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ESTATE 2013 MAGAZINE DELL’AREA VACANZE VALLE ISARCO PERCORSI DI GUSTO Scoprire i prodotti regionali dell’Alto Adige GIRO DELLE MALGHE E BAITE Cicloturismo a varie quote nella valle dei percorsi ARCHITETTURA CHE CAMBIA Progetti architettonici d’eccellenza

VIAE Estate 2013

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Magazino dell'area vacanze Valle Isarco

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ESTATE 2013

MAgAzinE DELL’AREA VACAnzE VALLE iSARCO

Percorsi di gustoScoprire i prodotti regionali dell’Alto Adige

giro delle malghe e baite Cicloturismo a varie quote nella valle dei percorsi

ArchitetturA che cAmbiAProgetti architettonici d’eccellenza

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06 Tradizione ed innovazione Architettura viva in dialogo tra antico e nuovo.

12 In quota A 2369 metri nulla è scontato: vita e lavoro al Rifugio Cesare Calciati al Tribulaun.

15 Quotidianità altoatesina L’aperitivo in Alto Adige è molto di più di un semplice incontro prima del pranzo o la cena. Com’è nato questo rituale e dove si vive oggi a Bressanone.

18 In bici in Valle IsarcoUna panoramica sulle moltissime possibilità di vivere in bici la valle, gli alpeggi e le montagne.

20 Pecora dagli occhiali “Brillenschaf” della Val di FunesSulle tracce delle pecore dagli occhiali: una rara razza ovina rinasce in Val di Funes.

22 Scoprire i prodotti regionaliLa mela sempre croccante, il formaggio di malga sempre gustoso: come mai? I percorsi avventura “prodotti regionali e i loro creatori” fanno conoscere contadini e malgari.

24 Miele di qualità Alto AdigePerché il miele ha colori diversi, come viene prodotto e quali sono le sue proprietà? Una breve visita lungo il percorso didattico delle api a Rodengo.

26 Chiusa inconsuetaIncastonata tra roccia e fiume: la cittadina degli artisti e le sue particolari soluzioni architettoniche.

28 Mixup›Percorsi avventura in Valle Isarco› Törggelen› Corde alte a Vipiteno› A passeggio col passeggino

30 Forte di FortezzaDa zona militare invalicabile a luogo d'arte: la conquista culturale dell'imponente fortezza continua...

33 Valle Isarco: la valle dei percorsi

34 InfoTutte le informazioni su come arrivare, clima e collegamenti

06 Nuove vie architettoniche: progetti contemporanei premiati in Valle Isarco

22 Il percorso del gusto: in visita dal malgaro, dal vignaiolo e dal contadino

12 La vita sotto il Tribulaun 26 Chiusa e la

casa più stretta del Tirolo

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Tradizioni vive “Bugglkorb“, si chiama in dialetto la tradizionale gerla dei contadini: il robusto cesto veniva riempito con ogni tipo di merce e poi caricato sulla schiena per scendere a valle. L’intreccio di cesti un tempo era un mestiere molto diffuso in Alto Adige: dapprima venivano spaccati i tralci di nocciolo, costruita la forma della gerla e poi s’intrecciavano le verghe inumidite. Oggi sono soprattutto i contadini di montagna che si dedicano al mantenimento di quest’antica tradizione. Sono loro a mantenere il paesaggio, ma anche a far rivivere le antiche tradizioni del posto. Lungo il sentiero dei masi della Val di Fundres nell’ area vacanze Gitschberg Jochtal alcuni contadini conoscono tradizionali mestieri quasi dimenticati. Conoscere e riscoprire la vita e gli antichi mestieri dei contadini si può anche percorrendo i sentieri dei contadini e antichi mestieri a Luson e in Val di Funes.

Testo: Doris Brunner Foto: Alex Filz

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Dialogo tra vecchio e nuovo La nuova scuola elementare di Vipiteno s’integra perfettamente nel complesso storico della Parrocchiale e dell’Ordine Teutonico ricevendo per questo il premio d’architettura dell’Alto Adige 2011. Un bellissimo esempio come in Valle isarco strutture antiche e architettura moderna possono convivere armoniosamente.

Testo: Doris Brunner

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L’Alto Adige è un interessante la- boratorio di architettura, ne è convinto Luca Zevi, curatore del padiglione Italia alla 13ª Biennale d’architettura di Venezia. L’obiettivo è di costruire ponti tra tradizione e innovazione – un obiettivo che negli ultimi anni ha già trovato soluzioni di grande richiamo.

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U na scuola elementare in un bosco di tronchi d’al-beri, un hotel di design nel centro storico di Bres-sanone e strutture produttive come sculture: in

Valle Isarco la cultura edilizia sta vivendo una fase di grande fermento. Negli ultimi anni sono stati costruiti di-versi edifici, che hanno avuto riconoscimenti internazio-nali. Rinomati giornali d’architettura, presentazioni alla Biennale d’architettura a Venezia, premi e riconoscimenti internazionali e regionali – non solo esperti del settore da tempo provano interesse per l’architettura contempora-nea in Alto Adige, ma sempre di più anche un ampio pub-blico ha scoperto l’interesse per particolari e moderni edifici, il tutto condito da accese discussioni, che non sem-pre rimangono relegate su un piano oggettivo.Il perchè di questo fermento architettonico è da ricercare nell’elevato numero di architetti competenti presenti in zona e nella voglia innovativa dei committenti. Le aree a disposizione sono poche, le valli talvolta strette e per que-sto è richiesta una particolare sensibilità. La crescente esi-genza di qualità abitativa e la forte richiesta di soluzioni di alta efficienza energetica hanno contribuito allo sviluppo di nuove tecniche e nuovi materiali edilizi, dando così anche la possibilità di soluzioni abitative diverse. Il brissinese Christian Schwienbacher è uno di quegli architetti che ha già segnato un percorso. Il suo progetto del Designhotel Pupp a Bressanone, elaborato in collabo-razione con lo studio brissinese “bergmeisterwolf archi-tetti”, ha vinto nel 2011 il premio altoatesino d’architettura. “La struttura si trova in una posizione d’interfaccia tra il centro storico con una particolare densità abitativa e le costruzioni della periferia cittadina: ha quasi la funzione di una porta”, spiega Christian Schwienbacher la situazione di partenza. Per ricreare la compattezza della città, l’hotel

è stato progettato come un quadrato, nel quale i tre piani si inseriscono in un incastro asimmetrico come cassetti. Questo ricorda vagamente gli “erker” del centro storico, creando però “grazie all’asimmetria diversi spazi liberi all’interno dell’edificio, dando così la possibilità di fornire ad ogni camera un proprio giardino o terrazzo appartato dalle altre stanze. Il tutto praticamente in mezzo alla città”, racconta l’architetto. Un esempio che mette bene in evidenza su cosa punta l’architettura moderna. “Da sempre l’architettura rappre-senta la dialettica tra un tema e un luogo, dove alla fine l’architettura assume una funzione ben precisa: la pre-senza determinante dell’edificio in un luogo preciso, per assolvere uno scopo preciso, costruito con determinati materiali. A dettare le soluzioni architettoniche da attuare sono le esigenze del committente e le funzioni dell’edifi-cio”, così Christian Schwienbacher. Da un lato è da rispet-tare la tradizione architettonica del luogo, ma al contempo bisogna anche dare spazio a nuove costruzioni. Un’archi-tettura viva ha bisogno dell’alternanza creativa tra vecchio e nuovo. Non si tratta di riprendere in modo assoluto e indiscriminato la tradizione, diventando alla fine un tragico “kitsch alpino“, ma piuttosto di analizzare a fondo le solu-zioni nate dalla tradizione, di reinterpretarle e di portarle così verso i tempi moderni. “Se oggi dovessimo costruire come cinquant‘anni fa, sarebbe un passo indietro. In archi-tettura è importante dare l’impulso per lo sviluppo, perchè solo così è possibile dare un valore aggiunto all’architet-tura stessa” continua Christian Schwienbacher. I cambiamenti sono una costante nei secoli: ogni epoca aveva il proprio stile e proprio in Valle Isarco è possibile scoprire l’architettura di vari secoli, dal centro storico me-dievale fino al castello barocco o rococò, dall’autentico

La sede della ditta LignoAlp a Bressanone non è solo un pro-getto architettonico innovativo, è anche ecologico. É stato pre-miato con il certificato “Casa-Clima Work&Life”

La facciata del Cityhotel pre-senta una variante moderna degli “erker“ delle case storiche di Bressanone: grazie all’asim-metria si aprono nuove prospet-tive su giardini e terrazzi

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maso di montagna agli edifici in stile razionale italiano, dalle chiese gotiche alle case in puro stile Bauhaus. Spesso gli architetti si trovano davanti a grandi sfide nel trovare l’unione tra edifici storici spesso anche sotto tutela delle belle arti, con costruzioni o annessi moderni, come ad esempio nel forte di Fortezza a nord di Bressanone o nella Birreria AH a Fortezza. Per il progetto di ristrutturazione e risanamento del forte costruito nel XIX secolo gli architetti Markus Scherer e Karl Walter Dietl hanno deciso di preser-vare la particolare atmosfera di questa costruzione monu-mentale. Per contrastare l’imponenza dei massi di granito con una forma essenziale e quasi leggera, hanno optato per la realizzazione di scale all’interno di torri in cemento a vista, mentre i nuovi accessi vengono supportati da barre metalliche. Un esempio ben riuscito di recupero moderno, che è valso tra l’altro il primo premio d’architettura inter-nazionale “best architects 2013. La nuova costruzione della Birreria AH si trova nelle immediate vicinanze dell’al-bergo “Sachsenklemme“, tutelato dalle belle arti, ma entra quasi in dialogo con l’edificio antico, un concetto ripreso anche nell’architettura interna. Gli architetti Gerd Berg-meister e Michaela Wolf di Bressanone hanno trovato anche una nuova interpretazione della tradizionale stube altoatesina con il rivestimento in legno, le panche e i tavoli.

Tante imprese hanno riconosciuto che un edificio di particolare interesse architettonico è un punto d’attra-zione, ma può anche diventare un marchio. Oltre alla Can-tina Produttori di Chiusa, progettata dall’architetto altoatesino Markus Scherer, le sedi di altre ditte rinomate attraggono con la loro particolare architettura. Nella zona industriale di Bressanone colpisce l’edificio scultura di co-lore smeraldo della ditta “barth Innenausbau“, progettata dagli architetti Christian Schwienbacher e Gerd Bergmei-ster, che affascina anche per le opere d’arte sulla facciata. È alto 22 metri il silo che l’artista altoatesina Ester Stocker ha ricoperto con un involucro geometrico in bianco e nero di vernice cellulosa. E la nuova sede amministrativa è de-corata con un enorme cuscino di alluminio intitolato “la grande scultura per il balcone piccolo” dell’artista au-striaco Hans Kupelwieser. Pochi metri più avanti un’altra costruzione di grande effetto: una composizione di legni lamellari come nuova sede dell’azienda di costruzioni in legno Lignoalp. La costruzione di legno progettata dall’ar-chitetto Matteo Scagnol è stata scelta per la Biennale d’ar-chitettura 2012 a Venezia. In Alto Adige anche l’amministrazione pubblica si è ri-velata promotrice dell’architettura moderna. I responsabili politici hanno puntato su progetti particolari e innovativi quando si trattava di progetti pubblici, come ad esempio

La scuola elementare nella palude di Vipiteno è stata costruita come una zattera, poiché il livello freatico nella zona bonificata è a meno di un metro dalla superficie.➤

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per la scuola elementare tedesca di Vipiteno, progrettata da “CeZ Calderan Zanovello architetti“ di Bressanone e Bolzano. Come per l’Hotel Pupp anche questo edificio si trova in una posizione centrale, molto sensibile dal punto di vista architettonico: edifici storici come la Parrocchiale di Vipiteno e la casa dell’Ordine Teutonico. Gli architetti hanno rinunciato ad ogni risalto esterno: l’edificio allun-gato si inserisce armonicamente nell’ambiente circostante. Nonostante ciò è molto particolare: la facciata è costituita da tronchi d’alberi scortecciati inseriti tra il pianoterra e il tetto. Altri tronchi non lavorati sono distribuiti libera-mente per formare un bosco artificiale, che al mattino fil-tra la luce del sole. Anche questa una costruzione che nel 2011 è stata premiata con il Premio d’architettura dell’Alto Adige. Il passaggio tra vecchio e nuovo è dunque riuscito, la nuova architettura trova la sua strada attraverso la Valle Isarco.

Arte visiva: la “Grande scultura per il piccolo balcone“ sull’entrata della ditta ha le dimensioni di 600 x 50 x 240 cm, è costituita da alluminio gonfiato ed è stata fatta nel 2005 dall’artista austriaco Hans Kupelwieser. ➤

Il restauro del forte di Fortezza ha ricevuto il pre-mio internazionale d’architettura “best architects 2013”, il premio per i committenti “Dedalo Minosse 2011”, il “premio d’architettura della città Oderzo 2010“ e la nomination per il premio internazionale d’architettura “Mies van Rohe“. ➤

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rifornimento a 2.369 metri d altitudineTesto: Renate Breitenberger Foto: Oskar Zingerle

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In montagna il gusto ci guadagna, su questo concordano tutti gli escursionisti. Le materie prime spesso com-piono un viaggio avventuroso per arrivare in quota: una volta sul dorso di muli o portate dall’uomo o dall’elicot-tero. Oggi il Rifugio Cesare Calciati al Tribulaun viene servito da una teleferica, mentre l’elettricità arriva dal laghetto vicino. Un esempio come sopravvivere lontano da strade e in alta montagna. “Dici che ci sarà un temporale?“ Daniela Eisendle guarda scettica alla cima del Tribulaun coperta da oltre due ore da nuvole scure. Un temporale proprio adesso non ci vuole. Suo suocero sta per mandare con la telefe-rica il rifornimento dalla valle. L’ultima volta, quando il fulmine ha colpito la fune della teleferica, tutto l’impianto elettrico è andato distrutto. La teleferica, in grado di trasportare fino a 500 kg di materiale, è stata costruita dal CAI circa 10 anni fa. Il CAI è anche proprietario del Rifugio Cesare Calciati al Tribu-laun lungo l’Alta Via del Tirolo e Daniela e suo marito Fa-brizio i gestori. Daniela è praticamente cresciuta qui. Nel 2003 ha rilevato dai suoi genitori il rifugio con 19 posti letto e 18 posti in dormitorio. Da un anno ci si arriva anche per una ferrata. Fino ad alcuni anni fa era un elicot-tero a portare tutto a quota 2.369, anche la legna e il car-bone per il riscaldamento. Verdure, carne e pane arrivavano portati in spalla dal padre o da Fabrizio dalla frazione Weiler Stein: ben 200 volte tra luglio e settembre con circa due ore e mezza di cammino. Vento freddo sferza attorno al rifugio in legno e alla stazione della teleferica. Piove a dirotto. Daniela dà un’ul-tima occhiata. “Proviamo ugualmente“. Mette via la rice-trasmittente, pigia un bottone verde e uno bianco e poi osserva la fune come va in tensione. 18 minuti. Il tempo deve reggere per 18 minuti. Fa freddo in questa mattinata di luglio. Il termometro qui può anche scendere a 8 gradi. Daniela deve praticamente riscaldare tutta l’estate. Nella stube la luce è accesa. Data la lontananza, l’elettricità non arriva dalla rete elettrica pubblica, ma da una piccola cen-trale idroelettrica da 14 kilowatt all’interno del rifugio. “Il lago di Sandes vale oro“, dice Daniela ed indica lo spec-chio d’acqua dietro al rifugio. Il lago fornisce anche l’acqua potabile per il rifugio, che viene pompata tramite un tubo. Le acque nere finiscono in una fossa biologica. Acqua calda c’è solo in cucina grazie al gas, alla legna e al piano cottura in vetroceramica. Niente doccia. S’intravede una cabina blu all’orizzonte e poi si ferma davanti al rifugio. Daniela prende le tre baffe di speck, una cassetta di patate e alcune bottiglie di vino rosso. Depone tutto in una grande carriola. Ora tutto viene portato in cantina. L’immondizia e i residui vengono trasportati a valle con la teleferica e poi smaltiti separatamente al cen-tro di riciclaggio. Il vento ha cambiato direzione. Dietro al Tribulaun si vede un raggio di sole. Dalla stube esce profumo di mine-stra di verdure, canederli con gulasch e strudel di mele. Tutto con ingredienti freschi arrivati con la teleferica.

rifugio cesare calciati al tribulaunDaniela Eisendle e Fabrizio Ballerini39040 Colle Isarco (BZ) tel. 0472 632 470cell.: 348 008 03 [email protected]

Il rifugio è aperto da inizio/metá luglio fino metá/fine settembre.

Per pernottare meglio prenotare telefonicamente. 19 posti letto e 18 posti in dormitorio. Sacco lenzuolo obbligatorio.

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Alta Via tiroler höhenweg

L Alta Via Tiroler Höhenweg inizia a Mayrhofen nello Zil-lertal (A) e corre in un ampio raggio fino al Passo del Bren-nero e poi lungo le Alpi Breonie in Alto Adige fino a Merano.

Lunghezza complessiva: 130 km9.000 metri di dislivello in salita10.000 metri di dislivello in discesa

Tutta l’Alta Via Tiroler Höhenweg può essere percorsa in 13 tappe quotidiane della lunghezza media di 10 km. Una serie di accessi e discese lungo il percorso (Passo del Brennero, Valle Obernberger, Val di Fleres, Val Ridanna, Val Passiria, Val di Plan) rendono possibile percorrere anche singoli tratti o solo parte dell’intero percorso dell’Alta Via Tiroler Höhenweg. L’Alta Via Tiroler Höhenweg si sviluppa in quota tra i 1.600 e i 3.000 metri d’altitudine. Sono indispensabili buona condizione fisica, sicurezza di camminata e attrez-zatura adeguata. Una cartina Kompass dettagliata con molte informa-zioni sull’Alta Via Tiroler Höhenweg è disponibile presso il Consorzio turistico Valle Isarco. Descrizioni e cartine digitali anche sul sito www.tiroler-hoehenweg.info

Nella zona del Tribulaun di Fleres il famoso scienziato francese Dolomieu scoprì la roccia che ha preso il suo nome: la Dolomia.

L’intera Alta Via Tiroler Höhen-weg si percorre in 13 tappe giornaliere con pernottamenti nei rifugi o in piccole località di valle. Diverse sono le possibilità di percorrere singoli tratti dell Alta Via con facili accessi.

Link diretto al sito sull'Alta Via del Tirolo

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Testo: Doris Brunner

Stili di vita diversi, alpino e mediterraneo, s’incontrano in Valle Isarco. Fa parte della cultura quotidiana locale trovarsi per l’aperitivo in mattinata o alla sera. Un rituale molto diffuso in tutto l’Alto Adige, ma che ha le sue origini nel Norditalia.

DOLCE VITA CON HUGO

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Si chiama “Hugo“ ed è l’aperitivo più bevuto in Alto Adige: un mix rinfrescante di sciroppo di fiori di sam-buco, acqua gassata, prosecco, lime e menta. Un

drink inventato dal barkeeper altoatesino Roland Gruber, che non a caso in questo aperitivo unisce il mondo alpino con quello mediterraneo, uno stile di vita particolare e molto diffuso anche in Valle Isarco. La cultura dell’aperitivo arriva da Milano, dove è divenuta un vero e proprio rituale d’incontro in tarda mattinata o nella prima serata. La nas-cita di questo momento speciale è legato all‘invenzione, oltre 150 anni fa, a Novara, piccola città lombarda, del Campari, simbolo dell’aperitivo. All’inizio del secolo scorso in breve tempo nacquero un pó ovunque caffè e bar e con loro prese sempre più piede la cultura dell’aperitivo. In origine l’aperitivo doveva servire a stimo-lare l’appetito, ma poco a poco sviluppò anche

un’importante funzione sociale: un momento d’incontro con gli amici per scambiare quattro chiacchiere, per rac-contarsi le novità e per dimenticare la quotidianità. La famosa “dolce vita“ si può benissimo vivere anche in mezzo alle montagne, magari negli angolini più riparati, dove sopravvivono in vaso anche gli ulivi. In Valle Isarco allo stile di vita prettamente alpino si è mescolato anche parte di quello mediterraneo, almeno per quanto riguarda l’aperitivo. È così anche che un altro aperitivo molto amato e meglio noto altrove come Spritz o Aperol-Spritz, qui prende in nome di “Veneziano”. Un drink estivo leg-gero che si ottiene mescolando Aperol, prosecco o vino bianco fermo, acqua minerale e una fetta di arancio. Sia il “Hugo” che il “Veneziano” vengono serviti in larghi bicchie-ri da vino rosso, ben guarniti con lime, mentuccia o fette d’arancia. Anche l’occhio del resto vuole la sua parte. I

Hugo Ingredienti per 2 drink4 cl di sciroppo di fiori di sambuco2 lime4 foglie di mentuccia300 ml prosecco 2 spruzzi di acqua gassataCubetti di chiaccio

Tagliare in quattro i lime, spre-merli nei bicchieri, aggiungendo alla fine anche i frutti spremuti. Aggiungere lo sciroppo, la men-tuccia e un cubetto di ghiaccio, allungare con prosecco e acqua gassata.

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puristi imperterriti invece preferiscono come aperitivo sempre uno degli aromatici vini bianchi della Valle Isarco o un prosecco. Non possono invece assolutamente man-care all‘aperitivo che si rispetti: vari stuzzichini tipica-mente mediterranei con un pizzico di alpino. Olive, prosciutto crudo, formaggi o la classica bruschetta, ma c’è anche chi non fa mancare qualche pezzettino di speck e il pane duro altoatesino. Alcuni winebar di Bressanone offrono anche piccoli piattini con specialità gastrono-miche, e così l’aperitivo dura un po’ di più…

AbSOLUT LOUngE Vicolo S. Albuino 2Punto d’incontro per giovani con ampie poltrone all’aperto e musica dal vivo qualche sabato mattina

ADLERCAfé Vicolo Ponte Aquila 9Caffè di charme e winebar esclusivo con ampia scelta di vini e stuzzi-chini creativi

LA HAbAnA Portici Maggiori 14Elegante Caffè con accogliente winebar sotto i portici, ampia scelta di rum e sigari

PLATzL Bastioni Maggiori 5Punto d’incontro nel centro storico, talvolta con musica dal vivo

VinUS Via Mercato Vecchio 6Ricca scelta di vini, giardino interno, talvolta piccoli piatti di pasta, carne e pesce

WEingALERiE Via Rio Bianco 10Ampia scelta di vini, giardino in-terno, specialità gastronomiche della cucina di bistro e talvolta musica dal vivo www.brixen.org

DOVE PER L’APERiTiVO A bRESSAnOnE?

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giro delle baite nell’area vacanze gitschberg Jochtalin mountain bike da Rio di Pusteria alla baita Anratter a Valles e ritorno.

Descrizione del giro:Da Rio di Pusteria lungo la ciclabile verso ovest fino all’albergo Sonneck, dietro al quale si segue il segnavia no. 9a fino all’edicola. Seguire la strada in salita, tenendo ai successivi incroci sempre la sinistra. Seguire il segnavia blu-bianco. Dal Picco della Croce (1357 m) seguire la strada sterrata no. 9 fino alla baita Anratter (1814 m). Per il ritorno dopo 1 km al primo incrocio a sinistra, al prossimo incrocio a destra e poi seguire il segnavia rosso-bianco. Scendere brevemente sulla strada asfaltata e poi subito a sinistra lungo la vecchia strada per Valles (segnavia rosso-bianco). Discesa fino a Rio di Pusteria lungo la valle.

Partenza e arrivo: Rio di PusteriaLunghezza: 23 kmDislivello: 1000 mDurata: 3-5 oreDifficoltà: S2

Ulteriori proposte per escursioni in mountain bike: www.eisackbike.info

bus, treno e bici a noleggio con un biglietto unicoIn treno da Bressanone a Vipiteno, prendere una bici a noleggio e ri-entrare pedalando sulla ciclabile Bressanone-Bolzano fino a Bressa-none: con la bikemobil Card si possono utilizzare tutti i mezzi pubblici dell’Alto Adige e prendere una bici a noleggio. Le bici si possono riti-rare presso i noleggi delle stazioni ferroviarie come in alcuni noleggi contrassegnati dalla targa “Bici Alto Adige” e devono essere anche riconsegnate lì. Con un piccolo prezzo aggiuntivo in molti noleggi sono anche a disposizione bici elettriche. Le bici noleggiate però non possono essere trasportate in treno o negli autobus. Le bikemobil Card hanno validità giornaliera, di 3 giorni o 7 giorni e si possono ac-quistare nelle stazioni ferroviarie e di autocorriere, come anche nelle associazioni turistiche.www.mobilcard.info, www.bici-altoadige.com

Negli ultimi anni la Valle Isarco è diventata la valle delle ciclabili per tutti i gusti: la ciclabile Brennero-Bolzano è adatta per cicloturisti come anche appassionati di cultura. Il percorso si sviluppa con leggeri sali e scendi per tutta la valle, toccando siti storici e quattro cittadine alto-atesine. A Fortezza la possibilità di passare senza problemi sulla cicla-bile della Val Pusteria o di continuare fino a Bolzano apre molte opportunità di ciclo-trekking. Per la mountain bike invece si offre la fitta rete di stradine forestali di varie difficoltà, dalla più impegnativa a mezza montagna fino alle malghe, come ad esempio nell’area vacanze Gitschberg Jochtal. Numerosi noleggi nei punti centrali strategici danno inoltre la possibilità di lasciare a casa la propria bici.

Tutti in bici

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Aroma delicato con leggero gusto di selvaggina Testo: Anita Rossi

Quando a fine settembre le greggi di pecore dalla malga Geis-ler tornano in valle, in Val di Funes iniziano le settimane dell’agnello. Tutto l’anno con il marchio “Furchetta” ven-

gono prodotte specialità d’agnello diventate presidio slow food. Prodotti di nicchia con un grande potenziale. Grande tradizione gastronomica unita allo spirito innovativo ed ecocompatibile: in Val di Funes nel 2009 è nato con il nome “Fur-chetta” un progetto di commercializzazione della pecora dagli oc-chiali della Val di Funes (Villnösser Brillenschaf), un’antica razza a rischio di estinzione. Una razza di pecora di montagna con tanti pregi: per gli allevatori di questa valle dolomitica rappresenta un animale resistente e di poche pretese, per la gastronomia un ani-male dalla carne di una qualità particolarmente buona, in grado di soddisfare i palati dei buongustai più esigenti e in più un animale che produce una lana molto apprezzata in valle, ma anche al di fuori. Oggi la lana, questa preziosa materia prima, non ha più valore a causa degli standard imposti dall’industria tessile, e viene così buttata via o regalata. Tuttavia ora lentamente c’è un’inversione di tendenza e si registra una forte richiesta per stoffe naturali.

Quando Oskar Messner, patron dell’innovativo ristorante Pitzock a San Pietro di Funes, prepara carne d’agnello, lo fa con grande pas-sione e piena convinzione creando vere leccornie. Qualche esem-pio? Stinco d’agnello arrosto su risotto alle erbette, gnocchi di pane della Val Venosta con ragù d’agnello e in primavera asparagi con prosciutto d’agnello. La passione dello chef sono proprio i prodotti locali e assieme a tre im-prenditori ha creato il marchio “Furchetta“. “Ab-biamo iniziato a valoriz-zare secondo le nostre esigenze la carne d’a-gnello locale, accor-ciando al massimo i percorsi di trasporto. La macellazione avviene a Bressanone, poco lon-tano a Varna in una ma-celleria avviene la

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trasformazione della carne d’agnello. Attualmente produciamo pro-sciutto cotto di coscia e di sella affinato con erbe di montagna, “Ka-minwurzen”, i salamini affumicati con faggio e salamelle. Inoltre proponiamo un ottimo ragù d’agnello secondo la nostra ricetta”. I prodotti sono in vendita tutto l’anno nel negozio a Santa Mad-dalena in Funes, gestito da un altro dei membri fondatori del pro-getto Furchetta, e in alcuni negozi selezionati in Alto Adige, come da Ahrntal Natur, dalla macelleria "Amort" a Varna e Pur Südtirol. E si trovano anche in negozi di specialità a Milano e Monaco di Ba-viera. Messner si occupa anche di rifornire di carne fresca della pe-cora della Val di Funes le cucine dell’alta gastronomia stellata dell’Alto Adige, incrementando così il valore di questo prodotto regionale. In coerenza con il nome del marchio “Furchetta”, una delle cime delle Odle, la cui affascinante forma ricorda proprio una forchetta. Nell’autunno 2011 il “Villnösser Brillenschaf“, cioè la pecora dagli occhiali è entrata a far parte dei presidi slow food. Un ricono-scimento importante per tutta la valle, che vede così valorizzata questa rara razza e i suoi prodotti. Ovviamente questo riconosci-mento richiede ancora più qualità. Così i due cuochi del progetto Furchetta sono entrati nell’alleanza dei cuochi italiani e presidi slow food, diventando così ambasciatori della tradizionale gastronomia locale e allo stesso tempo innovatori delle tradizioni locali. La carne della pecora dagli occhiali della Val di Funes è magra e delicata, ma oltre a questo, come del resto per la carne d’agnello in generale, è anche sana. La sua consumazione consente l’assunzione di acido orotico utile per l‘attività cardiaca, mnemonica e per la pre-stazione d’apprendimento. Nutrizionisti consigliano di inserire la carne d’agnello nel proprio menu anche in virtù delle vitamine e sali minerali contenuti: vitamina A e vitamine del complesso B, calcio,

sodio, zinco, ferro e selenio. Una vera cura di cellule fresche per i globuli rossi del sangue. La patria di quest’antica razza ovina si trova nel Parco naturale Puez-Odle. Da quasi 40 anni Johann Messner è allevatore in Val di Funes e membro dell’associazione locale degli allevatori di pecore. Lui si ricorda, quando i contadini chiamavano la pecora soltanto “Villnösser”, cioè della Val di Funes. Solo più tardi si è aggiunto l’ap-pellativo “dagli occhiali”. In questi ultimi anni è anche cresciuto l’in-teresse per l‘antica razza. Oggi l’associazione è passata da 8 allevatori a più di 50. Nonostante ciò le cifre un tempo erano più positive. Attorno al 1950 in Val di Funes c’erano ben 2.500 pecore, oggi se ne contano appena 500. Tuttavia l’allevamento di pecore sta vivendo negli ultimi anni una leggera ripresa in tutto l’Alto Adige, anche grazie all’agricoltura estensiva nelle zone impervie e ripide dei masi di montagna. Inoltre l’allevamento di pecore è meno impe-gnativo di quello di vacche. D’estate poi, le pecore si trovano all’al-peggio nelle malghe all’interno delle Dolomiti, Patrimonio Naturale Unesco. www.furchetta.it, www.funes.info

LA rAzzA “peCorA dAgLI oCChIALI deLLA VAL dI Funes” Nata nel 18° secolo da un incrocio di pecora locale con la bergamasca e la pado-vana o gentile, la pecora dagli occhiali deve il suo particolare disegno scuro at-torno agli occhi e sulle orecchie alla padovana e alla pecora dagli occhiali della Carinzia. Queste razze arrivavano qui per essere vendute. La razza odierna è ro-busta, particolarmente adatta ai pendii ripidi e la si trova anche nella zona di Villandro, Laion e Eores, come anche nelle zone di confine con il Trentino e la pro-vincia di Belluno. Dal 1999 la Comunità Europea ha previsto un programma di sostegno per la conservazione di questa speciale pecora di montagna.

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Dal meleto alla cantina vini Conoscere i prodotti locali, i processi produttivi e i produttori: è possibile grazie ai percorsi avventura “prodotti regionali e i loro creatori” in Valle Isarco, la valle dei percorsi.

Testo: Doris Brunner Foto: Oskar Zingerle

Sapete veramente tutto sugli alimenti che mangiamo? In Valle Isarco è facile ed emozionante scoprire tutti i segreti. I percorsi avventura “pro-dotti regionali e i loro creatori“ portano proprio direttamente ai pro-duttori: contadini, malgari, vignaioli, apicoltori, coltivatori di mele o erbe. E sono proprio loro a mostrare, guidare e raccontare, a far assag-giare e visitare i luoghi dove il formaggio di malga riesce al meglio op-pure dove la mela si mantiene a lungo fresca e croccante. Si possono scoprire così in prima persona i segreti che rendono questi prodotti così unici e quali storie si celano dietro ad essi. Le escursioni gastrono-miche dei percorsi avventura sono descritti nel dépliant “Attività e pia-ceri nella valle dei percorsi“, in distribuzione nelle varie associazioni turistiche e presso il Consorzio turistico Valle Isarco. www.valleisarco.com

❶ Nei vigneti più settentrionali d’Italia attorno a Bressanone e Chiusa cresce l’uva per i migliori vini bianchi della provincia: ogni anno i viticoltori della Valle Isarco vengono premiati per i loro vini straordi-nari. Fruttati, mineralici, abboccati – i vini bianchi hanno una marcia in più. Come del resto anche i viticoltori: sono personaggi unici con una gran voglia d’innovazione. Ed è il successo a dare loro ragione! Visite guidate/degustazioni nei vigneti, nelle cantine e dai viti-coltori a Novacella, Bressanone e Chiusa, come anche escur-sioni lungo i percorsi dei vini.

❷ Assomiglia ad un cocuzzolo innevato: è il “Zieger”, una ricotta fresca, piccante e dalla forma conica. Come per tutti i latticini, anche il suo gusto dipende sostanzialmente dalla qualità del latte. A Vipiteno e nelle malghe vicine o nella zona delle malghe Gitschberg Jochtal il latte è

eccezionale: le vacche pascolano su prati di montagna ad un’altitudine di più di 900 metri e non hanno mai sentito parlare di mais genetica-mente modificato. È per questo che lo yogurt di Vipiteno o il formaggio “Valler Gold” ricevono tanti premi. Escursioni e visite alle malghe di quota al Monte Cavallo a Vipiteno, in Val di Vizze, alla Malga Fane a Valles e all’Alpe di Luson. Visite guidate alle Latterie di Vipiteno (produ-zione di yogurt) e di Bressanone.

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❸ Quante leggende avvolgono gli imponenti castagni, che caratte-rizzano i pendii della Valle Isarco. Alcuni di loro sono secolari ed hanno un tronco pieno di nodi e protuberanze. Camminare all’ombra delle loro estese ed ampie fronde è in ogni stagione una vera emozione. Le castagne, i loro frutti gustosi, non arrivano in tavola soltanto arrostite durante il periodo del “Törggelen“: i cuochi di Bressanone e Chiusa le utilizzano per preparare ottimi menù dalla zuppa di castagne fino al semifreddo alle castagne. Escursioni lungo il “sentiero del castagno” dall’Abbazia di Novacella fino a Castel Roncolo (Bolzano)

❹ La camomilla è calmante e antinfiammatoria. Per le ferite invece è la crema di calendula ad aiutare. I coltivatori di erbe nei paesi attorno a Vipiteno e Bressanone conoscono rimedi per ogni male. Coltivano nei loro orti una grande varietà di piante da te, aromatiche e mediche, trasformandole in creme, tinture o tisane. Il loro sapere delle proprietà delle erbe deriva dalla medicina contadina, con la quale un tempo si curavano le persone ed anche gli animali. Visite guidate alla scoperta delle erbe a Spelonca vicino a Bressanone, in Val Luson e visite agli orti delle erbe in Val di Vizze e Val di Fleres e a Barbiano

❺ Gli apicoltori producono miele puro e naturale. Sono loro a sve-lare ai visitatori i segreti delle relazioni complesse tra lo sciame d’api e l’agricoltura. A Rodengo e a Campo di Trens il percorso didattico delle api dà l’occasione per capire che questi piccoli animali fanno ben più di produrre solo miele. Volete sapere di più sugli apicoltori e sulle api? Leggete a pagina 24. Percorso didattico delle api a Rodengo e Campo di Trens, anche visite guidate

❻ “Una mela al giorno toglie il medico di torno“, un detto che sull‘al-topiano delle mele di Naz-Sciaves trova la sua applicazione nelle ampie distese di meli. Golden Delicious, Jonagold, Gala o Elstar vengono rac-colte dai contadini da agosto a fine ottobre. E se le croccanti mele non vengono mangiate o immagazzinate subito, allora vengono trasfor-mate in gustosi succhi di mela, in fette di mele essiccate o in dolci stru-del di mele. Escursioni guidate sull’altopiano delle mele di Naz-Sciaves e visite alla cooperativa Melix a Bressanone

❼ L’agnello dagli occhiali “Brillenschaf” della Val di Funes non è miope. Porta il suo nome solo per le caratteristiche chiazze scure at-torno agli occhi. Ed è proprio questa la sua unica particolarità. Per il resto questa razza di pecora si nutre delle finissime erbe che crescono sulle malghe sotto le Odle della Val di Funes. Per questo la sua carne è così tenera e gustosa. La lana di questa razza ovina tra le più antiche dell’Alto Adige viene trasformata in Val di Funes in calde pantofole di lana cotta o morbidi tappeti. Per saperne di più, pagina 20. Escursioni ai pascoli degli agnelli, visita al laboratorio della lana e menù di degu-stazione in Val di Funes.

Piatti regionali in tavola

Gli abitanti della Valle Isarco conoscono bene il valore dei prodotti locali. Per questo dedicano a loro settimane di specialità gastronomiche, eventi e giornate gustose:

Eisacktaler Kost 08 – 24/3/2013giornate dello yogurt a Vipiteno 07/7 – 4/8/2013Con gusto lungo la Valle dei percorsi 02/5 – 14/7/2013Mostra “Vini bianchi di Varna” 05/7/2013, Varnail vino va in città – incontro con i vini della Valle isarco 26/7/2013, Portici di BressanoneSettimana delle prugne di barbiano 08 – 15/9/2013 con festa delle prugne il 15/9/2013Sagra dei canederli a Vipiteno 08/9/2013 festa del Törggelen nelle vie di Chiusa 21, 28/9 e 05/10/2013festa del pane e dello strudel dell’Alto Adige 04 – 06/10/2013, Piazza Duomo, Bressanonefesta dello speck dell’Alto Adige 04 – 06/10/2013, Val di FunesKuchlkirchtig – Escursioni gastronomiche nei dintorni di bressanone 01, 03, 04, 08, 10, 11/10/2013Settimana delle mele 03 – 13/10/2013 con festa della mela il 13/10/2013, Naz-SciavesSettimane della castagna della Valle isarco 18/10 – 03/11/2013 Keschtnigl 25/10 – 03/11/2013, Velturnowww.valleisarco.com

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Summ, summ, summ ... Il ronzio delle api attorno al miele

40.000 colonie di api vivono in Alto Adige

15 – 20 kg miele viene raccolto in media all’anno da una colonia di api

34 % fruttosio sono contenuti nel miele

10 milioni di fiori vengono visitati dalle api per produrre 1 kg di miele

260 kg è il peso complessivo di nettare, acqua e polline che una colonia di api trasporta annualmente all’alveare

max. 40° centigradi dev’essere il bagnoma-ria per rendere fluido il miele cristallizzato

85 % delle piante utili vengono impollinate dalle api mellifere

meno di 20 % può essere il contenuto d’acqua presente nel miele di qualità

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Perchè il miele dell’Alto Adige ha diverse tonalità? Quali sono le sue proprietà?

Con molta cura Josef Überbacher del maso Lechnerhof a Rodengo toglie gli opercoli di cera, che ricoprono le celle. Alcune gocce del denso miele scivolano dalle celle riempite all’inverosimile. L’apicol-tore ripone il favo nello smielatore centrifugo pulito come uno spec-chio. Tutto il miele contenuto viene estratto grazie alla forza centrifuga. Lentamente esce un piccolo zampillo dal rubinetto, il miele viene filtrato per poi essere depositato in un contenitore d’ac-ciaio. Il miele naturale estratto dal favo viene travasato da Josef Über-bacher nei vasetti di vetro: nessun’altra operazione viene fatta, nulla viene aggiunto. Il miele dell’Alto Adige è un prodotto assolutamente naturale, prodotto unicamente delle api. Con il sole le api raccolgono il dolce nettare dai calici dei fiori e succhiano la rugiada di miele dalle foglie, dagli aghi e dai rami degli alberi. La api mellifere arricchiscono il nettare con sostanze corporee e lo depositano nelle celle del favo all’interno dell’alveare. Qui il miele matura protetto sotto lo strato di cera con il quale le api ricoprono il ricco bottino. Ed è davvero proverbiale l’instancabile lavoro di rac-colta di questi animaletti dalle righe gialle e nere: per un chilo-grammo di miele devono volare su 10 milioni di fiori ricoprendo una distanza di 150.000 chilometri, pari a quattro volte il giro del mondo! Il miele cambia colore da marrone rossiccio a giallo oro. “Determi-nante per il colore del miele sono il nettare e la composizione dei

diversi fiori”, spiega l’apicoltore Willi Mutsch-lechner, che accompagna le visite

guidate lungo il sentiero delle api a Ro-

dengo. Il m i e l e

d i

bosco, ad esempio, ottenuto dalla rugiada di miele è marrone scuro e dal gusto leggermente aspro. “Si sentono le resine“, spiega l’apicol-tore. Il miele di fiori come di tarassaco, rododendro, acacia o tiglio splende letteralmente come l’oro. Per ottenere queste diverse qualità di miele, l’apicoltore deve spostare gli alveari proprio lì, dove a mag-gio fiorisce il tarassaco o a luglio i rododendri. La varietà di miele maggiormente prodotta in Valle Isarco è il millefiori: consiste ap-punto in una grande varietà di fiori e non di un solo tipo di pianta. Il colore del miele tuttavia non è indice della qualità del miele. Si può solo trarre la seguente conclusione: “Più scuro si presenta il miele, più alte sono le sostanze antibatteriche in esso contenute”, concordano i due apicoltori. Da millenni il miele è un efficace rimedio naturale per piccoli disturbi come infiammazioni, raffreddori e tosse. In prima linea però il miele è un alimento di grande valore nutrizionale. Con-tiene circa 200 sostanze come fruttosio e glucosio, ma anche molte vitamine, minerali e fermenti. All’alveare didattico del maso Lechnerhof Josef Überbacher me-scola miele con succo di limone ed acqua e posa in tavola questa rinfrescante bevanda creata da lui. Accanto è già pronto un vasetto di miele con l’etichetta dorata e il sigillo dei prodotti di qualità “Südti-rol”, che garantisce la provenienza da apicolture locali ed il rispetto dei criteri di qualità predefiniti. Il miele nel vasetto è già cristallizzato e gocciola lentamente dal coltello. “Il miele deve cristallizzare. Que-sto è segno che non è stato trattato termicamente e neanche pasto-rizzato“, spiega l‘apicoltore. “Solo il miele cristalizzato è naturale e contiene ancora tutti i principi attivi.” E come per conferma delle sue parole una delle sue api mellifere si posa sul coperchio dorato del vasetto di miele. www.gitschberg-jochtal.com Per saperne di più sulla vita delle api e la lavorazione del miele e i derivati dell’apicoltura, basta seguire i sentieri delle api a Rodengo e a Campo di Trens. A Rodengo un apicoltore guida in determinate date lungo il sen-tiero. La visita più interessante è quella alla casa delle api al maso-Lechnerhof. Grazie alle tavole informative lungo il sentiero delle api, il percorso può anche essere affrontato senza guida.

Testo: Doris Brunner Foto: Oskar Zingerle

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chiusa inconsuetaTesto: Doris Brunner Foto: Oskar Zingerle

Il costone roccioso e il fiume non hanno lasciato tanto spazio alla cittadina di Chiusa. Soluzioni architettoniche particolari sono state trovate e danno all’odierna città degli artisti un as-petto di grande charme. l grattacielo più alto, lo stadio più grande, la strada più larga, sembra che ci vogliono eccellenze per essere notati. Non così invece nella citta-dina di Chiusa: qui dove la valle dell’Isarco si restringe notevolmente, il centro storico si è adeguato ed ha mantenuto il suo carattere. Nessuna traccia di innovazioni architettoniche dell’epoca moderna e questo è un grande bene.

Il centro storico di Chiusa è attraversato da un’unica via larga quat-tro metri, oggi riservata esclusivamente ai pedoni. Dalla via principale si diramano viuzze contorte che finiscono in vicoli ancora più stretti, tanto da poter toccare quasi le mura delle case con le braccia tese. Ep-pure non si ha la sensazione di strettezza, chiusura. Al contrario ci si sente rinati e protetti. Quando il centro medievale fu costruito nel XIII secolo, ogni singolo centimetro è stato conquistato con duro lavoro. Ad est l’Isarco, ad ovest l’imponente costone roccioso del Convento di Sabiona e a sud il rio Thinne: le forze della natura non hanno lasciato tanto spazio agli abitanti. Infatti il centro di Chiusa è costituito di sole

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La piccola città di Chiusa fa parte dell’associazione “I borghi più belli d’Italia“ proprio per il suo suggestivo centro storico.

Le incantevoli sale della “Rosa d’oro – Goldene Rose“ con le mura perimetrali di roccia sono aperte solo per occasioni speciali, come i “giovedì lunghi” a luglio e agosto.

Il Monastero di Sabiona si trova sul “monte sacro“ sopra Chiusa. L’abbazia racchiude quattro chiese.

➤ ➤

due file, una di fronte all’altra, di case strette, una attaccata all’altra dalle facciate color pastello. La fila di case superiore si fonde quasi con lo sperone di Sabiona. Nell’antico albergo “Goldene Rose” nella città bassa la roccia è addirittura visibile nelle romantiche sale: una parete posteriore di roccia viva. Segnata dalla strettoia è la casa della dogana vescovile nella città alta al no. 67. È proprio adagiata sulla via principale e il vicolo ripido, che porta al Convento di Sabiona. La pianta dell’edificio storico è quasi a forma triangolare. La facciata è riccamente deco-rata con stemmi e blasoni dipinti. “Il terreno dove è stata costruita la fila di case verso l’Isarco ha dovuto essere strappato al fiume”, spiega l’archivista cittadino Christoph Gasser. Dove oggi si trova la comoda passeggiata pedonale, un tempo correva sinu-oso l’Isarco. Il materiale alluvionale costituisce il terreno di questa fila di case. “La parte più antica della città fu cost-ruita più in basso, come si può capire dalla Chiesa Parroc-chiale”, continua lo storico. Per entrare in chiesa, bisogna infatti scendere qualche gradino. Un’eccellenza però si trova anche nella piccola città di Chiusa: la casa più stretta del Tirolo. È larga appena tre metri, quasi una casa delle bambole, che in un qualche modo è racchiusa in questo stretto spazio: l’ingresso no. 54, una finestra e sopra un piccolo “erker”. “Nel centro storico edifici grandi rappresentano l’eccezione”, spiega Christoph Gasser. Spesso in momenti successivi due o tre case venivano unite, come si vede nell’ex albergo “al Caval-lino” in Piazza Tinne. Si può ancora notare una piccola fes-sura nella facciata che testimonia l’unione architettonica di più edifici. “La storia è spesso incredibile“, afferma con filosofia l’archivista cittadino. Nonostante lo spazio ristretto, quasi ogni casa del cen-tro storico ha un proprio giardino, nel quale un tempo si coltivava anche vino. Una curiosità? Nella fila di case supe-riore il giardino si raggiunge salendo dalla soffitta. “La strettoia è stata fondamentale perché proprio a Chiusa fosse istituito un posto di dogana: una posizione assoluta-mente strategica, che per anni ha portato anche benessere alla piccola cittadina”, continua Christoph Gasser nel suo racconto. Il fascino particolare di Chiusa è proprio dato da questi spazi stretti. Una città non deve per forza essere grande, per essere importante! www.klausen.it

culturA A portAtA di mAnoQual è il significato degli stemmi sulla facciata? Come si chiama questa chiesa? A Chiusa basta un cellulare dotato di fotocamera e un collegamento internet per avere in pochi secondi tutte le infor-mazioni in tempo reale. Su 15 edifici storici sono state installate tavole con un codice QR, con il quale ogni visitatore può ricevere gratuitamente su smartphone tutte le informazioni utili ed interes-santi da sapere. Grandi cubi fanno da segnalazione per monumenti importanti. Tutti gli edifici storici e i siti culturali sono descritti sul sito: www.kgv-klausen.it

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ArchItettI sPecIAlI: lA NAturA e l’uomoL’Alto Adige ha un paesaggio culturale e naturale, che va dal fondo valle fino agli alpeggi. in Valle isarco, la valle dei percorsi, il paesaggio può essere scoperto in vari modi. Il paesaggio ricco di contrasti della Valle Isarco non è stato plasmato solo dalla natura, anche l’uomo ha fatto la sua parte, e continua a farla: i prati degli alpeggi ogni estate vengono gestiti dai contadini, altrimenti verrebbero ricoperti dagli sterpi, come al posto dei meleti o dei vigneti troveremmo nel fondo valle paludi e sterpaglie a rendere il passaggio impossi-bile. Per scoprire i cultori del paesaggio, la loro vita quotidiana, le tracce lasciate dai loro antenati, basta mettersi in cammino a piedi o in bici attraverso la Valle Isarco. Nel dépliant “Tanto sport e divertimento attraverso la valle dei percorsi”, corre-dato di cartine esplicative, vengono proposti i percorsi più interessanti della Valle Isarco: ben 33 sentieri circolari ad ogni altitudine e 10 sentieri invernali vengono descritte e consi-gliate. Lungo i tre percorsi avventura si può scoprire come vi-vevano e lavoravano i minatori nelle gallerie delle miniere ormai dismesse della Valle Isarco, si può assistere a dimostra-zioni di antichi mestieri come quello dei bottai e si può anche vedere come il malgaro produce il formaggio grigio. Il dépliant è disponibile presso le associazioni turistiche o presso il con-sorzio turistico Valle Isarco. www.valleisarco.com

Un MoDo DIVerSo Per ASSAggIAre IL VInoDalla cantina nella stube: è nata in Valle Isarco la tradizione del “törgge-len”, l’assaggio del vino nuovo e molto di più… Prima arriva il “Siaßer“, succo d’uva leggermente fermentato, poi si passa allo “Sturm“, la tempesta e dopo qualche settimana al “Nuier”, al vino nuovo – sono le fasi di sviluppo del vino, che da fine settembre esce dalle botti. Il succo d’uva appena fermentato si assaggia in Valle Isarco durante il tradizionale rito del “Törggelen“. All’inizio erano solo gli esperti a trovarsi in cantina per assaggiare il vino per darne un loro giudizio. Da qui deriva anche il nome “Törggelen“, che si deduce dal latino “torquere”, cioè pressare facendo anche riferimento ai torchi che si trovavano in cantina. L’assaggio dei vini venne man mano spostato dalle fredde cantine nelle stube, accompagnandolo con gustosi piatti contadini e mu-sica. Una consuetudine che non è cambiata nel tempo: dopo una passeggiata ci si trova nei masi “Buschenschank” per il “Törggelen”, dove accanto al vino nuovo si assaggiano piatti tipici della tradizione come i “Schlutzer” (ravioloni), salsicce e carne salmistrata come anche “Krapfen” e castagne arrostite. La patria del “Törggelen“ è la Valle Isarco, la zona vitivinicola più settentrionale d’Italia, dove la quantità di vino prodotta non bastava per arrivare alla prossima vendemmia e si aspettava con ansia il nuovo rifornimento. La capitale del “Törggelen” è Chiusa, dove in tre fine settimana tra fine settembre/inizio ottobre si svolge la Festa del “Törggelen”: il centro storico si trasforma in un’unica grande stube con numerosi stand all’aperto che propongono oltre ai gustosi vini bianchi della Valle Isarco anche specialità gastronomiche tipiche.(www.klausen.it)

Con mappa all’interno:I migliori consigli per escursioni, tour in bicicletta

e passeggiate nell’area vacanze Valle Isarco

Tanto sport e divertimento attraverso la valle dei percorsi

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SPAZIo TrA gLI ALBerItrovare i propri limiti, superare paure e rafforzare il proprio ego: il percorso dalle corde alte è la palestra ideale per bambini e adulti.Lo spazio, dove bambini possono misurarsi, vivere avventure e trovare i propri li-miti sta sempre più riducendosi negli ultimi anni. Nei parchi giochi torri d’arram-picata e terreno in sabbia sono stati sostituiti da giochi meno alti e su terreni antiscivolo. Invece di andare a scuola a piedi o in bici, i bambini vengono accom-pagnati fino alla porta d’ingresso. Spazi liberi come boschi o prati nelle città sono impensabili. È chiaro che ogni genitore tende a proteggere il proprio bambino da pericoli, ma i pedagoghi vedono un danno nell’eccessiva riduzione di pericoli. Bam-bini iperprotetti non sanno più riconoscere il pericolo e sono spesso limitati nei loro movimenti, perchè non riescono a fare esperienze motorie: un percorso a corde alte è una validissima palestra, non solo per bambini. Qui ognuno può sco-prire i propri limiti in uno spazio protetto. E quale soddisfazione quando si riesce a superare un ostacolo con maestria. Inoltre il percorso a corde alte aumenta le capacità di coordinamento del corpo, il senso di equilibrio e la sicurezza di cammi-nata. Il nuovo percorso “Skytrek“ nel parco nord a Vipiteno vicino alla cabinovia del Monte Cavallo e dunque nelle immediate vicinanze del centro storico, offre innumerevoli possibilità di esercizi: a disposizione sono nove percorsi ad altezze variabili dai 3 ai 12 metri con 80 piattaforme tra gli alberi e moltissimi ostacoli da superare. Un team di esperti professionisti accompagna su richiesta bambini, fa-miglie e adulti. www.skytrek.it

A PASSEggiO COL PASSEgginO sull’altopiano delle mele è possibile muo-versi con bambini piccoli e i loro passeggini. Un bebè cambia completamente la vita fami-liare – anche in vacanza. Scalate, arrampicate, escursioni d’alta quota o lunghi trekking non fanno proprio parte del programma per fami-glie. Questo non significa che genitori con bambini piccoli necessariamente debbano ri-nunciare a muoversi. In Valle Isarco esistono innumerevoli tracciati percorribili con passeg-gini, in modo da evitare di portare i bambini a

lungo nello zaino porta bambini o nella fascia. L’altipiano delle mele, ad esempio, dispone di un gran numero di escursioni ben preparate e se-gnalate, facilmente percorribili da bambini piccoli ed anche con passeggini senza paura di trovare ostacoli insuperabili. I tracciati sono disposti in modo tale da poter essere accorciati o allungati in qualsiasi momento secondo le proprie esigenze, una possibilità molto apprezzata se con bambini piccoli bisogna tornare in fretta verso il punto di partenza. Una passeggiata molto bella va da Naz o da Rasa al laghetto Flötscher, dove nell’attiguo Familienhotel i bambini trovano un grande parco giochi e possono gustare un buon gelato. Ma anche un giro tra i meleti, dove ci sono sufficiente ombra e tante cose interessanti da scoprire, è adatto per fare una bella escursione con il passeggino. www.naz-sciaves.info

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Lo scultore gardenese Aron Demetz, anno 1972, interpreta la tradizionale arte scultorea in modo contempora-neo. La sua attenzione è rivolta so-prattutto sulla figura umana, come nella presente scultura “Metamorfosi I”, esposta durante la mostra storica 2009 al forte di Fortezza dal tema “labirinto libertà”.

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Testo: Doris Brunner

Quando nel 1935 fu costruita la diga ai piedi del forte, la frazione Unterau e una parte della for-tezza stessa furono inondate.

Sculture Al poSto di SoldAti

Da struttura difensiva a luogo d’arte: per secoli nel forte di fortezza erano stazionati soldati. Oggi l’inespugnabile forte è stato conquistato dall’arte e dalla cultura.

Un’enorme chiocciola di lastre di metallo invita i visitatori ad en-trare all’interno della fortezza di Fortezza a nord di Bressanone. Un simbolo di difesa, rifugio e protezione, che rappresenta il motivo dell’origine dell’impo-nente struttura difensiva. Co-struita tra il 1833 ed il 1838 per ordine del re asburgico France-sco I, la fortezza doveva resistere all’attacco dei soldati di Napole-one ed assicurare l’importante via di comunicazione attraverso il Brennero. Ma il nemico tanto temuto ed atteso, non è mai arri-vato. E così la fortezza non fu mai al centro di grandi combatti-menti. In seguito l’enorme co-struzione venne utilizzata come deposito di armi e munizioni, prima dall’esercito austriaco e dopo il 1918 da quello italiano. Un tempo costruzione di difesa, oggi luogo d’incontro. Dopo il ri-tiro dell’ultimo soldato nel 2003, il forte venne trasformato da zona militare dal confine invalica-bile a luogo di cultura contempo-ranea. Invece di cadetti e cannoni le camerate suggestive ospitano ora opere d’arte di fama interna-zionale, come ad esempio nel 2008 la biennale europea di arte contemporanea “Manifesta 7”. Artisti rinomati italiani ed esteri ogni estate presentano le loro opere, installazioni, dipinti, video e oggetti, in mostre temporanee negli spazi interni ed esterni della fortezza. Anche teatro, musica e letteratura hanno varcato la so-glia delle antiche mura inespu-gnabili e ben sorvegliate. Sulla

grandissima ex piazza d’armi si è già esibita la popstar Milow in-cantando il pubblico con le sue canzoni, e durante vari festival di musica contemporanea il suono dei bassi si è levato sulle possenti mura di cinta. Le casematte con i pavimenti di larice consumati sono la coreografia ideale per le rappresentazioni teatrali e per le performance di artisti contempo-ranei. La fortezza è particolar-mente adatta per esperimenti artistici di ogni genere, poiché rappresenta un luogo inconsueto ed eccezionale dove il dialogo tra l’innovativa arte contemporanea e l’ambiente storico è possibile ed ispirante. Anche la fortezza stessa è un’opera d’arte: imponente si erge dal terreno il poderoso muro di granito fatto di compatte pietre squadrate. L’inavvicinabile complesso di oltre 65.000 metri quadrati, è suddiviso in tre livelli: forte basso, medio e alto. Se-condo i piani degli architetti alto-atesini Markus Scherer e Walter Dietl le possenti mura sono state restaurate con cautela, in modo da non perdere nulla della loro suggestiva atmosfera che ema-nano. Un’accorta risistemazione, che è stata premiata con impor-tanti premi internazionali d’archi-tettura. Ponti d’acciaio sulle azzurre acque del lago artificiale collegano le singole strutture e danno la possibilità di visitare il forte. Ma non è solo il percorso sull’acqua ad affascinare, anche il nuovo accesso recentemente co-struito per raggiungere il forte di

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mezzo è impressionante: un cor-rimano dorato, opera d’arte dell’artista altoatesino Manfred Alois Mayr, accompagna lungo la galleria nella roccia. Un ricordo del tesoro della Banca Nazionale, che fu nascosto nella fortezza durante la Seconda Guerra Mon-diale – 127,5 tonnellate d’oro, delle quali solo 25 sono state ri-trovate e recuperate. Il corri-mano, che nel 2011 ha vinto il premio altoatesino d’architettura per l’arte nell’edilizia, invita al contatto, al tatto, alla compren-sione e ai sogni. Un attimo di po-esia in un luogo assolutamente incredibile. Assolutamente affascinante è la scalinata sotterranea scavata nella roccia, che collega la for-tezza bassa con quella alta. 451 scalini per superare un dislivello di quasi 100 metri. Una scala in-finita, dove i soldati qui stazio-nati hanno inciso nel muro i loro luoghi di nascita. Perché erano qui e perché se ne sono andati è il tema di una mostra perma-nente, che racconta la storia in modo emozionante e multime-diale di questa grande struttura difensiva. La fortezza ancor’oggi è il forte più grande dell’intero arco alpino, ma ora per fortuna l’inespugnabile struttura è stata conquistata non da soldati, ma dall’arte e dalla cultura.

fORTE Di fORTEzzA

La fortezza di Fortezza può es-sere visitata da maggio a settem-bre; la mostra permanente ed alcune parti del forte possono es-sere visitate e scoperte anche senza visita guidata fino a fine ottobre.www.franzensfeste-fortezza.it

La mostra perenne non si limita alla storia, ma presenta anche la contemporaneità. Nella fortezza ampio spazio è dedicato allo stesso modo al futuro.

La mostra “50x50x50. Arte Alto Adige 2013“ mette in primo piano i lavori di artisti altoatesini: da vedere dal 13 luglio al 1° settembre 2013 nella fortezza di Fortezza.

PuNTo STrATegICo

Il forte di Fortezza è stato costruito in un punto strategicamente molto importante – oggi addirittura snodo importante sulla via di comunicazione lungo la ciclabile Brennero Bolzano e a soli pochi minuti dall’incrocio con la ciclabile della Val Pusteria, cosa che lo rende facilmente raggiungibile anche in bici dalla zona Maranza-Gitschberg-Jochtal. Dalla stazione ferroviaria di Fortezza il forte dista soltanto 10-15 minuti a piedi; la fermata degli autobus si trova diret-tamente all’entrata del forte. Per chi arriva in auto, è a disposizione un grande parcheggio direttamente lungo la statale.

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Vipiteno e le sue vallateFascino cittadino medievale, valli tranquille e montagne alte: a Vipiteno e nelle sue vallate la vivacità della città s’intreccia con il silenzio della natura incontaminata. www.vipiteno.com - [email protected] www.racines.info – [email protected] www.colleisarco.org – [email protected]

Altopiano delle mele naz-SciavesTranquillo e riposante, circondato da montagne maestose: l’altopiano a forma di cuore è il luogo ideale per godere appieno la natura e i meleti in fiore. Grazie alla sua posizione centrale dall’altipiano tutto l’Alto Adige è facilmente raggiungibile. www.naz-sciaves.info – [email protected]

Chiusa e dintorni Chiusa, la cittadina degli artisti con il monastero di Sabiona e i piccoli paesini del circondario: qui nasce la viticoltura e la tradi-zione del “Törggelen”, qui la tradizione contadina è ancora viva e viene vissuta in modo autentico.www.klausen.it - [email protected][email protected]

Area vacanze gitschberg JochtalAmpi alpeggi, quattro funivie, al contempo tradizionale e moderno: nell’area vacanze Gitschberg Jochtal l’appassionato escursionista trova il proprio paradiso del trekking, con vista panoramica sulle montagne più belle.www.gitschberg-jochtal.com – [email protected]@gitschberg-jochtal.com

Bressanone e i suoi dintorniPaesaggio e cultura qui si possono vivere in molti modi diversi: la medievale Bressanone è un centro vivo e vivace, la montagna di casa, la Plose, come i paesini dei dintorni offrono la possibilità di vivere il tempo libero all’aperto.www.brixen.org – [email protected][email protected]

Val di FunesRelax e riposo in una delle vallate più belle e tranquille delle Dolomiti. Le particolari guglie del Gruppo delle Odle sono il simbolo della valle e fanno parte del Patrimonio Naturale UNE-SCO con il Parco Naturale Puez-Odle. Un paesaggio naturale unico da scoprire a piedi, un’avventura per grandi e piccini.www.funes.info – [email protected]

Valle dei percorsi

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Temperature*Mese Min. Max.

Gennaio -3,8 5,5Febbraio -1,4 9,1Marzo 2,9 14,5Aprile 7,0 18,6Maggio 10,8 23,0Giugno 14,0 26,7Luglio 15,9 29,0Agosto 15,4 28,4Settembre 12,2 24,4Ottobre 6,7 18,2Novembre 1,1 10,8Dicembre -2,9 5,9* Dati a °C

Come arrivare in autoVenendo da sud, imboccando l‘auto-strada del Brennero in direzione Ve-rona-Bolzano, si arriva (uscita Chiusa, Bressanone Nord/Val Pusteria, Vipi-teno e Brennero) direttamente nella regione turistica della Valle Isarco.

Come arrivare in trenoFermate per tutti i treni IC e EC nelle stazioni di Bressanone, Fortezza e Brennero nonché, per i treni regionali, nelle stazioni di Ponte Gardena, Chiusa e Vipiteno. Servizi navetta collegano poi ogni ora o più volte al giorno, a seconda della località di destinazione, le stazioni di arrivo con le località turistiche prescelte. www.sii.bz.it

Distanza ed ore di viaggio da/a Bressanone> Verona 190 km ca. 2,0 ore> Milano 330 km ca. 3,5 ore> Venezia 310 km ca. 3,5 ore> Torino 380 km ca. 5,0 ore> Firenze 380 km ca. 4,5 ore> Roma 700 km ca. 6,5 ore

Collegamenti aereiGli aeroporti più vicini sono a Innsbruck (ca. 85 km), a Bolzano (ca. 40 km) e a Verona Villafranca (ca. 190 km). Durante tutto l’anno trasferimenti in pullman dagli aeroporti low cost di Bergamo, Verona e Innsbruck a partire da 25,– €.www.valleisarco.com

MobilcardLa Mobilcard Alto Adige dà la possibi-lità di viaggiare con tutti i mezzi pub-blici locali e anche con qualche funivia in tutto l’Alto Adige per scoprire anche le vallate più remote. La Mobilcard è disponibile nelle associazioni turistiche della Valle Isarco.www.mobilcard.info

Impressumviae – Magazine dell’area vacanze Valle IsarcoIscrizione al Tribunale Bolzano No. 02/2002 del 30/01/2002

Responsabile per i contenuti Willy Vontavon

EditoreConsorzio turistico Valle IsarcoBastioni Maggiori, 26A, 39042 BressanoneTel. 0472 802 232, [email protected]

ContattoConsorzio Turistico Valle IsarcoBastioni Maggiori, 26A39042 BressanoneTel. 0472 802 232Fax 0472 801 [email protected]

Oltre 300 giornate di sole all’anno

Tiratura46.900 tedesco / 34.900 italiano

RedazioneDoris Brunner / Brixmedia srlRenate Breitenberger, Anita Rossi

TraduzioniUta Radakovich

Progetto, design e redazione fotografica Mertz Ideas, Merano Tappeiner SpA, Lana

Copertina Alto Adige Marketing / Max Lautenschläger

FotografieConsorzio Turistico Valle Isarco, Associazione Turistica Colle Isarco, Oskar Zingerle, Alex Filz, Klaus-Maria Einwanger, Alto Adige Marketing /Frieder Blickle, Weingalerie / Blickle, Peter Schatzer, Helmut Rier, Artprint, Marco Santini, Günter Richard Wett, Jürgen Eheim, Damiani-Holz & Ko AG, Forte di Fortezza, Furchetta, Museo del Loden a Vandoies, Andreas Marini, Acquarena / Mario Rabensteiner, Horst Oberrauch / Rotwild, Holger Mertz / Mertz Ideas

StampaArtprint srl, Bressanone

A22

SS12

SS38

MeBoSS38

SS40

SS12

SS621

SS244

SS49

SS51

Timmelsjoch

Reschenpass

Brennerpass

STUTTGART

SALZBURGWIEN

CORTINAVENEZIA

STERZING

BRUNECK

LIENZBRIXEN

Jaufenpass

MERAN KLAUSENSCHLANDERS

Taufers i. M.

Stilfserjoch

HAMBURGBERLINFRANKFURTMÜNCHENKUFSTEININNSBRUCK

KEMPTENZÜRICHBREGENZLANDECK

BOZEN

Karerpass

Sellajoch

Kreuzbergpass

Autobahnausfahrt

TRIENTVERONAMAILANDVENEDIGMODENAROM

Bodensee

BERGAMO

A4BRESCIA

MAILAND

A22

VERONA

TRIENTA27

TREVISO

VENEDIG

A23

VILLACH

SPITTAL ANDER DRAU

TRIEST

CORTINADolomiten

BOZEN

MERAN

GLURNS

CHUR

VADUZ

BREGENZ

A3

ZÜRICH

LUGANO

BRUNECKSTERZING

A13

INNSBRUCK A10

A12

A95

MÜNCHEN

SALZBURG

ROSENHEIM

A22

SS12

SS38

MeBoSS38

SS40

SS12

SS621

SS244

SS49

SS51

Passo Rombo

Passo Resia

Brennero

STOCCARDA

SALISBURGOVIENNA

CORTINAVENEZIA

VIPITENO

BRUNICO

LIENZBRESSANONE

Passo Giovo

MERANO CHIUSASILANDRO

Tubre

Passo Stelvio

AMBURGOBERLINOFRANCOFORTEMONACOKUFSTEININNSBRUCK

KEMPTENZURIGOBREGENZLANDECK

BOLZANO

Passo Costalunga

Passo Sella

Passo Monte Croce

Uscita autostradale

TRENTOVERONAMILANOVENEZIAMODENAROMA

Lago di Costanza

BERGAMO

A4BRESCIA

MILANO

A22

VERONA

TRENTOA27

TREVISO

VENEZIA

A23

VILLACO

SPITTAL ANDER DRAU

TRIESTE

CORTINADolomiti

BOLZANO

MERANO

COIRA

VADUZ

BREGENZ

A3

ZURIGO

LUGANO

BRUNICOVIPITENO

A13

INNSBRUCK A10

A12

A95

MONACO

SALISBURGO

ROSENHEIM

BRIXEN

BRESSANONE

GLORENZA

Lago di Garda

Gardasee

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Mmmmh !

cucina asiaticasushipizza

cucina italianacucina altoatesina

pasticceria propriavinoteca

pizza d’asportosushi d’asporto

catering

Via Mercato Vecchio, 28/b Bressanone, tel. 0472 262510

[email protected]

Bowling aperto su prenotazione: da martedì fi no a venerdì dalle ore 19 alle 01 · sabato dalle ore 15 alle 01 · domenica dalle 14 alle 01

UN BUON CONSIGLIO: abbinate le vostre visite nel ristorante ad una serata al nostro bowling!

Tutte le varietàdel gusto

nel ristorante delle esperienze uniche

365 giorni da gustare

CUCINA aperta tutti i giorni fi no alle ore 14 e fi no alle 23PIZZERIA aperta tutti i giorni fi no alle ore 14.30 e fi no alle 24

... cene a lume di candela . pranzi d’affari . feste in famiglia . feste, ricorrenze . pranzi aziendali . feste di compleanno ...

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Il centro storico con le sue case colora-te, i tipici bovindi, le trattorie tradizionali,

gli ottimi ristoranti per gustare piatti ti-pici locali, le passeggiate e la mountain bike a 2000 m di altitudine, i programmi benessere per corpo e mente… c’è tan-tissimo da sperimentare a Vipiteno, “la città dello yogurt”, e nei suoi dintorni.Monte Cavallo, la montagna del tempo libe-ro illuminata dal sole, che si affaccia su uno dei borghi più belli d’Italia, è raggiungibile facilmente con la funivia e si trova a soli 5 minuti dal centro. Sorprendenti sono i pa-esaggi naturalistici e la vista panoramica

sulle maestose montagne dell’Alto Adige. Per rilassarsi dopo una giornata intensa ci pen-sa l’oasi “Balneum”, in cui potrete nuotare in piscina o sudare nella sauna fatta di pie-tre naturali della Val di Vizze e rilassarvi nel-la zona relax rivestita in legno di pino cem-bro. Così potrete concludere perfettamente la vostra giornata eccezionale a Vipiteno.

INFO

Associazione turistica VipitenoTel. +39 0472 76 53 [email protected]

www.balneum.vipiteno.euTel. +39 0472 760 107

La giornata perfettaa Vipiteno Der Freizeitberg

I-39049 Vipiteno Via Brennero 12 Tel. +39 0472 765 521Tax +39 0472 767 949

www.rosskopf.comwww.facebook.com/freizeitbergrosskopf

A pochi passi dal centro storico di Vipiteno

Itinerario delle delizie ed escursioni culinariegiardino della erbe

Piattaforma panoramicaed escursioni all’alba

Minizoo „Rossy-Park“

La montagna del tempo libero

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