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TITOLI E CONVEGNO Mario Lodi maestro, a cura di Carla Ida Salviati per la Giunti (pp.189, 10), ci restituisce in forma antologica C’è speranza se questo accade a Vho (uscito nel 1963 da Einaudi e ora abbandonato), accompagnando quelle pagine così antiche, ormai storiche, con fotografie, note critiche e una partecipe intervista al maestro che diventò l’alfiere in Italia della scuola attiva e della «cooperazione educativa». Un video su Lodi sarà proiettato al convegno Maestri scrittori, maestri lettori, maestri educatori che si terrà alla Fiera di Bologna il 30 marzo, h. 16. Vi prenderanno parte, coordinati da Silvana Sola e introdotti da Giovanni Solimine: Vinicio Ongini, Yvet Grevet, Luisa Mattia e Cristina Petit, che pubblica ora con Il castoro Maestrapiccola (pp. 191, 14). E’ il diario di un anno scolastico nato dall’omonimo blog, la quotidianità minuta dei bambini tra e oltre i banchi, i pensieri, le domande, le visioni, così semplici, così sorprendenti. I maestri cronisti dell’Italia bambina ANTONIO FAETI Con Mario Lodi mae- stro, a cura di Carla Ida Salvia- ti, edito da Giunti, ritorna la possibilità di ascoltare le voci dei bambini del Vho, e raddop- piare anche un’inevitabile con- statazione: nessuno come Ma- rio Lodi ha saputo dar voce ai suoi scolari, loro sono qui, a stupirci con l’incantata alteri- tà del loro discorso, collocati nel 1951, nel 1952, ma sottratti alla Storia, oppure da sistema- re entro un’altra storia. Fin dal 1928, Felice Soccia- relli, con Scuola e vita a Mezza- selva, allora edito dall’Associa- zione per il Mezzogiorno, rac- contò la sua vicenda di mae- stro in una scuola dell’Agro Romano, cominciata il 22 otto- bre 1919. Ci sono molte foto- grafie, nel suo libro, e appaio- no indispensabili, perché i «bambini mezzaselvesi», con i loro cappelli «da grandi» e i panni entro cui sono più o me- no infagottati, non sono pro- priamente immaginabili. Allievo di Giuseppe Lombar- do Radice, attento alla sua col- ta innovazione pedagogica, Soc- ciarelli non si meraviglia che la sua scuola sia una capanna, perché tutta Mezzaselva è fatta di capanne e riproduce invece lo scritto del suo scolaro Quin- tillio, saggio e preciso come quello di un antropologo: «So ito a vedere quelli che falciano la prata pare che non fadigano gnente e invece se straccano tanto». L’edizione del 1954, de La Scuola di Brescia, mostra Felice Socciarelli come era nel 1951 poco prima di morire: ha proprio l’aria di un etnologo, di un esploratore di terre lontane, affaticato ma non vinto. Due maestri che erano an- che apprezzati pittori, Italo Cinti di Bologna e Federico Moroni di Sant’Arcangelo di Romagna, ci hanno lasciato, con Diario di un anno e con Ri- cordi e amnesie, due splendide testimonianze sulla quotidiani- tà del maestro artista. Moroni, realista minuzioso, fa lavorare i suoi bambini con chine e pen- nini perché scoprano l’anima delle cose e diventino custodi di una civiltà che le macchine stanno annullando, Cinti, aero- pittore futurista, conduce le sue classi alla scoperta di esta- si coloristiche vicine ai fauves: entrambi sono cronisti minu- ziosi di quello «stupore infanti- le» descritto da Zolla. Nel 1957, quando esce la pri- ma edizione del Diario di una ma- estrina di Maria Giacobbe, l’edi- tore Laterza lo fa precedere da una prefazione di Umberto Za- notti-Bianco che è necessaria e puntuale. Infatti la «maestrina» insegna in quelle zone della Sar- degna dove in quegli anni ci so- no i «banditi di Orgosolo» resi fa- mosi dalla stampa e dal cinema, e l’insegnante sa di dovere lotta- re con i suoi alunni non in vista di un esito scolastico, sempre considerato con scrupolo e con rigore, ma pensando a un riscat- to sociologico di cui pone le basi proprio con questa sua opera sa- piente, poetica e battagliera. Sempre dalla Sardegna proviene Le bacchette di Lula di Albino Bernardini - noto poi per Un anno a Pietralata -, edito da La Nuova Italia nel 1969: il capitolo Sesto, La bac- chetta, si offre sempre a una lettura dolorosa e struggen- te, perché è quello in cui i nuovi alunni conducono il nuovo maestro a vedere l’ab- bondante provvista di bac- chette con cui li deve picchia- re e restano sconcertati quando scoprono che lui non sa nulla di quella pratica tor- turatoria sulla quale il prece- dente insegnante fondava in- teramente la sua pedagogia e la sua didattica. Un’impressione non positi- va, fra noi insegnanti di allora, aveva prodotto Il maestro di Vi- gevano, edito da Einaudi nel 1962: ai maestri del mio Circo- lo Didattico sembrava che Lu- cio Mastronardi cercasse lo scandalo quasi con i toni delle riviste scandalistiche di allora e, certo, pur parlando di scuo- la, pur mostrando buona cono- scenza di corridoi, coefficienti di anzianità, gerarchie, scatti di stipendio, il maestro che racconta sa poi solo odiare, iso- larsi, deprimere e deprimersi. Ci fu anche una curiosa coincidenza editoriale, per- ché Garzanti pubblicò pro- prio allora Il demone meschino di Fëdor Sologub, scritto nel 1907, un autentico capolavo- ro, scritto da un maestro rus- so laureato in pedagogia, do- ve la scuola zarista è piena dello stesso infernale «catra- me dell’anima» così abbon- dante nelle aule di Vigevano. Non mi è mai apparsa tolle- rabile la studiata sottovaluta- zione pedagogica di cui è stato reso vittima Ricordi di scuola di Mosca, edito da Rizzoli nel Con le recensioni e le classifiche dei bestseller Prima e dopo Mario Lodi Torna il diario della scuola di Vho e alla Fiera di Bologna si discuterà di insegnanti/scrittori che dando voce ai loro allievi li hanno resi protagonisti attivi della vita pubblica Oggi tuttoLIBRI iPad Edition A cura di: LUCIANO GENTA con BRUNO QUARANTA [email protected] www.lastampa.it/tuttolibri/ LA MEMORIA Gianni Rodari: la vita è una seria filastrocca TUTTOLIBRI DIARIO DI LETTURA Il patriarca della biblioteca Cassini, la favola della «De Amicis» ROTONDO P. XI LA STAMPA VIDEOINTERVISTA Malvaldi, c’è profumo di Artusi tutto LIBRI Foto di classe con il maestro Lodi: in «C’è speranza se questo accade a Vho», i suoi diari dal 1951 al 1962 p Continua a pag. VII L ’aspro scandalismo di Lucio Mastronardi, l’abile umorismo di Giovanni Mosca e altri nomi da riscoprire NUMERO 1758 ANNO XXXV SABATO 26 MARZO 2011 DE CESPEDES I romanzi delle donne Una testimonial del femminismo SERRI P.II FANTASCIENZA I mondi del possibile Tre racconti per i ragazzi FRUTTERO P.IX MANGANELLI Tra comico e grottesco Racconti sparsi di un eccentrico MONDO P. III SUL COMODINO De Monticelli, letture per alzare la morale Nell’Agro Romano afine Anni Venti con Felice Socciarelli, in Sardegna con la Giacobbe e Bernardini Per i Ragazzi a Bologna Illustrati, fiabe, romanzi dai bebè agli adolescenti R. Denti e F. Albertazzi da pagina VI a pagina IX I

Tuttolibri n. 1758 (26-03-2011)

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Pagina Fisica: LASTAMPA - NAZIONALE - I - 26/03/11 - Pag. Logica: LASTAMPA/TUTTOLIBRI/01 - Autore: MARGAL - Ora di stampa: 25/03/11 20.08

TITOLI E CONVEGNOMario Lodimaestro, acuradiCarla IdaSalviatiper laGiunti(pp.189,€ 10),ci restituisce informaantologicaC’è speranzasequestoaccadeaVho (uscitonel1963daEinaudieoraabbandonato),accompagnandoquellepaginecosìantiche,ormaistoriche,con fotografie,notecriticheeunapartecipe intervistaalmaestrochediventò l’alfiere inItaliadellascuolaattivaedella«cooperazioneeducativa».UnvideosuLodi saràproiettatoalconvegnoMaestri scrittori,maestri lettori,maestrieducatorichesi terràallaFieradiBologna il30marzo,h.16.Viprenderannoparte,coordinatidaSilvanaSolae introdottidaGiovanniSolimine:VinicioOngini,YvetGrevet, LuisaMattiaeCristinaPetit, chepubblicaoracon IlcastoroMaestrapiccola (pp.191,€ 14).E’ ildiariodiunannoscolasticonatodall’omonimoblog, laquotidianitàminutadeibambini traeoltre ibanchi, ipensieri, ledomande, le visioni,così semplici, così sorprendenti.

I maestri cronistidell’Italia bambina

ANTONIOFAETI

Con Mario Lodi mae-stro, a cura di Carla Ida Salvia-ti, edito da Giunti, ritorna lapossibilità di ascoltare le vocidei bambini del Vho, e raddop-piare anche un’inevitabile con-statazione: nessuno come Ma-rio Lodi ha saputo dar voce aisuoi scolari, loro sono qui, astupirci con l’incantata alteri-tà del loro discorso, collocatinel 1951, nel 1952, ma sottrattialla Storia, oppure da sistema-re entro un’altra storia.

Fin dal 1928, Felice Soccia-relli, con Scuola e vita a Mezza-

selva, allora edito dall’Associa-zione per il Mezzogiorno, rac-contò la sua vicenda di mae-stro in una scuola dell’AgroRomano, cominciata il 22 otto-bre 1919. Ci sono molte foto-grafie, nel suo libro, e appaio-no indispensabili, perché i«bambini mezzaselvesi», con iloro cappelli «da grandi» e ipanni entro cui sono più o me-no infagottati, non sono pro-priamente immaginabili.

Allievo di Giuseppe Lombar-do Radice, attento alla sua col-ta innovazione pedagogica, Soc-ciarelli non si meraviglia che lasua scuola sia una capanna,perché tutta Mezzaselva è fattadi capanne e riproduce invecelo scritto del suo scolaro Quin-tillio, saggio e preciso comequello di un antropologo: «Soito a vedere quelli che falcianola prata pare che non fadiganognente e invece se straccano

tanto». L’edizione del 1954, deLa Scuola di Brescia, mostraFelice Socciarelli come era nel1951 poco prima di morire: haproprio l’aria di un etnologo, diun esploratore di terre lontane,affaticato ma non vinto.

Due maestri che erano an-che apprezzati pittori, ItaloCinti di Bologna e FedericoMoroni di Sant’Arcangelo diRomagna, ci hanno lasciato,con Diario di un anno e con Ri-cordi e amnesie, due splendidetestimonianze sulla quotidiani-tà del maestro artista. Moroni,realista minuzioso, fa lavorarei suoi bambini con chine e pen-nini perché scoprano l’animadelle cose e diventino custodidi una civiltà che le macchine

stanno annullando, Cinti, aero-pittore futurista, conduce lesue classi alla scoperta di esta-si coloristiche vicine ai fauves:entrambi sono cronisti minu-ziosi di quello «stupore infanti-le» descritto da Zolla.

Nel 1957, quando esce la pri-ma edizione del Diario di una ma-estrina di Maria Giacobbe, l’edi-tore Laterza lo fa precedere dauna prefazione di Umberto Za-notti-Bianco che è necessaria epuntuale. Infatti la «maestrina»insegna in quelle zone della Sar-degna dove in quegli anni ci so-no i «banditi di Orgosolo» resi fa-mosi dalla stampa e dal cinema,e l’insegnante sa di dovere lotta-re con i suoi alunni non in vistadi un esito scolastico, sempreconsiderato con scrupolo e conrigore, ma pensando a un riscat-to sociologico di cui pone le basiproprio con questa sua opera sa-piente, poetica e battagliera.

Sempre dalla Sardegnaproviene Le bacchette di Luladi Albino Bernardini - notopoi per Un anno a Pietralata -,

edito da La Nuova Italia nel1969: il capitolo Sesto, La bac-chetta, si offre sempre a unalettura dolorosa e struggen-te, perché è quello in cui inuovi alunni conducono ilnuovo maestro a vedere l’ab-bondante provvista di bac-chette con cui li deve picchia-re e restano sconcertatiquando scoprono che lui nonsa nulla di quella pratica tor-turatoria sulla quale il prece-dente insegnante fondava in-teramente la sua pedagogia ela sua didattica.

Un’impressione non positi-va, fra noi insegnanti di allora,aveva prodotto Il maestro di Vi-gevano, edito da Einaudi nel1962: ai maestri del mio Circo-lo Didattico sembrava che Lu-

cio Mastronardi cercasse loscandalo quasi con i toni delleriviste scandalistiche di allorae, certo, pur parlando di scuo-la, pur mostrando buona cono-scenza di corridoi, coefficientidi anzianità, gerarchie, scattidi stipendio, il maestro cheracconta sa poi solo odiare, iso-larsi, deprimere e deprimersi.

Ci fu anche una curiosacoincidenza editoriale, per-ché Garzanti pubblicò pro-prio allora Il demone meschinodi Fëdor Sologub, scritto nel1907, un autentico capolavo-ro, scritto da un maestro rus-so laureato in pedagogia, do-ve la scuola zarista è pienadello stesso infernale «catra-me dell’anima» così abbon-dante nelle aule di Vigevano.

Non mi è mai apparsa tolle-rabile la studiata sottovaluta-zione pedagogica di cui è statoreso vittima Ricordi di scuoladi Mosca, edito da Rizzoli nel

Con le recensioni e le classifiche dei bestseller

Prima e dopo Mario Lodi Torna il diario della scuola di Vhoe alla Fiera di Bologna si discuterà di insegnanti/scrittori che dandovoce ai loro allievi li hanno resi protagonisti attivi della vita pubblica

OggituttoLIBRIiPad Edition

A cura di:LUCIANO GENTAcon BRUNO QUARANTA

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LA MEMORIA

Gianni Rodari:la vita è unaseria filastrocca

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DIARIO DI LETTURA

Il patriarcadella bibliotecaCassini, la favoladella «De Amicis»ROTONDO P. XI

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VIDEOINTERVISTA

Malvaldi,c’è profumodi Artusi

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Foto di classe con il maestro Lodi: in «C’è speranza se questo accade a Vho», i suoi diari dal 1951 al 1962

p Continua a pag. VII

L’aspro scandalismodi Lucio Mastronardi,l’abile umorismodi Giovanni Moscae altri nomi da riscoprire

NUMERO 1758ANNO XXXVSABATO 26 MARZO 2011

DE CESPEDES

I romanzidelle donneUna testimonialdel femminismoSERRI P.II

FANTASCIENZA

I mondidel possibileTre raccontiper i ragazziFRUTTERO P.IX

MANGANELLI

Tra comicoe grottescoRacconti sparsidi un eccentricoMONDO P. III

SUL COMODINO

De Monticelli,letture peralzare la morale

Nell’Agro Romanoa fine Anni Venticon Felice Socciarelli,in Sardegna conla Giacobbe e Bernardini

Per i Ragazzi a BolognaIllustrati, fiabe, romanzidai bebè agli adolescenti

R. Denti e F. Albertazzida pagina VI a pagina IX

I

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Pagina Fisica: LASTAMPA - NAZIONALE - II - 26/03/11 - Pag. Logica: LASTAMPA/TUTTOLIBRI/02 - Autore: MARGAL - Ora di stampa: 25/03/11 20.08

De Céspedes In un Meridiano i romanzipiù noti (e un inedito) della scrittrice chefu la testimonial più amata del femminismo

ANDREACORTELLESSA

Di norma, di uno spet-tacolo si legge un programmadi sala. E di una mostra un ca-talogo. Del lavoro degli ultimiquattro anni del gruppo tea-trale di Ravenna Fanny &Alexander (al secolo ChiaraLagani, dramaturgo e attrice,e Luigi de Angelis regista: me-no di 75 anni in due ma sullescene da 18…) ci viene inveceproposto un Atlante.

Anzitutto perché non di unsemplice spettacolo si tratta,bensì d'un «viaggio teatrale» indieci tappe. Da Dorothy. Scon-certo per Oz, all'inizio del 2007,a West, ancora in tournée.

Ma on the road da sempre èla vita dei teatranti. Il vero«viaggio» è quello all'internodel testo di F&A, nonché il no-stro nel loro continente di im-magini ed enigmi.

Il «testo» è Il mago di Oz: lafiaba pubblicata nel 1900 da L.Frank Baum e soprattutto ilfilm diretto nel 1939 da VictorFleming (con la sedicenne JudyGarland nei panni di Dorothy):un territorio attraversato a tut-ti i livelli e in tutte le direzioni,

con un grado di «perversione»ermeneutica che può ricorda-re quello di Giorgio Manganelliin Pinocchio o di Vladimir Na-bokov nell'Evgenij Onegin (e in-fatti il «viaggio» precedente diF&A s'era addentratonell'«Antiterra» di Ada o ardo-re, proprio di Nabokov). In que-sto modo gli spettatori sono co-stretti a essere complici dellospettacolo: farsi parte attiva,cioè, del suo senso. Che è quan-to accade pure con le fiabe.Specie quando le rileggiamoda adulti, accorgendoci chel'innocua parabola d'un tempoci rivela - a distanza - una par-te profonda di noi stessi.

Intervistata dal collettivoAltre Velocità (nel loro volumeUn colpo, edito da Longo, pp.64, €15) dice Chiara Lagani: ilmito è uno «specchio in cui siscorge all'improvviso il propriovolto», in un processo che «riat-tiva l'archetipo, lo svela e lo farinascere». In tempi di semprepiù uggiosa estetica del docu-mento e del «fatto vero», è que-sto - dicono F&A - un ben piùprofondo «realismo psichico».Che, anziché imporre a tutti lastessa realtà (cioè lo stesso ste-reotipo), a ciascuno evoca lapropria realtà.

Ma così si comportano altre-sì - spiegava il grande Aby War-burg - le immagini del passato,le quali sopravvivono come pa-thosformel: combinazioni di sti-moli sensoriali e psichici che siriattivano a distanza. Ecco per-ché l'Atlante di O/Z - come quel-lo a suo tempo composto daWarburg con Mnemosyne (conin più un gusto destrutturantee combinatorio che rinvia a S/Z

di Roland Barthes) - è una seriedi 37 tavole: più immagini sovrap-poste e una parola-titolo che evo-cano le «immagini attive» delfilm di partenza (per esempio ilCiclone - che trascina Dorothydal suo Kansas in bianco e nero almondo a colori di Oz - richiamaopere visive di Hans Bellmer eLouise Bourgeois, ma anche l'ac-conciatura «a vortice» di Kim No-vak in Vertigo di Hitchcock).

Dopo di che 37 complici illu-stri (teatranti, artisti, critici estudiosi: da Stefano Bartezzaghia Marco Belpoliti e Goffredo Fo-fi, da Stefano Chiodi a Elio Gra-zioli e Antonella Sbrilli, da Fabri-zio Arcuri a Ermanna Montana-ri e Teatrino Clandestino) inter-vengono a commentarle. Ognitavola è un test: per loro comeper noi, a distanza.

L'effetto è quello di un conti-nuo s / paesamento. Atterrati nelmondo del sogno (rispetto al li-bro, il film fa coincidere i magiciaiutanti della ragazza - l'Uomo diLatta, il Leone Fifone, lo Spaven-tapasseri - con le figure «reali»

della sua vita diurna: e del restol'anno del libro è lo stesso dell'In-terpretazione dei sogni di Freu-d…), dice Dorothy al suo cagnoli-no: «Toto, ho l'impressione chenoi non siamo più nel Kansas».

Eppure il sogno non fa altroche svelarci la nostra vita, la fia-ba il nostro presente. Infatti soloadesso si capisce perché ai duecapi del «viaggio» - e nelle due co-pertine del suo «atlante» - ci sia-no figure così distanti come il pic-colo Hitler che F&A hanno rical-cato su Him di Maurizio Cattelane la Dorothy cinquantenne estressatissima di West (imperso-nati, in due formidabili proved'attore, da Marco Cavalcoli e dauna Francesca Mazza perciò insi-gnita del Premio Ubu). Mentre ilprimo «dirige» un'orchestra im-maginaria che «esegue» l'interofilm, la seconda viene «diretta»da ordini sempre più pressanti.L'Occidente è un Mago che do-vrebbe salvarci, ma si rivela unMistificatore che ci urla ordini.

Spiega però Massimo Recal-cati - in quella che è forse la tavo-la-chiave - che il totalitarismo dioggi non è più quello scenografi-co (e «teatrale») del '39. Come ilnostro presente esso è microsco-pico, reticolare, onninvasivo: «ilnuovo leader, il leader senza pul-pito, è solo davanti allo specchio.Il suo cinismo è una forma estre-ma di narcisismo».

Il Mago che dobbiamo sma-scherare, l'Hitler che dobbiamoriconoscere puerile e risibile, èquello chiuso dentro di noi. AllaStrega Cattiva dell'Ovest, che ciintima «Arrenditi Dorothy!»,dobbiamo fare di tutto per nonarrenderci. È tempo di partireper un altro viaggio.

LORENZOMONDO

E’ un bel regalo, perchi apprezza Giorgio Manga-nelli, potersi immergere - deli-ziarsi e smarrirsi - in un volu-me di oltre trecento pagine (Tiucciderò mia capitale), che rac-coglie racconti per lo più inedi-ti o dispersi su fogli difficilmen-te consultabili.

Per Manganelli, si sa, rac-conto è una definizione di co-modo, perché in lui contano so-prattutto i moti interiori chedissezionano, deformano e al-la fine annullano fatti e perso-naggi, il cedimento a quelloche egli definirà l’antropomor-fismo narrativo. Anche i testipiù precoci, meno manganel-liani, annunciano un percorsoche, muovendo dal 1940, giun-gerà alle pagine pressochéconclusive di Dall’inferno. Ilpiù eccentrico degli scrittoriitaliani moderni, il genio del«comico» e del grottesco, il sa-piente manipolatore e mesci-datore del linguaggio, vi emer-ge a figura intera.

Va dato merito a SalvatoreSilvano Nigro di avere messoinsieme questo che, oltre a va-

lere per sé, è un vero e propriolaboratorio dello scrittore: ap-plicandosi in una fatica che im-maginiamo spossante a recu-perare carte fitte di ripensa-menti e riprese, a commenta-re il loro complicato intrecciotematico e simbolico. Ne esceun libro in cui il più libero di-vertimento si sposa all’inquie-tudine più fonda. Il teorizzato-re della letteratura come«menzogna», come invenzio-ne di mondi alternativi, di fin-zioni più vere del vero, non siinibisce l’irrisione nei confron-ti degli infimi o solenni luoghicomuni, lo smascheramentodell’ordine sociale e naturale,senza escludere le istituzioniletterarie. Solo per un momen-to (Appunti di un uomo disorien-tato) si inchina davanti a scrit-tori di vocazione diversa. Do-po essersi affannato inutilmen-te sulla macchina da scrivere,passa a leggere delle storiescritte da altri: «... mi disperala semplicità con cui queste co-se esistono, le tocco, ci soffiosopra a veder se perdono con-sistenza come i soffioni, mano, eccole, sempre, dure cose,reali, vere, Flaubert, Dostoiev-schi (...) vorrei dirvi: sono a vo-stra disposizione: usatemi: senon un protagonista, una mac-chietta serve sempre. Ma tut-to questo è self-pity! Disgusto-so! E’ proprio self-pity».

Meglio forse, più produtti-vo, respingere ogni finta grati-ficazione (La rinunzia alla glo-ria), comportarsi come il ra-gazzo che, uscendo dall’infan-zia, rinuncia alla carriera delcapo tribù dei pellerossa, allepenne variopinte di Toro Se-

duto: il che significa, fuor di me-tafora, scoprire la finitudine e lamorte, rendere tollerabile il trat-to di vita che ce ne separa, accet-tare, e parlare, del contingenteanziché degli universali: «E’l’unica lotta con la morte che cisia possibile. Ma è patetica, inu-tile, e sovranamente umile. Unsonetto vale un cocomero: e nelsuo centro, oltre al rosso e al te-nero sangue della cosa viva, c’èil seme della gioia».

Sono occasionali compensa-zioni che l’autore si concede, di-lazioni rispetto a quello che re-sta il tema centrale nella suascrittura. Ne abbiamo già un in-dizio flagrante in uno scritto deidiciott’anni, intitolato Il prete.Dove il protagonista, pur confes-sando a se stesso di non crederenell’esistenza di Dio, non vorreb-be mai rinunciare alla propriacondizione: «La mia vocazione èdi pensare Dio, anche come ilnulla - a questa vocazione nonvorrei sottrarmi».

Ecco, è proprio questa lottacon il nulla che si può riscontra-

re anche nelle sue pagine più di-stratte e apparentemente alie-ne: il nulla delle effimere costru-zioni dell’uomo e della storia, ilnulla del vuoto metafisico.

Manganelli sembra in effettiabitato dall’animo di un predica-tore ateologico e ricorre al pre-stito immaginoso e verbale deidiletti scrittori barocchi, tratta-

tisti e poeti. Si prenda il pezzostupefacente e revulsivo che siintitola L’archimandrita dei de-monofili al suo gregge. Una predi-ca rovesciata, dalla parte deldiavolo, che si fa beffe di chi vor-rebbe trasformare il mondo«con inane, sordida, blasfemacarità». E si compiace delle piùatroci e ributtanti miserie cheaffliggono l’uomo e sono il lasci-

to di un costituzionale disordi-ne, di un universo che si corrom-pe e crolla ininterrottamente.

Giunge perspicua, riguardoallo stile, la notazione di LucianoAnceschi che parlava di «un fan-tastico e ingegnoso Swift rivesti-to con i sontuosi roboni di PadreBartoli». Mentre Salvatore Ni-gro mette a profitto le note di undiario e altri appunti intimi peraddentrarsi nel segreto di Man-ganelli: sul Mestiere di vivere diPavese, che lo seduce fraterna-mente per «quel ritornare co-stantemente sul proprio cuo-re», sulla scrittura intesa come«rito magico e scongiuro».

Manganelli, per trovarescampo alla propria solitudinee alla disperazione, «dovrà im-parare a maneggiare le forzeoscure e le angosce; a circon-darle di dighe letterarie e a ca-nalizzarle nella letteratura». Laparola che non è Verbo ma siostina a battere, tra evasive fu-misterie e ossessivi fantasmi, al-le porte dell’incomprensibile edell’invisibile.

LA TRIESTE DI MUGHINI

Tra eroi e suicidi= Una volta, a Giampiero Mughini capitò di sostare aTrieste. Pochi giorni, il tempo di avvertire «un frusciarecome di anime che non si davano pace, almeno così miparve». Maturò così l’idea di calarsi letterariamente Inuna città atta agli eroi e ai suicidi, come si intitola illibro fresco di stampa per Bompiani (pp. 160, € 15).Un’occasione per scoprire o ri-scoprire una galleria digenialità. Dal «contrabbandiere intellettuale» BobiBazlen a Italo Svevo, dal poeta dialettale Virgilio Giotti aUmberto Saba, da Carlo e Giani Stuparich a QuarantottiGambini, a Claudio Magris.

MIRELLASERRI

Una piccola cubana aRoma negli Anni Venti: ovverouna bambina che giocava sottoi pini e raccontava alle amichet-te storie sull’Isola del Tesoro.Sì, proprio quella di Steven-son, dove però si erano trovatipure suo padre e suo nonno.«Sarà vero?», si interrogavanole altre ragazzette che la scam-biavano per una visionaria.

Inizia così, tra autobiogra-fia e favola, tra iguana e vegeta-zioni lussureggianti dove gli In-dios si ingozzano di terra persoffocare e sfuggire alla perse-cuzione dei conquistadores,Con grande amore, il romanzofino a oggi inedito di Alba deCéspedes. Che vede ora la lucenel Meridiano mondadorianopubblicato in coincidenza conil centenario della nascita dellascrittrice romana che conside-rava Cuba la sua vera patria:aveva dato i natali alla nobileschiatta dove i maschi di casa,come suo nonno, presidentedella Repubblica cubana in lot-ta per l’indipendenza, avevanotutti lo stesso nome, Carlos Ma-nuel. Un’ossessione, questoracconto che la seguì tutta la vi-ta, dagli anni Trenta, quandomorì il padre, ambasciatore inItalia, al 1968 mentre sotto lesue finestre parigine sfilavano

i giovani leoni del maggio fran-cese, fino alla morte nel 1997.

Adesso la ripubblicazioneanche dei Romanzi più noti (ilMeridiano riunisce Nessuno tor-na indietro, Dalla parte di lei,Quaderno proibito, Nel buio del-la notte), con la cura e la bellaintroduzione di Marina Zan-can che ricostruisce percorsoculturale, tecniche di scritturae mix di generi narrativi, ripor-ta sulla scena letteraria la nar-ratrice molto stimata da Palaz-zeschi e Brancati e divenuta,dopo essere stata a lungo di-menticata, la testimonial piùamata del femminismo ruggen-te a partire dagli anni ‘70.

Non era un caso: trascinatedalla sua scrittura fluente, lesue irrequiete ragazze, traboc-canti di ira e di passioni, di furo-ri e di frustrazioni, incarnanola levata di testa femminile neimomenti più difficili del Nove-cento, quelli di basso livello, dirisacca e ristagno politico e cul-turale nella vita della penisola.

Così nello Stivale in camicianera, dove echeggiava il trom-bonesco «siate mogli e madriesemplari!», le studentesse delprimo romanzo, Nessuno tornaindietro, piombarono come cor-renti d’aria che raggelavano leparole d’ordine. Le signorineospitate nell’istituto Grimaldi,in controtendenza, perdono laverginità da ragazzine, diven-tano le mantenute di borghesibenestanti, reclamano auto-nomia. «Non erano conformialla morale fascista», spieghe-rà la de Céspedes.

Lei stessa era allergica a re-gole di cui non riconosceva lafondatezza in una esistenza a

ritmo accelerato: si sposa a 15 an-ni, a 17 diventa madre, a 20 si se-para, a 23 pubblica il primo rac-conto, a 24 sconta alcuni giornidi galera per antifascismo, a 27con il romanzo Nessuno torna in-dietro è autrice di gran successo.Anche nel dopoguerra le suedonne saranno profondamenteirrequiete e desiderose di denun-ciare che nell’Italia liberata c’era-no molti intoppi per il gentil ses-so: Alessandra in Dalla parte dilei - scritto tra il 1945 e il 1948 - sicompiace per l’egualitarismo nel-la vita di coppia nella lotta parti-giana. Le signore che imbraccia-vano il fucile e guardavano negliocchi la morte si erano conqui-state la parità con i maschi.

La de Céspedes a Bari eradivenuta la voce radiofonicadella Resistenza e aveva fonda-to la rivista letteraria Il Mercu-rio (poi passò a collaborare conEpoca e con La Stampa). Peròera arrivata la pace: «Mi esa-sperava, con il ritorno alla nor-malità, ritrovarmi nella condi-zione di subalterna che la socie-tà mi attribuiva. Soltanto unadonna poteva capire quantofosse irritante sentirsi sotto tu-tela». Si profilavano anni noncerto ricchi di opportunità: inQuaderno proibito Valeria vie-ne chiamata «mamma» puredal marito ed è dileggiata e de-nigrata per il lavoro di impiega-ta a cui tiene. «Dopo il fascismo

era arrivata una classe dirigen-te infida e cupida di servili-smo», spiega Alba. E lei si fabeffe di questi nuovi rampantidella fine degli anni ‘60 attra-verso il ricco e stolido avvocatodella Bambolona, portata sulloschermo con gran successo daFranco Giraldi.

Intanto la seguiva fedele neidecenni il romanzo incompiutodedicato al nonno, un Che otto-centesco e romantico morto perla libertà. «Debbo fare in tempoa concluderlo. Le notti sono di-ventate troppo veloci», si dice-

va. Ma anche se le notti fosserostate più lunghe probabilmentenon l’avrebbe mai portato a ter-mine. Era un libro sognante,un’epopea troppo intima e fami-gliare per una lottatrice.

Considerata dai detrattoriun’autrice per signore, un inno-cuo dolcificante, al contrario lesue protagoniste hanno incar-nato il nervo scoperto, il puntodi frattura e di cedimento - benoltre la questione femminile -di società chiuse, ansimanti edal fiato corto. E se la storia siripete, e tante giovani donnedel nostro tempo appaiono dinuovo ingabbiate in ambientiasfittici e poco disponibili ver-so il gentil sesso, queste sue si-gnore e signorine così toste ecoriacee oggi anche loro si riaf-facciano alla ribalta.

L’ESORDIO DI CARLO REPETTI

In Sud America (e ritorno)= «Profumo dolciastro di fiori maturati nel caldo delmattino, odore di candele e di finestre chiuse...», mentrearrivano da lontano le note della canzone più amata,Cielito Lindo: un figlio di immigrati, la sua giovinezza inSud America, il ritorno a casa, un’irrequieta vocazionereligiosa, il secondo Novecento, la domanda di sempre:«Sentinella, a che punto è la notte?». Carlo Repetti,direttore del Teatro Stabile di Genova, per cui ha curato fral’altro il ciclo di letture della Divina Commedia, esordiscenella narrativa con il breve romanzo Insolita storia di unavita normale (Einaudi, pp. 138, € 12,50).

UNA CARTOLINA GIUNTA IN RITARDOComincia così il racconto di Giorgio Manganelli «La cartolina»Correvoaperdifiatosotto la fittanevediRoma,stringendo, lamanonellatasca, lacartolinaricevutaquellastessanotte;correvoepiangevo,attraversavomonumenti, scostavofradicevolutecorinzie;mendicantipazienti, incredibilmentecanuti,nevicatidivecchiaia,miguardavanoconplacatariprovazione;ediopiangevoecorrevoversolastazione,quellaminuscolastazionefittadi treni indecomposizione,copertidiederaedimuffa,epiangevo,giacchénellamiamanostringevounacartolinadimiopadre,arrivataquellanotte,consegnatadaunpostinotristeesibilante,equivocoetetro;unacartolinacheportava ladataditregiorniprima,edueparoledimiopadre:«Perchénonti faimaivivo?»;emiopadreeramortodavent’anni. da «Ti ucciderò, mia capitale», per gentile concessione di Adelphi

CARMELO BENE

Contro il cinema= Perché Carmelo Bene non fa più cinema? «Perchénon ne vedo né l’utile né l’inutile (...). Oggi non ci puòessere una specie di audience adeguata. E’ finito anchequello». Così dichiarò a Goffredo Fofi. E’ tra le intervistee gli interventi (tra gli altri Oreste del Buono)raccolti inCarmelo Bene contro il cinema (Minimum fax, pp.196, € 15, a cura di Emiliano Morreale, che di lui parlacome di «un santo visionario» in fine ribellatosi alleimmagini). Tra i film realizzati dall’eclettico attore,scomparso nel 2002, «Nostra Signora dei Turchi»,«Capricci», «Don Giovanni», «Salomé».

CESARE DE SETA E IL FASCINO DELL’ITALIA

Dal Rinascimento al ’700= Fra i maggiori storici dell’arte e dell’architettura,Cesare De Seta illustra Il fascino dell’Italia nell’etàmoderna per Raffaello Cortina (pp. 134, € 14,50). DalRinascimento al Grand Tour, come è stata promossa lacultura italiana in Europa: la patria delle «umane lettere»per Dürer ed Erasmo da Rotterdam, le ville del Palladio, laluce di Giorgione e Tiziano, il Principe di Machiavelli. Una«fortuna» (la machiavellica fortuna ch’è virtù, verrebbe dadire) che raggiunge l’apice nel Settecento. Il Bel Paese (lavisita alle sue bellezze) diverrà allora cruciale nellaformazione della coscienza europea.

LE PASSIONI DI UMBERTO PASTI

Più felice del mondo= Umberto Pasti compone un elzeviristico inventariodelle sue passioni. Tredici incontri, nel segnodell’amatissimo Proust, di cui ha tradotto le lettere allamadre, qui «ritrovato» evocando il barone di Charlus(«Proust è una malia, una malattia»). E, con Proust, untombarolo egiziano, il fascino del Marocco, l’arte islamicae l’arte occidentale («L’ultimo Picasso»), il fascino dellanatura, le letture e gli amori, la ricerca, ovunque, in ognipaesaggio come in ogni figura, della bellezza, con losguardo del bambino Più felice del mondo (Bompiani,pp. 144, € 15, disegni di Pierre Le-Tan).

UNA TESTIMONIANZA

Così a 18 anni scoprii «Nessuno torna indietro»La miaconoscenzadiAlbadeCéspedesè segnatadadueepisodi,moltodiversi tra loro,emoltoantichi. Ilprimorisaleal1939,quandofupubblicatoNessunotorna indietro. Lo lessiallora,avevodiciottoanni,emisembròl’unicoromanzo italianomoderno,attuale. Finoallora,aldi làdei testicosiddetti classici italiani, conoscevosoprattuttoromanzi inglesi, e infranceseeropassatadallaBibliothèquerosedellaComtessedeSégurallesdolcinaturedemafille, cheandrebberotuttavia rivalutate, almenoaimieiocchi,qualipredecessoridella fictionedella soapopera. LadeCéspedeseratuttadiversa:misembròcheparlassenonsoltantodime,che,espulsaallora,per le leggi razziali,dalla scuolapubblicasipreparavaprivatamente,conpochiamici fedeli,allamaturitàclassica.Mapiuttosto, ingeneraleecongrandecompetenza,dellanostragioventùconfusa,divisa traaspirazioniuniversitarieebisognodiamore,diaffermazionipersonali econtinuanecessitàdinegareotrasformare lapropria identità.E, soprattutto,diunamescolanzadipaure, sullequali incombeva l’imminenzadellaguerrae ildestino,cheattendeva inparticolare i ragazziaiquali volevamobene.Il secondo incontroavvenne intornoal1949,quandoladeCéspedessitrovavaaWashingtoncon ilmaritoFrancoBounous, secondosegretariodell’ambasciatad’Italia.Venneaparlarealla JohnsHopkinsUniversityecostituìunadoppiarivelazione:contrariamenteall’immaginedell’Italia, cheinAmericaeraancoraquelladellanazionesconfitta,povera,distruttadeifilmneorealisti, ladeCéspedesapparveatuttibellissimaedelegantissima.Edotatapoidiquell’ascendenzacubana, che l’avvicinòalla sensibilitàdegliintellettuali spagnoliallorapresenti, come,adesempio,PedroSalinas. AngelaBianchini

Smascherareil mago di Ozchiuso in noi

L’ atlante di Laganae De Angelis:un teatro in cuila fiaba e il sognosvelano il presente

Nelle sue prove la lottacontro il nulla delleeffimere costruzionidell’uomo e della storia,un vuoto metafisico

Se un sonettovale un cocomero

Arrivò Albae le donne d’Italiaalzarono la testa

«Ti ucciderò, miacapitale»: esimiedighe letterariecontro la solitudinee la disperazione

Scrittori italianiIITuttolibri

SABATO 26 MARZO 2011LA STAMPA III

Le sue protagonistehanno rappresentatoil nervo scopertodi società chiuse,dal fiato corto

pp Alba de Céspedesp ROMANZIp introduzione e cura

di Marina Zancanp Mondadori, pp. 1753, €55,20p il Meridiano riunisce:p Nessuno torna indietro, 1938

Dalla parte di lei, 1949p Quaderno proibito, 1952p Nel buio della notte, 1973p Con grande amore, rimasto in-

compiuto e inedito, scritto tra fi-ne anni ‘60 e inizio ’80

p «Nessuno torna indietro», il ro-manzo che più rese celebre Al-ba De Céspedes, presentato co-me «narrazione autobiograficadei ricordi di adolescenza», di-ventò un classico. Il Salone dellibro lo ha inserito nella sua li-sta dei 150 libri che «hanno fat-to gli italiani»

pp Giorgio Manganellip TI UCCIDERO’, MIA CAPITALEp A cura di S. Silvano Nigrop Adelphi, pp. 376, €25

RITRATTI D’AUTORE

Se questo è Primo Levi= Una nuova figura va ad arricchire la collana«Sestante» dell’editrice Salerno, profili di scrittori neltempo. Da Dante a Pascoli, da Goldoni a Manzoni, daMarino a Poliziano. All’appena uscito Levi (pp. 234,€ 14) di Enrico Mattioda, docente di Letteraturaitaliana all’Università di Torino. Il saggio, in particolare,si sofferma sul Primo Levi autore di racconti scientifici,oltre alla testimonianza del lager. Come si è sviluppatoil suo pensiero, fino alla teoria del caos, quali letture - larivista «Scientific American», per esempio - lo hannoinfluenzato nel lavoro letterario.

pp Fanny & Alexanderp O/Z. Atlante

di un viaggio teatralep Ubulibri, pp. 191, €27

Fanny & Alexander Un viaggioin un mare di immagini ed enigmi

Giorgio Manganelli, il più eccentrico dei nostri scrittori, moriva ventuno anni fa a Roma

Nasceva un secolo fa,considerava Cubala sua vera patria,la stimaronoBrancati e Palazzeschi

Manganelli Racconti per lo più inediti o dispersi:nel laboratorio di un genio del comico e del grottesco

Alba de Céspedes in una fotografia Anni Cinquanta

Carmelo Bene

Alba de Céspedes in un ritratto in Rete di Claudia BerardinelliUn’immagine dal viaggio teatrale di Fanny & Alexander

Disegno di Pierre Le-Tan

150O

Libri d’ItaliaPer il 2011

Page 3: Tuttolibri n. 1758 (26-03-2011)

Pagina Fisica: LASTAMPA - NAZIONALE - III - 26/03/11 - Pag. Logica: LASTAMPA/TUTTOLIBRI/02 - Autore: MARGAL - Ora di stampa: 25/03/11 20.08

De Céspedes In un Meridiano i romanzipiù noti (e un inedito) della scrittrice chefu la testimonial più amata del femminismo

ANDREACORTELLESSA

Di norma, di uno spet-tacolo si legge un programmadi sala. E di una mostra un ca-talogo. Del lavoro degli ultimiquattro anni del gruppo tea-trale di Ravenna Fanny &Alexander (al secolo ChiaraLagani, dramaturgo e attrice,e Luigi de Angelis regista: me-no di 75 anni in due ma sullescene da 18…) ci viene inveceproposto un Atlante.

Anzitutto perché non di unsemplice spettacolo si tratta,bensì d'un «viaggio teatrale» indieci tappe. Da Dorothy. Scon-certo per Oz, all'inizio del 2007,a West, ancora in tournée.

Ma on the road da sempre èla vita dei teatranti. Il vero«viaggio» è quello all'internodel testo di F&A, nonché il no-stro nel loro continente di im-magini ed enigmi.

Il «testo» è Il mago di Oz: lafiaba pubblicata nel 1900 da L.Frank Baum e soprattutto ilfilm diretto nel 1939 da VictorFleming (con la sedicenne JudyGarland nei panni di Dorothy):un territorio attraversato a tut-ti i livelli e in tutte le direzioni,

con un grado di «perversione»ermeneutica che può ricorda-re quello di Giorgio Manganelliin Pinocchio o di Vladimir Na-bokov nell'Evgenij Onegin (e in-fatti il «viaggio» precedente diF&A s'era addentratonell'«Antiterra» di Ada o ardo-re, proprio di Nabokov). In que-sto modo gli spettatori sono co-stretti a essere complici dellospettacolo: farsi parte attiva,cioè, del suo senso. Che è quan-to accade pure con le fiabe.Specie quando le rileggiamoda adulti, accorgendoci chel'innocua parabola d'un tempoci rivela - a distanza - una par-te profonda di noi stessi.

Intervistata dal collettivoAltre Velocità (nel loro volumeUn colpo, edito da Longo, pp.64, €15) dice Chiara Lagani: ilmito è uno «specchio in cui siscorge all'improvviso il propriovolto», in un processo che «riat-tiva l'archetipo, lo svela e lo farinascere». In tempi di semprepiù uggiosa estetica del docu-mento e del «fatto vero», è que-sto - dicono F&A - un ben piùprofondo «realismo psichico».Che, anziché imporre a tutti lastessa realtà (cioè lo stesso ste-reotipo), a ciascuno evoca lapropria realtà.

Ma così si comportano altre-sì - spiegava il grande Aby War-burg - le immagini del passato,le quali sopravvivono come pa-thosformel: combinazioni di sti-moli sensoriali e psichici che siriattivano a distanza. Ecco per-ché l'Atlante di O/Z - come quel-lo a suo tempo composto daWarburg con Mnemosyne (conin più un gusto destrutturantee combinatorio che rinvia a S/Z

di Roland Barthes) - è una seriedi 37 tavole: più immagini sovrap-poste e una parola-titolo che evo-cano le «immagini attive» delfilm di partenza (per esempio ilCiclone - che trascina Dorothydal suo Kansas in bianco e nero almondo a colori di Oz - richiamaopere visive di Hans Bellmer eLouise Bourgeois, ma anche l'ac-conciatura «a vortice» di Kim No-vak in Vertigo di Hitchcock).

Dopo di che 37 complici illu-stri (teatranti, artisti, critici estudiosi: da Stefano Bartezzaghia Marco Belpoliti e Goffredo Fo-fi, da Stefano Chiodi a Elio Gra-zioli e Antonella Sbrilli, da Fabri-zio Arcuri a Ermanna Montana-ri e Teatrino Clandestino) inter-vengono a commentarle. Ognitavola è un test: per loro comeper noi, a distanza.

L'effetto è quello di un conti-nuo s / paesamento. Atterrati nelmondo del sogno (rispetto al li-bro, il film fa coincidere i magiciaiutanti della ragazza - l'Uomo diLatta, il Leone Fifone, lo Spaven-tapasseri - con le figure «reali»

della sua vita diurna: e del restol'anno del libro è lo stesso dell'In-terpretazione dei sogni di Freu-d…), dice Dorothy al suo cagnoli-no: «Toto, ho l'impressione chenoi non siamo più nel Kansas».

Eppure il sogno non fa altroche svelarci la nostra vita, la fia-ba il nostro presente. Infatti soloadesso si capisce perché ai duecapi del «viaggio» - e nelle due co-pertine del suo «atlante» - ci sia-no figure così distanti come il pic-colo Hitler che F&A hanno rical-cato su Him di Maurizio Cattelane la Dorothy cinquantenne estressatissima di West (imperso-nati, in due formidabili proved'attore, da Marco Cavalcoli e dauna Francesca Mazza perciò insi-gnita del Premio Ubu). Mentre ilprimo «dirige» un'orchestra im-maginaria che «esegue» l'interofilm, la seconda viene «diretta»da ordini sempre più pressanti.L'Occidente è un Mago che do-vrebbe salvarci, ma si rivela unMistificatore che ci urla ordini.

Spiega però Massimo Recal-cati - in quella che è forse la tavo-la-chiave - che il totalitarismo dioggi non è più quello scenografi-co (e «teatrale») del '39. Come ilnostro presente esso è microsco-pico, reticolare, onninvasivo: «ilnuovo leader, il leader senza pul-pito, è solo davanti allo specchio.Il suo cinismo è una forma estre-ma di narcisismo».

Il Mago che dobbiamo sma-scherare, l'Hitler che dobbiamoriconoscere puerile e risibile, èquello chiuso dentro di noi. AllaStrega Cattiva dell'Ovest, che ciintima «Arrenditi Dorothy!»,dobbiamo fare di tutto per nonarrenderci. È tempo di partireper un altro viaggio.

LORENZOMONDO

E’ un bel regalo, perchi apprezza Giorgio Manga-nelli, potersi immergere - deli-ziarsi e smarrirsi - in un volu-me di oltre trecento pagine (Tiucciderò mia capitale), che rac-coglie racconti per lo più inedi-ti o dispersi su fogli difficilmen-te consultabili.

Per Manganelli, si sa, rac-conto è una definizione di co-modo, perché in lui contano so-prattutto i moti interiori chedissezionano, deformano e al-la fine annullano fatti e perso-naggi, il cedimento a quelloche egli definirà l’antropomor-fismo narrativo. Anche i testipiù precoci, meno manganel-liani, annunciano un percorsoche, muovendo dal 1940, giun-gerà alle pagine pressochéconclusive di Dall’inferno. Ilpiù eccentrico degli scrittoriitaliani moderni, il genio del«comico» e del grottesco, il sa-piente manipolatore e mesci-datore del linguaggio, vi emer-ge a figura intera.

Va dato merito a SalvatoreSilvano Nigro di avere messoinsieme questo che, oltre a va-

lere per sé, è un vero e propriolaboratorio dello scrittore: ap-plicandosi in una fatica che im-maginiamo spossante a recu-perare carte fitte di ripensa-menti e riprese, a commenta-re il loro complicato intrecciotematico e simbolico. Ne esceun libro in cui il più libero di-vertimento si sposa all’inquie-tudine più fonda. Il teorizzato-re della letteratura come«menzogna», come invenzio-ne di mondi alternativi, di fin-zioni più vere del vero, non siinibisce l’irrisione nei confron-ti degli infimi o solenni luoghicomuni, lo smascheramentodell’ordine sociale e naturale,senza escludere le istituzioniletterarie. Solo per un momen-to (Appunti di un uomo disorien-tato) si inchina davanti a scrit-tori di vocazione diversa. Do-po essersi affannato inutilmen-te sulla macchina da scrivere,passa a leggere delle storiescritte da altri: «... mi disperala semplicità con cui queste co-se esistono, le tocco, ci soffiosopra a veder se perdono con-sistenza come i soffioni, mano, eccole, sempre, dure cose,reali, vere, Flaubert, Dostoiev-schi (...) vorrei dirvi: sono a vo-stra disposizione: usatemi: senon un protagonista, una mac-chietta serve sempre. Ma tut-to questo è self-pity! Disgusto-so! E’ proprio self-pity».

Meglio forse, più produtti-vo, respingere ogni finta grati-ficazione (La rinunzia alla glo-ria), comportarsi come il ra-gazzo che, uscendo dall’infan-zia, rinuncia alla carriera delcapo tribù dei pellerossa, allepenne variopinte di Toro Se-

duto: il che significa, fuor di me-tafora, scoprire la finitudine e lamorte, rendere tollerabile il trat-to di vita che ce ne separa, accet-tare, e parlare, del contingenteanziché degli universali: «E’l’unica lotta con la morte che cisia possibile. Ma è patetica, inu-tile, e sovranamente umile. Unsonetto vale un cocomero: e nelsuo centro, oltre al rosso e al te-nero sangue della cosa viva, c’èil seme della gioia».

Sono occasionali compensa-zioni che l’autore si concede, di-lazioni rispetto a quello che re-sta il tema centrale nella suascrittura. Ne abbiamo già un in-dizio flagrante in uno scritto deidiciott’anni, intitolato Il prete.Dove il protagonista, pur confes-sando a se stesso di non crederenell’esistenza di Dio, non vorreb-be mai rinunciare alla propriacondizione: «La mia vocazione èdi pensare Dio, anche come ilnulla - a questa vocazione nonvorrei sottrarmi».

Ecco, è proprio questa lottacon il nulla che si può riscontra-

re anche nelle sue pagine più di-stratte e apparentemente alie-ne: il nulla delle effimere costru-zioni dell’uomo e della storia, ilnulla del vuoto metafisico.

Manganelli sembra in effettiabitato dall’animo di un predica-tore ateologico e ricorre al pre-stito immaginoso e verbale deidiletti scrittori barocchi, tratta-

tisti e poeti. Si prenda il pezzostupefacente e revulsivo che siintitola L’archimandrita dei de-monofili al suo gregge. Una predi-ca rovesciata, dalla parte deldiavolo, che si fa beffe di chi vor-rebbe trasformare il mondo«con inane, sordida, blasfemacarità». E si compiace delle piùatroci e ributtanti miserie cheaffliggono l’uomo e sono il lasci-

to di un costituzionale disordi-ne, di un universo che si corrom-pe e crolla ininterrottamente.

Giunge perspicua, riguardoallo stile, la notazione di LucianoAnceschi che parlava di «un fan-tastico e ingegnoso Swift rivesti-to con i sontuosi roboni di PadreBartoli». Mentre Salvatore Ni-gro mette a profitto le note di undiario e altri appunti intimi peraddentrarsi nel segreto di Man-ganelli: sul Mestiere di vivere diPavese, che lo seduce fraterna-mente per «quel ritornare co-stantemente sul proprio cuo-re», sulla scrittura intesa come«rito magico e scongiuro».

Manganelli, per trovarescampo alla propria solitudinee alla disperazione, «dovrà im-parare a maneggiare le forzeoscure e le angosce; a circon-darle di dighe letterarie e a ca-nalizzarle nella letteratura». Laparola che non è Verbo ma siostina a battere, tra evasive fu-misterie e ossessivi fantasmi, al-le porte dell’incomprensibile edell’invisibile.

LA TRIESTE DI MUGHINI

Tra eroi e suicidi= Una volta, a Giampiero Mughini capitò di sostare aTrieste. Pochi giorni, il tempo di avvertire «un frusciarecome di anime che non si davano pace, almeno così miparve». Maturò così l’idea di calarsi letterariamente Inuna città atta agli eroi e ai suicidi, come si intitola illibro fresco di stampa per Bompiani (pp. 160, € 15).Un’occasione per scoprire o ri-scoprire una galleria digenialità. Dal «contrabbandiere intellettuale» BobiBazlen a Italo Svevo, dal poeta dialettale Virgilio Giotti aUmberto Saba, da Carlo e Giani Stuparich a QuarantottiGambini, a Claudio Magris.

MIRELLASERRI

Una piccola cubana aRoma negli Anni Venti: ovverouna bambina che giocava sottoi pini e raccontava alle amichet-te storie sull’Isola del Tesoro.Sì, proprio quella di Steven-son, dove però si erano trovatipure suo padre e suo nonno.«Sarà vero?», si interrogavanole altre ragazzette che la scam-biavano per una visionaria.

Inizia così, tra autobiogra-fia e favola, tra iguana e vegeta-zioni lussureggianti dove gli In-dios si ingozzano di terra persoffocare e sfuggire alla perse-cuzione dei conquistadores,Con grande amore, il romanzofino a oggi inedito di Alba deCéspedes. Che vede ora la lucenel Meridiano mondadorianopubblicato in coincidenza conil centenario della nascita dellascrittrice romana che conside-rava Cuba la sua vera patria:aveva dato i natali alla nobileschiatta dove i maschi di casa,come suo nonno, presidentedella Repubblica cubana in lot-ta per l’indipendenza, avevanotutti lo stesso nome, Carlos Ma-nuel. Un’ossessione, questoracconto che la seguì tutta la vi-ta, dagli anni Trenta, quandomorì il padre, ambasciatore inItalia, al 1968 mentre sotto lesue finestre parigine sfilavano

i giovani leoni del maggio fran-cese, fino alla morte nel 1997.

Adesso la ripubblicazioneanche dei Romanzi più noti (ilMeridiano riunisce Nessuno tor-na indietro, Dalla parte di lei,Quaderno proibito, Nel buio del-la notte), con la cura e la bellaintroduzione di Marina Zan-can che ricostruisce percorsoculturale, tecniche di scritturae mix di generi narrativi, ripor-ta sulla scena letteraria la nar-ratrice molto stimata da Palaz-zeschi e Brancati e divenuta,dopo essere stata a lungo di-menticata, la testimonial piùamata del femminismo ruggen-te a partire dagli anni ‘70.

Non era un caso: trascinatedalla sua scrittura fluente, lesue irrequiete ragazze, traboc-canti di ira e di passioni, di furo-ri e di frustrazioni, incarnanola levata di testa femminile neimomenti più difficili del Nove-cento, quelli di basso livello, dirisacca e ristagno politico e cul-turale nella vita della penisola.

Così nello Stivale in camicianera, dove echeggiava il trom-bonesco «siate mogli e madriesemplari!», le studentesse delprimo romanzo, Nessuno tornaindietro, piombarono come cor-renti d’aria che raggelavano leparole d’ordine. Le signorineospitate nell’istituto Grimaldi,in controtendenza, perdono laverginità da ragazzine, diven-tano le mantenute di borghesibenestanti, reclamano auto-nomia. «Non erano conformialla morale fascista», spieghe-rà la de Céspedes.

Lei stessa era allergica a re-gole di cui non riconosceva lafondatezza in una esistenza a

ritmo accelerato: si sposa a 15 an-ni, a 17 diventa madre, a 20 si se-para, a 23 pubblica il primo rac-conto, a 24 sconta alcuni giornidi galera per antifascismo, a 27con il romanzo Nessuno torna in-dietro è autrice di gran successo.Anche nel dopoguerra le suedonne saranno profondamenteirrequiete e desiderose di denun-ciare che nell’Italia liberata c’era-no molti intoppi per il gentil ses-so: Alessandra in Dalla parte dilei - scritto tra il 1945 e il 1948 - sicompiace per l’egualitarismo nel-la vita di coppia nella lotta parti-giana. Le signore che imbraccia-vano il fucile e guardavano negliocchi la morte si erano conqui-state la parità con i maschi.

La de Céspedes a Bari eradivenuta la voce radiofonicadella Resistenza e aveva fonda-to la rivista letteraria Il Mercu-rio (poi passò a collaborare conEpoca e con La Stampa). Peròera arrivata la pace: «Mi esa-sperava, con il ritorno alla nor-malità, ritrovarmi nella condi-zione di subalterna che la socie-tà mi attribuiva. Soltanto unadonna poteva capire quantofosse irritante sentirsi sotto tu-tela». Si profilavano anni noncerto ricchi di opportunità: inQuaderno proibito Valeria vie-ne chiamata «mamma» puredal marito ed è dileggiata e de-nigrata per il lavoro di impiega-ta a cui tiene. «Dopo il fascismo

era arrivata una classe dirigen-te infida e cupida di servili-smo», spiega Alba. E lei si fabeffe di questi nuovi rampantidella fine degli anni ‘60 attra-verso il ricco e stolido avvocatodella Bambolona, portata sulloschermo con gran successo daFranco Giraldi.

Intanto la seguiva fedele neidecenni il romanzo incompiutodedicato al nonno, un Che otto-centesco e romantico morto perla libertà. «Debbo fare in tempoa concluderlo. Le notti sono di-ventate troppo veloci», si dice-

va. Ma anche se le notti fosserostate più lunghe probabilmentenon l’avrebbe mai portato a ter-mine. Era un libro sognante,un’epopea troppo intima e fami-gliare per una lottatrice.

Considerata dai detrattoriun’autrice per signore, un inno-cuo dolcificante, al contrario lesue protagoniste hanno incar-nato il nervo scoperto, il puntodi frattura e di cedimento - benoltre la questione femminile -di società chiuse, ansimanti edal fiato corto. E se la storia siripete, e tante giovani donnedel nostro tempo appaiono dinuovo ingabbiate in ambientiasfittici e poco disponibili ver-so il gentil sesso, queste sue si-gnore e signorine così toste ecoriacee oggi anche loro si riaf-facciano alla ribalta.

L’ESORDIO DI CARLO REPETTI

In Sud America (e ritorno)= «Profumo dolciastro di fiori maturati nel caldo delmattino, odore di candele e di finestre chiuse...», mentrearrivano da lontano le note della canzone più amata,Cielito Lindo: un figlio di immigrati, la sua giovinezza inSud America, il ritorno a casa, un’irrequieta vocazionereligiosa, il secondo Novecento, la domanda di sempre:«Sentinella, a che punto è la notte?». Carlo Repetti,direttore del Teatro Stabile di Genova, per cui ha curato fral’altro il ciclo di letture della Divina Commedia, esordiscenella narrativa con il breve romanzo Insolita storia di unavita normale (Einaudi, pp. 138, € 12,50).

UNA CARTOLINA GIUNTA IN RITARDOComincia così il racconto di Giorgio Manganelli «La cartolina»Correvoaperdifiatosotto la fittanevediRoma,stringendo, lamanonellatasca, lacartolinaricevutaquellastessanotte;correvoepiangevo,attraversavomonumenti, scostavofradicevolutecorinzie;mendicantipazienti, incredibilmentecanuti,nevicatidivecchiaia,miguardavanoconplacatariprovazione;ediopiangevoecorrevoversolastazione,quellaminuscolastazionefittadi treni indecomposizione,copertidiederaedimuffa,epiangevo,giacchénellamiamanostringevounacartolinadimiopadre,arrivataquellanotte,consegnatadaunpostinotristeesibilante,equivocoetetro;unacartolinacheportava ladataditregiorniprima,edueparoledimiopadre:«Perchénonti faimaivivo?»;emiopadreeramortodavent’anni. da «Ti ucciderò, mia capitale», per gentile concessione di Adelphi

CARMELO BENE

Contro il cinema= Perché Carmelo Bene non fa più cinema? «Perchénon ne vedo né l’utile né l’inutile (...). Oggi non ci puòessere una specie di audience adeguata. E’ finito anchequello». Così dichiarò a Goffredo Fofi. E’ tra le intervistee gli interventi (tra gli altri Oreste del Buono)raccolti inCarmelo Bene contro il cinema (Minimum fax, pp.196, € 15, a cura di Emiliano Morreale, che di lui parlacome di «un santo visionario» in fine ribellatosi alleimmagini). Tra i film realizzati dall’eclettico attore,scomparso nel 2002, «Nostra Signora dei Turchi»,«Capricci», «Don Giovanni», «Salomé».

CESARE DE SETA E IL FASCINO DELL’ITALIA

Dal Rinascimento al ’700= Fra i maggiori storici dell’arte e dell’architettura,Cesare De Seta illustra Il fascino dell’Italia nell’etàmoderna per Raffaello Cortina (pp. 134, € 14,50). DalRinascimento al Grand Tour, come è stata promossa lacultura italiana in Europa: la patria delle «umane lettere»per Dürer ed Erasmo da Rotterdam, le ville del Palladio, laluce di Giorgione e Tiziano, il Principe di Machiavelli. Una«fortuna» (la machiavellica fortuna ch’è virtù, verrebbe dadire) che raggiunge l’apice nel Settecento. Il Bel Paese (lavisita alle sue bellezze) diverrà allora cruciale nellaformazione della coscienza europea.

LE PASSIONI DI UMBERTO PASTI

Più felice del mondo= Umberto Pasti compone un elzeviristico inventariodelle sue passioni. Tredici incontri, nel segnodell’amatissimo Proust, di cui ha tradotto le lettere allamadre, qui «ritrovato» evocando il barone di Charlus(«Proust è una malia, una malattia»). E, con Proust, untombarolo egiziano, il fascino del Marocco, l’arte islamicae l’arte occidentale («L’ultimo Picasso»), il fascino dellanatura, le letture e gli amori, la ricerca, ovunque, in ognipaesaggio come in ogni figura, della bellezza, con losguardo del bambino Più felice del mondo (Bompiani,pp. 144, € 15, disegni di Pierre Le-Tan).

UNA TESTIMONIANZA

Così a 18 anni scoprii «Nessuno torna indietro»La miaconoscenzadiAlbadeCéspedesè segnatadadueepisodi,moltodiversi tra loro,emoltoantichi. Ilprimorisaleal1939,quandofupubblicatoNessunotorna indietro. Lo lessiallora,avevodiciottoanni,emisembròl’unicoromanzo italianomoderno,attuale. Finoallora,aldi làdei testicosiddetti classici italiani, conoscevosoprattuttoromanzi inglesi, e infranceseeropassatadallaBibliothèquerosedellaComtessedeSégurallesdolcinaturedemafille, cheandrebberotuttavia rivalutate, almenoaimieiocchi,qualipredecessoridella fictionedella soapopera. LadeCéspedeseratuttadiversa:misembròcheparlassenonsoltantodime,che,espulsaallora,per le leggi razziali,dalla scuolapubblicasipreparavaprivatamente,conpochiamici fedeli,allamaturitàclassica.Mapiuttosto, ingeneraleecongrandecompetenza,dellanostragioventùconfusa,divisa traaspirazioniuniversitarieebisognodiamore,diaffermazionipersonali econtinuanecessitàdinegareotrasformare lapropria identità.E, soprattutto,diunamescolanzadipaure, sullequali incombeva l’imminenzadellaguerrae ildestino,cheattendeva inparticolare i ragazziaiquali volevamobene.Il secondo incontroavvenne intornoal1949,quandoladeCéspedessitrovavaaWashingtoncon ilmaritoFrancoBounous, secondosegretariodell’ambasciatad’Italia.Venneaparlarealla JohnsHopkinsUniversityecostituìunadoppiarivelazione:contrariamenteall’immaginedell’Italia, cheinAmericaeraancoraquelladellanazionesconfitta,povera,distruttadeifilmneorealisti, ladeCéspedesapparveatuttibellissimaedelegantissima.Edotatapoidiquell’ascendenzacubana, che l’avvicinòalla sensibilitàdegliintellettuali spagnoliallorapresenti, come,adesempio,PedroSalinas. AngelaBianchini

Smascherareil mago di Ozchiuso in noi

L’ atlante di Laganae De Angelis:un teatro in cuila fiaba e il sognosvelano il presente

Nelle sue prove la lottacontro il nulla delleeffimere costruzionidell’uomo e della storia,un vuoto metafisico

Se un sonettovale un cocomero

Arrivò Albae le donne d’Italiaalzarono la testa

«Ti ucciderò, miacapitale»: esimiedighe letterariecontro la solitudinee la disperazione

Scrittori italianiIITuttolibri

SABATO 26 MARZO 2011LA STAMPA III

Le sue protagonistehanno rappresentatoil nervo scopertodi società chiuse,dal fiato corto

pp Alba de Céspedesp ROMANZIp introduzione e cura

di Marina Zancanp Mondadori, pp. 1753, €55,20p il Meridiano riunisce:p Nessuno torna indietro, 1938

Dalla parte di lei, 1949p Quaderno proibito, 1952p Nel buio della notte, 1973p Con grande amore, rimasto in-

compiuto e inedito, scritto tra fi-ne anni ‘60 e inizio ’80

p «Nessuno torna indietro», il ro-manzo che più rese celebre Al-ba De Céspedes, presentato co-me «narrazione autobiograficadei ricordi di adolescenza», di-ventò un classico. Il Salone dellibro lo ha inserito nella sua li-sta dei 150 libri che «hanno fat-to gli italiani»

pp Giorgio Manganellip TI UCCIDERO’, MIA CAPITALEp A cura di S. Silvano Nigrop Adelphi, pp. 376, €25

RITRATTI D’AUTORE

Se questo è Primo Levi= Una nuova figura va ad arricchire la collana«Sestante» dell’editrice Salerno, profili di scrittori neltempo. Da Dante a Pascoli, da Goldoni a Manzoni, daMarino a Poliziano. All’appena uscito Levi (pp. 234,€ 14) di Enrico Mattioda, docente di Letteraturaitaliana all’Università di Torino. Il saggio, in particolare,si sofferma sul Primo Levi autore di racconti scientifici,oltre alla testimonianza del lager. Come si è sviluppatoil suo pensiero, fino alla teoria del caos, quali letture - larivista «Scientific American», per esempio - lo hannoinfluenzato nel lavoro letterario.

pp Fanny & Alexanderp O/Z. Atlante

di un viaggio teatralep Ubulibri, pp. 191, €27

Fanny & Alexander Un viaggioin un mare di immagini ed enigmi

Giorgio Manganelli, il più eccentrico dei nostri scrittori, moriva ventuno anni fa a Roma

Nasceva un secolo fa,considerava Cubala sua vera patria,la stimaronoBrancati e Palazzeschi

Manganelli Racconti per lo più inediti o dispersi:nel laboratorio di un genio del comico e del grottesco

Alba de Céspedes in una fotografia Anni Cinquanta

Carmelo Bene

Alba de Céspedes in un ritratto in Rete di Claudia BerardinelliUn’immagine dal viaggio teatrale di Fanny & Alexander

Disegno di Pierre Le-Tan

150O

Libri d’ItaliaPer il 2011

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Pagina Fisica: LASTAMPA - NAZIONALE - IV - 26/03/11 - Pag. Logica: LASTAMPA/TUTTOLIBRI/04 - Autore: MARGAL - Ora di stampa: 25/03/11 20.08

Bernhard Giorno dopo giorno, il diariodi un amico devoto che annotò ogni eventoall’ombra del bizzoso e dispotico scrittore

ELENALOEWENTHAL

E' molto difficile narra-re la Shoah. Per chi non è statotestimone, tutto sembra inade-guato, diluito dall’impotenza dicapire. Eppure non se ne puòfare a meno, man man che iltempo passa, i sopravvissuti sene vanno e la storia inghiottequel passato dentro annali mu-ti. Ma ancora più difficile è, for-se, tentare di trasformare l’or-rore di Auschwitz e dello ster-minio nello sfondo di un raccon-to che si svolge in altri tempi, al-tri mondi: bisogna rendere«giustizia» a quell’orrore senzache perda d’intensità, eppureanche parlare d’altro, di unastoria situata altrove. Tutto, co-sì, si complica.

Questa è forse la debolezzamaggiore del nuovo romanzodi Nicole Krauss, intitolato Lagrande casa e tradotto con ma-no felice da Federica Odderaper Guanda. Si tratta di un ro-manzo complesso, fortementeintrecciato, che esige dal letto-

re un’attenzione costante, qua-si infaticabile. Ma con un’incer-tezza profonda nel mettere incontatto quel passato con i di-versi presenti in cui il romanzoprende corpo. Il vero protago-nista non è un personaggio enemmeno la «casa» del titolo,bensì un mobile: una misterio-sa scrivania piena di segreti edi diciannove cassetti. Questomobile di solito campeggia nel-la casa in cui si trova. Animatoda una forza occulta, scacciavia da intorno a sé qualunquealtro arredo e resta solo ad abi-tare i locali. Una specie di me-sta maledizione lo accompa-gna nelle sue peregrinazioni,

condanna cose e persone a unasolitudine ermetica.

Tanti sono i personaggi: ungiovane poeta cileno inghiottitodal terrore di Pinochet, una scrit-trice approdata in Inghilterracon i Kindertransport che mise-ro in salvo dei bambini tedeschi,durante la guerra. Una famigliaisraeliana con un figlio prima in-troverso e poi transfugo che tor-na a casa dopo tanti anni per il fu-nerale della madre. Una ragazza

del 1972 che è anche sporadico ionarrante. Un antiquario diaspo-rico. Non si sa bene perché, lastoria pullula di studenti di lette-ratura, come se tutto il resto del-lo scibile non potesse nutrire am-bizioni di narrabilità... Questamonotonia risulta banalmenteun po’ stucchevole, forzata.

Mentre quasi per paradossol’energia del romanzo sta nellasua capacità di narrare una cer-ta stanchezza esistenziale, losmarrimento di tutti i personag-gi, senza distinzione di spazio etempo, che prima o poi incrocia-no quel tavolo e in modi diversi ediscordanti ne intuiscono il mi-stero. La scrivania dai dicianno-ve cassetti, che si trova a NewYork e in Cile, a Gerusalemme enell’Ungheria occupata dai nazi-sti, viene ovviamente di laggiù.Dal buco nero della Shoah, delledeportazioni, delle confische edelle fughe di beni, oltre che dianime in cerca di salvezza.

La grande casa è un libro tri-ste, soprattutto malinconico,che condanna a questa inguaribi-le solitudine tutti i suoi personag-gi, anche quelli apparentementecircondati da una frotta di uma-nità viva. Persino i neonati sonoterribilmente soli, in questa sto-ria. E neanche il tempo trascor-so, che è spesso un lungo pontefra gli eventi e il loro racconto,riesce a guarire o anche solo me-dicare questo smarrimento co-mune, che trova radice laggiù,nella realtà che la Shoah misecrudelmentesottosopra.

CLAUDIOGORLIER

Una storia insiemetragica e torbida può essereraccontata intitolandola coni versi di una canzone delica-tamente malinconica. E’ ilcaso dell’ultimo romanzo diJoyce Carol Oates, Uccellinodel paradiso. «Ho perso ilmio biglietto per la terra pro-messa / Uccellino del paradi-so, proprio qui nella mia ma-no» sussurrano i versi finalidella canzone, lasciati in ori-ginale nell’epigrafe del ro-manzo, finemente tradottoda Giuseppe Costigliola.

Ma la tragedia esplode,scandita dalla memoria, pro-prio come un’epigrafe, nellaprima pagina del romanzo,quando apprendiamo che ilpadre della protagonistafemminile, Krista, «una not-te finì crivellato di colpi, di-

ciotto pallottole esplose inuna decina di secondi da unimprovvisato plotone di ese-cuzione di poliziotti del po-sto». Krista lo amava, crede-va nella sua innocenza, e in-sieme soffriva fin da bambi-na, quando un’ordinanza diseparazione legale, provoca-ta dalla brutale uccisione del-la sua supposta amante, loaveva allontanato da lei.

Si chiamava Eddy Diehl,e la sua presenza nel ro-manzo è affidata soprattut-to alla memoria della figliaadolescente.

Siamo nel cuore stessodella provincia americana,nello Stato di New York alconfine con il Canada, nellacittadina di Sparta. Già gliStati Uniti hanno parados-

salmente appropriato, nei to-ponimi, il mito insieme remo-to e presente. Qui la storia siintreccia e si dipana, propriocome in una tragedia classica.

L’amante uccisa, Zoe Krul-ler, affascinante cameriera ecantante di bluegrass che so-gnava la celebrità, aveva la-sciato il marito, di origine pel-lerossa, e il figlio Aaron, em-blematico nome biblico purita-no. In effetti, la grande ereditàpuritana, direi addirittura si-no dalla Lettera scarlatta diHawthorne, sostanzia tutta lanarrativa della prolifica scrit-trice americana, nata nel1938. Così, i figli resi orfanibrutalmente, si troverannotravolti gradualmente, irresi-stibilmente, dalle tentazionidel sesso, dapprima in una di-

mensione non dichiarata, chematura lentamente nell’adole-scenza e diviene travolgentenell’età adulta.

Ci sono gli argomenti tabù,le domande tabù e dunquesenza risposta fin dai tempidella scuola. C’è l’ombra didue morti tragiche. C’è la per-sonalità complessa, quasi dop-pia, dell’eredità pellerossa diAaron, e quella, appunto, puri-tana di Krista.

L’affascinante Aaron la-scia Krista per un primo ma-trimonio fallito, si ricongiun-ge con lei, che ama ricambia-to, che gli darà magari un fi-glio - il secondo, per lui. Ma l’«insaziabile appetito sessua-le» di Aaron, la «sua mascoli-nità», la «sua bellezza», fini-scono per sopraffare Krista,

che si rende conto della suaqualità di «maschio predato-re», come era stato il padredi lei. Lo abbandonerà, la-sciandolo una notte mentreegli dorme profondamente.Lascerà Sparta, la vedràscomparire nella foschia.

Ancora una volta, Oates siimpone quale sacerdote - sa-rei tentato di dire - della gran-de categoria americana dellacompenetrazione tra reali-smo e simbolismo, nel segnodi ciò che chiamerei liturgiadel linguaggio. La perdita diinnocenza si trasforma in em-blema di liberazione. Non im-porta il prezzo che per otte-nerla siamo costretti a paga-re, o scegliamo di pagare. Co-me dice la canzone, è duro vo-lare su ali spezzate.

L’EROE DI PATTERSON

Torna (col botto) Alex Cross= Troppi thriller commerciali interpretati come in unserial tv dalle donne del Club Omicidi: la sequela (spessonoiosa e ripetitiva) ha finito per affossare persino unastar come James Patterson, al punto da oscurare - inclassifica - il salvifico ritorno del suo immenso eroe: AlexCross. Era ora. E non si capisce perché Il registad’inganni (trad. Annamaria Biavasco e Valentina Guani,pp. 314, €18.60, Longanesi) sia stato tenuto nei cassettitanto a lungo, essendo addirittura del 2007. Forse sipuntava sul nome per contrabbandare opere minori.Ma tant’è. Appena ricompare il grande detective nero,

che al cinema ha il volto di Morgan Freeman, è subitobotto. Anche perché il suo nemico principale è un altroredivivo: quel Kyle Craig, il Mastermind, che riesce afuggire dal carcere di massima sicurezza in cui è statorinchiuso e dà il via alla spietata vendetta promessa nelmedesimo istante in cui è stato condannato per i suoiundici, terribili, omicidi. La tela che tesse, perimprigionare Alex, ha la solita micidiale efferatezza.Costruisce una sua personalissima marionetta: un serialkiller nascosto sotto molteplici nomi e personalità che,con la scia di sangue e morte che si lascia dietro,costringe Alex ad abbandonare il buen retiro famigliarein cui si era rifugiato dopo le dimissioni dall’Fbi. E lo fauscire allo scoperto, di nuovo in pista. Esattamente

come ai bei tempi. Pur se, questa volta, assecondato daBianna Bree Stone, investigatrice della Omicidi e suanuova compagna di vita. Come al solito, lo sviluppodell’azione è tesissimo, i colpi di scena battenti. Favoritidal modo di scrivere sincopato, repentino, di Patterson.Lo schema è infatti quello quasi cinematografico di uncapitolo contro l’altro: flash cadenzati di una, massimodue pagine, per passare alla scena successiva.Accelerando sempre. Il pericolo è di esagerare nel ritmoa scapito della profondità psicologica dei personaggi.Ma, in questo caso, l’equilibrio è mantenuto consufficiente maestria. Favorita dal fatto che gli interpretisono facce arcinote. Piero Soria

LUIGIFORTE

Difficile immaginareun'amicizia più improbabiledi quella fra Karl Ignaz Hen-netmair, commerciante di su-ini e poi agente immobiliaredell'Alta Austria, e ThomasBernhard, uno dei massimidrammaturghi e romanzieridel dopoguerra. I due eranolontani anni luce, eppure dalgennaio del 1965, quando loscrittore trentaquattrenneacquistò una casa colonicanel comune di Ohlsdorf, furo-no per un decennio incredibil-mente vicini, quasi insepara-bili. Lo testimonia il volumeUn anno con Thomas Ber-nhard che L'ancora del Medi-terraneo presenta ora a curadi Claudio Groff.

Potrebbe essere una grot-tesca pièce dell’autore di tea-tro, invece è uno spaccato divita; anzi, una cronaca meti-colosa, ossessiva, quasi ma-niacale. Giorno dopo giorno

infatti, per tutto il 1972, il pic-colo borghese Hennetmairannotò di nascosto ognievento quotidiano all'ombradel genio dispotico e bizzosoche, a sua volta, nel racconto«Sì» ne ha tratteggiato l'al-ter ego: un certo signor Mo-ritz che vende terreni, pres-so il quale «anche nella situa-zione più disperata - affermail protagonista - ho sempretrovato rifugio».

E così in effetti fu: quasiquotidianamente Bernhardandava a pranzo dai signoriHennetmair, e quando nonvoleva vedere nessuno Karlgli metteva fuori dalla portaun sacchetto col cibo. A lui siaggrappa lo scrittore, a que-st’uomo qualunque che ri-spetta e difende il suo isola-mento in quell'angolo d'Au-stria dove Thomas aveva de-

ciso di mettere radici forse perattenuare la propria avversio-ne per una patria che amava eodiava al tempo stesso.

Vestiva i panni dei propripersonaggi confinati in unafornace o reclusi fra le nudepareti di un carcere. E nelfrattempo con l'aiuto del-l’agente immobiliare cercavaluoghi sempre più sperduti:

non una, ma due, tre case. Co-me la «Krucka», un'abitazio-ne del Settecento isolata nelbosco, con quattro ettari diterreno e tre tori a cui bada-va un contadino.

Moltiplicava le sue dimore,Thomas Bernhard, per favori-re la scrittura: solo se era sottopressione e gli occorreva dena-ro per qualche investimento, ri-

corda Hennetmair, riusciva ascrivere. Ecco cos’era per lui laletteratura: una fatica da Sisi-fo, un cammino inarrestabile eimprobo. Per fortuna che allavita ci pensava Hennetmair, ilsensale del caos, il mediatorepronto a risolvere ogni proble-ma in cambio del timido acces-so al labirinto dello spirito e al-le intemperanze del genio.

Come un devoto, egli racco-glie ogni frammento, ogni mi-nuta reliquia: conserva bigliet-

ti, annotazioni, documenti diironica pignoleria e registra co-me un sismografo reazioni,umori, bizzarre battute del suoidolo. Difficile dire quanto ilbuon Karl abbia colto di quel-l’iniziazione alla morte che èl'opera di Bernhard o del furio-so sgretolamento di ogni cer-tezza che investe lo scrittore

stesso. Ma una cosa egli capìdurante quel lungo sodalizio:di essere stato testimone diuna creatività straordinaria.

Il suo diario, sigillato da unnotaio e pubblicato solo nel2000 a undici anni dalla mor-te dello scrittore, divental'agone in cui vita e letteratu-ra si scambiano i ruoli, la sce-na dove figure e angoli di pro-vincia si dilatano in esperien-ze senza confini per il grandebalzo nell’Olimpo letterario.Karl non è lo specialista cheannota, ma il testimone stupi-to e partecipe di fisime e furo-ri, delle mille quotidiane invet-tive del grande Bernhard.

Ce n'è per tutti: la casa edi-trice Suhrkamp, il regista Pey-mann, grande interprete delsuo teatro, le accademie, i pre-mi letterari, Salisburgo e Vien-na, i politici a destra e sinistra,le signore della buona società.E poi i colleghi: Böll terribile,Johnson arrogante; mentre lamorte di Doderer lo esalta:«Ora la strada è libera - urla -ora tocca a me».

Ma all'irascibile scrittore sicontrappone non di rado l'iro-nico mattacchione con un mar-cato gusto macabro, incline avariazioni comiche sull’estre-ma unzione o disposto a farsiavvolgere in coperte e giocareal feretro. Non senza cadenzeparadossali quando s'immagi-na angelo sterminatore o, davecchio, spauracchio per i piùpiccini, così da far dire allemamme: «Se non state bravi,arriva il Bernhard!».

Il babau Thomas, l'enfantterrible della letteratura au-striaca, cercava in realtà quel-la tenerezza e confidenza chela società non poteva offrirgli.Averle trovate per dieci anninell’agente immobiliare KarlHennetmair, nella solitudinedei boschi dell'Alta Austria, ful'ennesimo paradosso della suavita. Poi anche quell'incanto siruppe e l'amicizia finì. Non sisa bene perché. Per coerenza,forse. Perché il mondo non of-frisse appigli né effimeri ripari.Liscio, duro e avvolgente comel'opera dello scrittore dentrocui si scivola senza ritorno.

IL POLAR DI VARENNE

Suicidi, in realtà omicidi= Gli sbirri guardano sullo schermo un uomo nudo checorre in mezzo al traffico in senso opposto alla direzionedelle macchine finché si spiaccica contro un Tir. E' la scenainiziale del polar di Antonin Varenne, Sezione suicidi(Einaudi Stile Libero, trad.di Fabio Montrasi, pp.277, € 18).I grandi maestri del poliziesco francese citati sulla fascetta dicopertina, Simenon, Manchette e la Vargas, hanno poco incomune con Varenne, così come Malet e Izzo, se maiun'assonanza di clima e tono narrativo si può rilevare conCrashville di Bourgeade (Newton Compton, 2005), perl'immagine apocalittica di una Parigi slabbrata e borderline,

frantumata in schegge di orrore e violenza.Guérin, quarantenne poliziotto disilluso, indaga su una seriedi omicidi camuffati da suicidi. Lo affianca il suo vice,Lambert, ex panettiere alto, biondo e dinoccolato. Guérin,calvo, con un impermeabile "giallo scolorito", vive solo conun pappagallo, Churchill, che accoglie i rari ospiti conesplosioni di turpiloquio. Si definisce «uno specialista dellamorte volontaria» e riesce a salvare un uomo intenzionato agettarsi da un ponte sulla Senna parlandogli del suopappagallo e della città che sprofonda.I personaggi sono tipi bizzarri che conducono vite precarie,sempre sull'orlo dell'abisso: John, uno psicologo americanoche non si separa mai dal suo arco con le frecce; il suo amicoAlan, un fachiro omosessuale e tossico che ha combattuto

in Iraq durante la guerra del Golfo; Bunker, un ex carceratoche vive con un cane bastardo in una baracca nei giardini delLuxembourg. Alan muore per un'emorragia piantandosispilloni nel corpo durante uno spettacolo di magia in uncabaret (Fakirs è il titolo originale del romanzo), ma il suoamico John e Guérin, presenti in sala, sospettano altro. Tra ilpubblico ci sono due uomini e una bionda, forse gli stessiche Paco, un rigattiere tunisino, aveva visto sfrecciare inmacchina mentre un uomo correva contro il Tir.A parte qualche sentenziosità di troppo, il romanzo si legged'un fiato, per scoprire la mano che si muove nell'ombra esembra regolare la catena di suicidi spettacolari, di uomininudi che vanno incontro alla morte quasi con piacere. Massimo Romano

«La grande casa»:è un mobile il veroprotagonistadi un romanzo in bilicotra passato e presente

Il vicino di casadi un genio,babau dell’Austria

«Uccellino del paradiso»:due figli resibrutalmente orfanisaranno travolti dalletentazioni del sesso

Nei cassettidella scrivaniac’è la Shoah

Lei puritanalui pellerossa

Scrittori stranieriIVTuttolibri

SABATO 26 MARZO 2011LA STAMPA V

pp Karl Ignaz Hennetmairp UN ANNO CON

THOMAS BERNHARDIl diario segretop a cura di Claudio Groffp l’ancora del mediterraneop pp. 440, €25p L’autore conobbe Bernhard in

qualità di agente immobiliare ediventò amico e «custode»

Una cronaca maniacaledi umori e furori:la fatica di scrivere,i giudizi sui «colleghi»,da Böll a Doderer

pp Joyce Carol Oatesp UCCELLINO DEL PARADISOp trad. di Giuseppe Costigliolap Mondadori, pp. 494, €21

N ella letteratura roman-tica inglese - da Char-lotte Brontë fino alla

minore Daphne Du Maurier -cuore del racconto è sempreun antico maniero solitarionella brughiera, ricco di echi edi mistero, in cui si svolgel'azione e si agitano grandiamori e tenaci passioni.

Non se ne discosta La solaidea di te (Neri Pozza, pp. 351,€ 17), palpitante romanzo dell'esordiente di belle speranze Ro-sie Allison. L'azione ha inizionel 1939 quando, dopo la dichia-razione di guerra, Lord Cham-berlain, dispone di allontanareda Londra i bambini in età sco-lare e prescolare per sottrarli airischi dei bombardamenti.

Anna Sands, sensibile e so-gnatrice, si stacca con doloredalla esuberante e vivace ma-dre, dopo la partenza del padreper il fronte, ma ha la fortunadi essere sfollata nel nobile ca-stello di Ashton, circondato daun immenso parco. La varietà

rigogliosa di alberi echeggianti disuoni armoniosi prodotti dal di-verso canto delle foglie, come inun'orchestra dalle infinite varia-zioni, protegge giardini segretidai vividi colori, ma ancor più av-volge nelle proprie mura aviteamori e passioni travolgenti che,espressi nelle liriche oggetto distudio, tracimano per prenderevita nell'anima dei protagonisti.

Lo splendido lord Ashton, mo-derno Rochester gravemente offe-so dalla poliomielite nel pieno ful-

gore dell'età, e l'enigmatica bel-lissima moglie cui inaspettata-mente non è rivolto il suo amorea dispetto delle apparenze, sonoil fulcro intorno al quale ruota-no gli eccezionali insegnanti del-la scuola organizzata per gli ot-tantasei piccoli ospiti. A rende-re più fitto di emozioni il miste-ro del castello serpeggia il fioredel male che esplode in tragediae rende ancor più grandiosal'esperienza della bambina.

Finita la guerra e tornato ilpadre reduce dal conflitto, toc-cherà ad Anna Sands rientrarenel mondo, in quella vita picci-na e normale cui la sua nascital'ha destinata. Spenti gli anti-chi fuochi, può un'adorazioneinfantile come quella da lei nu-trita per l'affascinante LordAshton disperdersi con la giovi-nezza vissuta altrove, fuori dal-le maestose sale del maniero epolverizzarsi nella vita banaledella gente comune? Il romanzooffre una risposta che non sot-trae all'incanto.

pp Nicole Kraussp LA GRANDE CASAp trad. di Federica Odderap Guanda, pp. 335, € 18p L’autrice sarà a Roma il 2 aprile

per Libricome, h. 17, Auditorium

ESORDIOROMANTICO

MIA PELUSO

Un misteroserpeggia

nel castello

Joyce Carol Oates, nata nel 1938,insegna a Princeton, tra le sue

opere «Una famiglia americana»

Karl Hennetmairfu il suo agenteimmobiliare e diventòun suo inseparabile,meticoloso osservatore

Krauss Il tentativo di trasferirein altri mondi l’orrore di Auschwitz

Oates Nel cuore della provincia americana una storiatorbida si intreccia e dipana come una tragedia classica

Antonin Varenne

Thomas Bernhard (1931 - 1989) èstato uno dei più importanti

scrittori del ’900 tedesco. Tra i suoititoli «La fornace» e «La cantina»

James Patterson

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Bernhard Giorno dopo giorno, il diariodi un amico devoto che annotò ogni eventoall’ombra del bizzoso e dispotico scrittore

ELENALOEWENTHAL

E' molto difficile narra-re la Shoah. Per chi non è statotestimone, tutto sembra inade-guato, diluito dall’impotenza dicapire. Eppure non se ne puòfare a meno, man man che iltempo passa, i sopravvissuti sene vanno e la storia inghiottequel passato dentro annali mu-ti. Ma ancora più difficile è, for-se, tentare di trasformare l’or-rore di Auschwitz e dello ster-minio nello sfondo di un raccon-to che si svolge in altri tempi, al-tri mondi: bisogna rendere«giustizia» a quell’orrore senzache perda d’intensità, eppureanche parlare d’altro, di unastoria situata altrove. Tutto, co-sì, si complica.

Questa è forse la debolezzamaggiore del nuovo romanzodi Nicole Krauss, intitolato Lagrande casa e tradotto con ma-no felice da Federica Odderaper Guanda. Si tratta di un ro-manzo complesso, fortementeintrecciato, che esige dal letto-

re un’attenzione costante, qua-si infaticabile. Ma con un’incer-tezza profonda nel mettere incontatto quel passato con i di-versi presenti in cui il romanzoprende corpo. Il vero protago-nista non è un personaggio enemmeno la «casa» del titolo,bensì un mobile: una misterio-sa scrivania piena di segreti edi diciannove cassetti. Questomobile di solito campeggia nel-la casa in cui si trova. Animatoda una forza occulta, scacciavia da intorno a sé qualunquealtro arredo e resta solo ad abi-tare i locali. Una specie di me-sta maledizione lo accompa-gna nelle sue peregrinazioni,

condanna cose e persone a unasolitudine ermetica.

Tanti sono i personaggi: ungiovane poeta cileno inghiottitodal terrore di Pinochet, una scrit-trice approdata in Inghilterracon i Kindertransport che mise-ro in salvo dei bambini tedeschi,durante la guerra. Una famigliaisraeliana con un figlio prima in-troverso e poi transfugo che tor-na a casa dopo tanti anni per il fu-nerale della madre. Una ragazza

del 1972 che è anche sporadico ionarrante. Un antiquario diaspo-rico. Non si sa bene perché, lastoria pullula di studenti di lette-ratura, come se tutto il resto del-lo scibile non potesse nutrire am-bizioni di narrabilità... Questamonotonia risulta banalmenteun po’ stucchevole, forzata.

Mentre quasi per paradossol’energia del romanzo sta nellasua capacità di narrare una cer-ta stanchezza esistenziale, losmarrimento di tutti i personag-gi, senza distinzione di spazio etempo, che prima o poi incrocia-no quel tavolo e in modi diversi ediscordanti ne intuiscono il mi-stero. La scrivania dai dicianno-ve cassetti, che si trova a NewYork e in Cile, a Gerusalemme enell’Ungheria occupata dai nazi-sti, viene ovviamente di laggiù.Dal buco nero della Shoah, delledeportazioni, delle confische edelle fughe di beni, oltre che dianime in cerca di salvezza.

La grande casa è un libro tri-ste, soprattutto malinconico,che condanna a questa inguaribi-le solitudine tutti i suoi personag-gi, anche quelli apparentementecircondati da una frotta di uma-nità viva. Persino i neonati sonoterribilmente soli, in questa sto-ria. E neanche il tempo trascor-so, che è spesso un lungo pontefra gli eventi e il loro racconto,riesce a guarire o anche solo me-dicare questo smarrimento co-mune, che trova radice laggiù,nella realtà che la Shoah misecrudelmentesottosopra.

CLAUDIOGORLIER

Una storia insiemetragica e torbida può essereraccontata intitolandola coni versi di una canzone delica-tamente malinconica. E’ ilcaso dell’ultimo romanzo diJoyce Carol Oates, Uccellinodel paradiso. «Ho perso ilmio biglietto per la terra pro-messa / Uccellino del paradi-so, proprio qui nella mia ma-no» sussurrano i versi finalidella canzone, lasciati in ori-ginale nell’epigrafe del ro-manzo, finemente tradottoda Giuseppe Costigliola.

Ma la tragedia esplode,scandita dalla memoria, pro-prio come un’epigrafe, nellaprima pagina del romanzo,quando apprendiamo che ilpadre della protagonistafemminile, Krista, «una not-te finì crivellato di colpi, di-

ciotto pallottole esplose inuna decina di secondi da unimprovvisato plotone di ese-cuzione di poliziotti del po-sto». Krista lo amava, crede-va nella sua innocenza, e in-sieme soffriva fin da bambi-na, quando un’ordinanza diseparazione legale, provoca-ta dalla brutale uccisione del-la sua supposta amante, loaveva allontanato da lei.

Si chiamava Eddy Diehl,e la sua presenza nel ro-manzo è affidata soprattut-to alla memoria della figliaadolescente.

Siamo nel cuore stessodella provincia americana,nello Stato di New York alconfine con il Canada, nellacittadina di Sparta. Già gliStati Uniti hanno parados-

salmente appropriato, nei to-ponimi, il mito insieme remo-to e presente. Qui la storia siintreccia e si dipana, propriocome in una tragedia classica.

L’amante uccisa, Zoe Krul-ler, affascinante cameriera ecantante di bluegrass che so-gnava la celebrità, aveva la-sciato il marito, di origine pel-lerossa, e il figlio Aaron, em-blematico nome biblico purita-no. In effetti, la grande ereditàpuritana, direi addirittura si-no dalla Lettera scarlatta diHawthorne, sostanzia tutta lanarrativa della prolifica scrit-trice americana, nata nel1938. Così, i figli resi orfanibrutalmente, si troverannotravolti gradualmente, irresi-stibilmente, dalle tentazionidel sesso, dapprima in una di-

mensione non dichiarata, chematura lentamente nell’adole-scenza e diviene travolgentenell’età adulta.

Ci sono gli argomenti tabù,le domande tabù e dunquesenza risposta fin dai tempidella scuola. C’è l’ombra didue morti tragiche. C’è la per-sonalità complessa, quasi dop-pia, dell’eredità pellerossa diAaron, e quella, appunto, puri-tana di Krista.

L’affascinante Aaron la-scia Krista per un primo ma-trimonio fallito, si ricongiun-ge con lei, che ama ricambia-to, che gli darà magari un fi-glio - il secondo, per lui. Ma l’«insaziabile appetito sessua-le» di Aaron, la «sua mascoli-nità», la «sua bellezza», fini-scono per sopraffare Krista,

che si rende conto della suaqualità di «maschio predato-re», come era stato il padredi lei. Lo abbandonerà, la-sciandolo una notte mentreegli dorme profondamente.Lascerà Sparta, la vedràscomparire nella foschia.

Ancora una volta, Oates siimpone quale sacerdote - sa-rei tentato di dire - della gran-de categoria americana dellacompenetrazione tra reali-smo e simbolismo, nel segnodi ciò che chiamerei liturgiadel linguaggio. La perdita diinnocenza si trasforma in em-blema di liberazione. Non im-porta il prezzo che per otte-nerla siamo costretti a paga-re, o scegliamo di pagare. Co-me dice la canzone, è duro vo-lare su ali spezzate.

L’EROE DI PATTERSON

Torna (col botto) Alex Cross= Troppi thriller commerciali interpretati come in unserial tv dalle donne del Club Omicidi: la sequela (spessonoiosa e ripetitiva) ha finito per affossare persino unastar come James Patterson, al punto da oscurare - inclassifica - il salvifico ritorno del suo immenso eroe: AlexCross. Era ora. E non si capisce perché Il registad’inganni (trad. Annamaria Biavasco e Valentina Guani,pp. 314, €18.60, Longanesi) sia stato tenuto nei cassettitanto a lungo, essendo addirittura del 2007. Forse sipuntava sul nome per contrabbandare opere minori.Ma tant’è. Appena ricompare il grande detective nero,

che al cinema ha il volto di Morgan Freeman, è subitobotto. Anche perché il suo nemico principale è un altroredivivo: quel Kyle Craig, il Mastermind, che riesce afuggire dal carcere di massima sicurezza in cui è statorinchiuso e dà il via alla spietata vendetta promessa nelmedesimo istante in cui è stato condannato per i suoiundici, terribili, omicidi. La tela che tesse, perimprigionare Alex, ha la solita micidiale efferatezza.Costruisce una sua personalissima marionetta: un serialkiller nascosto sotto molteplici nomi e personalità che,con la scia di sangue e morte che si lascia dietro,costringe Alex ad abbandonare il buen retiro famigliarein cui si era rifugiato dopo le dimissioni dall’Fbi. E lo fauscire allo scoperto, di nuovo in pista. Esattamente

come ai bei tempi. Pur se, questa volta, assecondato daBianna Bree Stone, investigatrice della Omicidi e suanuova compagna di vita. Come al solito, lo sviluppodell’azione è tesissimo, i colpi di scena battenti. Favoritidal modo di scrivere sincopato, repentino, di Patterson.Lo schema è infatti quello quasi cinematografico di uncapitolo contro l’altro: flash cadenzati di una, massimodue pagine, per passare alla scena successiva.Accelerando sempre. Il pericolo è di esagerare nel ritmoa scapito della profondità psicologica dei personaggi.Ma, in questo caso, l’equilibrio è mantenuto consufficiente maestria. Favorita dal fatto che gli interpretisono facce arcinote. Piero Soria

LUIGIFORTE

Difficile immaginareun'amicizia più improbabiledi quella fra Karl Ignaz Hen-netmair, commerciante di su-ini e poi agente immobiliaredell'Alta Austria, e ThomasBernhard, uno dei massimidrammaturghi e romanzieridel dopoguerra. I due eranolontani anni luce, eppure dalgennaio del 1965, quando loscrittore trentaquattrenneacquistò una casa colonicanel comune di Ohlsdorf, furo-no per un decennio incredibil-mente vicini, quasi insepara-bili. Lo testimonia il volumeUn anno con Thomas Ber-nhard che L'ancora del Medi-terraneo presenta ora a curadi Claudio Groff.

Potrebbe essere una grot-tesca pièce dell’autore di tea-tro, invece è uno spaccato divita; anzi, una cronaca meti-colosa, ossessiva, quasi ma-niacale. Giorno dopo giorno

infatti, per tutto il 1972, il pic-colo borghese Hennetmairannotò di nascosto ognievento quotidiano all'ombradel genio dispotico e bizzosoche, a sua volta, nel racconto«Sì» ne ha tratteggiato l'al-ter ego: un certo signor Mo-ritz che vende terreni, pres-so il quale «anche nella situa-zione più disperata - affermail protagonista - ho sempretrovato rifugio».

E così in effetti fu: quasiquotidianamente Bernhardandava a pranzo dai signoriHennetmair, e quando nonvoleva vedere nessuno Karlgli metteva fuori dalla portaun sacchetto col cibo. A lui siaggrappa lo scrittore, a que-st’uomo qualunque che ri-spetta e difende il suo isola-mento in quell'angolo d'Au-stria dove Thomas aveva de-

ciso di mettere radici forse perattenuare la propria avversio-ne per una patria che amava eodiava al tempo stesso.

Vestiva i panni dei propripersonaggi confinati in unafornace o reclusi fra le nudepareti di un carcere. E nelfrattempo con l'aiuto del-l’agente immobiliare cercavaluoghi sempre più sperduti:

non una, ma due, tre case. Co-me la «Krucka», un'abitazio-ne del Settecento isolata nelbosco, con quattro ettari diterreno e tre tori a cui bada-va un contadino.

Moltiplicava le sue dimore,Thomas Bernhard, per favori-re la scrittura: solo se era sottopressione e gli occorreva dena-ro per qualche investimento, ri-

corda Hennetmair, riusciva ascrivere. Ecco cos’era per lui laletteratura: una fatica da Sisi-fo, un cammino inarrestabile eimprobo. Per fortuna che allavita ci pensava Hennetmair, ilsensale del caos, il mediatorepronto a risolvere ogni proble-ma in cambio del timido acces-so al labirinto dello spirito e al-le intemperanze del genio.

Come un devoto, egli racco-glie ogni frammento, ogni mi-nuta reliquia: conserva bigliet-

ti, annotazioni, documenti diironica pignoleria e registra co-me un sismografo reazioni,umori, bizzarre battute del suoidolo. Difficile dire quanto ilbuon Karl abbia colto di quel-l’iniziazione alla morte che èl'opera di Bernhard o del furio-so sgretolamento di ogni cer-tezza che investe lo scrittore

stesso. Ma una cosa egli capìdurante quel lungo sodalizio:di essere stato testimone diuna creatività straordinaria.

Il suo diario, sigillato da unnotaio e pubblicato solo nel2000 a undici anni dalla mor-te dello scrittore, divental'agone in cui vita e letteratu-ra si scambiano i ruoli, la sce-na dove figure e angoli di pro-vincia si dilatano in esperien-ze senza confini per il grandebalzo nell’Olimpo letterario.Karl non è lo specialista cheannota, ma il testimone stupi-to e partecipe di fisime e furo-ri, delle mille quotidiane invet-tive del grande Bernhard.

Ce n'è per tutti: la casa edi-trice Suhrkamp, il regista Pey-mann, grande interprete delsuo teatro, le accademie, i pre-mi letterari, Salisburgo e Vien-na, i politici a destra e sinistra,le signore della buona società.E poi i colleghi: Böll terribile,Johnson arrogante; mentre lamorte di Doderer lo esalta:«Ora la strada è libera - urla -ora tocca a me».

Ma all'irascibile scrittore sicontrappone non di rado l'iro-nico mattacchione con un mar-cato gusto macabro, incline avariazioni comiche sull’estre-ma unzione o disposto a farsiavvolgere in coperte e giocareal feretro. Non senza cadenzeparadossali quando s'immagi-na angelo sterminatore o, davecchio, spauracchio per i piùpiccini, così da far dire allemamme: «Se non state bravi,arriva il Bernhard!».

Il babau Thomas, l'enfantterrible della letteratura au-striaca, cercava in realtà quel-la tenerezza e confidenza chela società non poteva offrirgli.Averle trovate per dieci anninell’agente immobiliare KarlHennetmair, nella solitudinedei boschi dell'Alta Austria, ful'ennesimo paradosso della suavita. Poi anche quell'incanto siruppe e l'amicizia finì. Non sisa bene perché. Per coerenza,forse. Perché il mondo non of-frisse appigli né effimeri ripari.Liscio, duro e avvolgente comel'opera dello scrittore dentrocui si scivola senza ritorno.

IL POLAR DI VARENNE

Suicidi, in realtà omicidi= Gli sbirri guardano sullo schermo un uomo nudo checorre in mezzo al traffico in senso opposto alla direzionedelle macchine finché si spiaccica contro un Tir. E' la scenainiziale del polar di Antonin Varenne, Sezione suicidi(Einaudi Stile Libero, trad.di Fabio Montrasi, pp.277, € 18).I grandi maestri del poliziesco francese citati sulla fascetta dicopertina, Simenon, Manchette e la Vargas, hanno poco incomune con Varenne, così come Malet e Izzo, se maiun'assonanza di clima e tono narrativo si può rilevare conCrashville di Bourgeade (Newton Compton, 2005), perl'immagine apocalittica di una Parigi slabbrata e borderline,

frantumata in schegge di orrore e violenza.Guérin, quarantenne poliziotto disilluso, indaga su una seriedi omicidi camuffati da suicidi. Lo affianca il suo vice,Lambert, ex panettiere alto, biondo e dinoccolato. Guérin,calvo, con un impermeabile "giallo scolorito", vive solo conun pappagallo, Churchill, che accoglie i rari ospiti conesplosioni di turpiloquio. Si definisce «uno specialista dellamorte volontaria» e riesce a salvare un uomo intenzionato agettarsi da un ponte sulla Senna parlandogli del suopappagallo e della città che sprofonda.I personaggi sono tipi bizzarri che conducono vite precarie,sempre sull'orlo dell'abisso: John, uno psicologo americanoche non si separa mai dal suo arco con le frecce; il suo amicoAlan, un fachiro omosessuale e tossico che ha combattuto

in Iraq durante la guerra del Golfo; Bunker, un ex carceratoche vive con un cane bastardo in una baracca nei giardini delLuxembourg. Alan muore per un'emorragia piantandosispilloni nel corpo durante uno spettacolo di magia in uncabaret (Fakirs è il titolo originale del romanzo), ma il suoamico John e Guérin, presenti in sala, sospettano altro. Tra ilpubblico ci sono due uomini e una bionda, forse gli stessiche Paco, un rigattiere tunisino, aveva visto sfrecciare inmacchina mentre un uomo correva contro il Tir.A parte qualche sentenziosità di troppo, il romanzo si legged'un fiato, per scoprire la mano che si muove nell'ombra esembra regolare la catena di suicidi spettacolari, di uomininudi che vanno incontro alla morte quasi con piacere. Massimo Romano

«La grande casa»:è un mobile il veroprotagonistadi un romanzo in bilicotra passato e presente

Il vicino di casadi un genio,babau dell’Austria

«Uccellino del paradiso»:due figli resibrutalmente orfanisaranno travolti dalletentazioni del sesso

Nei cassettidella scrivaniac’è la Shoah

Lei puritanalui pellerossa

Scrittori stranieriIVTuttolibri

SABATO 26 MARZO 2011LA STAMPA V

pp Karl Ignaz Hennetmairp UN ANNO CON

THOMAS BERNHARDIl diario segretop a cura di Claudio Groffp l’ancora del mediterraneop pp. 440, €25p L’autore conobbe Bernhard in

qualità di agente immobiliare ediventò amico e «custode»

Una cronaca maniacaledi umori e furori:la fatica di scrivere,i giudizi sui «colleghi»,da Böll a Doderer

pp Joyce Carol Oatesp UCCELLINO DEL PARADISOp trad. di Giuseppe Costigliolap Mondadori, pp. 494, €21

N ella letteratura roman-tica inglese - da Char-lotte Brontë fino alla

minore Daphne Du Maurier -cuore del racconto è sempreun antico maniero solitarionella brughiera, ricco di echi edi mistero, in cui si svolgel'azione e si agitano grandiamori e tenaci passioni.

Non se ne discosta La solaidea di te (Neri Pozza, pp. 351,€ 17), palpitante romanzo dell'esordiente di belle speranze Ro-sie Allison. L'azione ha inizionel 1939 quando, dopo la dichia-razione di guerra, Lord Cham-berlain, dispone di allontanareda Londra i bambini in età sco-lare e prescolare per sottrarli airischi dei bombardamenti.

Anna Sands, sensibile e so-gnatrice, si stacca con doloredalla esuberante e vivace ma-dre, dopo la partenza del padreper il fronte, ma ha la fortunadi essere sfollata nel nobile ca-stello di Ashton, circondato daun immenso parco. La varietà

rigogliosa di alberi echeggianti disuoni armoniosi prodotti dal di-verso canto delle foglie, come inun'orchestra dalle infinite varia-zioni, protegge giardini segretidai vividi colori, ma ancor più av-volge nelle proprie mura aviteamori e passioni travolgenti che,espressi nelle liriche oggetto distudio, tracimano per prenderevita nell'anima dei protagonisti.

Lo splendido lord Ashton, mo-derno Rochester gravemente offe-so dalla poliomielite nel pieno ful-

gore dell'età, e l'enigmatica bel-lissima moglie cui inaspettata-mente non è rivolto il suo amorea dispetto delle apparenze, sonoil fulcro intorno al quale ruota-no gli eccezionali insegnanti del-la scuola organizzata per gli ot-tantasei piccoli ospiti. A rende-re più fitto di emozioni il miste-ro del castello serpeggia il fioredel male che esplode in tragediae rende ancor più grandiosal'esperienza della bambina.

Finita la guerra e tornato ilpadre reduce dal conflitto, toc-cherà ad Anna Sands rientrarenel mondo, in quella vita picci-na e normale cui la sua nascital'ha destinata. Spenti gli anti-chi fuochi, può un'adorazioneinfantile come quella da lei nu-trita per l'affascinante LordAshton disperdersi con la giovi-nezza vissuta altrove, fuori dal-le maestose sale del maniero epolverizzarsi nella vita banaledella gente comune? Il romanzooffre una risposta che non sot-trae all'incanto.

pp Nicole Kraussp LA GRANDE CASAp trad. di Federica Odderap Guanda, pp. 335, € 18p L’autrice sarà a Roma il 2 aprile

per Libricome, h. 17, Auditorium

ESORDIOROMANTICO

MIA PELUSO

Un misteroserpeggia

nel castello

Joyce Carol Oates, nata nel 1938,insegna a Princeton, tra le sue

opere «Una famiglia americana»

Karl Hennetmairfu il suo agenteimmobiliare e diventòun suo inseparabile,meticoloso osservatore

Krauss Il tentativo di trasferirein altri mondi l’orrore di Auschwitz

Oates Nel cuore della provincia americana una storiatorbida si intreccia e dipana come una tragedia classica

Antonin Varenne

Thomas Bernhard (1931 - 1989) èstato uno dei più importanti

scrittori del ’900 tedesco. Tra i suoititoli «La fornace» e «La cantina»

James Patterson

Page 6: Tuttolibri n. 1758 (26-03-2011)

Pagina Fisica: LASTAMPA - NAZIONALE - VI - 26/03/11 - Pag. Logica: LASTAMPA/TUTTOLIBRI/06 - Autore: MARGAL - Ora di stampa: 25/03/11 20.09

Una piccola isolaper essere amici

PININ CARPI

L 'amicizia fra un ragazzo e unadulto in un breve romanzo incui si intrecciano due storie di-

verse (una raccontata) ma che alla fi-ne trovano una naturale convergenza.Autore del breve romanzo, Il bambi-no che guarda l'isola ( Salani, pp. 92,€ 12) è Guido Quarzo, già maestro enarratore fantastico di lungo corso.

Scrive Donatella Ziliotto: «Quarzodà il meglio di sé nella rarefazione delnarrare…»: è la caratteristica di unoscrittore che fa di ogni sua pagina unmondo sorprendente e affascinante.

schede a cura di Roberto Denti

PINA VARRIALE

Un cinese a Napoli= Quattordici anni, cinese di Wenzhou, Shing ètrapiantato in dieci metri quadrati della Napoli «di tutti e dinessuno, con la linea dell’orizzonte che non appartiene almare e nemmeno al cielo», epicentro dell’illegalità. Percercare suo padre svanito nel nulla Shing si addentra inquell’inferno di sopraffazioni e di sfruttamento, anonimo«numero quarantanove» in una fabbrica clandestina ditessuti. Ma non si rassegna e grazie all’insperata solidarietàdi altri schivati dalla sorte imbocca un percorso cheimmetterà finalmente sulla vita. Lo racconta un’ispirata PinaVarriale in L’ombra del drago che inaugura «Carta Bianca»,la collana multigenere e politematica di Einaudi Ragazzi,accanto a Senso Zero di Elena Peduzzi (pp. 234, € 10 l’uno).

MARY E. PEARSON

Jenna, dopo il coma= Jenna Fox, diciassette anni meno uno: quello passato incoma dopo un incidente automobilistico che le ha schiantatola coscienza. Cosa succede Dentro Jenna (Giunti, pp. 346,€14,50), in lotta per riappropriarsi della propria identitàeclissata, lo narra Mary E. Pearson, che tratteggia i passifaticosi della ragazza, d’improvviso impiombati dallachoccante scoperta di essere stata la cavia di un esperimentodi ricerca tecnologica avanzata. «Siamo riusciti a salvartisoltanto la “farfalla” del cervello, quel dieci per cento che neè comunque il cuore» ammette il padre, biotecnologo eartefice dell’intervento. Il resto di Jenna è struttura replicata enanorobot, che ne fanno una creatura fantascientifica«pluricentenaria nascosta nel corpo di adolescente».

DETTI E BUCCIARELLI

Tra rom e scarti umani= Nella devastazione del Terremoto, intenso e palpitanteracconto di Ermanno Detti (Bohem, pp. 144, € 16,50), latredicenne Marina scopre di avere vissuto con genitoriadottivi e inizia una tormentata ricerca dei genitori biologiciche dà su un campo rom, dove esistenze fin lì parallelearrivano felicemente a riconoscersi e a intrecciarsi.Vivono ai margini di una discarica gli adolescenti di ElisabettaBucciarelli, che in Corpi di scarto (Edizioni Ambiente, pp.224, € 15) narra con scrittura asciutta e vigorosa i sogni aocchi sgranati di Iac e del suo cane Nero, di Silvia e di altri«scarti umani» che nel degrado della putrida pattumieradove «tutto finisce in fumo e si respira diossina a livelli bensopra la media» cocciutamente mirano a un riscatto.

Per i ragazzi alla Fiera di BolognaVITuttolibri

SABATO 26 MARZO 2011LA STAMPA VII

Il mago Rajatroverà l’amore

NORAC E FRONTY

Una bambinanella foresta

Un ragazzinodentro il ghiaccio

GUIDO SGARDOLI

Non bruciarel’immigrato

E’ bello starea testa in giù

ROBERTO PIUMINI

Un coro interetnico= Roberto Piumini strizza l’occhio alla musica perraccontare una storia in due tempi di integrazionevivificante. Difatti Il Coro Arlecchino è composto da Ilcanto di Michela e da La voce di Sasha (Einaudi Ragazzi,pp. 208, € 10 l’uno): nel primo la bimba peruviana,immigrata in Italia ma con la nostalgia accesa per il Paesed’origine, entra nel Coro interetnico per cantare un’eroinaandina e induce gli altri coristi a disinnescare scetticismi escontrosità; nel secondo un piccolo albanese superaproprio cantando la «balbuzie da spavento» che l’hacolpito all’arrivo in Italia. Le iniziali differenze si fannodunque vasi comunicanti scevri da pregiudizi. schede a cura di Ferdinando Albertazzi

ANTONIO FAETI

R itorna finalmente (dopo troppi an-ni di assenza) Il sentiero segretodi Pinin Carpi (Il Castoro, formato

26x34, pp. 44, €15,50). Pubblicato per laprima volta nel 1984, il libro contiene po-che pagine di testo e grandi tavole, posteal centro del volume, «in cui Pinin ha pro-fuso le risorse del suo stile inimitabile incui sembrano voler coincidere la vocazio-ne dell’affrescatore e quella del miniaturi-sta» (Antonio Faeti). E’ la storia di unabambina cresciuta in grande libertà chein un giorno inatteso entra in una stradinaimprevista e incontra «avventure allegre,impressionanti, fantastiche, incredibili, in-cantate». E’ un sogno realizzato in forestedi alberi straordinari, in una notte di infi-niti particolari, in un paesaggio di magi-che costruzioni nel fondo del mare, in uncielo di meravigliosi pianeti di cui neppu-re l’immaginazione più sfrenata riuscireb-be a supporre l’esistenza. Dai 6-7 anni.

Tanti auguriai Mumin troll

In Ungherianuvole di libertà

I l francese Bernard Friot è uno deipiù bravi e famosi scrittori contem-poranei per ragazzi. E’ arrivato al

suo terzo libro, Ricette per raccontia testa in giù, edito da Il Castoro (pp.111, € 13,50) con una novità: all’iniziodi ogni breve narrazione due indicazio-ni: il numero dei protagonisti e gli «in-gredienti» (cioè gli elementi narrativiutilizzati). Ogni storia di piccola vitaquotidiana occupa due facciate congradevoli illustrazioni a colori e trattacon umorismo argomenti di estremaattualità di cui, oltre che i ragazzini,sono protagonisti mamma e papà, in-segnanti, vicini di casa. Dai 9 anni.

BERNARD FRIOT

Fiero chi legge

«Monsieur cent têtes», testo e ill. di Ghislaine Herbera, per le francesiEditions MeMo, è stata giudicata la miglior «opera prima»

Che bel giocosono i numeri

B isnonno, nonno, papà, tutti nellafamiglia del piccolo Raja sono ma-ghi. «A Raja, però, la vita dell’ap-

prendista stregone non piace per nien-te»: affronterà invece complesse vicen-de che divertono il lettore (come piace algiovane mago prendere in giro gli adul-ti!) sino a quando, diventato grande, tro-verà anche l’amore. Raja, il più grandemago del mondo di Carl Norac e Aure-lia Fronty (Donzelli, cm 28x37, pp. 44,€ 23) è un piacevolissimo racconto conaffascinanti illustrazioni dagli splendidicolori che si intersecano in forme provo-catorie. Dagli 8 anni.

In fuga col canedall’orfanotrofio

TIMOTHÉE DE FOMBELLE

L’enigma del seminarista= Quaranta sagome biancovestite, allungate sul pavédavanti a Notre-Dame: sono quelle dei seminaristi nonancora ventenni che nella Parigi Anni Trenta stanno peressere ordinati sacerdoti. Tra questi Vango (San Paolo, pp.420, €18) che nell’avvincente romanzo di Timothée deFombelle, noto per il fortunato Tobia, viene puntato dagliocchi verdi di una misteriosa sedicenne e da quelliindagatori del commissario Boulard. Al quale Vango sfuggecon una mossa spiazzante, per tuffarsi in un ginepraio dimisteri e di agguati che affondano le radici nelle Eolie dellasua infanzia. E tra storia e avventura alle Eolie lo riportano,per «decifrare» la propria identità e per disseppellire il collaredi un asino che di nome fa Tesoro. Nient’affatto per caso.

Col pesce magiconel mare aperto

L a saga di Tove Jansson dedicata aiMumin (troll umanoidi, minuscoliippopotami) ha avuto molto suc-

cesso anche quando da noi li ha pubbli-cati Donatella Ziliotto, alla quale i ragaz-zi italiani devono la conoscenza dei piùimportanti scrittori della seconda metàdel secolo scorso.

Adesso la Giunti Kids pubblica la se-rie dedicata alla primissima infanzia, do-ve i protagonisti vivono avventure di fa-cile comprensione con illustrazioni mol-to gradevoli e adatte specificamente alprimo rapporto del bambino con l'imma-gine. Particolarmente valido il testo chesfiora i temi dell’attesa, del dispiacere,della gioia finale. Primi titoli: Mumin eil regalo di compleanno (pp. 32,€ 8,50) e Mumin. Avventura al chiaro diluna (pp. 24, € 8,50). Dai tre anni.

E per i più grandi, dai 7 anni, ci sono iMumin a fumetti, editi da Black Velvet.

TOVE JANSSON

Uno scienziato atomico che hacontribuito alla realizzazionedelle bombe atomiche di Hiro-

shima e Nagasaki è preso da un fortesenso di colpa e si trasferisce in Groen-landia per approfondire un altro tipodi ricerca. Qui, in un blocco di ghiaccioimmerso nel mare trova il corpo di unragazzino che ancora respira. Da doveviene? Chi è? Potrà sopravvivere?

Guido Sgardoli, prmio Andeersen2009, nel romanzo The frozen boy(San Paolo, pp. 203, € 15,00) raccontauna vicenda che gli consente di affron-tare varie tematiche (il predominiodella scienza, i rapporti fra padri e fi-gli, ecc.) con la consueta forza narrati-va (come già nel precedente Piccolo ca-po bianco) e con pagine di alto livelloletterario. Dai 13 anni.

1939. Giornalista, umorista, direttore digiornali, disegnatore saporoso e ricono-scibilissimo, Mosca ha forse sofferto diuna lettura prevenuta e fuorviante, per-ché il maestro l’aveva fatto davvero e ilcapito intitolato La conquista della V C,mi ha sempre ricondotto alle conquistedelle mie numerose quinte, in una sortadi complicità tra maestri che mi induce aritornare spesso ai Ricordi di quello scon-certante collega, così abile nel far ridere,così preciso nel rendere i tipi e le situa-zioni.

Non è ricordato, riproposto, riletto co-me dovrebbe essere, I racconti della Rusti-ca di Sabrina Manes che Guaraldi stam-pò nel 1973. La Rustica è una borgata ro-mana e l’autrice, dando la parola ai suoiscolari, fa davvero comprendere tutto,transitando dalla tenerezza allo squallo-re, dalla rabbia più incontenibile a bran-delli di autentica poesia.

Di Anna Fantini sono stato collega eamico sia nell’insegnamento elementareche in quello universitario, così quandoleggo e rileggo Dare di sé il meglio, editodai Quaderni del Consiglio Regionale del-le Marche nel 2001, ritrovo l’estro, la sim-patia, l’eleganza di questa maestra incre-dibilmente dotata che guardava allascuola con occhio poetico, spingendo tut-ti davvero a dare di sé il meglio.

Nell’anno pieno di ricorrenze, di con-vegni, di bandiere, di mostre e di rasse-gne, forse un posticino riservato, nel con-testo di qualche celebrazione, ai maestriche hanno dato voce ai loro scolari, sa-rebbe utile e opportuno.

Nei libri che ho citato, infatti, non c’èsolo l’Italia bambina pur meritevole dipartecipare alla storia del nostro Paese.C’è la vicenda dello sguardo, c’è la tramasecolare di infiniti tentativi: non è calatoil silenzio su queste voci, su queste intelli-genze, su queste alterità. Hanno avuto iloro ottimi cronisti, questi bambini: doposono venute gradevoli parodie o tentativiideologici di rapportarsi alla scuola chenon si collegano alla tradizione fin qui ri-percorsa. Restiamo in attesa di un giova-nissimo Socciarelli, che probabilmentegià si intravede nel nostro futuro.

GUIDO QUARZO

S crittrice affermata anche per adul-ti, Paola Capriolo (che lo scorso an-no ha pubblicato uno splendido No

per giovani lettori, il «no al razzismo» diRosa Parks nell’America anni ’50) ci of-fre ora Io come te (EL, pp. 85, € 10,50):una vicenda attuale molto coinvolgente.

Luca, il protagonista, assiste al tenta-tivo di bruciare un extracomunitarioche dorme su una panchina: ne rimanescosso e arriverà ad una reazione deltutto inattesa, rendendosi conto delle re-sponsabilità di ognuno di noi anche senon coinvolti in colpe dirette.

Senza retorica e moralismi, il roman-zo della Capriolo è decisamente impor-tante. Dagli 11 anni.

Così i maestrihanno narratol’Italia bambina

PAOLADALMASSO

I boskettari di Bucarest= Di fogna, proprio come i topi. Lo erano negli AnniNovanta i boskettari, ragazzi che nella Bucarest postCeausescuvivevano unaquotidianità farcita di scorribandearraffacibonella ragnateladi cunicoli sotterranei. Ragazzisenza identitàe senza speranza che Paola Dalmassoraccontacon pennaappassionata in Labandadel mondodi sotto (EDT-Giralangolo,pp. 174, €12) dove il famosoclown MiloudOukili, peraltro artefice della campagna«Unnaso rosso contro l’indifferenza»,dà il sonoro alladisperazionedel quindicenne Ion e ne propizia il laboriosoriscatto sventando il commerciodi sangue dei boskettariorganizzatoda reducidella Securitate, la famigeratapoliziasegreta ancora operativanonostante la caduta del regime.

N on so se con questo nuovo libro diKveta Pacovska, illustratrice meri-tatamente famosa a livello interna-

zionale Uno, cinque, tanti (Nord-Sud, pp.26, € 18,89) i bambini impareranno a conta-re (per questo problema ci penserà la scuoladell’obbligo) ma sono sicuro che si diverti-ranno un mondo. Ogni numero, infatti, è le-gato pagina per pagina a immagini di incre-dibile invenzione figurativa. Le illustrazioni,accompagnate da alette che si sollevano oda «buchi» sagomati, offrono suggestioni diforme e di colori che si giustificano con la piùtotale follia inventiva. C’è anche un piccolospecchio per controllare quanti occhi (o di-ta, o nasi, o capelli, o…) abbiamo. Dai 4 anni.

REMY CHARLIP

V iene finalmente ristampato Lagrande avventura di RobertWestall (Piemme, pp. 291, €8)

dopo la prima edizione italiana del1997. E’ il più bel libro di un grandescrittore che è certamente fra i piùimportanti «classici» contemporanei.

Protagonista Harry, dodici anni,che resta solo dopo un bombardamen-to tedesco su Londra all’inizio dellaguerra: per sfuggire all’orfanotrofioorganizza un lungo viaggio in compa-gnia di un cane.

Ritmo narrativo molto intenso e vi-cende imprevedibili: un libro indimen-ticabile. Dai 10 anni.

ROBERT WESTALL

N el museo di una grande città c’èun piccolo quadro che rappresen-ta un pesciolino d’oro: vicino a lui

una vasca di pesci rossi. E’ un pesce ma-gico che può uscire dalla sua posizionefissa e guidare i suoi amici dalle scaglierosse attraverso misteriosi cunicoli e en-trare in mare aperto dove troverannoavventure pericolosissime. Meglio tor-nare dove sono sempre stati. Una vicen-da molto delicata e avvincente.

L’ha scritta Mafra Gagliardi (certa-mente la più importante studiosa italia-na del teatro per ragazzi) con le immagi-ni di Stepan Zavrel, un maestro dell’illu-strazione contemporanea europea: Ilpesce magico (Bohem Press, pp. 32,€ 14,80). Questo libro pubblicato in Ger-mania per la prima volta nel 1964 (e soloora in Italia) è ancora freschissimo siaper il testo sia per le figure con un sor-prendente trionfo di colori. Dai 4 anni.

GAGLIARDI E ZAVREL

C’è un bradipoche dondola

P ierdomenico Baccalario è uno de-gli scrittori contemporanei italia-ni più prolifici: ha cominciato a

pubblicare ancora prima di vincere nel1998 il Premio «Il battello a vapore».Credo si stia avvicinando (con il proprionome o con uno pseudonimo) al suo ot-tantesimo volume. Questo Lo spacciato-re di fumetti (Einaudi Ragazzi, pp. 242,€ 10) è un libro di forte impegno psicolo-gico e morale ma tutto leggibilissimo epiacevole. Nell’Ungheria ancora sotto ilregime comunista (siamo nel 1989) sonoproibiti i fumetti perché nascondono lapropaganda della cultura e della societàamericana. Il protagonista riesce a rifor-nirsene misteriosamente e li vende almercato nero! Il libro inaugura la nuovacollana «Carta bianca» che parte con ot-time premesse. Dai 12 anni.

PIERDOMENICO BACCALARIO

Per i preadolescenti Non c’è solo il fantasy, si possono proporretitoli impegnativi ma altrettanto o anche più coinvolgenti e piacevoli

Tra brigantie superstizioni

PAOLA CAPRIOLO

KVETA PACOVSKA

Segue da pag. I

Per i più piccoli E’ l’editoria per la prima infanzia ad offrireoggi le novità più interessanti e vivaci, con favole e album illustrati

Si svolgerà dal 28 al 31 marzo la Fiera deiragazzi a Bologna: da sempre la piùimportante rassegna internazionaledell’editoria per l’infanzia e l’adolescenza;come sempre riservata agli addetti ai lavori(www.bolognachildrensbookfair.com).Porteranno le loro novità oltre 1200espositori, provenienti da 55 Paesi, tra cuil’ospite d’onore del 2011, la Lituania, cheorganizza una rassegna con 33 dei suoiillustratori. Affiancherà la tradizionaleMostra degli illustratori che ogni anno,anche attraverso il catalogo, offre unpanorama di nuove tendenze e autori, di cuisi discuterà al Caffè degli illustratori. Tra itanti incontri «di carta», un convegnosull’«evoluzione digitale». Una giuriapresieduta da Antonio Faeti ha già scelto imigliori titoli, per testo e grafica, assegnandoi BolognaRagazzi Award 2011 (qui a fiancoquattro delle opere premiate).

Ned ha un buconel paracadute

Roberto Piumini

Le «Fables» di Esopo, adattate da J.P. Mogenet, illustrate da J. F.Martin (Editions Milan, Francia) ha vinto l’Award per la fiction

Una foresta fitta di alberi e di anima-li e un bradipo che dondola addor-mentato fra le foglie di un ramo. Il

sonno non gli permette di accorgersi chela foresta verrà distrutta, ma poi qualcu-no la ricostruirà e il nostro amico conti-nuerà a dondolare dolcemente.

Una storia ecologica ma particolar-mente divertente perché le immagini (iltesto è piuttosto breve) sono sempre inmovimento. Infatti Nella foresta del bra-dipo di Anouck Boisrobert, Louis Rigaude Sophie Strady (ed. Corraini, pp. 16,€ 18) è un delizioso libro pop-up con im-magini molto raffinate e figure che si muo-vono con magie improvvise. Dai 4 anni.

BOISROBERT, RIGAUD, STRADY

Timothée de Fombelle

FUORI E OLTRE LA FIERAPer i ragazzi che in fiera nonpossono entrare ci sarà comesempre Fieri di leggere (qui asin. il manifesto edizione 2011),rassegna curata dallaCooperativa Giannino Stoppani,coordinata da Grazia Gotti eSilvana Sola, a Bologna edintorni. Nel fitto programma diincontri, tre mostre: Africa BookChildren (Biblioteca Salaborsa,dal 28/3); Viaggio con figurenelle fiabe italiane di Calvino(Biblioteca di Anzola, dal 27/3); letavole dei partecipanti alconcorso per illustrare la nuovaedizione delle Storie della storiadel mondo di Laura Orvieto(servizio a pag. 8). Il 13 aprileFieri di leggere assegneràl’Archiginnasio d’oroad Antonio Faeti.

Ad una osservazione superficiale è possibile conside-rare l'editoria per ragazzi preadolescenti orientataessenzialmente sul fantasy. Ma per l'età della scuoladell'obbligo ci sono anche altri libri di notevole impe-gno narrativo. Problema dominante: come fanno gli

interessati a venirne a conoscenza? Non possiamo ac-contentarci del passaparola fra i ragazzi (Stilton èesemplare). Dovrebbero essere genitori e insegnantia informarsi e informare: ecco alcune segnalazionifra le novità più coinvolgenti alla Fiera di Bologna.

Un racconto autobiografico che sibasa sulla vita reale e spessodrammatica del protagonista. In-

fatti Mario Gregu (nato in provincia diSassari nel 1934, quarto di sette fratelli)racconta la sua esistenza con un libro,Nato all’inferno (Salani, pp. 98, € 10)che è la cronaca della sua infanzia e del-l’emigrazione nel Continente (prima inGermania e poi a Milano), con lavori diogni genere, da giardiniere a commer-ciante. Orfano a undici anni affronta lasopravvivenza in un modo - per fortunaoggi superato - in cui oltre la natura sel-vaggia, incontra briganti, superstizioni,indifferenza. Una storia realistica asso-lutamente esemplare. Dai 12 anni.

MARIO GREGU

«Mil-Folhas. Historia ilustrada do doce», testo di L. Zappi, grafica di M.C.Sampaio, edito in Brasile da Cosac Naify, ha vinto per i «New Horizons»

«A House of the mind: Maum» di Kim Hee -Kyung, illustrato da I.Chmielewska è il libro coreano premiato nella sezione non-fiction

Il settore prima infanzie e prime letture è in un mo-mento editoriale particolarmente favorevole, ancheperché è quello in cui l'età dei piccoli lettori è partico-larmente seguita dai genitori che, invece, si credonoin diritto di disinteressarsi dei loro figli (escluso na-

turalmente il settore dei consumi scarsamente utili)all'inizio della scuola primaria.

Molte le novità che verranno presentate alla Fieradi Bologna (spesso poco impegnate): tra queste ab-biamo scelto alcuni titoli di particolare interesse.

Bloc notes per Bologna

p

C ompleanno di Ned, che è invitato aNew York (lui vive in Florida): fortu-natamente gli prestano un aeropla-

no, sfortunatamente esplode il motore, for-tunatamente usa il paracadute, sfortunata-mente nel paracadute c0è un buco... 48 pagi-ne di alterna fortuna e sfortuna, con una su-spence sintetizzata in poche righe ma conimmagini di estreme chiarezza. Fortunata-mente, scritto e illustrato da Remy Charlip(Orecchio Acerbo, € 11) lascia con il fiato so-speso: si vuole arrivare in fretta a conoscerela sorte di Ned, il protagonista. La storia hauna splendida cadenza narrativa, dovuta alpreciso equilibrio fra testo e illustrazioni. Fi-nale ovviamente positivo. Dai 3 anni.

Page 7: Tuttolibri n. 1758 (26-03-2011)

Pagina Fisica: LASTAMPA - NAZIONALE - VII - 26/03/11 - Pag. Logica: LASTAMPA/TUTTOLIBRI/06 - Autore: MARGAL - Ora di stampa: 25/03/11 20.09

Una piccola isolaper essere amici

PININ CARPI

L 'amicizia fra un ragazzo e unadulto in un breve romanzo incui si intrecciano due storie di-

verse (una raccontata) ma che alla fi-ne trovano una naturale convergenza.Autore del breve romanzo, Il bambi-no che guarda l'isola ( Salani, pp. 92,€ 12) è Guido Quarzo, già maestro enarratore fantastico di lungo corso.

Scrive Donatella Ziliotto: «Quarzodà il meglio di sé nella rarefazione delnarrare…»: è la caratteristica di unoscrittore che fa di ogni sua pagina unmondo sorprendente e affascinante.

schede a cura di Roberto Denti

PINA VARRIALE

Un cinese a Napoli= Quattordici anni, cinese di Wenzhou, Shing ètrapiantato in dieci metri quadrati della Napoli «di tutti e dinessuno, con la linea dell’orizzonte che non appartiene almare e nemmeno al cielo», epicentro dell’illegalità. Percercare suo padre svanito nel nulla Shing si addentra inquell’inferno di sopraffazioni e di sfruttamento, anonimo«numero quarantanove» in una fabbrica clandestina ditessuti. Ma non si rassegna e grazie all’insperata solidarietàdi altri schivati dalla sorte imbocca un percorso cheimmetterà finalmente sulla vita. Lo racconta un’ispirata PinaVarriale in L’ombra del drago che inaugura «Carta Bianca»,la collana multigenere e politematica di Einaudi Ragazzi,accanto a Senso Zero di Elena Peduzzi (pp. 234, € 10 l’uno).

MARY E. PEARSON

Jenna, dopo il coma= Jenna Fox, diciassette anni meno uno: quello passato incoma dopo un incidente automobilistico che le ha schiantatola coscienza. Cosa succede Dentro Jenna (Giunti, pp. 346,€14,50), in lotta per riappropriarsi della propria identitàeclissata, lo narra Mary E. Pearson, che tratteggia i passifaticosi della ragazza, d’improvviso impiombati dallachoccante scoperta di essere stata la cavia di un esperimentodi ricerca tecnologica avanzata. «Siamo riusciti a salvartisoltanto la “farfalla” del cervello, quel dieci per cento che neè comunque il cuore» ammette il padre, biotecnologo eartefice dell’intervento. Il resto di Jenna è struttura replicata enanorobot, che ne fanno una creatura fantascientifica«pluricentenaria nascosta nel corpo di adolescente».

DETTI E BUCCIARELLI

Tra rom e scarti umani= Nella devastazione del Terremoto, intenso e palpitanteracconto di Ermanno Detti (Bohem, pp. 144, € 16,50), latredicenne Marina scopre di avere vissuto con genitoriadottivi e inizia una tormentata ricerca dei genitori biologiciche dà su un campo rom, dove esistenze fin lì parallelearrivano felicemente a riconoscersi e a intrecciarsi.Vivono ai margini di una discarica gli adolescenti di ElisabettaBucciarelli, che in Corpi di scarto (Edizioni Ambiente, pp.224, € 15) narra con scrittura asciutta e vigorosa i sogni aocchi sgranati di Iac e del suo cane Nero, di Silvia e di altri«scarti umani» che nel degrado della putrida pattumieradove «tutto finisce in fumo e si respira diossina a livelli bensopra la media» cocciutamente mirano a un riscatto.

Per i ragazzi alla Fiera di BolognaVITuttolibri

SABATO 26 MARZO 2011LA STAMPA VII

Il mago Rajatroverà l’amore

NORAC E FRONTY

Una bambinanella foresta

Un ragazzinodentro il ghiaccio

GUIDO SGARDOLI

Non bruciarel’immigrato

E’ bello starea testa in giù

ROBERTO PIUMINI

Un coro interetnico= Roberto Piumini strizza l’occhio alla musica perraccontare una storia in due tempi di integrazionevivificante. Difatti Il Coro Arlecchino è composto da Ilcanto di Michela e da La voce di Sasha (Einaudi Ragazzi,pp. 208, € 10 l’uno): nel primo la bimba peruviana,immigrata in Italia ma con la nostalgia accesa per il Paesed’origine, entra nel Coro interetnico per cantare un’eroinaandina e induce gli altri coristi a disinnescare scetticismi escontrosità; nel secondo un piccolo albanese superaproprio cantando la «balbuzie da spavento» che l’hacolpito all’arrivo in Italia. Le iniziali differenze si fannodunque vasi comunicanti scevri da pregiudizi. schede a cura di Ferdinando Albertazzi

ANTONIO FAETI

R itorna finalmente (dopo troppi an-ni di assenza) Il sentiero segretodi Pinin Carpi (Il Castoro, formato

26x34, pp. 44, €15,50). Pubblicato per laprima volta nel 1984, il libro contiene po-che pagine di testo e grandi tavole, posteal centro del volume, «in cui Pinin ha pro-fuso le risorse del suo stile inimitabile incui sembrano voler coincidere la vocazio-ne dell’affrescatore e quella del miniaturi-sta» (Antonio Faeti). E’ la storia di unabambina cresciuta in grande libertà chein un giorno inatteso entra in una stradinaimprevista e incontra «avventure allegre,impressionanti, fantastiche, incredibili, in-cantate». E’ un sogno realizzato in forestedi alberi straordinari, in una notte di infi-niti particolari, in un paesaggio di magi-che costruzioni nel fondo del mare, in uncielo di meravigliosi pianeti di cui neppu-re l’immaginazione più sfrenata riuscireb-be a supporre l’esistenza. Dai 6-7 anni.

Tanti auguriai Mumin troll

In Ungherianuvole di libertà

I l francese Bernard Friot è uno deipiù bravi e famosi scrittori contem-poranei per ragazzi. E’ arrivato al

suo terzo libro, Ricette per raccontia testa in giù, edito da Il Castoro (pp.111, € 13,50) con una novità: all’iniziodi ogni breve narrazione due indicazio-ni: il numero dei protagonisti e gli «in-gredienti» (cioè gli elementi narrativiutilizzati). Ogni storia di piccola vitaquotidiana occupa due facciate congradevoli illustrazioni a colori e trattacon umorismo argomenti di estremaattualità di cui, oltre che i ragazzini,sono protagonisti mamma e papà, in-segnanti, vicini di casa. Dai 9 anni.

BERNARD FRIOT

Fiero chi legge

«Monsieur cent têtes», testo e ill. di Ghislaine Herbera, per le francesiEditions MeMo, è stata giudicata la miglior «opera prima»

Che bel giocosono i numeri

B isnonno, nonno, papà, tutti nellafamiglia del piccolo Raja sono ma-ghi. «A Raja, però, la vita dell’ap-

prendista stregone non piace per nien-te»: affronterà invece complesse vicen-de che divertono il lettore (come piace algiovane mago prendere in giro gli adul-ti!) sino a quando, diventato grande, tro-verà anche l’amore. Raja, il più grandemago del mondo di Carl Norac e Aure-lia Fronty (Donzelli, cm 28x37, pp. 44,€ 23) è un piacevolissimo racconto conaffascinanti illustrazioni dagli splendidicolori che si intersecano in forme provo-catorie. Dagli 8 anni.

In fuga col canedall’orfanotrofio

TIMOTHÉE DE FOMBELLE

L’enigma del seminarista= Quaranta sagome biancovestite, allungate sul pavédavanti a Notre-Dame: sono quelle dei seminaristi nonancora ventenni che nella Parigi Anni Trenta stanno peressere ordinati sacerdoti. Tra questi Vango (San Paolo, pp.420, €18) che nell’avvincente romanzo di Timothée deFombelle, noto per il fortunato Tobia, viene puntato dagliocchi verdi di una misteriosa sedicenne e da quelliindagatori del commissario Boulard. Al quale Vango sfuggecon una mossa spiazzante, per tuffarsi in un ginepraio dimisteri e di agguati che affondano le radici nelle Eolie dellasua infanzia. E tra storia e avventura alle Eolie lo riportano,per «decifrare» la propria identità e per disseppellire il collaredi un asino che di nome fa Tesoro. Nient’affatto per caso.

Col pesce magiconel mare aperto

L a saga di Tove Jansson dedicata aiMumin (troll umanoidi, minuscoliippopotami) ha avuto molto suc-

cesso anche quando da noi li ha pubbli-cati Donatella Ziliotto, alla quale i ragaz-zi italiani devono la conoscenza dei piùimportanti scrittori della seconda metàdel secolo scorso.

Adesso la Giunti Kids pubblica la se-rie dedicata alla primissima infanzia, do-ve i protagonisti vivono avventure di fa-cile comprensione con illustrazioni mol-to gradevoli e adatte specificamente alprimo rapporto del bambino con l'imma-gine. Particolarmente valido il testo chesfiora i temi dell’attesa, del dispiacere,della gioia finale. Primi titoli: Mumin eil regalo di compleanno (pp. 32,€ 8,50) e Mumin. Avventura al chiaro diluna (pp. 24, € 8,50). Dai tre anni.

E per i più grandi, dai 7 anni, ci sono iMumin a fumetti, editi da Black Velvet.

TOVE JANSSON

Uno scienziato atomico che hacontribuito alla realizzazionedelle bombe atomiche di Hiro-

shima e Nagasaki è preso da un fortesenso di colpa e si trasferisce in Groen-landia per approfondire un altro tipodi ricerca. Qui, in un blocco di ghiaccioimmerso nel mare trova il corpo di unragazzino che ancora respira. Da doveviene? Chi è? Potrà sopravvivere?

Guido Sgardoli, prmio Andeersen2009, nel romanzo The frozen boy(San Paolo, pp. 203, € 15,00) raccontauna vicenda che gli consente di affron-tare varie tematiche (il predominiodella scienza, i rapporti fra padri e fi-gli, ecc.) con la consueta forza narrati-va (come già nel precedente Piccolo ca-po bianco) e con pagine di alto livelloletterario. Dai 13 anni.

1939. Giornalista, umorista, direttore digiornali, disegnatore saporoso e ricono-scibilissimo, Mosca ha forse sofferto diuna lettura prevenuta e fuorviante, per-ché il maestro l’aveva fatto davvero e ilcapito intitolato La conquista della V C,mi ha sempre ricondotto alle conquistedelle mie numerose quinte, in una sortadi complicità tra maestri che mi induce aritornare spesso ai Ricordi di quello scon-certante collega, così abile nel far ridere,così preciso nel rendere i tipi e le situa-zioni.

Non è ricordato, riproposto, riletto co-me dovrebbe essere, I racconti della Rusti-ca di Sabrina Manes che Guaraldi stam-pò nel 1973. La Rustica è una borgata ro-mana e l’autrice, dando la parola ai suoiscolari, fa davvero comprendere tutto,transitando dalla tenerezza allo squallo-re, dalla rabbia più incontenibile a bran-delli di autentica poesia.

Di Anna Fantini sono stato collega eamico sia nell’insegnamento elementareche in quello universitario, così quandoleggo e rileggo Dare di sé il meglio, editodai Quaderni del Consiglio Regionale del-le Marche nel 2001, ritrovo l’estro, la sim-patia, l’eleganza di questa maestra incre-dibilmente dotata che guardava allascuola con occhio poetico, spingendo tut-ti davvero a dare di sé il meglio.

Nell’anno pieno di ricorrenze, di con-vegni, di bandiere, di mostre e di rasse-gne, forse un posticino riservato, nel con-testo di qualche celebrazione, ai maestriche hanno dato voce ai loro scolari, sa-rebbe utile e opportuno.

Nei libri che ho citato, infatti, non c’èsolo l’Italia bambina pur meritevole dipartecipare alla storia del nostro Paese.C’è la vicenda dello sguardo, c’è la tramasecolare di infiniti tentativi: non è calatoil silenzio su queste voci, su queste intelli-genze, su queste alterità. Hanno avuto iloro ottimi cronisti, questi bambini: doposono venute gradevoli parodie o tentativiideologici di rapportarsi alla scuola chenon si collegano alla tradizione fin qui ri-percorsa. Restiamo in attesa di un giova-nissimo Socciarelli, che probabilmentegià si intravede nel nostro futuro.

GUIDO QUARZO

S crittrice affermata anche per adul-ti, Paola Capriolo (che lo scorso an-no ha pubblicato uno splendido No

per giovani lettori, il «no al razzismo» diRosa Parks nell’America anni ’50) ci of-fre ora Io come te (EL, pp. 85, € 10,50):una vicenda attuale molto coinvolgente.

Luca, il protagonista, assiste al tenta-tivo di bruciare un extracomunitarioche dorme su una panchina: ne rimanescosso e arriverà ad una reazione deltutto inattesa, rendendosi conto delle re-sponsabilità di ognuno di noi anche senon coinvolti in colpe dirette.

Senza retorica e moralismi, il roman-zo della Capriolo è decisamente impor-tante. Dagli 11 anni.

Così i maestrihanno narratol’Italia bambina

PAOLADALMASSO

I boskettari di Bucarest= Di fogna, proprio come i topi. Lo erano negli AnniNovanta i boskettari, ragazzi che nella Bucarest postCeausescuvivevano unaquotidianità farcita di scorribandearraffacibonella ragnateladi cunicoli sotterranei. Ragazzisenza identitàe senza speranza che Paola Dalmassoraccontacon pennaappassionata in Labandadel mondodi sotto (EDT-Giralangolo,pp. 174, €12) dove il famosoclown MiloudOukili, peraltro artefice della campagna«Unnaso rosso contro l’indifferenza»,dà il sonoro alladisperazionedel quindicenne Ion e ne propizia il laboriosoriscatto sventando il commerciodi sangue dei boskettariorganizzatoda reducidella Securitate, la famigeratapoliziasegreta ancora operativanonostante la caduta del regime.

N on so se con questo nuovo libro diKveta Pacovska, illustratrice meri-tatamente famosa a livello interna-

zionale Uno, cinque, tanti (Nord-Sud, pp.26, € 18,89) i bambini impareranno a conta-re (per questo problema ci penserà la scuoladell’obbligo) ma sono sicuro che si diverti-ranno un mondo. Ogni numero, infatti, è le-gato pagina per pagina a immagini di incre-dibile invenzione figurativa. Le illustrazioni,accompagnate da alette che si sollevano oda «buchi» sagomati, offrono suggestioni diforme e di colori che si giustificano con la piùtotale follia inventiva. C’è anche un piccolospecchio per controllare quanti occhi (o di-ta, o nasi, o capelli, o…) abbiamo. Dai 4 anni.

REMY CHARLIP

V iene finalmente ristampato Lagrande avventura di RobertWestall (Piemme, pp. 291, €8)

dopo la prima edizione italiana del1997. E’ il più bel libro di un grandescrittore che è certamente fra i piùimportanti «classici» contemporanei.

Protagonista Harry, dodici anni,che resta solo dopo un bombardamen-to tedesco su Londra all’inizio dellaguerra: per sfuggire all’orfanotrofioorganizza un lungo viaggio in compa-gnia di un cane.

Ritmo narrativo molto intenso e vi-cende imprevedibili: un libro indimen-ticabile. Dai 10 anni.

ROBERT WESTALL

N el museo di una grande città c’èun piccolo quadro che rappresen-ta un pesciolino d’oro: vicino a lui

una vasca di pesci rossi. E’ un pesce ma-gico che può uscire dalla sua posizionefissa e guidare i suoi amici dalle scaglierosse attraverso misteriosi cunicoli e en-trare in mare aperto dove troverannoavventure pericolosissime. Meglio tor-nare dove sono sempre stati. Una vicen-da molto delicata e avvincente.

L’ha scritta Mafra Gagliardi (certa-mente la più importante studiosa italia-na del teatro per ragazzi) con le immagi-ni di Stepan Zavrel, un maestro dell’illu-strazione contemporanea europea: Ilpesce magico (Bohem Press, pp. 32,€ 14,80). Questo libro pubblicato in Ger-mania per la prima volta nel 1964 (e soloora in Italia) è ancora freschissimo siaper il testo sia per le figure con un sor-prendente trionfo di colori. Dai 4 anni.

GAGLIARDI E ZAVREL

C’è un bradipoche dondola

P ierdomenico Baccalario è uno de-gli scrittori contemporanei italia-ni più prolifici: ha cominciato a

pubblicare ancora prima di vincere nel1998 il Premio «Il battello a vapore».Credo si stia avvicinando (con il proprionome o con uno pseudonimo) al suo ot-tantesimo volume. Questo Lo spacciato-re di fumetti (Einaudi Ragazzi, pp. 242,€ 10) è un libro di forte impegno psicolo-gico e morale ma tutto leggibilissimo epiacevole. Nell’Ungheria ancora sotto ilregime comunista (siamo nel 1989) sonoproibiti i fumetti perché nascondono lapropaganda della cultura e della societàamericana. Il protagonista riesce a rifor-nirsene misteriosamente e li vende almercato nero! Il libro inaugura la nuovacollana «Carta bianca» che parte con ot-time premesse. Dai 12 anni.

PIERDOMENICO BACCALARIO

Per i preadolescenti Non c’è solo il fantasy, si possono proporretitoli impegnativi ma altrettanto o anche più coinvolgenti e piacevoli

Tra brigantie superstizioni

PAOLA CAPRIOLO

KVETA PACOVSKA

Segue da pag. I

Per i più piccoli E’ l’editoria per la prima infanzia ad offrireoggi le novità più interessanti e vivaci, con favole e album illustrati

Si svolgerà dal 28 al 31 marzo la Fiera deiragazzi a Bologna: da sempre la piùimportante rassegna internazionaledell’editoria per l’infanzia e l’adolescenza;come sempre riservata agli addetti ai lavori(www.bolognachildrensbookfair.com).Porteranno le loro novità oltre 1200espositori, provenienti da 55 Paesi, tra cuil’ospite d’onore del 2011, la Lituania, cheorganizza una rassegna con 33 dei suoiillustratori. Affiancherà la tradizionaleMostra degli illustratori che ogni anno,anche attraverso il catalogo, offre unpanorama di nuove tendenze e autori, di cuisi discuterà al Caffè degli illustratori. Tra itanti incontri «di carta», un convegnosull’«evoluzione digitale». Una giuriapresieduta da Antonio Faeti ha già scelto imigliori titoli, per testo e grafica, assegnandoi BolognaRagazzi Award 2011 (qui a fiancoquattro delle opere premiate).

Ned ha un buconel paracadute

Roberto Piumini

Le «Fables» di Esopo, adattate da J.P. Mogenet, illustrate da J. F.Martin (Editions Milan, Francia) ha vinto l’Award per la fiction

Una foresta fitta di alberi e di anima-li e un bradipo che dondola addor-mentato fra le foglie di un ramo. Il

sonno non gli permette di accorgersi chela foresta verrà distrutta, ma poi qualcu-no la ricostruirà e il nostro amico conti-nuerà a dondolare dolcemente.

Una storia ecologica ma particolar-mente divertente perché le immagini (iltesto è piuttosto breve) sono sempre inmovimento. Infatti Nella foresta del bra-dipo di Anouck Boisrobert, Louis Rigaude Sophie Strady (ed. Corraini, pp. 16,€ 18) è un delizioso libro pop-up con im-magini molto raffinate e figure che si muo-vono con magie improvvise. Dai 4 anni.

BOISROBERT, RIGAUD, STRADY

Timothée de Fombelle

FUORI E OLTRE LA FIERAPer i ragazzi che in fiera nonpossono entrare ci sarà comesempre Fieri di leggere (qui asin. il manifesto edizione 2011),rassegna curata dallaCooperativa Giannino Stoppani,coordinata da Grazia Gotti eSilvana Sola, a Bologna edintorni. Nel fitto programma diincontri, tre mostre: Africa BookChildren (Biblioteca Salaborsa,dal 28/3); Viaggio con figurenelle fiabe italiane di Calvino(Biblioteca di Anzola, dal 27/3); letavole dei partecipanti alconcorso per illustrare la nuovaedizione delle Storie della storiadel mondo di Laura Orvieto(servizio a pag. 8). Il 13 aprileFieri di leggere assegneràl’Archiginnasio d’oroad Antonio Faeti.

Ad una osservazione superficiale è possibile conside-rare l'editoria per ragazzi preadolescenti orientataessenzialmente sul fantasy. Ma per l'età della scuoladell'obbligo ci sono anche altri libri di notevole impe-gno narrativo. Problema dominante: come fanno gli

interessati a venirne a conoscenza? Non possiamo ac-contentarci del passaparola fra i ragazzi (Stilton èesemplare). Dovrebbero essere genitori e insegnantia informarsi e informare: ecco alcune segnalazionifra le novità più coinvolgenti alla Fiera di Bologna.

Un racconto autobiografico che sibasa sulla vita reale e spessodrammatica del protagonista. In-

fatti Mario Gregu (nato in provincia diSassari nel 1934, quarto di sette fratelli)racconta la sua esistenza con un libro,Nato all’inferno (Salani, pp. 98, € 10)che è la cronaca della sua infanzia e del-l’emigrazione nel Continente (prima inGermania e poi a Milano), con lavori diogni genere, da giardiniere a commer-ciante. Orfano a undici anni affronta lasopravvivenza in un modo - per fortunaoggi superato - in cui oltre la natura sel-vaggia, incontra briganti, superstizioni,indifferenza. Una storia realistica asso-lutamente esemplare. Dai 12 anni.

MARIO GREGU

«Mil-Folhas. Historia ilustrada do doce», testo di L. Zappi, grafica di M.C.Sampaio, edito in Brasile da Cosac Naify, ha vinto per i «New Horizons»

«A House of the mind: Maum» di Kim Hee -Kyung, illustrato da I.Chmielewska è il libro coreano premiato nella sezione non-fiction

Il settore prima infanzie e prime letture è in un mo-mento editoriale particolarmente favorevole, ancheperché è quello in cui l'età dei piccoli lettori è partico-larmente seguita dai genitori che, invece, si credonoin diritto di disinteressarsi dei loro figli (escluso na-

turalmente il settore dei consumi scarsamente utili)all'inizio della scuola primaria.

Molte le novità che verranno presentate alla Fieradi Bologna (spesso poco impegnate): tra queste ab-biamo scelto alcuni titoli di particolare interesse.

Bloc notes per Bologna

p

C ompleanno di Ned, che è invitato aNew York (lui vive in Florida): fortu-natamente gli prestano un aeropla-

no, sfortunatamente esplode il motore, for-tunatamente usa il paracadute, sfortunata-mente nel paracadute c0è un buco... 48 pagi-ne di alterna fortuna e sfortuna, con una su-spence sintetizzata in poche righe ma conimmagini di estreme chiarezza. Fortunata-mente, scritto e illustrato da Remy Charlip(Orecchio Acerbo, € 11) lascia con il fiato so-speso: si vuole arrivare in fretta a conoscerela sorte di Ned, il protagonista. La storia hauna splendida cadenza narrativa, dovuta alpreciso equilibrio fra testo e illustrazioni. Fi-nale ovviamente positivo. Dai 3 anni.

Page 8: Tuttolibri n. 1758 (26-03-2011)

Pagina Fisica: LASTAMPA - NAZIONALE - VIII - 26/03/11 - Pag. Logica: LASTAMPA/TUTTOLIBRI/08 - Autore: MARGAL - Ora di stampa: 25/03/11 20.09

RISORGIMENTO IN MOSTRA

La spada di DomokosCome èstatoraccontato ilRisorgimentoai ragazzi?Con«visionidiverse,oppostimodidiintendereedecifrare, ideologichesottolineature, tramepedagogiche,diversepoetiche,tanti stili»: lo rendeevidente lamostraLaspadadiDomokos,ideataecuratadaAntonioFaetiper laBibliotecaSalaborsadiBologna,apertafinoal15aprile:origini,episodi,eroidell’Unitàd’Italiaattraverso il fumettoe ilibri illustrati, comequellodiGuidoMartinaePierLorenzoDeVita (Mondadori1949)chehadato il titoloalla rassegna,o iCinqueragazzigaribaldinidiGinoChelazzi (Salani,1939),dacuiètratta l’immaginequi sopra.Nelbelcatalogo,editodaBononiaUniversityPress, sfilanoraccontid’avventuree sussidiariper lascuola,classici comeCuorediDeAmicis,LemieprigionidelPellico(illustratodaChiostri) e ilCiuffettinoallaguerradiYambo,biografiediVerdi,CavoureGaribaldi, imartiridiBelfioree ifratelliBandiera, ledonnedelRisorgimentoraccontatedaOlgaVisentini, le tavoledelCorrieredeiPiccolie lecopertinedellaDomenicadeiFanciulli.

CARLOFRUTTERO

Una storia di robot,una storia di alieni, una storiadi computer. La meglio fanta-scienza, si potrebbe dire, rac-colta in tre racconti [di ArthurClarke, Margaret St. Clair eRichard Matheson n.d.r.] usci-ti da quella che è stata la gran-de stagione di questo filonenarrativo. Si sa come andaro-no le cose: la rivoluzione indu-striale, poi la comparsa delleprime macchine meravigliose,i primi sogni anche un po’ sem-pliciotti attorno a questi nostrinuovi compagni sulla Terra, leprime fantasie sull’esplorazio-ne degli oceani, dei cieli, delsottosuolo e così via, di auda-cia in audacia.

È lo scrittore francese Ju-les Verne l’Omero di questo fe-lice periodo, in cui si crede nelprogresso inarrestabile dellatecnica, in cui si crede nellegrandi esposizioni universali enei balletti allegorici dove la lu-ce trionfa sempre sull’oscuri-tà. Ma il Titanic viene squar-ciato da un iceberg e l’Europa

è travolta da due guerre mon-diali. Tra le due, la Fantascien-za comincia a scavarsi una suanicchia appartata, con rivisti-ne stampate su pessima carta(chiamata pulp) e illustrazionia coloracci violenti.

Appaiono anche diversi fu-metti di notevole diffusione po-polare. Ma poi c’è qualchescrittore di rango come H. G.Wells, che comincia a occupar-si di viaggi interstellari, di in-vasioni marziane, di spavente-voli utopie sociali. L’Europa vi-ve sotto dittature minuziosa-mente implacabili e quando in-

fine torna la pace, gli autori difantascienza sanno di aver im-parato decisive lezioni. La tecno-logia riparte immediatamente econ crescente rapidità si svilup-pano invenzioni via via più sofi-sticate e allarmanti, che finiran-no per dilagare fino ai nostrigiorni e sommergerli.

È allora che nascono le gran-di estrapolazioni di una straordi-naria e mai più eguagliata gene-razione di scrittori di ScienceFiction. E se…? Come nel Sette-cento, quando esplose l’Illumini-smo, così qui esplode un deliriodi ipotesi plausibili o assurde,

giocose o grottesche. Non c’èpiù bisogno di macchine stupe-facenti, basta buttar lì una con-gettura. E se la Terra dopotuttofosse piatta? E se in un universoparallelo Napoleone fosse sol-tanto un ottimo colonnello di ar-tiglieria? E se dal televisore ibambini riuscissero a far saltarfuori dei leoni famelici? Tuttopuò essere rigirato, contraddet-to, rimesso in questione, in unalibertà intellettuale assoluta.

Così possiamo immaginareun futuro in cui la boxe, unosport troppo violento per la no-stra sensibilità super-civilizza-

ta, viene abolita. Non sarannopiù uomini quelli che si scontra-no sul ring, ma soltanto dei ro-bot di vari modelli, mirabilmen-te congegnati e modellati in mo-do da rassomigliarci. E negli im-mensi spazi siderali si potrannoincontrare strane creature tele-patiche, nuclei evanescenti chesi aggirano intorno alle nostreastronavi e sono curiosissimi,vogliono sapere. Ma cosa voglio-no sapere questi Prott? E c’è lapossibilità che, da un remotoconvento tibetano, una delega-zione di monaci arrivi a NewYork e chieda a una grande so-

cietà di ricerche informatiche dielencare i nove miliardi di nomidi Dio, dopodiché…

Tutto sembra davvero possi-bile a questi scrittori di multifor-me talento, capaci di svilupparelunghi romanzi, addirittura ciclie saghe del Futuro e del Passa-to, spesso impegnati, sotto pseu-donimi, nella letteratura polizie-sca, rosa, storica. E tuttavia ènel racconto che trovano la mi-sura “giusta”, geniale.

Per saperne di più bisogna ri-farsi a Le meraviglie del possibilee al Secondo libro della Fanta-scienza, pubblicati da Einaudi al-la fine degli Anni Cinquanta epoi continuamente ristampati.Lì si trovano riuniti gli autorieminenti del periodo: Ray Brad-bury, cantore di cronache mar-ziane, Isaac Asimov, massimocultore di robotica, e poi ArthurClarke, cui dobbiamo il film2001: Odissea nello spazio, il sar-castico Sheckley, il cupo Mathe-son, l’irriverente Brown.

È inutile, come ancora si fa,starsi a chiedere quante delle“profezie” fantascientifiche si si-ano avverate. Le “profezie” tec-nologiche riguardavano l’Otto-cento, ma a metà degli Anni Cin-quanta nessuno scrittore diScience Fiction tendeva più apredire il nostro futuro. Nella fi-sica, nell’astronomia, nella gene-tica, nella cibernetica, tutto inun certo senso si è avverato osta per avverarsi e, quanto allanostra vita sociale, vediamo cre-scere continuamente i vincoli,gli obblighi, gli ingorghi, i tre-mendi ostacoli burocratici chestanno intorno a noi e rodonogiorno per giorno la nostra liber-tà. È vero, siamo andati sulla lu-na, ma un pozzo di petrolio sot-tomarino perde il tappo e inqui-na l’intero Golfo del Messico;uno speciale trattamento geneti-co può raddoppiare i raccolti digranturco o riso in tutto il mon-do, mentre l’Unione Europeastabilisce la misura esatta chedebbono avere gli asparagi; crol-la l’impero sovietico, ma terrori-sti “alieni” abbattono le TorriGemelle di New York… Non c’èpiù niente che non si possa, nonsi debba guardare attraverso lalente della Fantascienza.

UNA NUOVA COLLANA DI MANIFESTOLIBRI

Sorella Acqua e politica= «Raccontati a ragazze e ragazzi» (ma ne sonodestinatari anche educatori, insegnanti e genitori). E’ lanuova collana di manifestolibri, curata da SimonaBonsignori, su società, ambiente, etica, politica. LainauguraL’acqua e i beni comuni di Ugo Mattei, studiosodi diritto proprietario, con i disegni di Luca Paulesu (pp. 58,€12, con glossario finale, da aiuto allo sviluppo a ecologia,da fognatura a sostenibilità). E’ in arrivo il secondo titolo Ipalazzidella politica, tra Quirinale e Montecitorio,Chigi eMadama: luoghi, regole e retroscena, spiegati da AndreaColombo, con i disegni di Andrea Nicolò (pp. 64, € 12).

Bambino mio,ti narro gli eroidi Omero

YEHOSHUA RACCONTA DOSTOEVSKIJ

La storia di Delitto e castigo= I classici della letteratura, non riassunti né adattati,ma raccontati ai ragazzi. Un’iniziativa ScuolaHolden-Gruppo L’Espresso giunta al quinto titolo, Lastoria di Delitto e castigo di Fëdor Dostoevskij propostada Abraham B. Yehoshua (pp. 91, € 12,90, trad. diAlessandra Shomroni, illustrazioni di Sonja Bougaeva):«una storia lugubre e triste ma che alla fine dà anchesperanza». La collana Save the Story, inaugurata da DonGiovanni secondo Alessandro Baricco, accoglieràprossimamente il Gilgamesh di Yiyun Li (ill. di MarcoLorenzetti) e l’Antigone di Ali Smith (ill. di Laura Paoletti).

Dai bersaglieriagli immigrati

CON FELTRINELLI SUI BANCHI DI SCUOLA

Grammatica e disegno= Due nuovi titoli nella collana «saggistica narrata»Feltrinelli Kids. Massimo Birattari dà il Benvenuti aGrammaland, ovvero come «entrare nel tunneldell’orrore della grammatica e uscirne vivi (e contenti)»,con le illustrazioni di Allegra Agliardi (pp. 141, € 12).Dalla «Giungla della I» all’«Inferno dei verbi irregolari», al«Tunnel degli Orrori di Congiuntivik». Alessandra Agliardi,illustratrice e grafica, ha ideato Io disegno (pp. 140,€ 13): «Il mio consiglio spassionato non è quello di chiedersise si è o non si è capaci di disegnare (...) ma gettarsi conironia, pazienza e curiosità su un foglio bianco».

Per i ragazzi alla Fiera di BolognaVIIITuttolibri

SABATO 26 MARZO 2011LA STAMPA IX

I GIALLI DI FERDINANDO ALBERTAZZI

Vamos a scoprire l’assassino= Un ragazzo di tredici anni, Cesare, testimone di undelitto. Qualcuno, fuggendo, urla Vamos!, il titolo delnuovo giallo di Ferdinando Albertazzi per le Nuoveedizioni romane (pp. 108, € 10) nella collana che ospitaanche Il segreto del quarto dono di Pina Varriale (pp.110, €10). Albertazzi da tempo coltiva il «genere» perdivertire e insieme «parlar d’altro»: emozioni,sentimenti, amicizia, voglia di crescere. Le edizioniSonda hanno raccolto nel cofanetto I gialli noir (€ 24)tre altre sue prove: Faccia da lapide, SerialKillerGame eSbancomat! (€ 24).

UNA FAVOLA PER CONOSCERE IL PITTORE

Nel regno degli Arcimboldi= Una favola per introdurre i ragazzi alla vita e all’artedi Arcimboldo, ora in mostra a Milano. Di Cristina CappaLegora Il meraviglioso regno dei giganti Arcimboldi,con i disegni di Giacomo Veronesi (Skira kids, pp. 79,€ 14). Sono 133 i giganti Arcimboldi chiamati a stupireRe Rodolfo, di cui si celebra la Festa di mezzocompleanno. A capeggiarli è Giuseppe Arcimboldo. Peril banchetto sono in arrivo da ogni angolo dell’universomondo draghi, sirene, cani a tre teste. Ma il regalo perSua Maestà lievita nella Torre delle Polveri: sarà,finalmente, la Pietra Filosofale?

ALBERTOGEDDA

Due volumi per raccontare lastoria dell'Unità d'Italia attra-verso il fumetto d'autore ma,soprattutto, storie di persone«semplici» che si sono impe-gnate per dare concretezza alsogno di un Paese unito e libe-ro. Li hanno curati StefanoGorla, direttore de Il Giornali-no, e Angelo Nencetti diretto-re del Museo Italiano del Fu-metto e dell'Immagine di Luc-ca. Pubblicati dalla PeriodiciSan Paolo (ciascuno di 126 pa-gine a colori, €9,90) i due volu-mi 150˚: Storie d'Italia, propo-sti nella collana «Sulle rottedell'immaginario», sono realiz-zati da autori famosi.

Nel primo, Il lungo cammi-no tre storie portano dall'an-tica Roma alla Prima guerramondiale. Sergio Toppi par-te dalla conquista della Sar-degna da parte dei Romani(nel 236 a.C.) e quindi al suc-cessivo arrivo dei mercenaristranieri nel Medioevo, scor-ribande che fanno nascerel'idea di un Paese unico e cheradunano volontari sulle ri-ve del fiume Volturno, nel1860, per combattere le trup-pe dei Borboni. Il segno diToppi è sempre alto, pieno,aulico e ben raccorda epo-che e speranze.

Quindi l'arrivo dei bersaglie-ri a Roma nel 1870 e la breccia diporta Pia (che venne aperta daun ufficiale ebreo piemontese,Giacomo Segre) nel romantico eprofondo racconto di FrancescoArtibani per l'efficace disegnodi Carlo Ambrosini. Per arriva-re alla vicenda del tenente medi-co Giovanni Cosatti tra le trin-cee nel 1918, alla vigilia di Vitto-rio Veneto. Una storia davverobella, ancora di Francesco Arti-bani, che Ivo Milazzo costruiscecon delicate pennellate.

Nel secondo volume, L'avven-tura comune, altre tre storie -davvero convincenti - scritte daFrancesco Artibani, racconta-no del nostro essere italiani. Adiniziare dalla Resistenza: siamoin Toscana, a Firenze, e un pre-te… I disegni, belli, sono di Pa-squale Frisenda e Ivo Milazzo. Esi arriva all'oggi con storie di cri-minali spietati e di immigrati incerca di speranze rese dal se-gno incisivo di Marco Nizzoli eda quello giocoso di Giorgio Ca-vazzano che dà corpo ai sogni.L'ultimo capitolo racconta diuna gita scolastica a Roma condivertenti colpi di scena per i di-segni di due maestri del genereumoristico: Corrado Mastran-tuono e Giorgio Cavazzano.

I due volumi hanno una du-plice valenza: quella didattica,per il racconto che si sviluppanella storia dell'unità del nostroPaese, e quella fumettistica poi-ché propongono lavori di grandiautori che offrono saggi di pro-fessionalità e ispirazione. Cosìcome Renzo Tisselli e Renzo Ca-legari nelle tavole introduttive.Un'iniziativa editoriale di gran-de interesse e risultato.

LE PROPOSTE DE AGOSTINI

Amz, Risorgimento, Invisibili= Ritorna Amz. La storica sigla editoriale acquistata daDe Agostini negli Anni Ottanta si ripresenta in maggiocon la collana di Batman e i libri di Chuggington. Tra lealtre novità per Bologna, il nuovo romanzo di PaolaZannoner, Rocco+Colomba, una storia d’amore nelRisorgimento, ispirato ai 150 anni dell’Unità d’Italia, e ilnuovo capitolo della serie «Gli invisibili» di Giovanni DelPonte, Il paese del non ritorno (pp. 271, € 13,90). Inuna ricca cittadina della Louisiana domina la paura. Nellevicine paludi si aggirerebbe Tontòn Macute, ilprotagonista misterioso di una filastrocca da brividi.

B ambini, vi racconto laguerra di Troia, il princi-pe Paride e la regina Ele-

na, l’amicizia tra Patroclo eAchille, l’astuzia di Ulisse, Pria-mo e Enea in fuga: compie un se-colo un longseller della letteratu-ra per ragazzi, Storie della sto-ria del mondo di Laura Orvie-to.Uscì nel 1911 per Bemporad, lo

ripropone Giunti (pp. 160, € 18),presentandolo alla Fiera di Bolo-gna con un altro piccolo gioiellodell’autrice, Leo e Lia (pp. 144,€ 16,50), scritto nel 1909.

Le Storie si modellano in for-ma di dialogo tra una madre e ilsuo bambino, si affermano per for-za di affabulazione: ancor oggi,soprattutto se trasmesse «ad alta

voce» hanno la capacità di affa-scinare, come può confermarel’esperienza di insegnanti chehanno continuato a leggere l’Or-vieto in anni recenti, quando sem-brava destinata solo al «magazzi-no» delle biblioteche.

Era nata a Milano nel 1876, dauna famiglia della borghesia ebrai-ca, i Cantoni; sposò nel 1899 An-

giolo Orvieto, poeta e giornalista,fondatore del Marzocco, amico diletterati come D’Annunzio, Pasco-li, Pirandello e Capuana. Fu il ma-rito a coinvolgere e incoraggiareLaura nella scrittura: ma restatutto suo il merito di uno «stile im-mediato e diretto, efficace proprioper il tono discorsivo e sintetico»come ben spiega Caterina Del Vi-vo nella accurata nota biografica ecritica, ora in appendice.

Le Storie furono tradotte inpiù lingue, dal francese all’ebrai-co, dall’inglese allo spagnolo, ven-dettero 70 mila copie, fino al 1938,quando le leggi razziali ne provo-carono l’oblio. Ma ben presto tor-narono, insieme alle successive,composte fra il 1928 e il 1937, pernarrare imprese e avventure di Ro-ma. L’«edizione del centenario» cirestituisce un libro e un’autrice chein sordina ha contribuito a faretanti «piccoli italiani», parlandoloro di eroi e coraggio senza retori-ca. E le nuove illustrazioni di Cri-stina Storti Gajani, così vitali neltratto e nei colori, confermano laduratura attualità di un classico.

Passato prossimo Come il fumettoracconta la storia dell’Unità d’Italia

Butta lì un’ipotesi:tutto è possibile

Carlo Frutteropresenta tre raccontidi «grandi firme»:Arthur Clarke,Matheson e St. Clair

pp Arthur C. Clarkep I NOVE MILIARDI

DI NOMI DI DIOp Gallucci, pp. 95, €15p Un trittico di fantascienza propo-

sto ai ragazzi da Carlo Fruutero(ne anticipiamo qui l’introduzio-ne) e illustrato da José Munoz.Il libro, oltre al racconto che dà iltitolo, scritto da Clarke, il celebreautore di 2001 Odissea nello spa-zio, ne accoglie altri due: Prott diMargaret St. Clair e Acciaio di Ri-chard Matheson (tradotto daFranco Lucentini).

Passato remoto Torna un classicodi Laura Orvieto, voce leggendaria

Futuro/presente Com’è meravigliosa la fantascienza:robot, alieni, computer, le tante «profezie» diventate reali

Un disegno di José Munoz per «I nove miliardi di nomi di Dio», edito da Gallucci

Un’illustrazione di Cristina Storti Gajani per «Storie della storia del mondo»

Laura Orvieto e le due nuovecopertine dei suoi libri riproposti da

Giunti: «Storie della storia delmondo» e «Leo e Lia. Storie di due

bambini italiani con una governanteinglese», illustrato da Vanna Vinci

Ill. di Sonja Bougaeva

Un lungo cammino«Sulle rottedell’immaginario»narrato da Toppied altri disegnatori

Disegno di Giacomo Veronesi

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IS Eventi, idee, popoli, protagonisti.

Parole, immagini e fatti.

Un modo nuovo per

leggere e capire

il Risorgimento

e l’Unità.

In edicolada giovedì 24 marzo

la terza uscitaa soli 8,90 € in più

ITALIA.Un Paese specialeStoria del Risorgimento e dell’Unità

di Aldo A. Mola

La Stampa e Edizioni del Capricorno presentano

,

Parole, immagini e fatti.

Un modo nuovo per

legg

il R

e l’

Storigere e capire

Risorgimento

Unità.

1859: l’indipendenza2

1861: la libertà4

1860: l’unità3

1800-1858: le radici1

lucazanini.it

www.lastampa.it

Page 9: Tuttolibri n. 1758 (26-03-2011)

Pagina Fisica: LASTAMPA - NAZIONALE - IX - 26/03/11 - Pag. Logica: LASTAMPA/TUTTOLIBRI/08 - Autore: MARGAL - Ora di stampa: 25/03/11 20.09

RISORGIMENTO IN MOSTRA

La spada di DomokosCome èstatoraccontato ilRisorgimentoai ragazzi?Con«visionidiverse,oppostimodidiintendereedecifrare, ideologichesottolineature, tramepedagogiche,diversepoetiche,tanti stili»: lo rendeevidente lamostraLaspadadiDomokos,ideataecuratadaAntonioFaetiper laBibliotecaSalaborsadiBologna,apertafinoal15aprile:origini,episodi,eroidell’Unitàd’Italiaattraverso il fumettoe ilibri illustrati, comequellodiGuidoMartinaePierLorenzoDeVita (Mondadori1949)chehadato il titoloalla rassegna,o iCinqueragazzigaribaldinidiGinoChelazzi (Salani,1939),dacuiètratta l’immaginequi sopra.Nelbelcatalogo,editodaBononiaUniversityPress, sfilanoraccontid’avventuree sussidiariper lascuola,classici comeCuorediDeAmicis,LemieprigionidelPellico(illustratodaChiostri) e ilCiuffettinoallaguerradiYambo,biografiediVerdi,CavoureGaribaldi, imartiridiBelfioree ifratelliBandiera, ledonnedelRisorgimentoraccontatedaOlgaVisentini, le tavoledelCorrieredeiPiccolie lecopertinedellaDomenicadeiFanciulli.

CARLOFRUTTERO

Una storia di robot,una storia di alieni, una storiadi computer. La meglio fanta-scienza, si potrebbe dire, rac-colta in tre racconti [di ArthurClarke, Margaret St. Clair eRichard Matheson n.d.r.] usci-ti da quella che è stata la gran-de stagione di questo filonenarrativo. Si sa come andaro-no le cose: la rivoluzione indu-striale, poi la comparsa delleprime macchine meravigliose,i primi sogni anche un po’ sem-pliciotti attorno a questi nostrinuovi compagni sulla Terra, leprime fantasie sull’esplorazio-ne degli oceani, dei cieli, delsottosuolo e così via, di auda-cia in audacia.

È lo scrittore francese Ju-les Verne l’Omero di questo fe-lice periodo, in cui si crede nelprogresso inarrestabile dellatecnica, in cui si crede nellegrandi esposizioni universali enei balletti allegorici dove la lu-ce trionfa sempre sull’oscuri-tà. Ma il Titanic viene squar-ciato da un iceberg e l’Europa

è travolta da due guerre mon-diali. Tra le due, la Fantascien-za comincia a scavarsi una suanicchia appartata, con rivisti-ne stampate su pessima carta(chiamata pulp) e illustrazionia coloracci violenti.

Appaiono anche diversi fu-metti di notevole diffusione po-polare. Ma poi c’è qualchescrittore di rango come H. G.Wells, che comincia a occupar-si di viaggi interstellari, di in-vasioni marziane, di spavente-voli utopie sociali. L’Europa vi-ve sotto dittature minuziosa-mente implacabili e quando in-

fine torna la pace, gli autori difantascienza sanno di aver im-parato decisive lezioni. La tecno-logia riparte immediatamente econ crescente rapidità si svilup-pano invenzioni via via più sofi-sticate e allarmanti, che finiran-no per dilagare fino ai nostrigiorni e sommergerli.

È allora che nascono le gran-di estrapolazioni di una straordi-naria e mai più eguagliata gene-razione di scrittori di ScienceFiction. E se…? Come nel Sette-cento, quando esplose l’Illumini-smo, così qui esplode un deliriodi ipotesi plausibili o assurde,

giocose o grottesche. Non c’èpiù bisogno di macchine stupe-facenti, basta buttar lì una con-gettura. E se la Terra dopotuttofosse piatta? E se in un universoparallelo Napoleone fosse sol-tanto un ottimo colonnello di ar-tiglieria? E se dal televisore ibambini riuscissero a far saltarfuori dei leoni famelici? Tuttopuò essere rigirato, contraddet-to, rimesso in questione, in unalibertà intellettuale assoluta.

Così possiamo immaginareun futuro in cui la boxe, unosport troppo violento per la no-stra sensibilità super-civilizza-

ta, viene abolita. Non sarannopiù uomini quelli che si scontra-no sul ring, ma soltanto dei ro-bot di vari modelli, mirabilmen-te congegnati e modellati in mo-do da rassomigliarci. E negli im-mensi spazi siderali si potrannoincontrare strane creature tele-patiche, nuclei evanescenti chesi aggirano intorno alle nostreastronavi e sono curiosissimi,vogliono sapere. Ma cosa voglio-no sapere questi Prott? E c’è lapossibilità che, da un remotoconvento tibetano, una delega-zione di monaci arrivi a NewYork e chieda a una grande so-

cietà di ricerche informatiche dielencare i nove miliardi di nomidi Dio, dopodiché…

Tutto sembra davvero possi-bile a questi scrittori di multifor-me talento, capaci di svilupparelunghi romanzi, addirittura ciclie saghe del Futuro e del Passa-to, spesso impegnati, sotto pseu-donimi, nella letteratura polizie-sca, rosa, storica. E tuttavia ènel racconto che trovano la mi-sura “giusta”, geniale.

Per saperne di più bisogna ri-farsi a Le meraviglie del possibilee al Secondo libro della Fanta-scienza, pubblicati da Einaudi al-la fine degli Anni Cinquanta epoi continuamente ristampati.Lì si trovano riuniti gli autorieminenti del periodo: Ray Brad-bury, cantore di cronache mar-ziane, Isaac Asimov, massimocultore di robotica, e poi ArthurClarke, cui dobbiamo il film2001: Odissea nello spazio, il sar-castico Sheckley, il cupo Mathe-son, l’irriverente Brown.

È inutile, come ancora si fa,starsi a chiedere quante delle“profezie” fantascientifiche si si-ano avverate. Le “profezie” tec-nologiche riguardavano l’Otto-cento, ma a metà degli Anni Cin-quanta nessuno scrittore diScience Fiction tendeva più apredire il nostro futuro. Nella fi-sica, nell’astronomia, nella gene-tica, nella cibernetica, tutto inun certo senso si è avverato osta per avverarsi e, quanto allanostra vita sociale, vediamo cre-scere continuamente i vincoli,gli obblighi, gli ingorghi, i tre-mendi ostacoli burocratici chestanno intorno a noi e rodonogiorno per giorno la nostra liber-tà. È vero, siamo andati sulla lu-na, ma un pozzo di petrolio sot-tomarino perde il tappo e inqui-na l’intero Golfo del Messico;uno speciale trattamento geneti-co può raddoppiare i raccolti digranturco o riso in tutto il mon-do, mentre l’Unione Europeastabilisce la misura esatta chedebbono avere gli asparagi; crol-la l’impero sovietico, ma terrori-sti “alieni” abbattono le TorriGemelle di New York… Non c’èpiù niente che non si possa, nonsi debba guardare attraverso lalente della Fantascienza.

UNA NUOVA COLLANA DI MANIFESTOLIBRI

Sorella Acqua e politica= «Raccontati a ragazze e ragazzi» (ma ne sonodestinatari anche educatori, insegnanti e genitori). E’ lanuova collana di manifestolibri, curata da SimonaBonsignori, su società, ambiente, etica, politica. LainauguraL’acqua e i beni comuni di Ugo Mattei, studiosodi diritto proprietario, con i disegni di Luca Paulesu (pp. 58,€12, con glossario finale, da aiuto allo sviluppo a ecologia,da fognatura a sostenibilità). E’ in arrivo il secondo titolo Ipalazzidella politica, tra Quirinale e Montecitorio,Chigi eMadama: luoghi, regole e retroscena, spiegati da AndreaColombo, con i disegni di Andrea Nicolò (pp. 64, € 12).

Bambino mio,ti narro gli eroidi Omero

YEHOSHUA RACCONTA DOSTOEVSKIJ

La storia di Delitto e castigo= I classici della letteratura, non riassunti né adattati,ma raccontati ai ragazzi. Un’iniziativa ScuolaHolden-Gruppo L’Espresso giunta al quinto titolo, Lastoria di Delitto e castigo di Fëdor Dostoevskij propostada Abraham B. Yehoshua (pp. 91, € 12,90, trad. diAlessandra Shomroni, illustrazioni di Sonja Bougaeva):«una storia lugubre e triste ma che alla fine dà anchesperanza». La collana Save the Story, inaugurata da DonGiovanni secondo Alessandro Baricco, accoglieràprossimamente il Gilgamesh di Yiyun Li (ill. di MarcoLorenzetti) e l’Antigone di Ali Smith (ill. di Laura Paoletti).

Dai bersaglieriagli immigrati

CON FELTRINELLI SUI BANCHI DI SCUOLA

Grammatica e disegno= Due nuovi titoli nella collana «saggistica narrata»Feltrinelli Kids. Massimo Birattari dà il Benvenuti aGrammaland, ovvero come «entrare nel tunneldell’orrore della grammatica e uscirne vivi (e contenti)»,con le illustrazioni di Allegra Agliardi (pp. 141, € 12).Dalla «Giungla della I» all’«Inferno dei verbi irregolari», al«Tunnel degli Orrori di Congiuntivik». Alessandra Agliardi,illustratrice e grafica, ha ideato Io disegno (pp. 140,€ 13): «Il mio consiglio spassionato non è quello di chiedersise si è o non si è capaci di disegnare (...) ma gettarsi conironia, pazienza e curiosità su un foglio bianco».

Per i ragazzi alla Fiera di BolognaVIIITuttolibri

SABATO 26 MARZO 2011LA STAMPA IX

I GIALLI DI FERDINANDO ALBERTAZZI

Vamos a scoprire l’assassino= Un ragazzo di tredici anni, Cesare, testimone di undelitto. Qualcuno, fuggendo, urla Vamos!, il titolo delnuovo giallo di Ferdinando Albertazzi per le Nuoveedizioni romane (pp. 108, € 10) nella collana che ospitaanche Il segreto del quarto dono di Pina Varriale (pp.110, €10). Albertazzi da tempo coltiva il «genere» perdivertire e insieme «parlar d’altro»: emozioni,sentimenti, amicizia, voglia di crescere. Le edizioniSonda hanno raccolto nel cofanetto I gialli noir (€ 24)tre altre sue prove: Faccia da lapide, SerialKillerGame eSbancomat! (€ 24).

UNA FAVOLA PER CONOSCERE IL PITTORE

Nel regno degli Arcimboldi= Una favola per introdurre i ragazzi alla vita e all’artedi Arcimboldo, ora in mostra a Milano. Di Cristina CappaLegora Il meraviglioso regno dei giganti Arcimboldi,con i disegni di Giacomo Veronesi (Skira kids, pp. 79,€ 14). Sono 133 i giganti Arcimboldi chiamati a stupireRe Rodolfo, di cui si celebra la Festa di mezzocompleanno. A capeggiarli è Giuseppe Arcimboldo. Peril banchetto sono in arrivo da ogni angolo dell’universomondo draghi, sirene, cani a tre teste. Ma il regalo perSua Maestà lievita nella Torre delle Polveri: sarà,finalmente, la Pietra Filosofale?

ALBERTOGEDDA

Due volumi per raccontare lastoria dell'Unità d'Italia attra-verso il fumetto d'autore ma,soprattutto, storie di persone«semplici» che si sono impe-gnate per dare concretezza alsogno di un Paese unito e libe-ro. Li hanno curati StefanoGorla, direttore de Il Giornali-no, e Angelo Nencetti diretto-re del Museo Italiano del Fu-metto e dell'Immagine di Luc-ca. Pubblicati dalla PeriodiciSan Paolo (ciascuno di 126 pa-gine a colori, €9,90) i due volu-mi 150˚: Storie d'Italia, propo-sti nella collana «Sulle rottedell'immaginario», sono realiz-zati da autori famosi.

Nel primo, Il lungo cammi-no tre storie portano dall'an-tica Roma alla Prima guerramondiale. Sergio Toppi par-te dalla conquista della Sar-degna da parte dei Romani(nel 236 a.C.) e quindi al suc-cessivo arrivo dei mercenaristranieri nel Medioevo, scor-ribande che fanno nascerel'idea di un Paese unico e cheradunano volontari sulle ri-ve del fiume Volturno, nel1860, per combattere le trup-pe dei Borboni. Il segno diToppi è sempre alto, pieno,aulico e ben raccorda epo-che e speranze.

Quindi l'arrivo dei bersaglie-ri a Roma nel 1870 e la breccia diporta Pia (che venne aperta daun ufficiale ebreo piemontese,Giacomo Segre) nel romantico eprofondo racconto di FrancescoArtibani per l'efficace disegnodi Carlo Ambrosini. Per arriva-re alla vicenda del tenente medi-co Giovanni Cosatti tra le trin-cee nel 1918, alla vigilia di Vitto-rio Veneto. Una storia davverobella, ancora di Francesco Arti-bani, che Ivo Milazzo costruiscecon delicate pennellate.

Nel secondo volume, L'avven-tura comune, altre tre storie -davvero convincenti - scritte daFrancesco Artibani, racconta-no del nostro essere italiani. Adiniziare dalla Resistenza: siamoin Toscana, a Firenze, e un pre-te… I disegni, belli, sono di Pa-squale Frisenda e Ivo Milazzo. Esi arriva all'oggi con storie di cri-minali spietati e di immigrati incerca di speranze rese dal se-gno incisivo di Marco Nizzoli eda quello giocoso di Giorgio Ca-vazzano che dà corpo ai sogni.L'ultimo capitolo racconta diuna gita scolastica a Roma condivertenti colpi di scena per i di-segni di due maestri del genereumoristico: Corrado Mastran-tuono e Giorgio Cavazzano.

I due volumi hanno una du-plice valenza: quella didattica,per il racconto che si sviluppanella storia dell'unità del nostroPaese, e quella fumettistica poi-ché propongono lavori di grandiautori che offrono saggi di pro-fessionalità e ispirazione. Cosìcome Renzo Tisselli e Renzo Ca-legari nelle tavole introduttive.Un'iniziativa editoriale di gran-de interesse e risultato.

LE PROPOSTE DE AGOSTINI

Amz, Risorgimento, Invisibili= Ritorna Amz. La storica sigla editoriale acquistata daDe Agostini negli Anni Ottanta si ripresenta in maggiocon la collana di Batman e i libri di Chuggington. Tra lealtre novità per Bologna, il nuovo romanzo di PaolaZannoner, Rocco+Colomba, una storia d’amore nelRisorgimento, ispirato ai 150 anni dell’Unità d’Italia, e ilnuovo capitolo della serie «Gli invisibili» di Giovanni DelPonte, Il paese del non ritorno (pp. 271, € 13,90). Inuna ricca cittadina della Louisiana domina la paura. Nellevicine paludi si aggirerebbe Tontòn Macute, ilprotagonista misterioso di una filastrocca da brividi.

B ambini, vi racconto laguerra di Troia, il princi-pe Paride e la regina Ele-

na, l’amicizia tra Patroclo eAchille, l’astuzia di Ulisse, Pria-mo e Enea in fuga: compie un se-colo un longseller della letteratu-ra per ragazzi, Storie della sto-ria del mondo di Laura Orvie-to.Uscì nel 1911 per Bemporad, lo

ripropone Giunti (pp. 160, € 18),presentandolo alla Fiera di Bolo-gna con un altro piccolo gioiellodell’autrice, Leo e Lia (pp. 144,€ 16,50), scritto nel 1909.

Le Storie si modellano in for-ma di dialogo tra una madre e ilsuo bambino, si affermano per for-za di affabulazione: ancor oggi,soprattutto se trasmesse «ad alta

voce» hanno la capacità di affa-scinare, come può confermarel’esperienza di insegnanti chehanno continuato a leggere l’Or-vieto in anni recenti, quando sem-brava destinata solo al «magazzi-no» delle biblioteche.

Era nata a Milano nel 1876, dauna famiglia della borghesia ebrai-ca, i Cantoni; sposò nel 1899 An-

giolo Orvieto, poeta e giornalista,fondatore del Marzocco, amico diletterati come D’Annunzio, Pasco-li, Pirandello e Capuana. Fu il ma-rito a coinvolgere e incoraggiareLaura nella scrittura: ma restatutto suo il merito di uno «stile im-mediato e diretto, efficace proprioper il tono discorsivo e sintetico»come ben spiega Caterina Del Vi-vo nella accurata nota biografica ecritica, ora in appendice.

Le Storie furono tradotte inpiù lingue, dal francese all’ebrai-co, dall’inglese allo spagnolo, ven-dettero 70 mila copie, fino al 1938,quando le leggi razziali ne provo-carono l’oblio. Ma ben presto tor-narono, insieme alle successive,composte fra il 1928 e il 1937, pernarrare imprese e avventure di Ro-ma. L’«edizione del centenario» cirestituisce un libro e un’autrice chein sordina ha contribuito a faretanti «piccoli italiani», parlandoloro di eroi e coraggio senza retori-ca. E le nuove illustrazioni di Cri-stina Storti Gajani, così vitali neltratto e nei colori, confermano laduratura attualità di un classico.

Passato prossimo Come il fumettoracconta la storia dell’Unità d’Italia

Butta lì un’ipotesi:tutto è possibile

Carlo Frutteropresenta tre raccontidi «grandi firme»:Arthur Clarke,Matheson e St. Clair

pp Arthur C. Clarkep I NOVE MILIARDI

DI NOMI DI DIOp Gallucci, pp. 95, €15p Un trittico di fantascienza propo-

sto ai ragazzi da Carlo Fruutero(ne anticipiamo qui l’introduzio-ne) e illustrato da José Munoz.Il libro, oltre al racconto che dà iltitolo, scritto da Clarke, il celebreautore di 2001 Odissea nello spa-zio, ne accoglie altri due: Prott diMargaret St. Clair e Acciaio di Ri-chard Matheson (tradotto daFranco Lucentini).

Passato remoto Torna un classicodi Laura Orvieto, voce leggendaria

Futuro/presente Com’è meravigliosa la fantascienza:robot, alieni, computer, le tante «profezie» diventate reali

Un disegno di José Munoz per «I nove miliardi di nomi di Dio», edito da Gallucci

Un’illustrazione di Cristina Storti Gajani per «Storie della storia del mondo»

Laura Orvieto e le due nuovecopertine dei suoi libri riproposti da

Giunti: «Storie della storia delmondo» e «Leo e Lia. Storie di due

bambini italiani con una governanteinglese», illustrato da Vanna Vinci

Ill. di Sonja Bougaeva

Un lungo cammino«Sulle rottedell’immaginario»narrato da Toppied altri disegnatori

Disegno di Giacomo Veronesi

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LA STORIA VERA DELLA DONNA CHE È DIVENTATA IL SIMBOLO

DELLA RINASCITA DELL’AFGHANISTAN

Il giorno in cui venni al mondo mia madre mi abbandonò sotto il sole cocente perché morissi. Ma sono sopravvissuta. Forse perché Dio ha per me uno scopo: quello di guidare il mio Paese fuori dall’abisso di corruzione e violenza. O, semplicemente, di essere una buona madre per le mie fi glie.

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Page 10: Tuttolibri n. 1758 (26-03-2011)

Pagina Fisica: LASTAMPA - NAZIONALE - X - 26/03/11 - Pag. Logica: LASTAMPA/TUTTOLIBRI/10 - Autore: MARGAL - Ora di stampa: 25/03/11 20.09

5100 37

8 10

Gran circoTaddei ealtrestorie di VigàtaCAMILLERISELLERIO

3

Togliamoil disturbo

MASTROCOLAGUANDA

Gesù diNazarethBENEDETTOXVI(JOSEPH RATZINGER)LIBRERIAEDITRICE VATICANA

36

23

La leggedel deserto

SMITHLONGANESI

Saggistica TascabiliNarrativaitaliana

1723

E disse

DE LUCAFELTRINELLI

1

Narrativastraniera Varia Ragazzi

6

Il profumodelle fogliedi limoneSÁNCHEZGARZANTI

LA CLASSIFICA DI TUTTOLIBRI È REALIZZATA DALLA SOCIETÀ NIELSEN BOOKSCAN, ANALIZZANDO I DATI DELLE COPIE VENDUTE OGNI SETTIMANA, RACCOLTI IN UN CAMPIONE DI 1100 LIBRERIE.SI ASSEGNANO I 100 PUNTI AL TITOLO PIÙ VENDUTO TRA LE NOVITÀ. TUTTI GLI ALTRI SONO CALCOLATI IN PROPORZIONE. LA RILEVAZIONE SI RIFERISCE AI GIORNI DAL 13 AL 19 MARZO.

30

Vieni viacon me

SAVIANOFELTRINELLI

7

Nessunosi salvada soloMAZZANTINIMONDADORI

88

AI PUNTILUCIANO GENTA

W la libertàe un po’

anche l’Italia

1. L’amico d’infanzia di Maigret 9SIMENON 10,00 ADELPHI

2. La solitudine dei numeri... 8GIORDANO 13,00 MONDADORI

3. Gesù di Nazareth 7BENEDETTO XVI 10,00 BUR

4. Il piccolo principe 6SAINT-EXUPÉRY 7,50 BOMPIANI

5. La versione di Barney 6RICHLER 12,00 ADELPHI

6. L’ombra del vento 6RUIZ ZAFÓN 13,00 MONDADORI

7. Venuto al mondo 6MAZZANTINI 14,00 MONDADORI

8. È una vita che ti aspetto 5VOLO 12,00 MONDADORI

9. Gomorra 5SAVIANO 10,00 MONDADORI

10.Il giorno in più 5VOLO 13,00 MONDADORI

56

S aviano è sempre primo anche se il valore dei suoi100 punti, nel nostro campione di sole librerie, hafatto un salto in discesa, dalle 40 alle circa 27 mila di

questo sabato. Così Ratzinger, pur accrescendo di poco lecopie, ora sopra le 23 mila, rimpingua di molto il punteg-gio. Sale un po’ anche la Mazzantini, a quota 15 mila, men-tre cala a 10 mila Camilleri, tallonato da Wilbur Smith.Confermata la cinquina al vertice, la novità della settima-na tra i primi 10 è Franzen, ora 6˚: traguardo raggiuntoprima ancora di beneficiare del lancio tv, come al solito daFazio, e del suo giro di incontri, tra Roma e Torino. Il corpo-so e robusto romanzo, per quanto meno compatto rispetto

alle fulminanti Correzioni, ha cominciato a correre con leproprie gambe. La rilevazione, dal 13 al 19 marzo, compren-de il giorno di festa per i 150 anni dell’Unità: una festa ma-gra in libreria, rari gli scavi della ricerca storiografica, fre-quenti i titoli d’occasione, tra agiografia, divulgazione epamphlet «revisionisti». Emerge in alta classifica solo Vi-va l’Italia di Cazzullo, 9˚, seguito da La patria bene o ma-le di Fruttero e Gramellini, 11˚, e Terroni di Aprile, 20˚,cui si aggiungono due libretti nella tabella dei ragazzi,quelli per cui più si dovrebbe promuovere la lettura. Com-mentando l’ultima indagine Nielsen, dove si rivela che ap-pena un terzo degli italiani (sopra i 14 anni) ha comprato

almeno un libro tra ottobre e dicembre 2010 (dunque nel tri-mestre più favorevole per le vendite, includendo il Natale)Gian Arturo Ferrari ha dichiarato in un’intervista a Simo-netta Fiori di Repubblica che gli basterebbero «10 milionidi euro all’anno per 15 anni» per carburare i piccoli italiani,dalla culla alla scuola dell’obbligo, con adeguate bibliote-chine gratuite. Suvvia, un altro centesimo in accise sullabenzina. E magari un altro ancora per le biblioteche pubbli-che, dove i ragazzi leggono non solo i best sellers , come mo-stra il Rapporto della rivista Liber (www.liberweb.it) cheverrà presentato alla Fiera di Bologna. Il neo ministro Ga-lan potrebbe farci un salto e prendersi Ferrari per Virgilio.

P oliticamente ero abba-stanza cattivo» ha confes-sato un po’ di mesi fa Mar-

co Tropea a Paolo Di Stefano,riandando ai Settanta. Buonissi-mo, 40 anni dopo la militanza al-la Statale di Milano, non lo è di-ventato, per fortuna. Mestiere, in-telligenza, furbizia, ma quasi sen-za «adeguamenti» all’onda. Unalinea onesta, dal ’96, data di na-scita dell’editrice che porta il suonome: prima sotto l’ombrello delSaggiatore, oggi con l’indipen-denza del 51% rispetto al socio eamico Luca Formenton, rappre-sentata con coerente varietà (sag-gistica non accademica, fictionrobusta) anche dai più recenti edai prossimi titoli in libreria.

Celebrazione, a raggio euro-peo, del nostro 150˚ con Londradei cospiratori di Enrico Verdec-chia; celebrazione, golosa, di Sal-gari con la riscrittura-pastichedelle Tigri della Malesia firmatedal vecchio compañero di Marco,Paco Ignacio Taibo II, ospite amaggio al Lingotto insieme a Le-

onardo Padura Fuentes e alla gior-nalista Yulia Latynina, una Polito-skaia indenne, che Tropea pubbli-ca per la prima volta in Italia conOnore e vendetta, romanzo conattacco indiretto alla Russia (ospi-te d’onore al Salone 2011).

Fedeltà ad una scelta di cam-po, quella di thriller, noir ecc che hablasonato da sempre il patron («In-

terno giallo» con la Grimaldi, allaLonganesi con Spagnol), ma che laMarco Tropea adesso, dopo averlisdoganati e vistane l’inflazione, mi-sura: «cerchiamo di fare un discor-so qualitativo, non inseguiamo piùil bestseller...». Bugia quest’ulti-ma. La speranza si chiama Nerooceano, il primo di cinque titoli del-l’islandese, figlio di pescatori, Ste-fan Mani: epopea di nove marinainel chiuso di una «nave da carico,rumorosa e puzzolente tra pirati,assassini, donne da dimenticare».

Quindici anni che la casa edi-trice sottolinea specialmente conla nuova «Collezione Tropea»: co-me per molte altre sigle in questomomento, un recupero dal catalo-go (800 titoli) delle opere di mag-gior pregio e successo: 12 uscitel’anno, in tranche di sei, la primaappena partita, con Qumran diEliette Abécassis, Il pittore dellebattaglie di Arturo Perez-Rever-te, La moglie del senatore di SueMiller. Prevedendo anche inediti.Italiani? «Non per ora, li centelli-no», cattiveggia l’editore.

Libertà

FRANZENEINAUDI

Viva l’Italia!Risorgimentoe ResistenzaCAZZULLOMONDADORI

I n poltrona, sottovoce, decla-mando, con imbarazzo, vici-no a una chiesa, in coppia,

vecchi, giovanissimi, sulla spiag-gia, in biblioteca, eleganti, loli-te, con timidezza, biascicando,in un teatro e sopra una torre,con una caricatura del protago-nista disegnata su una mano,mentre i bambini strillano, conil monte Fuji sullo sfondo, com-muovendosi, bene, male, in pi-giama, in braille, al tramonto,faccia da professore, faccia daindio, faccia da teppista, nell'ambulatorio del medico, trami-te marionette, e anche fra i muli-ni a vento della Mancha.

2149. Duemilacentoquaran-tanove lettori di tutto il mondohanno letto altrettanti frammen-ti del Don Chisciotte: ora l'inte-grale del romanzo di Cervantesè completata e sarà presto suYouTube (http://www.youtube.com/elquijote). Finisce con dueparole che nel libro non ci sono:«Vale. Fin» (bene, fine) pronun-ciate dal direttore della Real

Academia Española, un austerosignore che invece di arroccarsifra scaffali di pergamene, speri-menta come anche Internet possadiffondere e rafforzare il patrimo-nio linguistico spagnolo.

Fra i lettori, qualcuno si com-muove: commuove, la letteraturacorale. Così come commuovono(c'entra poco, ma c'entra) le im-

magini dei passanti che a Barcel-lona si sono seduti a suonare ilpianoforte a coda messo a dispo-sizione di tutti in una strada del-la città. Ci vorrebbe così poco,per far capire che la cultura èuna cosa allegra, e di tutti.

Nel frattempo la ministra del-la Cultura, che non è stata a lungoin letargo per imperscrutabili mo-tivi come il nostro appena dimis-sionato, ha annunciato l'imminen-te apertura di un «gran portal cul-tural» che includerà l'offerta pub-blica e privata; allo scopo lì nonperegrino di attrarre il turismoculturale. Nel frattempo, il supple-mento Babelia del País apre suOttavio Missoni «maestro del zig-zag» e su Melania Mazzucco perla traduzione di La larga esperadel ángel, su Tintoretto. Nel frat-tempo, Baricco e Magris si dannoappuntamento a Barcellona per ilfestival Kosmopolis, che intendecartografare la letteratura delventunesimo secolo. Vista dallaSpagna, dalle sue pagine cultura-li, l'Italia sembra viva.

1. La legge del deserto 36SMITH 19,60 LONGANESI

2. Libertà 30FRANZEN 22,00 EINAUDI

3. Il profumo delle foglie di... 23SÁNCHEZ 18,60 GARZANTI

4. Vicino a te non ho paura 13SPARKS 20,00 FRASSINELLI

5. La mappa del destino 10COOPER 19,60 NORD

6. La ragazza del lago 5FOSSUM 5,00 SPERLING & KUPFER

7. L’ultimo inverno 5HARDING 15,50 NERI POZZA

8. La nave dei morti 4CUSSLER; DU BRUL 19,60 LONGANESI

9. La caduta dei giganti 4FOLLETT 25,00 MONDADORI

10.Sezione suicidi 4VARENNE 18,00 EINAUDI

1. The power 12BYRNE 18,50 MONDADORI

2. Mi dichi. Prontuario comico... 8VILLAGGIO 15,00 MONDADORI

3. Cotto e mangiato 7PARODI 14,90 VALLARDI

4. Benvenuti nella mia cucina 7PARODI 14,90 VALLARDI

5. Le diete della salute 6LAMBERTUCCI 18,00 MONDADORI

6. Le ricette di Casa Clerici 5CLERICI 15,90 RIZZOLI

7. Instant English 5SLOAN 16,90 GRIBAUDO

8. È facilesmetteredi fumare... 4CARR 10,00 EWI

9. I dolori del giovane Walter 4LITTIZZETTO 18,00 MONDADORI

10.The secret 4BYRNE 18,60 MACRO

1. L’Unità d’Italia 8VARANELLI 6,90 GIUNTI JUNIOR

2. Diario di una schiappa... 7KINNEY 12,00 IL CASTORO

3. Il giorno delle selezioni 6GARLANDO 11,00 PIEMME

4. I miei scarabocchi per te papà 4DREIDEMY 2,90 MAGAZZINI SALANI

5. Buon compleanno Italia! 4CORTE; GUICCIARDINI 6,50 EMME EDIZIONI

6. Le avventure di re Artù 4STILTON 23,50 PIEMME

7. Spells 4PIKE 17,90 SPERLING & KUPFER

8. Laprimaindagine diTheodore ... 3GRISHAM 18,00 MONDADORI

9. Via le zampe dalla pietra... 3STILTON 8,50 PIEMME

10.L’abbraccio 3GROSSMAN 10,00 MONDADORI

I PRIMI DIECI INDAGINE NIELSEN BOOKSCAN

6 19

CHE LIBRO FA...IN SPAGNA

GIOVANNA ZUCCONI

RecitareCervantes

per YouTube

1. Nessuno si salva da solo 56MAZZANTINI 19,00 MONDADORI

2. Gran circo Taddei... 37CAMILLERI 14,00 SELLERIO

3. E disse 23DE LUCA 10,00 FELTRINELLI

4. Testa o cuore. Il romanzo... 11ZANFORLIN 16,00 MONDADORI

5. L’uomo che non voleva... 9MOCCIA 18,00 RIZZOLI

6. Non chiedere perché 9DI MARE 18,00 RIZZOLI

7. Odore di chiuso 8MALVALDI 13,00 SELLERIO

8. Io e te 7AMMANITI 10,00 EINAUDI

9. Il terrazzino dei gerani... 7MARCHESINI 17,50 RIZZOLI

10.Il cimitero di Praga 7ECO 19,50 BOMPIANI

1. Vieni via con me 100SAVIANO 13,00 FELTRINELLI

2. Gesù di Nazareth 88BENEDETTO XVI 20,00 LIBRERIA EDITRICE VATICANA

3. Viva l’Italia! 19CAZZULLO 18,50 MONDADORI

4. Togliamo il disturbo 17MASTROCOLA 17,00 GUANDA

5. La patria, bene o male 17FRUTTERO; GRAMELLINI 18,00 MONDADORI

6. Indignatevi! 15HESSEL 5,00 ADD EDITORE

7. Terroni 9APRILE 17,50 PIEMME

8. La giustizia è una cosa seria 9GRATTERI; NICASO 17,50 MONDADORI

9. Vandali 7STELLA E RIZZO 18,00 RIZZOLI

10.Ogni cosa alla sua stagione 6BIANCHI 17,00 EINAUDI

2

Classifiche TuttolibriSABATO 26 MARZO 2011

LA STAMPAX

PROSSIMAMENTE

MIRELLA APPIOTTI

Tropeapesca

in Islanda

9

Page 11: Tuttolibri n. 1758 (26-03-2011)

Pagina Fisica: LASTAMPA - NAZIONALE - XI - 26/03/11 - Pag. Logica: LASTAMPA/TUTTOLIBRI/11 - Autore: MARGAL - Ora di stampa: 25/03/11 20.09

EMILIO SALGARI

Le meravigliedel DuemilaViglongo, pp. 288, € 20

«Nel centenario della mortecome dimenticare il libroche mi ha fatto conoscere eamare la fantascienza?»

f

FRED UHLMAN

L’amico ritrovatoFeltrinelli, pp. 96, € 5,50

«Nazismo, razzismo,Shoah si intreccianocon una bella storiadi amicizia che nemmenola tragedia della Storiariesce a cancellare»

f

f

GUY DE MAUPASSANT

Boule de SuifEinaudi, pp.103, € 6,20

«La prostituta che siconcede ai prussiani persalvare i compagnidi viaggio e dopo vieneguardata con disprezzodalle donne “oneste”»

Quarant’anni fa aprì a Genova la «De Amicis», la prima per i ragazzi,la più grande e bella d’Italia: ora la racconta con una favola di enigmi

BUON COMPLEANNOLa Biblioteca Internazionaleper laGioventùDeAmicis, il 21maggiocompiràquarant’anni. LafestadicompleannocominciaallaFieradiBologna,dovesipresenteranno illibrodiMarinoCassiniEDO.SfidaallaDeAmicise l’ultimonumerodella rivistaLGArgomenti, cherivisita ilpercorsodellabiblioteca,con interventidiGiorgioBini,AngeloNobile,RomanoVecchiet,FernandoRotondoealtri.LaDeAmicis,oradirettadaFrancescoLangella,haunasuperficiedi2.500mq.,possiede64.000 libri,di cui7.000del fondostorico(tra cui l’ intera raccoltadelCorrieredeiPiccoli),quasi2.000tracassetteedvd250videogiochi,unmigliaiodiCD,un’ampiacollezionedigiornaliniper ragazziedi rivisteper insegnantiegenitori.Acquistaannualmentecirca1.500 libriealtri1.000nericeve dallecaseeditriciperrecensionisulla rivista.

FERNANDOROTONDO

Nel suo ultimo libro,Edo. Sfida alla "De Amicis",storia semiseria della «sua»biblioteca attraverso il rap-porto ludico-enigmistico trail bibliotecario Bib e un topo-lino che legge i libri comeFirmino, l’autore così si de-scrive a quarant’anni: «unuomo corpulento, alto… unabella barba nera che gli in-corniciava il viso, occhi az-zurri e una fitta capigliatu-ra che arrivava a lambirel’orlo della giacca». Oggi dianni ne ha ottanta e la barbabianca corona le physique durôle di un orco dal quale i

bambini hanno sempre ama-to lasciarsi rapire per corre-re dietro il sogno, il deside-rio e il piacere di leggere.

L’incontro con MarinoCassini avviene ovviamentenella Biblioteca per ragazziDe Amicis, che il prossimo21 maggio festeggerà i 40anni con il nuovo direttoreFrancesco Langella, la pri-ma, la più grande (2.500mq), la più bella d’Italia, alPorto Antico di Genova, ispi-rata al modello della Jugen-dbibliothek di Monaco di Ba-viera. «Questo - spiega Cas-sini - è il terzo periodo "pi-cassiano" della biblioteca:"blu" sul mare, dopo quello"verde" nella cinquecente-sca Villa Imperiale e quello"grigio" nei locali vuoti diuna scuola. Nacque per vo-lontà di Giuseppe Piersan-telli, direttore delle Bibliote-che Civiche, che nel 1963,con piglio che oggi defini-remmo un po’ maschilista,così mi intronizzò: “Amigu,pe a diresiun, mi voeggiu un

omu!” (anche se era circon-dato da brave collaboratri-ci). Così si formò il CentroStudi Letteratura Giovanileper intraprendere l’opera euscì la rivistina Il Minuzzolo,90% di schede e 2-3 paginet-te di articoli, poi diventataLg Argomenti, che oggi è lapiù antica rivista di lettera-tura giovanile».

Facciamo un passo indie-tro. Prime letture.

«Di famiglia contadina delPonente ligure, da Antibes,dove mio padre aveva unabottega di alimentari, appe-na scoppiò la guerra tornam-mo a Isolabona, dove mi de-streggiai tra Phantomas eRocambole, i feuilletons diPonson du Terrail, i romanzid’avventura di Salgari e Mot-ta, i fascicoli di Petrosino eNick Carter, i fumetti diMandrake, L’Uomo Masche-rato, Cino e Franco. Mio pa-dre mi portava in campagnadove curava un po’ di viti,qualche ulivo, un orto, men-tre io pascolavo l’amata ca-pretta Cirò, ma perlopiù misdraiavo su un telo di saccoper leggere incurante dei ri-chiami paterni. Poi scoprii eamai la fantascienza dell’etàd’oro, Asimov, Bradbury,Clarke, Simak, e i gialli classi-ci di Conan Doyle, Christie,Maigret, Stout; non ho mai

amato l’hard boiled, invece».Quali sono state le letturepiù impegnative, formativenel senso che Calvino davaal termine: quelle che dan-no una forma alle esperien-ze future, forniscono model-li, termini di paragone, sche-mi di classificazione, para-digmi di bellezza?

«Naturalmente il Calvino delBarone rampante e di Marco-valdo, che consiglio sempreperché presentare a un giova-ne una società non proprioidilliaca attraverso le disav-venture di un pover’uomo, uti-lizzando una vena comica, è ilmodo migliore per farglielacomprendere. Così come con-siglio sempre L’amico ritrova-to di Uhlman. Il nome della ro-sa mi ha affascinato perché èun giallo ambientato in una bi-blioteca medievale tra mano-scritti che celano segreti. De-

vo confessare, però, che dopoil 1971 sono diventato un caval-lo con il paraocchi, vedo solodavanti a me e leggo solo libriper ragazzi, perché mi sonoprecluso la visione lateraledella letteratura adulta. Allo-ra scoprii Bianca Pitzorno,Piumini, Brizzolara, Argilli,Carpi, Righini Ricci, la scrit-trice più adottata nelle scuo-le, naturalmente Rodari».

E oggi?«I miei preferiti sono la Ibbot-son e Carter, che in Piccolo al-bero racconta di un bambinoche con i nonni Cherokee ap-prende il senso della famiglia,della natura, della morte. Fragli italiani non vedo nuovi Piu-mini o Pitzorno. Gli editoripreferiscono puntare preva-lentemente su autori stranie-ri, che hanno il vantaggio diavere già passato una selezio-ne nel loro Paese. Vedo trop-

pe serie ripetitive e volumino-si fantasy che non so se i ra-gazzi leggono davvero, anchese si vendono. Ricordo che iragazzi si orientavano prefe-ribilmente verso libri piùsmilzi. Purtroppo mi paresparito, anche per scelta edi-toriale, il gusto per i raccontibrevi, più adatti per giovanidel tipo leggi-e-fuggi».

La biblioteca faceva ancheattività di promozione dellalettura.

«Per gli insegnanti organiz-zammo un incontro a scuolacon Rodari, che poi volle visi-tare la biblioteca: in cattedraera sapiente, piacevole, di unasemplicità disarmante; a tuper tu era alla mano, ma cu-rioso di tutto. Venne ancheAntonio Faeti, davanti al qua-le ero inizialmente intimidito,perché parlava di tutto, dellesue sterminate letture, salta-

va da un argomento all’altro,però non faceva pesare la suaimmensa cultura; anagram-mai il nome: È fiato innato. Al-lora, 20-30 anni fa, i Comunierano più interessati a questotipo di attività, oggi c’è un mi-nor interesse generale per lacultura e la lettura».

Esiste una formula, un mo-dello, una «bacchetta magi-ca» per far leggere i ragazzi?

«Non credo, ma ci devono es-sere assolutamente la passio-ne, l’inventiva, l’esperienzadel bibliotecario che sa trova-re la strada più adatta alla si-tuazione. Hanno successo i tor-nei di lettura sul modello dellatrasmissione televisiva Per unpugno di libri. Spesso io usavol’enigmistica, che chiamo l’Ar-ma di Edipo. Anche per questoero considerato un biblioteca-rio eretico, anarchico, artigia-nale, fuori dalle regole e dallerighe. Un dirigente del Comu-

ne diceva: "Fate quello che di-ce Marino per la promozione,ma non quello che fa per laschedatura dei libri"».

Veniamo all’altra faccia del-la luna. È nato prima il biblio-tecario o lo scrittore per ra-gazzi?

«Ho scritto quasi trenta libri.Nel 1964 partecipai a un con-corso che non vinsi, ma il li-bro fu pubblicato ugualmen-te, Da un metro e tre centime-tri, chiaramente ispirato aTre millimetri al giorno di Ma-theson, altro mio maestro delfantastico. Scrissi ancora difantascienza, anche se conuna sensibilità diversa, forsepiù matura, certamente piùpessimistica. In complesso so-no stato uno scrittore ecletti-co che ha spaziato tra i gene-ri: fantascientifico, storico an-tico e moderno, bellico, giallo,mistery. Ho scritto uno deiprimi libri-gioco italiani, I rac-conti del gufo, somigliante ai li-brogame, ma diverso perchécostruito non a bivi ma con re-bus e anagrammi».

I ricordi di Cirò è il libro dellasua infanzia, durante laguerra, ma vista con gli oc-

chi della capretta che porta-vi al pascolo. Dopo Cirò hapubblicato solo libri di enig-mistica e gialli per ragazziambientati tra le piazzette, icarruggi, i balconi con i vasidi gerani e basilico del Po-nente. Sembra che davantia una sorta di disincanto, leisia tornato alla sua Itaca».

«Forse è così. Qualche anno facon la scomparsa della compa-gna della mia vita anche la miafantasia se ne è andata».

Per finire, lei è consideratoun buono, un po’ burbero,spesso «incazzoso» e pole-mico. L’ultima polemica?

«Origina proprio da Calvino,da Cosimo Piovasco di Rondòche se ne stava appollaiato so-pra un ontano sotto il qualescorreva il Merdanzo, torren-tello che esiste veramente nel-la val Nervia e che qualchesciagurato avrebbe voluto ri-battezzare Rio delle Rose. Misono scatenato e grazie adamici e blog quel delitto non èstato perpetrato».

I PREFERITI

«Come autore di libri,quasi 30, ho semprepreferito i generi: gialli,fantascienza, giochicon anagrammi e rebus»

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«Nell’infanzia ligurea Isolabonami destreggiai traPhantomas, NickCarter, Mandrake»

“La mia bibliotecanel blu dipinto di blu”

«Fra gli italiani nonvedo nuovi Piuminio Pitzorno, giranotroppe serie ripetitivee voluminosi fantasy»

«E’ il terzo periodopicassiano: il colormare dopo il verdedi Villa Imperialee il grigio d’una scuola»

La vita Marino Cassini è nato a Isolabona (IM) nel 1931. Laureato in Lettere hafondato e diretto la Biblioteca Internazionale per la Gioventù De Amicis diGenova e la rivista «LG Argomenti» dal 1971 al 1991.

Le opere. È appena uscito «Edo. Sfida alla “De Amicis” » (Erga, pp.96, €8). Hascritto 28 libri per ragazzi . Ha esordito nel 1964 con una storia di fantascienza«Da un metro a tre centometri». Tra i successivi, «oltre i confini della realtà tramisteri e fantasmi», «I ricordi di Cirò», «Anonima furti», «Sinfonia in giallo»,«Vacanze movimentate», «Malinche. Una donna alla conquista del Messico».

Diario di lettura TuttolibriSABATO 26 MARZO 2011

LA STAMPA XI

Marino Cassini