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LE PRINCIPALI MASSIME DELLA GIURISPRUDENZA B) Viaggi e vacanze «tutto compreso» 1. In materia di viaggio turistico, spetta al contraente di cui è allegato e dedotto l'inadempimento nell'atto introduttivo del giudizio il compito di fornire adeguata prova contraria, dovendosi applicare il generale principio, valevole in tema di inadempimento, in base al quale il creditore che agisca per l'adempimento deve provare solo la fonte negoziale del proprio diritto ed il relativo termine di scadenza, mentre il debitore convenuto è gravato dell'onere della prova del fatto estintivo dell'altrui pretesa. Tale inadempimento nei viaggi turistici può consistere anche nella circostanza che l'organizzatore del viaggio non abbia predisposto adeguate soluzioni alternative, senza oneri aggiuntivi per il viaggiatore, in caso di impossibilità di soddisfare l'offerta turistica così come pubblicizzata (e quindi offerta) al cliente. (Trib. Roma, Sez IX, 27 aprile 2011, in DeAgostini Prof., 2011) 2. E' fondato il ricorso in appello promosso ai fini della riforma della sentenza con cui il Giudice di Pace abbia declinato la propria competenza per materia (ritenendo inderogabile la competenza del Tribunale in ordine alla pretesa risarcitoria, da vacanza rovinata, conseguente alla cancellazione del volo internazionale), facendo applicazione della consolidata giurisprudenza di legittimità affermatasi in ordine all'interpretazione del termine "Tribunale" cui fa riferimento la convenzione di Montreal, contenente norme applicabili nel trasporto aereo. I criteri di collegamento contenuti nell'art. 33 della convenzione, riguardando la determinazione della giurisdizione e non già della competenza, comportano che il termine Tribunale, cui la convenzione fa riferimento, deve intendersi nell'ampia accezione del termine e quale Ufficio Giudiziario deputato all'esercizio della funzione di sua competenza in base alle normali regole processuali. In conclusione il Giudice di Pace, nella sentenza gravata ha errato nel declinare la propria competenza in quanto, in virtù dell'affermata applicazione della giurisdizione italiana, ai sensi degli artt. 19 e 20 c.p.c. e del valore della controversia, è competente a dirimere la controversia. (Trib. Bologna, Sez. II, 7 aprile 2011, in DeAgostini Prof., 2011) 3. Il danno da vacanza rovinata non è configurabile al di fuori delle ipotesi di stipulazione di un pacchetto turistico tutto compreso, poiché solo in simile evenienza ragioni del viaggio del passeggero assumono rilevanza ai fini della stipula del contratto. La disciplina dettata per i viaggi organizzati non è pertanto estensibile in via analogica al contratto di trasporto, in cui l'obbligazione del vettore è invece quella di trasferire da un luogo ad un altro il viaggiatore ed il

LE PRINCIPALI MASSIME DELLA GIURISPRUDENZA B) Viaggi … · impossibilità di soddisfare l'offerta turistica così come pubblicizzata (e quindi offerta) al cliente. ... caso fortuito

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LE PRINCIPALI MASSIME DELLA GIURISPRUDENZA 

 

B) Viaggi e vacanze «tutto compreso» 

 

1.  In  materia  di  viaggio  turistico,  spetta  al  contraente  di  cui  è  allegato  e  dedotto l'inadempimento  nell'atto  introduttivo  del  giudizio  il  compito  di  fornire  adeguata  prova contraria,  dovendosi  applicare  il  generale  principio,  valevole  in  tema  di  inadempimento,  in base al quale  il creditore che agisca per  l'adempimento deve provare solo  la  fonte negoziale del proprio diritto ed  il relativo termine di scadenza, mentre  il debitore convenuto è gravato dell'onere  della  prova  del  fatto  estintivo  dell'altrui  pretesa.  Tale  inadempimento  nei  viaggi turistici  può  consistere  anche  nella  circostanza  che  l'organizzatore  del  viaggio  non  abbia predisposto adeguate soluzioni alternative, senza oneri aggiuntivi per il viaggiatore, in caso di impossibilità di soddisfare l'offerta turistica così come pubblicizzata (e quindi offerta) al cliente. 

(Trib. Roma, Sez IX, 27 aprile 2011, in DeAgostini Prof., 2011) 

 

2. E' fondato il ricorso in appello promosso ai fini della riforma della sentenza con cui il Giudice di  Pace  abbia  declinato  la  propria  competenza  per  materia  (ritenendo  inderogabile  la competenza del Tribunale in ordine alla pretesa risarcitoria, da vacanza rovinata, conseguente alla  cancellazione  del  volo  internazionale),  facendo  applicazione  della  consolidata giurisprudenza di  legittimità affermatasi  in ordine all'interpretazione del  termine "Tribunale" cui  fa  riferimento  la  convenzione  di Montreal,  contenente  norme  applicabili  nel  trasporto aereo.  I  criteri  di  collegamento  contenuti  nell'art.  33  della  convenzione,  riguardando  la determinazione  della  giurisdizione  e  non  già  della  competenza,  comportano  che  il  termine Tribunale, cui la convenzione fa riferimento, deve intendersi nell'ampia accezione del termine e quale Ufficio Giudiziario deputato all'esercizio della funzione di sua competenza in base alle normali regole processuali. In conclusione  il Giudice di Pace, nella sentenza gravata ha errato nel  declinare  la  propria  competenza  in  quanto,  in  virtù  dell'affermata  applicazione  della giurisdizione  italiana,  ai  sensi  degli  artt.  19  e  20  c.p.c.  e  del  valore  della  controversia,  è competente a dirimere la controversia. 

(Trib. Bologna, Sez. II, 7 aprile 2011, in DeAgostini Prof., 2011) 

 

3. Il danno da vacanza rovinata non è configurabile al di fuori delle ipotesi di stipulazione di un pacchetto  turistico  tutto  compreso,  poiché  solo  in  simile  evenienza  ragioni  del  viaggio  del passeggero  assumono  rilevanza  ai  fini  della  stipula  del  contratto.  La disciplina dettata  per  i viaggi organizzati non è pertanto estensibile  in via analogica al contratto di  trasporto,  in cui l'obbligazione del vettore è invece quella di trasferire da un luogo ad un altro il viaggiatore ed il 

bagaglio, senza alcun riferimento ai motivi che hanno determinato la stipulazione da parte del creditore del contratto di trasporto medesimo. 

(Giud. di pace Milano, Sez. VIII, 1 febbraio 2011, in DeAgostini Prof., 2011) 

 

4. Con il contratto avente ad oggetto un pacchetto turistico "tutto compreso", sottoscritto dal consumatore  sulla  base  di  una  articolata  proposta  contrattuale,  spesso  contenuta  in  un "depliant" illustrativo, l'organizzatore assume specifici obblighi contrattuali, soprattutto di tipo qualitativo,  inerenti  a modalità  del  viaggio,  sistemazione  alberghiera,  livello  dei  servizi,  etc. Sicché, qualora le prestazioni non siano esattamente adempiute, secondo un criterio medio di diligenza  valutabile  dal  giudice  del  merito,  sussiste  la  responsabilità  contrattuale  e  il conseguente  obbligo  risarcitorio  dell'organizzatore,  salvo  la  prova  della  non  imputabilità dell'inadempimento, derivante (ai sensi dell'art. 1256 c.c. e del D.Lgs. 17 marzo 1995, n. 111, art. 17 applicabile  "ratione  temporis") da eventi  successivi alla  stipula del  contratto, quali  il caso fortuito o la forza maggiore, ovvero l'esclusiva responsabilità del terzo o del consumatore. 

(Cass., 10 gennaio 2011, n. 297, in Danno e Resp., 2011, p. 443 ss.) 

 

5. L'art. 19 del D.Lgs. n. 111/1995 fissa una disciplina delle contestazioni e del reclamo in tema di  inadempimento  nell'esecuzione  di  un  contratto  di  viaggio  turistico  che,  lungi  dal  fissare oneri e decadenze a carico del consumatore‐ viaggiatore, è a favore di quest'ultimo, nel senso che  la  contestazione  delle  "mancanze"  deve  avvenire  senza  ritardo  proprio  per  consentire all'organizzatore di eventualmente "porvi rimedio", e che l'invio di una raccomandata, da parte del consumatore, con ricevuta di ritorno entro e non oltre dieci giorni lavorativi dalla data del rientro,  è  facoltativa  ed  ha  la  chiara  funzione  di  denuncia  degli  inadempimenti  al  fine  di favorire una soluzione della controversia in via stragiudiziale. 

(Cass., 10 gennaio 2011, n. 297, in Danno e Resp., 2011, p. 443 ss.) 

 

6. Ai  sensi dell'art. 92, D.Lgs. n. 206/2005,  in caso di annullamento del pacchetto  turistico  il consumatore ha diritto in via alternativa ad usufruire di un altro pacchetto turistico di qualità equivalente  o  superiore  senza  supplemento  di  prezzo,  ad  un  pacchetto  turistico  di  qualità inferiore  previa  restituzione  della  differenza  del  prezzo  oppure  al  rimborso  della  somma  di denaro già versata. Qualora l'annullamento consegua ad inadempimento del tour operator, ai sensi dell'art. 93, D.Lgs. 206/2005, al consumatore spetta anche il risarcimento del danno c.d. da vacanza rovinata. 

(Trib. Milano,  Sez.  XI,  16  dicembre  2010  in  Corr. Merito,  2011,  p.  595  ss.,  nota  di  SRUBEK TOMASSY) 

 

7. Qualora  in  sede  di  stipula  di  un  contratto  avente  ad  oggetto  la  vendita  di  un  pacchetto turistico  l'agenzia  non  indichi,  espressamente,  di  agire  in  qualità  di  intermediario dell'organizzatore  del  viaggio,  vengono  a  ricadere  sul  primo  di  tutte  le  responsabilità  che, altrimenti, graverebbero sul secondo. 

(Trib. Milano, Sez. XI, 29 settembre 2010, in DeAgostini Prof., 2011) 

 

8.  L'organizzatore o  venditore di un pacchetto  turistico  è  tenuto  a  risarcire qualsiasi danno subito  dal  consumatore  a  causa  della  fruizione  del  pacchetto  turistico  anche  quando  la responsabilità sia ascrivibile ad altri prestatori di servizi. 

(Trib. Bergamo, 28 settembre 2010, in  Corr. Merito, 2011, p. 469 ss.) 

 

9.  L'art. 14 D.Lgs. n. 111 del 1995, emanato  in  attuazione della direttiva n. 90/314/Cee  (ed attualmente  corrispondente  all'art.  93  del D.Lgs.  n.  206  del  2005)  prevede,  nell'ambito  dei rapporti  contrattuali derivanti dall'acquisto di pacchetti  turistici,  la  legittimazione passiva  in capo  al  tour  operator  laddove  sorgano  controversie  determinate  dall'inadempimento  di fornitura  di  servizi  da  questo  assemblati,  anche  e  soprattutto  al  fine  di  garantire  il consumatore dal probabile verificarsi di reciproci addebiti di responsabilità tra il tour operator ed il vettore aereo. In ipotesi siffatte, tuttavia, resta fermo, in ogni caso, il diritto di rivalsa del primo  nei  confronti  del  fornitore  inadempiente,  il  quale,  al  fine  di  andare  esente  da responsabilità,  è  tenuto  ad  assolvere  l'onere  di  provare  l'intervenuta  adozione  di  tutte  le misure  che  potevano  essergli  ragionevolmente  imposte  per  evitare  il  danno,  ovvero  la concreta non impossibilità di adottarle. 

(Trib. Benevento, 15 settembre 2010, in DeAgostini Prof., 2010) 

 

10. La responsabilità del tour operator per i danni che il viaggiatore subisce ricalca il modello di responsabilità tipico delle obbligazioni di risultato come delineato dall'art. 1218 c.c. Il D.Lgs. n. 111  del  1995  infatti,  ed  in  particolare  agli  artt.  14  e  15,  sancisce  la  responsabilità  del  tour operator  ‐ debitore per  il mancato o  inesatto adempimento delle obbligazioni assunte con  la vendita  del  pacchetto  turistico, delimitando  la  risarcibilità  rispetto  a  quanto  espressamente dettato dalle convenzioni  internazionali ed escludendola, ai sensi del successivo art. 17, solo quando la mancata o inesatta esecuzione sia imputabile al consumatore o sia dipesa dal fatto di un  terzo a  carattere  imprevedibile o  inevitabile.  In particolare  il  tour operator,  in quanto tenuto a risarcire qualsiasi danno subito dal consumatore a causa della fruizione del pacchetto turistico, ne risponde anche nel caso  in cui  la responsabilità sia ascrivibile esclusivamente ad altri prestatori di servizi (esterni all'organizzatore) di cui si sia avvalso, fatto salvo, ovviamente, il diritto a rivalersi nei confronti di questi ultimi. (Nel caso specifico,  in applicazione di siffatti principi, la Corte ha confermato il diritto al risarcimento del danno in capo al turista che aveva 

subito notevoli danni fisici  in occasione della collisione della barca a motore sulla quale stava navigando con altra imbarcazione, collisione avvenuta per colpa del timoniere del natante sul quale lo stesso si trovava). 

(Cass., 10 settembre 2010, n. 19283, in Danno e Resp., 2011, p. 268 ss. nota di ROSSI) 

 

11.  In tema di danni da cd. "vacanza rovinata",  in ossequio a quanto disposto dall'art. 14 del D.Lgs.  n.  111  del  1995  che  risulta  applicabile  ai  rapporti  sorti  anteriormente  all'entrata  in vigore del D.Lgs. n. 206 del 2005 (Codice del Consumo), sono tenuti al risarcimento dei predetti danni  l'organizzatore  ed  il  venditore  del  pacchetto  turistico,  ciascuno  secondo  le  proprie responsabilità,  salvo  la  prova  che  il  mancato  o  l'inesatto  adempimento  delle  obbligazioni assunte  con  la  vendita  del  predetto  pacchetto  sia  stato  determinato  da  impossibilità  della prestazione  derivante  da  una  causa  a  loro  non  imputabile.  L'organizzatore  ed  il  venditore, dunque, a seguito dell'acquisto di un pacchetto turistico "tutto compreso", assumono specifici obblighi,  soprattutto  di  natura  qualitativa,  relativamente  alle  modalità  di  viaggio,  alla sistemazione alberghiera, ai livelli dei vari servizi che devono essere adempiuti puntualmente. Ne consegue che laddove, come accertato nel caso di specie dalle varie risultanze probatorie, tali  obblighi  non  siano  stati  ottemperati  dall'organizzatore,  sulla  base  del  criterio medio  di diligenza  di  cui  all'art.  1176,  comma  1,  c.c.,  si  configura  la  responsabilità  contrattuale  di quest'ultimo  che,  conseguentemente,  è  tenuto  a  risarcire  i  danni  patiti  da  colui  che  ha acquistato tale pacchetto. 

(Trib. Nola, Sez. II, 9 settembre 2010, in DeAgostini Prof., 2010) 

 

12.  Sussiste  responsabilità, di natura  contrattuale,  a  carico dell'organizzatore di  viaggi o del venditore qualora  la prestazione  inerente un pacchetto turistico c.d. "tutto compreso", come espressamente  presentata  in  tutti  i  suoi molteplici  aspetti  nei  dépliants  illustrativi,  non  sia esattamente realizzata, in applicazione di un criterio medio di diligenza ex art. 1176, comma 1 c.c.  L'organizzatore,  invero,  al pari del  venditore,  è  tenuto  a  tenere  fede  a  tutti  gli  specifici obblighi, di carattere prettamente qualitativo, che sono insiti in siffatta proposta ed attinenti, in particolare, alle modalità di viaggio, alla sistemazione alberghiera, al  livello dei servizi ecc., con  la  conseguenza  che,  al  fine  di  escludere  la  propria  responsabilità  è  tenuto  a  fornire adeguata prova che l'inadempimento è stato determinato da causa a lui non imputabile. 

(Trib. Nola, Sez. II, 9 settembre 2010, in DeAgostini Prof., 2010) 

 

13. Deve essere riconosciuto e  liquidato  il danno da vacanza rovinata  in capo al soggetto che abbia subito, nel corso del soggiorno, un sinistro determinante un'oggettiva compressione del proprio diritto al godimento della vacanza intesa come svago, divertimento. 

(Giud. di pace Milano, Sez. IX, 2 settembre 2010, in DeAgostini Prof., 2010) 

 

14.  In  tema di  contratto di  viaggio, a norma dell'art. 93, D.Lgs. n. 206 del 2005  (Codice del Consumo)  in  caso  di  mancato  o  inesatto  adempimento  delle  obbligazioni  assunte  con  la vendita del pacchetto  turistico,  l'organizzatore e  il venditore  sono  tenuti al  risarcimento del danno,  secondo  le  rispettive  responsabilità,  se  non  provano  che  il  mancato  o  inesatto adempimento è stato determinato da impossibilità della prestazione derivante da causa a loro non  imputabile.  In  particolare,  il  venditore  assume  nei  confronti  del  viaggiatore  la responsabilità  tipica del mandatario,  in  forza della quale, é  tenuto ad eseguire  le operazioni richieste dal viaggiatore con  la diligenza di cui all'art. 1710 c.c. ed ha doveri di attenzione e oculatezza anche nella scelta dell'organizzatore del viaggio e dei prestatori dei servizi turistici con  i quali ha direttamente concluso  in nome e per conto del turista, ma non è responsabile degli  inadempimenti  dell'organizzatore  o  della  non  rispondenza  dei  servizi  effettivamente offerti con quelli promessi e pubblicizzati. La responsabilità a carico dell'agente di viaggi può derivare solo quando dai documenti di viaggio non  risulti espressamente  la  limitazione della sua  attività  ed  una mera  opera  di  intermediazione.  (Alla  luce  di  quanto  sopra,  nel  caso  di specie,  il  Tribunale,  risultando  espressamente  circoscritta  la  responsabilità  dell'agenzia  di viaggi,  il cui unico obbligo è stato di eseguire correttamente  l'incarico affidatole dagli odierni attori,  stipulando  in  loro nome e per  loro  conto un  contratto avente  tutti gli elementi dagli stessi richiesti e non quello di garantirne l'esatta esecuzione da parte dell'organizzatore, stante la specifica richiesta degli attori di accertamento della cattiva esecuzione delle prestazioni loro fornite presso la struttura alberghiera nella quale hanno soggiornato nel corso della vacanza e, dunque, della responsabilità a carico dell'organizzatore, acclarata  la carenza di  legittimazione passiva dell'agenzia di viaggi rispetto alle domande attoree, definitivamente pronunciando, ne rigetta la domanda). 

(Trib. Bari, Sez. II, 22 luglio 2010, in DeAgostini Prof., 2010) 

 

15. Il "tour operator" è tenuto a fornire al consumatore‐turista le informazioni necessarie per effettuare il viaggio, tra le quali, non può non essere compresa quella attinente alle formalità richieste per  l'espatrio di un  soggetto minore. Tale obbligo  informativo  trova  giustificazione nello scopo della disciplina  legale, diretta a  tutelare  il consumatore‐  turista, certamente non agevolmente in grado di conoscere tutta la disciplina che regola l'effettuazione di un soggiorno all'estero, a differenza degli operatori professionali del settore. 

(Trib. Milano, 3 giugno 2010, in Contratti, 2010, p. 1033 ss.) 

 

16.  Il contratto di organizzazione di viaggio, si  inquadra nell'ambito dello schema dell'appalto di  servizi,  con  responsabilità  diretta  dell'organizzatore  circa  l'inesatto  o  il  mancato adempimento delle obbligazioni assunte salvo la prova della non imputabilità dei fatti alla sua persona.  Con  il  contratto  in  questione,  difatti,  l'agenzia  turistica  si  obbliga  a  procurare  al cliente,  ad  un  prezzo  tutto  compreso,  un  servizio  complessivo,  comprendente  il  trasporto, 

l'alloggio, il vitto ed altre prestazioni. L'omesso adempimento di quanto garantito fa insorgere in  capo  all'agenzia  turistica  la  responsabilità  per  la  mancata  realizzazione  del  risultato promesso. 

(Trib. Roma, Sez. IX, 1 giugno 2010, in DeAgostini Prof., 2010) 

 

17. E'  legittima  la richiesta di risoluzione del contratto per  inadempimento, con conseguente diritto alla restituzione di quanto versato a titolo di prezzo, formulata dal turista la cui località di villeggiatura sia stata cambiata, senza preavviso, al momento dell'arrivo o poco dopo, pur se la  nuova  località  si  trova  a  distanza modesta  da  quella  scelta.  La  località, nell'ambito  di  un contratto  con  finalità  turistiche,  infatti,  ancor  prima  che  da  un  punto  di  vista  strettamente soggettivo  (quali  la scelta di un  luogo perché già conosciuto, perché vi sono degli amici etc.) incide oggettivamente  in maniera pregnante nell'ambito dell'economia del contratto, proprio in quanto primo elemento rilevante ai fini della valutazione del prezzo pattuito, prima ancora della  specifica posizione dell'immobile  in  cui  risiedere, della  sua  struttura  e  grandezza. Due località, infatti, anche se a minima distanza possono presentare caratteristiche completamente diverse,  con  conseguente  modifica,  non  priva  di  rilevanza,  dell'oggetto  del  contratto. L'inadempimento verificatosi, quindi, non appare affatto di scarsa  importanza, né contrario a buona  fede  può  essere  definito  il  rifiuto  opposto  dal  turista  ad  accontentarsi  della  nuova località impostagli al momento dell'arrivo. 

(Trib. Milano, Sez. VI, 13 maggio 2010, in DeAgostini Prof., 2010) 

 

18.  L'impossibilità  sopravvenuta  della  prestazione  determina  l'automatico  verificarsi dell'effetto  risolutorio,  con  la  conseguente  liberazione  del  contraente  obbligato  alla prestazione divenuta impossibile. Allo stesso tempo, tuttavia, la parte liberata, qualora debba di  fatto  riscontrare  l'assoluta  impossibilità di effettuare  la propria prestazione, non  solo può chiedere  la controprestazione, ma deve provvedere alla restituzione di tutto quanto ricevuto, in ottemperanza delle norme sulla ripetizione dell'indebito, di cui all'art. 2033 c.c. 

(Giud. di pace Pozzuoli, 3 maggio 2010, in DeAgostini Prof., 2010) 

 

19. Nei contratti di soggiorno alberghiero il termine di dieci giorni riconosciuto al consumatore per  l'esercizio  del  diritto  di  recesso,  senza  alcuna  penalità  e  senza  specificazione  di  alcun motivo, decorre per i contratti a distanza, ex art. 65, comma secondo, lett. b), D.Lgs. n. 206 del 2005, dal giorno della conclusione del contratto, ovvero dal giorno in cui siano stati soddisfatti gli obblighi di informazione di cui all'art. 52 del menzionato provvedimento legislativo, qualora ciò avvenga dopo  la  conclusione del  contratto, purché non oltre  il  termine di  tre mesi dalla conclusione  medesima.  Ciò  rilevato,  stante,  nella  specie,  la  mancata  ottemperanza  degli obblighi informativi di cui al citato art. 52, D.Lgs. n. 206 del 2005, il termine per l'esercizio del 

diritto di recesso deve ritenersi quello di 90 giorni dall'intervenuta conclusione del contratto, per  cui  legittima è  la disdetta esercitata dall'attore dopo  soli  trenta giorni dalla menzionata conclusione,  tra  l'altro  dovuta  a  sopravvenuta  impossibilità della prestazione  contrattuale  a causa di un non prevedibile problema di  salute di uno dei contraenti  (imprevista gravidanza pericolosa della coniuge dell'attore). 

(Giud. di pace Pozzuoli, 3 maggio 2010, in DeAgostini Prof., 2010) 

 

20.  L'organizzatore  di  viaggi  (tour  operator)  che  si  avvale  di  altri  prestatori  di  servizi  è comunque  tenuto  al  risarcimento  del  danno  sofferto  dal  consumatore  per  i  disagi  da quest'ultimo  sopportati,  salvo  il  diritto  di  rivalersi  nei  loro  confronti,  ex  art.  93,  Codice consumo ‐ D.Lgs. n. 206/2005. 

(Trib. Bari, 16 marzo 2010, in Resp. civ., 2010, p. 394 ss.) 

 

21. L'organizzatore di un pacchetto turistico, ove non fornisca adeguata prova dell'impossibilità della prestazione ad esso non addebitabile, è responsabile dell'inadempimento del contratto, in caso di non corrispondenza tra quanto pattuito in relazione al livello qualitativo dell'offerta di  viaggio  "tutto  compreso",  come  risultante  da  un  dépliant  illustrativo  da  ritenersi  parte integrante  del  contratto  stesso,  e  quanto  realmente  prestato  ai  turisti  (nella  specie,  le fotografie pubblicate  sul dépliant  riproducevano una bella  spiaggia antistante  l'albergo e un bel mare, mentre  i turisti, giunti sul posto, avevano constatato che  la spiaggia era sporca e  il mare era diffusamente inquinato da idrocarburi). 

(Cass., 4 marzo 2010, n. 5189, in Foro it., 2010, I, 1768; in Resp. civ., 2010, p. 390 ss.) 

 

22. Con  il contratto avente ad oggetto un pacchetto  turistico «tutto compreso», sottoscritto dal  consumatore  sulla base di una  articolata proposta  contrattuale,  spesso  contenuta  in un depliant  illustrativo,  l’organizzatore assume specifici obblighi contrattuali, soprattutto di  tipo qualitativo,  inerenti  a modalità  del  viaggio,  sistemazione  alberghiera,  livello  dei  servizi  etc.; conseguentemente,  qualora  le  prestazioni  non  siano  esattamente  adempiute,  secondo  un criterio  medio  di  diligenza  valutabile  dal  giudice  del  merito,  sussiste  la  responsabilità contrattuale e  il conseguente obbligo  risarcitorio dell’organizzatore,  salvo  la prova della non imputabilità dell’inadempimento, derivante  (ai sensi dell’art. 1256 c.c. e dell’art. 17 d.leg. 17 marzo 1995 n. 111, applicabile ratione temporis) da eventi successivi alla stipula del contratto, quali  il  caso  fortuito  o  la  forza maggiore,  ovvero  l’esclusiva  responsabilità  del  terzo  o  del consumatore  (fattispecie  relativa  all’acquisto  di  un  pacchetto  turistico  avente  ad  oggetto  il viaggio  aereo  e  l’alloggiamento  in  un  complesso  turistico  in  cui,  diversamente  da  quanto risultava dalla fotografia pubblicata sul depliant,  la spiaggia era sporca e  il mare  inquinato da idrocarburi). 

(Cass., 4 marzo 2010, n. 5189, in Mass. Foro it., 2010, p. 226) 

 

23.  Il  tour operator è  responsabile dei danni  subiti dagli acquirenti di un pacchetto  turistico tutto compreso allorché costoro non abbiano potuto fruire di una spiaggia attrezzata e pulita e di  un  mare  effettivamente  balneabile,  così  come  diffusamente  evidenziato  nel  depliant illustrativo, il quale costituisce parte integrante dell'offerta contrattuale. 

(Cass., 4 marzo 2010, n. 5189, in Foro it., 2010, I, c. 1768 ss.; in Resp. civ., 2010, p. 390 ss.) 

 

24. L’operatore  turistico è sempre  tenuto a predisporre adeguate soluzioni alternative senza oneri  per  il  viaggiatore  ed  in  difetto  a  rifondergli  la  differenza  tra  i  servizi  pagati  e  quelli effettivamente goduti. 

(Trib. Bologna, Sez. II, 22 febbraio 2010, in DeAgostini Prof., 2010) 

 

25.  L'organizzatore  di  un  pacchetto  turistico  è  tenuto  a  risarcire  qualsiasi  danno  subito  dal consumatore a causa della fruizione del pacchetto turistico, anche quando la responsabilità sia ascrivibile esclusivamente ad altri prestatori di servizi, salvo il diritto a rivalersi nei confronti di questi ultimi. 

(Trib. Roma, Sez. IX, 8 febbraio 2010, in DeAgostini Prof., 2010) 

 

26.  La  responsabilità  del  tour  operator,  per  l'inadempimento  relativo  ai  servizi  offerti  nel villaggio  turistico  (sistemazione  semiumida,  pavimentazione  dissestata,  assenza  di illuminazione  nelle  ore  serali,  sporcizia  al  suolo  e  sulla  biancheria),  è  qualificabile  come responsabilità oggettiva  risultando  fondata  su un  criterio di  imputazione obiettiva di eventi, anche  incolpevoli,  che  rientrano  nella  sfera  dei  compiti  organizzativi  dell'attività  d'impresa dallo stesso esercitata e costituenti manifestazione del rischio tipico dell'attività  in questione. L'obbligazione dell'operatore turistico, infatti, è un'obbligazione di risultato e non di mezzo. 

(Giud. di pace Milano, Sez. VIII, 3 febbraio 2010, in DeAgostini Prof., 2010) 

 

27.  In  tema  di  contratto  di  viaggio  turistico,  l'intermediario  assume  nei  confronti  del viaggiatore  sia  la  responsabilità  tipica  del mandatario  che  quella  di  cui  alla  Convenzione  di Bruxelles  del  23  aprile  1970,  resa  esecutiva  in  Italia  dalla  legge  27  dicembre  1977  n.  1084 (applicabile  nella  specie  "ratione  temporis").  In  forza  del  primo  tipo  di  responsabilità, l'intermediario é tenuto ad eseguire  le operazioni richieste dal viaggiatore con  la diligenza di cui  all'art.  1710  cod.  civ.  e  ha  doveri  di  attenzione  e  oculatezza  anche  nella  scelta 

dell'organizzatore del viaggio e dei prestatori dei servizi turistici ma non è responsabile degli inadempimenti dell'organizzatore o della non rispondenza dei servizi effettivamente offerti a quelli  promessi  e  pubblicizzati,  a  meno  che  il  viaggiatore  o  il  turista  non  dimostri  che l'intermediario,  tenuto  conto  della  natura  degli  inadempimenti  lamentati,  conosceva  o avrebbe  dovuto  conoscere,  facendo  uso  della  diligenza  tipica  dell'attività  esercitata, l'inaffidabilità dei  soggetti  cui  si  sia  rivolto o  la non  rispondenza alla  realtà delle prestazioni promesse e pubblicizzate. 

(Cass., 19 gennaio 2010, n. 696, in Contratti, 2010, p. 371 ss.; in Foro it., 2010, I, c. 841 ss.) 

 

28. Posto che grava sull'intermediario di viaggi l'onere di fornire la prova di aver formalmente trasmesso ai viaggiatori, mediante  i documenti di viaggio,  le  informazioni prescritte,  idonee a renderli  avvertiti del  fatto  che  l'intermediario medesimo non  assume  a  suo  carico  rischi  ed incognite  circa  l'adempimento  delle  prestazioni  turistiche,  nonché  a  far  loro  conoscere l'identità dei soggetti direttamente responsabili, la mancata dimostrazione del compimento di tale formalità fa sì che l'intermediario assume la stessa responsabilità dell'organizzatore. 

(Cass., 19 gennaio 2010, n. 696, in Contratti, 2010, p. 371 ss.; in Foro it., 2010, I, c. 841 ss.) 

 

29.  La  responsabilità  per  gli  eventuali  inadempimenti  dell'organizzatore  del  viaggio,  o  del fornitore  dei  servizi  turistici,  non  può  essere  addebitata  automaticamente  al  mero intermediario, occorrendo a tal fine dimostrare che quest'ultimo era a conoscenza, o avrebbe potuto conoscere,  facendo uso della diligenza  tipica dell'attività esercitata,  l'inaffidabilità dei predetti soggetti, ai quali ha indirizzato i suoi clienti, ovvero la non rispondenza alla realtà delle prestazioni promesse tramite i dépliants e il materiale pubblicitario. 

(Cass., 19 gennaio 2010, n. 696, in Contratti, 2010, p. 371 ss.; in Foro it., 2010, I, c. 841 ss.) 

 

30. La domanda attorea volta a sentir condannare la convenuta al risarcimento dei danni subiti per effetto dell'inesatta esecuzione del contratto di viaggio avente ad oggetto un pacchetto turistico organizzato dalla medesima, è  fondata e merita accoglimento nei  limiti  in cui  risulti adeguatamente provata e circostanziata  in ordine all'inadempienza contrattuale della stessa. In particolare,  laddove  risulti accertato  il  cattivo  stato di  igiene della  cabina del  catamarano durante la navigazione e l'impossibilità per gli attori di godere pienamente della zona di mare antistante la struttura alberghiera a causa della presenza delle alghe in tutta l'area antistante, ne deriva che  il contratto stipulato certamente non può  ritenersi adempiuto secondo buona fede. Ne consegue che agli attori va riconosciuto il diritto al ristoro del danno non patrimoniale sofferto non avendo proposto una domanda risolutoria per inadempimento ai sensi degli artt. 1453 e 1455 c.c. 

(Trib. Ancona, 11 gennaio 2010, in DeAgostini Prof., 2010) 

 

31. Tra i danni che il "tour operator" è obbligato a risarcire al cliente in caso di inadempimento rientra il danno da vacanza rovinata. 

(Trib. Torino, 4 dicembre 2009, in Foro pad., 2010, p. 819 ss.) 

 

32. L'assistenza del "tour operator" deve essere adeguata sia quanto ai mezzi di trasporto alla struttura  alberghiera  alla  ristorazione  alle  escursioni programmate  alla  fase  di  spostamento dell'organizzazione. 

(Trib. Torino, 4 dicembre 2009, in Foro pad., 2010, p. 819 ss.) 

 

33. L'art. 14, comma 2, del D.Lgs. n. 111/1995, abrogato dall'art. 146 del codice del consumo (D.Lgs.  n.  206  del  2005),  che  all'art.  93  detta  una  disciplina  identica,  non  correla  la responsabilità  dell'organizzatore  del  pacchetto  turistico  ad  un  suo  difetto  di  diligenza  nella scelta  del  prestatore  di  servizi  di  cui  si  avvalga,  ovvero  alla  possibilità  di  controllarne  in concreto le modalità operative nell'esecuzione della prestazione. Al contrario è posta la regola secondo cui quante volte sia configurabile la responsabilità contrattuale diretta del prestatore di servizi nei confronti del consumatore per il servizio resogli (o non resogli), allora l'acquirente del pacchetto turistico può rivolgersi all'organizzatore, che assume del resto un'obbligazione di risultato  nell'ambito  del  rischio  d'impresa.  Infatti,  i  casi  di  esonero  della  responsabilità dell'organizzatore,  contemplati  dal  successivo  art.  17,  comma  1, D.Lgs.  n.  111/1995  (ripresi dall'art. 96 del codice del consumo), non sono a questi riferibili in relazione al comportamento del prestatore di servizi (che per avventura si presenti come imprevedibile per l'organizzatore), ma  possono  esonerare  l'organizzatore  del  viaggio  dalla  responsabilità  nei  confronti  del consumatore acquirente in quanto ne sarebbe anzitutto esonerato il prestatore. 

(Cass., 3 dicembre 2009, n. 25396, in Danno e resp., 2010, p. 725 ss., con nota di NAPOLITANO) 

 

34.  L’organizzatore e  il  venditore di pacchetto  turistico assumono, nell’ambito del  rischio di impresa,  un’obbligazione  di  risultato  nei  confronti  dell’acquirente  e,  pertanto,  la  loro responsabilità sussiste ogniqualvolta sia ravvisabile una responsabilità contrattuale diretta del prestatore di servizi nei confronti del consumatore per il servizio resogli (o non resogli), e non è correlata ad un suo difetto di diligenza nella scelta del prestatore di servizi di cui si avvalga, ovvero alla possibilità di controllarne  in concreto  le modalità operative nell’esecuzione della prestazione  (nella  specie,  la  suprema  corte,  nel  cassare  la  sentenza  impugnata,  che  aveva rigettato  la domanda di condanna dell’organizzatore di pacchetto turistico al risarcimento del danno subìto dal consumatore per il morso di una piccola scimmia che era stata lasciata libera di  vagare dal proprietario nell’albergo ove  il  ricorrente  soggiornava, allo  scopo di divertire  i turisti, ha precisato che l’obbligo di somministrare vitto e alloggio non esaurisce l’ambito della 

prestazione  alberghiera,  la  quale  necessariamente  implica  anche  doveri  accessori  di salvaguardia dell’incolumità dei clienti  in relazione alle caratteristiche proprie del contesto  in cui il soggiorno ha luogo). 

(Cass.,  3  dicembre  2009,  n.  25396,  in  La  resp.  civile,  2010,  p.  280  ss.,  con  nota  di  TOSCHI VESPASIANI) 

 

35.  Il danno da vacanza rovinata costituisce danno che è normalmente  inteso come  lo stress subito  dal  turista  a  causa  da  talune  carenze  o  incongruenze  del  viaggio  rispetto  a  quanto organizzato prima della partenza. Disagio e stress conseguente alla perdita della possibilità di relax, ristoro ed aspettativa di svago tipica di un periodo di ferie e che costituiscono i profili e i connotati caratterizzanti l'interesse che il contratto di viaggio‐vacanza è destinato a soddisfare. Danno che può, quindi, realizzarsi indipendentemente da un pregiudizio economico e che può quindi anche atteggiarsi a mero danno di carattere non patrimoniale. 

(Trib. Novara, 30 novembre 2009, in www.novaraius.it, 2010) 

 

36. L'agenzia di viaggi risponde dei danni subiti dal turista nel corso di una escursione anche allorquando il terzo trasportatore sia un rappresentante apparente ex art. 1393 c.c.. 

(Cass., 13 novembre 2009, n. 24044, in Contratti, 2010, p. 1019 ss., con nota di CARRASSI) 

 

37. Lo specifico rapporto di mandato fra  il tour operator e  l'agente di viaggio si evidenzia nel momento in cui il primo riceve dal viaggiatore il prezzo del pacchetto facendogli sottoscrivere il contratto di viaggio: l'agente infatti, in tale momento, da una parte assume le relative somme nel suo patrimonio e dall'altra parte le incassa come mandatario dell'organizzatore del viaggio, dal  quale  riceve  le  provvigioni,  atteso  che  l'unico  soggetto  abilitato  alla  conclusione  del contratto di viaggio con  il consumatore è  lo  stesso organizzatore. Tali  soggetti  sono dunque attivamente e passivamente legittimati fra di loro.  

(Cass., 8 ottobre 2009, n. 21388, in  DeAgostini Prof., 2009) 

 

38.  In caso di stipulazione di un contratto di organizzazione di viaggio da parte di un agente intermediario per conto del viaggiatore, tra quest'ultimo e l'intermediario sorge un rapporto di mandato con  rappresentanza, da cui consegue che  il viaggiatore è  tenuto, ex art. 1719 cod. civ.,  a  somministrare  all'intermediario  i mezzi  necessari  per  l'esecuzione  del mandato  e  a rimborsargli  i  fondi eventualmente anticipati per  i pagamenti del corrispettivo e delle penali per  l'annullamento  del  viaggio  qualora  l'agente,  in  forza  di  questo  rapporto,  abbia  assunto l'obbligo  verso  l'organizzatore.  L'agente,  inoltre  fin  dal  momento  dell'incasso  del  prezzo 

versato da parte del viaggiatore, agendo anche in qualità di mandatario del "tour operator", da cui riceve  le provvigioni, è  tenuto al rimborso a  favore di quest'ultimo delle somme ricevute dal viaggiatore medesimo,  in quanto, come si desume dall'art. 1713, primo comma, cod. civ., egli deve rimettere al mandante tutto ciò che ha ricevuto a causa del mandato.  

(Cass., 8 ottobre 2009, n. 21388, in  DeAgostini Prof., 2009) 

 

39. E' ammissibile la riparazione del danno non patrimoniale, in conseguenza dell'impossibilità di  poter  svolgere  le  vacanze  già  programmate,  a  causa  dell'inadempimento  del  "tour operator". 

(Giud. di pace Venezia, Mestre, 30 settembre 2009, in Resp. civ., 2009, p. 1017 ss.) 

 

40.  L’organizzatore  di  viaggi  turistici  (c.d.  tour  operator)  in  base  ai  principi  contenuti  nella convenzione  di  Bruxelles  del  23  aprile  1970  relativa  al  contratto  di  viaggio  (Ccv),  ratificata dall’Italia dalla  l. 27 dicembre 1977 n. 1084, deve adottare  tutte  le misure  idonee a evitare danni a coloro che vi partecipano; a tal fine è sufficiente che egli tenga una condotta adeguata, la  quale,  tuttavia  non  deve  necessariamente  superare  il  livello  medio  di  diligenza;  in particolare, per adempiere agli obblighi  informativi, è sufficiente che l’organizzatore informi il viaggiatore delle prestazioni promesse (trasporto, alloggio, attività sportive, escursioni) e che metta a sua disposizione l’opuscolo informativo previsto dall’art. 9 d.leg. 17 marzo 1995 n. 111 (ora  trasfuso  nell’art.  88  d.leg.  6  settembre  2005  n.  206,  recante  il  codice  del  consumo),  il quale  contempla  le  notizie  (per  lo  più  di  carattere  amministrativo)  necessarie  per  recarsi all’estero,  i  servizi  forniti  e  le  condizioni  atte  a  giustificare  l’annullamento  del  pacchetto turistico; nulla più  incombe al detto organizzatore per dimostrare di aver adempiuto  con  la dovuta diligenza ai suoi obblighi (nella fattispecie, la suprema corte ha confermato la sentenza della corte d’appello che aveva  rigettato  la  richiesta di  risarcimento dei danni patrimoniali e non, avanzata da una cliente,  ritenendo che non  rientrasse  tra gli obblighi del  tour operator quello di informare la turista della presenza, nel tratto di mare antistante al villaggio turistico, di una particolare alga ustionante che,  favorita dal  fenomeno della bassa marea,  le avrebbe impedito il normale godimento della vacanza causandole una patologia dermatologica). 

(Cass., 6 luglio 2009, n. 15798, in Guida al dir., 2009, fasc. 35, p. 14 ss., con nota di PIRRUCCIO; in Giust. civ., 2009, I, p. 1853 ss.) 

 

41. Va esclusa  la gratuità dei viaggi premio,  la  cui erogazione  sia  subordinata all’acquisto di prodotti  da  parte  del  beneficiario,  ricorrendo  in  tale  ipotesi  un  pagamento,  indiretto  ed anticipato. 

(Cass., 2 aprile 2009, n. 8012, in Foro it., 2009, I, c. 2365 ss.) 

 

42. Non può sussistere la figura del «mediatore» nella organizzazione delle vacanze, dopo che il legislatore è intervenuto inquadrando la fattispecie ai sensi degli art. 82 seg. cod. consumo; infatti si configura un pacchetto turistico ogni qualvolta siano presenti nel contratto  l’alloggio ed  i servizi non accessori, quali  il vitto e  l’accesso a strutture turistiche come piscine, spiagge private ecc.;  infatti non è obbligatorio che gli alberghi abbiano un ristorante e comunque nel contratto di locazione di camere d’albergo non è compreso il prezzo dei pasti. 

(Giud. di pace Bari, 4 febbraio 2009, in Giud. pace, 2010, p. 153 ss., con nota di ZAMBONIN) 

 

43.  In base  al  codice di  consumo  adottato  con  il d.leg. 6  settembre 2005 n. 206  sussiste  la responsabilità solidale dell’organizzatore del viaggio e del venditore del pacchetto turistico per il  risarcimento  del  danno  in  caso  di  mancato  o  inesatto  adempimento  delle  obbligazioni assunte con  la vendita del pacchetto  turistico,  restando peraltro  in  facoltà del viaggiatore di rivolgere la sua domanda anche nei confronti del diretto responsabile del danno. 

(Giud. di pace Eboli, 28 gennaio 2009, in Dir. maritt., 2010, p. 174 ss.) 

 

44. La circostanza che  il pacchetto turistico comprenda anche una copertura assicurativa non esclude la responsabilità dell’organizzatore del viaggio e del venditore del pacchetto turistico. 

(Giud. di pace Eboli, 28 gennaio 2009, in Dir. maritt., 2010, p. 174 ss.) 

 

45.  Mentre  l’agenzia  di  viaggi,  che  ha  svolto  attività  di  mediatore,  non  può  ritenersi responsabile  in quanto  la  scelta dei  locali  e  la presentazione di questi mediante  catalogo  è un’attività propria ed esclusiva del  tour operator quest’ultimo, è certamente  il  reale e unico legittimato  passivo  al  quale  addebitare  la  responsabilità  degli  eventi  di  cui  alla  narrativa; essendo la vacanza organizzata per un tempo notevolmente lungo (ventidue giorni) e per altro fuori Italia, le sole spese di viaggio assumono un aspetto del tutto marginale,  in relazione alla circostanza,  che  il  disservizio  e  quindi  la  prestazione  non  goduta,  è  da  relazionare esclusivamente al soggiorno e non già al viaggio. 

(Giud di pace Pomigliano D’Arco, 19 gennaio 2009, in Giud. pace, 2009, p. 327 ss., con  nota di ZAMBONIN) 

 

46. In tema di vendita di pacchetti turistici, contratto regolato dal d.leg. n. 111 del 1995 (oggi trasfusi negli art. 82 seg. codice del consumo), sussiste responsabilità del tour operator anche per i danni cagionati dai prestatori di servizi di cui quest’ultimo si sia avvalso, salva la prova del 

fatto del  terzo a  carattere  imprevedibile o  inevitabile, ovvero del  caso  fortuito o della  forza maggiore. 

(Trib. Palermo, 13 gennaio 2009,  in Corr. merito, 2009, p. 733  ss.,  con nota di SALERNO;  in Contratti, 2009, p. 688 ss., con commento di GALATI) 

 

47. Qualora  la  proposta  di  contratto  di  pacchetto  turistico  sottoposta  dal  tour  operator  al viaggiatore  preveda  la  possibilità  di  effettuare  lo  stesso  viaggio  con  due  diversi  tipi  di aeromobile, pagando prezzi differenti, non ricorre alcuna ipotesi né di obbligazione alternativa, né  facoltativa,  ma  sussistono  semplicemente  due  diverse  proposte  contrattuali,  che  è  in facoltà del viaggiatore accettare o rifiutare; pertanto, una volta che quest’ultimo abbia scelto la  formula  contrattuale  più  economica,  non  può  pretendere  di  viaggiare  con  l’aeromobile previsto  per  la  soluzione  più  costosa,  nemmeno  nell’ipotesi  in  cui,  dopo  la  stipula  del contratto,  il  tour  operator  gli  abbia  unilateralmente  comunicato  che  il  viaggio  sarebbe avvenuto con quest’ultima modalità, a meno che in tal caso il viaggiatore non abbia accettato per  iscritto  la  modifica  in  melius  del  mezzo  di  trasporto,  entro  due  giorni  dalla  relativa comunicazione,  rendendola così vincolante per  il  tour operator ai  sensi dell’art. 12 d.leg. 17 marzo 1995 n. 111 (applicabile nella specie ratione temporis, ed oggi trasfuso nell’art. 91, 3º comma, d.leg. 6 settembre 2005 n. 206). 

(Cass., 19 dicembre 2008, n. 29873, in Trasporti, 2008, fasc. 106, p. 265 ss.; in Giust. civ., 2009, I, p. 1879 ss.) 

 

48.  Il contratto di acquisto di un pacchetto turistico è valido anche se sottoscritto da un solo partecipante; difatti se più persone  intendono effettuare una vacanza  insieme, raggiungendo la medesima località con gli stessi mezzi e servendosi dei medesimi servizi (alberghieri e non), non  concludono  tanti  contratti  distinti  ma  un  unico  contratto  relativo  all’acquisto  del pacchetto turistico. 

(Cass., 3 novembre 2008, n. 26422,  in Obbl. e  contratti, 2009, p. 902  ss.,  con  commento di BRUNI) 

 

49. Con  riferimento all'imprevedibilità dell'evento,  l'art. 96 del codice del consumo  (D.Lgs. 6 settembre 2005, n. 206) che sostituisce  l'art. 17, 1 comma del D.Lgs. 17 marzo 1995, n. 111 ("Attuazione della direttiva n. 90/314/CEE concernente  i viaggi,  le vacanze ed  i circuiti "tutto compreso"") stabilisce che "L'organizzatore ed il venditore sono esonerati dalla responsabilità di cui agli articoli 94 e 95, quando la mancata o inesatta esecuzione del contratto è imputabile al consumatore o è dipesa dal fatto di un terzo a carattere imprevedibile o inevitabile, ovvero da  un  caso  fortuito  o  di  forza  maggiore.  L'organizzatore  o  il  venditore  apprestano  con sollecitudine  ogni  rimedio  utile  al  soccorso  del  consumatore  al  fine  di  consentirgli  la 

prosecuzione del viaggio, salvo  in ogni caso  il diritto al risarcimento del danno nel caso  in cui l'inesatto adempimento del contratto sia a questo ultimo imputabile". Inoltre, con riferimento alla  impossibilità di usufruire di alcuni dei servizi previsti dal contratto di viaggio,  l'art. 91 del codice del consumo prevede che "Dopo  la partenza, quando una parte essenziale dei servizi previsti dal contratto non può essere effettuata, l'organizzatore predispone adeguate soluzioni alternative per  la prosecuzione del  viaggio programmato non  comportanti oneri di qualsiasi tipo a carico del consumatore, oppure rimborsa quest'ultimo nei  limiti della differenza  tra  le prestazioni originariamente previste e quelle effettuate, salvo  il  risarcimento del danno". Ne deriva  che non  essendo  fruibili  alcuni dei  servizi previsti dal  contratto di  viaggio, per  causa indipendente dalla volontà dell'organizzatore, questi è  liberato dalla responsabilità per danni, ma  è  pur  sempre  tenuto  ‐  in  virtù  delle  norme  sopra  richiamate  ‐  a  predisporre  adeguate soluzioni alternative senza oneri per il viaggiatore, ed in difetto a rifondergli la differenza tra i servizi pagati e quelli effettivamente goduti. 

(Trib. Roma, Sez. IX, 30 ottobre 2008) 

 

50.  In  una  crociera  a  bordo  di  una  nave  che  trasporta  oltre mille  passeggeri  ben  possono verificarsi  degli  imprevisti  come  l’affollamento  ai  buffets,  alla  piscina,  alle  vasche idromassaggio o  la presenza di alcuni  lettini sul percorso  jogging; ma trattasi di  inconvenienti che,  in  vacanza  e  in  assenza  di  impegni  impellenti  e  non  rinviabili,  non  hanno  incidenza notevole  sul modo  di  essere  della  persona,  che  la  persona  può  quindi  sopportare  con  un minimo di tolleranza nell’attesa di un momento più propizio per godere dei servizi. 

(Giud. di pace Bari, 5 ottobre 2008, in Dir. maritt., 2009, p. 1292 ss., con nota di LA CHINA) 

 

51. Nei rapporti disciplinati dalla convenzione di Bruxelles del 23 aprile 1970 sul contratto di viaggio, non può applicarsi l’equiparazione tra organizzatore e intermediario, qualora risulti dai documenti di viaggio che l’intermediario abbia fatto constare tale sua qualità. 

(Trib. Prato, 2 settembre 2008, in Foro it., 2008, I, c. 3346 ss.) 

 

52.  Non  si  configura  un  pacchetto  turistico  a  fronte  di  prestazioni  di  viaggio  separate  ed assemblate da un’agenzia su richiesta dei viaggiatori. 

(Trib. Prato, 2 settembre 2008, in Foro it., 2008, I, c. 3346 ss.) 

 

53. L’organizzatore di un viaggio turistico è tenuto a rispondere dei danni subiti dai viaggiatori che  non  siano  stati  alloggiati  nella  struttura  prevista  nel  contratto,  ove  risulti  che  la sistemazione  alternativa  doveva  considerarsi  peggiorativa  e  che,  oltretutto,  egli  non  aveva 

avvertito  del  problema  alcuni  dei  viaggiatori  partiti  dopo  che  questo  si  era  già manifestato (nella  specie,  l’organizzatore  non  aveva  fornito  la  prova  certa  di  aver  effettuato  la prenotazione presso la citata struttura, non si era sincerato della disponibilità del soggiorno e, comunque, non aveva dimostrato  l’insussistenza di una culpa  in eligendo nell’individuazione del prestatore del servizio). 

(Trib. Prato, 2 settembre 2008, in Foro it., 2008, I, c. 3346 ss.) 

 

54. La disciplina giuridica  riguardante  l'acquisto di un pacchetto  turistico è diversa da quella relativa all'acquisto di un biglietto di viaggio e\o alla prenotazione in un albergo. In tale ultimo caso,  lo scopo del viaggio o del soggiorno non hanno alcuna rilevanza contrattuale,  in quanto le  condizioni  contrattuali  che  il  venditore  deve  garantire  si  riferiscono  esclusivamente  al singolo  servizio offerto, mentre nessuna doglianza può essere  rivolta al  luogo  in cui  si  trova l'albergo.  Nel  caso  di  acquisto  di  un  pacchetto  turistico  invece  è  insito  nel  contratto  il presupposto della finalità di vacanza e di svago. Per tale ragione,  il legislatore comunitario ha disciplinato tale fattispecie con la Direttiva n. 90/314/CEE che prevede il rispetto di obblighi più pregnanti a favore del consumatore. Tale disciplina è stata recepita dal legislatore italiano con il D.Lgs.  n.  111  del  1995  (successivamente  trasfuso  nel D.Lgs.  n.  206  del  2005),  il  quale,  in particolare,  all'art.  8  stabilisce  che  è  fatto  divieto  di  fornire  informazioni  ingannevoli  sulle modalità del  servizio offerto,  sul prezzo e  sugli altri elementi del  contratto, qualunque  sia  il mezzo mediante il quale dette informazioni vengono comunicate al consumatore. Tale norma, comporta  che  l'organizzatore  ed  il  venditore  del  pacchetto  turistico  debbano  fornire informazioni  veritiere  sugli  elementi  sopra  indicati,  con  la  conseguenza  che  se  invece forniscono informazioni ingannevoli rispondono per inadempimento contrattuale. 

(Trib. Torino, Sez. IX, 6 giugno 2008, in Contratti, 2008, p. 902 ss.) 

 

55. Nel nostro ordinamento,  la materia del viaggio turistico è disciplinata dalla  legge n. 1084 del  1977,  di  ratifica  ed  esecuzione  della  Convenzione  internazionale  relativa  al  contratto  di viaggio di Bruxelles, applicabile ai viaggi internazionali, e dal D.Lgs. n. 111/1995, le vacanze ed i circuiti  "tutto  compreso". Detta  normativa,  prevedendo  in  caso  di  vendita  di  un  pacchetto turistico  (anziché  di  un  singolo  servizio),  obblighi  informativi  e  comportamentali  aggiuntivi rispetto a quelli già previsti dal codice civile, è volta a  rafforzare  la  tutela predisposta,  in via generale, per  il  consumatore  e non  a diminuirne  la portata;  essa, pertanto  si  aggiunge  alle disposizioni del codice civile e non ne esclude l'applicabilità. 

(Trib. Roma, Sez. IX, 5 giugno 2008) 

 

56. A norma dell’art. 2 r.d.l. 2523 del 1936,  le  imprese di viaggi, oltre che svolgere attività di intermediazione,  possono  anche,  tra  l’altro,  organizzare  escursioni  private,  fermo  restando 

l’assoggettamento ai relativi controlli di settore; pertanto, a tal fine ben è dato loro avvalersi di mezzi di  trasporto non necessariamente presi  a noleggio ma direttamente  in  loro proprietà (nella specie è stato annullato  il provvedimento con  il quale è stata negata ad una agenzia di viaggi l’immatricolazione ad uso proprio di un autobus da destinare a viaggi organizzati). 

(Cons. Stato, sez. VI, 29 aprile 2008, n. 1919, in Foro amm.‐Cons. Stato, 2008, p. 1218 (s.m.) 

 

57.  Il  viaggio  tutto  compreso  costituisce  un  nuovo  tipo  contrattuale  nel  quale  la  "finalità turistica"  o,  in  generale  lo  scopo  di  piacere,  non  è  un motivo  irrilevante ma  si  sostanzia nell'interesse  che  lo  stesso  è  funzionalmente  volto  a  soddisfare,  connotandone  la  causa concreta e determinando, perciò,  l'essenzialità di tutte  le attività e dei servizi strumentali alla realizzazione del preminente fine del godimento della vacanza per come essa viene proposta dall'organizzatore del viaggio e accettata dall'utente. Deve quindi  ritenersi  logica e coerente alla  ratio  della  Direttiva  n.  314/1990/Cee  un'interpretazione  che  renda  applicabile  l'art.  91 Codice del Consumo  ‐ D.Lgs. n. 206 del 2005  ‐ anche quando a venir meno non sono  i servizi riconducibili all'attività del  tour operator ma piuttosto  i presupposti estrinseci della vacanza che rendono rilevanti e utili i servizi offerti che sono alla base della scelta da parte del turista di acquistare quello specifico pacchetto turistico. L'impossibilità di accedere ad essi costituisce il venir meno di un presupposto essenziale di utilizzazione del servizio posto a disposizione del consumatore. 

(Cass. civ., sez. III, 24 aprile 2008, n. 10651,  in Foro  it., 2009, I, c. 213 ss.;  in Giur.  it., 2009, p. 336 ss., con nota di ESPOSITO; in Danno e resp., 2009, p. 661 ss., con commento di LAGHEZZA; in Giust. civ., 2009, I, p. 1061 ss. e p. 2775, con nota di COCUCCIO; in Dir. maritt., 2009, p. 738 ss.;  in Corriere giur., 2008, p. 1396  ss., con nota di MARICONDA;  in Nuova giur. civ.  comm., 2008,  I,   p. 1257  ss., con commento di NARDI;  in Dir.  turismo, 2008, p. 349  ss., con nota di CORONA) 

 

58.  Posto  che  la  fruizione  delle  attrattive  ambientali,  artistiche  o  storiche,  promesse  con  il pacchetto  turistico  acquistato  dal  viaggiatore,  costituisce  parte  essenziale  della  prestazione contrattuale  a  carico  dell’organizzatore  del  viaggio,  rientra  nei  suoi  obblighi  predisporre soluzioni alternative ovvero  rimborsare  la differenza  tra  il valore delle prestazioni previste e quelle erogate, anche quando  l’impossibilità di  fornire  i  servizi derivi da  caso  fortuito,  forza maggiore o fatti ascrivibili al comportamento di un terzo, imprevedibili ed inevitabili per il tour operator. 

(Cass. civ., sez. III, 24 aprile 2008, n. 10651,  in Foro  it., 2009, I, c. 213 ss.;  in Giur.  it., 2009, p. 336 ss., con nota di ESPOSITO; in Danno e resp., 2009, p. 661 ss., con commento di LAGHEZZA; in Giust. civ., 2009, I, p. 1061 ss. e p. 2775, con nota di COCUCCIO; in Dir. maritt., 2009, p. 738 ss.;  in Corriere giur., 2008, p. 1396  ss., con nota di MARICONDA;  in Nuova giur. civ.  comm., 2008,  I,   p. 1257  ss., con commento di NARDI;  in Dir.  turismo, 2008, p. 349  ss., con nota di CORONA) 

 

59.  Sebbene  la  fruizione  del mare  e  della  spiaggia  non  possa  essere  considerata  in  senso stretto un servizio turistico, essa costituisce il presupposto di utilità del pacchetto turistico con la  conseguenza  che  nel  caso  in  cui  durante  il  viaggio  le  condizioni  del  mare  risultino compromesse dallo scarico abusivo compiuto da una petroliera, diventano attuali gli obblighi di  predisporre  adeguate  soluzioni  alternative  per  la  prosecuzione  del  viaggio  programmato oppure  di  procedere  al  rimborso  del  prezzo  nei  limiti  della  differenza  tra  le  prestazioni originariamente previste e quelle effettuate. 

(Cass. civ., sez. III, 24 aprile 2008, n. 10651,  in Foro  it., 2009, I, c. 213 ss.;  in Giur.  it., 2009, p. 336 ss., con nota di ESPOSITO; in Danno e resp., 2009, p. 661 ss., con commento di LAGHEZZA; in Giust. civ., 2009, I, p. 1061 ss. e p. 2775, con nota di COCUCCIO; in Dir. maritt., 2009, p. 738 ss.;  in Corriere giur., 2008, p. 1396  ss., con nota di MARICONDA;  in Nuova giur. civ.  comm., 2008,  I,   p. 1257  ss., con commento di NARDI;  in Dir.  turismo, 2008, p. 349  ss., con nota di CORONA) 

 

60. Nel contratto concluso con un  tour operator per un soggiorno  (non usufruito) presso un villaggio turistico, non trova applicazione la normativa di cui agli art. 82 seg. d.leg. 6 settembre 2005  n.  206  (codice  del  consumo)  che  regolamentano  i  servizi  turistici  e  si  applicano  ai «pacchetti  turistici  tutto compreso» ma, deve applicarsi  la normativa di cui agli art. 13 e 15 della convenzione di Bruxelles del 23 aprile 1970 (resa esecutiva  in  Italia dalla  l. 27 dicembre 1977 n. 1084) che disciplina, tra l’altro, i contratti di intermediazione di viaggio. 

(Giud. di pace Pozzuoli, 9 aprile 2008 in Giud. pace, 2009, p. 45 ss., con nota di D’ARCANGELO) 

 

61.  L’organizzatore  di  un  pacchetto  turistico  è  tenuto  a  risarcire  il  danno  subìto  dal consumatore  in occasione della  fruizione del  soggiorno,  anche  quando  la  responsabilità del lamentato pregiudizio debba essere ascritta al vettore del quale si sia avvalso, salvo il diritto di rivalersi nei confronti di quest’ultimo. 

(Cass., 29 febbraio 2008, n. 5531,  in Foro  it., 2009, I, c. 214 ss.;  in Giud. pace, 2009, p. 45 ss., con nota di D’ARCANGELO) 

 

62. L’organizzatore o venditore di un pacchetto turistico, secondo quanto stabilito nell’art. 14 d.leg. n. 111 del 1995, emanato  in attuazione della direttiva n. 90/314/Cee ed applicabile ai rapporti  sorti  anteriormente  all’entrata  in  vigore  del  d.leg.  n.  206  del  2005  (codice  del consumo), è tenuto a risarcire qualsiasi danno subìto dal consumatore, a causa della fruizione del pacchetto turistico, anche quando la responsabilità ‐ sia ascrivibile esclusivamente ad altri prestatori di  servizi  (come  il  vettore, nella  specie),  salvo  il diritto a  rivalersi nei  confronti di questi ultimi. 

(Cass., 29 febbraio 2008, n. 5531,  in Foro  it., 2009, I, c. 214 ss.;  in Giud. pace, 2009, p. 45 ss., con nota di D’ARCANGELO) 

 

63.  In  caso  di  inadempimento  o  inesatto  adempimento  delle  obbligazioni  assunte  con  la vendita del pacchetto  turistico,  l’organizzatore e  il venditore  sono  tenuti al  risarcimento del danno se non provano che è derivante da causa ad essi non imputabile. 

(Trib. Torino, 1 febbraio 2008, in Foro pad., 2008, I, p. 169 ss., con nota di GALBIATI) 

 

64.  Il danno da vacanza  rovinata  consiste nello  stress e nel minor godimento della vacanza, nella sofferenza e nel  turbamento psicologico, nel pregiudizio al benessere psicofisico subìto nel periodo destinato al riposo e,  in genere, nell’incidenza negativa sulla qualità della vita del turista la cui vacanza è stata rovinata. 

(Trib. Torino, 1 febbraio 2008, in Foro pad., 2008, I, p. 169 ss., con nota di GALBIATI) 

 

65.  Il  comportamento  dell’organizzatore  del  pacchetto  turistico,  obbligato  a  dare  al  turista tutte  le  informazioni circa  le condizioni di viaggio,  integra, quando tali  informazioni non sono date, mancato o  inesatto  adempimento  contrattuale,  risarcibile  ex  art. 2059  c.c.,  in quanto ascrivibile fra i danni non patrimoniali. 

(Trib.  Firenze,  7  gennaio  2008,  in  Foro  toscano‐Toscana  giur.,  2008,  p.  34  ss.,  con  nota  di TARTAGLIA) 

 

66.  Il consumatore che receda da un contratto di vendita di pacchetto turistico (nella specie, perché  colpito  da  malore  pochi  giorni  prima  della  partenza),  ove  intenda  ottenere  la restituzione della  somma versata a  titolo di acconto, non può  invocare  la vessatorietà della clausola che gli accorda il diritto di recedere con l'imposizione del pagamento di una somma di importo crescente in funzione dell'approssimarsi della vacanza. 

(Trib. Padova, 19 dicembre 2007,  in Nuova giur.  civ.  comm., 2008,  I, p. 811  ss.,  con nota di PASQUILI; in Foro it., 2009, I, c. 214 ss.) 

 

67. Dall’art. 10 d.leg. n. 111/1995  ‐  riprodotto nel  successivo d.leg. n. 206/2005 all’art. 89  ‐ letto  in uno con  l’art. 9 della convenzione di Bruxelles sui contratti di viaggio  (ccv), e  tenuto conto che esso limita la facoltà di cedere il contratto al solo caso in cui il consumatore si trovi nell’impossibilità di usufruire del pacchetto turistico, si evince che al viaggiatore che si trovi per causa a lui non imputabile nell’impossibilità di ricevere la prestazione ‐ e quindi anche nel caso 

di malattia ‐ è data, ove egli non intenda recedere pagando le penali previste dal regolamento negoziale, unicamente  la  possibilità di  cedere  a  terzi  il  contratto,  restando  altrimenti  a  suo carico il rischio conseguente a detta impossibilità. 

(Trib. Padova, 19 dicembre 2007,  in Nuova giur.  civ.  comm., 2008,  I, p. 811  ss.,  con nota di PASQUILI; in Foro it., 2009, I, c. 214 ss.) 

 

68.  Il  termine  di  dieci  giorni  lavorativi  per  presentare  ricorso  in  caso  di  inadempimento dell’organizzatore  di  viaggio,  previsto  dal  2º  comma  dell’art.  98  cod.  consumo  (d.leg.  n. 206/2005), è un termine di decadenza. 

(Giud. di pace Genova, 24 ottobre 2007, in Dir. maritt., 2008, p. 597 ss.; in Dir. turismo, 2008, p. 35 ss., con nota di D’URSO) 

 

69. Nel  caso  in  cui  la  gravità  dell’inadempimento  dell’operatore  turistico  abbia  inciso  sulla qualità del soggiorno significativamente da  incidere sullo scopo stesso perseguito dagli  istanti con  l’acquisto del pacchetto,  la richiesta di  integrale restituzione del corrispettivo versato va accolta anche se  il disservizio venga circoscritto ad una sola giornata del soggiorno;  tuttavia, qualora  il periodo di vacanza non goduto coincida con  il proprio «viaggio di nozze»,  il danno patrimoniale differenziato non sussiste ed anzi deve essere fatto coincidere con  il danno non patrimoniale  da  vacanza  rovinata;  in  base  ai  principi  interpretativi  della  corte  di  giustizia quest’ultimo  corrisponde  ad  un  valore  leso  tendenzialmente  omogeneo  ed  altrettanto uniforme dovrà essere il suo indennizzo; il suo parametro quindi non potrà essere il costo del biglietto ma bensì i parametri di liquidazione del danno alla persona per inabilità temporanea; questo non  impedirà al consumatore  (turista) di chiedere ed ottenere  il  risarcimento di  tutti quei pregiudizi, patrimoniali e non, di cui fornisca idonea documentazione. 

(Trib. Milano, 18 ottobre 2007, in Danno e resp., 2009, p. 183 ss., con nota di CARRASSI) 

 

70.  Ai  sensi  dell’art.  17  d.leg.  n.  111/1995,  trasfuso  nel  codice  del  consumo,  un  grave inadempimento  nell’esecuzione  delle  obbligazioni  assunte  con  la  vendita  del  pacchetto turistico  comporterebbe  per  l’organizzatore  dello  stesso  di  essere  onerato  della  prova  che questo  è  stato  determinato  da  impossibilità  della  prestazione  derivante  da  causa  non imputabile;  tale dimostrazione può,  tuttavia,  consistere esclusivamente nel  fatto del  terzo a carattere  imprevedibile o  inevitabile ovvero nel caso fortuito e nella forza maggiore (nel caso concreto si trattava di prevedere l’eventualità per una coppia di turisti in viaggio di nozze, tra Messico e Guatemala, di essere vittima di una rapina in quest’ultimo paese). 

(Trib. Milano, 18 ottobre 2007, in Danno e resp., 2009, p. 183 ss., con nota di CARRASSI) 

 

71.  Una  società  cooperativa  non  può  pubblicizzare  né  vendere  «pacchetti  turistici»  senza specifico  titolo  autorizzativo poiché  tali  attività  rientrano  fra quelle  riservate  alle  agenzie di viaggio;  l’esenzione  dall’obbligo  di  autorizzazione  è  prevista  dalla  normativa  regionale  di settore unicamente per  le  associazioni  senza  scopo di  lucro operanti  a  livello nazionale per finalità ricreative, culturali, religiose o sociali; tale deroga non riguarda le società cooperative e non è alle stesse estensibile  in quanto queste ultime esercitano, sia pure  in  forma collettiva, attività di tipo imprenditoriale. 

(Cons. Stato, sez. V, 9 ottobre 2007, n. 5257,  in Dir. turismo, 2008, p. 309 ss., annotata da DI PASSIO) 

 

72.  L’intermediario  di  viaggi  ha  l’obbligo  contrattuale  di  acquistare  per  conto  del  cliente  il contratto di viaggio e risponde per la sola violazione delle obbligazioni nascenti dal mandato. 

(Trib. Torino, 8 ottobre 2007, in Dir. turismo, 2008, p. 159 ss., con nota di TINCANI) 

 

73. Alla perdita di bagaglio durante un trasporto aereo  inserito  in un pacchetto turistico è da applicarsi  l’art.  14  d.leg.  111/1995;  responsabile  non  è  pertanto  il  venditore  del  pacchetto, bensì  l’organizzatore,  il  quale  si  può  rivalere  contro  il  vettore  aereo  solo  per  il  danno patrimoniale. 

(Giud. di pace Osimo, 19  settembre 2007,  in Dir.  trasporti, 2008, p. 531  ss.,  con nota di DE MARZI) 

 

74.  Non  è  applicabile  alla  perdita  di  bagaglio  durante  un  trasporto  aereo  inserito  in  un pacchetto  turistico  la  clausola di esonero di  responsabilità di  cui  all’art. 17 d.leg. 111/1995, quando  la perdita del bagaglio non è stata né  imprevedibile né  inevitabile né dovuta a caso fortuito o forza maggiore. 

(Giud. di pace Osimo, 19  settembre 2007,  in Dir.  trasporti, 2008, p. 531  ss.,  con nota di DE MARZI) 

 

75. Allorché  oggetto  della  prestazione  dell’agente  di  viaggio  è  quella  di  fornire  un  biglietto aereo, l’esatto adempimento del contratto è costituito dal rilascio del titolo di viaggio, idoneo ad assolvere alla funzione cui  l’acquirente  intendeva destinarlo e  in ragione della quale si era risolto  all’acquisto;  stante  il  fatto  che  il  mandato  alla  agenzia  aveva  ad  oggetto,  oltre all’acquisto del biglietto aereo, anche quello di fornire adeguate  informazioni sulle condizioni di  ammissione  del  paese  di  arrivo,  non  si  può  pretendere  che  il  semplice  commerciante  di biglietti si interessi di prestazioni accessorie non richieste. 

(Trib.  Genova,  27  agosto  2007,  in  Dir.  turismo,  2008,  p.  385  ss.  con  commento  di VENCHIARUTTI) 

 

76. Posto  che  l’impossibilità dell’esecuzione nel  contratto di  viaggio «tutto  compreso» è da valutarsi  in  relazione  all’interesse  da  soddisfare  del  creditore  turista,  l’inutilizzabilità  della prestazione  estingue  il  rapporto  obbligatorio  per  irrealizzabilità  della  causa  concreta  (nella specie, non era stato possibile garantire relax e svago al turista, per la presenza di un’epidemia nel luogo di destinazione del viaggio). 

(Cass., 24 luglio 2007, n. 16315, in Dir. maritt., 2009, p. 725 ss., con nota di ROSSELLO) 

 

77. Nel contratto di viaggio vacanza «tutto compreso» (c.d. «pacchetto turistico» o package), disciplinato attualmente dagli art. 82 seg. d.leg. n. 206 del 2005 ‐ (c.d. «codice del consumo»), che si caratterizza per  la prefissata combinazione di almeno due degli elementi rappresentati dal  trasporto,  dall’alloggio  e  da  servizi  turistici  agli  stessi  non  accessori  (itinerario,  visite, escursioni  con  accompagnatori  e  guide  turistiche  ecc.)  costituenti  parte  significativa  di  tale contratto, con durata  superiore alle ventiquattro ore ovvero estendentesi per un periodo di tempo  comportante  almeno  un  soggiorno  notturno,  la  «finalità  turistica»  (o  «scopo  di piacere»)  non  è  un  motivo  irrilevante  ma  si  sostanzia  nell’interesse  che  lo  stesso  è funzionalmente volto a soddisfare, connotandone  la causa concreta e determinando, perciò, l’essenzialità di tutte le attività e dei servizi strumentali alla realizzazione del preminente scopo vacanziero;  ne  consegue  che  l’irrealizzabilità  di  detta  finalità  per  sopravvenuto  evento  non imputabile  alle  parti  determina,  in  virtù  della  caducazione  dell’elemento  funzionale dell’obbligazione costituito dall’interesse creditorio (ai sensi dell’art. 1174 c.c.), l’estinzione del contratto per sopravvenuta  impossibilità di utilizzazione della prestazione, con esonero delle parti dalle rispettive obbligazioni. 

(Cass.,  24  luglio  2007,  n.  16315,  in  Danno  e  resp.,  2008,  p.  845,  con  commento  di  DELLI PRISCOLI; in Nuova giur. civ. comm., 2008, I, p. 531 ss., con nota di NARDI; in Giur. it., 2008, p. 857 ss. e p. 1133 con nota di IZZI; in Contratti, 2008, p. 241 ss., con nota di CAVAJONI; in Obbl. e contratti, 2008, p. 13 ss,con commento di PAROLA; in Dir. turismo, 2007, p. 375 ss., con nota di BENELLI) 

 

78. Nel contratto di viaggio vacanza «tutto compreso» (c.d. «pacchetto turistico», o package), disciplinato attualmente dagli art. 82 seg. d.leg. n. 206 del 2005 (c.d. «codice del consumo») e che si distingue dal contratto di organizzazione o di intermediazione di viaggio (ccv) di cui alla convenzione di Bruxelles del 23 dicembre 1970  (resa esecutiva  in  Italia con  la  l. 27 dicembre 1977 n. 1084), la «finalità turistica», connota la sua causa concreta ed assume rilievo, oltre che come elemento di qualificazione, anche relativamente alla sorte del contratto, quale criterio di relativo adeguamento, con la conseguenza che, nell’economia funzionale complessiva di detto 

contratto,  l’impossibilità di utilizzazione della prestazione da parte del consumatore creditore per  causa  a  lui  non  imputabile,  pur  se  normativamente  non  specificamente  prevista,  è  da considerarsi  causa  di  estinzione  dell’obbligazione,  autonoma  e  distinta  dalla  sopravvenuta totale (di cui all’art. 1463 c.c.) o parziale (prevista dall’art. 1464 c.c.) impossibilità di esecuzione della  medesima  (nella  specie,  la  suprema  corte,  ravvisando  come  conforme  a  diritto  il dispositivo dell’impugnata sentenza, nel  limitarsi a correggerne  la motivazione nella parte  in cui  il giudice del merito aveva ritenuto che ricorresse un’ipotesi di sopravvenuta  impossibilità parziale  dell’esecuzione  della  prestazione  anziché  della  sua  utilizzazione,  ha  confermato  la legittimità  della  pronuncia  di  scioglimento  del  contratto  di  package,  avente  ad  oggetto  un viaggio  vacanza  di  due  settimane  per  due  persone  a  Cuba,  essendo  in  atto  sull’isola un’epidemia di dengue emorragico, sicché i turisti, in accordo con l’agenzia di viaggi, avevano optato  per  diversa  destinazione,  nonché  la  correttezza  della  statuizione  di  rigetto  della domanda di pagamento dell’indennità per il recesso formulata dal tour operator). 

(Cass.,  24  luglio  2007,  n.  16315,  in  Danno  e  resp.,  2008,  p.  845,  con  commento  di  DELLI PRISCOLI; in Nuova giur. civ. comm., 2008, I, p. 531 ss., con nota di NARDI; in Giur. it., 2008, p. 857 ss. e p. 1133 con nota di IZZI; in Contratti, 2008, p. 241 ss., con nota di CAVAJONI; in Obbl. e contratti, 2008, p. 13 ss,con commento di PAROLA; in Dir. turismo, 2007, p. 375 ss., con nota di BENELLI) 

 

79. In tema di contratto di viaggio turistico ‐ disciplinato dalla l. 27 dicembre 1977 n. 1084, di ratifica  ed  esecuzione  della  convenzione  internazionale  sui  contratti  di  viaggio  (Ccv) sottoscritta a Bruxelles  il 23 aprile 1970  ‐  la  legge non prevede una  ipotesi di  responsabilità oggettiva  in capo all’organizzatore del viaggio che affidi a terzi  l’esecuzione di servizi, ma una responsabilità per colpa anche lieve, rispetto alla quale la prova liberatoria che l’organizzatore deve  fornire  consiste  nel  dimostrare  di  essersi  comportato  con  diligenza  nella  scelta  del soggetto cui ha affidato l’esecuzione del servizio; ne consegue che va esclusa la responsabilità dell’organizzatore per  i danni  subìti nel  corso del  viaggio dai propri  clienti, qualora  i  fatti  si siano  svolti  in modo  tale  da  doversi  ritenere  che,  se  la  scelta  fosse  ricaduta  su  un  diverso esecutore  del  servizio,  il  danno  si  sarebbe  verificato  ugualmente  (nella  specie,  la  suprema corte  ha  rigettato  il  ricorso  avverso  la  sentenza  che  aveva  escluso  la  responsabilità dell’organizzatore  di  un  viaggio  per  i  danni  subìti  da  un  gruppo  di  turisti,  trasportati sull’autobus  messo  a  disposizione  dall’organizzazione,  condotto  dall’autista  da  questa prescelto,  a  causa  dell’incidente  stradale  provocato  dalla  colpa  esclusiva  del  conducente dell’autovettura dalla quale essi erano stati violentemente investiti). 

(Cass., 27 giugno 2007, n. 14837, in Riv. dir. internaz. privato e proc., 2008, p. 1120 ss.) 

 

80. L’acquirente di un pacchetto  turistico,  in qualità di  terzo a  favore del quale è stipulato  il contratto  tra  l’organizzatore del  viaggio ed  il  vettore aereo, può agire  contrattualmente nei confronti di quest’ultimo per lo smarrimento del bagaglio verificatosi nel corso del trasporto. 

(Trib. Marsala, 14 aprile 2007,  in Foro  it., 2007, I, c. 2606;  in Resp. civ., 2007, p. 1902 ss., con nota di VERNIZZI;  in Dir. maritt., 2008, p. 587 ss.; in Dir. trasporti, 2008, p. 219 ss.con nota di GREGORACI;    in  Danno  e  resp.,  2008,  p.185  ss.,  con  commento  di  BONA;  in  Nuova  giur. civ.comm., 2008, I, p. 277 ss., con nota di DELLA MONACA; in Dir. turismo, 2008, p. 168 ss., con nota di MARINO) 

 

81. L’impossibilità dei viaggiatori di un pacchetto  turistico di utilizzare  le prestazioni oggetto del medesimo a causa, a loro non imputabile, del notevole ritardo del volo che avrebbe dovuto portarli nell’aeroporto di partenza, fa venir meno l’interesse del creditore alla prestazione, con la conseguente estinzione del rapporto obbligatorio, che comporta la risoluzione del contratto. 

(Trib. Trieste, 5 aprile 2007, in Dir. trasporti, 2008, p. 513 ss., con commento di GREGORACI) 

 

82. La responsabilità dell’organizzatore di una crociera turistica è contraddistinta dal colpevole e negligente venire meno degli obblighi direttamente assunti con il cliente, ovvero a principi di generale  diligenza  del  buon  padre  di  famiglia,  cosa  che  si  risolve,  sul  piano  dell’onere probatorio, nell’obbligo per  il cliente  insoddisfatto danneggiato, di provare  il danno e  la  sua causa,  mentre  chi  fornisce  il  servizio  deve  provare  di  avere  adempiuto  puntualmente  gli obblighi assunti e  l’assenza di una propria responsabilità circa  la causazione del danno  (nella specie, provare positivamente  che  l’evento dannoso  si è verificato per  caso  fortuito o  forza maggiore). 

(Trib. Genova, 19 febbraio 2007, in Dir. turismo, 2007, p. 259 ss., con nota di SANTUARI) 

 

83.  L’organizzatore di una  crociera  turistica non può essere  chiamato a  rispondere di quegli inconvenienti o disagi  che  sono  ragionevolmente  collegati  alla natura del  servizio promesso (nella  specie,  i  viaggiatori  si  dolevano,  tra  l’altro,  della  scarsa  qualità  dei  servizi  offerti  e dell’eccessivo affollamento di turisti). 

(Trib. Genova, 19 febbraio 2007, in Dir. turismo, 2007, p. 259 ss., con nota di SANTUARI) 

 

84. L’organizzatore di una crociera turistica che abbia rimborsato ai viaggiatori il correspettivo da  questi  pagato  per  l’acquisto  di  una  escursione  facoltativa  venduta  a  bordo  della  nave tenutasi con esito insoddisfacente non è tenuto a risarcire alcun altro danno ai consumatori. 

(Trib. Genova, 19 febbraio 2007, in Dir. turismo, 2007, p. 259 ss., con nota di SANTUARI) 

 

85.  L’organizzatore  di  una  crociera  turistica  che  abbia  cancellato  un’escursione  inclusa  nel pacchetto  turistico  tutto  compreso,  per  un  fatto  impeditivo  dovuto  a  impossibilità  della prestazione derivante da una causa di forza maggiore a lui non imputabile, e non possa offrire alcuna soluzione alternativa è tenuto a rimborsare al viaggiatore  la differenza di prezzo tra  le prestazioni  promesse  e  quelle  effettuate,  senza  essere  tenuto  al  risarcimento  del  danno (fattispecie: mancata escursione alle  isole Cayman per  il divieto di attracco e sbarco  imposto dalla locale port authority). 

(Trib. Genova, 19 febbraio 2007, in Dir. turismo, 2007, p. 259 ss., con nota di SANTUARI) 

 

86.  Il  cambiamento  di  itinerario  della  nave  disposto  dal  comandante  non  coincide necessariamente con l’impossibilità di fornire una parte essenziale dei servizi turistici prevista dalle disposizioni relative alla modifica delle condizioni del contratto di viaggio: solo nel caso in cui ciò accada diviene operante l’obbligo di predisporre una soluzione alternativa o, se non sia possibile, rimborsare il cliente nei limiti del minore valore del viaggio, salvo il risarcimento del danno. 

(Trib. Genova, 19 febbraio 2007, in Dir. turismo, 2007, p. 259 ss., con nota di SANTUARI) 

 

87. Può essere condannato al risarcimento danni per vacanza rovinata  la compagnia di viaggi che non abbia tenuto conto delle previsioni meteorologiche avverse e che non si sia accordata con un’altra società di navigazione  (dotata, questa sì, di mezzi  in grado di affrontare  il mare grosso),  che  avrebbe  consentito  il  rientro  tempestivo  sul  continente  ed  evitato  così  ai viaggiatori una notte all’addiaccio. 

(Cass., 15 febbraio 2007, n. 3462) 

 

88. A seguito della perdita del bagaglio del turista, pur  in assenza di responsabilità diretta, se non altro a titolo di correntezza e di stile,  l’organizzatore del viaggio è tenuto a rimborsare al viaggiatore i costi sostenuti per dotarsi di quanto assolutamente indispensabile per proseguire il  soggiorno,  in  ragione del  fatto  che  il  consumatore ha  comunque  subìto un  inconveniente dovuto  ad  un  prestatore  del  servizio  fornito  dal  tour  operator;  allo  stesso  modo,  vanno rimborsate  le  spese di  trasporto  sostenute dal  viaggiatore per  verificare di persona  lo  stato delle  ricerche  e  prendere  diretta  conoscenza  dei  fatti,  pur  in  mancanza  di  qualsiasi responsabilità del tour operator. 

(Giud. di pace Rovereto, 10 gennaio 2007,  in Dir. turismo, 2007, p. 251 ss., con commento di TURCO) 

 

89. A seguito della perdita del bagaglio del  turista, pur  in assenza di qualsiasi responsabilità, l’organizzatore  del  viaggio  è  tenuto  a  risarcire  al  viaggiatore  il  danno  esistenziale  da quantificarsi simbolicamente con criterio d’equità. 

(Giud. di pace Rovereto, 10 gennaio 2007,  in Dir. turismo, 2007, p. 251 ss., con commento di TURCO) 

 

90. Il viaggiatore che intenda ottenere dall’organizzatore del viaggio il risarcimento del danno patrimoniale  conseguente  alla  perdita  del  bagaglio  di  viaggio  è  tenuto  a  fornire  la  prova dell’effettivo valore sia del contenitore che del contenuto del medesimo non potendo questo essere  desunto  da  documenti  afferenti  ad  acquisti  effettuati  al  rientro  in  sede  al  fine  di ripristinare quanto perduto. 

(Giud. di pace Rovereto, 10 gennaio 2007,  in Dir. turismo, 2007, p. 251 ss., con commento di TURCO) 

 

91. Il dovere di informazione del tour operator, organizzatore o venditore di viaggi, vacanze e circuiti tutto compreso al cliente  ‐ nel corso delle trattative e nel momento della conclusione del contratto ‐ costituisce un'obbligazione contrattuale dell'organizzatore‐venditore del viaggio vacanza, il cui inadempimento può portare alla risoluzione del rapporto, quando la presenza di un determinato servizio o l'adempimento di una determinata prestazione costituiva ‐ da parte del consumatore ‐ motivo esclusivo o determinante per la conclusione del contratto.  

(Trib. Genova, Sez. VI, 10 novembre 2006)  

 

92. Lo smarrimento del bagaglio contenente le attrezzature necessarie per lo svolgimento delle immersioni programmate nel pacchetto  turistico non è  causa di danno da vacanza  rovinata, quando  la mancata  partecipazione  alle  immersioni  programmate  non  sia  imputabile  ad  un comportamento  negligente  del  tour  operator  bensì  al  cliente  che  rifiuti  di  utilizzare  le attrezzature sostitutive messe a disposizione dall’organizzazione. 

(Trib. Cagliari, 9 ottobre 2006, in Riv. giur. sarda, 2007, p. 749 ss., con nota di FADDA) 

 

93. I disagi sopportati dal turista a causa dell’inadempimento di obblighi contrattuali del tour operator  configurano  un  danno  c.d.  «da  vacanza  rovinata»,  inteso  quale  danno  morale, consistente nello stress e nel minor godimento della vacanza, fermo restando la possibilità per il tour operator di agire in rivalsa nei confronti del terzo prestatore di servizi di cui si sia avvalso nell’organizzazione del pacchetto turistico. 

(Trib.  Pesaro,  10  settembre  2006,  in  Corti marchigiane,  2006,  p.  617  ss.,  con  commenti  di D’ILIO) 

 

94.  L’organizzatore di  viaggi  che apponga  sul biglietto di passaggio per  il  trasporto aereo  la stampigliatura con  il proprio marchio e  la propria ragione sociale assume  la qualità di vettore contrattuale. 

(Giud.  di  pace  Acireale,  21  agosto  2006,  in  Dir.  turismo,  2007,  p.  151  ss.,  con  nota  di PASTORINO) 

 

95. Il tour operator che assuma la veste di vettore contrattuale apponendo la piastrinatura sul titolo di viaggio è responsabile nei confronti del consumatore per i disservizi occorsi durante il trasporto aereo. 

(Giud.  di  pace  Acireale,  21  agosto  2006,  in  Dir.  turismo,  2007,  p.  151  ss.,  con  nota  di PASTORINO) 

 

96. Al contratto stipulato tra  il consumatore e  il tour operator, che abbia assunto  la veste di vettore contrattuale apponendo la piastrinatura sul titolo di viaggio, si applicano le disposizioni comunitarie e internazionali relative al contratto di trasporto aereo e non le norme relative al contratto di viaggio. 

(Giud.  di  pace  Acireale,  21  agosto  2006,  in  Dir.  turismo,  2007,  p.  151  ss.,  con  nota  di PASTORINO) 

 

97. La previsione contenuta in un contratto di viaggio di un foro diverso da quello esclusivo del consumatore  è  inefficace  in  quanto  vessatoria,  ponendosi  in  violazione  della  competenza inderogabile  sancita  dal  codice  del  consumo,  anche  se  coincidente  con  uno  di  quelli individuabili sulla base del funzionamento dei vari criteri di collegamento stabiliti dal codice di procedura civile per le controversie derivanti dal contratto. 

(Trib. Torino, 20 luglio 2006, in Dir. turismo, 2007, p. 263 ss., con nota di SANTUARI) 

 

98.  L’organizzatore  della  crociera  turistica  è  responsabile  nei  confronti  dei  viaggiatori  per  i disservizi  verificatisi  in  corso  di  viaggio  che  conseguano  all’inadempimento  di  obbligazioni assunte con la vendita del pacchetto turistico, mentre non risponde dei disagi che non siano in qualche modo  casualmente  collegati ad una  condotta doverosa  che  sia  stata omessa  (quali, nella specie, il ritardo del volo aereo, i tempi per il disbrigo delle pratiche di immigrazione e per 

la registrazione delle carte di credito, tenuto conto anche del fatto che  il periodo di punta  in cui si è svolta la vacanza è già di per sé fonte, di prevedibili disagi non altrimenti evitabili). 

(Trib. Torino, 20 luglio 2006, in Dir. turismo, 2007, p. 263 ss., con nota di SANTUARI) 

 

99. L’organizzatore di una crociera turistica che abbia rimborsato ai viaggiatori  il corrispettivo da questi pagato per  l’acquisto di una escursione  facoltativa venduta a bordo della nave che non ha avuto  luogo non è  tenuto a  risarcire alcun danno ai consumatori,  trattandosi di una prestazione non inclusa nel pacchetto turistico tutto compreso. 

(Trib. Torino, 20 luglio 2006, in Dir. turismo, 2007, p. 263 ss., con nota di SANTUARI) 

 

100.  L’organizzatore  di  una  crociera  turistica  che  abbia  cancellato  un’escursione  inclusa  nel pacchetto  turistico  tutto  compreso  è  responsabile  nei  confronti  dei  viaggiatori  per l’inadempimento  della  prestazione,  a meno  che  provi  che  il  fatto  impeditivo  sia  dovuto  a impossibilità  della  prestazione  derivante  da  una  causa  a  lui  non  imputabile  e  che  in  quel momento non vi fossero alternative praticabili. 

(Trib. Torino, 20 luglio 2006, in Dir. turismo, 2007, p. 263 ss., con nota di SANTUARI) 

 

101.  In materia di  giurisdizione  sulle  controversie  relative  al  trasporto  aereo  internazionale, l’art. 28 della convenzione di Varsavia del 12 ottobre 1929 (ratificata e resa esecutiva in Italia con l. 841/32), come integrata dal protocollo dell’Aja del 28 settembre 1955 (ratificato con la l. 1832/62), stabilisce che l’azione di responsabilità può essere promossa, a scelta dell’attore, nel territorio di una delle altre parti contraenti, sia davanti al tribunale del domicilio del vettore, sia dinanzi a quello della sede principale della sua attività, sia davanti al tribunale del luogo di destinazione  o,  infine,  adendo  il  giudice  competente  nel  luogo  ove  il  vettore  possiede  uno stabilimento  a  cura  del  quale  il  contratto  è  stato  concluso.  Quest’ultimo  criterio  di collegamento, rilevante ai fini della giurisdizione, ponendo riferimento al luogo in cui il vettore abbia  uno  stabilimento,  implica  che  lo  stesso,  sia  pure  avvalendosi  dell’opera  di  soggetti estranei ad esso, quale può essere un agente di viaggi, abbia concluso il contratto di trasporto, purché l’attività di tale agente faccia capo a tale stabilimento e non ad altra sede del vettore o addirittura ad altri soggetti. 

(Cass., Sez. un., 14 giugno 2006, n. 13689, in Dir. e giust., 2006, 33, 29). 

 

102.  Il  risarcimento  del  danno  non  patrimoniale,  tradizionalmente  definito  da  vacanza rovinata,  consistente  nel  pregiudizio  rappresentato  dal  disagio  e  dalla  afflizione  subiti  dal turista/viaggiatore per non aver potuto godere pienamente della vacanza come occasione di 

svago  e  di  riposo  conforme  alle  proprie  aspettative,  dev’essere  risarcito  qualora  il  locatore dell’autoveicolo usato per tale vacanza sia stato inadempiente dal momento che l’auto non era funzionante. In questo modo infatti viene meno la possibilità di realizzare un progetto teso al miglioramento delle potenzialità psico‐fisiche, attraverso l’allentamento delle tensioni nervose connaturate all’intensità della vita moderna, ed al miglioramento delle complessive condizioni di  vita  per  la  conseguita  capacità  di  reinserirsi  nell’abituale  contesto  sociale,  familiare  e lavorativo ed affrontare così gli aspetti negativi in maniera meno drammatica e più distesa. 

(Trib. Napoli, Sez. XI, 27 aprile 2006)  

 

103.  Ai  sensi  dell’art.  19,  2º  comma,  della  convenzione  di  Bruxelles  del  23  aprile  1970  sul contratto di viaggio l’intermediario di viaggio che non faccia constare dai documenti di viaggio tale  sua  qualità  è  considerato  organizzatore  di  viaggio  e  risponde  verso  il  viaggiatore  alla stregua di quest’ultimo. 

(Cass., 21 aprile 2006, n. 9360, in Rep. Foro it., 2008, voce Turismo, n. 68) 

 

104. Ai  sensi dell’art. 19, 2º  comma,  convenzione  internazionale di Bruxelles 23 aprile 1970 relativa al contratto di viaggio, ratificata e resa esecutiva in Italia dalla l. 27 dicembre 1977 n. 1084,  l’intermediario di  viaggio  che non  faccia  constatare dai documenti di  viaggio  tale  sua qualità,  è  considerato  organizzatore  del  viaggio  e  risponde  verso  il  viaggiatore  come quest’ultimo; ne consegue che spetta all’agente di viaggio, che intenda vincere la presunzione posta  dalla  norma,  provare  di  avere  consegnato  al  viaggiatore  i  documenti  contenenti l’espressa  dichiarazione  che  egli  agisce  quale  intermediario,  e  non  al  viaggiatore  fornire  la prova del contrario. 

(Cass., 21 aprile 2006, n. 9360, in Rep. Foro it., 2008, voce Turismo, n. 55) 

 

105.  In  applicazione  del  combinato  disposto  di  cui  all’art.  19,  1º  e  2º  comma,  d.leg.  n. 111/1995  e  dell’art.  16  del  regolamento  della  società  convenuta,  deve  considerarsi inottemperante  la  parte  che  non  rispetti  i  termini  del  reclamo  in  essi  indicati;  infatti  detti termini,  siccome  tesi  a mettere  l’organizzatore  in  grado  di  rimediare  immediatamente  ad eventuali manchevolezze o  inconvenienti o almeno a porlo tempestivamente  in condizioni di avere  conoscenza  di  quanto  lamentato,  al  fine  di  permettergli  adeguate  risposte,  devono essere, stante  la chiara  lettera della  legge («senza ritardo» e «entro e non oltre  i dieci giorni lavorativi dalla data di rientro presso la località di partenza» cfr. cit. art. 19 d.leg. n. 111/1995) ritenuti di carattere perentorio e hanno natura giuridica di decadenza. 

(Trib. Napoli, 10 marzo 2006, in Dir. turismo, 2007, p. 245 ss., con nota di MARINO) 

 

106. Nel contratto  stipulato ai  sensi del d.lg. n. 111 del 1995 con  il venditore del pacchetto turistico,  la  finalità  di  vacanza  e  di  svago  entra  a  fare  parte  del  contenuto  negoziale, costituendo elemento caratterizzante della causa del contratto e connotando l’obbligazione a carico del venditore, tenuto a garantire la fruizione della vacanza secondo gli accordi conclusi sicché solo dall’inadempimento di questa obbligazione consegue  il diritto del consumatore al risarcimento del danno da “vacanza  rovinata”;  tale voce di danno, pertanto, non può essere richiesta al vettore aereo  in caso di smarrimento dei bagagli posto che,  la conclusione di un contratto di  trasporto  comporta, per  il primo,  l’obbligo di  trasportare  i passeggeri  ed  i  loro bagagli da un luogo ad un altro, senza che assuma rilevanza negoziale la motivazione alla base del viaggio dell’utente (che può essere di piacere, di lavoro, di studio). 

(Trib. Ragusa, 7 febbraio 2006) 

 

107.  Il  danno  da  vacanza  rovinata  va  configurato  come  un  danno  strettamente  legato all'inesatta  o  mancata  esecuzione  delle  obbligazioni  derivanti  dal  contratto  di  vendita  di pacchetto  turistico, da parte del venditore del pacchetto o dell'organizzatore del viaggio per cui  solo questi  soggetti possono essere  tenuti a  risarcire al consumatore‐turista  tale voce di danno,  che  trova  fondamento  nella  normativa  che  disciplina  la  figura  contrattuale  in questione. Il risarcimento del danno de quo non può  invece essere richiesto nei confronti del vettore  aereo,  che ha  concluso  con  gli  attori un  contratto di  trasporto  aereo  regolato dalla normativa speciale di settore e rispetto al quale non trova applicazione la disciplina della CCV e del d.lg. n. 111 del 1995. 

(Trib. Ragusa, 7 febbraio 2006, in Giur. merito, 2006, 6, 1450 (s.m.)). 

 

108.  L’intermediario  di  viaggio  non  è  tenuto  a  risarcire  il  danno  occorso  al  turista  durante un’escursione acquistata in loco per il tramite dell’accompagnatore, essendo la responsabilità dell’agente di viaggi limitata all’adempimento del mandato ricevuto dal consumatore. 

(Trib. Lucca, 28 gennaio 2006, in Dir. turismo, 2007, p. 47 ss., con nota di SANTUARI; Resp. civ., 2007, p. 611 ss., con commento di VERNIZZI) 

 

109. L’intermediario non  risponde delle obbligazioni nascenti dall’organizzazione del viaggio, salvo quelle correlate alla culpa  in eligendo nella scelta dell’organizzatore del pacchetto o del terzo fornitore del singolo servizio turistico. 

(Trib. Lucca, 28 gennaio 2006, in Dir. turismo, 2007, p. 47 ss., con nota di SANTUARI; Resp. civ., 2007, p. 611 ss., con commento di VERNIZZI) 

 

110.  L’agenzia  di  viaggio  è  tenuta  in  solido  con  il  vettore  aereo  al  risarcimento  del  danno esistenziale del passeggero per aver omesso un controllo aggiornato dello stato di praticabilità dei  voli,  mentre  non  può  essere  considerata  inadempiente  rispetto  ai  propri  obblighi contrattuali  dal  momento  che,  nel  dare  l’informazione  relativa  alla  soppressione  dei  voli diretti,  si è  servita dei dati, posti a disposizione del vettore, e di  cui disponeva al momento della prenotazione dei biglietti. 

(Giud. di pace Aosta, 27 gennaio 2006, in Dir. turismo, 2006, p. 267 ss., con nota di CORONA) 

 

111. Al riguardo del danno non patrimoniale conseguente al disagio psico fisico costituito dal non  aver  potuto  godere  del  ristoro  e  relax  ricercati  nella  vacanza,  in  assenza  di  una  prova sufficiente sul quantum,  il risarcimento può  liquidarsi con valutazione equitativa ex art. 2056, 1223 e 1226  c.c.,  cui,  in punto di  saggio degli  interessi, poiché  l'obbligazione non ha natura pecuniaria, non può applicarsi  il disposto dell'art. 1282  c.c., ma al danneggiato  compete un indennizzo per  il mancato godimento della utilità che avrebbe potuto dare alla stessa somma se  solo  fosse  stata  versata  tempestivamente;  per  cui  tale  danno  da  ritardo,  può  essere quantificato  equitativamente  nella misura  del  2,5%  annuo  sull'importo  non  rivalutato  dalla data della domanda giudiziale a quella della sentenza, e nella misura legale sino al soddisfo. 

(Giudice di pace Bari, 19 gennaio 2006, in www.giurisprudenzabarese.it, 2006). 

 

112. Il venditore del pacchetto turistico e l'organizzatore del viaggio sono responsabili in solido dei danni  subiti dal viaggiatore per  l'inadempimento degli obblighi assunti, nell'ipotesi  in cui nel  luogo di villeggiatura  si verifichino  tumulti e sollevazioni popolari che non consentano di fruire  dei  servizi  prenotati.  In  particolare,  deve  essere  affermata  la  responsabilità dell'organizzatore per non aver predisposto adeguate soluzioni alternative e dell'organizzatore e  del  venditore  per  non  aver  previamente  fornito  le  necessarie  informazioni  sulla  precaria situazione  politica  del  paese.  Il  viaggiatore  ha  diritto  al  risarcimento  di  tutti  i  danni  subiti, compreso il cd. danno da vacanza rovinata. 

(Trib. Rimini, 28 dicembre 2005, in Corriere  merito, 2006, 3, 296). 

 

113. Sussiste  la responsabilità del tour operator per  l’omesso  intervento, dopo  il verificarsi di un grave  inconveniente, volto a fornire ai turisti valide soluzioni alternative o,  in caso di  loro richiesta, il rientro nel luogo di partenza. 

(Trib. Rimini, 28 dicembre 2005, in Contratti, 2006, p. 785 ss., con nota di GUERINONI) 

 

114. Sussiste la responsabilità solidale del tour operator e dell’agenzia intermediaria per il caso di  omessa  informazione  all’acquirente  di  pacchetto  turistico  in  ordine  alla  situazione  socio‐politica critica del luogo di destinazione. 

(Trib. Rimini, 28 dicembre 2005, in Contratti, 2006, p. 785 ss., con nota di GUERINONI) 

 

115. Per  il caso di omessa  informazione all’acquirente di pacchetto  turistico della  situazione socio‐politica  critica  del  luogo  di  destinazione  e/o  del  mancato  intervento,  a  fronte  del verificarsi di un grave  inconveniente, volto a fornire ai turisti valide soluzioni alternative o,  in caso di  loro richiesta,  il rientro nel  luogo di partenza, è risarcibile anche  il danno da vacanza rovinata. 

(Trib. Rimini, 28 dicembre 2005, in Contratti, 2006, p. 785 ss., con nota di GUERINONI) 

 

116. Ancorché  la struttura alberghiera dove erano stati ospitati gli acquirenti di un pacchetto turistico  non  fosse  completamente  funzionante,  non  si  configura  l’inadempimento  del  tour operator  che  abbia  comunque messo  i  suoi  clienti  nelle  condizioni  di  fruire  della  vacanza programmata, offrendo loro anche un ristoro adeguato a coprire le maggiori spese effettuate. 

(Trib. Torino, 28 novembre 2005, in Foro it., 2006, I, c. 1952 ss.) 

 

117.  L’agenzia  di  viaggio  che  vende  un  pacchetto  turistico  non  è  responsabile  di  eventuali inadempimenti  dell’organizzatore  del  viaggio  ove  le  informazioni  contenute  nel  catalogo fornito ai clienti siano corrette. 

(Giud. di pace Roma, 25 novembre 2005, in Dir. maritt., 2006, p. 1320 ss., con nota di MACRI’) 

 

118. Un  lieve  ritardo  nell’arrivo  della  nave  al  porto  di  imbarco  per  una  crociera  dovuto  al tempo  cattivo e altri piccoli  inconvenienti non giustificano un’azione di danno per «vacanza rovinata»  in  considerazione  anche  del  fatto  che  un  viaggio  in  paesi  lontani,  di  cultura  e economia diversa da quella europea, non può non comportare qualche  lieve contrattempo di fronte al quale il viaggiatore deve avere un minimo di spirito di adattamento. 

(Giud. di pace Roma, 25 novembre 2005, in Dir. maritt., 2006, p. 1320 ss., con nota di MACRI’) 

 

119.  In  difetto  di  prova  non  può  essere  accolta  la  domanda  di  condanna  del  vettore  al risarcimento di danni contrattuali e patrimoniali conseguenti alla mancata tempestiva messa a disposizione  di  alcuni  passeggeri  del  loro  bagaglio  mentre  i  danni  extracontrattuali  non 

patrimoniali  per  «vacanza  rovinata»  possono  essere  liquidati  in  via  di  equità,  tenuto  conto della  durata  del  ritardo  nella  consegna  da  un  lato,  ma  dall’altro  del  soccorso  prestato dall’organizzatore ai passeggeri. 

(Trib. Roma, 10 novembre 2005, in Dir. maritt., 2006, p. 1310 ss.) 

 

120. La compagnia organizzatrice è tenuta a rispondere nei confronti del consumatore anche del comportamento degli altri prestatori del  servizio di cui essa  si avvale;  il  risarcimento del danno da vacanza rovinata non deve essere riconosciuto a titolo di danno esistenziale ex art. 2059 c.c. atteso che è tale solo  il danno che deriva dalla  lesione dei diritti fondamentali della persona  costituzionalmente  garantiti;  il  danno  da  vacanza  rovinata  è  invece  un  danno  non patrimoniale che consegue all’inadempimento o inesatto adempimento del contratto concluso dal  tour operator  in  conformità al disposto dell’art. 5 dir. Cee n. 90/314,  come  interpretato dalla corte di giustizia con la sentenza 12 marzo 2002. 

(Giud.  di  pace Milano,  20  settembre  2005,  in  Dir.  turismo,  2006,  p.  266  ss.,  con  nota  di CORONA) 

 

121.  Il  tour  operator  non  è  tenuto  a  garantire  la  soddisfazione  personale  del  turista  e  non risponde  per  inadempimento  del  contratto  di  viaggio  quando  il  programma  previsto  dal contratto sia stato rispettato. 

(Giud.  di  pace  Polla,  16  settembre  2005,  in  Dir.  turismo,  2006,  p.  357  ss.,  con  nota  di VENCHIARUTTI) 

 

122.  Non  sussiste  responsabilità  dell’organizzatore  di  viaggi,  né  diritto  al  risarcimento  del danno da vacanza rovinata, nel caso in cui l’insoddisfazione del consumatore per le modalità di erogazione del servizio turistico sia dovuta ad una valutazione del tutto personale della qualità della prestazione fornita dal tour operator (nella fattispecie:  insoddisfazione del turista per  le caratteristiche del cenone di capodanno e per le modalità di svolgimento di un gioco lampo nel corso del quale i partecipanti avrebbero potuto trovare l’anima gemella). 

(Giud.  di  pace  Polla,  16  settembre  2005,  in  Dir.  turismo,  2006,  p.  357  ss.,  con  nota  di VENCHIARUTTI) 

 

123. Il turista che intenda ottenere il risarcimento del danno occorso durante l’effettuazione di un viaggio è  tenuto a  fornire  la prova della  responsabilità del  tour operator  in  relazione agli elementi caratterizzanti l’illecito aquiliano (condotta colposa, evento dannoso e nesso causale tra condotta ed evento). 

(Giud.  di  pace  Polla,  16  settembre  2005,  in  Dir.  turismo,  2006,  p.  357  ss.,  con  nota  di VENCHIARUTTI) 

 

124. L’inadempimento del tour operator che anticipi l’orario della partenza dal pomeriggio alla mattina del giorno prestabilito, senza darne comunicazione nei termini previsti dalla legge, dà diritto  al  consumatore  non  solo  di  recedere  dal  contratto  ma  anche  di  pretendere  la riparazione dei danni non patrimoniali occorsigli a seguito della rinuncia al viaggio. 

(Giud.  di  pace  Casoria,  8  settembre  2005,  in  Danno  e  resp.,  2006,  p.  432  ss.,  con  nota  di FARACE; Giud. pace, 2006, p. 138 ss., con commento di AMENDOLAGINE) 

 

125.  La  forzosa  rinuncia  del  viaggiatore‐consumatore  a  partecipare  ad  una  vacanza programmata,  determinata  dall'unilaterale  modifica  degli  accordi  contrattuali precedentemente  definiti  con  l'organizzatore  del  viaggio,  e  da  quest'ultimo  comunicati intempestivamente, senza possibilità per il medesimo viaggiatore di poter riorganizzare, anche attraverso  altro  “tour operator” un  viaggio  alternativo,  sfruttando  gli  stessi  giorni di  ferie  a disposizione,  integra  una  situazione  di  inadempimento  dell'organizzatore,  responsabile  di qualsiasi pregiudizio subito dal viaggiatore per effetto dell'inadempimento totale o parziale dei servizi di trasporto, alloggio o di qualsiasi altro tipo predisposti da terzi, relativi all'esecuzione del viaggio o del  soggiorno, che  legittima  il  recesso dal contratto, con  il  conseguente diritto all’integrale  rimborso  del  prezzo  corrisposto,  e  la  richiesta  di  risarcimento  dei  danni  subiti, patrimoniali  e  non,  tra  cui,  in  via  equitativa,  il  danno  “esistenziale”  sofferto  a  causa  della particolare situazione di frustrazione creatasi, la cui ricorrenza è da ritenersi “in re ipsa”. 

(Giudice  di  pace  Casoria,  7  settembre  2005,  in  Giud.  pace,  2006,  2,  138,  con  nota  di Amendolagine). 

 

126. Nel contratto di viaggio stipulato tra consumatore‐viaggiatore e venditore  intermediario in cui quest'ultimo vende un pacchetto turistico “tutto compreso” di un certo “tour operator”, il mancato  rispetto nell'esecuzione del  servizio delle  condizioni‐esigenze prospettate  all'atto dell'acquisto da un consumatore portatore di handicap configurano in capo al venditore ed al fornitore una responsabilità  in solido per  inadempimento contrattuale. L'inadempimento non sarebbe stato imputato alle stesse se ne avessero dimostrato la riconducibilità a cause ad esse non  imputabili.  Il  venditore  è  responsabile per  "culpa  in  eligendo"  in quanto nonostante  la difficoltà  ha  proseguito  i  contatti  con  il  fornitore  invece  di  prospettare  al  consumatore soluzioni  adeguate  alle  sue  esigenze.  L'organizzatore  risponde  di  qualunque  pregiudizio causato al viaggiatore salvo non provi la sua diligenza nell'organizzare viaggi. 

(Trib. Monza, 6 settembre 2005)  

 

127.  L’agenzia di  viaggi  che,  sulla base delle  richieste dei  clienti,  abbia  consigliato  il  viaggio illustrando  le caratteristiche della destinazione turistica e abbia  individuato  l’operatore con  il quale effettuarlo prendendo contatti diretti con quest’ultimo, compie attività di organizzazione del  viaggio  ed  assume  le  responsabilità  proprie  del  tour  operator,  per  cui  sussiste responsabilità solidale fra il travel agent e l’organizzatore del viaggio designato. 

(Giud. di pace Bologna, 11 agosto 2005, in Dir. turismo, 2006, p. 364 ss., con nota di BAILETTI) 

 

128.  In caso d’inadempimento contrattuale dell’organizzatore del viaggio possono derivare al viaggiatore  due  tipi  di  danno:  il  primo  patrimoniale  e  il  secondo  «da  vacanza  rovinata»,  di natura non patrimoniale. 

(Giud. di pace Bologna, 3 agosto 2005, in Resp. e risarcimento, 2005, n. 9, p. 58 ss., con nota di PARROTTA) 

 

129.  Il  danno  da  vacanza  rovinata,  ricollegandosi  a  un  inadempimento  o  a  un  inesatto adempimento, presuppone per  il  suo  riconoscimento che  il cliente dia dimostrazione, anche per  presunzioni,  del  pregiudizio  effettivamente  subìto  e  della  sua  riconduzione  eziologica all’inadempimento. 

(Giud. di pace Bologna, 3 agosto 2005, in Resp. e risarcimento, 2005, n. 9, p. 58 ss., con nota di PARROTTA) 

 

130.  Con  riferimento  alla  qualifica  di  operatore  pubblicitario,  qualora  un  messaggio pubblicitario è volto a promuovere specificatamente  la vendita di un pacchetto di soggiorno turistico  presso  una  determinata  località  da  realizzare  attraverso  agenzie  di  viaggio  che aderiscono  a  un'iniziativa  consortile,  tale  consorzio  non  può  ritenersi  estraneo  all'iniziativa pubblicitaria  in  oggetto  in  quanto  è  comunque  un  soggetto  direttamente  beneficiario dell'effetto  promozionale  del messaggio  stesso.  Sono  ingannevoli  i messaggi  che  inducono erroneamente il consumatore ad orientare le proprie scelte commerciali verso l'acquisto di un soggiorno  presso  un  hotel  pubblicizzato,  attraverso  l'evidenziazione  di  caratteristiche  del servizio che non trovano, nella realtà, alcun riscontro oggettivo. 

(AGCM, 4 agosto 2005, n. 14607, in Giust. civ., 2005, I, 2872, con osservazione di Sebastio). 

 

131.  È  nullo,  per  contrarietà  a  norma  imperativa,  il  contratto  di  vendita  di  un  pacchetto turistico che non sia redatto in forma scritta. 

(Trib. Bari, 27 luglio 2005, in Foro it., 2005, I, 2872). 

 

132. Alla dichiarazione di invalidità del contratto di vendita di un pacchetto turistico consegue l'obbligo, per l'organizzatore del viaggio, di restituire il prezzo, mentre le domande di nullità e di ripetizione dell'indebito non possono essere accolte nei confronti del venditore difettando in capo a quest'ultimo la titolarità passiva del rapporto dedotto in giudizio. 

(Trib. Bari, 27 luglio 2005, in Foro it., 2005, I, 2872). 

 

133. La scarsa chiarezza del documento contrattuale costituisce giusto motivo per compensare le spese di lite nel rapporto processuale tra l'acquirente di un pacchetto turistico, comprensivo di  copertura  assicurativa,  e  l'agente  di  assicurazione,  erroneamente  evocato  in  giudizio  in luogo della  compagnia  titolare del  rapporto  (nella  specie,  il  soggetto  che  in  realtà era mero agente,  nel  frontespizio  veniva  indicato  come  assicuratore  e  nel  documento  veniva  altresì disegnato come destinatario delle richieste di rimborso). 

(Trib. Bari, 27 luglio 2005, in Foro it., 2005, I, 2872). 

 

134. Obbligato  in relazione al contratto di vendita di pacchetto turistico è  l'organizzatore del viaggio. 

(Trib. Bari, 27 luglio 2005, in Dir. maritt., 2006, 3, 881). 

 

135.  I  disagi  generici  che  i  turisti  lamentino  di  avere  sofferto  durante  lo  svolgimento  di  un viaggio,  non  supportati  da  specifici  elementi  che  consentano  di  provare  la  colpa dell’organizzatore del pacchetto turistico, non costituiscono inadempimento imputabile al tour operator, non  importano responsabilità contrattuale e non configurano un danno da vacanza rovinata. 

(Giud. di pace Roma, 18 giugno 2005, in Dir. turismo, 2006, p. 369 ss.con nota di MAGNOSI) 

 

136.  I  disagi  sofferti  dai  turisti  durante  il  godimento  di  una  vacanza  a  causa  del  grande affollamento  in un periodo di alta  stagione, così come  le  conseguenze derivanti dalla  scarsa capacità  di  adattamento  alle  abitudini  di  una  nazione  diversa  dall’Italia  per  usi,  costumi  e cucina,  non  costituiscono  inadempimento  imputabile  al  tour  operator,  non  importano responsabilità contrattuale dell’organizzatore del viaggio e non consentono di configurare un danno da vacanza rovinata. 

(Giud. di pace Roma, 18 giugno 2005, in Dir. turismo, 2006, p. 369 ss.con nota di MAGNOSI) 

 

137.  Disagi  generici  non  consentono  di  configurare  un  danno  «da  vacanza  rovinata»;  per integrare tale danno, devono essere provati la condotta colposa da parte dell’organizzatore del viaggio e i danni alla salute dei partecipanti al viaggio. 

(Giud.  di  pace  Roma,  3  giugno  2005,  in  Dir.  turismo,  2006,  p.  245  ss.,  con  commento  di VENCHIARUTTI) 

 

138. Deve escludersi che l'art. 19 del D.Lgs. 17 marzo 1995, n. 111 ‐ che ha recepito la direttiva n. 90/314/CEE in tema di viaggi vacanze e di circuiti "tutto compreso" ‐ riguardante il diritto di reclamo del consumatore per ogni mancanza nell'esecuzione dl contratto, possa essere riferito all'ipotesi  in  cui  l'imperfetto  adempimento  da  parte  dell'organizzatore  si  manifesti contestualmente alla verificazione del danno, tanto più se si verta in tema di danno di natura personale (coinvolgendo quindi valori di rilevanza costituzionale).  

(Trib. Gallarate, 25 maggio 2005) 

 

139. Nel caso in cui il "tour operator" evocato in giudizio al fine di ottenere il risarcimento del danno da vacanza rovinata, decida di agire in rivalsa nei confronti del prestatore di servizi di cui si  sia  avvalso  nell'organizzazione  del  pacchetto,  non  è  necessario  che  sia  stato  avanzato reclamo nel  termine di dieci  giorni,  ai  sensi dell'art. 19  che  si  riferisce  solo  al  consumatore finale. 

(Trib. Napoli, 17 maggio 2005, in Corriere  merito, 2005, 878). 

 

140.  Ai  sensi  dell'art.  14  d.lg.  n.  111  del  1995,  la  responsabilità  del  venditore  e dell'organizzatore  del  pacchetto  turistico  non  è  solidale  ma  commisurata  alle  rispettive responsabilità,  ben  potendosi  quindi  addivenire,  in  caso  di  inadempimento,  alla  condanna esclusiva di uno solo dei convenuti. 

(Trib. Napoli, 17 maggio 2005, in Corriere  merito, 2005, 878). 

 

141.  Il  danno  da  vacanza  rovinata,  ben  può  essere  risarcito  in  relazione  alla  violazione  di obblighi di informazione dell'organizzatore e del venditore di viaggio. 

(Trib. Torino, 2 maggio 2005, in Giur. merito, 2006, 2, 348 (s.m.)). 

 

142.  Ai  sensi  degli  art.  3  comma  2  e  4  d.lg.  n.  111  del  1995,  l'organizzatore  può  vendere pacchetti  turistici  direttamente  o  tramite  un  venditore,  quale  mandatario  con  o  senza rappresentanza, che è colui che vende o si obbliga a procurare pacchetti  turistici,  risultando evidente, quindi,  che ben può  il  venditore obbligarsi  in proprio,  come un mandatario  senza rappresentanza,  al  fine  di  consentire  ai  consumatori‐clienti  l'acquisizione  di  un  pacchetto turistico. 

(Trib. Torino, 2 maggio 2005, in Giur. merito, 2006, 2, 348 (s.m.)). 

 

143.  In  tema  di  domanda  risarcitoria  per  inadempimento  contrattuale  in  capo  ad  un organizzatore  turistico,  quando  in  un  catalogo  si  parla  di  una  località  in  cui  “si  possono osservare  e  ammirare  i  famosi  orsi  grizzly  da  distanza molto  ravvicinata”  “vedere  gli  orsi affaccendati nella pesca dei saltellanti salmoni”, ribadendo, nella pubblicizzazione dei tre giorni di permanenza, all'arrivo l'avvistamento dei “primi orsi” ed alla partenza ancora la possibilità di “osservare per  l'ultima  volta  gli orsi”,  si  rappresenta  indubbiamente una  situazione  reale  in linea generale. Pertanto, qualora venga taciuta dall'organizzatore la circostanza ‐ riscontrata in altro  catalogo  acquistato  sul  luogo  ‐  relativa  al  fatto  che  gli orsi  accorrono numerosi per  la pesca dei  salmoni  solo da giugno  fino alla  fine di  luglio, questi  incorre  in una  responsabilità contrattuale.  Infatti,  in  base  al  principio  generale  di  buona  fede  (cfr.  art.  1175  c.c.),  deve ritenersi  che  l'organizzatore  operatore  turistico  specializzato,  avesse  un  preciso  onere  di informare il cliente, che ad essa si affidava, di quella circostanza (non evidenziata dal catalogo), essendo  sicuramente  rilevante  l'attrattiva  costituita  dall'osservazione  degli  orsi  grizzly, ancorché eventualmente non decisiva nella determinazione di acquisto del pacchetto turistico e nella scelta dell'itinerario. Da ciò consegue che deve essere riconosciuto in favore dell'attrice il risarcimento del danno, determinato equitativamente. 

(Trib. Milano, 22 aprile 2005, in Giustizia a Milano, 2005, 34 (s.m.)). 

 

144.  In  assenza  di  precisa  indicazione  in  contratto  circa  la  tipologia  del mezzo  di  trasporto destinato alle escursioni ed alle qualità, e modalità, di esecuzione di altre prestazioni  (tra  le quali  l’assistenza resa da guide turistiche),  il giudice può fondare  la propria decisione sul c.d. confidential report e, a tal fine, considerare inattendibili le dichiarazioni rese, in sede di prova orale, dal testimone firmatario del predetto documento. 

(Trib. Roma, 13 aprile 2005, in Dir. turismo, 2006, p. 41 ss., con nota di GIORDO) 

 

145.  In  tema  di  risarcimento  del  danno  da  vacanza  rovinata,  al  viaggiatore  deve  essere riconosciuto  il  danno  non  patrimoniale  per  lo  stress  ed  il  disagio  patiti  per  il  mancato godimento della vacanza programmata. In tal modo si vuole risarcire chi cercava un'occasione di  svago  ed  ha,  invece,  visto  aumentare  il  proprio  stato  di  malessere.  Infatti  lo  scopo 

perseguito da  chi  va  in  vacanza è principalmente quello di ottenere uno  stacco dallo  stress della  vita quotidiana,  finalizzato  all'allentamento delle  tensioni nervose proprie della  vita di ogni giorno. 

(Trib. Como, 6 aprile 2005, in DeAgostini Prof., 2005). 

 

146. Il viaggiatore che non riesca a fruire in tutto o in parte della vacanza per inadempimento del  “tour  operator”  ha  diritto  al  risarcimento  del  danno  morale  “da  vacanza  rovinata” consistente nello stress e nel minor godimento della vacanza. 

(Trib. Roma, Sez. XII, 2 aprile 2005, in DeAgostini Prof., 2005) 

 

147.  Il  forzoso  rientro  in  Italia da parte del  turista, cui  il vettore aereo non ha consegnato  i bagagli  per  averli  smarriti,  costituisce  un  pregiudizio  non  patrimoniale  (danno  da  vacanza rovinata)  risarcibile  anche  in  assenza di  reato,  in quanto  lede un  interesse della persona di rango costituzionale (nella specie, tale danno è stato liquidato nella misura di euro 8.000). 

(Trib. Torre Annunziata, 29 marzo 2005, in Contratti, 2005, 1008). 

 

148.  Il  tour operator  risponde del danno  (anche non patrimoniale) patito dal  viaggiatore  in conseguenza dello smarrimento del bagaglio  imputabile al vettore aereo, ove non dimostri di essersi attivato per agevolarne il recupero. 

(Trib. Torre Annunziata, 29 marzo 2005, in Contratti, 2005, 1008). 

 

149. Ai fini dell'applicabilità della disciplina di cui agli art. 1469 bis ss. c.c. relativa ai contratti del consumatore, nella nozione di “professionista” va  senz'altro  ricompresso  l'organizzatore‐venditore  di  viaggi  turistici,  giusta  disposto  dell'art.  5  del  d.lg.  del  1995  (che,  rispetto  al professionista  predetto,  espressamente  qualifica  come  "consumatore"  l'acquirente  o  il cessionario di un pacchetto turistico). 

(Cass., 8 marzo 2005, n. 5007, in Mass. Giust. civ., 2005, 4). 

 

150. Posto  che  la  vendita di un pacchetto  turistico  costituisce un  contratto  concluso  tra un consumatore  ed  un  professionista,  nelle  relative  controversie  opera,  ai  fini  della determinazione della competenza per territorio, il criterio del foro esclusivo del consumatore. 

(Cass., 8 marzo 2005, n. 5007, in Dir. trasporti, 2006, 1, 309 (s.m.)). 

 

151.  Il danno da vacanza  rovinata è un evento  che va ad  incidere  sul benessere psicologico della  persona,  senza  tradursi  in  un  nocumento  economico;  la  sua  risarcibilità  non  si  fonda sull’art.  2059  c.c.,  bensì  sul  c.d.  ccv  (convenzione  contratti  viaggi)  degli  art.  13  e  15  l. 1977/1084  e  sul  d.leg.  n.  111/1995  (quest’ultimo  a  fortiori  dopo  la  sentenza  della  corte  di giustizia Ce 12 marzo 2002, C‐168/00, caso «Leitner»). 

(Trib. Genova, 2 marzo 2005, in Dir. turismo, 2006, p. 249 ss., con nota di MANCALEONI) 

 

152. Ai fini del risarcimento, seppure in via equitativa, del danno da vacanza rovinata, occorre che il turista dia la prova della sussistenza in concreto di tale danno: allegato l’inadempimento dell’organizzatore  o  del  venditore  del  pacchetto  turistico,  occorre  dimostrare  che  le conseguenze  del  citato  inadempimento  siano  state  tali  da  incidere  concretamente  sulla possibilità del turista di fruire dei servizi messigli a disposizione in modo tale da garantirgli quel livello di tranquillità e godimento del proprio tempo libero che è lecito attendersi. 

(Trib. Genova, 2 marzo 2005, in Dir. turismo, 2006, p. 249 ss., con nota di MANCALEONI) 

 

153.  Al  diritto  al  risarcimento  del  danno  da  vacanza  rovinata  si  applica  il  termine  di prescrizione triennale di cui all’art. 15 d.leg. n. 111/1995. 

(Trib. Genova, 2 marzo 2005, in Dir. turismo, 2006, p. 249 ss., con nota di MANCALEONI) 

 

154.  L’agenzia  viaggi  venditrice  di  un  pacchetto  turistico,  qualora  non  risulti  aver  agito  in qualità  di  rappresentante  del  viaggiatore  e  possa  ritenersi  venditore  o mandatario  del  tour operator che ha realizzato  il pacchetto turistico, è responsabile, nei confronti del viaggiatore, per  inadempimenti  dello  stesso  tour  operator  in  forza  dell’art.  14  d.leg.  n.  111/1995,  che chiama a rispondere del mancato o inesatto adempimento sia l’organizzatore sia il venditore. 

(Cass., 10 febbraio 2005, n. 2713, in Dir. turismo, 2005, p. 337 ss., con nota di BAILETTI) 

 

155. A seguito dell'inadempimento da parte dell'organizzatore del viaggio, che omettendo di fornire  le  informazioni necessarie non permetta  al  cliente di potersi  recare  all'estero per  la vacanza  prenotata,  il  cliente  ha  la  possibilità  di  richiedere  il  danno  da  vacanza  rovinata  sul semplice presupposto della mancata attuazione del proprio programma di vacanze, venendo ad  essere  tesi  alcuni  valori  costituzionalmente  tutelati  quali  quello  al  diritto  all'espatrio,  al diritto ‐ dovere di educazione dei figli, ecc., danno sussistente “in re ipsa” senza la necessità di dimostrare di non aver potuto fruire di una vacanza alternativa. 

(Trib. Napoli, 30 dicembre 2004, in Corriere  merito, 2005, 263). 

 

156. Dal contratto di organizzazione di viaggio regolato dal d.lg. n. 111 del 1995 scaturisce  in capo all'operatore  turistico una obbligazione non di mezzi ma di  risultato, per cui,  in caso di inadempimento  od  inesatto  adempimento  delle  obbligazioni  assunte  con  la  vendita  del pacchetto  turistico,  è  a  carico  dello  stesso  operatore  l'allegazione  e  la  dimostrazione  che  il mancato  o  inesatto  adempimento  sono  stati  determinati  da  impossibilità  della  prestazione derivante da causa a lui non imputabile, che può consistere soltanto, secondo quanto prevede l'art. 17 del predetto d.lg., nel fatto del terzo a carattere imprevedibile o inevitabile, ovvero nel caso fortuito o nella forza maggiore.  

(Cass., 9 novembre 2004, n. 21343, in Mass. Giust. civ., 2005, 1). 

 

157. Nel contratto di organizzazione di viaggio l’organizzatore assume, in base all’art. 14 d.leg. n. 111/1995 una obbligazione di risultato ed è pertanto a suo carico l’onere della prova che il mancato  o  inesatto  adempimento  è  stato  determinato  da  impossibilità  della  prestazione derivante da causa a lui non imputabile che in base all’art. 17 può consistere soltanto nel fatto del  terzo  a  carattere  imprevedibile  o  inevitabile  ovvero  nel  caso  fortuito  o  nella  forza maggiore. 

(Cass., 9 novembre 2004, n. 21343, in Dir. maritt., 2006, p. 1187 ss., con nota di MARZIALI) 

 

158.  Nelle  controversie  relative  alla  responsabilità  dell’organizzatore  di  viaggi  turistici  che commette i servizi a terzi, per i danni causati al viaggiatore dalla mancata prestazione o cattiva esecuzione dei servizi, cui sia applicabile ratione temporis l’art. 15 l. n. 1084 del 1977 e non il d.leg. n. 111 del 1995, emanato  in attuazione della direttiva Cee 90/314, nel caso di mancata esecuzione anche di uno solo dei servizi che egli si è  impegnato a  fornire  l’organizzatore del viaggio risponde in tutte le ipotesi in cui ricorrerebbe la responsabilità dell’imprenditore che lo presta, mentre nel caso di esecuzione difettosa l’imprenditore risponde solo se non dimostri di aver usato la dovuta diligenza nella scelta dell’imprenditore che presta il servizio (nella specie, la suprema corte ha confermato la sentenza di merito che, a fronte del viaggio aereo di rientro in  Italia annullato per avverse  condizioni metereologiche, aveva  ritenuto  che  l’organizzatore del  viaggio  che  comunque  aveva  assicurato  il  rientro  in  Italia  ai  turisti  non  poteva  essere ritenuto responsabile per le spese da questi sostenute per il prolungamento della permanenza all’estero e neppure per  l’acquisto di un nuovo biglietto di ritorno,  in quanto non è possibile pretendere dall’organizzatore del viaggio uno standard di condotta che superi il livello medio, né  sussiste  la  responsabilità  di  costui  ove  egli  abbia  offerto  soluzioni  accettate  dagli  altri viaggiatori rispondenti alle normali esigenze). 

(Cass., 27 ottobre 2004, n. 20787, in Dir. turismo, 2005, p. 345 ss., con nota di SEVERONI) 

 

159.  Nel  contratto  di  viaggio  turistico,  il  viaggiatore,  dal  quale  l’organizzatore  del  viaggio pretenda  il  pagamento  del  prezzo  convenuto  o  il  saldo  di  esso,  non  può  opporre all’organizzatore di avere ottenuto dal terzo, obbligato alla prestazione del servizio, il rimborso di quanto da  lui pagato perché  il servizio non è stato prestato (nel caso di specie, volo aereo annullato per condizioni metereologiche contrarie), ma, ove risulti che il terzo è obbligato nei suoi confronti, può agire soltanto in ripetizione. 

(Cass., 27 ottobre 2004, n. 20787, in Dir. turismo, 2005, p. 345 ss., con nota di SEVERONI) 

 

160. In mancanza di redazione per iscritto, in termini chiari e precisi, non vi è perfezionamento del  contratto  di  vendita  di  pacchetti  turistici. Nè  può  farsi  riferimento  ai  cd.  contratti  “last minute”  nella  carenza  dei  necessari  elementi,  univoci  e  coincidenti,  consistenti  nella  scelta della  destinazione,  acquisto  e  contestuale  pagamento  del  pacchetto,  partenza  nelle  24  ore successive all'acquisto del medesimo. 

(Giudice di pace Bari, 20 ottobre 2004, in Giurispr. locale, Bari 2004). 

 

161. Al  contratto  avente  ad  oggetto  l'acquisto  di  un  pacchetto  turistico  negoziato  fuori dei locali  commerciali,  si  applica  la  normativa  contenuta  nel  d.lg.  n.  50  del  1992,  richiamata espressamente dall'art. 9 del d.lg. n. 11 del 1995 in materia di turismo. 

(Giudice di pace Napoli, 17 settembre 2004, in Giud. pace, 2005, 4, 344 (s.m.)). 

 

162.  Il  danno  alla  salute  derivante  da  inadempimento  di  un  contratto  di  viaggio  «tutto compreso»  è  integralmente  imputabile  all’agenzia  organizzatrice  a  titolo  di  responsabilità contrattuale,  indipendentemente dalla causa che ha provocato  l’inadempimento, e anche se tale inadempimento è riconducibile ad un «preposto» dell’agenzia, al quale, per la competenza acquisita, competevano le scelte per l’organizzazione del viaggio. 

(Trib. Roma, 11 maggio 2004, in Danno e resp., 2005, p. 297 ss., con nota di PANETTI) 

 

163.  In  tema  di  risoluzione  del  contratto  per  grave  inadempimento  per  poter  affermare  la responsabilità contrattuale del tour operator occorre fornire  la prova della fonte (negoziale o legale) del diritto vantato e/o preteso dal turista; non è ammissibile la prova per testimoni tesa a dimostrare l’esistenza di pattuizioni modificative del contenuto contrattuale; i patti aggiunti possono essere dimostrati solo mediante prove documentali, stante l’espresso divieto sancito dall’art. 2722 c.c. che esclude la prova testimoniale. 

(Giud. di pace Siena, 3 maggio 2004, in Dir. turismo, 2005, p. 141 ss., con nota di MICHETTI) 

 

164. La c.d. «formula  roulette»  implica  l’esistenza di un  rischio maggiore per  il consumatore che, a  fronte di un  indubbio  risparmio sul prezzo, non ha  ‐ però  ‐  la certezza di conoscere a priori  l’albergo  di  destinazione  e  la  sua  ubicazione, ma  solo  la  categoria  di  appartenenza  e l’area  turistica  in  cui  lo  stesso  si potrà  trovare; per antonomasia,  infatti,  la  formula  roulette non si riferisce  in alcun modo al catalogo e pertanto utilizzando detta  formula  lo stesso tour operator è  in grado di  individuare  ‐ come di prassi  ‐ solo pochi giorni prima della partenza  il nominativo  dell’albergo  di  destinazione  che  viene  assegnato  sulla  base  dell’invenduto  last minute della struttura stessa, ossia delle disponibilità residue dell’albergatore (qualunque esso sia  appartenente  alla  «categoria»  garantita  dall’organizzatore);  pertanto,  va  esclusa  ogni responsabilità del tour operator per l’asserita mancata corrispondenza tra la struttura ricettiva indicata a catalogo e quella presso la quale i consumatori vengono ospitati. 

(Giud.  di  pace Milano,  12 marzo  2004,  in  Dir.  turismo,  2005,  p.  31  ss.,  con  commento  di TURCO) 

 

165. Pur essendo notorio che una determinata zona, in un determinato periodo, possa essere colpita da uragani, il tour operator non è tenuto a cautelarsi rinunciando ad organizzare viaggi in tutta quella zona in quel periodo: l’unica cautela e diligenza che gli si può imporre è quella di comportarsi in modo tale da evitare di esporre a concreto pericolo i turisti; di conseguenza, un tour  operator  non  può  arbitrariamente  annullare  i  viaggi  e/o  le  partenze  programmate  in assenza  di  seri  e  comprovati  motivi  che  possano  far  configurare  come  effettivamente pericolose e a rischio le aree di destinazione dei turisti. 

(Trib. Brescia, 28 febbraio 2004, Dir. turismo, 2004, p. 340 ss., con nota di VERNIZZI) 

 

166.  Il  venditore del pacchetto  turistico, presso  il quale  sia  stato effettuata  la prenotazione dello stesso, non risponde delle obbligazioni nascenti dall'organizzazione del viaggio, salvo che, nell'esercizio  della  propria  attività  di mandatario,  possa  ritenersi  responsabile  per  “culpa  in eligendo” nella  scelta dell'organizzazione di  viaggi o del  fornitore del  singolo  servizio,  con  il quale ha direttamente concluso il contratto in nome e per conto del turista. 

(Trib. Reggio Emilia, 21 febbraio 2004, in Foro it., 2004, I, c. 2555 ss.). 

 

167.  L'organizzatore  del  viaggio  (tour  operator)  risponde  del  danno  morale  soggettivo conseguente alle gravi lesioni patite dai turisti causato dal fatto dei fornitori dei servizi inclusi nel pacchetto turistico. 

(Trib. Reggio Emilia, 21 febbraio 2004, in Foro it., 2004, I, c. 2555 ss.). 

 

168. L’organizzatore del viaggio  (tour operator) è  responsabile dei danni psicofisici patiti dai turisti per  infortunio causato da gravi  inadempienze degli addetti al servizio di ristorazione di un villaggio turistico, se non prova che  l’inesatta esecuzione della prestazione è  imputabile ai turisti  stessi  ovvero  all’imprevedibile  ed  ineludibile  comportamento  del  terzo  estraneo  al contratto di viaggio. 

(Trib. Reggio Emilia, 21 febbraio 2004, in Foro it., 2004, I, c. 2555 ss.). 

 

169.  Il  venditore del pacchetto  turistico, presso  il quale  sia  stata effettuata  la prenotazione dello stesso, non risponde delle obbligazioni nascenti dall'organizzazione del viaggio, salvo che, nell'esercizio  della  propria  attività  di mandatario,  possa  ritenersi  responsabile  per  “culpa  in eligendo”  nella  scelta  dell'organizzatore  di  viaggi  o  del  fornitore  del  singolo  servizio,  con  il quale ha direttamente concluso il contratto in nome e per conto del turista. 

(Trib. Reggio Emilia, 21 febbraio 2004, in Dir. trasporti, 2005, 334 (s.m.)). 

 

170.  In tema di contratto di organizzazione di viaggio e  in particolare di vendita di pacchetto turistico,  qualora  il  contratto  sia  stipulato  fra  il  "tour  operator"  e  l'agenzia  di  viaggi  come mandataria  e  rappresentante  del  cliente,  la  legittimazione  attiva  ad  esperire  le  azioni contrattuali di  inadempimento dell'organizzatore  è  riservata esclusivamente  al  consumatore finale, in quanto il contratto è considerato come se fosse stato concluso dal viaggiatore. Infatti, ai sensi della normativa di attuazione della direttiva Cee in materia di viaggi “tutto compreso” e della Convenzione  internazionale relativa al contratto di viaggio,  la posizione dell'agenzia  in relazione a tale contratto è definibile come intermediario di viaggi nonché come venditore. 

(Trib. Roma, 30 gennaio 2004, in Dir. trasporti, 2005, 333 (s.m.)). 

 

171. Poiché  la  conclusione del  contratto di  vendita di pacchetti  turistici  avviene  secondo  la tradizionale dinamica di scambio proposta‐accettazione,  la prima formulata dal consumatore, nella  forma  della  c.d.  «prenotazione»,  la  seconda  (sovente  indicata  con  il  termine «conferma»),  comunicata  al  cliente  a  seguito  della  verifica  della  disponibilità  dei  servizi proposti,  l’azione  con  cui  viene  chiesta  la  restituzione  di  quanto  versato  all’atto  della sottoscrizione  del  modulo  di  prenotazione  deve  essere  qualificata  (qualora  non  si  sia addivenuti al perfezionamento del negozio) quale ripetizione dell’indebito e non quale azione di  risarcimento danni per  inadempimento contrattuale;  in  tale caso non saranno applicabili  i termini di prescrizione previsti dagli art. 15 e 16 d.leg. n. 111/1995, bensì il termine ordinario 

decennale;  obbligati  in  solido  alla  restituzione  di  quanto  versato  sono  sia  il  venditore,  che l’organizzatore di viaggi. 

(Giud. di pace Piacenza, 29 gennaio 2004, in Dir. turismo, 2005, p. 133 ss., con nota di GIORDO) 

 

172.  L’organizzatore  di  viaggi  risponde  per  i  pregiudizi  causati  alla  persona  subìti  dal viaggiatore a causa dell’inadempimento da parte del  terzo  fornitore del servizio qualora non riesca a dimostrare che l’evento dannoso sia dipeso da fatto del consumatore, fatto del terzo a carattere imprevedibile o inevitabile, caso fortuito o forza maggiore (fattispecie: responsabilità del  tour  operator  per  i  danni  alla  persona  dei  viaggiatori  dovuti  ad  un  incidente  stradale occorso durante un’escursione in fuori strada). 

(Trib. Milano, 27 gennaio 2004, in Dir. turismo, 2006, p. 47 ss., con nota di TURCO) 

 

173.  Il  tour operator, organizzatore del pacchetto base acquistato dal  consumatore,  che nel corso  del  viaggio  all’estero  venda  al  turista  un’escursione  facoltativa  fornita  da  un  terzo prestatore del servizio, si intende organizzatore anche del pacchetto turistico supplementare, a meno che fornisca una prova contraria. 

(Trib. Milano, 27 gennaio 2004, in Dir. turismo, 2006, p. 47 ss., con nota di TURCO) 

 

174.  L’organizzatore del  viaggio  che abbia  risarcito  il danno al  consumatore è  surrogato nei diritti del turista verso il fornitore del servizio responsabile del sinistro occorso al viaggiatore. 

(Trib. Milano, 27 gennaio 2004, in Dir. turismo, 2006, p. 47 ss., con nota di TURCO) 

 

175. Nel caso di acquisto di pacchetto di viaggio tutto compreso,  il verificarsi di un eventuale inconveniente  tale  da  costringere  le  parti  ad  autorganizzarsi,  con  ulteriore  dispendio  sia  in termini patrimoniali,  sia  in  termini di disagio e di  stress,  configurano  il danno da  cosiddetta vacanza rovinata, tale da gravare sia  l’agenzia di viaggi, sia  il tour operator al risarcimento  in solido dei danni patiti dai turisti. 

(Trib. Roma, 23 gennaio 2004). 

 

176.  Nel  caso  di  danni  alla  persona  subìti  dal  viaggiatore  nel  corso  del  soggiorno  in conseguenza  dei  servizi  offerti  dal  tour  operator  è  da  escludere  la  responsabilità  di quest’ultimo  e  di  coloro  che  hanno  fornito  i  servizi  contrattualmente  convenuti  e, 

conseguentemente,  il  risarcimento  dei  danni  tutti  patiti  dal  viaggiatore,  qualora  lo  stesso avesse potuto evitare il danno con l’ordinaria diligenza. 

(Trib. Roma, 27 novembre 2003, in Dir. turismo, 2004, p. 242 ss., con nota di SCORTECCI) 

 

177. Il tour operator è responsabile per inadempimento nei confronti del viaggiatore, qualora non  fornisca  la  prestazione  da  questi  richiesta  ed  accettata,  a  nulla  rilevando  che,  già  al momento della conclusione del contratto,  la richiesta del viaggiatore fosse  incompatibile con gli  standard  del  pacchetto  turistico  proposto  (nella  specie,  il  tour  operator  aveva  offerto, tramite l’intermediario di viaggio, crociere in Turchia a bordo di un «caicco»; il viaggiatore, nel proporre la stipula del contratto, aveva richiesto una sistemazione in cabina tripla, impossibile perché a bordo del «caicco» vi erano solo cabine doppie; il tribunale tuttavia, in base al rilievo che  il  tour  operator  aveva  comunque  accettato  la  proposta  senza  rilievi,  ha  ritenuto quest’ultimo inadempiente). 

(Trib. Roma, 26 novembre 2003,  in Contratti, 2004, p. 511; Dir. turismo, 2004, p. 232 ss., con nota di TURCO) 

 

178. Nel  caso  in  cui  il  viaggiatore non  riesca  a  fruire,  in  tutto o  in parte, della  vacanza per inadempimento  del  tour  operator,  quest’ultimo  è  tenuto,  oltre  alla  rifusione  delle  spese sostenute  dal  viaggiatore,  anche  al  risarcimento  del  danno  non  patrimoniale  da  vacanza rovinata, il quale costituisce una ipotesi di danno morale da inadempimento, eccezionalmente risarcibile alla luce del diritto comunitario, come interpretato dalla corte di giustizia. 

(Trib. Roma, 26 novembre 2003,  in Contratti, 2004, p. 511; Dir. turismo, 2004, p. 232 ss., con nota di TURCO) 

 

179. Qualora il tour operator non sia in grado di adempiere la prestazione promessa, ed offra al  viaggiatore  un  pacchetto  turistico  alternativo,  non  è  contrario  a  buona  fede  il  rifiuto  di quest’ultimo di proseguire il viaggio. 

(Trib. Roma, 26 novembre 2003,  in Contratti, 2004, p. 511; Dir. turismo, 2004, p. 232 ss., con nota di TURCO) 

 

180.  Le  informazioni  relative  al  viaggio organizzato  fornite  al  consumatore  vincolano  il  tour operator, che va considerato responsabile del danno conseguente alla modifica degli elementi del  pacchetto  turistico  che  non  abbia  comunicato  per  iscritto  al  viaggiatore  (nella  specie: sostituzione  di  un’imbarcazione  in  occasione  di  una  crociera  nel  Mar  Rosso,  laddove 

l’organizzatore del viaggio non ha provato che  le motonavi avessero caratteristiche analoghe nonostante si trattasse di natanti diversi sia per dimensioni, sia per equipaggiamento). 

(Trib. Torino, 21 novembre 2003, in Dir. turismo, 2007, p. 62 ss., con nota di MAZIER) 

 

181. I semplici disagi sofferti dal turista durante il viaggio, che siano dovuti alla particolarità del servizio offerto, non costituiscono  inadempimento contrattuale da parte del  tour operator e non  danno  luogo  ad  alcun  diritto  al  risarcimento  del  danno  (nella  specie:  non  è  stato riconosciuto alcun pregiudizio ai consumatori per  le generiche  lagnanze relative al servizio di ristorazione, al caldo eccessivo, al malfunzionamento dell’aria condizionata, alla chiusura con lucchetto del frigo bar, trattandosi di semplici disagi dovuti alla particolarità della crociera nel Mar  Rosso;  allo  stesso modo  l’errata  indicazione  del  terminal  di  partenza  non  costituisce inadempimento  dell’organizzatore,  quando,  trattandosi  comunque  dello  stesso  aeroporto,  i consumatori hanno accertato l’esatta ubicazione del terminal usando la normale diligenza). 

(Trib. Torino, 21 novembre 2003, in Dir. turismo, 2007, p. 62 ss., con nota di MAZIER) 

 

182. In tema di contratto di viaggio turistico ‐ disciplinato dalla l. 27 dicembre 1977 n. 1084, di ratifica  ed  esecuzione  della  convenzione  di Bruxelles  del  23  aprile  1970  ‐  l’organizzatore  di viaggi è tenuto a tutelare con ogni possibile mezzo «i diritti e gli  interessi» dei viaggiatori ad esso affidati, rispondendo direttamente del fatto colposo dell’ausiliare nell’esercizio delle sue mansioni, salvo che non provi di aver adottato tutte le ordinarie misure suggerite dalla comune prudenza e diligenza come  idonee ad  impedire  il danno; ne consegue che,  in relazione ad un viaggio  in «settimana bianca» di minorenni adolescenti,  la società organizzatrice è  tenuta ad approntare,  indipendentemente  da  un’espressa  obbligazione  contrattuale,  un  adeguato servizio di  sorveglianza  ed un preciso  programma  di  rientro  in  albergo dopo  la  conclusione delle esercitazioni sciistiche, con un numero di accompagnatori, congruo rispetto a quello dei partecipanti,  atto  a  scongiurare,  per  quanto  possibile,  iniziative  estemporanee  o  azioni rischiose  dell’uno  o  dell’altro  partecipante,  sempre  prevedibili,  data  l’età  giovanile  e  la situazione ambientale, obiettivamente pericolosa. 

(Cass., 27 ottobre 2003, n. 16090, in Rep. Foro it., 2003, voce Turismo, n. 3) 

 

183. Le condizioni generali di contratto non possono derogare in peius per il consumatore alle disposizioni del d.leg. 111 del 1995. 

(Trib. Camerino, 8 ottobre 2003, in Dir. e lav. Marche, 2004, n. 4, p. 131 ss.) 

 

184. Rientra nel  concetto di  forza maggiore di  cui  all’art. 13 d.leg. 111 del 1995 qualunque evento naturale o ad esso assimilabile che esca dalla ragionevole prevedibilità e al quale non si possa  ovviare  con  la  comune  diligenza  ivi  compreso  l’attentato  terroristico  perpetrato  con particolare violenza così da integrare un atto di guerra sferrato in tempo di pace. 

(Trib. Camerino, 8 ottobre 2003, in Dir. e lav. Marche, 2004, n. 4, p. 131 ss.) 

 

185.  Ai  sensi  dell’art.  14  d.leg.  17 marzo  1995  n.  111,  il  venditore  e  l’organizzatore  sono solidalmente  responsabili  quando  entrambi  abbiano  peccato  di  diligenza  nell’adempimento delle obbligazioni assunte con la vendita del pacchetto turistico. 

(Trib. Roma, 2 ottobre 2003, in Dir. trasporti, 2005, p. 285 ss., con nota di TULLIO) 

 

186. In caso di inadempimento, da parte del venditore e dell’organizzatore, delle obbligazioni assunte con la vendita del pacchetto turistico, il danno da vacanza rovinata può essere risarcito in base all’art. 13 della convenzione Ccv sul contratto di viaggio, in quanto richiamato dall’art. 16 d.leg. 17 marzo 1995 n. 111. 

(Trib. Roma, 2 ottobre 2003, in Dir. trasporti, 2005, p. 285 ss., con nota di TULLIO) 

 

187. In caso di inadempimento, da parte del venditore e dell’organizzatore, delle obbligazioni assunte con la vendita del pacchetto turistico, i limiti risarcitori previsti nella convenzione Ccv sul contratto di viaggio sono del tutto orientativi e non vincolano l’interprete. 

(Trib. Roma, 2 ottobre 2003, in Dir. trasporti, 2005, p. 285 ss., con nota di TULLIO) 

 

188. Il mancato reclamo scritto entro dieci giorni, di cui all’art. 19, 2º comma, d.leg. 17 marzo 1995  n.  111,  non  determina  una  decadenza  dall’azione  giudiziale  contro  il  venditore  o l’organizzatore  di  un  pacchetto  turistico;  è  inoltre  vessatoria  la  clausola  del  contratto  che istituisca una simile decadenza. 

(Trib. Roma, 2 ottobre 2003, in Dir. trasporti, 2005, p. 285 ss., con nota di TULLIO) 

 

189. Nel caso di  turista disabile,  la mancanza delle qualità promesse  sul catalogo costituisce inadempimento anche in ragione della violazione degli obblighi informativi che la legge pone a carico  dell’organizzazione  del  pacchetto  tutto  compreso;  all’inadempimento  consegue  la condanna alla parziale  restituzione delle somme versate oltre al  risarcimento del danno non patrimoniale da vacanza rovinata. 

(Giud. di pace Milano, 16 agosto 2003, in Giud. pace, 2004, p. 238 ss., con commento di DONA) 

 

190.  L’organizzatore  del  viaggio  non  risponde  dei  danni  alla  persona  subìti  da  uno  dei partecipanti in conseguenza di un incidente stradale, durante uno spostamento organizzato dal tour operator in loco, quando il sinistro sia stato ascrivibile alla responsabilità esclusiva non già del conducente del mezzo noleggiato dal tour operator, ma a quella di un terzo. 

(Trib. Roma, 30 aprile 2003, in Riv. giur. circolaz. e trasp., 2003, p. 377 ss.) 

 

191. La forma scritta del contratto di vendita di pacchetti turistici è prevista dall’art. 6 d.leg. n. 111/1995 e benché  tale norma non  sanzioni  in modo espresso  con  la nullità  il difetto della forma  scritta,  tale  sanzione  discende  automaticamente  dalla  disciplina  del  contratto  in generale;  dal  complesso  delle  norme  che  prevedono  l’applicazione  di  una  forma  negoziale determinata può essere dedotto il principio della natura essenziale della forma prevista in tutti i  casi  in  cui  la  legge  stessa  non  ne  limiti  l’imposizione  ad  effetti  particolari;  peraltro  tale principio  si  applica  anche  alle  forme  negoziali  che  in  difetto  di  pattuizione  espressa  si presumono essenziali, secondo la previsione di cui all’art. 1352 c.c. 

(Trib. Treviso, 4 aprile 2003, in Dir. turismo, 2004, p. 127 ss., con nota di CORRADO) 

 

192.  Il  contratto  di  organizzazione  di  viaggio  concluso  da  un  agente  intermediario  per  il viaggiatore dà  luogo ad un rapporto diretto tra viaggiatore e organizzatore di viaggi, ma tra  il viaggiatore e l’intermediario che faccia constare tale sua qualità nei documenti di viaggio sorge anche  un  contratto  di  mandato  caratterizzato  da  poteri  di  rappresentanza;  pertanto  il viaggiatore è tenuto, ex art. 1719 c.c., a somministrare all’intermediario  i mezzi necessari per l’esecuzione  del mandato  e  qualora  l’agente,  in  forza  di  questo  rapporto,  assuma  l’obbligo verso  l’organizzatore  del  pagamento  del  corrispettivo  e  delle  penali  per  l’annullamento  del viaggio,  il  viaggiatore  è  tenuto  a  rimborsargli  i  fondi  eventualmente  anticipati  per  tali pagamenti. 

(Trib. Roma, 7 febbraio 2003, in Dir. turismo, 2003, p. 353 ss., con nota di CORRADO) 

 

193.  Il  contratto  di  organizzazione  di  viaggio  concluso  da  un  agente  intermediario  per  il viaggiatore dà  luogo ad un rapporto diretto tra viaggiatore e organizzatore di viaggi, ma tra  il viaggiatore e l’intermediario che faccia constare tale sua qualità nei documenti di viaggio sorge anche  un  contratto  di  mandato  caratterizzato  da  poteri  di  rappresentanza;  pertanto  il viaggiatore è tenuto, ex art. 1719 c.c., a somministrare all’intermediario  i mezzi necessari per l’esecuzione  del mandato  e  qualora  l’agente,  in  forza  di  questo  rapporto,  assuma  l’obbligo verso  l’organizzatore  del  pagamento  del  corrispettivo  e  delle  penali  per  l’annullamento  del 

viaggio,  il  viaggiatore  è  tenuto  a  rimborsargli  i  fondi  eventualmente  anticipati  per  tali pagamenti. 

(Cass., 28 novembre 2002, n. 16868, in Contratti, 2003, p. 575 ss., con nota di GUERINONI; Vita not., 2003, p. 294 ss.; Dir. turismo, 2003, p. 349 ss., con nota di CORRADO) 

 

194. In caso di acquisto di un pacchetto turistico, il posticipo dell’orario di partenza del volo di andata  e  l’anticipo  di  quello  di  ritorno  costituiscono  violazioni  degli  obblighi  gravanti sull’organizzatore del viaggio, che non può andare esente da responsabilità adducendo di aver offerto  il  rimborso di una parte del prezzo pattuito, qualora  tale offerta  (nel  caso di  specie, relativa  esclusivamente  alla  variazione  concernente  il  primo  volo)  sia  stata  comunicata  al turista soltanto  in epoca successiva al suo  ritorno e quest’ultimo  l’abbia comunque  rifiutata, non ritenendola congrua. 

(Giud. di pace Monza, 19 ottobre 2002, in Giud. pace, 2003, p. 320 ss.) 

 

195. A norma dell’art. 7  lett. d) d.leg. 17 marzo 1995 n. 111,  il viaggiatore può  recedere dal contratto per  fatto sopraggiunto non  imputabile e  richiedere  la  restituzione al  tour operator non solo della caparra ma anche del saldo versato. 

(Trib. Lanciano, 1 luglio 2002, in Dir. maritt., 2003, p. 930 ss., con nota di PIPPIA; Dir. turismo, 2003, p. 341 ss.con commento di MICHETTI) 

 

196. La  facoltà di  recesso dal contratto da parte del viaggiatore per  fatto  sopravvenuto non imputabile  deve  essere  esercitata  entro  i  termini  di  cui  all’art.  1373  c.c.  e  quindi non oltre l’inizio dell’esecuzione del viaggio. 

(Trib. Lanciano, 1 luglio 2002, in Dir. maritt., 2003, p. 930 ss., con nota di PIPPIA; Dir. turismo, 2003, p. 341 ss.con commento di MICHETTI) 

 

197. La malattia e l’infortunio rientrano nel concetto di fatto sopravvenuto non imputabile per il  quale  è  previsto  il  recesso  del  viaggiatore  ma  devono  essere  provati  da  specifica  e circostanziata documentazione. 

(Trib. Lanciano, 1 luglio 2002, in Dir. maritt., 2003, p. 930 ss., con nota di PIPPIA; Dir. turismo, 2003, p. 341 ss.con commento di MICHETTI) 

 

198. Nei contratti di viaggio turistico stipulati a distanza, la disposizione dell’art. 19, 2º comma, d.leg.  17  marzo  1995  n.  111,  che  fa  decadere  il  consumatore  dal  diritto  a  conseguire  il risarcimento  dei  danni  se  non  fa  reclamo  entro  dieci  giorni  dal  rientro  presso  la  località  di partenza, è efficace  solo quando  tale decadenza  sia espressamente  richiamata nel  rapporto contrattuale. 

(Giud. di pace Caserta, 28 maggio 2002, in Dir. trasporti, 2003, p. 229 ss., con nota di TULLIO; Dir. turismo, 2003, p. 35 ss. con nota di BOTTI) 

 

199.  L'espressione  “prefissata  combinazione”  di  cui  all'art.  2,  punto  1,  della  direttiva 90/314/Cee,  concernente  i  viaggi,  le  vacanze  ed  i  circuiti  “tutto  compreso”,  deve  essere interpretata  nel  senso  che  essa  include  le  combinazioni  di  servizi  turistici  effettuate  al momento in cui il contratto viene stipulato tra l'agenzia di viaggi e il cliente. 

(Corte  giust.  CE,  Sez.  III,  30  aprile  2002,  n.  400,  Club  Tour  Viagens  e  Turismo  SA  c.  Lobo Goncalves Garrido, in Dir. comunit. e scambi internaz., 2002, 483, con nota di Adobati; in Resp. civ. prev., 2003, 39, con nota di Guerinoni; in Danno e resp., 2003, 148, con nota di Carrassi; in Dir. maritt., 2004, 457, con nota di Galantini;  in Foro  it., 2002, IV, 329;  in Dir. trasporti, 2003, 284 (s.m.)). 

 

200. L'espressione “tutto compreso” di cui all'art. 2, punto 1, della direttiva del Consiglio 13 giugno 1990 n. 90/314/Cee concernente i viaggi, le vacanze ed i circuiti “tutto compreso”, deve essere  interpretata nel  senso  che essa  include  i viaggi organizzati da un'agenzia di viaggi  su domanda del consumatore o di un gruppo ristretto di consumatori e conformemente alle loro richieste. 

(Corte  giust.  CE,  Sez.  III,  30  aprile  2002,  n.  400,  Club  Tour  Viagens  e  Turismo  SA  c.  Lobo Goncalves Garrido, in Dir. comunit. e scambi internaz., 2002, 483, con nota di Adobati; in Resp. civ. prev., 2003, 39, con nota di Guerinoni; in Danno e resp., 2003, 148, con nota di Carrassi; in Dir. maritt., 2004, 457, con nota di Galantini;  in Foro  it., 2002, IV, 329;  in Dir. trasporti, 2003, 284 (s.m.)). 

 

201.  I disservizi e  le difformità nella esecuzione di un viaggio  tutto compreso devono essere valutati  anche  in  relazione  al  luogo  meta  del  viaggio,  con  riferimento  al  suo  sviluppo tecnologico e logistico ed alla sua propensione al turismo. 

(Trib. Roma, 24 aprile 2002, in Dir. turismo, 2003, p. 245 ss. con nota di GULLETTA) 

 

202.  L’agenzia  di  viaggio  deve  risarcire  il  danno  da  inadempimento  parziale  della  sua obbligazione per  i disservizi e  le difformità rispetto al programma che  incidono sul valore del pacchetto  turistico; non  sono  risarcibili gli altri danni  (alla  salute, per  ferie non godute e da «vacanza  rovinata») qualora,  rispetto alle caratteristiche dei  luoghi,  il  turista avrebbe potuto prevedere  il  verificarsi  di  disservizi  e  l’agente  di  viaggio  abbia  cercato  di  porvi  rimedio attraverso gli organizzatori locali. 

(Trib. Roma, 24 aprile 2002, in Dir. turismo, 2003, p. 245 ss. con nota di GULLETTA) 

 

203. In caso di inadempimento o cattiva esecuzione delle prestazioni fornite in occasione di un contratto di viaggio «tutto  compreso», ai  sensi dell’art. 16 d.leg. n. 111/1995 deve  ritenersi risarcibile al consumatore anche  il danno non patrimoniale c.d. «da vacanza  rovinata», nella misura determinata in via equitativa ex art. 1226 c.c. (nella specie l’inadempimento riguardava la mancanza di alcuni servizi promessi nell’opuscolo informativo consegnato all’acquirente del pacchetto turistico). 

(Trib. Verbania, 23 aprile 2002, in Giur. merito, 2002, p. 1193 ss.) 

 

204.  La  rinuncia  al  viaggio  da  parte  del  turista,  causata  da  attacco  di  panico  conseguente all’attentato alle torri gemelle di New York dell’11 settembre 2001, configura una fattispecie di impossibilità  sopravvenuta  della  prestazione  che  giustifica  la  risoluzione  del  contratto  di viaggio. 

(Trib. Milano, 19 aprile 2002, in Dir. turismo, 2003, p. 157 ss., con nota di CIURNELLI) 

 

205.  L'art.  5  della  direttiva  n.  90/314/Cee,  relativa  ai  viaggi,  vacanze  e  circuiti  “tutto compreso”, dev'essere interpretato nel senso che in linea di principio il consumatore ha diritto al  risarcimento  del  danno morale  derivante  dall'inadempimento  o  dalla  cattiva  esecuzione delle prestazioni fornite in occasione di un viaggio “tutto compreso”. 

(Corte giust. CE, Sez. VI, 12 marzo 2002, n. 168, Leitner c. TUI Deutschland GmbH & Co. KG., in Resp. civ. prev., 2002, 360, con nota di Guerinoni;  in Eur. Legal Forum, 2002, 73;  in Danno e resp., 2002, 1097, con  nota di Carrassi e Maiolo; in Dir. comunit. e scambi internaz., 2002, 281, con nota di Adobati; in Foro it., 2002, IV, 329; in Giur. it., 2002, 1801, con nota di Sesta). 

 

206. Qualora l’organizzatore ed il venditore del pacchetto turistico abbiano modificato la data di  partenza  senza  debitamente  evidenziare  la  modifica  apportata  nella  conferma  di prenotazione  del  viaggio,  il  turista  acquirente  ha  diritto,  oltre  alla  restituzione  del  prezzo versato,  al  risarcimento  del  danno,  riguardante  sia  le  spese  inutilmente  sostenute,  sia  il 

pregiudizio  c.d. «da  vacanza  rovinata», per  i disagi materiali  e psichici  connessi  alla perdita dell’occasione di vacanza. 

(Trib. Treviso, 14 gennaio 2002, in Giur. merito, 2002, p. 1194 ss., con nota di PESCAROLLO) 

 

207. Non è vessatoria ed è, pertanto, efficace la clausola contenuta nelle condizioni generali di vendita  di  un  pacchetto  turistico  che  nel  disciplinare  i  termini  di  decadenza  per  sporgere reclamo rinvia all'art. 19, comma 2, d.lg. 17 marzo 1995 n.111 che dà attuazione alla direttiva 90/314/Ce, concernente i viaggi, le vacanze e i circuiti a tutto compreso. 

(Giud. di pace Roma, 27 settembre 2001, in Dir. maritt., 2003, p. 574 ss., con nota di Abbate; in Dir. trasporti, 2003, p. 1081 (s.m.)). 

 

208. L’organizzatore di viaggi e  l’agente o  intermediario di viaggio non possono considerarsi condebitori  solidali  in  quanto  ciascuno  di  essi  risponde  verso  il  viaggiatore  delle  diverse obbligazioni rispettivamente assunte e pertanto non può essere invocata l’applicabilità dell’art. 1310 c.c. in tema di atti interruttivi della prescrizione in caso di debitori solidali. 

(App. Firenze, 26 settembre 2001,  in Dir. maritt., 2003, p. 519 ss., con nota di POLLASTRELLI; Dir. turismo, 2003, p. 360 ss., con commento di MAZIER) 

 

209. A norma degli art. 1, 3º comma e 17 Ccv, l’agente di viaggio non è mero intermediario tra il cliente e  l’organizzatore ma un rappresentante del viaggiatore dal quale viene  incaricato di stipulare un contratto di viaggio con  l’organizzatore e su di  lui grava  la prova di aver posto  in essere  l’attività richiestagli, comprese  le prestazioni accessorie, tra  le quali rientra  la cura dei visti sul passaporto. 

(App. Firenze, 26 settembre 2001,  in Dir. maritt., 2003, p. 519 ss., con nota di POLLASTRELLI; Dir. turismo, 2003, p. 360 ss., con commento di MAZIER) 

 

210.  In  tema  di  viaggi  organizzati  “tutto  compreso”,  se  dal  contratto  di  viaggio  risulta l'indicazione  del  nome  e  dell'indirizzo  del  “tour  operator”,  nonché  la  dichiarazione  che l'agenzia  agisce  quale  intermediaria,  la  deficienza  di  uno  o  più  dei  servizi  sofferti  dal viaggiatore,  rappresenta  inadempienza  contrattuale  imputabile  direttamente  al  “tour operator”,  salva  l'eventuale  possibilità  di  rivalsa  nei  confronti  dei  singoli  gestori.  Ai  sensi dell'art. 17 convenzione di Bruxelles 23 aprile 1970, ratificata con l. 27 dicembre 1977 n. 1084, il contratto stipulato dall'intermediario con un organizzatore di viaggi, è considerato come se fosse  stato  concluso  direttamente  dal  viaggiatore mentre  l'agenzia  si  colloca  nell'alveo  del contratto di mandato con rappresentanza. 

(Trib. Firenze, 25 settembre 2001, in Arch. civ., 2002, p. 586 ss.) 

 

211.  L’organizzatore di  viaggi  è  tenuto  a  risarcire  il danno  sofferto dal  consumatore,  anche quando si avvalga di altri prestatori di servizi, salvo il diritto di rivalersi nei loro confronti. 

(Giud. di pace Bari, 26 marzo 2001, in Corti Bari, Lecce e Potenza, 2002, I, p. 129 ss.) 

 

212. La vendita di «pacchetto turistico», comprensivo di viaggio e soggiorno o servizi turistici non accessori ai primi due elementi, necessita di forma scritta ad substantiam, a pena di nullità (questione,  peraltro,  nella  specie  non  tempestivamente  eccepita  dalle  parti  né  rilevabile d’ufficio). 

(Trib. Bari, 8 agosto 2000, in Foro it., 2001, I, c. 2089 ss.) 

 

213. I contratti di viaggio «tutto compreso», ancorché disciplinati dalla normativa di settore ‐ D.Lgs. 17 marzo 1995 n. 111 di trasposizione della direttiva 90/314/Cee e l. 27 dicembre 1977 n.  1084  di  ratifica  della  convenzione  internazionale  relativa  al  contratto  di  viaggio  (ccv) sottoscritta  a  Bruxelles  il  24  aprile  1970  ‐  soggiacciono  alla  novella  codicistica  in  tema  di clausole abusive che ha recepito la direttiva 93/13/Cee. 

(Trib. Palermo, 11 luglio 2000, in Corriere  giur., 2000, p. 1508 ss., con nota di CONTI) 

 

214. Il disagio psicofisico sofferto dal turista a causa del mancato o inesatto adempimento del contratto  di  viaggio  da  parte  dell’organizzatore  costituisce  un  danno  non  patrimoniale risarcibile ex art. 2059 cod. civ. pur in assenza di un illecito penale. 

(Trib. Cagliari, 9 giugno 2000, in Riv. giur. sarda, 2001, p. 715 ss., con nota di MURA) 

 

215. Il venditore di un pacchetto turistico è responsabile verso il consumatore ai sensi dell’art. 14 D.Lgs. 111/1995, qualora l’abbia fatto arrivare all’aeroporto di partenza con altro volo il cui orario  sia  inidoneo a garantire al  consumatore  la partenza nell’ora  fissata,  tenuto  conto dei tempi  necessari  per  il  ritiro  del  bagaglio  e  per  gli  spostamenti  nell’aeroporto,  al  riparo  da possibili  inconvenienti rientranti nella normalità per chi viaggia  in aereo, quali ad esempio un modesto ritardo dell’aereo, una qualche difficoltà relativa al bagaglio od altro inconveniente o impedimento temporaneo. 

(Giudice di pace Venezia, 8 giugno 2000, in Dir. trasporti, 2001, p. 833 ss.) 

 

216.  Il  venditore  del  pacchetto  turistico  è  tenuto  al  risarcimento  del  danno  subito  dal consumatore per mancato o  inesatto adempimento dei propri obblighi  contrattuali, a meno che  non  dimostri  che  la  mancata  utilizzazione  del  viaggio  sia  dovuta  ad  una  causa  non imputabile al proprio personale. 

(Giud. di pace Venezia, 1 giugno 2000, in Danno e resp., 2000, p. 1219 ss., con nota di NASTI; in Giud. pace, 2000, p. 307 ss., con commento di GUERINONI) 

 

217. Nel caso di inadempimento del contratto di viaggio da parte dell’organizzatore di viaggio che abbia comportato il mancato godimento delle utilità promesse è risarcibile anche il danno da  vacanza  rovinata,  che  costituisce  un  danno  non  patrimoniale,  assimilabile  al  danno biologico e  va  inteso  come pregiudizio  subito dalla  salute dell’individuo, avuto  riguardo alla proiezione negativa nel suo futuro esistenziale delle conseguenze dell’evento dannoso. 

(Giud. di pace Siracusa, 26 marzo 1999, in Giust. civ., 2000, I, p. 1205 ss., con nota di SERRA) 

 

218. In caso di furto perpetrato in una cassetta di sicurezza collocata all’interno di una camera d’albergo  l’albergatore  è  responsabile  ex  contractu  illimitatamente  per  i  danni  subiti  da  un turista  ed  il  tour  operator  è  responsabile  sempre  a  favore  dell’acquirente  del  pacchetto turistico per inadempimento dell’albergatore. 

(Giud. di pace Bologna, 4 marzo 1999, in Arch. civ., 2000, p. 906 ss., con nota di PETRILLO) 

 

219. Il soggetto responsabile del danneggiamento di una roulotte parcheggiata lungo la strada è tenuto a risarcire la c.d. «villeggiatura alternativa» e cioè il più costoso soggiorno alberghiero a cui si è dovuto necessariamente ricorrere, nella misura della differenza di prezzo tra  le due forme di vacanza, valutata equitativamente. 

(App. Perugia, 11 dicembre 1998, in Rass. giur. umbra, 1999, p. 329 ss.) 

 

220.  Costituisce  inadempimento  dell’obbligo  di  diligente  organizzazione  del  viaggio,  tale  da giustificare  la  risoluzione  del  contratto,  la  circostanza  che  l’organizzatore  abbia  fornito,  per mezzo  di  cataloghi  pubblicitari,  informazioni  del  tutto  erronee  sui  luoghi  di  vacanza  e  sulle prestazioni offerte al turista  (nella specie,  il villaggio descritto nel depliant non presentava  le caratteristiche previste, era posto a notevole distanza dal mare e privo dei conforts pattuiti). 

(Pret.  Ivrea,  21  settembre  1998,  in Danno  e  resp.,  1999,  p.  565  ss.,  con  nota  di GRANIERI; Discipl. comm., 1999, p. 204 ss.) 

 

221.  Nell’ambito  del  rapporto  di  agenzia,  nel  caso  in  cui  l’agente  si  sia  limitato  solo  a concludere  un  contratto  di  trasporto  con  il  cliente,  senza  assumere  direttamente  altre obbligazioni connesse al viaggio stesso, né si sia trattato di viaggio organizzato dall’agente, si ha carenza di legittimazione passiva dell’agente. 

(Giud. di pace Roma, 18 novembre 1997,  in  Temi  rom., 1999, p. 248  ss.,  con  commento di CORTEGGIANO) 

 

222.  L’intermediario  di  viaggi  è  responsabile  verso  i  viaggiatori  in  conseguenza  di inadempimento parziale ed  inconvenienti vari verificatisi nel corso di un viaggio organizzato, qualora  dalla  documentazione  consegnata  ai  clienti  non  risulti  che  egli  agisca  in  veste  di intermediario, né risulti alcun riferimento ad un organizzatore. 

(Trib. Perugia, 3 maggio 1997, in Rass. giur. umbra, 1998, p. 44 ss., con nota di CIURNELLI) 

 

223. Ad un contratto di viaggio, stipulato dopo l’emanazione della direttiva 90/314/Cee del 13 giugno 1990, ma prima dell’entrata in vigore del D.Lgs. 17 marzo 1995 n. 111, e della scadenza del  termine  per  il  recepimento  della  medesima,  non  possono  applicarsi  le  norme  della predetta direttiva. 

(Trib. Torino, 8 novembre 1996,  in Giur.  it., 1997,  I, 2, p. 58 ss.; Resp. civ. prev., 1997, p. 818 ss., con nota di GORGONI) 

 

224. L’organizzatore di viaggi, ai sensi dell’art. 15 l. 27 dicembre 1977 n. 1084, esecutiva della convenzione di Bruxelles del  23  aprile  1970,  in materia di  contratti di  viaggio,  risponde del danno subìto dal cliente a causa di un sinistro stradale occorsogli nel trasferimento dall’albergo all’aeroporto. 

(Trib. Roma, 30 ottobre 1996, in Riv. giur. circolaz. e trasp., 1998, p. 258 ss., con commento di GIUFFRIDA)