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Sesta Conferenza Nazionale in Informatica e Pianificazione Urbana e Territoriale
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Valorizzazione naturalistica dei corpi idrici superficiali
Bacini e aree umide
artificiali per la
realizzazione di
Eco-Sistemi Filtro
Ettore Trulli, Nicla Longino, Vitantonio Copertino
Università degli Studi della Basilicata
Dipartimento di Ingegneria e Fisica dell’Ambiente
Potenza – 14 Settembre 2010
Azioni di Pianificazione
SVILUPPO
DEL
TERRITORIO
Vin
co
li
natu
ralis
tici e
paesag
gis
tici
METODOLOGIE
E
STRUMENTI
La problematica
Pressioni antropiche
Qualità dei corpi
idrici superficiali
Valorizzazione
ambientale
La problematica La Normativa I criteri di intervento Gli eco-sistemi filtro L’indagineI casi studio in
BasilicataLe conclusioni
Pianificazione territoriale mirata:• integra la gestione della risorsa idrica con la conservazione degli ecosistemi• crea opportunità per la fruizione turistica e ricreativa delle aree naturali
Pianificazione territoriale e
Tutela dei corpi idrici superficiali
Azio
ni d
i
tute
la d
ella
Ris
ors
a Id
rica
Pressioni antropiche:
-inquinamento puntuale: acque reflue domestiche, industriali e urbane
-inquinamento diffuso: dilavamento di suoli urbani o terreni agricoli daparte delle acque meteoriche
Effetti sull’ambiente:
-Degradazione della qualità delle acque superficiali
-Deterioramento degli ecosistemi acquatici e della biodiversità
-Ripercussioni sulla salute umana e sull’economia
Effetti delle pressioni antropiche sulla tutela dei corpi idrici
Sostanze inquinanti
Solidi sospesi MacronutrientiSostanza
biodegradabile organica
Metalli pesantiSostanze
galleggianti insolubili
Microrganismi patogeni
Composti organici in
tracce
Effetti sul corpo idrico
Accumulo sul fondo
Fenomeni di eutrofizzazione
Consumo di ossigeno
TossicitàAumento della
torbiditàDiffusione di
infezioniTossicità
EFFETTI DEI PRINCIPALI INQUINANTI SUI CORPI IDRICI SUPERFICIALI
La problematica La Normativa I criteri di intervento Gli eco-sistemi filtro L’indagineI casi studio in
BasilicataLe conclusioni
• Legge n. 319/1976 - Legge “Merli”
«Norme per la tutela delle acque dall'inquinamento»
• Legge n. 183/89 – Legge Galli
«Disposizioni in materia di risorse idriche»
• D.L. n. 152/1999 e D.L. n. 258/2000 - Testo Unico sulle Acque
«Disposizioni sulla tutela delle acque dall'inquinamento, sultrattamento delle acque reflue urbane e sulla protezione delle acquedall'inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole»
• Legge n.394/91 - Legge quadro sulle aree protette
«Garantire e promuovere, in forma coordinata, la conservazione e lavalorizzazione del patrimonio naturale del Paese»
• Dir. 92/43/CEE Direttiva “Habitat”
«Relativa alla conservazione degli habitat naturali e semi-naturali edella flora e della fauna selvatiche»
• Direttiva Europea 2000/60/CE
«Quadro per l'azione comunitaria in materia di acque»
• D.L. n. 152/2006 e D.L. n. 4/2008 - Testo Unico sull’Ambiente
«Norme in materia ambientale»
• Obiettivi di qualità delle acquenaturali
• Riduzionedell’inquinamento
• Risanamento dei corpiidrici
• Indirizzi per il monitoraggio
• Controllo degli scarichi
• Stato ecologico
• Controllo aree protette
Pianificazione e prescrizioni
attuative
Lo sviluppo del Quadro Normativo
Enti
Lo
cali
La problematica La Normativa I criteri di intervento Gli eco-sistemi filtro L’indagineI casi studio in
BasilicataLe conclusioni
Necessità di gestire molte informazioni
Utilizzo di strumenti analitico-valutativi
Indicatori ambientali e GIS
Scopo dell’utilizzo del GIS:1. Valutazione della realizzabilità degli interventi;2. Restituzione di mappe sintetiche:
• grado di compatibilità dell’intervento con lo stato diconservazione del corpo idrico;
• livelli di fattibilità;• vulnerabilità dell’area esaminata;• usi attuali e potenziali;• vincoli e i fattori limitanti.
3. Definizione dei criteri di intervento.
La base informativa a supporto della pianificazione
• Criteri Progettuali:• Adeguamento dei sistemi di collettamento e trattamento• Mantenimento di un livello di qualità delle acque idoneo
e controllo del regime idraulico del bacino• Criteri Territoriali:
• Riduzione del carico inquinante residuo• Intercettazione degli inquinanti trasportati e contrasto
alla perdita di habitat e alla riduzione della biodiversità
La problematica La Normativa I criteri di intervento Gli eco-sistemi filtro L’indagineI casi studio in
BasilicataLe conclusioni
La problematica La Normativa I criteri di intervento Gli eco-sistemi filtro L’indagineI casi studio in
BasilicataLe conclusioni
Criteri territoriali
Ridurre il carico inquinante residuo degli effluenti trattati di origine urbana e
industriale
Adeguamento degli impianti:
-Impianti di trattamento terziario;
-stadio biologico: SBR, MBR.
Intercettare gli inquinanti trasportati sul bacino idrografico e nei corpi idrici
Inserimento a valle degli impianti:
-bacini di fitodepurazione / lagunaggio;
-sul bacino idrografico, lungo i corpi idrici: aree umide artificiali e fasce tampone.
Finalità
Interventi
Criteri progettuali
• Analisi di verifica: efficienza dei sistemi di collettamento e
degli impianti di depurazione
• Definizione degli interventi: adeguamento degli impianti
esistenti e applicazione di tecnologie innovative
• Esercizio e controllo della gestione degli impianti
• Adeguamento del sistema di collettamento e trattamento
delle acque di drenaggio urbano;
• Verifica delle sorgenti di inquinamento diffuso sul territorio
di origine agricola e produttiva
• Valutazione e definizione di interventi specifici.
Azioni per l’adeguamento del trattamento delle acque
reflue urbane e industrialiControllo dell’inquinamento da fonti diffuse
Eco-sistemi Filtro
Criteri di intervento sul bacino idrografico
Riutilizzo
«Ecosistema filtro» «zone umide artificiali costruite o ricostruite per riprodurre e
ottimizzare i processi tipici degli ambienti acquatici, senza richiedere una manutenzione eccessiva e implementando la
capacità di auto-depurazione del corpo idrico ricettore»(Malcevschi et al., 1988)
Gli eco-sistemi filtro
Pressioni antropiche
Corpo idrico ricettore
Bacino idrografico
Ecosistema-filtro
Localizzazione:• sul bacino• lungo il corpo idrico
Funzioni:• Riproduzione dei processi di depurazione delle acque naturali
e contrasto alla perdita di habitat e alla riduzione dellabiodiversità;
• Mantenimento della vegetazione autoctona, della stanzialitàdella fauna e costituzione di possibili siti di sosta perl’avifauna migratoria;
• Conservazione della morfologia naturale d’alveo e controllodel regime idraulico del bacino;
• Contenimento delle esigenze di gestionali. www.ccwa.us
La problematica La Normativa I criteri di intervento Gli eco-sistemi filtro L’indagineI casi studio in
BasilicataLe conclusioni
Fitodepurazione (Jesi)
Eco-sistema filtro (Bobbio)
Area umida artificiale (Mezzani)
Area umida (Las Arenas)
I parametri caratterizzanti i bacini sono (Tchonoblagous and Burton, 1991):
–la morfologia e la superficie disponibile
–la profondità dell’acqua
–il tempo di residenza idraulico
–il carico idraulico e organico
–il rapporto lunghezza/larghezza dei bacini
–l’idoneità delle piante utilizzate
• capacità di accumulo• tolleranza a tossicità e
salinità• minimi tassi di crescita e
di richiesta di coltivazione
Gli eco-sistemi filtro: inserimento territoriale e parametri caratterizzanti
corpo idrico ricettore
area umida artificiale
corpo idrico ricettore area umida artificiale
corpo idrico ricettore
area umida artificiale
impianto di
depurazione
bacino di
trattamento
corpo idrico ricettore
A valle di impianti
Ex-alveoIn alveo
Nelle confluenze
Inserimento territoriale
La problematica La Normativa I criteri di intervento Gli eco-sistemi filtro L’indagineI casi studio in
BasilicataLe conclusioni
Finalità operative:• controllo del contenuto di SS, BOD, nutrienti, metalli, carica patogena e composti organici
lentamente biodegradabili• miglioramento della qualità dell’acqua e aumento del valore naturalistico del sito• attenuazione dei picchi di piena (casse di espansione)Processi realizzati:• di rimozione, di natura biologica, fisica o chimica• di degradazione, per la crescita di macrofite e microrganismiEffetti ottenuti:• sedimentazione del particolato sospeso• maggiori tempi di residenza• adesione, filtrazione, adsorbimento
Fitodepurazione
Lagunaggio
Gli eco-sistemi filtro: gli impianti
- Bassi costi di esercizio
- Idoneo inserimento nel contesto territoriale
- Buona integrazione nei sistemi di gestione confinalità ad uso irriguo
- Necessità di ampie aree per la realizzazionedei bacini
- Applicazione limitata a impianti di potenzialitànon elevata
Vantaggi
Limitazioni
La problematica La Normativa I criteri di intervento Gli eco-sistemi filtro L’indagineI casi studio in
BasilicataLe conclusioni
La qualità dei corpi idrici è fortemente relazionata agli usi a cui questi vanno destinati
Elementi d’indagine:
• analisi degli input legislativi e coerenza con gli indirizzi di
pianificazione;
• individuazione delle problematiche legate al contesto;
• localizzazione degli scarichi lungo le aste principali e gli affluenti
secondari;
• acquisizione delle conoscenze territoriali per l’area tramite
accessibilità a banche dati, GIS, fonti bibliografiche.
Determinazione di un
fattore di rischio
potenziale di
degradazione qualitativa
delle acque naturali
superficiali
L’indagine: i corpi idrici superficiali nella Regione Basilicata
Il reticolo idrografico Le aree protetteGli usi del suolo
La problematica La Normativa I criteri di intervento Gli eco-sistemi filtro L’indagineI casi studio in
BasilicataLe conclusioni
Ipotesi di base: la superficie unitaria
del bacino opera una rimozione
temporale dell’inquinante in funzione
di un tasso specifico
Ipotesi di base: il bacino è un
reattore completamente mescolato
ovvero è un sistema di reattori
completamente mescolati disposti in
serie
Criterio basato sul tasso di rimozione degli inquinanti
C
inq
F
CS
idr
RR
h
t*Q)S(t
Casi studio nei bacini idrici della Basilicata: criteri di dimensionamento
Superficie dei bacini di trattamento a valle degli impianti di depurazione.
Criterio idraulico
Inquinanti Valori di
riferimento Unità di misura
SST (Solidi Sospesi Totali) 5,0-180,0 kgTSS/ha*d
BOD5 (Biochemical Oxygen Demand, 5 giorni) 2,3-183,0 kg BOD5/ha*d
NH4-N (Azoto Ammoniacale) 0,3-16,0 kgNH4-N/ha*d
TKN (Azoto Totale Kjeldahl) 1,0-20,0 kgTKN/ha*d
Tassi di rimozione degli inquinanti (EPA, 2000).
• gli effluenti dei depuratori rispettano i limiti vigenti per lo scarico in corpi idrici superficiali (BOD5 pari a 25 mg/l);• la portata idraulica dei reflui da trattare è calcolata assumendo cp=0,25 m3/ab*d e φ=0,7;• l’altezza del bacino idraulico è fissata pari a 0,6 m.
La problematica La Normativa I criteri di intervento Gli eco-sistemi filtro L’indagineI casi studio in
BasilicataLe conclusioni
Casi studio nei bacini idrici della Basilicata: elementi d’indagine
Vulture-MelfeseMelfi e Rapolla
Fiumara di Venosa
Val BasentoPisticci Scalo
Basento
MateranoMatera
Torrenti Jesce e Gravina
La problematica La Normativa I criteri di intervento Gli eco-sistemi filtro L’indagineI casi studio in
BasilicataLe conclusioni
Impianto di depurazione
Zona Industriale e PIP
Piani paesaggistici
Corpi idrici superficiali
Tessuto urbano
Parchi e aree protette
ZPS e SIC
Aree industriali o commerciali
100 m
Torrente Melfia
Area umida artificiale
Impianto di depurazione
Impianto di depurazione
Torrente Melfia
100 m
Area umida artificiale
Impianto di depurazione
Rapolla : torrente Melfia Melfi : torrente Melfia
Casi studio nei bacini idrografici della Basilicata: Il Vulture-Melfese
Elementi d’indagine
La problematica La Normativa I criteri di intervento Gli eco-sistemi filtro L’indagineI casi studio in
BasilicataLe conclusioni
MelfiSuperficie necessaria
(ha)
HRT (d)Criterio
Idraulico
Criterio Tasso di
rimozione
5 2,6 3,2
10 5,1 6,4
15 7,7 9,6
20 10,2 12,8
RapollaSuperficie necessaria
(ha)
HRT (d)Criterio
Idraulico
Criterio Tasso di
rimozione
5 0,7 0,9
10 1,4 1,7
15 2,1 2,6
20 2,8 3,4
Superfici occorrenti
Impianto di depurazione
Area umida artificiale
Fiume Basento
Elementi d’indagine Pisticci Scalo: fiume Basento
Casi studio nei bacini idrografici della Basilicata: La Val Basento
La problematica La Normativa I criteri di intervento Gli eco-sistemi filtro L’indagineI casi studio in
BasilicataLe conclusioni
Pisticci Scalo Superficie necessaria (ha)
HRT (d) Criterio IdraulicoCriterio Tasso di
rimozione
5 21,9 27,3
10 43,8 54,7
15 65,6 82,0
20 87,6 109,4
Superfici occorrenti
Criticità:1. Distanza dalla foce2. Regime idraulicoLa soluzione impiantistica scelta è la realizzazione di bacini ditrattamento fuori alveo.
500 m
Impianto di depurazione
Torrente Gravina
Bacino di trattamento
Casi studio nei bacini idrografici della Basilicata: Matera
Elementi d’indagine Matera: Torrente Gravina
La problematica La Normativa I criteri di intervento Gli eco-sistemi filtro L’indagineI casi studio in
BasilicataLe conclusioni
Matera Superficie necessaria (ha)
HRT (d) Criterio Idraulico Criterio Tasso di rimozione
5 7,3 9,1
10 14,6 18,2
15 21,9 27,3
20 29,2 36,5
Superfici occorrenti
1. La finalità dell’intervento è di «intercettare» ireflui migliorandone la qualità prima chevengano rilasciati nel torrente Gravina.
2. In seconda analisi viene analizzata ladelocalizzazione dello scarico con il riutilizzoirriguo degli effluenti urbani trattati.
• L’attenzione sulla qualità dei corpi idrici superficiali va assumendo un elevato interesse in particolare allorquandole acque superficiali sono inserite in ambiti territoriali di particolare pregio naturalistico e a spiccata propensionealla fruizione turistico-ricreativa.
• Nella regione Basilicata numerosi sono i corpi idrici ricettori degli scarichi di origine civile, industriale e agricola,prodotti nell’aree urbane e industriali e gli effetti negativi dell’inquinamento di origine antropica sono in molti casioggi fortemente evidenti.
• Diverse tecnologie sono applicabili tra le quali l’inserimento di bacini di trattamento e aree umide artificiali puòconsentire la realizzazione di eco-sistemi filtro e tali soluzioni possono consentire di ottenere a valle degli scarichidelle aree urbane la rimozione delle sostanze inquinanti per la tutela del corpo idrico ricettore, ripresentandocosti contenuti di impianto e di esercizio e cercando una valorizzazione naturalistica .
• Le azioni e gli interventi specifici devono tuttavia essere guidati da una corretta pianificazione attuata mediantemetodologie e strumenti idonei, tra i quali l’utilizzo del GIS.
• Un notevole contributo all’uso di questo metodo è dato proprio dall’utilizzo del GIS che permette di costruire cartetematiche e di sensibilità e successivamente di valutare, mediante l’attribuzione di valori di sensibilità alle superficiinteressate, l’attitudine dell’ambiente ai diversi usi.
• Sono stati studiati numerosi casi sul territorio regionale al fine di definire i criteri opportuni di azione e validarealcune metodologie in corso di studio presso il DIFA.
Conclusioni
La problematica La Normativa I criteri di intervento Gli eco-sistemi filtro L’indagineI casi studio in
BasilicataLe conclusioni