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Valutazione delle politiche regionali a sostegno del territorio montano nel periodo 2000-2006 Principali risultati e raccomandazioni Torino, 27 febbraio 2012

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Valutazione delle politiche regionali a sostegno del territorio montano

nel periodo 2000-2006

Principali risultati e raccomandazioni

Torino, 27 febbraio 2012

Direzione Processo legislativo Direttore: Silvia Bertini Direzione Comunicazione istituzionale dell'Assemblea regionale Direttore: Rita Marchiori Pubblicazione a cura dell’Ufficio stampa del Consiglio regionale Settore Informazione Responsabile: Domenico Tomatis Gianni Boffa, Elena Correggia Hanno collaborato Stefano Aimone – Ires Piemonte – autore dello studio sulle politiche regionali a sostegno del territorio montano 2000-2006 e Fabrizio D’Alonzo, della Direzione Processo legislativo Impaginazione Laboratorioweb Stampa Centro stampa del Consiglio regionale del Piemonte

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Motivazioni dello studio Nel corso degli ultimi anni, il territorio montano piemontese è stato interessato da una pluralità di politiche con finalità di sviluppo e tutela, sostenute sia dai fondi strutturali, sia da iniziative regionali e nazionali. Un programma significativo di interventi, sotto il profilo finanziario, è stato realizzato in occasione delle Olimpiadi invernali di Torino 2006. È tuttavia finora mancata una riflessione volta a ricomporre in un quadro unitario e complessivo l’insieme degli interventi destinati ai territori montani.

(*) Nucleo di valutazione e verifica degli investimenti pubblici della Regione Piemonte

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Il quadro delle politiche analizzate è stato molto ampio e ha riguardato il periodo 2000-2006 e relative “code” di programmazione.

*) Accordo di programma quadro **) Programmi integrati di sviluppo locale

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6,8 miliardi di euro è la spesa pubblica piemontese nel 2000-2006 2,6 miliardi la quota ricadente in area montana (39% del totale) quasi 2,3 miliardi i fondi destinati alle opere delle Olimpiadi 2006, oltre metà concentrati in montagna

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Se si escludono le Olimpiadi: il 52% delle risorse deriva da Programmi Ue Il 33% da fondi regionali, il 15% da risorse nazionali Se si includono i Giochi olimpici la quota di risorse Ue si riduce al 28%, quella regionale al 18%, mentre quella nazionale sale al 54%.

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L’81% delle risorse deriva da politiche non specifiche per la montagna, il 13% da politiche specifiche per la montagna e il 6% per politiche prevalentemente montane.

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Spesa per lo sviluppo 60% per la tutela 23% per le funzioni di presidio socio-demografico 17%

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La spesa, per effetto delle Olimpiadi, si concentra sulle opere pubbliche per 1,45 miliardi di euro (55% del totale). Le opere olimpiche (circa 1,2 miliardi di euro) + il turismo (235 milioni) rappresentano il 54% del totale. Segue la spesa per l’agricoltura pari a 352 milioni (13% del totale) grazie soprattutto al Programma di sviluppo rurale (Psr).

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Il 74% delle risorse pubbliche per le Olimpiadi 2006, ovvero 886 milioni su 1,2 miliardi di euro, si è concentrato nelle Valli Olimpiche (soprattutto Valle di Susa e Valle Chisone).

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La spesa pubblica non “olimpica”, pari a 1,4 miliardi di euro circa, è distribuita in modo più omogeneo sul territorio.

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I territori che hanno percepito più interventi: l’alta collina meridionale e la fascia appenninica le valli cuneesi, la Valle di Susa (anche al netto delle Olimpiadi)

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Sette casi studio esemplari per comprendere la ricombinazione di strumenti e risorse di vario tipo al fine di valorizzare un patrimonio locale “dormiente” o dimenticato. *) Programmi integrati di sviluppo locale **) Piani integrati d’area

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Dal punto di vista ambientale si sottolineano luci e ombre degli interventi. Aspetti negativi La spesa per interventi materiali si è concentrata su realizzazioni che possono incidere sul paesaggio, generare traffico e pressione antropica. Alcune strutture ricettive e impianti creati per le Olimpiadi sono rimasti inutilizzati. ma ... La valutazione di impatto ambientale ha tuttavia contenuto gli effetti negativi sull’ambiente connessi alle Olimpiadi. Aspetti positivi È consistente la spesa per interventi di tutela del territorio. Circa la metà della spesa del Piano di sviluppo rurale (Psr) è destinata a misure agroambientali e forestali

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Considerazioni valutative Il quadro delle politiche per la montagna messe in campo in Piemonte nel periodo 2000-2006 per tutelare il territorio, ridurre la marginalità e creare occasioni di sviluppo si è rivelato - esteso a livello di settori funzionali - affollato quanto ai soggetti istituzionali presenti - frammentato negli strumenti di intervento Con l’evento olimpico si puntava a dare impulso al turismo, con effetti però controversi: si è verificato un incremento medio delle presenze turistiche in montagna, ma a fronte di ingenti risorse investite e con una non uniforme distribuzione territoriale delle ricadute. È stata condotta una “politica dei contenitori” (come infrastrutture, impianti, edifici, aree attrezzate per l’insediamento di imprese, strade) di notevole impegno economico, che in molti casi lascia aperto il problema della sostenibilità nel tempo degli interventi, ovvero del pieno utilizzo, manutenzione e destinazione funzionale. Nei casi esemplari esaminati assume particolare importanza la fase preparatoria, fondamentale per la costruzione del capitale sociale, della conoscenza e per la riscoperta del patrimonio locale, precondizioni necessarie per buoni progetti. I territori sono in grado di innestare anche gli strumenti concepiti “dall’alto” sulla base della propria progettualità. L’importante è che quest’ultima sia ben calibrata sui fabbisogni e le opportunità locali.

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Lo scenario del periodo 2007-2013 – più metodo ma meno risorse È un periodo che differisce profondamente dal 2000-2006 per

- assenza di un grande catalizzatore come le Olimpiadi invernali 2006 e relative risorse - impostazione maggiormente strategica anche se in termini generali e formali - brusca contrazione delle risorse nazionali e regionali a causa della crisi economica - prevalenza dei Fondi europei sulle risorse rimanenti, ma con crescenti complessità e difficoltà attuative

Il “dopo 2013” La strategia dell’Unione europea fino al 2020 è incentrata su tre priorità:

- crescita intelligente: sviluppare un’economia basata sulla conoscenza e sull’innovazione - crescita sostenibile: promuovere un’economia più efficiente sotto il profilo delle risorse, più verde, più competitiva - crescita inclusiva: promuovere un’economia con un alto tasso di occupazione, che favorisca la coesione economica, sociale e territoriale.

L’impostazione dei programmi 2014-2020 prevede la definizione di un’unica strategia regionale (anche includendo lo sviluppo rurale, sinora autonomo). Principi generali che prospettano un approccio favorevole alla montagna e che presuppongono però un forte sforzo di coordinamento strategico e scelte chiare.

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Raccomandazioni Elaborare una strategia condivisa per la montagna piemontese, che renda esplicito e coordinato l’apporto di tutte le Direzioni regionali. Considerare che i fabbisogni e le opportunità sono molto differenziati nelle diverse aree montane piemontesi e che le politiche dovrebbero essere il più possibile modulabili su scala locale. Superare le settorialità delle politiche e favorire il dialogo centro-periferia, affinché le politiche da parallele diventino convergenti. Meno risorse richiedono un approccio selettivo basato su alcune priorità. Favorire localmente la creazione di capitale sociale e di conoscenza anche attraverso le politiche di impronta culturale, di riscoperta del patrimonio locale e che stimolano la progettualità locale. Affrontare il nodo della frammentazione amministrativa e puntare a una riforma armonica del governo locale. È necessario prestare attenzione all’efficiente erogazione dei servizi ma anche al coordinamento e alla promozione dello sviluppo su scala locale, specie nell’ipotesi di abolizione delle Province. Decidere e programmare sulla base di elementi oggettivi, attraverso un più diffuso ricorso alla valutazione delle politiche e all’utilizzo di sistemi di monitoraggio. È auspicabile l’uniformazione del sistema di raccolta ed elaborazione delle informazioni per facilitare analisi trasversali e comparazioni.

Il rapporto è pubblicato anche in formato elettronico all’indirizzo Internet raggiungibile leggendo il qr code con lo smarfone