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Il Calendario 2014 dell'Associazione 21 luglio www.21luglio.org
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calendario 2014
un anno control’antiziganismo
Storicamente il popolo rom è quello che nei secoli ha subìto le persecuzioni più feroci e costanti: dai bandi rinascimentali alla schiavitù nei territori rumeni, dalla recente sterilizzazione forzata delle donne rom nella Repubblica Ceca alle “scuole speciali” frequentate da soli bambini rom in Slovacchia. In Italia, l’antiziganismo usa i “guanti bianchi” degli amministratori locali e nazionali i quali, in nome di una presunta promozione della sicurezza e della solidarietà, organizzano sgomberi forzati e incentivano la costruzione di mega-campi monoetnici.
Talvolta basta un incontro, uno sguardo, una parola per abbattere le spesse barriere che ci separano fisicamente e idealmente dalle famiglie rom che abitano le periferie delle nostre città. Il Calendario 2014 “Un anno contro l’antiziganismo” ci aiuta, con la foto e la poesia, a combattere, mese dopo mese, l’antiziganismo che abbiamo ereditato dalla storia, che scorre nelle vene della società e che ne condiziona i pensieri, alimentando stereotipi e pregiudizi diffusi.
L’Associazione 21 luglio promuove i diritti delle comunità rom e sinte in Italia principalmente attraverso la tutela dei diritti dell’infanzia e la lotta alla discriminazione. Vieni a trovarci sul nostro sito: www.21luglio.org e sostieni le nostre campagne!
Foto di Davide Bozzalla. Si ringrazia l’Agenzia Il Futuro del Mondo Passa da Qui – City Veins – www.fmpq.it
Poesie tratte da: “Undefeated” di Paul Polansky, Multimedia 2009; “Boxing poems - poesie sul pugilato” di Paul Polansky, Volo Press 2010; “Il silenzio dei violini” di Paul Polansky e Roberto Malini, edizioni Il foglio 2012; “Il pianto degli zingari” di Paul Polanky, Volo Press 2013. Si ringrazia Fabrizio Casavola per la selezione delle poesie.
un anno contro l’antiziganismo
calendario
2014
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Sottoscrivi gli appelli
dell’associazione 21 luglio
e sostieni le nostre campagne
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Imparai il tedesco così beneche spesso l’insegnante mi chiedevadi aiutare gli altri studenti– tutti Tedeschi – con la grammatica.
Un giorno la maestra mi portònell’ufficio del preside.
Si alzò per complimentarsi.
Avevo ottenuto una borsa di studio.
Il premio comprendeva tutti i librie una nuova divisa scolastica.
Da quel giorno pensai soltantoa come diventare un’insegnante,un avvocato o una dottoressaper aiutare la mia gente.
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giornata della Memoria
la borsa di studio
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non so perchégli italianiCi chiamano nomadi.
nonno diceChe è perchéUna voltaPassavamo l’estateViaggiando dappertuttoIn cerca di lavoro.
Raccogliere ciliege,Raccogliere granoturco,Raccogliere uva,Raccogliere patatePer i coltivatori italiani.
o andare di cittàIn cittàPer vendere le coseChe facevamo a casaDurante l’inverno.
o percorrereIl paese per 3 mesiRaccogliendo rottami metalliciDa rivendere.
non cavalcavamo cammelliAttraverso il deserto,non passavamo tutto l’annoin una tenda.
Siccome la gente non voleva affittarci le case,Stavamo nelle roulotteParcheggiate per l’inverno.
nessun altro paeseAl mondoCi chiama nomadi.
Forse gli italianinon hannoAbbastanza parolenella loro lingua.Forse si stanno ancoraevolvendo,Stanno cercandoDi mettersi alla pariCon il restoDel mondo.
Forse un giornoAvrannoUn vocabolario più ricco.
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organizziamo eventi e promuoviamo
attività di sensibilizzazione.vai su www.21luglio.org.Serve anche il tuo aiuto!
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gli ispettori vengono da noiogni settimanaPer assicurarsiChe non infrangiamo nessunaRegola del campo
Siccome è un campoPer nomadinon ci è concesso avereStrutture permanenti.
neanche un traliccioPer le rose di mia nonna.
neanche una tenda fissaChe in estate ci ripari dal sole.
neanche due paliCementati al suoloPer sostenereI fili per la biancheriae asciugare i nostri vestiti.
La sola struttura permanenteChe alla fine ci hanno concessoè la gabbia attornoAlla cuccia di eros
Perché è un pitbull.
oggi eros sembraUno di noie sta lì accovacciatoSenza niente da fare.
e come noiSono certo che sogniSolo il passatoe non il futuro.
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Molti italianinon capisconoLa nostra cultura.
Molti italianinon capisconoPerché le nostre donneVestano abiti lunghiChe coprono le loro caviglie
Ma mettono in mostraI loro seni.
Molti italianinon vedono semplicementeQuanti poppantiAspettino ancoraDi essere allattati.
la nostra cultura
il tuo 5xmille è una semplice firma
che può fare del bene.
Firma per i diritti.
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non potevo festeggiarein pubblico, ma lo feci in privato,con mia madre.
Secondo la tradizione, mio padredoveva restituire soltantometà del prezzo della sposa.
ed ora ero al riparodall’obbligo di lavarei piedi di un uomo
ogni sera,per il restodella mia vita.
festeggiamenti
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Quando la nostra ultima parenteMorì nei BalcaniTelefonarono a mio padreDicendogli che l’avrebbero sepoltaIl giorno dopo,Secondo le nostre usanze.
è ancora nostra usanzaChe i funerali siano i giorniPiù importanti della nostra cultura,Dopo i matrimoni.
Il solo modoIn cui mio padre potesse parteciparviera volare.Si rifiutò.
Disse che ogni aereoChe volava sul nostro campoPer atterrareAveva ricevuto la sua maledizione.
ogni incidente in Africa,Asia ed europaCredeva fosse dovutoA lui, che aveva lanciatoSul tremendo rumore dei motoriIl malocchio.
Sapeva che sua ziaSarebbe ritornataA tormentarloPer non essere statoAl suo funerale.
Ma pensavaChe fosse meglio così,Piuttosto che tornasse luiA tormentarciPer averlo fattoAndarenei Balcani.
il funerale
organizziamo attività interculturali
e promuoviamo incontri nelle scuole.vai su www.21luglio.org.Serve anche il tuo aiuto!
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Tutti i gagéPensano che mio padreSia un genio.
Con il prezzoDell’oroChe aumentaogni giornoLui sembra sapereCon certezzaCome investire.
Per tutta la vitaHa indossatoUna cintura intornoAi fianchiDecorata conVere lire d’oro.
Ha anche unnapoleone d’oroIn fondo alla suaCatena per l’orologio.
Anche mia madrePorta addosso il suo oroTutto il giorno: anelli,orecchini, braccialetti,Ciondoli.
Molti gagéPensano che noi zingariSiamo stupidiPerchénon andiamo
A scuola.
Ma quandoVedono il nostro oroSono costretti a chiedersiCome mai la loro culturanon gli abbia insegnatoA investireCome noi.
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Al nonno piace fare disegniDi paesaggiSimiliA Shangri-La:grandi alberi che torreggiano,Fiumi che scorronoe molti laghi.
Sullo sfondoC’è sempreUna bella montagnaDal picco innevato.
Chiama quei postiLa nostra terra promessa.
SognaChe sia da doveProveniamoe dove un giornoRitorneremo.
è il soloAl campoChe disegni i nostri sogni.
gli ispettori del campoPortano viaMolte coseMa non possonoRubare i nostri sogni.
o imputarciSpese extraPer quelli.
il nostro artista del campo
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L’amministrazione del camponon aveva una stanza per noi.
Mio zio disse che potevamocondividere la loro.
Quattro pareti macchiate di fumo,
un pavimento di cemento e un soffitto di cartone.
I bagni e le docceerano all’esterno
condivise da tuttoil campo.
In un altro edificioc’era la cucina comune.
nient’altro,ma non ci importava.
eravamo con la famiglia.Questo faceva la differenza.
la nostra stanza
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guarda il mio tatuaggio violaqui,sul mio avambraccio sinistro,z-2012.
Il nostro governo dice che me lo sono tatuato da solo,per avere un risarcimento.
Questo è ciò che il nostro governo pensadi noi sopravvissuti all’olocausto.
Che tutti mentiamo,come fanno loro.
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esercitiamo pressione sulle autorità
locali e nazionali affinché i diritti
di tutti vengano rispettati.
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oggi sono in giro con un senzatettoUn sopravvissuto a cinque campi di concentramentoche combatte ancoraa settant’anni.
Dopo la guerra, non poteva sopportareche la polizia lo picchiasse.gli ricordava troppola gestapo ad Auschwitz.
Ha trascorso sedici anni nelle galere cecheper avere reagito.gli sbirri non lo rispettavanoperché era uno zingaro.
“Se mi colpiscono, io colpisco loro”mi disse con in mano una
bottiglia di vodka.“Una volta fui dentro per tre annisenza un pasto caldo.”
Adesso vive sopra un tunneldove un tempo c’era una statua di Stalin.Quando pioveci caliamo dentro il viadotto.
“ero come un cavallo selvaggio” mi dissementre attraversavamo il parcoin cerca di mozziconi da scambiarecon del pane vecchio.
“Ma non sono riusciti a piegare il mio spirito.”
combattere ancora a praga
Monitoriamo i media e promuoviamo azioni correttive
nei casi di frasi discriminatorie e incitanti all’odio.vai su www.21luglio.org.Serve anche il tuo aiuto!
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Siamo rimasti fuori dalla roulotteLanciando terra, pietruzze,Rifiuti, cantando, suonando serenateFinché la coppia di sposiHa finalmente espostoIl panno insanguinato.
Quindi ci siamo ubriacatiPer celebrare la nostra ragazzinaChe adesso era una donna.
Per il resto delle loro viteConserveranno quel pannoChe prova il loro matrimonio.
non è meglioDi quello stupido pezzo di cartaChe le autorità italiane pretendonoPer dimostrare che i tuoi figli
Sono legittimi?
il panno insanguinato
a natale Fai un reGalo Solidale
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