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di STEFANO TAGLIONE a camminato accanto ai pinguini. Volato su un C-130 sudafricano atterrato su una pista quasi sciolta. E, tornando in Italia, ha viaggiato su una nave rompi- ghiaccio che ballava come Ste- ve La Chance. Francesco Montomoli, 36 anni, ha concluso una missione in Antartide. Laggiù, nel punto più freddo del pianeta, il ricer- catore toscano ha perfino fe- steggiato il Natale. Bevendo e mangiando del cibo, cucinato da uno chef stellato, conservato in un freezer che funzionava con il riscaldamento. Il Cnr di Firenze lo ha inviato a 15.500 chilometri di distanza (e a 3.200 di altitudine) per seguire un im- portante esperimento scientifi- co. Francesco – senese di Mon- teriggioni e una laurea in Inge- gneria delle telecomunicazioni – dal 15 novembre al 25 dicem- bre ha vissuto in un container vicino alla base italo-francese Concordia, costruita a cavallo del nuovo millennio per “Epi- ca”: il Progetto europeo per il carotaggio di ghiaccio per sco- prire il clima terrestre dell’ulti- mo milione di anni. Arrivare al Polo sud è stata un’impresa, non solo per la di- stanza. Una corsa a ostacoli ini- ziata a Milano, all’Istituto di Medicina aerospaziale dell’Ae- ronautica militare. Lì – dove so- no stati visitati anche astronau- ti del calibro di Paolo Nespoli e Samantha Cristoforetti – Fran- cesco ha ricevuto il via libera per raggiungere il continente gelido. Una conferma arrivata dopo un corso intensivo al Cen- tro ricerche Brasimone dell’E- nea, in provincia di Bologna, e una settimana sul Monte Bian- co, durante la quale il ricercato- re toscano ha simulato la vita in Antartide. Per arrivarci il viaggio è stato lunghissimo. Partenza da Bolo- gna, scali a Londra, Melbourne e Christchurch, in Nuova Zelan- da, poi un il C-130 diretto alla stazione Mario Zucchelli, sulla costa antartica. Oltre 48 ore ad alta quota, che non si sono cer- to concluse sulla base italiana: da lì, dove le temperature si av- vicinavano allo zero, si è imbar- cato su un vecchissimo aereo degli anni Trenta, tanto vetusto quanto uno dei pochi al mondo in grado di decollare a 3.200 me- tri di altezza. Un volo di quattro ore, infatti, lo ha portato alla Concordia, nel bel mezzo dell’Antartide, in un deserto bianco dove all’orizzonte non si vede nient’altro che ghiaccio. Dove d’estate il sole non tra- monta mai, mentre d’inverno l’unica luce è quella della Luna che si riflette su quel terreno candido e freddo. È qui che Francesco ha vissu- to per quasi un mese e mezzo. Collegato al resto del mondo da una connessione Internet tal- mente lenta che anche fare una chiamata su Skype diventava una missione impossibile. «A novembre era estate – racconta – e le temperature arrivavano a -45 gradi. D’inverno, invece, il record è stato di -89. Ma io non c’ero». Lui è partito dall’Italia il 12 novembre del 2016, per ritor- nare il 6 gennaio, nel giorno dell’Epifania. Montomoli – ri- cercatore dell’Istituto di Fisica applicata “Nello Carrara” del Cnr di Firenze – doveva seguire il progetto “Maisars” del Pro- gramma nazionale Ricerche an- tartiche. E al Polo sud, dove dal 2004 è stato posizionato un ra- diometro, ha sostituito e si è preso cura dello strumento di misurazione. Il suo obiettivo (e quello dei suoi colleghi) è dimo- strare che le condizioni del ghiaccio all’interno della calot- ta polare restano costanti negli anni. E, non a caso, dal 2004 ad oggi, sono state influenzate so- lo dal forte vento. «Anche la temperatura – spiega il ricerca- tore – resta costante. Negli anni siamo riusciti a esplorare il sot- Un’emozione di ghiaccio in Antartide tra pinguini e stupore Le bellissime foto di Francesco Montomoli 4 Protagonisti IL TIRRENO DOMENICA 11 GIUGNO 2017

Un’emozione di ghiaccio Francesco in Antartide tra pinguini e … › news › Montomoli.pdf · 2017-06-16 · Samantha Cristoforetti – Fran-cesco ha ricevuto il via libera per

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Page 1: Un’emozione di ghiaccio Francesco in Antartide tra pinguini e … › news › Montomoli.pdf · 2017-06-16 · Samantha Cristoforetti – Fran-cesco ha ricevuto il via libera per

di STEFANO TAGLIONE

Ha camminato accanto ai pinguini. Volato su un C-130 sudafricano

atterrato su una pista quasi sciolta. E, tornando in Italia, ha viaggiato su una nave rompi-ghiaccio che ballava come Ste-ve La Chance.

Francesco Montomoli, 36 anni, ha concluso una missione in Antartide. Laggiù, nel punto più freddo del pianeta, il ricer-catore toscano ha perfino fe-steggiato il Natale. Bevendo e mangiando del cibo, cucinato da uno chef stellato, conservato in un freezer che funzionava con il riscaldamento. Il Cnr di Firenze lo ha inviato a 15.500 chilometri di distanza (e a 3.200 di altitudine) per seguire un im-portante esperimento scientifi-co. Francesco – senese di Mon-

teriggioni e una laurea in Inge-gneria delle telecomunicazioni – dal 15 novembre al 25 dicem-bre ha vissuto in un container vicino alla base italo-francese Concordia, costruita a cavallo del nuovo millennio per “Epi-ca”: il Progetto europeo per il carotaggio di ghiaccio per sco-prire il clima terrestre dell’ulti-mo milione di anni.

Arrivare al Polo sud è stata un’impresa, non solo per la di-stanza. Una corsa a ostacoli ini-ziata a Milano, all’Istituto di Medicina aerospaziale dell’Ae-ronautica militare. Lì – dove so-no stati visitati anche astronau-ti del calibro di Paolo Nespoli e Samantha Cristoforetti – Fran-cesco ha ricevuto il via libera per raggiungere il continente gelido. Una conferma arrivata dopo un corso intensivo al Cen-tro ricerche Brasimone dell’E-

nea, in provincia di Bologna, e una settimana sul Monte Bian-co, durante la quale il ricercato-re toscano ha simulato la vita in Antartide.

Per arrivarci il viaggio è stato lunghissimo. Partenza da Bolo-gna, scali a Londra, Melbourne e Christchurch, in Nuova Zelan-da, poi un il C-130 diretto alla stazione Mario Zucchelli, sulla costa antartica. Oltre 48 ore ad alta quota, che non si sono cer-to concluse sulla base italiana: da lì, dove le temperature si av-vicinavano allo zero, si è imbar-cato su un vecchissimo aereo degli anni Trenta, tanto vetusto quanto uno dei pochi al mondo in grado di decollare a 3.200 me-tri di altezza. Un volo di quattro ore, infatti, lo ha portato alla Concordia, nel bel mezzo dell’Antartide, in un deserto bianco dove all’orizzonte non

si vede nient’altro che ghiaccio. Dove d’estate il sole non tra-monta mai, mentre d’inverno l’unica luce è quella della Luna che si riflette su quel terreno candido e freddo.

È qui che Francesco ha vissu-to per quasi un mese e mezzo. Collegato al resto del mondo da una connessione Internet tal-mente lenta che anche fare una chiamata su Skype diventava una missione impossibile. «A novembre era estate – racconta – e le temperature arrivavano a -45 gradi. D’inverno, invece, il record è stato di -89. Ma io non c’ero». Lui è partito dall’Italia il 12 novembre del 2016, per ritor-nare il 6 gennaio, nel giorno dell’Epifania. Montomoli – ri-cercatore dell’Istituto di Fisica applicata “Nello Carrara” del Cnr di Firenze – doveva seguire il progetto “Maisars” del Pro-

gramma nazionale Ricerche an-tartiche. E al Polo sud, dove dal 2004 è stato posizionato un ra-diometro, ha sostituito e si è preso cura dello strumento di misurazione. Il suo obiettivo (e quello dei suoi colleghi) è dimo-strare che le condizioni del

ghiaccio all’interno della calot-ta polare restano costanti negli anni. E, non a caso, dal 2004 ad oggi, sono state influenzate so-lo dal forte vento. «Anche la temperatura – spiega il ricerca-tore – resta costante. Negli anni siamo riusciti a esplorare il sot-

L’esploratore

3

Un’emozione di ghiaccioFrancesco in Antartidetra pinguini e stupore

Le bellissime

foto

di Francesco

Montomoli

4 Protagonisti ILTIRRENODOMENICA 11 GIUGNO 2017

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tosuolo fino a 3.200 metri di profondità, dove il ghiaccio in-contra la roccia e dove avviene la fusione». Il radiometro mes-so a punto dai ricercatori di Fi-renze è molto preciso e viene utilizzato anche da alcuni satel-liti della Nasa e dell’Agenzia spaziale europea per calibrare i loro strumenti.

Ma il rischio di vivere nel con-tinente più freddo del mondo,

insieme ad altre 87 persone ita-liane e francesi, è quello di sen-tirsi soli. Perché, oltre alle co-municazioni praticamente as-senti, tutto attorno c’è un deser-to sterminato e il mare dista 1.500 chilometri. «Dalla costa – spiega Francesco – arriva il cibo che mangiamo. Lo porta una carovana di uomini e caterpil-lar che impiega due settimane. Solo una piccola parte viaggia con l’aereo». In un mese e mez-zo, Francesco, non è mai riusci-to a parlare al telefono con la fi-danzata. «Dovevamo dividere una connessione di mezzo me-gabit al secondo – racconta – e andava piano. Giusto qualche messaggio su Whatsapp...».

Ma il momento più traumati-co è stato il viaggio di ritorno. La pista della base Zucchelli, sciolta dal “calore” estivo, era impraticabile. Così il ricercato-

re toscano è salito a bordo di una nave rompighiaccio, subi-to dopo essersi imbarcato in ae-reo per una base francese, dove ha camminato con i pinguini. «Si farebbero anche prendere in braccio – rivela – ma si stres-sano. Non lo fa nessuno: è giu-sto così». In mare, per lui, la pro-va più dura. «Finché navigava-mo sul ghiaccio – racconta Francesco – nessun problema. Poi, dopo, la nave si inclinava fi-no a 40 gradi. Non aveva gli sta-bilizzatori: ho passato giornate terribili». Un cerotto dietro al collo lo ha «intontito». «Me lo hanno dato e mi sono sentito meglio», ricorda. Partito a Nata-le, con l’anno nuovo è arrivato in Tasmania. Poi l’aereo per l’I-talia. «Se ci ritornerò? Forse non subito, ma mi piacerebbe».

@taglions©RIPRODUZIONE RISERVATA

Nella foto centrale Francesco Montomoli durante il suo viaggio

in Antartide davanti a centinaia di pinguini, sotto la base italo-francese

(di nome Concordia) che lo ha ospitato nella missione.

In alto il ricercatore toscano e il radiometro dell’Istituto di Fisica applicata

Nello Carrara del Cnr Firenze, posizionata nel punto più freddo della Terra

e utilizzata per alcuni esperimenti sul ghiaccio presente in profondità.

In alto a sinistra, invece, il tramonto in uno scatto durante il viaggio

di ritorno e la veduta del ghiaccio dal ponte della nave rompighiaccio

‘‘‘‘Il ricercatore toscano Montomoli,

36 anni, inviato al Polo per un esperimentoscientifico del Cnr«Esperienza favolosa, ripartirei domattina...»

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