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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BERGAMO secondo... · Emilio corra pure a perdifiato, sgambetti, cada a terra cento volte al giorno, tanto meglio: imparerà più presto a rialzarsi. Il

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J.J. ROUSSEAU

EMILIO O DELL’EDUCAZIONE

Libro secondo (6-11 anni)

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TEMI PRINCIPALI

- Seguire la Natura nell’età della fanciullezza, non è meno importante dell’etàprecedente (infanzia)

- Un fanciullo non è un uomo

- Bisogna pensare alla sua felicità attuale, non futura, che significa equilibrio fradesiderio e capacità

- Sottomissione dell’allievo alle cose (non agli uomini)

- Apprendimento attraverso l’esperienza per conoscere la vita

- Il tempo speso in educazione non è tempo perso

- No educazione verbalistica e libresca, ma imparare a leggere e scrivere sulla basedel proprio interesse

- Evitare le favole perché inaccessibili alla mente del fanciullo per la sua moralità

- Assicurare esercizi fisici per rendere forte e sveglio il corpo (sonno)

- Coltivare l’educazione dei sensi (ragione sensibile)

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Educazione progressiva: un bambino non è un uomo

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Educazione progressiva: un bambino non è un uomo

«Uomini siate umani, è il vostro primo dovere; siate umani versotutte le condizioni, verso tute le età, verso tutto ciò che non èestraneo all’uomo. Quale saggezza può mai esistere fuoridell’umanità? Amate l’infanzia; favoritene i giuochi, le gioie, leamabili inclinazioni»

Cfr. G. Bertagna: ciò che rende umani è l’intenzionalità, la ragione, la libertà…..inmaniera però adeguata all’età. Ma allora un bambino che non è in grado di ragionare,non è uomo? Lo è, ontologicamente. Ciò non toglie che un bambino abbiacaratteristiche diverse dall’uomo adulto.

«Perché volete strappare a questi piccoli innocenti il godimento di untempo così breve ed effimero, di un bene così prezioso, di cui nonpotranno davvero abusare? Perché volete colmare di amarezza e di doloriquesti primi e così fuggevoli anni che mai torneranno per essi, come nontornano i vostri per voi?»In queste prime pagine R. analizza il significato del dolore e della felicitàper i bambini, che devono essere proporzionati alla loro età. Sottolineaquindi, l’Importanza di fare esperienza del dolore, di giocare all’ariaaperta…per prendere coscienza di sè.

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L’educazione che tratta il bambino come un uomo non è adeguata, lo rende infelice

«Che si deve dunque pensare di questa barbara educazione che sacrifica ilpresente a un avvenire incerto, che sovraccarica il fanciullo di catene di ognispecie e comincia col renderlo infelice, per preparargli in un lontano futuronon so che presunta felicità, di cui v’è da temere che non godrà giammai?»

Rousseau critica l’educazione tradizionale che chiama barbara, perchésovraccarica i fanciulli di catene di ogni specie, in ciò rendendoli infelici….perun futuro che, tra l’altro, è incerto…. Sciagurata previdenza che rende unessere miserevole nel presente per la speranza, chissà quanto fondata, difarlo un giorno felice E’ questo il tempo di correggere cattive abitudini, dicechi critica R. ma li sostiene che, è vero, il bambino deve imparare a soffrire econoscere il dolore in modo proporzionato alla sua età. Emilio corra pure aperdifiato, sgambetti, cada a terra cento volte al giorno, tanto meglio:imparerà più presto a rialzarsi. Il benessere della libertà compensa molteferite.

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Qual è allora la strada della felicità?

«In che cosa consiste dunque la saggezza umana, ossia la strada della verafelicità? Non certo nel diminuire i nostri desideri […] neppure consistenell’ampliare le nostre facoltà […] Occorre invece diminuire l’eccesso deidesideri rispetto alle facoltà e ridurre a perfetta eguaglianza il potere e lavolontà. Soltanto allora, trovandosi tutte le forze in azione, sarà assicurata lapace dell’anima e l’uomo si sentirà in armonia»

Rousseau afferma che lo scopo della vita è la ricerca della felicità e della soddisfazione, ma sipone la domanda di che cosa questo desiderio voglia dire per il fanciullo. Noi non sappiamoche cosa sia la felicità e l’infelicità, in senso assoluto. Possiamo solo rilevare che nella vitaprevale la privazione e che vi è una sproporzione fra desiderio e facoltà. Dice Rousseau: Unessere sensibile, che avesse facoltà pari ai desideri, sarebbe assolutamente felice. L’uomoperò ha più desideri che facoltà, per cui vive la sproporzione tra il desiderio e la facoltà disoddisfarlo: in ciò risiede la sua miseria. Se fosse in grado di vivere un equilibrio fradesiderio e facoltà, sarebbe assolutamente felice.

L’uomo è fortissimo quando si contenta di essere quello che è; è debolissimo quando vuoleinnalzarsi oltre la condizione umana…tutti gli animali hanno esattamente le facoltànecessarie per conservarsi. Solo l’uomo ne ha di superflue. Non è strano che proprio questaeccedenza sia lo strumento della sua infelicità.

Critica ai medici che ci ricordano la morte ogni giorno

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Il rischio dell’adultismo

«L’umanità ha il suo posto nell’ordine delle cose; ilfanciullo ha il proprio nell’ordine della vita umana;bisogna considerare l’uomo nell’uomo e il fanciullonel fanciullo. Assegnare a ciascuno il suo posto emantenervelo, ordinare le umane passioni in modorispondente alla natura dell’uomo»

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La fanciullezza rientra nell’ordine naturale

«La natura vuole che i fanciulli siano fanciulliprima di essere uomini. Se vogliamo sovvertirequest’ordine, produrremo frutti precoci, che nonavranno maturità né sapore e non tarderanno aguastarsi; avremo sapientoni in tenera età ebambini vecchi decrepiti»

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Libertà ed autonomia

nel fanciullo dai

6 agli 11 anni

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Libertà entro i limiti della natura

«O uomo, torna a racchiudere la tua esistenza entro te stesso, e non sarai piùmisero! Conserva il posto che la natura ti assegna nella gerarchia degli esseri:niente potrà allontanartene. Non recalcitrare contro la dura legge dellanecessità […] La tua libertà, il tuo potere si estendono entro i limiti delleforze naturali e non oltre; tutto il resto non è che schiavitù, illusione,prestigio»

Dura legge della necessità si riferisce a quelle forze che il cielo non ti haconcesso per ampliare e prolungare la tua esistenza, ma solo per conservarlacome gli piace e per quanto gli piace e non esaurire, per volontà di resisterle oprolungare la tua esistenza, ma solo per conservarla come gli piace e perquanto gli piace.

Il dominio è servile quando è legato all’opinione, perché si dipende daipregiudizi (schiavitù) di altro che tu, coi pregiudizi governi. Per far agire glialtri come piace a te dovrai agire a tua volta come piace a loro.

Sempre sul tema della schiavitù, Rousseau fa l’esempio di Temistocle (grandemilitare del 500 a.C.), che dice che anche una grande potenza (Ateniesi suiGreci) può dipendere dalla volontà di un bambino. Direte sempre noi vogliamo,ma farete sempre quello che vorranno gli altri.

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Libertà non è esercizio di autorità

«Fa veramente la propria volontà solo chi non ha bisogno, perfarla, di accrescere la potenza del proprio braccio con quella delbraccio altrui: ne consegue che il primo di tutti i beni non èl’autorità, ma la libertà»

Il supremo bene è la libertà. L’uomo libero vuole ciò chepuò e fa ciò che gli piace. Si tratta di applicare questa massimaall’infanzia e ne discendono tutte le regole dell’educazione. E’ lasocietà che ha reso l’uomo debole, con il prevalere degli atti divolontà, il bambino coi capricci, cioè tutti quei desideri che nonsono veri bisogni e che non si possono soddisfare senza l’interventodi altri. Uomo e bambino sono quindi in uno stato di debolezza.

La natura cerca di porre rimedio a questo stato di debolezza conl’affetto che padri e madri nutrono per i figli ma spesso questoaffetto è eccessivo o insufficiente e può indurre in errore. Quindil’uomo che vive nello stato di natura fa ciò che vuole ed è felice.

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L’esercizio della libertà naturale

«Se niente è così ridicolo quanto un bambino altezzoso, niente suscita tanta

pietà quanto un bambino continuamente oppresso dalla paura. Dal momento che

con l’età della ragione comincia la servitù civile, perché farla precedere dalla

servitù privata? Consentiamo che almeno un periodo della vita sia libero da

questo giogo che non ci è imposto dalla natura, e lasciamo all’infanzia l’esercizio

della libertà naturale, che lo tiene lontano, almeno per qualche tempo, dai vizi

che si contraggono nella schiavitù»

Il fanciullo a questa età non è capace di giudizio (età della ragione).Prima dell’età

della ragione, infatti, il fanciullo non è in grado di avere alcuna nozione degli enti

morali e delle relazioni sociali. Fino ai 15 -16 anni il fanciullo non conosce la

differenza fra bene e male, è «naif»

Il termine chiave del libro è ESPERIENZA (critica al pedantismo);la razionalità del

fanciullo si sviluppa a partire da ciò che può sperimentare concretamente (critica

al nozionismo e alle favole, che vedremo più avanti)

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La libertà come fulcro dell’educazione dell’infanzia

«L’uomo realmente libero vuole ciò che può e fa ciò che gli piace. Ecco la mia

massima principale. Si tratta solo di applicarla all’infanzia e ne discendono

tutte le regole dell’educazione»

«[…]la felicità dei fanciulli come degli uomini consiste nell’uso della libertà;

ma nei primi questa libertà è limitata dalla debolezza. Chiunque fa ciò che

vuole è felice, se basta a se stesso, ed è quanto accade all’uomo che vive nello

stato di natura»

L’uomo che vive nello stato naturale è saggio quando cioè è in grado divivere in perfetto equilibrio fra volontà e potere. L’uomo saggio sarestare al suo posto ma il bambino che non conosce il proprio, non ne ècapace, vive cioè una sproporzione fra la sua forza e il desiderio. Ilbambino per sua natura è in uno stato di debolezza per cui devedipendere non obbedire; deve domandare non comandare, èsottomesso a causa dei suoi bisogni.

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Critica alla società che mantiene gli uomini nello stato di minorità

«I fanciulli non godono, anche nello stato di natura, che di una libertà

imperfetta, simile a quella degli uomini viventi nello stato di civiltà

[…] Eravamo fatti per essere uomini; le leggi e la società ci hanno

risospinto nell’infanzia»

«La società ha reso l’uomo più debole, non solo privandolo del diritto

che aveva sulle proprie forze, ma anche facendogliele diventare

insufficienti»

La libertà degli uomini è imperfetta al pari di quella dei bambini

perché la società li mantiene tali, per questo motivo Rousseau dice che

le leggi e la società ci hanno risospinto nell’infanzia; perciò gli uomini

sono deboli perché le loro forze sono insufficienti, regredendo così allo

stato dell’infanzia

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La dipendenza dell’essere umano

«Esistono due specie di dipendenza: quella dalle cose, propria della

natura, e quella dagli uomini, propria della società»

«La dipendenza dalle cose (propria della natura), essendo estranea ad

ogni valutazione morale, non nuoce affatto alla libertà e non genera

vizi……la dipendenza dagli uomini (propria della società), in quanto

fondata sull’arbitrio (libertà), genera vizi di ogni sorta ed è per opera

sua che il padrone e lo schiavo si corrompono a vicenda»

Rousseau pensa che nessuna volontà particolare possa armonicamente

inquadrarsi nel sistema sociale … non c’è un mezzo per porre rimedio al male

della società. Se le leggi delle nazioni potessero avere come quelle della natura

la stessa inflessibilità che nessuna forza umana possa ostacolare, allora, forse, la

dipendenza degli uomini tornerebbe a coincidere con quella delle cose, e tutti i

vantaggi dello stato di natura coinciderebbero con quelli dello stato di natura.

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La dipendenza nell’educazione del fanciullo

«Fate che il fanciullo esperimenti soltanto la dipendenza dalle cose ed avrete

seguito l’ordine naturale nel processo della sua educazione. Ad ogni suo

capriccioso atto di volontà opponete unicamente ostacoli fisici o punizioni che

nascano dalle azioni stesse e di cui si rammenti al momento opportuno; non è

necessario vietargli di agire male, basta impedirglielo. Solo l’esperienza e

l’impotenza debbono servigli di legge»

Approfondimento del tema precedente: La natura per rafforzare e crescere il

corpo, ha mezzi che non si debbono mai ostacolare….bisogna che i bambini

corrano, saltino e gridino, quando ne hanno voglia. Tutti i movimenti

rispondono a precise necessità del loro fisico, che tende ad irrobustirsi.

Il fanciullo in ciò segue l’ordine naturale, sperimentando la dipendenza dalle

cose la legge è l’esperienza.

I bambini devono poter fare ciò che vogliono ma occorre distinguere il bisogno

naturale dal capriccio.

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La dipendenza nell’educazione del fanciullo: sia solo dalle cose!

«Fate che il fanciullo esperimenti soltanto la dipendenza dalle cose ed avrete

seguito l’ordine naturale nel processo della sua educazione. Ad ogni suo

capriccioso atto di volontà opponete unicamente ostacoli fisici o punizioni che

nascano dalle azioni stesse e di cui si rammenti al momento opportuno; non è

necessario vietargli di agire male, basta impedirglielo. Solo l’esperienza e

l’impotenza debbono servigli di legge»

Approfondimento del tema precedente: La natura per rafforzare e crescere il

corpo, ha mezzi che non si debbono mai ostacolare….bisogna che i bambini

corrano, saltino e gridino, quando ne hanno voglia. Tutti i movimenti

rispondono a precise necessità del loro fisico, che tende ad irrobustirsi.

Il fanciullo in ciò segue l’ordine naturale, sperimentando la dipendenza dalle

cose la legge è l’esperienza.

I bambini devono poter fare ciò che vogliono ma occorre distinguere il bisogno

naturale dal capriccio.

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Rapporto fra volontà e potere

«E’una disposizione naturale dell’uomo considerare come suo tutto ciò che è

in suo potere. In tal senso è vero, fino a un certo punto, il principio dello

Hobbes: moltiplicate insieme con i nostri desideri i mezzi per soddisfarli e

ciascuno farà di sé il padrone di tutto. Così il fanciullo cui basta volere per

ottenere considera l’universo come sua proprietà e tutti gli uomini come suoi

schiavi»

Il bambino è un essere MANCANTE, per questo deve essere educato (secondo

natura). Per crescere deve imparare e vivere un equilibrio fra potere – volere.

Se il bambino ottiene tutto quello che gli passa per la testa e comanda tutti,

diventa un despota. Il bambino non deve ottenere tutto solo perché lo chiede,

ma perché ne ha realmente bisogno . Occorrono dei piccoli dolori (privazioni)

per approdare ai beni più grandi.

Il bambino non deve fare alcunché per pura obbedienza ma per necessità. Le

sue idee devono fermarsi al livello delle pure sensazioni, poiché esso è capace

soltanto di impressioni sensibili.

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Inutilità dei ragionamenti coi bambini

«Ragionare con i bambini era la grande massima di Locke ed è la più in vogaattualmente, ma non mi sembra che il suo successo sia proprio tale da rafforzarne ilcredito; da parte mia, non vedo nulla di più sciocco di quei bambini coi quali si ètanto ricorso ai ragionamenti.Tra tutte le facoltà dell’uomo, la ragione, che si puòdire risulti dalla combinazione di tutte le altre, è quella che si sviluppa piùdifficilmente e più tardi: e proprio questa si vuole adoperare per sviluppare leprime! Il capolavoro di una buona educazione è fare un uomo ragionevole: e sipretende di educare un fanciullo per mezzo della ragione! Ma questo significacominciare dalla fine, significa voler assumere a strumento il risultato dell’opera»

Rousseau è un razionalista, perché crede che esista prima la ragione e poil’esperienza, però, al tempo stesso, pone molta attenzione ai sensi e al corpo,parlando di una ragione sensitiva (incompleta, non astratta), legata all’esperienza, aisensi (amicizia con Locke)Il fine dell’educazione è che l’uomo sia un essere ragionevole. Ma siccome il bambinonon lo è, occorre utilizzare un approccio diverso: l’educazione dei sensi. Si parte daisensi e poi attraverso i sensi si educa la ragione.Dice poi che se si abituano i fanciulli a sentire solo belle parole, non capiscono; ci siillude che possano diventare sapienti come i loro maestri.

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Un’educazione specifica dell’infanzia:

non prescrittiva

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Peculiarità dell’infanzia.1«L’infanzia ha modi di vedere, di pensare, di sentire

esclusivamente suoi; nulla è più stolto che pretendere di

sostituirli coi nostri: piuttosto che esigere da un

fanciullo di dieci anni maturità di giudizio, preferirei

vederlo misurare cinque piedi d’altezza. A che cosa gli

servirebbe la ragione a quell’età? La ragione ha il

compito di tenere a freno la forza e il fanciullo non ha

bisogno di questo freno»

Il bambino ha, infatti, bisogno di esprimere la forza che

possiede (il giogo della necessità), in maniera equilibrata

e adeguata, così che, facendo esperienza, impari che

codesta necessità risiede nella realtà delle cose

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Peculiarità dell’infanzia.2Le conseguenze di un approccio non adeguato all’infanzia sono tre:

-Imponendo loro un dovere che non sentono, li inducete a una sorda

ribellione contro la vostra tirannia e a rifiutarvi il loro affetto;

-Insegnate loro a diventare falsi, menzogneri, dissimulatori, per

estorcere ricompense o sottrarsi ai castighi

-Avvezzandoli ad occultare il motivo reale delle loro azioni…..offrite

loro il mezzo d’ingannarvi continuamente, d’impedirvi la conoscenza

del loro vero carattere»

Quindi….adoperate la forza con i fanciulli e la ragione con gli uomini;

così vuole l’ordine naturale; il saggio non ha bisogno di leggi

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Riconoscimento della necessità,non esercizio dell’autorità

«[…] Non comandategli mai nulla, per nessuna ragione al mondo:assolutamente nulla […] senta per tempo sul suo capo orgoglioso ilduro giogo che la natura impone agli uomini; il pesante giogo dellanecessità […] e veda che codesta necessità risiede nella realtà dellecose, mai nel capriccio degli uomini, che il freno da cui è trattenutoè la forza, e non l’autorità»

Come fare in modo che il fanciullo non faccia determinate cose?Semplicemente:

- Impedendogli di farle

- Essendo inclini a concedere

- Riluttanti a rifiutare (rifiuti irrevocabili)

E’ così che il pedagogo renderà il fanciullo paziente, rassegnato,impassibile e tranquillo

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Un mezzo educativo: la libertà ben regolata

«Non bisogna prendersi la briga di educare un fanciullo, quando si sa condurlodovunque si voglia con le sole leggi del possibile e dell’impossibile. Essendogliegualmente ignota la sfera dell’uno e dell’altro, si può dilatarla o restringerlaa piacimento intorno a lui. Così l’educatore incatena, sospinge, trattiene ilfanciullo col solo legame della necessità, senza che egli protesti; così lo rendepieghevole e docile con la sola forza delle cose, senza che alcun vizio germiniin lui, poiché mai le passioni allignino, finché son prive d’effetto»

Rousseau: se il pedagogo sarà in grado di far percepire il legame con lanecessità, allora il fanciullo sarà docile, perché si confronterà con la sola forzadelle cose (realtà). Crescerà così secondo natura.

Rousseau critica i mezzi utilizzati in educazione per farsi obbedire dai fanciulli:emulazione, gelosia, invidia, vanità, avidità, paura (passioni pericolose), eafferma che solo un mezzo può riuscire: la libertà ben regolata, la sola chepossa incatenare, sospingere, trattenere il fanciullo col solo legame dellanecessità, senza che egli protesti .

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Attenzione al singolo allievo

«Trattate l’allievo secondo la sua età. Collocatelo innanzi tutto nella sua reale

condizione e in quella costantemente mantenetelo, finché non si senta più

tentato di evaderne. Così, prima ancora di sapere che cosa sia la saggezza, ne

metterà in pratica il più importante precetto»

In Rousseau non vi è solo attenzione alla fanciullezza come periodo, ma anche al

singolo allievo, secondo la sua età. Le caratteristiche di questo periodo sono:

- Il fanciullo apprende dall’esperienza

- Occorre che avverta il giogo della necessità

- e che eserciti la libertà regolata

Nulla è più stolto che pretendere di sostituire il modo di pensare dei fanciulli

(ragione sensitiva), con quello degli adulti (ragione astratta)

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Conoscere la singolarità per promuovere l’integralità

«Un’altra considerazione conferma l’utilità di questo metodo [educazione negativa]: la

necessità di conoscere la particolare indole del fanciullo, per sapere quale sia il regime

morale più adatto a lui. Ogni spirito ha la sua forma peculiare, secondo la quale ha

bisogno di essere guidato; è importante, perché abbia successo la vostra opera, che egli

sia guidato secondo questa forma e non secondo un’altra. Uomini prudenti, scrutate a

lungo la natura, osservate bene il vostro allievo innanzi di dirgli la prima parola;

lasciate che possa mostrare in piena libertà i germi del suo carattere, non

sottomettetelo a costrizioni di sorta, perché possiate meglio vederlo tutto intero»

- Rousseau sottolinea il valore dell’osservazione. Se si agisce prima di sapere quello che

occorre fare, si rischia di ingannarsi, e alla fine, di perdere tempo, come l’avaro che

perde tempo per non voler perdere nulla.

- Rousseau dice di fare come il saggio medico che non prescrive la ricetta dopo aver visto

solo una volta il malato, ma lo studia, prima di passare alla terapia, comincia tardi a

curarlo ma lo guarisce. Mentre il medico troppo frettoloso lo uccide (p. 97). Con questo

esempio Rousseau anticipa il tema che perdere tempo, in educazione, significa

guadagnarlo «sacrificate nella prima età un tempo che riguadagnerete ad usura in

un’età più avanzata »

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Un’educazione non prescrittiva

«Io mostro la meta che è necessario proporsi: non dico che sia possibilegiungervi, ma colui che a quella si sarà maggiormente appressato, avràmeglio svolto l’opera sua»Rousseau non dice come si fa. Indica la meta, facendo alcuni ragionamentiche devono guidare l’azione del pedagogo. L’Emilio non è un testopedagogico ma un romanzo pedagogico.

«Ricordate che colui che osa assumersi il compito di formare un uomo,deve prima aver formato l’uomo in se stesso, deve portare entro di sé ilmodello che intende proporre all’allievo»

Rousseau dice che il pedagogo deve essere un modello umano per ilfanciullo, testimone autorevole (non autoritario), capace di instaurare colfanciullo e con quelli che gli stanno intorno, delle relazioni fondate sullastima e sulla virtù. Il pedagogo deve far dono di sé (cuore, sollecitudine),deve farsi amare dagli altri; deve essere giusto, umano, misericordioso.

In sintesi, si educa attraverso l’esempio e la testimonianza, non con regoleimposte.

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La predisposizione di un contesto educativo ad hoc

«Mentre il fanciullo è ancora privo di cognizioni, si ha il tempo dipredisporre tutto ciò che è intorno a lui in modo tale che i suoiprimi sguardi non siano colpiti se non da quegli oggetti che per luiè bene vedere»

Rousseau sottolinea in più parti del suo libro questo concetto: nonbisogna comandare di non eseguire certe cose ma è necessariovietargli di agire male facendo in modo che il fanciullo non siamesso nelle condizioni di agire male. Apparentemente il pedagogosembra assente ma in realtà ha un ruolo molto importante nelpredisporre un contesto educativo che solleciti il fanciullo in unacerta direzione.

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L’ambiente agreste come il più adatto all’educazione del fanciullo

«In un villaggio il pedagogo sarà molto più libero di predisporrea proprio piacimento l’ambiente adatto al fanciullo; la suareputazione, i suoi discorsi, il suo esempio avranno un’autoritàche in città gli è preclusa; essendo egli utile ad ognuno, tuttifaranno del loro meglio per favorirlo e cercheranno diguadagnarsi la sua stima, di mostrarsi al discepolo quali ilmaestro vorrebbe che realmente fossero; e anche se nonriusciranno ad astenersi dai propri vizi, eviteranno di darescandalo; ed è questo che soprattutto importa, per realizzareil nostro scopo»

In un villaggio i condizionamenti della città saranno menopresenti. La stanza di Emilio non avrà nulla che la distingua daquella di un contadino.

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Perdere tempo nella prima educazione del fanciullo

«Oserò qui esporre che cosa prescriva la più grande, la più importante, la più

preziosa regola di tutta l’educazione? Non già di guadagnar tempo, ma di

perderne! […] Il periodo più pericoloso della vita umana è quello che va dalla

nascita all’età dei dodici anni. E’il periodo in cui germogliano gli errori e i

vizi, senza che esista ancora strumento alcuno per eliminarli; e quando lo

strumento si offre, le radici sono ormai così profonde che è troppo tardi per

estirparle»

Regola fondamentale in educazione; cfr. paragone col saggio medico che

prima di fare la diagnosi osserva molto il suo paziente e quindi perde

tempo, ma per essere sicuro di fare la cosa giusta, a partire dalla

conoscenza del malato.

Il fanciullo non è ancora capace di giudizio autonomo per cui ha bisogno

di essere guidato (dalla realtà), per cui occorre tempo (che però non è

perso)

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Un’educazione che tenga conto del processo di sviluppo naturale

«Se i fanciulli compissero un salto improvviso dall’età dell’allattamento a

quella della ragione, l’educazione che si dà loro potrebbe riuscire adatta; ma,

tenuto conto del processo di sviluppo naturale, ne occorre loro una del tutto

opposta. Bisognerebbe che si astenessero dal far uso delle proprie facoltà

spirituali prima che siano compiutamente formate, poiché è impossibile che la

loro anima, finché è cieca, scorga la fiaccola che le mettete innanzi e segua,

attraverso la sconfinata distesa delle idee, una strada che la ragione traccia

ancora così labilmente, anche per gli occhi più acuti»

Rousseau è convinto che il periodo più pericoloso della vita umana sia quello

che va dalla nascita all’età di 12 anni perché si possono instaurare dei vizi,

errori… per questo dice occorre un’educazione del tutto opposta (allo sviluppo

delle facoltà mentali), proprio per consentire il pieno sviluppo delle facoltà

mentali. E’ un primo accenno all’educazione negativa (punto successivo)

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Imparare dall’esperienza

«Non impartite al vostro allievo alcuna sorta dilezioni verbali; deve ricevere insegnamenti solodall’esperienza. Non infliggetegli alcuna sorta dipunizione, poiché ignora che cosa significhi esserecolpevole»

Non insegnare (lasciar segni), ma far fare esperienze,rendendo il fanciullo libero di agire.

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L’educazione

negativa

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La prima educazione deve essere un’educazione negativa

«La prima educazione deve essere dunque puramente negativa.Non consiste affatto nell’insegnare la virtù o la verità, ma neltutelare il cuore dal vizio e la mente dall’errore»

In educazione bisogna trattenersi, perché?

Perché il fanciullo è ontologicamente buono per cui bisognalasciare che il tempo consenta di far venir fuori la sua naturabuona.

Come si fa?

Intervenendo il meno possibile. Vigilando che «nulla sia fatto»Pensiero che sarà ripreso dall’attivismo agli inizi del XX secolo(Claparède, Decroly, Ferrière).Il pedagogo fa un passo indietroma in realtà predispone tutto ciò che può favorire la libertà delfanciullo.

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In che cosa consiste l’educazione negativa?

«Se poteste non far nulla e nulla lasciar fare aglialtri, se poteste condurre il vostro allievo sano erobusto all’età di dodici anni, senza che sappiadistinguere la mano destra dalla sinistra, fin dallevostre prime lezioni gli occhi del suo intelletto sischiuderebbero alla ragione; senza pregiudizi, senzaabitudini, nulla vi sarebbe in lui che possacontrastare l’effetto della vostra opera. Ben prestodiverrebbe tra le vostre mani il più saggio degliuomini e così, cominciando col non far nulla, avresterealizzato un miracolo di educazione» (p. 95)

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La natura umana e l’amore di sé

«Poniamo come massima incontestabile che i primi impulsi naturali sono

sempre buoni: non esiste alcuna forma di perversità originaria nel cuore

umano; non vi si trova un sol vizio di cui non si possa dire come e perché vi

sia penetrato.

La sola passione naturale nell’uomo è l’amore di sé o amor proprio in

senso lato. Questo amor proprio, in se stesso e relativamente a noi, è

buono e utile e poiché non comporta necessariamente rapporto coi nostri

simili, sotto questo rispetto esso è per natura eticamente neutro, ma

diventa buono o cattivo per i modi e per le circostanze in cui viene

applicato.

Fin quando, perciò, non è in grado di svilupparsi la ragione, cui compete

guidare e regolare l’amor proprio, nulla il fanciullo deve fare solo perché

sa di essere visto o ascoltato, nulla, cioè, deve fare in funzione degli altri,

ma unicamente quanto la natura richiede da lui; e allora non potrà che far

bene»

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No ad un’educazione

verbalistica e libresca, ma imparare a leggere e a scrivere sulla base del proprio interesse

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Lingue, geografia, storia

«In qualsiasi genere di studio, senza l’idea delle coserappresentate, i segni che le rappresentano non hanno alcunvalore. E tuttavia le conoscenze del fanciullo vengono semprelimitate a questi segni, senza mai potergli far comprendere lecose che rappresentano»

«Se non hanno vere idee, non hanno vera memoria poiché nonconsidero tale quella che sa ritenere soltanto sensazioni»

Lingue/latino e greco: il fanciullo è in condizione di imparareuna sola lingua

Geografia. Che cos’è il mondo? Un globo di cartone

Storia. Leggere aneddoto: il medico Filippo

Emilio non imparerà mai nulla a memoria

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Lingue«Sarà motivo di sorpresa che io annoveri lostudio delle lingue tra gli ingredienti inutiliall’educazione … Lo studio delle parole, sesi limitasse alle parole, cioè ai segni o aisuoni che le esprimono, potrebbe riuscirconfacente ai fanciulli, ma le linguecambiando i segni, modificano anche leidee che questi rappresentano. Le menti siformano sui linguaggi, i pensieri assumonoil colore degli idiomi»

«In qualsiasi genere di studio, senza l’ideadelle cose rappresentate, i segni che lerappresentano non hanno alcun valore. Etuttavia le conoscenze del fanciullovengono sempre limitate a questi segni,senza mai potergli far comprendere le coseche rappresentano»

Rousseau sostiene cheil fanciullo sia in gradodi apprendere il suonodelle lingue ma non leidee che le originano.Infatti, ad ogni linguacorrisponde unsistema di idee: lalingua, presso tutte lenazioni del mondo,segue le vicissitudinidei costumi e siconserva o si alterainsieme con essi. Perquesto motivo ilfanciullo non è nellecondizioni di impararese non una sola lingua.

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Geografia

«Pensando di fargli imparare ladescrizione della terra, gli si danno aconoscere semplicemente delle carte, glivengono insegnati i nomi delle città, dipaesi e di fiumi…»

«Che cos’è il mondo?» «Un globo dicartone». Tale è appunto la geografia peri fanciulli.

Rousseau è pronto ascommettere che nonc’è nessun fanciullo didieci anni capace direcarsi da Parigi a SainDenis, come a dire, chenessun fanciullo diquell’età è in grado di

utilizzare davvero le

nozioni di geografiaapprese.

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Storia

«Errore ancor più ridicolo è far lorostudiare la storia: si immagina chequesta disciplina sia a loro portata,perché non sarebbe che una raccoltadi fatti. Si crede forse che i rapportida cui i fatti storici sono determinatisiano facili a cogliersi, e che ifanciulli possano senza sforzoconcepirne l’idea? Se nelle azionidegli uomini vedete solo i movimentiesteriori e puramente fisici, che cos’èche insegnate nella storia?»

I miei ragionamenti, dice R.si fondano sui fatti più chesulle teorie e il modomigliore per darvi lapossibilità di giudicarli è diriferire spesso qualcunadelle esperienze che me lisuggeriscono letturaaneddoto: il medicoFilippo.

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Leggere e scrivere

«Soltanto a dodici anni Emilio saprà checosa sia un libro. Ma è pur necessario, sidirà, che sappia leggere. Ne convengo:sarà necessario quando la lettura gli saràutile; fino allora non può che annoiarlo»

«Il Locke vuole che si impari a leggere permezzo dei dadi»

«Il mezzo più sicuro di tutti è il desideriodi apprendere. Suscitate nel fanciulloquesto desiderio e poi fate pure a meno itavole e dadi: ogni metodo sarà buonoper lui»

Critica alla pedagogia deltempo: educazione forzataRousseau ammette un sololibro Robinson Crusoe (come sefosse fratello di Emilio)

Critica al metodo fonematico =collegamento di una lettera adun suono

Esempio del biglietto d’invito adun pranzo, passeggiata, gita,festa…. Il metodo è quellodell’attesa inattiva (= educazionenegativa). Esperienza: interesse(muovere la sua curiosità), eutilità (capire perché lo stafacendo – senso).

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Spontaneità, indipendenza (1)«..Se un allievo non impara da voi,imparerà dagli altri; se non prevenitel’errore con la verità, imparerà lemenzogne; i pregiudizi che temete didargli li riceverà dal suo ambiente»

«Se volete coltivare l’intelligenza delvostro allievo, coltivate le forze cheessa deve padroneggiare. Esercitatecontinuamente il suo corpo, rendetelosano e robusto, perché il fanciullodiventi buono e giudizioso: lavori,operi, corra, gridi, sia sempre inmovimento; abbia vigore di uomo eben presto ne avrà anche la mente. Seè sempre la vostra testa a guidare lesue braccia, la sua gli diviene inutile»

Possibili obiezioni dei contemporanei. R.risponde a queste obiezioni, dicendo chese non si dice subito la verità ai fanciulli,questi impareranno in maniera sbagliata.Inoltre, la giustificazione di fondo dellasua scelta è che l’uomo è buono(ontologicamente), per cui l’educazionenegativa può stare in piedi.

Eistono due categorie di uomini: Ilcontadino. Sempre intento a fare ciò chegli si comanda o che ha visto fare dalpadre (meccanica ripetizione).L’abitudine e l’obbedienza sostituisconoin lui la ragione; Il selvaggio. Mai legatostabilmente allo stesso luogo, privo dicompiti prestabiliti, non soggetto adalcuna obbedienza, senz’altra legge chela sua volontà, è costretto ad usare laragione in ogni atto della sua vita. Cosìpiù il suo corpo si esercita, più la suamente si rischiara: forza e ragionecrescono insieme e l’una giova allosviluppo dell’altra.

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Spontaneità, indipendenza (2)«Giovani educatori, io vi predicoun’arte difficile: governare senzaprecetti e fare tutto senza farenulla. Non giungerete mai a formareuomini savi, se non lasciate cheprima siano monelli»

«Fate esattamente il contrario delvostro allievo: lasciategli semprecredere di essere lui il padrone, masiate sempre voi ad avere le redini inpugno. Non v’è soggezione tantoperfetta quanto quella che conserval’apparenza della libertà: la suastessa volontà viene ad essere cosìnelle vostre mani»

Educazione negativa

Il pedagogo deve tenere leredini, a distanza.Caratteristiche del mestiere delpedagogo sono:Conoscere il naturalecomportamento del cuore umanoStudiare l’uomo e l’individuoPrevedere in anticipo qualeinfluenza avranno sulla volontàdel vostro allievo tutti queglioggetti ricchi di attrattive per unfanciullo della sua età, cheavrete occasione di presentargli

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Due episodi tratti dalla sua esperienza di precettore al figlio di M.me Dupin (1)

Primo episodio. Il fanciullo vuole alzarsi a mezzanotte

Il fanciullo è abituato a fare il suo comodo e ad ottenereche tutti si pieghino alla sua volontà.

Il pedagogo prima stimola la curiosità del fanciullo, poi lotratta con indifferenza: mi portò l’acciarino, gli dissiche non sapevo che farmene…..

No ragionamento, ma fare esperienza: dormire da soloin una stanzetta….

Il fanciullo è vittima del suo gioco: capriccio, farel’ammalato

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Due episodi tratti dalla sua esperienza di precettore al figlio di M.me Dupin (2)

Secondo episodio. A qualunque ora volesse uscire, bisognavaaccompagnarlo

Educazione negativa:

- Il pedagogo gli fa fare esperienza (il bambino esce da solo)

- Ma intanto lo osserva e predispone un ambiente protetto (ordina alcameriere di seguirlo)

- Maestro: le cose. Il bambino comincia ad avvertire la propriadebolezza

- Maestro: gli uomini. Tutto era stato preparato in anticipo e, poichési trattava di una sorta di scenetta in pubblico, mi ero assicurato ilconsenso del padre

Il pedagogo gli fa fare esperienza perché possa uscire la natura buonadel fanciullo: la comprensione della necessità di una regola, in questocaso.

«Questi esercizi, lasciati così alla sola direzione della natura, mentrefortificano il corpo, non solo non abbrutiscono lo spirito, ma alcontrario formano in noi la sola specie di ragione di cui la primafanciullezza sia capace e la più necessaria in qualsiasi età»

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Evitare le favole perché inaccessibili alla mente

del fanciullo per la sua moralità

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Il corvo e la volpe (1)

1. Il signor corvo, sopra un albero appollaiato,2. Teneva nel suo becco un formaggio.3. La signora volpe, dall’odore allettata,4. Gli tenne press’a poco questo linguaggio:5. Eh! Buongiorno, signor corvo!6. Quanto siete grazioso! Quanto mi sembrate bello!7. Senza mentire, se il vostro canto8. Rispondesse alle vostre penne,9. Sareste la fenice degli ospiti di questi boschi.10. A queste parole, il corvo è fuori di sé dalla gioia,11. E per mostrare la sua bella voce,12. Apre un largo becco, lascia cadere la preda.13. La volpe se ne impadronisce e dice: Mio buon signore,14. Sappiate che ogni adulatore15. Vive a spese di colui che l’ascolta.16. Questa lezione val bene un formaggio, senza dubbio.17. Il corvo, vergognoso e confuso,18. Giurò ma un po’ tardi, che non si sarebbe più lasciato gabbare

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Il corvo e la volpe (2)

Elenco di elementi che rendono la favola un genere non adatto aifanciulli:

1. Differenza fra poesia e prosa (corvo sopra un albero appollaiato)2. Immagini non conformi a natura (corvo, formaggio: non ne ha

esperienza)3. Parole non di uso corrente, lo spirito critico sollecitato deve basarsi

sul buon senso (signora – allettata )4. Le volpi parlano? (gli tenne questo linguaggio)5. Titolo di onore (Signor corvo)6. Ridondanza (quanto siete grazioso.. Quanto mi sembrate bello)7. E’ lecito mentire? (Senza mentire…)8. Paragone fra qualità diverse (canto e penne)9. Che cos’è una fenice? Linguaggio figurato (per renderlo seducente)

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Il corvo e la volpe (3)Elenco di elementi che rendono la favola un genere non adatto ai fanciulli:

10. Passioni molto vive (il corvo è fuori di sé dalla gioia)11. Conoscenza della voce del corvo, (il fanciullo non ce l’ha)12. Il fanciullo coglie la bellezza di questo verso? (Apre il largo becco,

lascia cadere la preda)13. Bontà ed ingenuità non sono la stessa cosa14. Massima generale sull’adulazione (sappiate che ogni adulatore, non

tutti sono così !)15. Verso non comprensibile (vive a spese di colui che l’ascolta)16. Discorso canzonatorio che i fanciulli non capiscono (questa lezione val

bene un formaggio…)17. Aggiunta di parole esplicative di un concetto già completo sul piano del

significato (il corvo, vergognoso e confuso) 18. Che cos’è un giuramento ? (Giurò…)

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Favola

«Le favole presentano una moralecosì confusa, così sproporzionataalla loro età, che li condurrebbepiuttosto al vizio che alla virtù»

«Il fanciullo non capisce affatto lefavole che gli si fanno imparareperché, qualunque sforzo si facciaper semplificarle,l’ammaestramento che se ne vuoltrarre costringe ad introdurvi ideeche egli non può afferrare, eproprio la forma poetica, mentrefacilita lo sforzo della memoria,gli rende più difficile coglierne ilsenso»

La favola (dispositivo) nascedall’intenzionalità educativa comestrumento buono, ma divienecattivo strumento perché non tienconto delle caratteristiche deifanciulli

Attenzione! Il senso morale deifanciulli non è meno importante diquello degli adulti, è solo diverso

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Coltivare l’educazione dei sensi (ragione sensibile)

Assicurare esercizi fisici per rendere forte e sveglio il corpo (sonno)

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Coltivare l’educazione dei sensi

«Le prime facoltà che si formano e siperfezionano in noi sono i sensi. Sono dunquele prime che bisognerebbe coltivare; sono lesole che si dimenticano o che più sitrascurano. Per esercitare i sensi non bastafarne uso, bisogna imparare a giudicare beneper loro mezzo, imparare, per così dire, asentire; non sappiamo infatti toccare vedereo udire, se non a quel modo in cui abbiamoimparato»

«La prima ragione dell’uomo è una ragionesensitiva ; essa costituisce la base dellaragione intellettuale: i nostri primi maestridi filosofia sono i piedi, le mani, gli occhi.Sostituire tutto ciò con i libri, significainsegnare non già a ragionare, bensì a fareuso della ragione altrui, a credere molto, e anon sapere niente»

E’ sbagliato credere che lavera ragione dell’uomo sisviluppi indipendentementedal corpo: è proprio unabuona costituzione del corpoche rende le operazioni dellamente facili e sicure. Perquesto motivo occorreesercitare non solo le forze,bensì tutti i sensi che ledirigono

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Abbigliamento

«Le membra di un corpo che crescedevono essere tutte a loro agio nellevesti: nulla che impacci il movimento e lacrescita, nulla di troppo attillato eaderente; ogni allacciatura va eliminata»

«Il vestito più semplice, il più comodo,quello che meno lo rende schiavo, èsempre il più prezioso per lui. Vi sonoabitudini del corpo più adatte all’intensaattività fisica e altre più adatteall’inazione»

In queste pagineRousseau descrivealcune regole dicomportamento: perl’abbigliamento –abbigliamento diversoper chi è sedentario echi è attivo – nessuncopricapo – abituare ifanciulli al freddo,ecc.

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Sonno

«Ai fanciulli è necessario un lungosonno, poiché sono sempre in moto.L’abitudine più salutare è quella dialzarsi e di coricarsi col sole. E’importante abituarsi dapprima adormire in condizioni disagevoli: è ilmezzo migliore per non trovar poiscomodo alcun letto. Il miglior lettoè quello che procura il sonnomigliore»

Regole relative al sonno:Il vero mezzo per far dormireEmilio è di annoiarlo a suavolta – lo si avvezzerà a tutto,anche a svegliarsi da sé e adalzarsi a piacimento delpedagogo.Altre regole: no allavaccinazione contro il vaiolo- nuoto

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#1 Tatto

« Il tatto è diffuso sull’intera superficie delnostro corpo, esercita una sorta di continuasorveglianza, per avvertirci di tutto ciò chepuò offenderlo (p. 157). Benché il tatto siaquello che tra i sensi ci è più datoesercitare, le sue indicazioni restanotuttavia più incomplete ed approssimativedi quelle degli altri; sempre associamo altatto l’uso della vista (più veloce),…leindicazioni del tatto sono più sicure. Il tattoè quello dei sensi che meglio ci fa conoscerel’impressione che i corpi estranei possonoprodurre sul nostro»

«Osserviamo come i ciechi abbiano il tattopiù sicuro e più fine di noi…molti giochiabbiano luogo di notte…»

Il tatto supplisce allavista. Gli esercizi albuio servono peracquisire la capacità dimuoversi in unambiente senza lavista. Aneddoto trattodalla sua esperienza(da piccolo con ilpastore Lambercier,doveva andare aprendere la bibbia inchiesa, al buio, dasolo). Critica al metododi spaventare i fanciulliin modo da abituarli anon avere paura.

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#2 Vista«La vista è il più fallibile dei nostri sensi,perché è il più esteso e precedendo di granlunga tutti gli altri, le sue operazioni sontroppo rapide e vaste…Il senso della vista,per giudicare la grandezza degli oggetti e laloro distanza, non possiede che un solocriterio di misura, e cioè l’aperturadell’angolo che formano col nostroocchio…com’è possibile infatti distinguerecon la sola vista se l’angolo sotto il quale unoggetto si mostra più piccolo di un altro ètale perché il primo oggetto è davvero piùpiccolo, o perché è più lontano?»

«Qui bisogna seguire un metodo opposto aquello precedente, invece di isolare lasensazione, occorre associarla conun’altra…subordinando l’organo visivo aquello tattile(p. 169). Poiché la vista è tratutti i sensi quello le cui valutazioni meno sipossono separare dall’attività della mente,occorre molto tempo per imparare a vedere»

Proprio perché le nostre misurazioni avista sono molto imprecise, R.suggerisce di indurre i fanciulli a tuttequelle attività che esigono movimentofisico: come calcolare l’altezza di unciliegio? Come attraversare un ruscellolargo? Leggere aneddoto. Rousseau sitrova a dover esercitare alla corsa unfanciullo pigro e indolente.Passare dalla misurazione strumentale(con mani, piedi), a quella intuitiva(con la vista).Disegno. IL maestro deve essere solo lanatura e gli oggetti (disegno dal vero)Geometria elementare alla qualegiungere grazie all’osservazione, senzabisogno di definizioni (es. tracciaturadel cerchio; angolo di 60 gradi; angoliadiacenti, ecc.)Per esercitare l’occhio, Rousseausuggerisce anche dei giochi: volano,pallacorda, pallamaglio, biliardo, arco,ecc.

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#3 Udito

«Il senso dell’udito percepiscesolo un corpo in movimento…setutto restasse nell’immobilitàassoluta, non udremmoniente…(organo passivo)»

«Noi possediamo un organo che corrisponde all’udito, cioè quello della voce…(organo attivo). L’uomo ha tre tipi di voce: parlante o articolata…cantante o melodica…patetica o accentuata. Il fanciullo possiede come l’uomo queste tre specie di voce, ma non sa associarle alla stessa maniera»

Rousseau consiglia diinsegnare al fanciullo aparlare in modo chiaro euniforme … a pronunciareesattamente le parole, aparlar sempre con voceforte…invita affinché siadoperi nel canto, perrendere la sua voceintonata, il suo orecchiosensibile al ritmo…manulla più.

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#4 Gusto

«Conserviamo al fanciullo il suo gustoprimitivo quanto più a lungo possibile: ilsuo nutrimento sia semplice e comune, ilsuo palato si familiarizzi soltanto coisapori leggeri e non si formi un gustoesclusivo»

«Qualunque regime facciate seguire aifanciulli, purché abbiate cura diabituarli a cibi semplici e comuni,lasciateli mangiare, correre e giocarefinché hanno voglia e state pur sicuri chenon mangeranno mai troppo e nonavranno indigestioni. Il nostro cibodiventa smoderato solo perché vogliamodargli regole diverse da quelle dellanatura»

Quindi, semplicità deicibi, per soddisfarel’appetito dei fanciulli, eciò si otterrà con le cosepiù comuni: frutta,latticini, qualchefocaccia… il gusto per lacarne non è naturale neifanciulli.

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#5 Odorato

«Il senso dell’odorato è per il gustociò che la vista è per il tatto; loprecorre, lo avverte dell’effetto cheprodurrà su di lui questa o quellasostanza e predispone a ricercarla oa fuggirla, secondo l’impressione chene riceve in anticipo»

«L’odorato è il senso dell’immaginazione. E’ dunque da ritenere che l’odorato non sia molto attivo durante la prima età, quando l’immaginazione (…) non è ancora capace di emozioni e il fanciullo non ha sufficiente esperienza per prevedere con un senso le impressioni che proverà con un altro»

Le persone hanno gustidiversi perché ad essiassociano sensazionidifferenti. Nellafanciullezza questosenso è ancora moltotorbido e quasi inertenella maggior parte deifanciulli…nonassociandovi alcunaidea, difficilmente nericavano un sentimentodi piacere o di fastidio

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Sesto senso senso comune

«Senso comune perché risulta dall’uso ben regolatodegli altri sensi e ci informa della natura delle cose conil concorso di tutte le loro qualità sensibili. Ne consegueche questo senso è sprovvisto di un suo organo specifico:non risiede che nel cervello e le sue sensazionipuramente interne, si chiamano percezioni o idee»

«E’ dal numero di queste idee che si misura l’estensionedelle nostre conoscenze, sono la nitidezza e chiarezzache conferiscono precisione alla mente, e l’arte dimetterle in rapporto tra loro si chiama ragione umana.Così, quella che chiamo ragione sensitiva o puerileconsiste nel formare idee semplici con il concorso di piùsensazioni; e quella che chiamo ragione intellettuale oumana consiste nel formare idee complesse con ilconcorso di più idee semplici»

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Emilio nell’età da 10 a 12 anni

Rousseau conclude il libro II con una sintesi dellecaratteristiche di Emilio (getta uno sguardo sulpercorso già fatto), e afferma che dopo avercondotto il suo allievo attraverso il regno dellesensazioni sino ai confini della ragione puerile, lointrodurrà verso una nuova tappa, quelladell’educazione intellettuale: il primo passo cheEmilio farà oltre questi confini sarà un passo dauomo