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UMANIZZAZIONE DEL TERMINE DELLA VITA Roma, 6 giugno 2011 Fr. José Carlos Bermejo M.I. www.humanizar.es

UMANIZZAZIONE DEL TERMINE DELLA VITA Roma, 6 giugno 2011 Fr. José Carlos Bermejo M.I

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UMANIZZAZIONE DEL TERMINE DELLA VITA

Roma, 6 giugno 2011

Fr. José Carlos Bermejo M.I.

www.humanizar.es

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SCHEMA

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SCHEMA

-Introduzione: Introduzione: - Confusione dei termini.Confusione dei termini.- Socializzazione della bioetica? Socializzazione della bioetica?

- Eutanasia e suicidio assistito: Eutanasia e suicidio assistito: (1)(1)i grandi problemi etici?i grandi problemi etici?

- E ancora… altre questioni etiche:E ancora… altre questioni etiche:- Limitazione dello sforzo terapeutico o desistenza Limitazione dello sforzo terapeutico o desistenza terapeutica terapeutica (2)(2)- Rifiuto del trattamento o negazione del consenso Rifiuto del trattamento o negazione del consenso (3)(3)- Sedazione palliativa Sedazione palliativa (4)(4)- Sospensione della cura medica per decesso Sospensione della cura medica per decesso (5)(5)

- Conclusione: lo zoom dell’eticaConclusione: lo zoom dell’etica

SIMON P., et al., “Etica y muerte digna: propuesta de consenso sobre un uso correcto de las palabras” en Rev. Calidad Asistencial, 2008(6):271-285

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INTRODUZIONE

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CONFUSIONE DEI TERMINI

• Maggior coscienza dei problemi etici alla fine della vita

• Gran confusione di termini

* nella società in generale

* nei media

* nelle “autorità”...

INTRODUZIONE

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• SOCIALIZZAZIONE DELLA BIOETICA?

• Cinema (Mare Dentro, Invasioni Barbariche, Million dollar baby…)

• Media

INTRODUZIONE

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• SOCIALIZZAZIONE DELLA BIOETICA?

• Morte come problema:– Riduzione a problema medico.– Le questioni etiche=

dilemma procedurale.

• Morte come mistero:– Responsabilità etica nel modo di viverla ed

accompagnare a viverla.– Le questioni etiche=

problema per decidere con prudenza.

INTRODUZIONE

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• SOCIALIZZAZIONE DELLA BIOETICA?

• Ciò che più ci serve è una

GRAMMATICA del morire

• C’è accordo sociale ed appoggio legale

nella maggior parte dei problemi etici

INTRODUZIONE

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Eutanasia e suicidio assistito

1

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DEFINIZIONE

Eutanasia e suicidio assistito

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DEFINIZIONE DI EUTANASIA

Eutanasia e suicidio assistito

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DEFINIZIONE DI EUTANASIAProcedure che:– producono la morte dei pazienti, cioè la causano in

forma diretta mediante una relazione causa-effetto, unica ed immediata

Eutanasia e suicidio assistito

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DEFINIZIONE DI EUTANASIA Procedure che:

– producono la morte dei pazienti, cioè la causano in forma diretta mediante una relazione causa-effetto, unica ed immediata

– si realizzano su richiesta espressa, reiterata nel tempo ed informata, di pazienti capaci

Eutanasia e suicidio assistito

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• DEFINIZIONE DI EUTANASIAProcedure che:

– producono la morte dei pazienti, cioè la causano in forma diretta mediante una relazione causa-effetto, unica ed immediata

– si realizzano su richiesta espressa, reiterata nel tempo ed informata, di pazienti capaci

– in un contesto di sofferenza, intesa come “dolore totale”, dovuta ad una malattia incurabile che il paziente sperimenta come inaccettabile e che non ha potuto essere mitigata da altri mezzi, per esempio da cure palliative

Eutanasia e suicidio assistito

1

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• DEFINIZIONE DI EUTANASIA Procedure che:

– producono la morte dei pazienti, cioè la causano in forma diretta mediante una relazione causa-effetto, unica ed immediata

– si realizzano su richiesta espressa, reiterata nel tempo ed informata di pazienti capaci

– in un contesto di sofferenza, intesa come “dolore totale”, dovuta ad una malattia incurabile che il paziente sperimenta come inaccettabile e che non ha potuto essere mitigata da altri mezzi, per esempio da cure palliative

– sono realizzate da professionisti sanitari che conoscono i pazienti e mantengono con loro una relazione clinica significativa

Eutanasia e suicidio assistito

1

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DEFINIZIONE DI EUTANASIA“Gli atti che hanno per obiettivo metter

fine deliberatamente alla vita di un paziente con malattia terminale od irreversibile, che sopporta sofferenze che egli vive come intollerabili e su richiesta espressa dello stesso, in un contesto sanitario”

Eutanasia e suicidio assistito

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DEFINIZIONE DI EUTANASIA

Perché un atto si possa definire eutanasia, significa che deve adempiere queste condizioni:– essere attivo,– essere diretto,– essere volontario,– realizzarsi in un contesto sanitario.

Eutanasia e suicidio assistito

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DEFINIZIONE DI SUICIDIO MEDICALMENTE ASSISTITO

Nel contesto precedente, il professionista si limita ad offrire al paziente i mezzi indispensabili perché egli stesso si procuri la morte.

Eutanasia e suicidio assistito

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DEFINIZIONE DI SUICIDIO MEDICALMENTE ASSISTITO

Eutanasia e suicidio assistito

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CHE DICE LA LEGGE

Eutanasia e suicidio assistito

Svizzera 1942 SMAOregon 1994/1997 SMAOlanda 2001 SMA ed EUTBelgio 2002 EUT

Codice penale spagnolo: non riconosce i termini. I concetti ricadono nell’art. 143.4 del Codice penale che assegna pene attenuate all’omicidio

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Eutanasia e suicidio assistito

EUT

SMA

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RIFLESSIONE

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RIFLESSIONE

È necessario rinnovare la definizione:– nel dizionario della RAE– nel Catechismo della Chiesa

Cattolica

… Abbandonare le vecchie terminologie (lo suggerisce l’Organizzazione medica Collegiale e la SECPAL 2002)

Eutanasia e suicidio assistito

1

EUT

SMA

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RIFLESSIONE

È necessario rinnovare la definizione:

• 2277 Qualunque siano i motivi e i mezzi, l'eutanasia diretta consiste nel mettere fine alla vita di persone handicappate, ammalate o prossime alla morte. Essa è moralmente inaccettabile.

• Così un'azione oppure un'omissione che, da sé o intenzionalmente, provoca la morte allo scopo di porre fine al dolore, costituisce un'uccisione gravemente contraria alla dignità della persona umana e al rispetto del Dio vivente, suo Creatore. L'errore di giudizio, nel quale si può essere incorsi, in buona fede, non muta la natura di quest'atto omicida, sempre da condannare e da escludere.

Eutanasia e suicidio assistito

1

EUT

SMA

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RIFLESSIONE

È necessario rinnovare la definizione:

• Azione o omissione che, per evitare sofferenze ai pazienti per i quali non c’è piú nulla da fare, accelera la loro morte con il loro consenso o senza di esso.

Eutanasia e suicidio assistito

1

EUT

SMA

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RIFLESSIONE • Estremamente rara con

assistenza adeguata

• Parlarne senza garanzia di cure palliative a livello sanitario e sociale è iniziare la casa dal tetto.

Eutanasia e suicidio assistito

EUT

SMA

1

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RIFLESSIONE L’OMS, nel suo programma di

sviluppo delle CP (Cure Palliative), ha chiesto ai governi di non pensare a legiferare sul SMA e sull’eutanasia fino a quando non saranno soddisfatte le richieste dei propri cittadini con servizi di CP.

Eutanasia e suicidio assistito

EUT

SMA

1

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RIFLESSIONE

Dietro la legalizzazione:

• Ideologia centrata sull’autonomia

• Ideologia centrata sulla compassione

Eutanasia e suicidio assistito

EUT

SMA

1

VIA DEL SI

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RIFLESSIONE Dietro l’OPPOSIZIONE alla

legalizzazione:

• Carenza di buone cure palliative.• “Pendenza scivolosa” (da richiesta a non

richiesta, da liberamente a coattivamente, degrado della relazione medico-paziente, considerazione di “opzione terapeutica”, colpo alle cure palliative).

• L’essere umano non ha il “potere” di disporre in maniera radicale della propria od altrui vita.

• Si istituzionalizza la collaborazione di un’altra persona.

VIA DEL NO

Eutanasia e suicidio assistito

EUT

SMA

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RIFLESSIONE VALORIZZAZIONE ETICA dell’EUTANASIA e del SMA

RAGIONAMENTI PRECEDENTI- Se ci atteniamo alla definizione con rigore (eutanasia attiva)- Se promuoviamo una buona assistenza alla vecchiaia ed in

particolare alla fine-vita- Se promuoviamo le Cure Palliative:

In Ospedale A domicilio Nelle unità di cura extraospedaliere Come filosofia di vita (cultura)

Eutanasia e suicidio assistito

EUT

SMA

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RIFLESSIONE VALORIZZAZIONE ETICA dell’EUTANASIA e del SMA

RAGIONAMENTI PRECEDENTI- Se promuoviamo il testamento biologico o le direttive anticipate

Eutanasia e suicidio assistito

EUT

SMA

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RIFLESSIONE VALORIZZAZIONE ETICA dell’EUTANASIA e del SMA

RAGIONAMENTI PRECEDENTI– Se evitiamo l’ostinazione tecnica

(Accanimento terapeutico)

– Se si fa un buon uso della sedazione palliativa (terminale)

– Se si fa un buon uso della desistenza terapeutica e si evitano trattamenti futili

Eutanasia e suicidio assistito

EUT

SMA

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RIFLESSIONE VALORIZZAZIONE ETICA dell’EUTANASIA e del SMA

SE…

L’EUTANASIA SI CONVERTE IN UN PROBLEMA MINORE

Eutanasia e suicidio assistito

EUT

SMA

1

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RIFLESSIONE VALORIZZAZIONE ETICA dell’EUTANASIA e del

SMA

Così come abbiamo conquistatouna maggior coscienza di responsabilitàall’inizio della vita, dobbiamo

conquistare maggior coscienza di responsabilità alla fine della vita

(Hans Küng)

Eutanasia e suicidio assistito

EUT

SMA

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Desistenza terapeutica

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Desistenza terapeutica

2

DEFINIZIONE

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DEFINIZIONE DI DESISTENZA TERAPEUTICA

2

Desistenza terapeutica

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DEFINIZIONE DI DESISTENZA TERAPEUTICA

Il concetto fu introdotto inizialmente dai medici rianimatori per la sospensione o il non inizio di trattamenti con tecniche di supporto vitale

2

Desistenza terapeutica

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DEFINIZIONE DI DESISTENZA TERAPEUTICA “Sospendere o non iniziare mezzi terapeutici perché il personale sanitario giudica che, nella situazione concreta del paziente, sono inutili o futili, poiché consentono solo di prolungare la vita biologica, senza la possibilità di conseguire un recupero funzionale con una qualità di vita minima”.

2

Desistenza terapeutica

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CONDIZIONI per la DT:

• “Che il paziente non abbia aspettative ragionevoli di recupero”.

• “Che il processo non sia un ritardo inutile della sua morte”.

2

Desistenza terapeutica

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FUTILITÀ:• È un concetto nuovo (Jonsen, 1980)

• “Quella procedura medica che risulta carente di utilità per un particolare paziente e che, pertanto, può essere omessa dal medico”.

• Ovvero: “l’intervento medico che pretende di provvedere ad un beneficio per un paziente in una situazione in cui la ragione e l’esperienza suggeriscono che l’esito dell’intervento è assai improbabile e le cui eccezioni non si possono riprodurre sistematicamente”. 2

Desistenza terapeutica

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CHE DICE LA LEGGE

2

Desistenza terapeutica

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CHE DICE LA LEGGE

La Desistenza Terapeutica non è contemplata da articoli del Codice Penale.

È il risultato di un processo di valutazione clinica ponderata.

2

Desistenza terapeutica

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EUT

SMA

RIFLESSIONE

2DT

Desistenza terapeutica

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“L’obiettivo della medicina è diminuire la violenza delle malattie ed evitare sofferenza ai malati, astenendosi da toccare quelli nei quali il male è più forte e sono situati oltre le possibilità dell’arte” (Ippocrate, L’arte medica)

2DT

Desistenza terapeutica

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RIFLESSIONE

Uccidere/lasciar morire:

Una cosa è desiderare la morte e realizzarla ed altra molto diversa desiderare la morte e lasciare che accada.

2DT

Desistenza terapeutica

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RIFLESSIONE• Il Codice di Etica e

Deontologia Medica del 1999 della OMC stabilisce la correttezza deontologica della pratica di desistenza terapeutica.

• La Chiesa Cattolica ritiene che i mezzi futili siano sproporzionati (Cat. 2278). 2

DT

Desistenza terapeutica

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RIFLESSIONEDISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II AI PARTECIPANTI AD

UN CONGRESSO SU "TRATTAMENTI DI SOSTEGNO VITALE E LO STATO VEGETATIVO." Sabato 20 marzo 2004  

In particolare, vorrei sottolineare come la somministrazione di acqua e cibo, anche quando avvenisse per vie artificiali, rappresenti sempre un mezzo naturale di conservazione della vita, non un atto medico. Il suo uso pertanto sarà da considerarsi, in linea di principio, ordinario e proporzionato, e come tale moralmente obbligatorio, nella misura in cui e fino a quando esso dimostra di raggiungere la sua finalità propria, che nella fattispecie consiste nel procurare nutrimento al paziente e lenimento delle sofferenze. 2

DT

Desistenza terapeutica

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RIFLESSIONECONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDERISPOSTE A QUESITI DELLA CONFERENZA EPISCOPALE

STATUNITENSECIRCA L’ALIMENTAZIONE E L’IDRATAZIONE ARTIFICIALI 

Primo quesito: È moralmente obbligatoria la somministrazione di cibo e acqua (per vie naturali oppure artificiali) al paziente in “stato vegetativo”, a meno che questi alimenti non possano essere assimilati dal corpo del paziente oppure non gli possano essere somministrati senza causare un rilevante disagio fisico?

Risposta: Sì. La somministrazione di cibo e acqua, anche per vie artificiali, è

in linea di principio un mezzo ordinario e proporzionato di conservazione della vita. Essa è quindi obbligatoria, nella misura in cui e fino a quando dimostra di raggiungere la sua finalità propria, che consiste nel procurare l’idratazione e il nutrimento del paziente. In tal modo si evitano le sofferenze e la morte dovute all’inanizione e alla disidratazione.

Secondo quesito: Se il nutrimento e l’idratazione vengono forniti per vie artificiali a un paziente in “stato vegetativo permanente”, possono essere interrotti quando medici competenti giudicano con certezza morale che il paziente non recupererà mai la coscienza?

Risposta: No. Un paziente in “stato vegetativo permanente” è una persona, con la sua dignità umana fondamentale, alla quale sono perciò dovute le cure ordinarie e proporzionate, che comprendono, in linea di principio, la somministrazione di acqua e cibo, anche per vie artificiali.

 Il Sommo Pontefice Benedetto XVI, nel corso dell’Udienza concessa al sottoscritto Cardinale Prefetto, ha approvato le presenti Risposte, decise nella Sessione Ordinaria di questa Congregazione, e ne ha ordinato la pubblicazione.

Roma, dalla Sede della Congregazione per la Dottrina della Fede, il 1° agosto 2007.William Cardinale LevadaPrefetto 2

DT

Desistenza terapeutica

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RIFLESSIONEQuesta norma generale è formulata con molte “differenze di

tono”:

1. Si dice che l’idratazione e l’alimentazione artificiali sono mezzo ordinario e proporzionato, però c’è “in linea di principio”.

2. “C’è da dimostrare” (non dar per scontato) che “raggiungano la finalità propria”.

3. Non raggiungeranno questa finalità nel caso in cui “questi alimenti non possano essere assimilati dal corpo del paziente”.

4. Sarebbero anche un mezzo sproporzionato se l’alimentazione e l’idratazione “non possano essere somministrati senza causare un rilevante disagio fisico”. 2

DT

Desistenza terapeutica

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Rifiuto al trattamento o

negazione di consenso

3

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DEFINIZIONE

Rifiuto al trattamento o

negazione di consenso

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DEFINIZIONE

3

Rifiuto al trattamento o

negazione di consenso

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DEFINIZIONE

Le decisioni autonome dei pazienti possono essere di accettazione o di rifiuto del trattamento indicato dai professionisti come il più utile per le loro condizioni di salute. Il rifiuto della proposta dei professionisti può implicare la possibilità che il paziente ponga in serio pericolo la propria salute o la propria vita

È costitutivo della teoria del Consenso Informato, modello di assunzione di decisioni, vigente nella bioetica moderna

3

Rifiuto al trattamento o

negazione di consenso

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CHE DICE LA LEGGE

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Rifiuto al trattamento o

negazione di consenso

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CHE DICE LA LEGGE

La legge 41/2002 spagnola, riferimento fondamentale dell’autonomia del paziente e dei diritti ed obblighi in materia di informazione e documentazione clinica, nei suoi art. 2.3 e 2.4 dice: “ il paziente od utente ha il diritto di rifiutare il trattamento, salvo i casi determinati dalla Legge; il suo rifiuto al trattamento deve essere fatto per iscritto”

3

Rifiuto al trattamento o

negazione di consenso

COSTITUZIONE DELLA

REPUBBLICA ITALIANA

Articolo 32

La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e

interesse della collettività…

Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se

non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti

imposti dal rispetto della persona umana.

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RT

RIFLESSIONE

3

Rifiuto al trattamento o

negazione di consenso

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RIFLESSIONE

Il Codice di Etica e Deontologia Medica 1999 della OMC art. 9.2: “Il medico deve rispettare il diritto del paziente a rifiutare totalmente o parzialmente un esame diagnostico o un trattamento” e “dovrà informarlo in maniera comprensibile delle conseguenze che possano derivare dal suo rifiuto”.

...Questo può mettere in pericolo la vita

del paziente, ovviamente 3RT

Rifiuto al trattamento o

negazione di consenso

ITALIA: art. 35 Codice Dentologico dei Medici 2006

In presenza di documentato rifiuto di persona capace, il medico deve desistere dai conseguenti atti diagnostici e/o curativi, non essendo consentito alcun trattamento medico contro la volontà della persona.

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RIFLESSIONE

• La Dichiarazione Universale sulla Bioetica e i Diritti Umani dell’UNESCO (2005) o la Convenzione per la protezione dei diritti dell’uomo e la dignità dell’essere umano riguardo alle applicazioni della biologia e della medicina del Consiglio d’Europa ugualmente lo riconoscono ...Questo può mettere in pericolo la vita

del paziente, ovviamente 3RT

Rifiuto al trattamento o

negazione di consenso

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RIFLESSIONE

La Chiesa Cattolica così lo ha espresso nel Catechismo all’art. 2278 “L'interruzione di procedure mediche onerose, pericolose, straordinarie o sproporzionate rispetto ai risultati attesi può essere legittima. In tal caso si ha la rinuncia all'«accanimento terapeutico». Non si vuole così procurare la morte: si accetta di non poterla impedire. Le decisioni devono essere prese dal paziente, se ne ha la competenza e la capacità, o, altrimenti, da coloro che ne hanno legalmente il diritto, rispettando sempre la ragionevole volontà e gli interessi legittimi del paziente”.

3RT

Rifiuto al trattamento onegazione di consenso

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RIFLESSIONE

Il Rifiuto al trattamento onegazione di consenso è in stretta relazione con l’espressione delle Volontà anticipate o testamento biologico

RT

Rifiuto al trattamento onegazione di consenso

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Documento di Volontà AnticipateIo,_______________________________________________________________________________________________________, maggiorenne, con

CI/passaporto/tessera._____________________________nº_____________________________________, domiciliato in ______________________________________ CP ____________________________, via _______________________________________________, nº _____________, capace di prendere una decisione libera e con una sufficiente informazione che mi ha permesso di riflettere, manifesto la mia accettazione e/o rifiuto del trattamento e cure che descrivo in questo documento affinché si tengano in considerazione allorché mi capiti di trovarmi in una situazione, per circostanze derivate dal mio stato fisico e/o psiquico, nella quale non possa esprimere la mia volontà.

Desidero che il medico responsabile del mio trattamento ritiri o non cominci le terapie che meramente prolungano il mio processo di morte nel caso in cui mi trovi in una condizione incurabile o irreversibile senza aspettative ragionevoli di guarigione, come:

a) una situazione terminale.b) una situazione di incoscienza permanente.c) una situazione con una coscienza minima nella quale io sia permanentemente incapace di prendere decisioni o esprimere i miei desideri.Desidero, inoltre, che la mia terapia sia limitata nella misura in cui mi mantengano sollevato da dolori o sofferenze, includendo quelli causati

dall’omissione o dalla sospensione del trattamento.Comprendo anche che, pur non essendo obbligato a specificare tutte le future terapie alle quali rinuncio, desidero menzionare la mia rinuncia alle

seguenti forme:– Non desidero rianimazione cardiopolmonare.– Non desidero ventilazione meccanica.– Non desidero nessuna forma di dialisi.– Non desidero alimentazione o idratazione artificiali.– Non desidero antibiotici.– Non desidero_______________________________________________________________.Desidero l’assistenza necessaria per una fine degna della mia vita, con il massimo sollievo nel dolore, anche se potesse accelerare la mia morte.Altre istruzioni che desidero siano tenute in considerazione: – Donazione di organi e tessuti. – Luogo dove desidero essere assistito al termine della

mia vita (domicilio, ospedale,,,). Altre:______________________________________.Nome ________________________________________________________________________________________________________________________Data ______________________________________________________________________________________________________

Rifiuto al trattamento onegazione di consensoRIFLESSIONE

RT

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Sedazione palliativa

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DEFINIZIONE

Sedazione palliativa

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DEFINIZIONE

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Sedazione palliativa

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DEFINIZIONE

Somministrazione di farmaci ad un paziente in situazione di terminalità, con dosi e combinazioni richieste per ridurre la sua coscienza al livello richiesto per alleviare adeguatamente uno o più sintomi refrattari che gli causano sofferenza, fondata sul suo consenso informato ed espresso o, se questo non è fattibile, con quello della sua famiglia o rappresentante legale.

Sedazione terminale: somministrata in agonia.

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Sedazione palliativa

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CHE DICE LA LEGGE

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Sedazione palliativa

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CHE DICE LA LEGGE

La legge non la contempla espressamente trattandosi di una buona prassi.

Non si può ammettere il “consenso presunto”.

4

Sedazione palliativa

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SP

RIFLESSIONE

4

Sedazione palliativa

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RIFLESSIONE

Se la sedazione terminale risponde ai requisiti della sua definizione non presenta un problema etico.

4SP

Sedazione palliativa

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RIFLESSIONE

Se anticipa la morte:

- principio del duplice effetto.

- Codice di Etica e Deontologia medica 1999 della OMC art. 27.1

- Catechismo della Chiesa Cattolica, nº 2279. 4

SP

Sedazione palliativa

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Sospensione di attenzione medica per decesso

5

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5

DEFINIZIONE

Sospensione di attenzione medica per decesso

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DEFINIZIONE

5

Sospensione di attenzione medica per decesso

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DEFINIZIONE

Quando un paziente presenta i criteri di morte encefalica rinunciare ad iniziare o sospendere tutti i mezzi terapeutici di supporto vitale.

5

Sospensione di attenzione medica per decesso

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CHE DICE LA LEGGE

5

Sospensione di attenzione medica per decesso

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CHE DICE LA LEGGE

I criteri di morte encefalica sono definiti in Spagna nell'ALLEGATO I del Reale Decreto 2070/1999 di estrazione e trapianto di organi.

5

Sospensione di attenzione medica per decesso

In Italia il riferimento è la legge 578/93 del 29 dicembre 1993: Norme per

l'accertamento e la certificazione di morte mentre il trapianto è regolato dalla legge

n. 91/99 e D.M. 8/4/2000.

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RIFLESSIONE

5RIP

Sospensione di attenzione medica per decesso

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RIFLESSIONE

Non c’è problema etico.

Ciò che conta è la possibilità di trapianto degli organi.

5RIP

Sospensione di attenzione medica per decesso

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81

Lo zoom dell’etica

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ZOOM

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EUTANASIA

SMA

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ZOOM

EUTANASIA

SMA

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SMA

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116

EUTANASIA

SMA

CURE PALLIATIVE

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117

EUTANASIA

SMA

ACCANIMENTO TERAPEUTICO

CURE PALLIATIVE

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118

VOLONTA’ ANTICIPATE

ACCANIMENTO TERAPEUTICO

CURE PALLIATIVE

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119

FORMAZIONE UMANIZZATA DEI PROFESSIONISTI

VOLONTA’ ANTICIPATE

ACCANIMENTO TERAPEUTICO

CURE PALLIATIVE

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120

SEDAZIONE TERMINALE

FORMAZIONE UMANIZZATA DEI PROFESSIONISTI

VOLONTA’ ANTICIPATE

ACCANIMENTO TERAPEUTICO

CURE PALLIATIVE

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121

DESISTENZA TERAPEUTICA o LST

SEDAZIONE TERMINALE

FORMAZIONE UMANIZZATA DEI PROFESSIONISTI

VOLONTA’ ANTICIPATE

ACCANIMENTO TERAPEUTICO

CURE PALLIATIVE

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122

APPROPRIAZIONE DEL MORIRE

DESISTENZA TERAPEUTICA o LST

SEDAZIONE TERMINALE

FORMAZIONE UMANIZZATA DEI PROFESSIONISTI

VOLONTA’ ANTICIPATE

ACCANIMENTO TERAPEUTICO

CURE PALLIATIVE

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123

PARLARE NELLA VERITÀ

APPROPRIAZIONE DEL MORIRE

DESISTENZA TERAPEUTICA o LST

SEDAZIONE TERMINALE

FORMAZIONE UMANIZZATA DEI PROFESSIONISTI

VOLONTA’ ANTICIPATE

ACCANIMENTO TERAPEUTICO

CURE PALLIATIVE

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124

PARLARE NELLA VERITÀ

Superando la congiura del silenzio

APPROPRIAZIONE DEL MORIRE

DESISTENZA TERAPEUTICA o LST

SEDAZIONE TERMINALE

FORMAZIONE UMANIZZATA DEI PROFESSIONISTI

VOLONTA’ ANTICIPATE

ACCANIMENTO TERAPEUTICO

CURE PALLIATIVE

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125

PARLARE NELLA VERITÀ

Superando il patto di silenzio

APPROPRIAZIONE DEL MORIRE

Promuovendo il protagonismo del paziente

DESISTENZA TERAPEUTICA o LST

SEDAZIONE TERMINALE

FORMAZIONE UMANIZZATA DEI PROFESSIONISTI

VOLONTA’ ANTICIPATE

ACCANIMENTO TERAPEUTICO

CURE PALLIATIVE

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126

PARLARE NELLA VERITÀ

Superando il patto di silenzio

APPROPRIAZIONE DEL MORIRE

Promuovendo il protagonismo del paziente

DESISTENZA TERAPEUTICA o LST

Accettando la limitazione umana e le paure

SEDAZIONE TERMINALE

FORMAZIONE UMANIZZATA DEI PROFESSIONISTI

VOLONTA’ ANTICIPATE

ACCANIMENTO TERAPEUTICO

CURE PALLIATIVE

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127

PARLARE NELLA VERITÀ

Superando il patto di silenzio

APPROPRIAZIONE DEL MORIRE

Promuovendo il protagonismo del paziente

DESISTENZA TERAPEUTICA o LST

Accettando la limitazione umana e le paure

SEDAZIONE TERMINALE

Promuovendo una buona prassi, senza pregiudizi

FORMAZIONE UMANIZZATA DEI PROFESSIONISTI

VOLONTA’ ANTICIPATE

ACCANIMENTO TERAPEUTICO

CURE PALLIATIVE

Page 128: UMANIZZAZIONE DEL TERMINE DELLA VITA Roma, 6 giugno 2011 Fr. José Carlos Bermejo M.I

128

PARLARE NELLA VERITÀ

Superando il patto di silenzio

APPROPRIAZIONE DEL MORIRE

Promuovendo il protagonismo del paziente

DESISTENZA TERAPEUTICA o LST

Accettando la limitazione umana e le paure

SEDAZIONE TERMINALE

Promuovendo una buona prassi, senza pregiudizi

FORMAZIONE UMANIZZATA DEI PROFESSIONISTI Competenze in counselling

VOLONTA’ ANTICIPATE

ACCANIMENTO TERAPEUTICO

CURE PALLIATIVE

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129

PARLARE NELLA VERITÀ

Superando il patto di silenzio

APPROPRIAZIONE DEL MORIRE

Promuovendo il protagonismo del paziente

DESISTENZA TERAPEUTICA o LST

Accettando la limitazione umana e le paure

SEDAZIONE TERMINALE

Promuovendo una buona prassi, senza pregiudizi

FORMAZIONE UMANIZZATA DEI PROFESSIONISTI Competenze in counselling

Formati a procurare supporto emozionale e spirituale

VOLONTA’ ANTICIPATE

ACCANIMENTO TERAPEUTICO

CURE PALLIATIVE

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130

PARLARE NELLA VERITÀ

Superando il patto di silenzio

APPROPRIAZIONE DEL MORIRE

Promuovendo il protagonismo del paziente

DESISTENZA TERAPEUTICA o LST

Accettando la limitazione umana e le paure

SEDAZIONE TERMINALE

Promuovendo buona prassi, senza pregiudizi

FORMAZIONE UMANIZZATA DEI PROFESSIONISTI Competenze in counselling

Formati a procurare supporto emozionale e spirituale

Capaci di gestire aspetti psico-sociali della terminalità

VOLONTA’ ANTICIPATE

ACCANIMENTO TERAPEUTICO

CURE PALLIATIVE

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131

PARLARE NELLA VERITÀ

Superando il patto di silenzio

APPROPRIAZIONE DEL MORIRE

Promuovendo il protagonismo del paziente

DESISTENZA TERAPEUTICA o LST

Accettando la limitazione umana e le paure

SEDAZIONE TERMINALE

Promuovendo buona prassi, senza pregiudizi

FORMAZIONE UMANIZZATA DEI PROFESSIONISTI Competenze in counselling

Formati a procurare supporto emozionale e spirituale

Capaci di gestire aspetti psico-sociali della terminalità

VOLONTA’ ANTICIPATE

Buona gestione non semplicemente burocratizzando

ACCANIMENTO TERAPEUTICO

CURE PALLIATIVE

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132

PARLARE NELLA VERITÀ

Superando il patto di silenzio

APPROPRIAZIONE DEL MORIRE

Promuovendo il protagonismo del paziente

DESISTENZA TERAPEUTICA o LST

Accettando la limitazione umana e le paure

SEDAZIONE TERMINALE

Promuovendo buona prassi, senza pregiudizi

FORMAZIONE UMANIZZATA DEI PROFESSIONISTI Competenze in counselling

Formati a procurare supporto emozionale e spirituale

Capaci di gestire aspetti psico-sociali della terminalità

VOLONTA’ ANTICIPATE

Buona gestione non semplicemente burocratizzando

ACCANIMENTO TERAPEUTICO

Riconoscendo di più l’autonomia del paziente

CURE PALLIATIVE

Page 133: UMANIZZAZIONE DEL TERMINE DELLA VITA Roma, 6 giugno 2011 Fr. José Carlos Bermejo M.I

133

PARLARE NELLA VERITÀ

Superando il patto di silenzio

APPROPRIAZIONE DEL MORIRE

Promuovendo il protagonismo del paziente

DESISTENZA TERAPEUTICA o LST

Accettando la limitazione umana e le paure

SEDAZIONE TERMINALE

Promuovendo buona prassi, senza pregiudizi

FORMAZIONE UMANIZZATA DEI PROFESSIONISTI Competenze in counselling

Formati a procurare supporto emozionale e spirituale

Capaci di gestire aspetti psico-sociali della terminalità

VOLONTA’ ANTICIPATE

Buona gestione non semplicemente burocratizzando

ACCANIMENTO TERAPEUTICO

Riconoscendo di più l’autonomia del paziente

Promuovendo la corresponsabilità di tutti (non solo dei medici)

CURE PALLIATIVE

Page 134: UMANIZZAZIONE DEL TERMINE DELLA VITA Roma, 6 giugno 2011 Fr. José Carlos Bermejo M.I

134

PARLARE NELLA VERITÀ

Superando il patto di silenzio

APPROPRIAZIONE DEL MORIRE

Promuovendo il protagonismo del paziente

DESISTENZA TERAPEUTICA o LST

Accettando la limitazione umana e le paure

SEDAZIONE TERMINALE

Promuovendo buona prassi, senza pregiudizi

FORMAZIONE UMANIZZATA DEI PROFESSIONISTI Competenze in counselling

Formati a procurare supporto emozionale e spirituale

Capaci di gestire aspetti psico-sociali della terminalità

VOLONTA’ ANTICIPATE

Buona gestione non semplicemente burocratizzando

ACCANIMENTO TERAPEUTICO

Riconoscendo di più l’autonomia del paziente

Promuovendo la corresponsabilità di tutti (non solo medici)

CURE PALLIATIVE

Creando unità di cure palliative

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135

PARLARE NELLA VERITÀ

Superando il patto di silenzio

APPROPRIAZIONE DEL MORIRE

Promuovendo il protagonismo del paziente

DESISTENZA TERAPEUTICA o LST

Accettando la limitazione umana e le paure

SEDAZIONE TERMINALE

Promuovendo buona prassi, senza pregiudizi

FORMAZIONE UMANIZZATA DEI PROFESSIONISTI Competenze in counselling

Formati a procurare supporto emozionale e spirituale

Capaci di gestire aspetti psico-sociali della terminalità

VOLONTA’ ANTICIPATE

Buona gestione non semplicemente burocratizzando

ACCANIMENTO TERAPEUTICO

Riconoscendo di più l’autonomia del paziente

Promuovendo la corresponsabilità di tutti (non solo medici)

CURE PALLIATIVE

Creando unità di cure e servizi

Creando cultura di accompagnamento palliativo

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136

PARLARE NELLA VERITÀ

Superando il patto di silenzio

APPROPRIAZIONE DEL MORIRE

Promuovendo il protagonismo del paziente

DESISTENZA TERAPEUTICA o LST

Accettando la limitazione umana e le paure

SEDAZIONE TERMINALE

Promuovendo buona prassi, senza pregiudizi

FORMAZIONE UMANIZZATA DEI PROFESSIONISTI Competenze in counselling

Formati a procurare supporto emozionale e spirituale

Capaci di gestire aspetti psico-sociali della terminalità

VOLONTA’ ANTICIPATE

Buona gestione non semplicemente burocratizzando

ACCANIMENTO TERAPEUTICO

Riconoscendo di più l’autonomia del paziente

Promuovendo la corresponsabilità di tutti (non solo medici)

CURE PALLIATIVE

Creando unità di cure e servizi

Creando cultura di accompagnamento palliativo

Parlando più apertamente del morire

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137

In questo nuovo scenario,

CHE POSTO OCCUPA IL PROBLEMA ETICO

Dell’ EUTANASIA

e del SMA?

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In questo nuovo scenario,

CHE POSTO OCCUPA IL PROBLEMA ETICO

DELL’ EUTANASIA E DEL SMA?

È SCOMPARSO?

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139

In questo nuovo scenario,

CHE POSTO OCCUPA IL PROBLEMA ETICO

DELL’ EUTANASIA E DEL SMA?

È SCOMPARSO?

NO

La nuova prospettiva lo colloca al suo posto

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In questo nuovo scenario,

CHE POSTO OCCUPA IL PROBLEMA ETICO

DELL’ EUTANASIA E DEL SMA?

È SCOMPARSO?

NO

La nuova prospettiva lo colloca al suo posto

UN PROBLEMA REALE, MA MINORE

Page 141: UMANIZZAZIONE DEL TERMINE DELLA VITA Roma, 6 giugno 2011 Fr. José Carlos Bermejo M.I

141

In questo nuovo scenario,

CHE POSTO OCCUPA IL PROBLEMA ETICO

DELL’ EUTANASIA E DEL SMA?

È SCOMPARSO?

NO

La nuova prospettiva lo colloca al suo posto

UN PROBLEMA REALE, MA MINORE,

di alta complessità

Page 142: UMANIZZAZIONE DEL TERMINE DELLA VITA Roma, 6 giugno 2011 Fr. José Carlos Bermejo M.I

142

In questo nuovo scenario,

CHE POSTO OCCUPA IL PROBLEMA ETICO

DELL’ EUTANASIA E DEL SMA?

È SCOMPARSO?

NO

La nuova prospettiva lo colloca al suo posto

UN PROBLEMA REALE, MA MINORE,

di alta complessità, di bassa frequenza.

Page 143: UMANIZZAZIONE DEL TERMINE DELLA VITA Roma, 6 giugno 2011 Fr. José Carlos Bermejo M.I

143

In questo nuovo scenario,

CHE POSTO OCCUPA IL PROBLEMA ETICO

DELL’ EUTANASIA E DEL SMA?

È SCOMPARSO?

NO

La nuova prospettiva lo colloca al suo posto

UN PROBLEMA REALE, MA MINORE,

di alta complessità, di bassa frequenza.

LA GIUSTIZIA CI SOLLECITA A COLLOCARLO AL SUO POSTO

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144

Page 145: UMANIZZAZIONE DEL TERMINE DELLA VITA Roma, 6 giugno 2011 Fr. José Carlos Bermejo M.I

Strabismo etico?

Page 146: UMANIZZAZIONE DEL TERMINE DELLA VITA Roma, 6 giugno 2011 Fr. José Carlos Bermejo M.I

A mo’ di conclusione

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IL PROBLEMA ETICO FONDAMENTALE È

L’UMANIZZAZIONE (J. Gafo)

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SE NON VOGLIAMO INIZIARE

LA CASA DAL TETTO

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CI SONO MOLTE COSE DI CUI PARLARE PRIMA CHE DI EUTANASIA E SUICIDIO MEDICALMENTE

ASSISTITO

Perché non è etico fare bioetica in altro modo.

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Più cuore nelle mani

A mo’ di conclusione

Page 151: UMANIZZAZIONE DEL TERMINE DELLA VITA Roma, 6 giugno 2011 Fr. José Carlos Bermejo M.I

GrazieGrazie

José Carlos Bermejo José Carlos Bermejo

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