco nei

casi di minor tempo a disposizione. «I gesti che accompagnano la preparazione dei piatti

e il loro arrivo ai tavoli o al banco sono rapidissimi, perché la velocità è uno degli

ingredienti che ha fatto funzionare il buffet».60

Nei mesi estivi la clientela può gustare le prelibatezze di Pepi all’aperto, sullo spazio

antistante al locale.

Pepi è diventato parte integrante della vita triestina e quotidiano rito di passaggio per

i clienti abituali, facendosi garante di un piccolo frammento della storia di Trieste.

Figura 8 – Buffet da Pepi, interno.

Fonte: http://adsl.siol.net/trendi/kulinarika/ocenili_smo/2015/04/buffet_da_pepi_trst_italija.aspx

60 RADINI, DORIGO, LUSER, Trieste. Locali storici e botteghe, 32.

35

Figura 9 – Buffet da Pepi, piatto misto di bollito.

Fonte: http://www.touristeye.com/Buffet-da-Pepi-Pepi-Sciavo-Trieste-p-689167

2.2.2 Antro del Profumo

«Venite a trovarci per scoprire un piccolo paradiso, non ancora perduto», è

l’esortazione rivolta agli utenti impressa sulla homepage del sito ufficiale dell’attività e

che, attraverso semplici parole, sottolinea la singolarità di questo negozio storico situato

in Via Mazzini n.36.

Il negozio originario risale al 1873 e nel 1926 fu acquistato da Giovanni Wurner per

poi passare nelle mani di Pietro Baschiera nel 1942.61 L’attività inizialmente non aveva

l’impronta attuale poiché si trattava di una drogheria nella quale era possibile acquistare

tè, infusi, detergenti, colori ed altri articoli per la casa. L’attuale proprietario Aldo Zanne,

nel 1950 iniziò a lavorare per Pietro Baschiera e nel 1972 decise di rilevare l’attività, che

61 Laura TONERO, “Un antro da scoprire tra profumi e gesti che sanno di passato”, Il Piccolo (2011):

http://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2011/07/17/news/un-antro-da-scoprire-tra-profumi-e-gesti-che-sanno-di-passato-1.733687

36

in seguito al restauro del 1988 assunse la veste attuale. Significativa è l’eliminazione del

reparto drogheria per concentrarsi esclusivamente sulle essenze e prodotti per l’igiene e

cura della persona.62

L’ingresso del locale è affiancato da due vetrine nelle quali sono collocati

accuratamente pennelli da barba, vecchi rasoi, forbici, pettini di corno, saponi,

vaporizzatori per il profumo e fragranze ricercate che conducono il cliente alle porte di

un’esperienza sensoriale unica, che richiama ad un passato nostalgico ed elegante. I

diversi prodotti degli anni trenta e cinquanta rendono l’Antro del Profumo un luogo

esclusivo per gli amanti delle essenze e i collezionisti, ma non mancano i turisti e molti

giovani affascinati dalle tecniche raffinate e dai prodotti di qualità per curare la loro

barba.63 L’essenza di Zagara e il Calycanthus (fragranza cipriata-talcata) sono due rarità

reperibili nell’Antro,64 così come l’antica acqua di colonia “Bei Fiori” di Satinine del

1938 che porta ancora la vecchia etichetta in lire65 o il profumo Sonia, dedicato

all’imperatrice di Russia e commercializzato fino agli anni sessanta.66 Spesso i prodotti

esposti sono introvabili nelle profumerie odierne, talvolta gli stessi nomi sembrano

perduti e dimenticati.

Aldo, rigorosamente in giacca e cravatta, è un uomo di altri tempi che porta avanti il

proprio mestiere con la passione ereditata dal padre, ex proprietario di una fabbrica di

brillantina, shampoo e sapone.67 Grazie alla dedizione per la sua attività e la sua

competenza nel servire i clienti, Zanne è stato nominato cavaliere del lavoro nel 2010 e il

12 ottobre 2015 ha festeggiato i sessantacinque anni di lavoro.68

L’Antro del Profumo è una realtà che vanta la possibilità di conservarsi negli anni a

venire grazie al ricambio generazionale garantito dalla figlia Consuelo, che è intenzionata

a condurre il negozio nel futuro.69

62 RADINI, DORIGO, LUSER, Trieste. Locali storici e botteghe, 57. 63 Laura TONERO, “Un antro da scoprire tra profumi e gesti che sanno di passato”, Il Piccolo (2011):

http://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2011/07/17/news/un-antro-da-scoprire-tra-profumi-e-gesti-che-sanno-di-passato-1.733687

64 InVoga – Ultima consultazione febbraio 2016 http://www.invoga.info/2015/09/lantro-del-profumo/ 65 RADINI, DORIGO, LUSER, Trieste. Locali storici e botteghe, 57. 66 Laura TONERO, “Un antro da scoprire tra profumi e gesti che sanno di passato”, Il Piccolo (2011):

http://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2011/07/17/news/un-antro-da-scoprire-tra-profumi-e-gesti-che-sanno-di-passato-1.733687

67 L’Antro del Profumo – Ultima consultazione febbraio 2016 http://www.antrodelprofumo.it 68 InVoga – Ultima consultazione febbraio 2016 http://www.invoga.info/2015/09/lantro-del-profumo/ 69 RADINI, DORIGO, LUSER, Trieste. Locali storici e botteghe, 58.

37

Figura 10 – Antro del Profumo. Aldo Zanne al bancone.

Fonte: http://www.antrodelprofumo.it

2.2.3 Pasticceria Caffè Pirona

«Percezioni aromatiche e gustative che ritroverete nella memoria delle nonne e bisnonne di questa città»70

Situata in Largo Barriera n.12, la Pasticceria Caffè Pirona, fu fondata nel 1900 da

Alberto Pirona e per anni fu luogo di incontro della nobiltà e borghesia.71 Sebbene non

fosse un Caffè da lettura, non mancava la presenza di letterati e artisti, come il

compositore Antonio Smareglia72 e su tutti lo scrittore irlandese James Joyce che dal 1910

al 1912 abitò al numero civico 32 della stessa via e sembra che abbia tratto ispirazione

per la stesura del suo romanzo Ulysses proprio presso la Pasticceria Pirona.73

Alla fine degli anni ottanta Oscar Pirona, ultimo erede della dinastia, cedette l’attività alla

famiglia De Marchi, che con il proprio impegno e passione dei suoi componenti: Adriano,

70 Pasticceria Pirona – Ultima consultazione febbraio 2016 http://pirona.blogspot.it 71 Ibidem 72 Locali Storici d’Italia – Ultima consultazione febbraio 2016

http://www.localistorici.it/it/Schede/view/tipo/locali-storici/slug/caffe-pasticceria-pirona 73 RADINI, DORIGO, LUSER, Trieste. Locali storici e botteghe, 96.

38

Sergio, Giuseppina, Cristina, riesce a mantenere intatta la tradizione anche in tempi

moderni.

Pasticceria Pirona è sinonimo di genuinità: ogni singola preparazione è artigianale,

prodotta dal connubio tra lavoro manuale e impastatrici d’epoca, seguendo i preziosi

ricettari di Alberto Pirona74. Le materie prime sono selezionate in modo oculato e l’aver

mantenuto la qualità a discapito della quantità si è rivelata la scelta vincente per il

successo ed il prestigio del marchio.

Tra i prodotti artigianali più rinomati si annovera il presnitz, un tortiglione di pasta

sfoglia impastato con frutta secca ed aromi; la putizza, simile allo presnitz ma con

l’aggiunta di rum e cioccolato; il rigojanci, dolce tipico ungherese a base di cioccolato;

la pinza triestina; le fave triestine; il marzapane aromatizzato al cioccolato; il mandorlato

ed altri prodotti di pasticceria.

Lo stile liberty degli arredi che conservano l’atmosfera di un tempo e i personaggi

illustri che l’hanno frequentato, hanno permesso alla Pasticceria di far parte della

prestigiosa Associazione Locali Storici d’Italia.75

74 Pasticceria Pirona – Ultima consultazione febbraio 2016 http://pirona.blogspot.it 75 Locali Storici d’Italia – Ultima consultazione febbraio 2016

http://www.localistorici.it/it/Schede/view/slug/caffe-pasticceria-pirona

39

Figura 11 – Pasticceria Pirona. Mosaico all’ingresso. Fonte: https://fallinlovewithitaly.wordpress.com/tag/trieste/

Figura 12 – Pasticceria Pirona. Esterno della Pasticceria.

Fonte: https://laviatgeraincansable.com/2014/03/23/una-ciudad-para-los-muy-cafeteros/

40

2.2.4 Farmacia Al Redentore

La Farmacia Al Redentore, conosciuta originariamente come “Farmacia Serravallo” è

situata in Piazza Cavana n.1. Fu fondata nel 1801 da Francesco Boara che portò una

risposta concreta alle lamentele dei cittadini del Borgo Giuseppino per la mancanza di

una farmacia in quella zona.76 Alla morte del fondatore, l’attività passò alla consorte e nel

1848 venne rilevata da Jacopo Serravalle, al quale nel 1890 successe il figlio Vittorio.77

In quegli anni l’attività è rinomata per la produzione del cosiddetto “vino di china

ferrugginoso Serravallo”, ovvero un tonico ricostituente prescritto per l’anemia e per

rafforzare il sistema immunitario, che ebbe grande successo oltreoceano durante il

proibizionismo americano e venne apprezzato anche nel continente asiatico. Tra gli

acquirenti del prodotto si annovera anche lo scrittore Italo Svevo.78

La fortuna della Farmacia Al Redentore, oltre dall’efficiente preparazione dei

medicinali, fu frutto di una rete di locali adibiti al deposito dei componenti chimici, un

laboratorio chimico ed analitico ed altre strutture di assistenza medica.79

Oggigiorno l’esercizio appartiene alle sorelle Elena ed Elisabetta Tinarelli,

proprietarie dal 1981.80 La farmacia ha mantenuto la tradizione galenica ed oltre agli

usuali prodotti farmaceutici, propone ai propri clienti un assortimento di farmaci

fitoterapeutici. Gli interni ed il mobilio in mogano e olivo disegnati dall’architetto Carlo

Maciachini, i lampadari in stile liberty, così come l’insegna in ferro battuto esposta

all’esterno della farmacia, richiamano il passato di questa attività storica che ha saputo

salvaguardare la propria identità nel tempo.81

76 Laura TONERO, “Cavana, Al Redentore tornano di moda i preparati di una volta”, Il Piccolo (2011)

http://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2011/08/13/news/cavana-al-redentore-tornano-di-moda-i-preparati-di-una-volta-1.771735

77 RADINI, DORIGO, LUSER, Trieste. Locali storici e botteghe, 15. 78 Farmacia Al Redentore – Ultima consultazione febbraio 2016 http://www.farmaciaalredentore.it/chi-

siamo 79 Ibidem 80 Laura TONERO, “Cavana, Al Redentore tornano di moda i preparati di una volta”, Il Piccolo (2011)

http://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2011/08/13/news/cavana-al-redentore-tornano-di-moda-i-preparati-di-una-volta-1.771735

81 Ibidem

41

2.2.5 Libreria Antiquaria Umberto Saba

La Libreria Antiquaria Umberto Saba fu fondata da Max Quidde nel 1895 come

succursale della libreria di Boerner, che era situata in piazza Borsa.82

Nel 1904 passò di proprietà a Giuseppe Mayländer il quale, circa dieci anni dopo,

decise di trasferire la bottega in uno spazio più ampio al numero civico 30 della stessa

via. Nel 1919 in seguito al trasferimento di Mayländer a Bologna, la Libreria venne

acquistata come mero investimento da Umberto Saba che poi ne restò innamorato,83

rappresentando inoltre un riparo durante gli anni dell’ascesa del fascismo.84

«Passando una mattina del 1919 per via San Nicolò, vidi o notai per la prima volta quell’antro oscuro. Pensai: “Se il mio destino fosse di passare là dentro la mia vita, quale tristezza”. Era – senza che io allora lo sapessi – un monito o un presagio. Pochi giorni dopo infatti l’acquistai dal suo vecchio proprietario, Giuseppe Mailànder. L’acquistai con l’intenzione di buttare nell’Adriatico tutti quei vecchi libri che conteneva, e rivenderla vuota a un prezzo maggiore. (Tutti cercavano allora una bottega a Trieste.) Ma, dopo pochi giorni, non ebbi più il coraggio di attuare il primo progetto; quei vecchi libri – nessuno dei quali mi interessava il contenuto – mi avevano incantato.»85

Negli anni trenta Svevo vendette il 50% dell’attività a Lionello Stock86 ed in seguito

al clima di tensione dovuto dalla promulgazione delle leggi razziali del 1938, cedette la

quota residua dell’attività al socio con una finta vendita e si rifugiò a Parigi. Al termine

del Secondo Conflitto Mondiale, riprese possesso del suo amato “antro oscuro”87 ed il

socio Stock vendé la sua quota a Carlo Cerne che, alla morte di Saba giunta nel 1957,

rilevò le quote dello scrittore dalla figlia Linuccia. Dal 1981 la gestione dell’attività è

nelle mani di Mario Cerne, figlio di Carlo.88

La Libreria durante i suoi anni di attività ha acquisito grande notorietà soprattutto

attraverso la presenza di numerosi intellettuali triestini quali Italo Svevo, Giovanni

Stuparich, Virgilio Giotti e di autori italiani come Carlo Levi e Giovanni Comisso, che

82 RADINI, DORIGO, LUSER, Trieste. Locali storici e botteghe, 69. 83 Libreria Antiquaria Umberto Saba – Ultima consultazione febbraio 2016 http://www.libreriasaba.it 84 AA.VV., Libri e scrittori di via Biancamano (EDUCatt 2014), 53. 85 Umberto SABA, Storia d’una Libreria, in ID., Tutte le prose (Mondadori 2001), 1025. 86 RADINI, DORIGO, LUSER, Trieste. Locali storici e botteghe, 69. 87 Alessandro MEZZENA LONA, “La libreria di Saba, amato antro oscuro”, Il Piccolo (2008) 88 RADINI, DORIGO, LUSER, Trieste. Locali storici e botteghe, 69.

42

frequentavano la bottega per i loro incontri. Il loro passaggio ha contribuito ad inserire la

Libreria nella storia triestina89 diventando meta di turisti, scolaresche e curiosi.

La bottega sulle sue alte scaffalature conserva allineati libri antichi e rari, carte

geografiche, stampe, manifesti, giornali, cartoline, ed all’interno del Locale sono apposti

alcuni quadri che ritraggono Svevo. Non passano inosservato la cornice contenente la

Divina Commedia scritta a mano a caratteri piccolissimi su foglio unico e gli oggetti della

quotidianità di Saba, come la macchina da scrivere posta sulla scrivania davanti alla quale

era solito sedersi. Diverso materiale è vendibile alla clientela, un’altra parte di esso è

disponibile solamente per la consultazione interna.

Dopo anni difficili e di decadimento, nel 2012 la Libreria è stata dichiarata “Studio

d’artista” dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali che ha portato all’ “Accordo per

la tutela e la valorizzazione della Libreria antiquaria Umberto Saba” siglato a Trieste il

21 ottobre 2013.90 A giugno 2014 i lavori di restauro, pulitura e catalogazione del

patrimonio librario attraverso il sostegno economico del Ministero dei Beni Culturali,

hanno permesso a Mario Cerne il prosieguo dell’attività.91

89 Libreria Antiquaria Umberto Saba – Ultima consultazione febbraio 2016 http://www.libreriasaba.it 90 Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia – Ultima consultazione febbraio 2016

http://www.regione.fvg.it/rafvg/comunicati/comunicato.act?dir=/rafvg/cms/RAFVG/notiziedallagiunta&nm=20131021144509005

91 Gabriella ZIANI, “Oggi riapre la libreria “Saba”, fresca pulizia”, Il Piccolo (2014) http://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2014/08/19/news/oggi-riapre-la-libreria-saba-fresca-di-pulizia-1.9781950

43

Figura 13 – Libreria Antiquaria Umberto Saba. Esterno dell’attività.

Fonte: http://www.regione.fvg.it/rafvg/comunicati/comunicato.act?dir=/rafvg/cms/RAFVG/notiziedallagiunta&n

m=20140906112928001

Figura 14 – Libreria Antiquaria Umberto Saba. Il titolare Mario Cerne all’interno della

Libreria. Fonte: Ibidem

44

2.3 Alcune attività commerciali prive di imprimatur regionale ma di valore “storico” per la comunità

Trieste possiede quindi un ricco panorama di Locali Storici che hanno la fortuna di

potersi fregiare con il suddetto marchio, ciononostante il territorio gode altresì di

numerose attività che, seppur non dotate dell’imprimatur, caratterizzano la realtà

commerciale da più generazioni e sono entrate a far parte dell’immaginario cittadino. Ciò

non toglie che alcune di esse possano ottenere questo prezioso riconoscimento in futuro.

2.3.1 Drogheria Toso

La Drogheria Toso, situata in Piazza San Giovanni n.6, fu fondata nel 1906 da Vittorio

Toso il quale diresse l’attività fino al 1935, anno in cui presero le redini dell’attività gli

eredi e il socio Miro Kosmina. Negli anni sessanta le quote degli eredi furono acquistate

dal fratello di Miro, Corrado Kosmina, e la gestione è passata nelle mani di questa nuova

famiglia. Dal 2000 il titolare dell’esercizio è Mauro Kosmina (figlio di Corrado),

affiancato dalla sorella Nadia e dal fratello Dario.92

L’attività di Toso si distingue dalle comuni drogherie, già dalla predisposizione della

vetrina, che mette in mostra un antico elmo da palombaro affiancato da numerose spugne

di mare, al di sopra della quale svetta l’insegna dell’attività “Vitt. Toso Succ. Drogheria”

ormai consumata dal tempo.

Gli interni della drogheria sono rimasti intatti così com’erano nel 190693 mantenendo

le scaffalature color beige alte fino al soffitto, la lunga scala, gli infissi e il bancone di

legno marcato dall’usura, sul quale è collocata la bilancia. Sugli scaffali poggiano antichi

barattoli di vetro pesante contenenti spezie, infusi, caramelle, ossidi, talco, dai quali

fuoriescono intensi profumi di chiodi di garofano, citronella, curry, che rendono l’aria

92 Laura TONERO, “Dal Talco alle spezie Toso, la drogheria uguale ad un secolo fa”, Il Piccolo (2011)

http://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2011/07/03/news/dal-talco-alle-spezie-toso-la-drogheria-uguale-a-un-secolo-fa-1.712084

93 Discover Trieste – Ultima consultazione febbraio 2016 http://www.discover-trieste.it/Cose-da-fare/We-are-Trieste/Curiosità-leggende/Drogheria-Toso

45

frizzantina.94 A differenza dei prodotti già confezionati e pesati presenti in molti

supermercati, da Toso è possibile acquistare le merci al dettaglio.95 Non mancano colle,

vernici, sali da bagno, oli essenziali, lucido da scarpe, polveri per pulire i mobili, per

debellare gli insetti, tant’è che in città Toso è considerato un negozio dalle mille risorse.

A conferma di ciò è la vendita degli introvabili piumini cattura polvere in piume di struzzo

e delle scope in crine di cavallo.96

La Drogheria Toso rimanda al secolo passato, trasformando un veloce acquisto o una

semplice sbirciatina indotta dalla curiosità, in un’esperienza fuori dal tempo, che le

generazioni più giovani hanno conosciuto solamente attraverso gli occhi dei propri nonni

o grazie alla letteratura. Questa storica attività è frequentata molto dalle donne che si

affidano ai prodotti della bottega ed ai relativi consigli da parte del personale, per la

pulizia delle loro case. Negli ultimi anni non manca la clientela giovanile alla ricerca di

prodotti naturali e caramelle.97

Figura 15 – Drogheria Toso. Scaffalature e barattoli di spezie, ossidi, caramelle.

Fonte: http://www.invoga.info/tag/antiquariato/

94 Laura TONERO, “Dal Talco alle spezie Toso, la drogheria uguale ad un secolo fa”, Il Piccolo (2011)

http://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca 95 InVoga – Ultima consultazione febbraio 2016 http://www.invoga.info/2015/08/242/ 96 Discover Trieste – Ultima consultazione febbraio 2016 http://www.discover-trieste.it/Cose-da-fare/We-

are-Trieste/Curiosità-leggende/Drogheria-Toso 97 Laura TONERO, “Dal Talco alle spezie Toso, la drogheria uguale ad un secolo fa”, Il Piccolo (2011)

http://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2011/07/03/news/dal-talco-alle-spezie-toso-la-drogheria-uguale-a-un-secolo-fa-1.712084

46

2.3.2 Fioreria M. German

La fioreria German, situata in Via Roma n.3, fu fondata nel 1897 da Martino German,

proveniente dall’Ungheria e recatosi a Trieste, all’epoca porto-franco dell’Impero

Austroungarico, intenzionato a salpare verso le “Americhe” in cerca di miglior vita. A

differenza di quanto programmato decise di fermarsi a Trieste dove trovò terreno fertile

per far fiorire la propria vocazione imprenditoriale.98 Sfruttando le sue conoscenze di

perito agrario e la pratica acquisita nei giardini viennesi, Martino getta le basi della sua

attività commerciale di fiorista aprendo inoltre tre vivai a Trieste, Redipuglia ed alle

Bocche di Cattaro che andò perduto durante le due Guerre Mondiali. Nel 1902 sposò

Maria Bernhard dalla quale ebbe tre figli. La sua attività imprenditoriale non ebbe vita

facile poiché, a causa della sua nazionalità ungherese, dovette richiedere la cittadinanza

austriaca assieme ai suoi famigliari e giurare fedeltà all’Impero Austroungarico. Nel 1920

dovette fare un nuovo giuramento al Regno d’Italia.�

Dopo la morte di Martino, la gestione della fioreria passò nelle mani della figlia Maria,

unica erede rimasta, che proseguì l’attività insieme al coniuge Nero Bruchi, un ex ufficiale

del Regno d’Italia. I due ebbero un solo figlio (Lucio) che si sposò con Gloria Mitis, dalla

quale ebbe due figli: Giorgio e Cristina. Nel 1989 Cristina ha preso le redini dell’attività,

aiutata da tre collaboratori, e porta avanti con passione e creatività il proprio lavoro,

confezionando in modo minuzioso composizioni floreali, bouquet e dispensando consigli

sulla cura delle piante.99

98 Germanfiori – Ultima consultazione febbraio 2016 http://www.germanfiori.it 99 Ibidem

47

Figura 16 – Fioreria German. Vecchia foto di famiglia.

Fonte: http://www.germanfiori.it

48

Capitolo 3 I CAFFÈ STORICI DI TRIESTE

Nel presente capitolo l’attenzione sarà dedicata ai principali Caffè Storici di Trieste in

quanto, a differenza dei Locali Storici come negozi, farmacie, alimentari, drogherie,

costituiscono degli elementi di vitalità, punti di maggior aggregazione sociale e scambio

relazionale. Tali Caffè vantano la fortuna di poter rispondere alla domanda di ristoro del

turista, così come della popolazione locale, offrendo allo stesso tempo un elemento di

attrattiva culturale grazie al loro patrimonio storico-artistico-letterario. La loro capacità

di accoglienza superiore in termini quantitativi rispetto a quella dei piccoli Locali,

permette inoltre una pianificazione turistica più efficace.

3.1 Brevi cenni storici sulle origini del caffè e sulle prime botteghe mondiali

Il caffè, il cui nome deriva dall’arabo «qahwa»100 ovvero vino, liquore, affonda le

proprie radici nella provincia di Caffa in Abissinia, odierna Etiopia, e fu proprio il popolo

etiope ad importarlo nello Yemen dove venne coltivato e usato per la prima volta come

infuso. In seguito la sua coltivazione si diffuse nel mondo arabo conquistando La Mecca

e Medina.101

La storia del caffè è alquanto controversa e intrisa di numerose leggende riguardanti

le sue origini. La più nota narra di un pastore etiope di nome Kaldi il quale si lamentava

con alcuni monaci dell’iperattività delle proprie capre nelle ore notturne. Durante una

notte di veglia il priore, al quale il pastore si era rivolto, notò che le capre stavano

ingerendo dei frutti provenienti da una pianticella. Incuriosito decise di cogliere questi

100 Treccani.it – Ultima consultazione marzo 2016 http://www.treccani.it/vocabolario/caffe/ 101 Norita UKMAR, I caffè e i curiosi recapiti nei caffè a Trieste (1895-1940) (Trieste 2002), 385.

49

frutti e farli bollire con dell’acqua e si accorse del loro effetto eccitante. Da quel giorno

decise di preparare la bevanda per i propri monaci affinché pregassero durante la notte.102

Un’altra leggenda attribuisce l’invenzione della bevanda ad Allah, un’ altra ancora ad un

religioso di un convento situato nello Yemen.103 Le origini del caffè risultano alquanto

contese tra le varie culture.

I turchi contribuirono notevolmente alla diffusione del caffè attraverso la loro

espansione territoriale in seguito alle conquiste militari e divenne altresì un prezioso

sostituto del vino proibito nella cultura musulmana. Alcuni storici ritengono che il caffè

sia stato portato a Vienna nel 1683 durante l’assedio da parte dell’Impero ottomano, al

termine del quale in seguito alla sconfitta dell’assediante, l’ufficiale polacco Kolschtzky

prese alcuni sacchi come bottino di guerra e grazie alle sue conoscenze propose questa

nuova bevanda ai viennesi.104 Nello stesso anno venne aperto il Zur Blauen Flaschen

(Alla Bottiglia Azzurra), il primo Caffè dell’Impero Asburgico.105 Tuttavia le prime

testimonianze europee riguardanti l’esistenza di questa pianta si attribuiscono al botanico

tedesco Leonard Rauwolf nel 1583 ed all’italiano Prospero Alpini nel 1591 con la sua

opera Medicina Aegyptiorum, nella quale non veniva ancora descritta la presenza delle

bacche.106

Venezia, grazie allo sbocco sul mare ed alle rotte mercantili, fu una delle vie principali

per la propagazione del caffè, e città nella quale sorse la prima bottega italiana, le cui

fonti più affidabili attestano fra il 1647-1683 senza dare però una risposta esauriente. Fu

aperta sotto le Arcate della Procuratie Nuove e sancì l’uso del caffè come costume

europeo dell’epoca dando il via al propagarsi del fenomeno. Tuttavia non è del tutto certa

l’esistenza di una bottega di caffè situata a Livorno e con datazione precedente a quella

veneziana.107 Carlo Goldoni nella sua commedia “La bottega del caffè” aveva già

compreso l’innovatività di questa bevanda aromatica scura: «Una volta correva

102 Filippo LUSSANA, Il caffè, (Premiata Tip. Alla Minerva dei Fratelli Salmin 1872), 14. 103 Mario SCAFFIDI ABBATE, I gloriosi Caffè storici d’Italia (Priamo, Editore Meligrana 2014), 9. 104 UKMAR, I caffè e i curiosi recapiti nei caffè a Trieste, 386. 105 Bennet Alan WEINBERG, Bonnie K. BEALER, The World of Caffeine: The Science and Culture of the

World’s Most Popular Drug (Routledge 2004), 77. 106 Caffè Mania – Ultima consultazione marzo 2016 http://www.caffemania.com/storia_del_caffe.htm 107 Mario SCAFFIDI ABBATE, I gloriosi Caffè storici d’Italia (Priamo, Editore Meligrana 2014), 18.

50

l’acquavite, adesso è in voga il caffè».108 Nel 1720 aprì il Caffè Florian di Venezia che

esiste tutt’ora ed è attestato come il Caffè più antico d’Europa in attività109 e,

naturalmente, anche uno dei più frequentati dai turisti.

L’istituzione delle caffetterie e la loro diffusione inizialmente destarono polemiche e

furono viste con sospetto dai produttori d’alcool d’Occidente ed Oriente, ma la

consacrazione della bevanda avvenne attraverso personaggi illustri della storia e sovrani,

tant’è che Luigi XIV decise di tassarlo per finanziare alcune campagne militari. Anche in

Italia l’infuso fu osteggiato dalla Chiesa e condannato come “bevanda del diavolo”,

ciononostante Papa Clemente VII volle assaggiarla e, compiaciuto, decise di ribattezzarla

“bevanda cristiana”.110 Il caffè iniziò a diffondersi nelle corti reali, salotti, case borghesi

delle principali città d’Europa, raggiungendo Parigi, Marsiglia, Amsterdam, Londra e

Amburgo. Le classi sociali più abbienti furono le prime a consumare la bevanda che ne

rivoluzionò i gusti e costumi, giungendo in seguito a tutte la classi sociali. Personaggi

famosi, politici, intellettuali, artisti, erano soliti frequentare i Caffè e questo fenomeno

contribuì ad accrescere la notorietà ed il prestigio dei Locali e della bevanda stessa.111

Non a caso l’illuminista italiano Pietro Verri scelse come nome del proprio periodico: “Il

Caffè”, esaltando la caffetteria in quanto luogo fertile per gli incontri e discussioni

accompagnati da questa nuova bevanda che, a differenza dell’ebbrezza e deliri del vino,

provoca meditazione e chiarezza di idee risvegliando le menti dal sonno. L’Inghilterra

nel 1673 vantava già la presenza di più di tremila botteghe di caffè denominate

Coffehouses.112 A Parigi nel 1686, Francesco Procopio dei Coltelli, aprì il Caffè Le

Procope,113 tutt’ora uno dei più famosi al mondo e apprezzato dai turisti, e che si distinse

subito per la propria modernità attraverso l’abbandono degli arredamenti in stile turco e

la vendita, oltre al caffè, di bevande e gelati.114 Presto i Caffè si diffusero anche

oltreoceano e la prima bottega del caffè statunitense fu aperta nel 1689 a Boston, seguita

108 Carlo GOLDONI, La bottega del caffè (Rizzoli 1984)

http://www.letteraturaitaliana.net/pdf/Volume_7/t173.pdf 109 UKMAR, I caffè e i curiosi recapiti nei caffè a Trieste, 387. 110 Caffè Malabar – Ultima consultazione marzo 2016 http://www.caffemalabar.it/it/la-storia-del-

caffe.html 111 UKMAR, I caffè e i curiosi recapiti nei caffè a Trieste, 387. 112 Kurt BENESCH, Dolce come l’amore ovvero il caffè ieri e oggi (Ferro Edizioni 1972), 25. 113 Restaurant Le Procope – Ultima consultazione marzo 2016

http://uk.procope.com/?_ga=1.141601851.866039482.1458056229 114 UKMAR, I caffè e i curiosi recapiti nei caffè a Trieste, 387.

51

dal Cafè The King’s Arms di New York nel 1696.115 Verso la fine del XVII secolo la

Compagnia delle Indie iniziò a coltivare le prime piante di caffè in Olanda che

raggiunsero poi le colonie inglesi e francesi. La coltivazione nel Nuovo Continente fu

diffusa dall’ufficiale della marina francese Gabriel de Clieu che salpò nel 1720 in

direzione dei Caraibi portando con sé alcune piante, e dagli olandesi che esportarono il

caffè nelle loro colonie dell’America del Sud. Nel 1727 in Brasile vennero create le prime

piantagioni.116 Negli ultimi anni del XVIII secolo, le botteghe del caffè si diffusero su

larga scala in tutto l’Occidente e diventarono luogo fisico di ritrovo, cultura, piacere,

consumo, gioco, discussione, contrattazione, habitué ed inoltre fucine di complotti,

movimenti politici e rivoluzioni.117

Oggigiorno il caffè è una bevanda universale che è entrata a far parte della quotidianità

delle persone e le caffetterie rappresentano degli imprescindibili punti di incontro ed

evasione dalla vita frenetica.

3.2 Le prime botteghe del caffè a Trieste

Il ‘700 è il periodo che sancì la nascita delle prime botteghe di caffè a Trieste, che

raggiusero poi nell’800 il massimo splendore, diventando subito dei luoghi amati dalla

società triestina, caratterizzata dalla cura del tempo libero e dalla ricerca di occasioni di

svago e divertimento. Questi Locali quasi prevalentemente aperti da svizzeri del Cantone

dei grigioni e da greci,118 richiamano l’attenzione di cittadini di diverso ceto sociale e

nazionalità, rappresentando dei luoghi di ritrovo dove, oltre al consumo di un buon caffè,

si scambiano idee e notizie, si fanno affari commerciali, si ascolta musica, si gioca, si

legge, si parla di politica.119

Le principali botteghe di caffè triestine del 1824 erano le seguenti:120

115 Caffè Mania – Ultima consultazione marzo 2016 http://www.caffemania.com/storia_del_caffe.htm 116 Caffèperfetto – Ultima consultazione marzo 2016 http://www.caffeperfetto.it/leorigini-del-caffe/ 117 BENESCH, Dolce come l’amore ovvero il caffè ieri e oggi, 25. 118 Alfieri SERI, Pietro COVRE, Livio GRASSI, Locali storici di Trieste, (LINT Editoriale 2010, Tratto da

Le insegne dell’ospitalità), 18. 119 Girolamo AGAPITO, Compiuta e distesa descrizione della fedelissima città e porto-franco di Trieste

(Schubart 1824), 323. 120 AGAPITO, Compiuta e distesa descrizione della fedelissima città e porto-franco di Trieste, 323-324-

391.

52

v All’Imperatore Principe ereditario d’Austria, situato in contrada Nuova, fu

uno dei più eleganti, adornato da grandi specchi e lampade, al suo interno vi

erano due sale appartate dedicate al biliardo ed al gioco delle carte. Il Caffè

rappresentava anche un rinomato punto di lettura grazie alla fornitura delle

migliori gazzette tedesche ed italiane. Durante le sere d’estate veniva

frequentato abitualmente dalla gioventù che vi faceva sosta di ritorno dalle

passeggiate dal Boschetto (attuale parco Farneto).

v Il Caffè sotto la Locanda Grande vantava il privilegio di essere l’unico aperto

tutta la notte. Anch’esso disponeva di una sala interamente dedicata al biliardo

ed il casino praticato dalla nobiltà, dagli ufficiali di marina e da persone

ragguardevoli.

v Il Caffè Griot, situato in Città Vecchia in piazza piccola, si distingueva per

essere il più vecchio di Trieste. Al suo interno non era ammesso il gioco e

chiudeva regolarmente alle dieci di sera.

v Il Caffè Nuovo accanto all’edificio della Borsa, caratterizzato dalla sua

eleganza e dalla fornitura ai clienti delle migliori gazzette nazionali ed estere.

v Caffè All’Austria, anch’esso disponeva delle gazzette consultabili.

v Caffè All’Aquila nera situato sotto l’albergo recante il medesimo nome.

v Caffè Le Nazioni in Piazza Borsa.

v Caffè Al Principe Carlo d’Austria.

v Caffè Alla Stella polare, che all’epoca si trovava in contrada della Caserma.

v Caffè Tommaso, sorto nel 1826 ed oggi noto come “Tommaseo”.

v Caffè degli Specchi, fondato nel 1839.

Queste botteghe rappresentavano inoltre dei luoghi di aggregazione sociale tra

appartenenti alla medesima comunità e professione.

«Il caffè Alla Stella Polare accoglieva la colonia tedesca, il Caffè Greco i mercanti orientali di sete e frutta, il Caffè di Griot la nobiltà e il Caffè Pierino i negozianti in genere. […] Il Caffè Orientale era recapito preferenziale di armatori e marittimi, il Caffè Flora e il Caffè Verdi degli artisti e dei coristi del Teatro Verdi, mentre il Caffè al Municipio (poi Garibaldi) dei giocatori di bigliardo e carambola e dagli impiegati comunali (ma nel ‘900 sarà ritrovo preferito di letterati come Svevo, Saba, Giotti, Pittoni ed altri ancora). Il Caffè Fabris, uno

53

dei più caratteristici per opulenza decorativa, era frequentato soprattutto da persone anziane e lettori di giornali perché era uno dei più forniti della città».121

Al termine dell’800 molti dei Locali sopracitati chiusero i battenti.122

Nei primi anni del ‘900 a Trieste si attestava la presenza di sessantuno Caffè che nel

1911 salirono a novantotto ma durante i due Conflitti Mondiali e negli anni ’50 e ’70, il

loro numero decrebbe in modo significativo a fronte di difficoltà economiche. Il

cambiamento sociale apportato dalla vita moderna e le nuove modalità ricreative

attraverso la televisione, il cinema, i teatri e i circoli, spostarono in diversa sede le attività

di svago che precedentemente erano proprie dei Caffè. La frenesia della vita che

contraddistingue questi mutamenti sociali, predilige gli incontri affrettati, le pause brevi

ed il Caffè, luogo storicamente legato alla lettura dei giornali, alla riflessione prolungata,

al godimento del lento scorrere del tempo, diventa una realtà che poche persone sono

ancora un grado di assaporare. Al contempo nascono i dopolavoro aziendali, i Bar, le

Degustazioni, i Buffet e quindi i Caffè tradizionali devono “scontrarsi” con il sorgere di

queste nuove realtà perdendo la posizione predominante nel contesto socio-culturale

cittadino.123

3.3 Relazioni di lavoro e il fenomeno dei “recapiti” nei Caffè di Trieste

I Caffè triestini dell’ottocento erano situati soprattutto nel centro città dove sorgevano

le principali banche, agenzie marittime, la Borsa, le compagnie assicurative, i magazzini

e le attività commerciali di vario tipo. Questa posizione strategica ha permesso che

venissero frequentati con facilità durante i momenti di sosta dalla vita lavorativa ma anche

per concludere affari ed incontri, sfruttando il clima disteso del Caffè. In molti di essi si

svolgevano operazioni commerciali, trattative, offerte, pagamenti, ed erano dei comodi

luoghi d’incontro per commercianti, rappresentanti e uomini d’affari, che provenivano da

altri capoluoghi o dai confini limitrofi. «Tutte queste operazioni – spesso di certa entità –

121 UKMAR, I caffè e i curiosi recapiti nei caffè a Trieste, 391. 122 Ibidem 123 UKMAR, I caffè e i curiosi recapiti nei caffè a Trieste, 387-388.

54

erano comprese sotto il nome generico di “far affari”, il che voleva significare una

sottospecie del commerciante vero e proprio controllato dalla legge. […] Il “far affari”

significava occuparsi di tutto ciò che poteva essere trafficabile con profitto senza

limitazione di articoli». Molte categorie di lavoratori, in modo particolare coloro che non

possedevano un ufficio proprio, iniziarono ad utilizzare i Caffè come recapiti, svolgendo

la loro professione all’interno. Il recapito consentiva di poter ottimizzare i ricavi della

propria attività lavorativa eliminando i costi onerosi che sarebbero derivati dall’affitto o

acquisto di un ufficio. I Caffè infatti erano dei luoghi facilmente raggiungibili e riscaldati,

furono tra i primi ad avere a disposizione il telefono, la luce a gas e successivamente

quella elettrica, e potevano essere utilizzati attivamente tutto il giorno in base alle

necessità. È importante sottolineare che il sistema dei recapiti era ufficialmente

riconosciuto, tant’è che si soleva dare alle Autorità Giudiziarie come indirizzo, un

recapito al Caffè.124

La Guida Generale di Trieste, pubblicata per la prima volta nel 1894, ha documentato

il fenomeno sebbene in modo parziale poiché non mancò la presenza di recapiti non

ufficialmente dichiarati.

Tralasciando le farmacie, recapito solo per i medici, i Caffè ed il Tergesteo furono gli

unici posti dov’era previsto dare un recapito. Essi non venivano utilizzati solamente da

singole persone ma anche da intere categorie di lavoratori, come i sensali patentati di

cavalli, gli stivatori e scaricatori pubblici e i misuratori di legnami e colli merci. Le ultime

categorie ad usufruire dei recapiti erano gli importatori-esportatori, gli agenti

commissionati e i rappresentanti. A Trieste si attestava la presenza di 15 Caffè interessati

ai recapiti, tra i quali i maggiori beneficiari erano il Caffè Tergesteo, il Caffè Borsa

Vecchia ed il Caffè Ferrari ai Volti di Chiozza; il Caffè degli Specchi ne faceva uso

saltuariamente, durante il periodo di sbarco del personale del Lloyd Austriaco.

Questo fenomeno a partire dal 1900 subì una notevole diminuzione per poi estinguersi

completamente nel 1940. Per molti soggetti che ne usufruivano, i recapiti infatti

rappresentavano delle situazioni transitorie in attesa di poter disporre di un ufficio proprio

e quindi la loro utilità non era destinata a perdurare. I prezzi più convenienti per l’acquisto

di un ufficio, i nuovi mezzi di comunicazione, il diffondersi dell’accessibilità al telegrafo,

124 Ivi, 397-398

55

il telefono, il riscaldamento e la luce elettrica, furono dei cambiamenti che sancirono

l’obsolescenza dei recapiti. Altro fattore incisivo fu la comparsa di nuove figure

lavorative come gli agenti commerciali e la perdita di importanza del sensale che svolgeva

il ruolo di intermediario compiendo atti per conto di un terzo, sostituito dalla

partecipazione attiva dell’interessato.125 «Il caffè non sarà più sostitutivo dell’ufficio,

bensì collaterale. Si potrà siglare un accordo o abbozzarlo. Ma poi si trasferirà nella sede

preposta: l’ufficio privato.»126

3.4 I Caffè Storici di Trieste ancora esistenti

Nonostante le diverse chiusure e la riduzione del fenomeno, sono sopravvissuti cinque

Caffè Storici triestini, tutt’ora certificati dall’imprimatur regionale: il Caffè San Marco,

il Caffè Tommaseo, il Caffè degli Specchi, il Caffè Stella Polare ed il Caffè Torinese.

Sebbene l’importanza del loro ruolo socio-economico sia mutata negli anni,

l’attaccamento della comunità triestina e la presenza dei turisti contribuiscono a

mantenere vivo il loro spirito. I singoli Caffè hanno inoltre predisposto una lista di eventi

per poter migliorare la propria offerta nei confronti della comunità locale e dei turisti, ma

questa serie di proposte risultano essere indipendenti e non organizzate sotto un’unica

offerta coordinata.

3.4.1 Antico Caffè San Marco

Marco Lovrinovich, di origine istriana, nel 1901 si trasferì a Trieste incaricato della

vendita dei vini di produzione famigliare. Entusiasta della città e del gran numero di

botteghe del caffè, decise di aprire in città un locale elegante con la collaborazione del

cognato Bartolino Quarantotto. Lovrinovich dovette immediatamente scontrarsi con una

precisa e rigorosa regolamentazione che non permetteva l’apertura indiscriminata delle

caffetterie. Alla prima domanda di ottenimento della licenza, il Consorzio Triestino si

125 Ivi, 400-447-455-462-464-465-482-483-485 126 Ivi, 485-586

56

oppose alla richiesta poiché nella zona desiderata erano già presenti ben otto attività

simili. La svolta avvenne quanto il commerciante Sisto Albino, possessore di una licenza

di caffetteria, cedette il diritto a suo nome in favore di Marco Lovrinovich. L’ultimo

ostacolo a cui dovette far fronte fu l’assegnazione del nome “Marco” al Caffè, che

l’autorità austriaca riteneva sospettoso ma, giustificato dalla vanità di omaggiare il suo

omonimo padre, il nome scelto da Lovrinovich fu accettato.

Il nuovo locale sarebbe sorto in Corsia Stadion n.18 nell’edificio nel quale sorgeva la

latteria Centrale Trifolium, che a seguito dei lavori venne trasformata in un Caffè

signorile, venendo inaugurato il 3 gennaio 1914. La gioventù irredentista fece del San

Marco il proprio ritrovo per eccellenza tant’è che iniziò subito a diventare sospetto alla

vigilanza austriaca e la vita del Locale a farsi incerta. Il 23 maggio 1915, il Caffè vessillo

dell’irredentismo, venne brutalmente saccheggiato, distrutto e incendiato dagli austriaci,

ma non fu l’unico a subire queste ritorsioni, infatti vennero vandalizzate anche altre

botteghe quali il Caffè ai Portici di Chiozza, il Caffè Fabris, il Caffè Milano, il Caffè

Edison e il Caffè Stella Polare. Marco Lovrinovich fu arrestato dalla milizia austriaca a

Lubiana e rinchiuso in una Strafbaracke per diverso tempo; il cognato Bartolino fu

internato insieme alla sua famiglia. A seguito di questi eventi il Caffè San Marco fu chiuso

dopo sedici mesi di attività. Il locale riaprì ufficialmente i battenti dopo i lavori di

ristrutturazione dalle barbarie, nel maggio 1919 in un rinnovato contesto cittadino poiché

al termine del Primo Conflitto Mondiale, la città venne annessa all’Italia. Dopo tre anni

seguenti alla riapertura, Lovrinovich decise di cedere l’attività che il 10 maggio 1922

divenne una società in accomandita di cui uno dei soci fu il romano Alberto Finzi. In

quegli anni la bottega iniziò ad essere frequentata dalla media ed alta borghesia triestina,

fu inoltre ritrovo per i giocatori di scacchi e biliardo e per i lettori di giornali alla ricerca

di un antro tranquillo. Nel 1936 il Caffè ebbe una nuova gestione transitoria di Peri-Pelosi,

sostituita nel novembre 1938 da Antonio Stock che diresse il locale fino al 1960, anno

della sua morte, a partire dal quale subentrarono le due figlie (Daria e Pia) dirigendolo

fino al 1987. Nel 1960 il locale ha subito una parziale ristrutturazione nella quale è stata

ridotta l’ampiezza della sala biliardo (oggi non più presente), nonostante ciò ha mantenuto

inalterata la propria immagine. Il regista italiano Mauro Bolognini nel 1962 girò alcune

scene del film “Senilità” esaltando la cornice del San Marco e contribuendo ad aumentare

la notorietà internazionale e la sua attrattività turistica. Gli anni sessanta sono inoltre

57

caratterizzati da un “ricambio intellettuale” all’interno del Caffè, grazie alla presenza di

Giorgio Voghera, Claudio Magris e Fulvio Tomizza, che creeranno un polo di attrazione

per giornalisti, scrittori ed intellettuali aumentando la sua popolarità nelle vesti di Caffè

letterario. Nel 1987 una produzione RAI girò alcune scene della miniserie televisiva “La

coscienza di Zeno” tratta dall’omonimo romanzo di Italo Svevo, all’interno del Locale.

Nello stesso anno le sorelle Stock cedettero l’attività a Mario De Vita e a Dario Zini, i

quali fondarono una cooperativa finalizzata al rilancio del Locale e ad una maggiore

competitività economica attraverso un ampio programma di eventi ed iniziative culturali,

quali: incontri musicali e letterari, teatro, dibattiti ed esposizioni artistiche. I lavori di

ristrutturazione iniziati nei primi mesi del 1988 e l’iniziale allarmismo di una possibile

modifica pregiudizievole degli interni, venne smentito attraverso la riapertura del 3

novembre 1989 la quale, senza modificarne l’identità, conferì nuovo vigore al Caffè.127

Un ulteriore lavoro di restauro avvenne nel 1997 con il contributo delle Assicurazioni

Generali, sotto la nuova gestione di Franco Filippi che durò fino al dicembre 2012, anno

della sua morte. La decisione dei parenti più prossimi di Filippi di non rilevare l’attività

e la chiusura del locale per vari mesi, fece pensare che il Caffè avesse cessato la propria

attività per sempre. Fortunatamente viene rilevato qualche mese dopo dalla famiglia di

origine greca Delithanassis, che nell’ottobre 2013 riapre i battenti in qualità di Caffè

letterario.128

3.4.1.1 Antico Caffè San Marco oggi e la sua offerta

(Via Battisti 18 – 34125 Trieste)

La gestione di Alexandros Delithanassis iniziata nell’ottobre 2013, ha rilanciato il San

Marco attraverso un progetto innovativo ed attento che grazie a piccoli cambiamenti

seppure significativi, come l’ampliamento dell’illuminazione e l’eliminazione delle tende

alle finestre, ha portato una “luce nuova” al suo interno. La chiusura al traffico

dell’adiacente Via Donizetti e il piano di pedonalizzazione, ha permesso inoltre di

127 Stelio VINCI, Caffè San Marco: un secolo di storia e cultura a Trieste, 1914-2014 (Comunicarte 2015),

35-37-38-40-43-45-50-53-55-60-68-69-70 128 Alessandro MARZO MAGNO, “Il Caffè San Marco di Trieste: cent’anni vissuti pericolosamente”, Il

Sole 24 ore – FOOD24 (2014) http://food24.ilsole24ore.com/2014/04/il-caffe-san-marco-di-trieste-centanni-vissuti-pericolosamente/

58

realizzare una piccola terrazza esterna usufruibile durante i mesi estivi. A conferma della

sua vocazione letteraria, nel Caffè è stata allestita una libreria permanente che dispone

opere di autori triestini del passato e contemporanei, saggi di storia, di filosofia e rare

illustrazioni. I prodotti possono essere acquistati dai clienti del locale ed anche da curiosi

turisti che si recano nel Caffè per dare una sbirciatina. Oltre ai classici caffè preparati con

una miscela singolare ed aperitivi accompagnati da abbondanti stuzzichini, il locale offre

servizio ristorante a base di piatti ispirati alle varie cucine appartenenti alle molteplici

comunità di Trieste: greca, slava, istriana, ebraica.129 Non mancano le tipiche torte di

stagione e il grande assortimento di pasticceria da gustare insieme ad una tazza delle

migliori miscele di tè appositamente selezionate.130 Altra proposta di successo introdotta

dalla gestione Delithanassis è il ricco programma di eventi quali piccole esposizioni di

artisti locali, conferenze stampa delle compagnie teatrali in scena al Teatro Rossetti,

incontri con autori di libri, degustazioni e concerti. A gennaio 2016 il San Marco ha

inoltre ospitato diversi incontri con i registi internazionali della 27ª edizione del Trieste

Film Festival. Nonostante la veneranda età, il Caffè ha saputo innovarsi nel rispetto della

tradizione dando vita, come dice il gestore, ad un «caffè storico, ma 2.0» dotato anche di

connessione wifi gratuita. Le informazioni relative al Caffè e ai suoi eventi sono reperibili

nelle pagine ufficiali su Facebook e Instagram. La clientela attuale del San Marco è molto

varia: ci sono arzille anziane che chiacchierano tra amiche sorseggiando una tazzina di

caffè, studenti delle superiori che vi passano le mattine quando saltano la scuola, studenti

universitari che preparano i loro esami studiando ore e ore seduti ai tavolini, lettori di libri

e giornali, giocatori di scacchi e naturalmente i turisti. Come da tradizione non mancano

politici e intellettuali tra cui Claudio Magris, che saltuariamente continua a frequentare il

Caffè131 e che nel 2007 nel suo romanzo “Microcosmi”, vincitore del premio strega, gli

ha dedicato un intero capitolo.

129 Greta Sclaunich, “Libreria, staff di 30enni e social: il Caffè storico di Trieste torna di moda”, Corriere

della Sera (2014) http://www.corriere.it/cronache/14_dicembre_24/libreria-staff-30enni-social-caffe-storico-trieste-torna-moda-1b4500e2-8b96-11e4-9698-e98982c0cb34.shtml

130 ScopriTrieste – Ultima consultazione marzo 2016 http://www.scopritrieste.com/caffe-san-marco/ 131 Greta Sclaunich, “Libreria, staff di 30enni e social: il Caffè storico di Trieste torna di moda”, Corriere

della Sera (2014) http://www.corriere.it/cronache/14_dicembre_24/libreria-staff-30enni-social-caffe-storico-trieste-torna-moda-1b4500e2-8b96-11e4-9698-e98982c0cb34.shtml

59

L’atmosfera fin de siècle, lo stile liberty, le lampade dorate, le decorazioni delle foglie

di caffè sui soffitti, il bancone di legno intarsiato, la vecchia macchina da caffè, i tavolini

in marmo con le gambe in ghisa a forma di zampa di leone, i grandi specchi che riflettono

la luce e i quadri rotondi ed ovali appesi alle pareti raffiguranti le maschere carnevalesche

veneziane, rendono unica la cornice del San Marco.132 Le produzioni artistiche che hanno

caratterizzato e che caratterizzano gli interni, sebbene alcune di esse siano incerte,

vengono attribuite ai noti pittori Napoleone Cozzi, Giuseppe Barison, Glauco Cambon,

Ugo Flumiani, Guido Marussig e al dibattuto intervento di Vito Timmel.133 Gli interni e

gli arredamenti sono vincolati dalla Soprintendenza della regione Friuli Venezia

Giulia.134

Sebbene sia un ambiente colto, raffinato, studentesco, ogni cliente che vi sosta, turista

compreso, si sente a proprio agio ed è accolto da un clima intimo e famigliare. Si tratta di

un luogo ideale per coloro che sanno ed hanno la possibilità di dedicare del tempo a sé

stessi prendendo una pausa dai ritmi frenetici quotidiani. Il Caffè San Marco è un esempio

lampante di locale storico che ha saputo mantenersi fedele alla propria filosofia e identità,

pur restando competitivo e proiettandosi sul futuro: «Può essere considerato un dinosauro,

non certo per la sua età, ma per il fatto di essere sopravvissuto alla società che distrugge

o tende a relegare tutto ciò che può essere valido e bello».135 L’esercizio pubblico è

membro dell’Associazione Locali Storici d’Italia.136

132 ScopriTrieste – Ultima consultazione marzo 2016 http://www.scopritrieste.com/caffe-san-marco/ 133 Stelio VINCI, Caffè San Marco: un secolo di storia e cultura a Trieste, 1914-2014 (Comunicarte 2015),

40-53. 134 Greta Sclaunich, “Libreria, staff di 30enni e social: il Caffè storico di Trieste torna di moda”, Corriere

della Sera (2014) http://www.corriere.it/cronache/14_dicembre_24/libreria-staff-30enni-social-caffe-storico-trieste-torna-moda-1b4500e2-8b96-11e4-9698-e98982c0cb34.shtml

135 Stelio VINCI, Caffè San Marco: un secolo di storia e cultura a Trieste, 1914-2014 (Comunicarte 2015), 68.

136 Locali Storici d’Italia – Ultima consultazione aprile 2016 http://www.localistorici.it/it/Schede/view/slug/caffe-san-marco

60

Figura 17 – Antico Caffè San Marco. Gli interni del Locale.

Fonte: http://www.caffesanmarcotrieste.eu/gallery/antico-caffe-san-marco-gallery/

Figura 18 – Antico Caffè San Marco. La libreria interna.

Fonte: Ibidem

61

3.4.2 Caffè Tommaseo

Situato nell’omonima piazza, è considerato il più antico Caffè ancora in attività a

Trieste. Fu fondato nel 1830 dal padovano Tomaso Marcato che, recatosi nella città

triestina per motivi commerciali, decise di aprire l’attività con il nome originario di

“Tomaso”. Nel 1848 il Locale venne ribattezzato in onore del patriota italiano nato in

Dalmazia, Niccolò Tommaseo. Una targa commemorativa esposta all’esterno

dell’esercizio ricorda il primo grido antiaustriaco e l’entusiasmo anelante la libertà

italiana. In seguito alla morte di Guglielmo Oberdan e alla violenta reazione austriaca, fu

ripristinato il nome originario onde evitare ripercussioni. Solamente dopo il 3 novembre

1918 con l’arrivo dell’esercito italiano a Trieste, il Locale riprese il nome definitivo di

“Tommaseo”.137 Anche questo Caffè fu molto amato da artisti e letterati quali Besenghi

degli Ughi, Italo Svevo, James Joyce, Giani Stuparich e Umberto Saba. Fu inoltre uno dei

primi Locali della città ad offrire il gelato alla propria clientela.138 Attivo anche nel fronte

eventi culturali, ospitò mostre d’arte, concerti e serate dedicate alle musiche della banda

cittadina. Gode inoltre della fortuna di aver mantenuto inalterato il proprio aspetto interno

grazie all’ottima gestione dei vari proprietari e nemmeno il restauro del 1997 ne ha

rovinato la cornice ottocentesca.139

3.4.2.1 Caffè Tommaseo oggi e la sua offerta

(Piazza Tommaseo 4/c – 34122 Trieste)

A partire dal 2014 la famiglia Tombacco, attuale proprietaria dell’attività, ha rilevato

le restanti quote che precedentemente erano detenute da una società e ha dato il via al

rinnovo del locale, durato alcune settimane. La riapertura ha introdotto delle piccole

novità tra cui una carta con vasta scelta di vini autoctoni e nazionali e la programmazione

137 Triesterivista – Ultima consultazione marzo 2016 http://www.triesterivista.it/cultura/austria/tom.htm 138 Caffetommaseo – Ultima consultazione marzo 2016 http://www.caffetommaseo.it/storia.html 139 Spaziohoreca – Ultima consultazione marzo 2016 http://www.spaziohoreca.it/r-

CAFFÈ_LETTERARI_Caffè_Tommaseo_Trieste-406-24.html

62

di incontri di degustazione in collaborazione con le migliori cantine italiane.140 Oltre alla

caffetteria è presente il servizio ristorante che offre piatti di qualità a base di pesce fresco

e qualche proposta di carne, ispirandosi alle ricette tradizionali ma con un tocco di

creatività.141 Che vi si faccia sosta per un aperitivo, per pranzo o semplicemente per una

tazzina di caffè, il Tommaseo conferisce a chi vi entra camminando sul suo parquet

scricchiolante, un’atmosfera elegante che ricorda la tradizione viennese, sommersi dagli

interni color avorio, dai soffitti ricchi di stucchi e orpelli, dalle statue, dalle ampie

specchiere provenienti dal Belgio e dai tavolini di marmo e ghisa con le sedie in stile

Thonet. A conferma del suo prestigio, dal 1954 è tutelato come monumento storico e

artistico ed è inoltre membro dell’Associazione Locali Storici d’Italia grazie al suo pregio

storico-letterario.142

Figura 19 – Caffè Tommaseo. Gli interni.

Fonte: https://danieledemarco.com/2013/12/08/caffe-storici/

140 Laura TONERO, ““Tommaseo”, caffè ma anche ristorante”, Il Piccolo (2014)

http://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2014/01/26/news/tommaseo-caffe-ma-anche-ristorante-1.8538851

141 Caffetommaseo – Ultima consultazione marzo 2016 http://www.caffetommaseo.it/ristorante.html 142 Locali Storici d’Italia – Ultima consultazione marzo 2016

http://www.localistorici.it/it/Schede/view/slug/caffe-tommaseo/tipo/locali-storici)

63

3.4.3 Caffè degli Specchi

Il Caffè degli Specchi, situato in Piazza Unità d’Italia, in passato conosciuta come

Piazza Grande, fu inaugurato nel 1839 dal greco Nicolò Priovolo. Sorse al pianterreno di

Palazzo Stratti, edificio elegante in stile neoclassico di quattro piani, progettato

dall’architetto Antonio Buttazzoni su commissione del negoziante Nicolò Stratti. Le

difficoltà economiche affrontate dal signor Stratti non gli permisero di poter continuare i

lavori di costruzione e di conseguenza anche il Caffè fu costretto a chiudere.143 Passò

quindi in proprietà delle Assicurazioni Generali che terminarono il progetto ed il Caffè

riaprì nel 1846.144 La sua posizione privilegiata, affacciata sulla piazza principale di

Trieste, permise al locale di acquisire un ruolo culturale, politico ed economico rilevante,

diventando salotto di imprenditori, irredentisti e letterati quali Joyce, Svevo e Kafka.145

A partire dalla seconda metà dell’ottocento il locale vide l’alternarsi di diverse gestioni e

nel 1884 fu condotto dai caffettieri Antonio Cesareo e Vincenzo Camerlich che operarono

fino al 1945, con un breve periodo di pausa nel 1933, a seguito di un’opera di restauro

finanziata dalla Assicurazioni Generali. Questa gestione diede al Caffè una veste moderna

e contribuì al suo successo attraverso la programmazione di una serie di concerti serali

estivi, allestiti sulla terrazza antistante l’edificio.146 Durante il Secondo Conflitto

Mondiale dovette affrontare una fase di vita infelice poiché l’intero palazzo Stretti fu

requisito dalle truppe alleate anglo-americane ed utilizzato inizialmente come magazzino

e, nel secondo dopoguerra, come quartier generale della Royal Navy. Da quel momento

l’ingresso all’edificio fu consentito solamente in presenza di un accompagnatore militare

della marina inglese. La gestione tra il 1953 e il 1967 fu in mano al bergamasco Angelo

Asperi e al termine della sua attività furono avviati ulteriori restauri che durarono due

anni. Il locale riaprì nel 1969 guidato dalla società Emax e successivamente nel 1990 dalla

143 Triesterivista – Ultima consultazione marzo 2016

http://www.triesterivista.it/cultura/austria/specchi.htm 144 Informagiovani-italia – Ultima consultazione marzo 2016 http://www.informagiovani-

italia.com/caffe_degli_specchi.htm 145 Triesterivista – Ultima consultazione marzo 2016

http://www.triesterivista.it/cultura/austria/specchi.htm 146 Alfieri SERI, Pietro COVRE, Livio GRASSI, Locali storici di Trieste, (LINT Editoriale 2010, Tratto da

Le insegne dell’ospitalità), 8.

64

Specchi Srl.147 Anche questi ultimi decenni di vita furono travagliati per il glorioso Caffè

degli Specchi. La gestione del 1994 fu in mano ad Angelo Sessa il quale nel 2003 cedette

l’attività al figlio Andrea che la condusse fino alle porte del 2011. A causa degli elevati

costi di locazione, circa 38˙000 euro trimestrali iva inclusa da pagare alle Assicurazioni

Generali proprietarie dell’edificio, dei costi di occupazione del suolo pubblico, di

manutenzione e del personale, Sessa fu costretto a dichiarare il fallimento. In attesa di un

nuovo gestore il locale restò chiuso alcuni mesi lasciando disorientati turisti e cittadini

che increduli affollavano Piazza Unità guardando le serrande abbassate.148 Le

Assicurazioni Generali, intenzionate a rivitalizzare questo clima fatiscente che si era

creato intorno ad uno dei più prestigiosi Caffè triestini, acquistarono per 360˙000 euro il

marchio, le attrezzature, gli arredi e la licenza, dando vita a delle rigide selezioni per

individuare un nuovo gestore.149 La risposta arriva grazie all’azienda Segafredo di

Massimo Zanetti, e il “prestigioso salotto” riapre i battenti il 14 marzo 2012 ponendo fine

a questa disavventura.150 I due nuovi soci Enzo Friolo e Giuseppe Faggiotto dopo alcune

difficoltà economiche all’avvio dell’attività151 si separano in seguito a divergenze sulla

politica di gestione del locale e quest’ultimo resta da solo alla guida del locale.152

147 Triesterivista – Ultima consultazione marzo 2016

http://www.triesterivista.it/cultura/austria/specchi.htm 148 Laura TONERO, “Addio Caffè degli Specchi, cancellato dai debiti”, Il Piccolo (2011)

http://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2011/10/26/news/addio-caffe-degli-specchi-cancellato-dai-debiti-1.1622667

149 Marisa FUMAGALLI, “Corsa per riaprire il Caffè amato da Joyce e da Svevo”, Corriere della Sera – Cultura (2011, ultima modifica nel 2012) http://www.corriere.it/cultura/11_dicembre_29/fumagalli-caffe-specchi-trieste_fb190c30-320d-11e1-848c-416f55ac0aa7.shtml

150 Riccardo IANNELLO, “Trieste torna la civiltà dei caffè”, Quotidiano.net (2012) http://www.quotidiano.net/cultura/2012/03/10/678905-trieste_torna_civilta_caffe.shtml

151 Gabriella ZIANI, “Gli Specchi: «Siamo in ginocchio», Il Piccolo (2013) http://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2013/03/31/news/gli-specchi-siamo-in-ginocchio-1.6795554

152 Laura TONERO, “Trieste, divorzio tra i due soci del Caffè Specchi”, Il Piccolo (2014) http://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2014/02/10/news/trieste-divorzio-tra-i-due-soci-del-caffe-specchi-1.8634958

65

3.4.3.1 Caffè degli Specchi oggi e la sua offerta

(Piazza dell’Unità d’Italia 7 – 34121 Trieste)

L’attuale gestore del Caffè degli Specchi, Giuseppe Faggiotto, ha dato il via ad un

processo di rinascita focalizzato sul connubio innovazione-tradizione che sta riscontrando

enorme successo e ha permesso al locale di ritornare ai fasti del passato. L’esperienza

maturata nella pasticceria Peratoner di Pordenone di cui Giuseppe è titolare, gli ha

consentito di utilizzare il know-how utile per l’avvio dell’attività e di poter beneficiare

della qualità del cioccolato Peratoner ampliando l’offerta di eccellenza congiunta alla

selezionata miscela di caffè. Il locale vanta circa 550 coperti interni ed esterni nella

terrazza antistante e rientra tra i Caffè più grandi d’Italia. Nonostante ciò la logistica è

efficiente e il servizio è composto da un’equipe professionale e cortese di 30 persone

specializzate anche nell’ambito linguistico per poter fornire un servizio di qualità ai

clienti italiani così come ai turisti stranieri. Il grande successo che il Caffè sta riscontrando

fra i clienti è attestato inoltre dall’elevato numero di tazzine vendute quotidianamente che

si aggirano attorno alle 2000-2400. Ad accompagnare questo primato vi è il buon risultato

della cucina che propone pranzi del mezzogiorno, partendo da piatti semplici e veloci,

fino a quelli più ricercati a base di pesce. Non manca l’organizzazione meticolosa di feste

ed eventi quali matrimoni, lauree153 ed appuntamenti culturali tra cui il recente spettacolo

“Cioccolata Danzante” nel quale è stata ricreata l’atmosfera ottocentesca con vestiti e

balli d’epoca, accompagnati dall’Orchestra Trieste Flute Ensemble.154 L’intento di

Faggiotto di riconquistare i cuori dei triestini facendo del Caffè degli Specchi un punto di

riferimento della città, è stato brillantemente realizzato anche attraverso una revisione dei

prezzi che in precedenza presentavano delle differenze rilevanti, in eccesso, rispetto ai

bar attigui. Strategia di mercato che sottolinea la volontà di rendere il Caffè un posto

accessibile a tutti senza trasformarlo in un luogo esclusivo o adatto solo per un’utenza di

turisti.155 I tavolini esterni affacciati sulla singolare Piazza Unità, usufruibili anche

153 Luca MARSI, “Giuseppe Faggiotto a Triesteprima: «Vi racconto la nuova vita del Caffè degli

Specchi»”, Triesteprima (2015) http://www.triesteprima.it/cronaca/giuseppe-faggiotto-a-triesteprima-vi-racconto-la-nuova-vita-del-caffe-degli-specchi-foto.html

154 PromoTurismo FVG – Ultima consultazione maggio 2016 http://www.turismofvg.it/evento/151947 155 Luca MARSI, “Giuseppe Faggiotto a Triesteprima: «Vi racconto la nuova vita del Caffè degli

Specchi»”, Triesteprima (2015)

66

durante il periodo invernale, consentono ai clienti di respirare la brezza marina e di godere

dei raggi del Sole.156 Gli interni del Caffè richiamano il passato attraverso gli stucchi sulle

pareti color ocra, i lampadari di cristallo, i tavoli, i divanetti in legno, e naturalmente gli

specchi che caratterizzano il nome del locale e che prima dell’avvento della corrente

elettrica venivano utilizzati per rendere le stanze più luminose e consentire un consumo

minore delle lampade ad olio.157

Il Caffè degli Specchi è il Caffè Storico di Trieste che gode di maggior visibilità grazie

alla sua posizione nel punto turistico più affollato dell’intera città e, di conseguenza, vi è

un’elevata clientela di turisti.

Figura 20 – Caffè degli Specchi. Gli interni ed il bancone.

Fonte: https://danieledemarco.com/2013/12/08/caffe-storici/

156 Triestecapitaledelcaffè – Ultima consultazione marzo 2016

http://www.triestecapitaledelcaffe.it/it/content/caffè-degli-specchi 157 Riccardo IANNELLO, “Trieste torna la civiltà dei caffè”, Quotidiano.net (2012)

http://www.quotidiano.net/cultura/2012/03/10/678905-trieste_torna_civilta_caffe.shtml

67

Figura 21 – Caffè degli Specchi. Terrazza con vista su Piazza Unità. Fonte: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Caffe_degli_Specchi.JPG

3.4.4 Caffè Stella Polare

Il Caffè Alla Stella Polare risale al 1865 ed il primo stabilimento nel quale fu collocato

si trovava a fianco di Canale Ponte Rosso e nel 1904, in seguito alla demolizione del

palazzo, fu costretto ad una sistemazione provvisoria in un padiglione di legno e gesso,

situato in prossimità della Chiesa di Sant’Antonio Nuovo. La sua posizione definitiva,

fedele a quella odierna, fu l’edificio al numero civico 6 di Piazza Sant’Antonio. Il primo

gestore fu Antonio Camerlich che lo condusse fino al 1910, momento in cui affidò la

nuova gestione a Riccardo Leipziger e Mario Sbisà. Il 23 maggio 1915 il locale dovette

subire la stessa sfortunata sorte del Caffè San Marco e venne devastato da dei gruppi anti-

italiani, ma ciò non pose fine alla propria attività. Nato come tipico locale austro-

ungarico, dotato di sala da biliardo, da riunione e da lettura, fu prevalentemente

frequentato da intellettuali e negozianti appartenenti alla colonia tedesca ma non mancò

68

la presenza di letterati triestini e internazionali.158 Al termine della Seconda Guerra

Mondiale, in seguito all’occupazione angloamericana di Trieste, il Caffè si trasformò in

una famosa sala da ballo frequentata dai militari americani e dalle ragazze locali.159 Fino

al 1959 la gestione passò di mano in mano esclusivamente tra appartenenti alla comunità

istriana, giungendo infine anche alla componente italiana. La comunità serbo-ortodossa è

l’attuale proprietaria degli spazi nei quali il Caffè è collocato e Vincenzo Menni è il

titolare dell’esercizio. La sua presenza fu fondamentale dopo la chiusura della gestione

2009-2014 poiché diresse sapientemente i lavori di rinnovamento generale del Locale

nella tutela e valorizzazione della componente storica, cercando di conservare le sue

caratteristiche principali. La gestione odierna è stata affidata alle sapienti mani di Bruno

Clai e Allen Brassi.

3.4.4.1 Caffè Stella Polare oggi e la sua offerta

(Via Dante Alighieri 14 – 34122 Trieste)

Gli ultimi lavori di rinnovo del Locale compiuti nei primi mesi del 2014, hanno

mantenuto gli stucchi e gli specchi originali dell’epoca160 rendendo però lo spazio interno

più luminoso e sostituendo gli arredi esterni.161 La gestione odierna di Bruno Clai e Allen

Brassi pone molta attenzione nei confronti dei propri clienti abituali, così come ai turisti,

curando gli aspetti tradizionali del locale che lo rendono amato e apprezzato in quanto

“storico”. Un aspetto innovativo introdotto dai due soci è l’offerta al pubblico di una

gamma di prodotti tipici del territorio locale, varianti in base al periodo, quali vino, olio,

miele e prodotti dolciari, consentendo anche ai turisti di passaggio di poter gustare i

principali prodotti che il Carso e la città triestina offrono. Come nelle precedenti gestioni

resta invariata l’organizzazione di eventi culturali ed esposizioni fotografico-illustrative

158 Triesterivista – Ultima consultazione marzo 2016 http://www.triesterivista.it/cultura/austria/stella.htm 159 ScoprendoTrieste – Ultima consultazione marzo 2016 https://danieledemarco.com/2013/12/08/caffe-

storici/ 160 Micol BRUSAFERRO, “Caffè “Stella Polare” chiuso per restauro Cambia la gestione”, Il Piccolo (2014)

http://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2014/03/04/news/caffe-stella-polare-chiuso-per-restauro-cambia-la-gestione-1.8784392

161 Micol BRUSAFERRO, “Il Caffè Stella Polare vestito di nuovo”, Il Piccolo (2014) http://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2014/04/11/news/il-caffe-stella-polare-vestito-di-nuovo-1.9029841?ref=search

69

di artisti locali, che vengono allestite per brevi periodi all’interno del Caffè. La pagina

ufficiale su Facebook promuove le iniziative e il palinsesto di eventi in programma.162

Figura 22 – Caffè Stella Polare. Gli interni.

Fonte: https://www.tripadvisor.it/Attraction_Review-g187813-d602731-Reviews-North_Star_Cafe-Trieste_Province_of_Trieste_Friuli_Venezia_Giulia.html

3.4.5 Antico Caffè Torinese oggi e la sua offerta (Corso Italia 2 – 34121 Trieste)

L’Antico Caffè Torinese, situato all’angolo tra via Roma e Corso Italia n.2, è il più

piccolo Caffè storico di Trieste e vanta la fortuna di aver mantenuto i propri interni

inalterati per oltre cent’anni. Fu fondato nel 1915 ad opera del famoso ebanista triestino

Giuliano Debelli, noto per aver arredato i lussuosi transatlantici Saturnia e Vulcania negli

anni 1925-1926. Gli arredi in legno teak, il soffitto a boiserie, le vetrinette nelle quali

poggiano calici e bottiglie di vini pregiati, il lampadario in cristallo e il bancone liberty

162 Ibidem

70

ghirlandato in ottone con il ripiano in marmo, ricordano gli interni navali della Belle

Époque. Il Locale è molto piccolo ma tutto risulta perfettamente disposto e il grande

specchio dietro il bancone aumenta la percezione dello spazio.163 I tavolini collocati nelle

rientranze delle vetrine contribuiscono a creare un senso di intimità arricchito dalla

suggestiva atmosfera delle candele accese durante le ore serali. Nel 2014 il Caffè ha

cambiato gestione, affidando la guida a Matteo Pizzolini e Massimo Galati, entrambi

giovanissimi ma con alle spalle esperienze lavorative rilevanti. Il rinnovamento apportato

dai due nuovi soci ha mantenuto le caratteristiche storiche del Locale mescolandole con

una componente più giovanile che consiste nella preparazione di cocktail a base di spezie,

frutta fresca tropicale e una vasta selezione di Gin e altri distillati. Viene mantenuta inoltre

la vocazione originaria servendo caffè, brioches e dolci artigianali, accostata ad un menu

per il pranzo a base di piatti freddi e toast.164 Il Caffè propone mensilmente una serie di

eventi retrò che stanno riscuotendo enorme successo fra i giovani, quali serate a tema anni

’20 e i cosiddetti “Speakeasy”, ovvero il richiamo all’atmosfera dei locali in auge durante

il proibizionismo che, camuffati sotto le spoglie di un’altra attività, intrattenevano i clienti

con musica e alcolici. Il dress code è richiesto e l’ingresso è consentito solo a coloro che

conoscono la parola d’ordine per entrare che può essere facilmente individuata sulla web

page ufficiale. Ad accompagnare l’atmosfera di questi eventi vengono preparati e serviti

cocktail attinenti al periodo storico.165

163 ScopriTrieste – Ultima consultazione marzo 2016 http://www.scopritrieste.com/caffe-torinese/ 164 Giulia BASSO, “Caffè Torinese, sarà “targato” Cipriani”, Il Piccolo (2014)

http://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2014/10/16/news/caffe-torinese-sara-targato-cipriani-1.10131054

165 Antico Caffè Torinese – Ultima consultazione marzo 2016 http://www.anticocaffetorinese.ts.it/eventi/speakeasy-nightogni-1-venerdi-del-mesedalle-ore-2100/

71

Figura 23 – Antico Caffè Torinese. Interno del Locale e bancone.

Fonte: http://www.anticocaffetorinese.ts.it

3.5 Altri Caffè Storici nazionali

Come si è avuto modo di constatare, Trieste presenta un buon numero di Caffè Storici

ancora integri ed in attività, tuttavia il loro posizionamento nel mercato turistico non

occupa una posizione di rilievo e la loro notorietà, soprattutto a livello internazionale, non

si attesta ad alti livelli come nel caso di altri Caffè Storici italiani.

I Caffè Storici italiani più celebri infatti, sono situati nelle piazze delle principali città

del Paese quali Venezia, Roma, Napoli, Torino, Firenze e i loro nomi godono di fama

mondiale. I seguenti esempi, esposti senza alcun ordine gerarchico, beneficiano

dell’iscrizione all’Associazione Locali Storici d’Italia.

Il Caffè Florian di Venezia, situato sotto le Procuratie Nuove, si attesta come uno dei

più famosi ed è considerato il Caffè esistente più antico d’Europa. Fu inaugurato il 29

dicembre 1720 da Floriano Francesconi e, inizialmente conosciuto come “Alla Venezia

Trionfante”, venne ribattezzato dai veneziani in “Caffè Florian” riprendendo il nome del

fondatore. Il locale vantò una clientela di nobiluomini, ambasciatori, politici, mercanti,

letterati e artisti. Alcuni dei suoi frequentatori più illustri furono Carlo Goldoni, Antonio

Casanova, Carlo e Gasparo Gozzi, Goethe, Antonio Canova, Ugo Foscolo, Ippolito

Pindemonte, Manzoni, Niccolò Tommaseo, Stendhal, Shelley, Dickens, Lord Byron,

72

Proust, Manet, Nietzsche.166 Il Caffè oggi conserva il fascino dei tempi passati, gli interni

ottocenteschi e le sale tematiche: la Sala del Senato, la Sala Cinese, la Sala Orientale e la

Sala degli Uomini Illustri. Il locale propone una serie di eventi come piccole esposizioni

d’arte, serate musicali secondo lo stile caffè-concerto mitteleuropeo e naturalmente fa da

palcoscenico al Carnevale Veneziano.167 La notorietà del Florian e l’immagine di qualità

e tradizione ad esso associato, gli hanno consentito di diventare un marchio ed esportare

all’estero la propria filosofia, aprendo nuove sedi a Roma, Firenze, Londra, Abu Dhabi,

Dubai e Doha.168

Altro Caffè storico di importanza mondiale è il Pedrocchi di Padova, situato

nell’omonima piazza nei pressi dell’Università. Sorto nel 1816 e fondato da Antonio

Pedrocchi che commissionò al famoso architetto veneziano Giuseppe Janelli

l’ampliamento dell’edificio originario nel quale era collocato un vecchio Caffè risalente

al 1772.169 Era noto come “Caffè senza porte” per la struttura del porticato aperto e per

l’orario lavorativo ininterrotto. La sua posizione strategica nel cuore della città gli

consentì di diventare un riferimento per la vita culturale e commerciale padovana sicché

nel 1848 fu la fucina dei moti studenteschi antiaustriaci. Alcuni dei personaggi illustri che

sedettero ai tavoli del Pedrocchi furono Stendhal, D’Annunzio, Eleonora Duse, e il

futurista Marinetti. Dal 1981 il Caffè è di proprietà del Comune di Padova e al suo interno

ospita il Museo del Risorgimento e le Gallerie del Pedrocchi. La splendida struttura

dell’edificio mescola lo stile gotico veneziano, neoclassico, così come la Sala Rossa, la

Sala Verde, la Sala Bianca che prendono il nome dal colore della tappezzeria e sono

caratterizzate da decorazioni di diverso stile.170 Il Caffè propone alla propria clientela

numerosi eventi tra cui serate di Tango, Brunch domenicali, serate musicali ed esposizioni

artistiche.171

Il Gran Caffè Gambrinus di Napoli, situato in Via Chiaia 1 angolo Piazza Trieste e

Trento, fu fondato nel 1860 con il nome di “Gran Caffè” e fu subito apprezzato per la

166 Mario SCAFFIDI ABBATE, I gloriosi Caffè storici d’Italia (Priamo, Editore Meligrana 2014), 61 a 74. 167 Caffè Florian – Ultima consultazione marzo 2016 http://www.caffeflorian.com/it/) 168 Associazione Piazza San Marco – Ultima consultazione marzo 2016

http://www.associazionepiazzasanmarco.it/en/caffe-florian.php 169 Mario SCAFFIDI ABBATE, I gloriosi Caffè storici d’Italia (Priamo, Editore Meligrana 2014), 81-82. 170 Padovanet – Ultima consultazione marzo 2016 http://www.padovanet.it/informazione/caffè-pedrocchi 171 Caffè Pedrocchi – Ultima consultazione marzo 2016

http://www.caffepedrocchi.it/it_caffA%EF%BF%BD_ristorante_eventi_pedrocchi_padova_meeting_congressi-8.html

73

presenza dei migliori pasticceri e gelatai provenienti da tutta Europa, tant’è che venne

nominato dai Borbone: “Fornitore della Casa Reale”. Rinominato in seguito in “Gran

Caffè Gambrinus” in onore del re delle Fiandre che inventò la birra, dopo i restauri del

1890 si affermò come uno dei più importanti Caffè letterari d’Italia. Tra i suoi ospiti più

noti si ricordano Oscar Wilde, Ernest Hemingway, Jean Paul Sartre e personaggi del

mondo dello spettacolo come Totò e i fratelli De Filippo. Dopo la sua chiusura del 1938

in seguito a dei sospetti antifascisti, il locale venne recuperato e riaperto negli anni ’70 e

tutt’oggi è il Caffè letterario in stile liberty più famoso di Napoli.172

L’Antico Caffè Greco di Roma, situato in Via Condotti 86, fu fondato nel 1760 da

Nicola di Madalena, un caffettiere levantino. Proprio da queste sue origini venne tratto il

nome “Greco”.173 Nel corso della sua storia ospitò Wagner, Goethe, Casanova, Stendhal,

Buffalo Bill, Keats, Franz Liszt, Gioacchino Rossino, Schopenhauer, Pasolini, Orson

Welles e molti altri personaggi ragguardevoli.174

A Torino il Caffè Fiorio, situato in Via Po’, è uno dei Caffè storici più antichi della

città. Fu inaugurato nel 1780 e divenne ritrovo imprescindibile per intellettuali e politici

durante il Risorgimento. Il suo ruolo predominante nella vita socio-politica di Torino, è

significativamente rappresentato da Carlo Alberto di Savoia il quale, ogni mattina prima

di occuparsi delle questioni di Stato, riceveva aggiornamenti sul circolo degli influenti

conservatori soliti riunirsi al Fiorio. Tra i più celebri ospiti si ricordano Cavour, Rattazzi

e D’Azeglio.175

3.6 Offerta turistica esperienziale e differenziazione

Tra le principali motivazioni che spingono un consumatore a preferire un Caffè Storico

ad un normale bar, vi è la cosiddetta “esperienza esclusiva” alla quale si può prendere

parte al suo interno. Questo aspetto sottolinea la percezione che il consumatore ha del

172 Gran Caffè Gambrinus – Ultima consultazione marzo 2016

http://grancaffegambrinus.com/caffe/storia-caffe-24.php 173 Antico Caffè Greco – Ultima consultazione marzo 2016 http://www.anticocaffegreco.eu/index.php# 174 Wikipedia: Antico Caffè Greco – Ultima consultazione marzo 2016

https://it.wikipedia.org/wiki/Antico_Caffè_Greco 175 Caffè Fiorio – Ultima consultazione marzo 2016 http://www.caffefiorio.it

74

Caffè Storico, in quanto appartenente ad un’offerta che si differenzia in modo chiaro

rispetto ai normali bar.

L’esperienza è offerta naturalmente anche al turista che si trova in città, il quale

visitando i Caffè Storici, viene a stretto contatto con il consumatore locale.

L’attenzione che i Caffè dedicano non è rivolta solamente alle caratteristiche

qualitative dei propri prodotti, ma anche al consumatore, al fine di garantirgli

un’esperienza di consumo unica. Per rendere ciò possibile, non è sufficiente la vendita di

una tazzina di caffè, insieme ad essa deve essere venduta anche la sua cultura, offrendo

quindi sia una consumazione di caffè, sia di tradizione. La fortuna dei Caffè Storici sta

nel fatto che non è necessario pensare ad una nuova “filosofia” o a strategie finalizzate

alla progettazione di un “esperienza”. La stessa “cultura del caffè” che viene tramandata

da generazioni, così come i vari aspetti ad essa legati, costituiscono uno strumento capace

di creare un’esperienza unica nel suo genere, purché essa non sia stata snaturata o

eliminata in nome di un’eccessiva modernità.

Il consumatore infatti, trovandosi a vivere un’esperienza particolare, attiva una serie

di processi cognitivi ed emotivi che lo portano ad interpretare e a dare un senso a quanto

vissuto. Se l’esperienza ha avuto successo, perdura nella mente del consumatore

incentivando di conseguenza la possibilità che venga ripetuta. La percezione di piacere e

le emozioni volte a creare un’interazione positiva, sono quindi la chiave per un’esperienza

di valore e, maggiore è la loro intensità, maggiore sarà la durata nella memoria.176

Per aumentare il livello di interazione e creare un’esperienza di maggior valore, i Caffè

possono far leva sulla componente partecipativa e su quella sensoriale.177 Un primo

aspetto capace di coinvolgere profondamente il consumatore che i vari Caffè Storici

desiderano garantire, è un servizio caratterizzato da professionalità, dedizione e cura del

cliente. Elemento che consente di creare una sana armonia e cordialità con il consumatore,

facendolo sentire a proprio agio.

Per quanto riguarda gli stimoli sensoriali, alcuni esempi caratteristici sono il rumore

della macchina da caffè, il tintinnio delle tazzine che vengono poste sugli appositi piattini,

o il suono provocato dal mescolare dei cucchiaini; allo stesso modo il profumo diffuso

della bevanda e delle specialità che vengono servite ai tavoli. Oltre all’udito ed all’olfatto,

176 Antonella CARÙ, Bernard COVA, Consuming Experience, (Routledge 2007). 177 Ibidem

75

anche la vista svolge un ruolo importante. L’osservare due amici che giocano a scacchi,

una compagnia di arzille vecchiette che conversano allegramente, un uomo solitario che

legge il giornale, uno scrittore intento a completare le pagine del proprio romanzo, o

ancora, giovani studenti chini sui libri scolastici per fare i compiti; evidenzia una serie di

“attori” che animano il Caffè e contribuiscono a rendere “magica” la sua atmosfera. A

dilettare ulteriormente la vista vi è, naturalmente, la splendida cornice del Caffè che

trasuda storia, arte ed un passato nostalgico. Tale insieme permette al cliente di percepire

il valore dell’esperienza, favorendo in questo modo la creazione di un momento positivo

e rigenerante da dedicare a sé stessi. Questa speciale alchimia ha la forza di avvolgere e

coinvolgere il turista, rendendo così la visita indimenticabile.

Facendo leva sulle emozioni e sulla sensorialità, è quindi possibile differenziarsi dai

concorrenti e far percepire la propria offerta nel mercato come qualcosa di singolare. Se

il valore dell’offerta è percepita in modo convincente da parte del consumatore, è

possibile applicare con successo prezzi più elevati in proporzione al valore offerto. Ecco

che, in questo caso, il costo più elevato del consumo in un Caffè Storico, è giustificato

dalla sua offerta esclusiva. L’esempio più significativo è il Caffè Florian di Venezia dove

una tazzina può costare il quadruplo rispetto al prezzo normale, eppure il turista è disposto

a pagare tale prezzo. Per quale motivo?. Ricollegandoci a quanto sostenuto in precedenza,

il costo della tazzina include una serie di sensazioni, un servizio raffinato, la possibilità

di sedersi all’interno di un Locale Storico ricco di arredi antichi, o per di più poter

ammirare la splendida visuale in una delle piazze più belle al mondo. Il consumatore si

trova quindi ad acquistare un’intera esperienza fruibile all’interno di un contesto

esclusivo. I Caffè Storici triestini si distinguono da quelli di altre città italiane, per l’alta

frequentazione dei residenti e questa particolarità permette al turista di sentirsi parte della

città, coinvolto in sorrisi sinceri ed emozioni da condividere.

76

77

Dall’analisi del capitolo si evince l’ampiezza del fenomeno di diffusione a livello

internazionale, delle prime Botteghe del Caffè e come esse siano diventate dei punti di

riferimento per molti Paesi europei, andando ad influenzare il tempo libero ed i rapporti

lavorativi. Altro aspetto rilevante è l’importanza che esse hanno avuto, consentendo

l’incontro di letterati, politici ed altre figure insigni che hanno contribuito al fervore

letterario e politico delle città. Nel caso di Trieste, sebbene molte botteghe del caffè siano

state chiuse nel corso degli anni, si denota tutt’oggi la presenza di un buon numero di

Caffè Storici che quasi nella totalità dei casi, ad esclusione del Caffè Torinese, sono

inoltre considerati Caffè Letterari, e ciò costituisce senza dubbio un valore aggiunto che

ne rafforza l’attrattività nei confronti dei turisti. Oltre alla medesima appartenenza

storico-culturale, il fil rouge è l’atmosfera intrinseca che accomuna questi Caffè e che

permette di considerarli in un’unica offerta. Gli altri esempi nazionali citati, mettono in

luce come la presenza dei Caffè Storici, molti dei quali di notorietà internazionale, sia

diffusa in diverse regioni italiane. Tuttavia l’Italia non è il solo Paese a beneficiare di

questo storico patrimonio. In riferimento ai Caffè Storici triestini si ricorda lo stretto

legame estetico-culturale con gli altri Caffè mitteleuropei, in particolar modo con la

Caffetteria Viennese che sarà descritta nel capitolo seguente. Il riconoscimento della sua

importanza nella cultura austriaca, ha consentito lo sviluppo di politiche finalizzate alla

conservazione ed alla promozione turistica. Tale organizzazione rappresenta una fonte di

idee alla quale i Caffè Storici triestini possono ispirarsi per migliorare la propria visibilità

sul piano turistico, sviluppare dei programmi ed iniziative comuni e tutelare

maggiormente la propria esistenza nel panorama economico cittadino.

78

Capitolo 4 I CAFFÈ STORICI VIENNESI ED ALTRI ESEMPI MITTELEUROPEI

4.1 Offerta turistica dei Caffè viennesi

L’agenzia del Turismo di Vienna ha dedicato sul proprio sito internet uno spazio di

primo piano ai Caffè Storici e Caffè moderni, in quanto elementi peculiari che rispondono

all’armonico legame tra passato e presente della capitale. Collocati sotto la voce

“Acquisti, mangiare bene & bere”, vanno ad unirsi alle altre eccellenze legate al gusto

della metropoli danubiana, promuovendo la città altresì attraverso la tradizione del caffè

e delle Caffetterie nelle quali viene consumato.178

Il loro prestigio è noto a livello internazionale ed i loro nomi si attestano in tutte le

guide turistiche contemporanee. A ribadire inoltre la loro ottima organizzazione ed offerta

turistica, va citato il Café Sacher che dispone di un punto vendita e di uno Shop Online

dove si possono acquistare Sachertorte di ogni dimensione che vengono vendute

all’interno di eleganti confezioni in legno di balsa.179 Allo stesso tempo sono acquistabili

oggetti quali tazze, bicchieri, piattini che riportano il Sacher trademark. Questi prodotti

che il cliente decide di acquistare, assumono il significato di “souvenir” da regalare ad

amici e parenti in quanto testimonianza del proprio passaggio nello Storico Café.

L’esperienza vissuta all’interno del Café conferisce quindi al cliente la sensazione di aver

partecipato ad un rituale unico in un luogo altrettanto singolare, tanto da giustificare il

consumo e l’acquisto dei prodotti precedenti.

All’interno di questa offerta turistica, come si è già accennato, sono presenti Caffè

Storici così come Caffè moderni, ma solamente i primi saranno presi in esame in questo

capitolo, poiché negli antichi Caffè di Vienna è possibile ritrovare un richiamo estetico e

culturale che li accomuna a quelli triestini precedentemente analizzati.

178 Vienna.info – Ultima consultazione aprile 2016 https://www.wien.info/it/shopping-wining-

dining/coffeehouses 179 Original Sacher Shop – Ultima consultazione giugno 2016 http://shop.sacher.com

79

Il Klub Wiener Kaffeehausbesitzer, ovvero il “Club dei proprietari delle Caffetterie

viennesi”, opera a sostegno di queste attività. Fondato nel 1956 è un circolo che

comprende Caffè tradizionali e innovativi. Gli obiettivi principali perseguiti dal Klub

sono finalizzati alla promozione di progetti culturali nelle Caffetterie, la rappresentanza

dei locali membri di fronte ai media, la formazione congiunta, e naturalmente la

salvaguardia della tradizione.180 Il Klub ha avuto inoltre un ruolo di primaria importanza

nella proposta di candidatura della “Cultura del Caffè viennese” nell’inventario del

patrimonio immateriale nazionale, stilato dalla Commissione austriaca per l’UNESCO.181

4.2 La Caffetteria viennese e il riconoscimento di patrimonio culturale immateriale

La Caffetteria viennese, conosciuta anche con il termine tedesco di Wiener Kaffeehaus,

è considerata una vera e propria istituzione ed elemento imprescindibile dell’identità

austriaca. Queste oasi di accoglienza e tranquillità, attraverso le eleganti pratiche sociali,

invitano i propri clienti a gustare un buon caffè accompagnato, come da tradizione, da

un’immancabile fetta di torta e da un bicchierino di acqua che viene premurosamente

riempito dagli inservienti ogni qualvolta sia necessario. L’abitudine di restare seduti ai

tavoli del Caffè per lunghi lassi di tempo, leggendo un libro o chiacchierando, è una delle

componenti basiche di questo antico rituale che è tutt’ora vivo e che in passato consentiva

ai clienti di poter usufruire degli interni del locale come estensione del salotto di casa.

Tutto ciò può essere sintetizzato in una sola parola: Gemütlichkeit, nella sua accezione di

intimità, comodità e cordialità. Si tratta infatti di spazi ibridi di natura privata e pubblica

allo stesso tempo.182 Al loro interno era consentita la socializzazione tra appartenenti a

diversi ceti sociali, oltre alla tolleranza delle relazioni extraconiugali ma, come sostiene

Charlotte Ashby, erano contemporaneamente dei luoghi soggetti a formalità e regole ben

precise: la gerarchia del personale di sala che per di più vestiva rigorosamente in divisa;

la presenza di un “codice” per indicare le diverse tipologie di caffè ordinabili e il rituale

180 Klub Wiener Kaffeehausbesitzer 1683 – Ultima consultazione aprile 2016

http://www.kaffeesieder.at/jart/prj3/kwk/main.jart 181 Marion TOPITSCHNIG, “Die Wiener Kaffeehauskultur ist UNESCO-Kulturerbe”, Falstaff (2011) 182 Madalina DIACONU, Eva HEUBERGER, Ruth MATEUS-BERR, Lukas Marcel VOSICKY, Senses and the

City: An Interdisciplinary Approach to Urban Sensescapes (LIT Verlag Münster, 2011), 69.

80

del servizio della bevanda che veniva presentata su un vassoio di metallo, accompagnata

da un piattino di zucchero e da un immancabile bicchier d’acqua su cui poggiava un

cucchiaino perfettamente allineato. L’autrice aggiunge altresì che queste formalità

presenti al Caffè, non rispecchiavano quelle esistenti al di fuori di essi, originando quindi

una sorta di eterotopia focoultiana.183

Questi Caffè Storici sono caratterizzati dai ricorrenti tavolini in marmo, dalle comode

panche imbottite, dalle inconfondibili sedie Thonet e dagli ampi specchi che

contribuiscono a rendere le sale lucenti. All’interno del locale sono sempre presenti i più

prestigiosi quotidiani nazionali e internazionali, che vengono messi a disposizione

dell’utenza, in modo totalmente gratuito. I prolungati orari di apertura che

tendenzialmente spaziano dalla prima mattina fino alla mezzanotte, gli consentono di

essere frequentati durante tutto l’arco della giornata diventando un punto di riferimento

costante per i viennesi. Anch’essi come gli altri Caffè Storici mondiali, hanno visto il

passaggio di letterati, politici, uomini illustri, e furono luogo d’incontro e di scambio di

idee, dando vita al fenomeno dei Caffè letterari. Oltre ad essere un fervido centro

culturale, iniziarono a diventare un habitué per i cittadini, andando ad influenzare in modo

significativo lo sviluppo dell’entertainment di massa e del leisure del XIX secolo.184

Riprendendo il caso dei “recapiti”, trattati nel capitolo precedente, peculiare è l’esempio

dello scrittore austriaco Peter Altenberg, il quale sul suo biglietto da visita indicava, oltre

alla propria residenza, il nome del Caffè frequentato abitualmente. Altri ospiti degni di

nota furono i compositori Johan Strauss, Mozart e Beethoven, i quali erano soliti esibire

le loro nuove produzioni musicali al pubblico dei Caffè.185 La tradizione musicale è

tutt’oggi presente in molti Caffè, all’interno dei quali vengono organizzati regolarmente

concerti di pianoforte, talvolta con l’accompagnamento di un solista.186

L’offerta principale è costituita da caffè, cioccolata calda, tè, ma non mancano le

diverse specialità dolciarie, in modo particolare i gugelhupf e, naturalmente, la rinomata

183 Charlotte ASHBY, Tag GRONBERG, Simon SHAW-MILLER, The Viennese Café and Fin-de-Siécle

Culture (Berghahn Books 2013), 22. 184 Ivi, 12-13. 185 Marco DI BLAS, “Il caffè viennese è patrimonio dell’Unesco”, Messaggero Veneto (2011)

http://diblas-udine.blogautore.repubblica.it/2011/12/01/il-caffe-viennese-e-patrimonio-dellunesco/ 186 Wien.info – Ultima consultazione aprile 2016 https://www.wien.info/it/music-stage-

shows/classic/concert-cafes

81

Sacher torte.187 I diversi tipi di caffè ordinabili, riflette l’enorme importanza che i viennesi

dedicano a tale bevanda che si presenta in alcune delle seguenti varianti:188

• Melange: caffè con spuma di latte

• Kleiner Brauen: caffè ristretto con latte

• Großer Brauen: caffè lungo con latte

• Verlängester: caffè lungo tipo americano

• Espresso: caffè nero tipo espresso

• Einspänner: caffè moca con panna servito in vetro

• Fiaker: caffè moca corretto con cognac e servito in vetro

A partire dall’ottobre 2011 la Cultura della Caffetteria viennese è stata dichiarata

patrimonio culturale immateriale dalla Commissione austriaca per l’UNESCO,

collocandosi nell’elenco Immaterielles Kulturerbe in Österreich.189 Con la ratifica della

Convenzione con l’UNESCO nel 2009, la Commissione austriaca si impegna infatti, alla

stesura di una lista relativa al proprio patrimonio culturale immateriale. Essa non va

confusa con la Lista dell’UNESCO. È evidente quindi l’importanza a cui assurge la

Wiener Kaffeehaus con l’inserimento della sua “Cultura” nell’inventario austriaco, in

un’ottica di tutela, responsabilità e promozione turistica. Sebbene non venga elencata

nella Representative List of the Intangible Culturale Heritage of Humanity

dell’UNESCO, come ad esempio nel caso della Spanische Hofreitschule di Vienna, non

è da escludersi che in un futuro prossimo possa essere preso in considerazione il suo

inserimento. Da ciò si evince quindi la grande importanza che i Caffè viennesi

rappresentano per la società e per la vitalità economica della città, così come per il

comparto turistico. Il rituale del caffè che si svolge in un tempo lontano dalla frenesia

quotidiana, immerso in un’atmosfera ricca di suoni e profumi, fa parte di un insieme di

pratiche, rappresentazioni, espressioni e conoscenze, appartenenti al patrimonio culturale

viennese che si tramanda con continuità da generazioni. La Caffetteria gode altresì di un

passato centenario e per lungo tempo ha rappresentato un punto di riferimento in quanto

187 Wien.info – Ultima consultazione aprile 2016 https://www.wien.info/it/shopping-wining-

dining/coffeehouses 188 Tuttovienna.info – Ultima consultazione aprile 2016 http://www.tuttovienna.info/caffe.html 189 Österreichische UNESCO-Kommission – Ultima consultazione marzo 2016

http://immaterielleskulturerbe.unesco.at/cgi-bin/unesco/element.pl?eid=71)

82

centro di scambi relazionali di genere culturale, politico ed economico.190 I Caffè Storici

cittadini che hanno mantenuto il fascino e gli interni tradizionali, sono senza dubbio i

luoghi migliori dove partecipare a questa pratica sociale e, attraverso il suo valore

aggiunto di “patrimonio immateriale” della sua cultura, possono beneficiare di una

posizione di rilievo nel mercato turistico sfruttando il prestigio che conferisce l’inventario

Immaterielles Kulturerbe in Österreich.

Figura 24 – Caffè Sperl (Vienna). Il caffè servito secondo la tradizione viennese.

Fonte: https://www.holidaycheck.at/m/cafe-sperl/1e9402ec-bb11-356a-8166-1daf76859c9b

4.3 Le principali Kaffeehaus Storiche viennesi

v Il Café Central al giorno d’oggi è situato al pianterreno del Palais Ferstel.

Aperto ufficialmente nel 1876, vanta più di 140 anni di storia e a metà del XX

secolo fu un rinomato luogo d’incontro di artisti, letterati, politici e scienziati.

190 Klub Wiener Kaffehausbesitzer 1683 – Ultima consultazione aprile 2016

http://www.kaffeesieder.at/jart/prj3/kwk/main.jart

83

Alcuni dei personaggi più celebri che contribuirono alla sua vocazione

culturale e letteraria, furono: Arthur Schnitzler, Sigmund Freud, Peter

Altenberg e Leon Trotsky. Grazie ai lavori di ristrutturazione del palazzo

avvenuti in questi ultimi decenni, sebbene l’attività sia stata trasferita in

un’altra parte dell’edificio, il Caffè mantiene l’antica atmosfera. I suoi tavoli

accolgono quotidianamente i residenti e gli impiegati locali, ma non mancano

i turisti alla ricerca di un luogo suggestivo nel quale sostare.191

v Il Café Hawelka ha una storia relativamente recente; fu fondato nel 1939 da

Leopold Hawelka con l’aiuto della consorte Josefine. Nel dopoguerra iniziò ad

essere noto come “Caffè d’artisti”, diventando per molti una seconda casa o

meglio, un secondo salotto. Il Café è sopravvissuto senza dover cedere alla

modernità e ha mantenuto integra la propria atmosfera grazie alla fedeltà e

all’attaccamento dei propri clienti abituali. Negli ultimi decenni è stato

affollato di frequente da noti scrittori e artisti appartenenti al cosiddetto

“Gruppo di Vienna”. Tra i principali ospiti si ricordano H.C. Artmann, Konrad

Bayer e Gerard Rühm. Diventato un centro artistico vitale, ha iniziato ad

attirare la curiosità di politici, giornalisti e celebrità internazionali. La sua

clientela è prevalentemente composta da studenti e turisti.192

v Il Café Sacher è situato all’interno dell’omonimo hotel, uno dei più raffinati

al mondo. Rappresenta il luogo ideale dove poter apprezzare appieno la cultura

del caffè viennese, attorniati da un’atmosfera elegante che rimanda ai gloriosi

tempi passati. Il fiore all’occhiello del Café è la rinomata Sacher Torte,

inventata nel 1832 dal pasticcere Franz Sacher.193 È il Café più famoso di

Vienna ed il più frequentato dai turisti e, come testimoniano le numerose

recensioni sulla pagina TripAdvisor dedicata, la sua valutazione è pressoché

eccellente.

v Il Café Sperl, aperto nel 1880 dalla famiglia Sperl, conserva ancora

un’atmosfera di fine ottocento riscontrabile dai suoi tavolini in marmo bianco,

191 Palais Events – Ultima consultazione aprile 2016 http://www.palaisevents.at/cafecentral.html 192 Café Leopold Hawelka – Ultima consultazione aprile 2016 http://www.hawelka.at/cafe/de/geschichte/ 193 Café Sacher Wien – Ultima consultazione aprile 2016 https://www.sacher.com/original-sacher-

torte/sacher-cafe/cafe-sacher-wien-3/

84

dalle sue sedie Thonet e dai grandi specchi alle pareti del locale. Fu frequentato

da celebri artisti come Maximilian Kurzweil, Koloman Moser e da diversi

musicisti viennesi.194

v Il Café Landtmann, fondato nel 1873 da Franz Landtmann, si caratterizza per

la sua elevata eleganza e continua ad essere uno dei Café più popolari di

Vienna. Fu frequentato da figure influenti del panorama austriaco, quali

Altenberg, Sigmund Freud, Gustav Mahler, Hans Moser ed altre celebrità

internazionali come Burt Lancaster, Hillary Clinton e Paul MacCartney. La sua

fama attira tutt’oggi politici, attori e giornalisti.195

v Il Café Griensteidl, aperto nel 1847 all’interno dell’ex palazzo Dietrichstein,

diventò presto un luogo d’incontro dei letterati viennesi quali Karl Kraus, Hugo

von Hofmannstahl e Arthur Schnitzler. Non mancò la presenza di noti musicisti

come Victor Adler e Theodor Herzl. Nel 1897 l’edificio nel quale era situato

venne demolito e l’attività cessò. Fortunatamente nel 1990 lo storico Café

Griensteidl è stato riprogettato e costruito nella medesima posizione del

precedente, altresì ricreando l’arredamento del tempo e riportando in vita

l’atmosfera e l’originale magnificenza.196

v Il Café Ritter, aperto nel 1867, trasferì la propria posizione, che corrisponde a

quella attuale, vent’anni dopo. Fu frequentato anch’esso da artisti e letterati tra

i quali Friedrich Adler, Ludwig Anzengruber, Peter Rosegger e Rudolf von

Alt. Rappresenta tutt’oggi un esempio della tipica caffetteria viennese.197

v Il Café Mozart, esiste dal 1794 e nel corso della sua storia, sebbene non abbia

ospitato l’omonimo Amadeus Mozart morto prematuramente nel 1791, fu

frequentato da una larga cerchia di musicisti ed artisti viennesi.198

194 Café Sperl – Ulima consultazione aprile 2016 http://www.cafesperl.at/html/CSkap2.html 195 Café Landtmann – Ultima consultazione aprile 2016 http://www.landtmann.at 196 Café Griensteidl – Ultima consultazione aprile 2016 http://www.cafegriensteidl.at/cafe_chronik.htm 197 Café Ritter – Ultima consultazione aprile 2016 http://www.caferitter.at/index.php/geschichte 198 Café Mozart – Ultima consultazione aprile 2016 http://www.cafe-mozart.at

85

Figura 25 – Café Central (Vienna). Gli interni. Fonte: http://www.stadt-wien.at/lifestyle/essen-

trinken/cafe-central-wiener-kaffekultur-in-der-herrengasse.html

Figura 26 – Café Sperl (Vienna). Gli interni.

Fonte: https://suitesculturelles.wordpress.com/2011/12/19/vienna-highlights-cafes-and-boutiques/

86

Figura 27 – Café Sacher Vienna. Gli interni.

Fonte: https://www.sacher.com/en/original-sacher-cake/sacher-cafe-en/cafe-sacher-wien-2/

Figura 28 – Café Sacher Vienna. Sachertorte con panna.

Fonte: http://suzyguese.com/dessert-in-vienna-a-slice-of-aristocracy-and-the-sacher-torte/

87

4.4 Altri Caffè Storici Mitteleuropei

Il legame della “cultura del caffè” che accomuna Trieste e Vienna, è riscontrabile

anche in due capitali mitteleuropee: Budapest e Praga. Alcuni dei più prestigiosi Caffè

Storici che hanno partecipato all’evoluzione dei rispettivi Paesi, sono stati riaperti in

tempi recenti, riportati agli antichi splendori, ed inseriti nell’offerta turistica delle diverse

destinazioni. Sebbene si riscontri anche la presenza di stili degli interni differenti,

permane il comune rituale e l’inconfondibile atmosfera.

Il Café New York di Budapest, racchiude una piccola parte della storia di Budapest e

del suo fervore letterario. A riprova della sua importanza culturale è significativo il caso

della rivista nazionale “Nyugat”, la quale fece sede tra i suoi tavoli. Situato nel quartiere

ebraico di Pest, all’interno del New York-palota, conosciuto anche con il nome di Boscolo

Budapest Hotel, verso la fine del XX secolo fu considerato il Caffè più bello e amato della

capitale. Caduto in rovina dopo la Seconda Guerra Mondiale, nel 2006 è stato riaperto e

riportato al fascino del passato.199 I suoi interni sfarzosi, i soffitti affrescati da Gusztav

Manneheimer e Ferenc Eisenhunt, i suoi lampadari e gli stucchi dorati delle colonne,

conferiscono al locale un fascino unico, avvolgendo i visitatori in un’atmosfera Belle

Époque.200 La ripresa della sua attività sembra perciò che abbia esaudito il desiderio di

Ferenc Molnár, autore de I ragazzi della via Pál, il quale gettò le chiavi della porta di

ingresso nel Danubio, affinché non chiudesse mai.201 Altra storica bottega è il Café

Pasticceria Gerbeaud, aperto nel 1870 da Henrik Kugler. Si caratterizza per la sua alta

pasticceria, per gli interni ricchi di marmi e i decori con bronzi e legni esotici.202 Il

Central Kavehaz, fondato ne 1887, fu un altro punto caldo della città. Chiuso

definitivamente nel 1949, è risorto dalle proprie ceneri nel 1999 e, grazie ai numerosi

eventi artistici e letterari proposti, si sta reinserendo tra i maggiori centri culturali della

città.203 Un ulteriore locale che merita di essere ricordato al fianco dei precedenti, è la

piccola Pasticceria Ruszwurm Cukrászda, sorta nel 1827. Questo prezioso gioiello

199 New York Café – Ultima consultazione aprile 2016 http://www.newyorkcafe.hu/new-york-cafe.html 200 Boscolo Budapest – Ultima consultazione aprile 2016 http://budapest.boscolohotels.com/it/ristoranti-

budapest/new-york-cafe 201 Beppe SEVERGNINI, Manuale del perfetto turista (BUR EXTRA 2010), 326. 202 Gerbeaud – Ultima consultazione aprile 2016 http://www.gerbeaud.hu 203 Central Kavehaz – Ultima consultazione aprile 2016 http://www.centralkavehaz.hu/eng/home

88

arredato con mobili d’epoca, offre ai propri clienti una vasta scelta dolciaria. Annovera

tra i suoi ospiti storici anche alcuni membri della famiglia Imperiale, come la principessa

Elisabetta di Baviera nota anche con il nome di Sissi.204

Anche i Caffè di Praga ricordano l’atmosfera tipica viennese. La loro fioritura si attesta

attorno la fine del XIX secolo e gli anni Trenta. Durante gli anni d’oro diventarono punto

d’incontro per artisti, letterati, attivisti e dissidenti politici. Sebbene molti di questi Caffè

siano caduti in rovina all’indomani del Secondo Conflitto Mondiale, alcuni di essi sono

sopravvissuti e, attraverso delle operazioni di recupero hanno riacquisito l’eleganza

perduta. Tra i più famosi Cafè Storici praghesi, si ricorda il Café Louvre, aperto nel 1902,

che annovera tra i suoi ospiti Karel Capek, Franz Kafka, Albert Einstein ed atri scrittori

noti per aver fondato i propri circoli di lettura all’interno della bottega. Alla fine del XIX

secolo iniziò ad essere frequentato anche dalle nobildonne praghesi, che fecero del locale

un baluardo a sostegno dell’emancipazione femminile. Caduto in rovina e devastato in

seguito al colpo di stato comunista del 1948, è stato sottoposto nel 1992 ad un’attenta

ricostruzione che gli ha consentito di riprendere l’attività senza dover snaturare la propria

immagine.205 Il Café Slavia, aperto nel 1884, fu luogo in cui solevano ritrovarsi Rainer

Maria Rilke, Franz Kafka e alcuni dissidenti politici fra cui Václav Havel. Caratteristici

sono i suoi interni art déco.206 Il Café Savoy, fondato nel 1893, conserva tutt’oggi la

splendida atmosfera e i soffitti decorati secondo lo stile neo-rinascimentale. Restaurato

nel 2004 è oggi uno dei principali punti d’incontro della capitale.207 Il Café Imperial,

fondato nel 1914 e ristrutturato nel 2007, è uno splendido esempio di art nouveau,

attorniato da mosaici, piastrelle in ceramica, bassorilievi, decorazioni in bronzo e lampade

antiche.208 Un altro Caffè storico degno di essere ricordato è il Grand Café Orient,

situato nel Palazzo della Madonna Nera ideato da Josef Gočár e risalente al 1911/1912.

Rispecchia lo spirito cubista e, chiuso nel 1920 in seguito alla caduta di moda di questa

corrente artistica, è stato riaperto nel 2005 mantenendo i suoi interni inalterati.209

204 Ruszwurm Cukrászda – Ultima consultazione aprile 2016 http://www.ruszwurm.hu 205 Café Louvre – Ultima consultazione aprile 2016 http://www.cafelouvre.cz/en/History/ 206 Café Slavia – Ultima consultazione aprile 2016

http://www.cafeslavia.cz/index.php?id_page=uvod&id_rest=slavia&id_lang=en 207 Café Savoy – Ultima consultazione aprile 2016 http://cafesavoy.ambi.cz/cz/ 208 Café Imperial – Ultima consultazione aprile 2016 http://www.cafeimperial.cz/cs/kontakty 209 Grand Café Orient – Ultima consultazione aprile 2016

http://www.grandcafeorient.cz/index.php?id=historie&lang=en

89

90

Dall’analisi della Wiener Kaffeehaus, si evince l’importanza socio-culturale che essa

costituisce per la popolazione viennese, oltre ad essere un elemento importante di

richiamo turistico che si presenta agli occhi dei viaggiatori per la sua unicità e che merita

di essere inserito nel proprio itinerario di viaggio per sperimentare o meglio, assaporare,

l’antica “cultura del caffè”. Anch’essi, come nel caso dei Caffè Storici triestini, offrono

la possibilità al turista di partecipare ad un’esperienza unica nel suo genere avvolti da

un’infinità di sensazioni.

Interessante è il caso del Café Griensteidl di Vienna che dopo la cessazione dell’attività

e la successiva demolizione del palazzo, è stato riprogettato nel 1990, ricreando

fedelmente l’arredo e l’atmosfera precedente. Questa tendenza al “recupero” si riscontra

allo stesso modo a Budapest in alcuni dei casi dei Café sopraccitati. Siamo di fronte a

degli esempi nei quali la società si riappropria di una parte di storia perduta, cercando di

ricreare sia l’atmosfera e gli arredi nel modo più fedele possibile, sia una parte della

propria identità. Tuttavia la tendenza richiede un monitoraggio oculato affinché non si

verifichi una riproduzione seriale di queste realtà culturali che di conseguenza

comporterebbe una perdita della percezione di “autenticità” ed “unicità” che il turista ha

di esse. Come sostiene Richards, essa è una dei principali problemi che affligge il turismo

culturale e la sua riproduzione di prodotti simili all’interno di un’unica destinazione, così

come in altre, da perdere una parte di unicità compromettendone l’attrattività e quindi la

competitività.210 Altro rischio è la progettazione di nuovi Café con la pretesa di costruire

un passato fittizio a puri fini turistici.

Dalla lettura del capitolo si comprende la posizione di “ritardo” dei Caffè Storici di

Trieste, rispetto a quelli viennesi, sia dovuta dalla carente cognizione della loro

importanza storico-culturale, sia dall’insufficiente tutela e valorizzazione.

Trieste che, come asserito in precedenza, condivide una porzione di storia, la “cultura

del caffè” e la somiglianza degli arredi con la Wiener Kaffeehaus, può fare riferimento

sul modello austriaco ai fini di una migliore tutela e valorizzazione turistica dei Caffè. La

cultura condivisa può essere messa a frutto grazie alla creazione di sinergie turistiche tra

Trieste e Vienna per la programmazione di proposte analoghe in ambito turistico; ma

210 Emilio BECHERI, Rapporto sul turismo italiano 2008-2009. XVI Edizione (FrancoAngeli 2009), 609.

91

questo aspetto sarà analizzato nel capitolo successivo. La fortuna di Trieste di poter

beneficiare sul proprio territorio di un buon numero di Caffè storico-letterari, dovrebbe

essere fonte di stimolo affinché tali Locali non vengano dimenticati e possano costituire,

come nel caso viennese, una fonte di ricchezza.

92

Capitolo 5 INIZIATIVE PER LO SVILUPPO TURISTICO NEI LOCALI E CAFFÈ

STORICI TRIESTINI

Il presente capitolo si apre con l’analisi delle criticità dei Locali Storici al fine di

comprenderne le insidie, ed evidenziare in seguito come il turismo rappresenta una

risposta concreta per la loro sopravvivenza.

5.1 Criticità dei Locali e Caffè Storici

Queste fragili realtà, sebbene costituiscano una preziosa risorsa per la comunità locale

ed il benessere economico della città, così come per il vigore del comparto turistico,

vedono la propria esistenza continuamente messa a rischio. Ciò che accomuna gli esercizi

storici quali negozi, macellerie e mercerie ai Caffè, è un presente e ancor più un futuro

incerto.

Dall’analisi delle attività commerciali trattate in precedenza, si evince una moltitudine

di fattori che minano il prosieguo delle diverse attività. Tra le principali cause vi è senza

dubbio il problema degli elevati costi di affitto a cui devono far fronte i gestori-titolari

dei Locali Storici, poiché la proprietà degli immobili, in buona parte dei casi, appartiene

a Banche, Finanziarie e Compagnie Assicurative. La collocazione di questi esercizi che

di frequente coincide con il centro cittadino, prevede un aggravio degli affitti rispetto alle

zone periferiche, ai quali i piccoli negozianti talvolta non riescono a sostenere e sono

costretti a cessare l’attività lasciando spazio alle grandi compagnie multinazionali, dotate

di maggior disponibilità economica. Altro fattore significativo è il ricambio generazionale

che, quando non è garantito da un componente della famiglia interessato a proseguire

l’attività, in molti casi comporta una temporanea chiusura dell’esercizio in attesa di un

terzo intenzionato al suo prelievo o, talvolta, la chiusura definitiva. La particolare natura

di alcuni Locali, ad esempio le mercerie, coltellerie, empori dei tessuti, ed altri meno

93

usuali baluardo degli antichi mestieri, conciliano con difficoltà gli interessi delle nuove

generazioni, rendendo il ricambio incerto. Il ricambio è un fenomeno da non sottovalutare

poiché in molti casi la gestione che essi mantengono da generazioni, è sinonimo di

passione, affidabilità e qualità, creando fiducia e garanzia per i clienti abituali. Gli edifici

fascinosi, affrescati e stuccati, nei quali spesso sorgono queste attività commerciali, da un

lato costituiscono un valore aggiunto all’offerta, dall’altro insidiano la loro gestione

rendendola assai più complessa rispetto ad un bar di nuova apertura. Sulle spalle di alcuni

Locali e Caffè Storici gravano infatti divieti e vincoli affinché venga rispettata la

conservazione degli elementi architettonici originari e degli arredi. Nei suddetti casi la

salvaguardia del loro pregio storico-artistico limita le modifiche che i gerenti possono

apportare all’interno del locale. Tali vincoli creano delle complicazioni qualora sia

necessario dotare i Locali di determinati ammodernamenti (ad esempio all’impianto di

riscaldamento, telefonico, elettrico) che, oltre ad aumentare i costi dei lavori, ne

prolungano le tempistiche, talora costringendo alla chiusura temporanea dell’attività. La

medesima problematica si verifica con quanto concerne gli arredi (ad esempio una sedia,

un tavolo) che, in caso di usura o eventuale rottura, non possono essere sostituiti mediante

un rapido nuovo acquisto, bensì debbono essere riparati dalle mani esperte di un artigiano.

Tra gli altri lavori si costatano spesso delle operazioni di restauro dell’edificio e degli

interni nei quali l’attività commerciale è collocata. Nei casi in cui si riscontri la presenza

di elementi artistici tra cui stucchi ed affreschi, può essere previsto il coinvolgimento

della Sovrintendenza delle Belle Arti. Il rischio maggiore legato a queste operazioni, in

particolar modo a quelle di ristrutturazione, è che vadano a snaturare l’identità e l’aspetto

estetico del locale, in una affrettata rincorsa al moderno che compromette l’antico valore.

A riguardare maggiormente i Caffè Storici rispetto ai Negozi Storici che sogliono essere

di piccole dimensione e a gestione familiare, è l’elevato numero di addetti necessari per

consentire il corretto funzionamento dell’attività. Ad un alto numero di componenti del

personale sono associati maggiori costi da sostenere per il gestore. Tuttavia, come nel

caso del Caffè degli Specchi di Trieste e di altri Caffè Storici italiani di grande

dimensione, la presenza di un consistente equipe, è essenziale per l’espletamento di un

servizio efficiente e di qualità. Nel caso di questi Caffè Storici risulta inoltre una sfida il

saper adattare la propria offerta ai canoni odierni, ovvero restare fedeli al passato ma

proponendo un’offerta e servizio al passo con i tempi e che possa coinvolgere anche i

94

turisti. Alcuni esempi significativi sono i menu rivisitati ed integrati con altre proposte

quali brunch, pranzi veloci, cocktails e, naturalmente, il palinsesto degli eventi. Un altro

aspetto che può causare dei problemi riducendo l’utenza locale a favore di quella turistica

straniera, è la politica dei prezzi adottata dagli Storici Caffè. Un prezzo troppo elevato

per una tazzina di caffè, rischia di limitare l’accessibilità, trasformandoli in luoghi

esclusivi e maggiormente adatti ai portafogli dei turisti che, nell’ “unicità” dell’esperienza

di viaggio, saranno più predisposti alla spesa rispetto ad un residente. Come il caso del

celebre Caffè Florian di Venezia dove, come ha asserito già nel 2010 il direttore Renato

Costantini, durante un’intervista del Club Gotha del Gusto, «la [...] clientela è fatta

prevalentemente da stranieri». Il pericolo di trasformazione in mera attrazione per turisti

e il decrescere della presenza della comunità locale al loro interno, va a danneggiare

l’atmosfera e la qualità del consumo, rendendo a lungo termine il richiamo turistico stesso

del locale poco autentico. Risulta quindi importante la presenza di un equilibrio tra turisti

e gente locale poiché quest’ultimi costituiscono una componente stessa dell’attrattiva. Un

ultimo fattore che rende travagliata l’attività di questi esercizi, è l’aiuto precario da parte

di enti ed istituzioni.

Siamo quindi di fronte a delle realtà che nonostante il loro prezioso valore storico,

denotano diverse fragilità e non sfuggono dalle stringenti regole di mercato che talvolta

conducono alla cessazione dell’attività ed alla perdita di una testimonianza del passato.

Fragilità alle quali sono soggette tutte le attività storiche indipendentemente dal contesto

territoriale nel quale si trovano. Tra i Locali Storici di Trieste recentemente scomparsi, si

ricorda infatti l’elegante Caffè Tergesteo, luogo d’incontro di uomini d’affari, al quale

Saba dedicò una lirica del suo Canzoniere. Dal 1863 era situato all’interno dell’omonima

Galleria affacciata su Piazza Borsa.211 In seguito ad un’opera di restauro e ai lavori di

recupero della Galleria, perse la sua immagine originale per poi scomparire

definitivamente.212

È evidente che né il riconoscimento di “Locale Storico del FVG” né le Associazioni

di tutela, sono sufficienti per garantire la conservazione e la sicurezza economica di

211 Italia Mappe – Ultima consultazione maggio 2016

http://www.italiamappe.it/musica_divertimento/pub_e_discoteche/109861__Caffè-Tergesteo 212 Laura TONERO, “Pizzerie e un’enoteca attorno al Tergesteo”, Il Piccolo (2012)

http://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2012/09/06/news/pizzerie-e-un-enoteca-attorno-al-tergesteo-1.5653526

95

queste storiche attività commerciali. Tuttavia una risposta positiva può derivare dal

turismo. Questo strumento consente di promuovere i Locali Storici mediante proposte

quali gli eventi organizzati dai singoli Locali oppure, su scala più ampia, dalla DMO.

Come si vedrà in seguito anche le iniziative Comunali come nel caso del Protocollo di

Intesa Trieste-Vienna, se correttamente realizzate possono apportare dei grandi benefici

e fare da volano per il benessere dei Locali Storici e della destinazione turistica stessa.

5.2 Protocollo d’Intesa Trieste – Vienna, in data 8/04/2016

Tra le iniziative più recenti di valorizzazione di tale patrimonio, l’8 aprile 2016 a

Trieste, presso il Salotto Azzurro, è stato firmato un Protocollo d’Intesa tra il Sindaco di

Trieste, Roberto Cosolini, e il Borgomastro di Vienna, Michael Häupl, che mette in luce

il desiderio condiviso di ripresa e miglioramento dei rapporti reciproci, frutto degli ultimi

anni di dialogo tra le due Amministrazioni. Già in occasione della manifestazione “Il

gusto di una città. Trieste capitale del caffè”, tenutasi a Trieste a luglio 2015 presso il

Salone degli Incanti e nata come prolungamento di EXPO e del Cluster del caffè, i due

sindaci avevano presentato, seppur in modo informale, la nascita dell’Associazione

europea dei Caffè storici.213 Trieste e Vienna quindi non sono più legate soltanto da un

comune passato mitteleuropeo, ma anche da interessi comuni rivolti al futuro sulla base

di una solida collaborazione e sulla messa a punto di progetti grazie allo scambio di

esperienze. Tra i temi principali contenuti nel Protocollo, si evidenziano cinque ambiti di

intervento: progetti di Smart City finalizzati al miglioramento della qualità della vita

urbana dei cittadini; la pianificazione delle città e la progettazione di spazi pubblici; la

conservazione dei centri storici e del patrimonio culturale; la cooperazione tra i porti

Trieste – Vienna e dei collegamenti ferroviari; il vino ed infine, fonte di studio in questo

elaborato, la valorizzazione della comune cultura dei Caffè.214

Il quinto punto dell’Art. 1 del Protocollo prevede infatti:

213 Fabio DORIGO, “Trieste e Vienna fondano la “rete” dei Caffè storici”, Il Piccolo (2015)

http://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2015/05/28/news/trieste-e-vienna-fondano-la-rete-dei-caffe-storici-1.11509812

214 Protocollo d’Intesa tra la città di Trieste e la città di Vienna, 8/04/2016 Trieste.

96

- Intensificazione della collaborazione tra Trieste e Vienna, al fine di creare sinergie in ambito turistico ed economico

- Organizzazione di eventi analoghi nelle due città: ad esempio il “Mese dei Caffè triestini a Vienna” e l’evento “Cultura dei Caffè viennesi a Trieste”, con programmi culturali letterari e musicali215

La cultura dei Caffè che, come sostenuto nel capitolo precedente lega Trieste e Vienna,

è ribadita da questo punto del Protocollo che oltre a riconoscerne l’importanza, getta le

basi per la creazione di progetti futuri finalizzati alla valorizzazione dei Caffè Storici

attraverso una pianificazione turistica congiunta ed il confronto tra i rispettivi modelli.

Interessante è la proposta della creazione di un evento della durata di un mese dedicato

alla Cultura dei Caffè grazie alla realizzazione di programmi culturali, letterari e musicali.

Lo svolgimento di tale iniziativa troverebbe nei Caffè Storici un terreno fertile per la sua

attuazione, riportandoli a svolgere il ruolo di fucina culturale che li ha caratterizzati in

passato. Esposizioni artistiche, incontri con gli autori di libri, serate dedicate alla poesia,

concerti di musica classica e da camera, conferenze sul caffè e sulla sua tradizione, sono

solo alcune delle iniziative culturali che potrebbero essere trattate durante il mese

dell’evento. Uno dei punti focali del protocollo risulta essere l’organizzazione di eventi

analoghi a Trieste e Vienna legati ai Caffè, con l’intento di trasmettere la storia della

rispettiva caffetteria e la cultura di questo antico rituale. In particolar modo l’evento

“Cultura dei Caffè Viennesi a Trieste”, proposto nel protocollo, consentirebbe di poter

cogliere e vivere le somiglianze che stanno alla base del rituale del caffè alla viennese;

allo stesso tempo il “Mese dei Caffè Triestini a Vienna”, permetterebbe di portare

l’attenzione dei viennesi su una tematica a loro tanto cara e condivisa con Trieste. Questo

sforzo comune di sviluppo turistico congiunto potrebbe garantire una miglior

progettazione degli eventi, facendo forza sulla compartecipazione. Il successo di un

evento infatti, non è mai legato al caso, bensì frutto di un attento processo di

programmazione che con la progettazione di un event mix dinamico, cerca di stimolare la

nascita di esperienze positive per gli utenti che vi prendono parte.216

215 Ibidem 216 Sergio CHERUBINI, Enrico BONETTI, Gennaro IASEVOLI, Riccardo RESCINITI, Il valore degli eventi.

Vautare ex ante ed ex post gli effetti socio-economici, esperienziali e territoriali, FrancoAngeli (2009), 155.

97

Un evento simile garantirebbe maggior visibilità per questi aspetti di entrambe le

destinazioni facilitando il movimento dei flussi turistici che potrebbero essere intesi come

una sorta di “gemellaggio”.

5.2.1 Potenziale crescita dell’offerta turistica e ricaduta economica positiva

La fase post-evento assume una rilevanza notevole poiché attraverso l’analisi dei punti

di forza ed opportunità, così come dei punti deboli e delle minacce, permette di

comprendere le ricadute positive-negative da esso generate e migliorare le proposte

future. I principali aspetti da prendere in considerazione sono quelli legati all’immagine

ed alla redditività conseguiti con la realizzazione dell’evento. Esso potrebbe offrire un

guadagno economico considerevole derivante dalle presenze turistiche. La durata mensile

dell’evento permetterebbe infatti di beneficiare di una permanenza media superiore

rispetto ad un evento giornaliero, avendo una ricaduta turistica maggiore garantita dal

pernottamento e di conseguenza dei ricavi più elevati per il comparto alberghiero. Altri

aspetti positivi potrebbero derivare da una crescita dell’offerta, seppur temporanea, di

posti di lavoro e da un maggior utilizzo dei servizi di trasporto pubblico. Se organizzato

in modo virtuoso porterebbe delle ricadute positive altresì sull’immagine di Trieste in

quanto destinazione culturale, ma allo stesso tempo anche dei benefici di ritorno di

immagine per i Caffè Storici “teatro” dell’evento. Tale evento sarebbe inoltre l’occasione

ideale per l’informazione e sensibilizzazione sul tema della conservazione e

valorizzazione dei Locali Storici.

5.3 Caffè Storici e lo sviluppo di un’offerta di turismo creativo

Innanzitutto è opportuno fare chiarezza sul significato di “turismo creativo”. Il termine

è comparso per la prima volta negli anni 2000 definito da Crispin Raymond e Greg

Richards, per indicare un «turismo che offre ai visitatori l’opportunità di sviluppare il loro

potenziale creativo attraverso l’attiva partecipazione a corsi ed esperienze di

98

apprendimento che sono caratteristiche della meta turistica in cui si trovano».217 Nel 2006

anche l’UNESCO si è espressa a riguardo, definendolo «un viaggio diretto verso

un’esperienza autentica ed impegnata, con apprendimento partecipativo nelle arti, nella

cultura o nella vita di personaggi del luogo, e fornisce un legame con chi vive in questo

luogo e genera questa cultura vivente».218 Da ciò si evince l’esistenza di un binomio che

prevede da un lato la partecipazione attiva del turista e dall’altro la presenza della

comunità locale, anch’essa coinvolta nel processo di produzione-fruizione. Vi è quindi

una richiesta di maggior partecipazione e coinvolgimento da parte del turista nella vita

della località visitata, che abbandona il ruolo di mero consumatore di servizi e prodotti,

abbracciando un’esperienza culturale diretta e interattiva che lo rende, come sostiene

Richards, un “prosumer”, ovvero un produttore-consumatore. Alcuni esempi degli eventi

nei Caffè Storici citati nel capitolo dedicato a Trieste, testimoniano la presenza di questa

offerta creativa, per cui nel Caffè non ci si limita più al solo consumo di bevande e pasti,

bensì si può vivere un’esperienza che offre un grado di maggior coinvolgimento del

cliente. Come sostengono Pine e Gilmore, il consumatore durante la partecipazione ad

un’esperienza di questo genere, ne viene influenzato e cambiato da essa219 infatti,

riprendendo Richard e Raymond, essa aiuta l’utente nello sviluppo delle proprie abilità

creative e nella costruzione della propria identità, trasformando e migliorando una parte

di sé. I Caffè Storici costituiscono le strutture ideali per lo sviluppo di questa offerta

creativa e grazie alla tendenziale estensione degli spazi interni, permettono di dedicare

delle sale a tale offerta in contemporanea all’attività di somministrazione di bevande e

pasti, senza comportare problemi di intralcio. Il Caffè San Marco è l’esempio più

espressivo di questa offerta. Gli incontri con gli autori di libri costituiscono un’occasione

di dialogo, mediante il confronto e l’espressione di idee, in merito ad un argomento

poetico-letterario. Tali incontri talvolta ospitano anche le compagnie teatrali come in

occasione dell’evento “AperiTeatro”, nei quali gli attori ed i musicisti, a contatto con i

clienti del Locale, si raccontano e presentano le opere teatrali che saranno messe in scena

nei teatri cittadini. Altri eventi offerti sono le “Cene con delitto” dove all’occasione della

cena viene abbinata una rappresentazione teatrale ed i commensali sono chiamati a

217 Greg RICHARDS, Crispin RAYMOND, Creative Tourism (ATLAS, 2000). 218 UNESCO, Towards sustainable strategies for Creative Tourism discussion report of the Planning

Meeting for 2008 International Conference of Santa Fe (2006). 219 B. Joseph PINE, James H. GILMORE, The Experience Economy (Harvard Business Press, 2011).

99

prendere parte di un gioco di indagine fino a smascherare il colpevole e risolvere il

mistero. L’evento “Aperitivo di Scrittura Creativa” costituisce una delle offerte più

coinvolgenti dove gli utenti sono invitati ad una partecipazione attiva scrivendo delle

produzioni personali e discutendo collettivamente su alcune delle tematiche dell’incontro.

Tutte queste iniziative sono volte a stimolare la partecipazione, la creatività sia pratica

che mentale degli utenti, consentendogli di prendere parte ad un’esperienza coinvolgente

e formativa, basata sulla partecipazione attiva. Da ciò si denota la crescente attenzione

che i Caffè Storici stanno dedicando seppur in maniera ancora non del tutto completa,

all’offerta creativa, e la percezione di come possa rappresentare un valore aggiunto per il

Locale. Partendo da questi eventi sopraccitati, l’offerta creativa potrebbe essere ampliata

con l’aggiunta di proposte di maggior coinvolgimento, ad esempio l’organizzazione di

laboratori di poesia e di pittura condotti da esperti, coniugando la partecipazione della

popolazione locale, così come quella dei visitatori. La loro durata non deve

necessariamente coincidere solo con un singolo giorno ma gettare anche le basi per un

percorso formativo di più incontri e maggior completezza. Essi troverebbero nei Caffè

Storici la cornice ideale per la loro realizzazione, favoriti da un’atmosfera storico-

letteraria stimolante. L’offerta creativa potrebbe aver luogo anche negli altri Locali

Storici presenti in città, tuttavia il terreno risulta essere meno fertile a causa della limitata

disponibilità di spazi all’interno degli esercizi e del contrasto che si verificherebbe con il

regolare prosieguo dell’attività. La realizzazione dovrebbe per cui aver luogo durante un

orario di chiusura. Ciononostante la creazione di un’offerta creativa, consistente

nell’organizzazione di corsi di cucina sperimentando la tipica cottura in caldaia, negli

Storici Buffet triestini, risulterebbe un’esperienza unica nel suo genere ed un

arricchimento personale nell’ambito gastronomico. La realizzazione degli eventi proposti

dal Protocollo d’Intesa di cui si è visto sopra, troverebbero nell’offerta creativa un valore

aggiunto notevole.

100

5.4 Itinerari dei Caffè e Locali Storici a Trieste: consolidamento dell’offerta culturale-turistica e sviluppo dell’economia locale

Trieste può essere considerata una città relativamente “giovane” dal punto di vista

turistico e la sua vocazione ancora non risulta essere del tutto definita. La mancanza di

un’immagine ben delineata nella mente del turista è frutto di politiche turistiche differenti

e talvolta contrastanti che ne hanno impedito di prendere forma.220 Ritenuta destinazione

turistica in tempi recenti, deve questo svantaggio temporale rispetto ai suoi competitors

poiché in passato era intesa come semplice meta di tipo business e congressuale. Il

tentativo di valorizzarla in qualità di destinazione culturale e leisure risale attorno al

2009.221 La città possiede un ventaglio di attrattive molto ampio che comprende quelle

naturalistiche, enogastronomiche, cultuali ed eventi, ma nessuna di esse consente alla città

di creare una percezione unica e definita di sé nella mente del turista.222 Ciononostante

Trieste negli ultimi anni ha subito una crescita significativa degli arrivi e delle presenze.

Nel 2014 infatti, si riscontra l’arrivo di 396.498 turisti e di 908.481 presenze, e nel 2015

si è registrato un aumento degli arrivi a 415.647 con una variazione di +4,8% e, per quanto

riguarda le presenze, una variazione di +7,7% con 978.079 unità.223 Anche gli ultimi

rilevamenti sono incoraggianti e testimoniano la positività del trend che nella stagione

invernale dal 12/2015 al 03/2016 ha registrato 85.779 arrivi e 184.809 presenze,

rispettivamente superiori del 12,3% e 14,9%, al periodo invernale 12/2014 – 03/2015.224

Ad essere senza dubbio ben delineata è la sua immagine di “città del caffè”. Definita

destinazione ideale per i bevitori di caffè, trova spazio nei principali quotidiani nazionali

ed internazionali tra cui il britannico The Independent.225 Altre testimonianze di questa

220 Joseph EJARQUE CONSULTING, Trieste oltre Trieste. Ripartire dall’innovazione: un nuovo modo di fare

industria, servizi, turismo, portualità (Fondazione Nord Est, 2011), 115. 221 Ivi, 113. 222 Ivi, 121. 223 Sergio BOLZONELLO, Arrivi e presenze in strutture ricettive e ricreative regionali Anno 2015

(Conferenza stampa Udine 18 aprile 2016), slide 12. http://www.turismofvg.it/ProxyVFS.axd/null/r63485

224 Ibidem, slide 14. 225 Kiki DEERE, “Why Trieste is the ideal destination for all coffee drinkers”, The Independent (2015)

http://www.independent.co.uk/travel/europe/why-trieste-is-the-ideal-destination-for-all-coffee-drinkers-a6783941.html

101

“vocazione” sono la presenza del colosso IllyCaffè di Francesco Illy226, il Distretto

industriale Trieste Coffee Cluster227, i numerosi eventi dedicati alla bevanda tra cui

TriestEspresso Expo228 e la grande quantità di caffè, circa il 30% dell’importazione

italiana, che transita ogni anno per il porto cittadino.229

La proposta degli itinerari dei Caffè e Locali Storici può trarre vantaggio da questo

contesto di crescita turistica e dalla passione per la bevanda, poiché amplia l’offerta

culturale-turistica e rafforza l’immagine della destinazione ad essa legata, fornendo

inoltre al visitatore un’informazione organizzata di percorsi facilmente fruibili che

diventa fattore motivante e rassicurante di partecipazione. Questi percorsi consentono

altresì di differenziare l’offerta turistica della destinazione e di conseguenza la fruizione

del territorio da parte dei visitatori e degli abitanti locali, evitando le congestioni ed

indirizzando dei flussi di potenziali consumatori/acquirenti nelle storiche attività

commerciali ai fini dello sviluppo dell’economia locale. La proposta degli itinerari legati

ai Caffè e Locali Storici, attraverso il carattere destagionalizzante, non è soggetta al

problema delle fluttuazioni stagionali che coinvolgono altre tipologie di proposte

turistiche. Essi possono essere usufruiti durante l’intero corso dell’anno

indipendentemente dalle condizioni climatiche, creando dei ricavi che potrebbero essere

mantenuti omogenei. Allo stesso tempo la brevità dell’itinerario consente di poter

rispondere alla domanda degli escursionisti che trascorrono meno di 24 ore nella

destinazione e dei turisti che, pur soggiornando una notte in città, intendono partecipare

anche ad altre tipologie di offerta turistica presenti a Trieste. I Locali Storici infatti, in

modo particolare i Caffè, sono situati nel cuore cittadino e a breve distanza l’uno

dall’altro; elemento di notevole importanza poiché consente al visitatore di muoversi a

piedi, salvo nel caso di esigenze speciali, senza dover ricorrere necessariamente ai

trasporti pubblici/privati ed addentrarsi in zone periferiche. Un altro aspetto significativo

è la possibilità di fruire liberamente degli itinerari, indipendentemente dalla presenza di

una guida, consultando quindi l’itinerario nell’apposita piattaforma online o cartacea e

adattandolo alle preferenze personali. Allo stesso modo le tappe previste, non

226 Illy.com – Ultima consultazione maggio 2016

http://www.illy.com/wps/wcm/connect/it/azienda/societa 227 Trieste Coffee Cluster – Ultima consultazione maggio 2016 http://www.triestecoffeecluster.com 228 Triestespresso – Ultima consultazione maggio 2016 http://www.triestespresso.it 229 Osservatorio Nazionale Distretti Italiani – Ultima consultazione maggio 2016

http://www.osservatoriodistretti.org/node/96/dati-qualitativi

102

necessariamente sequenziali ma intercambiabili, garantiscono un maggior grado di

personalizzazione.

Come sostiene Bencardino, la valorizzazione a fini turistici del patrimonio culturale di

una determinata destinazione, contribuisce ad aumentare l’attaccamento ed il sentimento

identitario della popolazione locale nei confronti dei propri simboli e prodotti, stimolando

comportamenti virtuosi di tutela e valorizzazione. Altro aspetto sottolineato dall’autore,

è la necessità di creare un itinerario che consenta ai visitatori di vivere un’esperienza

coinvolgente e formativa grazie agli aspetti culturali delle diverse attrattive che devono

essere percepite come unum et unicum. Tale unicum consente di evitare come

succederebbe in sua assenza che il visitatore, con l’aggregazione personale dei fattori

attrattivi, costruisca un’esperienza falsata e dequalificata del territorio, frutto della propria

rappresentazione mentale.230

Tra i diversi itinerari dei Caffè Storici analizzati, si distinguono tre tipologie di offerta:

- Percorsi consultabili in rete che forniscono delle linee guida e che concedono al

turista libertà di muoversi e organizzare la fruizione in base alle proprie preferenze.

- Itinerari basati su visite guidate che propongono un percorso tematico grazie alla

conduzione di una guida esperta che presenta ai visitatori la storia ed il background

delle antiche botteghe del caffè triestine.

- Itinerari multimediali consultabili nelle apposite pagine web e App per dispositivi

mobili. Attraverso dei filmati multimediali che fungono da audioguida, conducono

i visitatori alle varie tappe previste nel percorso, nei quali saranno integrate

ulteriori informazioni attraverso la scansione dei vari QR-Code posti in

corrispondenza di ciascuna tappa.

5.4.1 Itinerario “Trieste in Tazzina”

Il Consorzio Promotrieste sulla pagina web ufficiale, propone il Carnet denominato

“Trieste in Tazzina” che consente di poter gustare ad un prezzo ridotto, una tazzina di

230 Filippo BENCARDINO, Giuseppe MAROTTA, Nuovi turismi e politiche di gestione della destinazione.

Prospettive di sviluppo per le aree rurali della Campania (2004), 277-278.

103

caffè all’interno di alcuni Caffè Storici e pasticcerie della città. Con una spesa di 3 euro

sarà possibile acquistare il Carnet valido 48/h per 6 consumazioni al bancone, negli 8

Locali aderenti all’iniziativa: Caffè Tommaseo, Caffè degli Specchi, Caffè San Marco,

Caffè Stella Polare, Antico Caffè Torinese, Storica Pasticceria La Bomboniera ed inoltre

Harry’s Grill e Savoy Lounge Bar.

Al visitatore viene lasciata libertà di selezione dei Locali desiderati e, una mappa

contenuta all’interno della brochure, consente di individuare facilmente i Locali per una

migliore pianificazione del proprio itinerario. Questa iniziativa denota la volontà di

trasmettere ai turisti, la cultura e lo stretto legame tra Trieste e il caffè, portandoli alla

scoperta dei luoghi più rappresentativi. A Trieste esiste un vocabolario per ordinare il

caffè del tutto originale rispetto al resto d’Italia e che ricorda quello viennese. Per aiutare

il turista nella scelta, la brochure propone inoltre un “dizionario” per ordinare il caffè alla

triestina.231

Figura 29 – Carnet Trieste in Tazzina.

Fonte: http://www.promotrieste.it/it/trieste/la-citta-del-caffe/

231 Promotrieste – Ultima consultazione maggio 2016 http://www.promotrieste.it/it/trieste/la-citta-del-

caffe/

104

5.4.2 Caffè Storici – Itinerario Viola

Il Comune di Trieste, sulla propria rete civica web, ha proposto una serie di itinerari

Architettonici, Storici, Letterari, che mirano alla promozione di alcuni aspetti cittadini,

tra i quali si posiziona l’itinerario dedicato ai Caffè Storici, detto anche ‘Itinerario Viola’,

in base al colore che lo contraddistingue dagli altri.

L’itinerario prevede 10 tappe per un percorso della durata di circa 60 minuti e che

abbraccia i principali Caffè e Pasticcerie Storiche. La partenza da Piazza Unità d’Italia

prevede le seguenti tappe:

1. Caffè degli Specchi

2. Caffè ex Urbanis

3. Caffè Torinese

4. Pasticceria Pirona

5. Caffè San Marco

6. Pasticceria La Bomboniera

7. Caffè Stella Polare

8. Caffè Tommaseo

9. Pasticceria Penso

10. Harry’s Grill

Per facilitare il fruitore dell’itinerario, la pagina web prevede dieci contenuti video

multimediali, consultabili con un dispositivo elettronico personale, che attraverso una

sequenza di immagini ed una mappa accompagnata da frecce direzionali, vanno ad

indicare la tappa prestabilita. Sono inoltre presenti delle indicazioni vocali in lingua

inglese all’interno dei video dedicati ai turisti stranieri.232

232 Trieste itinerari – Ultima consultazione maggio 2016 http://itinerari.comune.trieste.it/trieste-

itinerante/caffe-storici/

105

Figura 30 – Caffè Storici Itinerario Viola. Foto istantanea percorso della videoguida su

interfaccia YouTube. Fonte: http://itinerari.comune.trieste.it/trieste-itinerante/caffe-storici/

Figura 31 – Caffè Storici Itinerario Viola. Foto istantanea videoguida su interfaccia

YouTube. Fonte: Ibidem

106

5.4.3 Percorso dei Caffè Letterari

Altro itinerario, offerto dal portale turistico della città “Visit Trieste”, prevede un

percorso consultabile online, volto a valorizzare i principali Caffè in ottica letteraria.

Costituito da 5 tappe, conduce alle botteghe del caffè della città che hanno ospitato le

eccellenze letterarie, tra cui Saba, Joyce, Svevo, passando inoltre per la Galleria Tergesteo

che anch’essa ospitava l’importante Caffè Tergesteo.233

Figura 32 – Percorso Caffè Letterari. Foto istantanea Menu con le tappe dell’itinerario.

Fonte: http://www.visit-trieste.it/it/scopri/i-percorsi/22-i-caffe-letterari.html

5.5 Punti deboli degli itinerari

Gli itinerari presentati mettono in luce alcune debolezze tra cui la scarsa visibilità e

comunicazione. Solamente l’itinerario “Trieste in Tazzina” gode di una posizione di

maggior rilievo in rete, grazie alla sua presenza sul sito della DMO “PromoTrieste” e

sulla piattaforma di promozione turistica “Discover Trieste”. Gli altri itinerari trovano

spazio in siti internet di minor visibilità. Altro elemento critico è la differente dimensione

e di conseguenza capacità di accoglienza dei Locali che compongono l’offerta. I Caffè

Storici, come si è visto, tendenzialmente sono di grandi dimensioni ma alcuni di essi, ad

esempio il Torinese e lo Stella Polare, hanno una minor disponibilità di coperti durante il

233 Visit-Trieste – Ultima consultazione maggio 2016 http://www.visit-trieste.it/it/scopri/i-percorsi/22-i-

caffe-letterari.html#caffe_5

107

periodo invernale. Situazione che varia con la bella stagione e l’utilizzo dei tavoli

antistanti l’attività.

5.6 Proposte di nuovi itinerari turistici

Dall’analisi dell’offerta già esistente dei diversi itinerari delle storiche attività

commerciali di Trieste, si denota che la totalità di essa coincide con i percorsi turistici dei

Caffè Storici. In alcuni casi vi è la presenza delle antiche pasticcerie ad affiancare i Caffè

ma nonostante ciò una parte considerevole dei Locali Storici quali buffet, profumerie,

trattorie e negozi, restano esclusi da tali itinerari. È evidente la mancanza di un percorso

che vada ad abbracciare gli altri esercizi storici.

Proposte di nuovi itinerari turistici:

1. Offerta di un percorso del gusto legato ai Locali Storici che comprenda i buffet

tipici, osterie, trattorie tradizionali ed enoteche. Luoghi che attraverso le loro

specialità custodiscono gelosamente la tradizione enogastronomica triestina.

Sono dei luoghi ideali per delle veloci degustazioni a base di spuntini dolci e

salati, accompagnati da un calice di vino. Occasioni inoltre per un tradizionale

e ricco pasto. Tra le proposte di questi menu non potranno mancare i bolliti in

caldaia e la Jota triestina

2. Sull’esempio del “Bacaro Tour” veneziano, che riscontra grande successo

soprattutto tra i giovani, la proposta di un “tour del rebechin” triestino,

anch’esso consentirebbe di promuovere le tipicità locali assaggiando prodotti,

quali prosciutto cotto tagliato rigorosamente a mano, luganighe de cragno (tipo

di salsiccia) e mussoli (molluschi bivalve), all’interno di un’atmosfera

conviviale, cogliendo l’opportunità di conoscere e chiacchierare con gli

abitanti locali. I due progetti (1) (2), sono finalizzati alla creazione di una rete

di punti di ristorazione che permettano la scoperta e la promozione delle tipiche

ricette culinarie, valorizzando al contempo buffet ed enoteche storiche in

un’ottica favorevole allo sviluppo turistico.

3. Itinerario legato agli esercizi storici quali drogherie, pasticcerie, panifici,

enoteche altre tipologie di prodotti tipici locali. È noto che durante l’esperienza

108

di viaggio, il viaggiatore dedica una parte del proprio tempo allo shopping, che

spesso coincide con l’acquisto di articoli tipici del territorio. Lo sviluppo di un

percorso dei Negozi Storici, risponderebbe a tale domanda favorendo

l’economia degli esercizi storici e allo stesso tempo soddisfacendo la richiesta

particolare del turista. Si tratta quindi di un’offerta rivolta ad un turista

esigente, maggiormente attento alle tipicità locali, alla qualità e desideroso di

immergersi nel tessuto sociale cittadino.

4. Itinerario appositamente predisposto per le persone diversamente abili in

particolare con mobilità ridotta e persone ipovedenti e non vendenti. I Locali

Storici, ma in modo particolare i Caffè, trovandosi nel cuore della città, a breve

distanza tra loro ed al pianterreno, sono spesso accessibili anche per le persone

con ridotta mobilità, inoltre per le persone non vedenti e ipovedenti, la visita ai

Caffè risulta un’esperienza coinvolgente attraverso i sensi. Occasione che crea

inoltre opportunità di condivisione e relazione con la gente.

5. Itinerario turistico che propone la visita di quattro importanti città europee,

Trieste-Vienna-Praga-Budapest, accomunate dalla “cultura del caffè” e da una

presenza di Locali Storici che risalgono prevalentemente tra fine ‘800 e primi

‘900. Può quindi essere predisposto un viaggio di gruppo accompagnato (max

12-15 persone), con la presenza anche di guide locali in occasione delle visite.

Un viaggio che si rifà ad un turismo culturale di nicchia, con la finalità di far

conoscere un periodo storico-culturale-artistico attraverso la visita dei Locali

Storici ed in modo particolare dei Caffè di queste città, mettendo in evidenza

similitudini e differenze. Si suggerisce di strutturare il pacchetto turistico

organizzando sistemazioni in Hotel, pasti e altri servizi, coerenti con il tema

storico-culturale dell’itinerario.

Considerando i nuovi itinerari proposti, così come quelli già presenti sul territorio in

esame, una comunicazione efficace ed un’ottima promozione, rappresentano dei fattori

imprescindibili ai fini di una maggiore partecipazione turistica e di un miglior successo

dell’iniziativa. È necessario che vi sia un progetto condiviso e ben strutturato che permetta

una collaborazione tra tutti gli attori dell’itinerario turistico e, al contempo, la

comunicazione deve giungere in modo efficace al visitatore prima, durante e dopo la sua

109

visita. La proposta dei percorsi verrebbe presentata al fruitore in forma cartacea (guide

turistiche, brochure, locandine) così come nel suo formato web e anche tramite l’apposita

App, lasciando così un elevato grado di autonomia e personalizzazione. Solo la quinta

proposta prevede un programma di gruppo accompagnato, e quindi un’autonomia più

limitata. Allo stesso modo assume importanza il feedback lasciato dal turista al termine

della fruizione. Esso infatti da un lato consente di pubblicizzare indirettamente

l’itinerario, dall’altro si rivela utile anche per l’offerta, ai fini di monitorare le preferenze

e la soddisfazione dei turisti.

5.6.1 Un segmento emergente di mercato a cui rivolgere l’offerta turistica degli itinerari

Tra gli utenti a cui rivolgere questa offerta degli itinerari turistici dei Caffè e Locali

Storici, possono essere presi in considerazione i viaggiatori provenienti dal turismo

crocieristico che si sta dimostrando un settore con ampi margini di crescita. Nel 2015 a

Trieste le Crociere hanno registrato un traffico complessivo di 134.265 passeggeri relativi

alle 45 toccate delle compagnie di navigazione Costa Crociere, Cunard, Thomson, The

World Sea Cloud. Franco Napp, amministratore delegato di TTP S.p.a., prevede che il

trend sarà rafforzato nel 2016, portando le toccate complessive attorno le 60.234 La

promozione di questi itinerari, in particolar modo presso la nave Costa Mediterranea di

Costa Crociere che utilizza Trieste come homeport fino al termine di novembre 2016,235

contribuirebbe all’ampliamento del ventaglio di offerta rivolto ai passeggeri, portando

introiti agli esercizi commerciali storici, attraverso le spese dirette dei crocieristi.

234 Adriatic sea network – Ultima consultazione maggio 2016

http://www.adriaticseanetwork.it/?page=5&sub=0&idnews=4940&tendina=no 235 Trieste Terminal Passeggeri – Ultima consultazione maggio 2016

http://www.triesteterminal.it/crociere/

110

5.7 Progetto di formazione attraverso i laboratori didattici dedicati alle scuole

I laboratori didattici rivolti alle scuole sono delle proposte indirizzate a sensibilizzare

e informare le nuove generazioni sulla preziosa testimonianza dei Locali Storici, in

particolar modo dei Caffè, riscoprendo così il valore della propria cultura e del patrimonio

della propria città, incentivando inoltre comportamenti volti alla loro preservazione. Il

progetto dei laboratori didattici potrebbe rientrare nel piano dell’offerta formativa delle

scuole, si svolgerebbe all’interno del Locale Storico prevendendo una partecipazione

attiva degli insegnanti e degli studenti. Per la fascia d’età più giovane potrebbe essere

sviluppato il tema della bevanda del caffè, la sua storia e la sua cultura. Per la fascia d’età

della scuola superiore, il laboratorio potrebbe essere interdisciplinare toccando storia,

letteratura, arte, costume, di una precisa epoca o periodo storico. Questa esperienza aiuta

a sensibilizzare ed informare le nuove generazioni, sulla preziosa testimonianza di questi

Locali Storici, rendendo l’esperienza didattica attiva. La realizzazione del progetto

educativo-formativo suggerito in questa proposta, sarà eventualmente sviluppato dagli

insegnanti delle scuole in stretta collaborazione con i responsabili dei Locali e Caffè

Storici.

111

CONCLUSIONI

La letteratura di riferimento relativa ai Locali Storici si è rivelata carente per la stesura

dell’elaborato, ciononostante ci si può ritenere soddisfatti del raggiungimento degli

obiettivi perseguiti e dell’esplorazione di questa realtà, sulla quale c’è sicuramente una

grande potenzialità ancora da sviluppare, rivolta soprattutto al settore turistico. Attraverso

la consultazione dei siti internet si è riusciti a reperire maggiori informazioni ma

purtroppo non sempre si sono dimostrate precise e coerenti. Il caso emblematico è dato

dall’inserimento della Wiener Kaffeehauskultur nella Lista del patrimonio culturale

immateriale della Commissione austriaca per l’UNESCO, sulla quale le informazioni

disponibili in rete risultano essere pressoché inesatte e confuse.

La lettura degli articoli relativi ai Locali e Caffè Storici, nel quotidiano triestino “Il

Piccolo”, ha consentito di approfondire i loro aspetti fornendo un quadro completo che

sarebbe stato difficile ottenere con altri strumenti. Ad affiancare gli studi riportati, sono

state condotte delle osservazioni dirette in loco in ognuna delle attività commerciali di

Trieste su cui ci si è già espressi.

Riprendendo quanto sostenuto nel corso dell’elaborato, i Locali Storici sono una realtà

presente in diversi Paesi, in modo significativo in Europa, ed in questi ultimi anni diverse

regioni italiane, seppur con criteri e requisiti diversi, hanno avviato delle iniziative

finalizzate al loro riconoscimento. Ciò manifesta il crescente interesse nei confronti dei

Locali Storici, pur essendo delle attrattive non convenzionali, poiché si inseriscono

perfettamente nel patrimonio e offerta culturale-turistica di un determinato territorio.

Considerando Trieste, è emersa una serie di attività commerciali che caratterizzano il

territorio da diverse generazioni. L’analisi dell’iniziativa regionale di riconoscimento dei

“Locali Storici del Friuli Venezia Giulia”, è stata di fondamentale importanza per la

comprensione delle modalità di censimento, dei requisiti necessari e degli aspetti di

promozione e tutela. I dati del censimento hanno consentito di “mappare” le loro presenze

a Trieste e confrontarle con quelle delle altre province della regione. Tuttavia dall’attuale

sospensione dell’iniziativa ferma dal DGR 30.01.2013, e dalla conseguente mancanza di

112

dati relativi agli anni successivi, risulta impossibile mantenere aggiornata la lista dei

locali riconosciuti e segnalare eventuali cessazioni o la perdita dei requisiti.

Ciononostante essa è stata di grande aiuto per la comprensione del fenomeno e per

delineare le attività commerciali storiche protagoniste dell’offerta. Sarebbe interessante

poter disporre di un quadro completo relativo al 2016 e si auspica che il progetto di

riconoscimento possa essere ripreso nell’imminente futuro.

La descrizione e lo studio di una serie di Locali e Caffè Storici dotati di imprimatur

che caratterizzano e qualificano il territorio triestino, ha consentito di prendere

consapevolezza di questa realtà che rappresenta una preziosa risorsa d’offerta culturale-

turistica.

Lo studio della Wiener Kaffeehaus è stato di fondamentale importanza per

comprendere il suo legame con i Caffè Storici di Trieste, che si manifesta attraverso il

passato mitteleuropeo condiviso, la comune cultura dei Caffè e i loro elementi ricorrenti.

È stato altresì necessario individuare le problematiche che minano l’esistenza dei

Locali Storici. Esse sono state facilmente rilevate grazie all’analisi del passato e alla

descrizione dei Locali e Caffè Storici presentati nel secondo e terzo capitolo. Da ciò si è

compreso che le Associazioni di promozione e tutela, così come gli aiuti derivanti

dall’ottenimento dell’imprimatur regionale, non sono sufficienti a garantire la sicurezza

di prosieguo di tali attività. Una risposta immediata e concreta a questa situazione può

giungere dall’offerta turistica. Vi è infatti da un lato c’è la necessità dei Locali Storici di

far parte di un’offerta turistica ben strutturata per garantirne la continuità, dall’altro c’è

l’interesse della città di Trieste di poter delineare maggiormente la propria immagine

turistica ed ampliare, con elementi di qualità, anche l’offerta culturale.

Lo studio del Protocollo d’Intesa Trieste-Vienna è stato presentato come progetto

futuro capace di apportare visibilità e valorizzare ai Caffè Storici grazie ad una serie di

eventi e sinergie turistiche in concomitanza con Vienna. Anche gli itinerari turistici già

esistenti dedicati ai Caffè e Locali Storici di Trieste, perseguono il medesimo scopo, volto

alla promozione di questo patrimonio.

Da potenziare è inoltre l’offerta di turismo creativo dei Caffè Storici della città, che si

presenta come opportunità ottimale per far vivere un’esperienza turistica significativa e

coinvolgente a diretto contatto con gli abitanti del luogo.

113

L’aggettivo “storico” che accomuna Locali e Caffè, non è quindi sinonimo di vecchio,

anacronistico, superato, né tantomeno intende assegnare un ruolo marginale nel panorama

commerciale e turistico. A riprova di ciò vi è la capacità con cui hanno saputo resistere ai

continui cambiamenti del tessuto sociale-commerciale cittadino, sapendosi rinnovare pur

mantenendo la loro identità. La ricca proposta di eventi al passo coi tempi consente ai

Caffè Storici di mantenere una clientela numerosa e variegata, per fasce d’età e ceto

sociale, contando inoltre sulla presenza di numerosi giovani, coniugando così un

tradizionale passato con un dinamico presente.

Queste attività commerciali, sia nel caso di Trieste, così come a livello nazionale e

mondiale, dovrebbero essere soggette ad una maggiore attenzione da parte dei cittadini,

delle Amministrazioni, degli enti ed Associazioni, affinché possano continuare a

conservare parte dell’identità di una città o di un intero Paese, evitando così la perdita di

un pezzo di storia collettiva. La sensibilizzazione, la conoscenza, la consapevolezza, e la

promozione, sono i primi passi da compiere per lo sviluppo della città e del suo turismo.

Proprio per questo motivo si è concluso lo studio dei Locali Storici e Caffè, presentando

delle proposte, integrative a quanto già esistente, sulle quali poter sviluppare eventuali

futuri progetti turistici.

114

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ALLEGATO I

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xx

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29_0

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29_0

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1883

xx

-03

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78

F.19

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27x

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29_0

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29_0

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27x

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29_0

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E.C.

1927

xx

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0301

29_0

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29_0

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28

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1935

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0301

29_0

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29_0

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1946

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1935

xx

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0301

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1938

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10

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1927

xx

-03

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29_0

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0301

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DU

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Ost

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P.E.

1833

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-03

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1932

xx

-03

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0301

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0301

29_0

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P.E.

1940

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1883

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xx

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1935

xx

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1940

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P.E.

1883

xx

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2P.

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0301

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P.E.

1883

xx

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ini, 1

2P.

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0301

29_0

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